RICERCAPERLAVITA Not i z ie d a l S a n R a f fa ele Periodico della Fondazione Areté Onlus del San Raffaele ■ DICEMBRE 2011 - Anno VI, n.2 ■ Poste Italiane s.p.a. - Sped. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv.in L. 27/02/2004 n°46) art.1, comma 2, DCB Milano. GIULIA, DAGLI OCCHI BELLI C “Ciao sono Giulia, sono nata nel 1997; ero una bimba come le altre, serena, felice. Via via che crescevo sentivo che qualcosa cambiava in me. La mamma mi chiamava “Giulia, Giulia, Giulia!” ma io non la sentivo. Non riuscivo neanche a guardarla negli occhi e neppure in quelli dei miei fratelli: il mio sguardo vagava nel vuoto in cerca del loro, senza trovarlo. Tutte le bambine a due anni si alzavano già in piedi e camminavano, io non ce la facevo. Cercavo di afferrare gli oggetti, ma mi cadevano dalle mani e così piangevo, piangevo sempre… Mi hanno poi portato da diversi medici specialisti e alla fine hanno capito di cosa soffrivo: avevo la sindrome di Rett.” Non cammina, non parla, non muove le mani, sembra isolata dal resto del mondo ma comunica con i suoi grandi occhi castani. La “Sindrome degli occhi belli” è così, toglie tutto e lascia solo una luce, quella della speranza. Giulia, come tante bambine (1 su 10.000) ha un difetto del gene MEPC2 sul cromosoma X, diagnosticato dopo un test genetico. Fino ai 618 mesi di vita ha avuto uno sviluppo nor male, poi ha subito un rallentamento delle capacità già acquisite. La malattia costringe a una regressione: le bambine perdono le loro capacità comunicative, tanto che assumono atteggiamenti di isolamento e chiusura totale. La situazione poi precipita: perdono l’uso volontario delle mani, subentrano movimenti ripetitivi e Un ricercatore al lavoro stereotipati, si evidenziano problemi di deambulazione e un rallentamento della crescita della circonferenza cranica. Spesso manifestano anche crisi epilettiche, sono irritabili e hanno anche problemi respiratori. Giulia i primi anni piangeva spesso, un pianto disperato, istintivo come se sentisse che stava perdendo qualcosa: le sue capacità. Per due anni e mezzo guardava nel vuoto: questa è appunto la prima fase della malattia. Poi le bimbe hanno un assestamento, è come se prendessero atto del fatto che hanno perso alcune capacità mentre ne mantengono altre e questa è una fase più serena. Recuperano alcune sensibilità, come per esempio lo sguardo: Giulia infatti ha iniziato a guardare negli occhi i suoi cari e ha trovato delle cose che potevano interessarle come per esempio i cartoni animati, le canzoni e alcune immagini. Giulia non riesce a dire ho s e t e , h o f a m e , deve essere accudita, accompagnata in tutte le sue attività e per questo è come un neonato, deve essere assistita al 100%. In Giulia, come le altre bambine con la Sindrome di Rett, subentra poi un ritardo mentale: per le famiglie è un momento molto duro e difficile da affrontare perché in ogni genitore vive la speranza che la propria figlia un giorno possa migliorare. Giulia è una bimba paziente, tranquilla, quasi passa inosser vata perché non ha partecipare alla vita, basta solo investire su di lei e quegli “occhi belli”. E’ per questo che al San Raf faele è nato, per volontà dell’Associazione ProRett e grazie all’importante contributo della Fondazione Just Italia e Telethon, il San Raffaele Rett Research Center, un laboratorio dedicato a progetti di ricerca di base che hanno lo scopo di meglio delineare i meccanismi della malattia. I ricercatori del San Raffaele, sono impegnati ormai da quasi due anni nel rendere curabile questa malattia con l’obiettivo di scoprire i comuni denominatori tra le sue forme, causate, molecolarmente, da geni diversi. La storia di Giulia è la storia di molte altre bimbe e molti altri bimbi con malattie genetiche e altre rare patologie che devono avere la possibilità di un futuro migliore, il futuro che insieme possiamo offrirgli, un futuro concreto. grandi possibilità di comunicare al mondo ciò che prova, ma per questo non può e non deve essere lasciata sola. Anzi, il suo sguardo vivo e intelligente spesso comunica tutto: in modo del tutto discreto può Caro lettore, da molti mesi si parla del San Raffaele anche per una crisi finanziaria Istituzionale che l’ha coinvolto, ma che proprio in questi giorni – finalmente - è in via di risoluzione. In questo periodo però la ricerca e la clinica hanno continuato la loro attività, mantenendo alti i livelli di eccellenza che da sempre contraddistinguono l’Istituto nel panorama internazionale. Alla luce dello scenario attuale, in questo numero, desidero dare un quadro complessivo dell’attività di ricerca condotta nel 2010 (ultima rendicontazione disponibile), dei fondi ricevuti, dei progetti sostenuti e dei costi ad essi allocati. In queste pagine potrà concretamente rendersi conto di tutti i passi fatti dalla ricerca e dagli oltre 1.400 tra scienziati, medici - ricercatori, tecnici, borsisti, specializzandi, infermieri che in questo periodo non hanno smesso neanche per un solo minuto di tenere alta la reputazione e la credibilità della nostra istituzione e di credere, di lavorare e far progredire la nostra ricerca, alfine di poter continuare a dare risposte sempre più specifiche e nuove terapie ai nostri malati. Tutto ciò perché nessuno di noi ha mai dimenticato che questo è l’unico obiettivo e la vera missione del San Raffaele. Prof. Maria Grazia Roncarolo Direttore Scientifico Ricerca per la vita ■ Dicembre 2011 1 RICERCA Produzione scientifica Per l’Istituto San Raffaele il 2010 è stato un anno di grande produttività: 832 pubblicazioni scientifiche, 4.625 di Impact Factor Totale (IF: è l’indice che misura l’autorevolezza di una pubblicazione scientifica, variabile a seconda della testata. E’ una misura della frequenza con cui un “articolo medio” di una rivista viene citato dalle altre riviste in un particolare anno o periodo). Circa l’8% degli studi sono pubblicati sui principali giornali scientifici (con un Impact Factor >10). Grazie a questo risultato il nostro Istituto è ancora una volta il primo tra i 45 IRCCS presenti in Italia per qualità e produttività scientifica. Un altro elemento di valutazione per la ricerca è l’Indice di Produttività scientifica (IP), che permette di misurare in modo omogeneo la produttività scientifica dei diversi istituti di ricerca. E’ il rapporto complessivo tra la produzione scientifica del San Raffaele e la produzione scientifica totale di tutti i 45 IRCCS in Italia. Nel 2010 il San Raffaele ha raggiunto il 12,4 % di IP (dato relativo a dicembre 2010 aggiornato a giugno 2011). SCIENTIFICA: Divisioni, centri e istituti di ricerca DIVISIONI E CENTRI DI RICERCA Sono 6 le Divisioni di Ricerca e 2 i Centri di ricerca che rappresentano consolidate aree di competenza e di eccellenza. Sono gestiti da direttori, vice e co-direttori di alto profilo scientifico nell’ambito dell’organizzazione, con una eccellente reputazione e competenza a livello internazionale nella ricerca di base e clinica. Divisioni di Ricerca: 4 Oncologia Molecolare 4 Neuroscienze 4 Medicina Rigenerativa, Cellule Staminali e Terapia Genica 4 Immunologia, Trapianti e Malattie Infettive 4 Genetica e Biologia Cellulare 4 Scienze Metaboliche e Cardiovascolari Centri di Ricerca: 4 Imaging Sperimentale 4 Genomica Traslazionale e Bioinformatica ISTITUTI DI RICERCA Il San Raffaele ospita 3 importanti Istituti di Ricerca integrati con l’organizzazione complessiva: 4 HSR-TIGET: San Raffaele Telethon Institute for Gene Therapy, una joint venture con la Fondazione Telethon e un centro pilota per la sperimentazione della terapia cellulare e della terapia genica nelle malattie genetiche e in altre malattie; 4 INSpe: Istituto Neurologico Sperimentale, che studia i meccanismi molecolari e biologici alla base delle malattie del sistema nervoso, in particolare sulla Sclerosi Multipla. 4 DRI: Diabetes Research Institute, che ha come obiettivo principale quello di identificare e applicare nuovi trattamenti per la prevenzione e la cura del diabete di tipo 1. LO STAFF DELLA RICERCA Attualmente presso le 6 Divisioni di Ricerca lavorano 1.484 persone, incluse quelle impiegate presso gli Istituti di Ricerca e i Programmi di Ricerca: Attività scientifiche L’Istituto ha sviluppato nel 2010 molteplici attività scientifiche in diversi ambiti e patologie. Qui di seguito si riportano le principali. ADVISORY BOARD Si è svolto il primo incontro dello Scientific Advisory Board, un organo consulenziale del Consiglio d’Amministrazione della Fondazione San Raffaele. Il SAB, composto da leader internazionali nell’ambito della ricerca accademica e industriale, ha lo scopo primario di assistere il CdA nella valutazione della qualità della ricerca, delle strategie scientifiche e dei relativi piani di attuazione, in linea con i massimi standard internazionali. DIVISIONE DELLE SCIENZE METABOLICHE E CARDIOVASCOLARI E’ stato costituito un Comitato Esecutivo, coordinato da Maria Grazia Roncarolo, che ha dato nuovo impulso alla nascita della divisione. Il Comitato è supportato da Zaverio Ruggeri, consulente della Direzione 2 Ricerca per la vita Scientifica dello The Scripps Research Institute, La Jolla, California. CENTRO DI GENOMICA TRASLAZIONALE E BIOINFORMATICA Sono stati avviati nuovi laboratori all’interno della Basilica San Raffaele. Tutti gli ambienti di ricerca sono stati allestiti con strumentazioni all’avanguardia ed è stato acquistato un sequenziatore di nuovissima generazione. n 760 persone tra scienziati, tecnici, ricercatori, specializzandi postlaurea e studenti universitari, impiegati nella ricerca pre-clinica e traslazionale presso i laboratori del DIBIT1 e del DIBIT2; n 695 persone tra medici, infermieri, personale interno e clinici impiegati in progetti di ricerca clinica dell’Ospedale; n 29 persone tra direttori di struttura, manager di laboratorio, partner di ricerca e tecnici impiegati presso le strutture istituzionali. Programmi di ricerca I Programmi di Ricerca interdivisionali e interdipartimentali sono progetti strategici creati con l’intento di raggiungere un determinato obiettivo scientifico attraverso l’integrazione tra ricerca di base e ricerca clinica. Essi rappresentano un importante strumento per l’organizzazione delle attività di ricerca che hanno un carattere di trasversalità sia rispetto alle Divisioni di Ricerca sia rispetto ai Dipartimenti Clinici. Attualmente sono 8 i Programmi di Ricerca approvati e in corso: CENTRO DI IMAGING SPERIMENTALE 4 Cellule staminali: dalla ricerca di base alla sperimentazione clinica 4 Rigenerazione cerebrale mediante dispositivi medici, vettori genici e Alcuni risultati sono stati: start-up del nuovo dipartimento “Ultrastructural and Molecular Imaging” al Centro Europeo di Nanomedicina (CEN); installazione e validazione di grandi strumentazioni; acquisizione di nuova tecnologia per l’analisi cellulare; attivazione di una nuova unità di ricerca: “Mouse functional genetics”. cellule staminali (BRIDGE) 4 Programma di ricerca in immunologia, bio-immunoterapia e terapia genica del cancro (PIBIC) 4 Trapianto isole pancreatiche 4 Mappaggio in vivo del cer vello umano mediante neuroimaging (BRAINMAP) 4 Programma di fisiopatologia dell’osso 4 Correlati della modulazione della risposta immunitaria associata ad HIV (CHARM) 4 Microambiente e geni nelle malattie ematologiche maligne (MAGIC) ■ Dicembre 2011 RELAZIONE DI MISSIONE 2010 Piano economico La competitività del San Raffaele è dimostrata dalla sua capacità di ottenere finanziamenti a supporto della ricerca non solo da enti pubblici (Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) ma anche da soggetti privati italiani (principalmente Telethon, Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e Fondazioni Bancarie) e da soggetti internazionali (es. Comunità Europea, Consiglio Europeo della Ricerca, National Institute of Health americano, Organizzazione Mondiale della Sanità, Associazione per la Ricerca Internazionale sul Cancro, Fondazione Gates, Wellcome Trust, Fondazione per la Ricerca sul Diabete Giovanile). Grazie alle diverse tipologie di entrate - soggetti privati, pubblici e internazionali - la ricerca del San Raffaele ogni anno riesce ad ottenere di fatto risultati prestigiosi e riconoscimenti a livello internazionale. Nei grafici si può chiaramente notare il totale delle entrate e il totale dei fondi allocati alle varie linee di ricerca. LE ENTRATE (grafici 1-2-3) Nel corso dell’anno sono stati ottenuti finanziamenti per oltre 54 milioni di euro, provenienti da varie fonti. LE USCITE (grafici 4-5) I fondi sono stati ripartiti come rappresentato in questi grafici. 4 1 2 5 3 Il Centro di ricerche del San Raffaele Ricerca per la vita ■ Dicembre 2011 3 I progetti di ricerca News All’interno del San Raffaele opera l’Ufficio Marketing e Fundraising che si occupa delle attività di raccolta fondi sia per la Fondazione San Raffaele sia per la Fondazione Areté Onlus. Quest’ultima è un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale, collegata alla Fondazione San Raffaele, nata nel 2000 per fornire supporto alla raccolta fondi per la ricerca scientifica di particolare interesse sociale. L’ufficio M&F si occupa delle relazioni con i donatori e di realizzare campagne e promuovere iniziative per sensibilizzare alla donazione a sostegno della ricerca scientifica e sanitaria, nei vari ambiti, per renderla sempre più all’avanguardia. I PROGETTI SOSTENUTI Il San Raffaele sviluppa la sua attività scientifica principalmente su sei linee di ricerca. I progetti che vengono sviluppati all’interno di ogni singola linea necessitano di molti investimenti economici e di molteplici risorse umane. Per questo l’Ufficio M&F raccoglie fondi per il loro sostegno. n Malattie Cardiovascolari Da sempre il San Raffaele, con il Dipartimento Cardio-Toraco-Vascolare, è in prima linea nella cura delle malattie cardiovascolari,sia nella ricerca di base per conoscere i “meccanismi” che le generano, sia nella ricerca clinica per studiare nuove terapie e fare prevenzione. n Diabete Con il progetto DRI (Diabetes Research Institute) i ricercatori del San Raffaele stanno sperimentando una sorta di “vaccino” per i bambini a rischio di sviluppare la malattia e stanno mettendo a punto nuove tecniche per migliorare l’efficacia del trapianto di isole pancreatiche. n Malattie Neurodegenerative Il San Raffaele da anni studia le cellule staminali, potenzialmente in grado di trasformarsi in uno qualunque degli oltre 200 tipi cellulari presenti nell’organismo. Grazie alle cellule staminali, la medicina rigenerativa si occupa di trovare una soluzione a malattie come l’Alzheimer, il morbo di Parkinson, la sclerosi multipla, la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) e alle conseguenze di ictus cerebrale e di traumi al midollo spinale. Tumori Il San Raffaele è in prima fila nella lotta ai tumori con progetti ambiziosi. Uno di questi si propone di capire come attivare il sistema immunitario del malato contro il proprio tumore. n COME SOSTENERCI Bambini timidi, adolescenti ansiosi? Depression and Anxiety, Settembre 2011 Per continuare a sostenere la ricerca di eccellenza del San Raffaele, è possibile fare una donazione a FONDAZIONE ARETE’ ONLUS DEL SAN RAFFAELE tramite una delle seguenti modalità: BOLLETTINO POSTALE sul conto n° 42437681 BONIFICO BANCARIO INTESA SANPAOLO - Codice IBAN: IT 62 C 03069 01765 000021600183 Ricerca per la vita ■ Dicembre 2011 no studio del San Raffaele ha sviluppato una nuova tecnologia per generare neuroni umani dopaminergici (iDA - induced DA neurons), mediante conversione dei fibroblasti della pelle. I neuroni iDA mostrano attività elettrica spontanea e rilasciano dopamina, il neurotrasmettitore principale che media normalmente la loro funzione nel cervello. I neuroni iDA presentano importanti vantaggi come quello di poter essere generati dal paziente stesso, in maniera riproducibile, in un tempo relativamente breve e senza nessun rischio di tumori. Solo i prossimi studi in modelli animali della malattia di Parkinson accerteranno se i neuroni iDA possano diventare una fonte adatta per questo tipo di utilizzo in clinica. ’European Research Council (ERC) finanzierà con 2 milioni di euro la ricerca di Matteo Iannacone, giovane ricercatore rientrato in Italia l’anno scorso con la disponibilità di un milione di dollari della Fondazione Armenise-Harvard per aprire il proprio laboratorio presso l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano. La finalità del Dott. Iannacone è di capire i meccanismi molecolari e cellulari alla base della formazione degli anticorpi grazie all’utilizzo di tecniche d'avanguardia del San Raffaele, come la microscopia intravitale multi-fotone. Questa ricerca permetterà non solo di spiegare meglio la patogenesi delle infezioni virali, ma potrebbe portare alla creazione di nuovi modelli per lo sviluppo e la validazione di nuovi vaccini. n Aids E Malattie Infettive Al San Raffaele sono diverse le unità di ricerca che si occupano di AIDS e di infezioni correlate. Vari studi puntano sia a sviluppare cure che permettano alle cellule del sistema immunitario di rispondere meglio alle terapie anti-retrovirali già in uso, sia, a livello clinico, a bloccare l’AIDS prima che si sviluppi. 4 U L Malattie Genetiche Il San Raffaele ha sempre investito molto in questo settore. Nel 1995 nasce l’Istituto San Raffaele Telethon per la Terapia Genica (TIGET). La terapia genica rende inattivo un virus che normalmente è una minaccia per l’organismo e lo utilizza per portare la versione sana del gene difettoso nelle cellule malate, utilizzando le cellule staminali del sangue per correggere così il difetto genetico. Dal 2000 ad oggi 15 bambini affetti da una grave immunodeficienza, la ADA-SCID, sono guariti proprio così. Oggi i ricercatori vogliono capire come applicare questa tecnologia alla talassemia e ad altre malattie genetiche. È importante indicare sempre nella causale il progetto di ricerca che si desidera sostenere e riportare i propri dati postali per poter ricevere un ringraziamento. Inoltre bisogna ricordare che le donazioni a Fondazione Areté Onlus sono deducibili. Per usufruire delle agevolazioni fiscali concesse dalla legge, occorre conservare le ricevute di versamento, note contabili o estratto conto emesso dalla banca, estratto conto della carta di credito. Nature, Luglio 2011 Finanziamento ERC a un giovane ricercatore n CARTA DI CREDITO ON LINE in modo facile, veloce e sicuro, semplicemente con un click collegandosi a www.fondazionearete.org oppure www.sanraffaele.org Neuroni dopaminergici dai fibroblasti della pelle RICERCAPERLAVITA Not i z ie d a l S a n R a f fa ele Anno VI ■ n.2 ■ Dicembre 2011 Reg. n° 151 del 1/03/2006 presso il Tribunale di Milano Direttore responsabile: Paolo Antonio Klun Redazione: Marta Ammoni, Anna Attoma, Sara Boldrin, Federica Cattaneo, Lisa Orombelli Stampa: More Systems srl – Via Meucci 16/A 24036 Ponte S. Pietro (BG) Editore: Fondazione Areté Onlus del San Raffaele Via Olgettina 58 - 20132 Milano Tel. 02.26.43.4461- E-mail: [email protected] U n gruppo del San Raffaele ha dimostrato come dai tracciati elettroencefalografici ottenuti da bambini all’età di 8 anni sia possibile predire la presenza di uno specifico disturbo d’ansia - la Fobia Sociale quando gli stessi soggetti raggiungono i 15 anni. I dati hanno mostrato che più del grado di timidezza osservabile nell’infanzia erano le reazioni elettroencefalografiche che i bambini avevano fornito all’età di 8 anni di fronte a immagini di coetanei ostili ad agire da elementi di predizione per la presenza della Fobia Sociale nell’adolescenza.