Insegnare e apprendere con gli eBook INSEGNARE E APPRENDERE CON GLI EBOOK Dall’evoluzione della tecnologia del libro ai nuovi scenari educativi Mario Rotta Michela Bini Paola Zamperlin Pagina | 1 Insegnare e apprendere con gli eBook Colophon Rotta M., Bini M. & Zamperlin P. (2010), Insegnare e apprendere con gli eBook. Dall’evoluzione della tecnologia del libro ai nuovi scenari educativi. Roma, Garamond. ©Garamond 2010 - ISBN: 978-88-96819-00-5 TAGS: apprendimento ubiquo, biblioteca digitale, de-materializzazione, didattica digitale, digitalizzazione, eBook, editoria elettronica, eDocument, e-knowledge, e-learning, ePaper, eReader, formati digitali, iperlibro, ipertesto, lettori riluttanti, lettura, libro elettronico, mobile learning, multimodalità, personal digital library, personal information environment, personal learning environment, ri-mediazione, tecnologia del libro, testo digitale. Pagina | 2 Insegnare e apprendere con gli eBook Premessa Questo eBook si fonda su alcuni presupposti che è bene chiarire subito per comprendere meglio certe affermazioni e capire lo scenario in cui esse si collocano. Ogni volta che ci si riferisce ad una tecnologia non è della tecnologia in sé che ci Pagina | 3 interessa parlare, ma delle sue applicazioni reali o potenziali: in alcuni casi si offrono delle panoramiche sintetiche sull’evoluzione tecnologica in corso, ma solo come elementi utili per supportare successivi approfondimenti sulle implicazioni educative delle stesse tecnologie. Quando ci si riferisce a una tecnologia specifica si evita volutamente di fare riferimento a un determinato livello di sviluppo e aggiornamento dell’hardware o del software relativi: si accetta piuttosto l’idea che l’hardware o il software, indipendentemente dalle loro attuali potenzialità e caratteristiche, tendano ad evolversi nell’ottica del miglioramento continuo, e che certe possibilità indicate come valori, punti di forza o elementi utili in una strategia educativa siano o già accessibili o tendenzialmente disponibili entro un ragionevole arco di tempo. Per queste stesse ragioni si citano strumenti hardware o soluzioni software soltanto a titolo esemplificativo e riferendosi nella quasi totalità dei casi a esempi prototipici o a insiemi tipologici, e mai a casi specifici e relative releases. Relativamente alla prima parte, la nostra intenzione è stata soprattutto quella di offrire una panoramica sul dibattito in corso, evidenziandone gli argomenti principali (ciascuno dei quali meriterebbe a volte un intero saggio) senza approfondirne specificamente alcuni. Gli approfondimenti mirati su alcune problematiche specifiche sono invece oggetto della seconda parte del libro, mentre in appendice si pubblicano alcuni esempi mirati e documentazione integrativa. Insegnare e apprendere con gli eBook Sommario Pagina | 4 SEZIONE I CHE COSA SONO GLI EBOOK: PROSPETTIVE E SCENARI .........................................5 TRA FUTURO DEL LIBRO E LIBRI DEL FUTURO: EVOLUZIONE E IMPLICAZIONI DI UNA TECNOLOGIA DELLA CONOSCENZA .................................................................................................................... 6 CHE COSA SONO GLI EBOOK: MODELLI, FORMATI, DISPOSITIVI E SIGNIFICATI ................................... 24 PREMESSA: DALLA SCRITTURA LINEARE ALLA SCRITTURA ELETTRONICA .......................................... 24 CHE COSA SONO GLI EBOOK? ................................................................................................ 25 I LETTORI ........................................................................................................................... 27 I DISPOSITIVI DI I GENERAZIONE ............................................................................................. 29 I DISPOSITIVI DI II GENERAZIONE ............................................................................................ 32 I DISPOSITIVI DI III GENERAZIONE ........................................................................................... 36 I FORMATI DEI TESTI ELETTRONICI ........................................................................................... 38 LE NUOVE PROSPETTIVE: AUTORI, LETTORI, EDITORI, BIBLIOTECHE E DISSEMINAZIONE DELLA CONOSCENZA NEL MONDO DIGITALE ....................................................................................................... 42 SEZIONE II INSEGNARE E APPRENDERE CON GLI EBOOK ..................................................... 60 INSEGNARE E APPRENDERE CON GLI EBOOK: STRATEGIE PER I LETTORI RILUTTANTI ............................ 61 GLI EBOOK NELLE STRATEGIE DI APPRENDIMENTO ORIENTATE ALLA MOBILITÀ E ALL’UBIQUITÀ ............ 73 GLI EBOOK: TRA PERSONAL LEARNING ENVIRONMENTS E PERSONAL DIGITAL LIBRARIES ................... 80 SEZIONE III APPENDICI E RIFERIMENTI ................................................................................ 89 STRUMENTI, ESPERIENZE E IPOTESI OPERATIVE DI UTILIZZO DEGLI EBOOK IN AMBITO DIDATTICO .......... 90 UN SONDAGGIO PRELIMINARE SUL SIGNIFICATO DEGLI EBOOK COME STRATEGIA DI ATTIVAZIONE PER IDENTIFICARE I NODI CRITICI DEL PROBLEMA ............................................................................. 90 UN’ESPERIENZA VIRTUOSA E UNO SCENARIO POSSIBILE .............................................................. 97 UNA TRACCIA ESEMPLIFICATIVA PER UN IPERLIBRO MULTIMODALE ............................................. 100 BIBLIOGRAFIA GENERALE ................................................................................................. 106 Insegnare e apprendere con gli eBook Sezione I Che cosa sono gli eBook: prospettive e scenari Pagina | 5 Insegnare e apprendere con gli eBook Tra futuro del libro e libri del futuro: evoluzione e implicazioni di una tecnologia della conoscenza di Mario Rotta Gli eBook rappresentano un fenomeno culturale ancora difficile da decifrare ma sicuramente di grande portata. Inizialmente il dibattito e la ricerca su questi “oggetti” si sono concentrati quasi esclusivamente su un solo aspetto del problema: la potenziale relazione conflittuale tra eBook e libri. Se rileggiamo gli articoli e le note pubblicate tra il 1994 e il 2001, ad esempio, notiamo che i temi che autori e ricercatori trattano più frequentemente sono: la morte del libro, il timore che i “libri elettronici” sostituiscano i “libri cartacei”, la sopravvivenza dei libri. Di fatto, come cercheremo di dimostrare, si trattava e si tratta di falsi problemi. La ragione è in realtà molto semplice: gli eBook non sono un’opzione tecnologica alternativa ai “libri” o una variante epistemologica, ma rappresentano l’evoluzione stessa, e di conseguenza la sopravvivenza e la continuità del libro in quanto tecnologia attraverso cui la conoscenza può essere elaborata, codificata, organizzata, pubblicata, conservata, tramandata e trasmessa. Quello che sta cambiando non è quindi il significato del libro, né il suo ruolo o il suo valore, ma piuttosto il “formato” che ne determina le caratteristiche intrinseche e le modalità di produzione, distribuzione e utilizzo. Gli eBook, in sostanza, sono semplicemente sia i libri del futuro che il futuro del libro. Ma cosa sono i libri? In estrema sintesi i biblia sono un modo per trasmettere informazioni, saperi e conoscenze al di fuori della ristretta cerchia delle persone con cui si può interagire solo in modo immediato e diretto (parlando, dialogando…) o, al limite, utilizzando i propri appunti (hypomnemata). Un fondamentale studio di Turner (Turner, 1952) sulla nascita e la diffusione dei libri nell’antica Atene conferma che questo è “il primo stadio dell’evoluzione del libro: (…) l’autore attraverso il proprio testo si rivolge tranquillamente a chi non ha mai conosciuto di persona”. Da allora il significato di questi artefatti non è cambiato: ma sono cambiati i formati, per ragioni legate in gran parte all’evoluzione delle tecnologie, o meglio alla ricerca e alla sperimentazione di tecnologie che permettessero di ridurre i tempi e i costi di produzione e distribuzione di questi oggetti materiali grazie ai quali si garantivano al “testo” (in quanto memoria, documento, tradizione…) maggiori probabilità di diffusione, conservazione e sopravvivenza (Barbier, 2004). Pagina | 6 Insegnare e apprendere con gli eBook Nella storia del libro si sono registrate finora almeno 3 radicali evoluzioni: 1. La nascita stessa del libro, nella Grecia del V-IV secolo avanti Cristo. Riferimenti utili: Turner, 1952; 2. Il passaggio dal rotolo (volumen) al codice (codex) tra il II e il IV secolo dopo Cristo. Riferimenti utili: Cavallo, 1975; Roberts & Skeat, 1983. 3. Il passaggio dal codice manoscritto al libro a stampa, tra il 1450 e il 1550 circa. Riferimenti utili: Febvre & Martin, 1977; Barbier, 2004. Pagina | 7 Il libro, in quanto artefatto, ha assunto fino ad oggi 3 formati: il rotolo, il codice manoscritto, il volume a stampa. Ciascuno di essi è stato mantenuto per un arco di tempo relativamente lungo, all’interno del quale è stato perfezionato sia in quanto oggetto in sé (introducendo ulteriori innovazioni tecnologiche nei materiali utilizzati o nelle tecniche di produzione ad esempio) che relativamente ad aspetti più specifici quali l’impaginazione, il rapporto tra testo e illustrazione, la rilegatura, la distribuzione, la conservazione. a.C I I I I II II I I V V V I V II VI II I X X X I X II XI II XIV XV X VI X VII XVIII XIX XX Fotocomposizione (1945), Offset (1960), Stampa laser (1975) I I I Pressa cilindrica (1814), Rotativa (1846), Linotype (1884) I V Litografia (1798) V d.C Rotolo Codice manoscritto Libro a stampa Papiro Pergamena Carta Xilografia (1430) Codice in carta Codice in pergamena Codice in papiro Insegnare e apprendere con gli eBook Nessuno dei passaggi che hanno segnato la storia del libro è stato rapido o indolore. Passare dai rotoli originari ai codici manoscritti richiese non meno di 2-3 secoli (Cavallo, 1975): come spiegano molto bene diversi studiosi vari fattori influirono sulla scelta del nuovo “formato”, ma si trattò soprattutto di una miscela di motivazioni pratiche e implicazioni legate a significati e meta-significati culturali, non ultimo il fatto che i primi cristiani preferivano tramandare le scritture su dei “quaderni” che potevano essere più facilmente nascosti in caso di persecuzioni (Petrucci, 1977). La fragilità e le difficoltà di conservazione dei rotoli, solitamente di papiro, oltre che il crollo del Un video che mostra un uomo commercio con l’oriente, impose inoltre, sia pure medievale alle prese con un codice manoscritto: per lui si gradualmente, l’uso di un materiale molto più robusto come tratta di una nuova tecnologia la pergamena, anche se scrivere su pergamena era piuttosto complicata, così è costretto a chiamare un enormemente più difficile e soprattutto molto più faticoso, assistente per imparare a usarlo. come attestano talora i colophon lasciati dai copisti e dagli amanuensi medievali. La trascrizione dagli archetipi su rotolo ai prototipi su codice comportò errori, omissioni, ridistribuzioni e riorganizzazione della struttura di alcuni testi (Dain, 1975), nonché un radicale ripensamento del rapporto tra testo e illustrazione (Weitzmann, 1959), dovuto sia al passaggio tra il formato orizzontale e scorrevole del rotolo al formato verticale e tendenzialmente rigido della pagina, sia alla possibilità di scrivere e illustrare su entrambi i lati del foglio caratteristica del codice. Anche la stampa non si affermò immediatamente: produrre un libro a stampa, inizialmente, era molto costoso; inoltre, erano necessarie competenze e tecnologie che i librai non possedevano, ad esempio la capacità di produrre i caratteri mobili, più vicina all’attività quotidiana di incisori e orafi. Così per diversi decenni la stampa fu considerata una sorta di “arte minore”, parente povera del libro manoscritto e illustrato, che anzi, proprio tra tardo medioevo e Rinascimento raggiunge i massimi livelli di perfezione sul piano tecnico, oltre che nell’organizzazione del processo di produzione e distribuzione (i librai bolognesi che copiavano i testi in uso nelle università ad esempio, già nel XIV secolo dividevano i libri in “pecie”, ovvero in fascicoli, per renderne più semplice e più veloce la copia. Cfr. Fink-Errera, 1977). Alla stampa, nei primi decenni, non resta che tentare di imitare i manoscritti nell’impaginazione e nei caratteri (i cosiddetti incunabula), fino a quando due fenomeni paralleli e di ispirazione del tutto diversa ne decretano il definitivo successo: la nascita del libro “portatile” a costo relativamente basso che impropriamente si attribuisce agli esperimenti di Aldo Manuzio e dei tipografi veneziani (Petrucci, 1979) e il ruolo determinante svolto dalla riforma luterana (Febvre e Martin, 1977), che aveva bisogno di testi che al di là del costo ragionevole fossero soprattutto facilmente riproducibili in un gran numero di copie, in modo da garantire una maggiore diffusione alle idee che contenevano e veicolavano. Il libro a stampa sostituì del tutto il codice manoscritto a partire dalla metà del XVI secolo, diventando la forma stessa della trasmissione del sapere per i secoli successivi. In questo arco di tempo il libro a stampa, così come siamo abituati a conoscerlo, ha mantenuto sostanzialmente la stessa impostazione, se si Pagina | 8 Insegnare e apprendere con gli eBook eccettuano alcune evoluzioni relativamente recenti che riguardano soprattutto il processo di produzione, ai materiali e agli strumenti, e le sperimentazioni grafiche nel rapporto tra testo e illustrazione legate alle ricerche delle avanguardie artistiche del Novecento ma anche alla possibilità di riprodurre fotografie a colori sulle pagine stampate. Parallelamente, il libro in quanto “oggetto semantico” ha così progressivamente rafforzato la sua presenza nella società e il suo ruolo nella diffusione della cultura. Tuttavia, negli ultimi decenni si è parlato con una certa insistenza di un’imminente “morte del libro”(Eco, 1964). Un concetto controverso, con cui solitamente si tratteggiano almeno due distinti scenari: a) il rischio connesso a una diminuzione dell’interesse nei confronti della lettura e dell’oggetto-libro in quanto tale, tipicamente associato allo sviluppo e alla diffusione dei nuovi media audiovisivi; b) il timore di una perdita del valore della cultura scritta o della letteratura, dovuto ad aggressioni intenzionali al significato stesso dei libri da parte di regimi totalitari o al successo di concezioni totalizzanti della vita come fenomeno effimero legato al presente e sempre meno interessato al passato che i libri tramandano e allo stesso tempo rappresentano. In entrambi gli scenari la tecnologia in quanto tale (e più precisamente ogni tecnologia diversa dalla stampa) finisce con l’essere considerata una potenziale nemica dei libri, e anche se ci riferisce soprattutto alla televisione ne consegue, per estensione, che il computer o altre forme mediate di elaborazione e trasmissione del sapere meno ancorate al “valore” della scrittura e come se non bastasse più facilmente manipolabili possono rappresentare un In "Fahrenheit 451", un romanzo del 1951, lo scrittore di fantascienza Ray Bradbury immagina un futuro in cui i libri concreto pericolo. vengono bruciati mentre nelle case domina lo schermo televisivo. Dal racconto Francois Truffaut ricavò nel 1966 un celebre film. Si comincia a parlare esplicitamente di eBook [] o meglio di libri elettronici, nel momento stesso in cui diventa possibile gestire e rielaborare testi in formato digitale. Escludendo i riferimenti a dispositivi simili agli attuali eReaders nella letteratura e nel cinema di fantascienza , la prima data di riferimento utile per tracciare la storia degli eBook in senso stretto è probabilmente il 1971. In quell’anno Michael Hart (considerato l’inventore degli eBook) fonda il Project Gutenberg: per la prima volta si parla espressamente di un approccio sistematico alla digitalizzazione dei testi letterari non più protetti da copyright. L’obiettivo del progetto è to encourage the creation and distribution of eBooks, inizialmente come collezione di libri elettronici utilizzabili gratuitamente, in secondo luogo come ipotesi per lo sviluppo e il mantenimento di una biblioteca digitale in continua espansione e accessibile (dal 1993) via Internet. Di fatto, Hart avvia un processo molto simile alla “trascrizione” che fu sistematicamente praticata sia nel momento del passaggio dai rotoli antichi ai codici medievali sia nel momento del passaggio dai codici manoscritti ai libri a stampa: i testi del passato, tramandati fino a quel momento attraverso una tecnologia consolidata ma considerata non più “conveniente”, vengono nuovamente editati e riprodotti adottando una nuova tecnologia, Pagina | 9 Insegnare e apprendere con gli eBook ritenuta più consona ai tempi e soprattutto in grado di rispondere meglio a bisogni quali l’abbassamento dei costi e dei tempi di produzione e distribuzione, la riproducibilità, la trasportabilità, la durata e la flessibilità, oltre che ad altre istanze di tipo economico o legate al ciclo di vita sia del testo in quanto tale che del libro in quanto oggetto semantico, medium. L’intuizione di Hart, in tal senso, è esemplare: l’eBook, in quanto testo digitale, garantisce dei vantaggi impressionanti rispetto alle tecnologie del libro che lo precedono e in particolare rispetto al libro a stampa cartaceo e analogico, che pure aveva già rappresentato un passo in avanti significativo rispetto ai “difetti” tipici del codice manoscritto. Per capire meglio le differenze tra gli eBook e tutto ciò che lo precede si possono riassumere in una tabella alcune delle caratteristiche essenziali dei diversi “formati” in relazione ai parametri e alle istanze che tipicamente influiscono sul successo e la diffusione di una nuova tecnologia del libro. Già nella "serie classica" di Star Trek (fine anni 60) il capitano J.T.Kirk legge il giornale su display molto simili agli attuali eReaders Costo di produzione Costo di distribuzione Ciclo di produzione Riproducibilità Logistica Robustezza Durata Conservazione Trasportabilità Compattezza Flessibilità Editabilità Annotabilità Rotolo antico Codice manoscritto Libro a stampa eBook Relativamente basso Relativamente alto Relativamente lungo Discreta Implica una “bottega” Molto fragile Limitata Molto difficoltosa Molto difficoltosa Molto ingombrante Piuttosto flessibile Limitata alla copia Parziale Molto alto Molto alto Molto lungo Limitata Implica un “copista” Molto robusto Molto lunga Difficoltosa Difficoltosa Poco ingombrante Rigido Limitata alla copia Discreta Alto Alto Relativamente lungo Alta Implica un’industria Abbastanza robusto Abbastanza lunga Difficoltosa Difficoltosa Abbastanza compatto Piuttosto rigido Legata all’edizione Relativamente bassa Basso Praticamente nullo Relativamente breve Illimitata Chiunque può farlo Immateriale Non quantificabile Molto facile Immediata e illimitata Immateriale Del tutto flessibile Continua Molto alta I “libri digitali”, in sostanza, appaiono molto diversi rispetto a qualsiasi altra tecnologia del libro, e sembrano in grado di introdurre significativi fattori di miglioramento e vantaggi diretti sul piano economico, su quello pratico e su vari aspetti legati ai processi organizzativi e alle implicazioni culturali. Di conseguenza, si può ragionevolmente affermare che gli eBook rappresentano una vera e propria rivoluzione, paragonabile al passaggio dal rotolo di papiro al codice medievale o all’invenzione della stampa. Tuttavia, poiché siamo ancora in una fase di transizione, coesistono diverse interpretazioni del fenomeno, ed emergono dissonanze sui modi e sui tempi, oltre che sui significati del passaggio epocale in atto, anche se l’eBook (a Pagina | 10 Insegnare e apprendere con gli eBook giudicare dalla sua crescente diffusione) appare già adesso parte integrante del modo in cui si costruisce, si pubblica e si condivide la conoscenza, oltre che un segmento significativo del mercato editoriale. Pagina | 11 La crescita esponenziale del mercato degli eBook dal 2002 al 2008 (fonte: Association of American Publishers) e alcune proiezioni sulle tendenze in atto (fonte: Forrester Research). Quanto tempo occorrerà agli eBook per affermarsi come tecnologia del libro? Quanto tempo occorrerà perché non si faccia più distinzione tra libri ed eBook e con la parola “libri” si intendano (anche ambiguamente, come afferma Antonio Tombolini) sia quelli cartacei che quelli digitali, o, più probabilmente, soltanto quelli digitali? Il punto è proprio questo: la rivoluzione è ancora in corso, e attraversa in modo obliquo generazioni che associano la conoscenza a tecnologie e formati profondamente diversi tra loro, per abitudine mentale o perché ciò che hanno imparato a utilizzare è ciò che in un dato momento della loro vita era o appariva il medium privilegiato. Ma gli strumenti del sapere stanno cambiando, e anche piuttosto velocemente, e diventa ogni giorno più difficile cogliere il senso del nostro tempo, ovvero identificare in modo univoco attraverso che cosa, oggi, la conoscenza prende forma, si organizza, si conserva e si trasmette. Per un uomo di un secolo fa la risposta sarebbe stata scontata (avrebbe detto semplicemente: i libri), ma ormai convivono, in una stessa epoca, i libri e le enciclopedie, la penna, la TV, il cellulare, il computer, le lavagne digitali, il web, il web 2.0, il web 3.0 e tutte le sfumature, gli ibridamenti e gli innesti del caso. In questa complessità, Insegnare e apprendere con gli eBook talora simile alla teoria degli universi paralleli, o più semplicemente “liquida”(come vorrebbe Bauman), la prima domanda a cui dobbiamo dare una risposta ragionevole è che cosa sono realmente gli eBook e in che cosa consiste la loro specificità. Per capire realmente se e come gli eBook possono modificare il significato stesso della tecnologia del libro bisognerebbe quindi partire da alcune potenzialità intrinseche della Pagina | 12 scrittura digitale. Per definizione, un testo digitale (come un qualsiasi contenuto digitale) è una sequenza codificata di informazioni binarie del tutto indipendente dal supporto attraverso cui si può elaborare, visualizzare e utilizzare, tanto quanto un contenuto analogico è strettamente connesso all’oggetto fisico che ne determina la forma e le modalità d’uso. Un testo stampato su un foglio di carta (anche se riprodotto in un numero elevato di copie) è come se fosse imprigionato in quel foglio di carta e la sua leggibilità dipende dall’integrità del supporto e dalla sua disponibilità materiale. Un testo digitale, al contrario, per quanto siano necessari dei dispositivi tecnologici per poterlo visualizzare e utilizzare, non è indissolubilmente legato a quel computer o a quel lettore dedicato ed è immediatamente disponibile in un numero tendenzialmente infinito di copie su qualunque tipo di tecnologia compatibile, a condizione che sia salvato come file su una qualsiasi memoria di massa, fissa, mobile o in rete, e che si disponga ovviamente di corrente elettrica o di batterie in grado di far funzionare il dispositivo che si utilizzerà. Di conseguenza, il testo digitale può essere riprodotto ovunque, in varie modalità e senza bisogno di un supporto fisico specifico e univoco, ed è versatile a tal punto che può anche essere impaginato e stampato in qualunque momento, sia integralmente che parzialmente, su fogli di carta, ridiventando, ma solo momentaneamente, analogico. Rispetto alla trasmissione della scrittura attraverso supporti fisici che per 2500 anni ha accompagnato la storia umana le differenze sono enormi, ed è proprio sulle implicazioni di queste differenze che si dovrebbero identificare le prime caratteristiche specifiche e significative degli eBook (Doctorow, 2004). Ma questo focus così ben definito è immerso in una discussione molto più ampia e variegata. Inizialmente, come si è già accennato, si registra un dibattito piuttosto acceso soprattutto sul “futuro” del libro e sul ruolo che gli eBook e la scrittura digitale in genere giocheranno in questo scenario (Nunberg, 1996). Prevalgono talora una visione decisamente apocalittica , in cui gli eBook vengono di fatto stigmatizzati come l’ultimo attacco al valore dei libri e delle biblioteche e di conseguenza come antitetici rispetto ai libri stessi, talora un’interpretazione possibilista, più ottimistica, quando non improntata all’entusiasmo. Scaffale Apocalittici / critici Possibilisti / pragmatici Entusiasti Insegnare e apprendere con gli eBook C’è chi vede negli eBook una soluzione al problema della conservazione e della disseminazione dei contenuti (Liu, 2008), un’opportunità per ridefinire (talora in negativo, ma soprattutto in positivo) il rapporto tra autori, lettori ed editori (Jenkins, 2006) o addirittura un’occasione per rilanciare l’idea umanistico-utopistica dell’accesso universale e incondizionato alla conoscenza. Pagina | 13 Non è difficile riconoscere in queste posizioni l’eco convergente di vari scenari e varie linee di ricerca, tra cui si identificano almeno: le ricerche, le riflessioni e le sperimentazioni sul concetto di “ipertesto” (Nelson, 1981) e sulle metamorfosi della scrittura elettronica non-lineare (Bolter, 1991; Landow, 1992; Scavetta, 1992), compresi gli studi sulle tecniche di manipolazione e interrogazione del testo (Picchi, 1993) e quelli sull’evoluzione delle strutture ipertestuali come modalità di interazione con i contenuti digitali (Landow, 1997; Vandendorpe, 2009); le interpretazioni sul significato del sapere (e sulle modalità di elaborazione e trasmissione dei contenuti) nella società dell’informazione e nella società della conoscenza (Castells, 1996; Hillesund, 2001; Weinberger, 2008) e sulle implicazioni pragmatiche della cultura digitale, quali l’impatto positivo della potenziale riduzione del consumo di carta sull’ambiente (); gli studi sul ruolo dei sistemi bibliotecari e dei servizi informativi nel momento in cui la loro natura originaria di contenitori orientati alla conservazione di oggetti materiali è chiamata a confrontarsi con nuove ipotesi di lavoro (Marchionini & Maurer, 1995; Jonhson & Magusin, 2005). Senza dimenticare la modellazione concettuale che ha accompagnato l’espansione stessa di Internet, dalle ipotesi universalistiche legate alle “virtual libraries” o alle enciclopedie aperte (Soojung-Kim, 1998; Lih, 2009), fino all’enfasi sull’open access (Hess et al., 2009), sui “nativi digitali” (Palfrey & Gasser, 2008), sul ruolo attivo degli utenti nel “mercato” e nella gestione della conoscenza (Siemens, 2005), sulle dinamiche collaborative peer-to-peer nella costruzione dei significati e su altre caratteristiche specifiche del cosiddetto web 2.0, su cui ormai si sprecano titoli e contributi. Scaffale Web 2.0 Critici Pragmatici Entusiasti Insegnare e apprendere con gli eBook La complessità e l’ampiezza di questo dibattito, per quanto sia utile coglierne le sfumature e le implicazioni, ha rischiato e rischia di generare alcuni equivoci nella comprensione del fenomeno. Ad esempio, contrariamente a quando sembra emergere leggendo molte riflessioni e contributi scientifici sull’argomento, bisogna ribadire che la struttura ipertestuale o ipermediale del contenuto non è una caratteristica “originaria e necessaria” degli eBook. Nulla Pagina | 14 vieta di scrivere un eBook impostato in modalità lineare, senza collegamenti ipertestuali o integrazioni ipermediali, né di leggere un eBook come se fosse un libro “tradizionale”. Gran parte degli eBook raccolti nell’ambito del Project Gutenberg e dei suoi epigoni, ad esempio, non sono altro che testi letterari classici, scritti in modalità lineare e pensati per essere letti in quella modalità. Tuttavia, la possibilità di impostare in un eBook modalità non lineari di gestione del testo e collegamenti ipertestuali attivi è connaturata all’oggetto digitale e agli strumenti utilizzati per usufruirne, non c’è motivo di non esplorare le opportunità che si aprono in tal senso, soprattutto quando si tratta di elaborare un testo “pensato” per essere pubblicato direttamente o esclusivamente come eBook, ma anche come opportunità per riattraversare testi classici, per delineare nuove strategie di lettura o aprirsi a nuove chiavi interpretative. Ne consegue che l’ambito da esplorare, per poter cogliere la reale portata degli eBook in quanto evoluzione dei libri, non è l’ipertestualità in sé, ma l’insieme delle possibili relazioni tra approccio ipertestuale al contenuto digitale e tecnologie che rendono possibile elaborare, manipolare, gestire o utilizzare quel contenuto in quella modalità. Il problema, insomma, non è l’eBook in quanto tale, ma il modo in cui autori e lettori decidono di volta in volta di utilizzarlo (Roncaglia, 2001). Questa sostanziale versatilità, nei libri tradizionali, è limitata dalla rigidità della tecnologia della stampa, mentre nei libri digitali è tendenzialmente illimitata. Analogamente, bisogna ricollocare nella giusta prospettiva l’enfasi sul radicale ribaltamento del rapporto tra autori, lettori, editori e contenuti digitali che secondo molti caratterizza la rete in quanto tale e, più precisamente, la declinazione 2.0 del world wide web. In particolare, si enfatizza soprattutto come si stia radicalmente modificando la sequenza tradizionale che vede l’autore come produttore e possessore originario di un contenuto che un mediatore indirizza verso il lettore: la mediazione tra autore e lettore tenderebbe piuttosto a scomparire o a passare in secondo piano, così come la dialettica di tipo “push” tra chi produce contenuti e informazioni e chi ne usufruisce. Prevarrebbero al contrario modalità di distribuzione di tipo “pull” (è il potenziale destinatario che aggrega liberamente contenuti e informazioni diventando in qualche modo co-autore nel momento stesso in cui opera la sua selezione) e soprattutto le dinamiche di elaborazione di tipo sociale, collaborativo o peer-topeer. Ne consegue un’estremizzazione del ruolo e del significato che gli eBook possono assumere in questo scenario: da un lato momenti di sintesi e di “chiusura” di una discussione (più simili a dei documenti d’archivio che a dei libri, quindi), dall’altro strutture aperte e polimorfe, in continuo aggiornamento, fino a confondersi con i blog e i wiki, e più in generale con qualsiasi altro tipo di contenuto digitale condiviso. Il risultato di questa variegata gamma di declinazioni è una percezione asimmetrica del concetto di eBook, che sembra oscillare, senza sfumature intermedie, tra un ruolo volatile, marginale, annegato nella vastità delle dimensioni iper-open della cultura digitale e della rete, e un ruolo decisamente più istituzionale di versione aggiornata del buon caro vecchio libro, con qualche vantaggio sul piano pratico. Insegnare e apprendere con gli eBook Attualmente, si coglie ancora una differenza piuttosto netta tra chi tende a interpretare il concetto di eBook in quanto testo digitale, e di conseguenza a estendere la riflessione su qualsiasi tipo di contenuto digitale riproducibile attraverso un computer e condivisibile via Internet (Esposito, 2003), e chi, al contrario, con il termine eBook si riferisce prevalentemente ai dispositivi tecnologici per la lettura di testi o altri elementi digitali, ovvero a ciò che più Pagina | 15 propriamente potrebbe essere chiamato eReader o ePaper. Nel primo caso il rischio è che si tenda a collegare in modo esclusivo la portata storica degli eBook all’identificazione di uno scenario tendenzialmente parallelo rispetto all’inevitabile sopravvivenza del libro a stampa, uno scenario in cui ci si concentra soprattutto sul recupero e l’approfondimento di dimensioni quali l’ipertestualità, la multimedialità e l’interattività, sicuramente importantissime ma di per sé non propriamente specifiche, e ricollegabili piuttosto al dibattito sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione in senso lato. Nel secondo caso si tende, al contrario, a ridurre la discussione alla pura dimensione tecnologica, e alle sue implicazioni sul mercato editoriale, che inevitabilmente sta cercando di esplorare nuove opportunità dimenticando talora che un dispositivo o un “formato” non sono sufficienti a determinare tutte le implicazioni che il passaggio dal testo analogico al testo digitale comporta, sia dal punto di vista degli autori, sia dal punto di vista dei lettori, sia da quello degli stessi editori e dei mediatori culturali in genere. Quello che si dimentica, in entrambi i casi, è che “il solo testo elettronico, anche se corrisponde al contenuto testuale di un libro a stampa, non è di per sé un libro elettronico: perché si possa parlare di e-book occorre che possa essere fruito attraverso interfacce adeguate, che rappresentino un’evoluzione naturale di quelle alle quali ci ha abituato il libro su carta (e quindi non solo un’evoluzione tecnologica del PC da scrivania): strumenti portatili, leggeri, poco stancanti per la vista, privi di cavi e fili elettrici, possibilmente non troppo costosi e non troppo fragili” (Roncaglia, 2001). In sostanza: non ha senso parlare di eBook prescindendo dall’integrazione tra il testo digitale e il dispositivo di lettura dedicato. Si tratta di due elementi strettamente collegati, la cui sinergia definisce e determina le caratteristiche e il significato degli eBook in quanto evoluzione storica della tecnologia del libro. Si può anzi affermare che è proprio in questa sinergia, e nei modi attraverso i quali può manifestarsi o essere gestita dagli utenti, che si racchiude il significato più coerente del termine eBook, e si nascondono le tracce utili per comprenderne meglio la natura e le implicazioni, sia a livello culturale che in ambito più specificamente educativo. Si dovrà inoltre considerare che: Insegnare e apprendere con gli eBook parte delle sinergie che si possono configurare tra contenuto digitale e dispositivo dedicato potrebbe o dovrebbe riguardare sia gli eventuali elementi di interattività tra l’utente, contenuto e dispositivo che le possibili interazioni tra l’insieme di contenuto e dispositivo e l’ambiente, lo scenario, il contesto in cui l’utente si configura come autore o lettore di eBook. Anche se l’evoluzione in corso, sia culturale che tecnologica, potrebbe introdurre ulteriori elementi e spunti di riflessione, si può quindi ragionevolmente affermare che gli eBook non sono un “oggetto” identificabile in modo univoco. Se ne identificano piuttosto diverse tipologie, legate a istanze diverse e talora molto specifiche, ciascuna determinata da una diversa sinergia tra testo/contenuto digitale e dispositivo tecnologico specificamente dedicato, oltre che da alcune caratteristiche intrinseche e dalle possibili configurazione del ruolo attivo dell’utente rispetto a ciascuna tipologia. Pagina | 16 Insegnare e apprendere con gli eBook 1 Pagina | 17 eFacsimili [Digital Facsimile]. Libri (o raccolte di periodici) digitalizzati sotto forma di sequenze statiche di immagini ottenute attraverso scanner o fotografie digitali, senza particolari possibilità di manipolazione del contenuto e senza collegamenti ipertestuali attivi. Rientrano in questo gruppo, ad esempio, i volumi antichi o rari in corso di digitalizzazione per garantirne la conservazione e agevolarne la consultazione. Implicano una particolare cura nella qualità e nell’ottimizzazione delle immagini digitali di cui sono costituiti. Parole chiave utili per configurare la sinergia tra contenuto e dispositivo da parte degli utenti: accesso, selezione, rarità, fonti storiche, materiale di ricerca, collazione delle fonti, ricerca filologica, annotazione contestuale. Punti di partenza: British Library Help for Researchers World Digital Library Questa tipologia di eBook non presuppone necessariamente una stretta sinergia con i dispositivi di lettura dedicati, che non sono ancora in grado di valorizzare elementi essenziali per la fruizione di questi “oggetti”, quali la forma, il colore o le informazioni sul supporto originario del libro riprodotto in formato digitale. Tipicamente, gli eFacsimili si utilizzano quindi su schermi di computer ad alta definizione come fonti o documenti in ambiti specifici quali la didattica della storia, l’analisi cartografica, la ricerca filologica. Sotto certi aspetti rientrano in questa interpretazione del concetto di eBook anche vari progetti orientati alla riproduzione digitale e alla condivisione integrale o parziale di libri fuori commercio o rari, come Google Libri [IT] [EN] [FR] [DE] [ES]. Insegnare e apprendere con gli eBook 2 Pagina | 18 eTesti [eDocuments, eTexts]. Libri digitalizzati attraverso uno scanner e trattati con un software OCR in grado di trasformare le scansioni in testo digitale effettivo, senza collegamenti ipertestuali attivi ma con possibilità di manipolazione del contenuto, spesso disponibile sia in lingua originale che nelle traduzioni più diffuse. Rientrano in questo gruppo quasi tutti i libri elettronici del Project Gutenberg e quelli digitalizzati nell’ambito di progetti analoghi. Implicano una cura particolare nel controllo degli errori di trascrizione da parte del software OCR e quindi un’attività di editing in post-produzione. Parole chiave utili per configurare la sinergia tra contenuto e dispositivo da parte degli utenti: accesso, accessibilità, selezione, raccolta, fonti, analisi del testo, comparazione delle fonti, lettura, commento al testo, classici, biblioteca personale, riusabilità. Punti di partenza: Project Gutenberg Perseus Digital Library Liber Liber Questa tipologia di eBook agevola (sotto certi aspetti) una stretta sinergia tra testi digitali e dispositivi di lettura dedicati. L’utilizzo tipico è l’allestimento e l’organizzazione di biblioteche digitali personalizzate per recuperare il piacere della lettura dei classici e soprattutto per lavorare sui testi a qualsiasi livello, dall’analisi lessicale all’interpretazione, dalla comparazione alla documentazione funzionale ad ambiti di indagine specifici. Possono rientrare in questa categoria anche i contenuti digitali estratti da libri o periodici condivisi in rete nell’ambito di progetti improntati al concetto di Open Access o Open Library [es. The Free Library o Polimetrica Open Knowledge]. Insegnare e apprendere con gli eBook 3 Pagina | 19 IperTesti [Hypertexts, eTexts]. Libri digitalizzati attraverso uno scanner e trattati con un software OCR in grado di trasformare le scansioni in testo digitale effettivo, con possibilità di manipolazione del contenuto e collegamenti ipertestuali attivati a posteriori. Rientrano in questo gruppo molti testi digitali con link a glossari interni o risorse esterne e trattati per essere consultati con specifici strumenti di ricerca linguistica. Implicano una cura particolare nel controllo degli errori di trascrizione da parte del software OCR e un’attività di editing in post-produzione orientata all’ipertestualizzazione del contenuto. Parole chiave utili per configurare la sinergia tra contenuto e dispositivo da parte degli utenti: fonti, selezione, analisi della struttura del testo, analisi delle fonti, analisi linguistica, lettura, commento al testo, glossario, lessico, apparato, annotazione, ipertestualità, interattività. Punti di partenza: IntraText Questa tipologia di eBook può essere considerata sotto certi aspetti un’evoluzione “naturale” degli eTesti, o uno stadio dell’utilizzo degli eTesti (che in quanto testi digitali possono essere ipertestualizzati in qualsiasi momento). In realtà prende forma per scopi più specifici, quali l’analisi linguistica, la ricerca filologica, l’ampliamento delle chiavi interpretative di un testo. La sinergia tra questi eBook e i dispositivi dedicati è flessibile: talora possibile e auspicabile, talora resa difficoltosa dall’utilizzo, negli IperTesti, di script o altri elementi non necessariamente o non ancora leggibili attraverso i dispositivi. Va inoltre considerato che questo tipo di eBook non presuppone necessariamente una lettura continuativa, ma piuttosto una fruizione specifica, mirata, legata alla rielaborazione, molto orientata alle potenzialità tipiche dei notebook. Insegnare e apprendere con gli eBook 4 Pagina | 20 eLibri [eBooks, Kindle Books].Libri pensati per essere pubblicati attraverso la stampa tradizionale ma elaborati direttamente utilizzando strumenti di scrittura elettronica e/o impaginati utilizzando sistemi di fotocomposizione e di editing di tipo digitale. Sono potenzialmente manipolabili e possono essere organizzati in modalità ipertestuale, ma non necessariamente. Talora sono versioni digitali di testi stampabili su carta a richiesta. Rientrano potenzialmente in questo gruppo la quasi totalità dei volumi pubblicati negli ultimi 15-20 anni e la maggior parte degli eBook distribuiti da editori e librerie virtuali come Amazon o pubblicati direttamente dagli autori attraverso servizi on-demand come LuLu. Implicano attività di editing sia da parte dell’autore che da parte degli editori e una cura particolare nella messa a fuoco delle differenze o delle analogie tra l’edizione elettronica e l’edizione cartacea. Implicano inoltre una certa cura nell’impaginazione e il rispetto degli standard e dei prerequisiti necessari per garantire piena compatibilità con i dispositivi di lettura e/o di stampa degli utenti. Parole chiave utili per configurare la sinergia tra contenuto e dispositivo da parte degli utenti: lettura, accessibilità, selezione, biblioteca aperta, annotazione, riusabilità, stampa selettiva. Punti di partenza: Amazon LuLu Scribd Questa tipologia di eBook, che al momento identifica gli eBook in senso stretto (almeno dal punto di vista del mercato editoriale), presuppone una sinergia indissolubile tra testo digitale e dispositivi di lettura dedicati, come suggerisce la stessa politica di Amazon, che parla di Kindle Books evidenziando lo stretto legame tra eLibro e eReader. Si tratta di testi da leggere, e la carta elettronica è sicuramente il loro supporto privilegiato. Rispetto agli eLibri un eReader assume inoltre due significati essenziali: facilitare la lettura del singolo volume, raccogliere, organizzare e rendere “portatile” la biblioteca personale che ciascun lettore costruirà col tempo acquistando o scaricando altri eLibri. Insegnare e apprendere con gli eBook 5 Pagina | 21 IperLibri [eBooks, eBooks 2.0, Digital Native Books, Libri liquidi, vooks]. Libri pensati e scritti in modalità “nativamente digitale”, ovvero immaginati come eBook e senza necessariamente presupporre edizioni cartacee. Possono essere, e tendenzialmente sono manipolabili, multimediali, interattivi, ipertestuali e aperti, con link attivi ad altre risorse o talora ad ambienti collaborativi in rete. Rientrano in questa categoria, sotto certi aspetti, anche certi esperimenti di “scrittura ipertestuale” in corso da diversi anni (esempi su: Serious Hypertext Reading Room), ma soprattutto le pubblicazioni elettroniche specifiche concepite e diffuse negli ultimi anni esclusivamente in formato digitale. Implicano una cura originaria e necessaria nell’impostazione, nella scrittura e nella strutturazione, sia da parte dell’autore che da parte di eventuali editor. Parole chiave utili per configurare la sinergia tra contenuto e dispositivo da parte degli utenti: selezione, lettura, riusabilità, accessibilità, ipertestualità, multimedialità, interattività, interazione, integrazione, commento al testo, annotazione, stampa selettiva. Punti di partenza: eBooks.com Garamond BBN La caratteristica essenziale di questa tipologia di eBook è la stretta sinergia con i dispositivi di lettura dedicati e con le loro specifiche caratteristiche e potenzialità (potenzialità ipertestuali, ad esempio, integrazioni multimediali, connessione in rete…): si può anzi affermare che è proprio la ricerca dei significati e del valore aggiunto della sinergia e dell’integrazione tra contenuto digitale e dispositivo dedicato che definisce un IperLibro. Ciò non toglie che un IperLibro possa essere utilizzato (a seconda delle sue caratteristiche, ad esempio se si tratta di uno strumento di lavoro piuttosto che di un “testo” organico) anche su altri dispositivi, come i notebook, i PDA o altre tecnologie in grado di gestire contenuti multimediali. Insegnare e apprendere con gli eBook La classificazione che si propone non ha ovviamente la pretesa di essere definitiva. Il processo di identificazione e di consolidamento dei nuovi significati che il libro assume nell’epoca della sua riproducibilità digitale è in corso, e ogni giorno si introducono ulteriori ipotesi ed elementi di riflessione. Si può tuttavia affermare con una certa sicurezza che le domande più ricorrenti che sono state poste negli ultimi anni a proposito di eBook stanno ormai assumendo una pura connotazione retorica: gli eBook rappresentano una reale innovazione? Sostituiranno i libri o si Pagina | 22 limiteranno ad affiancarli? Quanto occorrerà perché i tempi siano maturi per una loro diffusione su vasta scala? Porre il problema in questi termini non ha più senso, come non avrebbe senso chiedersi se e quanto le innovazioni tecnologiche hanno “snaturato” l’essenza e il formato dei libri. Alla fine del XVI secolo a Firenze, di fronte alla Badia, c’era una bottega che produceva meravigliosi codici manoscritti miniati. Il libraio si chiamava Vespasiano da Bisticci, era un intellettuale raffinato ed è stato uno dei massimi rappresentanti dell’arte libraria del suo tempo, forse di tutti i tempi. Ha prodotto copie meravigliose, perfette. Ma in quello stesso periodo nasceva e si diffondeva un nuovo modo di pubblicare libri, la stampa, che era in qualche modo legata alle nuove classi borghesi, tanto quanto l’arte del manoscritto umanistico era aristocratica. Vespasiano non comprese la portata di quell’innovazione e continuò a produrre manoscritti. Più semplicemente, non possedeva né le competenze né le tecnologie necessarie per passare dalla lavorazione dei codici manoscritti, una procedura artigianale i cui segreti erano noti agli speziali e agli artisti come lui, a un processo di tipo industriale, che richiedeva conoscenze in ambito meccanico e metallurgico, più vicine al retroterra degli orafi, degli incisori e di chi lavorava i tessuti. Oggi della bottega di Vespasiano resta ancora una bellissima insegna in pietra, ma si vendono jeans, e quasi nessuno, salvo chi ha studiato filologia umanistica, si ricorda di lui. La storia, in compenso, si ripete: molti editori, che pubblicano abitualmente splendidi libri a stampa, stanno snobbando la nuova tecnologia che si sta diffondendo o, più semplicemente, continuano a stampare libri perché non hanno le competenze necessarie per riconvertire i processi su cui si fonda l’editoria cartacea in procedure di trattamento e distribuzione di conoscenze in formato digitale. Si tratta di posizioni assolutamente lecite, che tuttavia appaiono destinate all’obsolescenza se si accettano due presupposti essenziali che in questo contributo cerchiamo di rendere espliciti. Il primo consiste nel dimostrare come gli eBook non siano altro che un’evoluzione della tecnologia del libro, e più precisamente il quarto salto evolutivo significativo che nel corso di circa due millenni e mezzo ha interessato e sta interessando il libro in quanto strumento privilegiato per la disseminazione di tutti i saperi codificabili o esplicabili attraverso la scrittura. Il secondo presupposto riguarda sia il significato intrinseco che le implicazioni del concetto di “conoscenza digitale”: per la prima volta in ciò che chiamiamo storia l’evoluzione della tecnologia del libro non si limita a un cambiamento di “formato” ma è intimamente connessa proprio al superamento del legame analogico tra contenuto e supporto e, di conseguenza, non riguarda più soltanto l’aspetto dei libri o la loro struttura, ma anche i significati che i contenuti possono assumere in relazione ai dispositivi attraverso cui potranno essere visualizzati e gestiti. Inoltre, si può ragionevolmente affermare che mentre il libro a stampa è un fenomeno legato allo sviluppo e alla diffusione della mentalità industriale e della relativa organizzazione della produzione e della distribuzione degli artefatti oggetto dell’industria editoriale, gli eBook Insegnare e apprendere con gli eBook configurano decisamente uno scenario post-industriale, dove entrano in gioco fattori legati alla de-materializzazione degli artefatti, alla de-localizzazione della produzione e della distribuzione e più in generale alla de-strutturazione dei processi di pubblicazione. Alla luce di questi elementi (anche tralasciando ulteriori possibili considerazioni sulle specificità di questa particolare evoluzione delle tecnologie della conoscenza) non ha molto senso Pagina | 23 interrogarsi sul grado di innovazione che gli eBook rappresentano, né continuare e chiedersi se e in che modo entreranno in conflitto con ciò che ancora chiamiamo “libri”: in questo genere di discussioni si tende a interpretare il fenomeno nuovo (gli eBook) utilizzando metri di giudizio riferibili all’oggetto-libro così come siamo abituati a riconoscerlo, applicando di fatto parametri di valutazione consolidati a uno scenario che più correttamente ne richiederebbe altri, un po’ come è accaduto (con le dovute differenze) quando si pretese di giudicare la fotografia attraverso chiavi di lettura abitualmente applicate alle arti figurative. Piuttosto, ha più senso chiedersi cosa sta realmente e ragionevolmente cambiando, e cosa cambierà grazie all’inevitabile diffusione degli eBook. C’è motivo di credere che i cambiamenti effettivi, profondi, saranno numerosi, e riguarderanno varie sfaccettature del complesso problema della produzione, gestione, disseminazione e conservazione della conoscenza: cambieranno sicuramente il modo di leggere e di essere lettori, il modo di scrivere e di essere scrittori, e almeno due componenti fondamentali dello scenario in cui le tecnologie del sapere si configurano e interagiscono con la realtà: gli editori e le biblioteche. Lettori, autori, editori e biblioteche stanno già cambiando volto, ruoli, significati, talora radicalmente, e sotto certi aspetti si può affermare che alcuni dei cambiamenti in atto non rappresentano necessariamente un effetto diretto e immediato della diffusione degli eBook e dei testi digitali, ma elementi caratterizzanti del retroterra che sta determinando il successo della nuova tecnologia del libro. Insegnare e apprendere con gli eBook Che cosa sono gli eBook: modelli, formati, dispositivi e significati di Michela Bini "The digital Dark Age is a term used to describe a possible future situation where it will be difficult or impossible to read historical documents, because they have been stored in an obsolete digital format. This could cause the period around the turn of the 21st century to be comparable to the Dark Ages during the Middle Ages in the sense that there will be a relative lack of written record." (fonte: Wikipedia) Premessa: dalla scrittura lineare alla scrittura elettronica Dalle origini del segno ai nostri giorni la scrittura si è evoluta in funzione del supporto che subiva modifiche dettate dagli sviluppi della tecnologia (la stampa a caratteri mobili, nuovi tipi d’inchiostro che richiedevano nuovi tipi di carta, rilegature diverse), in una reciproca e virtuosa influenza che dimostra il noto assunto di McLuhan, il mezzo è il messaggio (McLuhan, 1964). La scrittura lineare, così familiare e comprensibile, rassicurante e comunicativa, ci guida attraverso la pagina seguendo fedelmente l’ordine imposto dall’autore. Il testo, ha un inizio, uno svolgimento e una fine. Non fa parte del patto implicito fra autore e lettore, che il lettore cominci un libro dalla fine o decida arbitrariamente di tagliare capitoli o parti perché noiosi o superflui. Il patto implicito ci dice invece che apprestandoci alla lettura di un libro ci assoggettiamo alla volontà dell’autore, la dobbiamo rispettare1. Esistono alcuni testi, cartacei e poderosi, che nessuno si sognerebbe di leggere in modo sequenziale (le enciclopedie, i vocabolari, i repertori) ed esiste l’ipertesto. Precursore, teorico e sperimentatore della realizzazione di ipertesti e del loro uso in ambito didattico, George P. Landow ha scritto libri e articoli sia su riviste cartacee che elettroniche, per dimostrare la capacità degli ipertesti di aumentare la ricettività degli studenti sia da un punto di vista motivazionale (facilitati da esercitazioni che prevedevano la realizzazione di ipertesti), sia da un punto di vista meramente mnemonico (studenti che apprendono e ricordano meglio attraverso ipertesti realizzati da loro colleghi) (Landow, 1992). Da queste prime sperimentazioni sono passati anni in cui questo modo di concepire la scrittura e la lettura, si è evoluto ed è stato accettato in tutti gli ambiti: la lettura ipertestuale, reticolare e non lineare, ci consente di approfondire solo quello che vogliamo, di saltare da un argomento all’altro, di creare il nostro percorso di lettura senza alterare il potere dell’autore. In quest’ambito si può notare che se un autore è in possesso di un percorso in un libro cartaceo 1 Voce dissonante quella di Daniel Pennac che nel suo Come un romanzo (Feltrinelli) riporta i dieci diritti del lettore: il diritto di non leggere; il diritto di saltare le pagine; il diritto di non finire un libro; il diritto di rileggere; il diritto di legger qualsiasi cosa; il diritto al bovarismo; il diritto di leggere ovunque; il diritto di spizzicare; il diritto di leggere a voce alta; il diritto di tacere. Ma di questo si parlerà più estesamente nel capitolo dedicato ai “lettori riluttanti”. Pagina | 24 Insegnare e apprendere con gli eBook tradizionale, in un ipertesto è come se avesse in mano tutti i percorsi che ha ideato per dare al lettore l’illusione di essere libero, diventando addirittura un iperautore. Anche nella realtà scolastica del nostro Paese, gli ipertesti fanno parte già da qualche anno del percorso formativo di molti alunni e studenti di vari ordini e gradi (Rotta, Pecori & Borin, 2003). La grande diffusione della multimedialità e di Internet hanno decisamente impresso un viraggio al linguaggio e alla scrittura verso nuove forme d’espressione, di fronte alle quali possiamo assumere atteggiamenti di distacco, superiorità o entusiasmo, senza tuttavia poter disconoscere una realtà in cambiamento anche sulle centenarie norme di scrittura. Norme diverse di scrittura non possono che preludere a modi diversi di leggere, grazie alla rimediazione di cui con tanta chiarezza e lucidità ci parla Jay David Bolter (Bolter, 2002): “un medium è ciò che rimedia. Un medium si appropria di tecniche, forme e significati sociali di altri media e cerca di competere con loro o di rimodellarli in nome del reale. Nella nostra cultura, un medium non può mai funzionare in totale isolamento perché deve instaurare relazioni di rispetto e concorrenza con altri media.” Che cosa sono gli eBook? A breve il mercato degli e-book avrà uno sviluppo tale da indurci a superare diffidenze e titubanze nei confronti di un mezzo tanto versatile, che si affiancherà naturalmente al libro cartaceo, mostrandoci una nuova facilità di lettura, integrata da possibilità che solo il testo digitale è in grado di offrire. I vantaggi oggettivi del libro sono la praticità (si può portare e leggere ovunque) e la familiarità: in più di cinquecento anni siamo allenati e abituati alla lettura, sia veloce che selettiva. Fra i vantaggi psicologici si annoverano tutti quelli che riguardano la sfera sensoriale e affettiva (le sensazioni piacevoli e positive al tatto, all’olfatto, alla vista, all’udito, i significati che si attribuiscono all’oggetto, su cui esiste un’ampia letteratura). Gli svantaggi sono: alti costi di produzione e distribuzione, impossibilità di modifica, difficoltà di reperimento, ingombro, deperibilità (Eco & Chartier, 1999; Petrucco, 1998). A fronte dei tanti vantaggi oggettivi e dei noti svantaggi economici offerti dal libro cartaceo, il libro elettronico sovrappone e sostituisce le proprie caratteristiche. L’incessante progredire della tecnologia hardware consentirà di superare in tempi brevi i limiti tradizionalmente attribuiti al supporto per la lettura del testo digitale, mentre i vantaggi e le possibilità insite nel testo digitale appariranno sempre più chiaramente e innegabilmente. Cominciamo questa breve panoramica sulle caratteristiche principali del testo digitale, introducendo la più ovvia: la portabilità. In una memoria asportabile anche delle più economiche reperibili sul mercato, saremmo in grado d’immagazzinare diverse biblioteche di quartiere, una biblioteca di grandi dimensioni e, con molta pazienza e buona volontà, libri rari e introvabili. Tutto questo patrimonio librario sarebbe sempre a disposizione, senza peso e senza ingombro. Essendo solo un po’ selettivi, potremmo avere a disposizione sul supporto di memoria più comodo per le nostre esigenze, biblioteche tematiche intercambiabili a seconda Pagina | 25 Insegnare e apprendere con gli eBook delle esigenze. Ma gli eBook hanno anche altre caratteristiche essenziali, quali la conservazione, l’ecologia e l’interattività. Conservazione: i testi non sono deperibili, sono replicabili all’infinito senza costi e senza possibilità d’errore; qualunque modifica io faccia, esisterà sempre l’originale, tutte le altre saranno versioni successive. Pagina | 26 Ecologia: i libri non si stampano più su carta, non si usano più inchiostri e prodotti chimici per sbiancare la carta, con notevole beneficio da parte dell’ambiente. Interattività: si traslano alla lettura funzionalità tipiche del personal computer, che consentono operazioni tipiche del testo digitale, estremamente laboriose quando non impensabili con i libri cartacei. Parliamo di: ricerca sia per parole che per frasi; inserimento di note e commenti; evidenziatura, inserimento di segnalibri per il facile reperimento di informazioni rilevanti; possibilità d’inserire immagini di vario tipo, tabelle, grafici e schemi, formule, filmati originali o di repertorio; possibilità di stampare parti più o meno estese del testo, collegamenti a fonti e risorse esterne, possibilità di lavorare in modo collaborativo con colleghi o esperti remoti. In materia di vantaggi e svantaggi già nel 2003 Gino Roncaglia condivideva in rete queste otto tesi su cosa i libri elettronici non dovrebbero essere. 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. Il libro elettronico NON è un formato alternativo per visualizzare del testo sullo schermo di un computer tradizionale. Nessun computer può competere col libro a stampa in quanto a facilità d'uso e portabilità. Chiamare 'libri elettronici' testi destinati a essere visualizzati attraverso programmi disponibili solo per i computer tradizionali confonde le idee ai lettori, conferma i pregiudizi contro l'effettiva usabilità degli e-book. Il libro elettronico NON nasce per essere stampato. Se leggendo un testo su un dispositivo informatico sento il bisogno di stamparlo, vuol dire che non sto leggendo un libro elettronico, o almeno non sto leggendo un libro elettronico 'riuscito'. Il libro elettronico NON deve essere un oggetto 'volatile', che rischia di scomparire ogni volta che devo cambiare dispositivo di lettura o sistema operativo. Corollario: i meccanismi di tipo 'pay per view' possono funzionare per film, giornali, riviste (in generale, per informazione 'di flusso'), ma NON per i libri. Il libro elettronico NON deve basarsi su formati chiusi e proprietari. L'esperienza del Web insegna che l'uso di standard pubblici e aperti è la migliore garanzia per la diffusione e l'affermazione di un medium elettronico. Nel caso degli e-book, gli standard aperti sono quelli proposti dall'Open E-book Forum (formato OEB). Il libro elettronico NON deve essere un oggetto chiuso neanche dal punto di vista della fruizione: deve poter essere commentato, annotato, prestato, regalato proprio come è possibile con i libri su carta, sfruttando anzi le maggiori possibilità di circolazione e condivisione dell'informazione dalle nuove tecnologie. Il libro elettronico NON deve essere pensato come strumento destinato unicamente alla lettura di informazioni testuali: deve essere possibile, come già accade nel caso dei libri a stampa, l'inserimento di illustrazioni, tabelle, formule scientifiche e matematiche, e deve essere inoltre possibile - se l'autore ritiene opportuno farne uso - l'inserimento di contenuti multimediali come suoni e video. Il libro elettronico NON deve orientarsi unicamente verso la visualizzazione o la lettura di testi lineari, così come NON deve orientarsi programmaticamente verso la visualizzazione o la lettura di ipertesti: deve essere aperto a entrambe le possibilità, permettendo all'autore di strutturare il proprio testo nel modo da lui considerato più conveniente. Non siamo affatto nuovi ad avere a disposizione opere letterarie e saggi su supporto digitale. Già nel 1971 il progetto Gutenberg2, primo riuscito esperimento di fusione fra passione letteraria, utilizzo delle tecnologie a scopo di divulgazione, creazione di una comunità di utenti che condividono il medesimo interesse, metteva a disposizione un nutrito patrimonio letterario digitale. A questo hanno fatto seguito numerose iniziative analoghe, come il Progetto Manuzio dell’associazione Liber Liber, la GNU Free Software Foundation che oltre Significativo è il testo riportato nella pagina d’apertura del sito: “Project Gutenberg is the oldest producer of free electronic books (eBooks or eTexts) on the Internet. Our collection of more than 13.000 eBooks was produced by hundreds of volunteers. Most of the Project Gutenberg eBooks are older literary works that are in the public domain in the United States. All may be freely downloaded and read, and redistributed for non-commercial use” 2 Insegnare e apprendere con gli eBook che dello sviluppo e della diffusione di software libero si propone anche di promuovere la circolazione di manualistica non protetta dal diritto d’autore, come il portale Italianistica Online che nasce e si sviluppa grazie al lavoro di Luigi M. Reale. Molte biblioteche, sia nazionali che specialistiche, stanno procedendo alla digitalizzazione del proprio patrimonio librario, cominciando da quello più antico e raro, maggiormente esposto a fenomeni di degrado e Pagina | 27 usura. Ma, come è facile notare, rimaniamo nell’ambito dell’iniziativa di grandi istituzioni o di volenterosi privati che con il loro lavoro, la competenza e la passione coinvolgono altre persone nell’opera di digitalizzazione di libri non più coperti dal diritto d’autore (a causa del decadimento dello stesso per scadenze naturali), oppure che nascono come libri da distribuire gratuitamente. La commercializzazione vera e propria, nonostante i titoli digitali stiano gradualmente aumentando, stenta a imporsi al mercato e a rappresentare non un’alternativa, ma una via parallela e diversa da quella cartacea. I vantaggi di una classe che in determinate materie di studio e guidata da insegnanti appositamente formati, usi regolarmente per esercitazioni e studio testi digitali, presenti nella rete della scuola o acquistati appositamente dai genitori, stenta a mostrare i vantaggi legati a maggiore concentrazione, minore possibilità di errore, facilità nello scambio d’informazioni e nel confronto con docenti e colleghi di studio. I lettori Cadiamo nell’equivoco: sono coloro che leggono o i dispositivi per la lettura del libro elettronico? Entrambi, senza equivoco. Ma i dispositivi utili e indispensabili per la lettura di un e-book si possono dividere in quattro categorie: dispositivi informatici fissi, che leggono gli e-book attraverso appositi software; dispositivi specifici divisi in lettori di e-book dedicati (praticamente degli emulatori del libro cartaceo); computer palmari dotati di appositi software di lettura; tablet pc, computer a tutti gli effetti che possono leggere gli e-book con l’ausilio di appositi software. Gli unici strumenti dedicati e specificamente realizzati per la lettura dei libri elettronici sono gli eBook reader. In questo senso gli eBook reader sono gli unici dispositivi che possono rientrare in quella fascia di infodomestici che Donald Norman auspica di prossima creazione e, soprattutto, diffusione, per rendere meno complicata la vita degli entusiasti della tecnologia. L’infodomestico è un dispositivo elettronico che compie una sola operazione specifica, è pensato, realizzato e aggiornato per compiere una sola operazione. Esistono infodomestici per gestire le medicine, per avere informazioni sul traffico e sul tempo, per la gestione familiare etc. Questo per contrastare il computer onnipotente, che fa tutto, ma in modo troppo complicato per l’utente medio (Norman, 1998). Gli eBook reader sono dei dispositivi dedicati, molto più maneggevoli e semplici di un personal computer. L’elettronica di base è la stessa, ma le funzioni sono limitate a poche semplici operazioni funzionali alla lettura, alla modifica della visualizzazione, alla possibilità di Insegnare e apprendere con gli eBook evidenziare passi, all’inserimento di note nel testo e alla possibilità di compiere operazioni di ricerca all’interno del testo. L’accesso alla rete Internet è funzionale all’acquisto e scaricamento di titoli da siti appositi. L’interazione con questi dispositivi avviene mediante il tocco dello schermo (touchscreen), mediante l’uso di una piccola stilo che tocca la superficie del dispositivo o mediante i pulsanti di scorrimento. Lo schermo è ovviamente la parte principale del dispositivo e sono proprio le caratteristiche tecniche dello schermo, oltre che la tipologia di formato gestito e la specificità delle possibili sinergie tra utente e contenuto. In pochi anni sono apparse sul mercato almeno 3 generazioni di eReaders, le cui caratteristiche essenziali possono essere sinteticamente riassunte in uno schema. I generazione II generazione III generazione Display Memorie Formati gestiti Interazione Integrazione LCD o TFT e-Ink (rigido) e-Paper (flessibile) Magnetiche/fisse Magneto/ottiche Solide/mobili Testuali Ipertestuali Semantici Hardware Penne ottiche Touch Screen Offline Online (LAN) Online (WEB) Le tecnologie applicate ai dispositivi sono in ogni caso ancora in piena evoluzione ed è difficile ritenere che si siano già stabilizzate o che abbiano assunto una “forma” definitiva. Per questo sono oggetto di monitoraggio continuo da parte di vari osservatori. Pagina | 28 Insegnare e apprendere con gli eBook I dispositivi di I generazione I dispositivi emulano il libro tradizionale nel formato, nella maneggevolezza, nelle funzionalità; il punto di forza e critico del dispositivo, si evince facilmente, è il display. Si tratta generalmente di schermi LCD retroilluminati per permettere una migliore visualizzazione e diminuire i problemi di affaticamento della vista. Anche se la massima parte dei dispositivi è Pagina | 29 dotata di un modem interno, questo serve solo ed esclusivamente per collegarsi al sito del produttore (che fornisce anche una rosa di titoli di libri che spaziano attraverso vari argomenti, dai classici, ai libri di medicina e diritto, ai bestseller delle grandi case editrici) e scaricare i titoli desiderati. Non è possibile collegarsi a Internet. Altro limite è dato dalla scarsa capacità di visualizzazione delle immagini. Molti i dispositivi reperibili in rete presso le maggiori case di produzione di hardware. La scelta dipende dalle necessità specifiche dei singoli utenti, dalle nostre preferenze estetiche e, non ultimo, dal costo spesso sensibilmente variabile dei vari dispositivi. Qui di seguito una breve panoramica dei principali dispositivi di I generazione e delle loro caratteristiche precipue. Rocket eBook e REB 1100 Ha la grandezza di un normale libro a stampa, ne sono stati venduti migliaia ed è stato fino a oggi il dispositivo più diffuso. Originariamente progettato da Nuvomedia, è un dispositivo unicamente dedicato alla lettura, che ignora tutti i software non funzionali allo scopo, ad esempio calendari, rubriche o altro. Nasce e viene pensato esclusivamente per il lettore. Si può leggere sul dispositivo come su un libro, si possono mettere note al margine, sottolineare passaggi e mettere segnalibri per recuperare velocemente il testo all’occorrenza. Attualmente la Nuvomedia non esiste più, essendo stata acquisita da Gemstar e il Rocket eBook non viene più prodotto, ma è stato sostituito dal dispositivo REB 1100 che, a tutti gli effetti, ne è il successore. Softbook e REB 1200 Altro popolare dispositivo esclusivamente dedicato alla lettura. Presenta molte analogie con il Rocket eBook, anche nel suo destino commerciale. Il progettista e produttore originario, Insegnare e apprendere con gli eBook Softbook Press, è stato acquisito da Gemstar. Le caratteristiche fisiche e tecniche del Softbook sono del tutto paragonabili a quelle del Rocket Book, con l’unica differenza che il primo presenta un modem integrato attraverso il quale si possono scaricare testi dal network della Softbook. La Gemstar ha cessato di fatto la produzione del dispositivo, sostituendolo col REB 1200. Pagina | 30 Cybook Cytale Il Cybook, originariamente prodotto dalla società francese Cytale, si presenta come ottimo antagonista dei prodotti Gemstar. Dimensioni, ridotte, peso contenuto, maneggevole. Legge i documenti in formato CytalePage basato sullo standard Oeb. Consente di scaricare libri, giornali, documenti professionali, come anche di collegarsi alla rete Internet. Il modello prodotto attualmente dalla società Bookeen rientra nei dispositivi di II generazione. GoReader Prodotto dalla Goreader Inc., viene accolto con grande entusiasmo e subito sembra presentarsi come il dispositivo adatto al mondo universitario, ritenuto un potenziale strumento di supporto per la didattica. Si presenta con molte caratteristiche positive: è un dispositivo dedicato, ha un buono schermo LCD con doppia retroilluminazione e buone funzionalità di ricerca, annotazione ed evidenziazione; è in grado di visualizzare anche immagini vettoriali ed equazioni. IPM Myfriend Dispositivo dedicato alla lettura e prodotto da una società italiana: IPM Net di IPM Group. Il dispositivo Myfriend è dotato di un display touchscreen a colori ad alta definizione e di ottima qualità. Oltre alla capacità d’immagazzinare testi e a tutte le funzionalità tipiche dei dispositivi Insegnare e apprendere con gli eBook dedicati, si presenta di fatto come un vero e proprio computer portatile: dotazione di interfacce di comunicazione e connettori integrati nei bordi (inferiore e superiore) del dispositivo, modem interno, microfono e altoparlante. Pagina | 31 eBookman L’eBookman, prodotto fino al 2002 da Franklin Electronic Publishers, è disponibile in tre formati, identici in apparenza, differenti nella capacità di memoria. Il difetto maggiore fin dalle prime apparizioni del dispositivo risulta essere la sua scarsa capacità di memorizzare i testi. Nei primi modelli tutte le informazioni contenute in memoria andavano perse ad ogni ricarica della batteria. Anche dopo che la Franklin effettuò le dovute modifiche tecniche per migliorare questo grave difetto, rimangono notevoli disagi dovuti alla batteria che richiede frequenti ricariche, poiché si esaurisce nel giro di poche ore di normale uso. La produzione del dispositivo cessa nel 2002. Everybook La Everybook presentò il suo primo dispositivo, Everybook appunto, nel 1998, annunciando la nascita del primo vero lettore di eBook fra i tanti presenti sul mercato. Successivamente all’accordo con Adobe fu presentato nel 2000 Everybook Docable, dispositivo interattivo, dotato di due schermi, adatto ad immagazzinare e leggere testi in formato pdf. I testi possono essere indicizzati e scansionati dal motore di ricerca interno. Si presenta quindi come dispositivo in grado di gestire una biblioteca virtuale, più che come un semplice lettore di eBook. Insegnare e apprendere con gli eBook I dispositivi di II generazione La II generazione di dispositivi dedicati alla lettura è caratterizzata da schermi che implementano la tecnologia e-ink per rendere l’attività di lettura più agevole e il più possibile simile alla lettura su carta. Questo non per emulare il libro e sostituirsi ad esso, bensì per rendere l’esperienza della letture elettronica meno stancante di ciò che normalmente avviene Pagina | 32 con gli schermi retroilluminati. La possibilità di collegarsi alla rete è limitata ai siti gestiti direttamente dai produttori o, al massimo, da essi riconosciuti in base ad accordi commerciali e/o di formati gestiti. Quasi tutti I dispositivi usano una scala di grigi a 8 livelli, in rari casi si può arrivare a 16. Molti lettori, specialmente quelli in formato tascabile, cercano di uscire dal “grigiore” da ufficio offrendo la possibilità di scegliere dispositivi colorati. BeBook Il BeBook reader è un dispositivo prodotto dalla Endless Ideas BV, una società danese che produce dispositivi elettronici per la casa e per l’ufficio. La società, nel presentare il prodotto, annuncia che “l’introduzione del BeBook porrà nuovi standard di lettura”. Dopo una breve e generale introduzione tecnica sulla tecnologia epaper, sulla leggerezza e portabilità del dispositivo e sulla sua capacità d’immagazzinare libri e documenti, la società si premura di assicurare che “anche se il BeBook è un lettore di eBook, non cerca di sostituire i libri, ma apporta nuove caratteristiche all’esperienza della lettura”. Dal punto di vista tecnico il BeBook offre un display di 6” e un memoria di 512MB. Cybook Gen3 e Cybook Opus Attualmente prodotto dalla Bookeen, il Cybook presenta due modelli, Gen3 e Cybook Opus, entrambi dotati di ampia memoria e, soprattutto, di schermi con tecnologia e-ink, che permette una lettura migliore, anche in condizioni di esposizione alla luce del sole (attività non facile con i normali schermi retroilluminati). La BooKeen, nata dall’iniziativa di due fra i progettisti del Cybook Cytale (dispositivo di I generazione), presenta nel proprio sito la mission aziendale - realizzare il miglior dispositivo di lettura per l’utente - e la propria filosofia, Insegnare e apprendere con gli eBook sintetizzabile in due parole, libero e semplice, laddove libero significa la possibilità di accesso a tutti i contenuti, siano essi testi messi liberamente a disposizione dai siti appositi, siano essi gli ultimi bestseller delle grandi case editrici, mentre semplice significa il non dover compiere operazioni di conversione del testo in quanto il dispositivo è in grado di riconoscere i comuni formati usati per gli eBook. Il display è di 5” per Cybook Opus e di 6” per Gen3, mentre la memoria è di 64MB per il Gen3 e di ben 1G per l’Opus. Quest’ultimo dispositivo consente di orientare automaticamente le pagine in orizzontale o verticale, semplicemente ruotando il dispositivo stesso. Nessuno dei due, invece, presenta display touchscreen. Pagina | 33 Sony PRS 300 Pocket Edition, Sony PRS 600 Touch Edition e Sony PRS 2121 Dal 2006 ad oggi si sono succeduti sul mercato sei dispositivi Sony dedicati alla lettura. Qui vengono indicate le caratteristiche precipue degli ultimi tre, compreso l’ultimo nato, il PRS 2121. PRS 300: conosciuto col nome di edizione tascabile, secondo la casa produttrice si tratta di un prodotto adatto ad avvicinare il pubblico ai dispositivi dedicati alla lettura. Questo per il suo prezzo davvero concorrenziale (199 dollari), per la sua facilità d’uso e maneggevolezza ottenuta però a discapito della grandezza del display che è di 5”, di una minore possibilità d’ingrandimento dei caratteri e di un’interfaccia non touchscreen. Per il resto mantiene le caratteristiche del PRS 600: conosciuto col nome di edizione touch, è un modello destinato ad un mercato più elevato, visto che anche il suo costo si attesta sui prezzi standard dei dispositivi con caratteristiche simili. Ha uno schermo da 6” con tecnologia touchscreen, la possibilità di scegliere fra 5 diverse grandezze del carattere e una memoria di 512MB. È disponibile in tre colori. Electronic paper, anche conosciuto come e-ink o e-paper, è una tecnologia di display progettata per imitare l’aspetto dell’inchiostro su un normale foglio. A differenza di un normale display, che usa una luce posteriore al display per illuminare i pixel, l’e-paper riflette la luce come un foglio di carta. Questa tecnologia è stata inventata nel 1996 da Joe Jacobson, fondatore di E-Ink. (Definizione tratta da Wikipedia) PRS 2121: nonostante si tratti di un dispositivo che rientra nella famiglia Sony di dispositivi dedicate alla lettura, lo menzioniamo a parte in quanto appartenente ad una categoria interessante, quella dei lettori che consentono la lettura di pagine affiancate. Sebbene infatti non abbia il doppio schermo, il monitor leggermente più grande, 7”, consente di affiancare le pagine durante la lettura. Inoltre la scala di grigio si estende a 16 livelli, il display è naturalmente touchscreen e la compagnia telefonica AT&T assicura, senza costi aggiuntivi, un collegamento wireless a 3G esclusivamente per scaricare testi dai negozi virtuali di eBook. Tale collegamento non può essere usato per navigare liberamente in rete, ma solo per scaricare testi. Il prezzo del dispositivo è superiore rispetto ad altri presenti sul mercato e con caratteristiche, per il momento, inferiori, 399 dollari. Insegnare e apprendere con gli eBook Pagina | 34 Papyrus Dispositivo prodotto da Samsung pensato e progettato per lanciare la nota marca sudcoreana nel mercato dei dispositivi dedicati alla lettura e metterla in concorrenza diretta con il Kindle. Se esteticamente il prodotto si presenta in modo molto semplice e lineare, tanto che chiuso ricorda un libro dalla copertina anonima, la tecnologia è molto avanzata, il display è touchscreen da 6”, l’interfaccia ricorda gli smartphone prodotti dalla stessa casa. La memoria è di 512MB, ma, come tutti i dispositivi di questa fascia, può essere ampliata. Il dispositivo supporta anche altre funzioni: prendi appunti, diario, calcolatrice e rubrica. Kindle Amazon, nota azienda statunitense di vendita di libri tramite Internet, ha realizzato e messo in vendita 3 versioni successive del dispositivo di lettura per eBook: Kindle, Kindle 2 e Kindle DX. Per la precisione Kindle è una piattaforma software e hardware sviluppata dai tecnici del Lab126 di Amazon, realizzata per leggere gli eBook e altri media digitali commercializzati da Amazon. Il successo del primo dispositivo fu così immediato e travolgente, che andò esaurito nel giro di cinque ore e rimase fuori produzione per qualche mese prima di essere nuovamente immesso sul mercato. Il grande successo del primo dispositivo (display da 6”, 4 livelli di scala di grigio, 250MB di memoria interna) Amazon ne ha realizzato un secondo con funzionalità ampliate (16 livelli di scala di grigio, 2G di memoria interna, maggiore autonomia della batteria) e, attualmente, lancia sul mercato il Kindle DX che oltre a migliorate capacità tecniche (4G di memoria interna, una batteria a maggiore autonomia, possibilità di passare dalla modalità di lettura verticale (portrait) a quella orizzontale (landscape) semplicemente ruotando il display) presenta un display davvero notevole per dispositivi di questa fascia: 9,7”. Attraverso i dispositivi gli utenti si possono collegare al sito Amazon e ad altri siti che forniscono contenuti alla piattaforma Kindle e scaricare i testi cui sono interessati, alcuni gratuitamente, altri a pagamento3. Con l’affacciarsi al mercato dell’ultimo dispositivo, Amazon 3 Amazon sta sostenendo il mercato degli eBook con un’ottima campagna pubblicitaria. Esemplare il caso del lancio del Kndle 2 per il quale Stephen King realizzò il suo romanzo UR che i lettori potevano solo scaricare e fruire attraverso il dispositivo Amazon. Tuttavia Amazon è andata anche incontro a problemi legali (una class action è stata intentata nei suoi confronti da un utente, seguito da altri, che l’hanno accusata di aver messo in vendita testi per i quali non disponeva del necessario diritto d’autore per la vendita) forse proprio a causa di questa sua aggressiva politica editoriale. Insegnare e apprendere con gli eBook sta anche cercando di superare i problemi relativi alle restrizione di formati: oltre ai formati proprietari (MOBI, PRC) e ai formati più comuni (es TXT), i nuovi dispositivi sono in grado di leggere anche file PDF senza bisogno di macchinose conversioni di formato. Pagina | 35 Cool-er Prodotto di presentazione della compagnia Interead, viene immesso sul mercato dal fondatore della compagnia, Neil Jones e presentato come l’iPod per la lettura, pensato appositamente per un pubblico di non appassionati della tecnologia. Dispositivo molto leggero, colorato, ha un display di 6” e una memoria interna di 1G; è così piccolo che può essere trasportato nella tasca della giacca. Piuttosto scarno l’hardware funzionale, non ci sono tastiere, il display non è touchscreen, non è consentito il collegamento in rete, nemmeno con il sito del produttore: i testi devono essere scaricati sul computer e poi trasferiti sul dispositivo tramite porta USB o carta SD. Tutto questo, nelle parole del produttore, serve a tenere il prezzo molto basso (250 $) e a garantire l’accessibilità anche alle persone che non hanno dimestichezza con la tecnologia e non sono disposte a collegarsi per ottenere i testi d’interesse4. I formati supportati sono i più diffusi, compreso EPUB e PDF, e la compagnia presenterà a breve un proprio negozio virtuale di eBook. iLiad iRex Technologies, compagnia nata da Philips, realizza dal 2006 iLiad, giunto adesso all’edizione Book dedicata agli “amanti della lettura”: display da 8,1 pollici, ad alta risoluzione e con tecnologia e-paper. Il dispositivo, proprio per omaggiare i lettori appassionati, viene venduto con 50 eBook già inclusi, scelti fra i più famosi romanzi di tutti i tempi. Il prezzo è più alto della normale fascia di mercato (si tratta pur sempre di un cosiddetto Kindle killer), 600 dollari. Ma dai blog l’opinione degli utenti risulta piuttosto entusiasta, nonostante il prezzo sia considerato elevato. Fra gli altri dispositivi con caratteristiche similari (buone specifiche tecniche, prezzo oscillante fra i 200 e i 300 euro, buona capacità di memoria) possiamo citare eSlick di Foxit e EZ Reader di Astack, eBook di Elonex. Ma sul mercato, in virtù delle esigenze, delle capacità e della disponibilità economica, si possono reperire ormai moltissimi lettori dedicati. 4 Nella presentazione del prodotto curata dal fondatore della società si afferma che il Cool-er è “il primo dispositivo dedicato alla lettura che non metterà in imbarazzo le persone!” Insegnare e apprendere con gli eBook I dispositivi di III generazione I dispositivi di III generazione sono caratterizzati da display normalmente più grandi di quelli in circolazione e dotati di una tecnologia particolare, e-paper, che consiste nel realizzare monitor flessibili perché in plastica, sottili, resistenti e basati sulla tecnologia e-ink. I dispositivi di III generazione si prevedono rivoluzionari per il mercato anche perché dotati di un’altra caratteristica fondamentale, la possibilità di navigare in rete, non solo per collegarsi al sito del produttore e scaricare testi da leggere. Questi dispositivi, che allo stato attuale sono prototipi in via di sviluppo, vengono pensati e progettati per gli uomini d’affari, consentendo loro di racchiudere in un unico scarno foglio documenti, giornali, pubblicazioni e tutto ciò di cui potrebbero eventualmente avere necessità nei loro viaggi e nelle loro dimostrazioni di lavoro. Proprio questa caratteristica dell’estrema portabilità viene messa in risalto nel video introduttivo e pubblicitario di uno dei prodotti che ci incuriosiscono maggiormente e che, a nostro avviso, rappresenterà il punto di svolta nella tecnologia dei dispositivi dedicati alla lettura, il prototipo della Plastic Logic. Il prodotto ancora non ha un nome, ma le immagini prototipali già circolano abbondantemente. Plastic Logic è la compagnia di punta di Cambridge University’s Cavendish Laboratory, il cui prodotto principale è proprio il lettore di cui si aspetta la commercializzazione nel 2010. Il display dovrebbe avere le dimensioni di un foglio A4, essere estremamente sottile, meno di 7mm, e pesare meno di 450gr. La connessione wireless dovrebbe garantire la possibilità di accedere liberamente a giornali e documenti e di caricare sul foglio centinai di pagine di documenti. Il costo ancora non è certo, ma si parla di una cifra contenuta sotto i 300 $. Altro prototipo, l’uscita è prevista alla Fiera del Libro di Francoforte nell’ottobre 2009, è il txtr Reader della società berlinese Wizpac Ltd. A fronte di un display che mantiene i 6” standard degli attuali dispositivi dedicati, si parla di una reale connettività mobile per garantire la massima operatività. Quindi non solo la possibilità di caricare testi sul lettore, ma anche di collegarsi liberamente. Il display e le caratteristiche tecniche sono analoghe ad altri dispositivi attualmente reperibili sul mercato. Il txtr Reader della Wizpac Dal gennaio del 2009 anche HP ha annunciato il suo ingresso nel mercato della sperimentazione per la realizzazione di un display in plastica sottile e flessibile; il prototipo del dispaly è stato realizzato insieme al Arizona State University Flexible Dispaly Center. I test eseguiti sono altrettanto strabilianti di quelli raggiunti da Plastic Logic; il prodotto commercializzabile, tuttavia, è previsto in produzione non prima di 5 anni, ma l’azienda annuncia innovazioni molti importanti per l’ambiente e, sebbene non sia in grado di stabilire un prezzo, annuncia prezzi decisamente concorrenziali per il mercato. Pagina | 36 Insegnare e apprendere con gli eBook Attualmente in commercio troviamo Boox di Onyx e PRS 2121 di Sony (il cosiddetto daily edition di cui abbiamo parlato nella sezione dedicata alla II generazione) che tuttavia, pur presentando ottime caratteristiche e display più grandi dei 6” che normalmente reperiamo nei dispositivi dedicati, non consentono una reale connettività e quindi, a nostro avviso, rimangono nella categoria II generazione. Infine, anche Asus annuncia un eBook reader basato su ePaper flessibile e doppio schermo touchscreen, mentre Microsoft lascia intendere che è quasi pronto un dispositivo molto simile ad un ibrido tra un tablet e un reader interattivo. Per cercare di fare chiarezza e al tempo stesso mostrare la complessità del mercato dei dispositivi dedicati alla lettura, ecco una vera e propria mappa, per orientarsi e riassumere in modo sinottico il variegato panorama che abbiamo cercato di illustrare: (Fonte TechFlash) In questa rincorsa ormai tumultuosa all’innovazione e al miglioramento tecnico c’è soltanto da sperare che si riesca a garantire la piena compatibilità tra formati, dispositivi e contenuti, per evitare che si avveri un ben nota profezia, che avvalorerebbe l’ipotesi che gli eBook non sono altro che l’evoluzione della tecnologia del libro, e che proprio come i libri sono destinati al rischio dell’obsolescenza, del deperimento e della rarefazione. Pagina | 37 Insegnare e apprendere con gli eBook I formati dei testi elettronici Come per qualsiasi medium stabilire e seguire formati standard di riferimento è passaggio cruciale per decretare il successo o l’insuccesso sul mercato di un prodotto. Nel mondo digitale il tema dei formati è stato affrontato a più riprese (ad esempio per quanto riguarda il mercato Pagina | 38 delle videocassette e adesso dei DVD, per quanto riguarda i formati delle immagini, dei file audio e musicali e così via) e, naturalmente, il mercato del libro elettronico non ne è immune. Non s’intende qui riportare discussioni etiche o economiche sull’opportunità di operare scelte responsabili in ogni settore per evitare di finire vittime dei soliti giochi di mercato, ma dare una panoramica per quanto possibile obiettiva e chiara dei formati utilizzati dagli eBook e di riflesso dai dispositivi dedicati. Si può dire che fin dall’inizio due formati si contendono il primato nel settore degli eBook: Oebf e PDF. Il formato Oebf è stato sviluppato dall’Open eBook Forum, consorzio che vede riunite e partecipanti ai vari progetti aziende editoriali e informatiche fra cui Microsoft, Adobe, Gemstar, Random House, Time-Warner, McGraw-Hill. Il formato PDF (Portable Document File) è stato sviluppato da Adobe (che come abbiamo visto partecipa anche all’Oebf) ed è utilizzato da molti anni, ben prima che si cominciasse a parlare di dispositivi dedicati alla lettura. Il formato OEB si basa su standard preesistenti e diffusi in ambiente Internet, visto che la sintassi adottata per definire il linguaggio di codifica è quella XML (Extensible Markup Language)5. OEB fornisce anche delle linee guida per specificare i metadati del libro elettronico (fra i metadati rientrano informazioni per l’identificazione del documento digitale, ad esempio il titolo, l’autore, l’editore) e si occupa della gestione di contenuti non testuali. Questo standard quindi garantisce che i produttori di contenuti e quelli di dispositivi di lettura (hardware e software) facciano riferimento a specifiche tecniche comuni. Quindi sia gli autori dei contenuti che gli utenti possono ignorare le problematiche tecniche, sicuri che i loro prodotti potranno essere fruiti. Adobe Portable Document Format è invece un formato di codifica proprietario per la distribuzione di documenti su supporto digitale introdotto dalla Adobe nel 1994. Il formato deriva dal PostScript, il linguaggio sviluppato da Adobe per la gestione delle stampanti e dal punto di vista dell’utente finale un documento PDF è una sorta di stampa digitale che, una volta generato mantiene la stessa impostazione grafica indipendentemente dalle condizioni di visualizzazione e dalle piattaforme. Certamente si tratta di un formato proprietario e quindi non manipolabile, inoltre ha una presentazione rigida (non si adatta alle dimensioni della pagina, ma, se visualizzato su uno schermo ridotto, obbliga a una visualizzazione con carattere più piccolo, oppure ad ingrandire il testo ed “uscire” dalla pagina), ma la sua diffusione, soprattutto in ambito tecnico e nella saggistica è innegabile e ne fa un formato molto diffuso e conosciuto. 5 XML è un metalinguaggio che permette di definire linguaggi per la rappresentazione di documenti su supporto elettronico. Come dire che abbiamo a disposizione un vocabolario e una sintassi, corrispondenti agli elementi che costituiscono un documento e alle relazioni strutturali tra tali elementi. Per rappresentare gli elementi strutturali si usano i tag o marcatori. Insegnare e apprendere con gli eBook Altri formati per i testi elettronici molto utilizzati, interessanti o con grandi notevoli prospettive sono Lit, MOBI e ePUB. Il formato Lit è il formato Microsoft per i libri elettronici: .lit è l’estensione dei file eBook fruibili attraverso il software Microsoft Reader. Il formato è stato rilasciato a partire dal 2000 con versioni successive utilizzando la tecnologia di visualizzazione Clear Type che consente di Pagina | 39 migliorare la leggibilità del testo sul display, grazie alla tecnica antialiasing. Il formato LIT è basato su un linguaggio di marcatura logica del testo, per cui il software possiede un motore di lettura dinamico che crea il testo pagina per pagina, rendendo possibile di adattarlo ad ogni dispositivo utilizzato e permettendo di evitare lo scroll della pagina. La piattaforma che gestisce la vendita degli eBook in formato .lit opera su tre livelli di protezione (sealed, inscribed, owner exclusive) che consentono la lettura dell’eBook solo su quei dispositivi su cui sia presente la chiave di decrittazione. Il formato MOBI è usato dal MobiPocket Reader e si può trovare sia con estensione .mobi, sia con estensione .prc. Per l’utente è possibile passare da un formato all’altro; entrambi i formati, .mobi e .prc possono essere protetti da DRM (Digital Rights Management) oppure no. Il formato MOBI è originariamente un’estensione del formato PalmDoc con l’aggiunta di alcuni elementi di HTML. Il formato ha un aggiornamento piuttosto frequente, che può creare problemi di compatibilità con dispositivi dedicati alla lettura di livello più basso. Attualmente il file sorgente segue le direttive dell’Open eBook Forum. Il formato ePUB (electronic publication) è lo standard per gli eBook dell’International Digital Publishing Forum (IDPF). Il formato, avente come estensione .epub, consta di tre standard ed è un formato aperto e libero (non proprietario) che consente il page flow, cioè come il LIT permette di evitare lo scorrimento della pagina in quanto il motore di lettura dinamico adatta il testo a qualsiasi display si stia usando. EPUB si basa su standard XHTML o DTBook (standard XML fornito dal DAISY Consortium) ed è in grado di gestire il DRM. Il formato ePUB si sta imponendo gradualmente come uno degli standard di riferimento per la pubblicazione di eBook in linea con i presupposti del “semantic web”. In rete sono già disponibili dei validatori per verificare la correttezza delle impostazioni XML dei file ePUB creati con tools quali Calibre o altri strumenti specifici. Insegnare e apprendere con gli eBook Dal settembre 2007 EPUB è lo standard ufficiale dell’International Digital Publishing Forum e sta soppiantando il precedente Open eBook. Le tre specifiche standard alla base di ePUB sono: Open Publication Structure (OPS), che contiene la formattazione; Open Packaging Format (OPF), che contiene la descrizione della struttura del file originario .epub in XML; OEBPS Container Format (OCF), che racchiude tutti i file come archivio compresso. Infine, Fiction Book è un formato aperto basato su XML che ha guadagnato popolarità soprattutto in Russia e supportato da dispositivi per la lettura degli eBook quali FBReader, AlReader e Haali Reader. L’estensione di tale formato è FB2. Il formato Fiction Book non dà una fedele rappresentazione del documento, quanto piuttosto una descrizione della sua struttura. La conversione ad altri formati è semplice e Segnalibri utili su dispositivi di lettura e formati: possibile. http://ww2.unime.it/digisic/documentazione/codifica_baltico/html/II.3.html http://en.wikipedia.org/wiki/FictionBook http://wiki.mobileread.com/wiki/MOBI http://wiki.mobileread.com/wiki/E-book_Reader_Matrix http://haali.cs.msu.ru/pocketpc/ http://it.wikipedia.org/wiki/DjVu http://it.wikipedia.org/wiki/.doc http://it.wikipedia.org/wiki/Rich_text_format http://www.soft-land.org/documenti/rtf http://it.wikipedia.org/wiki/Estensione_(file) http://it.wikipedia.org/wiki/.txt http://it.wikipedia.org/wiki/HTML http://www.w3c.it/ http://www.arcadiaclub.com/estensioni.htm http://it.wikipedia.org/wiki/OpenDocument http://it.wikipedia.org/wiki/Postscript http://it.wikipedia.org/wiki/Djvu http://www.djvu.org/ http://djvu.sourceforge.net/ http://www.opendoc.it/ http://it.wikipedia.org/wiki/Joint_Photographic_Experts_Group http://www.jpeg.org/ http://it.wikipedia.org/wiki/Graphics_Interchange_Format http://www.w3.org/Graphics/GIF/spec-gif89a.txt http://www.gnu.org/philosophy/gif.html http://it.wikipedia.org/wiki/MP3 Non si trattano qui formati più conosciuti e familiari come DOC, TXT e RTF e HTML, per i quali rimandiamo comunque all’ottima letteratura presente in rete. Sottolineiamo invece l’opportunità per i dispositivi dedicati alla lettura di gestire comunque il formato .txt in quanto anche se semplice formato di solo testo, progetti storici e all’epoca della loro uscita unici e avanguardistici, come il progetto Gutenberg, presentato la loro intera collezione in questo essenziale formato. http://www.mp3-tech.org/ Attualmente per questi editori ondine, non solo Gutenberg, ma anche l’italiano Liber Liber, l’aggiornamento è in corso, per cui si possono trovare anche formati come .epub oltre a .txt, .rtf, .html, .odt, tuttavia il formato di semplice testo la fa sempre da padrone. Pagina | 40 Insegnare e apprendere con gli eBook I dispositivi di lettura gestiscono anche i file d’immagine. I formati principali rimangono il GIF, il PNG ed il JPEG, quali formati più diffusi col migliore rapporto compressione/qualità dell’immagine. Tuttavia si possono trovare altri formati e molti sviluppatori stanno cercando di richiamare l’attenzione sul formato DjVu, capace di ottenere risultati di gran lunga migliori rispetto ai due formati più diffusi. Si parla infatti di capacità di compressione da cinque a dieci Pagina | 41 volte superiori rispetto ai suddetti per immagini a colori. Tale formato di compressione è applicabile anche ai documenti in formato .ps (PostScript) o PDF. Questa breve carrellata sui formati si conclude con il formato mp3 di compressione dei file audio. La massima parte dei dispositivi infatti include questo formato per poter ascoltare la musica, quindi usare un solo dispositivo per più operazioni ricreative e/o informative. MP3 è un algoritmo di compressione che riduce la quantità di dati richiesti per memorizzare un suono, quindi consente di non occupare eccessiva memoria sull’hard disk, mantenendo comunque una buona qualità di riproduzione rispetto al file originale non compresso. Insegnare e apprendere con gli eBook Le nuove prospettive: autori, lettori, editori, biblioteche e disseminazione della conoscenza nel mondo digitale di Mario Rotta e Paola Zamperlin Mentre noi cerchiamo di capire se e in quali forme ha senso parlare di una nuova tecnologia e se ne analizzano con toni più o meno entusiastici le potenzialità e i difetti, in molti casi quella stessa tecnologia, in maniera surrettizia, è già penetrata nella nostra quotidianità e lentamente la pervade. Il dibattito si evolve di conseguenza e si allinea su posizioni più o meno concordi nel delineare scenari catastrofici o, al contrario, di acritica approvazione, ma mentre ciò accade l'oggetto stesso del discutere è in atto. Così sta accadendo per gli eBook. È quindi realistico parlare di tipping point anche in questo caso. Ci troviamo ad un tipping point quando abbiamo raggiunto “the levels at which the momentum for change becomes unstoppable”6. Secondo l’intuizione semplice, ma allo stesso tempo geniale di Malcolm Gladwell (Gladwell, 2001), il punto critico, o se vogliamo il punto di svolta (tipping point appunto) è quel momento magico in cui un'idea, una tendenza o un comportamento sociale oltrepassa una soglia oltre la quale si diffonde a macchia d'olio. In analogia con quanto avviene in caso di epidemia, quando un singolo può essere causa di contagio incontrollato, allo stesso modo si possono propagare idee, pensieri, costumi, prodotti. La teoria che sta alla base del concetto di tipping point tenta di spiegare come cambiamenti apparentemente di piccola portata possano introdurre in uno scenario fattori in grado di far crescere la popolarità di un’idea e come piccoli adattamenti o modifiche introdotte nell’ambiente da un singolo possono alterare il comportamento di interi gruppi o corpi sociali più ampi. Sembra che possano sussistere i presupposti per prendere a spunto questa teoria e trasferirla nel nostro ambito di discussione in forza di alcune analogie. L’avvento degli eBook poggia su un cambiamento di formato che almeno in un primo momento non ha un introdotto un’innovazione sostanziale e scardinante nell’artefatto libro. E di fatto, l'introduzione di questa mutazione non è particolarmente originale, e pertanto non rappresenta affatto una frattura radicale nella prassi tradizionale di produzione del sapere e della conoscenza, né tantomeno nelle pratiche di fruizione abituali dei lettori. Diremo anzi che nasce con la diffusione degli artefatti digitali e con la crescente disposizione delle persone a maneggiare, per ragioni di praticità, artefatti digitali, in modo sostanzialmente simile a quanto è avvenuto nella produzione musicale, dove il percorso evolutivo che va dal vinile all'iPod, passando attraverso un apparentemente “banale” e non sostanziale cambio di supporto quale è stato il CD-Rom, è stato caratterizzato da una graduale influenza sulle abitudini del pubblico che per mutuo scambio sono state determinanti nelle politiche e strategie commerciali delle grandi case di produzione, oltre che nell’evoluzione dei prodotti corrispondenti. 6 Walsh B. (2007-10-12). A green tipping point. Time Magazine. October 12, 2007. Pagina | 42 Insegnare e apprendere con gli eBook Nell’avvicinamento al punto di non ritorno oltre il quale gli eBook saranno di fatto percepiti come un cambiamento inarrestabile si possono evidenziare almeno tre momenti importanti, cronologicamente e logicamente conseguenti: A. prima di tutto si ha un iniziale trasferimento di formato, che comporta alcuni mutamenti (ma non particolarmente significativi) nella pratica di fruizione; Pagina | 43 B. in seconda istanza, al nuovo rapporto tra utente e artefatto consegue il dispiegamento di potenzialità non previste e l'insorgere di nuovi bisogni negli utenti; C. in terzo luogo, le nuove richieste da parte degli utenti condizionano i sistemi di produzione e circolazione degli artefatti e le prassi attraverso cui, nel caso specifico, si elabora e di distribuisce la conoscenza. È in quest’ultima fase che si delinea il tipping point: il radicarsi delle nuove esigenze e l’esplorazione di nuove potenzialità implica un ulteriore e davvero innovativo mutamento dei rapporti tra tutti gli attori che interagiscono nello scenario di riferimento: lettori, autori, editori, biblioteche. Ed è proprio questa, con ogni probabilità, la fase “First, do e-readers deliver greater value than paper books? In the case of MP3 players earlier this decade, it was a no-brainer for “storica” che stiamo attraversando consumers. Not only was the listening experience identical to CDs, (LeCharles Gonzalez, 2010). Il but the added-value was transparent and convincing (playlist problema è che l’intero scenario si sta capability; enhanced storage and mobility; single-track purchasing flexibility; etc.). There is mounting evidence that evolvendo con grande rapidità e allo screen-reading, even on reflective E-Ink devices, is not the same as stesso tempo in modo discontinuo: da reading print on a page. Recent articles in publications including Slate, The Washington Post and O Magazine, make the case that un lato, realtà come quella screen reading is more distracted and less immersive. Studies by nordamericana dimostrano che Ken Pugh, president of Yale’s Haskins Laboratories, and perfino il “mercato” degli eBook sta Maryanne Wolf, director of the Center for Reading and Language Research at Tufts University, point to the same conclusion. A piece assumendo una connotazione matura, in today’s New York Times (NYSE: NYT) also looks at how the con esempi eclatanti sia di reading experience differs between paper and screen”. Jack McKeown (co-founded and was CEO of Perseus Books Group), adattamento del pubblico a nuove “Why E-Reader Adoption Will Be Slower Than People Think” forme di distribuzione editoriale che di capacità da parte degli editori di mettere in discussione le proprie politiche; dall’altro, realtà come quella italiana, caratterizzate da una sorta di reazione schizofrenica all’affermarsi di questa “novità” ormai vecchia di oltre un quarto di secolo, una reazione che si manifesta attraverso due “evidenze” paradossalmente opposte: A. Un mercato ancora lento, per non dire allo stato embrionale: si pensi ad esempio all’ancora relativamente scarsa diffusione del print on demand, già ampiamente affermato in ambito anglosassone (più di un milione di libri in inglese sono disponibili esclusivamente grazie a questo sistema), o alla scarsità di titoli disponibili in formato digitale (mentre il Kindle di Amazon ha venduto centinaia di migliaia di esemplari e centinaia di migliaia di titoli sono disponibili in digitale nel Kindle Store), per non parlare dei ritardi dell’editoria Insegnare e apprendere con gli eBook scolastica7 (mentre già per l’autunno 2009 si prevede che più del 60% della produzione di editoria scolastica anglosassone sarà disponibile in formato digitale). B. Un dibattito intellettuale in pieno fermento, soprattutto in rete (oramai il luogo “fisico” in cui le discussioni nascono, si animano e si arricchiscono), che ha portato alla pubblicazione di numerosi blog tematici, all’organizzazione di vari barCamp e all’attivazione di vari gruppi Pagina | 44 sui principali Social Networks, oltre che ad una prima serie di corsi, seminari e workshop sull’argomento eBook in scuole e università. Ma quello che manca ancora in Italia, sia pure con alcune debite eccezioni8, è quell’approccio “visionario” che ha caratterizzato, ad esempio, l’avvio delle prime grandi imprese sistematiche di “traslitterazione” o “de-materializzazione”, uno spirito pienamente incarnato da iniziative internazionali come quelle portate avanti (sia pure tra molte polemiche) da Google (Brin, 2009), o più legato alla sperimentazione avanzata sulle potenzialità inespresse dei testi digitali, dai formati semantici ai cosiddetti “Vooks”9. Il punto di non ritorno, di fatto, si potrà considerare superato soltanto nel momento in cui risulterà evidente che gli eBook hanno avuto un impatto effettivo, oltre che sul mercato dei libri in generale, almeno sull’atteggiamento dei lettori, su quello degli autori, sulle politiche editoriali e sul ruolo delle biblioteche. È su questi quattro scenari che si gioca non tanto il futuro degli eBook (sotto certi aspetti già chiaro), ma il modo in cui gli eBook si posizioneranno nel breve e medio periodo rispetto agli altri mezzi di informazione e alle altre tecnologie della conoscenza. Proviamo a confrontare lo scenario italiano con i segnali che provengono in tal senso dal dibattito internazionale. Nuove modalità di lettura, nuovi ruoli per i lettori Il primo impatto di ogni nuova tecnologia del libro è probabilmente quello che i nuovi formati esercitano sui lettori. Il passaggio dal rotolo antico al codice medievale, ad esempio, implicò un mutamento radicale del modo di leggere: ad esempio si passò gradualmente dalla consuetudine della lettura ad alta voce a una lettura più intima, silenziosa. Certo, il cambiamento era legato anche a precisi fenomeni sociali e culturali, ma la tecnologia del libro ebbe un ruolo decisivo. Analogamente, sappiamo che la diffusione della stampa ebbe un impatto fondamentale sull’alfabetismo, anche se non immediatamente. E gli eBook? Rilanceranno l’interesse per i libri e per la lettura? Modificheranno il nostro modo di leggere? E in che modo? Non è facile dare una risposta a queste domande, ma si può partire da alcuni dati di fatto: 7 Di fatto, nonostante sia stata emanata anche in Italia una circolare che dovrebbe incentivare la pubblicazione di testi scolastici in formato eBook, soltanto l’editore Garamond ha scelto di predisporre un intero catalogo di testi scolastici integralmente digitali. Nelle scuole italiane, oltre il 99% dei libri adottati è ancora in formato cartaceo. 8 Ad esempio Liber Liber, ovvero il “ramo” italiano del Project Gutenberg, che al momento resta ancora la più importante impresa di de-materializzazione attuata in Italia. 9 Vook è un neologismo coniato per identificare degli eBook che incorporano direttamente inserti video, talora interattivi. Un riferimento utile in proposito è: http://www.vook.com/. Insegnare e apprendere con gli eBook I lettori, in generale, sono una popolazione eterogenea: esigenti, preparati, dinamici, predisposti al nuovo, critici, obsoleti, refrattari, abitudinari; questo implica il bisogno di un’offerta altrettanto eterogenea, variegata, complessa, non facilmente accessibile attraverso i tradizionali formati cartacei. Pagina | 45 Attraverso i formati digitali, al contrario, diventano disponibili e più facilmente accessibili grandi quantità di libri, compresi i contenuti di libri “tradizionali” de-materializzati (Google Books, Project Gutenberg ecc.). I lettori fruiscono di questi artefatti attraverso un PC, solitamente per motivi di studio e/o lavoro, ma la scomodità della lettura da video è in parte compensata dalla comodità di disporre, hic et nunc, di un volume di informazioni impareggiabile sia in termini quantitativi che per potenzialità di gestione, organizzazione e rielaborazione dei contenuti. Di fronte a questi limiti e al conseguente bisogno di recuperare certi vantaggi e comodità tipiche dei testi a stampa tradizionali, la tecnologia risponde rendendo disponibili dispositivi di lettura specifici (gli eBook reader basati su ePaper), che minimizzano le difficoltà della lettura su schermo e tendono a riprodurre le modalità e quindi il contesto di fruizione del libro cartaceo. Cambiano così alcune abitudini consolidate: si può cominciare a leggere un libro in formato digitale anche per puro diletto, comodamente seduti sul divano sorseggiando un tè. Si può evitare di sovraccaricare la valigia delle vacanze per non sbagliare libri da viaggio (l’intera biblioteca entra comodamente nel nostro dispositivo da 250 grammi). Si può smettere di soffiare inutilmente la sabbia che si insinua sottilmente tra le pagine, e si può cominciare a detestare quella che si insinua tra le “pieghe” del nostro eBook reader. Ma questo è soltanto il punto di partenza di un cambiamento ben più complesso. Ci sono segnali precisi di come il lettore si stia evolvendo sia come figura che in quanto ruolo, ovvero elemento essenziale del mercato editoriale e nell’economia della conoscenza. Il lettore, ad esempio, si sta sempre più connotando come “soggetto attivo” nei processi di disseminazione delle conoscenze. Se nello scenario tradizionale era di fatto un “consumatore” collocato in un preciso anello di una catena industriale e oggetto delle strategie di marketing degli “Reading already is an umbrella term encompassing a wide variety of human behaviors. At one end of the continuum, we see individuals who pore painstakingly over an intense, dense text, such as a poetic, philosophical, or religious work. At the other extreme, some people have developed a practice of rapidly skimming through long lists of bibliographic citations, dipping into the abstracts, references, tables, citations, and full text as their interest is piqued. We could call this type of reading skimmydipping, which wasn't even possible a quarter century ago (…). The boundaries and varieties of reading experiences continue to expand and evolve. For example, perhaps the way gamers interact with highly structured, complex games qualifies as a new form of reading. It is more meaningful and accurate to state that these power players are reading the game rather than merely playing it. Three-dimensional walk-in virtual books, such as the version of Fahrenheit 451 created by the avatar Daisyblue Hefferman in Second Life, explore the intersection between reading and participatory theater. Harvard Library's Robert Darnton would like to create a layered ebook in the shape of a pyramid, including not only the “traditional” text of a book but also data sets, music, and other supporting material”. Tom Peters, As the book changes form, the library must champion its own power base-readers. Library Journal, 11/1/2009. Insegnare e apprendere con gli eBook editori, nel mondo digitale che sta prendendo forma sotto i nostri occhi egli può esercitare un’influenza crescente, e per di più diretta, non solo sulle politiche editoriali ma anche sulla distribuzione dei contenuti e, in definitiva, sul reale valore delle conoscenze. Si pensi ad esempio al peso crescente delle recensioni dei lettori e delle connessioni logiche tra titoli correlati determinate dagli stessi lettori nella distribuzione dei contenuti all’interno di un eBook store come Amazon. Questa sostanziale differenza di ruolo (per definire sinteticamente Pagina | 46 la quale è già stato coniato l’ambiguo neologismo “prosumer”) spiega in parte perché le strategie di mercato tradizionali, che molti editori tentano ancora di riproporre, non funzionino più nel momento in cui ci si rivolge a dei lettori sempre più aperti alla novità digitale (Rodger, 2008), ma ci aiuta anche a capire che essere lettori oggi implica potenzialità finora negate, rispetto alle quali gli editori (ma anche gli autori, le biblioteche e altri attori) dovranno attrezzarsi di conseguenza. Editori e autori, in particolare, dovranno anche affrontare il problema della definizione di uno o più modelli di business editoriale in cui il lettore è sempre più coinvolto, perché è dalla sua accettazione (e dal suo contributo) che dipenderà la validità o meno del modello stesso10. Ma non si tratta solo di questo. Rispetto ai lettori si dovranno affrontare a breve termine alcuni nodi irrisolti, su cui si giocherà probabilmente parte dell’impatto reale della rivoluzione digitale: 10 Un problema fondamentale consisterà nel dare un impulso definitivo al progressivo processo di digitalizzazione dei giacimenti informativi e della conoscenza creativa e innovativa. Nello scenario digitale è importante per i lettori poter disporre di grandi quantità di contenuti e soprattutto poter accedere facilmente a contenuti altrimenti rari e di difficile accesso. In sostanza, i lettori saranno sempre più aperti agli eBook e agli eDocuments man mano che i contenuti digitali cresceranno in termini di quantità, qualità, rarità e pertinenza specialistica (Johnson & Magusin, 2005). Il processo di espansione della “cultura” degli eBook dovrà essere accompagnato da azioni orientate al superamento del cosiddetto “digital divide” e da altre azioni di alfabetizzazione (information literacy). I contenuti digitali, infatti, per quanto potenzialmente più accessibili rispetto a quelli tradizionali, implicano in ogni caso che i lettori acquisiscano una certa confidenza con una tecnologia meno immediata di quelle abituali: se non si dissemineranno le competenze necessarie potrebbero crearsi nuove recinzioni (enclosures) alla conoscenza digitale e, in sostanza, nuove forme di divario digitale (Kranich, 2007; Hess, Ostrom e Ferri, 2009). Infine, va considerato il problema delle nuove relazioni che si stabiliscono tra lettore e fonti nel contesto digitale. Da un lato, infatti, l’aumento della disponibilità di testi digitali di facile accesso (e soprattutto l’uso sistematico di link ipertestuali ai contenitori delle citazioni negli eBook) può spingere il lettore a recuperare un contatto diretto con il testo originale e a rivalutare l’integrità della fonte. Dall’altro lato, tuttavia, proprio la de- Queste ipotesi, in parte, sono oggetto del dibattito in corso sui modelli di business alternativi nell’ambito del giornalismo online, dove il ruolo attivo dei lettori emerge in modo più evidente e si attuano già politiche più flessibili e più aperte. Cfr. "La tradizione non è un modello di business": http://mediablog.corriere.it/2009/09/il_giornalismo_ai_tempi_di_int.html. Insegnare e apprendere con gli eBook materializzazione dei contenuti può alimentare forme estreme di de-contestualizzazione, superficialità o uso improprio delle fonti, un problema ben noto in ambito universitario (Kozak, 2003) ma ormai riscontrabile anche in vari altri scenari (Landoni & Hanlon, 2007). Si potrebbe concludere affermando che il “lettore digitale”, nel momento stesso in cui assume un ruolo di maggior peso nel ciclo di vita delle conoscenze disseminate attraverso gli eBook, di fatto si configura come portatore di nuove competenze e atteggiamenti innovativi, che delineano un soggetto non più semplicemente interessato a leggere (che sarebbe comunque già qualcosa) ma attivamente impegnato in una sorta di controllo continuo della validità del testo e nella condivisione delle modalità attraverso cui lo stesso testo può entrare in relazione con altri testi o con specifici insiemi di conoscenze. Insomma, una sorta di incrocio tra un portatore di interessi, un critico informale e un neofilologo, una figura molto interessante ma ancora difficile da delineare con esattezza. L’evoluzione della figura dell’autore L’impatto della rivoluzione digitale sulla figura dell’autore è più diretto e immediato. Ciò è dovuto a vari fattori, due dei quali, in particolare, precedono la stessa rivoluzione digitale ed esprimono tendenze già in atto da tempo: A. In ambiti come la ricerca e la saggistica si è progressivamente superato il concetto romantico/letterario di “autore” come creatore unico e si accetta sempre di più l’idea che il contenuto specialistico (ad esempio un saggio una ricerca) sia in realtà il risultato di un lavoro collaborativo o delle interazioni all’interno di un gruppo. B. Di conseguenza, è in atto una revisione radicale del concetto di “diritto d’autore” come unica forma di ricompensa per l’attività intellettuale collegata alla pubblicazione di testi e libri. La diffusione degli eBook non ha fatto altro che accelerare questi processi, rendendoli irreversibili e portandoli alle estreme conseguenze, fino alle inevitabili ripercussioni su ambiti di produzione letteraria che fino a poco tempo fa sembravano immuni da questo dibattito. Si fanno strada soprattutto ipotesi alternative di gestione della proprietà intellettuale (uno degli elementi caratterizzanti e inalienabili dello status di “autore”), dal copyleft al consolidarsi nella prassi delle licenze Creative Commons (Hess, Ostrom e Ferri, 2009), in base al presupposto che ”la rete deve rispettare il diritto d'autore, ma anche il sistema del copyright deve adattarsi ai nuovi modelli di distribuzione e non chiudersi nei meccanismi di approvvigionamento del passato”11. Ma al di là dello scenario appena tracciato va detto che la fenomenologia dell’autore di eBook è in continuo mutamento. Talora prendono forma ipotesi paradossali, la più evidente delle quali è la tendenza inarrestabile alla proliferazione dei titoli immessi nel circuito della distribuzione digitale. È incontrovertibile che il primo e più macroscopico effetto della diffusione degli eBook consista nell’offrire ai potenziali autori opportunità di pubblicazione 11 Cfr. http://mediablog.corriere.it/2009/09/il_giornalismo_ai_tempi_di_int.html. Pagina | 47 Insegnare e apprendere con gli eBook finora inimmaginabili: ad esempio si può saltare a piè pari la mediazione di un editore e pubblicare direttamente un testo in rete, gestendone le modalità di distribuzione e ottenendo in caso di vendita di copie di file un guadagno percentuale enormemente più alto di quello che qualsiasi editore tradizionale potrebbe garantire a fronte della vendita di copie cartacee. Il paradosso consiste nel fatto che questa opportunità, particolarmente utile come modalità di condivisione dei risultati raggiunti dalla ricerca scientifica, è in realtà utilizzata soprattutto per Pagina | 48 quella che gli anglosassoni chiamerebbero “vanity press”: mentre molte pubblicazioni scientifiche, articoli e riviste specializzate continuano a praticare politiche basate sui DRM (Digital Rights Management), i repositories di eBook gratuiti o a pagamento secondo la formula del print-on-demand come LuLu si arricchiscono quotidianamente di centinaia o migliaia di romanzi, racconti e raccolte di poesie in formato elettronico, sottoscritti da autori sconosciuti sedotti dalla facile mitologia del self-publishing (Sykes, 2006) e che con ogni probabilità quasi nessuno leggerà. Si tratta probabilmente di un passaggio necessario verso una reale economia della conoscenza fondata sulla democratizzazione dell’accesso alla costruzione e alla condivisione dell’informazione e del sapere in rete, ma sussiste il ragionevole dubbio che si stia configurando un mondo in cui il numero degli autori risulterà più alto di quello dei lettori potenziali, un fenomeno del resto già osservato in ambiti come il blogging. Il vero problema è capire come e attraverso quali strategie, in questo scenario, un autore possa essere identificato come “autorevole” e in base a cosa si misurerà la sua autorevolezza: se da un lato, infatti, la mediazione del marchio editoriale appare superata, la disintermediazione generalizzata non sembra sufficiente. Bisognerà quindi elaborare nuove metriche di valutazione12 o esplorare nuove “catene del valore” centrate sui principi dell’economia della conoscenza (Grazzini, 2008), all’interno delle quali, con ogni probabilità, i veri protagonisti saranno ancora una volta i lettori in quanto invisible audience (Buckley, 1997), ovvero in quanto “attori” con i quali ogni autore dovrà imparare a interagire (così come ogni insegnante deve imparare a interagire con i suoi studenti online senza mai considerarli pubblico passivo). Per suggerire un’ipotesi non certo innovativa ma concreta13, si potrebbe immaginare che la misura del valore e dell’autorevolezza di un autore digitale sia gestita da apposite “banche della conoscenza“, che potrebbero anche rappresentare un’evoluzione del ruolo degli editori nella società della rete. Potrebbe consistere in una sorta di infrastruttura di garanzia basata su alcuni semplici principi: Tutti gli utenti, senza distinzione tra autori e lettori, aprono un “conto” nella banca della conoscenza. Il conto iniziale è uguale a zero. 12 Fare il punto sui parametri possibili richiederebbe un saggio completo, che esulerebbe dai limiti di questo contributo. Per una panoramica introduttiva e alcuni spunti iniziali su questi argomenti si rimanda a Giglietto F. (2007), Social Semantics in a Networked Space: New Perspectives for Social Sciences. Netxtmedia and Society.org Blog. 13 L’ipotesi è tratta dal post di avvio di una discussione sul valore della conoscenza in rete dal punto di vista dell’autore che si è sviluppata a partire dal Knowledge Blog di Mario Rotta. URL: http://www.mariorotta.com/knowledge/?p=250. Insegnare e apprendere con gli eBook Ogni autore attribuisce un valore a ciò che elabora e decide di condividere in rete. Il valore attribuito potrebbe essere calcolato sulla base del lavoro richiesto dall’elaborazione che si sta condividendo. Ogni volta che un altro utente utilizza un contenuto (scaricandolo, stampandolo, citandolo o semplicemente mostrandolo e commentandolo in un contesto) il valore corrispondente Pagina | 49 viene addebitato sul conto dell’utente/lettore e accreditato sul conto dell’utente/autore. Col tempo gli utenti/autori più “utilizzati” vedranno il proprio conto crescere, mentre gli utenti/lettori che utilizzano più risorse ma non ne producono o non ne condividono risulteranno debitori. Su questa base si potrebbe anche calcolare il valore delle interazioni, o il valore delle risorse digitali distribuite, nonché la “reputazione” degli utenti e, in ultima istanza, l’autorevolezza effettiva degli autori. Ogni utente può utilizzare gli eventuali crediti accumulati per acquisire risorse prodotte e distribuite da altri. Per quanto riguarda i debiti contratti, al contrario, si può pensare ad una loro periodica riconversione in denaro reale, da ridistribuire tra gli utenti creditori, ovvero gli autori: in questo modo gli utilizzatori che non producono e non distribuiscono risorse diventerebbero una forma indiretta di sostegno economico agli utenti che interpretano meglio lo spirito della rete, e questo potrebbe rappresentare per gli uni uno stimolo a collaborare all’elaborazione e alla distribuzione di nuove conoscenze, per gli altri un incentivo alla qualità e un premio al lavoro svolto. Chi gestisce la “banca della conoscenza” potrebbe anche ricavare un guadagno da queste transazioni. Nulla vieta, infine, di esplorare altre forme e modalità di conversione dei crediti maturati, così come dei debiti accumulati. In ogni caso, in attesa di nuove ipotesi di calcolo e riconoscimento del valore del lavoro intellettuale, si avrebbero dei parametri di riferimento utili per identificare e riconoscere la “ricchezza” reale in rete, ovvero l’utilizzo effettivo e trasparente delle risorse e delle conoscenze distribuire per costruire e distribuire altre risorse e altre conoscenze. Una prospettiva che dopo tutto era implicita nell’utopia visionaria della rete già descritta da Ted Nelson nel 1960. Certo, avviare e gestire una catena del valore basata sul concetto di “banca della conoscenza” non si prospetta né semplice né imminente. Per agevolare l’avvio di un processo di questa portata, si dovrebbe ad esempio lavorare sui metadata (ovvero affiancare la ricerca già in atto, quella orientata al web semantico), prevedendo un campo “valore” il cui contenuto possa essere letto, utilizzato come riferimento, calcolato e recuperato a cura delle banche della conoscenza. Ma il problema è come rendere univoco il processo, come gestire ad esempio la scissione iniziale tra contenuti aperti e gratuiti (ovvero senza valore attribuito), contenuti con un valore di scambio funzionale e contenuti protetti o tradizionalmente a pagamento. L’atteggiamento degli editori Molto dipenderà dall’atteggiamento degli editori, e questo ulteriore passaggio sarà lungo e difficile. L’editoria “è un settore produttivo antico e solido, che affonda saldamente le sue radici nella cultura della carta stampata. Il modello editoriale è evoluto nel corso della storia secondo una parabola di grande, naturale lentezza. Gli editori si sono sentiti a loro agio con un Insegnare e apprendere con gli eBook ritmo di cambiamento così rilassato. Per dirla semplicemente, il viaggio di un testo dall’autore al lettore era lineare, con l’editore che assumeva i ruoli intermedi di arbitro, filtro, custode, mercante e distributore” (Lloyd, 2008). Ma ora, un intero sistema con più di cinquecento anni alle spalle si trova a dover fronteggiare una situazione decisamente nuova e che impone mutamenti veloci, grande capacità di adattamento e una creatività a cui le “imprese culturali” (ché tali sono di fatto gli editori) non sono abituate. Pagina | 50 Secondo Luca De Biase, giornalista ed esperto di nuovi media e tecnologie per il web 2.0, gli editori tradizionali, specialmente in Italia, sono nel pieno di una crisi di panico. Non c’è da stupirsi se tutto questo genera una sorta di panico incondizionato, né sorprende la resistenza di molte case editrici ad accettare l’idea che si debba cominciare a operare su questo nuovo segmento di mercato, anche se potenzialmente enorme, o che si percepisca come un ostacolo insormontabile perfino la pura e semplice trasposizione dei testi già disponibili in formati digitali compatibili con gli eBook readers. Eppure, anche se le soluzioni non emergono ancora con sufficiente chiarezza, i contorni del problema, per quanto riguarda l’impatto degli eBook sul ruolo degli editori appaiono molto ben definiti. Sinteticamente, si possono riassumere in almeno cinque macro-aree d’azione: 1. La scelta del ruolo strategico che gli editori intendono svolgere in un mercato in cui il diffondersi di pratiche a cui si è già accennato (self-publishing, print-on-demand, distribuzione aperta) ne ridimensiona di fatto il peso in quanto mediatore culturale. 2. L’individuazione di un modello di business alternativo, adeguato al riposizionamento del ruolo che gli editori interpreteranno nello scenario che si va configurando. 3. La messa a punto di nuove ipotesi organizzative legate al modello di business, ovvero la ridefinizione della filiera produttiva che finora ha caratterizzato l’attività delle case editrici, accentuando il passaggio da un’organizzazione rigida, tipicamente industriale, regolata dall’enfasi sul libro in quanto bene/merce, a processi più flessibili, più adeguati allo scenario di un’economia basata sulla conoscenza. 4. La ricerca di ipotesi grafiche e soluzioni di impaginazione sempre meno ispirate al modello del libro a stampa e più orientate alle specificità dei testi digitali e dei dispositivi dedicati attraverso cui i lettori possono usufruirne. Va sottolineato che questa è una ricerca importantissima, che potrebbe permettere agli editori di recuperare un ruolo insostituibile almeno nel breve e medio periodo: appare infatti evidente che il libro “di servizio” sarà prevalentemente digitale, mentre il libro di carta sarà sempre di più un “beaux livre”, un bell’oggetto; capire come si può evolvere la grafica editoriale rispetto ad entrambe le tipologie di prodotti (in sostanza, ragionare sulla ri-mediazione in atto tra volume a stampa ed eBook) potrebbe rappresentare in questa fase un “core business” per le case editrici. Insegnare e apprendere con gli eBook 5. La ricerca di nuove strategie di promozione e distribuzione, sia per quanto riguarda le modalità di gestione della proprietà intellettuale (come posizionarsi rispetto alla diffusione delle licenze Creative Commons? O rispetto ai principi dell’Open Access? Come affrontare e risolvere l’ambiguità dei DRM? In che modo reimpostare il rapporto tra editori e autori pensando anche a nuove ipotesi di sostegno al lavoro intellettuale che precede e indirizza Pagina | 51 l’attività editoriale vera e propria?), sia per quanto riguarda i canali di diffusione dei prodotti editoriali (la libreria indipendente è un specie in via di estinzione? Quali sono i modelli alternativi? Come impostare e gestire librerie online, catene distributive o altre forme di de-materializzazione del tradizionale rapporto con i lettori/clienti? Vale ancora la pena puntare sul print-on-demand? E in che modo? Come si può impostare il marketing di un prodotto editoriale digitale in rete? I booktrailers14 sono realmente utili? I Social Network sono un opportunità per far conoscere i libri digitali?). Gli argomenti dell’agenda, in sostanza, sono già definiti. E gli editori potrebbero e dovrebbero affrontarli sistematicamente, approfondendone le implicazioni, confrontandosi apertamente con le istanze in gioco, progettando soluzioni. Ma questo non accade, se non sporadicamente, e generalmente per iniziativa dei piccoli editori15, che evidentemente percepiscono più facilmente i vantaggi competitivi che potrebbero derivare da un mercato che sembra fondarsi sulla “coda lunga” e agevolare di conseguenza chi ha meno problemi di gestione del magazzino o di complessità organizzativa. Il dibattito in corso tra i piccoli editori e gli sperimentatori ha in ogni caso evidenziato ulteriori elementi interessanti, in gran parte legati alle riflessioni scaturite dalle prime ipotesi di applicazione della circolare del MIUR16 che incentiva de facto la de-materializzazione dei libri scolastici. Tra i nuovi temi emergono: il bisogno di una riflessione approfondita sui modelli editoriali (particolarmente per quanto riguarda la relazione tra progettazione dei contenuti e gestione dei contenitori); la necessità di esplorare le possibili integrazioni tra eBook e altre tipologie di contenuti digitali (ad esempio i learning objects); l’importanza del superamento dello schema in base al quale i cosiddetti libri di testo non riescono a uscire da una spirale chiusa scuola-editore-scuola, per puntare, al contrario, verso ipotesi più aperte, ad esempio dei libri “liquidi” realizzati grazie al contributo esperienziale degli insegnanti; e ancora, ipotesi di lavoro sull’illogicità e l’antieconomicità dei testi cartacei e sull’alternativa della formula del print-on-demand come soluzione alla necessità di poter disporre di contenuti in stretta relazione con i bisogni formativi reali degli studenti; il recupero di ipotesi e sperimentazioni sul concetto di testo non lineare, o sulla relazione tra testo scaricabile e condivisione del testo in rete; ipotesi sulla distribuzione e le licenze, fino a immaginare forme di comodato d’uso 14 I cosiddetti Booktrailers sono forme di promozione online di prodotti editoriali basate sull’anticipazione di parti del testo o su brevi video che ricordano i trailers cinematografici. Sono una tecnica di marketing sempre più usata proprio per promuovere gli eBook. Si segnalano a titolo esemplificativo http://www.book-trailers.net/ e http://www.book-trailers.it/. 15 Si segnalano in proposito, tra le altre cose, gli interventi di Agostino Quadrino, Noa Carpignano e Mario Guaraldi in occasione di un barCamp a Fosdinovo (in formato video: http://vimeo.com/4944192) e la sintesi di un acceso dibattito su queste stesse tematiche pubblicata da Garamond (in formato eBook: http://www.garamond.it/index.php?pagina=562). Sull’atteggiamento degli editori italiani si veda anche Montauti, 2008. 16 C.M. 16 del 10 febbraio 2009. Insegnare e apprendere con gli eBook gratuite, superando l’idea del libro come oggetto personale di proprietà di ciascun studente e puntando piuttosto a insiemi di contenuti condivisi come dotazione dell’ambiente di apprendimento. Il modello di editoria che emerge da questo dibattito è ancora tutto da esplorare. Ma appare chiaro che gli editori sono chiamati a reinventare contenuti e formati sulla base di una serietà qualitativa, di un’aderenza al contesto d’uso e di una congruenza con i linguaggi e gli stili comunicativi dei destinatari mai considerate prima d’ora: l’eBook si delinea Pagina | 52 sempre meno come un oggetto e sempre più come un contenitore che esprime significatività a seconda dello sfondo su cui viene collocato. Bisogna sperimentare, essere visionari per poter concepire la nuova “forma” del libro, in analogia con quanto emerge da molte altre suggestioni offerte dalla cultura contemporanea. La sfida per gli editori consisterà quindi nel produrre contenuti significativi in diversi formati per i diversi interlocutori, per rispondere in modo più puntuale ai loro interessi/scopi ed essere in relazione al mondo in cui vivono. Nel frattempo, c’è fermento anche nell’ambito dell’editoria specialistica e universitaria, dove prendono forma modelli relativamente alternativi, meno interessati alla “forma” delle pubblicazioni e più concentrati sulle modalità di distribuzione. Paradossalmente (se si esclude il precedente indiretto rappresentato dalla decisione del MIT di Boston di rendere accessibili gratuitamente i materiali dei corsi online attraverso vari formati di eDocument17) le proposte più interessanti e innovative in questo scenario provengono da soggetti che non sono propriamente né editori né distributori di contenuti: è il caso ad esempio di progetti “Google si prepara a lanciare la sfida ad Amazon e come Scholar o Editions, promossi da Sony nel promettente mercato dei libri online, sul Google e solo in seconda istanza ripresi e quale molte società tecnologiche hanno scommesso per i prossimi anni. Il colosso della ricerca Internet riproposti anche da alcune case editrici18. lancerà l’anno prossimo un servizio chiamato Google Al di là delle reali intenzioni di Google Editions, che consentirà ai lettori di comprare e rispetto a competitors specializzati nella leggere libri elettronici da telefoni, computer e lettori eBook. «Si tratterà di un accesso via browser», ha distribuzione editoriale online, come detto Tom Turvey, capo del programma di Google, Amazon, Sony o Barnes & Noble, va «Il mercato dei libri si evolverà fornendo l’accesso ai lettori da qualsiasi luogo». I libri comprati tramite evidenziato il fatto che attraverso questi Google e società partner saranno quindi accessibili esperimenti si stanno ri-configurazione i da qualsiasi apparecchio dotato di un browser rapporti tra gli attori tradizionalmente Internet. Google tratterrà il 55% dei profitti mentre il resto verrà distribuito ai rivenditori e agli editori”. impegnati nell’attribuzione del valore alle La Stampa, 16/10/2009. conoscenze trasmesse attraverso la scrittura e pubblicate sotto forma di libri o documenti: il fenomeno nuovo è rappresentato dallo spostamento del baricentro del mercato dalla tradizionale centralità dell’editore in quanto garante della qualità dei contenuti alla “pervasività” di chi, quotidianamente, si occupa degli strumenti di ricerca e di classificazione dei contenuti digitali presenti in rete, ovvero di chi, in sostanza, è più vicino ai bisogni immediati degli utenti in 17 Progetto Open Courseware: http://ocw.mit.edu/OcwWeb/web/home/home/index.htm. In Italia, ad esempio, l’editore Il Mulino ha deciso di rendere disponibili online in formato digitale molti titoli fuori catalogo (ma non solo) tipicamente destinati al mondo dell’università e della ricerca. Si veda in proposito: http://www.darwinbooks.it/main. 18 Insegnare e apprendere con gli eBook quanto soggetti attivi nella definizione di significati alle risorse distribuite. Si delinea all’orizzonte un riposizionamento globale dei ruoli, sotto certi aspetti radicale. Riusciranno gli editori a trovare una loro collocazione?19 Il ruolo delle biblioteche Contrariamente a quanto si potrebbe istintivamente pensare, le biblioteche e i bibliotecari hanno mostrato già da tempo un notevole interesse nei confronti dei libri elettronici e dei testi digitali. La ragione è evidente: per chi si occupa prevalentemente di conservazione e disseminazione della conoscenza i formati digitali rappresentano un vantaggio netto, immediato, in termini economici, organizzativi e operativi. Non stupisce quindi che in ambito bibliotecario si sia cominciato precocemente a riflettere sul concetto primario di “Biblioteca Digitale (Digital Library), che si fonda indirettamente sul progetto Memex (Bush, 1945), che consisteva sostanzialmente in un dispositivo per la diffusione di testi sotto forma di microfilm, e più direttamente su un’idea di Licklider (1965), che descrive per la prima volta come si possano archiviare e utilizzare dei testi su un computer, una pratica già diffusa all’epoca in alcune biblioteche, anche se limitatamente al catalogo. A partire dagli anni 90, considerando anche che, indipendentemente dal diffondersi delle nuove tecnologie del libro, era già in corso da tempo un dibattito sull’evoluzione del significato e del ruolo delle biblioteche in quanto tali (entra in crisi, ad esempio, la relazione tra biblioteca e territorio), gli studi sul concetto di Biblioteca Digitale si moltiplicano e si consolidano (Marchionini & Maurer, 1995; Nunberg, 1996; Wilson, 1997; Ridi, 2004). Secondo Borgman (Borgman, 1999) si possono identificare due linee parallele nella ricerca sulle Biblioteche Digitali: la prima si concentra sugli aspetti più tecnici (procedure di digitalizzazione, standard, metadata) immaginando le Digital Libraries come un modo per disseminare conoscenze (soprattutto attraverso le reti) e aumentare l’interesse degli utenti nei confronti di insiemi di contenuti altrimenti poco accessibili; la seconda si concentra più sulle implicazioni della cultura digitale e su come le nuove modalità di comunicazione e di gestione delle conoscenze cambieranno i servizi informativi e bibliotecari. Una definizione sintetica che tenga conto dell’espansione del fenomeno eBook potrebbe consistere nel dire che una Biblioteca Digitale è una modalità di accesso remoto a contenuti, servizi o altre risorse informative, attraverso la loro digitalizzazione e l’allestimento di un sistema di consultazione e di interazione in rete sia con i contenuti stessi che con tutte le informazioni correlate. In sintesi, in una prospettiva ancora più attuale e che tiene conto delle istanze del cosiddetto Web 2.0 si può affermare che una Biblioteca Digitale è, complessivamente: 19 Un insieme di contenuti digitali che ripropongono contenuti analogici originari. Un insieme di contenuti digitali originari e/o necessari. Come dimostra l'accordo tra Simplicissimus Book Farm e FIDARE (Federazione Italiana Editori Indipendenti) la conversione di cataloghi eterogenei in formati digitali compatibili con gli eBook reader disponibili è possibile utilizzando piattaforme già esistenti, come Stealth. Ma occorrono volontà di investire, una visione strategica, capacità di innovazione: atteggiamenti ancora poco diffusi tra gli editori. Pagina | 53 Insegnare e apprendere con gli eBook Un insieme di meta informazioni (metadata) che agevola la ricerca dei contenuti digitali (o degli eventuali contenuti originari a cui essi fanno riferimento). La struttura degli insiemi di contenuti digitali che si intendono rendere accessibili. L’interfaccia attraverso cui i contenuti digitali sono resi accessibili in rete. L’insieme dei servizi che integrano e/o supportano l’accesso e l’utilizzo dei contenuti digitali. L’insieme delle interazioni e delle meta informazioni definite dalla convergenza di tutti gli utenti nello “spazio virtuale”. A pensarci bene, se questo è ormai il framework di riferimento, della biblioteca tradizionale è rimasto ben poco: in particolare, nello scenario digitale la funzione primaria della biblioteca non è più la conservazione degli artefatti, ma la gestione di servizi orientati agli utenti e centrati sull’accesso alle informazioni utili e sulla gestione delle correlazioni potenziali tra i diversi contenuti. Il passaggio, sul piano strettamente tecnico, consiste nel superare la logica del catalogo e potenziare piuttosto l’attività di tagging e di bookmarking, socializzandone e tracciandone i risultati. Sul piano concettuale, però, si tratta di un salto di qualità non indifferente, un’apertura verso strategie orientate al semantic web che richiede competenze non immediatamente disponibili. Così, mentre le istituzioni bibliotecarie cominciano a riconfigurarsi e ad attrezzarsi per recuperare un ruolo attivo rispetto alla crescente diffusione di contenuti editoriali parzialmente o esclusivamente digitali, sono ancora una volta altri soggetti, apparentemente estranei al dibattito specialistico su questi argomenti, a delineare i modelli di riferimento. Come al solito Google si è mossa anche in questa direzione, proponendo Google Books20. Google Books nasce come strumento di ricerca all'interno di insiemi di libri digitali (Giglietto, 2007) e funziona in sostanza come una ricerca su Web limitata a libri digitalizzati in precedenza: nel caso in cui esista un libro i cui contenuti presentano una corrispondenza con le chiavi di ricerca immesse dall’utente, il relativo link sarà visualizzato nei risultati. La vera novità consiste nel fatto che, contestualmente, Google Books gestisce la visualizzazione di un’anteprima parziale o totale del libro digitale individuato (quando non è protetto da copyright, o con autorizzazione dell’editore), o addirittura, se il contenuto è di dominio pubblico, permette di scaricarne una copia. Le informazioni primarie sul testo sono inoltre corredate da una serie di preziose secondarie informazioni che conferiscono notevole valore aggiunto alla ricerca: recensioni sul libro, riferimenti web, mappe, collegamenti a biblioteche in cui il libro è disponibile in formato cartaceo o a librerie online dove è possibile acquistarlo (Lankes, 2007). Parallelamente la variante Google Scholar21 offre la possibilità di effettuare ricerche nella letteratura accademica: fonti specializzate, documenti peer reviewed, tesi, libri, abstract e articoli di editori accademici, ordini professionali, database di studi non ancora pubblicati, università e altre organizzazioni. Le funzionalità di Google Books e Google Scholar non sono propriamente definibili come struttura di una Biblioteca Digitale, ma bisogna riconoscere, al di là dei giudizi di merito, che si 20 21 URL: http://books.google.it. URL: http://scholar.google.it/. Pagina | 54 Insegnare e apprendere con gli eBook tratta di ipotesi di lavoro che rispondono a un diffuso bisogno di conoscenze prima ancora che gli utenti siano stati in grado di esplicitarlo chiaramente, aprendo scrigni di sapere custoditi in alcune delle più antiche e importanti biblioteche mondiali “tradizionali” a un pubblico universale. Si può discutere sulle modalità o sull'esistenza o meno di secondi fini, ma l'utilità del servizio e l'innovatività del modello sono indubbie e stanno lentamente influenzando i sistemi di indicizzazione e i servizi informativi che i cataloghi tradizionali offrono all’utente. La diffusione di questi strumenti costringe le biblioteche a un ripensamento dei sistemi tradizionali di accesso ai contenuti. Le biblioteche del MIT, notoriamente all’avanguardia, ad esempio, stanno sperimentando nuove tecnologie per rendere più facile l’accesso alle informazioni: il New Humanities Virtual Browsery mette in evidenza nuovi libri ed incorpora un RSS feed, offre la possibilità di commentare libri, di collegarsi alle recensioni ed alle informazioni sulla disponibilità, e di collegarsi agli altri libri dello stesso autore. Il LibX (MIT Edition), è una barra degli strumenti per Firefox che permette agli utenti di cercare tra gli altri anche nel catalogo di Google Scholar; include collegamenti alle sole risorse del MIT presenti in Amazon, Barnes & Noble, Google Scholar e nel NYT Book Reviews (Lankes 2007). Un altro interessante esperimento di fusione è quello di OCLC Open Wordcat22: gli utenti che effettuano ricerche con Google possono incontrare liste di risultati forniti da OCLC e dopo aver selezionato la voce relativa al libro, saltare direttamente alle informazioni offerte dalla propria biblioteca su quel libro. Altri sistemi di ricerca sfruttano logiche più associative che selettive, e rispondono a un atteggiamento orientato alla serendipity, che è una tecnica propria del discovery (trovare una informazione che non si era preventivata) più che del find (trovare un’informazione che si conosce). Di solito questo approccio rinvia ad ambienti tendenzialmente omogenei e cooperanti. Ci si riferisce ad esempio alla ricerca attraverso il social bookmarking tipica di ambienti condivisi come Connotea o CiteULike, o alla ricerca per citazioni. Questo tipo di ricerca, ancora poco diffusa, rappresenta un importante servizio per accrescere la conoscenza contenuta negli archivi aperti, e si basa sul “citation linking”, cioè sulla possibilità di seguire le citazioni fatte o ricevute dai singoli documenti così da ricostruire il percorso intellettuale di una scoperta o di valutare l’impact factor di un articolo su un argomento. Il modello è CiteSeer23, che oltre a rivelare relazioni tra gli articoli (in base a frasi comuni e a co-citazioni), e indicare l’impatto di ciascuno, permette l’analisi di trend di ricerca e aiuta a identificare aree scientifiche emergenti (grafo delle citazioni), e dà la possibilità agli utenti di esprimere un giudizio o lasciare un commento. La nuova la release CiteSeerX, finanziata dal National Science Foundation e da Microsoft Research (utilizzando software Open Source) si propone quindi come Biblioteca Digitale e motore di ricerca allo stesso tempo: essa indicizza contenuti scientifici (utilizzando Lucene) prevalentemente in ambiti quali le ICT, proponendo un’ampia gamma di servizi come, ad esempio, la possibilità di correggere eventuali errori e di mantenere 22 23 URL: http://www.oclc.org/worldcat/open/. URL: http://citeseer.ist.psu.edu/. Pagina | 55 Insegnare e apprendere con gli eBook traccia delle modifiche, le statistiche sui downloads, l’inserimento di nuovi tags ecc. A questo modello si ispira Citebase24 (Brody, 2006), attualmente ancora in fase di sperimentazione. Il principale ostacolo alla diffusione di queste “tecnologie per la conoscenza” è paradossalmente rappresentato proprio dalle potenzialità che esse esprimono: la visione di fondo che le ispira è l’applicazione empirica di alcuni principi che sembrano interpretare il Pagina | 56 sogno di qualsiasi biblioteca: l’universalità del sapere, l’accesso universale ai contenuti, il principio della conoscenza come “bene comune” (Hess, Ostrom & Ferri, 2009). Ma questo orizzonte aperto, illimitato, si scontra con la delicata gestione del diritto d’autore nel mondo digitale e col problema del rischio di accentramento dei filtri che regolano l’accesso alle risorse in rete. Nel 2009 i vertici di Google hanno dovuto presentare una dichiarazione di intenti25 per chiudere le polemiche accese sulla violazione di copyright e sull'insorgente e paventato monopolio culturale che si sta delineando. A sostegno dell'accordo si sono schierate le associazioni per i diritti civili, le istituzioni che operano nel campo della disabilità e i gruppi di interesse legati al mondo della didattica, i quali vedono nell’alleanza tra il colosso di Mountain View e il mondo dell’editoria per acquisire il copyright su milioni di libri un’occasione per accrescere le possibilità di accesso all’informazione e innescare così un meccanismo virtuoso con felici ricadute sociali, specie per quelle fasce di popolazione svantaggiate economicamente. L'accordo cerca di porre fine a una class action avviata nel 2006 dalle associazioni degli autori e degli editori americani (AAP) contro Google Books Search. In testa agli avversari si schiera il concorrente diretto Amazon. L'azienda che per prima ha cominciato a vendere libri online ed è attualmente leader nel marketing che sta portando al successo gli eBook ha trovato un primo forte alleato negli autori tedeschi, che attraverso un ricorso depositato dal governo tedesco alla Corte federale di New York, si oppongono alla continuazione del progetto o comunque non vogliono farne parte, per timore del danno derivante da un’azione di mass digitation e dalla messa online senza permesso delle loro opere. Essi sostengono infatti che un accordo con Google consegnerebbe alla società che ha messo a punto il motore di ricerca più usato nel mondo il monopolio della distribuzione di alcuni libri in formato elettronico, ostacolando eventuali servizi concorrenti. Al contrario, secondo l’opinione di Lateef Mtima, docente di Legge e direttore dell’Institute of Intellectual Property & Social Justice della Harward University School of Law, l'alleanza che Google sta configurando è rivoluzionaria e colmerà il «digital divide», dando la possibilità a tutti gli studenti e a tutti coloro che non hanno accesso a biblioteche ben fornite di recuperare sul Web una vasta scelta di titoli. Per il docente la lunga battaglia legale è «non solo una parodia e un problema della giustizia sociale ma un enorme problema per la legge sul copyright» che regola il diritto d’autore e l’utilizzo da parte di terzi delle opere26. Anche Wade Henderson, presidente della Leadership Conference sui Diritti Civili, ha difeso il settlement di Google, spiegando che la manovra di Google Books porterà alla creazione di un servizio equivalente all’attivazione di una «chiave» d’accesso alle biblioteche di tutto il mondo per tutti i cittadini 24 URL: http://citebase.eprints.org/. Cfr. http://books.google.com/settlement. Per un’aggiornata rassegna stampa sulle diverse posizioni internazionali si rimanda a: https://sites.google.com/a/pressatgoogle.com/googlebookssettlement/mediacoverage-editorials. 26 Cfr. http://www.guardian.co.uk/technology/2009/sep/03/google-books-project-digital. 25 Insegnare e apprendere con gli eBook senza distinzione di reddito27. C’è ancora incertezza sull’esito di questa vicenda, ma è probabile che molto si giocherà sulla capacità o meno di calcolare e valutare i benefici sociali che il progetto di Google può comportare, ancora incerti e poco chiari. In ogni caso si sono aperti scenari inediti, sui quali sta cominciando a muoversi anche l’Europa. La Commissione europea afferma che "quella della digitalizzazione dei libri è un'impresa Pagina | 57 erculea che ha certamente bisogno della guida del settore pubblico, ma anche, quando sarà necessario, del supporto da parte dei privati". Insomma, l'esperienza delle istituzioni insieme al potenziale tecnologico degli investitori: una vera e propria "sfida economica e culturale", stimolata dal progetto digitale di Google Books28. Gli attori coinvolti in questo progetto di riscrittura del sistema di accesso e conservazione della cultura sono detentori dei diritti, biblioteche, aziende di ICT, associazioni dei consumatori e chiunque altro abbia interesse a trovare la soluzione migliore a questa sfida. Attualmente, secondo dati dell'UE, solo l'1 per cento dei libri provenienti dalle biblioteche nazionali risulta digitalizzato. Bisognerà analizzare meglio gli interessi coinvolti, per giungere a una "soluzione veramente europea nell'interesse dei consumatori europei". E le prime proposte al riguardo sono arrivate prontamente, attraverso le dichiarazioni della Federazione Europea degli Editori (FEP) che ha sottolineato l'impossibilità di applicare l'accordo tra Google e la AAP entro i confini dell'UE, e ha riproposto il progetto Arrow29 (Accessible Registries of Rights Information and Orphan Works), coordinato dall'Associazione Italiana Editori (AIE), che già aveva puntato il dito contro Google per la presunta violazione della Convenzione di Berna sul diritto d'autore, oltre che per aver sviluppato un database infarcito di errori. La soluzione avanzata da FEP porterà, stando ai suoi promotori, "benefici per tutti: autori, editori, biblioteche". Si noti che non sono citati i lettori, mentre il successo di Google Books è dato proprio dalla rapidità di penetrazione tra i fruitori finali del servizio, secondo il principio Web 2.0 del network effect, oramai imprescindibile, per cui è il numero degli utenti che determina il peso del network e del servizio. La querelle scatenata in Europa ha, tuttavia, portato Google a fare qualche passo indietro: libri non più disponibili sul mercato americano, ma ancora in vendita in Europa, non saranno inclusi 27 “It will provide access to this critical information for all and thus elevate the way in which even the poorest student is able to research and to advance his or her goals”. 28 Interlocutori a Bruxelles sono Viviane Reding, Commissario per la Società dell'Informazione e dei Media, insieme a Charlie McCreevy, Commissario per il Mercato Interno. 29 Il progetto ARROW (http://www.arrow-net.eu/), Accessible Registries of Rights Information and Orphan Works towards Europeana, è progetto di un consorzio di biblioteche nazionali europee, editori e “collective management organisations”, che rappresenta inoltre gli autori attraverso le loro associazioni e organizzazioni nazionali. Esso è finanziato dal programma eContentplus, che si propone di rendere i contenuti digitali in Europa più accessibili e usabili. Lo scopo principale di Arrow è quello di sostenere il progetto i2010 Digital Library, andando ad identificare i detentori dei diritti, i diritti, e chiarendo lo status riguardo ai diritti di un'opera quando è orfana o fuori stampa. Ciò permette alle biblioteche e agli utenti di avere informazioni su chi è propriamente il detentore dei diritti (rightholders), quali sono i reali diritti in gioco, chi li possiede e amministra, come e dove essi possono chiedere permessi per digitalizzare e/o rendere disponibile un'opera a gruppi di utenti. Altro scopo è quello di potenziare l'interoperabilità tra fonti di informazioni sui diritti held by rightholders, e altre “collective management organisations”, biblioteche e utenti. Quindi per questi motivi è necessario definire un sistema per lo scambio di dati, la creazione di registri di opere orfane e fuori stampa, in una logica di interoperabilità, sviluppo di standards e coinvolgimento degli stakeholder. Insegnare e apprendere con gli eBook nel database di Book Search30 ("Books that are commercially available in Europe will be treated as commercially available under the settlement", "Such books can only be displayed to US users if expressly authorised by rights holders"). Secondo l'accordo, Google acconsente a pagare 125 milioni di dollari (circa 87 milioni di euro) per risolvere le controversie e stabilire un “Book Rights Registry” indipendente. Libri scannerizzati non più in commercio, in più di 400 Pagina | 58 lingue, delle quali il latino è la più rappresentata, possono essere acquistati online: il 63% dei profitti andrà ad editori e autori, la restante quota a Google. Secondo Dan Clancy, Google Book Engineering Director, la richiesta di libri fuori catalogo ammonta al 3% del mercato dei libri totale, e 30.000 titolari dei diritti hanno optato per questo. In risposta alle obiezioni secondo cui Google aspira al monopolio, Clancy afferma che il Book Rights Registry può e licenzierà opere ad altri proprietari. Secondo i termini presentati l'accordo riguarda per un 20% opere in commercio protette da copyright, per un 10% opere di pubblico domino e per un 70% opere fuori commercio protette da copyright (le percentuali sono stimate). Si stabilisce inoltre che le biblioteche universitarie degli Stati Uniti avranno un accesso aperto (OA) a tutto il materiale digitalizzato ogni 10.000 studenti. Ogni biblioteca può quindi scegliere di pagare una Institutional Subscription e avere accesso a tutto il materiale digitalizzato o ad una parte di esso per tutto il campus. A questo si aggiunga che Google pubblicherà31 un milione di libri classificati come di pubblico dominio anche nel formato aperto EPUB. Il dibattito sul Google settlement sta infiammando i gruppi di discussione dei bibliotecari. Il pericolo di monopolio esiste, ma di fatto va riconosciuto a Google il merito di aver iniziato e portato avanti uno dei primi grandi progetti effettivi di digitalizzazione di massa, che attualmente non ha alternative di riguardo, nonostante non siano mancati investimenti in tal senso32. La situazione è certo complessa e difficile da riassumere. Certo è che soltanto chi acquista il libro digitale distribuito da Google ne avrà un accesso perpetuo, mentre alle biblioteche che sottoscrivono un abbonamento verrà garantito l’accesso soltanto per la durata della sottoscrizione. Un trattamento ancora diverso per le biblioteche aderenti al progetto, le quali avranno una copia digitale, utilizzabile con limitazioni dipendenti dal tipo di contratto33. Esiste il timore che con l’approvazione dell’accordo si profili uno scenario in cui l’accesso libero alle risorse venga di fatto limitato. Non si vuole negare, peraltro che il progetto presenti punti critici, specialmente di carattere giuridico, che toccano aspetti di privacy, diritto d'autore, e riguardanti le cosiddette opere orfane, come pure di carattere tecnologico, in merito per 30 Cfr. Google removes European titles from books deal, by Roddy Thomson, Sep 7, 2009, URL: http://tech.yahoo.com/news/afp/20090907/tc_afp/usitcompanybooksinternetgoogleeu. 31 URL: http://booksearch.blogspot.com/2009/08/download-over-million-public-domain.html. 32 Cfr. "È vuota la grande biblioteca online". "Doveva essere «l'Alessandria del XXI secolo». Inviati solo il 5% dei libri digitalizzati". URL: http://www.corriere.it/cronache/09_settembre_04/vuota_biblioteca_on_line_offeddu_76a32ab0-991911de-b514-00144f02aabc.shtml. 33 “Accesso per biblioteche e università. Offriremo inoltre a biblioteche, università e altre organizzazioni la possibilità di acquistare un accesso ai libri di tipo "collettivo", che consenta ai loro utenti di accedere al testo integrale di milioni di libri in cambio di un compenso retribuito ad autori ed editori per il servizio offerto. Studenti e ricercatori avranno accesso a una biblioteca elettronica costituita dalle raccolte delle maggiori università USA. Le biblioteche pubbliche e universitarie degli USA saranno inoltre libere di offrire terminali da cui i lettori potranno accedere gratuitamente al testo integrale di milioni di libri fuori stampa”. http://books.google.com/googlebooks/agreement/#5. Insegnare e apprendere con gli eBook esempio alla qualità delle scansioni34, e appare evidente che può essere migliorato35. Ma al momento non sembra che le biblioteche, che dovrebbero essere i principali attori coinvolti in questo dibattito, siano in grado di attuare altre strategie. Ci sono molti progetti, anche interessanti36, ma quasi nessuno sembra riuscire a superare il limite concettuale che raffigura ancora la biblioteca come un insieme in espansione ma sostanzialmente chiuso, organico, circoscrivibile in uno schema: l’evoluzione del mondo digitale e la rapida diffusione degli eBook Pagina | 59 impongono al contrario ipotesi meno rigide (Bishop & al., 2003) e una riflessione sulla natura liquida dei contenuti digitali e sulla necessità di lavorare sempre di più sui servizi di supporto alla ricerca delle informazioni (Rotta, 2008), fino a immaginare una “biblioteca senza pareti”, trasparente rispetto alle esigenze di lettori sempre più de-localizzati ed eterogenei, che pretendono risposte personalizzate ai loro interrogativi e ai loro bisogni effettivi. 34 Si veda per esempio: http://blog.simplicissimus.it/2009/08/google-books-is-evil/ Si veda in proposito, ad esempio, un interessante intervento di James Grimmelmann. URL: http://works.bepress.com/cgi/viewcontent.cgi?article=1022&context=james_grimmelmann. 36 Si vedano a titolo esemplificativo il progetto Books2ebooks (http://books2ebooks.eu/) o il progetto della Digital Library del CILEA (http://www.cilea.it/index.php?id=ebook), che oltre alla possibilità di sottoscrivere abbonamenti a riviste elettroniche e accesso a banche dati, mette a disposizione di università, centri di ricerca e ospedali pacchetti di eBook. 35 Insegnare e apprendere con gli eBook Sezione II Insegnare e apprendere con gli eBook Pagina | 60 Insegnare e apprendere con gli eBook Insegnare e apprendere con gli eBook: strategie per i lettori riluttanti Pagina | 61 di Mario Rotta Una delle prime domande che si sono posti coloro che indagano sull’impatto degli eBook in ambito educativo è stata inevitabilmente quella legata al ruolo che i libri digitali possono avere rispetto all’interesse nei confronti della lettura, oltre che rispetto al significato stesso della lettura (Harrison, 2000). Probabilmente, è ancora troppo presto per poter dare una risposta esaustiva a questo interrogativo. Tuttavia, ci sono delle buone ragioni per ritenere che gli eBook possano essere molto utili nell’attuazione di strategie di coinvolgimento o di supporto orientate ai cosiddetti “lettori riluttanti” (reluctant readers). Il concetto di “riluttanza alla lettura” è piuttosto variegato e non ne esiste una definizione univoca. Sostanzialmente, escludendo le difficoltà cognitive più specifiche o le problematiche legate a implicazioni psicologiche come la dislessia, si considerano lettori riluttanti sia coloro che non leggono o leggono poco perché non riescono a orientarsi nella complessità o nella ridondanza di un testo scritto, sia coloro che non leggono o leggono poco per demotivazione personale, scarso interesse o, talora, più semplicemente per mancanza di tempo. Quali sono le dimensioni del fenomeno? Molti report europei, anche se sotto certi aspetti non delineano una situazione realmente critica dal punto di vista del mercato editoriale, evidenziano effettivamente come gran parte della popolazione (stiamo parlando dell’occidente ricco e acculturato…) non dedichi alla lettura una particolare attenzione, né in ambiti specifici (lettura finalizzata allo studio o al lavoro) né come opzione per il tempo libero. “Hai letto dei libri negli ultimi 12 mesi?” Ecco come rispondono i cittadini di vari paesi europei al di sopra dei 15 anni (valori percentuali sul totale della popolazione; in caso affermativo, il sondaggio prevedeva la possibilità di dare più di una risposta) Fonte: Keys Figures on Cultural Partecipation in European Union. EUROSTAT, Luxembourg, october 2002. Sì, per lavoro Austria Belgio Danimarca Finlandia Francia Germania Gran Bretagna Grecia Irlanda Italia Lussemburgo Paesi Bassi Portogallo Spagna Svezia Media UE 12 4 15 17 9 15 18 5 7 5 13 10 4 5 15 11 Sì, per studio (testi obbligatori) 14 8 19 17 11 16 16 11 15 6 10 14 8 12 23 13 Sì, per studio (testi facoltativi) 21 18 17 20 18 21 17 9 11 4 8 9 14 7 17 15 Sì, per altre ragioni 43 23 55 66 40 40 63 36 40 43 56 53 15 39 72 45 No 38 58 33 24 43 41 25 54 44 50 35 37 67 53 19 42 Insegnare e apprendere con gli eBook L’aspetto realmente allarmante di questi dati non è tanto il fatto che (sia pure in media e con le significative eccezioni della Gran Bretagna e dei paesi scandinavi) quasi un cittadino europeo su 2 non legga libri, né che la percentuale di coloro che non leggono libri sia solo di poco inferiore a quella di coloro che li leggono per il piacere di farlo. Il dato preoccupante è Pagina | 62 l’incidenza limitata della lettura legata al lavoro e allo studio: è proprio in questi ambiti che la riluttanza alla lettura assume un significato particolare e configura scenari su cui vale la pena riflettere, soprattutto perché il dato appare inevitabilmente legato a qualche carenza dei sistemi scolastici e universitari, almeno per quello che riguarda l’Italia. Ma perché i ragazzi che frequentano la scuola o l’università non leggono o leggono così poco? Sono state esplorate varie ipotesi. Una delle più diffuse attribuisce il tendenziale calo di interesse nei confronti della lettura proprio alle nuove tecnologie e in particolare a quelle con caratteristiche apertamente multimediali, dalla TV al computer (Turkle, 1995). Questa ipotesi sembrerebbe avvalorata da altri dati più volte elaborati e pubblicati a livello europeo. TV Radio Giornali Internet Riviste e periodici Percentuale di ore dedicate ai vari media 41 % 28 % 13 % 10 % 8% Dato UE, 2003. Fonte: Millward Brown media consumption study, november 2003 Riportato in: European Commission, Publishing Market Watch. Sectoral Report 2: Book Publishing. Final, august 2004. La conseguenza indiretta di questa interpretazione è una certa diffidenza nei confronti degli eBook, sia in quanto nuove tecnologie (per di più percepite come responsabili o complici della “morte del libro” al pari di altri nuovi media) sia in quanto insiemi di contenuti immateriali associati a dispositivi ritenuti faticosi e non immediati, oltre che inevitabilmente orientati a “complicazioni” ipertestuali e multimediali. In pratica, c’ chi osserva che se il problema è il calo di interesse nei confronti della lettura in quanto tale, non si può immaginare di affrontarlo puntando soltanto su dei testi da “sfogliare” su un supporto elettronico (Birkerts, 1995), né sulla spettacolarizzazione ipermediale del contenuto ad ogni costo (Ipsen, 2003), che anzi produrrebbe effetti contrari e allontanerebbe ancora di più i ragazzi dalla lettura, per quanto secondo una scuola di pensiero una delle più semplici strategie per coinvolgere i lettori demotivati consista proprio nella contaminazione tra libri e linguaggio cinematografico. Si tratta di interpretazioni tendenzialmente riduttive: i dispositivi dedicati agli eBook di III generazione (quelli basati su ePaper) hanno ormai pienamente risolto i problemi di visualizzazione e di affaticamento tipici dei display retroilluminati; inoltre, come si è più volte sostenuto, gli eBook non sono un’alternativa ai libri, ma ne rappresentano l’evoluzione “naturale”, e non possono quindi essere considerati alla stessa stregua di altri cosiddetti nuovi media, fermo restando che i media digitali tendono alla convergenza. Più concretamente, altre riflessioni si concentrano da un lato sui comportamenti cognitivi della generazione dei “nativi digitali” e indirettamente di altre generazioni di lettori variamente Insegnare e apprendere con gli eBook descritte e denominate (Oblinger & Oblinger, 2005) e dall’altro sull’eventualità che i libri siano paradossalmente troppo tradizionali, inadeguati, carenti sul piano comunicativo e poco motivanti sia in generale che, più specificamente, per questa generazione di utenti (Koskimaa, 2007). Questa interpretazione del fenomeno, di fatto, ipotizza (sia pure con varie sfumature) che la riluttanza alla lettura possa essere collegata al disallineamento tra il modo in cui la maggior parte dei libri sono concepiti e impostati e i modi in cui oggi i ragazzi entrano in relazione con la comunicazione in generale e con quella scritta in particolare. Scaffale ibrido Nativi digitali, atteggiamento nei confronti della lettura ed eBook [ ] Dal blog di Kristen McLean: The E-book Dilemma. February 12, 2009. (…) In addition to a technological debate, this is a generational debate both for consumers and for us in the industry. For the next twenty to thirty years, we are going to have to serve three really different demographics, each with a unique consumer pattern, and each with influence over the outcome. On one end you have the Baby Boomers. By and large, this generation loves its books, and will be much more reluctant adopters of the e-book. Some members of this group will never embrace electronic technology at all. By and large this group is economically better off than the generation before them, and they have a higher degree of education than previous generations. These guys are a major economic powerhouse that will be driving hard books sales for some time to come, and they will exert a measure of industry balance against the Gen-Z group when it comes to how far and how fast e-books will bloom. We already know how to serve this customer very well, but sooner or later they’re going to leave us. In the middle you have Gen-X, and Gen-Y. This group, which includes folks that came of age as computers came of age (born between 1965-1999), are a transitional crowd. (I recently heard someone call this generation Digital Immigrants, which I love.) They read books. They own books. They also own computers, blackberries, and can get around the wired world. They adopt new technologies without throwing out the old. The Kindle and Sony E-reader are their thing. If a better, more integrated solution comes along for e-books, they’ll pick it up instead. They will gravitate to e-books for formats and reasons that make sense to their lifestyle, like taking it on the road, organizing many references into a handy package, and for cost reasons. They also will continue to buy paper books for pleasure, but will understand they don’t HAVE to buy something in a hard copy if they don’t want to. They are discriminating. We’re serving this group pretty well, but they’re not buying everything we’re selling. On the other end you have the Gen-Z readers, the post-electronic generation born after 2000 who will be completely wired, and who will no longer think of a book solely as something made of paper you hold in your hands. This generation, which is gaining strength with every baby born today, will be the real force behind e-books. (These guys? They’re Digital Natives.) This reader isn’t going to buy a Kindle, because they’d rather download an e-book to their 9-inch iPod, or whatever other fancy integrated machine is available when they hit the consumer market. Why buy a separate machine when they’re already using their handheld for everything else? This generation will be super literate, and they will be absorbing media in all forms interchangeably. This includes some hard copy books, e-books, and web content, but they will be predisposed to the speed and seamlessness of the electronic world. Web 3.0 will be their playground. This group will drive the market, not the other way around, and it’s this customer we need to get in front of (if we can.) We’re asking the wrong questions. It’s a big challenge to figure out how to meet these divergent readers, especially with all of the channels competing for consumer attention. However, I believe the biggest issue we face as an industry is not how fast e-books will gain market share, but how we will price them properly so that they accurately reflect the costs involved in making them. Up until now, we have had a tendency to think e-books are somehow cheaper to produce than regular books. More to the point, that is the consumer perception, which makes sense unless you understand exactly what goes into a book’s real cost. (…) Pagina | 63 Insegnare e apprendere con gli eBook Per affrontare il problema della riluttanza alla lettura, quindi, bisognerà ripartire dal modo stesso in cui sono scritti i libri, dalla struttura, dalla narrazione, dai linguaggi, oltre che dall’osservazione e dalla valorizzazione degli “stili cognitivi” dei potenziali destinatari. I libri, tendenzialmente, dovranno cercare di essere più semplici (per aiutare chi ha delle difficoltà) o più coinvolgenti (per stimolare i demotivati e spingerli a ritrovare il piacere della lettura). In questo scenario gli eBook si configurano come una tecnologia del libro decisamente più attuale e più vicina alle istanze in gioco, e possono probabilmente giocare un ruolo determinante. Ma come? Proviamo a delineare 3 ipotesi ragionevoli, documentabili e con implicazioni progettuali e sperimentali: 1. Gli eBook come tecnologia “adattabile” ai diritti dei lettori. 2. La lettura digitale come strategia integrata di coinvolgimento. 3. Le sinergie tra testo digitale e dispositivo come soluzione contro il carico cognitivo. Pagina | 64 Insegnare e apprendere con gli eBook Gli eBook come tecnologia “adattabile” ai diritti dei lettori Ricordate Daniel Pennac e il suo manifesto sui diritti del lettore pubblicato nel 1992 nel saggio “Come un romanzo”? Pagina | 65 Secondo lo scrittore francese ogni lettore ha almeno 10 diritti inalienabili: 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. Il Il Il Il Il Il Il Il Il Il diritto diritto diritto diritto diritto diritto diritto diritto diritto diritto di di di di di al di di di di non leggere; saltare le pagine; non finire un libro; rileggere; leggere qualsiasi cosa; bovarismo (malattia testualmente contagiosa); leggere ovunque; “spizzicare”; leggere a voce alta; tacere. Si è discusso molto di questa provocazione d’autore, da subito citatissima sia come richiamo all’importanza del margine di libertà e di autonomia di cui i lettori hanno bisogno, sia come base per impostare azioni efficaci proprio contro la riluttanza alla lettura dei bambini, dei ragazzi più giovani e talora anche degli adulti. Oggi moltissimi blog recuperano il pensiero di Pennac applicandolo a ipotesi di pedagogia innovativa sulla motivazione a leggere, quasi tutte tendenzialmente orientate a privilegiare un approccio più aperto, destrutturati e spesso e volentieri ludico. E allora, che cosa c’entrano gli eBook? Possono entrarci, eccome. Perché, se rileggiamo con attenzione la carta dei diritti del lettore e pensiamo alle caratteristiche, ai significati e alle implicazioni degli eBook non è difficile capire che se c’è una tecnologia “adattabile” a tutti i suggerimenti di Pennac si tratta proprio degli eBook. Escludendo l’ovvio diritto di non leggere (basta non accendere il dispositivo), gli eBook facilitano ad esempio il diritto di saltare le pagine: non solo il lettore può scorrere il testo in modo diretto e veloce (come su un libro cartaceo), ma può anche procedere puntando a parole chiave, occorrenze o sezioni, opzione più difficile da attuare in un libro tradizionale; inoltre, l’autore può impostare il libro digitale in modalità ipertestuale, introducendo ulteriori facilitazioni e configurando altre possibilità di “saltare”. Insegnare e apprendere con gli eBook Il “diritto di non finire” non è legato alla tecnologia utilizzata, ma si può osservare che nei dispositivi dedicati agli eBook è possibile interrompere in qualsiasi momento la lettura di qualsiasi numero di libri “aperti” ritrovando in ogni caso il punto esatto o, se vogliamo, marcando con dei segnalibri virtuali più punti di interruzione. Anche in questo caso gli eBook, pur non facendo nulla di specifico o esclusivo (ci si può organizzare con dei segnalibri anche leggendo volumi cartacei), facilita comunque delle operazioni che secondo l’ipotesi di Pennac possono avere un impatto positivo sull’interesse nei confronti della lettura. Per quanto riguarda il “diritto di rileggere” vale la stessa considerazione: gli eBook non introducono di per sé questa opportunità, ma la facilitano grazie agli strumenti che ci mettono a disposizione per ritrovare più agevolmente parti del testo, frasi o parole. Gli stessi strumenti garantiscono al lettore anche il “diritto di spizzicare”, per quanto in questo caso i dispositivi di lettura attuali non appaiano così veloci ed efficienti quanto la manipolazione “fisica” del libro cartaceo. Il “diritto di leggere qualsiasi cosa” e il “diritto di leggere ovunque” sono a loro volta agevolati dagli eBook, e sotto certi aspetti appaiono connaturati agli eBook, che per la prima volta nella lunga storia delle tecnologie del libro ci offrono la possibilità di portare con noi grandi quantità di testi tra cui scegliere in qualunque momento cosa leggere, e come. Più difficile invece è capire se e quanto gli eBook facilitano il “diritto al bovarismo”, anche tenendo conto del fatto che si tratta di un termine relativamente controverso. Se per bovarismo si intende un atteggiamento orientato alla soddisfazione del bisogno (ossessivo, bulimico) di leggere, si può ribadire come gli eBook agevolino la disponibilità immediata di grandi quantità di libri. Se invece per bovarismo si intende la tendenza a immergersi romanticamente nel flusso del racconto, si può osservare che mentre nei libri tradizionali questa deriva letteraria può essere sostenuta soltanto dalla forza e dal potere evocativo del testo, gli eBook possono cercare di innescare processi mentali di questo genere contando anche su altre risorse comunicative, tra cui l’uso di immagini dinamiche o di suoni. Certo, qui si tocca un argomento controverso, su cui si potrebbero aprire infinite discussioni. Si finirebbe col toccare anche l’oggetto del “diritto di leggere ad alta voce” e del “diritto di tacere”, oltre che cominciare a riflettere su se e quanto sia utile e opportuna (soprattutto nell’ambito del sostegno all’interesse nei confronti della lettura) l’integrazione tra testi digitali e altre forme di “scrittura multimediale” (Anichini, 2003; Abruzzese & Maragliano, 2008). Le specificità degli eBook (e soprattutto alcune delle possibili sinergie tra i testi digitali e i dispositivi) permettono tuttavia di circoscrivere una precisa area di lavoro per chi volesse considerare l’elaborazione di strategie efficaci contro la riluttanza alla lettura, partendo magari da quelle poche righe di Pennac. Uno spazio aperto, in attesa di sperimentazioni e riscontri. Pagina | 66 Insegnare e apprendere con gli eBook La lettura digitale come strategia integrata di coinvolgimento Tra i pochi che fino a questo momento hanno affrontato a fondo il problema specifico della relazione tra strategie contro il disinteresse nei confronti della lettura, eBook e contenuti digitali merita sicuramente di essere citato l’americano Terence Cavanaugh. Pagina | 67 Lo scaffale di Terence Cavanaugh Sito ufficiale: http://www.drscavanaugh.org/ Risorse specifiche: Technology and Reading eBooks in Education Cavanaugh, T. 2005. EBooks: Expanding the School Library. Library Media Connection. Linworth Publications. February 2005. pp 56-59. Cavanaugh, T. 2004. "Online Picture Books - Reading Resources for all Ages and Classes." Florida Reading Quarterly V40 N3 pp. 32-35. Cavanaugh, T. (2003). eBooks an Unknown Reading Option. In C. Crawford et al. (Eds.), Proceedings of Society for Information Technology and Teacher Education International Conference 2003 (pp. 1387-1389). Chesapeake, VA: AACE. Cavanaugh, T. 2002. EBooks and Accommodations. TEACHING Exceptional Children. VOL. 35 NO.2 NOV/DEC 2002 “Students can be reluctant or remedial readers for a wide range or reasons—lack of motivation, materials being beyond their reading level, poor reading skills, low interest in the materials, inexperience with the English language, or even learning or print disabilities. Electronic books can be a tool to assist these readers. E-books can provide to the instructor and the student new options, scaffolds, and resources for reading materials at all levels and for all purposes”. (Terence Cavanaugh) Cavanaugh suggerisce diverse “buone pratiche” per affrontare i lettori riluttanti, privilegiando soprattutto quelle orientate al coinvolgimento attivo e alla personalizzazione. Anche attraverso la comparazione di vari modelli ed esperienze arriva a identificare 5 tecniche essenziali che nell’insieme possono configurare una strategia realmente efficace nei confronti di chi è demotivato e soprattutto di chi si sente “affaticato” dalla lettura: Agevolare l’accesso a una vasta gamma di materiali da leggere. Garantire ai lettori la possibilità di leggere variando il tipo e soprattutto la dimensione dei caratteri. Rendere sempre disponibili più modalità di lettura e/o di interazione con il testo. Facilitare l’accesso a dizionari e glossari in modo da arricchire il più possibile il “vocabolario” dei lettori. Utilizzare sistematicamente tecniche di pre-lettura o di guida alla lettura (ad esempio: suggerire ai lettori delle domande a cui cercare una risposta nel testo e spingerli a prendere nota di ciò che si aspettano). Insegnare e apprendere con gli eBook Secondo Cavanaugh queste tecniche non sono efficaci soltanto nei confronti dei “reluctant readers”, ma anche nei confronti dei cosiddetti “remedial readers” (che potremmo liberamente tradurre come “lettori distratti”), ovvero coloro che leggono abitualmente, ma restano molto al di sotto delle loro reali potenzialità di pieno coinvolgimento nella lettura, e di conseguenza non riescono a comprendere a fondo il testo, o a ricavarne conoscenze significative. Non c’è nulla di particolarmente innovativo in queste affermazioni. Tuttavia, per la prima volta, si evidenzia uno stretto legame tra gli eBook e l’insieme delle strategie ritenute più efficaci nel sostegno alla lettura. Cavanaugh, infatti, afferma esplicitamente che gli eBook rappresentano, per certe loro stesse caratteristiche, una tecnologia perfettamente adeguata alle esigenze della strategia appena descritta, anzi, l’unica tecnologia sufficientemente flessibile da garantire (in un’unica soluzione) tutti gli strumenti necessari per la sua concreta attuazione. Rispetto ai primi due elementi della strategia, ad esempio, è facile riconoscere alcune delle potenzialità intrinseche degli eBook rispetto ai libri cartacei: i testi digitali possono essere facilmente ingranditi o modificati nell’aspetto, mentre il testo a stampa è fisso; i dispositivi di lettura permettono inoltre operazioni come l’ingrandimento e la rotazione. Quanto alla facilità di accesso a una vasta gamma di materiali da leggere si ribadisce che si tratta di una caratteristica connaturata agli eBook, ovvero ai dispositivi di ultima generazione, su cui un insegnante o un tutor possono caricare enormi quantità di testi digitali reperibili in rete, costruendo biblioteche personalizzate per i loro lettori riluttanti. La multimodalità nell’interazione tra lettore e testo è a sua volta caratteristica dei testi digitali e dei dispostivi di ultima generazione. Come si è già accennato, si possono facilmente applicare ai testi digitali dei software text-to-speech, che di fatto trasformano i libri elettronici in audiolibri: oltre che rappresentare un’opportunità essenziale di accessibilità per i non vedenti o gli ipovedenti, questa possibilità apre la strada all’esplorazione sistematica di strategie integrate di accompagnamento guidato alla riscoperta del piacere o del significato della lettura attraverso l’abbinamento tra testo e voce, come vedremo meglio più avanti (ovvero nella scheda successiva). Anche l’integrazione di dizionari e glossari in un testo digitale (sia direttamente, sfruttando le funzionalità di alcuni formati, che a corredo della biblioteca digitale caricabile sul dispositivo) appare molto più facilmente attuabile utilizzando gli eBook. Un ulteriore vantaggio in questo caso è rappresentato dal fatto che dizionari e glossari possono essere gestiti su un eBook sia just-in-time che in modo del tutto asincrono, o anche in entrambe le modalità: lo stile cognitivo del lettore può essere così più facilmente valorizzato, in funzione dell’obiettivo primario di questa azione strategica, che è l’arricchimento del vocabolario personale. Un esempio di integrazione just-in-time e just-in-case di un dizionario interattivo associato a un testo digitale pubblicato come eBook per Microsoft Reader (da Cavanaugh) Pagina | 68 Insegnare e apprendere con gli eBook Infine, Cavanaugh sottolinea che “per quanto nella maggior parte degli eBook non si prevedano necessariamente tecniche di pre-lettura, un insegnante può usare il blocco note del dispositivo eBook per suggerire domande e supportare strategie preliminari di lettura attiva”. Questo aspetto del problema e queste forme di interazione tra testi digitali e dispositivi dedicati non sono state ancora oggetto di ricerche approfondite, se non in relazione alle loro implicazioni cognitive (Marshall & Brush, 2002; Chin-Yeh & Gwo-Dong, 2004). Eppure si tratta Pagina | 69 di un ambito che appare molto promettente, considerando anche che gli eReaders di ultima generazione potenzieranno con ogni probabilità sia l’approccio touch screen che altre possibilità di utilizzo attivo della carta elettronica e che, più in generale, ci sono segnali di un orientamento, o forse di un ritorno alle interfacce naturali tra uomo e tecnologie per la lettura e la scrittura (si veda ad esempio il progetto iPen). Le tracce di un percorso per valorizzare queste modalità di utilizzo degli eBook come parte di una strategia di supporto al piacere e al significato della lettura andranno cercate almeno in queste direzioni: suggerimenti su come annotare e “glossare” il libro digitale (una sorta di ritorno mediato a una pratica molto antica, in questo caso facilitata dal fatto che negli eBook si può “scarabocchiare” la pagina senza comprometterla e in certi casi anche memorizzare le sottolineature e le annotazioni di diversi utenti); indicazioni specifiche su come associare alla lettura di un testo impressioni scritte di getto sul blocco note integrato; suggerimenti e inviti a disegnare a mano libera sulle pagine o su pagine appositamente lasciate in bianco nei libri digitali su cui si deciderà di lavorare, per stimolare l’associazione tra testo e immagini mentali e favorire modalità più immersive di relazione tra lettori e contenuti. C’è lavoro per un’intera generazione di insegnanti. Insegnare e apprendere con gli eBook Le sinergie tra testo digitale e dispositivo come soluzione contro il carico cognitivo L’ipotesi che alcune delle sinergie che si possono instaurare tra testo digitale e dispositivo di lettura dedicato possano rappresentare un’opportunità interessante per affrontare la riluttanza alla lettura e più in generale per rendere più efficace la comprensione di un contenuto può essere indirettamente avvalorata da due ulteriori considerazioni, che fanno riferimento a due precise cornici teorico/sperimentali: La prima ha a che fare con le applicazioni della cosiddetta teoria del “doppio codice” (Paivio, 1986). Secondo questo modello le parole e le immagini acquisite attraverso la memoria sensoriale sarebbero “processate” da due diversi sistemi: la memoria verbale (o uditiva) e la memoria visiva. Ne consegue che la sovrapposizione dei due “processori” potrebbe generare un sovraccarico con implicazioni negative sul piano dell’apprendimento, per quanto lo stesso Paivio sottolinei come, i processi di recupero delle informazioni e delle conoscenze (recalling) siano facilitati se la memorizzazione è passata attraverso entrambi i path. Il “doppio codice”, la memoria sensoriale e la memoria di lavoro. Fonte: Cooper, G. (1998), Research into Cognitive Load Theory and Instructional Design at UNSW. University of New South Wales, Australia. Più volte rivisitato, il modello è stato spesso applicato nell’ambito specifico della strutturazione di contenuti multimediali potenzialmente orientati al controllo del carico cognitivo, e in particolare nell’enunciazione di due “principi” largamente utilizzati sia nell’instructional design che, più in generale, nel design dei contenuti digitali: il “principio di modalità” e il “principio di ridondanza” (Moreno & Mayer, 2000; Clark & Mayer, 2003). Di fatto, si suggerisce di evitare la sovrapposizione tra audio e testo e separare per quanto possibile la comunicazione basata sul codice visivo rispetto a quella basata sul codice verbale/uditivo; si suggerisce inoltre che, per spiegare delle immagini (sia statiche che dinamiche) o degli schemi grafici, il commento audio è preferibile al testo di accompagnamento. Su questa base si possono immaginare, ad esempio, degli “ibridamenti” tra eBook e audiolibri come risposta al bisogno di strumenti più efficaci e soprattutto integrati contro la riluttanza alla lettura dovuta al sovraccarico cognitivo? Per poter dare una risposta bisogna richiamare una seconda cornice teorica, più legata agli studi sulla percezione e sulle differenze e le analogie riscontrabili nel comportamento di gruppi di utenti nei confronti della lettura digitale e della gestione visuale di schermate, pagine di siti Pagina | 70 Insegnare e apprendere con gli eBook o slides. Si tratta in questo caso di ricerche sperimentali basate sul tracciamento dei movimenti dell’occhio o dell’interazione con un pattern grafico (Szabo & Kanuka, 1999; Jacob & Karn, 2003; Renshaw et al.,2003; Ruel & Outing, 2004) il cui scopo indiretto è verificare, avvalorare o correggere alcuni presupposti fondamentali del concetto stesso di usabilità, che in una delle sue più note declinazioni (Nielsen, 1997) ci ricorda di quanto sia importante, Pagina | 71 nell’impaginazione di contenuti destinati ad un output su uno schermo, considerare che gli utenti non leggono in modo lineare, come sarebbero (tendenzialmente) portati a fare su una pagina stampata, ma procedono piuttosto “scansionando” induttivamente l’insieme in cerca di elementi evidenti di “aggancio”, da cui partire per “acquisire” il contenuto in modo sostanzialmente frammentario, attraverso salti improvvisi, attraversamenti diagonali, ritorni, ripensamenti, soste e passaggi in cerca di ulteriori dettagli. Il comportamento dell'occhio nella lettura di una pagina di giornale online. I colori più caldi evidenziando le aree di massima priorità, ovvero le zone della pagina su cui il lettore si sofferma di più durante la sua “scansione” del pattern visivo. Fonte: The Poynter Institute, Eyetrack III Research. Come si può tener conto di queste indicazioni nella costruzione di eBook efficaci e più “leggibili” da parte degli utenti? E in che modo queste ricerche entrano in relazione con gli spunti che possono essere recuperati dagli studi su come limitare il sovraccarico cognitivo? Su queste basi, si può provare a immaginare un framework sperimentale per impostare eBook multimodali e usabili, in grado di restituire il piacere della lettura a chi è più demotivato e aiutare chi ha delle difficoltà a leggere e soprattutto ad apprendere meglio? Elaborando e applicando questi spunti di riflessione e tenendo conto delle implicazioni dei modelli di riferimento a cui si riferiscono si può configurare un’ipotesi di lavoro molto specifica e intrigante: eBook avanzati (IperLibri) in cui si sfruttano alcune specificità dell’integrazione tra formati digitali e dispositivi di lettura dedicati in chiave multimodale, ottenendo un risultato che da un lato supera l’attuale distinzione tra audiolibri ed eBook in senso stretto, dall’altro cerca di rendere più agevole e flessibile il processo stesso della lettura, valorizzando le sia le necessità che i comportamenti degli utenti. Un IperLibro multimodale non implica necessariamente una soluzione sofisticata o un livello particolarmente alto di ri-mediazione (per dirla con Bolter): non dobbiamo anzi mai dimenticare che stiamo pur sempre parlando dell’evoluzione delle tecnologie del libro, e non di un ritorno alle teorie multimediali degli anni 90. Potrebbe semplicemente consistere nell’affiancamento, nella sovrapposizione e nell’integrazione dinamica tra testo, eventuale illustrazione digitale e lettura del testo, eventualmente supportata da video o animazioni, nel rispetto delle regole di base dell’usabilità e delle implicazioni pratiche dei principi sul carico cognitivo. Una “ricchezza digitale” opportunamente dosata, che è possibile gestire agevolmente sia utilizzando le ultime versioni degli editor o dei convertitori per file in formato Insegnare e apprendere con gli eBook PDF (è relativamente facile anche trovare in rete suggerimenti e tutorial), sia considerando che gli eReaders di III generazione sono in grado di interpretare codice HTML e relativi script, sia (al limite) sfruttando le potenzialità più specifiche di editor professionali innovativi, come DNL Desktop Author, anche se non sono sempre compatibili con alcuni dispositivi di lettura. Ancora più “semplicemente”, ci si potrebbe limitare a impaginare il testo con alcune attenzioni Pagina | 72 grafiche e a sfruttare in modo intelligente i collegamenti ipertestuali, fino a ottenere delle pagine ambivalenti, in cui è possibile attivare in qualsiasi momento uno switch tra la lettura diretta e l’audiolettura o la drammatizzazione del testo pubblicato, oltre che in altre direzioni utili alla comprensione del testo o al suo uso in ambito educativo. Un eBook così impostato risponderebbe in pieno anche ad alcune delle esigenze strategiche delineate da Cavanaugh e non comporterebbe investimenti particolari, né l’utilizzo di dispositivi di lettura particolarmente evoluti o costosi. Se ne propone una traccia esemplificativa in appendice. Insegnare e apprendere con gli eBook Gli eBook nelle strategie di apprendimento orientate alla mobilità e all’ubiquità Pagina | 73 di Mario Rotta “Nella riunione dell'11 e 12 Maggio 2009 i ministri per l'Istruzione, Gioventù e Cultura dei 27 Stati membri dell'Unione Europea hanno adottato un quadro strategico che fissa i seguenti quattro obiettivi prioritari per la cooperazione europea nel settore dell'istruzione e della formazione da qui al 2020: Obiettivo strategico 1: Fare in modo che l'apprendimento permanente e la mobilità divengano una realtà Obiettivo strategico 2: Migliorare la qualità e l'efficacia dell'istruzione e della formazione Obiettivo strategico 3: Promuovere l'equità, la coesione sociale e la cittadinanza attiva Obiettivo strategico 4: Incoraggiare la creatività e l'innovazione, compresa l'imprenditorialità, a tutti i livelli dell'istruzione e della formazione.” Fonte: Gli ultimi benchmark europei per l’istruzione e la formazione, di Angela Vegliante. E-ducation 2.0, 25 giugno 2009. Gli obiettivi della UE per l’istruzione e la formazione sono molto chiari: la mobilità e la possibilità di apprendere attraverso e nonostante la mobilità rappresentano un valore primario, e gli strumenti che possono agevolarla o sostenerla saranno, di conseguenza, oggetto della massima attenzione. Gli eBook (intesi sempre nella loro definizione estesa, in quanto insieme integrato di contenuti e dispositivi specifici) possono svolgere un ruolo determinante in questo scenario? E in che modo? Per capirlo bisogna prima di tutto chiarire cosa si intende esattamente quando si parla di apprendimento orientato alla mobilità o Mobile Learning. Originariamente, il neologismo “mobile learning” (sinteticamente m-Learning) identifica quasi esclusivamente le pratiche di insegnamento e apprendimento a distanza attuate attraverso dispositivi mobili di accesso a contenuti formativi distribuiti in rete o piattaforme (Quinn, 2000; Sharples, 2000). Il focus è quindi prima di tutto sulle tecnologie portatili in quanto tali, in particolare sui laptop, i notebook e i palmari (PDA) e sul concetto di wireless, e solo in seconda istanza sulle implicazioni cognitive legate all’uso di quelle specifiche tecnologie o sulle conseguenze che esse possono avere nella definizione di nuovi modelli didattici e nella gestione dei processi di apprendimento. Un'ipotesi di classificazione delle tecnologie per il Mobile Learning in base alle caratteristiche e Negli anni successivi il dibattito si evolve in almeno due all’utilizzo (Naismith et al., 2004). Gli eBook direzioni, che solo marginalmente tendono a convergere. La possono agevolmente essere collocati nel prima è legata alla sperimentazione didattica connessa alla quadrante 1 della matrice, ma sotto certi aspetti appaiono più trasversali rispetto allo schema. diffusione, tra i giovani e non solo, di dispositivi portatili multimediali potenzialmente utilizzabili in ambito educativo (soprattutto lettori audio MP3, cellulari e console per videogiochi di ultima generazione): uno spunto che si deve Insegnare e apprendere con gli eBook probabilmente a un’intuizione di Howard Rheingold (Rheingold, 2003) e che trova poi un terreno particolarmente fertile sia negli studi sui comportamenti cognitivi dei “nati digitali” che nelle applicazioni della tecnologia wireless e dei dispositivi portatili come opportunità di integrazione e potenziamento dei processi formativi in ambito aziendale e nelle organizzazioni complesse (Brown & Metcalf, 2008). Come è facile immaginare in questo ambito di ricerca ci si Pagina | 74 concentra soprattutto su come costruire contenuti efficaci erogabili e utilizzabili attraverso questa gamma di dispositivi, e in seconda istanza sulle potenzialità interattive degli stessi dispositivi. Si esplorano inoltre ipotesi didattiche orientate alla “rapidità”, intesa sia come strategia funzionale al coinvolgimento degli studenti (contenuti brevi, stile comunicativo diretto…), sia come modalità di risposta “just-in-time” a bisogni formativi specifici e situati (Oppermann & Specht, 2006). La seconda direzione dell’indagine sull’m-Learning è invece più legata alla riflessione epistemologica sulla relazione tra tecnologie e conoscenza, e sull’ipotesi che la mobilità, e in seconda istanza l’ubiquità (o meglio, la possibilità di apprendere e interagire ovunque e comunque) possano configurare un territorio destinato a modificare radicalmente non solo l’accesso ai contenuti formativi ma gli stessi significati, il setting degli ambienti di apprendimento (Nyìri, 2002), i modelli pedagogici (Brasher et al., 2005) e il ruolo dei formatori e degli e-Tutor (Savill-Smith et al., 2006), fino a diventare elementi determinanti sia del cosiddetto approccio 2.0 (Downes, 2005) che di altre ipotesi ancora da esplorare (Klopfer et al., 2005; Winters et al., 2005; Metcalf et al., 2006). È probabilmente questo l’ambito di ricerca che racchiude le prospettive più interessanti. Mobilità e ubiquità come evoluzione del rapporto tra tecnologie e idee e come potenziamento del controllo individuale e allo stesso tempo della capacità creativa (Siemens & Tittenberger, 2009). Quello che colpisce, in tutta questa letteratura sul problema della “mobilità” nell’apprendimento e sull’apprendimento ubiquo, è la quasi totale mancanza di riferimenti espliciti agli eBook come parte integrante degli scenari che si stanno configurando, anche se già negli stessi anni di eBook si parla diffusamente, evidenziandone proprio caratteristiche quali la portabilità, e anche se la collocazione dei dispositivi di lettura dedicati per eBook tra le tecnologie “portatili” e “personali” appare relativamente ovvia, basti pensare all’attenzione che i produttori di hardware dedicano alla possibilità di utilizzare i dispositivi dedicati come raccoglitori di giornali elettronici e news dinamiche, per utenti in continuo movimento e che esprimono bisogni ubiqui di accesso all’informazioni. La ragione va sicuramente cercata nell’ancora scarsa diffusione degli eReader rispetto a notebook, palmari o cellulari, ma probabilmente sono mancate anche sperimentazioni specifiche e indagini orientate in questa direzione. Insegnare e apprendere con gli eBook Soltanto negli ultimi anni articoli e report cominciano ad associare stabilmente e sistematicamente gli eBook all’m-Learning. In un’indagine condotta nelle università americane sull’atteggiamento degli studenti e dei docenti rispetto alle tecnologie portatili e wireless (Corbeil & Corbeil, 2007)37 gli eBook sono elencati a pieno titolo tra gli elementi di un ambiente di apprendimento improntato alla valorizzazione della mobilità: risultano ancora limitatamente Pagina | 75 diffusi tra gli studenti (con un coefficiente del 10% rispetto al 33 degli iPod, al 54 dei lettori MP3, al 90 dei cellulari e al 92 dei laptop) e ancora meno tra i docenti (3% a fronte dell’83 dei laptop e del 93 dei cellulari), ma è significativo che se ne intuiscano alcune potenzialità specifiche, prima tra tutte la loro possibile evoluzione verso il concetto di Personal Digital Library. Analogamente, in uno dei progetti inglesi più importanti e avanzati sull’integrazione tecnologica nel contesto universitario per agevolare l’approccio ubiquo e multimodale all’apprendimento (ci si riferisce in particolare al progetto DUCLINKG nell’ambito della ricerca condotta dall’Università di Leicester) si comincia a sperimentare l’uso dei dispositivi dedicati per eBook. Ci sono ormai le premesse necessarie per sviluppare e approfondire questa problematica. Che cosa impedisce ancora agli eBook di essere accettati come strumenti effettivi della mobilità nell’apprendimento? E quali modalità di utilizzo degli eBook si potrebbero immaginare in uno scenario evoluto di mobile o ubiquitous learning? L’ostacolo principale, finora, era legato alla percezione degli eBook come dispositivi rigidi e sostanzialmente limitati, con una forte connotazione “personale” e una scarsa flessibilità. Di fatto, gli eBook sono stati sottovalutati in virtù dell’enfasi che la ricerca ha dedicato da un lato alle tecnologie apparentemente più interattive, dall’altro alle dinamiche sociali, alla comunicazione, alla condivisione e all’interazione tra gli utenti: aspetti che evidentemente non possono o non sembrano poter essere adeguatamente supportati dagli eBook sia in quanto dispositivi sia in quanto “oggetti” o contenuti. In realtà, il problema può essere posto in modo diverso, rianalizzando in prima istanza l’effettivo potenziale degli eBook in quanto tecnologie dell’informazione e della comunicazione e ragionando successivamente su come integrarli in un ambiente di apprendimento aperto e composito. Come si è già visto, negli eBook di ultima generazione sono state decisamente potenziate alcune caratteristiche tecniche: i dispositivi sono sempre più interattivi, multimediali e comunicativi. In pratica, già adesso possono gestire una certa varietà di formati (sia testuali che grafici che audiovisivi), si possono collegare in rete e garantiscono un certo livello di interattività con i contenuti (link attivi, ricerche, un minimo di editing, annotazioni contestuali). Gli eBook si configurano quindi come una tecnologia “convergente”, che tende a integrare in un unico device le caratteristiche di un PDA, di un lettore MP3 e di un piccolo computer. Restano evidenti, e inevitabili, alcune differenze: rispetto a un notebook ad esempio, un eBook non può gestire applicazioni general purpose, se non limitatamente; rispetto a un cellulare non permette di comunicare in modo diretto con altri utenti; rispetto a una console per videogiochi 37 NB: i risultati dell’indagine rivelano che nel contesto universitario nordamericano gli studenti sono “pronti” per il passaggio a un sistema educativo basato sul Mobile Learning nella misura del 94%, mentre i docenti del campione solo al 60%. Il dato confermerebbe indirettamente il gap generazionale tra i “nati digitali” e le istituzioni educative su cui più volte la letteratura su queste tematiche si è soffermata. Insegnare e apprendere con gli eBook ha meno potenzialità grafiche. In compenso, oltre che convergente, la tecnologia degli eBook sta assumendo una connotazione sempre più “discreta”: cellulari, notebook wireless e console sono strumenti pervasivi, sotto certi aspetti “distrattori”, tendenzialmente dispersivi. Gli eBook invece sono strumenti compatti, auto consistenti, delimitabili, trasportabili e allo stesso tempo estremamente potenti che, anche senza essere necessariamente connessi alla rete 24 ore su Pagina | 76 24, rendono effettivamente ubiquo non soltanto l’accesso all’informazione e alla conoscenza ma anche l’uso di testi, immagini e contenuti multimediali in qualunque contesto; di fatto, sono quasi la materializzazione di utopie concrete come il Dynabook di Alan Kay o il portatile universale a basso costo di Negroponte. Questo insieme di caratteristiche fa degli eBook strumenti privilegiati per varie applicazioni dei principi del Mobile Learning. Ad esempio, non è difficile riconoscere nelle potenzialità degli eBook una sostanziale assonanza con quanto evidenziato in un report del FutureLab (Naismith et al., 2004), dove si identificano i 5 ambiti chiave che dovrebbero essere considerati come prioritari per implementare progetti efficaci di m-Learning: il bisogno di privacy e anonimato rispetto al contesto; l’ovvia necessità di accesso a contenuti e attività educative anche al di fuori dei limiti spazio-temporali della classe e il bisogno di mobilità reale rispetto all’agenda degli insegnanti; il bisogno di strumenti che permettano di archiviare, organizzare e recuperare nel tempo le esperienze di apprendimento attuate; il bisogno di mantenere una certa informalità nell’approccio alle attività; il bisogno (da parte degli studenti) di mantenere il possesso e il controllo sulla tecnologia utilizzata. In uno scenario come questo, la configurazione del setting didattico mobile/ubiquo non può evidentemente passare, come succede spesso, attraverso l’accumulo incondizionato e l’uso casuale o non coordinato di una Un'ipotesi plausibile per uno scenario “maturo” di Mobile Learning: l'utilizzo integrato e coordinato di notebook, smartphone e eBook come dispositivi primari di interazione tra studenti, ambiente e contenuti educativi. quantità incontrollata di dispositivi tecnologici, ma fondarsi sul dosaggio accurato e sull’integrazione effettiva di pochi strumenti selezionati, che rispondano complessivamente alle varie istanze senza sovrapporsi. È ancora presto per capire come si evolveranno i modelli improntati ai principi appena delineati, ma è ragionevole pensare che le soluzioni più interessanti si orienteranno prevalentemente verso l’uso complementare di 3 dispositivi primari: un notebook wireless come finestra di accesso ai servizi di rete e come piattaforma per l’utilizzo di applicazioni specifiche, uno Smart Phone evoluto e multifunzionale come strumento immediato di comunicazione e di interazione sociale e come device per il podcasting e altre attività ad alto coinvolgimento (Herrington et al., 2009), un eBook di ultima generazione come strumento polivalente di acquisizione, conservazione, organizzazione e rielaborazione di contenuti e Insegnare e apprendere con gli eBook conoscenze, ovvero come libro, biblioteca digitale, archivio multimediale e quaderno allo stesso tempo. Resta solo da vedere (oltre che i tempi di questa evoluzione) fino a che punto i tre “strumenti” concettualmente identificabili come necessari per l’attuazione di uno scenario pienamente orientato al mobile learning manterranno una relativa autonomia l’uno rispetto all’altro, o tenderanno piuttosto a convergere in un unico dispositivo integrato, come si Pagina | 77 potrebbe intuire o supporre osservando la grande attenzione che alcuni designer, ma anche importanti produttori dedicano a dei concept che cercano di configurare un “oggetto” che possa essere utilizzato contemporaneamente sia come smartphone che come notebook/tablet che come eBook reader (esempio 1; esempio 2). Almeno altre tre caratteristiche specifiche degli eBook sembrano avvalorare l’ipotesi che questi dispositivi possano introdurre un significativo valore aggiunto nella rimodulazione dell’organizzazione didattica verso modelli più aperti e trasparenti, soprattutto in ambito universitario (Looney & Sheehan, 2001), anche se in alcune sperimentazioni attuate in ambito nordamericano sono emerse delle perplessità sulla funzionalità degli eBook (e in particolare di alcune tipologie di eBook reader), soprattutto da parte degli studenti. In ogni caso, gli eBook rendono possibile arricchire e integrare la bibliografia di riferimento di un corso senza che questo comporti da parte degli studenti faticose ricerche e spostamenti tra biblioteche per consultare i testi assegnati e prendere appunti. Anche se nelle bibliografie dei corsi saranno in ogni caso previsti volumi cartacei non disponibili in formato eBook o materiali protetti da copyright e non distribuiti in rete, si delinea una prospettiva del tutto nuova, e sotto certi aspetti rivoluzionaria: l’ipotesi che i docenti siano sempre più stimolati a selezionare le risorse da segnalare come importanti o obbligatorie tra quelle digitali e open access, fino a trasformare le tradizionali bibliografie (che di fatto sono indicazioni che lasciano agli studenti il compito di reperire le risorse segnalate) in “scaffali” direttamente caricabili sugli eBook degli studenti. Una soluzione che di fatto modifica la relazione tradizionale, statica e gerarchica, tra docenti, contenuti e studenti, lasciandola evolvere verso dinamiche più aperte, mobili, integrate. Questo passaggio può implicare un secondo valore aggiunto: i docenti sarebbero infatti più portati a selezionare ulteriormente le risorse assegnate ai corsi applicando principi di modularità (ha senso acquistare un intero libro per un capitolo obbligatorio? Non è meglio digitalizzare il singolo capitolo e inserirlo direttamente nello “scaffale” digitale?), oltre che stimolati ad aggiornare più frequentemente dispense e altri materiali integrativi. Applicare questo framework attraverso l’uso sistematico degli eBook implica infine un vantaggio ulteriore: la soluzione appare del tutto equivalente sia nei confronti degli studenti che seguono i corsi in presenza sia rispetto agli studenti a distanza. In sostanza, adottare gli eBook come contenitori di “scaffali” digitali che raccolgono le risorse assegnate ai corsi introduce nello scenario dell’educazione superiore fattori effettivi e caratterizzanti di mobilità e ubiquità, uniformando le modalità di accesso alle conoscenze legate agli obiettivi formativi da un lato e facilitandone dall’altro l’utilizzo e la consultazione, oltre che l’aggiornamento e il riuso, indipendentemente dal contesto spazio-temporale. Una prospettiva che non è difficile immaginare come applicabile anche in altri scenari educativi, dalla scuola alla formazione continua, fermo restando che in qualsiasi caso gli eBook non rappresenteranno “la” soluzione, Insegnare e apprendere con gli eBook ma uno degli elementi del sistema e uno degli strumenti della strategia attraverso cui il sistema potrà risultare più o meno efficace. Ovviamente, è importante capire se e in che modo gli eBook modificano le attitudini degli studenti e che impatto hanno, realmente, sull’organizzazione didattica e sugli stili di apprendimento. Studi e sperimentazioni mirate suggeriscono di valutare con attenzione soprattutto le implicazioni cognitive legate all’uso sistematico dei dispositivi: ad esempio, è dimostrabile (Wilson, 2001) che gli eBook spingono gli studenti a elaborare nuove e più sofisticate strategie per la ricerca di informazioni all’interno del testo elettronico, superando la parziale superficialità con cui tendono invece a interagire, ad esempio, con un motore di ricerca in rete. Pare inoltre che i testi digitali possano potenziare alcune capacità di memorizzazione, spingendo gli studenti a concentrarsi su frammenti più circoscritti e più facilmente comprensibili piuttosto che su sequenze testuali più ampie e, di conseguenza, più difficili da ricordare. Infine, gli eBook possono aiutare a sviluppare alcune capacità cognitive di alto livello, agevolando ad esempio il confronto tra testi diversi su uno stesso argomento e rendendo più accessibili certe forme di interazione con il contenuto, quali il recupero di una citazione esatta, l’annotazione contestuale di un passo o la ri-lettura attraverso diverse modalità di visualizzazione. In tutti i casi appena citati è importante che i processi siano innescati e supportati da precise linee guida e adeguatamente monitorati e valutati dai formatori e dai tutor. Ma per capire meglio come praticare concretamente queste ipotesi si possono immaginare alcuni scenari che, per quanto possano sembrare remoti, sono assolutamente plausibili sia rispetto al livello di evoluzione attuale delle tecnologie sia in quanto modelli organizzativi. Un primo scenario può essere collocato in un contesto universitario. Uno studente sta cominciando a lavorare alla sua tesina di primo livello, dopo aver concordato un argomento con il docente che ha scelto come relatore. Nel suo eBook ha già tutti i materiali e le risorse utilizzate nei corsi che ha seguito e comincia a selezionare quelli che ritiene più pertinenti e più utili per la sua ricerca, organizzandoli in una cartella. Utilizzando il suo notebook, si collega poi ai siti di alcune biblioteche online e ad altri repositories per cercare, identificare, selezionare e scaricare altre risorse più specifiche sull’argomento, che trasferisce poi su altre cartelle del suo eBook. Utilizzando alcune funzioni specifiche del suo dispositivo comincia inoltre a cercare all’interno dei materiali che ha scaricato e raccolto alcune parole chiave, per verificare alcune ipotesi di indagine e valutare se il materiale raccolto è coerente con le sue intenzioni e con i suggerimenti iniziali del docente. Sulla base dei risultati di questo primo survey evidenzia e annota brevemente i passi più interessanti, mentre utilizzando il suo SmartPhone si collega al social network dell’università e pubblica una prima traccia del lavoro da svolgere, informando con un SMS il professore. Il docente si collega a sua volta, valuta la traccia pubblicata e la commenta, chiedendo allo studente di condividere in rete tutto quanto ha raccolto fino a quel momento, per poterlo integrare o direttamente con altri materiali digitali o dando altri suggerimenti bibliografici. Lo studente potrà così scaricare la bibliografia aggiornata sul suo eBook e integrarla ulteriormente, mantenendo un contatto costante con il docente per concordare e condividere eventuali ulteriori integrazioni. Nel frattempo, comincerà a elaborare il suo lavoro originale utilizzando il notebook come editor e l’eBook come Pagina | 78 Insegnare e apprendere con gli eBook visualizzatore delle fonti utilizzate e delle annotazioni contestuali che nel frattempo avrà effettuato. Man mano che il lavoro procede, gli stati d’avanzamento saranno costantemente condivisi e discussi con il docente attraverso il social network dell’università. Un secondo scenario può essere collocato in un’azienda del settore meccanico, che produce e distribuisce strumenti di precisione destinati a vari processi industriali. Il problema fondamentale che l’azienda deve affrontare è la formazione e l’aggiornamento dei tecnici che installano gli strumenti prodotti presso i clienti e ne illustrano le funzionalità ai destinatari: soltanto pochi tecnici specializzati hanno le competenze di alto livello necessarie per risolvere tutti i problemi di installazione e di funzionamento e mettere rapidamente in grado i clienti di utilizzare i macchinari, mentre la maggior parte dei tecnici che si relazionano con i clienti, per quanto capaci e preparati, ha bisogno di un supporto costante, di informazioni più specifiche e di competenze più avanzate, che i corsi di formazione non riescono a trasmettere, se non in tempi e modalità non compatibili con il bisogno dell’azienda di essere competitiva rispetto ai concorrenti che producono macchinari e strumenti simili. L’azienda decide quindi di investire in una metodologia di formazione che è stata appositamente elaborata per queste casistiche, lo skill training (Utterstrom, 1997), che consiste nel produrre e distribuire materiali formativi strutturati (in pratica dei Learning Objects multimediali organizzati secondo una determinata sequenza) attraverso cui, utilizzando soprattutto dei video, i tecnici più esperti illustrano e risolvono passo dopo passo tutti i problemi relativi ai macchinari da installare. I tecnici meno esperti caricheranno su degli eBook di ultima generazione questi materiali, insieme a tutta la documentazione tecnica, e utilizzeranno in prima istanza queste risorse contestualmente e just-in-time rispetto ai problemi che dovessero presentarsi presso i clienti. Utilizzando uno Smart Phone, gli stessi tecnici potranno inoltre comunicare in tempo reale con gli specialisti o altri esperti per affrontare eventuali ulteriori problemi non documentati nelle risorse caricate sugli eBook, utilizzando in ogni caso gli stessi eBook per prendere nota del “caso” che si è presentato, in modo che possa essere raccolto insieme a tutti gli altri come input per l’aggiornamento dei materiali formativi o della documentazione tecnica. Un terzo scenario, infine, può essere associato ad un contesto di formazione medica o paramedica avanzata, dove del resto sono già in corso varie sperimentazioni, anche basate su semplici dispositivi (documentate da alcuni blog). Nella formazione medica e paramedica la facilità di accesso a una casistica sufficientemente ampia e alla letteratura scientifica su argomenti specifici rappresentano un indiscusso valore aggiunto. Immaginiamo quindi che gli studenti o gli specializzandi che abitualmente seguono un professore durante il lavoro clinico che svolge possano disporre di tutta la casistica e di tutta la letteratura di riferimento su un eBook personale, e immaginiamo che possano verificare e discutere un caso che il professore illustra analizzando la documentazione che hanno a disposizione interagendo sia tra loro che con lo stesso professore attraverso uno Smart Phone. Si aprirebbero enormi possibilità… Pagina | 79 Insegnare e apprendere con gli eBook Gli eBook: tra Personal Learning Environments e Personal Digital Libraries Pagina | 80 di Mario Rotta Proviamo ora a identificare e a discutere uno degli scenari più interessanti (e più “densi” di implicazioni) per chi si occupa del significato e del ruolo degli eBook nei contesti educativi. Lo scenario che cercheremo di delineare ed esplorare parte da due concetti parzialmente correlati, ma in realtà riferibili a due distinti ambiti di indagine: il concetto di Personal Learning Environment (PLE) e il concetto di Personal Digital Library (PDL). Non esiste una definizione esemplare o univoca di che cos’è un PLE, ma per capire di che cosa si tratta si può fare riferimento ad almeno tre linee di ricerca di ispirazione costruttivista, tendenzialmente convergenti, anche se ciascuna più attenta a specifici elementi e aspetti del problema. La prima (a partire dalla conferenza JISC/Cetis del 2004 e dai progetti di Dave Tosh) considera sostanzialmente i PLE come un’evoluzione degli ambienti virtuali di Personal Learning Environments are not an application but rather a new approach to the use of new technologies for apprendimento (VLE), ovvero come learning. There remain many issues to be resolved. But, at “piattaforme” (se così si può ancora dire) che the end of the day, the argument for the use of Personal Learning environments is not technical but rather is garantiscono agli utenti un controllo diretto philosophical, ethical and pedagogic. PLEs provide learners sugli strumenti, sull’interfaccia e, di with their own spaces under their own control to develop and share their ideas. conseguenza, sullo stesso processo educativo Fonte: Attwell, 2007 (Tosh & Werdmuller, 2005; Wilson & al., 2006). Una seconda linea di ricerca si concentra invece sulle potenzialità del cosiddetto Web 2.0 e sull’impatto delle tecnologie aperte sui modelli di gestione dell’e-learning (compresa la struttura dei Learning Management Systems): si evidenzia soprattutto come la “rivoluzione” in corso stia gradualmente rimodulando la relazione tra utenti e contenuto, enfatizzando la centralità “attiva” dei primi rispetto al loro ruolo tradizionale di fruitori (Downes, 2005). Secondo una terza gamma di sfumature interpretative, infine, i PLE sono sia strumenti aperti e flessibili che (soprattutto) modalità di attuazione di strategie per l’apprendimento informale attraverso dinamiche e processi di acquisizione e gestione personale delle conoscenze (Siemens, 2006; Wilson et al., 2006). Il concetto di Personal Digital Library (PDL) è relativamente più semplice da definire: si tratta infatti di uno sviluppo del concetto originario di “biblioteca digitale” (Digital Library), su cui si discute a livello teorico già da diversi decenni e, su un piano più concreto e operativo, almeno dalla metà degli anni 90 (Marchionini & Maurer, 1995). Una PDL, in sostanza, è una raccolta personale (e personalizzabile) di contenuti digitali, legata al “bisogno di uno spazio in cui assemblare e manipolare risorse informative in funzione dei propri obiettivi, utilizzando strumenti flessibili, che si possano adattare alle pratiche, alle competenze, alle attitudini” Insegnare e apprendere con gli eBook (Borgman, 2003). In una parola, “rappresenta un modello alternativo di biblioteca digitale”, in cui non è più un gruppo di professionisti e di mediatori a impostare, organizzare e gestire la biblioteca in quanto ambiente, luogo (Pomerantz & Marchionini, 2007), ma l’utente stesso, sia selezionando le risorse che ritiene utili che indicizzandole per poterle recuperare più facilmente nello spazio (virtuale) in cui decide di inserirle o aggregarle. Tipicamente, si considerano le PDL o come elementi di un PLE ancora più aperto e integrato (Wiley & Edwards, Pagina | 81 2002), o come evoluzione dei cosiddetti Personal Information Environments o PIE (Gambles, 2001), o come ambienti di apprendimento specifici, connotati sul bisogno di risorse educative o formative da parte degli utenti (Johnson & Magusin, 2005) e, sostanzialmente, orientati al Knowledge Management e alle sue implicazioni (Edmonds et al., 2004). Scaffale: due libri importanti Gli eBook (in quanto insieme sinergico di testi digitali e dispositivi portatili e/o integrati di archiviazione e lettura) possono giocare un ruolo significativo in questi scenari? E in che modo? La risposta dovrebbe essere istintivamente (e semplicemente) affermativa. Tuttavia, per poter evidenziare i legami tra eBook, PLE e PDL, in una parola per capire se e come gli eBook possono rappresentare un elemento importante sia nei processi di apprendimento che nella gestione della conoscenza, bisogna seguire il filo di un ragionamento piuttosto complesso. Il problema, infatti, è capire se e fino a che punto gli eBook rappresentano un fattore determinante per una nuova definizione concettuale sia dei Personal Learning Environments che delle Personal Digital Libraries, o, in seconda istanza, capire se possono addirittura configurarsi come un’opzione per il superamento della distinzione sostanziale tra PLE e PDL. Partiamo da un’osservazione concreta e apparentemente ovvia: un eBook reader (ovvero un dispositivo portatile di lettura di ultima generazione con memorie di massa intercambiabili, come l’Iliad o il DR1000 della Irex o il Plastic Logic) può ormai “contenere” una quantità pressoché illimitata di testi digitali, da varie centinaia fino ad alcune migliaia, o addirittura decine di migliaia. Di fatto, quindi, il dispositivo è, in sé e per sé, una biblioteca digitale “personale” e “personalizzabile”, o può facilmente essere utilizzato come PDL. In ambito educativo questo può significare - tra le altre cose - che uno studente o un ricercatore, anziché essere costretto a ricorrere a una selezione di fonti (come si fa abitualmente sia nella scuola che nell’università, per ragioni pratiche o semplicemente perché i libri che si vorrebbero o dovrebbero consultare non sono fisicamente reperibili in un unico luogo), potrebbe raccogliere integralmente su una memoria solida da inserire nel suo dispositivo tutti i testi pertinenti a uno specifico dominio epistemologico o a un percorso di ricerca in modo da averli sempre a Insegnare e apprendere con gli eBook portata di mano e consultarli agevolmente in qualunque momento. Su questa base, si potrebbe già sostenere che gli eBook introducono un valore aggiunto quanto meno nei processi di gestione delle conoscenze: grazie al vantaggio rappresentato dalla possibilità di concentrare in un dispositivo portatile grandi quantità di testi e/o documenti aggiornabili e riconfigurabili, infatti, si modifica inevitabilmente, talora anche radicalmente, il rapporto che si Pagina | 82 instaura tra soggetto che apprende e “fonti” (Ma et al., 2007). Gli studenti, ad esempio, potrebbero essere spinti a consultare e confrontare più documentazione, o essere facilitati nella strutturazione di una ricerca in cui è importante o necessario riferirsi a una letteratura di una certa ampiezza. Gli insegnanti, per parte loro, potrebbero essere stimolati a esplorare nuovi modi di affrontare argomenti o discipline che si appoggiano su testi o documenti (si pensi ad esempio alla didattica della storia o a un percorso di letteratura) che un conto è avere sempre a disposizione in versione integrale, un conto è dover andare faticosamente a cercare nelle biblioteche (o online nella migliore delle ipotesi), o dover consultare attraverso i frammenti incompleti di un compendio antologico o di una selezione “ragionata”. Le obiezioni principali che solitamente si muovono a questa interpretazione del ruolo degli eBook nell’evoluzione degli ambienti di apprendimento sono di due tipi. La prima è di natura sia epistemologica che pedagogica, e consiste nell’osservare che la sostanziale assenza di selezione per così dire “originaria” che l’illimitata capienza dei dispositivi portatili dedicati introduce (e velatamente suggerisce) potrebbe rappresentare da un lato un ostacolo al controllo sul sovraccarico cognitivo, dall’altro un ulteriore fattore di abbassamento delle capacità critiche degli studenti, già tendenzialmente basse soprattutto tra i “nativi digitali” (Oblinger & Oblinger, 2005; Gaston, 2006). In pratica, si ritiene che in ambito didattico sia preferibile lavorare su poche risorse criticamente selezionate anziché disporre di una gamma molto ampia di testi e documenti integrali: gli eBook in tal senso non solo non appaiono particolarmente utili, ma rischiano di rappresentare un pericolo [BLOG]. La seconda obiezione è più fenomenologica. Riguarda la percezione di una sostanziale sovrapposizione tra i dispositivi per eBook e la rete, nel suo complesso, in quanto “biblioteca digitale” condivisa. In pratica, si osserva che in rete (e in particolare nel Web 2.0) ci sono già molti ambienti e strumenti per cercare, aggregare, organizzare e per di più condividere e socializzare delle PDL (Edmonds et al., 2004; Anderson, 2007; Deng & Ruan, 2008) e che ha poco significato scaricare materiali comunque reperibili e raccoglierli su un device specifico, che in ogni caso potrebbe essere semplicemente il PC (Costache, 2006). Si può rispondere alla prima obiezione osservando come l’idea teoricamente ineccepibile del controllo originario sulla selezione delle fonti e dei testi in funzione della diminuzione del carico cognitivo contrasti apertamente con quasi tutti i principi e le “evidenze” della pedagogia e della didattica contemporanee. C’è ormai una sostanziale convergenza della ricerca educativa su alcuni elementi ritenuti essenziali per una didattica efficace, in particolare la centralità e il ruolo attivo dello studente nei processi di apprendimento (Kearsley & Schneiderman, 1999). Questa identità di vedute, sostanzialmente trasversale a quasi tutti i frameworks di ispirazione costruttivista, implica la ricerca di modelli e strategie in cui si possa valorizzare il più possibile lo stile cognitivo individuale. Non si tratta quindi di predisporre e pre-impostare risorse già selezionate (un approccio più affine a un’impostazione trasmissiva Insegnare e apprendere con gli eBook della didattica), ma piuttosto di facilitare la personalizzazione percorsi di ricerca autonomi, fondati sulla serendipity (Rotta, 2008) e sulla conoscenza come costruzione intimamente legata alla creatività e alla rielaborazione personale. Ciò significa che la pedagogia attuale (e più in generale la società della conoscenza che si va configurando) ha bisogno di insiemi di risorse user-oriented o user-generated, in una parola di repositories costruiti dal soggetto che Pagina | 83 apprende prima di tutto per se stesso, e in cui i criteri utilizzati dallo stesso soggetto per selezionare, raccogliere e organizzare la documentazione o le fonti rappresentano essi stessi un valore sul piano educativo, nella misura in cui la biblioteca digitale “personale” su cui si appoggia il processo di apprendimento è sufficientemente ampia e flessibile. In sostanza, non solo non è necessario filtrare l’accesso alle risorse attraverso la mediazione dell’insegnante, ma sarebbe limitativo, considerando che spetta al soggetto che apprende interagire (criticamente) con tutti i filtri che interfacciano la relazione tra le sue esigenze e le sue curiosità e le conoscenze distribuite e/o accessibili (Siemens, 2006). Ecco come George Siemens (Siemens, 2006) rappresenta schematicamente il passaggio da una società dell'informazione in cui le conoscenze sono filtrate da un solo mediatore per essere poi distribuite a molti utenti (A), a una società della conoscenza in cui il singolo utente può utilizzare una quantità teoricamente illimitata di filtri per accedere a tutte le informazioni e le conoscenze disponibili (B). La natura e le implicazioni di questo passaggio non sono immediate. Entrano in gioco altre implicazioni epistemologiche o filosofiche, ad esempio le tante possibili riflessioni sul valore che la conoscenza esprime nel momento in cui risulta integralmente accessibile a tutti e sul significato che può assumere nel momento in cui ciascuno può disporne liberamente per rielaborarla e integrarla con le proprie conoscenze (Hess et al., 2009). Ma questo è senza dubbio uno degli scenari in cui potrebbero collocarsi gli eBook, soprattutto nel loro significato esteso di contenitori potenziali di raccolte integrali di testi e documenti, in una parola, nella loro natura di “biblioteche digitali personali”. Resta aperto il problema del rischio di sovraccarico che questi scenari potrebbero comportare. Per capire meglio come affrontarlo dobbiamo riprendere e ri-analizzare il concetto parzialmente trasversale di Personal Information Environment (PIE) e cercare di reagire alla seconda obiezione: ha senso considerare gli eBook alla stregua di un PIE quando in rete sono disponibili sofisticati “aggregatori” che permettono di organizzare risorse in modo assolutamente personalizzato e allo stesso tempo condividerle socialmente? Per poter rispondere dobbiamo prima di tutto collocare i PIE nel dibattito che ha portato al loro sviluppo e alla loro diffusione (Rotta, 2008). Non possiamo trascurare almeno due considerazioni. La prima si fonda sul fatto che gli “aggregatori” prendono forma in ambiti Insegnare e apprendere con gli eBook orientati al management dell’informazione da parte di utenti motivati ed evoluti, per rispondere al loro bisogno quotidiano di selezionare e organizzare soprattutto informazioni. In questi ambiti sono state notate (Gambles, 2001) modalità di utilizzo che non dimostrano affatto l’efficacia dei PIE come risposta all’information overload. I PIE infatti non affrontano il problema partendo dalla selezione e dall’organizzazione delle risorse selezionate, ma Pagina | 84 agevolano piuttosto l’attuazione di strategie di ricerca delle informazioni: il risultato è che gli utenti meno esperti tendono ad accumulare acriticamente enormi quantità di link - qualcosa di simile a uno zapping in ambito Web - non possedendo nella maggior parte dei casi competenze sufficienti proprio per valutare, selezionare e organizzare, e non essendo i PIE particolarmente orientati in tal senso. Ne consegue che i PIE possono risultare utili, ma in ambiti ben definiti, ad esempio nel momento in cui l’utente che decide di ricorrere a questi strumenti ha già sviluppato adeguate capacità di impostare correttamente delle ricerche ed effettuare una selezione accurata delle occorrenze, o quando si ritiene importante agevolare l’approccio alla ricerca di informazioni in rete basato sulla serendipity (Pierce, 2005). Bisogna quindi valutare l’ipotesi che gli eBook (sempre nella loro natura di insieme di interazioni tra contenuti e dispositivi dedicati) NON siano del tutto equiparabili a dei PIE in senso stretto. In effetti non facilitano tanto l’accesso e la ricerca, quanto la contestualizzazione dei risultati di una ricerca (e di un’inevitabile selezione) all’interno di una struttura user generated: più che di aggregatori si potrebbe piuttosto parlare di integratori (Edmonds et al., 2004). Questo permetterebbe non soltanto di recuperare spunti importanti, come le istanze che hanno portato allo sviluppo (precocemente accantonato o non ancora sufficientemente considerato) di strumenti personalizzabili in grado di aiutare gli utenti a concettualizzare e a raffigurare le relazioni semantiche tra aree e domini di conoscenza, risorse e informazioni (Maneewatthana et al., 2005), ma anche di cominciare a ragionare sulla collocazione effettiva degli eBook nel contesto degli ambienti di apprendimento personalizzati. È proprio questa la linea di ricerca più interessante: come si inseriscono gli eBook in un Personal Learning Environment? Che cosa cambia nella struttura e nei significati di un PLE se si considera l’eventuale valore aggiunto rappresentato dagli eBook? Si configura uno scenario complesso, pieno di incognite ma sicuramente interessante. Per capire quale potrebbe essere la collocazione tendenziale degli eBook in un PLE si può fare riferimento a un modello integrato di ambiente di apprendimento personale (Rotta, 2009). Si può immaginare come un’integrazione tra una Knowledge Base (o un Personal Information Environment centrato su bisogni specifici), un ambiente virtuale di apprendimento in senso stretto e un’area di networking orientata al consolidamento delle competenze professionali, al confronto tra esperienze e alla condivisione di strategie per la soluzione di problemi comuni. Il punto di partenza di un “sistema” realmente flessibile è rappresentato quindi in prima istanza dai bisogni formativi e dalle motivazioni personali di ciascun utente (più correttamente identificabile come e-knower), e in seconda istanza dalla varietà delle risposte che il PLE può garantire in termini di equilibrio e dosaggio tra approccio formale, approccio sociale e approccio informale. Il processo di apprendimento assume la connotazione di un flusso continuo, che si sviluppa in uno scenario aperto, composito, con cui l’e-knower interagisce sia Insegnare e apprendere con gli eBook attraverso l’eventuale mediazione di figure specifiche di facilitatori dei processi in atto, sia organizzando autonomamente lo spazio virtuale in funzione delle proprie istanze o in relazione agli stimoli degli e-Tutor. La relazione dinamica tra i diversi approcci in un ambiente integrato di apprendimento (fonte: Rotta, 2009). Gli eBook potrebbero contribuire in modo significativo alla definizione degli spazi informativi personali orientati all'approccio informale. Pagina | 85 Non è difficile assegnare agli eBook in quanto dispositivi integrati un ruolo privilegiato (quanto meno potenziale) nell’area dell’approccio informale, mentre appare ovvio il ruolo che gli eBook in quanto “libri digitali” potrebbero avere soprattutto nella dotazione del VLE su cui si fonda l’approccio formale. Ma il problema diventa più complesso se si considerano alcuni dei fattori che entrano in gioco sia nella relazione dinamica tra utenti e insiemi di conoscenze che nell’uso contestuale di testi digitali o raccolte di documenti nel quadro dell’evoluzione delle strategie di e-learning legata alla diffusione dell’approccio integrato ai processi educativi (Ayris, 2006). In particolare, bisogna tener conto della variante rappresentata dalla natura intrinsecamente “individuale” degli eBook, così come della differenza tra un contenuto digitale con cui si interagisce direttamente (e socialmente) in rete e contenuti digitali raccolti e organizzati per poter essere consultati e utilizzati offline, o comunque in momenti in cui prevale una dimensione più riflessiva, metodica. Per quanto riguarda il modo o i modi in cui gli utenti interagiscono con le risorse digitali o con Alcune modalità di interazione personale o interpersonale una biblioteca digitale si può osservare ad con insiemi di contenuti digitali. Da: Marshall, 2003. esempio che prevalgono tre azioni ricorrenti: la raccolta (gathering), l’annotazione (annotating) e il ritaglio (clipping). Ciascuna di esse è in stretta relazione a specifici atteggiamenti o si attua rispetto a compiti o obiettivi determinati, così come indeterminati (Marshall, 2003): la raccolta presuppone ad esempio l’identificazione di un obiettivo e di un focus, l’annotazione si colloca su un piano più strettamente orientato e pianificato ma esprime atteggiamenti meno consapevoli, il ritaglio è più opportunistico, meno Insegnare e apprendere con gli eBook conscio, spesso legato alla casualità e al piacere della scoperta (serendipity). Con ogni probabilità, mentre nelle interazioni tra utenti e biblioteche digitali in rete (o comunque decentrate rispetto all’utente) la raccolta e il ritaglio assumono un significato più ampio, nell’interazione tra gli utenti e gli eBook in quanto biblioteche digitali “personali” e individuali è l’annotazione a prevalere e a rappresentare l’aspetto più interessante da esplorare e Pagina | 86 approfondire, sia come pratica educativa orientata alla ricerca (Paquet, 2002) che come attività riflessiva potenzialmente condivisibile (Marshall & Brush, 2002). Su questo aspetto sembrano convergere anche i pochi studi specifici sul ruolo degli eBook nell’e-learning o nell’integrazione tra strategie didattiche, ambienti di apprendimento e biblioteche digitali (Shiratuddin et al., 2003; Rothman, 2006; Deng & Ruan, 2008). Un esempio di come gli eBook possono diventare elementi di una strategia educativa centrata sull’integrazione e sulla rielaborazione personale da parte dello studente di risorse didattiche inizialmente suggerite da un insegnante. Fonte: Shiratuddin et al., 2003. A partire da questi scenari si delineano ipotesi di lavoro molto interessanti, soprattutto in ambito universitario (ma anche in contesti come la scuola superiore). Ci si concentra soprattutto su come si possa impostare una strategia educativa efficace sfruttando gli eBook sia come ambienti di apprendimento personalizzabili che come biblioteche digitali personali, risolvendo di fatto le obiezioni iniziali a cui si è fatto riferimento e potenziando parallelamente aspetti essenziali dell’innovazione didattica, quali l’approccio critico ai processi cognitivi e la valorizzazione della dimensione metacognitiva. In pratica, si parte da una raccolta selezionata di risorse curata da un insegnante o da un tutor, tipicamente su un argomento circoscritto e predefinito o su un problema da risolvere. Questa raccolta non rappresenta tuttavia il contenuto strutturato di un percorso formale. Si configura piuttosto come una Digital Library aperta, ovvero come un nucleo iniziale di documenti, riferimenti e materiali utili per sviluppare un determinato percorso di ricerca, approfondimento e riflessione, che ogni studente potrà (e dovrà) portare avanti in modo autonomo, sia pure in base agli obiettivi e ai compiti eventualmente richiesti dall’insegnante. Ogni studente “carica” quindi sul suo dispositivo dedicato questo primo nucleo di materiali e Insegnare e apprendere con gli eBook comincia ad affrontarlo, leggendo i documenti, archiviandoli secondo le modalità che ritiene più consone e annotandoli. Dalla lettura e dalle prime annotazioni emergerà il bisogno di esplorare la rete (o la biblioteca digitale della facoltà o della scuola) per scaricare e raccogliere altri testi, articoli o documenti, che a loro volta saranno letti, annotati e integrati nella raccolta iniziale, confermando ipotesi, arricchendo l’autoriflessione o aprendo talora nuove Pagina | 87 prospettive. Su un avvio relativamente formale, quindi, si innesta una fase del processo di apprendimento più centrata sull’approccio informale, e con una forte caratterizzazione individuale, che non esclude, anzi, circoscrive in modo più esatto eventuali momenti di confronto e condivisione sociale tra gli studenti, vuoi sui contenuti del percorso vuoi sulle strategie utilizzate nella gestione del processo. Al termine di un ciclo di interazioni o di un periodo che corrisponde al raggiungimento di un obiettivo ogni studente avrà costruito una sua Personal Digital Library, ovvero un insieme di risorse selezionate e riorganizzate in funzione della ricerca o della soluzione di un problema, un insieme di annotazioni e appunti e uno o più eventuali testi digitali originali, configurando di fatto ogni dispositivo come una sorta di pre-ePortfolio (Gray, 2008) o più semplicemente utilizzandolo come ambiente di apprendimento. L’insegnante, a quel punto, potrà chiedere a tutti gli studenti di ricaricare e condividere in rete quanto elaborato, in modo da poter effettuare le sue valutazioni e stimolare forme di interazione peer-to-peer tra gli stessi studenti. Si potrà così ripartire dalle biblioteche digitali personali condivise per avviare un nuovo processo con caratteristiche analoghe a quello che si è appena concluso. Le applicazioni pratiche di questo framework teorico in vari ambiti educativi appaiono molteplici, e vale la pena ragionarci. Si possono facilmente ipotizzare, ad esempio, scenari legati alla didattica umanistica, alla ricerca documentaria, alle simulazioni e all’apprendimento basato sulla scoperta, fino a immaginare eventuali variazioni sul tema del Web Quest. Ma è soprattutto nella didattica centrata sulla soluzione dei problemi o Problem Based Learning (Rotta, 2007) che gli eBook possono introdurre un fattore di innovazione significativo e un considerevole valore aggiunto. Nella serie "Next Generation" di Star Trek il capitano Jean-Luc Picard utilizza dispositivi digitali molto simili agli attuali eBook come supporto per consultare documentazione funzionale all'analisi di un problema e alla ricerca di una soluzione efficace. Nello studio di casi, infatti, così come nel problem solving orientato alla ricerca di soluzioni basate sull’applicazione di regole, sull’assunzione motivata di decisioni o sulla scelta tra più alternative, il bisogno di consultare e confrontare rapidamente fonti, documenti e risorse è continuo e funzionale alla metodologia. Di solito si tratta di una fase del processo difficile da gestire e potenzialmente dispersiva, poiché, ad esempio, la documentazione da consultare potrebbe essere eterogenea, non immediatamente disponibile o non recuperabile contestualmente; ma se ogni studente utilizzasse degli eBook per raccogliere tutta la documentazione utile in formato digitale e richiamarla ogni volta che è necessario, ad esempio Insegnare e apprendere con gli eBook durante una discussione con i colleghi sulle scelte da effettuare o quando si tratta di valutare un passaggio nella soluzione del problema assegnato (utilizzando magari anche gli strumenti di annotazione disponibili nel dispositivo), i tempi di accesso alle informazioni si ridurrebbero notevolmente, le possibilità di individuare relazioni e connessioni tra i contenuti aumenterebbero e gli studenti potrebbero concentrarsi più facilmente e in modo più efficace Pagina | 88 sul problema in quanto tale. In pratica, in questa ipotesi di lavoro che alcuni studi stanno già esplorando (Stone, 2007) gli eBook si configurerebbero come Personal Digital Libraries e allo stesso tempo come parti integranti dell’ambiente di apprendimento, ovvero come componenti personali dell’ambiente, strettamente collocate nel quadro della metodologia didattica utilizzata e potenzialmente aperte anche a soluzioni organizzative orientate al Mobile Learning (Wattinger et al., 2006). Nel complesso, potrebbero quindi rappresentare uno strumento di supporto all’efficienza cognitiva e, sotto certi aspetti, un utensile metacognitivo capace di restituire al PBL il valore originario di strategia di apprendimento situata, esplorativa e fondata sull’approccio critico. Insegnare e apprendere con gli eBook Sezione III Appendici e riferimenti Pagina | 89 Insegnare e apprendere con gli eBook Strumenti, esperienze e ipotesi operative di utilizzo degli eBook in ambito didattico Pagina | 90 Un sondaggio preliminare sul significato degli eBook come strategia di attivazione per identificare i nodi critici del problema di Mario Rotta Per aiutare gruppi di utenti, studenti o docenti a capire meglio che cosa sono gli eBook e condividere alcune implicazioni della “rivoluzione” in corso si può provare ad attivare una discussione preliminare sulle caratteristiche e i possibili significati di questa nuova tecnologia del libro, partendo da una lista di concetti più o meno condivisibili ricavati dalla letteratura sull’argomento. Questo approccio è stato più volte utilizzato come base per impostare studi, seminari e approfondimenti, e soprattutto per identificare i nodi critici del dibattito sugli eBook (Scheidlinger, 2004). Qui di seguito si propone una rielaborazione originale di questa strategia di attivazione, sotto forma di sondaggio Quality Sort. Si sottopongono a un gruppo di interessati una serie di affermazioni (issues) che cercano di identificare alcune caratteristiche essenziali o potenzialità specifiche degli eBook rispetto ai libri cartacei e più in generale rispetto ai “formati” librari che precedono la rivoluzione digitale. Le affermazioni sono raggruppate in macro aree, per agevolare una percezione più accurata del problema e allo stesso -2 del tutto in disaccordo tempo evidenziare meglio gli ambiti su cui con ogni -1 non troppo d’accordo 0 non saprei, sono incerto probabilità gli eBook eserciteranno un impatto +1 abbastanza d’accordo determinante. Rispetto a ciascuna affermazione si può +2 completamente d’accordo esprimere accordo o disaccordo secondo una scala che va da -2 a + 2. Tendenzialmente, su alcune affermazioni si riscontrerà un sostanziale accordo, su altre un sostanziale disaccordo. Ma non è questo l’aspetto più interessante del sondaggio: la tecnica Quality Sort aiuta infatti a evidenziare prima di tutto la dissonanza tra quanti si dichiarano d’accordo su una certa affermazione e quanti, rispetto alla stessa affermazione, appaiono in disaccordo. Questo “scarto” aiuta a evidenziare i nodi critici e gli argomenti su cui evidentemente c’è ancora bisogno di fare chiarezza, o di chiarire meglio i presupposti e le conseguenze legate all’affermazione controversa. Calcolando lo scarto su base percentuale (da +100 – tutti d’accordo, a -100 – tutti in disaccordo rispetto all’affermazione), si considerano nodi critici i temi e gli argomenti evidenziati dalle affermazioni su cui si registra una percentuale di scarto compresa tra +30 e 30. Di seguito si riporta il modello del sondaggio e un’elaborazione ottenuta sottoponendo il sondaggio a un gruppo di 20 utenti (14 risposte raccolte in media) nell’ambito del tutorial online sugli eBook collegato al congresso SIe-L 2009. Insegnare e apprendere con gli eBook Modello per un sondaggio Quality Sort sulle caratteristiche e il significato degli eBook da utilizzare come base per evidenziare i nodi critici da affrontare in una discussione, una ricerca o un approfondimento Rielaborazione di Mario Rotta -2 -1 0 +1 +2 -2 -1 0 +1 +2 -2 -1 0 +1 +2 Produzione e distribuzione 1. La produzione di un libro cartaceo richiede investimenti notevoli e implica delle difficoltà nella gestione del magazzino e delle rimanenze. Gli eBook, al contrario, non richiedono investimenti iniziali particolari e possono essere prodotti e distribuiti in una quantità illimitata di copie senza problemi di magazzino e rimanenze. 2. La distribuzione degli eBook non comporta costi particolari e può essere immediata. 3. Cercare, trovare o farsi inviare un libro cartaceo tradizionale richiede talora molto tempo, mentre la disponibilità di un eBook è tendenzialmente illimitata e immediata. 4. Un eBook può essere aggiornato molte volte e in qualsiasi momento, se necessario, mentre un libro cartaceo non può essere aggiornato se non pubblicando una nuova edizione riveduta e corretta. 5. I dispositivi di lettura dedicati saranno sempre meno costosi e sempre più potenti e già adesso garantiscono una resa visiva equivalente a quella del testo stampato su supporto cartaceo. 6. Qualunque eBook può essere facilmente adattato a una molteplicità di dispositivi, formati e supporti, compresa la riproduzione integrale o parziale a stampa su supporto cartaceo, mentre il libro tradizionale resta indissolubilmente legato al formato originario e al supporto fisico. 7. Un eBook può essere tradotto e pubblicato facilmente in molte lingue senza particolari costi o investimenti. Ricadute pratiche e modalità d’uso 8. In un eBook si può variare in qualsiasi momento il tipo e la dimensione dei caratteri in modo da avere sempre una leggibilità ottimale e da agevolare la lettura da parte di chi ha problemi visivi. 9. Utilizzando un libro cartaceo i fattori di distrazione sono più difficilmente controllabili, mentre gli eBook agevolano la concentrazione sul testo e sulle immagini visualizzate nella singola schermata. 10. La ricerca di un passo o di una parola è molto più semplice su un eBook che su un libro cartaceo. 11. Rispetto al libro cartaceo gli eBook rendono più agevole la lettura poiché rimuovono alcuni tipici ostacoli e difficoltà, quali la dimensioni fissa dei caratteri, la distrazione doppia pagina e la trasparenza della carta. 12. In un eBook si può inserire un numero tendenzialmente illimitato di illustrazioni, immagini e grafici senza che questo comporti un particolare aumento del peso, del volume o del costo del libro. 13. Un eBook può essere facilmente integrato con brani in formato audio o contenere inserti audio e musica. 14. A differenza dei libri cartacei, spesso destinati a essere dimenticati e ad accumulare polvere su uno scaffale, gli eBook sono sempre disponibili senza creare problemi di conservazione e, nel caso, possono essere facilmente eliminati. Rapporti tra autori, lettori ed editori 15. La pubblicazione di un eBook può essere effettuata immediatamente dopo che l’autore ha completato la stesura e la revisione del testo. Le informazioni riportate nel testo risultano così sempre attuali. 16. L’eventuale copyright riconosciuto all’autore di un eBook può essere calcolato e pagato in tempo reale in base a ogni copia effettivamente venduta, evitando le rendicontazioni periodiche e garantendo potenzialmente all’autore diritti più consistenti. 17. Un eBook può essere pubblicato e distribuito direttamente dall’autore, senza la mediazione dell’editore. 18. Gli eBook agevolano il contatto personale e diretto tra autore e lettore. 19. Chi acquista o scarica un eBook può produrne a sua volta delle copie integrali o parziali in diversi formati (compresa la stampa su supporto cartaceo) e condividere il contenuto con amici, conoscenti e colleghi. 20. Considerando alcune delle caratteristiche specifiche degli eBook (facilità di distribuzione, possibilità di evitare la mediazione dell’editore, immediatezza nel riscontro da parte del Pagina | 91 Insegnare e apprendere con gli eBook pubblico) si può ritenere che la loro diffusione contribuirà in modo significativo all’aumento del numero degli autori. 21. Considerando alcune delle caratteristiche specifiche degli eBook (basso costo, disponibilità illimitata, facile riproducibilità, flessibilità, versatilità) si può ritenere che la loro diffusione contribuirà in modo significativo all’aumento del numero dei lettori. -2 -1 0 +1 +2 Libri e biblioteche nel mondo digitale 22. Gli eBook occupano molto meno spazio dei libri cartacei e possono essere conservati su qualsiasi tipo di memoria disponibile, anche in un numero illimitato di copie. 23. Si può ritenere che i dispositivi e le memorie che saranno disponibili entro i prossimi 2 anni permetteranno a chiunque di scaricare e gestire in modo molto semplice intere biblioteche digitali, anche di grandi dimensioni. 24. Trasportare una certa quantità di eBook non richiede alcuno sforzo e non comporta alcuna difficoltà logistica. 25. Un libro cartaceo tradizionale è continuamente esposto a rischi di deperimento e distruzione, mentre di un eBook si possono fare facilmente copie di sicurezza in modo da garantirne la conservazione. 26. Un eBook può anche essere stampato su supporti durevoli in modo da agevolare la conservazione del contenuto nel tempo indipendentemente dalle condizioni climatiche e da altri fattori che potrebbero influire negativamente sulle memorie elettroniche e sui dispositivi di lettura. 27. In un eBook si può facilmente rimandare (in modo diretto e immediato) ad altri contributi e materiali correlati, mentre in un libro cartaceo tradizionale qualsiasi rimando si limita alla pubblicazione di note e bibliografie. 28. Un eBook, a differenza di un libro cartaceo tradizionale, può prevedere e contenere un numero tendenzialmente illimitato di riferimenti, integrazioni, informazioni di supporto, glossari, schede o appendici. 29. Gli eBook rendono possibile (e relativamente semplice) l’assemblaggio di insiemi di materiali di studio o raccolte di documenti, con risultati professionali e ad un costo molto minore di quello che comporterebbe l’allestimento di una raccolta, uno scaffale o un’opera enciclopedica su carta. 30. La catalogazione, la classificazione e l’indicizzazione di un insieme di eBook è tendenzialmente molto più semplice della gestione di una biblioteca tradizionale di volumi cartacei. Pagina | 92 -2 -1 0 +1 +2 -2 -1 0 +1 +2 Implicazioni socio-culturali 31. Considerando che certi volumi cartacei sono costosi e difficili da realizzare (ad esempio i cataloghi dei musei e delle mostre o alcuni testi scientifici) si può ritenere che la diffusione degli eBook contribuirà alla disseminazione dell’arte e delle scienze. 32. Gli eBook possono stimolare e valorizzare la creatività, soprattutto nell’ambito delle arti, della grafica, della letteratura e della musica. 33. Attraverso gli eBook, puntando soprattutto sull’integrazione tra testo ed elementi multimediali, si possono esplorare e identificare nuove modalità di disseminazione della conoscenza. 34. Se partiamo dal presupposto che ciò che conta è il contenuto, gli eBook permettono una gestione più efficace, più versatile e allo stesso tempo più flessibile dei contenuti rispetto ai libri cartacei tradizionali. 35. A differenza dei libri cartacei, gli eBook sono costantemente accompagnati dallo sviluppo tecnologico: questo implica un costante miglioramento delle loro caratteristiche intrinseche e delle loro potenzialità. Implicazioni educative e cognitive 36. Utilizzando gli eBook e sfruttandone le caratteristiche multimediali si può insegnare a leggere e scrivere ai bambini più velocemente e più efficacemente. 37. L’introduzione degli eBook nella scuola primaria può agevolare l’educazione all’uso dei nuovi media. 38. Gli eBook permettono di insegnare in modo più efficace e di coinvolgere maggiormente gi studenti, che sono tipicamente poco motivati a utilizzare libri cartacei tradizionali come materiale di supporto. 39. Gli eBook possono essere ipertestuali e interattivi, a differenza dei libri cartacei tradizionali. Per questa ragione possono risultare più attraenti per gli studenti e agevolare la personalizzazione dei processi di apprendimento. 40. Gli eBook possono essere integrati con elementi e funzioni tali da agevolare l’individualizzazione dei processi di apprendimento, a differenza dei libri cartacei tradizionali. 41. Utilizzando gli eBook è più facile monitorare e valutare il processo di apprendimento di ogni studente. Insegnare e apprendere con gli eBook 42. Poiché possono essere costantemente aggiornati e integrati, gli eBook risultano molto più versatili e flessibili rispetto ai libri cartacei tradizionali in funzione del raggiungimento di specifici obiettivi didattici. 43. Studiare un argomento attraverso gli eBook e utilizzando insiemi di eBook agevola l’approccio critco. 44. Gli eBook possono rappresentare l’elemento di integrazione più importante tra l’insegnamento in presenza e l’apprendimento online. 45. Gli eBook possono contribuire a modificare radicalmente i paradigmi dell’insegnamento e dell’apprendimento introducendo negli scenari educativi un’opzione decisiva per il passaggio a un’educazione integralmente fondata sull’uso delle tecnologie. 46. Gli eBook rappresentano un elemento decisivo per lo sviluppo di una scuola di impronta costruttivista, centrata sul soggetto che apprende e fondata sull’approccio problemico. 47. Gli eBook possono aiutare gli studenti ad apprendere in modo sempre più indipendente, garantendo loro la possibilità di confrontare agevolmente tutte le conoscenze necessarie per affrontare e risolvere problemi reali e trovare una risposta a tutte le domande correlate. 48. Gli eBook possono agevolare sia i nativi digitali che rappresentare un’opzione tecnologica per le generazioni di adulti in formazione continua che non hanno dimestichezza con tecnologie informatiche più complesse. 49. Gli eBook possono spingere gli insegnanti a ripensare al loro ruolo e alle loro strategie didattiche. 50. Uno degli ostacoli principali alla diffusione degli eBook nei contesti educativi è rappresentato dall’inadeguatezza degli insegnanti rispetto a queste tecnologie e soprattutto dal timore che usare queste tecnologie rende visibili carenze e lacune sul piano metodologico e didattico. Pagina | 93 Elaborazione dei dati ricavati da un sondaggio Quality Sort sulle caratteristiche e il significato degli eBook. Ambito: Tutorial eBook SIe-L 2009. 14 risposte in media su un campione di 20 utenti. In arancio si evidenziano i nodi critici riscontrati: le successive discussioni si sviluppano a partire da quei nodi. Produzione e distribuzione -2 -1 0 1 2 1. La produzione di un libro cartaceo richiede investimenti notevoli e implica delle difficoltà nella gestione del magazzino e delle rimanenze. Gli eBook, al contrario, non richiedono investimenti iniziali particolari e possono essere prodotti e distribuiti in una quantità illimitata di copie senza problemi di magazzino e rimanenze. 0 2 1 9 2 64,28 2. La distribuzione degli eBook non comporta costi particolari e può essere immediata. 3 1 2 6 2 28,57 3. Cercare, trovare o farsi inviare un libro cartaceo tradizionale richiede talora molto tempo, mentre la disponibilità di un eBook è tendenzialmente illimitata e immediata. 4. Un eBook può essere aggiornato molte volte e in qualsiasi momento, se necessario, mentre un libro cartaceo non può essere aggiornato se non pubblicando una nuova edizione riveduta e corretta. 0 0 2 7 5 85,71 0 1 0 6 7 85,71 5. I dispositivi di lettura dedicati saranno sempre meno costosi e sempre più potenti e già adesso garantiscono una resa visiva equivalente a quella del testo stampato su supporto cartaceo. 0 3 3 4 4 35,71 6. Qualunque eBook può essere facilmente adattato a una molteplicità di dispositivi, formati e supporti, compresa la riproduzione integrale o parziale a stampa su supporto cartaceo, mentre il libro tradizionale resta indissolubilmente legato al formato originario e al supporto fisico. 0 1 4 3 6 57,16 7. Un eBook può essere tradotto e pubblicato facilmente in molte lingue senza particolari costi o investimenti. 1 5 1 6 1 7,14 -2 -1 0 1 2 0 2 0 6 6 Ricadute pratiche e modalità d’uso 8. In un eBook si può variare in qualsiasi momento il tipo e la dimensione dei caratteri in modo da avere sempre una leggibilità ottimale e da agevolare la lettura da parte di chi ha problemi visivi. 71,42 Insegnare e apprendere con gli eBook 9. Utilizzando un libro cartaceo i fattori di distrazione sono più difficilmente controllabili, mentre gli eBook agevolano la concentrazione sul testo e sulle immagini visualizzate nella singola schermata. 3 7 4 0 0 -71,42 10. La ricerca di un passo o di una parola è molto più semplice su un eBook che su un libro cartaceo. 0 1 0 3 10 85,71 11. Rispetto al libro cartaceo gli eBook rendono più agevole la lettura poiché rimuovono alcuni tipici ostacoli e difficoltà, quali la dimensioni fissa dei caratteri, la distrazione doppia pagina e la trasparenza della carta. 1 5 1 6 1 7,14 12. In un eBook si può inserire un numero tendenzialmente illimitato di illustrazioni, immagini e grafici senza che questo comporti un particolare aumento del peso, del volume o del costo del libro. 1 2 1 4 6 50 13. Un eBook può essere facilmente integrato con brani in formato audio o contenere inserti audio e musica. 0 0 1 4 9 92,85 14. A differenza dei libri cartacei, spesso destinati a essere dimenticati e ad accumulare polvere su uno scaffale, gli eBook sono sempre disponibili senza creare problemi di conservazione e, nel caso, possono essere facilmente eliminati. 1 4 3 2 4 7,14 -2 -1 0 1 2 15. La pubblicazione di un eBook può essere effettuata immediatamente dopo che l’autore ha completato la stesura e la revisione del testo. Le informazioni riportate nel testo risultano così sempre attuali. 0 4 2 5 2 23,07 16. L’eventuale copyright riconosciuto all’autore di un eBook può essere calcolato e pagato in tempo reale in base a ogni copia effettivamente venduta, evitando le rendicontazioni periodiche e garantendo potenzialmente all’autore diritti più consistenti. 1 2 6 3 1 7,69 17. Un eBook può essere pubblicato e distribuito direttamente dall’autore, senza la mediazione dell’editore. 0 1 5 5 2 46,15 0 3 2 7 1 38,46 19. Chi acquista o scarica un eBook può produrne a sua volta delle copie integrali o parziali in diversi formati (compresa la stampa su supporto cartaceo) e condividere il contenuto con amici, conoscenti e colleghi. 1 1 5 3 3 30,76 20. Considerando alcune delle caratteristiche specifiche degli eBook (facilità di distribuzione, possibilità di evitare la mediazione dell’editore, immediatezza nel riscontro da parte del pubblico) si può ritenere che la loro diffusione contribuirà in modo significativo all’aumento del numero degli autori. 0 1 3 8 1 61,53 21. Considerando alcune delle caratteristiche specifiche degli eBook (basso costo, disponibilità illimitata, facile riproducibilità, flessibilità, versatilità) si può ritenere che la loro diffusione contribuirà in modo significativo all’aumento del numero dei lettori. 1 4 6 2 0 -23,07 -2 -1 0 1 2 22. Gli eBook occupano molto meno spazio dei libri cartacei e possono essere conservati su qualsiasi tipo di memoria disponibile, anche in un numero illimitato di copie. 0 4 0 2 7 38,46 23. Si può ritenere che i dispositivi e le memorie che saranno disponibili entro i prossimi 2 anni permetteranno a chiunque di scaricare e gestire in modo molto semplice intere biblioteche digitali, anche di grandi dimensioni. 0 1 2 6 4 69,23 24. Trasportare una certa quantità di eBook non richiede alcuno sforzo e non comporta alcuna difficoltà logistica. 0 1 0 4 8 84,61 25. Un libro cartaceo tradizionale è continuamente esposto a rischi di deperimento e distruzione, mentre di un eBook si possono fare facilmente copie di sicurezza in modo da garantirne la conservazione. 0 0 2 4 7 84,61 26. Un eBook può anche essere stampato su supporti durevoli in modo da agevolare la conservazione del contenuto nel tempo indipendentemente dalle condizioni climatiche e da altri fattori che potrebbero influire negativamente sulle memorie elettroniche e sui dispositivi di lettura. 1 1 4 1 6 38,46 27. In un eBook si può facilmente rimandare (in modo diretto e immediato) ad altri contributi e materiali correlati, mentre in un libro cartaceo tradizionale qualsiasi rimando si limita alla pubblicazione di note e bibliografie. 0 1 0 6 6 84,61 Pagina | 94 Rapporti tra autori, lettori ed editori 18. Gli eBook agevolano il contatto personale e diretto tra autore e lettore. Libri e biblioteche nel mondo digitale Insegnare e apprendere con gli eBook 28. Un eBook, a differenza di un libro cartaceo tradizionale, può prevedere e contenere un numero tendenzialmente illimitato di riferimenti, integrazioni, informazioni di supporto, glossari, schede o appendici. 0 1 0 6 6 84,61 29. Gli eBook rendono possibile (e relativamente semplice) l’assemblaggio di insiemi di materiali di studio o raccolte di documenti, con risultati professionali e ad un costo molto minore di quello che comporterebbe l’allestimento di una raccolta, uno scaffale o un’opera enciclopedica su carta. 0 0 0 5 8 100 30. La catalogazione, la classificazione e l’indicizzazione di un insieme di eBook è tendenzialmente molto più semplice della gestione di una biblioteca tradizionale di volumi cartacei. 2 0 6 3 2 23,07 -2 -1 0 1 2 31. Considerando che certi volumi cartacei sono costosi e difficili da realizzare (ad esempio i cataloghi dei musei e delle mostre o alcuni testi scientifici) si può ritenere che la diffusione degli eBook contribuirà alla disseminazione dell’arte e delle scienze. 1 6 3 3 1 -21,42 32. Gli eBook possono stimolare e valorizzare la creatività, soprattutto nell’ambito delle arti, della grafica, della letteratura e della musica. 2 2 1 7 2 35,71 33. Attraverso gli eBook, puntando soprattutto sull’integrazione tra testo ed elementi multimediali, si possono esplorare e identificare nuove modalità di disseminazione della conoscenza. 1 0 1 6 6 78,57 34. Se partiamo dal presupposto che ciò che conta è il contenuto, gli eBook permettono una gestione più efficace, più versatile e allo stesso tempo più flessibile dei contenuti rispetto ai libri cartacei tradizionali. 1 0 0 8 5 85,71 35. A differenza dei libri cartacei, gli eBook sono costantemente accompagnati dallo sviluppo tecnologico: questo implica un costante miglioramento delle loro caratteristiche intrinseche e delle loro potenzialità. 1 1 0 6 6 71,42 Implicazioni socio-culturali Implicazioni educative e cognitive -2 -1 0 1 2 36. Utilizzando gli eBook e sfruttandone le caratteristiche multimediali si può insegnare a leggere e scrivere ai bambini più velocemente e più efficacemente. 0 2 4 6 1 38,46 37. L’introduzione degli eBook nella scuola primaria può agevolare l’educazione all’uso dei nuovi media. 0 0 2 6 5 84,61 38. Gli eBook permettono di insegnare in modo più efficace e di coinvolgere maggiormente gi studenti, che sono tipicamente poco motivati a utilizzare libri cartacei tradizionali come materiale di supporto. 1 2 2 7 1 38,46 39. Gli eBook possono essere ipertestuali e interattivi, a differenza dei libri cartacei tradizionali. Per questa ragione possono risultare più attraenti per gli studenti e agevolare la personalizzazione dei processi di apprendimento. 0 0 2 6 5 84,61 40. Gli eBook possono essere integrati con elementi e funzioni tali da agevolare l’individualizzazione dei processi di apprendimento, a differenza dei libri cartacei tradizionali. 0 0 0 10 3 100 41. Utilizzando gli eBook è più facile monitorare e valutare il processo di apprendimento di ogni studente. 0 2 6 4 1 23,07 42. Poiché possono essere costantemente aggiornati e integrati, gli eBook risultano molto più versatili e flessibili rispetto ai libri cartacei tradizionali in funzione del raggiungimento di specifici obiettivi didattici. 0 0 2 7 4 84,61 43. Studiare un argomento attraverso gli eBook e utilizzando insiemi di eBook agevola l’approccio critco. 1 3 4 5 0 7,69 44. Gli eBook possono rappresentare l’elemento di integrazione più importante tra l’insegnamento in presenza e l’apprendimento online. 0 0 4 8 1 69,23 45. Gli eBook possono contribuire a modificare radicalmente i paradigmi dell’insegnamento e dell’apprendimento introducendo negli scenari educativi un’opzione decisiva per il passaggio a un’educazione integralmente fondata sull’uso delle tecnologie. 0 1 3 9 0 61,53 46. Gli eBook rappresentano un elemento decisivo per lo sviluppo di una scuola di impronta costruttivista, centrata sul soggetto che apprende e fondata sull’approccio problemico. 0 4 4 4 1 7,69 Pagina | 95 Insegnare e apprendere con gli eBook 47. Gli eBook possono aiutare gli studenti ad apprendere in modo sempre più indipendente, garantendo loro la possibilità di confrontare agevolmente tutte le conoscenze necessarie per affrontare e risolvere problemi reali e trovare una risposta a tutte le domande correlate. 0 2 3 7 1 46,15 48. Gli eBook possono agevolare sia i nativi digitali che rappresentare un’opzione tecnologica per le generazioni di adulti in formazione continua che non hanno dimestichezza con tecnologie informatiche più complesse. 0 0 1 11 1 92,30 49. Gli eBook possono spingere gli insegnanti a ripensare al loro ruolo e alle loro strategie didattiche. 0 1 1 6 5 76,92 50. Uno degli ostacoli principali alla diffusione degli eBook nei contesti educativi è rappresentato dall’inadeguatezza degli insegnanti rispetto a queste tecnologie e soprattutto dal timore che usare queste tecnologie rende visibili carenze e lacune sul piano metodologico e didattico. 0 3 3 3 4 30,76 Pagina | 96 Insegnare e apprendere con gli eBook Strumenti, esperienze e ipotesi operative di utilizzo degli eBook in ambito didattico Un’esperienza virtuosa e uno scenario possibile di Michela Bini La Eminence Middle School che si trova nella contea di Henry nel Kentucky conduce dall’anno scolastico 1998/1999 al 2005 almeno, un interessante esperimento di uso di PDA (Personal Digital Assistant) all’interno di una classe della scuola. Il responsabile del progetto racconta la sua esperienza partendo proprio dal suo arrivo in questo distretto scolastico caratterizzato dalla massiccia presenza di alunni per cui l’inglese rappresentava la seconda lingua. Preoccupandosi di entrare in contatto sia con gli alunni ispanici, sia con coloro che avevano l’inglese come lingua madre, l’insegnante trova un interessante sito ricco di materiale che gli consentirebbe di svolgere delle lezioni proficue per entrambi i gruppi. Il problema che si presenta subito alla sua attenzione riguarda la possibilità di sfruttare nel modo corretto e completo queste informazioni, trattandosi di materiale reperibile solo attraverso la rete. In classe è presente una sola postazione computer, cosa che rende il lavoro davvero proibitivo. Grazie all’interessamento dell’insegnante e ai suoi ripetuti contatti con un avvocato del Kentucky Migrant Technology Project si arriva alla soluzione ottimale di dotare la classe di PDAs con il sistema operativo Windows CE. Da questo momento parte la sperimentazione che continua sicuramente per diversi anni fino al 2005. Il progetto della Eminence Middle School è visibile alla pagina che porta il nome del progetto: paperless classroom. Da qui si possono vedere le varie esperienze condotte, valutare gli insegnamenti impartiti, prendere visione dei progetti di lavoro, vedere le fotografie degli alunni in classe e accedere ai tutorial che guidano all’uso corretto della tecnologia in questo ambito didattico. Le slide messe a disposizione in una sezione apposita del sito, cercano di relazionare circa i vantaggi della scelta, le risorse disponibili in ambito letterario e i risultati del progetto. La sezione dedicata a queste tematiche ha l’evocativo nome di virtual jungle. Da tenere ben presente che l’insegnante sottolinea particolarmente il risparmio di denaro sull’acquisto di libri da parte della scuola, poiché gli allievi accedono a risorse disponibili in rete gratuitamente e liberamente scaricabili. Sull’onda dell’ottimismo suscitato dall’esperienza della Eminence Middle School, ci è piaciuto immaginare uno scenario scolastico possibile. Se non ci fosse questa esperienza, sarebbe un volo pindarico fine a se stesso, invece le esperienze positive del passato ci invitano ad addentrarci in un terreno che, sebbene non ancora presente, è prossimo e realizzabile. Certo la capacità di adattamento al nuovo modo/mezzo richiede tempo, come ci dicono anche articoli di recente pubblicazione, ma non è certo la capacità di adattamento che ci manca! E quindi diamo via libera all’immaginazione. Pagina | 97 Insegnare e apprendere con gli eBook Pagina | 98 8.00 Comincia la mattina a scuola! Oggi italiano, inglese, educazione fisica e matematica. Per fortuna manca ancora una settimana alla verifica d’italiano, per allora spero di essere pronta. La prof. dice che ci darà un testo poetico da parafrasare, commentare e cercare di valutare stilisticamente secondo il nostro gusto… fosse per me preferirei scrivere una canzone e musicarla, ma tanto non succederà mai. 9.00 Leopardi, l’infinito. Sempre caro mi fu quest’ermo colle etc. La prof ce l’ha fatto leggere, poi ci siamo collegati al repository della scuola e c’era il testo letto da un attore con una bella voce calda e profonda. L’abbiamo sentito per due volte, ognuno con la propria cuffia. Alla fine l’abbiamo riletto a voce. A me non è toccato, questa volta, ma credo proprio che dopo averlo sentito dall’attore sarei stata in grado di farne una lettura più espressiva. Forse ho capito anche un po’ meglio di cosa si tratta, cos’ha in mente Leopardi. Che era pure gobbo, ho visto la foto su internet, c’è pure un sito tutto dedicato lui. Era proprio bruttino! Ma forse ho davvero capito cosa intendesse con quella siepe e tutti i limiti e gli ostacoli che doveva incontrare alla sua epoca. Poveretto. 10.00 Geografia: per fortuna ci siamo un po’ divertiti, dopo tutta la tristezza del Leopardi. Abbiamo studiato gli uragani, era un argomento che avevamo chiesto alla prof e lei ci ha accontentato, anzi, ci ha fatto collegare con un sito dove abbiamo provocato noi stessi un uragano (io ne ho scatenati 5, di potenza sempre crescente, fino a radere al suolo tutto ciò che era presente nel territorio!) impostando le caratteristiche di umidità dell’aria, calore etc. Davvero divertente. Ho visto che si parla di un terribile uragano in un film, la tempesta perfetta con Gorge Clooney. Lo cercherò, tanto lui piace anche alla mamma. A me no, è davvero decrepito, certo non bello come Zac o come Robert. A proposito di Robert, ho letto su internet che stanno girando il seguito di Twilight e che ci saranno le riprese a Montepulciano! Devo farmi portare, mi vestirò in nero, mi metterò pallidissima e chiederò a Robert… un morso! 11.00 Inglese: abbiamo ascoltato un sacco di conversazioni, alcune facili, altre meno. La prof. ci ha spiegato bene un paio di regole e poi abbiamo scaricato 5 esercizi per la prossima volta. Alcuni sono dialoghi in cui dobbiamo registrare le risposte in un certo periodo di tempo. Spero Insegnare e apprendere con gli eBook che il microfono si sia asciugato, quell’imbranato di mio fratello l’ha buttato in vasca due giorni fa. 12.00 Dopo la ricreazione educazione fisica. Meno male era una bella giornata e siamo usciti. Abbiamo giocato a pallavolo tutta l’ora! 13.00 Ultima faticosissima ora di matematica, anzi geometria. Per fortuna tutti gli esercizi dati (ne avevamo 6 scaricati l’ultima volta dal repository della scuola) erano corretti. La prof ci ha fatto vedere alla lavagna elettronica i vari passaggi dello svolgimento e andavano bene. Così potrò davvero chiedere che mi portino a Montepulciano, in fondo ho studiato bene e sono pure migliorata a geometria! Poi ha spiegato altre pagine che abbiamo scaricato dal sito della scuola e ci ha dato altri 6 esercizi per la prossima volta. Per fortuna che il video con la spiegazione era chiaro e la prof ha dovuto solo rispiegare un paio di cose e approfondire alcuni punti. Riferimenti utili: http://www.paperlessclassroom.org/virtualjungle/default_files/frame.htm http://www.paperlessclassroom.org/ http://www.eminence.k12.ky.us/ Pagina | 99 Insegnare e apprendere con gli eBook Strumenti, esperienze e ipotesi operative di utilizzo degli eBook in ambito didattico Una traccia esemplificativa per un IperLibro multimodale di Mario Rotta Questa è una traccia per impostare un eBook multimodale, progettato per stimolare l’interesse verso la lettura. Il testo è proposto in 3 modalità di fruizione, tra cui si può scegliere inizialmente e/o“saltare” in qualsiasi momento: “ascoltare” rimanda alla lettura del testo in formato audio o video; “leggere” rimanda al testo impaginato per la lettura su dispositivo dedicato, con eventuali illustrazioni; “recitare” rimanda al testo impaginato in modo da evidenziare i dialoghi, per poterlo usare come base per letture ad alta voce o drammatizzazioni. Si aggiunge, sempre a titolo esemplificativo, una sezione “capire”, ovvero apparati e link per impostare attività didattiche sul testo. Pagina | 100 Insegnare e apprendere con gli eBook Pinocchio Pagina | 101 di Carlo Collodi Ascoltare Leggere Capire Recitare Insegnare e apprendere con gli eBook Leggere C’era una volta... Un re! — diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze. Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome Mastr’Antonio, se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura. Appena maestro Ciliegia ebbe visto quel pezzo di legno, si rallegrò tutto; e dandosi una fregatina di mani per la contentezza, borbottò a mezza voce: “Questo legno è capitato a tempo; voglio servirmene per fare una gamba di tavolino”. Detto fatto, prese subito l’ascia arrotata per cominciare a levargli la scorza e a digrossarlo; ma quando fu lí per lasciare andare la prima asciata, rimase col braccio sospeso in aria, perché sentí una vocina sottile sottile, che disse raccomandandosi: “Non mi picchiar tanto forte!” Figuratevi come rimase quel buon vecchio di maestro Ciliegia! Girò gli occhi smarriti intorno alla stanza per vedere di dove mai poteva essere uscita quella vocina, e non vide nessuno! Guardò sotto il banco, e nessuno; guardò dentro un armadio che stava sempre chiuso, e nessuno; guardò nel corbello dei trucioli e della segatura, e nessuno; aprí l’uscio di bottega per dare un’occhiata anche sulla strada, e nessuno. O dunque?... “Ho capito; — disse allora ridendo e grattandosi la parrucca — si vede che quella vocina me la son figurata io. Rimettiamoci a lavorare”. E ripresa l’ascia in mano, tirò giú un solennissimo colpo sul pezzo di legno. “Ohi! tu m’hai fatto male!” — gridò rammaricandosi la solita vocina. Questa volta maestro Ciliegia restò di stucco, cogli occhi fuori del capo per la paura, colla bocca spalancata e colla lingua giú ciondoloni fino al mento, come un mascherone da fontana. Appena riebbe l’uso della parola, cominciò a dire tremando e balbettando dallo spavento: “Ma di dove sarà uscita questa vocina che ha detto ohi?... Eppure qui non c’è anima viva. Che sia per caso questo pezzo di legno che abbia imparato a piangere e a lamentarsi come un bambino? Io non lo posso credere. Questo legno eccolo qui; è un pezzo di legno da caminetto, come tutti gli altri, e a buttarlo sul fuoco, c’è da far bollire una pentola di fagioli... O dunque? Che ci sia nascosto dentro qualcuno? Se c’è nascosto qualcuno, tanto peggio per lui. Ora l’accomodo io!” (segue secondo la traccia) Pagina | 102 Capire Ascoltare Leggere Recitare Insegnare e apprendere con gli eBook Recitare C’era una volta... Un re! — diranno subito i miei piccoli lettori. No, ragazzi, avete sbagliato. C’era una volta un pezzo di legno. Non era un legno di lusso, ma un semplice pezzo da catasta, di quelli che d’inverno si mettono nelle stufe e nei caminetti per accendere il fuoco e per riscaldare le stanze. Non so come andasse, ma il fatto gli è che un bel giorno questo pezzo di legno capitò nella bottega di un vecchio falegname, il quale aveva nome Mastr’Antonio, se non che tutti lo chiamavano maestro Ciliegia, per via della punta del suo naso, che era sempre lustra e paonazza, come una ciliegia matura. Appena maestro Ciliegia ebbe visto quel pezzo di legno, si rallegrò tutto; e dandosi una fregatina di mani per la contentezza, borbottò a mezza voce: [Mastro Ciliegia] — Questo legno è capitato a tempo; voglio servirmene per fare una gamba di tavolino. — Detto fatto, prese subito l’ascia arrotata per cominciare a levargli la scorza e a digrossarlo; ma quando fu lí per lasciare andare la prima asciata, rimase col braccio sospeso in aria, perché sentí una vocina sottile sottile, che disse raccomandandosi: [Pinocchio] — Non mi picchiar tanto forte! — Figuratevi come rimase quel buon vecchio di maestro Ciliegia! Girò gli occhi smarriti intorno alla stanza per vedere di dove mai poteva essere uscita quella vocina, e non vide nessuno! Guardò sotto il banco, e nessuno; guardò dentro un armadio che stava sempre chiuso, e nessuno; guardò nel corbello dei trucioli e della segatura, e nessuno; aprí l’uscio di bottega per dare un’occhiata anche sulla strada, e nessuno. O dunque?... [Mastro Ciliegia] — Ho capito; — disse allora ridendo e grattandosi la parrucca — si vede che quella vocina me la son figurata io. Rimettiamoci a lavorare. — E ripresa l’ascia in mano, tirò giú un solennissimo colpo sul pezzo di legno. [Pinocchio] — Ohi! tu m’hai fatto male! — gridò rammaricandosi la solita vocina. Questa volta maestro Ciliegia restò di stucco, cogli occhi fuori del capo per la paura, colla bocca spalancata e colla lingua giú ciondoloni fino al mento, come un mascherone da fontana. Appena riebbe l’uso della parola, cominciò a dire tremando e balbettando dallo spavento: [Mastro Ciliegia] — Ma di dove sarà uscita questa vocina che ha detto ohi?... Eppure qui non c’è anima viva. Che sia per caso questo pezzo di legno che abbia imparato a piangere e a lamentarsi come un bambino? Io non lo posso credere. Questo legno eccolo qui; è un pezzo di legno da caminetto, come tutti gli altri, e a buttarlo sul fuoco, c’è da far bollire una pentola di fagioli... O dunque? Che ci sia nascosto dentro qualcuno? Se c’è nascosto qualcuno, tanto peggio per lui. Ora l’accomodo io! — (segue secondo la traccia) Pagina | 103 Capire Ascoltare Leggere Recitare Insegnare e apprendere con gli eBook Ascoltare Pagina | 104 Capire Ascoltare Leggere Recitare [Inserire link a una risorsa di rete o, se il formato e il dispositivo dedicato lo consentono, direttamente l’audio o il video e i relativi strumenti di controllo. L’eventuale switch al testo è possibile in qualsiasi momento] (segue secondo la traccia) Insegnare e apprendere con gli eBook Capire La struttura del testo: I. II. III. IV. V. VI. Come andò che Maestro Ciliegia, falegname, trovò un pezzo di legno, che piangeva e rideva come un bambino. Maestro Ciliegia regala il pezzo di legno al suo amico Geppetto, il quale lo prende per fabbricarsi un burattino meraviglioso, che sappia ballare, tirar di scherma e fare i salti mortali. Geppetto, tornato a casa, comincia subito a fabbricarsi il burattino e gli mette il nome di Pinocchio. Prime monellerie del burattino. La storia di Pinocchio col Grillo-parlante, dove si vede come i ragazzi cattivi hanno a noja di sentirsi correggere da chi ne sa piú di loro. Pinocchio ha fame e cerca un uovo per farsi una frittata; ma sul piú bello, la frittata gli vola via dalla finestra. […] [Inserire rimandi a siti web selezionati o ad ambienti dinamici online per approfondimenti sul testo o condivisione di esperienze didattiche] (segue secondo la traccia) [Inserire eventuale glossario da collegare automaticamente al testo in modalità “lettura” o vocabolari selezionati come apparato utile alla comprensione del testo] Pagina | 105 Capire Ascoltare Leggere Recitare Insegnare e apprendere con gli eBook Bibliografia generale I link sono stati verificati il 31 dicembre 2009. Abruzzese A. & Maragliano R. (2008), Educare e comunicare. Spazi e azioni dei media. 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Roma, Garamond. ©Garamond 2010 Versione 1.1 [spazio intenzionalmente bianco] Pagina | 112 Insegnare e apprendere con gli eBook Mario Rotta Storico dell’arte, archivista, museologo ed esperto di uso educativo delle nuove tecnologie, ha collaborato per molti anni con il Laboratorio di Tecnologie dell’Educazione dell’Università di Pagina | 113 Firenze. Ha insegnato e insegna progettazione e gestione dell’e-learning in percorsi di alta formazione di varie università e aziende e ha pubblicato numerosi libri e articoli sull’e-learning, la comunicazione in rete, le interazioni educative online e la cultura digitale. Ha contribuito in modo determinante alla definizione della figura professionale dell’e-Tutor in Italia. Attualmente insegna Visual Design in ambito educativo all’Università di Firenze, è il responsabile dei programmi di e-learning del Consorzio E-Form e fa parte del Comitato di Direzione della casa editrice Garamond. Michela Bini Laureata in Lettere moderne, ha conseguito il Master in Progettista e Gestore della Formazione in Rete presso l’Università di Firenze con una tesi sugli eBook. Ha insegnato Informatica presso la facoltà di Psicologia dello Sviluppo dell'Università di Firenze e si è occupata di formazione in ambito tecnologico e di alfabetizzazione e specializzazione informatica presso varie aziende. Ha svolto attività di Instructional Designer presso università telematiche e per aziende private. Insegna lettere nella scuola statale. Paola Zamperlin Laureata in Lettere classiche, ha successivamente conseguito il Master in Progettista e Gestore della Formazione in Rete e il Dottorato in Telematica e Società dell'Informazione presso l'Università di Firenze. Si è occupata, nell'ambito dei progetti del Consorzio E-Form, di nuove tecnologie nella didattica e di knowledge management. Da circa sei anni collabora con il Laboratorio di Geografia applicata presso il Dipartimento di Studi Storici e Geografici dell’Università di Firenze, dove segue progetti legati ai Sistemi Informativi Geografici e alle biblioteche digitali.