www.chiaiamagazine.it m a ga z i n e CHIAIA Anno IV - n.10 ottobre 2009 Distribuzione gratuita S A P E R V I V E R E L A C I T TÀ il mensile di Chiaia-San Ferdinando-Posillipo IUPPITER EDIZIONI CUORE MARCIO Napoli fuorilegge: viaggio nelle discariche sotterranee. La verità sui rischi SOS CHIAIA OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE Come migliorare la Municipalità 1? Scrivi a: AI NOSTRI LETTORI Invitiamo i nostri lettori a indicarci cosa non va nel quartiere e a proporci soluzioni per rendere più vivibile la città. Contiamo su di voi. Le lettere, firmate con nome e cognome, vanno inviate a Chiaia Magazine Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli oppure alla e-mail [email protected] NUMERI UTILI EMERGENZE-SICUREZZA CARABINIERI 112 Stazione CC (via Orazio 73) Tel. 081.681122 Stazione CC (Ferrantina a Chiaia 1) Tel. 081.417486 POLIZIA 113 Comm. Posillipo (via Manzoni 249) Tel. 081.5983211 Comm. S. Ferdinando (Riv. di Chiaia 185) Tel. 081.5980311 POLIZIOTTI DI QUARTIERE Tel. 335.5292755 (Pattuglia Chiaia) Tel. 349.2142396 (Pattuglia S. Ferdinando) Tel. 347.0752926 (Pattuglia Santa Lucia) POLIZIA STRADALE Tel. 081.5954111 SOCCORSO STRADALE ACI Numero verde 803116 VIGILI URBANI Tel. 081.7513177 Unità oper. Riviera di Chiaia 105 Tel. 081.7619001 VIGILI DEL FUOCO 115 GUARDIA DI FINANZA 117 PRONTO SOCCORSO 118 AMMINISTRAZIONE MUNICIPALITÀ 1 Sede Consiglio Tel. 081.7951741/42 Anagrafe decentrata Tel. 081.7950501 SANITÀ PRONTO SOCCORSO LORETO-CRISPI Tel. 081.2547256 GUARDIA MEDICA LORETO-CRISPI Tel. 081.7613466 OSPEDALE PAUSILIPON Tel. 081.2205111 OSPEDALE FATEBENEFRATELLI Tel. 081.5981111 - 081.5757220 DISTR. SAN. 44 Assistenza Anziani Tel. 081.2547715 Assistenza Diabetologica Tel. 081.2542928 Assistenza Veterinaria Tel. 081.2547074 [email protected] IL PUNTO. UNA DECADENZA CHE NON ACCETTIAMO di NINO DE NICOLA Una lotta impari e un finale scontato: triste declino per i negozi storici di Chiaia, cancellati dal confronto con i giganti dei brand nazionali/internazionali e della grande distribuzione. Contro il supermercato globale delle grandi firme, blindate da finanziamenti, defiscalizzazioni e incentivi della mano pubblica, il circuito commerciale locale, anima della tradizione creativa partenopea, soccombe. Giù la saracinesca, la storia del gusto napoletano si arrende e va via. Illustri le vittime: Domus, (100 anni di storia), Maison Suisse (un se- Una strada senza nome in zona via Plauto Gentile redazione, desidero segnalare la situazione disastrosa in cui si trova una strada senza nome che si dipana da via Scipione Scapece, nella zona del civico 102 di via Nevio (oggi rinominata via Plauto). La strada è piena di buche talmente grosse che ci può sprofondare mezza ruota di un’automobile e sono impossibili da evitare per la loro posizione. Sarebbe opportuno un intervento serio, non come quello eseguito circa un anno fa, che non ha risolto niente, anzi, ha peggiorato la situazione. La strada è identificabile dalla presenza di due efficienti paletti che delimitano l’accesso ai camion. La toponomastica della zona è alquanto anomala. Basti pensare che via Scipione Scapece, che parte a senso unico da via Orazio e torna su via Orazio, presenta sulla destra una strada di 50 metri, appunto, che non ha nessun nome ma che finisce ad un bivio dove, in discesa, inizia via Plauto e in salita inizia di nuovo via Scipione Scapece. Sarebbe opportuno anche nominarlo ed identificarlo, questo spezzone di strada di 50 metri, innominabile e di fatto innominato a causa delle buche. Giuseppe Savarese Adottiamo i giardini della Villa Comunale Gentile Chiaia Magazine, visto che lo stato di abbandono della Villa Comunale è ormai visibile a tutti, vorrei proporre una soluzione: innanzitutto colo e mezzo di tradizione), Knight (anche qui 150 anni di gloria). Perdite dolorose per la città che queste griffes le esibiva come fiori all'occhiello dell'eccellenza meridionale. Perdita di un'identità spodestata dalla produzione in serie. Con Napoli che si omologa in peggio alle grandi metropoli occidentali. Le ragioni? Una soprattutto: fitti commerciali alle stelle proibitivi per il piccolo imprenditore di qualità, ma alla portata del monopolio globale che, portafoglio alla mano, occupa «militarmente» gli antichi spazi. Sappiano però Comune e Regione, a volte a fianco di antiche ditte culturali (vedi il Caso Treves), che è cultura anche l'artigianato d'élite e che va protetto. E se lo snodo è il calmiere delle locazioni, intervenga il legislatore. Buche e dissesti, la rabbia dei residenti La vignetta di Malatesta controllare che gli addetti facciano il loro lavoro senza assentarsi come spesso succede. In secondo luogo, vorrei proporre a negozi di fiori, serre e giardinieri della zona di adottare un giardino all’interno della Villa e di curarlo per tutto l’anno. Sul prato verrebbe scritto il nome dell’autore e a fine anno si potrebbe assegnare un premio al giardino più bello, offerto da sponsor con pubblicità per i curatori del giardino, offrendo maggior risalto per una Villa decorosa e più incentivi per l’affluenza turistica. L’ideale sarebbe correre ai ripari prima delle festività natalizie, periodo in cui turisti e cittadini sono spesso confusi da cartelli e cartelloni riguardanti le iniziative in corso. Non sarebe carino se si potesse personalizzare queste indicazioni con lo humour partenopeo per accrescere il senso di appartenenza a questa meravigliosa città? Gentile Direttore, scrivo per segnalare una situazione ormai arcinota a tutti i residenti di Chiaia ma che non riesce a trovare ancora una soluzione e che costringe noi abitanti di quello che spesso viene definito il «salotto di Napoli», a camminare per la strada in uno stato di costante pericolo. Sto parlando delle buche, che verrebbe da chiamare crateri, e dei dissesti presenti in molte delle vie principali del quartiere. Cosa impedisce la presenza di un asfalto regolare che non presenti voragini che si aprono e basoli che saltano un giorno sì e l’altro pure? Perché alcune strade, benché oggetto di continui lavori di ristrutturazione, nella realtà versano sempre in condizioni pietose e sono pericolosissime per i passanti? Via Caracciolo, ad esempio, è costellata da buche innumerevoli, alcune di medie dimensioni, altre in grado di causare seri incidenti. E che dire della voragine spaventosa di via Cappella Vecchia? Ma la strada che ogni volta mi lascia sempre più sconcertata è via del Parco Marghertita. Il marciapiede, spesso ricoperto da escrementi, è strettissimo e chi ci cammina è costretto a fare lo slalom tra i motorini e le auto in sosta. Tutto il manto stradale, inoltre, presenta una quantità incredibile di buche che mettono a repentaglio l’integrità di chi transita, sia in auto che a piedi. Spero che le autorità competenti corrano ai ripari, definitivamente. Lucia Avalloni Paola Esposito m a ga z i n e CHIAIA SA P E R V I V E R E L A C I T TÀ Anno IV n.10 - ottobre 2009 Direttore Editoriale Nino De Nicola Direttore Responsabile Alvaro Mirabelli Art Director Massimiliano De Francesco Responsabile Saper Vivere Laura Cocozza Redazione Iuppiter Group Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli Tel.: 081 19361500 - Fax: 081 2140666 [email protected] Società Editrice Iuppiter Group Via dei Mille, 59 - 80121 Napoli Responsabile commerciale Fabiola Morano Tel.: 393.1364776 - 333.7093387 Quelli di Chiaia Magazine Antonio Biancospino, Aurora Cacopardo, Antonella Carlo, Paolo D’Angelo, Giada De Francesco, Antonella Esposito, Rossella Galletti, Rita Giuseppone, Francesco Iodice, Massimo Lo Iacono, Fernando Ludione, Malatesta, Renato Rocco, Francesco Ruggieri, Fabio Tempesta, Massimiliano Tomasetta, Tommy Totaro, Umberto Zacca Stampa Arti grafiche Litho 2 Via Principe di Piemonte, 118 Casoria Reg. Tribunale di Napoli n. 93 del 27 dicembre 2005 Iscrizione al Roc n° 18263 2 IL MORSO DELLA TARANTA di PAOLO D’ANGELO LA STANGATA o l'impressione che il mondo politico in questo partiH colare periodo stia cercando in ogni modo di creare una grossa confusione. I media sparano notizie di ogni genere e si parla solo di inchieste, perquisizioni, pedinamenti. La logica giudiziaria tiene banco. Tra intercettazioni telefoniche dubbie, indagini senza fine, escort e transessuali con politici abbiamo perso ogni riferimento. Mi spiego meglio: l'impressione che si ha è che colpendo chiunque non si colpisce più nessuno e ognuno continuerà a fare i cavoli suoi proprio a scapito di una società derisa e abbandonata a se stessa e che alla fine paga il conto per tutti. Cari amici napoletani avete avuto la stangata della bolletta della monnezza a casa? Hanno sperperato in ogni modo il denaro pubblico producendo uno stato di emergenza che ha giustificato ogni spesa e a noi napoletani e campani alla fine ci è arrivato il conto. Ogni napoletano che ha la fortuna di avere un posto di lavoro quest'anno dovrà lavorare quindici giorni gratuitamente solo per pagare i debiti che hanno creato i nostri cari «impresari della monnezza». Quindici giorni di lavoro di una intera popolazione per pagare il conto di chi ha prosciugato ogni risorsa economica senza pietà. Sì, proprio così, senza pietà. Questo è il momento di mandare a casa tutti i politici che ci hanno presi in giro in questi anni. Penso sia il caso che la società civile scenda in piazza a manifestare il proprio dissenso contro chi ha governato in questo modo ed in tutti questi anni. Dobbiamo presentare noi il nostro conto a loro mandandoli finalmente a casa e consegnandoli alla nostra storia contemporanea come appartenenti a una classe politica incapace. Gli americani dopo il crac economico di questi anni hanno reagito regalandosi un presidente dai contenuti morali alti e vicini al popolo, fuori dalle logiche di un potere politico visionario e colluso con quelle lobby che hanno finito per strangolare l'economia del paese. Penso che anche per noi sia arrivato il momento di cercare una nuova classe politica nella società civile che sappia dare voce e dignità alla nostra città. Apriamo gli occhi e non accettiamo più compromessi e sopratutto facciamo attenzione a quei politici zombie che torneranno a circolare nelle nostre strade riproponendosi con plastiche facciali nel panorama delle nostre prossime elezioni regionali e comunali. E comunque vorrei proporre di scendere in strada con bollette pagate alla mano e con lo slogan «il conto ve l'abbiamo pagato e adesso iatevenne!». Cari amici il mio articolo di questo mese è più corto perché se ci penso mi passa la voglia di scrivere... PRIMO PIANO OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 3 Monnezzopoli 2009, odissea sottoterra AMBIENTE. Sottosuolo anno zero: una discarica globale nelle viscere della città Dopo la scoperta veleni e polemiche. I colpevoli: uno, nessuno e centomila Alvaro Mirabelli Ventre di tenebra. E marcio per giunta. Nel buio pesto delle sue cavità Napoli scopre un continente di liquami e rifiuti. Così, ora, la monnezza di sopra fa il paio con la monnezza di sotto e il cerchio si chiude. Già perché Gianluca Minin, geologo tutto d'un pezzo con un passato recente al servizio del Commissario Straordinario per il Sottosuolo partenopeo, tempo fa si è preso la briga di andare a frugare nel mondo di sotto: e quella che sembrava un'ispezione di routine si è trasformata in un «caso» scottante. Un «caso» in realtà freddo visto che l'avventura di Minin, habitué delle profondità, risale ad un anno fa, ma che solo di recente è esploso come una bomba. Con due scomode verità. La prima è che molti napoletani smaltiscono sottoterra di tutto, e non da ieri, ma da qualche secolo come minimo, e lo fanno anche ora che si rischiano le manette: il risultato scioccante è che i cittadini passeggiano su una colossale discarica sotterranea ramificata da Chiaia a Marianella. Un oltretomba di porcherie, scovato sotto 10 strade della città, che il geologo ha messo nero su bianco, comprese le foto, e che è finito anche sul tavolo del Nucleo Ecologico dei carabinieri. La seconda rivelazione è che nessuno al Comune aveva la minima idea della polveriera acquattata nel sottosuolo, o almeno delle sue proporzioni. Eppure da ben 12 anni, Commissario Straordinario per il Sottosuolo napoletano, con tanto di poteri speciali, è stato sempre il sindaco di Napoli: il ruolo al primo cittadino lo assegnò nel '97 il ministero degli Interni, disponendo che il sindaco di Napoli coordinasse tutte le attività per la salvaguardia del sottosuolo con facoltà di attingere a finanziamenti comunitari, IL CORSIVO di MASSIMILIANO DE FRANCESCO IL DECODER CHE NON C’È uperata la paura del digitale terrestre, dopo Sappreso aver catalogato le novità dei palinsesti, che un'infinità di nuovi canali è in Nella foto: mix di liquami e di rifiuti solidi urbani nelle viscere di piazza Dante statali, regionali e comunali. Dunque al Comune non sono mancate le premesse per monitorare, capire, operare. Ma non tutto è filato liscio: infatti alla struttura commissariale (dal 2001 presieduta da Rosa Russo Iervolino e gestita dall'ingegner Oreste Perrella) non sono mai mancate le critiche di superficialità, sempre rintuzzate però con cifre alla mano (come quella dei 400 milioni di euro spesi in grossi interventi di eliminazione delle infiltrazioni e di consolidamento nel sottosuolo) o respinte con la giustificazione dei conti in rosso. Questione di punti di vista. Invece non è un punto di vista ma un fatto che i poteri speciali per il sottosuolo, attribuiti al sindaco di Napoli, esistono dal 1997. Perciò stupisce la sorpresa dei pubblici amministratori di fronte al nuovo guaio rigurgitato dal basso. Utile o inutile, intanto, il Commissariato sarà chiuso il 31 dicembre. Ma resta innescata la nuova sciagura ecologica: bonificare le falde acquifere inquinate da oli, solventi e liquami fecali sversati illecitamente e le caverne zeppe di rifiuti ordinari sarà dura. E forse, secondo Minin, persino inutile probabilmente (ve- di intervista a pag. 4). Tre in ogni caso le difficoltà di eventuali interventi. Primo: il groviglio di competenze istituzionali coinvolte. Secondo: la profondità dei luoghi che è proibitiva. Terzo: il solito problema delle risorse azzerate. E proprio sul fronte dei fondi, non manca persino chi sta rimpiangendo l'ormai moribondo Commissariato che un po' di crediti poteva ancora attivarli e che in ogni caso, grazie al lavoro degli speleologi che è durato finchè c'erano i soldi, lascia in eredità almeno una mappatura parziale della Napoli sotterranea. Magra consolazione. Ora contano solo, e d'urgenza, schedatura e bonifica dei 10 siti «malati». Operazione che costa. Ma il Comune in cassa ha solo le briciole e spera nei quattrini del Governo centrale. E non basta. Chi deve fare che cosa? E come? Navigando a vista, cercano di capirci qualcosa l'assessore al Sottosuolo Agostino Nuzzolo con il suo Servizio di Sicurezza Geologica per i problemi statici delle cavità, l'assessore all'Igiene Paolo Giacomelli e l'assessore all'Ambiente Rino Nasti visto che di rifiuti si sta parlando e soprattutto di quelli sversati abusi- vamente da edifici sovrastanti ancora ignoti, l'assessore al Patrimonio Marcello D'Aponte che c'entra perché una gran fetta delle cavità compromesse appartiene al Demanio e con esso bisogna accordarsi. Aggiungeteci pure l'Arpac che è l'ente di controllo ambientale e la Provincia che, secondo la legge 152/2006, è ente di gestione dei rifiuti. In due parole: una folla. E ancora. A chi tocca prelevare i rifiuti ordinari visto che alll'Asìa compete solo la superficie? E i liquami tossici? Chi li smaltisce? Il Comune ci prova. Ma a condizione che arrivino i soldi e solo per operare nelle aree individuate. Il bersaglio grosso, infatti, cioè il risanamento globale della città di sotto, non è nemmeno sfiorato: ci vorrebbero 500 milioni di euro. A patto, però, che non si parli di fogne e di rete idrica, altri detonatori del dissesto idrogeologico: qui urge un altro miliardo e mezzo di euro. A proposito: per ora la maglia nera sembra che spetti a Chiaia-S. Ferdinando dove l'allerta detriti (soprattutto scarti edilizi), è scattata nelle viscere di Via Morelli (vedi foto di copertina), via Nicotera, Monte di Dio, via Chiaia e Chiatamone. ATTENZIONE Ricerca commerciali CHIAIA MAGAZINE cerca commerciali con pregressa esperienza di almeno 5 anni, da inserire nell’ organico aziendale. REQUISITI DESIDERATI: iniziativa, ambizione e dedizione; propensione al lavoro di squadra; empatia, abilità comunicative, relazionali e di adattamento; predisposizione allo studio e alla conoscenza. OFFRIAMO un rimborso spese, un conveniente piano provvigionale e la possibilità di partecipare all’organizzazione di eventi con incentivi sull’attività svolta. Per info: 08119361500. Invio del curriculum vitae alla mail [email protected] rampa di lancio e la risintonizzazione non è una malattia, resosi conto che la quiete della poltrona subirà l'incursione dell'interattività, il digitelespettatore gradirebbe sapere da politici, magistrati, escort, transgender, grandi fratelli e mini sorelle, magnati e magnacci, se sia prevista, prossimamente, la vendita di un decoder che gli possa riconsegnare una visione normale della vita. In overdose mediatica ci siamo finiti tutti e poco importa chi ha inaugurato la fila al buco della serratura: non se ne può più. Anche perché la sindrome del pettegolezzo, lo sculettamento intellettuale della starletta di turno e l'ira del plurimoralista che s'inabissa in una giungla di alcove coprono la buona politica, il confronto sulle riforme, sui grandi temi come il testamento biologico, sui programmi per far ripartire il canale Italia, sulle ricette per ridare un senso al Mezzogiorno. Se dopo il trans-ciclone Natalie, l'ex governatore Marrazzo ha espresso il desiderio di sparire, dalla cintola di Roma in giù - mai immagine è meno appropriata - nessuno coltiva l'uzzolo di scomparire. Di accomodarsi nel passato. Vedi in terra nostra: nessuno scandalo hard, debolezze private tenute bene nel cassetto, eppure lo sputtanamento della Campania occupa lenzuolate di giornali. Dal caso Arpac al pio Mastella, dagli abusi edilizi con sfregio della storica via Appia a Giugliano all'omicidio Tommasino a Castellammare di Stabia, dalle disavventure giudiziarie del governatore Bassolino alla gestione sciagurata della Sanità: ci fermiamo qui per senso del pudore. Altro che sesso estremo e cotillon. La colpa di tutto ciò? Libidine di servitù e istituzioni imbottite di viagra clientelare. L'editorialista Angelo Panebianco dal Corriere della Sera chiede di commissariare il Sud per palese incapacità di autogestirsi e di autosvilupparsi per poi dire «non è dai partiti ma dalla società che dovrebbe partire la bonifica». Una bonifica impossibile con una società civile incapace di trovare una convincente sintesi politica e fortemente restia a «investire» sulla propria autonomia decisionale preferendo, invece, di bazzicare ancora vuoti consessi politici. Se in Campania le prossime elezioni regionali sembrano ruotare intorno alla bisessualità dell'Udc ed essere condizionate dall'umore demitiano, significa che serve davvero un altro decoder. Dove possiamo trovarlo? PRIMO PIANO OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE Il ventre di Napoli, dal passato al futuro LA STORIA. Cronache dal sottosuolo partenopeo: l’esperto racconta nel bene e nel male le millenarie viscere della città. Dall’antichità alle discariche del presente Riccardo Caniparoli* e cavità di Napoli sono tutte artificiali perché sono antiche cave di tufo dove è stata estratta la pietra per edificare la città. Quindi, se si calcolano i volumi di tufo usato per costruire i fabbricati sovrastanti, se ne deducono i vuoti presenti nel sottosuolo: vuoti, però, le cui volumetrie vanno aumentate del 30%. Esempio: se per fare un fabbricato sono occorsi 1000 metri cubi di tufo, il vuoto al di sotto di sicuro non è inferiore a 1300 metri cubi. Calcoli mai fatti da nessuno, malgrado un'inutile storia di commissioni, di studi e di esperti che dura dal 1893. Trovare le cavità, però, è facile se si conoscono le tecniche estrattive e la storia evolutiva delle lavorazioni in cava. La storia. Per edificare i primi edifici si utilizzava la tecnica di scavare un pozzo al centro del terreno su cui costruire e si estraeva tutta la pietra necessaria per l'edificio. Alla fine della costruzione, il vuoto scavato era adibito a cisterna delle acque piovane per il bisogno idrico dell'edificio. Inoltre le cavità venivano collegate tra loro con cunicoli per favorire lo scambio d'acqua tra fabbricati e per difendere la città dalle invasioni. Con l'espansione urbana oltre le mura storiche sono state poi realizzate numerose cave in galleria, scavando dalle pareti in corrispondenza delle incisioni dei valloni: perciò è facile trovare gli accessi delle cave nei valloni della Sanità/Vergini, del Cavone di piazza Dante, di via Salvator Rosa, di via Chiaia, di vico Vasto a Chiaia, di Cappella Vecchia, del lato di monte di Corso Vittorio Emanuele etc. Ed un altro dettaglio aiuta ad individuare le cavità: in dialetto il tufo è chiamato «'A pret' 'e mont» e quindi con «'O Mont» è indicata la zona di estrazione. Dunque Capodimonte, Monte di Dio, Montesanto, Montecalvario, Monteoliveto erano tutti quartieri con cave di tufo. Infine, per secoli e fino al L’INTERVISTA L QUEL GEOLOGO SCOMODO 1950, le cavità sono state anche usate come pozzi/cisterne, depositi di cibo, cantine, opifici, vie di fuga in caso di invasioni, cimiteri, ricoveri antiaerei, luoghi di preghiera e stalli per barche. Il presente. Il mondo di sotto oggi è del tutto abbandonato. Da qui gli illeciti: vedi discariche, fogne abusive, traffici e depositi illegali e altre attività criminali. Dunque un degrado prodotto dalla mancanza di regole. Manca infatti un Piano Regolatore del sottosuolo mentre il vigente Piano Regolatore Generale non prevede per il sottosuolo destinazioni urbanistiche, tranne i «Parcheggi in cavità» (vedi norme attuative del PRG) e solo dove è tecnicamente possibile. Alla fine, però, nulla mai è stato fatto: ed ecco l'abbandono, gli illeciti e i rischi ambientali come voragini e crolli. E c'è di più: oggi l'inquinamento prodotto da sostanze tossiche scaricate in cavità, non solo quelle profonde, già nocivo alla salute, può anche aggredire il cemento armato delle fondamenta dei palazzi, trattandosi di sostanze corrosive. Ovvio che nessun proprietario di cavità avrà opportunità o interesse ad un uso corretto del territorio sotterraneo. Le cavità come risorsa. La manutenzione delle cavità si ottiene solo creando interessi economici per il loro utilizzo: si garantisce così la stabilità del sottosuolo e si recuperano spazi per attività nel sottosuolo, restituendo così alla superficie superaffollata enormi spazi pubblici. Ma di chi è la città sotterranea? Le cavità sono così classificabili: 1) cavità di proprietà, registrate al Catasto e all'Ufficio Registro come normali immobili, 2) cavità in possesso dove il possessore è chi detiene la proprietà ed il possesso dell'accesso (non necessariamente il possesso di una cavità si riferisce alla verticale degli edifici sovrastanti), 3) in regime di res nullius, cioè di nessuno, la proprietà è demaniale. Ciò per chiarire le attuali competenze istituzionali, soprattutto a proposito delle «cavitàdiscarica» scoperte che sono quasi tutte (insieme agli ex rifugi bellici) del Demanio. Della loro statica si occupano il Commissariato al Sottosuolo e l'assessore comunale al Sottosuolo. Delle discariche rinvenute (nella foto: detriti edilizi a Chiaiano) si occupano gli assessori comunali all'Igiene e all'Ambiente, l'ARPAC, la ASL e la Provincia (vedi Decr. Leg. 152/2006). Infine va ribadito che ora la priorità d'intervento spetta alle zone collinari (ad es. S. Carlo alle Mortelle) e a quelle nel cui sottosuolo sono in corso grandi opere pubbliche. * Geologo - Docente di valutazione d'impatto ambientale - Botta e risposta con Gianluca Minin, l’esperto che, con lo staff della società Ingeo, ha scoperto le discariche nel sottosuolo di Napoli. Come è finita quell'immondizia nel sottosuolo? L'uso dei pozzi d'accesso alle cavità per sversare di tutto dura da secoli. Negli ultimi anni allo sversamento di detriti terrosi e materiali di risulta da ristrutturazioni di appartamenti è seguito quello di rifiuti solidi/liquidi urbani o speciali. Ma ribadisco: non sono le cavità il fattore di rischio. Cioè non non c’entrano coi crolli nè sono inquinanti? Esatto. In superficie non si rischia nulla. Mi spiego. Di sotto abbiamo individuato centinaia di sversamenti abusivi di materiale eterogeneo. Il vero problema è che ostacolano le ispezioni, occludendo gli accessi agli ambienti. E chi rischia sono i geologi poiché spesso i rifiuti sono tossici. A sua volta l'impossibilità di accedere alle cavità è un rischio poiché di numerosi edifici non sono state mai verificate le condizioni statiche delle sottostanti cavità, magari perché irraggiungibili a causa dei rifiuti: le cavità, infatti, sono la spia di infiltrazioni attive (di fogna o di acquedotto) nei palazzi che possono essere eliminate prima che creino problemi alle sottofondazioni. Qui sta il nodo. Abbozzi una geografia degli sversamenti nel sottosuolo. A Chiaiano abbiamo trovato cumuli di rifiuti solidi urbani, a Chiaia-S. Ferdinando scarti edilizi. I quartieri spagnoli hanno il record di infiltrazioni da acque nere poiché la rete fognaria è vetusta. A nord di Napoli, durante la lunga crisi rifiuti, molte cavità sono state usate come sversatoio selvaggio. Un problema di inciviltà: quali le contromisure? Ogni contrasto è impossibile visto che le verifiche nelle cavità vengono fatte ogni 20/30 anni. Troppo poco. Invece il censimento degli sversamenti consentirebbe di individuare, rispetto ad una data certa, se nel tempo si è ancora sversato e, quindi, sarebbe possibile perseguire i responsabili. Sarà dura bonificare le cavità-discarica? La bonifica non ha senso: sarebbe onerosa e lunghissima. Si tratta di smaltire decine di metri cubi di materiali ad una profondità media di 25 metri attraverso pozzi larghi 80 cm. x 80 cm., portando su un secchio alla volta. La strada è un censimento degli sversamenti. Un mio progetto prevede il censimento in un'area campione di tutti gli sversamenti: se ne ricaverebbe una scheda con qualità e quantità del rifiuto, indirizzo del pozzo sotto accusa, dati dell'inquinamento di falda e delle ostruzioni di cunicoli, più le foto. Così individueremmo gli edifici che sversano e i responsabili. Se no, più passa il tempo, più avremo rifiuti e ostruzioni: e sarà impossibile ispezionare le cavità e individuare i rischi per gli edifici sovrastanti. Dunque: censire e reprimere. Iuppiter Edizioni presenta IL MIO NOME È BODE di FABRIZIO TAVASSI Viaggio nel mondo dei videogiochi tra dipendenza e competizione Nelle migliori librerie di Napoli e Provincia a soli 10 euro Per acquistare il volume e per informazioni: 081.19361500 “A volte è proprio vero: il gioco è bello quando dura poco. Forse.” 4 PRIMO PIANO OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE Poteri speciali cercasi L’INTERVENTO. Parcheggi interrati al palo. Flop dei Piani Urbani e dei commissari straordinari Fabio Chiosi* Sulla questione poteri speciali, recentemente, grazie alle inchieste del Corriere del Mezzogiorno si è scatenato un acceso dibattito. Della «invisibilità» di tali poteri Chiaia Magazine, nel corso di questi anni, si è più volte interessata. Sul nodo parcheggi e sulla questione poteri speciali riceviamo e pubblichiamo l’intervento del presidente della Municipalità 1 Fabio Chiosi ell'ormai lontano 1996 il Consiglio Comunale di Napoli approvò il Piano Urbano Parcheggi (cosiddetto PUP), cioè lo strumento urbanistico per la disciplina della realizzazione dei parcheggi interrati in città. Nelle premesse di questo documento è scritto, chiaramente, che non è consentita la costruzione di parcheggi interrati nel centro della città, in quanto attrattori di traffico. Una vera e propria follia, a mio avviso, che ha letteralmente messo in ginocchio non solo il quartiere di Chiaia, ma tutto il sistema della mobilità cittadina. Conseguenza di un'impostazione ideologica dettata da estremismo ambientalista e da quiescenza di taluni settori, anche da parte di quanti sembravano più oculati e moderati. Dopo oltre dieci anni da quella N improvvida decisione del Consiglio Comunale, oggi si torna a parlare di parcheggi, ma sempre in maniera evanescente, senza concretezza, senza reale volontà di costruirli. Eppure in tante città d'Italia, d'Europa e del mondo i parcheggi interrati sono ormai un capitolo chiuso da anni, con strutture ricettive che si trovano nei centri urbani. Si è compreso e sperimentato che i parcheggi interrati sono infrastrutture necessarie allo sviluppo ed alla vivibilità delle città: riducono la sosta di superficie favorendo lo scorrimento del traffico ed abbattendo i livelli di inquinamento, contrastano il fenomeno dei parcheggiatori abusivi, riqualificano le aree soprastanti, rispondono alle esigenze di carattere commerciale e residenziale, creano occupazione, risanano il sottosuolo. Una serie di ricadute positive, insomma, che non possono essere sottovalutate e che, se lo sono state, portano solo a due considerazioni: o si è in malafede, o non si è in grado di guardare allo sviluppo della città. Purtroppo questa è la ferrea logica che impatta con la realtà. A Chiaia, ad esempio, a fronte di circa 5500 stalli blu per residenti vi sono ben 11200 richieste di permessi di sosta. A ciò si aggiunga la richiesta dell'utenza commerciale o di quella che si reca presso gli uffici e la bomba ad orologeria esplode ogni giorno. Come si può, ancora oggi, essere pregiudizialmente contrari ai parcheggi interrati? Come si può tollerare che alcuni politici della maggioranza comunale parlino ancora di «mani sotto la città», parafrasando un famoso film sulla speculazione edilizia a Napoli? Una miopia devastante. Oggi abbiamo un Commissariato straordinario per l'emergenza viabilità. Bene. Ma finora cos'ha prodotto in termini pratici? Dal 1997 ad oggi, delle 4 annualità del PUP è stato realizzato un solo parcheggio. Eppure tanti progetti sono stati presentati da privati, fatti propri anche dalla Municipalità (nella foto a destra: un progetto di parcheggio sotto piazza Vittoria), senza che un euro dovesse essere speso da parte del Comune. Eppure solo dinieghi, perplessità, lacci burocratici. Con evidente ricaduta negativa sui cittadini. Solo una classe dirigente nuova e pragmatica, con visione di prospettiva e amore per la città, potrà recuperare il tempo e le occasioni perse. *Presidente Municipalità 1 RIFLESSIONI di MIMMO DELLA CORTE QUANTO COSTA LA FESTILENZA eventi, manifestaFche:este, zioni, iniziative turistiper essi finanziamenti in quantità dal governo regionale. Basta sbirciare i Burc (Bollettini regionali) n. 59 del 5 ottobre e n. 61 del 12 ottobre. Colpisce la cifra erogata in quei settori: 19 milioni di euro. Ovviamente fare di «tutta l'erba un fascio», sarebbe ingiusto. Se, infatti, è vero che nel decreto dirigenziale n.864 del 1° luglio 2009, pubblicato sul Burc del 5 ottobre (che distribuisce ben 9 milioni e 204 mila euro ad associazioni pubbliche e private, comunità montane, università, comuni) sono indicate ben 1302 iniziative, quasi tutte modeste, ce ne sono però alcune di assoluto rilievo e degne di massima considerazione. Poche, però, e non «nobilitano» l'intero elenco. Intanto, una domanda: come mai, se sono eventi fatti nel 2007 (o così dovrebbe essere, visto che si riferiscono a quell'anno), vengono liquidati solo nel 2009, cioè 2 anni dopo? Forse perché, essendo pervenute troppe richieste, valutarne la fattibilità ha richiesto tempo? Assolutamente no. Di ciò infatti nessuno pare si sia preoccupato, altrimenti non si spiegherebbe come mai, nel decreto dirigenziale, in cui avremmo dovuto leggere «iniziativa tenuta..», invece leggiamo, a dispetto del tempo trascorso, «da tenersi». La verità è che forse pesano considerazioni di ordine politico e non il concetto della spesa utile alla collettività. Siamo malfidati? Per niente. Non si spiegherebbero altrimenti spese in apparenza irragionevoli come la seguente: la «trilogia della villeggiatura», messa a punto da «Teatri Uniti», è costata alla regione ben 150mila euro. E ancora: giusto per sapere se ne valeva la pena, avremmo Le iniziative di Chiaia Magazine In ESCLUSIVA con il giornale il film su GIANCARLO SIANI “E io ti seguo”, scritto, diretto e prodotto da Maurizio Fiume. Costo del dvd: 3,90 euro Per l’acquisto telefona al numero 081.19361500 “Io non voglio conoscere la verità ma mi piacerebbe poterla scrivere” almeno il diritto di sapere chi è Ciro Capuano cui l'Ass. Europa Giovani ha dedicato una festa, visto che il contributo è di 15mila euro. E democraticamente chiediamo: cosa ha giustificato i 14mila euro erogati all'Ass. Culturale Giovani Fautori per il «Progetto Giovani Fautori». Non basta: certamente i soci dell'Associazione Onlus Ipazia avranno meritato i 25mila euro della Regione per aver organizzato la manifestazione «Divertiamoci Insieme» ma di sicuro i contribuenti avrebbero preferito investimenti diversi. E sempre secondo il Burc risulta che, per organizzare l'assemblea straordinaria dei soci, l'Associazione Radioamatori di Pompei, si è vista assegnare 10mila euro: non entriamo nel merito, certamente legittimo, ma almeno lo si illustrasse ai cittadini. Ed eccoci al Burc n. 61 del 12 ottobre che distribuisce la 1° tranche (relativa all'Inverno 2009-2010) delle 4 tranche da 10 milioni cadauna a disposizione della manifestazione culturale «Quattro stagioni». Qui sono previste 42 iniziative di varie fogge ma, secondo noi, non di grande respiro: fra esse spicca, soprattutto per il costo che è di 2.350.000 euro, «Il ritorno al Barocco, da Caravaggio a Luigi Vanvitelli», evento firmato dalla Sovrintendenza al Patrimonio Artistico di Napoli; ma impongono una riflessione anche i 500mila euro con cui la Fondazione Donnaregina (quella del Museo Madre) dovrà realizzare la solita «opera in piazza del Plebiscito» per il prossimo Natale. Qua e là, infine, spuntano dal Bollettino regionale barocchismi vari, presepi, feste di capodanno, e altre minuzie: per tutto l'insieme 10 milioni di spesa. Arrivederci al prossimo Burc. 5 QUARTIERISSIME OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 6 Criminalità, Chiaia chiede più controllo SICUREZZA. Il colpo gobbo all’Alabardieri ha riacceso la polemica sulle ronde L’appello dell’associazionismo civico: «Il Sindaco ricorra ai suoi poteri speciali» Umberto Zacca ei professionisti della rapina preparano nei minimi dettagli un colpo da maestri: sottrarre gioielli e pietre preziose esposti in un prestigioso hotel cittadino. I volti coperti da un passamontagna, parrucche per camuffare l'aspetto, pistola alla mano e un «palo» che sorveglia i dintorni. In pochi minuti entrano ed escono indisturbati, dopo aver razziato preziosi per il valore di 500mila euro, lasciando il personale e gli avventori dell'albergo terrorizzati. Poi la fuga: nessuna corsa rocambolesca, occhiali da sole e parrucche nascondono il volto dei tre che si allontanano col bottino, con fare per nulla sospetto, per dirigersi alla macchina che li sta aspettando in piazza dei Martiri (solitamente presidiata delle forze dell'ordine). Non è la trama di un nuovo film d'azione hollywoodiano ma è ciò che è successo nell'Hotel Alabardieri a Chiaia, il 19 ottobre, in pieno giorno. La mattina seguente una spedizione punitiva, in stile «Arancia meccanica», al liceo Umberto (nella foto in alto) ha definitivamente trasmesso agli abitanti della zona un vero e proprio clima di terrore. Episodi di questa gravità fanno riflettere ma soprattutto hanno il mortificante effetto di spingere sotto zero il livello della percezione di sicurezza degli abitanti del quartiere, già ai minimi storici. Quest'ultimo affronto da parte della criminalità nel cuore di COMMISSIONE MANUTENZIONE Cicala nuovo presidente D Chiaia sparge sale su una ferita aperta, quella delle ronde cittadine. Nello scorso numero Chiaia Magazine aveva sollevato il problema delle famigerate «decoronde», la proposta figlia del patto antidegrado stipulato da ben sei associazioni civiche, quasi tutte del territorio. Il piano non era quello di formare vere e proprie ronde di cittadini, bensì prevedeva la possibilità di segnalare alle istituzioni situazioni di degrado e vandalismo, soprattutto quelle che si verificano ai danni degli spazi pubblici e dei maggiori monumenti presenti sul territorio come, ad esempio, la Villa Comunale. È bastato questo per scatenare la bagarre: l'amministrazione Comunale si è dichiarata assolutamente contraria a qualsiasi tipo di forma di controllo diverso da quello istituzionale, rappresentato da forze dell'ordine e Polizia Munici- pale. E così, ora, le associazioni come «Chiaia per Napoli» di Paolo Santanelli incalzano Rosa Russo Iervolino perchè usi i suoi poteri speciali in materia di sicurezza, come previsto dal decreto Maroni. «Se il Sindaco non darà prova efficace del suo impegno, allora subentri il Prefetto, - ha dichiarato Santanelli - esistono altri sistemi per rendere la città più sicura, senza ricorrere alle ronde, ad esempio la videosorveglianza che, come dimostrato, riduce i reati del 25%. Inoltre, gli ultimi episodi hanno dimostrato che alla videosorveglianza va unito un servizio di controllo delle zone commerciali e produttive della città, dove invece la microcriminalità la fa da padrona. Non è accettabile che dei turisti vengano rapinato proprio nelle vie dello shopping come sta succedendo di frequente ultimamente». TECNOLOGIA Il Wireless a Chiaia con i fondi Unesco Una rete internet a banda larga a Chiaia, che abbia costi contenuti, semplice realizzazione, infinite applicazioni e bassissimo impatto ambientale e che possa mettere in contatto tra loro amministrazioni, pubblica sicurezza, scuole, ospedali, aziende, cittadini e turisti. Non è un sogno ma un ambizioso progetto promosso dalla Prima Municipalità che si proietta nel futuro attraverso una tecnologia già utilizzata in numerose città nel mondo, dalla Silicon Valley a Singapore, e recentemente anche in tutta la provincia di Brescia: l'outdoor wireless mesh. In parole semplici si tratta di una connessione internet a banda larga a disposizione di tutti i cittadini e dei turisti che in qualsiasi momento possono connettersi con il pc o col cellulare, liberamente e all'aperto. Le zone dove far partire questa innovativa sperimentazione sono state individuate, in base alla forte propensione turistica, nell'area portuale e nella Villa Comunale. Il motivo è semplice: una delle applicazioni della rete outdoor wireless è proprio quella di fornire la possibilità di connettersi ad internet in spazi aperti dove i turisti possono accedere alle informazioni necessarie riguardanti servizi, mostre, attività, e altro. Le applicazioni sono innumerevoli e, col tempo e con un adeguamento non troppo costoso da parte degli Enti e delle principali società e aziende che offrono servizi, sarà possibile aprire ad una nuova frontiera dei contatti tra istituzioni e cittadini, imprese e servizi commerciali. E non solo: sarà, infatti, possibile integrare i servizi di videosorveglianza, coordinare il monitoraggio del traffico, delle ZTL e molto altro ancora. Per quanto riguarda la Municipalità 1, la sfida sarà quella di utilizzare questa tecnologia al fine di supportare e rafforzare la comunicazione con le squadre di intervento di Polizia e Vigili del Fuoco, oltre al monitoraggio di aree ed edifici di notevole importanza storica, culturale e turistica, anche in vista del Forum delle Culture 2013. L’operazione avrebbe un bassissimo impatto ambientale come è stato accertato dall’Istituto Superiore di Sanità che ha giudicato non nocive le onde a bassa frequenza. Il piano, a cura dell'assessore alle Politiche Sociali della Municipalità 1, Silvana D'Ippolito, è attualmente al vaglio della cosiddetta cabina di regia per il recupero del centro storico, di cui fanno parte Comune, Regione, Curia e Soprintendenza, in merito all'inserimento nel Progetto Integrato Urbano di Napoli (PIU). Le operazioni di ammodernamento faranno parte del restauro globale della Villa Comunale, che figura tra gli interventi previsti grazie ai fondi Unesco per la salvaguardia del patrimonio. (rita giuseppone) Il Consiglio della Municipalità 1 ha eletto il nuovo presidente della Commissione Manutenzione: è Fabio Cicala, 36 anni, dal 2006 consigliere a Chiaia-Posillipo-San Ferdinando tra le file del centrodestra e già vicepresidente della Commissione Ambiente. Cicala subentra nell'incarico a Francesco de Giovanni, da giugno consigliere provinciale. Il neopresidente ha già anticipato che la Commissione si focalizzerà da subito sulle condizioni delle strade del quartiere e sulle manutenzioni più urgenti. «Ad iniziare da buche e voragini - precisa Cicala - che in zona Chiaia sono un flagello, minacciando l'incolumità dei cittadini e provocando poi grave pregiudizio al bilancio comunale a causa dei risarcimenti che scaturiscono dai contenziosi, spesso persi da Palazzo San Giacomo, per incidenti occorsi a passanti e automobilisti». Accanto alla piccola viabilità, materia di competenza del governo di quartiere, Cicala assicura però impegno anche per le strade più grandi. Ad esempio parco Margherita in cui, secondo il neopresidente, va eseguita un'accurata asfaltatura: «Gli attuali sampietrini non possono più sostenere l'intenso traffico veicolare con la conseguenza di dissesti e incidenti. Inoltre un nuovo manto in bitume fonoassorbente abbatterebbe anche l'inquinamento acustico. Verrebbe, infine, a crearsi una direttrice asfaltata omogenea che partirebbe dalla rinnovata via Tasso, continuerebbe in corso Vittorio Emanuele e si concluderebbe infine in parco Margherita». Nell'agenda della Commissione è prevista anche l'istituzione di un tavolo di consultazione permanente con il Servizio Fognature del Comune per attivare un osservatorio sulle condizioni della rete fognaria della Municipalità 1: ciò sulla scorta delle recenti emergenze idrogeologiche. RIQUALIFICAZIONE Restyling a piazzetta Eritrea Piazzetta Eritrea: a grandi falcate verso il recupero. Il consiglio della Municipalità 1 ed una rappresentanza di cittadini hanno recentemente visionato i due progetti di riqualificazione, formulati dall'Ansaldo. Sono emerse ulteriori esigenze passate adesso al vaglio della Commissione Urbanistica del governo di quartiere, presieduta da Alessandra Lancellotti, che provvederà ad inserire organicamente i contributi nei piani di restyling. Tempi dell'operazione: a gennaio l'Ansaldo smobiliterà il vecchio cantiere del metrò e subito dopo decollerà il cantiere del recupero. La nuova piazzetta è stata pensata su misura di anziani, mamme e bambini: non mancheranno spazi verdi, panchine e probabilmente anche un corner per gli amici a quattro zampe. «Una dimostrazione - ha commentato la Lancellotti - che quando la politica vuole interagire col cittadino, può farlo e senza imporre progetti dall'alto». Da piazzetta Eritrea a via Manzoni per registrare, dopo un periodo di prova, il successo ottenuto dalla rotatoria sistemata alla confluenza con via Caravaggio: la struttura è ancora mobile e la Commissione Mobilità della Mun. 1, presieduta da Mario Mele, sta adesso programmando una struttura stabile e definitiva. ASSOCIAZIONISMO CIVICO Il faro per il Sud Rilanciare l’imprenditoria nel meridione puntando sulla produzione interna e sui prodotti locali, favorire gli investimenti spesso frenati dalla macchina burocratica, creare una rete di contatto con le altre associazioni del Sud Italia per rappresentare una efficace identità di insieme superando la frammentazione dei partiti politici. Questi gli obiettivi dell’associazione «Il faro per il Sud», fondata da Ciro Di Dato, imprenditore edile di 48 anni, da sempre dedito al recupero e alla valorizzazione del territorio. «Lo sviluppo economico del meridione - spiega Di Dato - è stato frenato per decenni da forme nocive di assistenzialismo come la Cassa del Mezzogiorno e dai numerosi progetti trasformatisi in pozzi mangiasoldi che non hanno mai portato a nulla di concreto, affondando un territorio che in quanto a produttività, con gli opportuni investimenti, non avrebbe nulla da invidiare ad altre realtà del Paese più sviluppate. Incentivare l’imprenditoria nel Mezzogiorno - conclude Di Dato - è necessario per poter sperare in una realtà occupazionale diversa anche per i nostri figli». QUARTIERISSIME OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 7 San Ferdinando, frammenti di degrado L’INCHIESTA. Sant’Anna di Palazzo, gradoni di Chiaia, rampe Lamont Young Monumenti di incuria. Accorato appello dei residenti: «Ridategli dignità» LA SEGNALAZIONE di MASSIMO GALLOTTA AFFISSIONE SELVAGGIA ia Domenico Morelli, una delle strade più V prestigiose di Napoli, che negli ultimi mesi sta vivendo un periodo di rilancio con Da sinistra: via Nardones, i cantieri al Monte Echia e l’Archivio di Stato Rita Giuseppone egrado, abbandono, lavori eseguiti frettolosamente e senza criterio, cantieri fermi e abbandonati che automaticamente diventano discariche abusive, alloggi di sfollati, barboni, tossicodipendenti. Anche questa è Chiaia-S. Ferdinando, dove i salotti chic e i vicoletti storici nascondono un’amara verità fatta di negligenza e incuria, una trascuratezza che ferisce costantemente cittadini, turisti e residenti. Uno di questi, il ragionier Vittorio Macina, un uomo comune che si è sempre battuto per un quartiere vivibile, a dimensione umana, ci ha accompagnati in D un breve ma intenso viaggio nella desolazione di alcuni tra i luoghi più storici e affascinanti di questa città. Nel cuore dei Quartieri Spagnoli sorge una cattedrale nel deserto: «Il mercatino di Sant’Anna di Palazzo - spiega Macina - inaugurato nel 2001, era stato creato per ospitare nei suoi 26 stand artigiani, rivenditori di prodotti tipici. Si ipotizzò perfino una scuola del gusto. Nulla di tutto questo è stato realizzato perché le sue mini-cavità sono talmente anguste da non risultare appetibili neppure per i tanti ambulanti che sostano in zona. In questi otto anni solo cumuli di rifiuti, lasciati dagli sbandati che occupano la struttura furtivamente di notte e recentemente l’ennesimo sfregio: il furto degli infissi e dei cancelli in ferro che sigillavano i casupoli». Poco più in là i gradoni di Chiaia: «Lì il problema riguarda la viabilità, - spiega il ragioniere, residente della zona - quest’estate sono stati installati dei paletti di sbarramento a via Nardones, quindi i residenti e tutti gli utenti degli esercizi commerciali dei gradoni di Chiaia sono costretti a transitare in automobile a via Chiaia, che invece è zona pedonale ma soltanto a parole». Altro luogo minacciato dall’incuria e dal degrado sono le famigerate rampe Lamont Young al Monte Echia. «I la- vori dell’ascensore proseguono a rilento - nota Macina - e il cantiere che si trova in cima alle rampe è diventato ricettacolo di rifiuti e preda degli assalti notturni dei balordi. Lungo le rampe, che si affacciano su uno dei più bei panorami di Napoli, mura fatiscenti e deturpate da scritte, una totale desolazione che offre la possibilità a malviventi e tossicodipendenti di fare i propri comodi, sapendo che in quella zona manca qualsiasi forma di vigilanza. Per non parlare dell’Archivio Storico, ormai fatiscente». Monumenti all’abbandono, dunque, che i residenti chiedono a gran voce di recuperare, per il quartiere e per Napoli. l'apertura di nuovi esercizi commerciali, ha purtroppo un piccolo, grande «neo». Anche qui imperversa manifesto selvaggio. All'altezza di piazza dei Martiri, infatti, vi è un locale che appare dismesso da lungo tempo. E qui gli attacchini selvaggi hanno infierito, lordando i muri del locale. È un'immagine di degrado urbano molto frequente nella nostra città. E le nostre strade, anche le più rinomate, perdono la loro bellezza per l'assenza di un'opera di bonifica degli sfregi dei graffitari e dei manifesti abusivi da parte delle autorità preposte in materia. Il Comune, su questo fronte, è inadempiente da sempre. Pare infatti che non ci siano risosrse a disposizione per allestire una squadretta di operai che eseguano le opportune defissioni. Ci risulta che, dal punto di vista tecnico, il compito spetti alla Elpis, società partecipata del Comune. Intanto ci si augura che anche i proprietari degli immobili deturpati si impegnino in prima persona e provvedano a piccoli interventi di manutenzione per mantenere alto il decoro di una zona che ha tutti i numeri per assumere la leadership della città. QUARTIERISSIME OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE Posillipo rivendica la storica funivia RECUPERO. Il movimento Vanto esorta il ripristino della struttura, inattiva da quasi 50 anni. Messa in vendita dall’Ente Mostra, versa in stato di abbandono L’ORA LEGALE di ANTONELLA ESPOSITO GAGLIARDI PARCHEGGI, SOSTA TUTELATA a Corte di Cassazione, con la sentenza del 27 genLmobilisti naio 2009 n. 1957, «rende giustizia» a tutti gli autobeffati dal furto della propria auto nonostan- Rita Giuseppone entre l’intellighenzia partenopea si divide tra favorevoli e contrari riguardo al quesito balzato recentemente agli onori della cronaca, ovvero il progetto della funivia dei musei (da Capodimonte al Museo Archeologico Nazionale), associazioni come il Movimento Vanto di Angelo Forgione ammoniscono l’opinione pubblica affinché quest’ambiziosa opera, per la quale la Regione Campania ha stanziato un milione e 348mila euro, non diventi l’ennesima cattedrale nel deserto, com’è successo nel caso della storica funivia di Posillipo. Costruita nel 1940, ad opera della ditta Cerretti & Tanfani su progetto dell’architetto Giulio De Luca, la funivia che collegava via Manzoni con la Mostra d’Oltremare (proprietaria della struttura) si estendeva per una lunghezza effettiva di 1629,3 metri. M Le due cabine da 20 posti, di cui una è ancora visibile nella stazione di Fuorigrotta e ospita un negozio di fiori, percorrevano un lungo tratto iniziale quasi orizzontale, intervallato da piloni, per poi inerpicarsi per 945 metri lungo la collina di Posillipo. La Mostra d’Oltremare, polo fieristico inaugurato lo stesso giorno della funivia, il nove maggio del ‘40, ha da tempo messo in vendita le due stazioni di cui è proprietaria ma le numerose sollecitazioni della I Municipalità affinché il Comune le acquistasse in prospettiva di un ripristino,sono cadute nel vuoto. La funivia fu soppressa nel 1961 per motivi di sicurezza in quanto il boom edilizio delle zone adiacenti ne inficiava il percorso e da allora i suoi piloni svettano in evidente stato di abbandono in via Cavalleggeri D’Aosta, mentre la stazione di Posillipo (nelle foto in alto: la stazione com’è e com’era) è stata trasformata in un bar panoramico. La Municipalità ha approvato da ben tre anni una delibera per il ripristino della struttura ma in tutto questo tempo né Palazzo San Giacomo né l’Ente Mostra si sono mossi in tal senso. Lo stesso presidente, Fabio Chiosi, ha lungamente caldeggiato l’ipotesi di un recupero, specie da quando le stazioni sono state messe in vendita: «Bisognerebbe approfittarne ha dichiarato Chiosi - per alcuni sarebbe un errore collegare Posillipo, uno dei salotti buoni della città, con Bagnoli. Invece secondo noi la funivia potrebbe diventare un ottimo attrattore turistico e risolvere i problemi di traffico che coinvolgono la zona di Coroglio». Porre fine all’isolamento di Posillipo, incentivare il turismo e migliorare la viabilità, tutti vantaggi che potrebbero venire dal recupero della storica funivia, magari meno avveneristica di quella dei musei ma di certo meno costosa. te il pagamento del parcheggio! Al contratto atipico di parcheggio, sostiene la Cassazione, si applica la disciplina dettata per il contratto di deposito e, conseguentemente, per il gestore del parcheggio sussiste un obbligo di custodia del bene ricevuto ex art. 1766 cc. Ciò significa che, in ipotesi di furto di un veicolo in sosta in un'area adibita a parcheggio, il gestore sarà costretto a corrispondere al proprietario della vettura una somma pari al valore dell'auto rubata oppure rifondere all'impresa di assicurazione l'indennizzo che quest'ultima ha già corrisposto al proprietario ex art. 1916 cod. civ. Ma vi è di più. Il principio enunciato dalla Corte vale anche per quei parcheggi dotati di un sistema di automazione di ingresso ed uscita dei veicoli e quindi sprovvisti di personale addetto a ricevere la consegna del bene. E sempre secondo il parere del Giudice di legittimità, se trovate affisso all'ingresso del parcheggio un cartello in cui la società di gestione declina ogni responsabilità in caso di furto o danneggiamento dell'auto, niente paura. Questa clausola non ha effetto se non specificamente approvata per iscritto ai sensi dell'art. 1341 II comma cod. civ., in quanto rientrante tra le condizioni generali di contratto limitative della responsabilità di chi le ha predisposte. E l'obbligo di custodia sorge anche nel caso in cui l'area recintata a parcheggio è gestita da una società municipalizzata e la sosta dei veicoli sia subordinata al pagamento di una somma in proporzione alla durata della sosta. Insomma, con questa sentenza c'è un motivo in più per gli automobilisti napoletani per servirsi senza timore di un parcheggio custodito perché, a fronte di un piccolo esborso, sia nell'ipotesi di evitare contravvenzioni oltre che di essere di intralcio al traffico, si è garantiti anche nell'ipotesi di furto. 8 QUARTIERISSIME OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 9 Molo di Mergellina, Sos inquinamento IL CASO. La scogliera più amata di via Caracciolo nasconde uno scarico fognario Associazioni e cittadini chiedono con urgenza una messa a norma dello sversatoio Rita Giuseppone orse non tutti sanno che il nome Mergellina deriva in realtà dal termine «mergoglino», uccello acquatico appartenente alla famiglia Mergellus albellus. È invece noto a tutti che la fauna che attualmente popola la scogliera attigua al molo Luise in via Caracciolo è ben diversa. I ratti lì sono di casa e non potrebbe essere altrimenti, visto che proprio tra gli scogli adiacenti al molo, meta di uno degli itinerari del Golfo per i turisti e che ospita numerose imbarcazioni, si possono trovare rifiuti di ogni tipo. Pezzi di automibili smembrate, contenitori di polistirolo, sedie di plastica e addirtittura contenitori di cartone per la polvere dei fuochi d’artificio, tra i più originali, oltre alle solite cartacce e l’immancabile miriade di bottiglie di plastica. La visuale è accompagnata da un tanfo che indica la presenza di una vera e propria discarica, che si estende F Da sinistra: lo scarico fognario «incriminato» di Mergellina per larga parte della scogliera. Gianluca Muscettola, consigliere della I Municipalità, sollecitato dalla segnalazione dell’associazione «la Riva Destra», ha avuto modo di rilevare la presenza di uno scarico fognario che, secondo il consigliere, a giudicare dal cartello non è a norma. «Ho raccolto lo sdegno dei diversi battellieri che operano nella zona - ha spiegato Muscettola - e dei proprietari degli chalet, che lamentano un preoccupante stato di abbandono a ridosso dello sversatoio dove la presenza degli scogli impedisce il passaggio e quindi il riciclo dell’acqua, oltre l’ammassamento di rifiuti». Il consigliere ha scritto una lettera al presidente della Municipalità, Fabio Chiosi, nella quale ha formalmente richiesto alle autori- tà competenti «la messa a norma dello sversatoio e la rimozione dei rifiuti che inquinano la scogliera e la stessa zona d’acqua antistante, onde restituire dignità, pulizia ed igiene a questa zona che rappresenta la cartolina di Napoli». Un appello che fa eco a quello dei tanti cittadini che, già durante la stagione estiva, avevano lamentato lo stato di degrado e le scarse condi- zioni igienico-sanitarie della zona. Sono stati caricati su siti internet come Youtube e YouReporter diversi video di denuncia contenenti immagini raccapriccianti che mostrano bagnanti e coppiette pressoché indifferenti bivaccare sugli scogli, circondati dal pattume. Basta digitare le parole «Mergellina» e «rifiuti» per assistere ad uno scenario non proprio da cartolina. «Early English», i bimbi imparano e si divertono ISTRUZIONE. Nella scuola di Eleonora Filangieri un metodo innovativo per apprendere l’inglese Il bilinguismo: un valore aggiunto. Ma perché funzioni, la seconda lingua va «respirata» da piccoli insieme alla lingua madre. Una verità che ora ha anche l'avallo degli scienziati che hanno perfino fotografato l'«interruttore» cerebrale con cui il bilingue passa naturalmente da una lingua all'altra. A patto, ribadiscono, di acquistare confidenza con l'idioma straniero fin dalla tenera età. E su questo, allora, qualcuno ha edificato un metodo rivoluzionario di apprendimento della seconda lingua: da 25 anni la linguista britannica Helen Doron, col suo sistema «Early English», mette in pratica un programma d'avanguardia nell'insegnamento dell'inglese, eliminando il convenzionale scenario scolastico e con esso testi rigidi, interrogazioni pedanti e perfino i banchi. Lei invece ha puntato su gioco, creatività e fantasia con programmi divertenti, materiale didattico di qualità, atmosfera familiare e ambienti colorati e fiabeschi: un mix irresistibile per i giovanissimi che così assorbono non solo gli schemi grammaticali, ma si tuffano nell'«umanità» palpitante della lingua, padroneggiando persino toni e atteggiamenti dell'inglese parlato. Proprio come accade a casa con la lingua madre. Ed è perciò che oggi nel mondo i centri «Early English» sono ben 500. E Napoli non fa eccezione: l'ultimo nato è in via Monte di Dio 46 grazie all'iniziativa di Eleonora Filangieri, convinta da sempre che il bilinguismo sia una formidabile chance da regalare ai figli, e poi così conquistata dalla nuova formula da sperimentarla dapprima sui suoi figli per poi inaugurare a settembre la sua sede partenopea con due teacher profes- sionali. Le aule sono 2: «Savana» e «Oceano», affrescate con vivide immagini della natura, e munite di cuscini in cui si accomodano gli «scolari», ovvero bambini dai 3 mesi in poi o adolescenti fino ai 14 anni. I corsi sono 10: 6 di inglese parlato per la prima infanzia e le elementari, e 4 di inglese parlato, letto, e scritto per i più grandicelli. Tra essi il «Baby's Best Start» (da 3 a 18 mesi) in cui mamme e figli interagiscono, condividono e imparano entrambi. E per tutti non solo regole, ma anche favole, fumetti, giochi enigmistici, canto, danza, audiovisivi: insomma imparare divertendosi senza che nulla sia lasciato al caso. Conclude la Filangieri: «Un'educazione al nuovo linguaggio impregnata di realtà quotidiana». Infotel 081.2457457. c h i a i a m a ga z i n e SAPERVIVERE SOCIETÀ • COSTUME • RELAX • MOVIDA • EVENTI • CURIOSITÀ Colto e over 50: il popolo dei cineforum CULTURA. Al via la stagione di proiezioni nei cineclub partenopei. Pellicole impegnate e retrospettive per gli amanti dei film d’essai. Con qualche eccezione Antonella Carlo mpegno e cultura, produzioni italiane ed internazionali, film pluripremiati e piccole sperimentazioni indipendenti: è un anno all'insegna della riflessione quello definito dai principali cinema partenopei nelle loro proposte di cineforum 2009/2010. Un anno che si preannuncia non soltanto lungo ed intenso per le sale partenopee, ma segnato da un fil rouge capace di legare, in un'armonia forse non voluta a priori, le diverse aree cittadine: al Vomero, così come a Chiaia ed al centro storico, andare al cineclub significa, infatti, vivere un percorso di confronto dialettico con opere di spessore e calibro. Certo, come in ogni anno, ci sono film più leggeri in ogni cartellone: è il caso di «Solo un padre» con Luca Argentero e Jasmine Trinca o de «La rivolta delle ex» con Jennifer Garner e Michael Douglas, che ritornano entrambi, trasversalmente, in quasi tutte le proiezioni cittadine. Forse per sopperire ad una assenza pesante nel panorama partenopeo (manca, da un biennio, il particolarissimo cineforum in lingua italiana del Grenoble di via Crispi), le altre sale hanno reso ancora più forte la loro antica politica della qualità: spazio di certo alla commedia, ma in «esemplari» brillanti e raffinati (come dimenticare il gioco surreale e grottesco di «Diverso da chi?» con Luca Argentero, Claudia Gerini e Filippo Nigro?). Così, con differenze leggere di prezzi ed orari (il Filangieri è un po' più caro degli altri, con un abbonamento da 60 euro per 25 film, mentre Ambasciatori e Modernissimo si attestano ai 55 euro per 27 e 26 pellicole), i cineforum riempiono i primi giorni della settimana: tutti sono fedelissimi al martedì, nelle declinazioni pomeridiane e serali, mentre qualcuno può presentare anche programmazioni il mercoledì e giovedì in un nuovo slancio verso il week-end. A differenza di quanto avviene per i grandi teatri partenopei in cui, con eccezione del Mercadante, il baricentro dell'interesse sembra spostato verso la com- I media partenopea ed il cabaret, al cinema, dunque, la scelta di organizzatori e pubblico è coincidente: sì all'attenzione verso i registi nostrani, ma curiosità ed apprezzamento vanno anche ai francesi ed ai tedeschi; per quanto riguarda gli americani, invece, non tramonta Clint Eastwood che, con il suo «Gran Torino» (nella foto un’immagine tratta dal film), proietta uno sguardo lucido sull'integrazione e sull'amore alla fine dell'era Bush. Eppure questo rinato culto verso il cinema d'autore sembra coinvolgere soprattutto i ragazzi dai capelli grigi: ancora una volta in tutti i cineclub cittadini, la generazione dai venti ai trenta rappresenta soltanto il 10% dell'audience totale; in questo quadro complessivo, i meno adulti, dunque, sono i professionisti quarantenni, che, insieme agli over cinquanta, costituiscono lo zoccolo duro degli abbonati. Più giovanile, in- vece, è la frequentazione delle retrospettive in lingua originale, presentate dagli Istituti culturali stranieri all'intera cittadinanza e non soltanto per gli studenti dei loro corsi: al Grenoble, sino a fine mese, ciclo di proiezioni ed incontri su Bertrand Tavernier, mentre, per gli appassionati della cultura iberica, ecco al Cervantes di via Nazario Sauro una carrellata di appuntamenti di cinema e teatro, con rielaborazioni filmiche di opere drammaturgiche; al Goethe, ancora, con ultima proiezione a novembre, sguardo ed approfondimenti sul cinema nella DDR, in occasione del ventennio della caduta del Muro di Berlino. «La pelle umana delle cose, il derma della realtà, ecco con che cosa gioca anzitutto il cinema», scrive Antonin Artaud. Con questa premessa, con questa straordinaria sintesi poetica, anche Napoli si sta preparando ad affrontare la sua nuova stagione filmica. MODA/1 Le seduzioni Ferragamo Salvatore Ferragamo ha presentato il 3 ottobre la nuova collezione donna Autunno Inverno 09/10 presso la storica boutique di Piazza dei Martiri. Alla sofisticata eleganza che contraddistingue le sue creazioni, quest'anno la maison fiorentina ha aggiunto un tocco di divismo, ponendo al centro dell'attenzione una donna ad alto tasso di seduttività: spalle importanti, cappe avvolgenti sopra maglieria in pizzo, gonne tubolari e abiti bustier che rendono la silhouette scolpita e statuaria. Non a caso il dettaglio più glamour, presente nella collezione sotto forma di bracciale o di girocollo, è la rosa rossa, simbolo per eccellenza di passione e femminilità. Ed il rosso è il colore di punta, soprattutto la sera, quando duetta solo col nero. Ai piedi straordinarie sculture: pezzi in cui l'esclusività della lavorazione artigianale e dei pellami dialogano naturalmente con la levigatezza del metallo . Il tutto alla luce di una continua ricerca pronta a disegnare nuovi tracciati dell'eleganza e del lusso. (l.c.) MODA/2 La linea donna Cucinelli Ammirata ed applaudita da circa trecento invitati, debutta a Napoli la linea donna di «Brunello Cucinelli». A presentarla, come si addice ad un vero gentleman, è giunto il re del cashmere in persona, l'originale imprenditore perugino che del pregiato filato ha fatto una filosofia di vita, inneggiando alla qualità e all'eleganza senza eccessi. Protagonista della passerella allestita al Bluestone di via Alabardieri, la collezione autunno inverno 2009, dedicata ad una donna che esplora i sentieri della moda in uniformi femminili, giocando con lunghe collane, sete e scialli delicati. Al termine Cucinelli è apparso al fianco di Annamaria Romano (nella foto), art director della serata e anima della nuova boutique Marjenne in via Morelli, dove le signore napoletane hanno già cominciato a farsi sedurre dal caldo abbraccio delle sue creazioni. Il negozio è infatti da subito diventato un nuovo punto di riferimento per lo shopping di classe, potendo contare, oltre che su Cucinelli, su marchi di grande pregio quali Rivamonti, Allegri e Gunex. Praticamente tutto ciò che serve ad una donna per avere un guardaroba chic e ricercato. (l.c) SOCIETÀ&COSTUME OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 11 Pinko, lezioni fashion tra libri e shopping Laura Cocozza a verità è che non controllo niente della mia vita, rincorro la moda in motorino,porto tacchi da squilibrata, ho una capa incontentabile e faccio danni alle feste, Però adesso ho un piano. Di fuga. Ma nessuno deve saperlo, quindi avanti dritto sui tacchi 12, come se niente fosse». Si confessa così, in quarta di copertina, Irene Sandri, la protagonista di «Lost in fashion» il libro d’esordio di Silvia Paoli, stimata giornalista di moda, che traduce in esilarante narrazione la vita frenetica di una fashion writer milanese. Il piano di Irene è di abbandonare il patinato mondo della moda e fare la massaggiatrice. Assurdo? Non resta che leggere. La storia si inserisce perfettamente nel filone di quella che gli americani e gli inglesi definiscono «Chicken literature» (letteratura da pollastrelle), per indicare un genere che si rivolge ad un pubblico di donne giovani, single e in carriera, spesso ironiche e allegramente adolescenziali; ma che attira anche gli uomini desiderosi di conoscere qualcosa in più dell’universo femminile. Per intenderci, il terreno in cui si dibatte Irene, con leggerezza e grandissimo senso dello humour, è lo stesso delle protagoniste di Sex and the city, de Il diavolo Veste Prada e di I love shopping: continuamente in bilico (con quei tacchi...) tra desideri, incertezze, grandi firme, ristoranti alla moda e piccole catastrofi quotidiane. E «L naturalmente, la ricerca di un uomo, impossibile da scovare, come gli appartamenti di Milano: libero subito, perfetto per coppia, da rivedere, rifinitissimo. Un uomo che, per una volta, non decida di attingere al suo «kit di cazzate», ovvero l’assortimento di scuse banali e odiose che, secondo Rachele, amica di Irene, gli viene concesso in dotazione fin dalla nascita da Dio stesso. Il kit comprende geniali espressioni quali «Con la mia ex non vado a letto da mesi» (e di solito lei la settimana dopo è incinta), «Mi piaci ma esco da una storia lunga», «Non ti merito», «Tu hai bisogno di un uomo diverso», «Non sei tu, è che non mi sono mai innamorato nella mia vita» e anche l’encomiabile «Ti voglio bene, ma non ti amo». Nessun luogo poteva essere più adatto, allora, per la presentazione di questo pink book, di una boutique di moda che, in più, ha nel marchio un richiamo al rosa: Pinko, appunto. Lo store di Napoli, in via dei Mille, ha infatti organizzato il 21 ottobre un evento ad hoc, al quale hanno partecipato oltre all’autrice, il presidente del marchio, Pietro Negra, Melissa Satta e il direttore di Velvet, Michela Gattermayer. La presenza della Gattermayer non è casuale: i «fashion addicted» la riconosceranno facilmente nel personaggio di Veronica, «il direttore rock», con un tatuaggio sul polso veramente «cool». Come pure individueranno la vera identità di Isabella Pucci Amati «Un filamento di donna con una cascata di capelli platino che sembra uscita da Asgard, il paradiso dei vichinghi», che sembra un elfo luce ma ha la forza di Thor, il dio del tuono. Non si può dimenticare, infatti, che Silvia Paoli è stata per cinque anni caporedattore moda di Vanity Fair, mensile sul quale tuttora tiene una seguitissima rubrica dall’omonimo titolo del libro. E non è da escludere che anche lei, come la sua eroina, non si sia interrogata ad un certo punto della vita, se scegliere tra la moda o la vita. Una scelta che Irene-Silvia lascia in sospeso in questo libro. Forse la farà nel secondo. Nella foto al centro: Pietro Negra, Michela Gattermayer, Melissa Satta, Silvia Paoli. IL COMPLEANNO 27 CANDELINE PER FRANCESCA Un compleanno da ricordare e incorniciare quello festeggiato, lo scorso 4 ottobre, dalla bella Francesca Guarracino per le sue 27 candeline. Luogo del party esclusivo il Club Virgilio, uno dei locali più «in» della movida partenopea. Insieme a lei ha ballato al ritmo dance e vintage e brindato perdendosi nella bellezza della notte un esercito fantastico e affascinante di invitati tra i quali abbiamo riconosciuto: Salvatore Cipollaro, Monica Virgillito, Mauro Tempesta, Guido De falco, Rossana Iovine, Pino Vitale, Grazziella Foschini, Walter Iacomino, Raffaele Torino, Peppe Rossi, Beatrice Umile, Rosaria Ippolito, Dino Settembre e tanti altri. Nel momento clou dell’evento, Francesca, tra foto, baci e abbracci, ha soffiato con dolcezza sublime sulle 27 candeline, circondata dall’affetto dei suoi amici. (Nella foto da sinistra: Marianna Di Fiore, Luana Aterrano, la festeggiata Francesca Guarracino e Milena Cerrato) Il giornale è online su www.chiaiamagazine.it archivio storico movida gallery sos chiaia exclusive card chiaiatour prossimamente la web tv di chiaia magazine SOCIETÀ&COSTUME OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE 12 Cannavacciuolo vincitore del Premio Rea LETTERATURA. La XV edizione del prestigioso riconoscimento punta sulle nuove leve. I giornalisti Mazzetti e Liguori vincitori ex-aequo per la sezione saggistica Francesco Iodice al 1995, per rendere omaggio alla memoria del grande scrittore Domenico Rea, è stato istituito il premio letterario a lui dedicato. Ideato dal professor Davide D'Ambra, la cui eredità è passata al figlio Livio, il premio si articola in modo piuttosto diversificato. Oltre alle sezioni narrativa e saggistica, vi è anche una sezione per i giovani lettori, oltre a premi speciali che vengono stabiliti di anno in anno. Nella sala Rari della Biblioteca Nazionale si è tenuta una conferenza stampa per illustrare la XV edizione del Premio Rea. La presentatrice Lorenza Licenziati, alla sua settima edizione, ha conferito il solito ritmo al premio ed ha introdotto i lavori presieduti dal direttore della Nazionale Mauro Giancaspro che con oratoria brillante e la sua caratteristica verve ha illustrato il programma del premio. Per la sezione saggistica sono stati proclamati vincitori ex-aequo i giornalisti Mimmo Liguoro per «Dove sta D Domenico Rea nel suo studio Zazà», Pironti editore, e Ernesto Mazzetti per «Scenari del sud di ieri e di oggi», Guida editore. Alla conferenza hanno partecipato Lucia, figlia dello scrittore scomparso, che tra poco presenterà una mostra sugli scritti poco noti di Domenico Rea, di Luigi Compagnone e altri scrittori, e Lorenzo Pone, nipote dello scrittore e pianista del trio Jean Vigo (il famoso regista francese cult degli anni '20, autore di «Zero en condite» e «Atlantis»). La giuria tecnica, presieduta da Mauro Giancaspro e composta dal fisico Massi- mo Capaccioli, dallo storico Luigi Mascilli Migliorini, dal direttore dell'istituto Cervantes Josè Vicente Quirante Rives, dal professore Massimo Loiacono e dal direttore del Conservatorio Patrizio Marrone, ha assegnato un premio speciale a Mauro Mazza, neo direttore di Rai Uno per il «TG2 Dossier Storie», un altro premio fuori concorso a Katia Massaro, presidente dell'associazione Delphis che si occupa della ricerca, studio e conservazione dei cetacei delle isole di Ischia e Ventotene, ed ha, infine, nominato la cinqui- na di autori in lizza per la vittoria finale. I finalisti per la narrativa sono stati Angelo Cannavacciuolo «Le cose accadono» Cairo editore, Raffaele Nigro «Santa Maria delle Battaglie» Rizzoli editore, John Domini «Terremoto napoletano» Pironti editore, Christian Fascella «Mia sorella è una foca monaca» Fazi editore e Danilo Mainardi «L'acchiappacolombi» Cairo editore. Il fiore all'occhiello del premio è però la sezione dedicata ai giovani autori cui è destinata la targa Dessì dal nome di colui che per primo pensò di dedicare un premio ai giovani autori (quest'anno ben 63), consapevole che la lettura e la scrittura sono il migliore antidoto per certe devianze, caratteristiche dell'adolescenza. La cerimonia finale si è tenuta sabato 24 ottobre nel salone delle feste del NH Ischia Thermal Resort (ex hotel Jolly) dove la giuria tecnica e quella popolare (130 componenti) hanno proclamato vincitore Angelo Cannavacciuolo per il libro «Le cose accadono», edito da Cairo. LA MANIFESTAZIONE Pizzofalcone protagonista del Premio Napoli 2009 Ha preso il via il 16 ottobre con l’apertura della mostra su Pizzofalacone all’Archivio di Stato la serie di eventi e di incontri che celebrano i vincitori del Premio Napoli, organizzato dall’omonima fondazione presieduta da Silvio Perrella. Ed è proprio lo scrittore e saggista, palermitano di nascita ma partenopeo d’adozione, a spiegare la scelta di Pizzofalcone come luogo dove celebrare la 55esima edizione del premio: «Tenere insieme il Pallonetto e Montedidio, ad esempio, non è certo semplice - ha spiegato Perrella - eppure appartengono allo stesso territorio. Un luogo bello, ma degradato. È al centro esatto della città, ma sembra essere un pezzo di periferia. È una contraddizione dolorosissima. Ed è necessario farsene carico, ognuno per quel che riguarda la sua parte». La giuria tecnica composta Giorgio Amitrano, Antonella Anedda, Carla Benedetti, Gianni Bonina, M. Francesco Cataluccio, Andrea Cortellessa, Martha Herling, Raffaele Manica, Maria Nadotti, Antonio Pascale, Isaia Sales, Marino Sinibaldi, Giovanna Zucconi e Fabrizia Ramondino ha decretato tre vincitori, Franco Arminio, Alessandro Leogrande e Luigi Trucillo, per la letteratura italiana (il premio speciale per questa categoria è andato ad Antonio Moresco) mentre per la letteratura straniera sono stati scelti gli scritti di Avrham Burg, Robert Harrison e Charles Simic. Altri due premi speciali della giuria sono stati attribuiti a Maurizio Valenzi e al centro Alberto Hurtado di Scampia. I vincitori verranno premiati nella giornata conclusiva del 15 novembre, dedicata alla memoria di Maurizio Valenzi, che si terrà a partire dalle ore 11 nella Sala dei Baroni del Maschio Angioino. Prima di allora numerose iniziative movimenteranno la zona di Pizzofalcone e non solo: sono previsti incontri di lettura all’interno delle carceri di Secondigliano e Poggioreale durante i quali i detenuti potranno partecipare a gruppi di lettura. IN REDAZIONE CON... VINCENZO AIELLO Vincenzo Aiello, critico letterario de «Il Mattino», ci racconta una Napoli magmatica, in bilico tra forze diverse che ne animano la genialità e l'estro. La cultura a Napoli oggi... Non mi sembra un gran momento, ma la forza della nostra città è stata sempre di essere indifferente ai fenomeni di malcostume. Poi, inaspettata, arriverà qualche primizia, che nascerà sempre dal «continuare Napoli», come diceva Marotta: non siamo noi a creare, ma è «La Città» che ci permette di raccontarla. Per quanto riguarda la vita culturale, l'Istituto Cervantes mi sembra un punto di riferimento. Questa atmosfera come è vissuta dagli intellettuali? Gli intellettuali risentono della complessità sociale e si attestano ad ottimi livelli. In questo senso, è ancora emblematico il titolo che «Il Mattino» pensò per un convegno: «E se Napoli fosse salvata dalla letteratura?» Lo scrittore napoletano che simboleggia lo spirito della città? Sono molti: perché lo spirito de «La Città» non è univoco. Pino Montesano è uno di quelli che apprezzo di più; amo molto, poi, la scrittura passionale di Miranda Miranda. Quale libro consiglierebbe ai nostri lettori? Ho apprezzato l'esordio di Gennaro Morra, «All'ombra della grande fabbrica», ed il secondo racconto di Salvio Formisano, «Nella mia vita ci piove dentro», ma anche l'ultimo Erri De Luca con i consigli ai giovani scrittori. E poi, per me, è fondamentele «L'abusivo» di Antonio Franchini: non solo perché la storia di Giancarlo Siani è una delle vene aperte della società civile partenopea, ma anche perché Franchini, grazie al reportage narrativo, mischia cronaca e vita. Così l'eredità dell'Ortese si rivela la vera novità del dire romanzesco di fine secolo e di inizio del nuovo millennio. Antonella Carlo SOCIETÀ&COSTUME OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE L’AMBO «MARRAZZO». Alla Tabaccheria Postiglione di Largo Ferrandina a Chiaia si inseguono sogni con una costanza incredibile. La fila ai «gratta e vinci» (ma quanti tipi ce ne sono?) è infinita: più c’è crisi e più la gente gioca. Alberto Postiglione s’interroga, ammicca, consiglia e, tra numeri e interpretazioni oniriche, svela le combinazioni fortunate. «Con la festa di Halloween i numeri su cui puntare sono: 45 & terni favole SFIZI&NOTE di MASSIMO LO IACONO (la zucca), 75 (il dolcetto), 71 (lo scherzetto), 2 (i bambini), 20 (la festa). La cinquina va giocata per tutto il mese di novembre sulle ruote di Napoli e Milano». Il nostro mago del lotto sgrana gli occhi chiari e, dopo aver consegnato altri «miliardari», rivela: «Il terno dei santi e dei morti è tra i più gettonati. 90 (il popolo), 47 (morti), 7 (i santi): da giocare su Napoli e tutte per almeno 9 estrazioni. A questi numeri - aggiunge possono essere aggiunti l’11 e il 19. Sulla ruota Nazionale, invece, il mio suggerimento è puntare sulla “cinquantina”». A una signora che gli chiede l’ambo «Marrazzo», il nostro Postiglione, con un sorriso sardonico, risponde: «Signò, io mi giocherei sulla ruota di Roma il 19 (la maschera) e...il 29». 13 Scriveva con i piedi ma non andava lontano. Il tempo passa ma non mi trova. Renato Rocco SHOPPING&GIOIELLI Vigneri, un cuore d’oro a via Calabritto LA CHITARRA A NAPOLI NEL ‘900 nche la chitarra dopo il pianoforte viene alla ribalta A della saggistica musicale napoletana, ed in maniera notevolissima: a ricapitolare le vicende della fortuna di questo strumento amatissimo, forse più studiato del pianoforte stesso oggi, e certo più praticato (quanto meno da infinite schiere di adolescenti, un po' strimpellatori ed un po' sognatori) è Antonio Grande in una recente monografia edita da Guida. L'autore, un coltissimo strumentista di gusto, si rivela anche indagatore, quindi storico per le visioni d'insieme, e filologo attento, tra documenti di archivio del Conservatorio, programmi di associazioni concertistiche, ricostruendo e facendo rivivere tanti concerti anche per le emozioni e discussioni che suscitarono. Il racconto, che fluisce piano ed autorevole senza guizzi ed impennate di maniera, risulta arricchito dalle voci (che tuttavia sembrano sempre pensose) «trascritte» di solisti insigni, protagonisti del racconto. Una densa ricostruzione che si allinea con quelle già dedicate a compositori, solisti, strumenti (in verità solo pianoforte) della nostra vita culturale del ‘900, ormai passato sui calendari ma non concluso per tanti versi nella prassi quotidiana. Si lodano la pazienza e la dedizione del ricercatore, studioso che affronta con particolare calore anche l'argomento composizione per chitarra tanto sentito da lui, dai colleghi ma poco dal pubblico. È vero che gli appassionati di chitarra glossano ed anatomizzano i concerti dei loro beniamini ed amici con grande rigore, tuttavia i generosi iniziati, custodi del Verbo chitarristico, si dissolvono quasi in un vastissimo pubblico giovane o giovanilistico (e brizzolato ormai) che ben oltre tanta dottrina è coinvolto nei concerti di chitarra più di quanto accada in altri concerti, e spesso è fatto di suonatori estemporanei ma entusiasti. E pure se risuonano note di Bach, rivivono in loro fremiti sessantottini, manco ci fossero i Beatles. Neppure il pianoforte, in una capitale di «martelletti e smorzatori», riesce più a tanto. Dallo scorso maggio un nuovo store Vigneri Luxuries illumina la prestigiosa promenade di via Calabritto. L’aspetto esterno ricorda quello di una vera e propria cassaforte e ne suggerisce il prezioso contenuto. Il nuovo punto vendita racchiude infatti le creazioni di gioielleria nate dalla trentennale esperienza orafa di Giuseppe Vigneri, maturata nei negozi di piazza Dante prima e di via Carlo Poerio poi. È lo stesso Vigneri a realizzare i gioielli che, oggi come ieri, rispecchiano i gusti e le passioni delle donne al passo coi tempi, catturate dal design esclusivo e dall'alta qualità dei preziosi. L'originale ciondolo in oro e diamanti a forma di cuore che si trasforma in quadrifoglio è l'elemento di spicco dell'ultima collezione, che si ca- ratterizza per la presenza di bracciali, collane e orecchini nelle calde tonalità dell'oro rosa. Non mancano però gioielli ornati da splendide perle, dedicate alle donne femminili e romantiche e la linea in argento, la prediletta dalle più giovani. L’esperienza è un marchio di fabbrica della maison: il figlio di Giuseppe, infatti, Costja Vigneri, conduce a Losanna in Svizzera, patria degli orologi, un laboratorio che si avvale di strumenti di altissima tecnologia. La qualità è di casa nello store di via Calabritto dove è possibile trovare orologi di marchi prestigiosi come Hermès, di cui Vigneri è concessionario, ponendosi così come punto di ritrovo imprescindibile per gli amanti del gusto e della raffinatezza. Ma l’amore per il bello, in casa Vi- gneri, non si limita alla gioielleria. Nello spazio dedicato alla moda, in via Carlo Poerio, infatti, Vigneri dispone di una vasta gamma di tessuti tra i più esclusivi, ed è in grado di realizzare, grazie all'esperienza di Mauro Finicelli, famoso couturier napoletano, creazioni di alta sartoria fatte su misura sia per donna che per uomo. Ai capi, poi, si possono abbinare accessori d'alta classe come cravatte e cinture personalizzate o si possono impreziosire con dettagli di lusso, come gli esclusivi gemelli Villa Milano. Tante anche le idee regalo in entrambi i punti vendita Vigneri, tra cui gli eleganti accendini Dupont, le penne Montegrappa da personalizzare e i simboli della tradizione scaramantica partenopea in argento. LIBRIDINE Lamberti Sorrentino, viaggio tra cronaca e finzione nel nome del padre Aurora Cacopardo Il libro «Padre assente, padre padrino, padre padrone» di Pina Lamberti Sorrentino (Kairos Ed.) indica tre linee narrative che conducono ad una meta comune per i tre protagonisti. Il tema centrale è il difficile rapporto con il padre che, d’altronde, è uno dei grandi temi dell’umanità. «Padre assente»: un lungo racconto epistolare, costituito da lettere commoventi che l’Io narrante - Enrika - scrive da Copenaghen a Giacomo, l’uomo che l’ha lasciata per un’altra. Lettere, capitoli che sono il pretesto per raccontare una storia d’amore finita male complice, forse, il romanticismo dei luoghi. Colpisce in queste pagine la capacità della Lamberti Sorrentino di immedesimarsi nella psicologia femminile di Enrika, una donna tradita che trova la forza - attraverso la rivolta e la rabbia - di avere una vita ancora piena. «Padre padrino»: nel secondo racconto è sottolineata l’illusione della felicità. La vita che può cambiare in un istante; la mafia nostrana e americana vista con gli occhi di Santa, una ragazza siciliana. Un ambiente feroce, una vita violenta, la bellezza e la ribellione della figlia del capomafia che per amore di Tristano ha il coraggio di rifiutare un matrimonio combinato. Un racconto profondamente lirico nel quale nulla è più incredibile della verità: in «Padre padrino» cronaca e finzione si mescolano in una illusione di realtà e le parole trovano i toni della denuncia sociale e politica, il coraggio di un uomo e di una donna stretti in legami più forti di loro, eroi moderni feriti ma potenti nel loro dolore. Il terzo ed ultimo episodio, «Padre padrone», è il tentativo di coniugare l’efferatezza della cronaca con le suggestioni del fantastico. È la storia di un’infernale segregazione, un mondo di solitudini e di sopraffazioni troppo spesso taciuto che solo il coraggio di Nunzia riuscirà a porre fine ed a salvare in extremis la vita dell’amica Marianeve. La Lamberti Sorrentino lavora in modo da mettere in stretto rapporto le efferatezze della cronaca con il fantastico. Le sue pagine, talvolta cupe, non mancano di suggestione e di una notevole capacità visionaria. SOCIETÀ&COSTUME AMARCORD MARECHIARO di ROSARIO SCAVETTA CHIARI E LE «BIONDE» Il fenomeno del contrabbando interessò la città di Napoli per tutta la metà degli anni '70 e gli inizi degli '80 e fu particolarmente suggestivo quando «approdò» a Marechiaro. Un inseguimento memorabile davanti alle caratteristiche case del borgo è visibile nella pellicola «Napoli...serenata calibro 9», film del '78 interpretato da Mario Merola; la corsa in motoscafo del ribelle «Totonno o'pazzo» rivale del boss del contrabbando di sigarette «don Salvatore Savastano» (Mario Merola) si conclude proprio davanti allo scoglio detto «cavallo di mare», nella rada di Trentaremi. Il contrabbando di sigarette era ben organizzato a quei tempi. Gli scafi blu, potenti natanti d'altura, che portavano «le bionde», attraccavano alla «Pischera». Da lì il via vai degli uomini che trasportavano le «casce» sulle spalle a gruppi di tre quattro alla volta e le infilavano nelle Fiat 124, sventrate dei sedili e con motori truccati. Era uno spettacolo eccitante che prendeva tutti, un fenomeno talmente normale che riuscì a coinvolgere Walter Chiari. L’attore - a Napoli per una tournèe teatrale provò l'adrenalinica sensazione di caricarsi sulle spalle alcune casse di sigarette, ma non riuscì a fare più di cinque scalini e depose frettolosamente il carico a terra, per non stramazzare al suolo a causa della pesantezza. OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE DA NON PERDERE Istituto Goethe (Riv. Di Chiaia 202). 9 novembre, dalle 17.30 alle 21.15, al Teatro Mercadante: per il 20° anniversario della caduta del muro di Berlino, Galà di lettura e di immagini, intitolato «Senza il Muro. Berlino 20 anni fa». L’attrice Martina Gedeck legge brani del libro «La notte in cui cadde il Muro», di Renatus Deckert. E Luca Signorini, violoncellista del San Carlo, esegue alcune suite di J. S. Bach in ricordo dell'11 novembre ‘89 quando, al «Checkpoint Charlie», il maesto Mstilaw Rostropovitsch interpretò proprio le suite del compositore tedesco. Infine proiezione del film «Die Mauer» del regista Juergen Boettcher. Infotel 081.411923 Pietà de’ Turchini. 1 nov. ore 12 (chiesa di S.M. Anime del Purgatorio): «Recitar cantando», il soprano Silvia Frigato (più viola e organo) in brani di Caccini, Peri, Monteverdi. 10 nov. ore 20.30 (Museo Plart): «Haendelectric», Andrea Lanza (chitarra elettrica) e i solisti della Pietà de' Turchini eseguono Claudio Lugo. 15 nov. ore 18.30 (Cappella S. Severo): «De Stella Nova», Ensemble La Reverdie in brani di Sherwin, de Mircovich, Cicoria. 22 nov. ore 18.30 (Cappella S. Severo): «Tonos y Tonadas», Barbara Krusa (soprano), Luis Rigou (voce) e Ensemble Chimera in musiche spagnole del '600. 29 nov. ore 18 (Chiesa S. Caterina da Siena): film «Voluptas dolendi. I gesti del Caravaggio». Tel. 081.402395 L’INIZIATIVA TENDENZE Cachaca, giovani contro l’alcool Angels in passerella Grande successo della serata a sfondo sociale tenutasi venerdì 23 ottobre alla Cachaca di via Petrarca a Posillipo e organizzata dal movimento cittadino giovanile dell'Unione di Centro napoletano. Un evento mirato a sensibilizzare i giovani riguardo al problema dell’alcool che, consumato in quantità eccessive soprattutto durante la movida dei week-end, provoca sempre più vittime negli incidenti stradali. «Bere in modo responsabile», infatti, è stato lo slogan che ha accompagnato la serata, promossa dall’assessore alla Manutenzione della I Munici- palità, Alberto Boccalatte. I ragazzi del movimento hanno sensibilizzato i loro coetanei presenti al Cachaca a non andare oltre un certo limite con le bevande alcoliche ed invitato coloro che si sarebbero dovuti mettere alla guida a fine serata ad astenersi dal bere. Un accorgimento che ormai da tempo è consuetudine nei paesi europei dove molti giovani, per tornare a casa dopo una serata ad alto tasso alcolico, si affidano ad un amico sobrio, designato come «guidatore scelto» all’inizio della serata. L’ iniziativa ha ottenuto un ottimo riscontro tra i tantissimi giovani partecipanti, giunti da tutti i quartieri di Napoli, che hanno accolto favorevolmente e con grande attenzione gli inviti dei ragazzi del partito di Casini. «Questa - hanno dichiarato Vincenzo D'antò, commissario cittadino del movimento giovanile del partito, e Fabrizio Ciotola, membro del ufficio organizzativo dello stesso rappresentava soltanto un test per una serie di iniziative che abbiamo in programma di proporre ai giovani sul territorio napoletano». MEDIA DIGITALI Nuove frontiere della comunicazione Giovani imprenditori crescono. E nessuna meraviglia che l'incubatrice sia Chiaia, quartiere fertile di cervelli. Come nel caso di Giandomenico Acampora e Gabriella D'Amato (nella foto), ovviamente chiaiesi doc, all'attivo un consolidato retroterra nel campo della comunicazione. Una coppia che nel 2005 ha deciso di insistere sulla comunicazione, espandendo però la portata operativa del settore alla luce della nuova tecnologia. «Abbiamo puntato sulla cosiddetta “comunicazione integrata”», riassume Acampora. E precisa: «Utilizziamo, insomma, tecniche di ultima generazione come audiovisivi, ricostruzioni tridimensionali, animazioni grafiche, web design e ogni tipo di grafica. Un autentico arsenale che viene gestito da un pool di professionisti e di creativi per confezionare il prodotto richiesto dal cliente. E non basta perché poi al prodotto conferiamo massima visibilità, usando veicoli mediatici classici come la carta stampata o gli eventi ad hoc, e nuovi media come web e socialnetwork». Ed è 14 Negli studi della «Mastantuoni Rappresentanze» in via Armando Righi. è stata presentata «Hipe Collection», la prima collezione moda uomo firmata Angels of Love, alla presenza di Massimiliano Marcucci, socio della crew, e di un testimonial d’eccezione: il motociclista Honda Raffaele De Rosa. Una collezione giovane mirata al target underground che vive ed anima il mondo della notte e che la crew degli Angels conosce molto bene grazie ai quasi 20 anni di esperienza maturata nei club campani e internazionali. Un trionfo di colori che animano tshirt, polo, canotte, pantaloni e collane, dalle linee innovative per un uomo sempre più moderno ed elegante. (Fabio Tempesta) SGUARDI LONTANI di FRANCESCO IODICE SCARPETTA IN SCENA AL TRIBUNALE prescindere dalla sua vita privata, accennata la scorsa volta, Eduardo Scarpetta fu uno dei più bravi commediografi e attori A della Napoli fra ‘800 e ‘900. Inventò la maschera di Felice Sciosciam- questa la filiera di passaggi che oggi costituisce la spina dorsale dell'attività dei due imprenditori. Una novità gradita per la piazza napoletana con un debole per le iniziative d'avanguardia: ben nutrito, infatti, il portafoglio di clienti che «Media Digitali», questo il nome della società, ha saputo cooptare in 5 anni di lavoro. Le competenze le illustra Acampora: «Copriamo 3 grandi settori. Il primo è quello degli audiovisivi e degli spot, producendo video istituzionali, documentari turistici, sigle animate e altro. Il secondo è quello delle ricostruzioni tridimensionali fotorealistiche, realizzate sia in imma- gini fisse (ndr il cosiddetto rendering) sia in videoanimazioni: l'ideale per progetti architettonici, design nautico e centri commerciali. Infine la pubblicità: quella tradizionale come brochure e logo e quella basata sul web design». Dunque merce di prima scelta su cui hanno già investito, tra gli altri, committenti come Ansaldo, Metropolitana di Napoli, Quick No Problem parking, Gruppo Ferretti, Tarì e Gianni Carità: tutti marchi che la comunicazione di alto profilo sono andati cercarsela non al nord ma nel cuore di Chiaia. Per saperne di più: www.mediadigitali.it mocca (anche se da un'antica farsa del Parise), sostituito definitivamente al tradizionale Pulcinella, e scrisse capolavori assoluti come «Miseria e nobiltà», «Il medico dei pazzi», «'Na santarella» e «Un turco napoletano». Ma l'epilogo della sua vita d'artista non fu particolarmente comico. Nel 1904 Scarpetta, ispirandosi ad un copione di D'Annunzio, «La figlia di Iorio», scrisse un'esilarante parodia intitolata «Il figlio di Iorio», che giocava sul capovolgimento caricaturale della trama e sulla trasformazione dei personaggi maschili in femminili. L'esito fu catastrofico, una sola rappresentazione al Mercadante di Napoli e per di più turbata da uno sgradevole incidente: a inizio secondo atto, un gruppo manovrato presentatosi in platea, costrinse con urla e aggressioni a far calare il sipario, mentre Scarpetta stava entrando in scena vestito da donna; il flop fu seguito subito dopo da una denuncia per plagio e contraffazione contro Scarpetta - in rappresentanza sia del Vate che della SIAE - da parte di Marco Praga, direttore della SIAE e amministratore privato di D'Annunzio (oggi si direbbe con evidente conflitto d'interessi). La fama dei contendenti, la novità del tema, il livello dei periti - Benedetto Croce si schierò con l'imputato, Salvatore Di Giacomo difese D'Annunzio - le arringhe memorabili per argomenti giuridici e preziosità oratorie, trasformarono il processo in un palcoscenico, dove Scarpetta ebbe modo di esibirsi in memorabili exploit teatrali. Uno dei più esilaranti riguarda la relazione di uno dei periti d'ufficio - il professor Enrico Cocchia, insigne filologo - commentata da Scarpetta con la celebre battuta: «Né Cocchia, ma che cacchio m'accocchia?». Il caso si risolse in favore di Scarpetta (il reato non esiste), dando quindi un via libera a tutte le parodie successive, filoni interi di spettacoli e film che scherzano su nobili titoli precedenti (vedi Totò e Ciccio e Franco). Memorabile fu il trionfo di popolo che lo accompagnò dal tribunale a casa dopo la vittoria. Tuttavia, cinque mesi dopo l'assoluzione, Scarpetta decise di ritirarsi dalle scene, confessando che ancora sentiva l'amarezza di quel fallimento (l' onta subita al Mercadante evidentemente non era rimarginabile per una star). INIZIATIVE DI CHIAIA MAGAZINE LA BACHECA DI IUPPITER EDIZIONI Alzheimer, ecco il libro «La bimbamamma» Novità d’autunno per Iuppiter Edizioni: dal 10 novembre è in distribuzione il libro di Nucci A. Rota dal titolo «La bimbamamma», sottotitolo: «Come convivere con l’Alzheimer: il diario di una figlia». Il volume verrà presentato nei pros- simi mesi a Napoli, Roma e Milano e, per la sua utilità sociale, sarà adottato da alcuni centri di geriatria. Nell’ultima parte del libro, una ricca appendice dà consigli e suggerimenti a tutti quelli che accudiscono i malati di Alzheimer. FINALMENTE TUA LA EXCLUSIVE CARD ScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimiPrendimiUsamiScoprimi Per i possessori della Card e occasionissime! sconti LE CONVENZIONI • • • • • • • • • • • • • • • • • OTTOBRE 2009 - CHIAIA MAGAZINE E.MARINELLA - cravatte Riviera di Chiaia, 287 NINO DE NICOLA - abbigliamento Via S. Caterina 69 - P.zza dei Martiri LUCIA DE VINCENZO - abbigliamento Via Calabritto 24/25 GLAMOUR - abbigliamento Via Calabritto 20 MARINO - abbigliamento Via S. 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Nasce il primo «bimagazine» delle passioni: Chiaia Magazine, il giornale «controcorrente» del saper vivere e 10, il giornale dei fuoriclasse, uniscono i loro talenti per diventare una sola rivista «fuori dal comune», funambolica, libera. Due testate, un solo obiettivo: giocare con fantasia e intelligenza un nuovo ruolo nel panorama editoriale nazionale. Due anime, un solo cuore i cui battiti seguono il ritmo della gioia, della sorpresa, della bellezza. Il «bimagazine» unisce due realtà editoriali che si caratterizzano per la loro capacità di stuzzicare il pubblico proponendo itinerari, servizi e approfondimenti col dono dell'imprevedibilità. A fine novembre, quindi, il «bimagazine», sarà in distribuzione gratuita in tutta Napoli e Provincia. Da gennaio 2010 in sarà possibile trovarlo anche in alcuni punti selezionati di Roma e Milano. 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