Sel chiede al Senato di “congelare” il componente antimafia dopo le dichiarazioni choc dell’ex assessore Nicolò Marino A PAGINA 16 Marco Taviano Beppe Lumia Rifiuti, «sospendete Lumia» Taviano, la strada della felicità Ballerino, percussionista, circense. A tu per tu con uno dei più grandi artisti di Messina. Che ora regala “sogni” ai bambini A PAGINA 34 ANNO XXI Numero 43 14 NOVEMBRE 2014 SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO POSTALE A REGIME SOVVENZIONATO 45% (ME) EURO 1,50 EMERGENZE/ MESSINA L’assessore al Comune di Messina, Nino Mantineo SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA Seviziato sociale PALAZZO ZANCA ASSALTATO DAI PRECARI. MANCANO I FONDI PER L’ASSISTENZA. L’ASSESSORE MANTINEO NELLA BUFERA 14 Novembre 2014 il punto EDITORIALE L’ultimo commissario PROVIAMO A immaginare per un attimo la Sicilia di oggi, se non ci fosse stato fino a ieri il prefetto coi baffetti che da via Camporeale a colpi di machete ha vivisezionato metà delle finanziarie prodotte prima dal governo Lombardo e poi dal governo Crocetta. Metà delle leggi, secondo il prefetto Carmelo Aronica che sarà ricordato come l’ultimo commissario dello Stato in Sicilia, avevano due pecche: se non erano incostituzionali, non avevano copertura finanziaria. E viceversa. Ora questo controllo, come succede in tutte le altre regioni, sarà affidato al ministro degli Affari regionali, che potrà sollevare conflitto di competenza per un conflitto postumo sulle leggi. Quello del commissario dello Stato in Sicilia è un problema vecchio di 50 anni: ha sostituito la figura dell’Alta Corte, prevista nello statuto siciliano che ha rango di costituzionalità. Per scoprire questo arcano e scrivere una ordinanza, a firma di un giudice siciliano, Sergio Mattarella, sono passati cinquant’anni. Mezzo secolo. Perché lamentarsi poi sull’articolo 37 e 38 dello Statuto, a proposito del gettito fiscale dell’Isola. Fra cinquant’anni potremmo scoprire che questa Isola non è stata scippata solo da un manipolo di politici "arruffoni&arraffoni", ma anche da interessate distrazioni nazionali: anziché fare valere i diritti dello Statuto giudici e politici hanno sonnecchiato in due modi: calpestando lo spirito dello Statuto e della Costituzione da una parte e allungando la coperta finanziaria, piano piano, dalla parte dello Stato. Un tram chiamato discrezionalità DI DOMENICO BARRILÀ IL GRAVE EPISODIO delle percosse all’addetto Atm, che pretendeva di controllare il biglietto ad alcuni passeggeri, potrebbe essere attribuito al caos quotidiano di una città mediamente popolosa, Messina è la 13^ città italiana per numero di abitanti, ma non pare l’angolatura giusta. Il difficile rapporto di noi messinesi col costo dei servizi, pubblici o privati che siano, è cosa antica, riflesso di variabili culturali e di endemica mancanza di danaro, aggravatasi parecchio negli ultimi tempi. Chiedere ai dirigenti del Messina calcio, che si ritrovano stadio e casse vuoti, e sono a rischio di abbandono. Se tutti se ne stanno a casa a vedere la partita gratis su Sportube il calcio chiude. Ora, premesso che esiste una percentuale fisiologica di “portoghesi” in ogni comunità, in riva allo Stretto il fenomeno è ipertrofico perché la predetta miscela di problemi economici e culturali è sempre più difficile mettere sotto governo. I due poli si contagiano a vicenda, e quello economico si amplifica a vista d’occhio trascinando con sé anche l’altro. Un euro, quando non possiedi nulla, è una risorsa da proteggere, ma se tutti proteggono la loro monetina non ci saranno più tram. Cercare di salvarsi da soli è l’inizio della fine. L’ultima volta che sono salito sul tram a Piazza Cairoli diretto verso Sud, il mio biglietto è stato uno dei pochi a sentire il rumore dell’obliteratrice, malgrado il mezzo fosse pieno zeppo. Alcuni, i più timorosi, tenevano in mano il biglietto pronti a immolarlo nel caso si fosse materializzato il controllore. Altri, più sfacciati, la maggioranza, non si ponevano neppure il problema. Due ragazzi sulla ventina avevano colto la mia sorpresa, “Siamo studenti universitari, veniamo da un’altra provincia, all’inizio timbravamo, poi ci siamo sentiti un poco fessi e abbiamo seguito l’onda”. A bordo c’era un controllore, s’intratteneva amabilmente con i passeggeri, parlando d’altro. L’esercizio della controlleria poteva turbare il clima cameratesco. Date le premesse, per alcuni può diventare persino logico malmenare un addetto che si permette di Caporedattore: Graziella Lombardo Vicecaposervizio: Daniele De Joannon In redazione: Gianfranco Cusumano, Alessio Caspanello, Michele Schinella Segretaria di redazione: Rossana Franzone, Rosa Lombardo, Francesco Pinizzotto. Editore: Kimon scrl, via San Camillo, 8 Messina. Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430210 P. IVA 02131540839 Registrazione Tribunale di Messina n. 11-92 del 4 maggio 1992. Iscritto al Registro Operatori della Comunicazione n° 17229. Stampa: Sts - Società tipografica siciliana spa Strada 5 n. 35 Zona industriale 95030 Catania. Redazione e ufficio abbonamenti: via San Camillo, 8 - 98122 (ME), CCP n. 90443839 Copie arretrate: euro 3,00. Progetto grafico: Davide Lopopolo per Psychodesign www.psychodesign.it. Internet: http://www.centonove.it email: [email protected] centonove SETTIMANALE REGIONALE DI POLITICA CULTURA ED ECONOMIA Direttore responsabile Enzo Basso Garante del lettore: Attilio Raimondi centonove pagina 2 chiedere il documento di viaggio. Certi comportamenti non nascono però dall’oggi al domani, ma sedimentano con la lentezza dei grandi periodi geologici e finiscono per cambiare di segno, trasformandosi in diritti. Quando ero piccolo non poteva sfuggire nessuno, c’era il bigliettaio a bordo, si pagava e basta. Per automatizzare certe procedure bisogna prevedere controlli severi e fare in modo che tra controllore e controllato vi sia una giusta distanza, che escluda complicità. Da noi questo è impossibile, siamo tutti amici. E faciloni. Chi esercita una qualsiasi funzione sociale, soprattutto se di controllo, si carica come una pila del potere che ne deriva, e lo esercita, godendone. In mancanza d’altro. Negli anni Sessanta, io ero un bambino e il Messina era in serie A, le maschere dello stadio (quelle che oggi chiamano gli steward) rappresentavano la più alta autorità cittadina, bastava un loro sguardo e gli amici entravano a sbafo. Naturalmente la maschera che riceveva il favore dai colleghi, poi lo restituiva agli stessi, così le gratuità si moltiplicavano. Noi siamo malati di discrezionalità. Tempo fa mi trovavo in una cittadina della Sicilia Centrale, prima che iniziassi la mia conferenza mi è stata offerta una granita ai tavolini di un bar nella via principale. Le auto erano parcheggiate tutte in seconda fila. Ad un certo punto arriva il vigile e comincia a fischiare verso le finestre e i balconi. Mi aspetto una babele di multe, ma il mio interlocutore mi mette l’anima in pace: “Non ci sarà nessuna multa dottore, il vigile è amico di tutti, fischia solo per avvisare che lui è passato e che possono stare tranquilli”. Una recita, niente di più niente di meno, che finirà per distruggerci, ma persino in quei momenti, da inguaribili romantici, ci compiaceremo della nostra singolare capacità discrezionale e per la popolarità che deriva dal suo esercizio magnanimo (tanto, i soldi sono della collettività, quindi di nessuno). I risultati sono splendidi, possiamo ammirarli tutti i giorni. Certo, non ancora per molto, ma quello che resta è sufficiente per divertirsi un mondo. Distribuzione: Gaetano Toscano Sas via Corbino Orso 9/11 - 98124 Messina telefono 090 692508. Distributore regionale: Eagleservices via M. Rapisardi, 62 - 95021 Acicastello (CT). Pubblicità legale-istituzionale-commerciale: Via San Camillo, 8 Messina Tel. 090 9430208 Fax: 090 9430211. 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Una nota del gruppo Enel, in coincidenza con la presentazione dei risultati del gruppo, ha informato che per “motivi personali” il finanziere ha rassegnato le dimissioni dal cda. In verità dietro il “bel gesto” c’è la richiesta di rinvio a giudizio che il sei novembre scorso il gup di Milano Roberta Nunnari ha avanzato con l’accusa di “aggiotaggio e ostacolo alle attività di vigilanza”, oltre che per Salvatore Mancuso, anche per l’immobiliarista Luigi Zunino. Ad avviso degli inquirenti, due comunicati stampa diffusi nel 2009, avrebbe dato false informazioni al mercato a proposito della società Risanamento, in merito alla ristrutturazione della esposizione bancaria del gruppo, quotato in borsa. La prima udienza al Tribunale di Milano per Mancuso è fissata il 16 gennaio prossimo. E siccome il colosso elettrico ha adottato la “causa di onorabilità”, richiesta dal Ministero del tesoro, per le società partecipate, che prevede la decadenza dalle cariche amministrative in presenza di un rinvio a giudizio per reati finanziari o tributari, ecco spiegata “l’indisposizione” personale. I giudici ritengono Mancuso l’amministratore di fatto della società Risanamento spa. La società di Zunino è finita prima nell’occhio del ciclone per ASL MESSINA Dissesto da 30 milioni Macchinari inutilizzati nel mirino MESSINA. Michele Vullo, consultato dalla società di revisione Deloitte, non ha avuto esistazioni: "radiografate tutto e consegnatemi cifre e analisi correlate". Ma non è escluso che il manager, oggi sulla graticola per la contestata ipotesi di fusione tra Ospedale Piemonte e Centro Neurolesi, decida che la destinazione del documento finanziario "sullo stato di salute" della Asl di Messina non abbia come tappa dovuta solo l'Assessorato alla Sanità, soggetto al piano nazionale di rientro, ma anche la Procura della Repubblica. Il ceck-up dei conti fa schizzare infatti il buco finanziario della Asl a trenta milioni di euro, il più alto della Sicilia. E nella descrizione della cause del "dissesto" non ci sono solo "le quote differenziali" per in servizi resi, ma una serie di vicende come i macchinari acquistati per le sale di rianimazione del Papardo, scandalosamente inutilizzati. Altro record negativo di Messina: la più alta cifra nazionale in termini di spesa-pro capite per i farmaci. Salvatore Mancuso alcune edificazioni sospette nell’area di Sesto San Giovanni, polo industriale sottoposto a politiche di risanamento” urbanistico, senza le dovute bonifiche ambientali: ad avviso dei giudici sotto gli edifici del Gruppo sarebbero nascoste scorie industriali nocive per le persone e l’ambiente. Segnalato da Mancuso, per un periodo nel cda di Risanamento è stato presente anche l’avvocato messinese Luigi Ragno, da sempre vicino, alle posizioni dell’ex ministro della Difesa di An, Ignazio la Russa. L’inchiesta e l’improvvisa bolla immobiliare legata ala crisi, hanno stretto nella morsa delle banche il gruppo Risanamento. Due settimane fa sono stati ceduti immobili di lusso del gruppo, nel centro di Parigi, per l’importo di un miliardo e mezzo di euro. La grana Risanamento per Mancuso si aggiunge al “pessimo” affare Alitalia, nella cui compagine societaria il fondo figurava, rappresentato nella carica di “vice” di Colaninno, proprio dal finanziare di Sant’Agata. Per una serie di singolari coincidenze Colaninno è ora l’imprenditore che gestisce a Novi Ligure i cantieri Rodriquez, la prima società siciliana quotata in borsa, quando amministratore delegato era proprio Salvatore Mancuso. Ad affiancarlo nella guida della società che brevettò i primi aliscafi alati, utili anche al pattugliamento di altura, era allora il direttore generale Gateano Miccichè, fratello del forzista Gianfranco, oggi capo del corporate di Banca San Paolo. A controllare i conti della Rodriquez, per volontà del finanziere Carlo De Benedetti che aveva investito nella Rodriquez fondi del Credito Romagnolo, allora era Corrado Passera, ex ministro dello Sviluppo economico. Rodriquez fu ceduta al gruppo Cameli-Gerolimich e finì nel mare magmum di debiti del gruppo genovese : 1200 miliardi di vecchie lire. Da allora Mancuso spiccò il volo verso i lidi della Finanza, specializzandosi nel “leverage by out”, lo spezzatino delle aziende. SOMMARIO PRIMO PIANO 6/8. Disservizi sociali Esplode la protesta a Messina. Mantineo nel ciclone Richiesta di tutela per il maestro della Street art 22. Nebrodi, i custodi della frutta Parco e istituti agrari per salvare le colture dimenticate POLITICA 9. Aronica, l’ultimo commissario La Consulta mette in soffitta il rappresentante dello Stato 10. Province, commissari nel limbo L’Ars consente la proroga dei funzionari 11. Zuccarello... amaro L’outsider di Palazzo Zanca sul destino del Pd 12. Leanza Speedy Gonzales Il leader catanese crea un nuovo gruppo all’Ars ECONOMIA 23. «Ammirati arabi» Dalla Perla Jonica di Acireale al Brand Italy a Doha 24. Euro, disastro da archiviare Tre Exit strategy per uscire dalla crisi 25. La stabilimento in...Grifa La società pronta a produrre mini car a Termini SICILIA 13. Università, elezioni col “vizio” L’Ateneo di Messina al voto 14/15. Gli avvocati azzeccaparcelle Dovrebbero difendere il Comune di Messina, ma rischiano di essere solo una spesa in più. Ecco perchè 16. Rifiuti, «sospendete Lumia» Sel chiede di congelare il componente antimafia 17. Pagliara, torrente di Metallo Maxi inchiesta sull’inquinamento del greto-discarica 18. Pesca, all’ultima spiaggia Bando da 22 milioni. Ma il settore non risponde 19. Sbaracco, ma con interrogativo Il Comune compra case per sbaraccare Fondo Fucile 20/21. Blu, alla ricerca di un vincolo POSTER 27. Horcynus, Tunisia mon amour Focus sul cinema arabo a Messina 28. Se la tuma va al trotto Formaggi d’arte a Montalbano 34. Taviano, la “strada” della felicità A tu per tu con l’artista messinese RUBRICHE 4-5. Settegiorni 26. Qui Europa / Consumatori 26. Consulenti 30/31. Libri/La Classifica/Lacerti di Letture 32/33/36. Teatro 37. Rubriche 38-39. Lettere & Commenti 38. Qui Scuola / Heritage / Ecologia 39. Eliodoro / 150 Parole da Palermo 39. Antibuddaci / Animal House centonove pagina 3 TOP SECRET COMUNE DI MESSINA Partecipate, raggiro in vista per la mobilità MESSINA. Far validare dall'Ufficio provinciale del Lavoro il piano della mobilità "interaziendale" delle aziende "direttamente e indirettamente controllate dal Comune di Messina" di cui alla legge 27 marzo 2013 e sanare così tutte le incongruenze di legge. E' la furbata consigliata alla giunta, per superare le evidenti e illegali forzature, soprattutto sulla società Feluca, sui profili dei dipendenti da mandare in mobilità varata nella delibera n.760 della giunta Accorinti del 9 ottobre scorso. La deliberà è sprovvista del parere di regolarità contabile. CONSORZIO AUTOSTRADE Regione decisa: contratto regionale ai dipendenti PALERMO. Il capo gabinetto dell'assessorato alle Infrastrutture Mario La Rocca è categorico: "Ai dipendenti del Cas, il consorzio autostrade siciliane si applica il contratto regionale". Una posizione netta, considerato il controllo che l'assessorato svolge sull'ente strumentale della Regione. Ora i sindacati, piuttosto che il rinnovo del contratto nazionale, dovranno vedere come comporre il possibile contenzioso sulle maggiori somme finora incassate dai dipendenti. NOMINE Procura di Palermo La bilancia pende per Lari PALERMO. Il procuratore capo Messineo è andato in pensione. Ma si fa sempre più difficile per Guido Lo Forte, oggi capo della Procura a Messina già designato dalla commissione incarichi direttivi del Csm, la nomina a capo della Procura di Palermo. La nuova composizione del plenum del Csm ha visto perdere un consigliere a Unicost, la corrente di Lo Forte, e guadagnare un consigliere a testa ad Area, la corrente di Sergio Lari, procuratore di Caltanissetta e ad Eurojust, la corrente dell'altro magistrato in corsa, Franco Lo Voi. La bilancia dei voti, con il supporto di magistratura democratica, ora pende a favore di Lari. A complicare la nomina di Lo Forte, anche il richiamo di Napolitano sul numero di protocollo riservato agli uffici sguarniti di guida: Palermo figura al quindicesimo posto. 14 Novembre 2014 settegiorni SOCIETÀ CHI SALE Paolo Mazza MESSINA. Nella classifica nazionale dei prodotti ad origine controllata che hanno un a corsia prefererenziale per Expo Milano a conquistare il palmares per la provincia di Messina è la "Pagnotta alla disgraziata". Con tanto di citazione sulla Gazzetta Ufficiale: onore a Don Minicu. Umberto Bonanno MESSINA. L’ex presidente del consiglio comunale di Messina è stato assolto nel processo che lo vedeva imputato per un concorso a Medicina del Lavoro. Assoluzione per tutti gli accusati: l’ex rettore Franco Tomasello, l’ex presidente della Provincia Nanni Ricevuto, l’ex direttore sanitario Giovanni Materia, il docente Carmelo Abbate, il medico Concetto Giorgianni e la ricercatrice Giovanna Spatari. Mario Cavaleri MESSINA. "Chi ha detto che i giornali non servono più?". Il notista politico della Gazzetta del Sud giovedì mattina, sotto la pioggia battente di via Garibaldi, ha utilizzato il suo quotidiano a mò d'ombrello a scivolo, prima di conquistare, tutto gocciolante, l'ingresso del bar Doddis per il consueto caffè mattutino. Don Giuseppe Trifirò MILAZZO. Il combattivo prete di Archi non perde la sua verve: ha scritto una dura nota al presidente Crocetta per fare ritirare la convenzione sottoscritta dal commissario della Provincia Filippo Romano con la Terna per diffondere la cultura dell'elettrodotto nelle scuole, rilevando: "Non abbiamo bisogno di questi steli...". Nino Frassica MESSINA. L’attore messinese e la sua esuberante comicità nel libro “La mia autobiografia (70% vera e 80% falsa)”. Sarà presentato alla libreria Ciofalo lunedì 17 novembre ore 18, con la presenza in libreria di Frassica, che saluterà i lettori e firmerà le copie del libro”. Messina, gli eventi della Giornata Mondiale per la Convenzione Onu CONSORZIO AUTOSTRADE In corte d’appello la battaglia legale sul caso Pintabona MESSINA. Va avanti in Corte d’appello la battaglia legale dei figli di Olivia Pintabona contro l’ex assessore regionale Patrizia Valenti, Carmelo Torre, Angelo Paffumi e Giuseppe Faraone per il mancato conferimento dell’incarico di direttore generale del Cas nel 2005. Dopo l’assoluzione dei quattro a cui erano contestati i reati di abuso d’ufficio e omissione d’atti, è stata infatti accolta la richiesta d’appello del legale Aurora Notarianni, con la prima udienza fissata davanti alla II sezione del Tribunale il prossimo 25 febbraio. Oltre una ventina le pagine i cui i figli di Olivia Pintabona e l’avvocato Notarianni ribadiscono molteplici vizi, mancate analisi e scarso approfondimento dei fatti riscontrati durante il primo grado. La vicenda, come si ricorderà, riguarda in parte la nomina a direttore generale del Consorzio dell’ingegnere Vincenzo Pozzi, per cui Nino Minardo, ex presidente del Cas e Felice Siracusa, ex dirigente dell’area tecnica sono stati già condannati ad otto mesi di reclusione con sentenza definitiva emessa dalla Cassazione lo scorso agosto. La Corte, nel filone contro l’ex assessore regionale Valenti, accogliendo la richiesta d'appello, tra l'altro ha confermato che “l'esercizio distorto della discrezionalità amministrativa, che produce un ingiusto danno, integra sempre il reato di abuso d'ufficio sottolineando il rilievo dell'art. 97 della Costituzione come norma diretta ad evitare favoritismi e discriminazioni". TIZIANA CARUSO MESSINA. L'Osservatorio per i diritti dell'infanzia "Lucia Natoli" organizza il III Concorso di disegno e fotografia "Un Arcobaleno dei Diritti", rivolto agli Istituti Comprensivi di I e II grado messinesi. In occasione della Giornata mondiale che ricorda la Convenzione Onu per i diritti dell'infanzia, anche quest'anno l'Osservatorio dà appuntamento, per ribadire l’importanza di questo tema giovedì 20 novembre, dalle 9.30, presso il Salone degli Specchi della Provincia Regionale di Messina. Nel pomeriggio, invece, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca verrà presentato dalla Fimp Messina il volume “Storie, fiabe e favole in libertà” frutto di un progetto-concorso rivolto ai bimbi delle scuole messinesi. Giochi da tavolo Habro, così la manifestazione a Messina MESSINA. Messina scelta da Hasbro, azienda leader nella produzione di giochi da tavolo, per la quarta edizione della “Settimana del gioco in scatola”, manifestazione che vedrà competere altri 50 comuni dello Stivale per aggiudicarsi il titolo di “città più giocosa d’Italia” e vincere una ludoteca aperta a tutti i cittadini. L’evento a Messina sarà organizzato da un network di associazioni giovanili che per una settimana allestiranno vere e proprie stanze del gioco, in cui bambini, ragazzi e adulti potranno intrattenersi gratuitamente con oltre una cinquantina di giochi messi a disposizione dalla Hasbro. Il numero di sfide a Taboo, Indovina Chi, l’Allegro Chirurgo o Trivial Pursuit consentiranno alla città di accumulare punteggio e provare a donare uno spazio dedicato al gioco alla città. Si inizia a giocare sabato 15, dalle ore 10 alle 21, nell’androne di Palazzo Zanca; domenica 16, dalle 10 alle 22, alla Feltrinelli Point, in via Ghibellina n. 32; lunedì 17, dalle 16.30 alle 21, al Neverland Park, in via Consolare Valeria, SS 114; mercoledì 19, dalle 10 alle 20, e giovedì 20, dalle 10 alle 13, nel Centro di Aggregazione Giovanile, in via S. Quasimodo, a Villafranca; sabato 22, dalle 10 alle 13, al Collegio S. Ignazio e al Palacultura Antonello; domenica 23, dalle 10 alle 21, al Palacultura Antonello. MESSINA. Il processo per il fallimento dgli storici cantieri navali Bancarotta Smeb, fioccano le condanne MESSINA. Concluso il processo in primo grado, dopo otto anni dall’inizio dell’inchiesta avviata a seguito del fallimento dei cantieri navali Smeb nel 2003 e altre due società la Fenice compagnia di assicurazione spa e la Sirio srl. Imputati Lorenzo Lo Verde, Lorenzo Bissoli, Sebastiano Costanzo, Antonio De Simone, Pippo Isgrò, ex assessore comunale alle politiche del mare, Carmelo Russo, amministratori della Smeb, i due membri del collegio sindacale Luciano Visintini (ormai deceduto) e Giuseppe Galeano ed il dipendente Giuseppe Tonnarello. Tutti sono accusati di bancarotta fraudolenta, documentale, preferenziale e per distrazione, ipotesi contestate a vario titolo. La sentenza emessa dalla prima sezione penale del tribunale, presieduta dal giudice Eliana Zumbo e composta dai colleghi Eugenio Fiorentino e Monia De Francesco, ha condannato a pene che vanno dai 7 anni di reclusione per l’ex amministratore delegato Renzo Bissoli ai tre anni inflitti all’ex assessore Pippo Isgrò. Condannati anche Costanzo a 4 anni, De Simone a 4 anni e 4 mesi, Galeano a 4 anni, Lo Verde, a 4 anni, Russo, 4 anni e 4 mesi. Prescritto invece il capo d’imputazione per Tonnarello. CONVEGNI. A Villafranca l’incontro sul 9 novembre di 25 anni fa che sancisce la nascita della Germania unita Muro di Berlino, quel crollo che cambiò il mondo MESSINSA. “25 anni fa il crollo che cambiò il mondo”, è stato questo il tema centrale del convegno a memoria della caduta del muro di Berlino organizzato nella mattina dello scorso 8 novembre presso l'aula consiliare di Villafranca Tirrena. Dario Caroniti, docente di Storia delle Dottrine Politiche dell'Università di Messina, ha coinvolto con la sua relazione i giovani studenti intervenuti all'appuntamento grazie alla partecipazione dell'Istituto Comprensivo Villafranchese, rappresentato per l'occasione dall'insegnante Gianfranca Alessi. L'incontro è stato moderato dal consigliere comunale Antonino Costa ed aperto dai saluti del sindaco Matteo De Marco che come sempre si è detto “pronto ad abbracciare simili iniziative di senbilizzazione”. Il “crollo” del Muro di Berlino, avvenuto 9 novembre 1989, sancisce la nascita della Germania unita ed Una foto che ritrae le prime picconate simbolo della caduta del Muro di Berlino centonove pagina 4 è considerato il simbolo della fine dei regimi comunisti in Europa. Per molti giovanissimi quel simbolo della “divisione del mondo”, che tagliò in due la città di Berlino per 28 anni è solo carta, nei libri, nelle foto. Proprio per questo è nata l'idea di confrontarsi sul tema grazie all'organizzazione dell'associazione Villafranca Giovane, presieduta da Gabriele Maimone. Per l'occasione i ragazzi hanno realizzato anche dei cartelloni e dei lavori “articistici” messi in mostra proprio all'interno dell'aula consiliare. Al convegno hanno preso parte inoltre l'assessore comunale alla Cultura Gianfranco Ammendolia, la presidente della sezione Fidapa di Venetico Rosalba Rantuccio, i presidenti delle associazioni Villafranca Villafranca, Letizia Bonanno, e Pro Loco, Antonio Domenico Bonaccorso. settegiorni CATANIA. L’iniziativa di Antonio Presti INIZIATIVE Il Rito della luce illumina 50 scuole CATANIA. "Tutto comincia con la luce, elemento spirituale di energia nuova e pura, linfa vitale che rischiara gli animi. Di luce siamo e viviamo, grazie ad essa ci rigeneriamo ciclicamente, o meglio, ritualmente seguendo una linea circolare che infonde rinascita. Questo è il viaggio del Rito della Luce". Lo ha affermato il mecenate Antonio Presti, ideatore del Rito della Luce e presidente di Fiumara d'Arte, presentando la nuova edizione che si terrà nelle scuole Vespucci-CapuanaPirandello e Sante Giuffrida di Catania dal 18 al 21 dicembre prossimi. "In una parola rigenerazione della conoscenza - ha osservato Presti - dei valori e della coscienza partendo dai luoghi della cultura, le scuole, la cui sacralità va ritrovata e custodita. Quest'anno tutto il mondo scolastico sarà al centro del Rito che lo innalzerà a luogo centrale della società. Qui abbiamo trovato casa". Sono oltre 50 le scuole della città che hanno aderito al Rito della Luce e che sono già a lavoro per guidare gli studenti in un percorso di "rigenerazione dei valori" per uscire dal buio del consumismo, della mediocrità e dei finti ideali. In fondo il rito è in tutto - ha continuato Presti - è nella scelta di una scuola diversa ogni anno che rappresenta di fatto una semina e un investimento sul futuro; è quando gli artisti rigenerano altri artisti coinvolgendoli nell'evento; è nella continuità temporale del progetto con l'auspicio che un giorno possa vivere di luce propria. La nostra è una macchina di bellezza e valori che ha bisogno dell'impegno e della partecipazione di tutti, della città e di chi la vive". Con questo spirito nasce l'Associazione "Rito della Luce" che i visitatori, per autofinanziamento e continuità del progetto, potranno sostenere durante la manifestazione con il contributo minimo di 1 euro. ROCCALUMERA. Progetto solidale di “E Berta...filava” La sciarpa più lunga d’Italia ROCCALUMERA. Attualmente è lunga un chilometro e larga 35 centimetri. L’obiettivo è di fare la sciarpa più lunga del mondo. Non si tratta di puro esibizionismo ma di un progetto solidale, “Pontelana” dell’associazione “E…Berta Filava”. Vogliono tenere in vita lo “smista usato” dopo avere ricevuto lo sfratto dal comune da un locale che nei programmi avrebbe dovuto ospitare l’archivio comunale ma che rimane chiuso. In prima linea oltre 40 donne giovani e anziane che “sferruzzano”centinaia di gomitoli di lana per realizzare la sciarpa più lunga d’Italia e raggiungere un vero e proprio Guinness dei primati. Il record attuale nel Guinness è di 3,2 chilometri. In paese si è scatenata una vera e propria gara di solidarietà e in tanti consegnano vecchi maglioni e gomitoli di lana. L’Associazione ogni giorno si impegna ad aiutare gli indigenti che giornalmente, grazie all’attività dello smista usato, riescono a trovare abiti, scarpe e piccoli elettrodomestici donati dai volontari. Per invogliare le tante donne a continuare la missione “Pontelana”, Teresa Brancato, presidente dell’associazione, ha messo in palio decine di premi a chi realizza il metraggio più lungo. Al momento il record è detenuto da Sonia Pulitati, 40 anni che ha realizzato ben 146 metri di sciarpa, mentre Gabriella Esposito ne a fatto 126 metri. Teresa Brancato (Giuseppe Pistone) Notte del vino a Gesso MESSINA. "La Notte del vino all'antico Casale di Tramontana" con degustazioni, poesie e musica popolare, si svolgerà domenica 16 novembre al villaggio messinese di Gesso. L'appuntamento è stato voluto dall'associazione "Gesso la Perla dei Peloritani", dal Circolo Giovani e Volonati delle Acli, dall'associazione Kiklos e dal Museo Cultura e Musica dei Peloritani. Già a partire dalle 9,30 è previsto un raduno di cavalieri a borgo Croce per una passeggiata a cavallo lungo le vie del villaggio ed a conclusione delle esibizioni equestri in Piazza Sant'Antonio, dove dalle 13 si potrà desgustare vino novello, castagne e pane con salsiccia. Visite guidate durante l'arco della giornata (10,30 e 15) all'antico palmento di Nino Gnazio ed al Museo di Musica popolare. Alle 16 rappresentanza di "Pescatori di San Nicola" sfilerà con il caratteristico Carromatto ed inscenerà la tradizione raccolta della legna che servirà per il Bamparizzu di Villafranca. A seguire proiezioni di documenti e filmati d'epoca relativi alla vendemmi ed alla pigiatura dell'uva, intrattenimento della "Compagnia delle Serenate" di Galati Mamertino con Totò Franchina, Franco Russo e Salvatore Pratella, versi dialettali con il poeta Pippo Bonaccorso e l'organetto di Paolo Scaltrito. A conclusione delle attività, seconda degustazione presso lo slargo antistante il Museo. ROSA E NERO E’ morta la signora Puglisi Marchese MESSINA. Si è spenta la signora Anna Puglisi Allegra Marchese, suocera della nostra collega Sonia Padalino. Alla famiglia, in particolare al figlio Maurizio con Sonia, l’affetto e l’abbraccio del direttore di Centonove e di tutta la redazione. Lutto in casa Carbonaro MESSINA. Si sono svolti ieri i funerali alla Chiesa delle Grazie di Gravitelli Superiore di Mariano Carbonaro, 90 anni, papà del capo di gabinetto della Provincia di Messina, Nino. Alla famiglia Carbonaro le condoglianze di Enzo Basso e della redazione di Centonove. Faro commemora Antonino Alessi MESSINA. Iniziative commemorative dei caduti nelle due guerre mondiali a Faro Superiore grazie l’associazione “I Faresi”. Nel corso delle celebrazioni è stato ricordato Antonino Alessi, giovane Carabiniere originario del Villaggio di Faro Superiore, medaglio di bronzo e d’oro al valore militare ottenuta durante la campagna d’Etiopia. All’eroico Carabiniere, prossimamente, grazie all’impegno dell’Associazione “Il Lanternino”, sarà dedicata una via del Villaggio nella zona delle nuove costruzioni. E’ di Belmonte il nonno più giovane d’Italia BELMONTE MEZZAGNO. Il meccanico palermitano Salvatore Pizzo, 33 anni, è dal 5 novembre, da quando la figlia Giorgia ha partorito la piccola Sharon, il nonno più giovane d'Italia. Il meccanico, che si divide tra Palermo e Taranto, dove lavora, ora ha assicurato una maggiore presenza in Sicilia. centonove pagina 5 14 Novembre 2014 SCENDI Rosario Crocetta PALERMO. Il presidente della Regione si è beccato una vera e propria lezione di stile dal nuovo assessore all'economia, Alessandro Baccei: anzichè l'autoblù andrà in giro con la sua Panda. Un esempio da seguire per tanti politici siciliani. A mantenere alta la media resta comunque il governatore che di autoblù, anche blindate, ne ha a disposizione cinque. Maurizio Lupi ROMA. Il Ponte sullo Stretto? Andrebbe fatto, mancano solo i soldi…Nonostante siano state fatte decadere le conessioni, dopo anni e anni di sprechi, ancora c’è chi, come il ministro per le infrastrutture che rilancia l’idea Ponte. Che ha prodotto solo milioni di euro al vento e un maxi-contenzioso, a campata unica. Michele Limosani MESSINA. Dopo la sconfessione sui rapporti tra Università di Messina e aree-metropolitane arriva da parte del Rettore Pietro una nuova presa di distanza "fisica": l'economista è stato trasferito quale prorettore dalla stanza attigua a quella di Navarra a quella più remota del rettorato. Peppe Maimone MILAZZO. L’ambientalista ha dovuto cedere al peso delle maldicenze sulla bontà delle sue battaglie. Il presidente dell’Adasc, infatti, ha dovuto chiedere una certificazione ufficiale alla Raffineria di Milazzo nella quale si legge che non solo non ha mai presentato un curriculum, ma che non ha mai tenuto colloqui. A metterlo nero su bianco Luca Franceschini, capo del Personale della Ram. Nicola Cucinotta MILAZZO. Pur vincitore della battaglia contro l'isola pedonale (ha annunciato che farà il suo ingresso in via dei Mille a cavallo della propria motocicletta), il consigliere comunale di area genovesiana ha preso una ramanzina dal senatore di origini messinesi, Sergio Lo Giudice. Parlando delle sue posizioni in merito ai diritti civili, ha detto: «Se dovesse iscriversi ad un gruppo consiliare in Europa, l' unico possibile sarebbe la Lega Nord». 14 Novembre 2014 primopiano Il lavoratore dei servizi sociali che ha minacciato il suicidio, mercoledi 12 novembre MESSINA. Molta assistenza, qualità scarsa, costi elevati e personale male impiegato. Ecco la mappa Disservizi sociali Una settimana di fuoco, al termine della quale si trova la panacea: si continua fino a fine anno. E poi? I confronti tra sindaco e giunta da un lato, sindacati e consiglio dall’altro. Che chiedono la testa di Mantineo DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. Dieci giorni di scioperi ed occupazioni di palazzo Zanca, una minaccia di suicidio, bandiere sindacali al vento, richiesta di dimissioni per l’assessore Nino Mantineo, poi soldi trovati e proroga temporanea per 15 giorni. Per i servizi sociali è stata una settimana di fuoco. Al solito. LA SOLUZIONCINA. Tre ore di faccia a faccia serali, nel pomeriggio di mercoledi 12, tra il sindaco Renato Accorinti, Mantineo, il direttore generale Antonio Le Donne ed il consiglio comunale, ha partorito al solito il cerotto da applicare alla ferita già suppurata: 350mila euro da prelevare dal fondo di riserva garantiranno servizi e occupazione fino a fine mese, poi quasi due milioni saranno raccattati da Tasi (dopo che il consiglio due milioni aveva votato di non destinarli ai servizi sociali) e una “aggiuntina” a mutui già contratti, il che significherà ulteriori debiti, e il 2014 è salvo. E il 2015? Ci sarebbero i bandi, ma chissà. Prima però è necessario un Nino Mantineo passo indietro. E capire come i servizi sociali siano arrivati a questo punto. “Ma i Cag sono gestiti dai Cas o appartengono al distretto 26?”. Ormai orientarsi tra sigle, servizi, appalti e cooperative è diventato impossibile anche per gli addetti ai lavori, e il settore negli anni si è incasinato così tanto che praticamente ad ogni scadenza delle proroghe, a palazzo Zanca scoppia una guerra. E quindi? Come funzionano i servizi sociali a Messina? Funzionano molto. Ma male. MOLTO, E MALE. Sette servizi per dieci appalti, per un anno, con venti milioni di euro per circa settecento lavoratori. E’ la ricetta del comune di Messina per i servizi sociali. Che servizi? Palazzo Zanca offre assistenza domiciliare a circa 300 anziani, servizio espletato oggi da 131 operatori e gestito dalla cooperativa Cesim. Poi c’è l’assistenza domiciliare ai portatori di handicap: 184 pazienti, una settantina di operatori, gestione alla coop Alba. Il servizio è “complementare” al trasporto dei disabili, gestito dalla coop Progetto Vita, svolto da 23 operatori e diretto ad un numero imprecisato di pazienti. “Comunque molti - spiega Francesca Fusco, sindacalista dell’Orsa - visto che i servizi comprendono l’accompagnamento in ospedali, i ricoveri in day hospital e la riabilitazione”. Poi ci sono gli asili nido, tre, in cui lavorano meno di venti operatori (di 52 che erano nel 2012) per quasi cento bambini: numeri ridicoli, dato che a Messina, i bimbi fino a tre anni che potrebbero usufruire di un posto in una struttura nido sono poco meno di diecimila. E infatti per i 94 posti, la lotta è serrata e la graduatoria infinita. I Cag, terrificante acronimo per “centri d’aggregazione giovanile” sono invece cinque, ci lavorano 45 operatori (nove per ogni centro, ma dal 2012 la percentuale si è ridotta considerevolmente) per assistere un numero imprecisato di giovani in difficoltà, e la loro gestione è affidata SOLUZIONI “Io farei così...” L’”EX” CARONITI DIFENDE IL SUCCESSORE: “SETTORE NEL CAOS, MANCA LA PROGRAMMAZIONE”. E SI TORNA A PARLARE DI VAUCHER Dario Caroniti MESSINA. “Non mi va di criticare l’operato di Nino Mantineo, ci sono passato anche io e so che difficoltà si incontrano”. Dario Caroniti, predecessore di Mantineo all’assessorato ai Servizi sociali, concede elegantemente l’onore delle armi, ma sull’argomento non si tira indietro. “Ritengo sempre meglio programmare e non operare in emergenza. Il che, a Messina, vuol dire passare a un sistema di accreditamento e voucher: una serie di coop che garantiscono standard e servizi, e l’utente decide a chi rivolgersi. Stai sostanzialmente sul libero mercato, sceglie l’utente, ci sono centonove pagina 6 risparmi e il servizio è migliore”. Facile a dirsi, ma a farsi? Io non sono mai arrivato alla scadenza del contratto, sono arrivato che era già espletato e sono andato via prima della scadenza. Si era iniziato a discutere, oggi si è tornato indietro - spiega l’ex assessore - ma non solo, sarebbe utile anche differenziare il servizio: il personale di casa Serena, oltre al servizio agli anziani, è assunto per altro. Ci sono cinque o dieci dipendenti in una lavanderia per 50 persone, ci sono i manutentori ed i giardinieri. Perchè non farli lavorare per altri servizi comunali cambiando l’appalto? Ovviamente tutto ciò non è possibile se si opera sempre in emergenza, senza programmazione”. L’ipotesi vaucher era spuntata, tra le altre, ad inizio anno. Un inizio anno in cui, per i servizi sociali, era scoppiata una guerra tra la consulta comunale, assessore, sindacati ed associazioni. Cittadinanzattiva, tra le altre, era la più fervente promotrice del vaucher. Ipotesi che a Mantineo, però, non è mai andata giù. Fino a oggi. (A.C.) primopiano 14 Novembre 2014 FUTURO PROSSIMO dal comune di Messina alle coop Lilium e Cas, vincitrici delle gare dopo una serie infinita di problemi (e già soggetti gestori dello stesso servizio negli anni precedenti). Dell’assistenza scolastica (la corretta dicitura sarebbe assistenza igienico-sanitaria e trasporto alunni disabili) non si conoscono con precisione nè utenti nè lavoratori: erano rispettivamente 140 e 107 fino al 2012. A gestire il servizio è la cooperativa Genesi. E poi c’è Casa Serena. CASA NON TROPPO SERENA. Lo storico istituto di ricovero per anziani è sulla graticola da due anni almeno. La sua morte era stata decretata dal commissario straordinario Luigi Croce a fine 2012, e mese dopo mese è stata evitata per il rotto della cuffia. Perchè? La struttura è fatiscente e i lavoratori sono troppi: quaranta effettivi, più dodici in attesa di formazione, praticamente tanti quanto gli anziani ospitati, cinquanta. Ed è già “grasso che cola”, dato che fino a poco tempo fa, a casa Serena prestavano servizio in 101. Già alla fine di marzo, ai cancelli della casa di riposo di Montepiselli stavano per essere messi i lucchetti, poi in extremis, tirata per i capelli, la soluzione è arrivata. temporanea. Perchè a giorni è attesa una visita dei Nas, che decideranno se tecnicamente la struttura è a norma, “sanabile” o irrecuperabile. Storicamente, a gestire casa Serena ci pensa la cooperativa Azione sociale. Il 2012 è stato l’ultimo anno di “scialapopolo” con 104 unità di personale e 98 anziani ospiti: ciascuno di essi costava, al mese, 3242 euro più la compartecipazione. Ma cosa è successo nel 2012? LA MANNAIA. Dal 2013, la legge ha spiegato che gli incassi avrebbero dovuto coprire il 36% della spesa. Un disastro, in un settore, quello dei servizi sociali messinesi, che offre una moltitudine di servizi ad una moltitudine di aventi diritto, con copertura dei costi che nel migliore dei casi arrivava al 20%. Nel settore degli asili nido, per esempio, la copertura per legge del 36% del milione e 300mila euro dei costi del servizio del 2012, ha significato niente più esenzioni per chi già non poteva permettersi nemmeno tre pasti caldi sulla tavola. Come si è ovviato? Non si è ovviato. Se non con la salvaguardia dei posti di lavoro, ma a scapito dei servizi. EMILIA ROMAGNA, SCANSATI. Una cifra dovrebbe far riflettere: per anni il Comune ha speso tre milioni di euro per lʼassistenza domiciliare degli anziani, servizio non garantito nemmeno in Emilia Romagna, regione in cui il welfare è religione. Problema è che, a Messina, le domande di assistenza erano inferiori rispetto allʼofferta. Tradotto, spesso si portavano avanti servizi che giovano solo al mantenimento del posto di lavoro di coloro che già ci lavoravano. Legge 328 in Azioni I PROGETTI DI PALAZZO ZANCA. TRE MILIONI FINO AL 2015. LA SUPER PROPOSTA FIRMATA FONDAZIONE DI COMUNITÙÀ MESSINA. Undici priorità, dieci azioni e un totale di 30.60.065 euro, di cui 2.610.000 provenienti dal Fondo nazionale previdenza sociale. Sono le cifre che caratterizzano il nuovo Piano Area Omogenea del distretto socio sanitario D26, varato dal Comune di Messina, capofila dell'area omogenea 3. Si tratta degli interventi legati alla 328 del 2010, la "Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali", il cui scopo è l'assistenza, finalizzata a promuovere interventi sociali, assistenziali e sociosanitari che garantiscano un aiuto concreto alle persone e alle famiglie in difficoltà. In totale, il bilancio per il triennio 2013-2015 prevede una spesa totale di poco più di trenta milioni. Ma ecco quali sono le azioni inserite dal Comune nel Piano, con una, la più articolata e impegnativa (quasi un milione di euro), la numero 10, vede protagonista la Fondazione di Comunità, il cui segretario generale è Gaetano Giunta, presidente della Fondazione Horcynus Orca. AFFIDO FAMILIARE. A coordinare il progetto legato all'Azione 1 sarà il Centro affidi distrettuale, che si avvarrà di collaborazioni con Comune, Asp, associazioni di volontariato e comunità alloggio per promuovere l'affido del minore attraverso forme più leggere di accoglienza, come il diurno o part-time. Il costo per il triennio è di 293 mila euro, con il coinvolgimento di un educatore e un assistente sociale (84.833 euro a testa), 9000 euro di spese di cancelleria, 7146 di Iva e 108.000 per le spese sostenute dalle famiglie affidartarie. Totale, 293.814 euro. INDAGINE SUI BISOGNI. Si tratta dell'azione 2 (dicitura completa “indagine valutativa sui bisogni e le politiche sociali dell'ambito omogeneo territoriale di Messina”), che ha come scopo, innanzi tutto, quello di migliorare la programmazione e la gestione dei servizi sociali territoriali. La progettazione e la conduzione spetteranno a “professionisti certificati nel settore della ricerca valutativa nel campo delle politiche e dei servizi sociali”. A essere coinvolti, un responsabile della ricerca, due rilevatori, due assistenti sociali (questi ultimi a carico delle amministrazioni pubbliche coinvolte). La gestione sarà indiretta/esternalizzata con procedura aperta. Questi i costi della triennalità: 60 mila euro per il responsabile, 45 in due per i rilevatori, 6000 di cancelleria, 4440 di Iva per un totale di 115.440. ANNI D'ARGENTO. L'azione 3 mette lo sport al centro della prevenzione attraverso percorsi di attivazione psico-fisica per anziani abili. Partner del progetto saranno il Cus Messina e il corso di laurea in Scienze della Salute. Gli anziani, massimo 50, potranno accedere minimo due volte a settimana negli impianti della Cittadella universitaria per usufruire della palestra, della piscina e dei campi sportivi. Saranno impiegati 4 instruttori sportivi pagati a prestazione professionale (spesa prevista nel triennio 24.960 euro). Così gli altri costui: 54.000 (utilizzazione Cittadella), 2.250 (iscrizione ai corsi), 39.000 (trasporto alla Cittadella), 8.580 (Iva sul Trasporto), per un totale di 128.790 euro. “DOPO DI NOI”. L'azione 4, “Famiglie-Comunità per il Dopo di noi”. In particolare si punta a un percorso che a prescindere da un evento traumatico come la morte dei genitori, sostenga una progressiva autonomia dei figli con disabilità dai 18 ai 64 anni. Due le linee operative, “Ad ognuno la sua casa” e “Ad ognuno il suo lavoro”. Per realizzare l'azione, dovrà essere costituito un nucleo operativo interistituzionale. I soggetti coinvolti? Asp, Comune, persona titolare di budget salute, soggetti cogestori del privato mediante l'affidamento di almeno progetti personalizzati/budget di salute (10 il primo anno, 11 per il secondo e il terzo). A livello di costi, allo stato sono previsti 28.878 euro per spese di gestione e 584.000 per 32 budget di salute. Il totale è 612.878. centonove pagina 7 METTIAMOCI IN GIOCO. Obiettivo dell’Azione 5, invece, riguarda la prevenzione e il supporto alle vittime del gioco d’azzardo in ogni sua forma. A Messina esiste un Coordinamento provinciale che ha già promosso la campagna nazionale “Mettiamoci in gioco”, con venti tra cooperative, associazioni ed enti, che ha firmato un protocollo con il Comune. L’Azione prevede campagna informativa, sportello di accoglienza e interventi psicoattitudinali. Così i costi: 105.404 (il coordinatore), 98.644 (un educatore), 60.000 (i tre psicologi a prestazione), 15.247 (spese di gestione), 15.000 (promozione) per un torale di 308.767 euro. STEP BY STEP. Mesiazione interculturale al centro dell’Azione 6, che farà fronte alle esigenze specifiche delle persone di nazionalità straniera. L’integrazione sociosanitaria sarà garanitita dall’Asp e l’Azione è aperta a tutte le realtà associative sul territorio. Nel triennio, saranno impiegati un assistente sociale (65.105 euro) e due mediatori culturali (161.736), mentre le spese di gestione previste saranno di 9000. Costo totale, 245.275 euro. SERVIZIO DI MEDIAZIONE. L’Azione 7 vuole essere una risposta aggiuntiva e ulteriore al sistema dei servizi sociali. L’obiettivo è istituire un Servizio di mediazione per la Città di Messina che si occupi di mediazione familiare e mediazione penale attraverso le costituzioni di una èquipe integrata di operatori indicati da Comune, Asp, Ussm e Uepe, di una short list di esperti in mediazione e di una rete di sensibilizzazione locale. Il servizio sarà monitorato. Così i costi nel triennio: 129.600 per i 180 voucher per gli incarichi esterni, 9.000 per i seminari informativi e 12.000 per la stampa del materiale, per un totale di 150.600. SISTEMA INFORMATIVO SOCIALE. L’Azione 8 punta a creare un vero e proprio sistema informativo distrettuale attraverso la creazione di un network informatico e l’attivazione del “punto unico di accesso”. Le figure professionali coinvolte saranno webmaster, programmatore e formatori, per i quali, nel triennio, è previsto un costo rispettivamente di 39.000 euro, 39.000 e 27.000. Così le altre voci: hosting, manutenzione e assistenza al sistema (60.000), risorse strumentali (60.000). Costo totale, 274.500. SOS FAMIGLIA. L’obiettivo è il sostegno, il coinvolgimento e l’acquisizione di competenze dei genitori con figli affetti da autismo, attraverso un percorso di “parent coaching” personalizzato per 40 famiglie con minori dai 18 mesi ai 7 anni. La struttura organizzativa vedrà come protagonista una rete di collaborazione tra servizi pubblici e del privato sociale e sarà realizzato grazie al contributo dell’Istituto di Fisiologia Clinica del Cnr. Così i costi nel triennio: 50 iPad mini (16.400 euro), 2 computer desktop (1.600), applicazioni software (8.000), materiale di consumo elettrico (1.000) e materiale elettronico di consumo (3.000). Il totale è 30.000 euro. SVILUPPO UMANO È COESIONE E LIBERTÀ. Protagonista dell’Azione è la Fondazione di Comunità di Messina, propone progetti personalizzati centrati sulla relazione persona-ambiente e “finalizzati a potenziare le capacitazioni dei soggetti deboli” su queste aree dei funzionamenti umani: materiali, affettivi, conoscenza, partecipazione. La partnership con il Comune riguarderà: progetti per la prima infanzia (che avrà come teatro la Vallata del Camaro); il Patto educativo (un sistema di agenzie ducative per coinvolgere non meno di 1500 studenti all’anno); il processo dei Territori Socialmente Responsabili (Tsr, per sviluppare pratiche partecipative e di cittadinanza attiva)) e l’Agenzia di sviluppo dell’economia sociale e solidale. Questi i costi nel triennio: Prima Infanzia (un coordinatore, 39.000 euro; due operatori territoriali, 105.000); Patto Educativo (Coordinatore, 36.000; Educatore, 30.000); Progetto Tsr (Coorganizzatore, 36.000; due operatori 45.000); Agenzia di Sviluppo (un economista, 120.000; un esperto managment, 105.000; un tutor 39.000; uno psicologo, 77.580; un assistente sociale, 77.580; un esperto in progettazione, 30.000); gestione laboratori (9.000), comunicazione sociale (6.000), azioni di ricerca e sviluppo (40.384), spese di gestione (15.840), comunicazione sociale (9.000) Totale più iva, 900.000. (D.D.J.) 14 Novembre 2014 primopiano ALTRI FRONTI E Liotta rilancia la Banca del tempo Marica Santoro, mediatrice culturale, al fianco dei migranti. Accanto un “collaboratore” per la Protezione civile MESSINA. Viaggio nel mondo del volontariato. Tra studentesse salvagatti e mediatrici per i migranti Gli angeli della porta accanto La crisi fa crescere senzatetto e “affamati” alla mensa dei poveri ma anche un esercito di pensionati che dedica tempo e risorse. Ecco le loro storie. Dai piccoli soccorsi ai grandi interventi al fianco della Protezione civile DI VALERIA SCOPELLITI MESSINA. Davanti ai migranti che rischiano la vita per arrivare in una società spesso a loro sconosciuta e ostile, davanti a centinaia di cuccioli abbandonati che muoiono per le strade, davanti ai disastri naturali in cui si ha bisogno nel più breve tempo possibile di aiuto da parte di persone competenti, i volontari, che hanno raccontato le loro storie, non sono rimasti impassibili. L’indignazione e la voglia di mettersi in gioco in prima persona per migliorare la città e i suoi abitanti portano alcuni messinesi a fare volontariato nei campi più svariati. Al sud, e in particolare in Sicilia, il numero di persone impegnate a offrire gratuitamente in loro tempo per il bene della collettvità è particolarmente basso a causa delle condizioni di vita più precarie e del livello di scolarizzazione minore rispetto alla media nazionale, ma questo non impedisce che anche nella nostra città vi siano delle persone che dedicano il loro tempo e le loro risorse per migliorare la collettività, sia attraverso le associazioni che lavorando autonomamente. MONDO ANIMALE. Accarezzare un cucciolo che senza il suo intervento sarebbe stato condannato a morte è una grande soddisfazione per Alessia Rigano, 25 anni, studentessa universitaria, che negli ultimi anni ha salvato la vita a decine di gatti trovati moribondi tra i cumuli di immondizia. La sua è spesso una lotta contro il tempo e le malattie che la impegna quotidianamente, per curare animali in difficoltà. Alcuni dei gatti che è riuscita a salvare sono rimasti con lei, ma molti altri hanno trovato una famiglia pronta ad accoglierli. Svolge il suo lavoro prevalentemente da sola ma è sempre pronta a collaborare con le responsabili del gattile di Messina e ad aiutare chi come lei ha a cuore la vita degli animali. MARICA, ANGELO DEI MIGRANTI. Marica Santoro, 21 anni, aspirante mediatrice culturale, quando si è resa conto della situazione dei tanti migranti che arrivavano nella nostra città, ha deciso di intervenire mettendo a disposizione la sua conoscenza delle lingue per tentare di dare un minimo di supporto morale ai ragazzi che, fuggendo da un paese spesso in condizioni disastrose, arrivano in una città in cui non mancano le occhiate di sospetto o l’indifferenza di un popolo, che non solo non capisce la loro lingua ma nemmeno la loro storia. Marica si è impegnata in prima persona per dare amicizia e affetto a questi ragazzi ospitandoli spesso a casa o trascorrendo insieme a loro le festività, tentando di aiutare coloro che sono costretti a passare lunghi periodi nelle tende che a causa delle piogge di questi giorni si trovano circondate dal fango. PENSIONATI ALLA MENSA. Sono invece circa 200 i volontari, quasi tutti pensionati, che si alternano nella gestione della mensa del povero all’Istituto Antoniano di Cristo Re. Anche queste persone non hanno voluto chiudere gli occhi davanti ai tanti uomini e donne, italiani e stranieri, che ogni giorno vanno a mangiare un pasto presso la struttura. Attraverso il supporto logistico in tutte le attività dell’istituto che, oltre al cibo, offre abiti e un posto dove lavarsi o dormire, i tanti volontari coordinati da fratello Drago e fratello Marsè, mettono in pratica gli insegnamenti del Vangelo cambiando la loro vita e quelle degli ospiti. ANTI CASTASTROFI. L’indignazione di essere considerati gli abitanti di una delle città meno vivibili d’Italia è stata invece la spinta che ha convinto Massimo Minutoli, dipendende della Marina Militare, e alcuni suoi colleghi delle forze armate, a creare un’associazione di volontariato a supporto della protezione civile. Nei dieci anni dell’associazione, i volontari hanno messo le loro conoscenze a disposizione degli abitanti nei momenti di maggiore difficoltà, dall’alluvione di Giampilieri, al terremoto de L’Aquila. Loro sono stati tra i primi a spalare il fango e a soccorrere le vittime della tragedia che ha colpito Messina negli ultimi anni e, senza alcun sostegno, si sono sempre dimostrati pronti ad intervenire nelle catastrofi a fianco di chi ha perso tutto. Questi esempi di impegno devono servire da invito a tutta la comunità per dare il loro contributo prendendo in affidamento uno dei minori che vivono nelle tende, accogliendo un animale abbandonato o aiutando le persone più bisognose. BANCA DEL TEMPO. Il volontariato non è solo un aiuto unidirezionale nei confronti delle categorie più deboli, superare l’idea di assistenza verso un soggetto passivo per arrivare a uno scambio equo di tempo e di saperi può essere la chiave per la creazione di un futuro migliore. Marta Liotta, 31 anni, medico, da due anni guida, nella nostra città, la “Banca del Tempo”, che sostiene la socializzazione degli iscritti attraverso un processo di collaborazione e scambio Protagoniste della “Banca del tempo” centonove pagina 8 MESSINA. Il volontariato non è solo un aiuto unidirezionale nei confronti delle categorie più deboli, superare l’idea di assistenza verso un soggetto passivo per arrivare a uno scambio equo di tempo e di saperi può essere la chiave per la creazione di un futuro migliore. Marta Liotta, 31 anni, medico, da due anni guida, nella nostra città, la “Banca del Tempo”, che sostiene la socializzazione degli iscritti attraverso un processo di collaborazione e scambio di tempo che è la reale moneta di scambio per i soci. Questa nuova idea di volotariato si esprime in maniera più ampia anche nel progetto Timerepublik che, promosso in Italia da Gaetano Biondo, offre, attraverso un’organizzazione aziendale, una piattaforma web che facilità lo scambio di prestazioni in tutto il mondo. Il risultato più importante di questi progetti è senza dubbio la volontà di creare una relazione familiare tra i partecipanti che attraverso lo scambio di favori permetta a ciascuno di esprimere al meglio le proprie potenzialità e di ricevere del tempo da un'altra persona, con la consapevolezza che, donando il proprio tempo si regala un bene di inestimabile valore. di tempo che è la reale moneta di scambio per i soci. Questa nuova idea di volotariato si esprime in maniera più ampia anche nel progetto Timerepublik che, promosso in Italia da Gaetano Biondo, offre, attraverso un’organizzazione aziendale, una piattaforma web che facilità lo scambio di prestazioni in tutto il mondo. Il risultato più importante di questi progetti è senza dubbio la volontà di creare una relazione familiare tra i partecipanti che attraverso lo scambio di favori permetta a ciascuno di esprimere al meglio le proprie potenzialità e di ricevere del tempo da un'altra persona, con la consapevolezza che, donando il proprio tempo si regala un bene di inestimabile valore. 14 Novembre 2014 politica AUTONOMIA SICILIANA. La Consulta mette in soffitta il rappresentante dello Stato e le sue impugnazioni Aronica, l’ultimo commissario La sentenza segue un’ordinanza del maggio scorso che metteva “sotto processo” il mantenimento del sistema di controllo delle leggi nonostante la riforma del titolo V. Occhi puntati sui coflitti ancora in corso DI DANIELE DE JOANNON PALERMO. Il Commissario dello Stato presso la Regione Sicilia? Ha fatto la fine dell’Alta Corte: è stato messo in soffitta con un ritardo di cinquantasette anni rispetto alla promulgazione della sentenza della Consulta, la 38 del 1957, che ne disponeva l’assorbimento delle competenze da parte della giurisdizione costituzionale. Il Commissario, infatti, agiva in tandem con l’organismo previsto dallo Statuto siciliano: aveva cinque giorni dalla promulgazione di una legge per inviarla all’Alta Corte, che doveva decidere entro venti giorni. IMPUGNAZIONI ADDIO. Quella relativa all’ultima finanziaria targata Rosario Crocetta è stato il canto del cigno di Carmelo Aronica, che non potrà più fare alcuna impugnazione. Il perché? La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale quella parte dell’articolo 31, comma 2, della legge 87 del 1953 (come sostituito dall’articolo 9, comma 1, della delle 131 del 2003), limitatamente alle parole “Ferma restando la particolare forma di controllo delle leggi prevista dallo statuto speciale della Regione siciliana”. Come conseguenza, gli articoli 27, 28, 29 e 30 dello Statuto, che prevedevano in origine l’accoppiata Alta Corte-Commissario (e poi solo quest’ultimo) non trovano più applicazione. In Sicilia, infatti, d’ora in poi sarà vigente il sistema di controllo successivo (e non preventivo) previsto dalla Costituzione e dalle leggi per le regioni a statuto ordinario e per le province autonome. Il tutto, per ripristinare il criterio del “maggior vantaggio” finora mancante. Carmelo Aronica ERA DE MAGGIO. Proprio in coincidenza con la Festa dell’Autonomia Siciliana, la Consulta aveva emesso un’ordinanza che sembrava essere il primo passo per un ridimensionamento, se non una vera e propria scomparsa, della figura del Commissario dello Stato. Un’ordinanza, la 144 (relatore Sergio Mattarella), che puntava ad allineare la Sicilia alle altre Regioni, nel rispetto della riforma del Titolo V della Costituzione del 2001, il quale, nelle more della riforma dello Statuto, aveva come scopo quello di garantire una maggiore autonomia. Così, però, non è mai stato fino ad oggi (giovedì 13, ndr), tanto che il “controllo preventivo” non era mai cessato, ìimplementandosi, piuttosto, nel corso del tempo. IL COMMISSARIO. Il primo Commissario dello Stato si insedia nel giugno del 1947. Inizialmente ha funzioni di controllo preventivo di legittimità costituzionale dei disegni di legge approvati dallʼArs, ma successivamente le funzioni vengono ampliate. Lʼattività più nota del Commissario è la possibilità ricorrere alla Corte Costituzionale verso le leggi regionali, quando si avvisino violazioni di norme costituzionali e statutarie e di principi generali dellʼordinamento giuridico. Le norme impugnate sono centinaia dagli anni Cinquanta ad oggi. Tra incostituzionalità e conflitti tra Stato e regioni il Commissario si è occupato di tutto, dalle bibite gassate ai precari. La lista delle norme impugnate in oltre cinquantanni di attività è lunga, e la Regione è finita alla Consulta oltre trecento volte. QUI CONSULTA. All’interno dell’ordinanza, era già presente una spiegazione sul perché l’indirizzo precedente, in merito a Statuto Siciliano e modello di impugnazione, non potevano essere comparabili per come pensato nel 2001. Non è raro, però, che la Corte cambi giurisprudenza. A maggio e adesso, però, lo ha fatto respingendo una questione di legittimità e individuando l’incostituzionalità di una norma procedurale, il che significa modificarne la giurisprudenza. Nel mirino, in buona sostanza, era (ed è) finita l’impugnazione preventiva delle leggi regionali, che altrove possono essere impugnate solo dopo la loro promulgazione (e soltanto da parte del governo centrale). Per la Consulta, quando il commissario, che esiste solo in Sicilia, impugna le norme ancora da votare, “lede” la maggiore autonomia della Sicilia. Spiegava, nel maggio scorso, Luigi D’Andrea, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Messina: «Il sistema italiano comporta un controllo successivo alla promulgazione della legge che entra in vigore. Qui la norma viene impugnata preventivamente». I RIFLESSI POSSIBILI. La sentenza, frutto di una discussione dell’8 ottobre (relatore Sergio Mattarella), decisa il 3 novembre e depositata il 13, porta la firma di Paolo Maria Napolitano (presidente), Sergio Mattarella (Redattore) e Gabriella Paola Melatti (Cancelliere). Con il suo deposito si aprono scenari tutti da valutare. Ad esempio, teoricamente, qualsiasi ricorso pendente, determinato da impugnazioni del Commissario dello Stato, teoricamente potrebbe diventare inammissibile. È anche vero, però, che negli ultimi anni nessun governatore siciliano, dopo Raffaele Lombardo, ha deciso di portare il conflitto fino alla Consulta, “infischiandosene” della impugnazione preventiva. SVOLTE Gli articoli inefficaci IL PROVVEDIMENTO RENDE AUTOMATICAMENTE INATTUALI QUATTRO NORME DELLO STATUTO PALERMO. La sentenza della Corte Costituzionale segna una svolta epocale nella storia siciliana, riportando a effettiva quell’Autonomia (seppur pari a quella delle altre regioni dopo la riforma del Titolo V) le cui norme (l’esistenza del Commissario dello Stato) erano divenute un boomerang. Questi, infatti, era il sistema delle norme previste dallo Statuto, così come descritto dalla sentenza della Consulta: “Detto regime di controllo delle leggi siciliane, delineato dal medesimo statuto di autonomia, era originariamente contrassegnato dai seguenti caratteri principali: competenza dell’Alta Corte per la Regione siciliana, composta di membri «nominati in pari numero dalle Assemblee legislative dello Stato e della Regione» (articolo 24), a giudicare «sulla costituzionalità: a) delle leggi emanate dall’Assemblea regionale, b) delle leggi e dei regolamenti emanati dallo Stato, rispetto al presente statuto ed ai fini della efficacia dei medesimi entro la Regione» (articolo 25); competenza dell’Alta Corte a giudicare «dei reati compiuti dal Presidente e dagli Assessori regionali nell’esercizio delle funzioni di cui al presente Statuto, ed accusati dall’Assemblea regionale» (articolo 26); competenza del Commissario dello Stato a promuovere «presso l’Alta Corte» i giudizi su leggi e regolamenti dello Stato, sulle leggi regionali, centonove pagina 9 sulle accuse a Presidente e Assessori regionali (articolo 27); termini molto brevi per il controllo delle leggi regionali: cinque giorni per l’impugnazione da parte del Commissario dello Stato e venti giorni per la decisione dell’Alta Corte, con facoltà di promulgazione, trascorsi trenta giorni dall’impugnazione, da parte del Presidente della Regione (artt. 28 e 29); termini più ampi (trenta giorni) per il Commissario dello Stato e il Presidente della Regione per impugnare le leggi e i regolamenti dello Stato (articolo 30)”. Questo infieme di norme, che adesso perdono efficacia, si è mantenuto anche dopo la riforma del Titolo V a causa della parte impugnata della legge 131 del 2003, che faceva espressamente salva «la particolare forma di controllo delle leggi prevista dallo statuto speciale della Regione siciliana». 14 Novembre 2014 politica ZOOM Cerreti non festeggia IL CONSIGLIERE PROVINCIALE SPINGEVA PER IL TURN OVER Antonino Ingroia Filippo Romano MESSINA. L’Ars consente la proroga dei funzionari che guidavano gli enti. Ma le poltrone tremano Province, commissari nel limbo Quasi certamente non verranno confermati Ingroia a Trapani e Tucci a Palermo. Anche il messinese Romano non ha certezze. Dopo le dimissioni da capo di gabinetto del prefetto rischia il trasferimento DI GIANFRANCO CUSUMANO Messina. Tuti fermi: alle province regionali ritornano i commissari. L’Assemblea regionale siciliana ha approvato il disegno di legge che prevede un’ulteriore proroga di sei mesi, fino al 7 aprile del 2015, del commissariamento delle province, trasformate nel 2013 in Liberi consorzi. Ma si sbaglia chi pensa che il ritorno dei vecchi commissari (tra cui il messinese Filippo Romano)sia scontato. Il presidente Rosario Crocetta potrebbe, addirittura, cambiarli tutti in blocco. L’Ars ha approvato un emendamento di Antonello Cracolici, presidente della commissione Affari istituzionali, che prevede la nullità degli incarichi «a soggetti titolari di altri incarichi nella pubblica amministrazione regionale». L’ex pm Antonio Ingroia, ad esempio, non potrà essere riconfermato alla guida del Libero Consorzio di Trapani perché a capo della società partecipata della Regione Sicilia e-Servizi. Per raggiunti limiti di età è quasi certo che non sarà nemmeno riconfermato il commissario del Libero Consorzio di Palermo Domenico Tucci perchè la legge nazionale vieta il conferimento di incarichi a personale in pensione. Stesso trattamento potrebbe essere riservato anche a Giuseppe Romano, 74 anni, commissario a Catania dove ricopre anche un posto anche componente del cda dell’ateneo ea Benito Infurnari, settantenne, già segretario generale alla provincia regionale di Messina, nominato ad Agrigento. «La legge adesso da’ la possibilità di proseguire il percorso intrapreso - si limita a dire il vice prefetto Filippo Romano - ora tocca al governatore Crocetta cambiarli tutti o in parte». Romano per Messina. Si è rivelata una vittoria di Pirro quella dell’ex consigliere provinciale Roberto Cerreti che, assieme al “Movimento liberi Insieme”, aveva spinto per la mancata proroga dei commissari. Grazie all’appoggio degli onorevoli Rinaldi e Vinciullo la nomina era passata in Commissione Affari istituzionali, recepita anzitempo da Crocetta, ma bocciata dall’Ars. «Come volevasi dimostrare, lo psichedelico Governo Crocetta, ha nuovamente cambiato idea sulla Legge - scrive Cerreti - Di fatto, l’opportunità per dimostrare l’apoliticità nella nomina dei nuovi professionisti del sottogoverno provinciale, dando un freno agli oramai consolidati feudi non elettivi creati dal Governatore Crocetta e dai suoi alleati con il piccolo esercito di Commissari Straordinari, è stata scartata definitivamente». ricoprire l’incarico a Palazzo dei Leoni si è dimesso dalla carica di capo di gabinetto alla prefettura di Messina ed è stato posto “ a disposizione”. Se non venisse riconfermato il Ministero degli Interni gli dovrà assegnare una nuova sede. Al suo posto, infatti, è subentrata Adelia Maio proveniente da Reggio Calabria. «Ho rinunciato perchè ritenevo qualificante affrontare questa esperienza a Palazzi dei Leoni ammette Romano - non ho rimpianti ed accetterò qualsiasi cosa mi riservi il futuro». MESSINA Urega, tutto da rifare per Sciacca SALTA LA NOMINA DELL’EX RESPONSABILE DEL GENIO CIVILE. IL PRESIDENTE DELLA REGIONE HA AZZERATO LE SCELTE CONCORDATE CON L’ASSESSORE TURRISI MESSINA. Entra nel limbo la nomina dell’ex presidente del Genio civile di Messina, Gateano Sciacca, all’Urega, l’organismo di controllo sugli appalti sopra soglia che ora sarà chiamato ad esprimersi anche sulle gare relative alla sanità. Il presidente della Regione, Crocetta, prima di partire per il Quatar, ha azzerato le nomine agli Urega, già concordate con l’ex assessore Nico Torrisi. Tutto da rifare. Il ritrovato dialogo con l’ala del partito che fa capo ad Antonello Cracolici , sponsor di Luigi Insinga, ha scatenato gli appetiti anche delle altre coalizioni, che vogliono indicare i loro nomi. Gaetano Sciacca A “saltare”, oltre Sciacca che si è visto annullare dal giudice del lavoro Bellino il ricorso di urgenza contro la nomina di Santoro, sponsorizzato dal presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, alla guida del Genio civile di Messina, potrebbe essere anche il magistrato Giovanni Tinebra, che mostra avere problemi di salute, ed era stato indicato da Torrisi per l’Urega di Catania. Tinebra, nel provvedimento annullato da Crocetta, era l'unico nome esterno all'amministrazione regionale: tutti i nominativi proposti erano nomi intyerni all'amministrazione. Una politica di spendind rewiev, che forse si è deciso di rivedere: ogni componente "esterno" costa alla regione 51mila euro in più. L’ex presidente dell’Ars, Francesco Cascio, si è già espresso per mantere alla carica di presidente dell’Urega di Palermo, l’avvocato Enrico Sanseverino. A Messina resta in sella invece l’ex Intendente di Finanza Giuseppe Merlino, indicato dall’ex assessore forzista, Nino Beninati. centonove pagina 10 14 Novembre 2014 politica A RUOTA LIBERA. L’outsider di Palazzo Zanca sul destino del Pd Zuccarello... amaro Ex genovesiano, chiede un taglio netto col passato, bacchettando i colleghi d’aula. Prossimo obiettivo? La segreteria cittadina DI TIZIANA CARUSO MESSINA. «Alcuni consiglieri del Pd continuano a non capire che la musica è cambiata e che le vecchie logiche su cui si è basato il partito sono arrivate al capolinea». Rompe le righe Daniele Zuccarello, più di quanto non abbia già fatto negli ultimi tempi anche con le “operazioni verità” sulle partecipate o con lo schierarsi a fianco del sindaco Daniele Zuccarello Accorinti sul molo Norimberga. E recita un però a fare cosa… Ho stima personale canovaccio che sembra ripetersi ormai nei confronti di colleghi di partito da tempo a mo’di infinito rosario. come Emilia Barrile, Paolo David EX GENOVESIANO. «Sento ancora o Felice Calabrò, ma quello che parlare di tesseramento e di pacchetti continuo a ripetere in ogni occasione è di voto», attacca il consigliere dei che serve una netta cesura col passato, Progressisti democratici che fino a con le tessere, con i patronati e le qualche anno fa riusciva a incidere cooperative». poco o nulla sulle dinamiche del GRAN FERMENTO. La frenetica Consiglio comunale, ma dopo aver dialettica di cui al momento è bissato l’elezione, ha deciso di mettersi protagonista il Pd, sembra far presagire sotto e ha iniziato a fare le pulci al che, oltre al fermento dovuto passato e al presente amministrativo di all’auspicato rinnovo dei vertici locali Palazzo Zanca. Ringalluzzito dal del partito, a bollire in pentola sia seguito ottenuto dalle sue conferenze anche altro. Dal Cga alle nazionali. «Si stampa al vetriolo ha deciso che, vocifera che l’esito del Cga potrebbe adesso più che mai, è il momento di non essere favorevole al centro sinistra “distinguersi”. «Tutti andavano nella - commenta Zuccarello - è così se segreteria di Genovese, bisogna vedere DISSIDI prima molti erano appesi allo stesso filo, adesso qualcosa è cambiato, anche se non in meglio. Non ho sentito alcun collega dichiarare di puntare sul voto d’opinione, anzi molti rivendicano il fatto di avere un elettorato fidelizzato a priori». E Zuccarello si lancia anche in pronostici sulla data delle prossime nazionali: «Tutto fa pensare che si voterà già la prossima primavera». QUESTIONE DI “SQUADRE”. «Vedo che all’interno del Pd si stanno cercando di formare delle squadre, ma una cosa è il dialogo, un’altra è il sentirsi o l’essere parte di un gruppo – afferma - anche io, ad esempio, porto avanti molte battaglie con la collega Donatella Sindoni, ma non per questo la considero una mia sottoposta». È da questa logica che dovrebbe ripartire il Pd secondo l’outsider Zuccarello che precisa: «Il vero Pd, non quello che per la caduta di Genovese o una sentenza del Cga non ci penserebbe due volte a cambiare maglia…». Anche perchè cambiare maglia, eventualmente, converrebbe soprattutto a chi era legato a doppio filo col passato… SPONDA RENZIANA. «Sia chiaro che non farò mai parte dell’area dem, o con chi a Messina porta avanti questa corrente… E come me tanti colleghi intendono smarcarsi da quell’etichetta». Intanto però Zuccarello da “renziano” si dice convinto che i cosiddetti “renziani” della prima ora siano troppo “estremisti” per riunire tutte le anime del Pd. «Alessandro Russo sarebbe un ottimo segretario cittadino, anche se l’ideale sarebbe una figura in grado di unire, piuttosto che dividere», così senza troppi fronzoli si lancia anche lui nella scalata al Pd. Democratici...ma non con Carmelo Pino MILAZZO. Il sindaco Carmelo Pino aderisce al Pd, ma i Democratici di Milazzo lo respingono. In una nota i direttivi dei due circoli cittadini hanno confermato di non volerlo candidare alle amministrative di primavera ribadendo «il giudizio profondamente negativo nei confronti dell’amministrazione guidata da Carmelo Pino e che intendono promuovere un progetto politico ad essa alternativo». Naturalmente in prima fila c’è l’avvocato Giovanni Formica, lo sfidante più coriaceo. Ma a non avere gradito la presa di posizione è stato il vice sindaco Stefania Scolaro, anche lei Pd, la quale ha ribadito di non volersi dimettere e che porterà la questione all’attenzione della commissione regionale di garanzia del partito per contestare “la discriminatoria mozione posta ai voti e che impedisce ad un iscritto, peraltro sindaco di una coalizione di centro-sinistra di sottoporsi alle primarie». Carmelo Pino TRATTATIVE Comitati in partenza DUE ORGANISMI NON PREVISTI DALLO STATUTO DOVRANNO GESTIRE IL PARTITO. CON QUESTI NOMI MESSINA. IL Pd dello Stretto, senza organismi dal congresso di un anno fa, si avvia a creare il suo Comitato. Si tratta di un organo non previsto dallo Statuto, frutto di un lavorio ai fianchi del segretario regionale Fausto raciti, da parte dei deputati Filippo Panarello e Pippo Laccoto. Il Comitato, che dovrebbe affiancare il segretario provinciale Basilio Ridolfo, non ha compiti chiari, salvo un generico impegno, senza data, di portare il Pd provinciale ad un nuovo congresso, forse nel 2015, forse mai. Affiancato all’organismo, dovrebbe inoltre nascere un altro comitato, più ridotto, che dovrebbe “gestire la politica del partito” nella città di Messina. Anche in questo caso, non una segreteria (perché si richiederebbe un congresso), ma una soluzione ibrida, sempre coordinata da Ridolfo, con il contributo delle varie anime. CHI ENTRA. Per il comitato provinciale, capeggiato dal segretario, dovrebbe vedere l'ingresso in quota rilevante delle componenti che fanno capo a Panarello e Laccoto, che si sono spesi per avviarlo. È certa la suddivisione delle posizioni che contano: il responsabile dell'organizzazione del Comitato dovrebbe spettare alla componente di Laccoto, con molta probabilità Paolo Scarvaggi, vero braccio destro del deputato di Brolo. D'altro canto, l'altra casella di peso, la tesoreria provinciale, andrebbe a Emanuele Giglia, consigliere e vicinissimo uomo di fiducia di Filippo Panarello. Il comitato sarebbe in tutto composto da un numero di membri suddivisi equamente tra l'area Genovese, quella renziana e altri quattro alla componente cuperliana. Il comitato cittadino, che dovrà mediare posizioni politiche più delicate in vista dei possibili rimpasti di giunta Accorinti, sarà composto da profili più identificati. Sicuro l'ingresso di Felice Calabrò e del capogruppo al Consiglio comunale, Paolo David. Per l'area Cuperlo, dovrebbero fare l'ingresso Armando Hyerace e Giuseppe (Giuppi) Siracusano, mentre l'area Renzi “della seconda ora”, che fa riferimento a Laccoto è ancora in ricerca dei centonove pagina 11 nomi giusti, stante la dichiarata indisponibilità all'ingresso nel Comitato dei renziani “della prima ora”. Probabile l'ingresso di Santi Daniele Zuccarello, non sgradito ai renziani storici. Infine, i civatiani, non proprio coesi. Mentre sembra certo l'ingresso di Piero David, si distanzia per non legittimare questo “comitato ibrido” il gruppo che fa riferimento a Peppe Grioli, ex segretario cittadino, che segue la stessa posizione dei renziani storici. CHI NON CI STA. Come detto, esclusa l'ipotesi dell'ingresso in entrambi i Comitati della componente “storica” dell'area Renzi di Messina città e dell'area Civati. Entrambe le aree, critiche con la soluzione salomonica tratta fuori dal cilindro di Raciti, restano ferme sulla necessità di andare al più presto ad un congresso provinciale aperto, dibattuto e serio, non frutto di accordi tra componenti a scapito della chiarezza della linea politica. I renziani storici, peraltro, nutrono dubbi sulla regolarità statutaria del Comitato, soprattutto di quello cittadino, che andrebbe a sostituire una segreteria comunale, unico organismo previsto per gestire il partito a livello cittadino. Daniele De Joannon 14 Novembre 2014 politica L’INTERVENTO di Santino Morabito Rottamiamo le partecipate Un momento della presentazione di “Sicilia Democratica” PROTAGONISTI. Il leader catanese crea un nuovo gruppo all’Ars Leanza Speedy Gonzales Si chiama Sicilia Democratica e a fine mese verrà consacrato come nuova forza politica. Pronta a far centrosinistra con Renzi PALERMO. Detto, fatto. Lino Leanza, già segretario regionale del Mpa, è stato più veloce del suo sito web (www.linoleanza.it), che ancora porta in homepage il richiamo ad Articolo 4, il partito da lui fondato insieme ai nemici di oggi, Sammartino, Nicotra e Ruggirello, e all’amico Totò Cascio. Infatti, dalla frattura seguita alla nascita del Crocetta ter, l’inossidabile leader politico catanese ha tirato fuori dal cilindro “Sicilia democratica”, il nuovo movimento che sarà presentato a fine mese alle falde dell’Etna ma che in Assemblea regionale è già una realtà. IL NUOVO GRUPPO. “Sicilia democratica” nasce insieme ai cinque deputati che hanno deciso di seguirlo nell’addio ad Articolo 4. Avrà come capogruppo Totò Lentini e come vice capogruppo Luisa Lantieri. Ne faranno parte anche lo stesso Leanza, Giambattista Coltraro, Carmelo Currenti (messinese, già deputato tarfgato Fli) e Salvatore Cascio. «Non si tratta solo di un gruppo ma di un vero e proprio partito che avrà una organizzazione tradizionale - ha spiegato Leanza alla presentazione - e intendo riferirmi ad un modo di concepire la politica e l’organizzazione di partito». LA CONVENTION. Sicilia democratica terrà la sua costituente il 29 e 30 novembre. In quella occasione saranno varati lo Statuto, il Manifesto, il simbolo, il codice etico che tutti gli aderenti dovranno sottoscrivere, il piano programmatico e quello organizzativo. «Le linee guida della nostra azione non cambiano. Al centro dell’attività politica di Sicilia democratica ci sarà sempre la lotta all’esclusione sociale, lo sviluppo, la legalità, interventi per il potenziamento delle Piccole e medie imprese, la promozione della cultura, dell’istruzione e della Formazione nella convinzione che di cultura e turismo si mangia soprattutto in Sicilia. Su tutto, naturalmente, il lavoro vera emergenza sociale da affrontare». LE PARTNERSHIP. Da un punto di vista politico la collocazione di Sicilia democratica non cambia rispetto alla precedente. «Restiamo nell' alveo del centro sinistra - ha spiegato Leanza fedeli ai patti presi con il presidente della regione e la maggioranza. Siamo una forza di questa maggioranza ed esprimiamo l’assessore all' agricoltura Nino Caleca (nominato quando Articolo 4 era compatto) così come il suo predecessore Ezechia Paolo Reale dunque nulla cambia nella maggioranza rispetto a ieri». La mossa di Leanza si inserisce nel più ampio quadro di coloro che vedono in Matteo Renzi e nel renzismo un sicuro traino per future elezioni. In tal senso, Leanza dialoga già da tempo con Totò Cardinale, leader del Pdr e, come lui, determinante per trovare la quadratura nell’ambito del Crocetta ter. MESSINA. Serietà e trasparenza sono i presupposti essenziali della buona politica, soprattutto di quella che ambisce a“cambiare Messina dal basso”. Un qualunque studente delle scuole medie inferiori avrebbe capito che i conti del Piano di Riequilibrio decennale non quadravano con quelli rendicontati dalle società partecipate. L’ammontare complessivo del debito, desunto per approssimazione, ammonterebbe all’incirca a 500 milioni di euro. Com’è noto, le condizioni necessarie per vagliare la fattibilità di un piano di smobilizzo sono due: 1) certezza dell’assommare del debito da scomputare; 2) consistenza e continuità dei flussi finanziari che ne garantiscano il regolare ammortamento negli anni. Il primo requisito non trova conferma nella aritmetica dei bilanci delle partecipate; il secondo sarebbe coperto, giusta assicurazione dell’Amministrazione, da una intensificata attività di recupero dei residui attivi di bilancio. Vaste Programme. Resta il dubbio sull’operato dell’assessore Signorino. Come sia potuto accadere che un illustre docente universitario di Economia, possa aver licenziato un piano di riequilibrio così palesemente squilibrato resta un mistero. Il rischio dissesto è sempre più incombente, anche per i ritardi accumulati nell’approvazione dei bilanci. Il Comune di Messina è ancora sprovvisto sia del bilancio consuntivo 2013 che del bilancio previsionale 2014. Il dissesto non è ancora dichiarato ma la situazione finanziaria di Messina in uno stato di dissesto di fatto. Nel tunnel del default ci siamo ficcati da tempo e comunque ci tocca di uscirne. Sarà dura per i cittadini onesti sui quali ricadrà l’onere della rateizzazione del debito del Comune. Poco o nulla cambierà per quello zoccolo duro di elusori, evasori e menefreghisti vari. Stando così le cose meglio la fine della paura del dissesto che continuare nella stucchevole disputa del dissesto sì, dissesto no. Poiché la vita continua, proviamo a DISSIDI Rinaldi s’arrabbia, e lancia strali su Crocetta MESSINA. I Cinquestelle attaccano e Franco Rinaldi, deputato del Pd, contrattacca. Ma non tanto Valentina Zafarana, la portavoce che chiedeva se avesse intenzione di dimettersi dopo il rinvio a giudizio subito nell’ambito dell’inchiesta Corsi d’Oro, piuttosto il presidente della regione Rosario Crocetta, eletto grazie anche ai 19mila voti del cognato di Francantonio Genovese, deputato nazionale ed ex segretario regionale del Partito: «Da quando sono stato eletto - ha incalzato Rinaldi - sono stato oggetto di attacchi da parte di colleghi, e soprattutto dal presidente della Regione Crocetta che ha detto una serie di sciocchezze, dall’inizio della legislatura fino a ieri. Crocetta ha detto inizialmente che ero socio di un ente di Formazione, cosa mai accaduta, poi ha detto che mi dovevo dimettere perché coinvolto nell’inchiesta. Non capisco perché un presidente della Regione straordinario come questo ce l’abbia con me». centonove pagina 12 ripartire col piede giusto, il che vuol dire che dobbiamo revisionare la politica della spesa. Nel nostro piccolo, proviamo a guadagnare risparmiando sulle società partecipate sulle gigantesche “sprecopoli” che hanno divorato le risorse più ingenti della città. Cominciamo a vendere ovvero a tagliare quelle “non strategiche” come il Consorzio di Tutela del Limone Interdonato di Sicilia, il Consorzio per Le Autostrade Siciliane, l’Ente Autonomo Fiera di Messina, Feluca Spa, Il Tirone Spa, Innova Business Innovation Centre Spa, Messina Sviluppo S.C.P.A., Nettuno Spa, Polisportiva Città di Messina Soc. Arl, So.Gas Spa, , So.Ge.Pat Srl. Teniamo, invece, in capo al Comune quelle che effettivamente forniscono un servizio pubblico: Atm, Amam, Messinambiente Spa, Istituzione per i Servizi Sociali. Ristrutturiamole profondamente in modo che possano stare da sole sul mercato, senza pesare sulle tasche dei contribuenti messinesi. L’idea giusta è quella di dar vita ad una holding, nella quale far confluire tutte le partecipate al fine di: 1) abolire i consigli di amministrazione delle municipalizzate per avere una gestione più snella delle attività; 2) maggiore unitarietà di indirizzo e di controllo; 3) programmazione finanziaria e fiscale di medio-lungo periodo che possa consentire di risparmiare risorse con cui finanziare gli investimenti futuri; 4) realizzare un’unica struttura con un Amministratore delegato, indipendente, scelto per meriti professionali. I risparmi ricavati dalla ristrutturazione dovranno essere destinati ad alleggerire il carico tributario dei cittadini. Il default, dunque, come opportunità per imboccare la strada “necessaria per la modernizzazione della città”. Non è detto che il mercato sia interessato a rilevare società che non hanno un orizzonte plausibile di business. In questo caso occorre liquidarle, salvaguardando i livelli occupazionali. Attraverso la guadagnata mobilità infra holding i dipendenti in esubero possono essere ricollocati in altri posti. Il personale più prossimo alla pensione, potrebbe beneficiare di programmi di prepensionamento. La cancellazione delle pleonastiche partecipate servirà a ridurre le commistioni con la politica e ad azzerare la gara di favori che gli amici dei politici fanno a ogni nomina per avere una poltrona. Nel breve periodo il risparmio non sarà granché ma i benefici della pulizia vanno ben al di là delle risorse che vengono liberate. Perseguire la “spending review” vuol dire abbracciare una nuova filosofia del lavoro volta a migliorare efficienza e efficacia della macchina statale, in una logica di gestione basata sulla sistematica analisi e valutazione dei costi e dei risultati finali. * Presidente 5° Circoscrizione 14 Novembre 2014 sicilia MESSINA. L’Ateneo va al voto nonostante il ricorso su una doppia candidatura, accolto a metà Università, elezioni col “vizio” Daniele Travisano di Atreju Crono aveva ottenuto ragione dalla Commissione presieduta da Franco Astone sull’esclusione di Massimo Parisi, in corsa per Senato e Dipartimento con liste diverse. Ma l’Ufficio elettorale... DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. All'Università di Messina, si concludono oggi (venerdì 14, ndr) elezioni universitarie che potrebbero essere “invalidate” per un vizio di base. A sostenerlo è Daniele Travisano, consigliere della IV Circoscrizione, studente del corso magistrale di Economia e presentatore di una delle liste in corsa per il rinnovo dei dodici rappresentanti negli organi superiori accademici, “Atreju-Crono”: «Per come si sono messe le cose, chiunque dovesse risultare sconfitto avrebbe ottime possibilità di invalidare la tornata elettorale presentando un ricorso». Il perché Travisano lo conosce bene, essendo stato protagonista di una vicenda finita in commissione elettorale. LA DOPPIA CANDIDATURA. Il 31 ottobre scorso, a candidature presentate e non più modificabili per il rinnovo dei rappresentanti in Senato Accademico, Consiglio di Amministrazione, dell'Ersu (Ente regionale per lo studio universitario) e dello Csasu (Comitato Studentesco Attività Sportive Università), nonché nonché di quelli, circa 240, all'interno dei Dipartimenti, Travisano scrive all'Ufficio elettorale d'Ateneo segnalando che Massimo Parisi è contemporaneamente in corsa per il Senato con la lista Orum e al consiglio di Dipartimento di Giurisprudenza con Uninsieme, lista della sua associazione. Proprio a causa della doppia candidatura, Travisano chiede di pronunciare l'esclusione automatica di Parisi, “stante l'evidente violazione” del comma 3 dell'articolo 7 del regolamento elettorale, che così recita: “Non sono ammesse più Daniele Travisano Massimo Parisi candidature dello stesso candidato in liste diverse; in caso di più candidature, il candidato viene escluso dalla competizione elettorale”. La questione viene affrontata durante la stessa giornata dalla Commissione elettorale. COSI' LA COMMISSIONE. In aula Senato, il 31 ottobre, sono presenti il presidente Franco Astone e i componenti Giovanni Moschella, Pietro Nuccio, Domenico Perri (in rappresentanza degli studenti) e Simona Corvaja (personale tecnico amministrativo). Assente, la docente Anna Lazzaro. Astone comunica l'istanza di Travisano e, contestualmente, anche la trasmissione, da parte dell'Ufficio Elettorale, della rinuncia di Parisi alla candidatura al consiglio di dipartimento, protocollata il giorno prima, il 30 ottobre. “Nella predetta nota – si legge nel verbale della seduta della Commissione – lo studente evidenzia di aver appreso, a seguito della pubblicazione sulla home page del sito web dell'Ateneo, della propria doppia candidatura... In specie, lo studente afferma di aver esplicitamente richiesto al proprio presentatore di lista, già prima della scadenza del termine per la presentazione, di non formalizzare la propria candidatura in seno al consiglio di dipartimento... richiesta rimasta inevasa”. Nel trattare la questione, Astone spiega: “La possibilità che un candidato presenti più candidature in Organi diversi è condizionata a che lo stesso partecipi alla competizione elettorale con la medesima lista, o, al limite, che una delle due liste non sia presente in uno dei due diversi Organi Collegiali. Nel caso di specie, il signor Parisi, nonostante la lista Orum fosse presente sia in Senato Accademico che al Consiglio di Dipartimento di Giurisprudenza, ha presentato la propria candidatura per il predetto Consiglio con la diversa lista “Uninsieme”, ricadendo così nelle previsioni di cui al più volte richiamato articolo 2”. LA DECISIONE. Per la Commissione, che valuta fondata l'istanza di Travisano, Massimo Parisi non può “che essere escluso dalla competizione elettorale”. La decisione viene presa a maggioranza dei presenti, con l'astensione di Perri. E la rinuncia protocollata il 30 ottobre? “Nessuna efficacia sanante sembra pertanto potersi attribuire alla rinuncia alla candidatura al Consiglio di Dipartimento del signor Parisi, posto che la stessa è intervenuta oltre il termine di scadenza di presentazione fissato dal decreto di indizione delle elezioni”, argomenta la Commissione. MA L'UFFICIO... Il 10 novembre, data iscritta in protocollo, a rispondere a Daniele Travisano è direttamente il direttore generale dell'Ateneo, Francesco De Domenico, da cui dipende l'Ufficio elettorale guidato da Giuseppe Bonanno. Due righe in cui si legge che, “in riscontro alla nota, relativa alla richiesta indicata in oggetto, si comunica che non è stato adottato alcun provvedimento di esclusione”. TRAVISANO COMMENTA. Massimo Parisi, studente di area Pd vicino al prorettore alla Legalità, Antonio Saitta, rimane quindi in corsa: «Ho cercato di risolvere la questione per un dovere morale legato all'immagine dell'Ateneo, perché legalità è anche un modo di agire e rispettare le regole», spiega il ricorrente. Che aggiunge: “È stata trattata con leggerezza una questione che potrebbe diventare un caso nazionale, perché, chiunque perda le elezioni potrebbe presentare ricorso e vincerlo...». LA SCHEDA All’ultima preferenza ECCO GLI STUDENTI, I DOTTORANDI, GLI ASSEGNISTI E GLI SPECIALIZZANDI CHE SI STANNO MISURANDO MESSINA. Ma ecco chi sta correndo per un accaparrarsi una delle poltrone che contano nella tornata elettorale in corso. SENATO ACCADEMICO. Gli studenti hanno cinque posti a disposizione. Per la lista Orum ci sono Miko Branca (Orum), Arianna Crea (Università Eclettica di Emilio Minniti), Francesco Armone (Morgana di Alberto De Luca) e Massimo Parisi (Pd corrente legata al prorettore Antonio Saitta). La lista Nettuno-Figli di Ippocrate, invece, propone Leo Staiti (Ermes) e Saverio Currello (Ages). Infine, Atreju-Crono scende in campo con Francesco Torre (Atreju, riferimento storico, il consigliere comunale Piero Adamo) e Paola Zagami (Crono, di un altro rappresentante d'aula di Palazzo Zanca, Fabrizio Sottile). I candidati degli assegnisti di ricerca e dei dottorandi (un posto) sono Salvatore Giovinazzo e Alessandro Saccà, mentre candidata per gli specializzandi (una poltrona in palio) è Marica Galati. CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE. I due seggi a disposizione vedono favoriti Orum (un seggio tra Mauro Arena, Giuseppe Laganà e Giulia Iapichino) e Nettuno-Figli di Ippocrate di Giuseppe Nirta (in ballo, Saverio Curello e Pierluigi Russo). Atreju-Crono ripropone la coppia Francesco Torre e Paola Zagami. centonove pagina 13 ERSU. Così, invece, per l'Ente regionale per lo studio universitario: l'Orum schiera Marco Giorgianni (Gea di Ivan Cutè), Giuliana Grillo (Messina Giovane di Ciccio Rella) e Licia Puliafito (Credito Accademico di Giuseppe Mandanici); NettunoFigli di Ippocrate propone Antonio Iacopino e Santi Enrico Bruno, Carmelo Talia e Placido Zito (tutti Nettuno). Per Atreju Crono, ancora Torre e Zagami. Candidato per i dottorandi e gli specializzandi è Marco Lamberti. CSASU. L'ultima partita si gioca infine per i posti al Comitato Studentesco Attività Sportive Università, a cui ambiscono l'Orum con Andrea Patania (Gea di Ivan Cutè), Gianluca Puglisi (Uninsieme di Giovanni Lo Schiavo) e Roberta Strano (Morgana di Alberto de Luca). In corsa, ci sono poi Umberto Oliva e Simone Coletta (area Pd). 14 Novembre 2014 sicilia Beppe Alfano MESSINA. Dovrebbero difendere la cassa del Comune e recuperare crediti ma rischiano di essere solo una spesa in più. Ecco perchè Gli avvocati azzeccaparcelle Falzea, Tigano e Cucinotta i legali che vantano le cifre più cospicue: da soli quasi metà dei debiti di Palazzo Zanca. Seguono Bonni Candido ed Edoardo Bucca. Ma in tempi di crisi salta il “Collegio”. Meglio la gestione in house DI TIZIANA CARUSO MESSINA. Le memorie storiche dell’Avvocatura comunale ammettono di fare fatica a ricordare una causa in cui Palazzo Zanca sia risultato vittorioso, soprattutto economicamente. E non soltanto perché in molti dei procedimenti instaurati il Comune risultava praticamente indifendibile (vedi alcuni grandi appalti). Ma anche perché, per decenni, le casse comunali hanno rappresentato quasi una sorta di bancomat per chi riusciva a trascinare fino al terzo grado di giudizio persino cause perse in partenza. Oppure perché, come nel caso dei canoni delle case Arcobaleno, inseriti nel consuntivo 2013, conteggiati e mai riscossi dal 1991 al 2013, i potenziali crediti sarebbero diventati inesigibili poiché il Comune non ha mai esibito titoli per poterli richiedere. O ancora, soprattutto perché, nei casi in cui Palazzo Zanca è riuscito a portare a casa una vittoria, è risultato abbastanza “difficile” riscuotere. VUOTO A PERDERE. E’ così ciò che poteva rappresentare anche una grande risorsa per un comune in rosso, ovvero il ricorso a un’aula di tribunale per fare valere i propri diritti, si è trasformato nell’ennesimo vuoto a perdere di un ente locale. Un vuoto a perdere che, a fronte di risultati che molti giudicano a dir poco scarsi, a Messina, ha creato una voragine di non poco conto. C’è chi dice che il vero problema di Palazzo Zanca non siano tanto le partecipate, quanto i contenziosi, una massa pressoché inquantificabile di potenziali debiti che di fatto difficilmente può essere “governata”, soprattutto da un Comune in perenne stato d’emergenza. Collateralmente al contenzioso, “pesantissimi” sono poi i debiti creati dalla sfilza di legali a cui si è rivolto Palazzo Zanca nel corso degli anni. LA TOP TEN. Nella top ten degli avvocati creditori all’ultimo posto c’è il tandem composto da Renato Caudo e Massimo Mazzullo, entrambi vantano un credito di circa 146 mila euro a testa. Più sù troviamo Franco Saccà, a cui Palazzo Zanca deve circa 177 mila euro. Salendo c’è invece uno degli avvocati preferiti dagli enti locali, ovvero Andrea Lo Castro, anche se nel caso del Comune, a differenza della Provincia (della quale il legale è creditore per circa 600 mila euro) le somme vantate sono poco più di 220 mila. Un gradino più in alto troviamo Giovanni Giacoppo, già indicato dal sindaco Renato Accorinti come componente del Cda del Vittorio Emanuele. A lui Palazzo Zanca deve circa 350 mila euro. Poi troviamo Carmelo Iaria che sfiora i 390 mila euro. Supera la soglia dei 400 mila euro Bonny Candido, mentre Edoardo Bucca per poco non arriva a 490 mila euro. Sul podio troviamo al terzo posto Gregorio Falzea, al secondo Aldo Tigano e al primo Rosario Cucinotta. I compensi dei tre sommati arrivano quasi alla metà del debito totale del Comune dovuto a parcelle legali. Rispettivamente, infatti, avanzano quasi 700 mila euro Falzea, oltre 1,3 milioni di euro Tigano e quasi 1,650 mila euro Cucinotta. FATTURE CONTESTATE. Ovviamente, soprattutto negli ultimi tempi, quando la coperta è diventata sempre più corta, alcuni dei salati conti presentati dagli avvocati a Palazzo Zanca sono stati anche contestati. E per svariati motivi. Ad alcuni legali, ad esempio, è stata fatta notare qualche svista: ovvero l’aver inserito due volte la stessa voce in fattura. Altre contestazioni sono nate anche dal non voler accettare di ricevere le somme liquidate dal giudice, in forza di un regolamento in base al quale, per quella stessa causa, il legale di fiducia aveva chiesto al Comune molto di più. E’ anche con le contestazioni, dunque, che si è cercato di dare una sorta di stretta alla manica larga con cui per decenni Palazzo Zanca ha deciso di gestire il ricorso alle aule dei tribunali. A dare la dimensione del fenomeno è anche una determina del dirigente all’Avvocatura Calogero Ferlisi che lo scorso 17 ottobre ha chiesto l'impegno di oltre 400mila euro a favore degli avvocati componenti del Collegio di Difesa, ovvero semplicemente iscritti all'Abo dei fiduciari, per poter procedere al pagamento dell'onorario e competenze per fasi e gradi di giudizi già definiti stabilendo di impegnare le somme dal capitolo di PEG 20900/41 del bilancio di previsione 2014 e dando atto che la spesa da impegnare appariva necessaria per evitare danni patrimoniali certi e gravi all'Ente. Ferlisi chiedeva inoltre di riservarsi di subimpegnare la somma previa presentazione di regolare fattura CECK UP Contenziosi pericolosi DALLA DITTA SCHIPANI PER L’APPALTO ILLUMINAZIONE AI 24 MILIONI CHIESTI DALLA GEPCO SALC MESSINA. Fino a qualche tempo fa i maggiori creditori del Comune, sulla carta, erano il Mondo Messina, la curatela fallimentare e il F.C. Messina Peloro. Sulla carta però, perché anche gli ultimi risvolti giudiziari al Tar hanno dimostrato come la richiesta di oltre 80milioni di euro per la mancata concessione dello stadio San Filippo non avesse molta ragion d’essere e come, Palazzo Zanca, avesse ottime possibilità di uscirne vincitore anche al Cga. L’esito del giudizio già qualche tempo fa poteva dunque non essere poi così incerto, anche se proprio “incerto” è stato il parere sull’opportunità di transigere la controversia dato da Francesco Marullo di Condojanni, legale di fiducia nominato dal Comune. Tra i maggiori potenziali creditori del Comune c’è poi la ditta Schipani per l’appalto sulla pubblica illuminazione, una controversia che sfiora i 40 milioni di euro. Un altro fardello di non poco conto riguarda gli appalti dello svincolo di Giostra. La Gepco Salc ha chiesto circa 24 milioni di euro, mentre la Torno 15 milioni e, in quest’ultimo caso, addirittura il Comune decise di affidare la procura a ben tre legali. Ci sono voluti Aldo Tigano e Bonny Candido, con l’aggiunta di Gregorio Falzea, per dire che con la Torno, sarebbe stato opportuno un tentativo di transazione. C’è poi il centonove pagina 14 contenzioso Ato-Messinambiente che vale oltre 24 milioni di euro e quello da 15 milioni con l’Adroma Impianti per il risarcimento danni dovuto alla mancata realizzazione di un centro commerciale. Il lodo arbitrale con l’Eas che vale quasi 12 milioni e mezzo, per cui lo stesso Tigano ammette che sarebbe utile l’avvio di una transazione. O quello con la Astaldi da 3 milioni e mezzo, dove sempre Tigano ha valutato opportuna la transazione e il contestuale inserimento di una somma da inserire in via prudenziale nel piano di riequilibrio. O anche il lodo con la Demoter e l'ATI Ferrari Puglisi. In mezzo ci sono poi una serie di altri e più "piccoli" contenziosi con la Agriverde (da 10 milioni di euro), con il gruppo immobiliare 2R (per quasi 4 milioni). Per centinaia di migliaia di euro con l'Istituto Don Orione e la cooperativa Azione Sociale. 14 Novembre 2014 sicilia AL VOTO da arte degli avvocati e solo dopo avere operato i necessari e dovuti controlli in ordine alla congruità della richiesta con le previsioni di legge e i regolamenti, anche comunali, che disciplinano le spettanze degli avvocati. BYE BYE COLLEGIO. Un’altra “tegola” che si è abbattuta sulla testa di alcuni avvocati messinesi “legati” al Comune è stata l’abolizione del Collegio di difesa. A sollecitarla durante una delle sue “visite” a Palazzo Zanca sarebbe stato Vito Tatò, il consulente nominato dalla Procura di Messina per fare luce sulla mancata dichiarazione di dissesto. Cosa è cambiato da allora? Se si sfogliano le pagine che elencano gli atti dell’esecutivo Accorinti non serve una calcolatrice per poter affermare con certezza che la maggior parte riguardano incarichi legali affidati dal Comune. Quasi tre quarti delle delibere approdate e approvate in Giunta, provengono infatti dall’ufficio affari legali di Palazzo Zanca. Nonostante le uniche ad avere avuto grande risalto mediatico siano state quelle relative alla questione tir e all’isola pedonale, sono in realtà una miriade le controversie di cui il Comune è stato protagonista nell’ultimo anno. Anche se rispetto al passato, certamente, c’è qualche differenza… Con l’abolizione del Collegio di difesa, risultano aumentati i procedimenti che il Comune gestisce “in house”. INTERNI VS ESTERNI. Così, Aldo Tigano Rosario Cucinotta sottotraccia, è già guerra perché la nuova rimodulazione del personale voluta dal segretario generale Antonio Le Donne, prevede che l’ufficio legale del Comune sia rimpolpato, attraverso un atto di interpello interno, arrivando a quota 10 unità, tra i mal di pancia di chi sostiene che il personale interno non sia in grado, ne’ abbia tanta voglia di portare soldi in cassa al Comune o quantomeno limitare i danni e di chi, addirittura, sostiene che un legale esterno costi meno di uno interno. Stabilire se per Palazzo Zanca sia più conveniente rivolgersi a un legale esterno piuttosto che a uno interno, non è però così facile, soprattutto alla luce di quanto accaduto anche con le fatture contestate agli esterni. Quello che è certo è che ogni legale interno al Comune costa circa 1800 euro lordi al mese, ma a questo si devono aggiungere i 16 mila euro annuali derivanti dall’indennità di alta professionalità e il fatto che un interno può chiedere a Palazzo Zanca fino a un massimo del 50% dello stipendio lordo annuale in base al numero di cause vinte. Per gli esterni si è operato in maniera diversa, in base ovviamente ai regolamenti approvati nei diversi anni, nell’epoca di Francantonio Genovese, ad esempio, c’erano i minimi contrattuali più una decurtazione del 10% in caso di soccombenza, Buzzanca la fece salire invece al 40%. Il regolamento oggi in vigore a Palazzo Zanca è stato invece “varato” nell’era Croce e stabilisce degli scaglioni sui valori della causa. Ad esempio dinnanzi alla Corte d’appello, agli organi di giustizia amministrativa e contabile di primo grado, se il valore della causa supera i 500mila euro il compenso complessivo è di 21.870 euro, se invece il valore è indeterminato o indeterminabile il legale comunque percepirà 2.170 euro. Anche se adesso si sta procedendo verso un nuovo regolamento che dovrebbe escludere dai compensi iva e cpa. SVOLTE&RISVOLTI. Il bando per costruire il nuovo albo di avvocati di fiducia. Con 200 richieste di iscrizione Quella “rivoluzione” legale targata Accorinti FERLISI ANNUNCIA L’INTENZIONE DI AVVALERSI DI PROFESSIONALITÀ INTERNE SIA PER IL PATROCINIO CHE PER LA CONSULENZA MESSINA. Fu annunciata come una rivoluzione legale, la scorsa estate, ma da allora a parte gli immediati benefici dovuti all’abolizione del Collegio di difesa, di cambiamenti radicali non se ne sono visti poi così tanti. A parte il dover segnalare se si è iscritti o no a logge massoniche, il bando per costituire il nuovo albo di legali di fiducia, approvato la scorsa estate, prevede comunque, oltre alla discrezionalità, altri criteri di arruolamento che contemplano, ad esempio, il principio di rotazione, di vicinanza al foro di competenza, delle diverse specializzazioni evidenziate da ogni singolo legale ed infine la consequenzialità e la complementarità con incarichi precedenti. Sono stati poco più di 200 gli avvocati professionisti che hanno fatto richiesta di iscrizione all’albo comunale, tra questi 21 sono stati esclusi per difetto di forma della domanda o perché la richiesta è stata presentata fuori termine. Fra questi c’è anche chi, soprattutto in questi ultimi mesi, ha più volte battuto cassa al Comune per i servizi legali resi. Come Rosario Cucinotta che, nonostante le rimostranze e gli enormi crediti accumulati, ha deciso di mettersi nuovamente a servizio di Palazzo Zanca. Un primo bilancio dell’azione messa in campo dall’Amministrazione lo ha fornito qualche tempo fa il dirigente dell’Avvocatura Calogero Ferlisi specificando anche che “è stato e sarà intendimento Scalata all’Ordine CELONA SI PREPARA A LASCIARE LO SCETTRO A CIRAOLO. MA RESTANO DUE NODI DA SCIOGLIERE MESSINA. Intanto a Palazzo Piacentini è già scattata la corsa all’Ordine degli avvocati. L’uscente Franco Celona ha più volte dichiarato di non volersi candidare, lasciando il suo scettro in mano a Vincenzo Ciraolo che, senza troppa fatica, sembra ormai scontato, sarà il nuovo presidente messinese. Anche se prima di ufficializzare ogni candidatura si attende il via libera del Ministero alle norme che dovranno regolamentare la corsa all’Ordine. Il primo dato certo è che Messina passerà da 15 a 21 consiglieri, altra novità è che quest’anno non ci saranno ballottaggi, quindi l’obiettivo dei concorrenti (si prevedono al massimo 2 o tre schieramenti) sarà quello di presentare immediatamente una lista “forte”. Se il “nodo” più grande da sciogliere sono le modalità di assegnamento dei voti di lista e di preferenza, in dubbio ci sono anche i termini con cui le cosiddette “quota rosa” o “quote di genere” potranno farsi largo in questa competizione anche perché non sono mancate le contestazioni sul vincolo che almeno un terzo dei consiglieri eletti faccia parte del cosiddetto “sesso debole”. Più probabile è che alla fine si propenda per un sistema che ricalca le ultime tornate elettorali politiche, ovvero “l’imposizione” che almeno un terzo dei candidati presentati da ogni lista siano donne. Che intanto a Palazzo Piacentini già si scaldano. A cominciare da Alessia Giorgianni che per ben due anni ha mancato l’elezione, o ancora da Mara Carrabba, Elena Florio e Aura Notarianni… Il sindaco Renato Accorinti con Calogero Ferlisi dell’Amministrazione avvalersi delle professionalità interne sia per l’attività di patrocinio che di quella consulenza, mentre l’affidamento di incarico a professionisti esterni sarà limitato ai casi in cui non siano reperibili all’interno le professionalità richieste dalla particolare difficoltà della richiesta prestazione professionale ovvero nei casi in cui il sovraccarico di lavoro dovesse mettere in dubbio l’efficacia della difesa”. centonove pagina 15 Vincenzo Ciraolo 14 Novembre 2014 sicilia ZOOM REGIONE. Sel chiede alla Presidenza del Senato di congelare il componente antimafia: troppe commistioni Rifiuti, «sospendete Lumia» In una intervista l’ex assessore all’Energia, Nicolò Marino, punta il dito contro la mafia dell’antimafia: «Lo Bello, Montante e Lumia cercarono di condizionarmi». E Crocetta? «Cambiava discorso» MESSINA. Il fuoco, che covava sotto la cenere, ora è divampato. E sul ciclo dei rifiuti e il ruolo ambiguo di Confindustria e del senatore Peppe Lumia, punta il dito senza mezzi termini l’ex assessore all’energia Nicolò Marino, oggi presidente di una sezione della Corte di Appello di Roma. Al giornalista Mario Barresi de “La Sicilia”, Marino svela le complicità tra Lumia, Ivan Lo Bello e Montante da una parte e il finto disincanto di Crocetta. Al centro: gli affari delle discariche. “Una sera-racconta Marino- mi chiama Lumia e mi chiede un incontro urgente. Dico che sono a Catania e decidono di venire a Catania Ivan Lo Bello, Antonello Montante e Lumia. L’incontro, in un clima concitato, si svolge all’Hotel Excelsior. Montante accusa Marino di essere l’ispiratore di alcuni articoli sul Fatto quotidiano in cui si parla della “mafia dell’antimafia” e degli affari collegati. Marino risponde a Montante che non gli permette di utilizzare quel tono e Montante rincara: “Tu non devi sguinzagliarmi il vicequestore Buceti al seguito: se dobbiamo farci la guerra a colpi di dossier io sono pronto…”. Il magistrato Marino, che ha prestato servizio a Caltanissetta, dove tra l’altro ha pure indagato su Crocetta: “Non ho bisogno di sguinzagliarti nessuno, io so chi sei…”. Beppe Lumia In un successivo incontro a Tusa, dopo alcune verifiche a Palermo con i dirigenti, Marino capisce che Crocetta è nelle mani di Confindustria. “A precise domande faceva finta di non capire…e cambiava discorso”. Cosa chiedeva Marino: che gli imprenditori come Catanzaro, pagassero il risarcimento delle stazioni di conferenza, milioni e milioni di euro, che non sono mai stati chiesti in termini di risarcimento dalla Regione…”. Ora che la patata bollente dei rifiuti è scoppiata volano gli stracci:il deputato di Sel Erasmo Palazzotto ha chiesto al presidente del senato di sospendere immediatamente Giuseppe Lumia dalla commissione antimafia e avviare prontamente le verifiche istituzionali sul ciclo dei rifiuti in Sicilia”. Al centro delle polemiche il ruolo di Lumia in molti affari “opachi”: l’iniziativa Agriverde a Gela, un grande campo fotovoltaico con l’imprenditore Stefano Italiano, ora bloccato per mancanza di fondi; i rapporti controversi con l’architetto Francesco Agnello, l’uomo delle coop che ha trattato gli investimenti di “Palermo Sviluppo” e “Licata” Sviluppo”, oltre che la gestione della stazione Lolli di Palermo, finita dopo un interessamento di Montante, nelle mani di Rosario Basile, il presidente dell’Irfis, titolare della società di vigilanza Kmg, in quota Udc. Gli affari decennali del Porto di Termini Imerese: un attivismo quello di Lumia, che comincia a destare qualche sospetto anche nella sinistra “storica”: di lui ha parlato il pentito Francesco Campanella a proposito di una beaty-farm a Bagheria. Lumia, Lo Bello e Montante hanno reagito preannunciando una querela per diffamazione a carico di Marino. Il presidente Crocetta, ha detto solo che Marino è “un uomo ossessionato”. L’impressione è che sui rifiuti e sul ruolo e gli interessi di Confindustria rischia ora di abbattersi un’ombra sinistra, qualla che si mastica con la commistione. Se TirrenoAmbiente continua ad abbancare MESSINA. Il sequestro della discarica di Mazzarrà sant’Andrea da parte della Procura di Barcellona non ha fermato le polemiche. A soffiare sul fuoco è ancora Mario Foti, sindaco di Furnari, paese confinante con l’impianto, che dopo la “vittoria” torna alla carica, infierendo su TirrenoAmbiente, società che la discarica la gestisce. I suoi strali, questa volta, sono diretti alla mancata messa in sicurezza del deposito rifiuti, perchè “tale opera illecita, come peraltro ammesso anche dalla stessa Tirrenoambiente, presenta profonde crepature e cedimenti, che creano una emergenza igienico- sanitaria e di pericolo per la stabilità di tutto il sito”, scrive Foti in una lettera inviata all’assessorato regionale ai Rifiuti, alla Prefettura e persino alla commissione Antimafia, in cui spiega che alla messa in mora dei vertici di TirrenoAmbiente di agosto non ha fatto seguito alcun atto concreto. E che, anzi, la discarica affidata in custodia giudiziale a Roberto Carenzo, dipendente della stessa società, ha visto un abbancamento abusivo di un milione di metri cubi. “Tale circostanza - scrive Foti - mentre da un verso potrebbe modificare il corpo del reato oggetto di sequestro preventivo e per altro verso, con le condizioni metereologiche che in questo periodo ci affliggono, potrebbe procurare un vero disastro ambientale”. “Con la presente - è la richiesta che Foti inoltra al presidente della regione Rosario Crocetta - si ribadisce formalmente l’opportunità di non consentire più alla società TirrenoAmbiente di gestire e di avere ancora in custodia un impianto pericoloso in queste condizioni”. FURNARI Foti: «Lopes mente» IL SINDACO ACCUSA L’EX ASSESSORE «SI È PURE CAMBIATO IL NOME: FRANCO» FURNARI. Sindaco Foti, ma lei è stato davvero consulente di Nello Giambò? Io sono stato il legale del Comune di Mazzarra Sant’Andrea, quando era ancora la città dei vivai e non dei rifiuti. E ho avuto incarichi come avvocato, quando sindaco era il professore Giambò. Preciso che faccio il legale e non mi occupo né di pesca né di bandi fotovoltaici. Perché si riferisce alla pesca e all’energia alternativa, anziché ai rifiuti? A chi pensa? Ho letto l’intervista del signor Franco. E chi è Franco? Al secolo, il signor Armando Lopes, ex assessore provinciale, durante l’amministrazione Buzzanca. Durante la sindacatura a Furnari del fratello Salvatore, si E l’incontro con Pino Innocenti? è nascosto con il nome meno conosciuto ed è stato uno Non ho mai partecipato ad incontri con Lopes e dei cittadini ricorrenti contro l’ampliamento della Innocenti. Ho conosciuto Innocenti quando sono stato discarica. Il Comune all’epoca non fece ricorso, lo fecero eletto sindaco in un dibattito televisivo. i cittadini, e il Cga, il consiglio di giustizia ammnistrativa, Ma non le risulta un esposto-denuncia con la firma di lo ha dichiarato inammisibile per carenza di interesse. trecento cittadini di Furnari dodici anni fa? E cosa non condivide dell’intervista? A Furnari esposti ne sono stati presentati numerosi, io Tutto. Ma soprattutto le false insinuazioni sulla sono stato nel 2006 autore di due manifestazioni con correttezza del mio operato. fiaccolate contro la discarica di Mazzarrà e in quella sede Come sindaco? abbiano raccolto 450 firme, anche con cittadini di Terme Si, che è fuori di dubbio. Ma non condivido soprattutto Vigliatore, e non ho mai visto “Franco” Lopes. Per il suo richiamo alla presunta primogenitura su questa quelle manifestazioni mi sono scontrato battaglia per la chiusura di Mazzarrà con Giambò, diventato nel frattempo Sant’Andrea. presidente di Tirrenombiente e per quelle Quella di Lopes sarebbe una rivendicazione manifestaazioni mi sono procurato tardiva? l’inimicizia di Tindaro Calabrese e della Lopes non si è mai esposto in prima linea, cosca dei Mazzarroti, che hanno nella battaglia contro la discarica. Si è notoriamente appoggiato Salvatore semplicemente limitato, all’epoca in cui era Lopes, fratello di Armando, procurando la consigliere provinciale, a chiedere la riduzione mia sconfitta con gli ultimi dodici voti della tariffa per Furnari, che subìva il disagio, truccati. ma non mi risulta abbia mai ha chiesto la Mario Foti R.C. chiusura della discarica. centonove pagina 16 sicilia Discarica a cielo aperto nel torrente Pagliara ROCCALUMERA. La Procura di Messina apre fascicolo sulla discarica nata nel greto Torrente di metallo Le associazioni ambientaliste denunciano da anni i conferimenti abusivi di rifiuti speciali. Si teme la presenza di inquinanti chimici. Il Genio Civile dispone bonifica. I sindaci si lavano le mani DI GIUSEPPE PISTONE Roccalumera. Montagne di rifiuti edili derivanti da attività di costruzione e demolizione, fogli di catrame, suppellettili in legno di arredamento, pneumatici usurati. Il torrente Pagliara è una discarica a cielo aperto. Una emergenza ambientale che ha portato la procura di Messina ad aprire un fascicolo dopo l’ennesimo scempio sl torrente Pagliara che attraversa i comuni di Pagliara e Roccalumera. Il sospetto adesso è che in quell’aria ci sia la presenza di metalli pesanti. A giorni è previsto il sopralluogo del Genio civile per valutarne la pericolosità. L’accesso di Contrada Piana trasformato in vero e proprio crocevia di mezzi pesanti per l’aria demaniale. Un’indagine scattata in seguito alle decine di esposti e denunce da parte di ambientalisti e cittadini che più volte hanno assistito inermi ad un vero e proprio via vai di autocarri che scaricano ogni tipo di materiale nell’alveo del torrente. A testimoniarlo l’intervento dei carabinieri della stazione di Roccalumera che nei giorni scorsi hanno sorpreso un giovane imprenditore edile, Samuel La Torre, intento a depositare materiale inerte nel greto del torrente alla luce del sole. I carabinieri guidati dal luogotenente Santo Arcidiacono hanno identificato il giovane e denunciato per «abbandono di rifiuti speciali su area demaniale». Tutta la zona, circa 400 metri quadrati, è stata sequestrata. Una segnalazione inviata anche al Noe di Catania che verificherà la tipologia di rifiuti abbandonati. A scendere in campo una task force di militari coordinati dal capitano della compagnia dei carabinieri di Messina Sud, Paolo Leoncini, che ha avviato attività di monitoraggio del territorio al fine di reprimere questi episodi. «C’è in ballo la salute pubblica dei cittadini. L’obiettivo è tentare di risalire ad eventuali ditte che decidono di disfarsi in questo modo di rifiuti speciali pericolosi», spiega Leoncini. Nel tempo si sono susseguire decine di denunce di associazioni ambientaliste come Wwf e Man (Mediterranea associazione per la natura) che hanno portato a sequestri di mezzi pesanti ed ettari di area demaniale, ma evidentemente non sono bastate a mettere fine allo scempio nel Pagliara. Il sospetto adesso è che in quell’aria ci sia la presenza di metalli pesanti altamente tossici. I sindaci Gaetano Argiroffi di Roccalumera e Mimmo Prestipino di Pagliara declinano ogni responsabilità sul controllo del torrente. «L’area in cui vengono LA POLEMICA Il bluff della videosorveglianza LE TELECAMERE INSTALLATE DIECI ANNI FA NON SONO MAI STATE ATTIVATE Roccalumera. Per evitare depositi di rifiuti nel torrente Pagliara era stato installato anche un impianto di videosorveglianza. Risale a dieci anni è le telecamere sono puntate principalmente in prossimità degli accessi alla fiumara di Pagliara. Impianto costato oltre 40 mila euro non solo non ha mai funzionato, ma non essendo a a raggi infrarossi e nelle ore notturne sarebbe stato totalmente inutile. Anzi per l’esattezza è stato attivo solo per alcuni giorni. «A questo punto conviene farne uno tutto nuovo – chiarisce il sindaco di Roccalumera Gaetano Argiroffi - l’unico modo per combattere questa piaga dei rifiuti nel torrente Pagliara». centonove pagina 17 14 Novembre 2014 scaricati rifiuti di ogni genere ricade nel territorio di Pagliara – chiarisce Gaetano Argiroffi - la zona di pertinenza del nostro comune l’abbiamo ripulita e liberato le canne dai detriti». Il primo cittadino di Pagliara è categorico. «Non intendo occuparmi della questione perché non è di nostra competenza, ci sono enti sovra comunali che dovrebbero darsi da fare - sbotta - non ho gli strumenti per agire in un piccolo Comune di appena mille abitanti». Sulla scrivania del capo del Genio civile di Messina, Leonardo Santoro, pronta una lettera di “diffida” alle amministrazioni che confinano con il torrente Pagliara affinché si attivino per impedire l’accesso arbitrario e continuativo nel greto del torrente attraverso la disposizione di cancelli, blocchi, massi e la dovuta segnaletica stradale. «Sulla questione dei rifiuti speciali nei torrenti, in area di pertinenza del centro abitato, è responsabile il comune, in area extra urbana la competenza è dell’amministrazione provinciale - chiarisce Santoro Stiamo predisponendo un sopralluogo nei prossimi giorni per verificare lo stato dei luoghi e procedere alla bonifica del torrente», assicura il capo del Genio civile. Eppure c’è chi da anni invia esposti, segnalazioni e denunce agli organi competenti, come l’ambientalista Anna Giordano. Invano. «Speriamo che le indagini fermino lo scempio della fiumara di Pagliara costantemente saccheggiata e ridotta a discarica e cava - dichiara - i sindaci la smettano di lavarsene le mani. Ci si sarebbe aspettati che dopo le alluvioni del 2009 e del 2011 le amministrazioni comunali mostrassero maggiore attenzione alla tutela del territorio e invece fanno finta di non vedere. Si grida sempre al danno, al disastro, alle calamità naturali ma nessuno interviene». L’alveo del torrente è una pericolosissima discarica a cielo aperto, proprio a ridosso dei centri abitati. In particolare la zona a poca distanza dalla nascente area artigianale. 14 Novembre 2014 sicilia IN ALTO MARE. I Gruppi costieri mettono a bando 22 milioni di euro. Ma il settore non risponde Pesca, all’ultima spiaggia In tanti comuni scompaiono gli arenili mettendo a repentaglio l’attività dei pescatori. A causa della crisi non possono garantire il 40% dell’investimento. L’allarme dell’associazione Anapi DI GIANFRANCO CUSUMANO Messina. Dall’Europa arrivano i fondi per aiutare i pescatori, ma nel frattempo a scomparire sono le spiagge. Gli undici Gruppi costieri siciliani (Gac) stanno mettendo a bando i 22 milioni di euro del Fondo europeo per la pesca della programmazione 2007-2013. I fondi possono essere utilizzati per l'occupazione nelle zone di pesca tradizionale e l’incentivazione dell’ittiturismo, ma il problema principale del settore, specialmente in provincia di Messina, è l’erosione o l’insabbiamento dei tratti di costa. Non viene risparmiato nessuno. A Capo d’Orlando a scomparire è la spiggia che ha ispirato “Sapore di mare” a Gino Paoli, a Vulcano le suggestive spiagge nere, a Milazzo il borgo dei pescatori di Vaccarella. Nella zona ionica a patire è Santa Teresa. «L’erosione costiera in provincia di Messina diventa un fenomeno sempre più preoccupante lancia l’allarme Piero Forte, presidente regionale Anapi Pesca Sicilia - anche dove ci sono porti i disagi non mancano». Gli esempi più eclatanti sono il porto di Sant’Agata Militello e Capo d’Orlando. «Senza dimenticare Santo Stefano di Camastra dove esistono grossi problema di insabiamento». Purtroppo i bandi non aiuteranno molto. «La stampa quando parla di Gac lascia pensare che ci siano contributi a pioggia, purtroppo non è così - continua Forte anzi, posso anticipare che molti fondi dei gac non verranno richiesti. Le imprse devono compartecipare con il 40% dell’investimento complessivo ma la congiuntura economica gli impedisce l’accesso al credito». In provincia di Messina ci sono due Gac: il Nebrodi che coinvolge undici comuni da Tusa a Brolo Erosione a Milazzo nel borgo marinaro di Vaccarella e il “Golfo di Patti” che arriva fino a Villafranca. «I nostri bandi scadranno il 20 novembre - spiega Ciro Gallo, sindaco di Acquedolci, presidente del Gac Nebrodi - la misura prevede diversificazione la cui finalità è quella di rafforzare la competitività delle zone di pesca, ristrutturare e orientare le attività economiche, promuovendo pescaturismo ed itti-turismo senza determinare un aumento dello sforzo di pesca. In poche parole consetire al piccolo pescatore di diversificare il reddito. Purtroppo non possono essere uilizzati per infrastrutture». Acquedolci non è esente dal fenomeno erosione. «E’ in corso un ripascimento da un milione di euro , ma non bastano, il progetto inviato al ministero ammontava a 5 milioni di euro , abbiamo chiesto l’integrazione». Il progetto prevede la posa di pennelli sottomarini. A minacciare di trasferire le imbarcazioni sulla strada sono i pescatori di Milazzo. Nel borgo marinaro di Vaccarella la spiaggia dove vengono messe a secco le barche da pesca in alcuni tratti non esiste più. Le cause vengono attribuite a dei pontili nati nelle adiacenze. A portare avanti una battaglia è l’associazione marinara Nino Salmeri. «Se continua così faremo un’azione eclatante - dice il presidente Damiano Maisano - non abbiamo nessuna risposta dalle istituzioni». Il comune di Milazzo ha in programma un intervento di somma urgenza. E’ stata redatta una perizia sottoposta all’Assessorato Regionale Territorio ed Ambiente. Ma i finanzimanti sembrano in alto mare. L’ESPERTO Randazzo: «Le coste uccise dai lungomare» Messina. «I killer delle coste messinesi sono i lungomare sorti negli ultimi decenni». A non avere dubbi è il professore Giovanni Randazzo, docente di Dinamica dei litorali. «La prima cosa che si dovrebbe fare per mitigare il problema dell’erosione è sistemare i lungomare si dovrebbero progettare “passeggiate” parzialmente sommergibili. Invece di avere la parete esterna rigida bisognerebbe realizzarla incrinata di 30, 40 gradi e ruvida, in modo che l’acqua smorzi la propria energia». In Sicilia esiste un piano coste superato. Lo strumento è stato utile ma ormai non si può pianificare sulla sua base perchè non risponde alle reali dinamiche del territorio. «Al contrario - continua - il comune di Messina ha un proprio piano di gestione all’avanguardia, realizzato con il nostro contributo e che proponiamo come modello regionale. Vi sono sia rilievi volumetrici stagionali». Randazzo contesta anche gli interventi sporadici di molti comuni. «Sono i più dannosi». L’ultimo quello che vorrebbe fare Santa Teresa di Riva. «La posa di opere rigide dovrebbe essere evitata: porterà all’erosione della spiaggia sottostante. E’ un processo che conoscono molto bene nel ragusano e nell’agrigentino». Il futuro, secondo il docente, dovrebbe essere legato al ripascimento artificiale con manutenzione e monitoraggio. «Fare il ripascimento di un tratto di spiaggia non ha senso perchè poi questo deve essere gestito. La cosa migliore è appaltare il servizio ad una impresa che fa il primo intervento ma poi ha l’obbligo di gestirlo per i successivi dieci anni. Invece di spendere la cifra con un solo intervento, si dovrebbe ripartire in uno spazio temporale più lungo prevedendo integrazioni di sabbia». Il dipartimento di Fisica e Scienza della Terra dell’Università di Messina ha un catalogo aggiornato delle coste regionali con la qualità della sabbia e le caratteristiche delle spiagge. A Messina il problema dell’insabbiamento del porto di Tremestieri è di attualità. «Lo sapevano tutti gli esperti che non potrà mai funzionare. Servirebbe un servizio fisso che svuoti la sabbia prima che questa entri nel porto. Personalmente lo smonterei e cambierei tutto il sistema». (GIA.C.) ALTRI FRONTI Rebus Tremestieri DOPO L’INSABBIAMENTO, C’È CHI PARLA DI CHIUSURA. LO SFOGO DEL SEGRETARIO DELL’AUTORITÀ PORTUALE MESSINA. La soluzione? Un intervento di ripascimento a Galati Marina e l’ampliamento del Porto. Solo così, secondo Francesco Di Sarcina, segretario generale dell’Autorità Portuale di Messina, si potrà chiudere la questione Tremestieri, reso inagibile da un clamoroso insabbiamento. «Quanto è accaduto - ammette - ci ha sorpreso. Noi non abbiamo mai considerato la riparazione della testata del Porto come risolutiva, ma pensavamo potesse diminuire i flussi». Di Sarcina, però, vuol mettere le cose in chiaro: «Il progetto di riparazione di Tremestieri sarà stato lento, ma era nato per ripristinare la sagoma del porto e non certo per evitare l’insabbiamento. La nostra speranza era che contribuisse a ridurlo. Adesso si è scatenato il finimondo; sento improvvisati esperti che dicono “abbandoniamolo”. Ok, ma chi sostiene questa tesi si assuma la responsabilità di realizzare un nuovo porto». Il segretario entra nel merito della localizzazione contestata: «Innanzi tutto credo che chi ha deciso di fare il porto lì non abbia fatto una scelta fuori luogo. L’ubicazione in sé non è una follia, andava sicuramente progettato meglio tutto e non in maniera inadeguata. Le problematiche di Tremestieri sono marittime e, rispetto a queste, non ho visto, per quanto a mia conoscenza, grande attenzione: se un centonove pagina 18 porto non funziona - sottolinea - non è la zona sbagliata, ma il progetto errato». Finita la stizza, Di Sarcina entra nel merito degli interventi: «Sono stato all’assessorato Territorio-Ambiente. Eravamo parecchi tecnici, e tutti quanti abbiamo convenuto su una questione che è sempre più chiara. Esiste una corrispondenza biunivoca tra erosione a Galati e insabbiamento Tremestieri. In pratica, la sabbia di Galati si sposta in direzione sud-nord verso Tremestieri, aumentandone la normale quantità, a causa dell’erosione determinata dal ripascimento di Santa Margherita». Nei prossimi giorni, comunque, l’Autorità Portuale ribandirà la gara per la gestione di Tremestieri, andata deserta in prima battuta proprio perché i dragaggi erano a carico dei concessionari. D.D.J. sicilia Le baracche di fondo Fucile MESSINA. Il Comune compra appartamenti per poter poi risanare fondo Fucile. Ecco da chi Sbaracco, ma con interrogativo Pubblicata la graduatoria del bando dalla vita “travagliata”, offrono case sia privati che imprese. Una delle quali risulta costituita a giugno. E cancellata dalla Camera di Commercio a novembre DI ALESSIO CASPANELLO MESSINA. L’iter è stato travagliato, ma finalmente pare concluso: con la pubblicazione della graduatoria degli alloggi privati da acquistare per fini di risanamento, per fondo Fucile si inizia ad intravedere una seppure flebile luce alla fine del tunnel. Perchè, nonostante l’atto amministrativo, i problemi da superare ci sono. E parecchi. IL BANDO TRAVAGLIATO. E’ marzo quando l’assessore all’Urbanistica Sergio De Cola si rende conto che a fondo FUcile, periferia sud della città e bomba ecologica di casette per metà realizzate in micidiale eternit, non è previsto alcun programma costruttivo che possa mettere un tetto sulla testa a chi abita in una delle baracche da abbattere: venticinque casupole sono state già buttate giù, ma per risanare completamente l’area, ed impedire che una volta sgomberate le baracche siano rioccupate nel gito di qualche ora, c’è da demolirne ancora un centinaio. Qualcuno degli aventi diritto ha già ottenuto l’assegnazione di una casa a scorrimento di graduatoria, per gli altri non è previsto nulla, nonostante i quasi undici milioni messi a disposizione dalla regione. E quindi palazzo Zanca vara un bando col quale si tenta di reperire sul mercato un centinaio di appartamenti. Il primo problema è che il termine di metà aprile per la presentazione delle domande viene ampiamente sforato: si presentano in pochissimi e gli adempimenti burocratici da parte del Comune prendono più tempo del preventivato, 14 Novembre 2014 quindi si proroga il termine fino a metà maggio, con istruttoria di verifica dei requisiti per fine giugno e richiesta alla Regione per fine luglio. Anche questi termini vengono disattesi, e si arriva all’inizio di novembre per la pubblicazione della graduatoria. Con una sorpresa. GRADUATORIA CON SORPRESA. A presentare offerte sono trentuno privati e cinque imprese: la Effe D. Costruzioni di Salvatore Foti, la Tuttedil di Santino D’Angelo e la Siracusano Felice & C. offrono al comune rispettivamente dodici, quattro e sette alloggi in complessi già realizzati e dotati di collaudo. Poi ci sono le case non ancora ultimate (ma che devono esserlo entro la fine di novembre) che la Anfa Costruzioni di Mario Scattareggia e il Parco delle felci di Silvia Gentile offrono: undici alloggi la prima, ventiquattro in due lotti da dodici la seconda. La curiosità è che la Parco delle felci srl, costituita a metà giugno di quest’anno, ha avuto vita brevissima, dato che l’impresa risulta cancellata il 6 novembre 2014: esattamente il giorno della diffusione della graduatoria. La cancellazione è avvenuta per trasferimento dell’impresa a Catania. La Parco delle Felci è posseduta interamente dall’immobiliare Le Costruzioni dello Stretto di Antonio Amato. A dispetto del nome, l’impresa ha sede a Catania, ed è giovanissima: la costituzione della società, infatti, risale a qualche mese fa, al 19 settembre. Attualmente, l’impresa risulta inattiva. Il 13 giugno, giorno in cui la Parco delle Felci è stata costituita, alla Camera di Commercio è stato registrato un trasferimento d’azienda dal “socio unico” R.D Costruzioni srl alla stessa Parco delle Felci. ZOOM Se la Regione non accredita PALERMO NON HA ANCORA INVIATO TUTTI GLI UNDICI MILIONI PROMESSI PER LE CENTO CASE. CHE PALAZZO ZANCA VALUTA 900 EURO AL METRO QUADRO Sergio De Cola MESSINA. Non è solo il bando ad aver dato grattacapi all’assessore all’Urbanistica Sergio De Cola ed al dirigente all’Edilizia privata Maria Canale. Perchè a farli sudare freddo ci pensa la Regione, sempre solerte quando si tratta di promettere fondi e poi, quando i fondi si tratta di trasferirli, improvvisamente vaga Perchè dei quasi undici milioni che dovrebbero arrivare da palermo, al momento palazzo Zanca ne ha in cassa otto e qualcosa. Basteranno per il centinaio di appartamenti? Palazzo Zanca si è dato centonove pagina 19 “al risparmio”, valutando le case in media 900 euro al metro quadrato, prezzo molto al di sotto dei valori di mercato. Scorrendo la graduatoria, si scopre che il Comune ha privilegiato la “continuità territoriale”. Tranne qualche caso, gli appartamenti sono stati scelti in base alla vicinanza a fondo Fucile (quindi villaggio Aldisio, Gazzi, Mangialupi e Cep): questo perchè è già successo che alcuni degli abitanti delle baracche, in passato, avevano rifiutato le case loro assegnate perchè “troppo lontane”. (A.C.) 14 Novembre 2014 sicilia MESSINA. Il Comune chiede di tutelare l’opera del maestro della Street Art alla ex Casa del Protuale Blu, alla ricerca di un vincolo L’assessorato alle Infrastrutture, titolare dell’immobile, ha girato la richiesta alla Soprintendenza, ma le norme non prevedono l’arte contemporanea. Le uniche strade si legano alle volontà di artista e committente. Ma... DI DANIELE DE JOANNON MESSINA. La richiesta è stata presentata alla Regione e la Regione, assessorato alle Infrastrutture, ha chiesto a se stessa, ovvero Soprintendenza di Messina, di procedere. Solo che, tra il dire e il fare, c’è di mezzo il mare. Perché non esiste una precisa norma per poter tutelare l’opera di Blu, uno dei più noti esponenti della Street Art italiani e internazionali, che ha regalato un nuovo e graffiante volto alla ex Casa del Portuale di via Alessio Valore. Infatti, nonostante tutte le innovazioni legate al Codice dei Beni Culturali, che con grande slancio ha inserito come oggetti di interesse anche il design, i paletti piantati sull’arte contemporanea sono ancora “stringenti”, tanto più se si tratta di opere create da un artista vivente. Per questa casistica, le uniche forme di tutela esistono per l’eventuale esportazione all’estero. Grazia Musolino BLU A MESSINA. Tutto risale al 2013, quando il “Teatro Pinelli Occupato”, reduce dalla riappropriazione del Teatro in Fiera, decide di aprire le porte della ex Casa del Portuale, struttura di cui all’epoca non si aveva certezza della titolarità. È il collettivo a chiamare Blu, “commissionando” un’opera che fa immediatamente il giro del web (sui siti dedicati all’arte contemporanea e alla Street Art) e riempie le cronache dei giornali locali per altre questioni, di rilievo poco più che provinciale. L’opera, che corre gran parte del fronte dell’edificio su via Valore, inerpicandosi fino a parte della prima elevazione, ha un forte sapore epico, si lega intimamente allo Stretto e alla città e vede protagonista un branco di pescespada che “nuotano” in un mare popolato dai simboli del capitalismo, della guerra, della religione e della politica, vere e proprie reti in cui si impiglia una umanità totalmente omologata. Alcune immagini, come un pesce che buca un crocifisso, o una croce che diventa uncino, provocano la virulenta reazione di alcuni consiglieri comunali dallo scandalo facile. Al di là della polemica, una volta sgombrata la ex Casa del Portuale dall’occupazione, i riflettori centonove pagina 20 Blu alla ex Casa del Portuale si sono spostati sulla conservazione dell’opera di Blu: un’esigenza fondamentale, per una città che ha fame di arte contemporanea, seppur al di fuori dello spirito stesso della Street Art, caratterizzata da interventi che mettono in conto la temporaneità. sicilia 14 Novembre 2014 ESCAMOTAGE Fiumara d’Arte? Una collezione GLI ULTIMI SVILUPPI. Il primo nodo da sciogliere ha riguardato la proprietà dell’immobile. Alla fine, complice un atto di vendita dell’immobile stipulato il 16 maggio del 1959 dall’allora sindaco Carmelo Fortino e dal console della Capitaneria di porto Giovanni Maimone, è venuto fuori che il Bene è nel patrimonio indisponibile della Regione, benché al catasto risulti come Ente urbano ed il Comune di Messina lo abbia trascritto in Conservatoria come un bene di sua proprietà. Palazzo Zanca ha quindi chiesto all’assessorato alle Infrastrutture, cui fa capo il bene, di vincolare l’opera di Blu e, di rimando, è stato chiesto alla Soprintendenza di procedere. Ma, a questo punto, la pratica si è fermata per approfondimenti. «Purtroppo, non esiste una norma per vincolare Blu», spiega la direttrice dell’Unità beni storico-artistici, Grazia Musolino. Che aggiunge: «Stiamo predisponendo una lettera che andrà alla firma del soprintendente Rocco Scimone, in cui ribadiamo l’interesse dell’opera e il suo valore aggiunto, per cui chiediamo all’assessorato di concordare con noi interventi di manutenzione. Abbiamo sottolineato che Blu è un artista che spicca nel contesto internazionale». «Diversamente, le strade percorribili avrebbero potuto essere due: la richiesta di tutela da parte del committente o dell’autore». Due circostanze, queste, improbabili. Nel primo caso, perché il Teatro Pinelli fa dell’assenza di personalità giuridica un punto fermo della sua azione. Nel secondo, invece, vale una domanda: potrebbe mai un protagonista della Street Art, il cui lavoro nasce dall’estemporaneità e dalla consapevolezza di lasciare un segno che potrebbe essere cancellato (dal tempo o ddagli uomini), chiedere la tutela per una sua creatura? ALTRI FRONTI Cammarata resta in attesa FERME LE PROCEDURE AVVIATE DALL’EX DIRIGENTE TODESCO PER METTERE AL SICURO IL “CASTELLO” DEL CAVALIERE MESSINA. E, ancora al palo, è la procedura di vincolo per ciò che resta della Casa di Giovanni Cammarata, detto il Cavaliere, in quella via Maregrosso che lui, in decenni di lavoro, aveva reso “Via delle Belle Arti”. Raccontato da studi stranieri prima che messinesi, Cammarata è morto dopo aver difeso strenuamente quel fazzoletto di terreno che ospitava la casa e il suo giardino, resi un vero e proprio castello. Il suo lavoro inizia nel 1970, utilizzando la tecnica delle decorazioni a stampo tipiche della città ricostruita dopo il terremoto del 1908. Realizza sculture, mosaici, assemblaggi. A vigilare sul sito (che ancora subisce aggressioni) è un collettivo animato fra gli altri dal sociologo Pier Paolo Zampieri. Ad avviare il vincolo era stato Sergio Todesco, oggi direttore Giovanni Cammarata della Biblioteca regionale. centonove pagina 21 PER UN BLU che si prova a tutelare, c’è una Fiumara che, invece, troverà la sua salvaguardia. È quella d’Arte creata dagli anni Ottanta in poi da Antonio Presti, un tempo solo mecenate e ora punta di diamante di una progettualità che vede creatività, arte e bellezza come formidabili strumenti per cambiare il territorio e incidere su esso. Tutto inizia nel 1982 quando Presti, che già colleziona arte contemporanea, pensa di dedicare un monumento alla memoria del padre e si rivolge allo scultore Pietro Consagra. Da allora, artisti di fama nazionale e internazionale (Festa, Schiavocampo, Nagasawa, ad esempio) hanno firmato i loro interventi lungo la vallata del fiume Halesa, vicino Tusa. L’ultima è “38° Parallelo - Piramide” (2010) di Mauro Staccioli. Anni fa, era ancora presidente Totò Cuffaro, fu varata una legge regionale per Fiumara d’Arte, con un capitolo di spesa che però è rimasto vuoto per la rinuncia di Presti, che nulla vuole più avere a che fare con la politica. E la tutela, come si sta ottenendo? «Non era percorribile la strada del vincolo delle singole opere. Ho infatti chiesto che venga posto sotto tutela l’insieme delle sculture come collezione. La prorpietà di ognuna spiega Presti - si lega al terreno dove sorge. Si tratta sempre di demanio, che è o comunale, o regionale o provinciale». Per quanto riguarda gli interventi, le gare fatte da Comuni o Consorzi, sono in parte bloccate da ricorsi al Tar. (D.D.J.) 14 Novembre 2014 sicilia MESSINA CARONIA. Il Parco dei Nebrodi e gli studenti dell’Istituto agrario salveranno le colture dimenticate Nebrodi, i custodi della frutta Grazie ad un finanziamento regionale di 260 mila euro è stato avviato un campo per recuperare le pesce Merendella e le albicocche Varvazza. Scomparse a causa del marketing. Così il progetto DI GIANFRANCO CUSUMANO Caronia. Li potremmo definire i “Calimero” dell’agricoltura siciliana: sono piccoli, dimenticati e alcune volte brutti a vedersi. Ma per decenni sono stati la spina dorsale del settore agricolo. A salvare dieci varietà di pesco, tre di albicocco e due di susine dall’oblio in cui erano stati delegate dai concorrenti - forse meno buoni ma con un forte marketing alle spalle - saranno gli studenti dell’istituto agrario di Caronia, scuola partner del Parco dei Nebrodi nell’ambito di un progetto finanziato dal Piano di sviluppo rurale (Psr) con 260 mila euro. Il 5 novembre sono stati ufficialmente consegnati all’istituto i terreni dove realizzare campi madre e di collezione delle cultivar. L’obiettivo è quello di preservare la biodiversità ed entità in via di estinzione nei Nebrodi. Il presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci, e la dirigente dell’Istituto superiore "Manzoni", Sauastita Guta, che comprende l’agrario di Caronia, nei mesi scorsi avevano firmato il protocollo d'intesa. Nello stesso protocollo era stata prevista la consegna in comodato d'uso all'Istituto di alcuni attrezzi meccanici dell' Ente funzionali alle attività previste. «I ragazzi dei Nebrodi diventeranno custodi e promotori dell'identità agricola che distingue i Nebrodi nello scenario siciliano», ha detto il presidente Antoci. Il progetto è legato all’attività della Banca vivente del Germoplasma allo stato attuale è operativo in contrada Giuseppe Antoci,, presidente del parco e la preside Sauastita Guta Zirbetto, a San Fratello, e in contrada Pirato, nel comune di Ucria, con l'annesso "Giardino dei Semplici", dedicato al botanico nebroidense Bernardino da Ucria. Si occupa della conservazione della biodiversità vegetale presente nei Nebrodi e nel territorio siciliano. Punta di diamante 53 varietà di fagiolo dei Nebrodi. «Il progetto prevede varie fasi - spiega Ignazio Di Ganci, dirigente del parco dei Nebrodi che cura la Banca del Germoplasma - quando le piante madri diventeranno adulte, le cosiddette “marze” potranno essere cedute ad agricoltori che le vorranno impiantare per ridare vigore alla varietà. Il progetto prevede anche Il 5 per mille salva le piante peloritane Messina. Le piante spontanee dei peloritani saranno salvate grazie ai fondi del 5 per mille. Quest’anno l’università di Messina destinerà i fondi delle donazioni all’Orto Botanico “Castelli” che, a sua volta, ha già pronto un progetto per preservare piante rare a rischio estinzione. «Accanto alla conservazione del germoplasma delle piante coltivate, altrettanto importante sono le specie spontanee che assicurano la biodiversità» dic ela responsabile Rosa Maria Picone. L’orto botanico di Messina se ne occupa da più di dieci anni. La ricerca (e conservazione) che sarà possibile avviare grazie ai fondi del 5 per mille - la somma si dovrebbe aggirare sui 40 mila euro - interesserà cinque specie rare: Cisto a foglie crespe, Felce bulbifera, Fritillaria messinese, Salvia a foglie crespe, Limonium di capo Alì. Quest’ultimo da tempo è stato scelto come simbolo dell’orto botanico poichè si tratta forse pianta più rara salvata grazie all’attività della struttura. acquisto di attrezzature tecniche volte alla propagazione in vitro delle piante (micropropagazione) e poi del materiale che serve a caratterizzare il dna nella struttura». Le cultivar da salvaguardare sono state scelte pescando dall’elenco stilato dall’assessorato regionale all’Agricoltura. Si tratta di dieci specie a rischio di estinzione di pesco (tra cui il Lillo, la Merendella, la Saporita e la Striciata), tre di albicocco (San Giovanni, Varvazza, Balistreri) e due di susino (Cirasola, Oro fino). «Il motivo della scomparsa è semplice - spiega Di Ganci - il mercato seleziona cultivar in base alla produzione, alla resistenza alle malattie e alla selezione del consumatore che spesso tralascia la qualità a prodotti che si presentano meglio. Questo non significa che siano meno buone o di qualità». ZOOM Olio Sicilia, il Ministero dice si PUBBLICATO SULLA GAZZETTA UFFICIALE IL DISCIPLINARE DI PRODUZIONE. ECCO LE CULTIVAR PER OTTENERE L’IGP Palermo. Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha pubblicato sulla gazzetta ufficiale (n.260 dell’8 novembre 2014) il disciplinare di produzione necessario a far riconoscere ad un olio prodotto nell’isola l’igp “Sicilia”. A presentare la richiesta era stata l'Associazione per la tutela dell'olio extravergine di oliva di Sicilia. L'indicazione Geografica Protetta "Sicilia", è riservata all'olio extra vergine di oliva ottenuta dalle cultivar Aitana, Biancolilla, centonove pagina 22 Bottone di gallo, Brandofino, Calatina, Cavalieri, Cerasuola, Crastu, Erbano, Giarraffa, Lumiaru, Marmorigna, Minuta, Moresca, Nasitana, Nerba, Nocellara del Belice, Nocellara etnea, Nocellara messinese, Ogliarola messinese, Olivo di Mandanici, Piricuddara, Santagatese, Tonda iblea, Vaddarica, Verdello, Verdese, Zaituna e loro sinonimi. La raccolta delle olive destinate alla produzione deve essere effettuata nel periodo compreso tra il 1° Settembre e il 30 Gennaio dell'anno successivo. La produzione unitaria massima consentita, non puo' superare la quantita' di 100 quintali di olive per ettaro. La raccolta deve avvenire direttamente dalla pianta, manualmente o con mezzi meccanici. E' vietato l'uso di prodotti cascolanti o di abscissione. La resa massima delle olive in olio non puo' superare il 24%. economia 14 Novembre 2014 PALERMO. Il governatore Crocetta vola in Qatar. A discutere di accordi commerciali e infrastrutture «Ammirati» arabi La Perla Ionica di Acireale, e il “Brand Italy”a Doha calamitano l’attenzione del Medio Oriente. Ecco cosa bolle in pentola, e chi è Sami Ben Abdelaali, il registe dell’operazione La conferenza di presentazione di “Brand Italy” a Doha, in Qatar, sulle prime pagine dei media locali DI ALESSIO CASPANELLO PALERMO. Il presidente della regione Rosario Crocetta torna da Doha, capitale del Qatar, con una valigia piena di promesse, progetti e buone intenzioni. Volato in medio oriente insieme al presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone (ma anche con il deputato del Pd Bruno Marziano, il senatore Beppe Lumia, e il presidente della fondazione Federico II Francesco Forgione), Crocetta ha presenziato all’inaugurazione di un comparto da 1600 metri quadrati dedicato alle aziende siciliane che sorgerà all’interno del 95mila metri quadrati del mega centro commerciale Alhzam, che sarà inaugurato alla fine dell’anno. Una “liaison”, quella tra la Sicilia ed il mondo arabo, che sembra destinata a dare i suoi frutti in un futuro non troppo lontano. LA PERLA TESTA DI PONTE. Arrivati da conquistatori più di mille anni fa, oggi gli arabi tornano in Sicilia. Senza scimitarre, ma col potere dei petroldollari. La “testa di ponte” degli affari mediorientali nell’isola è stata l’acquisizione, da parte sceicco Hamed Al Hamed dell’albergo La Perla Ionica di Acireale. L’esponente della famiglia reale di Abu Dhabi negli Emirati arabi, ha messo sul piatto 130 milioni di euro per l’operazione: 35 milioni per l’acquisto, altri cinquanta per la ristrutturazione e il resto per il rilancio della struttura. Metà dei cinquanta milioni necessari al ripristino totale dell’albergo arriveranno grazie ad un cofinanziamento europeo e ministeriale: 24 milioni di euro ai quali attingere fondi europei per l’industria e il turismo. E’ il rimo passo in direzione di accordi commerciali tra gli stati arabi e la Sicilia. Gli altri? VOLONTA’ E...SAUDITA. La prima delle intenzioni è quella di intensificare i collegamenti aerei. I contatti tra Crocetta e lo sceicco che ha finanziato il centro commerciale sceicco Mohammed Al Emadi, durante la due giorni (dal 10 al 12 novembre) dedicata all’inaugurazione dello stand italiano all’interno del centro commerciale, hanno previsto anche l’inaugurazione di una rotta aerea Palermo-Doha durante i finesettimana. Chi è andato in Qatar in rappresentanza delle aziende siciliane? Oltre cento aziende, spiegano dalla regione, divise per settori merceologici: agroalimentare, bio, sistema casa, artigianato e moda. A fare la parte del leone sono state le aziende del settore agroalimentare: la regione ne ha ammesse a partecipare ben venti, poi il settore moda con sette, quello artigianato con dieci aziende, e il settore casa con altrettante imprese. LA REGIA. regista dell’operazione di scambi tra stati arabi e Sicilia è Sami Ben Abdelaali, già console in Sicilia in rappresentanza del dittatore tunisino deposto due anni fa Ben Alì, e oggi esperto per l’internalizzazione della Regione Siciliana. residente a Palermo e con doppia cittadinanza italo-tunisina, dal 2010 collabora con l’Ars nei rapporti tra Sicilia e paesi arabi che s’affacciano sul mediterraneo. Che quella della Sicilia per la Tunisia non sia un’infatuazione passeggera lo conferma la laurea Honoris causa che l’università di Messina stava per dare a Ben Alì poco prima che il dittatore fosse defenestrato. La delibera è stata ritirata in tutta fretta dopo i fatti della “primavera araba”. ZOOM Messina, il deserto NESSUNA IMPRESA INVITATA IN MEDIORIENTE, MA NEMMENO A LONDRA, KIEV E MILANO. SI SALVA SOLO LA PROVINCIA. A STENTO. ECCO PERCHÈ MESSINA. E Messina? A casa. A leccarsi le ferite. Mentre Palermo, Agrigento, Acireale, Caltagirone ma anche Menfi, Chiaramonte Gulfi, Castelvetrano, Partanna e Comiso, sono città che si fregiano di aziende ammesse dall’assessorato alle Attività produttive a partecipare a “Brand Italy” a Doha nell’inaugurazione del mega centro commerciale arabo il 10 novembre, di Messina città non c’è una sola impresa, e della provincia solo due aziende, entrambe di santo Stefano di camastra e tutt’e due produttrici di ceramiche artistiche: la Pippo Torcivia e la Nigrone Srl Serravalle. Il resto? Un deserto. Non è la prima volta. Anzi, è la regola. A febbraio, a Kiev, si è svolta la fiera “Interior Mabel” dedicata alla casa: delle dodici centonove pagina 23 aziende selezionate dal dipartimento alle attività produttive ce ne sono di Mascalucia e san Giovanni gemini, ma nessuna di Messina. Ancora una volta il “salvagente” arriva dalla provincia: la Regione infatti ha invitato la Nuova Porta Imic di Torrenova. Stessa solfa a Londra, capitale inglese nella quale a metà aprile si è tenuta la manifestazione Manifestazione Natural e Organic Products: quindici aziende ammesse dal bando emanato dall’assessorato alle Attività produttive e nessuna di Messina: Tocca alla provincia tenere alto ancora una volta l’onore, con la Fratelli caprino di Sinagra, che porta nella City londinese nocciole, mandorle, pistacchi e frutta secca biologica. E non cambia nemmeno passando a settori merceologici diversi. Per “Super Pitti Immagine”, fiera di Milano di fine settembre dedicata alla moda, dalla Sicilia sono selezionate otto aziende. Palermo fa la parte del leone, c’è persino Valguarnera caropepe, manca, come sempre, Messina, e stavolta anche la sua provincia. Una preoccupante conferma della desertificazione produttiva della città, che da anni avanza inesorabile. (A.C.) 14 Novembre 2014 economia DIBATTITI INTERNAZIONALI. Tre Exit strategy per uscire dalla crisi Euro, disastro da archiviare Tra le ipotesi anche quello di consentire a Grecia, Portogallo, Spagna e Italia di uscire dall’euro. Pro e contro di una divisione tra Nord e Sud con Germania e paesi satelliti che fanno la parte del leone DI MAURIZIO BALLISTRERI MESSINA. Nel mentre la politica italiana rischia di impantanarsi nelle sabbie mobili dello scontro sociale e dello stallo istituzionale, lo scenario economico globale va evolvendosi e, con esso, quello europeo. Se gli Stati Uniti, utilizzando l’immissione massiccia di liquidità monetaria nel sistema economico da parte della Federal Reserve voluta da Obama, stanno ormai superando la recessione conseguente alla crisi bancaria del 2008, l’Europa non mostra i segni neppure di una timida ripresa della sua economia, con una stagnazione che riguarda anche la Germania. Rispetto a questo quadro socioeconomico le “misure non convenzionali” annunciate dal presidente della Banca Centrale Europea Mario Draghi, in concreto l’acquisto di titoli di Stato dei Paesi dell’Eurozona, appaiono timide e insufficienti, mentre non può che destare sconcerto l’ipotesi attribuita alla Merkel, di porre il patrimonio immobiliare degli italiani, in quanto superiore a quello dei tedeschi, a garanzia del debito sovrano, dopo la patrimoniale permanente del governo di Mario Monti, che ha colpito soprattutto i piccoli proprietari. Si discute, finalmente, apertis verbis, di archiviare il disastro dell’euro, una moneta forte che ha distrutto le esportazioni e che è stato introdotta illuministicamente, senza tenere conto dei differenziali delle economie degli Stati che hanno deciso di adottarla, come ha avuto modo di spiegare bene di recente Giorgio La Malfa, presentando a Messina, su invito dell’Ordine degli Avvocati, il libro su “Cuccia e il segreto di Mediobanca”. Adesso si vuol correre ai ripari, ipotizzando tre exit strategy: consentire ai paesi mediterranei, Grecia, Portogallo, Spagna e Italia in primo luogo, di uscire dall’euro, cosa non prevista nei Trattati, che potrebbe provocare gravi conseguenze sulla tenuta dei loro istituti di credito e dei debiti sovrani; dividere l’Eurozona in Nord e Sud, con la Germania e i suoi paesi “satelliti”, Olanda, Austria e Finlandia, che creano un euro forte del Nord Europa, rispetto ad uno svalutato del Sud e degli altri Stati dell’Eurozona; ritiro dall’euro della Germania che torna al marco unilateralmente. Quest’ultimo, dai rumors proveniente da Berlino e da Bruxelles, sembrerebbe quello più probabile già addirittura nel 2015, con l’abbandono da parte tedesca delle velleità da “Quarto Reich” finanziario. In Italia, alla diffusione di queste notizie, subito le vestali della moneta unica sono insorte, come se l’euro non avesse concorso in modo decisivo all’impoverimento dei cittadini italiani, alla perdita di potere d’acquisto, alla disoccupazione ormai di massa, allo smantellamento del Welfare State, all’aumento della pressione fiscale e alla generale insicurezza sociale. Dal 1997, quando l’Italia rivalutò la lira per agganciarla all’Ecu (condizione impostaci per l’ingresso nell’euro) la produzione industriale italiana è scesa del 25%, mentre nello stesso periodo considerato la produzione industriale della Germania è aumentata del 26%. Dall’entrata in vigore dell’Euro il saldo positivo della bilancia dei pagamenti della Germania è uguale a quello negativo dei paesi mediterranei come Spagna, Italia, Grecia, Portogallo, Irlanda, Cipro. Si è verificato, in buona sostanza, un gigantesco trasferimento di ricchezza dall’Europa, Francia compresa, verso la Germania, con un gioco a somma zero per l’Eurozona. E allora, bisogna, aprire subito un negoziato in Europa per archiviare l’euro e restituire la sovranità monetaria ai singoli Stati, che significherebbe per la nostra economia poter utilizzare la svalutazione competitiva di un tempo, unita alla tradizionale creatività di imprenditori e lavoratori italiani, per tornare ai primeggiare nel mercato globale. Con buona pace dei monetaristi e dei fautori della eventuale “dittatura” della Troika, quella formata da Fondo Monetario, Unione europea e Banca centrale europea. SVILUPPO E TRASPARENZA Nasce l’osservatorio del centro Pio La Torre PALERMO. Il Centro Pio La Torre ha costituito l’Osservatorio per lo sviluppo e la trasparenza: fondi europei, investimenti pubblici e coesione sociale. L’Osservatorio nasce con l’obiettivo di rendere trasparente ogni azione economica finalizzata allo sviluppo della Sicilia contribuendo al contrasto di ogni nefasto connubio con centri di potere occulto, illegale e mafioso. A costituire il gruppo di lavoro esperti, professori e analisti che lavoreranno alle tre aree tematiche in cui è suddiviso l’Osservatorio: Fondi Strutturali (FESR, FSE, PSR); Sicilia – Mediterraneo (flussi di spesa, distretti produttivi, etc..); Marginalità, coesione sociale e sviluppo (neet, giovani, etc..), pubblicando un report periodico. A far parte di ciascuna area tematica saranno: Fondi Strutturali: Antonio Bacarella, Pietro Columba, Roberto D’Agostino, Renato D’Amico, Enzo Fazio, Alfio La Rosa, Gina Marino, Giuseppe Provenzano, Emanuele Villa. Sicilia-Mediterraneo: Mimma Argurio, Tino Cutugno, Renato D’Amico, Giovanni Frazzica, Salvatore Sacco Marginalità: Adam Asmundo, Beppe Citarella, Enzo Fazio, Rocco Sciarrone. centonove pagina 24 14 Novembre 2014 economia TERMINI IMERESE. La società con capitali brasiliani pronta a produrre citycar Lo stabilimento in...Grifa “Nulla osta” da parte del ministero dello Sviluppo economico, via libera dai sindacati: restano le perplessità sulla solidità finanziaria dell’impresa. Con capitale sociale da 10mila euro DI ALESSIO CASPANELLO PALERMO. Forse la terza sarà la volta buona, per lo stabilimento ex Fiat di Termini Imerese, per tornare a produrre automobili. Dopo il miraggio “sunny car in a sunny region”, le auto ad energia solare promesse dal finanziere agrigentino Simone Cimino in collaborazione con l’indiana Reva, dopo l’illusione da parte dell’abruzzese Massimo Di Risio di venire in Sicilia ad assemblare i pezzi provenienti dalla Cina e mettere sul mercato le vetture col marchio Dr Motors, ecco che all’orizzonte appare la Grifa, acronimo di Gruppo Italiano Fabbrica Automobili. Il via libera all’operazione è stato dato a Roma, dall’incontro tra sindacati (Fim, Fiom e Uilm) col viceministro dello Sviluppo economico Claudio De Vincenti, che ha dato rassicurazioni sulla solidità finanziaria dell’impresa che dovrebbe insediarsi nello stabilimento. Stabilità garantita dalla partecipazione della banca brasiliana BRJ (Banco de Rio de Janeiro) al finanziamento del progetto: sette modelli di minicar e citycar su due piattaforme, per le quali Grifa ha intenzione di mettere sul piatto 25 milioni di euro di investimenti. La componentistica (motorie, trasmissione, chassis ed elettronica) proverrà dalle stesse aziende che foniscono alla Fiat i pezzi per la nuova Panda. Il cronoprogramma? Entro il primo trimestre del 2016 sarà terminata la fase di progettazione e sviluppo, subito dopo la produzione della cosiddetta pre serie, per passare nel secondo semestre alla produzione di serie. Entro il 2018 previsto l’assorbimento di 760 lavoratori. Uno “scadenzario” ambizioso per un’azienda, la grifa, il cui sito internet è di una sola pagina (ma traducibile in cinque lingue) che riportano solo una dichiarazione d’intenti e nient’altro: costruire la prima automobilina elettrica “plug-in”, ricaricabile cioè dalle normali prese domestiche. I dubbi? al solito: sostenibilità finanziaria dell’impresa. A possedere il 100% di azioni della grifa, infatti, è la Energy Crotone 1 (di Bolzano), azienda fotovoltaica con diecimila euro di capitale sociale che si è impegnata per venticinque milioni di liquidità. LEGALMENTE AZIENDA SANITARIA PROVINCIALE DI PALERMO AVVISO ESITO DI GARA Si comunica che, con deliberazione n.239 del 09.10.2014, questa Azienda ha aggiudicato definitivamente la procedura per la fornitura di presidi specialistici per odontoiatria suddivisa in 25 lotti per un periodo pari a tre anni. L’importo complessivo di aggiudicazione ammonta ad Euro 169.926,96 oltre I.V.A.. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito internet:www.asppalermo.org. Il Direttore U.O.C. Provveditorato Avv.to Fabio Damiani SETTIMANALE DI POLITICA, CULTURA, ECONOMIA PUBBLICA GLI AVVISI ED ESITI DI GARA D’APPALTO SU CENTONOVE PER CONTATTARE LA REDAZIONE CHIAMA I SEGUENTI NUMERI: 090.9430208 - 9430206 fax 090.9430210 - 090.9430211 RICHIEDI PREVENTIVI ANCHE VIA E-MAIL A: [email protected] centonove pagina 25 14 Novembre 2014 economia QUI EUROPA. Il calo del 12 per cento dei prezzi fa scattare l’allarme della Coldiretti. Colpa della crisi e del maltempo Inflazione, il crollo di frutta e verdura DI SALVATORE CIFALÀ Sono i vegetali freschi a far segnare il maggior crollo dei prezzi, con un calo del 12% al consumo con effetti che sono molto piu’ pesanti sulle imprese agricole, ma anche sui consumatori, con gli acquisti che sono scesi per la frutta e verdura ben al di sotto del livello minimo raccomandato dal Consiglio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, di almeno 400 grammi per persona al giorno. E’ l’allarme lanciato dalla Coldiretti sulla base dei dati Istat relativi all’inflazione a giugno che, con un calo per l’alimentare dello 0,6 per cento, evidenziano i pericolosi effetti della spirale deflazione e consumi sulla tavola degli italiani. Il consumo di frutta e verdura degli italiani è sceso al minimo dal 2000 perché le famiglie sono state costrette a tagliare gli acquisti e a mettere oltre 100 chili di ortofrutta in meno in media nel carrello nel l 2013, ma la situazione sottolinea la Coldiretti - si è aggravata pesantemente nel primo semestre di quest’anno per l’effetto congiunto della crisi economica e del maltempo. Nel CONSUMATORI corso del 2013 - spiega la Coldiretti sono state acquistate complessivamente dagli italiani 7,8 milioni di tonnellate di ortofrutta con una netta prevalenza della frutta con 4,2 milioni di tonnellate sulla verdura che è scesa a 3,6 milioni di tonnellate. La Coldiretti è impegnata in una operazione di rilancio dei consumi della frutta e verdura di stagione durante l’estate e presenterà al Governo una serie di proposte per interventi che diano al settore migliori prospettive per il futuro. In particolare Coldiretti chiede una corretta riconversione varietale; il coordinamento unico per l’immissione TURISMO GASTRONOMICO Fondo di garanzia per i mutui Vademecum de “Il Sole a tavola” Con la stipula del Protocollo d’intesa tra il Mef e l’Abi, è stata data attuazione al nuovo fondo di garanzia per i mutui per la prima casa. Il fine è quello di offrire ai cittadini garanzie per l’accensione di mutui ipotecari per l’acquisto, ovvero per l’acquisto e per interventi di ristrutturazione e accrescimento di efficienza energetica, di unità immobiliari da adibire ad abitazione principale prima casa (escluse le categorie catastali A1, A8 e A9). La garanzia è concessa nella misura massima del 50 per cento della quota capitale per mutui di importo non superiore a 250 mila euro. Ne può fare richiesta chi non è già proprietario di altri immobili ad uso abitativo. Il fondo è destinato a giovani coppie (dove almeno uno dei due non ha superato 35 anni), nuclei familiari monogenitoriali con figli minori, giovani di età inferiore ai 35 anni titolari di un rapporto di lavoro atipico, conduttori di alloggi di proprietà degli IACP. La domanda va presentata direttamente alla Banca aderente all’iniziativa. Avv. Francesco Suria PALERMO. Presentato al Servizio turistico di Palermo il libro edizioni d’arte Kaos “Il Sole a tavola - Il patrimonio agroalimentare in Sicilia”, presente oltre gli autori - l’agronomo Marilù Monte e l’ingegnere Stefania Petrotta - anche Alessandro Rais, dirigente Generale del Dipartimento Turismo, Carlo Ottaviano, giornalista gastronomico del Gambero Rosso e Maurizio Scaglione Presidente della Commissione marketing della Camera di Commercio di Palermo. Questo volume offre un prontuario dei principali prodotti ortofrutticoli siciliani e ne elenca proprietà nutrizionali e curative, dati tecnico scientifici, nozioni sulla stagionalità e coltivazione nonché curiosità legate al loro uso e alla tradizione. Se è vero, quindi, che l’alimentazione racconta più di ogni altra cosa, cultura, clima e geografia di un territorio ecco che questo libro diventa uno strumento di viaggio alla scoperta dell’Isola, attraverso storia e origini di quelli che sono gli ingredienti della maggior parte dei nostri piatti. Completano, il testo, numerose e gustose ricette delle tradizione siciliana ed un particolare riferimento alla pratica dell’orto in balcone. del prodotto sul mercato; la regolamentazione del sistema degli sconti e delle vendite sottocosto nella grande distribuzione organizzata; la regolamentazione sul commercio in materia di confezionamento che riduca i costi evitando il moltiplicarsi di formule diverse; lo sviluppo di fondi mutualistici per affrontare le situazioni eccezionali; la progettazione di nuove forme assicurative multirischio che comprendano le situazioni di crisi; l’esclusione della frutta più facilmente deperibile dal sistema del libero servizio nella Gdo. BORSE DI STUDIO SCUOLE Così i premiati di Caronte&Tourist MESSINA. Anche quest’anno i saloni del Grand Hotel De la Ville ospiteranno la manifestazione di consegna dei Premi allo Studio offerti da Caronte & Tourist ai migliori diplomati delle scuole superiori di Villa San Giovanni. L’iniziativa, alla sua quinta edizione e organizzata con l’Amministrazione Comunale di Villa, prevede l’assegnazione di 10 borse di studio di 2.000,00 euro ciascuna a tre diplomati dell’Istituto “Nostro-Repaci”, due dell’Istituto Tecnico Commerciale, due dell’IPSIA “Enrico Fermi” e tre del Professionale Alberghiero. La selezione degli studenti da premiare è stata effettuata da un’apposita commissione composta dall’amministratore delegato della Caronte & Tourist, Antonino Repaci; da Marco Santoro, delegato dal sindaco di Villa Rocco La Valle; da Maria Grazia Richichi, presidente della commissione pari opportunità del comune villese; dai docenti e dirigenti scolastici Maria Adelaide Barbalace, Antonietta Barbaro, Maristella Spezzano, Graziella Ramondino e Antonino Cotroneo; dal parroco della chiesa di Maria SS.ma di Porto Salvo, Antonio Carfì e dalla rappresentante degli studenti, Maria Postorino. NOTIZIE DAI CONSULENTI DEL LAVORO Assunzioni di giovani, domande per l’incentivo L’Inps riconosce un incentivo per l'assunzione d'iscritti al programma Garanzia giovani. Per le avviamenti effettuati dal 10 ottobre 2014 al 30 giugno 2017, infatti, è possibile inviare on line all’Istituto, anche tramite i Consulenti del lavoro quali intermediari abilitati, una richiesta preliminare d’ammissione all’incentivo. La verifica del diritto avverrà in base al criterio dell’ordine cronologico di presentazione delle domande. Nell’istanza va indicato il lavoratore nei cui confronti è intervenuta o potrebbe intervenire l'assunzione (a tempo indeterminato o a termine), oppure la trasformazione a tempo indeterminato di un precedente rapporto a termine, oltre alla regione e alla provincia di svolgimento della prestazione lavorativa. L'incentivo è rivolto alle assunzioni di disoccupati a tempo indeterminato o a termine (almeno 6 mesi), aventi un'età tra i 16 e i 29 anni ed iscritti al programma nazionale “Garanzia giovani”. Il bonus va da 1.500 a 6.000 €, andrà conguagliato sui contributi dovuti all’Inps e non è cumulabile con altri incentivi economici o contributivi. Quindi, prima di procedere, è consigliabile valutare gli effetti relativi ad altre agevolazioni (es. lavoratori in mobilità, legge n.407/90 per disoccupati di lunga durata, norma che peraltro è in previsione di scadenza al 31.12.2014). La concessione dell'incentivo soggiace ai principi generali in materia di agevolazioni stabiliti dalla legge Fornero, nonché alla regolarità contributiva (Durc), alla regola de minimis, oltre all'osservanza delle norme sulla sicurezza lavoro e al rispetto di accordi e contratti collettivi nazionali, nonché territoriali e aziendali. La domanda deve essere inoltrata avvalendosi esclusivamente del modulo d'istanza online «GAGI», disponibile all'interno dell'applicazione «DiResCo - Dichiarazioni di Responsabilità del Contribuente», sul sito www.inps.it. Il modulo è accessibile seguendo il percorso «servizi on line», «per tipologia di utente», «aziende, consulenti e professionisti», «servizi per le aziende e consulenti» (autenticazione con codice fiscale e pin), «dichiarazioni di responsabilità del contribuente». L’Inps verifica requisiti e disponibilità ed il datore, entro i 7 giorni lavorativi successivi alla ricezione della comunicazione positiva dell'Istituto, deve (se ancora non l'ha fatto) effettuare l'assunzione, o trasformare il rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Poi ha 14 giorni per comunicarla all’Inps. centonove pagina 26 poster 14 Novembre 2014 MURALES DI UMANITÀ VARIA MESSINA. Nelle città dello Stretto focus sul cinema arabo indagando il tema Mediterraneo in Costituzione Horcynus, Tunisia mon amour Appuntamento conclusivo il 6 dicembre con il Premio Horcynus Orca ai movimenti civici tunisini e il concerto dei Fratelli Mancuso con l'Orchestra del Cilea. Obiettivo: raccontare una rivoluzione in corso MESSINA. Era stata annunciata nel corso della sessione estiva e adesso arriva, a cavallo dello Stretto, l'edizione invernale dell’Horcynus Festival, il focus sulla sponda sud del Mediterraneo dell'appuntamento dedicato alla sintesi dei percorsi di ricerca promossi dalla Fondazione Horcynus Orca, tra economie sociali e solidali, finanza etica e produzioni estetiche del Mediterraneo. Non cambia il tema portante di questa edizione 2014, Mediterraneo in Costituzione, che indaga a partire da un osservatorio privilegiato: la Tunisia, Paese ospite del festival. “Siamo giunti al secondo anno dell'edizione invernale dell'Horcynus Festival – sottolinea Gaetano Giunta, presidente della Fondazione Horcynus Orca – un appuntamento pensato e costruito affinché i programmi di ricerca avviati nel corso dell'anno abbiano un importante impatto educativo sui nostri territori. Non a caso questa edizione è stata progettata insieme all'Università Mediterranea di Reggio Calabria e ad alcune scuole superiori dell'area dello Stretto di Messina. Saranno centinaia i ragazzi e i giovani che avranno la possibilità di incontrare intellettuali, protagonisti, testimoni di quelle aree del Mediterraneo così fortemente tormentate, dove in modo frammentato si sta consumando una sorta di terza guerra mondiale, ma che d'altra parte costituiscono anche un laboratorio straordinario, e spesso senza voce in Occidente, di costruzione di speranze di liberazione e di futuro. Non è un caso quindi – conclude Giunta – che il Paese ospite sia la Tunisia e che il Premo Horcynus Orca 2014 venga assegnato ai movimenti civili tunisini protagonisti nel 2011 della rivolta e poi della costruzione Erfan Rashid Gaetano Giunta della prima Costituzione democratica dell'area”. Quella tunisina, infatti, è la prima e al momento unica Costituzione democratica laica nata dalle macerie della Primavera Araba. Un punto d'approdo che l'Horcynus Festival invernale vuole ricostruire, a partire dallo sguardo offerto dalla cinematografia araba e mediterranea su tutta la regione mediorientale, con la sezione “Mare di Cinema Arabo”, diretta da Erfan Rashid. Martedì 11 e mercoledì 12 novembre nell'Aula Magna della Facoltà di Architettura dell'Università Mediterranea di Reggio Calabria si è parlato di Iraq, Kurdistan e Libano attraverso alcuni cortometraggi. A inquadrare le pellicole il direttore artistico della sezione nonché direttore del programma arabo del Dubai Film Festiva, il giornalista curdo-iracheno Erfan Rashid. L'Horcynus Festival si è poi spostato al Teatro Politeama Siracusa di Reggio Calabria per incontrare gli studenti dell'Università per Stranieri “Dante Alighieri”. Venerdì 17, invece, l'Horcynus Festival si trasferisce al Cinema Apollo di Messina per l'incontro coi ragazzi delle scuole superiori, ai quali verrà proposto, nell'ambito della giornata dedicata alla Tunisia, Ya Man Aach (Campa cavallo) di Hinde Boujemaa (Tunisia, 2013), un film ambientato a Tunisi nel 2011 sul quale il pubblico si confronterà con la regista tunisina. A seguire verrà proiettato il docufilm Wooden Hand (Mano di legno) di Kaouther ben Haniya (Tunisia/Francia, 2013). “Nel nostro piccolo, tra Messina e Reggio Calabria, stiamo facendo un grande lavoro, un capitolo – conclude Erfan Rashid, direttore artistico della sezione Mare di Cinema Arabo dell'Horcynus Festival – di un discorso iniziato quando non si sentiva parlare di rivoluzione. Fin da allora l'Horcynus Fest segnalava le forze in movimento, quelle dei giovani che nel 2011 sono sfociate nello tsunami che ha travolto le dittature. Una rivoluzione che ancora non si è fermata e continuerà a produrre effetti non sempre positivi. Ma un cambiamento c'è stato e lo spauracchio della dittatura nelle menti dei cittadini è caduto, anche se purtroppo scorrerà ancora molto sangue, perché, citando il Premio Nobel egiziano, le rivoluzioni le fanno i folli ma se ne appropriano gli altri, come è accaduto in Egitto. Il ruolo di Mare di Cinema Arabo in questo quadro – aggiunge – è quello di raccontare attraverso la cinematografia cosa sta accadendo. E mi sento di dire che anno dopo anno, mese dopo mese, stiamo costruendo un muro contro l'ignoranza di queste realtà troppo spesso sconosciute in Occidente. Un muro su cui si può disegnare una speranza verso un futuro migliore”. È in questa cornice che si inseriscono i due eventi speciali dell'Horcynus Festival, entrambi in programma per la serata conclusiva, quella del 6 dicembre al Teatro Politeama Siracusa di Reggio Calabria: la consegna del premio Horcynus Orca ai movimenti civici per la Costituzione democratica in Tunisia e il concerto dei Fratelli Mancuso insieme all’Orchestra del Teatro Comunale Francesco Cilea diretta dal Maestro Dario Siclari, una produzione musicale Horcynus Orca. centonove pagina 27 ACCADDE OGGI A MESSINA A CURA DI FELICE IRRERA 1587, arriva il Gran Maestro di S.Giovanni di Gerusalemme G Il 14 novembre 1587, sabato, il Gran Maestro dei Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, con cinque triremi dell’Ordine e dodici siciliane, chiamato da Sisto V, giunse a Messina. La domenica, poi, entrato in porto con le triremi pomposamente adornate, fu salutato con grandissimi applausi da tutta la città, dalle bombarde delle rocche e delle fortificazioni. Quindi, salì sul ponte di legno elegantemente allestito, e lo stradigò D. Bernardino Gusman e il senatore della settimana Pietro Faraone, l’uno a destra, l’altro a sinistra, lo fecero stare al centro e, preceduti dalla schiera degli uomini più illustri, lo accompagnarono alla reggia. (P. Samperi, “Messana Illustrata”, vol. I, libro VI). 1905, l’assessore trasferisce la parrocchia S.Giacomo GIl 14 novembre del 1905 così annota Gaetano La Corte Cailler: “Stamane, di nascosto quasi, l’Assessore Arturo Lella, delegato del sindaco De Cola-Proto, trasferì la Parrocchia di S. Giacomo in S. Caterina Valverde e consegnò al Sac. Giovanni Pagano tutti gli arredi del monastero! Nel verbale, redatto da Achille Clarese, c’è detto che la Parrocchia si trasferisce perché la chiesa dell’Indirizzo è pericolante, mentre si officia sempre colà! E così l’Arcivescovo – a mezzo del Pagano – afferra tutto” (G. La Corte Cailler, Il mio diario (1903-1906), Edizioni GBM 2002). 14 Novembre 2014 posterstoria MONTALBANO ELICONA. Opera d’arte dall’origine antica legate alla lavorazione del latte Se la tuma va al trotto Resistono i cavallucci dei casari-artisti sui Nebrodi. Piccole produzioni anche a Floresta, Mistretta e San Mauro Castelverde per incantare gli occhi e il palato. La loro storia DI GIUSEPPE PANTANO MONTALBANO ELICONA. È naturalmente legata a una società di tipo pastorale la lavorazione del latte secondo tecniche che la tradizione tramanda da secoli. Sui Nebrodi, in particolare nel centro montano di Montalbano Elicona e in quelli dell’area circostante, come Basicò o Floresta, il derivato più tipico del latte vaccino è la provola, un formaggio di particolare pregio, piriforme ed a pasta filata semidura. In questo campo si può ben dire che Montalbano goda di una certa notorietà, tant’è che a Messina o in provincia, anche quella prodotta in altri luoghi viene spesso spacciata come “provola di Montalbano”. La stessa cosa accade per il pane e non vi è a tutt’oggi - come sarebbe auspicabile - un marchio che ne tuteli la denominazione d’origine. Proprio nell’ambito di tale lavorazione era molto diffusa, sino a qualche tempo addietro, la fabbricazione di piccole forme figurate, le più comuni delle quali raffiguravano dei rubicondi e stilizzati cavalli, chiamati, traducendo dal dialetto galloitalico del luogo, “cavallucci di tuma” (dove “tuma” è un francesismo giunto in Sicilia con i Normanni e vocabolo ancora presente in Piemonte, dove si producono dei piccoli formaggi chiamati, appunto, “tomini” ). Ovviamente, non tutti coloro che producevano le provole erano in grado di realizzarli, ma solamente alcuni con più spiccate attitudini creative, dei veri e propri casari-artisti. FOLKLORE E GUSTO. Al giorno d’oggi, queste lavorazioni “speciali” sono quasi scomparse: se ne conoscono piccole produzioni attualmente realizzate nella vicina Floresta, ma anche a Mistretta, sui monti Nebrodi, a San Mauro Castelverde, sulle Madonie, tutti paesi montani nei quali qualche volenteroso appassionato li produce ancora, più spesso per mostre di prodotti tipici e slow-food. I “cavallucci”, anche se ora gli viene riconosciuto un valore di rappresentanza folkloristica, hanno in realtà una lunga tradizione alle spalle con una storia tutta da scoprire. Sono stati segnalati in passato da insigni studiosi come l’etnoantropologo Giuseppe Pitrè, in “La famiglia, la casa, la vita del popolo Cavallucci di tuma siciliano” (Palermo, 1913) e dall’archeologo Biagio Pace nel suo “Arte e civiltà della Sicilia antica” (Roma, 1949), in cui quest’ultimo annota che «per la festa dell’Assunta a Enna la statua di San Pasquale, protettore degli armenti ovini, reca formaggini in forma di cavallucci e di daini». Anche l’antropologo Antonino Uccello, nel suo libro “Bovari, pecorari e curatuli. La cultura casearia in Sicilia” (Palermo, 1980), ha raccolto testimonianze sul mantenimento delle antiche tecniche di produzione di questo formaggio, riferendo che «nella zona dei Nebrodi è usanza antica apportare una variante alla produzione della provola, destinando la tuma alla produzione di deliziosi cacetti figurati (a forma di cavallo e di altri animali), che furono esposti alla Mostra etnografica siciliana di Palermo nel 1892». Grande estimatore e buongustaio dei “cavallucci” fu anche l’editore e critico d’arte Vanni Scheiwiller, che ne conservava un esemplare in bella vista nel suo studio di Milano. Da aggiungere anche che alcune ipotesi etimologiche farebbero risalire proprio ai “cavallucci” la controversa origine della parola “cascavaddu”, ‘caciocavallo’, voce già attestata nei documenti a partire dal 1300 in poi (la prima parte del vocabolo ineccepibilmente deriva dal latino “caseus”). STILIZZATI E NON. In quelli attualmente prodotti, benché stilizzati, sono presenti particolari veristici e ornamenti (come la sella, le redini e altri finimenti) che, insieme, offrono la possibilità di interessanti raffronti iconografici con raffigurazioni equestri di varie epoche, aprendo nuovi fronti di ricerca. I “cavallucci” sono senza dubbio delle forme artistiche molto antiche che ricordano addirittura (per rimanere in Sicilia) le figure di equidi graffite vicino alle grotte dell’Addaura a Palermo, attribuite, come è noto, al tardo Paleolitico. La tomba di Franz Cannizzaro al Cimitero acattolico Sono quindi da ritenere opere d’arte, di un’arte primitiva e popolare, se si vuole, ma la cui dignità e importanza non può certo essere messa in discussione e la cui origine si perde nel tempo: è da supporre, infatti, che al Il rettore La Galla con professoressa Eliana Napoli (foto di Sergio Fici) centonove pagina 28 posterstoria pari di statuette votive venissero offerte alla divinità pagane in rituali di ringraziamento per l’abbondanza dei frutti delle mandrie. Riti che, transitati nel culto cristiano, sono giunti sino a noi, come dimostrano la citata festa dell’Assunta di Enna e “la cavalcata dei pastori” di Geraci Siculo, nella quale «dei giovinetti a cavallo recano a mo’ di offerta colombe, cavallucci e daini che, simboli degli armenti, verranno poi benedetti in chiesa e quindi distribuiti». Come ci fa sapere il Pitrè, cui si riferisce quest’ultima citazione, i “cavallucci” non erano i soli soggetti di quest’arte, ma vi era tutto un corteo di altre figure, tra cui le forme a fiaschetta, le colombe e i daini, quelle più usuali. Se si escludono le rare raffigurazioni di oggetti d’uso e 14 Novembre 2014 qualcuna antropomorfa, sono certamente prevalenti le figure zoomorfe (cavalli, colombe e cervidi) in ossequio alla propria origine rituale legata alla fertilità degli animali. Come in tutti i riti sacrificali, le offerte venivano poi consumate e, in questo caso, esclusivi destinatari di questi “doni speciali” erano i bambini che potevano superbamente esibirli per la propria attività di gioco, non disgiunta da quella alimentare. CAVALIERI E COLOMBE. Bisogna anche aggiungere che, secondo un vetusto e rigido rituale, mentre i “cavallucci” erano destinati ai maschi, le “colombe” erano di assoluta prerogativa femminile, non senza ulteriori significati simbolici. Il cavallo, infatti, per i fanciulli è sempre stato l’oggetto del desiderio sin dai tempi più remoti e il mezzo di trasporto più prestigioso e nobile dell’antichità. Legato all’immagine dei cavalieri, alle imprese eroiche della cavalleria di ogni tempo, il cavallo è pertanto simbolo forte dell’identità maschile. Altrettanto chiara nel suo simbolismo è la colomba, donata alle fanciulle, animale evocatore di dolcezza e di purezza, il cui richiamo religioso, all’Annunciazione e allo Spirito Santo, è altrettanto evidente. Inoltre, la colomba è il simbolo universale della pace e della speranza: fu il primo animale a scendere dall’Arca di Noè, portando nel becco un ramoscello di ulivo (altro simbolo di pace) per annunciare la fine del diluvio. Quindi il “cavalluccio” ha svolto nel tempo una quadruplice funzione – votiva, simbolica, ludica e alimentare – ma purtroppo, come si può intuire, si trattava di un’arte effimera, destinata a durare poco proprio per il suo uso commestibile che concludeva il suo percorso con il “consumo dell’opera d’arte”. Di essa, così, finite le sue funzioni, non ci rimane più niente. Forse solo l’ammirazione per un’arte antica e inimitabile o forse solo il privilegio di giochi infantili vissuti con il gusto sapido dei “cavallucci”. ON LINE I formaggi che raccontano la storia TORINO. I formaggi tipici della Sicilia finalmente valorizzati da un progetto che contribuisce a salvaguardarne la biodiversità. Da adesso sono anche facili da trovare, grazie la vendita online. Al salone del Gusto di Torino ha infatti preso il via la fase finale del progetto europeo di Cooperazione Transfrontaliera nel Mediterraneo “Lactimed”, finanziato dall’Ievp (Instrument Européen de Voisinage et de Partenariat) grazie al quale Francia, Tunisia, Egitto, Grecia, Libano e Italia si confrontano sulle produzioni lattiero-casearie, con lo scopo di potenziare produzione e distribuzione. E tutto ciò grazie a Sicilian roots, progetto ideato da Slow Food, partner di Lactimed, che ha individuato nel team di Le Trazzere del Gusto - un selezionatore di prodotti di qualità siciliani - le competenze necessarie per far conoscere al pubblico i formaggi di produzioni limitate. Le Trazzere del Gusto avrà il compito di proporre mese per mese, in base alla stagionalità dei prodotti, una diversa selezione delle eccellenze casearie comprese nel progetto, riunite in plateaux, ordinabili online sia al dettaglio che all’ingrosso. Grazie al progetto si potrà conservare e tramandare questo straordinario patrimonio di piacere, cultura e biodiversità, sostenendo una vera “Resistenza Casearia”. Il meccanismo del gruppo di acquisto centonove pagina 29 cosiddetto della ‘resistenza’ ha già preso il via a Torino, dove Le Trazzere del Gusto hanno presentato al pubblico le prime raccolte iniziando dai plateaux di ottobre, novembre e dicembre. Il plateau di novembre prevede: Ragusano Dop di Floridia Rosario - Modica (Rg); Vastedda della Valle del Belìce Dop dell'Az Agricola Ovini e Natura - Santa Margherita Belìce (Ag); Provola dei Nebrodi di Borrello - Sinagra (Me); Ricotta Doppio Forno del Caseificio Il Risveglio dei Nebrodi - Tortorici (Me); Provola delle Madonie al limone dell'Az. Agr. Invidiata - Collesano (Pa); Pecorino siciliano Dop dei fratelli Cucchiara - Salemi (Tp). Per ordinare un plateau è possibile visitare la pagina www.letrazzeredelgusto/lactimed. Per maggiori informazioni www.sicilianroots.com. 14 Novembre 2014 posterlibri L’INTERVISTA. A tu per tu con Guglielmo Pispisa a due mesi dal suo ultimo libro “Voi non siete qui” «La mia storia per Messina» Il primo racconto ambientato nella sua città per «partire dal reale di un ordinario quotidiano e trasformarlo in narrativa». Una sensibilità e un “orecchio” che diventa ora “caso di studio” MESSINA. A due mesi dalla pubblicazione, un nuovo appuntamento per lo scrittore messinese Guglielmo Pispisa e il suo ultimo romanzo, “Voi non siete qui” (il Saggiatore, 2014): si terrà martedì 18 novembre, alle ore 15, nella sala mostre del Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne dell’Università di Messina l’incontro intitolato “Nell’officina linguistica di un romanziere contemporaneo”, dialogo su temi di lingua e stile tra il prof. Fabio Rossi e l’autore che conclude il corso di Metodologia della ricerca linguistica italiana. Oggi, dunque, “Voi non siete qui” è affrontato anche come un “caso di studio”, dopo una presentazione che ha visto il Monte di Pietà affollato. Che bilancio traccia Guglielmo Pispisa della “performance” di questo suo quinto romanzo? “E’ ancora presto per tracciare un bilancio. Ma ho una impressione molto forte. E cioè che questo romanzo abbia suscitato particolare interesse. Per esempio, mi stanno arrivando commenti non solo da persone che conosco, ma anche da lettori sconosciuti, che mi affidano la loro ‘recensione’ personale. E che dicono cose che mi fanno riflettere”. Forse in questo coinvolgimento gioca un ruolo anche la curiosità, visto che il romanzo è ambientato a Messina e il suo protagonista, come l’autore, è un avvocato quarantenne, i luoghi sono identificati e le battute dei personaggi di “contorno” hanno il sapore della “presa diretta”? LACERTI DI LETTURE “Me lo aspettavo e devo dire che non mi fa una grande impressione. Sapevo che ambientare una storia nel ‘cortile di casa’ avrebbe portato molti a cercare di capire chi fossero davvero le persone che stanno dietro ai personaggi, chi mi avesse ispirato. E' una cosa che accade anche quando scrivi di luoghi lontani dai tuoi, figurarsi quando scrivi della tua piccola città. Chi non scrive, spesso non si rende conto di quanto l'invenzione pura conti in narrativa. Anche se parti da un contesto reale o molto somigliante al reale, come ho fatto io, tutto quel che viene dopo è una manipolazione, un tradimento della realtà, una mistificazione a fini simbolici. Mi capita che mi si dica ‘Ma quel tal personaggio è...’ oppure ‘Ma ti riferivi a quel fatto, vero?’. Ma scrivere è un’operazione più complessa di così, la realtà ti fertilizza, per così dire, ti imbeve e ti concima, ma quel che nasce dopo è fantasia. Se lo fai bene, la gente ci vede quello che conosce, ci riconosce quello che sa, adatta la tua fantasia alla sua esperienza di vita. E il risultato finale ovviamente non ha molto a che fare con persone vere e fatti veri”. Tuttavia una volta hai dichiarato che tu difficilmente vedi film o compri libri che rechino la dicitura “Basato su una storia vera”. “Si, è vero. C'è oggi purtroppo come un primato della realtà sul fantastico, nella mente di tutti, e questo un po' mi dispiace. Pare che essersi basati ‘su una storia vera’ sia una buona pubblicità, molti amano interessarsi a storie che pensano realmente accadute. Io lo trovo un poco avvilente, sminuisce il lavoro di uno scrittore. Anche perché, pure se un romanzo è tratto dalla cronaca, non sarà mai la realtà, il racconto in presa diretta della realtà, ma una versione fantastica di quel fatto di cronaca, e dunque sempre invenzione”. Ma, infine, cosa rappresenta “Voi non siete qui” per il suo autore? “Per la prima volta ho ambientato una storia nei luoghi, nel mondo nel quale sono nato e cresciuto. Avevo forse bisogno di ripartire da qui, di raccontare le cose intorno. Non credo per un'esigenza morale o civile, ma perché per la prima volta mi sentivo davvero in grado di farlo. Partire dal reale di un ordinario quotidiano e trasformarlo in narrativa, in qualcosa che possa risultare interessante, coinvolgente, significativo. LA CLASSIFICA Guglielmo Pispisa Ci vogliono una sensibilità e un ‘orecchio’ che prima pensavo di non avere e forse davvero non avevo. A un certo punto però mi sono reso conto che ci volevo provare, anzi che era l'unica cosa che avessi voglia di fare. Ero pronto, e proprio per questo non ho vissuto l'esperienza come fosse una fatica, un fardello, è venuto naturale. Una nuova fase della vita e della mia scrittura, immagino”. R.C. DI FELICE IRRERA I protagonisti delle storie (racconti o romanzi) di quest’autore, che si dedicò all’insegnamento, appartengono al mondo burocratico, scolastico o impiegatizio e sono uomini senza qualità, inconcludenti, costruiti con una prosa disadorna, talvolta con la soppressione degli stessi nessi narrativi. Con questo romanzo Fiore vinse il premio Enna Savarese e nella giuria c’erano Leonardo Sciascia, Salvatore Battaglia ed Enrico Falqui. Angelo Fiore, L’incarico, Pungitopo, pp. 192, € 16,00 Casati Modigliani Dan Brown 1Sveva La moglie magica - Sperling & Kupfer 4 Inferno - Mondadori Markus Zusak Stefano Benni 2Storia di una ladra di libri - Frassinelli 5 Pantera - Feltrinelli Tiziano Tersani Massimo Gramellini - La magia di 3straordinaria Un' idea di destino. Diari di una vita 6 un buongiorno - Longanesi Longaneri www.wuz.it FRASI CHE FANNO UN RACCONTO, DIVERSO DA QUELLO NARRATO DALL’AUTORE (A CURA DI CARMELO CELONA) Governo della ragione LA RAGIONE mette sempre i principi davanti ai sentimenti e agli istinti; per questo quasi sempre ne esce sconfitta. “I sentimenti anche i più belli, non appartengono alla filosofia. Dei sentimenti si suol dire che sono qualcosa di irrazionale. La filosofia, per contro, non solo è qualcosa di razionale ma rivendica a sé per sua natura il governo della ragione.” Non vi è pensiero scientifico senza esercizio filosofico. Senza esercizio filosofico, non c’è scoperta, non c’è futuro, non c’è avvenire, non c’è progetto. Progettare è un esercizio filosofico: il progetto è uno sguardo gettato oltre l’immediato: un’idea sul futuro. “L’energia atomica, scoperta e liberata dalle scienze, viene presentata come la potenza che deve determinare il cammino della storia. Eppure non ci sarebbero mai state scienze se la filosofia non le avesse precedute.” L’uomo progredisce di domanda in domanda. “Che cos’è filosofia? È una domanda storica in cui è in gioco il nostro destino.” Nessun ragionamento può essere un ragionamento compiuto se non si conoscono storia e fatti. Solo comprendendo il passato si può progettare bene il futuro. “Cos’è la filosofia? Cammino in direzione di una risposta alla nostra domanda, non è una rottura con la storia, non è una negazione della storia ma, al contrario, un’ appropriazione, una trasfigurazione di ciò che ci è stato tramandato.” Si comprende quando tutto ci attira, quando tutto ci stupisce. Quando il nostro cervello è carta assorbente. “Lo stupore non si trova semplicemente all’inizio della filosofia come, ad esempio, il fatto di lavarsi le mani precede un’operazione chirurgica. Il provar stupore sorregge la filosofia e la domina dall’inizio alla fine. ” Essere curiosi di tutto ci rende imprudenti e ci espone a grandi rischi. Rischi che dobbiamo correre se vogliamo provare il piacere della meraviglia. centonove pagina 30 “Lo stupore come stimolo domina da capo a piedi ogni passo della filosofia. Lo stupore è strettamente connesso a soffrire, subire, sopportare. ” La ragione deve avere come unica certezza il dubbio. Si ragiona quando il dubbio domina sulla passione. “Dubbio e disperazione da un lato, cieco fanatismo di principi non dimostrati dall’altro, si fronteggiano contrapponendosi. Paura ed angoscia si mescolano a speranza e fiducia.” Quando la ragione soccombe agli istinti, sgorgano drammi. “Sovente non basta la ragione libera da ogni influsso delle passioni, disposta alla fiducia nell’onnicomprensività logico-matematica dei suoi principi e delle sue regole.” La poesia è l’emozione della ragione: l’espressione emotiva del pensiero. “Tra pensiero e poesia regna una parentela nascosta.” Lacerti tratti da: “Che cos’è la filosofia ” - 1956 Martin Heidegger posterdibattiti 14 Novembre 2014 PALERMO NOVITA’. Ciò che inferno non è di Alessandro D’Avenia Quando aiutavoDon Pino Nel “girone” di Brancaccio il coraggio di lottare e inseguire i sogni al fianco di chi ha donato la vita per amore DI EMANUELA GIORGIANNI PALERMO 1993, non una storia di cronaca o di mafia, semplicemente la storia di 3P, Padre Pino Puglisi, un rompiscatole. “Uno che rompe le scatole in cui ti nascondi, le scatole in cui ti ingabbiano, le scatole dei luoghi comuni”. Dopo tre anni dall’ultimo romanzo, Alessandro D’Avenia è tornato con Ciò che Inferno non è. L’autore palermitano dell’acclamato bestseller Bianca come il latte Rossa come il sangue racconta, con la sua solita abilità narrativa, del suo maestro di religione al Liceo, figura che lasciò in lui un marchio indelebile. Don Pino è di Brancaccio, il quartiere di Palermo in cui alla morte di Falcone i bambini esultano “ha vinto la mafia”, ma lui per la sua gente fa di tutto, dà la vita. All’inizio dell’estate chiede a Federico, suo studente, di dargli una mano con i bambini nel tempo libero. Federico, entra, così, a contatto con la realtà dalla quale non riesce, e non vuole più separarsi. Decide allora di abbandonare il suo viaggio in Inghilterra, e restare col professore in quel mondo così lontano dal suo, dove si ritrova col labbro spaccato e senza bicicletta, dove tutti devono eseguire gli ordini di Madre Natura, ma dove incontra anche bambini pieni di sogni come lui, e Lucia, che, pur essendo immersa nella realtà, continua a cercare qualcosa di migliore, senza voler fuggire. Il ragazzo, e con lui il lettore, riesce quindi a trovare, anche all’inferno, ciò che inferno non è. Ogni parola del romanzo si rivolge direttamente al cuore di chi la sta leggendo, lo scuote, per nascondersi poi nella sua anima. Forse è proprio perché Federico ne ha una passione smisurata, ma in questo romanzo non vi è parola che non sia sentita, l’autore rende vive le emozioni dei personaggi, portandoli davanti agli occhi del lettore. Uno stile avvincente, una narrazione che si alterna tra la prima e la terza persona, due registri linguistici che a poco a poco si fondono. Ho amato particolarmente la sicilianità che permea il tutto, la descrizione della nostra terra, il “Mii” a inizio frase, le espressioni dialettali, sembra davvero di essere trasportati lì. Federico è convinto che tutti debbano avere cinque parole che esprimano il proprio essere, e quelle di questo libro potrebbero essere amore, coraggio, eroi, sogni e sorrisi. L’amore in tutte le sue forme, da quello per la propria terra a quello per gli altri, anche e soprattutto per chi non sembra meritarlo. Perché “l’inferno è perdere la libertà di amare”. Il coraggio, che non è non aver paura, ma riconoscere di averla e non fermarsi, il coraggio di Don Pino, che termina la sua vita dicendo “ me lo aspettavo”, il coraggio di Federico, di suo fratello, di Lucia. Tutti loro sono eroi, eroi che si sacrificano, sacrificare, come dice D’Avenia, nel senso di “sacrum facere” rendere sacro. Don Pino, infatti, ha reso sacre tutte le vite che gli sono venute incontro. È ancora un libro di sogni, ogni uomo, anche immerso nell’inferno, non perde la capacità di sognare, anzi assume ancora di più la forza di dare a quel sogno realtà, come dimostrano queste pagine. E sorriso, ciò che inferno non è fa sorridere anche in mezzo alle lacrime, proprio come Don Pino, che non abbandonò mai il suo sorriso contagioso, Don Pino che accoglie la morte sorridendo, e per quel sorriso il suo assassino non riuscirà più a dormire la notte. Il valore di queste parole riesce a scovare tutto ciò che inferno non è, mostra che “ci sono posti dove l’inferno non può arrivare, neanche all’inferno”. Particolare dell’immagine della copertina del libro Le medaglie di Antonio Ugo Le opere dello scultore raccontate da Spadaro e Di Carlo PALERMO. E’ stato presentato all’Archivio Comunale di Palermo, il volume “Commemorare a Palermo: le medaglie di Antonio Ugo” di Maria Antonietta Spadaro e Melchiorre Di Carlo, Edizioni Kalós. La presentazione è inserita nel ricco calendario di eventi della Settimana delle Culture. Saranno presenti gli autori. Il libro presenta il corpus delle medaglie ad oggi note, realizzate dallo scultore palermitano Antonio Ugo (1870-1950) e fa riscoprire al pubblico questi i piccoli “monumenti” in miniatura, nati per commemorare eventi e personaggi della nostra storia. Antonio Ugo si dedicò con particolare passione all’arte della medaglistica, riuscendo a creare preziose opere in una tecnica antica e indubbiamente complessa. In oro, argento e bronzo, ogni pezzo illustrato racconta episodi e figure che nei primi decenni del XX secolo, hanno segnato momenti significativi per la nostra città. Dallo studio di inediti documenti relativi a tale produzione, sono emersi anche aspetti insoliti della personalità PRESENTAZIONI Le incisioni di Francesco Sicuro per Messina MESSINA. Presentato al Feltrinelli Point Messina “Una città in architettura. Le incisioni di Francesco Sicuro per Messina” (ed. Caracol). Insieme con l’autore, l’architetto Nicola Aricò, sono intervenuti Federico Martino, Tommaso Manfredi e Luigi Giacobbe. Tra il 1767 e il 1770 Francesco Sicuro rilevò le più importanti architetture pubbliche – laiche e religiose – e le piazze “storiche” di Messina, per riprodurle con tecnica incisoria. Fino a noi sono giunte ventuno piccole acqueforti e una incisione a bulino di grande formato. Un’altra non meno imponente incisione è andata dispersa, ma ci è nota attraverso la copia eseguita, circa un quindicennio dopo, da Jean-Pierre-Laurent Houel. Fin dall’Ottocento, si è creduto che le singole stampe fossero fogli volanti. Questa edizione ne propone una lettura critica e ricostruisce il progetto editoriale che le aveva ispirate per destinarle a un Atlante volutamente inteso a contestare un disegno propagandistico avverso alla città. Le ventuno acqueforti formano infatti il visibile parlare di una guida alle avanguardie architettoniche e alle morfologie urbane, secondo un percorso tracciato da echi grafici interni alle stesse riproduzioni. centonove pagina 31 dello scultore, che gli autori evidenziano nei loro testi, accompagnando il lettore in un percorso di sicuro interesse. Melchiorre Di Carlo e stato Ispettore P.T. a Palermo. Appassionato bibliofilo, cessata l’attività lavorativa, si è dedicato alla conoscenza dell’opera dello scultore Antonio Ugo. Lo studio delle opere di Ugo, andato avanti per lungo tempo, lo ha portato da un lato a fotografarne per la città di Palermo e dell’intera Sicilia i monumenti e dall’altro a ricercare in archivi pubblici e privati le notizie documentarie. Nel 2011 è tra i fondatori, assieme ad altri appassionati, dell’Associazione Culturale “Antonio Ugo”. Alcuni suoi testi su opere di Ugo sono sul sito dell’Associazione (www.associazioneantoniougo.it). Maria Antonietta Spadaro, architetto e storico dell’arte, già docente di Storia dell’Arte nei licei e di Storia dell’Arte Contemporanea alla Scuola di Specializzazione della Lumsa di Palermo, è vicepresidente nazionale dell’Anisa per l’educazione all’arte. È membro della commissione toponomastica del Comune di Palermo. Si occupa di didattica dei Beni culturali e ha pubblicato per bambini racconti fantastici ambientati a Palermo e dintorni. È autrice di numerosi saggi sull’arte siciliana e non solo, tra cui Raffaello e lo Spasimo di Sicilia (1991), Palermo. Palazzo delle Aquile (2004) e Renato Guttuso (2010). Per questa casa editrice ha scritto: O’Tama e Vincenzo Ragusa. Echi di Giappone in Italia (2008), con cui ha vinto il premio letterario “Il paese delle donne” di Roma; Palermo città d’arte (2009); Il Museo per tutti (2010). Ha curato mostre d’arte tra le quali Novecento Siciliano (2003-04), Giovanni Lentini. Un palermitano a Milano (1882-1948) (2011) e Michele Catti (2013). 14 Novembre 2014 posterteatro Liuna Wertmuller in Un’allegra fin de siecle ENNA. Risultati e progetti del nuovo direttore del teatro Garibaldi, Mario Incudine Qualcosa di Nuovo Il talentuoso musicista impegnato a “difendere” il sogno e il progetto civile di mantenere attivo un teatro capace di dare alla comunità cultura e lavoro. Le sinergie con le altre strutture. Grazie a un sindaco “illuminato” DI PAOLO RANDAZZO ENNA. Parliamo della nuova stagione ufficiale del Teatro comunale di Enna, certo, e ne parliamo col suo nuovo direttore, il musicista talentuoso e sempre molto attivo, Mario Incudine, ma parliamo soprattutto di un sogno e un progetto alla realizzazione quale gran parte dei teatranti siciliani negli ultimi anni ha dedicato moltissimi sforzi: il sogno e il progetto civile di avere in ogni città e paese della nostra terra un teatro vivo, attivo, capace di dare alle comunità cultura e lavoro. Cultura vera: ovvero un’elaborazione intellettuale che sia legata alla contemporaneità e alle reali condizioni di vita delle persone; lavoro vero perché, a parte i pochi addetti che servono al funzionamento di una sala teatrale, il Mario Incudine teatro, quando è vivo, è molto altro (dalla produzione alla comunicazione, dalla concreta ideazione e realizzazione degli spettacoli al management che serve a promuoverli e a tenerli in vita). Un teatro pubblico che ruolo può svolgere nel contesto di una piccola città e di un territorio distante dai grandi centri urbani? Ci rifeririamo non solo al Teatro di Enna, ma alla miriade di teatri che si trovano in moltissimi paesi siciliani e che sono sottoutilizzati o non sono utilizzati affatto. «Credo che una città, piccola o grande che sia, non possa vivere senza un teatro. Una città senza teatro è cieca, è una città che non si confronta con gli input esterni, che non cresce e non si rinnova. Il teatro, soprattutto in una piccola comunità, rappresenta un luogo d’incontro, uno dei pochi veri “comuni luoghi” che capovolgono la valanga di luoghi comuni che siamo abituati a sentire. Un teatro pubblico, soprattutto in una realtà periferica, garantisce la sopravvivenza di una comunità, fornisce strumenti per osservare la realtà in modo diverso, crea una coscienza collettiva e critica che sa leggere il passato, capire il presente e proiettarsi al futuro». Quali collaborazioni con i teatri pubblici siciliani? «Un piccolo teatro deve stringere patti d’alleanza coi grandi teatri, entrare in una rete che lo riporti al centro del panorama culturale regionale attingendo dall’esperienza e dalla proposta artistica delle realtà maggiori. Per questo coi tre teatri siciliani, il Biondo di Palermo, lo Stabile di Catania e il Vittorio Emanuele di Messina, abbiamo stilato delle convenzioni per fare circuitare anche nel nostro teatro compagnie e artisti di altissimo livello. Ma l’idea è anche quella di lavorare a progetti comuni, a coproduzioni che possano mettere insieme il meglio delle risorse umane e artistiche di tutte le realtà. Devo dire che ho trovato entusiasmo e disponibilità per cui si è creato un rapporto di grande sinergia». Oltre al comune di Enna, quali enti pubblici stanno partecipando al sostegno di questa impresa e con quale impegno? «L’amministrazione comunale e il sindaco Garofalo hanno investito moltissimo sulla stagione teatrale, prima (quattro anni fa) riaprendo un teatro chiuso e poi sostenendo la prima stagione dopo 14 anni. Pur riducendo i costi all’osso grazie appunto alla sinergia con altri teatri, con produttori, compagnie e organizzatori e a rapporti Doppio fronte centonove pagina 32 personali messi in campo, l’amministrazione ha dato un contributo importante anche in termini di risorse umane, impegno degli uffici, attenzione verso i giovani con tariffe vantaggiose e, pensando alle fasce meno fortunate della città, con abbonamenti da destinare a chi non avrebbe avuto possibilità di vedere gli spettacoli. Un aiuto importante alla realizzazione di tutto è venuto dall’ Università Kore di Enna al suo decimo compleanno». Quali criteri artistici ha tenuto presenti nel disegnare la nuova stagione del Garibaldi di Enna? «Prima di tutto ho tenuto conto della vocazione naturale del teatro: un teatro piccolo, 300 posti, dove non si può fare tutto per mancanza di spazio scenico sufficiente. Ho scelto spettacoli che potessero raccontare storie del nostro tempo, che avessero come fil rouge l’ esistenza e la resistenza, il sogno e la denuncia, la poesia e la concretezza. Una stagione che faccia pensare e svagare allo stesso tempo, un ventaglio di spettacoli, dove tutti i generi possano fondersi. Ecco la nuova drammaturgia, i nuovi linguaggi, il teatro sociale, di ricerca e innovazione, il teatro canzone, la commedia musicale, la danza e la musica d’autore con concerti di grandi cantautori e film muti musicati dal vivo. Poi il teatro per ragazzi ogni domenica pomeriggio con musical, fiabe e spettacoli di pupazzi e due format nuovissimi: il “teatro del gusto” che trasformerà il palcoscenico in una grande cucina dove degli chef stellati cucineranno con prodotti a chilometro zero e offriranno agli spettatori le ricette, il procedimento per cucinarle e ciò che avranno cucinato, e “carta bianca” all’interno del quale saranno invitati degli artisti a fare ciò che vogliono in un happening d’ improvvisazione». Come pensa di valorizzare le realtà artistiche private che sono presenti a Enna e nel territorio circostante? «Il teatro è soprattutto di chi opera nel territorio e sarà dato ampio spazio a tutti gli artisti e gli operatori culturali della città e del territorio. In questo senso abbiamo creato due format ad hoc il primo “Enna per Enna” che raccoglierà le proposte di chi vorrà utilizzare il teatro, e “Enna andata e Ritorno” che vedrà ritornare sul palco tutti quegli artisti ennesi che lavorano nel mondo dell’arte fuori». posterteatro MESSINA. Parla il presidente di Latududini Gigi Spedale sul futuro del teatro. E non solo Fus che Fus la volta buona «Il decreto sul Fondo unico per lo Spettacolo è un risultato ma se non si regolamenta di rischia di mantenere vecchi privilegi e penalizzare le giovani Compagnie». I 17 teatri stabili per esempio... DI GIGI GIACOBBE MESSINA. Lo incontri a cinema, teatro, mostre di pittura, convegni culturali, sempre nelle prime file silenzioso, attento, calmo, pronto ad intervenire e dire la sua al momento giusto. Sto parlando del 57enne messinese Gigi Spedale, presidente di Latitudini, rete siciliana di drammaturgia contemporanea, operatore-organizzatoreproduttore teatrale e cinematografico nonché curatore di vari festival e rassegne. Arriva dinoccolato e in ritardo al mitico ormai Bar Tosca accanto al Vittorio Emanuele e molto volentieri risponde alle mie domande. Innanzitutto Gigi cos’è Latitudini? «E’ un’Associazione culturale nata nel 2011 che raccoglie drammaturghi, compagnie teatrali, teatri comunali e centri universitari, formata al momento da circa 30 associati». Cosa si propone questa Rete? «Identificare e sostenere gli obiettivi di chi si occupa di Teatro contemporaneo». Con quali risvolti? «Lusinghieri direi, perché oltre a dare un senso di forte identità e di promozione a livello regionale e nazionale, siamo riusciti ad avere un confronto serrato con le istituzioni, soprattutto siciliane, con la possibilità d’intervenire sulle normative regionali e nazionali». Ma in concreto cosa è stato fatto? «Sono stati organizzati una serie d’incontri e convegni regionali e nazionali multidisciplinari per analizzare sia le produzioni artistiche contemporanee regionali, sia le modalità di sostegno pubblico alle attività teatrali. Abbiamo collaborato attivamente alla realizzazione di importanti festival e rassegne teatrali. Abbiamo avviato una stretta collaborazione con il Teatro Stabile della Sardegna, con il quale abbiamo appena concluso a Cagliari il primo Festival nazionale interamente dedicato alla nuova Drammaturgia Siciliana, con ospiti di tutto rilievo (da Spiro Scimone a Luigi Lo Cascio, passando per Giuseppe Massa e Giuseppe Provinzano)». Sulla legge teatrale in Sicilia che tipo d’interventi avete fatto? «Nella mia qualità di presidente ho portato avanti le istanze provenienti dal nostro mondo presso la Commissione Cultura e Lavoro dell’Assemblea Regionale Siciliana, in audizione congiunta con gli organi del governo regionale almeno in tre occasioni ». Quali risultati avete ottenuto? «Promesse tante, risultati concreti alcuni, intanto attirare l’attenzione dell’Amministrazione regionale sulla specificità del Teatro contemporaneo con annesse produzioni ». Avete ottenuto altre risposte dal governo regionale? «Nel 2011/2012 col precedente governo regionale sono state accolte a livello di regolamenti (che sono poi delle circolari assessoriali) alcune modifiche alla buona Legge Regionale N°25 del 2007. Allo stato attuale queste buone intenzioni sembra siano state dimenticate ». Perché? «Non sono stati finanziati per il 2014 alcuni importanti capitoli di spesa col risultato di riservare il sostegno finanziario alle Compagnie più grosse e più anziane, le uniche in grado di Gigi Spedale sostenere un impegno economico rilevantissimo per poter dimostrare almeno da 40 a 80 giornate di recita e da 500 a 1000 giornate contributive ». Cosa succedeva prima? «Fino al 2013 la Regione Sicilia sosteneva anche le produzioni di particolare valore artistico a prescindere da questi numeri. Parimenti sosteneva le tournée extraregionali e l’acquisto delle attrezzature e il Teatro per ragazzi ». Ma alla Regione Sicilia chi s’interessa di Teatro? «A parole parecchi, nei fatti la delega allo Spettacolo è affidata ad un assessore che si occupa principalmente dei flussi turistici e delle aziende (hotel, agenzie di viaggio, B&B etc…) annesse, trascurando il valore strategico della crescita culturale dei cittadini, cui contribuisce l’attività del Teatro». Ma col Teatro si mangia? «Con il Teatro e la Cultura in genere si favoriscono le condizioni per un sano sviluppo economico. Ogni produzione mette in movimento una serie di operatori a volte “invisibili” di cui il legislatore sconosce la portata o non tiene conto, non comprendendo, per esempio, che in una produzione si lavora anche per mesi, chiedendo al territorio una serie di servizi, che sono alberghi, B&B, luoghi di ristoro, piccoli artigiani, taxi, spedizionieri, cartolerie etc… con benefici evidenti per tutte queste categorie ». Com’è al momento la situazione legislativa nazionale? C’è una Legge sul Teatro? «L’attuale ministro Dario Franceschini ha emesso a luglio di quest’anno un decreto ministeriale che dà nuove regole per F.U.S. (Fondo Unico per lo Spettacolo), ma siamo ancora in attesa dei regolamenti attuativi, per comprenderne la reale portata». Quali sono le novità? «E’ presto per pronunciarsi in assenza dei regolamenti, tuttavia la mia impressione o sensazione è che nei fatti verranno disattese le promesse di sostegno alle Compagnie giovani e di cancellazione delle situazioni di privilegio esistenti ». A cosa ti riferisci? «I 17 Teatri Stabili italiani ad esempio (che hanno sperperato ingenti risorse pubbliche senza una reale responsabilità personale degli amministratori) non si sa bene come verranno sostituiti dai cosiddetti Teatri Nazionali, di cui non conosciamo il numero esatto né l’ubicazione. Da indiscrezioni pare che al di sotto di Roma ce ne sarà solo uno o addirittura nessuno. Si auspica una più stretta collaborazione fra Enti pubblici e Compagnie private, ma si predispongono strumenti che, di fatto, asserviranno queste ultime, più deboli, ai primi superdotati ». Quale sarà il destino delle Compagnie private? «Attualmente le Compagnie più ricche continueranno ad essere avvantaggiate perché solo loro potranno sostenere il costo di diverse migliaia di giornate lavorative e potranno diventare Teatri d’Interesse Pubblico con almeno 6000 (seimila) giornate lavorative in un anno. Inoltre temo che sopravvivranno solo quelle che riusciranno a captare la “benevolenza” di qualche struttura pubblica o privata che possa mettere a loro disposizione più o meno gratuitamente le strutture agibili indispensabili per sviluppare una tale mole di numeri». E le Compagnie più piccole, quelle che fanno Teatro sperimentale e di ricerca che fine faranno? «E’ previsto per il 2015 un contributo, di cui non si conosce l’entità, al Teatro d’Innovazione e Sperimentazione e al Teatro per l’infanzia e la gioventù. In questo caso queste Compagnie devono dimostrare almeno 1000 (mille) giornate lavorative con 90 recite». Con la nuova Legge si teme che scompaiano le Compagnie private dei giovani. E’ così? « E’ probabile, perché con le nuove regole è difficile che una Compagnia appena costituita - seppure valida culturalmente possa avere i requisiti richiesti che quantificando sono: precedenti finanziamenti ministeriali, fidejussione bancaria, dimostrare d’avere ottenuto un sostegno finanziario da parte dell’Ente locale ». Puoi dire a quanto ammonta, in termini di euro, il finanziamento per le attività teatrali in Sicilia e in Italia? « Per il 2014 ammontano in Sicilia circa 950 mila euro, in Italia circa 60 milioni di euro. Ma ci sarebbe ancora tanto da aggiungere, oltre ai semplici numeri». Carmen Di Per, Gigi Spedale, Lo Sardo e Vincenzo Tripodo centonove pagina 33 14 Novembre 2014 14 Novembre 2014 posterprotagonisti PERSONAGGI. Ballerino, percussionista e circense. A tu per tu con un grande artista Taviano, la “strada” della felicità Dal posto fisso alla street art: la parabola di un giovane messinese. Che dalla città dello Stretto in giro per il mondo ha cambiato vita. Regalando il sogno di una scuola di cultura per bambini disagiati Mario Taviano nello spettacolo Malambo Fantasia. Nella pagina accanto, Taviano è Ciuffo DI MARIA TIZIANA SIDOTI MESSINA. In equilibrio su trampoli o cilindretti con tavolette dall'ispanico suono rolla bola, e sguardo su ai piatti cinesi, e mani veloci a far "viaggiare" palline e birilli con lo swing di nastri colorati, a catturar bambini e non solo dagli occhi spalancati a voler imparare la magia delle arti circensi: questo è lo "spettacolo" che si apre, quando in "scena" arriva Ciuffo, cappellino giallo con un grande fiore rosso, un sorriso che cammina, e il divertimento in occhi che si nutrono dello stupore dei piccoli. Ovvero Mario Taviano, giovane messinese, classe '77, nelle sue vesti d'artista ed insegnante di piccolo circo in giro in questi giorni in alcune librerie della città da Baba Jaga a Doralice. Che anche ballerino e percussionista, porta l'arte di strada dalla piazza al teatro al sociale, dall'Italia alla Spagna fino all'Argentina. Ma che fino a qualche anno fa a lavorare in un laboratorio di fisica a Catania per una grande multinazionale subito dopo il diploma di perito industriale al centro del suo "cerchio" di vita non aveva l'arte del circo. DA PERITO A BALLERINO. «La doppia specializzazione in elettronica e telecomunicazioni mi ha permesso di lavorare subito alla STMicroelectronics. Da piccolo però coltivavo la passione per la danza e la musica e così, una volta che ero più indipendente economicamente, ho fatto un provino all'Associazione Danza Accademica T.M.B. della signora Lo Giudice, una delle più antiche a Catania, anche se pensavo fosse tardi», racconta Taviano. Che, già avvicinatosi alla danza latino americana e caraibica all'etneo Oikos Club, alla T.M.B. studia moderna, hip pop e classica. «Ho iniziato con i piccoli: è stato abbastanza strano. Ho fatto tantissimi sacrifici: dalle 6 alle 14 a lavoro, dalle 16 alle 20 in Accademia, quasi tutti i giorni. Dopo qualche anno ho partecipato ad un laboratorio di musical di 21 mesi, che mi ha formato fino alla realizzazione di un musical (inedito "Ma cosa vuoi che sia" di Massimiliano Salfi con l'associazione culturale M.a.s.t. Musica arte e spettacoli teatrali, ndr): peccato che non è andato avanti per mancanza di fondi», seguita Mario. CAMBIO VITA. Che rivela: «Questa vita era molto sacrificante. Ma legato a questo c'è stato un cambiamento di vita netto contro il consumismo: avevo un posto fisso, la moto, ma non ero felice. Ho lasciato il lavoro, venduto la moto, e comprato un camper, e sono andato in giro per l'Europa». E spiega: «È stata una scelta di vita, aiutata dall'avvicinarsi alla danza. Ho puntato su una qualità della vita ed ora ho un ritmo diverso, vivendo con meno cose: facevo un lavoro che mi piaceva ma non mi piaceva stare davanti ad un computer in un laboratorio, dove sei un numero, ed in un sistema di competizione, consumismo e tutto quel che rappresenta una multinazionale. Fare quel che mi piace, mi rende più felice: non significa che non passo momenti difficili ma la fatica si sente meno. Di questi tempi non è facile essere LA STORIA Gerard Foucaux centonove pagina 34 felici ma nella semplicità è la felicità». E così prima tappa del viaggio è nel 2006 Roma, dove studia e lavora con l'insegnante e coreografo Marco Stramacci. «Qui ho il primo approccio con le arti circensi con corsi di mano a mano, fuoco con bastone e bolas, bandiere», ricorda Mario. Che seguita: «Mi è piaciuto molto, ho deciso di approfondire a Barcelona, e di usare, avendo sempre avuto la passione per i bambini, quel che sapevo fare come mezzo per l'educazione». Prima un corso 14 Novembre 2014 posterprotagonisti intensivo di acrobatica nella scuola di circo di Rogelio Rivel e poi in quella di El Circ petit in Pineda de Mar a perfezionare le basi di acrobatica, aerei, equilibrismo, e giocoleria tra 2007 e 2008 sempre a Barcellona di Spagna, dove studia anche tip tap nel centro sociale La Nave. «L'esperienza a La Nave, che ora purtroppo ha chiuso, mi ha fatto crescere e mi è piaciuta ancor più delle scuole: era un movimento culturale, da dove tutti gli artisti di strada, circo, palco, che andavano a Barcelona – dice con piccolissimo accento spagnolo Mario – passavano, sposandone la causa. C'era uno scambio gratuito con gli artisti, e ho lavorato anche nel sociale, insegnando ai bambini le arti circensi e ai genitori come assitere i figli in sicurezza. Là mi è nata la passione per la strada». Ed aggiunge: «La bellezza della strada è che dai un servizio pubblico alle persone che possono restare, se piace, e sono libere, nello spettacolo a cappello, di fare una donazione. È più difficile conquistarle, anche perchè ci sono tanti elementi di distrazione, come l'ubriacone che passa o il ladro che ti ruba, ma se piace, lo scambio è più sincero, è vero al 100%. Poi a Barcelona come in tante città d'Europa non si è potuto più fare spettacolo a cappello, ed è venuta meno quella filosofia che mi aveva fatto innamorare di questa città». Infine, sempre a Barcellona durante uno spettacolo del Cirque du Soleil è catturato da una performance di malambo fantasia con boleadoras, lacci con palle di cuoio, disciplina nata da el malambo, danza folklorika argentina. «Unisce circo, danza e musica: era quello che cercavo da tempo, inventandomi spettacoli con tip tap e giocoleria. Ho deciso di studiarlo: ho contattato Eduardo Rodriguez del Cirque du Soleil, e sono andato 2 volte a Buenos Aires, da ottobre a dicembre 2009 e da settembre a novembre 2012, a studiare malambo de boleadoras con lui», precisa Mario. Che confessa: «Cerco di cambiare mentalità e di non chiudermi ma aprirmi, per questo non faccio solo una disciplina: viaggiare, confrontarsi con altri artisti e non solo, ti apre la mente e ti fa crescere». DA CIUFFO A MALAMBO. Con studio, passione e ricerca, Mario dalla lunga treccia a segnare anni di viaggi e scoperte, mantenendo forte il legame anche con la sua terra, è un artista dai tanti volti. Per i bambini è l'artista di circo Ciuffo. «Il nome è nato tanti anni fa in Spagna: c'erano tanti artisti di strada ed un bambino fece una battuta sui miei capelli», ricorda Mario. Che al momento lavora da solo in piccolo circo di mezz'ora, o di un'ora con bambini più grandi in coppia con Ignazio Lax con cui forma I Circolieri. «Ho ridotto la parte spettacolistica, perchè preferisco coinvolgere i bambini: puoi fare cose spettacolari dal punto di vista tecnico ma i bambini vogliono essere coinvolti, altrimenti non si divertono. Io con loro mi diverto: non ci sono filtri, non li puoi ingannare, non ci sono trucchi», spiega Mario. Che usa le arti circensi con funzione preventiva verso problematiche infantili e adolescenziali, come strumento di gioco ed educativo per sviluppare creatività, concentrazione, memoria, coordinamento visivomotorio, autostima, rispetto reciproco con fiducia e bisogno l'uno dell'altro, integrazione con senso dell'unicità di ognuno, tolleranza e sensibilità, responsabilità e comunicazione. Negli anni ha collaborato con varie associazioni in volontariato per bambini da contesti di disagio: dai corsi di danza alla comunità terapeutica Lelat al laboratorio di piccolo circo alla Cooperativa Sociale Lilium con spettacolo a Villaggio Aldisio a Messina, alla cura dell'area artistica per l'associazione il Giglio a Milazzo in colonia estiva con tanto di evento circense con coinvolgimento di 150 bambini e attestato di merito. Ha lavorato con Tintinnabula, no profit per l'infanzia. Ma Taviano non è solo Ciuffo, è anche un artista di Malambo Fantasia con il fascino delle percussioni del bombo, la danza del malambo e le acrobazie delle boleadoras nello spettacolo omonimo in formazione con Christian Quando c’era Gérard Foucaux MESSINA. Ora in tempi di Facebook e Youtube la sua arte sarebbe arrivata anche attraverso il web. Ma per chi negli anni '80 era bambino era facile incontrarlo per le strade della città di Messina, per strada là dove la sua arte nasceva e si nutriva. Alla villa Mazzini per i vari Gioco Festa e dintorni tra la Passeggiata a Mare e lo sguardo sullo Stretto, e per qualche tempo sinanche alla tv locale TeleTime, magrissimo, tutto faccia ed occhi, tratti neri su bianco cereo ed il rosso, quasi in fiore in bocca, catturava senza parlare in un mix di risate e malinconia i bambini, rendendo visibile Puleo. «È una mescla, un misto tra folklore argentino della Pampa con me e le percussioni africane di Guinea con Christian, e le contaminazioni dei nostri viaggi», dice Mario, che talvolta collabora anche con Grazia Maugeri, danzatrice di flamenco. «Lavoro in teatro, in strada, nelle feste e nelle sagre, in hotel come il Raja di Panarea di lusso però con una politica sostenibile per l'ambiente, là dove c'è arte, seguendo il principio morale di lavorare gratis nel sociale o di vendere lo spettacolo, anche in hotel, altrimenti sarebbe discriminante al contrario rispetto alla mia scelta di no al consumismo, ma senza conformarmi più a contesti che non mi piacciono: non collaboro con associazioni o persone che sponsorizzano politiche su cui non sono d'accordo, e per lo spettacolo per bambini in contesti non educativi», afferma Mario. Che confessa: «Il sogno è quello di aprire una scuola di cultura, danza, musica, arti circensi per ragazzi disagiati all'estero o anche qui a Messina, perchè qui per i giovani ci sono molte cose ma non alla portata di tutti e manca anche l'appartenenza alla propria cultura: all'estero in paesi più poveri le accademie di cultura sono gratis, si sfornano più talenti e si tolgono i ragazzi dalla strada. Io sono stato seguito da mia madre ma non tutti hanno questa fortuna. Con la scuola possono fare una cosa sana, magari non tutti diventano artisti ma hai lasciato qualcosa, un piccolo contributo alla crescita, e la nostra vita dipende dagli incontri che si fanno, com'è successo a me. La mia è stata una questione più di scelta di vita che di coraggio: c'è la nostra vita in gioco e mi piacerebbe spingere altri a farlo». l'invisibile delle impalpabili emozioni, era Gérard Foucaux. Che, mimo e giocoliere francese di Normandia, dopo aver studiato mimo a Parigi al circo di Annie Fratellini, andò in Germania e poi in Sicilia, e scelse come sua città Messina alla fine degli anni '70, dove viveva e lavorava, soprattutto per strada, con l'anticonformismo di chi fa conoscere la sua arte in tempi difficili, tra il divertimento di tanti ma anche l'indifferenza e la presa in giro di altri, tra alti e bassi nella vita, tra le pieghe di un doloroso passato d'infanzia con pudore custodito, e nel riconoscimento d'artista. E a Messina in un giorno di dicembre del 2008, lui che forse per primo ha portato l'arte del mimo di strada in città, se ne è andato, piegato in centonove pagina 35 APPUNTAMENTI Baba Jaga, non solo libri MESSINA. Mario Taviano, Ciuffo, porta il suo laboratorio di piccolo circo, dove insegna equilibrismo su piccoli trampoli, rolla bola e con piatti cinesi, giocoleria con palline e birilli, e swing con nastri, in 3 appuntamenti a minicorso con possibilità di repliche, dopo un incontro formativo il 29 ottobre ogni domenica, dal 9 al 30 novembre, saltando il 23, dalle 9:30 alle 10:30 alla libreria Doralice di Viviana Montalto in via Consolare Pompea, e alla Baba Jaga di Barbara Cucinotta nel cuore della città in via Argentieri a 2 passi dal Municipio. Che, aperta a fine maggio con un nome antico come le fiabe, ha ospitato lo spettacolo di piccolo circo di Taviano ad ottobre, ed un primo corso dello stesso ogni lunedì dal 27 ottobre fino al 10 novembre. La Baba Jaga, specializzata in vendita di libri e giochi didattici per bambini e ragazzi, e servizi dedicati a bambini e famiglie, oltre ad un catalogo aggiornato attento alla piccola editoria indipendente, ai temi della legalità ed intercultura, all'apertura anche a operatori e insegnanti, e ad incontri con autori ed illustratori, organizza eventi ma anche corsi e laboratori: per bimbi da 6 anni in su "Appuntamenti per giovani esploratori tattili" con Eleonora Bovo e Nico Marabello un sabato al mese con giochi di creazione manuale con sentieri sonori e percorsi esplorativi tattili, e "Incontri per filosofi in erba" con Lucrezia Borgia ogni giovedì alle 18, partendo dalla lettura di un breve racconto; dai 3 ai 6 anni "Una storia per ciascuno", incontro genitori-bambini un venerdì al mese a cura dello Studio Pedagogico Radici; il sabato mattina "Animastorie" di Cinzia Ferrara, Fata Spettinata racconta una fiaba con alcuni bambini protagonisti, ogni giovedì alle 16 "Corso di lingua russa per bambini" a cura dell'Associazione Messina-Russia; e tra i 2 e i 4 anni Libro fammi creSCERE. Per info: Facebook dedicata. (M.T.S.) silenzio dalla malattia, forse velocemente dimenticato per anni da tanti. La sua storia ora è in un libro "I funerali di Gérard Foucaux. Un mimo francese in Sicilia" di P. P. Zampieri per terrelibere.org nel 2009, mentre l'associazione Meter&Miles negli appuntamenti per un Natale socio-solidale ha organizzato un incontro "Lo stato attuale della cultura a Messina, ricordando il mimo Gerard Foucaux" alla Feltrinelli point a dicembre 2013 con l'intervento tra gli altri dell'artista di strada Eugenio Vanfiori, in ricordo delle esperienze formative con Gérard, citato anche in un'intervista nella sua tesi di laurea. (M.T.S.) 14 Novembre 2014 posterspettacoli Sala Laudamo. In basso Angelo Campolo (foto Galletta) MESSINA. Il progetto innovativo che affianca la programmazione del teatro Vittorio Emanuele Laudamo aperta Spettacoli, concerti, laboratori. Ma anche festival delle scuole e incontri con le librerie. Debutta il 14 novembre con “Istinto” il programma di Campolo e Pavone. Così il cartellone DI NUNZIA LO PRESTI MESSINA. Spettacoli, concerti, laboratori, rassegne, incontri con le librerie, festival delle scuole e non solo: questo è “Laudamo Aperta”, un progetto ricco e innovativo che, in continuità con la programmazione del Teatro Vittorio Emanuele, apre le porte della sala Laudamo al pubblico più nuovo e curioso offrendo un ampio programma di appuntamenti. Tra le iniziative spicca il progetto “Laudamo in città”, ideato e diretto da Angelo Campolo e Annibale Pavone, della compagnia Daf - Teatro dell’esatta fantasia. Il 14 novembre alle 2, debutto dello spettacolo “Istinto” diretto da Angelo Campolo con i trenta ragazzi del laboratorio di ricerca teatrale permanente “Nel Paese dei Balocchi”. Lo spettacolo è la prima tappa dell’ideale “viaggio” che il pubblico compirà nelle “stanze segrete” del Paese dei Balocchi, per esplorare alcuni temi del racconto di Collodi. Si comincerà dalla stanza dell’Istinto, dove tutto è ancora in potenza, dove sono riposte le speranze di una vita ancora non consumata. Il protagonista sarà proprio il “pezzo di legno”, la massa informe, grezza, non ancora levigata, che scenicamente diventa il simbolo di un'incontenibile energia da spendere in vista del futuro che verrà. Dopo il debutto di venerdì 14, lo spettacolo resterà in scena fino al 23 per poi riprendere dal 27 al 31 novembre. Seguiranno nei mesi successivi gli spettacoli, o meglio le “stanze” della Solitudine, dell’Inganno e infine dell’Amore, per un esperimento mai fatto a Messina, che permetterà ai ragazzi del laboratorio di lavorare con quattro docenti diversi, “registi” di una stanza specifica. “Solitudine”, andrà in scena dal 20 febbraio al 1 marzo, con la regia di Annibale Pavone, “Inganno”, regia di Paride Acacia, celebre interprete di Jesus Christ Superstar, dal 17 al 26 marzo, ed infine “Amore”, dal 29 maggio al 7 giugno 2015, che avrà come regista Giacomo Ferraù, giovane attore protagonista dello “spettacolo evento”, vincitore del premio Iin Box, diretto dal regista argentino Cesar Brie, “Orfeo ed Euridice”, in scena a fine maggio. Collaboreranno artisticamente al progetto Saverio Tavano, regista e autore di Patres, spettacolo reduce da numerosi consensi nazionali nell’ultima stagione, e Sarah Lanza, danzatrice e coreografa. Tutto questo rappresenta l'evoluzione naturale del lavoro svolto da Campolo e Pavone nei quattro anni di direzione del laboratorio di ricerca teatrale “Il gioco più serio”, certamente molto radicato nel territorio, durante il quale, utilizzando come pretesto l’opera di Shakespeare, sono state coinvolte più di ottanta persone di età diverse, guidate da professionisti e maestri come Michele Abbondanza, coreografo e docente della Scuola del Piccolo Teatro di Milano, Enzo Vetrano e Stefano Randisi, registi ed attori palermitani, il compianto Franco Scaldati, poeta e drammaturgo. Le date seguenti – dopo il debutto il 14 - sono quelle del 25 e 26 novembre con l’anteprima della rassegna Incroci, in tutto cinque spettacoli che con le loro storie “incrociano” la città dello Stretto. Nella Tirante sarà protagonista assoluta di “Figghia d’arte”, uno straordinario monologo che ripercorre la vita e la carriera della grande attrice del cinema muto Pina Menichelli, con le musiche dal vivo di H.E.R. “Figghia d’arte” racconta la storia di un’attrice, di una scelta, di una famiglia di attori girovaghi, del passaggio dal teatro al cinema, e dal cinema muto al sonoro, ma soprattutto, racconta di una donna, una donna moderna, che precorre i tempi. Protagonista della programmazione della Laudamo, nell’ambito del contenitore “Laudamo Aperta”, sarà anche la musica con concerti e spettacoli performativi promossi dal Teatro di Messina, come è già stato “Ritratti di signora”, il 23 e il 24 ottobre 2014, che ha visto in scena Antonio Lo Presti, voce recitante, affiancato dalla cantante Eliana Risicato e dal maestro Melo Mafali al pianoforte. In arrivo “Padam padam”, il 5 e 6 dicembre 2014, un concerto-spettacolo di Adele Tirante, accompagnata da Mirko Dettori alla fisarmonica, dedicato alla figura di Edith Piaf. Eventi speciali saranno le repliche di “Patres”, drammaturgia e regia di Saverio Tavano (19 e 20 dicembre), della compagnia lametina Scenari Visibili, spettacolo vincitore di riconoscimenti importanti come il “Premio contro le mafie” del MEI 2014 e il “Festival Inventaria” di Roma, che porta in scena una storia che parla del rapporto tra i padri ed i figli, in un sud che fatica a smarcarsi da un destino di solitudine e allontanamento. E poi ancora “Frida Kahlo”, omaggio alla pittrice sudamericana di Donatella Venuti (13 e 14 dicembre). E ancora molto altro, per far rivivere questo spazio culturale così importante, come da anni non accadeva. FILOSOFIE «Una sfida e un esperimento» MESSINA. “Istinto” è un esperimento mai provato a Messina e una grandissima sfida nello stesso tempo. Uno spettacolo con 30 persone alla Laudamo e che non sarà sempre lo stesso spettacolo ogni sera. Lo spettatore avrà la possibilità di vederlo nel primo weekend 14-16 ma poi potrà tornare dopo, nelle settimane successive, e non vedrà la stessa cosa, ma una roba diversa, il lavoro per come si sarà sviluppato ed evoluto. Ci avviamo a costituire un vero e proprio Centro di formazione teatrale. Non una a Scuola, ma un Centro, molto più dinamico e funzionale, che sia punto di riferimento per il Sud Italia e che dialoghi con i più importanti interlocutori italiani a Roma, Milano e Genova. Ma già quest'anno abbiamo avviato la collaborazione con l'Accademia Silvio D'Amico, faremo un Focus sul verso. Il prossimo anno faremo una produzione assieme, che debutterà al Festival di Spoleto. Avremo con noi anche tante persone che, interessate alla formula innovativa del nostro progetto, passeranno a trovarci alla Laudamo: fra gli altri, Walter Pagliaro neo Consigliere delegato della Fondazione Inda di Siracusa, Giovanna Marinelli, assessore alla Cultura di Roma, Andrea Marcucci Presidente della 7^ Commissione Cultura del Senato, Cleo Li Calzi neo Assessore regionale Turismo Sport e Spettacolo. Giuseppe Ministeri, Ass. DAF – Teatro dell'esatta fantasia centonove pagina 36 posterrubriche NUOVE VISIONI MUSICA NOTO DI CESARE NATOLI DI MARCO OLIVIERI Il lotto per il jazz Cercasi produttori illuminati Produzione e distribuzione cinematografiche, in Italia, come scriverebbero cronisti poco originali, brancolano nel buio. L’ennesima conferma si ha dai dati che sono stati diffusi in questi giorni: 27 film in sette mesi (e altri otto nelle prossime settimane) con una pletora di commedie italiane usa e getta, quasi indistinguibili tra di loro, che hanno contribuito a segnare un anno di crisi anche per quanto riguarda gli incassi. Inoltre, il successo del film di Mario Martone, “Il giovane favoloso”, contraddice l’idea dominante che basti inserire i soliti attori nella solita commedia, scritta professionalmente ma senza molta inventiva, per ottenere un facile consenso. In questo clima di depressione e di latitanza di idee, la garbata e divertente comicità di Ficarra e Picone, senza picchi ma gradevole, nel loro nuovo film, “Andiamo a quel paese”, risolleva un po’ le commedie italiane e ottiene ottimi riscontri nel primo weekend. Nel frattempo, approda nelle sale pure un maestro come Ermanno Olmi (“L’albero degli zoccoli”, “La leggenda del santo bevitore”, “Il mestiere delle armi”) con “Torneranno i prati”, ambientato in una notte del 1917, mentre infuriano i combattimenti sugli Altipiani. Nel cast Claudio Santamaria, Alessandro Sperduti e Francesco Formichetti, con musiche di Paolo Fresu. Un’occasione per riflettere, in maniera alta e profonda, sulla morte assurda di tanti giovani, ieri come oggi, tra il silenzio di Dio e la cecità degli uomini, nel centenario della prima guerra mondiale. MESSINA La Parigi di Luigi La Rosa MESSINA. L’appuntamento è per le 19 di sabato alla Libreria Colapesce di Messina, dove Manuela Modica presenterà il primo romanzo del messinese Luigi La Rosa, “Solo a Parigi e non altrove” (edito da “Ad est dell’Equatore”). Si tratta di un viaggio nella topografia storica e aneddotica di Parigi, ma soprattutto nella geografia sentimentale delle sue storie e delle sue leggende. Nessun'altra città ha radunato intorno a sé scrittori, artisti, musicisti e intellettuali quanto la Ville Lumière, e come in ogni viaggio pure qui punto di partenza sono i luoghi - quelli fisici da attraversare con il piacere stupito del flâneur, e quelli invisibili, metafisici, frutto del sogno e dell'immaginazione. Ogni paragrafo prende infatti spunto da un indirizzo preciso, opportunamente indicato sulla rotta dei percorsi, che la parola tramuta in suggestione. 14 Novembre 2014 Sicilia “Documentaria” Al Teatro Tina Di Lorenzo la rassegna dal 14 al 23 novembre NOTO. Provateci voi a vivere di cinema e fotografia restando ad abitare in Sicilia: non è esattamente quel che si dice un’ impresa semplice, eppure molti giovani in Sicilia ci stanno provando e, in qualche modo, ci stanno pure riuscendo. Occorre pensare in grande, lavorare sodo e studiare, uscire dalla nostra terra per capire come va il mondo e rientrarci agguerriti e determinati, non restare isolati e fare rete. È questa in estrema sintesi anche la storia del collettivo artistico netino “Frame off”, un gruppo di giovani netini che, dopo l’ Università stanno provando a vivere appunto di cinema e di fotografia colta. Una storia che questi giovani stanno provando a mettere a frutto organizzando, in seconda edizione, “Documentaria” ovvero una rassegna di cinema-documentario che comincia ad avere numeri e solidità di sicuro rilevo: dieci giorni, dodici opere in mostra, sei serate di proiezione, diciassette registi presenti, due workshop aperti e un focus di approfondimento. Il tutto nel teatro comunale “Tina di Lorenzo” e col sostegno del Comune di Noto che, mai come in questo periodo, appare una fucina inesauribile di eventi culturali. Ecco le date dell’evento: venerdì 14 novembre, alle 19 “Giuliana Saladino. Come scrive una donna” e alle 21.15 “Loro della munnizza” di Playmaker Produzioni; sabato 15, alle 19 “Cargo” di Vincenzo Mineo, alle 21.15 “Per Ulisse” di Giovanni Cioni; domenica 16, alle 19 “L’albero di Giuda” di Vito Cardaci, alle 21.15 “Io sono una parte del problema”, CaneCapovolto; venerdì 21, alle 19 “L’ora di Spampinato” di Vincenzo Cascone e Danilo Schininà, alle 21.15 “Segni particolari: documentarista” di Christian Carmosino; sabato 22, alle 19 “Aishiteru my love” di Stefano Cattini, alle 21.15 “Terra del ritorno” di Valentina Pellitteri, a seguire “Himera” di Valentina Pellitteri e Christian Rainer; domenica 23, alle 19 “Pride” di Gaspare Pellegrino, alle 21.15 “Ghora: La danza degli Dei” di Alessandro Cartosio e Irene Majo Garigliano, alle 21.45 la presentazione dei video realizzati dai partecipanti nel corso dei Workshop che si terranno nella Sala Dante del teatro: dal 17 al 21 (“La regia documentaria” a cura di Alessandro Aiello) e dal 18 al 21 (il “Film maker web”, a cura di Alessandro Micieli). Sempre Lunedì 17 alle 16.30 il focus su: le nuove frontiere del documentario: web, Documentario e opere Crossmediali, modalità di produzione e metodi di crowfunding. P.R. La notizia è di qualche giorno fa: il governo stanzierà cinquecentomila euro per promuovere progetti che diffondano la musica jazz in Italia e all'estero. Non è molto, per la verità, ma sembra comunque un’apertura almeno simbolicamente positiva. Singolare, inoltre, la fonte dalla quale attingere la somma: le risorse, infatti, arriveranno dal gioco del lotto. Proprio così, due ambiti apparentemente lontani anni luce come la musica jazz e il gioco del lotto si incontreranno; o meglio, i soldi racimolati da chi punta sulla fortuna serviranno per aiutare le strutture che operano nel settore del jazz per far crescere e sostenere progetti formativi sul territorio - ma anche in rete - e per supportare artisti e giovani talenti. Il bando è rinvenibile online su spettacolodalvivo.beniculturali.it, ed è rivolto a organismi pubblici o privati senza scopo di lucro. Essi potranno presentare i propri progetti entro il 5 dicembre 2014. Le finalità dovranno appunto prevedere attività di formazione e sostegno degli artisti italiani per diffondere la musica jazzistica italiana, specie all’estero; in aggiunta, la possibilità di fungere da punti di raccordo delle varie realtà associative poste sul territorio a livello di comunicazione e promozione. I progetti verranno scelti da una commissione nominata dal Segretario generale del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, che vaglierà le proposte ricevute assegnando un punteggio sulla base di diversi parametri: rispetto delle finalità, sostenibilità e congruità economica del progetto e possibilità che l’idea possa sorreggersi autonomamente negli anni successivi. DE GUSTIBUS L’America a tavola QUANDO VADO all’estero in genere non frequento ristoranti italiani, non perché non ce ne siano di buoni, ma semplicemente perché preferisco dedicarmi alla cucina locale o nel caso di grandi città come New York alla vasta offerta di cucina etnica. Di recente a New York ad esempio sono stato in un ristorante che offriva la tipica cucina del Laos ma anche in un divertente locale dove si praticava una cucina cinese di ultima generazione, una sorta di fusion con gli occhi a mandorla. Ma sono stato anche in un gran bel ristorante italiano, uno dei più famosi a NYC ovvero l’Osteria del Circo, fratellino minore del famosissimo Circo di Sirio Maccioni uno dei pilastri della ristorazione italiana nella Grande Mela. L’Osteria del circo si trova sulla %% strada tra la VI e la VII Avenue a due passi da Columbus Circe, insomma in pieno centro a centonove pagina 37 Manhattan, qui a prevalere nettamente e la cucina italiana e toscana in particolare, Sirio è originario di Montecatini., al contrario che a Le Cinque dove prevale la cucina internazionale, anche se non mancano in carta piatti italiani. Io ho preso un’ottima zuppa di cozze e vongole per antipasto, davvero ben fatta ed abbondante mentre per secondo ho optato per il caciucco alla livornese, anche questo perfettamente eseguito e ricchissimo. Ma era buono anche buoni i garganelli al nero di seppia e il pollo cotto classicamente al mattone. Buonissimi anche i zucchini fritti, delle chips croccanti e saporite. Ovviamente l’offerta è molto più ampia e dettagliata. Carta dei vini vasta e ben articolata che parla soprattutto toscana e Piemonte anche se non mancano etichette di altre regioni Sicilia compresa. Prezzi tutto sommato non altissimi, soprattutto se si approfitta dei menù degustazione che a pranzo partono da 28 dollari alla carta invece con due piatti e un dolce si spendono intorno a 70 dollari tasse e mancia escluse. 14 Novembre 2014 posterlettere QUI SCUOLA GUI HERITAGE DI ANDREA SMITH DI SERGIO BERTOLAMI Quota ’96, pensionati dal giudice Io parlo ai muri Se ne discute da quando è stata pubblicata la cosiddetta legge “Fornero”, che ha sconvolto il precedente assetto pensionistico. Tutti sembrano d’accordo, in molti hanno presentato proposte ed emendamenti per le circa 4.000 persone della scuola rimaste fuori dalla “quota ‘96”, ma alla fine o cadono nel dimenticatoio oppure si scopre, com’è avvenuto di recente con il decreto Madia, che non c’è la copertura finanziaria e, quindi, non se ne fa nulla. Sono stati creati gruppi, comitati di protesta e sono stati presentati diversi ricorsi che non hanno avuto buon fine, per motivazioni diverse. Adesso, però, c’è una novità: il giudice del lavoro di Salerno, a differenza di altri dichiaratisi incompetenti, ha riconosciuto il diritto alla pensione a 42 docenti salernitani in quota ’96 con decorrenza dall’1/9/2012. Questo rappresenta una speranza oppure una via da seguire. Speranza perché finalmente potrebbero essere maturi i tempi per eliminare questa ingiustizia sociale, determinata da un errore inizialmente negato. Era ed è noto che nella scuola l’unica data in cui è possibile andare in pensione è il 1° settembre e che il computo dell’anzianità avviene per anni scolastici, periodo che è a cavallo di due anni solari. Di conseguenza, la data limite fissata per la determinazione dei requisiti doveva essere naturalmente riferita, per il personale della scuola, al 31 agosto 2012, naturale conclusione dell’a.s. 2011-2012 e non al 31/12/2011. Visto il fallimento dell’azione politica, presentare nuovi ricorsi può essere una via da seguire, perché altri giudici potrebbero allinearsi sulle posizioni del giudice del lavoro del Tribunale di Salerno ed ottenere un effetto domino che farebbe far saltare i calcoli di risparmio che la Ragioneria dello Stato ha opposto come motivo del negato pensionamento. RIMANGO AFFASCINATO dalle piccole cose marginali, che spesso chiariscono il senso della vita. Ieri, leggendo un’edizione di primo Ottocento, ho notato due parole astruse. Due refusi, conseguenti al fatto che il tipografo aveva scambiato le lettere terminali, così “dentro a” e “vertiginoso” sono diventati “dentrogi” e “vertianoso” Chi disconosce la composizione a piombo non apprezzerà abbastanza la maestria di un tipografo, che sotto la luce fioca di una lampada componeva il testo lettera per lettera. Con pazienza ed attenzione. Il parallelo col sapere oggi a portata di mano mi ha rammentato Jacques Lacan quando diceva: «mi sforzo che non abbiate un accesso troppo facile al sapere, così che voi dobbiate metterne del vostro». I fortunati lo hanno imparato dai loro buoni maestri, che insegnavano la profondità, da acquisire con scrupolo, piuttosto che l’esaltazione narcisistica della genericità e della banalità. Lacan in un saggio sempre attuale, “Io parlo ai muri”, riecheggia l’esperienza traumatica di molti docenti di fronte a classi dalla motivazione quasi azzerata. I muri, afferma il filosofo, «sono fatti per circondare un vuoto» ed insegnare è tentare di demarcare, limitare, questo vuoto. Ma con la consapevolezza che non si può dire tutto e che l’allievo dovrà metterci il resto. Come quel tipografo alle competenze aggiungeva bravura e tenacia. Per Lacan, elemento cardine è il linguaggio attraverso cui trasmettere una vera seduzione intellettuale, perché anche la parola «che si indirizza ai muri ha la proprietà di ripercuotersi». Così da convincere che per sapere bisogna desiderare sapere. [email protected] ECOLOGIA&AMBIENTE CONVEGNI Dalla messinesità alla messinesitudine MESSINA. Il concetto di identità, nel comune sentire di gran parte della comunità messinese, tende a volte a confondersi col termine di “messinesità”. L’utilizzo di quest’ultimo termine, tuttavia, si rivela spesso fuorviante in quanto, piuttosto che rendere l’idea di tale identità, suggerisce una serie di luoghi comuni responsabili, di fatto, dello stato di degrado anche culturale della nostra città. Nella “messinesità” comunemente intesa, infatti, più l’orgoglio campanilistico di segno negativo che tende a tenere lo sguardo fisso sulla città del passato, distogliendolo dalla città attuale, prigioniera di vizi antichi e nuovi e sempre in attesa di “liberatori” che puntualmente si rivelano pigri o distratti. Si potrebbe sostenere che a Messina siano in buona sostanza attribuibili due distinte identità: quella storica, derivante dal ruolo che la città ha ricoperto nel passato; e quella vissuta nel nostro tempo, in cui la Vara di mescola al pescestocco, allo scirocco e alla pignolata, ma anche al familismo, alla mancata osservanza delle regole, in una parola alla cialtronaggine “buddace”. Esistono insomma da una parte una “messinesità”, che fornisce una chiave di lettura deformante della nostra città contribuendo a rendere un’immagine esterna deteriore, dall’altra una “messinitudine”, che invece costituisce l’identità positiva di Messina, racchiudendone i valori da preservare. La sfida consiste dunque nel costruire una “messinitudine” conforme al patrimonio di Messina, contrapponendola alla “messinesità” delle consorterie, degli struggimenti nostalgici e della mancata attenzione verso il bene comune. Realizzando così il progetto di un’identità nutrita da senso comunitario e impegno civile e rappresentata da cittadini con volontà di lavorare a progetti di bellezza e consapevolezza del loro ruolo. Di questa tematica si occuperà l’incontro che si terrà il prossimo 26 novembre per la rassegna “Il Cortile dei Gentili”, nei locali della Biblioteca Regionale, a cura del direttore Sergio Todesco. A relazionare, con interventi destinati a sollecitare l’intervento del pubblico, lo psicoterapeuta Domenico Barrilà ed il medico-scrittore Giuseppe Ruggeri. DI ANNA GIORDANO Ipocrizia e prevenzione QUANTA INCOMMENSURABILE ipocrisia, infinita, che aleggia e permea la quasi totalità delle amministrazioni pubbliche. Ad ogni pioggia, alluvione, esondazione, frana, colata e ahimè vittime, è tutto un “mai più” che si leva corale, poi, passato il momento, tutto torna come prima, al quando non ci si ricorda che i fiumi e le fiumare esondano, e hanno bisogno delle loro aree golenali, dove la natura aveva previsto che potessero espandersi quando arrivava la piena. Così come ci si dimentica che il mare è potente, come il vento e le correnti, e non c’è ingegneria che tenga che possa impedire che gli elementi che hanno modellato un intero pianeta, possano fare altrettanto in quel di Tremestieri e non solo. Galati rischia di scomparire, ma forse non sanno gli abitanti, che le nuove opere previste, approvate senza uno studio di impatto ambientale aggiornato, ma fermo, come dati sull’erosione, al 2008, non faranno che aggravare la situazione. Certo, si faranno, con ingentissime somme, opere a difesa, non estemporanee ma presumibilmente durature, e il problema si sposterà (forse) più in là, oppure lo scirocco impetuoso renderà vano tutto ciò. A voglia noi stupidi ambientalisti a segnalarlo al Ministero dell’Ambiente, con dati alla mano e logica e conoscenza (ahimè) delle dinamiche ambientali. Aria fritta la nostra, parole al vento (di ogni quadrante), vuoi mettere? un aggiornamento dello studio? tempo perso, inutile, e via libera ad opere che bene non faranno, né all’ambiente né a seguire, alle persone, insieme alla previsione inverosimile di porre un porto dove sboccano ben tre fiumare. Non ci sono neanche i dati dell’alluvione del 2009, la portata delle fiumare è stata calibrata su dati centonove pagina 38 senza le piogge torrenziali che ormai caratterizzano gli anni dopo il 2008. Buona fortuna. Il Presidente della Repubblica qualche giorno fa ha invitato i Comuni ad avere attenzione per il territorio. Anche queste, parole al vento. Gru e ruspe sono al lavoro, un po’ ovunque, qui come altrove. Il diniego ad un progetto non si vede quasi mai, l’interesse privato supera la logica della prevenzione, che non costa nulla, mentre il governo nazionale dice di voler investire 7 miliardi per la lotta al dissesto. Dire no non costa nulla, riparare prosciuga le casse pubbliche. Mi viene da pensare che sia iniziato da tempo il business dell’emergenza. Guardo le mappe dell’ENEA che dicono dove a Messina si rischia non grosso, ma grossissimo. Mi viene il terrore, mentre le perizie post alluvione del 2011 giacciono chissà dove. Poi, quando succederà, si griderà di nuovo “mai più”, e tutto tornerà come prima nel giro di pochissimo tempo. Non c’è speranza, no, neanche per sbaglio. postercommenti ALFABETOMINIMO di Giovanni Merenda Frocetta e maialetti B come Beccalossi. L'assessore regionale della Lombardia Viviana Beccalossi chiama durante una trasmissione televisiva il governatore della Sicilia Crocetta "frocetta". Noi una opinione sull'eleganza verbale e di pensiero della Beccalossi ce l'avevamo già e questo episodio non fa che confermarlo. Ma forse ci sarebbero gli estremi per dichiare guerra, noi siciliani, alla Lombardia. Chi ce l'ha prepari la lupara. Io al momento ne sono sprovvisto. Ne cercherò una su ebay. C come cashemire. Brutta figura nelle strade di Knightsbridge. Il proprietario di una Lamborghini Aventador, circondato da una decina di ammiratori, ha mandato il suo gioiello talmente fuori giri da provocare un piccolo incendio. E per spegnerlo, ha usato il suo pullover. Naturalmente doveva essere di cashemire. C come cori popolari. ''Compagno, lei per chi ha votato?''. Renato Brunetta incalza un pensionato durante il collegamento a Ballarò, condotto da Massimo Giannini su RaiTre. E dopo un lungo battibecco sulla Legge di Stabilità, il pubblico in piazza apostrofa il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, chiamando per nome in coro:"Coglione, coglione, coglione...". C come perfetto cretino. Il titolo del settimanale berlusconiano "Chi" sulla ministra Marianna Madia che mangia il gelato non è solo volgare e antifemminista. E' sopratutto un titolo che solo un perfetto cretino poteva concepire. G come gruppo segreto. Nella provincia di Deir ez-Zor si aggirano circa trecento uomini addestrati da pochi mesi a rapire e uccidere i membri dello Stato islamico che hanno invaso le loro città. Si muovono di notte, in moto, evitando di restare a loro volta vittime dei raid. Il portavoce, Abu Ali Albukamali: "Ne abbiamo eliminati più di cento". I Jihadisti ormai si muovono in piccoli gruppi. Da 150 PAROLE DA PALERMO Il mezzo è il messaggio DI MARIA D’ASARO Nella nostra società scorrono fiumi di parole e anche un “twitter” fa politica. Non c’è da meravigliarsi allora se a Ballarò, noto mercato di Palermo, un fruttivendolo vende limoni con un cartello ad effetto. I limoni, a maggio, erano “M5 limoni” perchè: “Tanto la vita non può essere più aspra di così”. In un cartello recente, gli agrumi si pongono contro “Quella parte di italiani che per Juve/Roma fanno i pazzi a bisticciare” e diventano limoni anti virus Ebola! La trovata del fruttivendolo si appaia con quella del venditore di pannocchie (per noi “pollanche”) che, sulla spiaggia di Mondello, delizia i bagnanti con le sue rime. Il sociologo Marshall McLuhan affermava che “il mezzo è il messaggio”: il mezzo utilizzato nella comunicazione influenza l’informazione. Davvero, nell’immaginario collettivo dei palermitani, adesso pannocchie e limoni sono più di un alimento: ai limoni si associano virtù terapeutiche e le pannocchie evocano rime baciate. 14 Novembre 2014 ELIODORO soli per le strade piene di detriti e macerie non girano più, hanno paura, temono di essere rapiti e giustiziati. Non dai combattenti curdi o dalle bombe della coalizione, ma da un gruppo di guerriglieri che si fa chiamare il 'Bianco Sudario' ('White Shroud'), come il velo di cotone con cui vengono avvolti i cadaveri dei musulmani. E che li sta uccidendo metodicamente. Una buona notizia e una trama perfetta per un film. K come Ku klux khan. Salvini si è lamenta dell'accoglienza che gli è stata riservata in una visita del campo nomadi di Bologna. Anzi ancor prima di arrivarci. La Lega si è molto lamentata di questo episodio. Come se il gran maaestro del Ku klux khan si lamentasse dell'accoglienza ricevuta mentre passeggiava col cappuccio bianco e la divisa per le vie di Harlem. M come cattive maestre. Due maestre di Scarmagno in Piemonte hanno dato ai loro piccoli alunni un tema geniale. "Preferiresti che morisse prima la mamma o il papà?" Era meglio se morivano prima, anzi non nascevano per le niente le due geniali maestre. M come maialetto. Nella puntata dello scorso 8 dicembre di Che tempo che fa era entrata in studio spingendo un carrello con un maialino nero adagiato dentro, "Un ospite eccezionale, un'esclusiva assoluta", aveva ironizzato Luciana Littizzetto che con quello sketch voleva introdurre l'argomento della puntata: la decisione della Corte Costituzionale di dichiarare incostituzionale la legge elettorale, il porcellum. Ma quei due minuti di diretta con il maialino, costano ora alla Littizzetto l'iscrizione nel registro degli indagati. Il reato ipotizzato per lei è maltrattamento di animali. A denunciare la comica, l'associazione 'Animalisti italiani', una onlus romana. Io amo molto gli animali, i miei 15 gatti lo possono testimoniare, ma in questo caso credo proprio che si esageri. N come nazisti dell'Illinois. Era stato fermato perché durante una menifestazione omofoba della destra indossava una divisa simil nazista (ma era quella che Chaplin aveva creato per il film Il grande dittatore) e portava un cartella con la solidarietà dei nazisti dell Illinois alla manifestazione. Naturalmente i nazisti dell Illinois son quelli del film Blues Brothers. Fortunatamente ha trovato un giudice cinefilo che ha capito la divertente provocazione e l'ha mandato libero. ANIMAL HOUSE Dehors, il nodo della discordia CATANIA. Dopo mesi di concertazione il regolamento sui dehors, le strutture mobili all’esterno dei locali (bar, ristoranti ed altro) approda in Consiglio comunale con il fardello di 140 emendamenti. Baruffa in aula e tutto rinviato. Gli esercenti spingono, i consiglieri vogliono gestire il controllo e Catania resta con un decennale ritardo rispetto le altre grandi città. ANTIBUDDACI DI DINO CALDERONE Calcio e Città MESSINA. Le vicende legate all'Acr Messina non si riducono al pur interessante ambito sportivo, ma riflettono da sempre aspetti significativi della città. Recentemente Pietro Lo Monaco, proprietario della società, ha comunicato che a fine stagione potrebbe lasciare l'Acr Messina, perchè i costi di gestione sono divenuti per lui insostenibili. Speriamo si tratti solo di una minaccia per stimolare i messinesi appassionati di calcio a tornare allo stadio per sostenere la squadra e, quindi, grazie ai maggiori introiti, anche la società. Lo Monaco è uno dei maggiori esperti italiani di calcio. Ha ricoperto tutti i ruoli più importanti del settore (calciatore, allenatore, manager, direttore sportivo), ma è evidente che, dopo avere lavorato per altre società, raggiungendo risultati di assoluto rilievo (Catania e Udinese in particolare), ora che ha acquisito la proprietà di una squadra, il Messina, voglia esprimere in maniera più piena e totale le grandi idee innovative e le notevoli capacità progettuali che lo animano. In un periodo così difficile per la città, l'eventuale abbandono o ridimensionamento dell'impegno di Lo Monaco, sarebbe sicuramente una grave perdita, non solo dal punto di vista calcistico. Il calcio infatti non è solo sport, ma cultura, identità, economia, socialità. La creazione di centinaia di posti di lavoro sarebbe possibile grazie a un ACR Messina che si consolida e produce iniziative ad essa connesse. Se il giocattolo che Lo Monaco è riuscito a costruire in poco tempo (realizzando ben due promozioni consecutive!), si dovesse rompere irridemiabilmente, ci sarebbero conseguenze negative per i tifosi, che si ostinano a frequentare il San Filippo. Ma anche gli appassionati di calcio, molto numerosi, che preferiscono seguire le partite di calcio del Messina in diretta, ma su sportube, perderebbero questa possibilità, con la squadra precipitata in serie inferiori alla Lega Pro, dove probabilmente finirebbe il Messina, senza la guida autorevole di Lo Monaco. Sarebbe comunque tutta la città, anche chi non ama il calcio, a sprecare uno stimolo allo sviluppo, e non solo sportivo. [email protected] DI ROBERTO SALZANO Fiume Arrone, fiera degli orrori UN DISASTRO senza precedenti. L'ecosistema della Riserva del Litorale Romano e delle oasi devastato da un evento dall'impatto gravissimo. Oleodotto alle porte di Roma: ripetuti tentativi di furto, come spiegato dall'Eni? Collassamento della struttura, come ipotizzato da alcuni? Un'onda di cherosene ha contaminato, da Palidoro a Maccarese, decine di ettari, in buona parte agricoli. La rete interna dei canali che irrigano i campi è stata riempita dal carburante fuoriuscito e l'evento ha causato la morte di tanti degli animali ospitati da quelle acque. I volontari hanno trovato numerose carcasse senza vita, perché è scattata una trappola mortale. La catena alimentare è stata intaccata e pesantemente compromessa. I pesci sono diventati dei bocconi avvelenati. Gli uccelli che centonove pagina 39 hanno mangiato il pesce galleggiante sono andati incontro ad una fine atroce, esattamente come le volpi che hanno poi predato quegli esemplari. Il fiume Arrone è diventato una fiera degli orrori. Il sindaco di Fiumicino ha lanciato l'allarme e sul posto sono intervenuti i volontari delle associazioni animaliste. Dolo, colpa, incidente? Indipendentemente dalla risposta, come troppo spesso accade sono stati gli animali a farne le spese, a pagare il prezzo più alto. Un'area di notevole importanza per le sue produzioni agricole ma anche di assoluto valore naturalistico messa in ginocchio, distrutta, cancellata. L'ennesimo tassello si è unito al desolante quadro della progressiva distruzione dell'ambiente. Divieto assoluto di utilizzo dell'acqua, di pesca e di abbeveraggio degli animali in pascolo, perché un'onda oleosa, calando implacabile verso il mare, ha avvelenato ogni forma di vita capitata lungo la sua scia. Ancora una volta, nonostante i tentativi di arginare e rimediare, un paradiso è andato perduto.