GERMOPLASMA CAMPANO 159 DIPARTIMENTO DI ARBORICOLTURA, BOTANICA E PATOLOGIA VEGETALE UNIVERSITA' DEGLI STUDI DI NAPOLI "FEDERICO Il" Pasquarella C.,* Sannino G.** Soriente I.* GRECO I - SINONIMI ED EVENTUALI NOMI ERRATI Greco del Vesuvio, Greco della Torre: nella zona vesuviana e del Somma (NA) Greco o Grieco: nel comune di Tufo (AV) Greco di Tufo: nei comuni di Altavilla Irpina, S. Paolina, Prata, Chianche, Montefusco, S.Angelo a Cancello (AV), Ceppaloni, San Giorgio del Sannio, (BN). Greco di Napoli. II - CENNI STORICI ED ORIGINI Le origini di questo “nobile vitigno”, che potrebbe derivare dall’Aminea gemella già riportata dai Georgici latini, risalgono ad epoca remota. Il vitigno avrebbe trovato dimora sui fianchi del Vesuvio già un secolo prima della nostra era (4,7). Le Aminee erano coltivate fin dai primordi di Roma nella Regione Aminea del “Falernus Ager” e, secondo S. Isidoro di Siviglia, il nome amineo proviene dall’assenza del colore, cioè senza minio.(4, 16 ). Scrittori come: Catone, Varrone, Virgilio, Plinio e Columella lodano la fertilità di queste viti che si sarebbero distinte non solo per la qualità del prodotto ma anche per la costanza di produzione, tanto che, si legge in Columella, da un pergolato, pare, si potessero ottenere cinquanta litri di vino per ciascun ceppo. Lo stesso autore vissuto all’inizio dell’era cristiana, proprietario e coltivatore, descrisse cinquanta vitigni e fra questi dette maggior risalto alle viti Aminee che annoverò tra le più produttive (8,16). Più vicino ai nostri tempi, il Ferrante (11) afferma che la varietà Greco del Vesuvio o Greco di Tufo sia l’Aminea gemella, tanto lodata nell’antichità, non solo perché diffusa nella stessa zona, ma anche perché portatrice delle medesime caratteristiche bio-morfologiche (grappolo doppio, piccolo, dorato) e per la bontà del vino mantenuta costante nei secoli. Inoltre riferisce che le viti Aminee del Vesuvio provengono direttamente dalla Tessaglia, contrariamente ad altri autori i quali affermano che le viti ad uva bianca trapiantate sulle falde del Vesuvio e sui colli di Sorrento provengano dalla regione Aminea della Campania. *Dipartimento di Arboricoltura, Botanica e Patologia Vegetale – Facoltà di Agraria - Portici ** Dipartimento di Ingegneria Agraria e Agronomia del territorio – Facoltà di Agraria - Portici 160 VITE Il naturalista G.B. Porta(24), sulla scia di quanto affermano gli autori latini, dice che delle Aminee gemelle, che hanno la particolarità di dare i grappoli divisi in due, la minore era chiamata Graeca e la maggiora Graecula. Inoltre lo stesso autore afferma che ai suoi tempi il vino amineo era chiamato Greco mentre da un vitigno diverso (oleaginea) si otteneva un vino detto “Lachryma”. In seguito i nomi si sarebbero confusi per cui anche il vino di uva greca viene chiamato “Lacrima”(11). Sante Lancerio (12,16) “bottigliere” di Papa Paolo III, nelle sue memorie enologiche, riporta i giudizi sui vari vini d’Italia espressi dallo stesso Papa e dagli alti dignitari della Curia romana. Così si legge che il Greco di Somma era un vino alcolico e possente; il Greco di Posilico (Posillipo) era più delicato del precedente e meno serbevole; il Greco d’Ischia era molto tannico; il Greco della Torre (proveniente da Torre Annunziata ) era pregiato quanto quello di Somma ma soggetto ad ossidarsi; il Greco di Nola, invece, non era molto apprezzato per le sue caratteristiche organolettiche. A molte uve fu dato il nome di Greco, ancora oggi non è possibile differenziarle tutte; a tal proposito, il Di Rovasenda scriveva: “ Fra tutte le uve di questo nome devono esistere molte differenze, che sarà prezzo dell’opera degli studi ampelografici di stabilire ed ccertare”(10,18). De Crescenzio, secondo quanto ci tramanda Molon(18) trovò, per esperienza diretta, che “la Greca e la Vernaccia, che fanno un buon vino ma non abbondante”, erano meno buone delle altre varietà coltivate alla sua epoca; Cupani, invece, sempre secondo il Molon, nota tre varietà di Greca: la Greca di Palermu (detta anche Greca femminedda), ad acino bianco, oblungo, cadente; Grecari (Grecu o Grecu masculinu) ad acino carnoso e più grande del precedente; Greca di Napoli, ad acino giallo, ancora più grande, non compatto, a polpa carnosa, di ottimo sapore. E’ l’uva con la quale si fanno “li passali in Lipari”. L’Abate Gioacchino Geremia, chiarisce il Moln, trovò, in Sicilia, parecchie varietà di uva Greca propriamente detta; Greca Napolitana; Greca di Termini; Grecanicu biancu o a cruci; Grecanicu biancu a girimoli; Greca di Palermo e Grecignola, mentre Mendola, annovera, nel suo catalogo, il Greco bianco di Sicilia e il Greco bianco di Napoli. Di quest’ultimo loda assai la bellezza e la bontà e lo distingue anche col nome di Greco di Somma o di Somma. Il Molon, ricorda infine che il nome di Greco fu dato a molte uve, come: al Pulcinculo, al Verdicchio nero, al Biancame, al Trebbiano verde di Velletri, al Pagadebito, al Trebbiano di Spagna ecc.; il Greco veronese veniva indicato come Aleatico, Greco di Termini bianca all’Insolino, Greco ad acini piccoli al Bianchetto Montecchiese, Greco di Ancona all’Albana, il Greco di Tufo al Riesling ecc. Vincenzo Semmola(24) descrive una Grecagna, che nei dintorni di Bosco, prende il nome di forcinola bianca, lo stesso Autore descrive l’uva Greca del Vesuvio e di Somma e la Latina bianca. GERMOPLASMA CAMPANO 161 II - DESCRIZIONE AMPELOGRAFICA I rilievi sono stati effettuati presso l’azienda del Sig. Petrillo Mario Alfredo nel comune di Prata P. Ultra(AV) e proseguiti nell’azienda agraria “Torre Lama” della Facoltà di Agraria di Portici(NA). Latitudine della zona 40°59’15’’ Altitudine m 310 s.l.m. Anno d’impiantato: 1984 Sesto d’impianto m 2,30x2,00 Portinnesto ( Berlandieri x Riparia) 420 A Sistema di potatura: Gujot unilaterale Carica di gemme n° 12 per ceppo Pendenza del 3,5% Esposizione Sud-Est GERMOGLIO (osservazioni su germogli di 10-30 cm) 001 - Forma dell'estremità – 5) semi aperto o medio 002 - Distribuzione della pigmentazione antocianica sull'apice – 2) striata o agli orli 003 - Intensità della pigmentazione antocianica dell’estremità – 3 - 5) leggera, media 004 - Densità dei peli striscianti (lunghi) sull'apice –5-7) media, forte 005 - Densità dei peli dritti (corti) sull'apice – 1) nulla o leggerissima - Colore dell'apice (escluso gli antociani) -4) verde - Asse del germoglio - 1) eretto. Foglioline apicali (le prime tre a partire dall'apice) - Aspetto del lembo – 1-2) a coppa la 1a e 2a, spiegata la 3a - Densità dei peli striscianti (lunghi) –7 - 9) forte, fortissima - Densità dei peli dritti (corti) - 1) nulla o leggerissima - Distribuzione della pigmentazione antocianica - 2) striata o agli orli - Colore (escluso gli antociani) – 5) verde bronzato Foglioline basali (quelle ancora in accrescimento poste immediatamente al disotto delle prime tre) - Aspetto del lembo - 1) spiegate - Densità dei peli striscianti (lunghi) - 7) forte - Densità dei peli dritti (corti) - 1) nulla o leggerissima - Distribuzione della pigmentazione antocianica - 1) assente - Colore (escluso gli antociani) – 4 - 2) verde,giallo VITE 162 GERMOGLIO ALLA FIORITURA 006 - Portamento (su tralcio non palificato) - 1) eretto 007 - Colore della faccia dorsale degli internodi - 2) verde striato di rosso 008 - Colore della faccia ventrale degli internodi - 2) verde striato di rosso 009 - Colore della faccia dorsale dei nodi - 2) verde striato di rosso 010 - Colore della faccia ventrale dei nodi - 2) verde striato di rosso 011 - Densità dei peli dritti (corti) sui nodi - 1) nulla o leggerissima 012 - Densità dei peli dritti (corti) sugli internodi - 1) nulla o leggerissima 013 - Densità dei peli striscianti (lunghi) sui nodi - 1) nulla o leggerissima 014 - Densità dei peli striscianti (lunghi) sugli internodi - 1) nulla o leggerissima 015 - Pigmentazione antocianica delle gemme – 3) leggera CIRRI 016 - Distribuzione sul tralcio - 1) discontinua 017 - Lunghezza - 7) lunghi - Tipo – 2-3) bifidi, trifidi FOGLIA GIOVANE (le prime 6 foglie dell'apice alla fioritura) 051 - Colore della pagina superiore - 2) verde bronzato 052 - Intensità della pigmentazione antocianica di 6 foglie distali - 1) nulla o leggerissima 053 - Densità dei peli striscianti (lunghi) tra le nervature della pagina inferiore –7) forte 054 - Densità dei peli dritti (corti) tra le nervature della pagina inferiore -1) nulla o leggerissima 055 - Densità dei peli striscianti sulle nervature principali della pagina inferiore - 5-7) media,forte 056 - Densità dei peli dritti sulle nervature principali della pagina inferiore - 1) nulla o leggerissima APICE - Forma dell'estremità - 7) aperto - Distribuzione della pigmentazione antocianica - 2) striata o agli orli - Densità dei peli striscianti (lunghi) sull'apice –7-9) forte, fortissima - Densità dei peli dritti (corti) sull'apice –1) nulla o leggerissima - Colore (escluso gli antociani) -1- 4) bianco, verde - Asse del germoglio - 1) eretto GERMOPLASMA CAMPANO 163 Foglioline apicali (le prime tre a partire dall'apice) - Aspetto del lembo – 2) a coppa - Distribuzione della pigmentazione antocianica - 2) striata o agli orli Foglioline basali (quelle ancora in accrescimento poste immediatamente al di sotto delle prime tre) - Aspetto del lembo - 1) spiegate - Distribuzione della pigmentazione antocianica - 1) assente FOGLIA ADULTA 065 - Taglia -5) media 066 - Lunghezza -5) media 067 - Forma del lembo – 4) orbicolare 068 - Numero dei lobi – 2-3) tri-pentalobata 069 - Colore della pagina superiore del lembo - 3) verde chiaro 070 - Pigmentazione antocianica delle nervature principali della pagina superiore del lembo – 1) nulla 071 - Pigmentazione antocianica delle nervature principali della pagina inferiore del lembo – 1) nulla o leggerissima 072 - Depressione sulla pagina superiore del lembo (fra le nervature secondarie e terziarie) 1) assente 073 - Ondulazione del lembo fra le nervature principali o secondarie - 1) assente 074 - Profilo del lembo (taglio trasversale nel mezzo del lembo) – 4 ) revoluto 075 - Bollosità della pagina superiore del lembo (convessità tra le nervature di ultimo ordine) -3 ) leggera 076 - Forma dei denti – 2 - 3 ) a lati rettilinei,a lati convessi 077 - Lunghezza dei denti - 3) corti 078 - Lunghezza dei denti in rapporto alla larghezza della loro base -3) corti - Regolarità - 2) irregolari - Prominenza - 1) poco pronunciati - Larghezza della base - 1) a base larga 079 - Forma del seno peziolare - 3) aperto 080 - Forma della base del seno peziolare – 1) sagomata ad U 081 - Particolarità del seno peziolare - 1) nessuno 082 - Forma dei seni laterali superiori - 2 - 3) chiusi, a lobi leggermente sovrapposti 083 - Forma della base dei seni peziolari superiori –1) sagomata ad U VITE 164 - Angolo della sommità dei lobi terminali –3) ottuso 084 - Densità dei peli striscianti tra le nervature della pagina inferiore – 5 - 7)media, forte 085 - Densità dei peli dritti tra le nervature della pagina inferiore -1) nulla o legg.ssima 086 - Densità dei peli striscianti sulle nervature della pagina inferiore – 5-7) media, forte 087 - Densità dei peli dritti sulle nervature della pagina inferiore -3) leggera 088 - Pelosità strisciante sulle nervature principali della pagina superiore - 1) assente 089 - Pelosità dritta sulle nervature principali della pagina superiore - 1) assente - Densità dei peli striscianti sulla pagina superiore - 1) nulla - Densità dei peli dritti sulla pagina superiore - 1) nulla - Lucentezza – 1) opaca - Sporgenze delle nervature – 1) sporgenti 090 - Densità dei peli striscianti sul picciolo – 1) nulla o leggerissima 091 - Densità dei peli dritti sul picciolo – 1) nulla o leggerissima 092 - Lunghezza del picciolo – 3) corto 093 - Lunghezza del picciolo in rapporto alla nervatura mediana - 3) più corto - Grossezza del picciolo - 2) medio - Sezione trasversale del picciolo con canale - 2) poco evidente TRALCIO ERBACEO - Sezione trasversale - 2) ellittica - Contorno - 2) angoloso - Colore – 1-5) verde- rosso - Diffusione del colore – 1-2) interamente diffuso, parzialmente diffuso - Tomentosità -4) aracnoideo, SARMENTO (tralcio legnoso), dopo la caduta delle foglie 101 - Sezione trasversale - 2)ellittica 102 - Superficie - 2) angoloso 103 - Colore generale - 8) nocciola - Distribuzione del colore - 1) uniforme - Superficie - 3) non pruinosa 104 - Lenticelle - 5) presenti - Corteccia - 2) resistente - Lunghezza - 2-3) medio, corto - Consistenza - 2) robusto - Aspetto - 1) poco ramificato - Nodi -1- 4) appiattiti, sporgenti GERMOPLASMA CAMPANO 105 - Densità dei peli dritti sui nodi - 1) nulla 106 - Densità dei peli dritti sugli internodi - 1) nulla - Gemme – 2) coniche - Gemme - 2) molto evidenti - Cercine peziolare - 1) largo -Cercine peziolare - 1) sporgente -Cercine peziolare - 1) sinuoso Sezione longitudinale del tralcio all'altezza del nodo - 2) diaframma piano-convesso TRONCO - Aspetto – 3) robusto INFIORESCENZA 151 - Sesso del fiore - 3) ermafrodita 152 - Livello d'inserzione della prima infiorescenza - 2) terzo o quarto nodo 153 - Numero di infiorescenze per tralcio - 2) da 1,1 a 2 infiorescenze 154 - Lunghezza dell'infiorescenza prossimale –3- 5) corta, media - Forma del bottone fioraIe - 1) globoso - Dimensione del bottone fioraIe - 2) medio - Fertilità del fiore - 1) autofertile GRAPPOLO 201 - Numero medio di grappoli per tralcio - 2) da 1,1 a 2 grappoli 202 - Taglia – 3-5) piccolo, medio 203 - Lunghezza –3-5) corto,medio - Forma del grappolo – 2) cilindrico - Forma del grappolo – 2) alato 204 - Compattezza del grappolo – 5-7) medio, compatto 205 - Numero degli acini – 3 - 5) basso, medio 206 - Lunghezza del peduncolo - 7) lungo 207 - Lignificazione del peduncolo - 3) leggera ACINO 220 - Grossezza – 5) medio 221 - Lunghezza - 5) medio 165 166 VITE 222 - Uniformità della grossezza - 1) non uniforme 223 - Forma dell'acino – 3)arrotondata 224 - Sezione trasversale - 2) circolare 225 - Colore dell'epidermide – 11 - 12) –grigio ambrato 226 - Uniformità del colore dell'epidermide - 1) non uniforme 227 - Pruina – 5) media 228 - Spessore della buccia – 5-7) media, spessa - Consistenza della buccia - 3) coriacea 229 - Ombelico - 2) apparente 230 - Colorazione della polpa - 1) non colorata 232 - Succulenza della polpa - 2) succosa 233 - Rendimento in succo - 5) medio 234 - Consistenza della polpa - 2) consistente 236 - Particolarità del sapore - 1) nessuna 238 - Lunghezza del pedicello - 5) medio 239 - Separazione del pedicello – 1) difficile - Colore del pedicello - 1) verde - Cercine –1) evidente - Colore del cercine - 1) verde - Lunghezza del pennello - 2) medio - Colore del pennello - 1) non colorato 241 - Presenza semi - 3) presenti - Numero medio di vinaccioli per acino - 3) fino a 3 semi 242 - Lunghezza dei semi – 5) medi - Forma dei vinaccioli - 2) piriforme - Forma del becco - 2) a becco sottile 243 - Peso medio di 100 semi da acini della parte centrale di 10 grappoli - 5) medio 244 - Scanalature (striature) sulla faccia dorsale dei semi - 2) presenti FENOLOGIA 301 - Epoca di germogliamento: terza decade di Aprile 302 - Epoca di fioritura: prima decade di Giugno 303 - Epoca di invaiatura: prima decade di Agosto 304 - Epoca della maturazione fisiologica: prima decade di Ottobre 306 - Colorazione autunnale delle foglie - 1) giallo 351 - Vigore del tralcio – 5-7) medio, elevato 352 - Crescita dei germogli pronti - 5) media 353 - Lunghezza degli internodi – 3 - 5)corti, medi, GERMOPLASMA CAMPANO 502 - Peso medio del grappolo –1- 3) molto basso, basso 503 - Peso medio dell'acino (media di 100 acini) -1-3) molto basso, basso 504 - Produzione media di uva per ettaro - 5) media 505 - Tenore in zucchero del mosto (21,6 % circa) - 7) elevato 506 - Acidita' totale del mosto (acido tartarico 7,35 g/l) – 5-7) media, elevata - Fertilità delle femminelle - 4) scarsa RESISTENZE (aspetti macroscopici) - Alle avversità climatiche –1- 2) scarsa,media - Agli agenti parassitari - 2) media COMPORTAMENTO NELLA MOLTIPLICAZIONE VEGETATIVA - Affinità d'innesto con i più diffusi portinnesti - 3) buona IV - CARATTERISTICHE ED ATTITUDINI COLTURALI Vigoria: media Produzione: costante Posizione del 1° germoglio fruttifero:-2) 3° o 4° nodo Numero medio di infiorescenze per germoglio: generalmente da 1,1 a 2 Fertilità delle femminelle: trascurabile 167 168 VITE VALORI MEDIA ED ERRORE MIN MAX 1,55+ 0,17 1,00 2,00 12,30 ± 0,39 10,00 14,00 148,90 + 10,91 98 202 1,48+0,04 1,20 1,70 - diam. long. dell'acino (n=5x10) mm 13,70 ± 0,08 0,90 17,00 - diam. tras. Dell'acino (n=5x10) mm 13,60 ± 0,70 0,90 16,00 Acini 90,78 88,50 93,00 Raspi % 9,22 8,50 10,0 Bucce 12,40 10,50 13,00 Vinaccioli 5,80 4,90 6,00 polpa e mosto 81,80 77,50 83,50 2,54 ± 0,15 2,00 3,00 STANDARD Analisi meccanica del grappolo: - lunghezza del peduncolo (n=10) cm - lunghezza del grappolo (n=10) cm - peso del grappolo (n=10) g - peso dell'acino (n=50) g Composizione del grappolo (n=10): Composizione dell'acino (n=5x10) Vinaccioli per acino (n=50) n V- UTILIZZAZIONE Per la vinificazione. VI-IMPORTANZA ECONOMICA E DISTRIBUZIONE GEOGRAFICA Il vino ottenuto dall’uva “Greco”, è di colore giallo-dorato, di odore netto, gradevole, caratteristico e, di sapore tenue, asciutto, armonico; diffuso in tutta la regione, prende denominazioni differenti secondo il luogo di coltivazione come: Greco del Vesuvio, Greco della Torre, Greco di Tufo, Greco di Napoli ecc. Il Greco di Tufo, è un vino che si adatta bene a crostacei arrostiti o salsati, pesce alla griglia, zuppa di pesce, pesce in umido e lesso, cozze, soutè, pizze, minestre, carni bianche, formaggi non stagionati(27). Il vino “Greco” è commercializzato in campo nazionale ed estero, spunta prezzi remunerativi. E’ in corso il riconoscimento a Docg. Ringraziamenti Vanno al Sig Paolo Russo, già Tecnico del Dipartimento, che ha collaborato fattivamente nella raccolta dati. GERMOPLASMA CAMPANO 169 BIBLIOGRAFIA 1) Acerbi G. 1825 – Delle Viti Italiane O Sia Materiali Per Servire Alla Classificazione Monografia e Sinonimia Preceduti Dal Tentativo Di Una Classificazione Geoponica Delle Viti. Per G. Silvestri, Milano.306. 2) Arcuri R., Casoria E. 1893- L’Agricoltura Meridionale. Portici, XVI,21. 3) Bacci A. 1595 – De Naturalis Vinorum – Historia de Vini Italiae et de Conviviis Antiquorum. Roma.Liber V 219-223. 4) Bordignon S. 1966 – Greco (o Greco di Tufo). Principali Vitigni da Vino Coltivati in Italia. Ministero Agricoltura e Foreste. Grafiche Longo & Zappelli, Treviso.III,19. 5) Borea G. 1997 – Il Vigneto Irpinia. Sellino et Barra Editori, Avellino. 6) Bruni B., 1932-X - Il vino nella vita dei popoli. Tipografia S.l.T.A. Milano. 1-33. 7) Carlucci M. 1909 - Vialà P., Vermorel V. - Traité général de viticulture - Ampelographie. Masson et Cie. Editeurs. Paris. VII, 142. 8) Columella L.G.M. 1977 – L’Arte dell’Agricoltura. Traduzione di R. Calzecchi Onesti, introduzioni e note di C. Carena.G. Einaudi editore.III, 173-207. 9) Columella Onorati N. 1804 – Delle Cose Rustiche. Stamperia Flautina. V, 151 10) De Rovasenda J. 1881 – Essai D’UNE AMPELOGRAPHIE UNIVERSELLE. Delahate A.&Lecrosnier E., Libraires- Editeurs, Paris. 79-81. 11) Ferrante L. 1927 – Un vitigno di antica nobiltà: Il Greco del Vesuvio o Greco di Tufo. Stab. Tipogr. C.Labruna.1-24. 12) Ferraro G. 1879 – I Vini d’Italia giudicati da Papa Paolo III (Farnese) e dal suo bottigliere Sante Lancerio. Casale Monferrato.17-18. 13) Gasparrini G., 1844 - Osservazioni su le viti e le vigne del distretto di Napoli. Annali Civili del Regno di Napoli. LXIX,1-11. 14) Guadagno G. 1998 – I vini della Campania dai Romani alle soglie del Terzo Millennio. Rivista Storica del Sannio. Informazioni e Dibattito. 15) Manzon D. 1992 - Vini della Campania. Ampelografia e Catalogo dei Vini della Campania.Ulisse&Calipso Edizioni Mediterranee.1-35,71-73, 146. 16) Marescalchi A., Dalmasso G. 1937 – Storia della Vite e del Vino in Italia. XV Era Fascista, presso Arti Grafiche E. Gualdoni.Vol III,259, 495-504. 17) Mastroberardino A.1968 – I Vini Irpini. Estratto Atti Accademia Italiana della vite e del vino.Arti Grafiche Longo&Zoppelli Treviso.XX,113-115. 18) Molon G. 1906 – Ampelografia Descrizione Delle Migliori Varietà di Viti.Hoepli U., Editore Libraio Della Real Casa Milano.630-640. 19) Murolo G. 1970 – Gli Aminei e le viti Aminee. Riv. Vit. e Enol.; 9. 358. 20) Murolo G. 1976 – Passato e presente della vitivinicoltura campana. C.C.I.A.A.. Avellino.175. 21) Papasogli G., 1942 anno XX - L'agricoltura degli Etruschi e dei Romani. Fratelli Palombi Editori. Roma. 126-161. 170 VITE 22) Pasquale G. A., 1876 - Manuale di Arboricoltura. V. Pasquale Editore. Napoli. 343-349. 23) Plinio G. Secondo 1844 – Della Storia Naturale. Trad. M. Lodovico Domenichi. Tipografia Antonelli Giuseppe, Venezia.XIV. 428-432. 24) Portae I.B. 1592 – Villae. Cap.V, De uvis ad effusionem. Francoforte. V 499-501 25) Semmola V., 1848 - Delle Varietà de’ Vitigni del Vesuvio e del Somma. Tipografia nel Reale Albergo de Poveri. Napoli.6-7,44 (52),79. 26) Regione Campania 2002 – I grandi vini doc e docg della Campania. Officine Grafiche Calderini Spa.22. 27) Laudadio C. 2000 – Il vitigno “Greco” e il vino “Greco di Tufo”. Economia Irpina XXXVIII, 3-4, 25/34.