L’AGRICOLTORE TRENTINO
N. 3 - Giugno 2012
I NOSTRI UFFICI E RECAPITI
Periodico di informazione a cura di
Confagricoltura del Trentino, Associazione
Contadini Trentini, Aflovit, Agriservice,
Apema, Apoc, Astro, Enapa.
TRENTO
UPA - ACT - APEMA - Patronato ENAPA: Via R. Guardini, 73
(Trento nord, di fronte alle 3 Torri dell’Assessorato Agricoltura)
Tel. 0461/820677 - Fax 0461/825837 - [email protected]
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Dir. resp.: Diego Coller
IN QUESTO NUMERO:
Assemblea annuale 2012
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14 Intervento dell’Assessore
17 Interventi assemblea
La relazione del Presidente
19 Prelazione Agraria (continua)
23 Avit: costituito il consorzio
24 Semplificazioni in materia di lavoro
26 Deducibilità contributi fiscali
32 Notizie dall’Istituto Agrario
di S. Michele
36 In Cucina:
A tavola con i prodotti trentini
CLES
presso ACT - Piazza Navarino, 13
Tel. 0463/421531 e Tel. e Fax 0463/421074
Orario: dalle ore 8.30 alle ore 12.30
MEZZOLOMBARDO
Corso del Popolo, 23
Tel. 0461/606005 - Fax 0461/607236
Orario: dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.15 - lunedì e giovedì
dalle 15.00 alle 18.15.
ROVERETO
Via Calcinari 17/A - 19 - 21
Tel. e Fax 0464/435361
Orario patronato: dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle ore 12.00.
ARCO
presso Consorzio Miglioramento Fondiario - Via Mantova, 1
Orario: 2° e 4° lunedì del mese dalle ore 8.00 alle ore 12.00.
AVIO
presso Comune di Avio - piano terra
Orario: martedì dalle ore 14.00 alle ore 16.00.
BORGO VALSUGANA
Corso Vicenza, 47 (presso Associazione Artigiani)
Tel. 0461/753454
Orario: 2º e 4º mercoledì del mese dalle ore 9.30 alle 12.00
CEMBRA
presso il Municipio
Orario: mercoledì dalle ore 16.00 alle ore 17.30.
DENNO
presso il Municipio
Orario: tutti i giovedì dalle ore 8.30 alle ore 9.30.
GIOVO
presso la Cassa Rurale di Verla
Orario: mercoledì dalle ore 14.30 alle ore 15.30.
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Redazione testi: Alessandro Ciola
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ROVERÈ DELLA LUNA
presso il Municipio
Orario: 1º e 3º mercoledì del mese dalle ore 14.15 alle 16.15.
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L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
Confagricoltura del Trentino
Assemblea annuale 2012
Cronaca dei lavori
A
ppuntamento lo scorso 17 maggio a partire
dalle ore 16,30 per i
soci di Confagricoltura per la
assemblea annuale ordinaria,
momento durante il quale ogni
organismo associativo mostra il
suo stato di salute. L’incontro si è svolto come da
tradizione, nella Sala Incontri
delle cantine Ferrari a Ravina
di Trento, la funzionale struttura
di rappresentanza della famiglia
Lunelli ed ha visto la presenza
di numerosi soci e di rappresentanti del mondo agricolo provinciale. “Fare sistema: arma strategica per l’agricoltura trentina”
questo il tema della relazione
del Presidente Diego Pezzi
che è stato più volte richiamato dall’assessore provinciale
all’agricoltura, Tiziano Mellarini che ha illustrato ai presenti la
situazione e le prospettive per la
nostra agricoltura in un momento particolarmente difficile non
solo per il settore ma per tutta
l’economia italiana. L’incontro si è svolto in due
momenti.
Il primo, alla presenza dei soli
soci, è stato dedicato alla illustrazione del bilancio contabile che si è chiuso lo scorso 31
dicembre 2011 e di quello preventivo relativo all’anno 2012.
Il bilancio
consuntivo ha evidenziato il
buon stato
di
salute
della struttura che ha
consentito
di mantenere inalterato il costo
dei servizi
erogati ai
soci pur fornendo una alta qualità. I due
documenti letti ed illustrati ai
presenti dal coordinatore Diego Coller sono stati approvati
all’unanimità.
Alle 17,30 è seguita la parte
pubblica incentrata sulla relazione del presidente Diego Pezzi e
sull’intervento
dell’assessore
Mellarini. Numerosi gli ospiti
fra i quali l’assessore provinciale
alla cooperazione Franco Panizza, il presidente della Associazione Contadini Trentini, Sergio
Branz, il direttore di Codipra,
Andrea Berti, i presidenti delle
associazioni degli apicoltori, degli allevatori avicoli e dei vivaisti
viticoli trentini aderenti a Confagricoltura.
Come di consueto ha fatto gli
onori di casa, portandone il sa-
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
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luto, un rappresentante della
famiglia Lunelli. Non potendo
intervenire il consigliere Mauro
Lunelli, il compito è toccato al
figlio Alessandro.
Apprezzamento per il contenuto della relazione del presidente
che trova pratica realizzazione nella politica aziendale del
gruppo Lunelli e che si estriseca nel fare sistema, nel dare
spazio alle nuove generazioni,
nel porre la massima attenzione
alla qualità.
Ha fatto il proprio esordio in
questa assemblea il nuovo direttore di Confagricoltura del
Trentino, Gimmi Rigotti, che ha
affiancato Diego Coller al quale
è stato affidato dal Consiglio il
ruolo di coordinatore fra la direzione e la presidenza.
La relazione del Presidente
Fare sistema: arma strategica per l’agricoltura trentina
A
Considerazioni di carattere generale
Iniziando la mia relazione all’assemblea 2011,
avevo manifestato una preoccupazione.
Dicevo esattamente:
Il nostro non è un compito facile a causa della situazione economica mondiale sottoposta a continue tensioni: dopo il periodo della crisi monetaria che sembrava avviato a soluzione, ci siamo
imbattuti in questi ultimi giorni nelle crisi che
hanno interessato diversi Paesi del nord Africa.
La crisi monetaria di qualche anno fa è stata causata
da una enorme bolla speculativa che ha visto l’aumento delle quotazioni di petrolio e materie prime.
Nel momento in cui è esplosa, il mondo finanziario è andato in crisi ma ha trovato i governi solidi
che hanno potuto affrontare l’emergenza andando a difendere con provvedimenti di sostegno il
sistema bancario.
Sembra ora che la situazione si riproponga: l’aumento dei costi delle materie prime è aggravato
dalla situazione che si è creata nel nord Africa ed
in particolare in Libia. Il problema è verificare, e
lo sapremo nei prossimi mesi, se le economie dei
singoli Paesi, saranno ancora in grado di fronteggiare le eventuali crisi che si dovessero riproporre con interventi di politica monetaria.
Questo è quanto dicevo lo scorso anno. Ma ora
cosa possiamo dire?
Mentre qualcuno sosteneva allora che eravamo
fuori dal tunnel, noi non ne eravamo convinti:
temevamo infatti che la crisi del 2008 potesse riesplodere e così purtroppo è stato.
Nuove speculazioni hanno portato ad una crisi
mondiale ben più grave delle precedenti.
Molti paesi, fra i quali purtroppo anche il nostro,
hanno rischiato il disastro economico, il fallimen-
utorità, amici, soci, aprendo i lavori
della parte pubblica di questa nostra
assemblea annuale, desidero porgere il
benvenuto alle autorità ed agli ospiti e ringraziarli per aver voluto accogliere il nostro invito.
Le considerazioni che formano il contenuto
dell’annuale relazione all’assemblea, rappresentano in sintesi il modo in cui Confagricoltura del
Trentino vede la situazione del settore e quelle
che ritiene idee e proposte per lo sviluppo futuro.
Da alcuni anni siamo soliti sintetizzare il contenuto della relazione in modo che possa essere
oggetto di ripensamento e di valutazione per i
nostri soci in primo luogo ma anche per gli operatori agricoli che sono interessati a sentire il nostro pensiero.
I ragionamenti che si sono succeduti nella preparazione di questa relazione, ci hanno portati alla
formulazione della tesi: fare sistema.
Fare sistema: arma strategica per l’agricoltura
trentina.
Ed abbiamo adottato questa tesi anche perché da
alcuni anni costituisce la linea guida attraverso
la quale si è andata articolando l’azione dell’assessore provinciale Tiziano Mellarini.
5
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
to, tant’è che siamo stati paragonati alla Grecia.
Per cercare di uscire dalla crisi era necessario
imboccare una strada nuova di fronte all’ottusità
con la quale la politica, attraverso il meccanismo
dei veti incrociati, impediva l’adozione delle severe ma necessarie misure da adottare. Siamo
così giunti alla nomina di un governo tecnico,
presieduto dal prof. Mario Monti, al quale la politica ha affidato un’ampia delega per assumere i
provvedimenti necessari, sicuramente non facili
né popolari, per cercare di uscire dalla crisi. Primo impegno affidato al nuovo governo è stato
quello di frenare la corsa del debito pubblico e
con esso dello spread fra titoli di stato italiani e
quelli tedeschi.
Dove è intervenuto il Governo? Pensioni, nuova
tassazione che ha colpito il comparto agricolo in
modo particolare, IMU sui fabbricati agricoli e
sui terreni, aumento dell’IVA in generale accompagnata dall’aumento delle accise sui carburanti.
Forte aumento del costo del gasolio alla distribuzione.
In definitiva un forte aumento della pressione fiscale a carico del cittadino.
L’aumento del carburante in particolare ha portato ad un aumento dei costi di produzione.
L’IVA ora passata come aliquota generale dal 20
al 21%, con il prossimo autunno subirà un ulteriore aumento al 23%. Per i prodotti alimentari si
passa dal 10% al 12%.
Tutti questi aumenti porteranno inevitabilmente
ad una riduzione dei consumi dovuta all’azione
combinata delle due componenti: diminuzione
delle disponibilità delle famiglie e aumento dei
costi dei prodotti.
Sul mercato estero invece dovremo affrontare
una concorrenza più agguerrita sia per l’aumento
dei nostri prezzi sia per la disponibilità di prodotti di altri paesi a prezzi concorrenziali.
Anche se negli ultimi giorni sono stati avvertiti
segnali di una buona presenza per i nostri prodotti, non possiamo non considerare il rischio di
perdita di competitività sul mercato estero nel
momento in cui avremmo bisogno che questa
capacità di penetrazione risultasse aumentata.
Vista in questa ottica la manovra del governo
Monti è stata solo una manovra di drenaggio delL’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
le disponibilità dalle tasche degli italiani.
Ma l’Italia, l’economia italiana, ha bisogno di
un’economia di rilancio che consenta alle aziende italiane di tornare ad essere competitive sui
mercati esteri. Se così non sarà il tunnel nel quale il sistema Italia è entrato anziché accorciarsi è
destinato inevitabilmente ad allungarsi.
A partire dallo scorso mese di ottobre, le aziende
e più in generale i consumatori italiani si sono
ritrovati a dover fare i conti non solo con un aumento dei costi dovuti alla più pesante tassazione ma anche con la stretta creditizia. Le aziende
in particolare che erano abituate a far conto sul
credito del settore bancario ora si trovano in affanno, dovendo affrontare montagne che in alcuni casi si sono dimostrate invalicabili.
Un altro problema che rende più difficile la vita
delle aziende consiste nei ritardi con i quali lo
Stato e gli Enti Pubblici in generale fanno fronte
ai propri pagamenti, ritardi già sanzionati dalle
corti europee ma le cui conseguenze si avvertono non solo nella vita delle imprese direttamente
interessate ma a cascata nell’indotto.
è di questi giorni l’invito rivolto ai comuni
dall’assessore all’industria della Provincia di
Trento di effettuare con sollecitudine i pagamenti alle aziende che hanno realizzato lavori per
loro conto.
In questa corsa alla ricerca di tutto quanto possa
essere tassato o comunque sia possibile aumentare la tassazione, anche nei confronti dell’agricoltura si è usata la mano pesante.
A quelli che sostengono che non è giusto mantenere una tassazione agevolata nei confronti
dell’agricoltura, rispondiamo che il settore agricolo affianca al suo ruolo produttivo un ruolo di
tutela del territorio che in qualche misura deve
essere riconosciuto per la sua funzione sociale.
A ciò si aggiungano due vincoli che condizionano l’agricoltura.
Il primo è il tempo atmosferico.
Non sempre il clima è favorevole, talvolta le
condizioni portano danni che l’agricoltore deve
sopportare con conseguenti diminuzioni di reddito per quanto possano intervenire le coperture
assicurative. Se diminuisce la capacità di spesa
l’imprenditore, difficilmente pone mano a lavori
6
coinvolgendo a cascata altre aziende, artigiani,
commercianti, liberi professionisti, con grave
danno per tutto il sistema economico.
Il secondo è rappresentato dai vincoli del sistema. Mi spiego. Quando un agricoltore ha posto
a dimora le piante o ha messo nella stalla degli
animali, non può abbassare l’interruttore e sospendere “provvisoriamente“ la produzione.
Deve continuare a far lavorare il sistema. In caso
contrario l’impresa non solo si ferma ma muore.
La situazione in Trentino
Se Roma piange, Trento non ride. Così possiamo
sintetizzare la situazione della nostra provincia sotto il profilo del bilancio. Sicuramente stiamo meglio di altre regioni ma anche a noi, come sistema
provincia, sono venute a mancare delle risorse economiche sulle quali pensavamo di poter contare.
L’accordo che i presidenti delle due provincie
autonome di Trento e Bolzano avevamo stipulato
con il Governo nei mesi scorsi, noto come accordo di Milano, sembra venga messo in discussione: le risorse alle quali abbiamo rinunciato non
sono sufficienti, altre ne vengono richieste alla
nostra Provincia. Il nuovo Governo ci chiede sacrifici per ulteriori 600 milioni di euro. Una cifra
importante che verrà a mancare alle casse della
Provincia con conseguenti minori disponibilità
di bilancio. Ad oggi non si è ancora potuto stabilire dove i tagli al bilancio provinciale andranno
a colpire proprio per la mancata certezza degli
importi da parte dello Stato. L’unica certezza è
però che non passeremo indenni, anche il settore agricolo disporrà di minori risorse e quindi
sarà necessaria una maggiore attenzione sulle
modalità del loro utilizzo. Maggiore attenzione
da parte dell’Ente Pubblico nella gestione della
spesa pubblica ma anche da parte nostra, degli
agricoltori, sia quando operano singolarmente
sia quando sono associati. Dobbiamo essere tutti
consapevoli che anche nel recente passato la Provincia è intervenuta per porre rimedio ad errori
non propri ma degli agricoltori. Ma se nel passato anche recente tali maggiori spese potevano
essere assorbite senza grossi danni dal sistema,
ciò difficilmente potrà avvenire in presenza di un
calo delle risorse.
Il primo modo per utilizzare bene le risorse disponibili è quello di fare sistema all’interno del
settore in tutte le sue componenti. Al riguardo
torna di attualità un tema sul quale Confagricoltura del Trentino insiste già da anni e riguarda le
modalità attraverso le quali vengono assunte le
decisioni in merito all’attribuzione o meglio alla
distribuzione delle risorse disponibili.
Dicevo lo scorso anno:
Per parte nostra abbiamo colto l’occasione per ripresentare la nostra proposta che prevede il coinvolgimento degli organismi rappresentativi di
ogni singolo comparto nella determinazione dei
settori di intervento e la conseguente valutazione della compatibilità delle domande rispetto al
quadro generale di riferimento precedentemente
definito. è auspicabile, ancor più nel momento
in cui si richiede la massima oculatezza dell’uso
delle risorse, che la loro distribuzione ottenga i
risultati maggiori per l’agricoltura trentina.
La proposta di Confagricoltura parte dal presupposto che i singoli comparti sono a conoscenza
delle proprie problematiche e soprattutto possono, attraverso il confronto interno, determinare
le prospettive di sviluppo e la sua programmazione. Abbiamo registrato con soddisfazione che
l’Assessore Mellarini nell’occasione ha manifestato il suo interesse per la proposta e l’intenzione di farla valutare dagli uffici.
A fronte delle ulteriori riduzioni della disponibilità confermiamo con forza questa nostra proposta e ci auguriamo che l’apprezzamento che era
stato manifestato dall’assessore Mellarini possa
essere tradotto in azioni concrete.
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L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
coltura di montagna e turismo nel quale i prodotti
agricoli e la stessa vita dell’agricoltore di montagna rappresentano una merce spendibile. Ma
qualcuno deve utilizzare il prodotto, che fra l’altro è ciò che il turista chiede al territorio. I nostri ristoratori devono trovare nell’agricoltura di
vicinato la fonte di approvvigionamento dei prodotti. Questo è un modo di fare agricoltura a km
zero, agricoltura che svolge in primo luogo una
funzione promozionale. Quando il turista trova un
prodotto di suo gradimento, si pone subito la domanda di dove lo possa trovare vicino a casa. In
questo modo si innesta un meccanismo virtuoso
di promozione delle nostre produzioni agricole.
Promuoviamo i prodotti e il territorio a costo zero.
Questo meccanismo trova però una certa vischiosità a diventare comportamento normale. E ciò
nonostante il forte impegno che l’assessore Mellarini ha profuso su questo argomento. Dobbiamo
riconoscere che è stato uno dei temi sui quali ha
maggiormente insistito ed auspichiamo che possa
essere seguito e fatto proprio in misura sempre più
decisa e concreta dagli operatori coinvolti.
Purtroppo gli sforzi fin qui fatti hanno portato risultati modesti sicuramente perché in Trentino manca
la cultura dei prodotti del territorio. In altri termini
non viene percepita l’importanza della simbiosi fra
le due componenti perché manca in buona parte
dei ristoratori la percezione dell’importanza della
valorizzazione dell’agricoltura di vicinato.
Abbiamo visto che non ci sono leggi che possano convincere e i contributi operano fin che ci
sono. Una volta esauriti il ristoratore torna a privilegiare la logica del minor costo del prodotto
rispetto alla promozione del territorio.
Possiamo prendere ad esempio la vicina Provincia di Bolzano dove la sinergia tra prodotto e territorio ha già realizzato degli ottimi risultati.
L’azione deve quindi iniziare prima, fin dalla
scuola. Bisogna creare questa mentalità attraverso l’educazione, bisogna creare la cultura della
valorizzazione del territorio in tutte le sue componenti. è sicuramente un percorso più lungo ma
proprio perché porterà al radicamento di valori
nella coscienza individuale, saprà dare risultati
più duraturi e consapevoli.
Questa è la logica con la quale ha operato negli
L’agricoltura di montagna
Tutto il territorio della nostra Provincia è considerato come montano e la prima conseguenza di
tale definizione è che la nostra è una agricoltura di
montagna. è opportuno che questo concetto venga tenuto presente in tutte le sedi di competenza
in particolare in Europa perché è lì che ormai si
decidono i destini economici dei nostri paesi.
è in atto a livello europeo una azione volta al
riconoscimento delle specificità dell’agricoltura
delle zone di montagna.
Ci auguriamo che il parlamentare europeo dott.
Dorfmann, che sta seguendo l’iter del procedimento, possa portare a termine anche con l’aiuto
delle diverse realtà dell’arco alpino ed in particolare delle due provincie autonome di Trento e
Bolzano, il riconoscimento della specificità delle
problematiche della agricoltura di montagna.
Con il 2013 si chiude il periodo di validità della PAC attualmente operativa. Si sta ora discutendo di come sarà la PAC a partire dal 2014. A
fronte della diminuzione delle risorse disponibili
solo se riusciremo a far capire la specificità della agricoltura di montagna avremo l’opportunità
di affermare i risvolti relativi alla salvaguardia
ambientale, alla tutela del territorio, al mantenimento della presenza attiva e non solo come elemento di passaggio dell’uomo.
Nessuno può chiedere all’agricoltura di montagna di restare a presidiare il territorio senza che
questo ruolo abbia un suo riconoscimento perché
operare in montagna ha dei costi economici e sociali diversi rispetto a chi opera in altri contesti.
Deve essere ribadito con forza il legame fra agriL’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
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oltre 100 anni di vita l’Istituto Agrario di S. Michele attraverso l’attività di formazione dei tecnici. Se oggi l’agricoltura trentina ha raggiunto
il livello di eccellenza lo si deve per buona parte
all’azione della scuola di S. Michele.
Analogo ruolo è auspicabile svolgano le scuole
alberghiere e quelle di formazione turistica.
Dobbiamo insegnare ai futuri operatori del settore le peculiarità delle nostre produzioni, l’importanza per il tessuto economico nel suo complesso
della collaborazione attraverso la valorizzazione
dei prodotti.
Se saremo in grado, come realtà economica provinciale, di portare a termine questo progetto,
avremo sicuramente un positivo riscontro economico che darà maggior dignità sia all’agricoltura
che al turismo trentino.
L’agricoltura della nostra Provincia lavora ed è
stata impostata per produzioni che nelle maggiori quantità vanno esportate. Il km zero va bene
per il consumatore locale e deve servire per il
turista che frequenta le nostre località. I prodotti
consumati o acquistati dal turista devono essere
veicolo promozionale per il prodotto e per il territorio. Il turista che gusta le nostre produzioni
durante il suo soggiorno, le cercherà nei punti
vendita che frequenta presso la propria abitazione. Diventa quindi una promozione a costo zero
e con effetto a 365 giorni.
di assoluta eccellenza che ci viene riconosciuta.
Siamo altresì convinti che l’agricoltura ha una
importante valenza sotto il profilo ambientale e
territoriale quindi costituisce un fondamentale
sostegno e palcoscenico per l’attività turistica.
Abbiamo sempre sostenuto che le due attività
devono agire in simbiosi, devono fare sistema,
in modo da creare per ciascuna le migliori opportunità di sviluppo. Partendo dalla decisione
della Provincia di accorpare in un unico dipartimento agricoltura e turismo, ci auguriamo che
la collaborazione prosegua ed anzi si amplifichi
per consentire risultati sempre più interessanti
per l’economia trentina nel suo complesso.
Considerata l’importanza del nostro comparto
auspichiamo, come sindacato, che l’agricoltura
mantenga la considerazione che ha avuto negli
anni scorsi sia in relazione al valore della produzione sia per i risvolti occupazionali.
Gli ogm e le produzioni di eccellenza
Il tema degli OGM è uno di quelli che infiammano le piazze.
Ritengo però opportuno che se ne parli serenamente ed obiettivamente.
Vengo al dunque del problema. A fronte delle
carenze alimentari che colpiscono vaste zone
del pianeta e larghi strati di popolazioni, le cui
immagini non possono non colpire chi ha un
minimo di rispetto per la vita umana, in questi
ultimi tempi si avverte un’attenzione particolare
al richiamo dell’agricoltura come fonte di produzione di derrate alimentari: aumentare la produzione per dar da mangiare alla gente che soffre la
fame. Se vogliamo evitare in futuro esodi di dimensioni maggiori rispetto a quelli che abbiamo
conosciuto negli ultimi anni, dovremo affrontare
il problema della produzione e del rifornimento
di alimenti.
Altri ci stanno pensando già da qualche anno: a
livello mondiale è in atto una corsa all’accaparramento di terreni agricoli di vaste dimensioni in
diverse parti del mondo.
Alle necessità agricole si aggiungono ora quelle
per la produzione di bioenergie.
L’azione combinata di queste due esigenze porta
con sé la necessità di incrementare la produzione
PAT accorpamento agricoltura turismo in
unico dipartimento
Voglio spendere qualche parola su un tema che
recentemente ha interessato il mondo agricolo
trentino ed ancor più lo determinerà in futuro.
Mi riferisco al provvedimento assunto dalla
Giunta provinciale di accorpare in un unico dipartimento le competenze di agricoltura e turismo.
La domanda che dobbiamo porci riguarda quale
impatto potrà avere nelle scelte future tale accorpamento. Abbiamo sempre concordato con
l’assessore Mellarini sulla sinergia che esiste
e deve esistere fra agricoltura e turismo in una
provincia come la nostra che dispone di limitate risorse sotto il profilo della superficie agricola
disponibile. Ma dobbiamo anche essere consapevoli che quelle che abbiamo forniscono prodotti
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L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
sotto il profilo quantitativo ponendo al secondo
posto come importanza l’aspetto qualitativo.
Secondo i demografi la popolazione mondiale è
in costante aumento per cui si renderà indispensabile fornire cibo ed energia in quantità tali che
con le superfici messe attualmente a coltura e con
le tecniche praticate ben difficilmente si riuscirà
a soddisfare. Ecco quindi la ricerca di nuove superfici e di nuove modalità di coltivazione che
consentano di incrementare le produzioni.
Tutto ciò prescindendo dalla qualità.
La presenza delle produzioni delle grandi quantità consentirà di valorizzare maggiormente le agricolture in grado di produrre alimenti di qualità, di
alta qualità che quindi diventeranno in un contesto
di produzione di massa, delle produzioni ricercate
e ben remunerate. E la nostra agricoltura si pone a
buon diritto e per lunga tradizione in questo contesto.
Nel mondo ci sarà sempre la fascia di persone
che disponendo di risorse e apprezzando la qualità sarà disposta a sostenere costi maggiori a
fronte di una maggiore qualità del prodotto.
Cooperazione
Abbiamo rilevato l’importanza della collaborazione e della sinergia fra agricoltura e turismo,
nel fare sistema.
Ma con altrettanta forza è doveroso richiamare la
necessità che le diverse componenti del mondo
agricolo in specie quello che fa specifico riferimento al sistema cooperativo, facciano sistema.
Siamo soliti affermare che il Trentino è una realtà fortemente cooperativa.
E proprio il fondatore della cooperazione trentina, don Guetti, insisteva sul concetto del sistema
e della centralità del socio nella vita organizzativa. Fare sistema all’interno della singola cooperativa, di ogni settore nel quale la cooperazione
è presente, ma anche all’interno del movimento
cooperativo nel suo essere una realtà economica
basata sugli spessi principi di solidarietà e complementarietà.
Se le singole cooperative si guardano solo al proprio interno e ritengono di aver esaurito il proprio
ruolo in questo contesto, per la cooperazione non
c’è futuro. Possono rimanere in vita strutture economiche nate dalla cooperazione ma non rimarrà
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
viva e vitale la cooperazione come sistema.
A questi concetti dobbiamo rifarci perché altrimenti il sistema cooperativo nel suo insieme rischia di implodere.
Passaggio del testimone in azienda
Da un lato gli imprenditori attualmente attivi crescono di età, dall’altro i giovani stentano a prenderne il posto o meglio il numero di chi entra è
inferiore rispetto a chi, per i diversi motivi, lascia.
Questo è visto oggi come un problema ma se opportunamente guidato può risolversi in una evoluzione positiva per l’agricoltura trentina considerato il frazionamento della proprietà agricola
con le conseguenti ridotte dimensioni aziendali.
Cerchiamo di capirne i motivi.
Duplice può essere la sorte delle superfici agricole
che vengono lasciate. O vengono definitivamente
abbandonate con grave perdita per il sistema agricoltura nel suo insieme. Oppure si trova il modo
affinché possano continuare ad essere coltivate. Il
che può avvenire attraverso più modalità.
La prima ipotesi prevede l’affitto del terreno ma
questo, come ci insegna l’esperienza, si scontra
con la paura da parte del proprietario di perderne
di fatto la proprietà. Sotto un profilo di carattere generale, questa soluzione potrebbe essere la
più opportuna per l’agricoltura in quanto consentirebbe la formazione di aziende di maggiori
dimensioni senza un eccessivo investimento iniziale che viene richiesto nel caso di acquisto.
La seconda ipotesi è rappresentata dalla vendita
del terreno che però trova delle difficoltà prevalentemente di natura psicologica per il legame
esistente fra il proprietario ed il suo terreno. Non
va poi sottovalutato l’onere dell’investimento nel
caso appunto dell’acquisto. Il costo del terreno
agricolo in una zona come la nostra nella quale le
superfici hanno ridotte dimensioni è sicuramente
molto alto e richiede quindi un alto investimento
iniziale difficilmente giustificato con il reddito
prevedibile, con l’aggravio che in questi ultimi
anni sono venuti a mancare i mutui agevolati che
favorivano l’accorpamento aziendale.
Vi è poi una terza via ed è rappresentata dalla
possibilità da parte del proprietario di affidare a
terzi le singole lavorazioni salvo mantenere la
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titolarità della gestione e delle scelte aziendali.
Al riguardo è possibile guardare ciò che si fa
in zone a noi vicine. Semmai può essere utile
un’attenzione particolare per la individuazione
di soluzioni giuridiche in grado di contemperare le esigenze e le sensibilità dei diversi soggetti partecipanti. Come già richiamato nella relazione dello scorso anno, un altro strumento che
potrebbe essere utilizzato è la legge provinciale
9 del 2007, presentata dall’Assessore Mellarini,
che si pone come obbiettivo il compendio unico
dell’azienda agricola, ovvero mettere nelle condizioni l’azienda agricola di avere a disposizione
una superficie che garantisca la sostenibilità economica della stessa attività.
La legge 9 potrebbe essere anche un utile strumento per recuperare quelle superfici rese incoltivabili dalle successioni ereditarie che hanno
polverizzato le dimensioni delle proprietà.
Vocazione delle zone
Lo scorso anno ho avuto occasione di ricordare
che con la legge 4 era stato introdotto il principio
della zonizzazione delle produzioni. Il principio
cioè secondo il quale nelle singole zone andavano coltivate di preferenza le tipologie di prodotto
e le varietà per la quale la zona era più vocata.
Ciò con il duplice obiettivo di qualificare sempre
più la produzione e di conseguenza assicurare una
più costante redditività economica del prodotto.
Ogni varietà di prodotto ha delle caratteristiche
che lo legano ad un certo territorio ed in quello il
prodotto riesce ad esprimere al meglio le proprie
caratteristiche.
Bisogna quindi porre molta attenzione alla vocazione del territorio nei confronti delle varietà
evitando la messa a dimora nelle zone meno vocate perché il risultato finale sarebbe il deprezzamento complessivo.
La Provincia ha iniziato ad assicurare il proprio
sostegno alle produzioni piantate nei territori
maggiormente vocati. Questo primo intervento
ha interessato la frutticoltura ma auspichiamo
che la strada avviata possa trovare applicazione
in tutti i settori agricoli.
Deve essere un impegno sia da parte pubblica
che dei singoli imprenditori consci che solo pro-
duzioni di alta qualità sono in grado di reggere nei momenti di crisi. Nella scelta delle produzioni deve essere considerato il risultato non
in riferimento al momento contingente ma con
un’attenzione prevalente per il futuro.
Fondazione Edmund Mach
Lo scorso anno il Consiglio di Amministrazione
interpretando un malessere diffuso fra i propri
associati aveva avuto occasione di rilevare come
l’attività dell’Istituto Agrario di S. Michele sembrava aver posto in secondo piano le problematiche legate all’attività di campagna, che è quella
per la quale l’Istituto è nato e trova la propria
ragion d’essere, a favore di attività di ricerca di
alto profilo che se qualifica la struttura risponde
meno alle necessità dell’agricoltore.
L’Istituto Agrario di S. Michele con le sue diverse realtà è sempre stato il fiore all’occhiello
dell’agricoltura trentina. La scuola ha rappresentato la palestra nella quale si sono formate generazioni di operatori agricoli così come l’attività
di ricerca andava a risolvere i problemi dell’agricoltore in uno scambio continuo di richieste,
esperienze e consigli.
In questi ultimi anni grosse innovazioni sono
intervenute soprattutto nel mondo della ricerca
che ha visto la crescita significativa della ricerca
pura ed in misura minore per quella applicata.
11
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
Noi non siamo sicuramente contrari alla ricerca pura
dalla quale possono venire lustro e fama all’Istituto.
Ma non possiamo dimenticare che la nostra è una
agricoltura di montagna con le sue specificità e con
il bisogno di rispettare l’ambiente e il territorio anche a supporto dell’attività turistica. Per questo i
nostri agricoltori, i nostri tecnici hanno bisogno di
trovare un supporto per la soluzione dei problemi
che si presentano in campagna. Insistiamo quindi
affinché vi sia una maggiore attenzione nei confronti dell’azienda agricola e dei suoi problemi.
Non possiamo dimenticare che ormai l’agricoltura ha assunto un ruolo fondamentale e riconosciuto per la sua azione a tutela del territorio. In
questa ottica sempre nuove problematiche interessano il mondo agricolo, problematiche che
attendono e devono avere una risposta.
Conclusione
Al tavolo della presidenza siede, il coordinatore
Diego Coller e il direttore Gimmi Rigotti che dal
1° gennaio scorso hanno assunto tali cariche in
Confgricoltura.
Le nomine si sono rese necessarie per dare una
risposta alla notevole crescita che ha interessato
le due strutture, Confagricoltura del Trentino ed
ASTRO, delle quali Diego Coller era la guida e
della cui crescita ne è stato in buona parte l’artefice.
Non dimentichiamo che quando parliamo di Confagricoltura, che collabora con l’Associazione
Contadini Trentini, ci riferiamo non ad una struttura ma ad una serie di realtà che attorno ad essa
gravitano. Ricordo Agriservice, Agricoltura Trentina Servizi, Patronato ENAPA, ed inoltre le strutL’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
ture di settore: Apoc, Apema, Apicoltori, Aflovit.
ASTRO rappresenta un’importante realtà che fattura 14 milioni di euro con circa 40 dipendenti.
Non è stato facile trovare la soluzione migliore in
quanto ritenevamo opportuno dare continuità operativa alle due organizzazioni nel segno del fare sistema che ha sempre contraddistinto la nostra realtà.
Per dare risposta a questa esigenza abbiamo chiesto
al Signor Coller di assumere il ruolo di coordinatore
che si pone tra la Presidenza e la Direzione.
Un ringraziamento dunque a Coller per la sua
rinnovata disponibilità nel ruolo di coordinatore
ed a Gimmi Rigotti l’augurio di buon lavoro.
Vengo alla conclusione sintetizzando quello che
abbiamo posto come tema di questa relazione
alla nostra assemblea 2012: fare sistema.
Fare sistema fra gli organismi rappresentativi di
ogni singolo comparto nel definire gli interventi.
Fare sistema con l’obiettivo di creare la cultura
della valorizzazione del territorio in tutte le sue
componenti. In particolare è importante il ruolo che possono svolgere le scuole alberghiere e
quelle di formazione turistica. Dobbiamo insegnare ai futuri operatori del settore le peculiarità
delle nostre produzioni, l’importanza per il tessuto economico nel suo complesso della collaborazione attraverso la valorizzazione dei prodotti.
Fare sistema fra agricoltura e turismo attraverso la
sinergia che esiste e deve esistere fra i due settori.
Fare sistema nel mondo dell’associazionismo
agricolo non solo all’interno della singola cooperativa, non solo all’interno di ogni settore nel
quale la cooperazione è presente, ma all’interno
del movimento cooperativo nel suo essere una
realtà economica basata sui principi di solidarietà e complementarietà.
Fare sistema per risolvere il problema della prosecuzione della vita delle aziende mediante il
coinvolgimento dei diversi operatori che possono portare il proprio contributo.
Fare sistema per la soluzione, attraverso la ricerca applicata, dei problemi molto importanti per
l’agricoltura. Questo fare sistema che dovrà trovare l’impegno di tutti, senza sotterfugi e scappatoie, porterà l’agricoltura trentina a fare il salto di qualità per arrivare a quell’eccellenza tanto
acclamata che tutto il mondo agricolo si aspetta.
12
CASSA RURALE
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L’intervento dell’Assessore Tiziano Mellarini
L
’esauriente relazione del
presidente Pezzi ha toccato tanti temi, tanti argomenti di interesse generale, evidenziando la delicata situazione
a livello nazionale ed europeo.
Tutto ciò richiede anche ai nostri
operatori un ulteriore impegno
e ci spinge a: “fare sistema”,
arma strategica per l’agricoltura provinciale. Una parola
chiave per il Trentino, che va
metabolizzata in tempi molto
rapidi se non vogliamo avere
ripercussioni e in questo senso
sono significativi i messaggi
che stiamo lanciando ai giovani
perché sono loro i protagonisti
del nostro futuro che alla luce
di questi scenari va interpretato con nuove chiavi di lettura.
Dobbiamo chiederci che cosa
vogliamo affidare ai nostri giovani per il futuro: un Trentino
unito capace di fare sistema,
o un Trentino ancora più proiettato alla frammentazione,
oltre a quella fondiaria legata
all’orografia della nostra terra?
Sono convinto che oggi sia
necessario fare questa scelta, soprattutto in agricoltura e
credo che la relazione del presidente abbia toccato temi di forte
attualità, sottolineando anche
la particolare apprensione di
alcune nostra valli periferiche.
Ha creato preoccupazione,
recentemente, il prof. Salamini
nella sua relazione alla Giunta
provinciale sui risultati della sua
ricerca. Si è subito capito quanto le produzioni di eccellenza siano un fattore economico
importante. Il peso dell’agroalimentare trentino è assai significativo con un indotto che è
certamente considerevole per
un territorio come il nostro.
Quella relazione ha fatto emergere, tra l’altro, come l’utilizzo
dei fitofarmaci sia pienamente
rispettoso delle soglie minime
previste dalla normativa sanitaria rilevando addirittura presenze con ordini di grandezza
di molto inferiori, quindi corrispondendo all’importante strumento dei protocolli di produzione integrata di cui voi per
primi vi siete dotati. Dobbiamo
comunicare questi aspetti con
maggiore efficacia per valorizzare le grandi scelte che vengono fatte dagli operatori agricoli
trentini. Credo sia un segnale,
ma allora non può essere certo
una cooperativa, un consorzio
di secondo grado o il privato
che lo può comunicare, perché
qualcuno può pensare che lo
faccia solo per interesse proprio.
Lo farà l’istituzione provinciale.
Stiamo preparando un dossier,
di facile lettura, che invieremo a tutte le famiglie trentine,
dove illustreremo lo stato e la
qualità delle produzioni agricole trentine. Sarà il Presidente
Dellai stesso a spiegare che i
nostri prodotti non danneggiano la salute, anzi portano dei
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
14
benefici positivi, soprattutto
ai nostri giovani. Dobbiamo
sensibilizzare in questo senso
anche le scuole ampliando progetti positivi di informazione
e conoscenza rispetto a tematiche come il mangiare sano,
il consumare frutta e verdura.
Quindi, ci stiamo muovendo
anche sul versante della comunicazione per dare le giuste
informazioni, anche per rafforzare l’immagine di un
Trentino che punta all’ambiente e all’autenticità dei propri
prodotti e della propria terra.
Il tema dei giovani è certamente di grande interesse. Su
di loro stiamo ponendo molta
attenzione: attraverso le forti
priorità che abbiamo riservato
agli aiuti per gli investimenti
produttivi sostenuti dalla L.P.
4/2003 e dal Piano di Sviluppo
Rurale, oltre agli aiuti all’avvio
dell’attività imprenditoriale,
proposte che vogliamo e saranno confermate anche negli strumenti della prossima programmazione dello sviluppo rurale.
Però c’è un aspetto sui giovani
che merita di essere particolarmente evidenziato. Nelle ripetute occasioni di confronto che
ho con loro, mi dicono che
faticano a trovare spazio di
rappresentanza all’interno delle
realtà cooperative delle associazioni perché si preferiscono i cinquantenni, sessantenni
o settantenni: vogliamo dare
lo spazio a qualche trentenne
anche all’interno delle realtà
cooperative e delle associazioni o aspettiamo che questi se ne vadano dal Trentino?
Sui giovani dobbiamo avere
maggiore apertura e fiducia,
lasciando maggiori spazi,
lasciandoli magari anche sbagliare, anche perché se mai li
mettiamo alla prova mai potremo conoscere le loro capacità.
L’altro aspetto evidenziato dal
presidente riguarda la semplificazione della burocrazia. Io lo
ringrazio perché nella relazione
ha evidenziato in modo chiaro la vostra condivisione sulle
scelte che il governo provinciale ha effettuato. E non è stata
una scelta facile mettere mano
alla macchina amministrativa,
burocratica. Lo abbiamo fatto
perché quella di semplificare,
ridurre i tempi, dare tempi di
risposta più celeri credo che
oggi sia una necessità non solo
del mondo agricolo ma per tutti
i cittadini trentini che, è giusto
ricordarlo, sono i nostri datori
di lavoro. Ora siamo passati da
21 a 10 dipartimenti, credo sia
una scelta epocale che potrà
dare risposte perché abbiamo
voluto accorpare dipartimenti omogenei; creando nello
specifico un Dipartimenti di
filiera con l’obiettivo di valo-
rizzare delle produzioni agroalimentari
trentine. Credo che
la giusta risposta alle
nuove importanti sfide
che la globalizzazione ci propone, passi
attraverso una corretta progettualità e
non solo dalle singole professionalità, pur
importanti e necessarie ma non
singolarmente indispensabili.
Ciò non significa che il dottor
Mauro Fezzi che ha operato
con grande competenza non
possa portare il proprio ulteriore contributo di professionalità all’agricoltura trentina.
Anzi, a breve sarà chiamato
ad un ruolo di vertice di grande importanza per l’agricoltura
trentina, continuando a mettere
a disposizione della comunità
trentina la propria esperienza
e il proprio bagaglio tecnico
costituendo un trait d’union fra
il mondo della ricerca, la giunta
provinciale, il mondo agricolo e
le organizzazioni professionali.
Si parla di semplificazione, di
sburocratizzare. Questo è un
momento di difficoltà, abbiamo
620 milioni di euro già rispediti a Roma che non torneranno
più indietro, dobbiamo capire
che è finito il tempo delle vacche grasse. Purtroppo dobbiamo pensare in modo diverso
perché nel 2018 dovremo autofinanziarci con quello che saremo capaci di produrre come
PIL: E’ arrivato il momento di
conoscere e mettere a frutto le
nostra capacità, capire quale
futuro vogliamo, quale forza
vogliamo dare anche all’agricoltura in chiave di innovazione, di organizzazione. Abbiamo
15
già completato l’utilizzo delle
risorse cofinanzaite del PSR,
se non avessimo programmato
e previsto per tempo la possibilità di erogare aiuti aggiuntivi a totale carico del bilancio
provinciale, non potremo più
dare risposte ai nostri agricoltori fino alla nuova programmazione nel 2014. Invece, in
virtù di tale previsione anche
quest’anno mettiamo in movimento importanti risorse per
dare sostegno al mondo artigianale delle nostre imprese
perché anche l’agricoltura da
spazio al tessuto artigianale.
Abbiamo messo a regime
anche il provvedimento per il
riordino del settore delle acque
pubbliche. Ci siamo confrontati
qualche giorno fa alla assemblea della Federazione dei consorzi irrigui e di miglioramento
fondiario e stiamo favorendo il
cambiamento dagli impianti a
pioggia a quelli a goccia proprio perché vogliamo arrivare
ad avere un utilizzo corretto di
quella che è la risorsa primaria
per il nostro vivere quotidiano.
Senza dimenticare che siamo
legati a doppio filo alle scelte europee. Le risorse europee
arriveranno ma non saranno
più le risorse di questo PSR.
L’entrata di 27 Paesi e la grande vivacità che oggi troviamo
nella Repubblica Ceca, nella
Slovacchia, in Ungheria, nella
Romania, condiziona giocoforza anche l’agricoltura. Possiamo
ragionevolmente ritenere che le
proposte regolamentari della
nuova programmazione non
esauriranno il loro effetto nel
prossimo settennio ma condizioneranno gli aiuti e le programmazioni agricole per un
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
periodo ben più lungo. In questo senso ci auspichiamo che
l’apertura e l’attenzione dell’attuale Commissario verso le proposte della lobby dell’agricoltura delle Alpi, avviata dal sottoscritto con il collega Berger
di Bolzano, sette anni fa (che
ha trovato nel tempo un’asse
trasversale che va dalla Savoia
fino allo Slovenia) finalmente
possano riconoscere appieno il
valore dell’agricoltura di montagna e delle sue produzioni.
In questo contesto entra di diritto la scelta che dovrebbero fare
tutti gli attori delle produzioni
agroalimentari trentine ossia
scegliere quel marchio Qualità
Trentino che ne ha le caratteristiche, riconoscendo il grande lavoro svolto dal direttore
Coller per questo marchio ma
anche per la etichettatura specifica per i prodotti di montagna.
Dal punto di vista della gestione, auspichiamo inoltre che
l’attuale Ministro riesca ad
impostare una programmazione unitaria a livello nazionale. Questo ci permetterà
di utilizzare tutte le risorse,
colmando quegli squilibri tra
regioni virtuose e non, tra nord
e sud, che tengono bloccati
tantissimi fondi senza utilizzarli, penalizzando anche chi
ha invece capacità progettuale.
La prossima programmazione
rurale dovrà essere fortemente
concertata; chiameremo attorno
al tavolo certamente attori primari come siete voi, ma anche
altre componenti strategiche per
lo sviluppo rurale del Trentino.
Penso ad esempio al supporto della Fondazione Mach e
la grande attenzione che viene
posta alla ricerca in Trentino,
con 35 milioni di investimenti.
Nessuna altra regione a livello
nazionale mette a disposizione una tale risorsa per più di
320 ricercatori con età media
di 32 anni. La Fondazione
Mach rappresenta davvero
un gioiello del Trentino, per
quanto riesce concretamente
a dare alla formazione, alla
crescita dei nostri giovani.
Faccio un accenno sull’IMU
visto l’interesse e l’apprensione
che sta suscitando questa nuova
imposta verso tutti i cittadini ed
in particolare verso le categorie
economiche. Anticipando alcune previsioni che stanno concretizzandosi a livello nazionale. La giunta provinciale ha
approvato la possibilità per i
comuni che la volessero adottare, di azzerare l’IMU per i beni
strumentali agricoli, superando
l’attuale previsione nazionale
che consente la riduzione delle
aliquote dallo 0.02 allo 0.01 Il
primo che è partito è stato il
Trentino per un forte segnale
verso l’agricoltura: recentemente ho visitato una stalla a 1700
metri di un giovane trentenne
che ha fatto una scelta di vita;
se a quel giovane vado a chiedere di pagare l’IMU credo che
chiuderà e lì invece di trovare
il verde, trovare la stalla con
le fioriere, troveremo l’incolto.
Noi abbiamo fatto questa scelta
che a livello nazionale è stata
fatta grazie ad una forte azione che abbiamo iniziato ancora
come coordinamento nazionale.
E questo è un ulteriore
segnale verso l’agricoltura.
Da ultimo voglio ringraziare Giovannini per il suo intervento . La vostra è una scelta
estremamente importante ed io
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
16
mi auguro che venga condivisa anche da altri settori, quello
dell’unione, del sistemiche rappresenta il filo logico di questa
vostra proposta assembleare,
perché i produttori agricoli rappresentano la componente più
sensibile della filiera ed esposta a problemi come quelli evidenziati nel vostro intervento o
come la Dosophila che sta creando importanti preoccupazioni nel settore dei piccoli frutti.
Su questo dobbiamo ringraziare il Consorzio di difesa che
ci ha correttamente supportati
a livello nazionale per inserire
questa fitopatia tra le avversità
assicurabili. A questo proposito
voglio ancora ricordarvi l’attenzione e la lungimiranza della
provincia verso il settore agricolo anticipando alcune interessanti proposte lanciate nelle
nuove direttive agricole comunitarie, ovvero la costituzione
di fondi di mutualità in aggiunta
ai già consolidati aiuti alle assicurazioni. Oggi il Trentino con
la legge che abbiamo approvato
qualche settimana fa, ha la possibilità di costituire un fondo
di mutualità che deve vedere
la compartecipazione anche da
parte di operatori e anche con
una compartecipazione del pubblico fino ad una percentuale
del 65% per attuare quel sistema misto pubblico privato che
potrà rappresentare un elemento
di competitività e di forza per
il futuro dei nostri agricoltori.
L’agricoltura trentina con gli
elementi di cui dispone deve
essere innovativa, moderna
proprio per aprire nuovi scenari, nuovi spazi nei confronti
del consumatore che è il giudice supremo alle vostre fatiche.
Interventi in Assemblea
A
lla relazione del presidente Diego Pezzi
hanno fatto seguito gli interventi da
parte dei presenti.
Sergio Branz, Presidente della Associazione
contadini trentini, sindacato che condivide con
Confagricoltura molte iniziative, ha portato ai
presenti il saluto della sua organizzazione esprimendo l’apprezzamento per l’ospitalità della famiglia Lunelli.
Branz ha ricordato che ACT a suo tempo ha scelto di fare un percorso assieme a Confagricoltura.
Questo percorso che fa leva su una collaborazione strategica è cresciuto molto diventando
ottimale. Avviato su scelte politiche è cresciuto
anche in quelle
di ordine tecnico, perché i
rispettivi soci
hanno trovato
nello sviluppo dei servizi
forniti da Agriservice risultati brillanti. Definisce i servizi che
sono a disposizione dei soci sono precisi, preparati, tempestivi ed efficaci. Di ciò le due organizzazioni possono andare fiere e considerarli una
ottima premessa per un lavoro futuro comune
ancora più efficace. Di ciò ha ringraziato Confagricoltura assicurando che da parte di ACT vi
è la precisa volontà di proseguire in futuro nel
percorso comune.
L’assessore provinciale alla cooperazione Franco
Panizza conferma la ottima collaborazione in
atto da anni fra Confagricoltura e ACT. Il fare
sistema, tema della relazione di Confagricoltura,
rappresenta la
sfida che oggi
il Trentino ha
davanti specie
in un momento
di crisi in cui
occorre
unire le forze per
ottimizzare tutte le risorse disponibili. Questo
modo di operare lo dobbiamo adottare in tutti i
nostri mondi, dalla politica alle istituzioni e alle
imprese. Ad esso si sono ispirati i recenti provvedimenti assunti dalla Giunta provinciale in tema
di appalti e di semplificazione amministrativa. Lo
devono adottare in particolare il settore turistico
e il mondo agricolo, il settore dell’ambiente e del
paesaggio strettamente legati fra di loro e artefici
della qualità in Trentino. Una partita si vince o
si perde tutti assieme. Il Trentino in tema di responsabilità di gestione del territorio, dell’essere
responsabili del futuro della propria terra ha una
lunga tradizione e vede il settore primario il vero
presidio territoriale, quello che garantisce anche
la sopravvivenza degli altri settori oltre a garantire l’indotto, ha una responsabilità ancora più
forte. Confagricoltura si è sempre assunta questa
responsabilità anche dicendo le cose come sono,
anche rilevando gli elementi di criticità, anche
sollevando spesso la necessità di sburocratizzare
e di semplificare. Voglio ricordare il presidente
Benno Endrizzi che parlava spesso di buon senso
per indicare anche l’approccio che le Istituzioni devono avere nei confronti delle imprese. Ha
rivolto un ringraziamento a tutti i collaboratori
di Confagricoltura e di ACT, punto qualificato,
17
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
affidabile, per tutte le aziende. Ha chiuso con il
riconoscimento a Diego Coller per l’impegno, la
passione e le tante ore di lavoro che hanno consentito alla associazione e le sue articolazioni di
crescere in maniera forte e radicata sul territorio.
Benno Endrizzi ha voluto ricordare alcune tematiche molto importanti per il mondo agricolo
che pesano sulle imprese e sulle aziende e che
non sono state toccate dalla relazione del presidente.
Uno è quello della deriva degli atomizzatori attorno al quale in val di Non c’è una grande disputa e una grande guerra fra mondo agricolo e
istituzioni e popolazione.
Le macchine hanno tutte le stesse caratteristiche
per cui la tematica va affrontata in modo unitario, rispettando tutti ma trovando la soluzione
che vada bene per tutti come del resto ha fatto la
provincia di Bolzano. Ricorda che a suo tempo
la provincia aveva stilato una bozza che doveva essere fatta propria dai comuni con i quali
doveva essere affrontato in modo unitario il
problema. Si chiede che fine abbia fatto quella
proposta.
Nella sua qualità di vice presidente porta il saluto del presidente del Codipra, Gaiardelli, impossibilitato a partecipare. Dopo il rinnovo dei
componenti, lo scorso martedì si è proceduto alle
nomine. All’unanimità è stato confermato il presidente uscente Gaiardelli al quale va il riconoscimento per aver portato avanti il consorzio in
questi 10 anni con molta capacità e caparbietà
con il supporto dello staff tecnico guidato dal direttore Berti. Un CODIPRA è cresciuto molto in
questi dieci anni ed ha portato novità non solo a
livello locale ma anche a livello nazionale, dove
è considerato con molto interesse per la sua progettualità. Personalmente sono stato riconfermato
vice presidente
e di ciò ringrazio Confagricoltura che mi
ha nuovamente proposto. A
me, consigliere
anziano, è toccato presiedere
Benno Endrizzi
il primo consiL’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
glio ma ho ricordato che la
prossima volta
toccherà ad altro perché nelle istituzioni
ci deve essere
il ricambio. A
parole tutti lo
proclamano ma poi nei fatti rimangono incollati
agli incarichi. Mi riferisco a Schelfi, ai presidenti di Casse Rurali, a tante organizzazioni dove
queste cose vengono dette ma però non vengono
fatte.
Ha chiuso la serie degli interventi Giovannini Enrico presidente di AVIT, il CONSORZIO
VIVAISTI VITICOLI TRENTINI, costituito lo
scorso 18 aprile.
Il comparto vivaistico viticolo ha fatto parte fino
ad ora dell’Associazione florovivaistica, AFLOVIT, ma la specifica realtà, le esigenze e gli
obiettivi hanno spinto a questo importante passo.
Da sempre il vivaismo viticolo costituisce parte
significativa della viticoltura trentina per il suo
essere l’anello di congiunzione fra la ricerca e la
sua applicazione, fra l’Istituto Agrario di S. Michele e i viticoltori. Si ritrovano quindi perfettamente sulla linea della relazione Pezzi del “fare
sistema”.
Il vivaismo viticolo trentino è composto da vivaisti singoli e da una forte cooperativa di vivaisti. Il primo passo è stato quello di mettere
attorno ad un tavolo le due realtà e portarle a ragionare ed operare in sintonia. Non è stato facile
ma grazie all’impegno delle diverse componenti
e delle diverse persone, l’operazione è riuscita
e la nascita di AVIT rappresenta il suggello di
questo modo unitario di operare.
Ruolo importante che ha consentito di superare
le difficoltà è stato svolto da Diego Coller al quale è stato rivolto il riconoscimento e il ringraziamento per l’impegno.
Il nuovo consorzio sarà lo strumento per svolgere l’attività vivaistica in maniera ancora più
puntuale per fornire ai viticoltori barbatelle di
elevata qualità.
Ha chiuso il suo intervento ricordando che l’unione fa la forza ed il fare sistema è fare unione.
18
Prosegue dai numeri precedenti (05-06/2011, 01-02/2012)
Prelazione agraria
4.2. REQUISITI OGGETTIVI
Per le caratteristiche del “fondo
rustico”, ai fini dell’operatività
della prelazione del confinante, si rinvia a quanto già detto
nel paragrafo 3.2.a.
Da rilevare, con specifico
riferimento alla fattispecie
in esame, che la possibilità del concreto sfruttamento
economico e la coltivabilità
va accertata in relazione ad
entrambi i fondi: quello contiguo e quello posto in vendita
(Cass. 15 maggio 1991, n.
5456).
Libertà del fondo da
insediamenti
Elemento di esclusione della
prelazione del confinante è
la circostanza che sul fondo
messo in vendita sia insediato un coltivatore diretto sulla
base di un titolo giuridico
valido (Cass. 26 luglio 2001
n. 10220).
Detto insediamento, inoltre,
deve considerarsi “stabile”,
effettivo, non precario (Cass.
4 giugno 2007, n. 12934;
Cass. 18 giugno 2003 n.
9712; Cass. 26 marzo 1999
n. 2894) e dunque destinato
a durare nel tempo (Cass. 6
luglio 2009, n. 15804).
Il diritto di prelazione del confinante è escluso anche se il
coltivatore diretto insediato sul
fondo posto in vendita abbia
rinunciato alla prelazione a lui
spettante; di contro il confinante può esercitare la prelazione
nel caso in cui l’insediamento
dell’affittuario, prima della stipulazione del rogito, abbia
perduto di stabilità per effetto
di un accordo - efficace - in
forza del quale il coltivatore
del fondo venduto, si sia impegnato con il proprietario al
rilascio del fondo stesso (Cass.
18 aprile 2003, n. 6290).
Non sussiste la condizione
preclusiva all’esercizio della
prelazione del confinante, nel
caso in cui l’insediamento sia
di un soggetto diverso da
quelli indicati dalla legge. In
particolare la prelazione deve
intendersi accordata se sul
fondo è insediato un comodatario, ancorché coltivatore
diretto (Cass. 6 agosto 1999
n. 8468) ovvero un affittuario
non coltivatore diretto (Cass.
13 marzo 1987 n. 2610).
Da segnalare alcune sentenze
che hanno escluso la prelazione
17
del confinante nel caso in cui
il terreno che costituisce bene
dell’azienda agricola esercitata
dall’impresa familiare coltivatrice, sia oggetto di trasferimento
a titolo oneroso dall’uno ad
altro dei familiari compartecipanti all’impresa, sempre che
permanga la continuazione
della destinazione di quel bene
alla coltivazione diretta da parte
dell’acquirente (Cass. 7 ottobre
1994 n. 8198).
Contiguità dei fondi
La giurisprudenza, dopo numerose pronunce contrastanti, è
oramai univoca nel ritenere
che il “confine” debba interpretarsi nel senso di contiguità
fisica e materiale, per contatto
reciproco lungo la comune
linea di demarcazione (Cass.
S. U. 25 marzo 1988, n.
2582; Cass. 11 maggio
2010, n. 11377; Cass. 20
gennaio 2006, n. 1106).
La casistica della contiguità
dei fondi, che rende possibile o meno la prelazione del
confinante, può riassumersi
come segue:
il diritto di prelazione non sussiste in caso di c.d. contiguità
Prelazione Agraria - L’Agricoltore Trentino - 19
funzionale, ossia quando i
fondi sono separati ma idonei
ad essere accorpati in un’unica azienda agraria (Cass. 6
agosto 2002, n. 11779);
non sono confinanti i fondi
divisi da strada interpoderale
(Cass. 19 gennaio 2007, n.
1191), da una strada privata
agraria (strada vicinale non
aperta al pubblico transito)
(Cass. 26 novembre 2007,
n. 24622), una strada comunale, una strada di pubblico
transito (Cass. 20 dicembre
2005, n. 28235; Cass. 17
luglio 2002, n. 10377; Cass.
6 agosto 2002, n. 11779);
non sono contigui i terreni
separati da un corso d’acqua naturale avente carattere
pubblico, a nulla rilevando
che detto corso sia a volte
in secca (Cass. 20 febbraio
2001, n. 2471);
la prelazione non opera quando il fondo sia separato da
quello in vendita da un canale
pubblico (Cass. 23 giugno
1989, n. 2983), da un canale di bonifica di proprietà
demaniale (Cass. 10 febbraio
1987, n. 1433), da un canale o fosso demaniale (Cass.
14 marzo 2008, n. 7052).
il diritto del confinante sussiste
anche nell’ipotesi in cui siano
creati artificiosi diaframmi al fine
di eliminare il requisito della
confinanza fisica dei due suoli
(Cass. 10 marzo 2008, n.
6286). A tal proposito la riserva, da parte del proprietario, di
una striscia di terreno lungo il
confine, non esclude la prelazione se essa, per le sue caratteristiche, sia destinata a rimanere
sterile e incolta o sia comunque
idonea a qualsiasi sfruttamento
coltivo autonomo sicché possa
concludersi che la porzione non
ceduta è priva di qualsiasi utilità
per l’alienante (Cass. 9 aprile
2003, n. 5573).
MODALITà DI ESERCIZIO DELLA PRELAZIONE
Le fasi nelle quali si concretizza la
procedura per consentire all’avente diritto di esercitare la prelazio-
ne, in estrema sintesi, sono:
la proposta di vendita del
fondo (c.d. denuntiatio);
l’accettazione della proposta
da parte del prelazionante;
il pagamento del corrispettivo.
5.1. DENUNTIATIO
Il proprietario alienante è
obbligato a comunicare la
proposta di alienazione al coltivatore (insediato sul terreno
o confinante, a seconda del
caso) trasmettendo a questi
per raccomandata il contratto
preliminare di compravendita, dal quale risulti il nome
del promissario acquirente, il
prezzo e le altre condizioni
pattuite, compresa la clausola
per l’eventualità della prelazione.
Secondo alcune interpretazioni giurisprudenziali la comunicazione della proposta, oltre
che per lettera raccomandata
(così come espressamente previsto dalla legge) può avvenire
anche con altri mezzi idonei
al raggiungimento dello scopo
ed anche verbalmente purché
essa sia chiara e completa e
vi sia la prova certa – orale
o documentale – della sua
conoscenza da parte del coltivatore (Cass. 19 maggio
2003, n. 7768; nella stessa
direzione Cass. 19 gennaio
2007, n. 1192).
Invero però, recenti sentenze (Cass. 21 ottobre 2009,
n. 22367; Cass. 20 aprile
2007, n. 9519; Cass. 27
novembre 2006, n. 25135;
Prelazione Agraria - L’Agricoltore Trentino - 20
18
Cass. 30 novembre 2005,
n. 26079) stabiliscono che
è necessaria la forma scritta; sicché, se si considera la
denuntiatio non solo come atto
negoziale ma anche come
atto preparatorio di una fattispecie traslativa avente ad
oggetto il fondo, ne deriva
che tale comunicazione deve
necessariamente rivestire, in
applicazione dell’art. 1350
c.c., la forma scritta ad substantiam (cioè a pena di nullità) con la conseguenza che
in caso contrario la comunicazione si ritiene non effettuata
ed è esercitabile l’azione di
riscatto.
In ogni caso non è considerata valida una denuntiatio dal
contenuto generico o incompleto (così come ad esempio nel caso di trasmissione
del preliminare stipulato nelle
forme del contratto per persona da nominare) ma l’accettazione da parte del coltivatore,
pur essendo la proposta lacunosa, comporta comunque la
conclusione del contratto tra
proprietario e prelazionante
(Cass. 20 dicembre 2007,
n. 26985; Cass. 22 giugno
2001, n. 8594; Cass. 19
maggio 2003, n. 7768).
Volendo riassumere le diverse
posizioni alla luce delle numerose pronunce sull’argomento,
si ritiene di poter esprimere il
seguente principio: il venditore può anche non trasmettere
il preliminare di vendita, purché la comunicazione (scritta)
della proposta di alienazione contenga tutti gli elementi
per valutare la convenienza
dell’operazione, ivi compreso
il nome del promissario acquirente e ciò per consentire
all’affittuario di decidere in
ordine al diritto che può esercitare avuto riguardo anche al
nuovo titolare del rapporto di
affitto (Cass. 11 marzo 2002,
n. 3500).
Inoltre non è necessario che
il venditore, oltre al preliminare – contenente gli elementi
indicati – espliciti anche una
espressa proposta, essendo
questa insita nella trasmissione
del suddetto atto (Cass. 28
ottobre 2009, n. 22797).
Se il fondo venduto è in comproprietà la proposta di alienazione notificata al prelazionante deve essere sottoscritta
da tutti i comproprietari. Ove
ciò non sia avvenuto l’invio
della proposta impedisce la
realizzazione delle condizioni
richieste per l’esercizio della
prelazione e non fa iniziare
a decorrere il termine per il
pagamento del prezzo (Cass.
7 giugno 1995, n. 6370).
La legge non prevede un termine entro il quale debba
essere effettuata la denuntiatio
rispetto alla conclusione del
preliminare di compravendita.
L’articolo 8 della legge 590
del 1965 stabilisce che “Nel
caso di vendita di un fondo
coltivato da una pluralità di
affittuari, mezzadri o coloni,
la prelazione non può essere
esercitata che da tutti congiuntamente. Qualora alcuno
abbia rinunciato, la prelazione può essere esercitata congiuntamente dagli altri affittuari, mezzadri o coloni purché
la superficie del fondo non
ecceda il triplo della complessiva capacità lavorativa
delle loro famiglie. Si considera rinunciatario l’avente titolo
che entro quindici giorni dalla
notificazione di cui al quarto
comma non abbia comunicato agli altri aventi diritto la sua
intenzione di avvalersi della
prelazione. “
La proposta di alienazione
del fondo in questi casi deve
essere notificata a tutti gli affittuari individualmente poiché
tutti sono titolari di uno specifico rapporto giuridico con il
proprietario (Cass. 6 maggio
1986 n. 3032).
Non è quindi ammesso l’invio di un’unica raccomandata
indirizzata a tutti gli affittuari
e contenente un’unica copia
della proposta, né un unico
invio con tante copie quanti
sono gli affittuari.
La proposta è revocabile in
pendenza del termine entro
cui il conduttore deve manifestare la sua volontà di acquistare l’immobile (Cass. 14
marzo 1988 n. 2427).
5.2. ACCETTAZIONE DELLA PROPOSTA
Il coltivatore ha trenta giorni
di tempo dal ricevimento della
notifica della proposta di compravendita (preliminare) per
esprimere la propria accettazione per iscritto.
La denuntiatio, come già affer-
mato, è un obbligo giuridico
del proprietario alienante ma
diviene una proposta contrattuale che con l’accettazione
dà luogo alla formazione del
contratto, soltanto se il soggetto che riceve tale proposta
19
possiede i titoli per poter esercitare la prelazione (Cass. 25
gennaio 2002, n. 884).
Sotto tale aspetto, si ricorda
che l’accettazione è un atto
unilaterale recettizio, che dun-
Prelazione Agraria - L’Agricoltore Trentino - 21
que produce effetti nel momento in cui giunge a conoscenza
del destinatario (Cass. 13 febbraio 1997, n. 1331).
Il coltivatore è tenuto ad accettare tutte le clausole e condizioni contrattuali contenute
legittimamente nel preliminare,
non essendo a lui concesso di
modificarle o condizionarle.
Il prelazionante, infatti, può
solo rifiutare la proposta, ma
se l’accetta non ha alcuna
facoltà di discriminare tra le
clausole contrattuali quelle a
lui favorevoli o sfavorevoli, in
quanto eccessivamente onerose (Cass. 28 novembre 2001,
n. 15087; Cass. 23 febbraio
2000, n. 2050).
Ed invero, nel caso in cui il
coltivatore accetta il preliminare ma ponendo condizioni
o modifiche al contratto notificatogli, tale accettazione non
costituisce esercizio del diritto
di prelazione bensì una nuova
proposta contrattuale alla quale
il promittente (proprietario alienante) non è tenuto ad aderire.
5.3. RINUNCIA
Premesso che il diritto di prelazione integra un diritto disponibile e pertanto rinunciabile,
a titolo oneroso o gratuito,
va segnalato che la rinuncia deve essere compiuta per
iscritto (Cass. 4 marzo 2003,
n. 3166).
Tuttavia, per la configurazione
di una valida rinuncia al diritto
di prelazione, è necessario
che il coltivatore abbia avuto
rituale conoscenza della vendita decisa dal proprietario,
onde essere posto in grado di
valutare tutti gli aspetti positivi
e negativi della sua scelta
e, in ipotesi, effettuare una
consapevole rinuncia (Cass.
21 febbraio 2006, n. 3672;
Cass. 14 aprile 2000, n.
4858).
Prelazione Agraria - L’Agricoltore Trentino - 22
20
Ne consegue che la rinuncia, per essere valida, non
può intervenire prima della
denuntiatio, e dunque prima
che egli abbia avuto notizie
circostanziate in ordine alle
condizioni di vendita, al nome
del promissario acquirente, al
prezzo ed alle modalità di corresponsione pattuite (Cass. 30
novembre 2005, n. 26079).
Avit
Costituito il consorzio
Vivaisti viticoli: un settore che trova la propria particolarità
L
o scorso 18 aprile presso la sede di
Confagricoltura, con
la assistenza del notaio dott.
Arcadio Vangelisti, 13 aziende
del settore del vivaismo viticolo trentino hanno costituito il CONSORZIO VIVAISTI
VITICOLI TRENTINI in sigla
AVIT.
Gli operatori del comparto
fino ad ora hanno fatto parte
dell’Associazione florovivaistica, AFLOVIT.
La realtà, le problematiche, le
esigenze e gli obiettivi specifici del settore hanno spinto le
aziende a scegliere una autonoma gestione, programmazione
e collaborazione.
Adeguamento della produzione
vivaistica alle esigenze della
viticoltura, continuo miglioramento del materiale di moltiplicazione (portainnesti, marze,
varietà), stimolo e gestione di
iniziative idonee alla qualificazione genetica e sanitaria del
materiale vivaistico, reperiremento e produzione di materiale sano, realizzazione di strutture per l’immagazzinaggio e
la commercializzazione delle
piante, gestione e coordina-
mento dell’attività della moltiplicazione del materiale nonché la distribuzione del materiale stesso. Questi gli scopi del
consorzio.
Il vivaismo viticolo costituisce
parte significativa dell'agricoltura trentina e quindi anche
dell'economia trentina. Esso
rappresenta l'anello di congiunzione fra la ricerca e la
sua applicazione, ovvero fra
l'Istituto Agrario di S. Michele
e i viticoltori . In questa collaborazione trovano primariamente risposta gli obiettivi del
consorzio.
23
19
I lavori di preparazione della assemblea costitutiva sono stati seguiti per
Confagricoltura del Trentino
dal dottor Lorenzo Gretter e
da Daniel Banal.
Al termine è stato nominato il
Consiglio di amministrazione
che è composto da Giovannini
Enrico in qualità di presidente, da Decarli Michele Vice
Presidente; e dai consiglieri
Cainelli Mauro, Forti Aldo,
Kaisermann Livio, Comai
Fabio, Sommadossi Silvano. Il
collegio sindacale è stato affidato al dottor Claudio Toller.
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
IE
NOTIZ O
LAVOR
Semplificazioni in materia
di lavoro e previdenza
Conversione in legge n.35/2012 del d.l. n.5/2012.
L
a legge 4 aprile 2012,
n.35 ha definitivamente convertito il decreto legge 9 febbraio 2012, n.5
recante: “Disposizioni urgenti
in materia di semplificazione e
di sviluppo”.
Riportiamo si seguito le novità
in materia di lavoro e previdenza introdotte. Semplificazioni in materia di
documentazione amministrativa per cittadini extracomunitari
(Art. 17, c. 4bis-4quinquies)
Come si ricorderà il decreto
legge n.5/2012 aveva semplificato le procedure di assunzione
di lavoratori extracomunitari
stagionali (silenzio-assenso,
proroghe, utilizzo dei permes-
si pluriennali, eliminazione del
modello”Q”), accogliendo le
proposte avanzate in materia
da Confagricoltura.
In aggiunta a tali novità, la
legge di conversione n.35/2012
ha introdotto ulteriori semplificazioni in materia di documentazione amministrativa per gli
immigrati.
Ed infatti, a partire dal 1° gennaio 2013, i cittadini extracomunitari regolarmente soggiornanti in Italia potranno autocertificare direttamente o tramite dichiarazioni sostitutive
di notorietà (ai sensi degli artt.
46 e 47 del d.p.r. 28.12.2000,
n. 445) stati, qualità personali e
fatti certificabili o attestabili da
parte di enti o soggetti pubblici
italiani.
È stato previsto inoltre che, con
apposito decreto ministeriale
(Interno - Pubblica amministrazione e semplificazione),
da emanarsi entro 90 giorni,
vengano stabilite le modalità di
acquisizione d’ufficio di alcune
tipologie di documenti relativi ai cittadini extracomunitari
(casellario giudiziario italiano,
procedimenti penali pendenti,
dati anagrafici di stato civile,
liste di collocamento, certificazioni scolastiche).
Comunicazione d’assunzione
plurima (art. 18, c. 1-bis)
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno2012
24
20
La legge di conversione del
d.l. n.5/2012 ha accolto un’importante proposta avanzata da
Confagricoltura per semplificare e razionalizzare gli adempimenti per le aziende agricole
che impiegano numerosi operai
stagionali in operazioni colturali concentrate in brevi periodi
(ad es.: raccolta). Si tratta della cosiddetta
“comunicazione d’assunzione plurima” con la quale, in
luogo di distinte comunicazioni di assunzione per ciascun
lavoratore, il datore di lavoro
che assume contestualmente
due o più operai agricoli a
tempo determinato può effettuare un’unica comunicazione
di assunzione, indicando solo
le proprie generalità e quelle
dei lavoratori, la data di inizio e
di cessazione della prestazione,
le giornate di lavoro presunte,
l’inquadramento contrattuale.
Occorre precisare che, come per
altre semplificazioni introdotte dal decreto legge, sebbene la
norma in commento sia contenuta in una norma di legge e quindi
immediatamente efficace dalla
data di pubblicazione in Gazzetta
Ufficiale, deve ritenersi che la
concreta semplificazione delle
relative procedure richieda un
adattamento dei sistemi amministrativi dei soggetti pubblici coin-
NOTIZI
LAVOR E
O
volti (software, modulistica, etc.).
Responsabilità solidale negli
appalti (Art. 21).
Come si ricorderà, il decreto
legge n. 5/2012 aveva modificato la normativa in materia
di responsabilità solidale negli
appalti di opere o di servizi (art.
29, c.2, d.lgs. 276/2003) nei
confronti dei lavoratori dipendenti, ri-definendone l’esatto
ambito di applicazione.
In sede di conversione del
decreto, la legge n.35/2012
ha ulteriormente specificato il
regime di solidarietà tra committente e appaltatore (e con gli
eventuali subappaltatori), prevedendo che, ove convenuto
in giudizio, il committente può
eccepire, nella prima difesa, la
preventiva escussione del patrimonio dell’appaltatore.
In tal caso l’azione esecutiva
contro il committente, qualora
egli sia stato ritenuto dal giudice responsabile in solido, può
essere intentata solo dopo l’infruttuosa escussione del patrimonio dell’appaltatore. L’eccezione in commento può
essere sollevata dal committente anche se l’appaltatore non
sia stato convenuto in giudizio.
In tale ipotesi il committente,
nel sollevare l’eccezione, deve
indicare i beni del patrimonio dell’appaltatore sui quali
il lavoratore può soddisfare le
sue pretese.
Qualora il committente esegua il pagamento, ha diritto ad
esercitare l’azione di regresso
nei confronti del coobbligato
secondo le regole generali.
Ultime novità Durc
Nuova strutturazione per il Durc
Spostati i termini di presentazione del documento di valutazione rischi
D
urc: il “Documento
unico di regolarità
contributiva”, introdotto per il settore agricolo con
la Legge 296/2006, è conosciuto quale necessario lasciapassare per accedere non solo
agli aiuti comunitari (Pac in
primis), ma anche ai finanziamenti pubblici, alle facilitazioni contributive legate alle
normative generali e in materia
di lavoro, nonché garanzia per
il regolare pagamento di forniture e servizi resi nei confronti
dell’amministrazione pubblica
e delle ditte private.
Per effetto della “Legge di stabilità” n. 183 del 18 novembre
2011 il Durc non dovrà e non
potrà più venire richiesto per
essere fornito a corredo di tutte
le pratiche rivolte nei confronti
della amministrazione pubblica
e sue articolazioni. Sarà infatti
proprio quest’ultima che avrà
il compito di acquisire direttamente, quindi d’ufficio, ove
necessario, questo documento,
al pari di tutte le certificazioni
riguardanti i privati cittadini
per i quali l’amministrazione
pubblica dispone internamente
la conoscenza. Questo è l’intento della semplificazione
introdotto dall’articolo 15 della
Legge 183/2011, volto a recepire le direttive europee che
vietano di fatto l’introduzione
di adempimenti aggiuntivi a
quelli strettamente necessari.
Il documento rimane nel pieno
della sua valenza e potrà essere ancora richiesto dalle azien-
25
21
de agricole quale documento
probante la regolarità contributiva per contratti di appalto o fornitura esclusivamente
fra ditte e fra ditte e cittadini
privati. L’Inps ha completato
in questi giorni la modifica
alla propria piattaforma informatica per permettere anche
all’amministrazione pubblica
la richiesta e la consultazione
del Dure per il settore agricolo
di fatto in precedenza negata
dalla stessa Legge 296/2006.
Vale la pena di ricordare quanto fortemente ribadito in più
recenti disposizioni ministeriali: il documento unico di regolarità contributiva non può in
nessun modo essere autocertificato da una dichiarazione sostitutiva del titolare d’azienda.
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
IE
NOTIZ LI
FISCA
IRAP
Deducibilità contributi sociali
C
ome noto l’art. 11 del
d.lgs. n. 446/1997
ammette in deduzione nella determinazione della
base imponibile ai fini IRAP i
“contributi per le assicurazioni
obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro”.
Successivamente l’art. 1, c.
266 e seguenti della legge n.
296/2006 (finanziaria per il
2007) ha rinnovato l’art. 11 del
decreto legislativo n. 446/97
riconoscendo la possibilità di
portare in deduzione dalla base
imponibile IRAP:
l’importo dei contributi previdenziali ed assistenziali versati
per i lavoratori a tempo indeterminato impiegati nel periodo di imposta;
un importo pari a 4.600 euro per
ogni lavoratore dipendente a
tempo indeterminato impiegato
nel periodo di imposta. Nelle
regioni Abruzzo, Basilicata,
Calabria, Campania, Molise,
Puglia, Sardegna e Sicilia l’importo è elevato a 9.200 euro
(gli importi delle deduzioni sono stati modificati dalla
legge n.244/2007, art. 1, c. 50).
A tale riguardo l’Ufficio Fiscale Confederale, con apposite circolari, nel riepilogare i criteri
per la corretta applicazione agli
imprenditori agricoli dell’imposta regionale sulle attività
produttive (IRAP), ha ricordato
e precisato, tra le altre cose, che
per la deducibilità si applica il
criterio di cassa, in relazione
alla data del pagamento dei
contributi (cfr. circolare ministeriale n. 141/98).
Resta inteso che il criterio di
deduzione dei contributi previdenziali ed assistenziali
secondo il principio di cassa,
si applica ai soggetti che determinano la base imponibile
IRAP mediante il riferimento
alle risultanze della contabilità
IVA; per gli altri soggetti tornano applicabili i criteri ordinari
(principio di competenza).
Alla luce di quanto sopra, per
la corretta determinazione dei
contributi ammessi in deduzione dalla base imponibile IRAP,
occorre distinguere a seconda
che si tratti di:
lavoratori dipendenti con contratto di lavoro a tempo determinato e lavoratori autonomi;
lavoratori dipendenti con contratto
di lavoro a tempo indeterminato.
Lavoratori dipendenti con
contratto a tempo determinato e lavoratori autonomi
Secondo
le
disposizioni di legge che regolano la
materia e le istruzioni delle
Amministrazioni competenti,
rientrano tra gli importi dedu-
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
22
26
cibili i contributi per l’assicurazione obbligatoria contro gli
infortuni sul lavoro, corrisposti
nel corso del 2011:
dai datori di lavoro per i propri
dipendenti, siano essi operai (il
contributo infortuni va versato
all’INPS) e siano essi impiegati
e dirigenti (il contributo infortuni va versato all’ENPAIA);
dai lavoratori autonomi agricoli
(coltivatori diretti, coloni, mezzadri e rispettivi concedenti) per
se stessi e per le unità attive
del proprio nucleo familiare (il
contributo infortuni va versato
all’INPS). Si ricorda al proposito che gli IAP (già IATP) non
sono obbligatoriamente assicurati contro gli infortuni. Poiché
i lavoratori autonomi agricoli
ed i datori di lavoro agricolo
che occupano operai corrispondono il contributo infortuni non
direttamente all’INAIL, bensì
all’INPS insieme a tutti gli altri
contributi agricoli unificati, si
rende necessario individuare nel
coacervo dei contributi obbligatori versati quelli destinati all’assicurazione contro gli infortuni.
A tal riguardo si ritiene opportuno fornire qui di seguito alcune tabelle finalizzate a rendere
più agevole la individuazione
del contributo infortuni, nonché delle rate scadute nel 2011
ed interessate alla deducibilità.
NOTIZI
FISCALE
I
OPERAI AGRICOLI
ALIQUOTA INFORTUNI 2010
SCADENZA
COMPETENZA
16/03/2011
3° Trim. 2010
16/06/2011
4° Trim. 2010
NORM. (%)
13,2435
13,2435
SVANT. (%)
3,310875
4,2379
MONT. (%)
ALIQUOTA INFORTUNI 2011
SCADENZA
COMPETENZA NORM. (%)
16/09/2011
1° Trim. 2011* 13,2435
16/12/2011
2° Trim. 2011 13,2435
SVANT. (%)
4,2379
4,2379
MONT. (%)
3,310875
3,310875
3,310875
Unitamente alla I rata 2011, scaduta il 16/09/2011, è stato posto in riscossione anche il contributo addizionale INAIL per la copertura del danno biologico per l’anno 2009 ai sensi del DM 21/10/2010 (cfr. ns. circ. n.
13785 del 22.06.2011, n.13698 del 2.2.2011). L’addizionale è pari al 1,6% dei contributi assicurativi dovuti
per l’anno 2009. L’importo dell’addizionale da ammettere in deduzione è rinvenibile nell’avviso di pagamento
allegato al modello F24 alla riga 15 denominata “recupero INAIL danno biologico anno 2009” (cfr. circ. INPS
n. 87 del 17/06/2011).
COLTIVATORI DIRETTI, COLONI E MEZZADRI
CONTRIBUTO CAPITARIO 2010
SCADENZA
COMPETENZA
NORM. (€)
16/01/2011
4° Rata 2010*
192,12
MONT. E SVANT. (€)
133,04
CONTRIBUTO CAPITARIO 2011
SCADENZA
COMPETENZA
16/07/2011
1° Rata 2011**
16/09/2011
2° Rata 2011**
16/11/2011
3° Rata 2011**
NORM. (€)
192,12
192,12
192,12
MONT. E SVANT. (€)
133,04
133,04
133,04
Totale (€)
768,50
532,18
* Unitamente alla IV rata di competenza del 2010, scaduta il 16/01/2011, è stato posto in riscossione anche
il contributo addizionale INAIL per la copertura del danno biologico per gli anni 2006-2007-2008 ai sensi
del DM 21/04/2009 (cfr. ns. circ. n. 13447 del 4/09/2009). Per i coltivatori diretti operanti in zone normali
l’addizionale è pari a € 26,36 per l’anno 2006, a € 23,29 per l’anno 2007 e a € 18,60 per l’anno 2008;
per i coltivatori diretti operanti nelle zone agevolate l’addizionale è pari a € 18,25 per l’anno 2006, a €
16,13 per l’anno 2007 e a € 12,88 per l’anno 2008 (cfr. circ. INPS n. 65 del 17/05/2010 e ns. circ. n.
13595 del 21/05/2010). L’importo dell’addizionale da ammettere in deduzione per gli anni 2006, 2007 e
2008 deve essere aggiunto ai valori indicati in tabella, debitamente riproporzionato alla rata in scadenza nel
2011 (1/4 dell’importo annuale).
** Unitamente alle 3 rate di competenza 2011, scadute il 16/07/2011, 16/09/2011 e 16/11/2011, è
stato posto in riscossione anche il contributo addizionale INAIL per la copertura del danno biologico per l’anno
2009 ai sensi del DM 21/10/2010 (cfr. ns. circ. n. 13768 del 25.02.2011, n.13698 del 2.2.2011). Per i
coltivatori diretti operanti in zone normali l’addizionale per l’anno 2009 è pari a € 12,30 mentre per i coltivatori diretti operanti nelle zone agevolate è pari a € 8,51 (cfr. circ. INPS n. 76 del 23/05/2011). L’importo
dell’addizionale da ammettere in deduzione per l’anno 2009 deve essere aggiunto ai valori indicati in tabella,
debitamente riproporzionato alle 3 rate in scadenza nel 2011 (3/4 dell’importo annuale).
27
23
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
IE
NOTIZ LI
A
FISC
Per gli impiegati e dirigenti
agricoli i datori di lavoro possono dedurre i contributi versati obbligatoriamente all’ENPAIA nel 2011 per l’assicurazione
contro gli infortuni sul lavoro,
la cui aliquota – per la quota a
carico dell’azienda – è fissata
nelle seguenti misure:
Impiegati 0,50 %
Dirigenti 1,00 %
Lavoratori dipendenti con
contratto a tempo indeterminato
Come ricordato la legge finanziaria per il 2007 (legge n.
296/2006, art. 1, commi 266
e seguenti) ha operato una
riduzione del cosiddetto cuneo
fiscale a carico del datore di
lavoro introducendo ulteriori
deduzioni IRAP rispetto a quelle già vigenti e contemplate
nell’art. 11 del decreto legislativo n.446/97.
In particolare, a decorrere
dal periodo d’imposta 2007,
i soggetti tenuti al pagamento
dell’IRAP hanno la possibilità
di dedurre dalla base imponibile IRAP:
l’importo dei contributi previdenziali ed assistenziali versati
per i lavoratori a tempo indeterminato impiegati nel periodo
di imposta (precedentemente
erano deducibili solo i contributi antinfortunistici);
un importo pari a 4.600 euro
per ogni lavoratore dipendente
a tempo indeterminato impiegato nel periodo di imposta
(l’importo della deduzione, originariamente pari a 5.000 euro,
è stato ridotto dalla legge n.
244/2007, art. 1, comma 50,
lett. f).
Tale deduzione può essere fruita nei limiti della regola del de
minimis. Questa deduzione (sia
quella di 4.600 e sia quella di
9.200 euro per lavoratore) deve
essere ragguagliata ai giorni di
durata del rapporto di lavoro
nel corso del periodo d’imposta. Nel caso di contratti di
lavoro part-time a tempo indeterminato (per tutte le tipologie
previste dalla legge, ivi compreso il lavoro a tempo parziale di tipo verticale e di tipo
misto), deve comunque essere
ridotta in misura proporzionale.
È necessario sottolineare che le
deduzioni sopra indicate:
non possono eccedere il limite
massimo rappresentato dalla retribuzione e dagli altri oneri e spese
a carico del datore di lavoro;
sono alternative rispetto a quelle previste dal d.lgs. 447/1997
all’art. 11, c.1, lettera a), n. 5
(deduzione delle spese relative agli apprendisti, ai disabili,
ai lavoratori con contratto di
formazione e lavoro e di quelli
addetti alla ricerca e sviluppo),
all’art. 11, c.1, 4-bis.1, così
come modificato dall’art.1,
comma 50, lett. f della Legge n.
244/2007 (deduzione di 1.850
euro, su base annua, per ogni
lavoratore dipendente impiegato nel periodo d’imposta fino a
un massimo di cinque, per i soggetti con componenti positivi
che concorrono alla formazione del valore della produzione
non superiori nel periodo d’imposta a euro 400.000), all’art.
11, c.1, 4-quater, quinquies e
sexies (deducibilità del costo
dei lavoratori a tempo indeterminato assunti ad incremento
della base occupazionale).
Dichiarazione detrazioni d’imposta per il dipendente
Obblighi del datore di lavoro
Il decreto Legge nr. 70 del 13 maggio 2011, ha previsto che dal 2012 non è più obbligatoria la presentazione al datore di lavoro della dichiarazione delle detrazioni d’imposta
per il lavoro dipendente e dei familiari a carico, qualora non ci sia stata nessuna modifica
rispetto all’anno precedente.
Questa norma era stata in vigore fino al 2008 mentre dall’anno successivo venne posto
l’obbligo di ripresentare la dichiarazione ogni anno.
Pertanto la dichiarazione consegnata nell’anno 2011 al datore di lavoro, da parte dei
lavoratori a tempo determinato ed indeterminato, ha valore anche per i periodi d’imposta
successivi e le eventuali variazioni andranno comunicate dai dipendenti alle aziende,
pena l’applicazione di sanzioni in capo ai lavoratori.
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
28
24
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NOTIZ
LAVORIE
O
Condizionalità
Nuove norme
Continua la produzione di norme
sul tema “Condizionalità” che
è uno dei pilastri fondamentali
della Pac attualmente esistente.
Infatti le aziende agricole devono rispettare tutta una serie di
obblighi per potere ricevere i
pagamenti diretti. È infatti stato
recentemente emanato il decreto ministeriale n. 27417 del 22
dicembre 2011 pubblicato nella
G.U. n. 303 del 30 dicembre
2011 che integra le disposizioni
degli anni precedenti. La novità
più rilevante riguarda l’introduzione di una nuova scheda che
introduce, dal 1° gennaio 2012,
la gestione obbligatoria di fasce
tampone lungo i corsi d’acqua.
Sono apparsi articoli sulla stampa specializzata che evidenziano
gli aspetti innovativi della sche-
da. Per potere sapere le corrette
disposizioni da applicare nella
corrente annata agraria (e prepararsi per la prossima) occorre
attendere la fine di febbraio.
Entro tale termine le singole
regioni potranno adottare specifici provvedimenti. In assenza
di tali disposizioni regionali si
dovranno applicare le disposizioni ministeriali.
Lavoro notturno
Adempimenti a carico dei datori di lavoro. Scadenza 31 marzo 2012
Il D.Lgs. n. 67 del 2011, ha introdotto l’obbligo, a carico dei datori
di lavoro, di comunicare per via
telematica alla direzione provinciale del lavoro (dpi) territorialmente competente e agli altri istituti previdenziali, con periodicità
annuale, l’esecuzione di lavoro
notturno svolto In modo continuativo o compreso In regolari turni
periodici nei caso in cui occupino
lavoratori notturni come definiti
dal medesimo decreto legislativo, ricordiamo che ai soli fini
della normativa in oggetto l’obbligo scatta: per i lavoratori il cui
orario di lavoro sia inserito in un
sistema di lavoro a turni che prestano la loro attività per almeno
6 ore consecutive comprendenti l’intervallo tra la mezzanotte
e le cinque del mattino, per un
numero di giorni lavorativi non
inferiore a 64 nell’anno per ì lavoratori che prestano la loro attività
per almeno 3 ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque
del mattino per periodi di lavoro di durata pari all’intero anno
lavorativo. Sebbene la normativa
sopra richiamata non preveda un
termine per l’effettuazione della
comunicazione alla dpi e agii altri
istituti previdenziali, il ministero del lavoro, con circolare n.
15 del 20.6.2011 ha comunque
fissato la scadenza per la comunicazione dei lavoro notturno al
31 marzo dell’anno successivo a
quello di riferimento, si ricorda
pertanto che. con riferimento al
lavoro notturno effettuato nell’anno 2011. entro il prossimo 31
marzo 2012. i datori di lavoro
interessati devono effettuare la
predetta comunicazione telematica, anche per il tramite dell’associazione di categoria o degli altri
intermediari abilitati, attraverso
la compilazione di un apposito
modello dedicato al monitoraggio
del lavoro notturno disponibile
sul sito internet www.lavoro.gov.
it all’interno dell’area cliclavoro.
l’ufficio paghe di confagricoltura
va rese resta a disposizione per
eventuali chiarimenti.
Libro unico
Omessa registrazione dati. Sanzioni al datore di lavoro.
Il
decreto
liberalizzazioni, all’art. 19 stabilisce che la
nozione di omessa registrazione
si riferisce alle scritture complessivamente omesse e non a
ciascun singolo dato di cui manchi la registrazione.
Nelle registrazioni infedeli invece, emerge l’azione e la volontà
del commettere del trasgressore,
31
27
ed in questi casi, ogni registrazione verrà considerata singolarmente e si applicheranno tante
sanzioni per quante sono le registrazioni infedeli.
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
FONDAZIONE EDMUND MACH
ISTITUTO AGRARIO
DI SAN MICHELE ALL’ADIGE
Notizie dall’Istituto Agrario
di S. Michele all’Adige
A cura di SILVIA CESCHINI (Ufficio Stampa)
Micro-vibrazioni al posto della chimica
contro gli insetti dannosi
Al posto degli in put chimici, per evitare l’accoppiamento e
la riproduzione degli insetti dannosi, hanno immesso nella
pianta di vite micro-vibrazioni con un apparecchio elettronico e hanno ottenuto risultati sorprendenti. I ricercatori della
Fondazione Edmund Mach di San Michele hanno realizzato
un interessante studio, il primo in pieno campo a livello
mondiale, appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale PLOS One.
Il lavoro è stato svolto da Anna Eriksson, Gianfranco
Anfora e Valerio Mazzoni del gruppo di ricerca di “Chimica
Ecologica” del Centro ricerca e innovazione, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Pisa e del National
Institute of Biology di Lubiana, con il supporto dell’azienda
CBC di Milano.
Il metodo di confusione sessuale basato su micro-vibrazioni
L’Agricoltore Trentino n. 3
6 giugno
Dicembre
2012
2011
artificialmente introdotti nei tessuti delle piante si è dimostrato molto efficace, impedendo l’accoppiamento di oltre
il 90% delle coppie saggiate, a fronte di un tasso di insuccesso delle coppie di insetti usate come controllo, vale a
dire non sottoposte a disturbo vibrazionale, intorno al 20%.
è stata utilizzata come specie modello la cicalina
della vite Scaphoideus titanus, vettore del fitoplasma
agente causale della Flavescenza dorata, una grave
patologia della vite. Gli ambienti di studio, localizzati
nei vigneti della Fondazione Mach a San Michele, sono
stati due: semicampo (tunnel sperimentali con piante
di vite in vaso) e pieno campo (piante di tre anni). In
entrambi i casi, le piante erano allineate per un tratto
di dieci metri e le micro-vibrazioni venivano applicate
attraverso un mini-shaker applicato al filo di sostegno principale. Nei mesi di luglio e agosto, coppie di
maschi e femmine sono state rilasciate a più riprese e
mantenute ogni volta per 16 ore consecutive in gabbie
contenenti le singole piante, nel caso del semicampo,
oppure in manicotti inglobanti alcuni tralci delle piante
di campo.
La confusione sessuale è ormai riconosciuta come
un importante metodo di controllo ecocompatibile
28
32
degli insetti che ha trovato
notevole
Micro-vibrazioni
al posto
della diffusione
chimica in numerose
aree
agricole,
specialmente
in
Trentino.
Immettendo
contro gli insetti dannosi
nell’ambiente feromoni sessuali femminili, i maschi di certi
Al posto
degli in putlepidotteri)
chimici, per
evitare l’accoppiamento
e lae
insetti
(soprattutto
vengono,
appunto, confusi
riproduzione
degli
insetti
dannosi,
hanno
immesso
nella
pianta
di
quindi resi incapaci di trovare una partner con cui riprodurviteevitando
micro-vibrazioni
con un apparecchio
elettronico
hanno ottesi,
così l’utilizzo
di insetticidi.
“Questiepromettenti
nuto risultati
sorprendenti.
I ricercatorisottolinea
della Fondazione
Edmund
risultati
sono
molto importanti”,
Roberto
Viola,
Mach di San
MicheleRicerca
hanno realizzato
un interessante
studio, il
direttore
del Centro
e Innovazione
della Fondazione
primo in pieno
campo
a livello
mondiale,
appena
pubblicato
sulla
Edmund
Mach,
“perché
ipotizzano
una
innovativa
strategia
prestigiosa
rivistasessuale
scientificaper
internazionale
PLOS
One. dannosi
di
confusione
il controllo
di insetti
Il lavoro
è stato
svoltoEsistono,
da Anna Eriksson,
Gianfranco
Anfora
alle
colture
agrarie”.
infatti, numerosi
insetti
la cuie
Valerio Mazzoni sessuale
del gruppo
di siricerca
di “Chimica
comunicazione
non
basa su
feromoni Ecologica”
cioè odori
del Centro
ricerca e innovazione,
in collaborazione
ricercama
bensì sull’emissione
di vibrazioni
specifiche con
in grado
di
tori dell’Università
di Pisa esulla
del National
Institute
of BiologyCiò
di
fornire
precise indicazioni
posizione
degli individui.
Lubiana, che
con il supporto
dell’azienda CBC
di Milano.
significa
segnale vibrazionale
permette
al maschio di
Iltrovare
metodo
di
confusione
sessuale
basato
su
micro-vibrazioni
la femmina qualora questi vengano a trovarsi sulla
artificialmente
stessa
pianta.introdotti nei tessuti delle piante si è dimostrato
molto efficace, impedendo l’accoppiamento di oltre il 90%
Fragola,
identificato un principio attivo salutare
Un’importante scoperta scientifica a cura dei ricercatori del Dipartimento qualità alimentare e nutrizione della
Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige è stata
pubblicata recentemente sullo Journal of Agricultural and
Food Chemistry, rivista della Società Chimica Americana.
Uno studio molto approfondito sui componenti della fragola ha dimostrato per la prima volta che in questo frutto è
presente in grandi quantità l’agrimoniin, un tannino naturale
appartenente alla famiglia degli ellagitannini usato largamente nella medicina tradizionale asiatica e studiato per
le proprietà astringenti, antiemorragiche, antimalariche e
antitumorali.
Secondo la ricerca, oggetto della tesi di laurea in Scienze
farmaceutiche applicate presso la facoltà di Farmacia
dell’Università di Padova della studentessa trentina Elisa
Pojer, l’agrimoniin è il più importante ellagitannino presente
nella fragola e nella fragolina di bosco, ed è presente nella
dose di 200 milligrammi per chilogrammo di frutto.
La scoperta. Fino ad oggi l’importanza di questo principio
attivo, isolato per la prima volta nel 1982 in una pianta
officinale perenne che cresce in Oriente (Agrimonia pilosa
Ledeb), era del tutto inesplorata nella alimentazione umana
e ignorata dalle banche dati nutrizionali. Si riteneva erroneamente che il principale ellagitannino della fragola fosse
invece un’ altra struttura, denominata “sanguiin H6”.
La ricerca. Il team di ricercatori di San Michele, nell’ambito
di un progetto mirato di durata annuale, che ha coinvolto
anche Graziano Guella dell’Università di Trento e Mirella
Zancato della Università di Padova, ha estratto e purificato
l’agrimoniin mediante tecniche di cromatografia preparativa
dai frutti maturi della fragolina di bosco, la Fragaria vesca.
La sua struttura è stata caratterizzata dettagliatamente
attraverso esperimenti di risonanza magnetica nucleare,
spettrometria di massa ed altre tecniche spettroscopiche. E’
stato sviluppato un metodo cromatografico per l’analisi del
frutto, e si è potuto confermare che sia nella fragola (varietà
Darselect) che nella fragolina agrimoniin è presente in quantità molto elevate (centinaia di mg/kg) e che è di gran lunga
il più importante ellagitannino presente nel frutto.
L’utilità. “Si tratta di una ricerca molto importante –spiega
Urska Vrhovsek del Centro ricerca e innovazione- perchè ha
dimostrato la presenza di un principio attivo naturale che è
probabilmente l’ellagitannino più presente in assoluto nella
dieta occidentale, ed è specifico delle fragole. La conoscenza della struttura di questo composto permetterà ora di
studiarne la biodisponibilità, il metabolismo e i meccanismi
di azione”.
Prospettive di ricerca. Per quanto riguarda gli ulteriori sviluppi sono in corso altri studi per accertarne la presenza nelle
principali varietà coltivate, la sua variazione della concentrazione con la maturazione del frutto e, in collaborazione con
l’Università di Milano, il meccanismo di azione in relazione
alla attività anti-malarica.
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L’Agricoltore
L’Agricoltore
Trentino
Trentino
n. 6n.Dicembre
3 giugno 2012
2011
P
Rubrica a cura degli Chef Alessandro Bettega e Mauro Zancanella
A tavola con i
prodotti trentini
Tortino con pere e pinoli con salsa al miele
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
Esecuzione
4 uova intere
200 gr di zucchero
200 gr di margarina sciolta
250 gr di farina
1/2 bustina di lievito
3 pere
50 gr di pinoli
Mettere a montare bene le uova con lo zucchero, aggiungere poi la farina e il lievito settacciati e incorporarli bene, mettere poi la margarina, le
pere tagliate a pezzetti e i pinoli, ammalgamare il
tutto e porzionarli nei stampini ben imburrati.Cucinarli in forno a 170° per 20 minuti. Se si fa la tortiera cucinare a 170° per 40 minuti.
Per la salsa al miele mettere a bollire 1/2 litro di
panna, a parte battere 5 rossi d’uovo con 100 gr di
zucchero e un cucchiaio di miele, mettere il composto nella panna bollente e portarlo alla temperatura di 86° (oppure appena incomincia a bollire
ai lati toglierlo dal fuoco). Far raffreddare almeno 4
ore con sopra della pellicola per evitare la pellicina.
L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
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Risotto carnaroli mantecato con zafferano e speck
INGREDIENTI PER 4 PERSONE
Esecuzione
280 gr di riso carnaroli
2 bustine di zafferano
1 litro di brodo
8 fette di speck tagliato a listarelle
50 gr di trentin grana
30 gr di burro
1 cipolla
sale e pepe q.b.
Tritare finemente la cipolla e metterla a rosolare, aggiungere il riso, lo zafferano sciolto in poca
acqua, il brodo poco alla volta, mescolando di
continuo; cucinare per 15 minuti circa. Togliere
quindi dal fuoco ed aggiungere gli sfilacci di speck,
il trentin grana, salare e pepare e mantecare bene.
A piacere si possono mettere delle fette di speck
tagliate fini sopra.
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L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012
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