www.chiaiamagazine.it
m a ga z i n e
CHIAIA
Anno IV - n.10 ottobre 2009
Distribuzione gratuita
S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ
il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo
IUPPITER EDIZIONI
CUORE MARCIO
Napoli fuorilegge: viaggio nelle discariche sotterranee. La verità sui rischi
SOS CHIAIA
OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE
Come migliorare la Municipalità 1? Scrivi a:
AI NOSTRI LETTORI
Invitiamo i nostri lettori
a indicarci cosa non va
nel quartiere e a proporci
soluzioni per rendere
più vivibile la città.
Contiamo su di voi.
Le lettere, firmate con nome
e cognome, vanno inviate
a Chiaia Magazine
Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli
oppure alla e-mail
[email protected]
NUMERI UTILI
EMERGENZE-SICUREZZA
CARABINIERI 112
Stazione CC (via Orazio 73)
Tel. 081.681122
Stazione CC (Ferrantina a Chiaia 1)
Tel. 081.417486
POLIZIA 113
Comm. Posillipo (via Manzoni 249)
Tel. 081.5983211
Comm. S. Ferdinando (Riv. di Chiaia 185)
Tel. 081.5980311
POLIZIOTTI DI QUARTIERE
Tel. 335.5292755 (Pattuglia Chiaia)
Tel. 349.2142396 (Pattuglia S. Ferdinando)
Tel. 347.0752926 (Pattuglia Santa Lucia)
POLIZIA STRADALE
Tel. 081.5954111
SOCCORSO STRADALE ACI
Numero verde 803116
VIGILI URBANI
Tel. 081.7513177
Unità oper. Riviera di Chiaia 105
Tel. 081.7619001
VIGILI DEL FUOCO 115
GUARDIA DI FINANZA 117
PRONTO SOCCORSO 118
AMMINISTRAZIONE
MUNICIPALITÀ 1
Sede Consiglio Tel. 081.7951741/42
Anagrafe decentrata Tel. 081.7950501
SANITÀ
PRONTO SOCCORSO LORETO-CRISPI
Tel. 081.2547256
GUARDIA MEDICA LORETO-CRISPI
Tel. 081.7613466
OSPEDALE PAUSILIPON
Tel. 081.2205111
OSPEDALE FATEBENEFRATELLI
Tel. 081.5981111 - 081.5757220
DISTR. SAN. 44
Assistenza Anziani Tel. 081.2547715
Assistenza Diabetologica Tel. 081.2542928
Assistenza Veterinaria Tel. 081.2547074
[email protected]
IL PUNTO. UNA DECADENZA CHE NON ACCETTIAMO
di NINO DE NICOLA
Una lotta impari e un finale scontato: triste declino per
i negozi storici di Chiaia, cancellati dal confronto con
i giganti dei brand nazionali/internazionali e della
grande distribuzione. Contro il supermercato globale
delle grandi firme, blindate da finanziamenti, defiscalizzazioni e incentivi della mano pubblica, il circuito commerciale locale, anima della tradizione creativa partenopea, soccombe. Giù
la saracinesca, la storia del gusto napoletano si arrende e va via. Illustri le vittime: Domus, (100 anni di storia), Maison Suisse (un se-
Una strada senza nome
in zona via Plauto
Gentile redazione,
desidero segnalare la situazione
disastrosa in cui si trova una
strada senza nome che si dipana
da via Scipione Scapece, nella
zona del civico 102 di via Nevio
(oggi rinominata via Plauto). La
strada è piena di buche talmente
grosse che ci può sprofondare
mezza ruota di un’automobile e
sono impossibili da evitare per la
loro posizione. Sarebbe opportuno un intervento serio, non come
quello eseguito circa un anno fa,
che non ha risolto niente, anzi,
ha peggiorato la situazione. La
strada è identificabile dalla
presenza di due efficienti paletti
che delimitano l’accesso ai
camion. La toponomastica della
zona è alquanto anomala. Basti
pensare che via Scipione Scapece,
che parte a senso unico da via
Orazio e torna su via Orazio,
presenta sulla destra una strada
di 50 metri, appunto, che non ha
nessun nome ma che finisce ad
un bivio dove, in discesa, inizia
via Plauto e in salita inizia di
nuovo via Scipione Scapece.
Sarebbe opportuno anche nominarlo ed identificarlo, questo
spezzone di strada di 50 metri,
innominabile e di fatto innominato a causa delle buche.
Giuseppe Savarese
Adottiamo i giardini
della Villa Comunale
Gentile Chiaia Magazine,
visto che lo stato di abbandono
della Villa Comunale è ormai
visibile a tutti, vorrei proporre
una soluzione: innanzitutto
colo e mezzo di tradizione), Knight (anche qui 150 anni di gloria). Perdite dolorose per la città che queste griffes le esibiva come fiori all'occhiello dell'eccellenza meridionale. Perdita di un'identità spodestata dalla produzione in serie. Con Napoli che si omologa in peggio
alle grandi metropoli occidentali. Le ragioni? Una soprattutto: fitti
commerciali alle stelle proibitivi per il piccolo imprenditore di qualità, ma alla portata del monopolio globale che, portafoglio alla mano, occupa «militarmente» gli antichi spazi. Sappiano però Comune
e Regione, a volte a fianco di antiche ditte culturali (vedi il Caso Treves), che è cultura anche l'artigianato d'élite e che va protetto. E se lo
snodo è il calmiere delle locazioni, intervenga il legislatore.
Buche e dissesti,
la rabbia dei residenti
La vignetta di Malatesta
controllare che gli addetti facciano il loro lavoro senza assentarsi
come spesso succede. In secondo
luogo, vorrei proporre a negozi
di fiori, serre e giardinieri della
zona di adottare un giardino
all’interno della Villa e di curarlo per tutto l’anno. Sul prato
verrebbe scritto il nome dell’autore e a fine anno si potrebbe
assegnare un premio al giardino
più bello, offerto da sponsor con
pubblicità per i curatori del
giardino, offrendo maggior
risalto per una Villa decorosa e
più incentivi per l’affluenza
turistica. L’ideale sarebbe correre
ai ripari prima delle festività
natalizie, periodo in cui turisti e
cittadini sono spesso confusi da
cartelli e cartelloni riguardanti
le iniziative in corso. Non sarebe
carino se si potesse personalizzare queste indicazioni con lo
humour partenopeo per accrescere il senso di appartenenza a
questa meravigliosa città?
Gentile Direttore,
scrivo per segnalare una situazione ormai arcinota a tutti i
residenti di Chiaia ma che non
riesce a trovare ancora una
soluzione e che costringe noi
abitanti di quello che spesso viene
definito il «salotto di Napoli», a
camminare per la strada in uno
stato di costante pericolo. Sto
parlando delle buche, che verrebbe da chiamare crateri, e dei
dissesti presenti in molte delle vie
principali del quartiere. Cosa
impedisce la presenza di un
asfalto regolare che non presenti
voragini che si aprono e basoli
che saltano un giorno sì e l’altro
pure? Perché alcune strade,
benché oggetto di continui lavori
di ristrutturazione, nella realtà
versano sempre in condizioni
pietose e sono pericolosissime per
i passanti? Via Caracciolo, ad
esempio, è costellata da buche
innumerevoli, alcune di medie
dimensioni, altre in grado di
causare seri incidenti. E che dire
della voragine spaventosa di via
Cappella Vecchia? Ma la strada
che ogni volta mi lascia sempre
più sconcertata è via del Parco
Marghertita. Il marciapiede,
spesso ricoperto da escrementi, è
strettissimo e chi ci cammina è
costretto a fare lo slalom tra i
motorini e le auto in sosta. Tutto
il manto stradale, inoltre, presenta una quantità incredibile di
buche che mettono a repentaglio
l’integrità di chi transita, sia in
auto che a piedi. Spero che le
autorità competenti corrano ai
ripari, definitivamente.
Lucia Avalloni
Paola Esposito
m a ga z i n e
CHIAIA
SA P E R V I V E R E L A C I T TÀ
Anno IV n.10 - ottobre 2009
Direttore Editoriale
Nino De Nicola
Direttore Responsabile
Alvaro Mirabelli
Art Director
Massimiliano De Francesco
Responsabile Saper Vivere
Laura Cocozza
Redazione
Iuppiter Group
Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli
Tel.: 081 19361500 - Fax: 081 2140666
[email protected]
Società Editrice
Iuppiter Group
Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli
Responsabile commerciale
Fabiola Morano
Tel.: 393.1364776 - 333.7093387
Quelli di Chiaia Magazine
Antonio Biancospino, Aurora Cacopardo, Antonella Carlo,
Paolo D’Angelo, Giada De Francesco, Antonella Esposito,
Rossella Galletti, Rita Giuseppone, Francesco Iodice,
Massimo Lo Iacono, Fernando Ludione, Malatesta,
Renato Rocco, Francesco Ruggieri, Fabio Tempesta,
Massimiliano Tomasetta, Tommy Totaro, Umberto Zacca
Stampa
Arti grafiche Litho 2
Via Principe di Piemonte, 118 Casoria
Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005
Iscrizione al Roc n° 18263
2
IL MORSO DELLA TARANTA
di PAOLO D’ANGELO
LA STANGATA
o l'impressione che il mondo politico in questo partiH
colare periodo stia cercando in ogni modo di creare
una grossa confusione. I media sparano notizie di ogni
genere e si parla solo di inchieste, perquisizioni, pedinamenti. La logica giudiziaria tiene banco. Tra intercettazioni telefoniche dubbie, indagini senza fine, escort e transessuali con politici abbiamo perso ogni riferimento. Mi
spiego meglio: l'impressione che si ha è che colpendo
chiunque non si colpisce più nessuno e ognuno continuerà a fare i cavoli suoi proprio a scapito di una società
derisa e abbandonata a se stessa e che alla fine paga il
conto per tutti.
Cari amici napoletani avete avuto la stangata della bolletta della monnezza a casa? Hanno sperperato in ogni
modo il denaro pubblico producendo uno stato di emergenza che ha giustificato ogni spesa e a noi napoletani e
campani alla fine ci è arrivato il conto. Ogni napoletano
che ha la fortuna di avere un posto di lavoro quest'anno
dovrà lavorare quindici giorni gratuitamente solo per
pagare i debiti che hanno creato i nostri cari «impresari
della monnezza». Quindici giorni di lavoro di una intera
popolazione per pagare il conto di chi ha prosciugato
ogni risorsa economica senza pietà.
Sì, proprio così, senza pietà. Questo è il momento di
mandare a casa tutti i politici che ci hanno presi in giro
in questi anni. Penso sia il caso che la società civile scenda in piazza a manifestare il proprio dissenso contro chi
ha governato in questo modo ed in tutti questi anni.
Dobbiamo presentare noi il nostro conto a loro mandandoli finalmente a casa e consegnandoli alla nostra storia
contemporanea come appartenenti a una classe politica
incapace. Gli americani dopo il crac economico di questi
anni hanno reagito regalandosi un presidente dai contenuti morali alti e vicini al popolo, fuori dalle logiche di
un potere politico visionario e colluso con quelle lobby
che hanno finito per strangolare l'economia del paese.
Penso che anche per noi sia arrivato il momento di cercare una nuova classe politica nella società civile che sappia
dare voce e dignità alla nostra città. Apriamo gli occhi e
non accettiamo più compromessi e sopratutto facciamo
attenzione a quei politici zombie che torneranno a circolare nelle nostre strade riproponendosi con plastiche
facciali nel panorama delle nostre prossime elezioni
regionali e comunali.
E comunque vorrei proporre di scendere in strada con
bollette pagate alla mano e con lo slogan «il conto ve
l'abbiamo pagato e adesso iatevenne!».
Cari amici il mio articolo di questo mese è più corto
perché se ci penso mi passa la voglia di scrivere...
PRIMO PIANO
OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE
3
Monnezzopoli 2009, odissea sottoterra
AMBIENTE. Sottosuolo anno zero: una discarica globale nelle viscere della città
Dopo la scoperta veleni e polemiche. I colpevoli: uno, nessuno e centomila
Alvaro Mirabelli
Ventre di tenebra. E marcio per
giunta. Nel buio pesto delle
sue cavità Napoli scopre un
continente di liquami e rifiuti. Così, ora, la monnezza di
sopra fa il paio con la monnezza di sotto e il cerchio si
chiude. Già perché Gianluca
Minin, geologo tutto d'un pezzo con un passato recente al
servizio del Commissario
Straordinario per il Sottosuolo
partenopeo, tempo fa si è preso la briga di andare a frugare
nel mondo di sotto: e quella
che sembrava un'ispezione di
routine si è trasformata in un
«caso» scottante.
Un «caso» in realtà freddo visto che l'avventura di Minin,
habitué delle profondità, risale ad un anno fa, ma che solo
di recente è esploso come una
bomba. Con due scomode verità. La prima è che molti napoletani smaltiscono sottoterra di tutto, e non da ieri, ma da
qualche secolo come minimo,
e lo fanno anche ora che si rischiano le manette: il risultato scioccante è che i cittadini
passeggiano su una colossale
discarica sotterranea ramificata da Chiaia a Marianella.
Un oltretomba di porcherie,
scovato sotto 10 strade della
città, che il geologo ha messo
nero su bianco, comprese le foto, e che è finito anche sul tavolo del Nucleo Ecologico dei
carabinieri. La seconda rivelazione è che nessuno al Comune aveva la minima idea della
polveriera acquattata nel sottosuolo, o almeno delle sue
proporzioni. Eppure da ben 12
anni, Commissario Straordinario per il Sottosuolo napoletano, con tanto di poteri speciali, è stato sempre il sindaco
di Napoli: il ruolo al primo cittadino lo assegnò nel '97 il ministero degli Interni, disponendo che il sindaco di Napoli coordinasse tutte le attività
per la salvaguardia del sottosuolo con facoltà di attingere
a finanziamenti comunitari,
IL CORSIVO
di MASSIMILIANO DE FRANCESCO
IL DECODER CHE NON C’È
uperata la paura del digitale terrestre, dopo
Sappreso
aver catalogato le novità dei palinsesti,
che un'infinità di nuovi canali è in
Nella foto: mix di liquami e di rifiuti solidi urbani nelle viscere di piazza Dante
statali, regionali e comunali.
Dunque al Comune non sono
mancate le premesse per monitorare, capire, operare.
Ma non tutto è filato liscio: infatti alla struttura commissariale (dal 2001 presieduta da
Rosa Russo Iervolino e gestita
dall'ingegner Oreste Perrella)
non sono mai mancate le critiche di superficialità, sempre
rintuzzate però con cifre alla
mano (come quella dei 400 milioni di euro spesi in grossi interventi di eliminazione delle
infiltrazioni e di consolidamento nel sottosuolo) o respinte con la giustificazione
dei conti in rosso. Questione di
punti di vista. Invece non è un
punto di vista ma un fatto che
i poteri speciali per il sottosuolo, attribuiti al sindaco di
Napoli, esistono dal 1997. Perciò stupisce la sorpresa dei
pubblici amministratori di
fronte al nuovo guaio rigurgitato dal basso. Utile o inutile,
intanto, il Commissariato sarà
chiuso il 31 dicembre. Ma resta
innescata la nuova sciagura
ecologica: bonificare le falde
acquifere inquinate da oli, solventi e liquami fecali sversati
illecitamente e le caverne zeppe di rifiuti ordinari sarà dura.
E forse, secondo Minin, persino inutile probabilmente (ve-
di intervista a pag. 4).
Tre in ogni caso le difficoltà
di eventuali interventi. Primo:
il groviglio di competenze istituzionali coinvolte. Secondo:
la profondità dei luoghi che è
proibitiva. Terzo: il solito problema delle risorse azzerate. E
proprio sul fronte dei fondi,
non manca persino chi sta
rimpiangendo l'ormai moribondo Commissariato che un
po' di crediti poteva ancora attivarli e che in ogni caso, grazie al lavoro degli speleologi
che è durato finchè c'erano i
soldi, lascia in eredità almeno
una mappatura parziale della
Napoli sotterranea. Magra consolazione. Ora contano solo, e
d'urgenza, schedatura e bonifica dei 10 siti «malati». Operazione che costa. Ma il Comune in cassa ha solo le briciole e spera nei quattrini del
Governo centrale. E non basta.
Chi deve fare che cosa? E come? Navigando a vista, cercano di capirci qualcosa l'assessore al Sottosuolo Agostino
Nuzzolo con il suo Servizio di
Sicurezza Geologica per i problemi statici delle cavità, l'assessore all'Igiene Paolo Giacomelli e l'assessore all'Ambiente Rino Nasti visto che di rifiuti si sta parlando e soprattutto di quelli sversati abusi-
vamente da edifici sovrastanti ancora ignoti, l'assessore al
Patrimonio Marcello D'Aponte che c'entra perché una gran
fetta delle cavità compromesse appartiene al Demanio e
con esso bisogna accordarsi.
Aggiungeteci pure l'Arpac che
è l'ente di controllo ambientale e la Provincia che, secondo la legge 152/2006, è ente di
gestione dei rifiuti. In due parole: una folla. E ancora. A chi
tocca prelevare i rifiuti ordinari visto che alll'Asìa compete solo la superficie? E i liquami tossici? Chi li smaltisce? Il
Comune ci prova. Ma a condizione che arrivino i soldi e solo per operare nelle aree individuate. Il bersaglio grosso, infatti, cioè il risanamento globale della città di sotto, non è
nemmeno sfiorato: ci vorrebbero 500 milioni di euro. A
patto, però, che non si parli di
fogne e di rete idrica, altri detonatori del dissesto idrogeologico: qui urge un altro miliardo e mezzo di euro. A proposito: per ora la maglia nera
sembra che spetti a Chiaia-S.
Ferdinando dove l'allerta detriti (soprattutto scarti edilizi),
è scattata nelle viscere di Via
Morelli (vedi foto di copertina), via Nicotera, Monte di Dio,
via Chiaia e Chiatamone.
ATTENZIONE
Ricerca commerciali
CHIAIA MAGAZINE cerca commerciali con pregressa esperienza di
almeno 5 anni, da inserire nell’
organico aziendale. REQUISITI
DESIDERATI: iniziativa, ambizione
e dedizione; propensione al
lavoro di squadra; empatia, abilità comunicative, relazionali e di
adattamento; predisposizione
allo studio e alla conoscenza.
OFFRIAMO un rimborso spese, un
conveniente piano provvigionale
e la possibilità di partecipare
all’organizzazione di eventi con
incentivi sull’attività svolta.
Per info: 08119361500. Invio del
curriculum vitae alla mail
[email protected]
rampa di lancio e la risintonizzazione non è
una malattia, resosi conto che la quiete della
poltrona subirà l'incursione dell'interattività, il
digitelespettatore gradirebbe sapere da
politici, magistrati, escort, transgender, grandi
fratelli e mini sorelle, magnati e magnacci, se
sia prevista, prossimamente, la vendita di un
decoder che gli possa riconsegnare una visione
normale della vita. In overdose mediatica ci
siamo finiti tutti e poco importa chi ha inaugurato la fila al buco della serratura: non se ne
può più. Anche perché la sindrome del pettegolezzo, lo sculettamento intellettuale della starletta di turno e l'ira del plurimoralista che s'inabissa in una giungla di alcove coprono la buona
politica, il confronto sulle riforme, sui grandi
temi come il testamento biologico, sui programmi per far ripartire il canale Italia, sulle ricette
per ridare un senso al Mezzogiorno. Se dopo il
trans-ciclone Natalie, l'ex governatore Marrazzo
ha espresso il desiderio di sparire, dalla cintola
di Roma in giù - mai immagine è meno appropriata - nessuno coltiva l'uzzolo di scomparire.
Di accomodarsi nel passato. Vedi in terra
nostra: nessuno scandalo hard, debolezze
private tenute bene nel cassetto, eppure lo
sputtanamento della Campania occupa lenzuolate di giornali. Dal caso Arpac al pio Mastella,
dagli abusi edilizi con sfregio della storica via
Appia a Giugliano all'omicidio Tommasino a
Castellammare di Stabia, dalle disavventure
giudiziarie del governatore Bassolino alla
gestione sciagurata della Sanità: ci fermiamo
qui per senso del pudore. Altro che sesso estremo
e cotillon. La colpa di tutto ciò? Libidine di
servitù e istituzioni imbottite di viagra clientelare. L'editorialista Angelo Panebianco dal Corriere della Sera chiede di commissariare il Sud per
palese incapacità di autogestirsi e di autosvilupparsi per poi dire «non è dai partiti ma dalla
società che dovrebbe partire la bonifica». Una
bonifica impossibile con una società civile
incapace di trovare una convincente sintesi
politica e fortemente restia a «investire» sulla
propria autonomia decisionale preferendo,
invece, di bazzicare ancora vuoti consessi
politici. Se in Campania le prossime elezioni
regionali sembrano ruotare intorno alla bisessualità dell'Udc ed essere condizionate dall'umore demitiano, significa che serve davvero un
altro decoder. Dove possiamo trovarlo?
PRIMO PIANO
OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE
Il ventre di Napoli, dal passato al futuro
LA STORIA. Cronache dal sottosuolo partenopeo: l’esperto racconta nel bene e
nel male le millenarie viscere della città. Dall’antichità alle discariche del presente
Riccardo Caniparoli*
e cavità di Napoli sono tutte
artificiali perché sono
antiche cave di tufo dove è
stata estratta la pietra per edificare la città. Quindi, se si calcolano i volumi di tufo usato per
costruire i fabbricati sovrastanti,
se ne deducono i vuoti presenti
nel sottosuolo: vuoti, però, le cui
volumetrie vanno aumentate del
30%. Esempio: se per fare un
fabbricato sono occorsi 1000
metri cubi di tufo, il vuoto al di
sotto di sicuro non è inferiore a
1300 metri cubi. Calcoli mai fatti
da nessuno, malgrado un'inutile
storia di commissioni, di studi e
di esperti che dura dal 1893.
Trovare le cavità, però, è facile se
si conoscono le tecniche estrattive e la storia evolutiva delle
lavorazioni in cava.
La storia. Per edificare i primi
edifici si utilizzava la tecnica di
scavare un pozzo al centro del
terreno su cui costruire e si
estraeva tutta la pietra necessaria per l'edificio. Alla fine della
costruzione, il vuoto scavato era
adibito a cisterna delle acque
piovane per il bisogno idrico
dell'edificio. Inoltre le cavità
venivano collegate tra loro con
cunicoli per favorire lo scambio
d'acqua tra fabbricati e per
difendere la città dalle invasioni.
Con l'espansione urbana oltre le
mura storiche sono state poi
realizzate numerose cave in
galleria, scavando dalle pareti in
corrispondenza delle incisioni
dei valloni: perciò è facile trovare
gli accessi delle cave nei valloni
della Sanità/Vergini, del Cavone
di piazza Dante, di via Salvator
Rosa, di via Chiaia, di vico Vasto
a Chiaia, di Cappella Vecchia,
del lato di monte di Corso Vittorio Emanuele etc. Ed un altro
dettaglio aiuta ad individuare le
cavità: in dialetto il tufo è chiamato «'A pret' 'e mont» e quindi
con «'O Mont» è indicata la zona
di estrazione. Dunque Capodimonte, Monte di Dio, Montesanto, Montecalvario, Monteoliveto
erano tutti quartieri con cave di
tufo. Infine, per secoli e fino al
L’INTERVISTA
L
QUEL GEOLOGO SCOMODO
1950, le cavità sono state anche
usate come pozzi/cisterne, depositi di cibo, cantine, opifici, vie di
fuga in caso di invasioni, cimiteri, ricoveri antiaerei, luoghi di
preghiera e stalli per barche.
Il presente. Il mondo di sotto
oggi è del tutto abbandonato. Da
qui gli illeciti: vedi discariche,
fogne abusive, traffici e depositi
illegali e altre attività criminali.
Dunque un degrado prodotto
dalla mancanza di regole. Manca
infatti un Piano Regolatore del
sottosuolo mentre il vigente
Piano Regolatore Generale non
prevede per il sottosuolo destinazioni urbanistiche, tranne i
«Parcheggi in cavità» (vedi norme
attuative del PRG) e solo dove è
tecnicamente possibile. Alla fine,
però, nulla mai è stato fatto: ed
ecco l'abbandono, gli illeciti e i
rischi ambientali come voragini
e crolli. E c'è di più: oggi l'inquinamento prodotto da sostanze
tossiche scaricate in cavità, non
solo quelle profonde, già nocivo
alla salute, può anche aggredire
il cemento armato delle fondamenta dei palazzi, trattandosi di
sostanze corrosive. Ovvio che
nessun proprietario di cavità
avrà opportunità o interesse ad
un uso corretto del territorio
sotterraneo.
Le cavità come risorsa. La manutenzione delle cavità si ottiene
solo creando interessi economici
per il loro utilizzo: si garantisce
così la stabilità del sottosuolo e si
recuperano spazi per attività nel
sottosuolo, restituendo così alla
superficie superaffollata enormi
spazi pubblici.
Ma di chi è la città sotterranea?
Le cavità sono così classificabili:
1) cavità di proprietà, registrate
al Catasto e all'Ufficio Registro
come normali immobili, 2)
cavità in possesso dove il possessore è chi detiene la proprietà ed
il possesso dell'accesso (non
necessariamente il possesso di
una cavità si riferisce alla verticale degli edifici sovrastanti), 3) in
regime di res nullius, cioè di
nessuno, la proprietà è demaniale. Ciò per chiarire le attuali
competenze istituzionali, soprattutto a proposito delle «cavitàdiscarica» scoperte che sono
quasi tutte (insieme agli ex rifugi
bellici) del Demanio.
Della loro statica si occupano il
Commissariato al Sottosuolo e
l'assessore comunale al Sottosuolo. Delle discariche rinvenute
(nella foto: detriti edilizi a Chiaiano)
si occupano gli assessori comunali all'Igiene e all'Ambiente,
l'ARPAC, la ASL e la Provincia
(vedi Decr. Leg. 152/2006). Infine
va ribadito che ora la priorità
d'intervento spetta alle zone
collinari (ad es. S. Carlo alle
Mortelle) e a quelle nel cui
sottosuolo sono in corso grandi
opere pubbliche.
* Geologo - Docente di valutazione
d'impatto ambientale -
Botta e risposta con Gianluca Minin, l’esperto che, con lo staff della
società Ingeo, ha scoperto le discariche nel sottosuolo di Napoli.
Come è finita quell'immondizia nel sottosuolo?
L'uso dei pozzi d'accesso alle cavità per sversare di tutto
dura da secoli. Negli ultimi anni allo sversamento di detriti
terrosi e materiali di risulta da ristrutturazioni di appartamenti è seguito quello di rifiuti solidi/liquidi urbani o speciali. Ma ribadisco: non sono le cavità il fattore di rischio.
Cioè non non c’entrano coi crolli nè sono inquinanti?
Esatto. In superficie non si rischia nulla. Mi spiego. Di sotto
abbiamo individuato centinaia di sversamenti abusivi di
materiale eterogeneo. Il vero problema è che ostacolano le
ispezioni, occludendo gli accessi agli ambienti. E chi rischia
sono i geologi poiché spesso i rifiuti sono tossici. A sua
volta l'impossibilità di accedere
alle cavità è un rischio poiché
di numerosi edifici non sono
state mai verificate le condizioni statiche delle sottostanti
cavità, magari perché irraggiungibili a causa dei rifiuti: le
cavità, infatti, sono la spia di
infiltrazioni attive (di fogna o
di acquedotto) nei palazzi che
possono essere eliminate prima
che creino problemi alle sottofondazioni. Qui sta il nodo.
Abbozzi una geografia degli
sversamenti nel sottosuolo.
A Chiaiano abbiamo trovato
cumuli di rifiuti solidi urbani, a Chiaia-S. Ferdinando scarti
edilizi. I quartieri spagnoli hanno il record di infiltrazioni
da acque nere poiché la rete fognaria è vetusta. A nord di
Napoli, durante la lunga crisi rifiuti, molte cavità sono state
usate come sversatoio selvaggio.
Un problema di inciviltà: quali le contromisure?
Ogni contrasto è impossibile visto che le verifiche nelle
cavità vengono fatte ogni 20/30 anni. Troppo poco. Invece il
censimento degli sversamenti consentirebbe di individuare,
rispetto ad una data certa, se nel tempo si è ancora sversato
e, quindi, sarebbe possibile perseguire i responsabili.
Sarà dura bonificare le cavità-discarica?
La bonifica non ha senso: sarebbe onerosa e lunghissima. Si
tratta di smaltire decine di metri cubi di materiali ad una
profondità media di 25 metri attraverso pozzi larghi 80 cm.
x 80 cm., portando su un secchio alla volta. La strada è un
censimento degli sversamenti. Un mio progetto prevede il
censimento in un'area campione di tutti gli sversamenti: se
ne ricaverebbe una scheda con qualità e quantità del rifiuto, indirizzo del pozzo sotto accusa, dati dell'inquinamento
di falda e delle ostruzioni di cunicoli, più le foto. Così individueremmo gli edifici che sversano e i responsabili. Se no,
più passa il tempo, più avremo rifiuti e ostruzioni: e sarà
impossibile ispezionare le cavità e individuare i rischi per
gli edifici sovrastanti. Dunque: censire e reprimere.
Iuppiter Edizioni presenta
IL MIO NOME È BODE di FABRIZIO TAVASSI
Viaggio nel mondo dei videogiochi tra dipendenza e competizione
Nelle migliori librerie di Napoli e Provincia a soli 10 euro
Per acquistare il volume e per informazioni: 081.19361500
“A volte è proprio vero: il gioco è bello quando dura poco. Forse.”
4
PRIMO PIANO
OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE
Poteri speciali cercasi
L’INTERVENTO. Parcheggi interrati al palo. Flop
dei Piani Urbani e dei commissari straordinari
Fabio Chiosi*
Sulla questione poteri speciali,
recentemente, grazie alle inchieste
del Corriere del Mezzogiorno si è
scatenato un acceso dibattito.
Della «invisibilità» di tali poteri
Chiaia Magazine, nel corso di
questi anni, si è più volte interessata. Sul nodo parcheggi e sulla
questione poteri speciali riceviamo
e pubblichiamo l’intervento del
presidente della Municipalità 1
Fabio Chiosi
ell'ormai lontano 1996 il
Consiglio Comunale di
Napoli approvò il Piano
Urbano Parcheggi (cosiddetto
PUP), cioè lo strumento urbanistico per la disciplina della
realizzazione dei parcheggi
interrati in città. Nelle premesse di questo documento è
scritto, chiaramente, che non è
consentita la costruzione di
parcheggi interrati nel centro
della città, in quanto attrattori
di traffico. Una vera e propria
follia, a mio avviso, che ha
letteralmente messo in ginocchio non solo il quartiere di
Chiaia, ma tutto il sistema
della mobilità cittadina. Conseguenza di un'impostazione
ideologica dettata da estremismo ambientalista e da quiescenza di taluni settori, anche
da parte di quanti sembravano
più oculati e moderati. Dopo
oltre dieci anni da quella
N
improvvida decisione del
Consiglio Comunale, oggi si
torna a parlare di parcheggi,
ma sempre in maniera evanescente, senza concretezza,
senza reale volontà di costruirli. Eppure in tante città d'Italia,
d'Europa e del mondo i parcheggi interrati sono ormai un
capitolo chiuso da anni, con
strutture ricettive che si trovano nei centri urbani. Si è
compreso e sperimentato che i
parcheggi interrati sono infrastrutture necessarie allo sviluppo ed alla vivibilità delle città:
riducono la sosta di superficie
favorendo lo scorrimento del
traffico ed abbattendo i livelli
di inquinamento, contrastano
il fenomeno dei parcheggiatori
abusivi, riqualificano le aree
soprastanti, rispondono alle
esigenze di carattere commerciale e residenziale, creano
occupazione, risanano il sottosuolo. Una serie di ricadute
positive, insomma, che non
possono essere sottovalutate e
che, se lo sono state, portano
solo a due considerazioni: o si è
in malafede, o non si è in
grado di guardare allo sviluppo della città. Purtroppo questa è la ferrea logica che impatta con la realtà. A Chiaia, ad
esempio, a fronte di circa 5500
stalli blu per residenti vi sono
ben 11200 richieste di permessi
di sosta. A ciò si aggiunga la
richiesta dell'utenza commerciale o di quella che si reca
presso gli uffici e la bomba ad
orologeria esplode ogni giorno.
Come si può, ancora oggi,
essere pregiudizialmente
contrari ai parcheggi interrati?
Come si può tollerare che
alcuni politici della maggioranza comunale parlino ancora di «mani sotto la città»,
parafrasando un famoso film
sulla speculazione edilizia a
Napoli? Una miopia devastante. Oggi abbiamo un Commissariato straordinario per l'emergenza viabilità. Bene. Ma
finora cos'ha prodotto in
termini pratici? Dal 1997 ad
oggi, delle 4 annualità del PUP
è stato realizzato un solo
parcheggio. Eppure tanti
progetti sono stati presentati
da privati, fatti propri anche
dalla Municipalità (nella foto a
destra: un progetto di parcheggio
sotto piazza Vittoria), senza che
un euro dovesse essere speso
da parte del Comune. Eppure
solo dinieghi, perplessità, lacci
burocratici. Con evidente
ricaduta negativa sui cittadini.
Solo una classe dirigente
nuova e pragmatica, con visione di prospettiva e amore per
la città, potrà recuperare il
tempo e le occasioni perse.
*Presidente
Municipalità 1
RIFLESSIONI
di MIMMO DELLA CORTE
QUANTO COSTA LA FESTILENZA
eventi, manifestaFche:este,
zioni, iniziative turistiper essi finanziamenti
in quantità dal governo
regionale. Basta sbirciare i
Burc (Bollettini regionali) n.
59 del 5 ottobre e n. 61 del
12 ottobre. Colpisce la cifra
erogata in quei settori: 19
milioni di euro. Ovviamente fare di «tutta l'erba un
fascio», sarebbe ingiusto.
Se, infatti, è vero che nel
decreto dirigenziale n.864
del 1° luglio 2009, pubblicato sul Burc del 5 ottobre
(che distribuisce ben 9
milioni e 204 mila euro ad
associazioni pubbliche e
private, comunità montane, università, comuni)
sono indicate ben 1302
iniziative, quasi tutte modeste, ce ne sono però alcune
di assoluto rilievo e degne
di massima considerazione.
Poche, però, e non «nobilitano» l'intero elenco. Intanto, una domanda: come
mai, se sono eventi fatti nel
2007 (o così dovrebbe essere, visto che si riferiscono a
quell'anno), vengono liquidati solo nel 2009, cioè 2
anni dopo? Forse perché,
essendo pervenute troppe
richieste, valutarne la
fattibilità ha richiesto
tempo? Assolutamente no.
Di ciò infatti nessuno pare
si sia preoccupato, altrimenti non si spiegherebbe
come mai, nel decreto
dirigenziale, in cui avremmo dovuto leggere «iniziativa tenuta..», invece leggiamo, a dispetto del tempo
trascorso, «da tenersi». La
verità è che forse pesano
considerazioni di ordine
politico e non il concetto
della spesa utile alla collettività. Siamo malfidati? Per
niente. Non si spiegherebbero altrimenti spese in
apparenza irragionevoli
come la seguente: la «trilogia della villeggiatura»,
messa a punto da «Teatri
Uniti», è costata alla regione ben 150mila euro. E
ancora: giusto per sapere se
ne valeva la pena, avremmo
Le iniziative di Chiaia Magazine
In ESCLUSIVA con il giornale il film su GIANCARLO SIANI
“E io ti seguo”, scritto, diretto e prodotto da Maurizio Fiume.
Costo del dvd: 3,90 euro
Per l’acquisto telefona al numero 081.19361500
“Io non voglio conoscere la verità ma mi piacerebbe poterla scrivere”
almeno il diritto di sapere
chi è Ciro Capuano cui
l'Ass. Europa Giovani ha
dedicato una festa, visto
che il contributo è di 15mila euro. E democraticamente chiediamo: cosa ha
giustificato i 14mila euro
erogati all'Ass. Culturale
Giovani Fautori per il «Progetto Giovani Fautori». Non
basta: certamente i soci
dell'Associazione Onlus
Ipazia avranno meritato i
25mila euro della Regione
per aver organizzato la
manifestazione «Divertiamoci Insieme» ma di sicuro
i contribuenti avrebbero
preferito investimenti
diversi. E sempre secondo il
Burc risulta che, per organizzare l'assemblea straordinaria dei soci, l'Associazione Radioamatori di
Pompei, si è vista assegnare
10mila euro: non entriamo
nel merito, certamente
legittimo, ma almeno lo si
illustrasse ai cittadini. Ed
eccoci al Burc n. 61 del 12
ottobre che distribuisce la
1° tranche (relativa all'Inverno 2009-2010) delle 4
tranche da 10 milioni
cadauna a disposizione
della manifestazione culturale «Quattro stagioni». Qui
sono previste 42 iniziative
di varie fogge ma, secondo
noi, non di grande respiro:
fra esse spicca, soprattutto
per il costo che è di
2.350.000 euro, «Il ritorno
al Barocco, da Caravaggio a
Luigi Vanvitelli», evento
firmato dalla Sovrintendenza al Patrimonio Artistico
di Napoli; ma impongono
una riflessione anche i
500mila euro con cui la
Fondazione Donnaregina
(quella del Museo Madre)
dovrà realizzare la solita
«opera in piazza del Plebiscito» per il prossimo Natale. Qua e là, infine, spuntano dal Bollettino regionale
barocchismi vari, presepi,
feste di capodanno, e altre
minuzie: per tutto l'insieme
10 milioni di spesa. Arrivederci al prossimo Burc.
5
QUARTIERISSIME
OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE
6
Criminalità, Chiaia chiede più controllo
SICUREZZA. Il colpo gobbo all’Alabardieri ha riacceso la polemica sulle ronde
L’appello dell’associazionismo civico: «Il Sindaco ricorra ai suoi poteri speciali»
Umberto Zacca
ei professionisti della rapina preparano nei minimi
dettagli un colpo da maestri: sottrarre gioielli e pietre preziose esposti in un prestigioso hotel cittadino. I volti coperti da un
passamontagna, parrucche per
camuffare l'aspetto, pistola alla
mano e un «palo» che sorveglia i
dintorni. In pochi minuti entrano ed escono indisturbati, dopo
aver razziato preziosi per il valore
di 500mila euro, lasciando il personale e gli avventori dell'albergo
terrorizzati. Poi la fuga: nessuna
corsa rocambolesca, occhiali da
sole e parrucche nascondono il
volto dei tre che si allontanano col
bottino, con fare per nulla sospetto, per dirigersi alla macchina
che li sta aspettando in piazza dei
Martiri (solitamente presidiata
delle forze dell'ordine). Non è la
trama di un nuovo film d'azione
hollywoodiano ma è ciò che è successo nell'Hotel Alabardieri a
Chiaia, il 19 ottobre, in pieno giorno. La mattina seguente una spedizione punitiva, in stile «Arancia
meccanica», al liceo Umberto (nella foto in alto) ha definitivamente
trasmesso agli abitanti della zona
un vero e proprio clima di terrore.
Episodi di questa gravità fanno riflettere ma soprattutto hanno il
mortificante effetto di spingere
sotto zero il livello della percezione di sicurezza degli abitanti del
quartiere, già ai minimi storici.
Quest'ultimo affronto da parte
della criminalità nel cuore di
COMMISSIONE MANUTENZIONE
Cicala nuovo presidente
D
Chiaia sparge sale su una ferita
aperta, quella delle ronde cittadine. Nello scorso numero Chiaia
Magazine aveva sollevato il problema delle famigerate «decoronde», la proposta figlia del patto antidegrado stipulato da ben sei associazioni civiche, quasi tutte del
territorio. Il piano non era quello
di formare vere e proprie ronde
di cittadini, bensì prevedeva la
possibilità di segnalare alle istituzioni situazioni di degrado e vandalismo, soprattutto quelle che si
verificano ai danni degli spazi
pubblici e dei maggiori monumenti presenti sul territorio come, ad esempio, la Villa Comunale. È bastato questo per scatenare
la bagarre: l'amministrazione Comunale si è dichiarata assolutamente contraria a qualsiasi tipo di
forma di controllo diverso da quello istituzionale, rappresentato da
forze dell'ordine e Polizia Munici-
pale. E così, ora, le associazioni
come «Chiaia per Napoli» di Paolo Santanelli incalzano Rosa Russo Iervolino perchè usi i suoi poteri speciali in materia di sicurezza, come previsto dal decreto Maroni. «Se il Sindaco non darà prova efficace del suo impegno, allora subentri il Prefetto, - ha dichiarato Santanelli - esistono altri sistemi per rendere la città più sicura, senza ricorrere alle ronde,
ad esempio la videosorveglianza
che, come dimostrato, riduce i reati del 25%. Inoltre, gli ultimi episodi hanno dimostrato che alla videosorveglianza va unito un servizio di controllo delle zone commerciali e produttive della città,
dove invece la microcriminalità
la fa da padrona. Non è accettabile che dei turisti vengano rapinato proprio nelle vie dello shopping come sta succedendo di frequente ultimamente».
TECNOLOGIA
Il Wireless a Chiaia con i fondi Unesco
Una rete internet a banda larga
a Chiaia, che abbia costi contenuti, semplice realizzazione, infinite applicazioni e bassissimo
impatto ambientale e che possa
mettere in contatto tra loro amministrazioni, pubblica sicurezza, scuole, ospedali, aziende,
cittadini e turisti. Non è un sogno ma un ambizioso progetto
promosso dalla Prima Municipalità che si proietta nel futuro
attraverso una tecnologia già
utilizzata in numerose città nel
mondo, dalla Silicon Valley a
Singapore, e recentemente anche in tutta la provincia di Brescia: l'outdoor wireless mesh. In
parole semplici si tratta di una
connessione internet a banda
larga a disposizione di tutti i cittadini e dei turisti che in qualsiasi momento possono connettersi con il pc o col cellulare, liberamente e all'aperto. Le zone
dove far partire questa innovativa sperimentazione sono state
individuate, in base alla forte
propensione turistica, nell'area
portuale e nella Villa Comunale. Il motivo è semplice: una delle applicazioni della rete outdoor wireless è proprio quella
di fornire la possibilità di connettersi ad internet in spazi
aperti dove i turisti possono accedere alle informazioni necessarie riguardanti servizi, mostre, attività, e altro. Le applicazioni sono innumerevoli e, col
tempo e con un adeguamento
non troppo costoso da parte degli Enti e delle principali società e aziende che offrono servizi,
sarà possibile aprire ad una nuova frontiera dei contatti tra istituzioni e cittadini, imprese e servizi commerciali. E non solo: sarà, infatti, possibile integrare i
servizi di videosorveglianza, coordinare il monitoraggio del
traffico, delle ZTL e molto altro
ancora. Per quanto riguarda la
Municipalità 1, la sfida sarà
quella di utilizzare questa tecnologia al fine di supportare e
rafforzare la comunicazione con
le squadre di intervento di Polizia e Vigili del Fuoco, oltre al
monitoraggio di aree ed edifici
di notevole importanza storica,
culturale e turistica, anche in
vista del Forum delle Culture
2013. L’operazione avrebbe un
bassissimo impatto ambientale
come è stato accertato dall’Istituto Superiore di Sanità che ha
giudicato non nocive le onde a
bassa frequenza. Il piano, a cura dell'assessore alle Politiche
Sociali della Municipalità 1, Silvana D'Ippolito, è attualmente
al vaglio della cosiddetta cabina
di regia per il recupero del centro storico, di cui fanno parte
Comune, Regione, Curia e Soprintendenza, in merito all'inserimento nel Progetto Integrato Urbano di Napoli (PIU). Le
operazioni di ammodernamento faranno parte del restauro globale della Villa Comunale, che figura tra gli interventi previsti grazie ai fondi
Unesco per la salvaguardia del
patrimonio. (rita giuseppone)
Il Consiglio della Municipalità 1 ha eletto il nuovo presidente
della Commissione Manutenzione: è Fabio Cicala, 36 anni,
dal 2006 consigliere a Chiaia-Posillipo-San Ferdinando tra le
file del centrodestra e già vicepresidente della Commissione
Ambiente. Cicala subentra nell'incarico a Francesco de Giovanni, da giugno consigliere provinciale. Il neopresidente ha
già anticipato che la Commissione si focalizzerà da subito
sulle condizioni delle strade del quartiere e sulle manutenzioni più urgenti. «Ad iniziare da buche e voragini - precisa
Cicala - che in zona Chiaia sono un flagello, minacciando
l'incolumità dei cittadini e provocando poi grave pregiudizio
al bilancio comunale a causa dei risarcimenti che scaturiscono dai contenziosi, spesso persi da Palazzo San Giacomo, per
incidenti occorsi a passanti e automobilisti». Accanto alla
piccola viabilità, materia di competenza del governo di quartiere, Cicala assicura però impegno anche per le strade più
grandi. Ad esempio parco Margherita in cui, secondo il neopresidente, va eseguita un'accurata asfaltatura: «Gli attuali
sampietrini non possono più sostenere l'intenso traffico
veicolare con la conseguenza di dissesti e incidenti. Inoltre
un nuovo manto in bitume fonoassorbente abbatterebbe
anche l'inquinamento acustico. Verrebbe, infine, a crearsi
una direttrice asfaltata omogenea che partirebbe dalla rinnovata via Tasso, continuerebbe in corso Vittorio Emanuele e si
concluderebbe infine in parco Margherita». Nell'agenda della
Commissione è prevista anche l'istituzione di un tavolo di
consultazione permanente con il Servizio Fognature del
Comune per attivare un osservatorio sulle condizioni della
rete fognaria della Municipalità 1: ciò sulla scorta delle recenti emergenze idrogeologiche.
RIQUALIFICAZIONE
Restyling a piazzetta Eritrea
Piazzetta Eritrea: a grandi falcate verso il recupero. Il consiglio della Municipalità 1 ed una rappresentanza di cittadini
hanno recentemente visionato i due progetti di riqualificazione, formulati dall'Ansaldo. Sono emerse ulteriori esigenze
passate adesso al vaglio della Commissione Urbanistica del
governo di quartiere, presieduta da Alessandra Lancellotti,
che provvederà ad inserire organicamente i contributi nei
piani di restyling. Tempi dell'operazione: a gennaio l'Ansaldo
smobiliterà il vecchio cantiere del metrò e subito dopo decollerà il cantiere del recupero. La nuova piazzetta è stata pensata su misura di anziani, mamme e bambini: non mancheranno spazi verdi, panchine e probabilmente anche un corner
per gli amici a quattro zampe. «Una dimostrazione - ha commentato la Lancellotti - che quando la politica vuole interagire col cittadino, può farlo e senza imporre progetti dall'alto».
Da piazzetta Eritrea a via Manzoni per registrare, dopo un
periodo di prova, il successo ottenuto dalla rotatoria sistemata alla confluenza con via Caravaggio: la struttura è ancora
mobile e la Commissione Mobilità della Mun. 1, presieduta
da Mario Mele, sta adesso programmando una struttura
stabile e definitiva.
ASSOCIAZIONISMO CIVICO
Il faro per il Sud
Rilanciare l’imprenditoria nel meridione puntando sulla
produzione interna e sui prodotti locali, favorire gli investimenti spesso frenati dalla macchina burocratica, creare una
rete di contatto con le altre associazioni del Sud Italia per
rappresentare una efficace identità di insieme superando la
frammentazione dei partiti politici. Questi gli obiettivi dell’associazione «Il faro per il Sud», fondata da Ciro Di Dato,
imprenditore edile di 48 anni, da sempre dedito al recupero e
alla valorizzazione del territorio. «Lo sviluppo economico del
meridione - spiega Di Dato - è stato frenato per decenni da
forme nocive di assistenzialismo come la Cassa del Mezzogiorno e dai numerosi progetti trasformatisi in pozzi mangiasoldi che non hanno mai portato a nulla di concreto, affondando un territorio che in quanto a produttività, con gli
opportuni investimenti, non avrebbe nulla da invidiare ad
altre realtà del Paese più sviluppate. Incentivare l’imprenditoria nel Mezzogiorno - conclude Di Dato - è necessario per
poter sperare in una realtà occupazionale diversa anche per i
nostri figli».
QUARTIERISSIME
OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE
7
San Ferdinando, frammenti di degrado
L’INCHIESTA. Sant’Anna di Palazzo, gradoni di Chiaia, rampe Lamont Young
Monumenti di incuria. Accorato appello dei residenti: «Ridategli dignità»
LA SEGNALAZIONE
di MASSIMO GALLOTTA
AFFISSIONE SELVAGGIA
ia Domenico Morelli, una delle strade più
V
prestigiose di Napoli, che negli ultimi
mesi sta vivendo un periodo di rilancio con
Da sinistra: via Nardones, i cantieri al Monte Echia e l’Archivio di Stato
Rita Giuseppone
egrado, abbandono,
lavori eseguiti frettolosamente e senza
criterio, cantieri fermi e abbandonati che automaticamente diventano discariche abusive, alloggi di
sfollati, barboni, tossicodipendenti. Anche questa è
Chiaia-S. Ferdinando, dove
i salotti chic e i vicoletti storici nascondono un’amara
verità fatta di negligenza e
incuria, una trascuratezza
che ferisce costantemente
cittadini, turisti e residenti.
Uno di questi, il ragionier
Vittorio Macina, un uomo
comune che si è sempre
battuto per un quartiere vivibile, a dimensione umana, ci ha accompagnati in
D
un breve ma intenso viaggio nella desolazione di alcuni tra i luoghi più storici
e affascinanti di questa città. Nel cuore dei Quartieri
Spagnoli sorge una cattedrale nel deserto: «Il mercatino di Sant’Anna di Palazzo - spiega Macina - inaugurato nel 2001, era stato
creato per ospitare nei suoi
26 stand artigiani, rivenditori di prodotti tipici. Si ipotizzò perfino una scuola
del gusto. Nulla di tutto
questo è stato realizzato
perché le sue mini-cavità
sono talmente anguste da
non risultare appetibili
neppure per i tanti ambulanti che sostano in zona.
In questi otto anni solo cumuli di rifiuti, lasciati dagli
sbandati che occupano la
struttura furtivamente di
notte e recentemente l’ennesimo sfregio: il furto degli infissi e dei cancelli in
ferro che sigillavano i casupoli». Poco più in là i gradoni di Chiaia: «Lì il problema riguarda la viabilità,
- spiega il ragioniere, residente della zona - quest’estate sono stati installati dei
paletti di sbarramento a via
Nardones, quindi i residenti e tutti gli utenti degli
esercizi commerciali dei
gradoni di Chiaia sono costretti a transitare in automobile a via Chiaia, che invece è zona pedonale ma
soltanto a parole». Altro
luogo minacciato dall’incuria e dal degrado sono le
famigerate rampe Lamont
Young al Monte Echia. «I la-
vori dell’ascensore proseguono a rilento - nota Macina - e il cantiere che si trova in cima alle rampe è diventato ricettacolo di rifiuti e preda degli assalti notturni dei balordi. Lungo le
rampe, che si affacciano su
uno dei più bei panorami
di Napoli, mura fatiscenti e
deturpate da scritte, una totale desolazione che offre la
possibilità a malviventi e
tossicodipendenti di fare i
propri comodi, sapendo
che in quella zona manca
qualsiasi forma di vigilanza. Per non parlare dell’Archivio Storico, ormai fatiscente». Monumenti all’abbandono, dunque, che i residenti chiedono a gran voce di recuperare, per il
quartiere e per Napoli.
l'apertura di nuovi esercizi commerciali, ha
purtroppo un piccolo, grande «neo». Anche
qui imperversa manifesto selvaggio. All'altezza di piazza dei Martiri, infatti, vi è un locale
che appare dismesso da lungo tempo. E qui
gli attacchini selvaggi hanno infierito, lordando i muri del locale. È un'immagine di degrado urbano molto
frequente nella
nostra città. E le
nostre strade, anche
le più rinomate,
perdono la loro
bellezza per l'assenza di un'opera di
bonifica degli sfregi
dei graffitari e dei
manifesti abusivi da
parte delle autorità
preposte in materia.
Il Comune, su questo
fronte, è inadempiente da sempre.
Pare infatti che non ci siano risosrse a disposizione per allestire una squadretta di operai
che eseguano le opportune defissioni. Ci
risulta che, dal punto di vista tecnico, il compito spetti alla Elpis, società partecipata del
Comune. Intanto ci si augura che anche i
proprietari degli immobili deturpati si impegnino in prima persona e provvedano a piccoli interventi di manutenzione per mantenere
alto il decoro di una zona che ha tutti i numeri per assumere la leadership della città.
QUARTIERISSIME
OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE
Posillipo rivendica la storica funivia
RECUPERO. Il movimento Vanto esorta il ripristino della struttura, inattiva da
quasi 50 anni. Messa in vendita dall’Ente Mostra, versa in stato di abbandono
L’ORA LEGALE
di ANTONELLA ESPOSITO GAGLIARDI
PARCHEGGI, SOSTA TUTELATA
a Corte di Cassazione, con la sentenza del 27 genLmobilisti
naio 2009 n. 1957, «rende giustizia» a tutti gli autobeffati dal furto della propria auto nonostan-
Rita Giuseppone
entre l’intellighenzia partenopea si divide tra favorevoli e contrari riguardo
al quesito balzato recentemente
agli onori della cronaca, ovvero il
progetto della funivia dei musei (da
Capodimonte al Museo Archeologico Nazionale), associazioni come
il Movimento Vanto di Angelo Forgione ammoniscono l’opinione
pubblica affinché quest’ambiziosa
opera, per la quale la Regione Campania ha stanziato un milione e
348mila euro, non diventi l’ennesima cattedrale nel deserto, com’è
successo nel caso della storica funivia di Posillipo. Costruita nel
1940, ad opera della ditta Cerretti
& Tanfani su progetto dell’architetto Giulio De Luca, la funivia che
collegava via Manzoni con la Mostra d’Oltremare (proprietaria della struttura) si estendeva per una
lunghezza effettiva di 1629,3 metri.
M
Le due cabine da 20 posti, di cui
una è ancora visibile nella stazione
di Fuorigrotta e ospita un negozio
di fiori, percorrevano un lungo tratto iniziale quasi orizzontale, intervallato da piloni, per poi inerpicarsi per 945 metri lungo la collina
di Posillipo. La Mostra d’Oltremare,
polo fieristico inaugurato lo stesso
giorno della funivia, il nove maggio
del ‘40, ha da tempo messo in vendita le due stazioni di cui è proprietaria ma le numerose sollecitazioni della I Municipalità affinché il Comune le acquistasse in prospettiva di un ripristino,sono cadute nel vuoto. La funivia fu soppressa nel 1961 per motivi di sicurezza in quanto il boom edilizio
delle zone adiacenti ne inficiava il
percorso e da allora i suoi piloni
svettano in evidente stato di abbandono in via Cavalleggeri D’Aosta, mentre la stazione di Posillipo
(nelle foto in alto: la stazione com’è e
com’era) è stata trasformata in un
bar panoramico. La Municipalità
ha approvato da ben tre anni una
delibera per il ripristino della struttura ma in tutto questo tempo né
Palazzo San Giacomo né l’Ente Mostra si sono mossi in tal senso. Lo
stesso presidente, Fabio Chiosi, ha
lungamente caldeggiato l’ipotesi di
un recupero, specie da quando le
stazioni sono state messe in vendita: «Bisognerebbe approfittarne ha dichiarato Chiosi - per alcuni sarebbe un errore collegare Posillipo,
uno dei salotti buoni della città,
con Bagnoli. Invece secondo noi la
funivia potrebbe diventare un ottimo attrattore turistico e risolvere
i problemi di traffico che coinvolgono la zona di Coroglio». Porre fine all’isolamento di Posillipo, incentivare il turismo e migliorare la
viabilità, tutti vantaggi che potrebbero venire dal recupero della
storica funivia, magari meno avveneristica di quella dei musei ma di
certo meno costosa.
te il pagamento del parcheggio! Al contratto atipico di
parcheggio, sostiene la Cassazione, si applica la disciplina dettata per il contratto di deposito e, conseguentemente, per il gestore del parcheggio sussiste un
obbligo di custodia del bene ricevuto ex art. 1766 cc.
Ciò significa che, in ipotesi di furto di un veicolo in
sosta in un'area adibita a parcheggio, il gestore sarà
costretto a corrispondere al proprietario della vettura
una somma pari al valore dell'auto rubata oppure
rifondere all'impresa di assicurazione l'indennizzo che
quest'ultima ha già corrisposto al proprietario ex art.
1916 cod. civ. Ma vi è di più. Il principio enunciato
dalla Corte vale anche per quei parcheggi dotati di un
sistema di automazione di ingresso ed uscita dei
veicoli e quindi sprovvisti di personale addetto a ricevere la consegna del bene. E sempre secondo il parere del
Giudice di legittimità, se trovate affisso all'ingresso del
parcheggio un cartello in cui la società di gestione
declina ogni responsabilità in caso di furto o danneggiamento dell'auto, niente paura. Questa clausola non
ha effetto se non specificamente approvata per iscritto
ai sensi dell'art. 1341 II comma cod. civ., in quanto
rientrante tra le condizioni generali di contratto
limitative della responsabilità di chi le ha predisposte.
E l'obbligo di custodia sorge anche nel caso in cui
l'area recintata a parcheggio è gestita da una società
municipalizzata e la sosta dei veicoli sia subordinata al
pagamento di una somma in proporzione alla durata
della sosta. Insomma, con questa sentenza c'è un
motivo in più per gli automobilisti napoletani
per servirsi senza timore di un parcheggio custodito perché, a fronte di un piccolo esborso, sia
nell'ipotesi di evitare contravvenzioni oltre che di
essere di intralcio al traffico, si è garantiti anche
nell'ipotesi di furto.
8
QUARTIERISSIME
OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE
9
Molo di Mergellina, Sos inquinamento
IL CASO. La scogliera più amata di via Caracciolo nasconde uno scarico fognario
Associazioni e cittadini chiedono con urgenza una messa a norma dello sversatoio
Rita Giuseppone
orse non tutti sanno che il
nome Mergellina deriva in
realtà dal termine «mergoglino», uccello acquatico appartenente alla famiglia Mergellus albellus. È invece noto a tutti
che la fauna che attualmente
popola la scogliera attigua al
molo Luise in via Caracciolo è
ben diversa. I ratti lì sono di casa e non potrebbe essere altrimenti, visto che proprio tra gli
scogli adiacenti al molo, meta di
uno degli itinerari del Golfo per
i turisti e che ospita numerose
imbarcazioni, si possono trovare rifiuti di ogni tipo. Pezzi di
automibili smembrate, contenitori di polistirolo, sedie di plastica e addirtittura contenitori
di cartone per la polvere dei fuochi d’artificio, tra i più originali, oltre alle solite cartacce e
l’immancabile miriade di bottiglie di plastica. La visuale è accompagnata da un tanfo che indica la presenza di una vera e
propria discarica, che si estende
F
Da sinistra: lo scarico fognario «incriminato» di Mergellina
per larga parte della scogliera.
Gianluca Muscettola, consigliere della I Municipalità, sollecitato dalla segnalazione dell’associazione «la Riva Destra»,
ha avuto modo di rilevare la presenza di uno scarico fognario
che, secondo il consigliere, a
giudicare dal cartello non è a
norma. «Ho raccolto lo sdegno
dei diversi battellieri che operano nella zona - ha spiegato
Muscettola - e dei proprietari degli chalet, che lamentano un
preoccupante stato di abbandono a ridosso dello sversatoio dove la presenza degli scogli impedisce il passaggio e quindi il
riciclo dell’acqua, oltre l’ammassamento di rifiuti». Il consigliere ha scritto una lettera al
presidente della Municipalità,
Fabio Chiosi, nella quale ha formalmente richiesto alle autori-
tà competenti «la messa a norma dello sversatoio e la rimozione dei rifiuti che inquinano
la scogliera e la stessa zona d’acqua antistante, onde restituire
dignità, pulizia ed igiene a questa zona che rappresenta la cartolina di Napoli». Un appello che
fa eco a quello dei tanti cittadini che, già durante la stagione
estiva, avevano lamentato lo stato di degrado e le scarse condi-
zioni igienico-sanitarie della zona. Sono stati caricati su siti internet come Youtube e YouReporter diversi video di denuncia contenenti immagini raccapriccianti che mostrano bagnanti e coppiette pressoché indifferenti bivaccare sugli scogli,
circondati dal pattume. Basta
digitare le parole «Mergellina» e
«rifiuti» per assistere ad uno scenario non proprio da cartolina.
«Early English», i bimbi imparano e si divertono
ISTRUZIONE. Nella scuola di Eleonora Filangieri un metodo innovativo per apprendere l’inglese
Il bilinguismo: un valore aggiunto. Ma
perché funzioni, la seconda lingua va
«respirata» da piccoli insieme alla
lingua madre. Una verità che ora ha
anche l'avallo degli scienziati che hanno perfino fotografato l'«interruttore»
cerebrale con cui il bilingue passa
naturalmente da una lingua all'altra. A
patto, ribadiscono, di acquistare confidenza con l'idioma straniero fin dalla
tenera età. E su questo, allora, qualcuno
ha edificato un metodo rivoluzionario
di apprendimento della seconda lingua:
da 25 anni la linguista britannica Helen
Doron, col suo sistema «Early English»,
mette in pratica un programma d'avanguardia nell'insegnamento dell'inglese,
eliminando il convenzionale scenario
scolastico e con esso testi rigidi, interrogazioni pedanti e perfino i banchi. Lei
invece ha puntato su gioco, creatività e
fantasia con programmi divertenti,
materiale didattico di qualità, atmosfera familiare e ambienti colorati e fiabeschi: un mix irresistibile per i giovanissimi che così assorbono non solo gli
schemi grammaticali, ma si tuffano
nell'«umanità» palpitante della lingua,
padroneggiando persino toni e atteggiamenti dell'inglese parlato. Proprio come
accade a casa con la lingua madre. Ed è
perciò che oggi nel mondo i centri
«Early English» sono ben 500. E Napoli
non fa eccezione: l'ultimo nato è in via
Monte di Dio 46 grazie all'iniziativa di
Eleonora Filangieri, convinta da sempre che il bilinguismo sia una formidabile chance da regalare ai figli, e poi
così conquistata dalla nuova formula da
sperimentarla dapprima sui suoi figli
per poi inaugurare a settembre la sua
sede partenopea con due teacher profes-
sionali. Le aule sono 2: «Savana» e «Oceano», affrescate con vivide immagini
della natura, e munite di cuscini in cui
si accomodano gli «scolari», ovvero
bambini dai 3 mesi in poi o adolescenti
fino ai 14 anni. I corsi sono 10: 6 di
inglese parlato per la prima infanzia e
le elementari, e 4 di inglese parlato,
letto, e scritto per i più grandicelli. Tra
essi il «Baby's Best Start» (da 3 a 18 mesi)
in cui mamme e figli interagiscono,
condividono e imparano entrambi. E
per tutti non solo regole, ma anche
favole, fumetti, giochi enigmistici,
canto, danza, audiovisivi: insomma
imparare divertendosi senza che nulla
sia lasciato al caso. Conclude la Filangieri: «Un'educazione al nuovo linguaggio
impregnata di realtà quotidiana».
Infotel 081.2457457.
c h i a i a m a ga z i n e
SAPERVIVERE
SOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ
Colto e over 50: il popolo dei cineforum
CULTURA. Al via la stagione di proiezioni nei cineclub partenopei. Pellicole
impegnate e retrospettive per gli amanti dei film d’essai. Con qualche eccezione
Antonella Carlo
mpegno e cultura, produzioni italiane ed internazionali, film pluripremiati e piccole sperimentazioni indipendenti:
è un anno all'insegna della riflessione quello definito dai principali cinema
partenopei nelle loro proposte di cineforum
2009/2010. Un anno che si
preannuncia non soltanto
lungo ed intenso per le sale partenopee, ma segnato
da un fil rouge capace di legare, in un'armonia forse
non voluta a priori, le diverse aree cittadine: al Vomero, così come a Chiaia
ed al centro storico, andare al cineclub significa, infatti, vivere un percorso di
confronto dialettico con
opere di spessore e calibro.
Certo, come in ogni anno,
ci sono film più leggeri in
ogni cartellone: è il caso di
«Solo un padre» con Luca
Argentero e Jasmine Trinca o de «La rivolta delle ex»
con Jennifer Garner e Michael Douglas, che ritornano entrambi, trasversalmente, in quasi tutte le
proiezioni cittadine. Forse
per sopperire ad una assenza pesante nel panorama partenopeo (manca, da
un biennio, il particolarissimo cineforum in lingua
italiana del Grenoble di via
Crispi), le altre sale hanno
reso ancora più forte la loro antica politica della qualità: spazio di certo alla
commedia, ma in «esemplari» brillanti e raffinati
(come dimenticare il gioco surreale e grottesco di
«Diverso da chi?» con Luca
Argentero, Claudia Gerini
e Filippo Nigro?). Così, con
differenze leggere di prezzi ed orari (il Filangieri è
un po' più caro degli altri,
con un abbonamento da
60 euro per 25 film, mentre Ambasciatori e Modernissimo si attestano ai 55
euro per 27 e 26 pellicole),
i cineforum riempiono i
primi giorni della settimana: tutti sono fedelissimi al martedì, nelle declinazioni pomeridiane e serali, mentre qualcuno può
presentare anche programmazioni il mercoledì
e giovedì in un nuovo slancio verso il week-end. A differenza di quanto avviene
per i grandi teatri partenopei in cui, con eccezione
del Mercadante, il baricentro dell'interesse sembra spostato verso la com-
I
media partenopea ed il cabaret, al cinema, dunque,
la scelta di organizzatori e
pubblico è coincidente: sì
all'attenzione verso i registi nostrani, ma curiosità
ed apprezzamento vanno
anche ai francesi ed ai tedeschi; per quanto riguarda gli americani, invece,
non tramonta Clint Eastwood che, con il suo «Gran
Torino» (nella foto un’immagine tratta dal film),
proietta uno sguardo lucido sull'integrazione e sull'amore alla fine dell'era
Bush. Eppure questo rinato culto verso il cinema
d'autore sembra coinvolgere soprattutto i ragazzi
dai capelli grigi: ancora
una volta in tutti i cineclub
cittadini, la generazione
dai venti ai trenta rappresenta soltanto il 10% dell'audience totale; in questo
quadro complessivo, i meno adulti, dunque, sono i
professionisti quarantenni, che, insieme agli over
cinquanta, costituiscono
lo zoccolo duro degli abbonati. Più giovanile, in-
vece, è la frequentazione
delle retrospettive in lingua originale, presentate
dagli Istituti culturali stranieri all'intera cittadinanza e non soltanto per gli
studenti dei loro corsi: al
Grenoble, sino a fine mese,
ciclo di proiezioni ed incontri su Bertrand Tavernier, mentre, per gli appassionati della cultura
iberica, ecco al Cervantes
di via Nazario Sauro una
carrellata di appuntamenti di cinema e teatro, con rielaborazioni filmiche di
opere drammaturgiche; al
Goethe, ancora, con ultima proiezione a novembre, sguardo ed approfondimenti sul cinema nella
DDR, in occasione del ventennio della caduta del
Muro di Berlino. «La pelle
umana delle cose, il derma
della realtà, ecco con che
cosa gioca anzitutto il cinema», scrive Antonin Artaud. Con questa premessa, con questa straordinaria sintesi poetica, anche
Napoli si sta preparando
ad affrontare la sua nuova
stagione filmica.
MODA/1
Le seduzioni Ferragamo
Salvatore Ferragamo
ha presentato il 3
ottobre la nuova
collezione donna
Autunno Inverno
09/10 presso la
storica boutique di
Piazza dei Martiri.
Alla sofisticata
eleganza che contraddistingue le sue
creazioni, quest'anno la maison fiorentina ha aggiunto un
tocco di divismo,
ponendo al centro
dell'attenzione una
donna ad alto tasso
di seduttività: spalle importanti, cappe avvolgenti
sopra maglieria in pizzo, gonne tubolari e abiti
bustier che rendono la silhouette scolpita e statuaria. Non a caso il dettaglio più glamour, presente
nella collezione sotto forma di bracciale o di girocollo, è la rosa rossa, simbolo per eccellenza di
passione e femminilità. Ed il rosso è il colore di
punta, soprattutto la sera, quando duetta solo col
nero. Ai piedi straordinarie sculture: pezzi in cui
l'esclusività della lavorazione artigianale e dei
pellami dialogano naturalmente con la levigatezza
del metallo . Il tutto alla luce di una continua
ricerca pronta a disegnare nuovi tracciati dell'eleganza e del lusso. (l.c.)
MODA/2
La linea donna Cucinelli
Ammirata ed
applaudita da circa
trecento invitati,
debutta a Napoli la
linea donna di
«Brunello Cucinelli». A presentarla,
come si addice ad
un vero gentleman, è giunto il re
del cashmere in
persona, l'originale
imprenditore
perugino che del
pregiato filato ha
fatto una filosofia
di vita, inneggiando alla qualità e
all'eleganza senza eccessi. Protagonista della passerella allestita al Bluestone di via Alabardieri, la
collezione autunno inverno 2009, dedicata ad una
donna che esplora i sentieri della moda in uniformi femminili, giocando con lunghe collane, sete e
scialli delicati. Al termine Cucinelli è apparso al
fianco di Annamaria Romano (nella foto), art director della serata e anima della nuova boutique
Marjenne in via Morelli, dove le signore napoletane hanno già cominciato a farsi sedurre dal caldo
abbraccio delle sue creazioni. Il negozio è infatti
da subito diventato un nuovo punto di riferimento
per lo shopping di classe, potendo contare, oltre
che su Cucinelli, su marchi di grande pregio quali
Rivamonti, Allegri e Gunex. Praticamente tutto ciò
che serve ad una donna per avere un guardaroba
chic e ricercato. (l.c)
SOCIETÀ&COSTUME
OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE
11
Pinko, lezioni fashion tra libri e shopping
Laura Cocozza
a verità è che non
controllo niente della mia
vita, rincorro la moda in
motorino,porto tacchi da
squilibrata, ho una capa
incontentabile e faccio danni alle
feste, Però adesso ho un piano. Di
fuga. Ma nessuno deve saperlo,
quindi avanti dritto sui tacchi 12,
come se niente fosse». Si confessa
così, in quarta di copertina, Irene
Sandri, la protagonista di «Lost in
fashion» il libro d’esordio di Silvia
Paoli, stimata giornalista di
moda, che traduce in esilarante
narrazione la vita frenetica di una
fashion writer milanese. Il piano
di Irene è di abbandonare il
patinato mondo della moda e fare
la massaggiatrice. Assurdo? Non
resta che leggere. La storia si
inserisce perfettamente nel filone
di quella che gli americani e gli
inglesi definiscono «Chicken
literature» (letteratura da
pollastrelle), per indicare un
genere che si rivolge ad un
pubblico di donne giovani, single
e in carriera, spesso ironiche e
allegramente adolescenziali; ma
che attira anche gli uomini
desiderosi di conoscere qualcosa
in più dell’universo femminile.
Per intenderci, il terreno in cui si
dibatte Irene, con leggerezza e
grandissimo senso dello humour,
è lo stesso delle protagoniste di
Sex and the city, de Il diavolo
Veste Prada e di I love shopping:
continuamente in bilico (con quei
tacchi...) tra desideri, incertezze,
grandi firme, ristoranti alla moda
e piccole catastrofi quotidiane. E
«L
naturalmente, la ricerca di un
uomo, impossibile da scovare,
come gli appartamenti di Milano:
libero subito, perfetto per coppia,
da rivedere, rifinitissimo. Un
uomo che, per una volta, non
decida di attingere al suo «kit di
cazzate», ovvero l’assortimento di
scuse banali e odiose che, secondo
Rachele, amica di Irene, gli viene
concesso in dotazione fin dalla
nascita da Dio stesso. Il kit
comprende geniali espressioni
quali «Con la mia ex non vado a
letto da mesi» (e di solito lei la
settimana dopo è incinta), «Mi
piaci ma esco da una storia
lunga», «Non ti merito», «Tu hai
bisogno di un uomo diverso»,
«Non sei tu, è che non mi sono
mai innamorato nella mia vita» e
anche l’encomiabile «Ti voglio
bene, ma non ti amo».
Nessun luogo poteva essere più
adatto, allora, per la
presentazione di questo pink
book, di una boutique di moda
che, in più, ha nel marchio un
richiamo al rosa: Pinko, appunto.
Lo store di Napoli, in via dei Mille,
ha infatti organizzato il 21
ottobre un evento ad hoc, al quale
hanno partecipato oltre
all’autrice, il presidente del
marchio, Pietro Negra, Melissa
Satta e il direttore di Velvet,
Michela Gattermayer. La presenza
della Gattermayer non è casuale: i
«fashion addicted» la
riconosceranno facilmente nel
personaggio di Veronica, «il
direttore rock», con un tatuaggio
sul polso veramente «cool». Come
pure individueranno la vera
identità di Isabella Pucci Amati
«Un filamento di donna con una
cascata di capelli platino che
sembra uscita da Asgard, il
paradiso dei vichinghi», che
sembra un elfo luce ma ha la
forza di Thor, il dio del tuono.
Non si può dimenticare, infatti,
che Silvia Paoli è stata per cinque
anni caporedattore moda di
Vanity Fair, mensile sul quale
tuttora tiene una seguitissima
rubrica dall’omonimo titolo del
libro. E non è da escludere che
anche lei, come la sua eroina, non
si sia interrogata ad un certo
punto della vita, se scegliere tra la
moda o la vita. Una scelta che
Irene-Silvia lascia in sospeso in
questo libro. Forse la farà nel
secondo.
Nella foto al centro: Pietro Negra,
Michela Gattermayer, Melissa Satta,
Silvia Paoli.
IL COMPLEANNO
27 CANDELINE PER FRANCESCA
Un compleanno da ricordare e
incorniciare quello festeggiato, lo
scorso 4 ottobre, dalla bella Francesca
Guarracino per le sue 27 candeline.
Luogo del party esclusivo il Club
Virgilio, uno dei locali più «in» della
movida partenopea. Insieme a lei ha
ballato al ritmo dance e vintage e
brindato perdendosi nella bellezza della
notte un esercito fantastico e
affascinante di invitati tra i quali
abbiamo riconosciuto: Salvatore
Cipollaro, Monica Virgillito, Mauro
Tempesta, Guido De falco, Rossana
Iovine, Pino Vitale, Grazziella Foschini,
Walter Iacomino, Raffaele Torino, Peppe
Rossi, Beatrice Umile, Rosaria Ippolito,
Dino Settembre e tanti altri. Nel
momento clou dell’evento, Francesca,
tra foto, baci e abbracci, ha soffiato con
dolcezza sublime sulle 27 candeline,
circondata dall’affetto dei suoi amici.
(Nella foto da sinistra: Marianna Di Fiore,
Luana Aterrano, la festeggiata Francesca
Guarracino e Milena Cerrato)
Il giornale è online su
www.chiaiamagazine.it
archivio storico
movida gallery
sos chiaia
exclusive card
chiaiatour
prossimamente la web tv di chiaia magazine
SOCIETÀ&COSTUME
OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE
12
Cannavacciuolo vincitore del Premio Rea
LETTERATURA. La XV edizione del prestigioso riconoscimento punta sulle nuove
leve. I giornalisti Mazzetti e Liguori vincitori ex-aequo per la sezione saggistica
Francesco Iodice
al 1995, per rendere
omaggio alla memoria del grande scrittore Domenico Rea, è stato
istituito il premio letterario
a lui dedicato. Ideato dal
professor Davide D'Ambra,
la cui eredità è passata al
figlio Livio, il premio si
articola in modo piuttosto
diversificato. Oltre alle
sezioni narrativa e saggistica, vi è anche una sezione
per i giovani lettori, oltre a
premi speciali che vengono
stabiliti di anno in anno.
Nella sala Rari della Biblioteca Nazionale si è tenuta
una conferenza stampa per
illustrare la XV edizione del
Premio Rea. La presentatrice Lorenza Licenziati, alla
sua settima edizione, ha
conferito il solito ritmo al
premio ed ha introdotto i
lavori presieduti dal direttore della Nazionale Mauro
Giancaspro che con oratoria brillante e la sua caratteristica verve ha illustrato il
programma del premio. Per
la sezione saggistica sono
stati proclamati vincitori
ex-aequo i giornalisti Mimmo Liguoro per «Dove sta
D
Domenico Rea nel suo studio
Zazà», Pironti editore, e
Ernesto Mazzetti per
«Scenari del sud di ieri e di
oggi», Guida editore. Alla
conferenza hanno partecipato Lucia, figlia dello
scrittore scomparso, che tra
poco presenterà una mostra sugli scritti poco noti
di Domenico Rea, di Luigi
Compagnone e altri scrittori, e Lorenzo Pone, nipote
dello scrittore e pianista del
trio Jean Vigo (il famoso
regista francese cult degli
anni '20, autore di «Zero en
condite» e «Atlantis»). La
giuria tecnica, presieduta
da Mauro Giancaspro e
composta dal fisico Massi-
mo Capaccioli, dallo storico Luigi Mascilli
Migliorini, dal direttore
dell'istituto Cervantes Josè
Vicente Quirante Rives, dal
professore Massimo Loiacono e dal direttore del Conservatorio Patrizio Marrone, ha assegnato un premio
speciale a Mauro Mazza,
neo direttore di Rai Uno
per il «TG2 Dossier Storie»,
un altro premio fuori
concorso a Katia Massaro,
presidente dell'associazione
Delphis che si occupa della
ricerca, studio e conservazione dei cetacei delle isole
di Ischia e Ventotene, ed ha,
infine, nominato la cinqui-
na di autori in lizza per la
vittoria finale. I finalisti per
la narrativa sono stati
Angelo Cannavacciuolo «Le
cose accadono» Cairo editore, Raffaele Nigro «Santa
Maria delle Battaglie»
Rizzoli editore, John Domini «Terremoto napoletano»
Pironti editore, Christian
Fascella «Mia sorella è una
foca monaca» Fazi editore e
Danilo Mainardi «L'acchiappacolombi» Cairo
editore. Il fiore all'occhiello
del premio è però la sezione dedicata ai giovani
autori cui è destinata la
targa Dessì dal nome di
colui che per primo pensò
di dedicare un premio ai
giovani autori (quest'anno
ben 63), consapevole che la
lettura e la scrittura sono il
migliore antidoto per certe
devianze, caratteristiche
dell'adolescenza. La cerimonia finale si è tenuta sabato
24 ottobre nel salone delle
feste del NH Ischia Thermal
Resort (ex hotel Jolly) dove
la giuria tecnica e quella
popolare (130 componenti)
hanno proclamato vincitore Angelo Cannavacciuolo
per il libro «Le cose accadono», edito da Cairo.
LA MANIFESTAZIONE
Pizzofalcone protagonista del Premio Napoli 2009
Ha preso il via il 16 ottobre con l’apertura della mostra su
Pizzofalacone all’Archivio di Stato la serie di eventi e di
incontri che celebrano i vincitori del Premio Napoli,
organizzato dall’omonima fondazione presieduta da
Silvio Perrella. Ed è proprio lo scrittore e saggista, palermitano di nascita ma partenopeo d’adozione, a spiegare la
scelta di Pizzofalcone come luogo dove celebrare la 55esima edizione del premio: «Tenere insieme il Pallonetto e
Montedidio, ad esempio, non è certo semplice - ha spiegato Perrella - eppure appartengono allo stesso territorio. Un
luogo bello, ma degradato. È al centro esatto della città,
ma sembra essere un pezzo di periferia. È una contraddizione dolorosissima. Ed è necessario farsene carico, ognuno per quel che riguarda la sua parte». La giuria tecnica
composta Giorgio Amitrano, Antonella Anedda, Carla
Benedetti, Gianni Bonina, M. Francesco Cataluccio,
Andrea Cortellessa, Martha Herling, Raffaele Manica,
Maria Nadotti, Antonio Pascale, Isaia Sales, Marino
Sinibaldi, Giovanna Zucconi e Fabrizia Ramondino ha
decretato tre vincitori, Franco Arminio, Alessandro
Leogrande e Luigi Trucillo, per la letteratura italiana (il
premio speciale per questa categoria è andato ad Antonio
Moresco) mentre per la letteratura straniera sono stati
scelti gli scritti di Avrham Burg, Robert Harrison e Charles Simic. Altri due premi speciali della giuria sono stati
attribuiti a Maurizio Valenzi e al centro Alberto Hurtado
di Scampia. I vincitori verranno premiati nella giornata
conclusiva del 15 novembre, dedicata alla memoria di
Maurizio Valenzi, che si terrà a partire dalle ore 11 nella
Sala dei Baroni del Maschio Angioino. Prima di allora
numerose iniziative movimenteranno la zona di Pizzofalcone e non solo: sono previsti incontri di lettura all’interno delle carceri di Secondigliano e Poggioreale durante i
quali i detenuti potranno partecipare a gruppi di lettura.
IN REDAZIONE CON...
VINCENZO AIELLO
Vincenzo Aiello, critico letterario de «Il Mattino», ci
racconta una Napoli magmatica, in bilico tra forze
diverse che ne animano la genialità e l'estro.
La cultura a Napoli oggi...
Non mi sembra un gran momento, ma la forza della nostra città è stata sempre di essere indifferente ai fenomeni di malcostume. Poi,
inaspettata, arriverà qualche primizia, che nascerà sempre dal «continuare Napoli», come diceva Marotta: non siamo noi a creare, ma è «La
Città» che ci permette di raccontarla. Per quanto riguarda la vita culturale, l'Istituto Cervantes mi sembra un punto di riferimento.
Questa atmosfera come è vissuta dagli intellettuali?
Gli intellettuali risentono della complessità
sociale e si attestano ad ottimi livelli. In questo senso, è ancora emblematico il titolo che
«Il Mattino» pensò per un convegno: «E se Napoli fosse salvata dalla letteratura?»
Lo scrittore napoletano che simboleggia lo
spirito della città?
Sono molti: perché lo spirito de «La Città» non
è univoco. Pino Montesano è uno di quelli che
apprezzo di più; amo molto, poi, la scrittura
passionale di Miranda Miranda.
Quale libro consiglierebbe ai nostri lettori?
Ho apprezzato l'esordio di Gennaro Morra,
«All'ombra della grande fabbrica», ed il secondo racconto di Salvio Formisano, «Nella
mia vita ci piove dentro», ma anche l'ultimo
Erri De Luca con i consigli ai giovani scrittori.
E poi, per me, è fondamentele «L'abusivo» di
Antonio Franchini: non solo perché la storia
di Giancarlo Siani è una delle vene aperte della società civile partenopea, ma anche perché
Franchini, grazie al reportage narrativo, mischia cronaca e vita. Così l'eredità dell'Ortese
si rivela la vera novità del dire romanzesco di
fine secolo e di inizio del nuovo millennio.
Antonella Carlo
SOCIETÀ&COSTUME
OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE
L’AMBO «MARRAZZO». Alla Tabaccheria Postiglione di Largo
Ferrandina a Chiaia si inseguono sogni con una costanza
incredibile. La fila ai «gratta e vinci» (ma quanti tipi ce ne
sono?) è infinita: più c’è crisi e più la gente gioca. Alberto
Postiglione s’interroga, ammicca, consiglia e, tra numeri e
interpretazioni oniriche, svela le combinazioni fortunate.
«Con la festa di Halloween i numeri su cui puntare sono: 45
&
terni favole
SFIZI&NOTE
di MASSIMO LO IACONO
(la zucca), 75 (il dolcetto), 71 (lo scherzetto), 2 (i bambini), 20
(la festa). La cinquina va giocata per tutto il mese di novembre sulle ruote di Napoli e Milano». Il nostro mago del lotto
sgrana gli occhi chiari e, dopo aver consegnato altri «miliardari», rivela: «Il terno dei santi e dei morti è tra i più gettonati. 90 (il popolo), 47 (morti), 7 (i santi): da giocare su Napoli e
tutte per almeno 9 estrazioni. A questi numeri - aggiunge possono essere aggiunti l’11 e il 19. Sulla ruota Nazionale,
invece, il mio suggerimento è puntare sulla “cinquantina”».
A una signora che gli chiede l’ambo «Marrazzo», il nostro
Postiglione, con un sorriso sardonico, risponde: «Signò, io mi
giocherei sulla ruota di Roma il 19 (la maschera) e...il 29».
13
Scriveva
con i piedi
ma non andava
lontano.
Il tempo passa
ma non mi trova.
Renato Rocco
SHOPPING&GIOIELLI
Vigneri, un cuore d’oro a via Calabritto
LA CHITARRA A NAPOLI NEL ‘900
nche la chitarra dopo il pianoforte viene alla ribalta
A
della saggistica musicale napoletana, ed in maniera
notevolissima: a ricapitolare le vicende della fortuna di
questo strumento amatissimo, forse più studiato del pianoforte stesso oggi, e certo più praticato (quanto meno da
infinite schiere di adolescenti, un po' strimpellatori ed un
po' sognatori) è Antonio Grande in una recente monografia edita da Guida. L'autore, un coltissimo strumentista di
gusto, si rivela anche indagatore, quindi storico per le
visioni d'insieme, e filologo attento, tra documenti di
archivio del Conservatorio, programmi di associazioni
concertistiche, ricostruendo e facendo rivivere tanti concerti anche per le emozioni e discussioni che suscitarono. Il
racconto, che fluisce piano ed autorevole senza guizzi ed
impennate di maniera, risulta arricchito dalle voci (che
tuttavia sembrano sempre pensose) «trascritte» di solisti
insigni, protagonisti del racconto. Una densa ricostruzione
che si allinea con quelle già dedicate a compositori, solisti,
strumenti (in verità solo pianoforte) della nostra vita culturale del ‘900, ormai passato sui calendari ma non concluso
per tanti versi nella prassi quotidiana. Si lodano la pazienza e la dedizione del ricercatore, studioso che affronta con
particolare calore anche l'argomento composizione per
chitarra tanto sentito da lui, dai colleghi ma poco dal
pubblico. È vero che gli appassionati di chitarra glossano
ed anatomizzano i concerti dei loro beniamini ed amici
con grande rigore, tuttavia i generosi iniziati, custodi del
Verbo chitarristico, si dissolvono quasi in un vastissimo
pubblico giovane o giovanilistico (e brizzolato ormai) che
ben oltre tanta dottrina è coinvolto nei concerti di chitarra
più di quanto accada in altri concerti, e spesso è fatto di
suonatori estemporanei ma entusiasti. E pure se risuonano
note di Bach, rivivono in loro fremiti sessantottini, manco
ci fossero i Beatles. Neppure il pianoforte, in una capitale di
«martelletti e smorzatori», riesce più a tanto.
Dallo scorso maggio un nuovo store Vigneri Luxuries illumina la
prestigiosa promenade di via Calabritto. L’aspetto esterno ricorda
quello di una vera e propria cassaforte e ne suggerisce il prezioso
contenuto. Il nuovo punto vendita
racchiude infatti le creazioni di
gioielleria nate dalla trentennale
esperienza orafa di Giuseppe Vigneri, maturata nei negozi di piazza Dante prima e di via Carlo Poerio poi. È lo stesso Vigneri a realizzare i gioielli che, oggi come ieri, rispecchiano i gusti e le passioni delle donne al passo coi tempi,
catturate dal design esclusivo e dall'alta qualità dei preziosi. L'originale ciondolo in oro e diamanti a
forma di cuore che si trasforma in
quadrifoglio è l'elemento di spicco
dell'ultima collezione, che si ca-
ratterizza per la presenza di bracciali, collane e orecchini nelle calde tonalità dell'oro rosa. Non mancano però gioielli ornati da splendide perle, dedicate alle donne
femminili e romantiche e la linea
in argento, la prediletta dalle più
giovani. L’esperienza è un marchio
di fabbrica della maison: il figlio di
Giuseppe, infatti, Costja Vigneri,
conduce a Losanna in Svizzera, patria degli orologi, un laboratorio
che si avvale di strumenti di altissima tecnologia. La qualità è di casa nello store di via Calabritto dove è possibile trovare orologi di
marchi prestigiosi come Hermès,
di cui Vigneri è concessionario, ponendosi così come punto di ritrovo imprescindibile per gli amanti
del gusto e della raffinatezza. Ma
l’amore per il bello, in casa Vi-
gneri, non si limita alla gioielleria. Nello spazio dedicato alla moda, in via Carlo Poerio, infatti, Vigneri dispone di una vasta gamma di tessuti tra i più esclusivi, ed
è in grado di realizzare, grazie all'esperienza di Mauro Finicelli, famoso couturier napoletano, creazioni di alta sartoria fatte su misura sia per donna che per uomo.
Ai capi, poi, si possono abbinare
accessori d'alta classe come cravatte e cinture personalizzate o si
possono impreziosire con dettagli
di lusso, come gli esclusivi gemelli Villa Milano. Tante anche le idee
regalo in entrambi i punti vendita Vigneri, tra cui gli eleganti accendini Dupont, le penne Montegrappa da personalizzare e i simboli della tradizione scaramantica
partenopea in argento.
LIBRIDINE
Lamberti Sorrentino, viaggio tra cronaca e finzione nel nome del padre
Aurora Cacopardo
Il libro «Padre assente, padre padrino, padre
padrone» di Pina Lamberti Sorrentino (Kairos
Ed.) indica tre linee narrative che conducono
ad una meta comune per i tre protagonisti. Il
tema centrale è il difficile rapporto con il padre che, d’altronde, è uno dei grandi temi dell’umanità. «Padre assente»: un lungo racconto epistolare, costituito da lettere commoventi che l’Io narrante - Enrika - scrive da Copenaghen a Giacomo, l’uomo che l’ha lasciata
per un’altra. Lettere, capitoli che sono il pretesto per raccontare una storia d’amore finita male complice, forse, il romanticismo dei
luoghi. Colpisce in queste pagine la capacità
della Lamberti Sorrentino di immedesimarsi
nella psicologia femminile di Enrika, una donna tradita che trova la forza - attraverso la rivolta e la rabbia - di avere una vita ancora piena. «Padre padrino»: nel secondo racconto è
sottolineata l’illusione della felicità. La vita
che può cambiare in un istante; la mafia nostrana e americana vista con gli occhi di Santa, una ragazza siciliana. Un ambiente feroce,
una vita violenta, la bellezza e la ribellione della figlia del capomafia che per amore di Tristano ha il coraggio di rifiutare un matrimonio combinato. Un racconto profondamente
lirico nel quale nulla è più incredibile della verità: in «Padre padrino» cronaca e finzione si
mescolano in una illusione di realtà e le parole
trovano i toni della denuncia sociale e politica, il coraggio di un uomo e di una donna
stretti in legami più forti di loro, eroi moderni feriti ma potenti nel loro dolore. Il terzo ed
ultimo episodio, «Padre padrone», è il tentativo
di coniugare l’efferatezza della cronaca con le
suggestioni del fantastico. È la storia di un’infernale segregazione, un mondo di solitudini
e di sopraffazioni troppo spesso taciuto che solo il coraggio di Nunzia riuscirà a porre fine
ed a salvare in extremis la vita dell’amica Marianeve. La Lamberti Sorrentino lavora in modo da mettere in stretto rapporto le efferatezze della cronaca con il fantastico. Le sue pagine, talvolta cupe, non mancano di suggestione e di una notevole capacità visionaria.
SOCIETÀ&COSTUME
AMARCORD
MARECHIARO
di ROSARIO SCAVETTA
CHIARI E LE «BIONDE»
Il fenomeno del contrabbando interessò
la città di Napoli per tutta la metà degli
anni '70 e gli inizi degli '80 e fu particolarmente suggestivo quando «approdò» a
Marechiaro. Un inseguimento memorabile davanti alle caratteristiche case del
borgo è visibile nella pellicola
«Napoli...serenata calibro 9», film del '78
interpretato da Mario Merola; la corsa
in motoscafo del ribelle «Totonno o'pazzo» rivale del boss del contrabbando di
sigarette «don Salvatore Savastano»
(Mario Merola)
si conclude
proprio davanti allo scoglio
detto «cavallo
di mare», nella
rada di Trentaremi. Il contrabbando di
sigarette era
ben organizzato a quei tempi.
Gli scafi blu,
potenti natanti
d'altura, che
portavano «le bionde», attraccavano alla
«Pischera». Da lì il via vai degli uomini
che trasportavano le «casce» sulle spalle
a gruppi di tre quattro alla volta e le
infilavano nelle Fiat 124, sventrate dei
sedili e con motori truccati. Era uno
spettacolo eccitante che prendeva tutti,
un fenomeno talmente normale che
riuscì a coinvolgere Walter Chiari. L’attore - a Napoli per una tournèe teatrale provò l'adrenalinica sensazione di caricarsi sulle spalle alcune casse di sigarette, ma non riuscì a fare più di cinque
scalini e depose frettolosamente il carico a terra, per non stramazzare al suolo
a causa della pesantezza.
OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE
DA NON PERDERE
Istituto Goethe (Riv. Di Chiaia 202).
9 novembre, dalle 17.30 alle 21.15, al Teatro Mercadante:
per il 20° anniversario della caduta del muro di Berlino,
Galà di lettura e di immagini, intitolato «Senza il Muro.
Berlino 20 anni fa». L’attrice Martina Gedeck legge brani
del libro «La notte in cui cadde il Muro», di Renatus Deckert. E Luca Signorini, violoncellista del San Carlo, esegue
alcune suite di J. S. Bach in ricordo dell'11 novembre ‘89
quando, al «Checkpoint Charlie», il maesto Mstilaw Rostropovitsch interpretò proprio le suite del compositore
tedesco. Infine proiezione del film «Die Mauer» del regista
Juergen Boettcher. Infotel 081.411923
Pietà de’ Turchini.
1 nov. ore 12 (chiesa di S.M. Anime del Purgatorio): «Recitar cantando», il soprano Silvia Frigato (più viola e organo) in brani di Caccini, Peri, Monteverdi. 10 nov. ore 20.30
(Museo Plart): «Haendelectric», Andrea Lanza (chitarra
elettrica) e i solisti della Pietà de' Turchini eseguono
Claudio Lugo. 15 nov. ore 18.30 (Cappella S. Severo): «De
Stella Nova», Ensemble La Reverdie in brani di Sherwin,
de Mircovich, Cicoria. 22 nov. ore 18.30 (Cappella S. Severo): «Tonos y Tonadas», Barbara Krusa (soprano), Luis
Rigou (voce) e Ensemble Chimera in musiche spagnole
del '600. 29 nov. ore 18 (Chiesa S. Caterina da Siena): film
«Voluptas dolendi. I gesti del Caravaggio». Tel. 081.402395
L’INIZIATIVA
TENDENZE
Cachaca, giovani contro l’alcool Angels in passerella
Grande successo della serata a sfondo sociale tenutasi venerdì 23 ottobre alla Cachaca di via Petrarca a Posillipo e organizzata dal movimento cittadino giovanile dell'Unione
di Centro napoletano. Un evento mirato a sensibilizzare i giovani riguardo al problema dell’alcool che,
consumato in quantità eccessive soprattutto durante la movida dei
week-end, provoca sempre più vittime negli incidenti stradali. «Bere
in modo responsabile», infatti, è stato lo slogan che ha accompagnato
la serata, promossa dall’assessore
alla Manutenzione della I Munici-
palità, Alberto Boccalatte. I ragazzi del movimento hanno sensibilizzato i loro coetanei presenti al
Cachaca a non andare oltre un certo limite con le bevande alcoliche ed
invitato coloro che si sarebbero dovuti mettere alla guida a fine serata ad astenersi dal bere. Un accorgimento che ormai da tempo è consuetudine nei paesi europei dove
molti giovani, per tornare a casa dopo una serata ad alto tasso alcolico,
si affidano ad un amico sobrio, designato come «guidatore scelto» all’inizio della serata. L’ iniziativa ha
ottenuto un ottimo riscontro tra i
tantissimi giovani partecipanti,
giunti da tutti i quartieri di Napoli,
che hanno accolto favorevolmente
e con grande attenzione gli inviti
dei ragazzi del partito di Casini.
«Questa - hanno dichiarato Vincenzo D'antò, commissario cittadino
del movimento giovanile del partito, e Fabrizio Ciotola, membro del
ufficio organizzativo dello stesso rappresentava soltanto un test per
una serie di iniziative che abbiamo
in programma di proporre ai giovani sul territorio napoletano».
MEDIA DIGITALI
Nuove frontiere della comunicazione
Giovani imprenditori crescono. E nessuna meraviglia
che l'incubatrice sia Chiaia,
quartiere fertile di cervelli.
Come nel caso di Giandomenico Acampora e Gabriella
D'Amato (nella foto), ovviamente chiaiesi doc, all'attivo
un consolidato retroterra
nel campo della comunicazione. Una coppia che nel
2005 ha deciso di insistere
sulla comunicazione, espandendo però la portata operativa del settore alla luce
della nuova tecnologia.
«Abbiamo puntato sulla
cosiddetta “comunicazione
integrata”», riassume Acampora. E precisa: «Utilizziamo, insomma, tecniche di
ultima generazione come
audiovisivi, ricostruzioni
tridimensionali, animazioni
grafiche, web design e ogni
tipo di grafica. Un autentico
arsenale che viene gestito da
un pool di professionisti e di
creativi per confezionare il
prodotto richiesto dal cliente. E non basta perché poi al
prodotto conferiamo massima visibilità, usando veicoli
mediatici classici come la
carta stampata o gli eventi
ad hoc, e nuovi media come
web e socialnetwork». Ed è
14
Negli studi della «Mastantuoni Rappresentanze» in via Armando Righi. è stata presentata «Hipe Collection», la prima collezione
moda uomo firmata Angels of Love, alla
presenza di Massimiliano Marcucci, socio
della crew, e di un testimonial d’eccezione:
il motociclista Honda Raffaele De Rosa. Una
collezione giovane mirata al target underground che vive ed anima il mondo della
notte e che la crew degli Angels conosce
molto bene grazie ai quasi 20 anni di esperienza maturata nei club campani e internazionali. Un trionfo di colori che animano tshirt, polo, canotte, pantaloni e collane,
dalle linee innovative per un uomo sempre
più moderno ed elegante. (Fabio Tempesta)
SGUARDI LONTANI
di FRANCESCO IODICE
SCARPETTA IN SCENA AL TRIBUNALE
prescindere dalla sua vita privata, accennata la scorsa volta,
Eduardo Scarpetta fu uno dei più bravi commediografi e attori
A
della Napoli fra ‘800 e ‘900. Inventò la maschera di Felice Sciosciam-
questa la filiera di passaggi
che oggi costituisce la spina
dorsale dell'attività dei due
imprenditori. Una novità
gradita per la piazza napoletana con un debole per le
iniziative d'avanguardia:
ben nutrito, infatti, il portafoglio di clienti che «Media
Digitali», questo il nome
della società, ha saputo
cooptare in 5 anni di lavoro.
Le competenze le illustra
Acampora: «Copriamo 3
grandi settori. Il primo è
quello degli audiovisivi e
degli spot, producendo
video istituzionali, documentari turistici, sigle
animate e altro. Il secondo è
quello delle ricostruzioni
tridimensionali fotorealistiche, realizzate sia in imma-
gini fisse (ndr il cosiddetto
rendering) sia in videoanimazioni: l'ideale per progetti architettonici, design
nautico e centri commerciali. Infine la pubblicità:
quella tradizionale come
brochure e logo e quella
basata sul web design».
Dunque merce di prima
scelta su cui hanno già
investito, tra gli altri, committenti come Ansaldo,
Metropolitana di Napoli,
Quick No Problem parking,
Gruppo Ferretti, Tarì e
Gianni Carità: tutti marchi
che la comunicazione di
alto profilo sono andati
cercarsela non al nord ma
nel cuore di Chiaia.
Per saperne di più:
www.mediadigitali.it
mocca (anche se da un'antica farsa del Parise), sostituito definitivamente al tradizionale Pulcinella, e scrisse capolavori assoluti come
«Miseria e nobiltà», «Il medico dei pazzi», «'Na santarella» e «Un turco
napoletano». Ma l'epilogo della sua vita d'artista non fu particolarmente comico. Nel 1904 Scarpetta, ispirandosi ad un copione di
D'Annunzio, «La figlia di Iorio», scrisse un'esilarante parodia intitolata «Il figlio di Iorio», che giocava sul capovolgimento caricaturale
della trama e sulla trasformazione dei personaggi maschili in femminili. L'esito fu catastrofico, una sola rappresentazione al Mercadante di Napoli e per di più turbata da uno sgradevole incidente: a
inizio secondo atto, un gruppo manovrato presentatosi in platea,
costrinse con urla e aggressioni a far calare il sipario, mentre Scarpetta stava entrando in scena vestito da donna; il flop fu seguito
subito dopo da una denuncia per plagio e contraffazione contro
Scarpetta - in rappresentanza sia del Vate che della SIAE - da parte di
Marco Praga, direttore della SIAE e amministratore privato di D'Annunzio (oggi si direbbe con evidente conflitto d'interessi). La fama
dei contendenti, la novità del tema, il livello dei periti - Benedetto
Croce si schierò con l'imputato, Salvatore Di Giacomo difese D'Annunzio - le arringhe memorabili per argomenti giuridici e preziosità
oratorie, trasformarono il processo in un palcoscenico, dove Scarpetta ebbe modo di esibirsi in memorabili exploit teatrali. Uno dei più
esilaranti riguarda la relazione di uno dei periti d'ufficio - il professor Enrico Cocchia, insigne filologo - commentata da Scarpetta con
la celebre battuta: «Né Cocchia, ma che cacchio m'accocchia?». Il caso
si risolse in favore di Scarpetta (il reato non esiste), dando quindi un
via libera a tutte le parodie successive, filoni interi di spettacoli e
film che scherzano su nobili titoli precedenti (vedi Totò e Ciccio e
Franco). Memorabile fu il trionfo di popolo che lo accompagnò dal
tribunale a casa dopo la vittoria. Tuttavia, cinque mesi dopo l'assoluzione, Scarpetta decise di ritirarsi dalle scene, confessando che
ancora sentiva l'amarezza di quel fallimento (l' onta subita al Mercadante evidentemente non era rimarginabile per una star).
INIZIATIVE
DI
CHIAIA MAGAZINE
LA BACHECA DI
IUPPITER EDIZIONI
Alzheimer, ecco il libro «La bimbamamma»
Novità d’autunno per Iuppiter Edizioni:
dal 10 novembre è in distribuzione il libro di Nucci A. Rota dal titolo «La bimbamamma», sottotitolo: «Come convivere con l’Alzheimer: il diario di una figlia». Il volume verrà presentato nei pros-
simi mesi a Napoli, Roma e Milano e, per
la sua utilità sociale, sarà adottato da alcuni centri di geriatria. Nell’ultima parte
del libro, una ricca appendice dà consigli
e suggerimenti a tutti quelli che accudiscono i malati di Alzheimer.
FINALMENTE TUA LA EXCLUSIVE CARD
ScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimi
Per i possessori della Card
e occasionissime!
sconti
LE CONVENZIONI
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE
E.MARINELLA - cravatte Riviera di Chiaia, 287
NINO DE NICOLA - abbigliamento Via S. Caterina 69 - P.zza dei Martiri
LUCIA DE VINCENZO - abbigliamento Via Calabritto 24/25
GLAMOUR - abbigliamento Via Calabritto 20
MARINO - abbigliamento Via S. Caterina 73/76 - P.zza dei Martiri
IL CUORE NELLO ZUCCHERO - abbigliamento e corredini per bambini
Vicoletto Belledonne a Chiaia 19
S.I.R.S.A.N. - pelletteria Via Chiaia 137
JUNIOR - abbigliamento Riviera di Chiaia 261
Q.E.N. - abbigliamento Via Cappella Vecchia 47
GALLOTTA - gioielleria Via Chiaia 139
DEL PORTO - gioielleria Via S. Lucia 165 - Via Carlo Poerio 41
GALLERIA NAVARRA - tappeti/antiquariato Piazza dei Martiri 23
PACO&CO - parrucchiere Via Alabardieri 20
TABACCHERIA POSTIGLIONE* Largo Ferrandina a Chiaia 9
*(spesa minima 20 euro)
TEATRO SANNAZARO - Via Chiaia 157
CENTRI DEL SOLE RA - beauty center Via Martucci 32
ANIMA E COZZE - ristorante Via Partenope 15-18
15
m a ga z i n e
CHIAIA
NASCE IL «BIMAGAZINE»
Chiaia Magazine + 10 = porte aperte sulle passioni.
Nasce il primo «bimagazine» delle passioni:
Chiaia Magazine, il giornale «controcorrente»
del saper vivere e 10, il giornale dei fuoriclasse,
uniscono i loro talenti per diventare una sola rivista «fuori dal comune», funambolica, libera.
Due testate, un solo obiettivo: giocare con fantasia e intelligenza un nuovo ruolo nel panorama editoriale nazionale. Due anime, un solo
cuore i cui battiti seguono il ritmo della gioia,
della sorpresa, della bellezza. Il «bimagazine»
unisce due realtà editoriali che si caratterizzano per la loro capacità di stuzzicare il pubblico
proponendo itinerari, servizi e approfondimenti
col dono dell'imprevedibilità.
A fine novembre, quindi, il «bimagazine», sarà
in distribuzione gratuita in tutta Napoli e Provincia. Da gennaio 2010 in sarà possibile trovarlo anche in alcuni punti selezionati di Roma
e Milano. Per saperne di più consulta il sito
www.chiaiamagazine.it
• DOVE PUOI TROVARCI
In oltre 500 punti selezionati: negozi, teatri, cinema, bar, discoteche, banche, boutique, studi
professionali, gallerie d’arte, ristoranti, circoli
sportivi e in tutti gli eventi culturali e mondani.
Distribuzione palazzo per palazzo; gazebo nei
punti strategici della città per la presentazione
del numero e delle iniziative del mensile. Il nuovo bimagazine Chiaia Magazine + 10 viaggerà anche in 700 taxi e verrà distribuito nelle stazioni
della metropolitana e della funicolare.
• ABBONATI A CHIAIA MAGAZINE
Nota bene: lo sconto sarà erogato dietro
la presentazione della Exclusive Card
EXCLUSIVE CARD
Per saperne di più chiama: 081.19361500
Chi decide di abbonarsi a Chiaia Magazine+10
riceverà a casa il «bimagazine» insieme alla Exclusive Card, che consente di avere sconti e agevolazioni nei negozi convenzionati. Due le tipologie di abbonamento: ordinario (30 euro all’anno) e sostenitore (50 euro all’anno). Per saperne di più basta telefonare al numero
081.19361500.
Scarica

cuore marcio - Chiaia Magazine