Giovan Battista Piranesi
Carceri d’invenzione 1745 - 61 / 16 tavole
Carceri d’invenzione 1745 - 61 / 16 tavole (serie doppia)
Si tratta di una serie pubblicata in due edizioni: la prima, Invenzioni Capric(ciose) di
Carceri, del 1745, costituita da quattordici acqueforti; la seconda, Carceri d’invenzione,
del 1761, di sedici tavole: le quattordici dell’edizione precedente profondamente
modificate e due nuove. Rappresentano immagini di architetture “impossibili” con scale
che salgono verso l’infinito, strumenti di tortura, ruote dentate, ponti levatoi, catene, corde
e verricelli. Immagini in cui si materializzano gli incubi dell’artista attraverso un linguaggio
grafico inconfondibile, denso di luci e ombre e ben distante dalla solarità e dai temi della
sua prima produzione di acqueforti in cui l’attenzione era focalizzata sui ruderi classici
e i monumenti antichi di Roma. Queste incisioni influenzarono il Romanticismo ed il
Surrealismo, ma anche le scenografie teatrali del ‘700.
GIOVAN BATTISTA PIRANESI
Mogliano Veneto, 1720 - Roma, 1778
Giovan Battista Piranesi è considerato
l’ultimo grande esponente dell’incisione
veneta del Settecento. In gioventù si
definì “architetto veneziano” ma una
volta trasferitosi a Roma diventò famoso
per le incisioni rappresentanti ruderi
classici e monumenti antichi. Ispirato
inizialmente dalle intuizioni rovinistiche
di Marco Ricci e assimilata la lezione di
Tiepolo e Canaletto, Piranesi trasformò
progressivamente il suo stile. Antichi
anfiteatri romani disgregati dal tempo,
obelischi inghiottiti dal verde, mascheroni
fantastici e grotteschi, palazzi aristocratici
inondati dalla luce, visioni allucinate di
carceri buie e terribili, rovine di terme,
ponti e rive del Tevere, costituiscono gli
inesauribili temi della sua straordinaria
produzione acquafortistica. Dopo la sua
morte, l’attività editoriale fu ereditata dai
figli che, nel 1792, pubblicarono in Francia
il fondamentale catalogo sull’opera
completa del padre. Le lastre di Piranesi,
utilizzate fino al 1835, si trovano custodite
attualmente a Roma presso la Calcografia
Nazionale.
SCHEDA TECNICA
SERIE DOPPIA
TECNICA: acquaforte
ANNO: 1745-1761
MISURE foglio: cm 56x42
EDIZIONE: VI edizione stampata
dalla Regia Calcografia tra il
1870 e il 1946
NOTE: su carta Vidalon con
filigrana “Ambroise Vollard”
Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56
Giovan Battista Piranesi
Le antichità romane 1756 / 221 tavole
Le antichità romane 1756 / 4 serie, ciascuna di 46 - 62 - 54 - 57 tavole
L’opera che consacrò definitivamente Piranesi nell’ambiente romano furono i quattro tomi
delle Antichità romane, usciti nel 1756 e riediti postumi nel 1784. Le ricerche di Piranesi
rientrarono nel dibattito archeologico e storico dell’epoca, entro cui egli si poneva come
difensore dell’autonomia tecnica, strutturale ed estetica dell’architettura romana (ed
etrusca) rispetto a quella greca.
Nelle numerose stampe è la precisione dei dettagli a colpire, assieme alla testimonianza di
una Roma ormai sparita: è quella che vediamo nelle incisioni dedicate al porto di Ripetta,
con i velieri che navigano lungo il Tevere, oppure le piazze con le carrozze sulla terra
battuta. Alla cura dei particolari si affianca l’immaginazione fantastica dell’artista. Piranesi
era infatti capace di inventare paesaggi immaginari o di sviluppare particolari che erano
assenti nella realtà. Se alla base della rappresentazione del patrimonio archeologico di
Roma c’è una sincera passione e l’intento di tutelare e salvaguardare la città antica,
traspare anche l’ottica di Piranesi architetto.
GIOVAN BATTISTA PIRANESI
Mogliano Veneto, 1720 - Roma, 1778
Giovan Battista Piranesi è considerato
l’ultimo grande esponente dell’incisione
veneta del Settecento. In gioventù si
definì “architetto veneziano” ma una
volta trasferitosi a Roma diventò famoso
per le incisioni rappresentanti ruderi
classici e monumenti antichi. Ispirato
inizialmente dalle intuizioni rovinistiche
di Marco Ricci e assimilata la lezione di
Tiepolo e Canaletto, Piranesi trasformò
progressivamente il suo stile. Antichi
anfiteatri romani disgregati dal tempo,
obelischi inghiottiti dal verde, mascheroni
fantastici e grotteschi, palazzi aristocratici
inondati dalla luce, visioni allucinate di
carceri buie e terribili, rovine di terme,
ponti e rive del Tevere, costituiscono gli
inesauribili temi della sua straordinaria
produzione acquafortistica. Dopo la sua
morte, l’attività editoriale fu ereditata dai
figli che, nel 1792, pubblicarono in Francia
il fondamentale catalogo sull’opera
completa del padre. Le lastre di Piranesi,
utilizzate fino al 1835, si trovano custodite
attualmente a Roma presso la Calcografia
Nazionale.
SCHEDA TECNICA
N°4 serie uguali
TECNICA: acquaforte
ANNO: 1800
MISURE foglio: cm 57x41,5
EDIZIONE: prima edizione
parigina del XIX secolo
Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56
Giovan Battista Piranesi
Osservazioni di G.B. Piranesi sulla lettera di Mariette
1765 / 10 tavole
Carceri d’invenzione 1745 - 61 / 16 tavole
Il grande mezzo espressivo, il veicolo che servì a trasmettere le sue visioni, fu l’acquaforte,
che egli usò con libertà e spregiudicatezza sperimentandolo e variandolo continuamente
nei più vari modi per noi spesso inclassificabili. In questo ciclo, quasi ogni opera presenta
novità e sorprese. Il ritorno più volte sullo stesso rame, già inciso, con rielaborazioni e
rimorsure e l’uso variato degli inchiostri (alle volte con aggiunta di seppia) dà risultati di
«colore» sorprendenti e effetti pittorici che fanno pensare alla sua radice veneta: dal nero
cupo, al nero lucido, al grigio, all’argento, ottenendo talvolta toni raffinati, vellutati.
L’acquaforte si adatta alla personalità del Piranesi, che disegna pensando già ai chiari
e scuri del lavoro finito. L’artista inventa una tecnica incisoria che prima non esisteva:
morsure profonde, intensità di tono senza vie intermedie, capacità di eliminare le
sfumature che favoriscono i grigi, segni incisi in sensi vari per ogni particolare, orientati
nella direzione della prospettiva per dare risalto agli oggetti.
GIOVAN BATTISTA PIRANESI
Mogliano Veneto, 1720 - Roma, 1778
Giovan Battista Piranesi è considerato
l’ultimo grande esponente dell’incisione
veneta del Settecento. In gioventù si
definì “architetto veneziano” ma una
volta trasferitosi a Roma diventò famoso
per le incisioni rappresentanti ruderi
classici e monumenti antichi. Ispirato
inizialmente dalle intuizioni rovinistiche
di Marco Ricci e assimilata la lezione di
Tiepolo e Canaletto, Piranesi trasformò
progressivamente il suo stile. Antichi
anfiteatri romani disgregati dal tempo,
obelischi inghiottiti dal verde, mascheroni
fantastici e grotteschi, palazzi aristocratici
inondati dalla luce, visioni allucinate di
carceri buie e terribili, rovine di terme,
ponti e rive del Tevere, costituiscono gli
inesauribili temi della sua straordinaria
produzione acquafortistica. Dopo la sua
morte, l’attività editoriale fu ereditata dai
figli che, nel 1792, pubblicarono in Francia
il fondamentale catalogo sull’opera
completa del padre. Le lastre di Piranesi,
utilizzate fino al 1835, si trovano custodite
attualmente a Roma presso la Calcografia
Nazionale.
SCHEDA TECNICA
TECNICA: acquaforte
ANNO: 1800
MISURE foglio: cm 57x41,5
EDIZIONE: prima edizione
parigina del XIX secolo
Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56
Giovan Battista Piranesi
Vedute di Roma 1748 - 78 / 44 tavole
Vedute di Roma 1748 - 78 / 44 tavole
La serie delle Vedute (costituita da 135 tavole) descrive un percorso topografico attraverso
la Roma antica e moderna: San Pietro, le grandi chiese e i palazzi della Roma barocca e
del Settecento, le piazze e le fontane, il Tevere con il porto di Ripetta e la vista del ponte
di Castel Sant’Angelo, gli edifici, i templi, le colonne e gli archi dell’antica Roma, i dintorni
di Tivoli.
Tale serie appartenne al Primo Duca di Wellington, Arthur Wellesley (1769-1852), e si
caratterizza per lo straordinario carattere omogeneo delle tirature delle stampe, per
l’altissima qualità, generalmente propria delle prime tirature, e per la perfetta condizione
di conservazione.
GIOVAN BATTISTA PIRANESI
Mogliano Veneto, 1720 - Roma, 1778
Giovan Battista Piranesi è considerato
l’ultimo grande esponente dell’incisione
veneta del Settecento. In gioventù si
definì “architetto veneziano” ma una
volta trasferitosi a Roma diventò famoso
per le incisioni rappresentanti ruderi
classici e monumenti antichi. Ispirato
inizialmente dalle intuizioni rovinistiche
di Marco Ricci e assimilata la lezione di
Tiepolo e Canaletto, Piranesi trasformò
progressivamente il suo stile. Antichi
anfiteatri romani disgregati dal tempo,
obelischi inghiottiti dal verde, mascheroni
fantastici e grotteschi, palazzi aristocratici
inondati dalla luce, visioni allucinate di
carceri buie e terribili, rovine di terme,
ponti e rive del Tevere, costituiscono gli
inesauribili temi della sua straordinaria
produzione acquafortistica. Dopo la sua
morte, l’attività editoriale fu ereditata dai
figli che, nel 1792, pubblicarono in Francia
il fondamentale catalogo sull’opera
completa del padre. Le lastre di Piranesi,
utilizzate fino al 1835, si trovano custodite
attualmente a Roma presso la Calcografia
Nazionale.
SCHEDA TECNICA
TECNICA: acquaforte
ANNO:
MISURE fogli: varie
EDIZIONE: prima pubblicazione
nel 1748
Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56
Giovan Battista Piranesi
Antichità de’ tempi della Repubblica 1748 / 25 tavole
Antichità de’ tempi della Repubblica 1748 / 25 tavole
Nel 1748 esce a Roma una prima edizione di Antichità romane de’ tempi della Repubblica
e de’primi Imperatori di Giovan Battista Piranesi (cui seguirà nel 1756 la più
famosa, monumentale raccolta in 4 volumi di Antichità romane). Piuttosto che ai repertori
archeologici questa prima serie di incisioni di monumenti romani di Piranesi è legata
al gusto della veduta; tuttavia, benché non si proponga come “manifesto” teorico
dello studio dell’antico, essa ha egualmente, a una data così precoce, un alto valore
programmatico. Piranesi, fu abituale frequentatore, a Roma, di Casa Corsini, ritrovo
di intellettuali tra cui si distingueva Giovanni Gaetano Bottari; a lui l’artista dedicò le
Antichità romane de’ tempi della Repubblica.
Stimato come uno dei più rinomati esponenti dell’incisione topografica, Piranesi,
attraverso il sapiente uso delle luci e delle ombre, ha saputo celebrare il senso
della grandiosità monumentale e artistica di Roma, mettendo in risalto il sentimento
dell’incommensurabile che scaturisce dalla visione della Città Eterna.
GIOVAN BATTISTA PIRANESI
Mogliano Veneto, 1720 - Roma, 1778
Giovan Battista Piranesi è considerato
l’ultimo grande esponente dell’incisione
veneta del Settecento. In gioventù si
definì “architetto veneziano” ma una
volta trasferitosi a Roma diventò famoso
per le incisioni rappresentanti ruderi
classici e monumenti antichi. Ispirato
inizialmente dalle intuizioni rovinistiche
di Marco Ricci e assimilata la lezione di
Tiepolo e Canaletto, Piranesi trasformò
progressivamente il suo stile. Antichi
anfiteatri romani disgregati dal tempo,
obelischi inghiottiti dal verde, mascheroni
fantastici e grotteschi, palazzi aristocratici
inondati dalla luce, visioni allucinate di
carceri buie e terribili, rovine di terme,
ponti e rive del Tevere, costituiscono gli
inesauribili temi della sua straordinaria
produzione acquafortistica. Dopo la sua
morte, l’attività editoriale fu ereditata dai
figli che, nel 1792, pubblicarono in Francia
il fondamentale catalogo sull’opera
completa del padre. Le lastre di Piranesi,
utilizzate fino al 1835, si trovano custodite
attualmente a Roma presso la Calcografia
Nazionale.
SCHEDA TECNICA
TECNICA: acquaforte
MISURE foglio: cm 55x41
Sito www.arthemisia.it/collezioni E-mail [email protected] Tel +39 0721 37 09 56
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Giovan Battista Piranesi