L’AGRICOLTORE TRENTINO N. 3 - Giugno 2012 I NOSTRI UFFICI E RECAPITI Periodico di informazione a cura di Confagricoltura del Trentino, Associazione Contadini Trentini, Aflovit, Agriservice, Apema, Apoc, Astro, Enapa. TRENTO UPA - ACT - APEMA - Patronato ENAPA: Via R. Guardini, 73 (Trento nord, di fronte alle 3 Torri dell’Assessorato Agricoltura) Tel. 0461/820677 - Fax 0461/825837 - [email protected] Orario: lunedì-giovedì dalle ore 8.00 alle ore 12.30 e dalle ore 13.30 alle ore 17.00. Venerdì dalle ore 8.00 alle ore 12.30 (sabato escluso). Nel periodo estivo si osserva l’orario speciale Aut. Tribunale di Trento n. 210 del 10.4.1976 Via Guardini 73 - 38121 Trento Tel. 0461 820677 - 0461 825788 Fax 0461 825837 Dir. resp.: Diego Coller IN QUESTO NUMERO: Assemblea annuale 2012 5 14 Intervento dell’Assessore 17 Interventi assemblea La relazione del Presidente 19 Prelazione Agraria (continua) 23 Avit: costituito il consorzio 24 Semplificazioni in materia di lavoro 26 Deducibilità contributi fiscali 32 Notizie dall’Istituto Agrario di S. Michele 36 In Cucina: A tavola con i prodotti trentini CLES presso ACT - Piazza Navarino, 13 Tel. 0463/421531 e Tel. e Fax 0463/421074 Orario: dalle ore 8.30 alle ore 12.30 MEZZOLOMBARDO Corso del Popolo, 23 Tel. 0461/606005 - Fax 0461/607236 Orario: dal lunedì al venerdì dalle 8.30 alle 12.15 - lunedì e giovedì dalle 15.00 alle 18.15. ROVERETO Via Calcinari 17/A - 19 - 21 Tel. e Fax 0464/435361 Orario patronato: dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle ore 12.00. ARCO presso Consorzio Miglioramento Fondiario - Via Mantova, 1 Orario: 2° e 4° lunedì del mese dalle ore 8.00 alle ore 12.00. AVIO presso Comune di Avio - piano terra Orario: martedì dalle ore 14.00 alle ore 16.00. BORGO VALSUGANA Corso Vicenza, 47 (presso Associazione Artigiani) Tel. 0461/753454 Orario: 2º e 4º mercoledì del mese dalle ore 9.30 alle 12.00 CEMBRA presso il Municipio Orario: mercoledì dalle ore 16.00 alle ore 17.30. DENNO presso il Municipio Orario: tutti i giovedì dalle ore 8.30 alle ore 9.30. GIOVO presso la Cassa Rurale di Verla Orario: mercoledì dalle ore 14.30 alle ore 15.30. Informiamo che la presente pubblicazione viene distribuita esclusivamente in Abbonamento Postale e che pertano i dati relativi a nominativi ed indirizzi dei lettori sono stati inseriti nelle nostre liste di spedizione. Ciascun lettore, a norma dell’art. 13 legge 675/96, potrà avere accesso ai propri dati in ogni momento, chiederne la modifica o la cancellazione oppure opporsi al loro utilizzo scrivendo alla redazione del periodico. Redazione testi: Alessandro Ciola Stampa: Grafiche Dalpiaz srl - Ravina (TN) PERGINE VALSUGANA Viale Dante, 78 primo piano (presso Associazione Artigiani) Tel. 0461/532477 Orario: lunedì e venerdì dalle 9.00 alle ore 12.00 ROVERÈ DELLA LUNA presso il Municipio Orario: 1º e 3º mercoledì del mese dalle ore 14.15 alle 16.15. 3 L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 Confagricoltura del Trentino Assemblea annuale 2012 Cronaca dei lavori A ppuntamento lo scorso 17 maggio a partire dalle ore 16,30 per i soci di Confagricoltura per la assemblea annuale ordinaria, momento durante il quale ogni organismo associativo mostra il suo stato di salute. L’incontro si è svolto come da tradizione, nella Sala Incontri delle cantine Ferrari a Ravina di Trento, la funzionale struttura di rappresentanza della famiglia Lunelli ed ha visto la presenza di numerosi soci e di rappresentanti del mondo agricolo provinciale. “Fare sistema: arma strategica per l’agricoltura trentina” questo il tema della relazione del Presidente Diego Pezzi che è stato più volte richiamato dall’assessore provinciale all’agricoltura, Tiziano Mellarini che ha illustrato ai presenti la situazione e le prospettive per la nostra agricoltura in un momento particolarmente difficile non solo per il settore ma per tutta l’economia italiana. L’incontro si è svolto in due momenti. Il primo, alla presenza dei soli soci, è stato dedicato alla illustrazione del bilancio contabile che si è chiuso lo scorso 31 dicembre 2011 e di quello preventivo relativo all’anno 2012. Il bilancio consuntivo ha evidenziato il buon stato di salute della struttura che ha consentito di mantenere inalterato il costo dei servizi erogati ai soci pur fornendo una alta qualità. I due documenti letti ed illustrati ai presenti dal coordinatore Diego Coller sono stati approvati all’unanimità. Alle 17,30 è seguita la parte pubblica incentrata sulla relazione del presidente Diego Pezzi e sull’intervento dell’assessore Mellarini. Numerosi gli ospiti fra i quali l’assessore provinciale alla cooperazione Franco Panizza, il presidente della Associazione Contadini Trentini, Sergio Branz, il direttore di Codipra, Andrea Berti, i presidenti delle associazioni degli apicoltori, degli allevatori avicoli e dei vivaisti viticoli trentini aderenti a Confagricoltura. Come di consueto ha fatto gli onori di casa, portandone il sa- L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 4 luto, un rappresentante della famiglia Lunelli. Non potendo intervenire il consigliere Mauro Lunelli, il compito è toccato al figlio Alessandro. Apprezzamento per il contenuto della relazione del presidente che trova pratica realizzazione nella politica aziendale del gruppo Lunelli e che si estriseca nel fare sistema, nel dare spazio alle nuove generazioni, nel porre la massima attenzione alla qualità. Ha fatto il proprio esordio in questa assemblea il nuovo direttore di Confagricoltura del Trentino, Gimmi Rigotti, che ha affiancato Diego Coller al quale è stato affidato dal Consiglio il ruolo di coordinatore fra la direzione e la presidenza. La relazione del Presidente Fare sistema: arma strategica per l’agricoltura trentina A Considerazioni di carattere generale Iniziando la mia relazione all’assemblea 2011, avevo manifestato una preoccupazione. Dicevo esattamente: Il nostro non è un compito facile a causa della situazione economica mondiale sottoposta a continue tensioni: dopo il periodo della crisi monetaria che sembrava avviato a soluzione, ci siamo imbattuti in questi ultimi giorni nelle crisi che hanno interessato diversi Paesi del nord Africa. La crisi monetaria di qualche anno fa è stata causata da una enorme bolla speculativa che ha visto l’aumento delle quotazioni di petrolio e materie prime. Nel momento in cui è esplosa, il mondo finanziario è andato in crisi ma ha trovato i governi solidi che hanno potuto affrontare l’emergenza andando a difendere con provvedimenti di sostegno il sistema bancario. Sembra ora che la situazione si riproponga: l’aumento dei costi delle materie prime è aggravato dalla situazione che si è creata nel nord Africa ed in particolare in Libia. Il problema è verificare, e lo sapremo nei prossimi mesi, se le economie dei singoli Paesi, saranno ancora in grado di fronteggiare le eventuali crisi che si dovessero riproporre con interventi di politica monetaria. Questo è quanto dicevo lo scorso anno. Ma ora cosa possiamo dire? Mentre qualcuno sosteneva allora che eravamo fuori dal tunnel, noi non ne eravamo convinti: temevamo infatti che la crisi del 2008 potesse riesplodere e così purtroppo è stato. Nuove speculazioni hanno portato ad una crisi mondiale ben più grave delle precedenti. Molti paesi, fra i quali purtroppo anche il nostro, hanno rischiato il disastro economico, il fallimen- utorità, amici, soci, aprendo i lavori della parte pubblica di questa nostra assemblea annuale, desidero porgere il benvenuto alle autorità ed agli ospiti e ringraziarli per aver voluto accogliere il nostro invito. Le considerazioni che formano il contenuto dell’annuale relazione all’assemblea, rappresentano in sintesi il modo in cui Confagricoltura del Trentino vede la situazione del settore e quelle che ritiene idee e proposte per lo sviluppo futuro. Da alcuni anni siamo soliti sintetizzare il contenuto della relazione in modo che possa essere oggetto di ripensamento e di valutazione per i nostri soci in primo luogo ma anche per gli operatori agricoli che sono interessati a sentire il nostro pensiero. I ragionamenti che si sono succeduti nella preparazione di questa relazione, ci hanno portati alla formulazione della tesi: fare sistema. Fare sistema: arma strategica per l’agricoltura trentina. Ed abbiamo adottato questa tesi anche perché da alcuni anni costituisce la linea guida attraverso la quale si è andata articolando l’azione dell’assessore provinciale Tiziano Mellarini. 5 L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 to, tant’è che siamo stati paragonati alla Grecia. Per cercare di uscire dalla crisi era necessario imboccare una strada nuova di fronte all’ottusità con la quale la politica, attraverso il meccanismo dei veti incrociati, impediva l’adozione delle severe ma necessarie misure da adottare. Siamo così giunti alla nomina di un governo tecnico, presieduto dal prof. Mario Monti, al quale la politica ha affidato un’ampia delega per assumere i provvedimenti necessari, sicuramente non facili né popolari, per cercare di uscire dalla crisi. Primo impegno affidato al nuovo governo è stato quello di frenare la corsa del debito pubblico e con esso dello spread fra titoli di stato italiani e quelli tedeschi. Dove è intervenuto il Governo? Pensioni, nuova tassazione che ha colpito il comparto agricolo in modo particolare, IMU sui fabbricati agricoli e sui terreni, aumento dell’IVA in generale accompagnata dall’aumento delle accise sui carburanti. Forte aumento del costo del gasolio alla distribuzione. In definitiva un forte aumento della pressione fiscale a carico del cittadino. L’aumento del carburante in particolare ha portato ad un aumento dei costi di produzione. L’IVA ora passata come aliquota generale dal 20 al 21%, con il prossimo autunno subirà un ulteriore aumento al 23%. Per i prodotti alimentari si passa dal 10% al 12%. Tutti questi aumenti porteranno inevitabilmente ad una riduzione dei consumi dovuta all’azione combinata delle due componenti: diminuzione delle disponibilità delle famiglie e aumento dei costi dei prodotti. Sul mercato estero invece dovremo affrontare una concorrenza più agguerrita sia per l’aumento dei nostri prezzi sia per la disponibilità di prodotti di altri paesi a prezzi concorrenziali. Anche se negli ultimi giorni sono stati avvertiti segnali di una buona presenza per i nostri prodotti, non possiamo non considerare il rischio di perdita di competitività sul mercato estero nel momento in cui avremmo bisogno che questa capacità di penetrazione risultasse aumentata. Vista in questa ottica la manovra del governo Monti è stata solo una manovra di drenaggio delL’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 le disponibilità dalle tasche degli italiani. Ma l’Italia, l’economia italiana, ha bisogno di un’economia di rilancio che consenta alle aziende italiane di tornare ad essere competitive sui mercati esteri. Se così non sarà il tunnel nel quale il sistema Italia è entrato anziché accorciarsi è destinato inevitabilmente ad allungarsi. A partire dallo scorso mese di ottobre, le aziende e più in generale i consumatori italiani si sono ritrovati a dover fare i conti non solo con un aumento dei costi dovuti alla più pesante tassazione ma anche con la stretta creditizia. Le aziende in particolare che erano abituate a far conto sul credito del settore bancario ora si trovano in affanno, dovendo affrontare montagne che in alcuni casi si sono dimostrate invalicabili. Un altro problema che rende più difficile la vita delle aziende consiste nei ritardi con i quali lo Stato e gli Enti Pubblici in generale fanno fronte ai propri pagamenti, ritardi già sanzionati dalle corti europee ma le cui conseguenze si avvertono non solo nella vita delle imprese direttamente interessate ma a cascata nell’indotto. è di questi giorni l’invito rivolto ai comuni dall’assessore all’industria della Provincia di Trento di effettuare con sollecitudine i pagamenti alle aziende che hanno realizzato lavori per loro conto. In questa corsa alla ricerca di tutto quanto possa essere tassato o comunque sia possibile aumentare la tassazione, anche nei confronti dell’agricoltura si è usata la mano pesante. A quelli che sostengono che non è giusto mantenere una tassazione agevolata nei confronti dell’agricoltura, rispondiamo che il settore agricolo affianca al suo ruolo produttivo un ruolo di tutela del territorio che in qualche misura deve essere riconosciuto per la sua funzione sociale. A ciò si aggiungano due vincoli che condizionano l’agricoltura. Il primo è il tempo atmosferico. Non sempre il clima è favorevole, talvolta le condizioni portano danni che l’agricoltore deve sopportare con conseguenti diminuzioni di reddito per quanto possano intervenire le coperture assicurative. Se diminuisce la capacità di spesa l’imprenditore, difficilmente pone mano a lavori 6 coinvolgendo a cascata altre aziende, artigiani, commercianti, liberi professionisti, con grave danno per tutto il sistema economico. Il secondo è rappresentato dai vincoli del sistema. Mi spiego. Quando un agricoltore ha posto a dimora le piante o ha messo nella stalla degli animali, non può abbassare l’interruttore e sospendere “provvisoriamente“ la produzione. Deve continuare a far lavorare il sistema. In caso contrario l’impresa non solo si ferma ma muore. La situazione in Trentino Se Roma piange, Trento non ride. Così possiamo sintetizzare la situazione della nostra provincia sotto il profilo del bilancio. Sicuramente stiamo meglio di altre regioni ma anche a noi, come sistema provincia, sono venute a mancare delle risorse economiche sulle quali pensavamo di poter contare. L’accordo che i presidenti delle due provincie autonome di Trento e Bolzano avevamo stipulato con il Governo nei mesi scorsi, noto come accordo di Milano, sembra venga messo in discussione: le risorse alle quali abbiamo rinunciato non sono sufficienti, altre ne vengono richieste alla nostra Provincia. Il nuovo Governo ci chiede sacrifici per ulteriori 600 milioni di euro. Una cifra importante che verrà a mancare alle casse della Provincia con conseguenti minori disponibilità di bilancio. Ad oggi non si è ancora potuto stabilire dove i tagli al bilancio provinciale andranno a colpire proprio per la mancata certezza degli importi da parte dello Stato. L’unica certezza è però che non passeremo indenni, anche il settore agricolo disporrà di minori risorse e quindi sarà necessaria una maggiore attenzione sulle modalità del loro utilizzo. Maggiore attenzione da parte dell’Ente Pubblico nella gestione della spesa pubblica ma anche da parte nostra, degli agricoltori, sia quando operano singolarmente sia quando sono associati. Dobbiamo essere tutti consapevoli che anche nel recente passato la Provincia è intervenuta per porre rimedio ad errori non propri ma degli agricoltori. Ma se nel passato anche recente tali maggiori spese potevano essere assorbite senza grossi danni dal sistema, ciò difficilmente potrà avvenire in presenza di un calo delle risorse. Il primo modo per utilizzare bene le risorse disponibili è quello di fare sistema all’interno del settore in tutte le sue componenti. Al riguardo torna di attualità un tema sul quale Confagricoltura del Trentino insiste già da anni e riguarda le modalità attraverso le quali vengono assunte le decisioni in merito all’attribuzione o meglio alla distribuzione delle risorse disponibili. Dicevo lo scorso anno: Per parte nostra abbiamo colto l’occasione per ripresentare la nostra proposta che prevede il coinvolgimento degli organismi rappresentativi di ogni singolo comparto nella determinazione dei settori di intervento e la conseguente valutazione della compatibilità delle domande rispetto al quadro generale di riferimento precedentemente definito. è auspicabile, ancor più nel momento in cui si richiede la massima oculatezza dell’uso delle risorse, che la loro distribuzione ottenga i risultati maggiori per l’agricoltura trentina. La proposta di Confagricoltura parte dal presupposto che i singoli comparti sono a conoscenza delle proprie problematiche e soprattutto possono, attraverso il confronto interno, determinare le prospettive di sviluppo e la sua programmazione. Abbiamo registrato con soddisfazione che l’Assessore Mellarini nell’occasione ha manifestato il suo interesse per la proposta e l’intenzione di farla valutare dagli uffici. A fronte delle ulteriori riduzioni della disponibilità confermiamo con forza questa nostra proposta e ci auguriamo che l’apprezzamento che era stato manifestato dall’assessore Mellarini possa essere tradotto in azioni concrete. 7 L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 coltura di montagna e turismo nel quale i prodotti agricoli e la stessa vita dell’agricoltore di montagna rappresentano una merce spendibile. Ma qualcuno deve utilizzare il prodotto, che fra l’altro è ciò che il turista chiede al territorio. I nostri ristoratori devono trovare nell’agricoltura di vicinato la fonte di approvvigionamento dei prodotti. Questo è un modo di fare agricoltura a km zero, agricoltura che svolge in primo luogo una funzione promozionale. Quando il turista trova un prodotto di suo gradimento, si pone subito la domanda di dove lo possa trovare vicino a casa. In questo modo si innesta un meccanismo virtuoso di promozione delle nostre produzioni agricole. Promuoviamo i prodotti e il territorio a costo zero. Questo meccanismo trova però una certa vischiosità a diventare comportamento normale. E ciò nonostante il forte impegno che l’assessore Mellarini ha profuso su questo argomento. Dobbiamo riconoscere che è stato uno dei temi sui quali ha maggiormente insistito ed auspichiamo che possa essere seguito e fatto proprio in misura sempre più decisa e concreta dagli operatori coinvolti. Purtroppo gli sforzi fin qui fatti hanno portato risultati modesti sicuramente perché in Trentino manca la cultura dei prodotti del territorio. In altri termini non viene percepita l’importanza della simbiosi fra le due componenti perché manca in buona parte dei ristoratori la percezione dell’importanza della valorizzazione dell’agricoltura di vicinato. Abbiamo visto che non ci sono leggi che possano convincere e i contributi operano fin che ci sono. Una volta esauriti il ristoratore torna a privilegiare la logica del minor costo del prodotto rispetto alla promozione del territorio. Possiamo prendere ad esempio la vicina Provincia di Bolzano dove la sinergia tra prodotto e territorio ha già realizzato degli ottimi risultati. L’azione deve quindi iniziare prima, fin dalla scuola. Bisogna creare questa mentalità attraverso l’educazione, bisogna creare la cultura della valorizzazione del territorio in tutte le sue componenti. è sicuramente un percorso più lungo ma proprio perché porterà al radicamento di valori nella coscienza individuale, saprà dare risultati più duraturi e consapevoli. Questa è la logica con la quale ha operato negli L’agricoltura di montagna Tutto il territorio della nostra Provincia è considerato come montano e la prima conseguenza di tale definizione è che la nostra è una agricoltura di montagna. è opportuno che questo concetto venga tenuto presente in tutte le sedi di competenza in particolare in Europa perché è lì che ormai si decidono i destini economici dei nostri paesi. è in atto a livello europeo una azione volta al riconoscimento delle specificità dell’agricoltura delle zone di montagna. Ci auguriamo che il parlamentare europeo dott. Dorfmann, che sta seguendo l’iter del procedimento, possa portare a termine anche con l’aiuto delle diverse realtà dell’arco alpino ed in particolare delle due provincie autonome di Trento e Bolzano, il riconoscimento della specificità delle problematiche della agricoltura di montagna. Con il 2013 si chiude il periodo di validità della PAC attualmente operativa. Si sta ora discutendo di come sarà la PAC a partire dal 2014. A fronte della diminuzione delle risorse disponibili solo se riusciremo a far capire la specificità della agricoltura di montagna avremo l’opportunità di affermare i risvolti relativi alla salvaguardia ambientale, alla tutela del territorio, al mantenimento della presenza attiva e non solo come elemento di passaggio dell’uomo. Nessuno può chiedere all’agricoltura di montagna di restare a presidiare il territorio senza che questo ruolo abbia un suo riconoscimento perché operare in montagna ha dei costi economici e sociali diversi rispetto a chi opera in altri contesti. Deve essere ribadito con forza il legame fra agriL’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 8 oltre 100 anni di vita l’Istituto Agrario di S. Michele attraverso l’attività di formazione dei tecnici. Se oggi l’agricoltura trentina ha raggiunto il livello di eccellenza lo si deve per buona parte all’azione della scuola di S. Michele. Analogo ruolo è auspicabile svolgano le scuole alberghiere e quelle di formazione turistica. Dobbiamo insegnare ai futuri operatori del settore le peculiarità delle nostre produzioni, l’importanza per il tessuto economico nel suo complesso della collaborazione attraverso la valorizzazione dei prodotti. Se saremo in grado, come realtà economica provinciale, di portare a termine questo progetto, avremo sicuramente un positivo riscontro economico che darà maggior dignità sia all’agricoltura che al turismo trentino. L’agricoltura della nostra Provincia lavora ed è stata impostata per produzioni che nelle maggiori quantità vanno esportate. Il km zero va bene per il consumatore locale e deve servire per il turista che frequenta le nostre località. I prodotti consumati o acquistati dal turista devono essere veicolo promozionale per il prodotto e per il territorio. Il turista che gusta le nostre produzioni durante il suo soggiorno, le cercherà nei punti vendita che frequenta presso la propria abitazione. Diventa quindi una promozione a costo zero e con effetto a 365 giorni. di assoluta eccellenza che ci viene riconosciuta. Siamo altresì convinti che l’agricoltura ha una importante valenza sotto il profilo ambientale e territoriale quindi costituisce un fondamentale sostegno e palcoscenico per l’attività turistica. Abbiamo sempre sostenuto che le due attività devono agire in simbiosi, devono fare sistema, in modo da creare per ciascuna le migliori opportunità di sviluppo. Partendo dalla decisione della Provincia di accorpare in un unico dipartimento agricoltura e turismo, ci auguriamo che la collaborazione prosegua ed anzi si amplifichi per consentire risultati sempre più interessanti per l’economia trentina nel suo complesso. Considerata l’importanza del nostro comparto auspichiamo, come sindacato, che l’agricoltura mantenga la considerazione che ha avuto negli anni scorsi sia in relazione al valore della produzione sia per i risvolti occupazionali. Gli ogm e le produzioni di eccellenza Il tema degli OGM è uno di quelli che infiammano le piazze. Ritengo però opportuno che se ne parli serenamente ed obiettivamente. Vengo al dunque del problema. A fronte delle carenze alimentari che colpiscono vaste zone del pianeta e larghi strati di popolazioni, le cui immagini non possono non colpire chi ha un minimo di rispetto per la vita umana, in questi ultimi tempi si avverte un’attenzione particolare al richiamo dell’agricoltura come fonte di produzione di derrate alimentari: aumentare la produzione per dar da mangiare alla gente che soffre la fame. Se vogliamo evitare in futuro esodi di dimensioni maggiori rispetto a quelli che abbiamo conosciuto negli ultimi anni, dovremo affrontare il problema della produzione e del rifornimento di alimenti. Altri ci stanno pensando già da qualche anno: a livello mondiale è in atto una corsa all’accaparramento di terreni agricoli di vaste dimensioni in diverse parti del mondo. Alle necessità agricole si aggiungono ora quelle per la produzione di bioenergie. L’azione combinata di queste due esigenze porta con sé la necessità di incrementare la produzione PAT accorpamento agricoltura turismo in unico dipartimento Voglio spendere qualche parola su un tema che recentemente ha interessato il mondo agricolo trentino ed ancor più lo determinerà in futuro. Mi riferisco al provvedimento assunto dalla Giunta provinciale di accorpare in un unico dipartimento le competenze di agricoltura e turismo. La domanda che dobbiamo porci riguarda quale impatto potrà avere nelle scelte future tale accorpamento. Abbiamo sempre concordato con l’assessore Mellarini sulla sinergia che esiste e deve esistere fra agricoltura e turismo in una provincia come la nostra che dispone di limitate risorse sotto il profilo della superficie agricola disponibile. Ma dobbiamo anche essere consapevoli che quelle che abbiamo forniscono prodotti 9 L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 sotto il profilo quantitativo ponendo al secondo posto come importanza l’aspetto qualitativo. Secondo i demografi la popolazione mondiale è in costante aumento per cui si renderà indispensabile fornire cibo ed energia in quantità tali che con le superfici messe attualmente a coltura e con le tecniche praticate ben difficilmente si riuscirà a soddisfare. Ecco quindi la ricerca di nuove superfici e di nuove modalità di coltivazione che consentano di incrementare le produzioni. Tutto ciò prescindendo dalla qualità. La presenza delle produzioni delle grandi quantità consentirà di valorizzare maggiormente le agricolture in grado di produrre alimenti di qualità, di alta qualità che quindi diventeranno in un contesto di produzione di massa, delle produzioni ricercate e ben remunerate. E la nostra agricoltura si pone a buon diritto e per lunga tradizione in questo contesto. Nel mondo ci sarà sempre la fascia di persone che disponendo di risorse e apprezzando la qualità sarà disposta a sostenere costi maggiori a fronte di una maggiore qualità del prodotto. Cooperazione Abbiamo rilevato l’importanza della collaborazione e della sinergia fra agricoltura e turismo, nel fare sistema. Ma con altrettanta forza è doveroso richiamare la necessità che le diverse componenti del mondo agricolo in specie quello che fa specifico riferimento al sistema cooperativo, facciano sistema. Siamo soliti affermare che il Trentino è una realtà fortemente cooperativa. E proprio il fondatore della cooperazione trentina, don Guetti, insisteva sul concetto del sistema e della centralità del socio nella vita organizzativa. Fare sistema all’interno della singola cooperativa, di ogni settore nel quale la cooperazione è presente, ma anche all’interno del movimento cooperativo nel suo essere una realtà economica basata sugli spessi principi di solidarietà e complementarietà. Se le singole cooperative si guardano solo al proprio interno e ritengono di aver esaurito il proprio ruolo in questo contesto, per la cooperazione non c’è futuro. Possono rimanere in vita strutture economiche nate dalla cooperazione ma non rimarrà L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 viva e vitale la cooperazione come sistema. A questi concetti dobbiamo rifarci perché altrimenti il sistema cooperativo nel suo insieme rischia di implodere. Passaggio del testimone in azienda Da un lato gli imprenditori attualmente attivi crescono di età, dall’altro i giovani stentano a prenderne il posto o meglio il numero di chi entra è inferiore rispetto a chi, per i diversi motivi, lascia. Questo è visto oggi come un problema ma se opportunamente guidato può risolversi in una evoluzione positiva per l’agricoltura trentina considerato il frazionamento della proprietà agricola con le conseguenti ridotte dimensioni aziendali. Cerchiamo di capirne i motivi. Duplice può essere la sorte delle superfici agricole che vengono lasciate. O vengono definitivamente abbandonate con grave perdita per il sistema agricoltura nel suo insieme. Oppure si trova il modo affinché possano continuare ad essere coltivate. Il che può avvenire attraverso più modalità. La prima ipotesi prevede l’affitto del terreno ma questo, come ci insegna l’esperienza, si scontra con la paura da parte del proprietario di perderne di fatto la proprietà. Sotto un profilo di carattere generale, questa soluzione potrebbe essere la più opportuna per l’agricoltura in quanto consentirebbe la formazione di aziende di maggiori dimensioni senza un eccessivo investimento iniziale che viene richiesto nel caso di acquisto. La seconda ipotesi è rappresentata dalla vendita del terreno che però trova delle difficoltà prevalentemente di natura psicologica per il legame esistente fra il proprietario ed il suo terreno. Non va poi sottovalutato l’onere dell’investimento nel caso appunto dell’acquisto. Il costo del terreno agricolo in una zona come la nostra nella quale le superfici hanno ridotte dimensioni è sicuramente molto alto e richiede quindi un alto investimento iniziale difficilmente giustificato con il reddito prevedibile, con l’aggravio che in questi ultimi anni sono venuti a mancare i mutui agevolati che favorivano l’accorpamento aziendale. Vi è poi una terza via ed è rappresentata dalla possibilità da parte del proprietario di affidare a terzi le singole lavorazioni salvo mantenere la 10 titolarità della gestione e delle scelte aziendali. Al riguardo è possibile guardare ciò che si fa in zone a noi vicine. Semmai può essere utile un’attenzione particolare per la individuazione di soluzioni giuridiche in grado di contemperare le esigenze e le sensibilità dei diversi soggetti partecipanti. Come già richiamato nella relazione dello scorso anno, un altro strumento che potrebbe essere utilizzato è la legge provinciale 9 del 2007, presentata dall’Assessore Mellarini, che si pone come obbiettivo il compendio unico dell’azienda agricola, ovvero mettere nelle condizioni l’azienda agricola di avere a disposizione una superficie che garantisca la sostenibilità economica della stessa attività. La legge 9 potrebbe essere anche un utile strumento per recuperare quelle superfici rese incoltivabili dalle successioni ereditarie che hanno polverizzato le dimensioni delle proprietà. Vocazione delle zone Lo scorso anno ho avuto occasione di ricordare che con la legge 4 era stato introdotto il principio della zonizzazione delle produzioni. Il principio cioè secondo il quale nelle singole zone andavano coltivate di preferenza le tipologie di prodotto e le varietà per la quale la zona era più vocata. Ciò con il duplice obiettivo di qualificare sempre più la produzione e di conseguenza assicurare una più costante redditività economica del prodotto. Ogni varietà di prodotto ha delle caratteristiche che lo legano ad un certo territorio ed in quello il prodotto riesce ad esprimere al meglio le proprie caratteristiche. Bisogna quindi porre molta attenzione alla vocazione del territorio nei confronti delle varietà evitando la messa a dimora nelle zone meno vocate perché il risultato finale sarebbe il deprezzamento complessivo. La Provincia ha iniziato ad assicurare il proprio sostegno alle produzioni piantate nei territori maggiormente vocati. Questo primo intervento ha interessato la frutticoltura ma auspichiamo che la strada avviata possa trovare applicazione in tutti i settori agricoli. Deve essere un impegno sia da parte pubblica che dei singoli imprenditori consci che solo pro- duzioni di alta qualità sono in grado di reggere nei momenti di crisi. Nella scelta delle produzioni deve essere considerato il risultato non in riferimento al momento contingente ma con un’attenzione prevalente per il futuro. Fondazione Edmund Mach Lo scorso anno il Consiglio di Amministrazione interpretando un malessere diffuso fra i propri associati aveva avuto occasione di rilevare come l’attività dell’Istituto Agrario di S. Michele sembrava aver posto in secondo piano le problematiche legate all’attività di campagna, che è quella per la quale l’Istituto è nato e trova la propria ragion d’essere, a favore di attività di ricerca di alto profilo che se qualifica la struttura risponde meno alle necessità dell’agricoltore. L’Istituto Agrario di S. Michele con le sue diverse realtà è sempre stato il fiore all’occhiello dell’agricoltura trentina. La scuola ha rappresentato la palestra nella quale si sono formate generazioni di operatori agricoli così come l’attività di ricerca andava a risolvere i problemi dell’agricoltore in uno scambio continuo di richieste, esperienze e consigli. In questi ultimi anni grosse innovazioni sono intervenute soprattutto nel mondo della ricerca che ha visto la crescita significativa della ricerca pura ed in misura minore per quella applicata. 11 L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 Noi non siamo sicuramente contrari alla ricerca pura dalla quale possono venire lustro e fama all’Istituto. Ma non possiamo dimenticare che la nostra è una agricoltura di montagna con le sue specificità e con il bisogno di rispettare l’ambiente e il territorio anche a supporto dell’attività turistica. Per questo i nostri agricoltori, i nostri tecnici hanno bisogno di trovare un supporto per la soluzione dei problemi che si presentano in campagna. Insistiamo quindi affinché vi sia una maggiore attenzione nei confronti dell’azienda agricola e dei suoi problemi. Non possiamo dimenticare che ormai l’agricoltura ha assunto un ruolo fondamentale e riconosciuto per la sua azione a tutela del territorio. In questa ottica sempre nuove problematiche interessano il mondo agricolo, problematiche che attendono e devono avere una risposta. Conclusione Al tavolo della presidenza siede, il coordinatore Diego Coller e il direttore Gimmi Rigotti che dal 1° gennaio scorso hanno assunto tali cariche in Confgricoltura. Le nomine si sono rese necessarie per dare una risposta alla notevole crescita che ha interessato le due strutture, Confagricoltura del Trentino ed ASTRO, delle quali Diego Coller era la guida e della cui crescita ne è stato in buona parte l’artefice. Non dimentichiamo che quando parliamo di Confagricoltura, che collabora con l’Associazione Contadini Trentini, ci riferiamo non ad una struttura ma ad una serie di realtà che attorno ad essa gravitano. Ricordo Agriservice, Agricoltura Trentina Servizi, Patronato ENAPA, ed inoltre le strutL’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 ture di settore: Apoc, Apema, Apicoltori, Aflovit. ASTRO rappresenta un’importante realtà che fattura 14 milioni di euro con circa 40 dipendenti. Non è stato facile trovare la soluzione migliore in quanto ritenevamo opportuno dare continuità operativa alle due organizzazioni nel segno del fare sistema che ha sempre contraddistinto la nostra realtà. Per dare risposta a questa esigenza abbiamo chiesto al Signor Coller di assumere il ruolo di coordinatore che si pone tra la Presidenza e la Direzione. Un ringraziamento dunque a Coller per la sua rinnovata disponibilità nel ruolo di coordinatore ed a Gimmi Rigotti l’augurio di buon lavoro. Vengo alla conclusione sintetizzando quello che abbiamo posto come tema di questa relazione alla nostra assemblea 2012: fare sistema. Fare sistema fra gli organismi rappresentativi di ogni singolo comparto nel definire gli interventi. Fare sistema con l’obiettivo di creare la cultura della valorizzazione del territorio in tutte le sue componenti. In particolare è importante il ruolo che possono svolgere le scuole alberghiere e quelle di formazione turistica. Dobbiamo insegnare ai futuri operatori del settore le peculiarità delle nostre produzioni, l’importanza per il tessuto economico nel suo complesso della collaborazione attraverso la valorizzazione dei prodotti. Fare sistema fra agricoltura e turismo attraverso la sinergia che esiste e deve esistere fra i due settori. Fare sistema nel mondo dell’associazionismo agricolo non solo all’interno della singola cooperativa, non solo all’interno di ogni settore nel quale la cooperazione è presente, ma all’interno del movimento cooperativo nel suo essere una realtà economica basata sui principi di solidarietà e complementarietà. Fare sistema per risolvere il problema della prosecuzione della vita delle aziende mediante il coinvolgimento dei diversi operatori che possono portare il proprio contributo. Fare sistema per la soluzione, attraverso la ricerca applicata, dei problemi molto importanti per l’agricoltura. Questo fare sistema che dovrà trovare l’impegno di tutti, senza sotterfugi e scappatoie, porterà l’agricoltura trentina a fare il salto di qualità per arrivare a quell’eccellenza tanto acclamata che tutto il mondo agricolo si aspetta. 12 CASSA RURALE ADER I PROM SCI ALLA OZIO NE 1 AP 30 G R ILE AL IUGN O DAL L’intervento dell’Assessore Tiziano Mellarini L ’esauriente relazione del presidente Pezzi ha toccato tanti temi, tanti argomenti di interesse generale, evidenziando la delicata situazione a livello nazionale ed europeo. Tutto ciò richiede anche ai nostri operatori un ulteriore impegno e ci spinge a: “fare sistema”, arma strategica per l’agricoltura provinciale. Una parola chiave per il Trentino, che va metabolizzata in tempi molto rapidi se non vogliamo avere ripercussioni e in questo senso sono significativi i messaggi che stiamo lanciando ai giovani perché sono loro i protagonisti del nostro futuro che alla luce di questi scenari va interpretato con nuove chiavi di lettura. Dobbiamo chiederci che cosa vogliamo affidare ai nostri giovani per il futuro: un Trentino unito capace di fare sistema, o un Trentino ancora più proiettato alla frammentazione, oltre a quella fondiaria legata all’orografia della nostra terra? Sono convinto che oggi sia necessario fare questa scelta, soprattutto in agricoltura e credo che la relazione del presidente abbia toccato temi di forte attualità, sottolineando anche la particolare apprensione di alcune nostra valli periferiche. Ha creato preoccupazione, recentemente, il prof. Salamini nella sua relazione alla Giunta provinciale sui risultati della sua ricerca. Si è subito capito quanto le produzioni di eccellenza siano un fattore economico importante. Il peso dell’agroalimentare trentino è assai significativo con un indotto che è certamente considerevole per un territorio come il nostro. Quella relazione ha fatto emergere, tra l’altro, come l’utilizzo dei fitofarmaci sia pienamente rispettoso delle soglie minime previste dalla normativa sanitaria rilevando addirittura presenze con ordini di grandezza di molto inferiori, quindi corrispondendo all’importante strumento dei protocolli di produzione integrata di cui voi per primi vi siete dotati. Dobbiamo comunicare questi aspetti con maggiore efficacia per valorizzare le grandi scelte che vengono fatte dagli operatori agricoli trentini. Credo sia un segnale, ma allora non può essere certo una cooperativa, un consorzio di secondo grado o il privato che lo può comunicare, perché qualcuno può pensare che lo faccia solo per interesse proprio. Lo farà l’istituzione provinciale. Stiamo preparando un dossier, di facile lettura, che invieremo a tutte le famiglie trentine, dove illustreremo lo stato e la qualità delle produzioni agricole trentine. Sarà il Presidente Dellai stesso a spiegare che i nostri prodotti non danneggiano la salute, anzi portano dei L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 14 benefici positivi, soprattutto ai nostri giovani. Dobbiamo sensibilizzare in questo senso anche le scuole ampliando progetti positivi di informazione e conoscenza rispetto a tematiche come il mangiare sano, il consumare frutta e verdura. Quindi, ci stiamo muovendo anche sul versante della comunicazione per dare le giuste informazioni, anche per rafforzare l’immagine di un Trentino che punta all’ambiente e all’autenticità dei propri prodotti e della propria terra. Il tema dei giovani è certamente di grande interesse. Su di loro stiamo ponendo molta attenzione: attraverso le forti priorità che abbiamo riservato agli aiuti per gli investimenti produttivi sostenuti dalla L.P. 4/2003 e dal Piano di Sviluppo Rurale, oltre agli aiuti all’avvio dell’attività imprenditoriale, proposte che vogliamo e saranno confermate anche negli strumenti della prossima programmazione dello sviluppo rurale. Però c’è un aspetto sui giovani che merita di essere particolarmente evidenziato. Nelle ripetute occasioni di confronto che ho con loro, mi dicono che faticano a trovare spazio di rappresentanza all’interno delle realtà cooperative delle associazioni perché si preferiscono i cinquantenni, sessantenni o settantenni: vogliamo dare lo spazio a qualche trentenne anche all’interno delle realtà cooperative e delle associazioni o aspettiamo che questi se ne vadano dal Trentino? Sui giovani dobbiamo avere maggiore apertura e fiducia, lasciando maggiori spazi, lasciandoli magari anche sbagliare, anche perché se mai li mettiamo alla prova mai potremo conoscere le loro capacità. L’altro aspetto evidenziato dal presidente riguarda la semplificazione della burocrazia. Io lo ringrazio perché nella relazione ha evidenziato in modo chiaro la vostra condivisione sulle scelte che il governo provinciale ha effettuato. E non è stata una scelta facile mettere mano alla macchina amministrativa, burocratica. Lo abbiamo fatto perché quella di semplificare, ridurre i tempi, dare tempi di risposta più celeri credo che oggi sia una necessità non solo del mondo agricolo ma per tutti i cittadini trentini che, è giusto ricordarlo, sono i nostri datori di lavoro. Ora siamo passati da 21 a 10 dipartimenti, credo sia una scelta epocale che potrà dare risposte perché abbiamo voluto accorpare dipartimenti omogenei; creando nello specifico un Dipartimenti di filiera con l’obiettivo di valo- rizzare delle produzioni agroalimentari trentine. Credo che la giusta risposta alle nuove importanti sfide che la globalizzazione ci propone, passi attraverso una corretta progettualità e non solo dalle singole professionalità, pur importanti e necessarie ma non singolarmente indispensabili. Ciò non significa che il dottor Mauro Fezzi che ha operato con grande competenza non possa portare il proprio ulteriore contributo di professionalità all’agricoltura trentina. Anzi, a breve sarà chiamato ad un ruolo di vertice di grande importanza per l’agricoltura trentina, continuando a mettere a disposizione della comunità trentina la propria esperienza e il proprio bagaglio tecnico costituendo un trait d’union fra il mondo della ricerca, la giunta provinciale, il mondo agricolo e le organizzazioni professionali. Si parla di semplificazione, di sburocratizzare. Questo è un momento di difficoltà, abbiamo 620 milioni di euro già rispediti a Roma che non torneranno più indietro, dobbiamo capire che è finito il tempo delle vacche grasse. Purtroppo dobbiamo pensare in modo diverso perché nel 2018 dovremo autofinanziarci con quello che saremo capaci di produrre come PIL: E’ arrivato il momento di conoscere e mettere a frutto le nostra capacità, capire quale futuro vogliamo, quale forza vogliamo dare anche all’agricoltura in chiave di innovazione, di organizzazione. Abbiamo 15 già completato l’utilizzo delle risorse cofinanzaite del PSR, se non avessimo programmato e previsto per tempo la possibilità di erogare aiuti aggiuntivi a totale carico del bilancio provinciale, non potremo più dare risposte ai nostri agricoltori fino alla nuova programmazione nel 2014. Invece, in virtù di tale previsione anche quest’anno mettiamo in movimento importanti risorse per dare sostegno al mondo artigianale delle nostre imprese perché anche l’agricoltura da spazio al tessuto artigianale. Abbiamo messo a regime anche il provvedimento per il riordino del settore delle acque pubbliche. Ci siamo confrontati qualche giorno fa alla assemblea della Federazione dei consorzi irrigui e di miglioramento fondiario e stiamo favorendo il cambiamento dagli impianti a pioggia a quelli a goccia proprio perché vogliamo arrivare ad avere un utilizzo corretto di quella che è la risorsa primaria per il nostro vivere quotidiano. Senza dimenticare che siamo legati a doppio filo alle scelte europee. Le risorse europee arriveranno ma non saranno più le risorse di questo PSR. L’entrata di 27 Paesi e la grande vivacità che oggi troviamo nella Repubblica Ceca, nella Slovacchia, in Ungheria, nella Romania, condiziona giocoforza anche l’agricoltura. Possiamo ragionevolmente ritenere che le proposte regolamentari della nuova programmazione non esauriranno il loro effetto nel prossimo settennio ma condizioneranno gli aiuti e le programmazioni agricole per un L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 periodo ben più lungo. In questo senso ci auspichiamo che l’apertura e l’attenzione dell’attuale Commissario verso le proposte della lobby dell’agricoltura delle Alpi, avviata dal sottoscritto con il collega Berger di Bolzano, sette anni fa (che ha trovato nel tempo un’asse trasversale che va dalla Savoia fino allo Slovenia) finalmente possano riconoscere appieno il valore dell’agricoltura di montagna e delle sue produzioni. In questo contesto entra di diritto la scelta che dovrebbero fare tutti gli attori delle produzioni agroalimentari trentine ossia scegliere quel marchio Qualità Trentino che ne ha le caratteristiche, riconoscendo il grande lavoro svolto dal direttore Coller per questo marchio ma anche per la etichettatura specifica per i prodotti di montagna. Dal punto di vista della gestione, auspichiamo inoltre che l’attuale Ministro riesca ad impostare una programmazione unitaria a livello nazionale. Questo ci permetterà di utilizzare tutte le risorse, colmando quegli squilibri tra regioni virtuose e non, tra nord e sud, che tengono bloccati tantissimi fondi senza utilizzarli, penalizzando anche chi ha invece capacità progettuale. La prossima programmazione rurale dovrà essere fortemente concertata; chiameremo attorno al tavolo certamente attori primari come siete voi, ma anche altre componenti strategiche per lo sviluppo rurale del Trentino. Penso ad esempio al supporto della Fondazione Mach e la grande attenzione che viene posta alla ricerca in Trentino, con 35 milioni di investimenti. Nessuna altra regione a livello nazionale mette a disposizione una tale risorsa per più di 320 ricercatori con età media di 32 anni. La Fondazione Mach rappresenta davvero un gioiello del Trentino, per quanto riesce concretamente a dare alla formazione, alla crescita dei nostri giovani. Faccio un accenno sull’IMU visto l’interesse e l’apprensione che sta suscitando questa nuova imposta verso tutti i cittadini ed in particolare verso le categorie economiche. Anticipando alcune previsioni che stanno concretizzandosi a livello nazionale. La giunta provinciale ha approvato la possibilità per i comuni che la volessero adottare, di azzerare l’IMU per i beni strumentali agricoli, superando l’attuale previsione nazionale che consente la riduzione delle aliquote dallo 0.02 allo 0.01 Il primo che è partito è stato il Trentino per un forte segnale verso l’agricoltura: recentemente ho visitato una stalla a 1700 metri di un giovane trentenne che ha fatto una scelta di vita; se a quel giovane vado a chiedere di pagare l’IMU credo che chiuderà e lì invece di trovare il verde, trovare la stalla con le fioriere, troveremo l’incolto. Noi abbiamo fatto questa scelta che a livello nazionale è stata fatta grazie ad una forte azione che abbiamo iniziato ancora come coordinamento nazionale. E questo è un ulteriore segnale verso l’agricoltura. Da ultimo voglio ringraziare Giovannini per il suo intervento . La vostra è una scelta estremamente importante ed io L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 16 mi auguro che venga condivisa anche da altri settori, quello dell’unione, del sistemiche rappresenta il filo logico di questa vostra proposta assembleare, perché i produttori agricoli rappresentano la componente più sensibile della filiera ed esposta a problemi come quelli evidenziati nel vostro intervento o come la Dosophila che sta creando importanti preoccupazioni nel settore dei piccoli frutti. Su questo dobbiamo ringraziare il Consorzio di difesa che ci ha correttamente supportati a livello nazionale per inserire questa fitopatia tra le avversità assicurabili. A questo proposito voglio ancora ricordarvi l’attenzione e la lungimiranza della provincia verso il settore agricolo anticipando alcune interessanti proposte lanciate nelle nuove direttive agricole comunitarie, ovvero la costituzione di fondi di mutualità in aggiunta ai già consolidati aiuti alle assicurazioni. Oggi il Trentino con la legge che abbiamo approvato qualche settimana fa, ha la possibilità di costituire un fondo di mutualità che deve vedere la compartecipazione anche da parte di operatori e anche con una compartecipazione del pubblico fino ad una percentuale del 65% per attuare quel sistema misto pubblico privato che potrà rappresentare un elemento di competitività e di forza per il futuro dei nostri agricoltori. L’agricoltura trentina con gli elementi di cui dispone deve essere innovativa, moderna proprio per aprire nuovi scenari, nuovi spazi nei confronti del consumatore che è il giudice supremo alle vostre fatiche. Interventi in Assemblea A lla relazione del presidente Diego Pezzi hanno fatto seguito gli interventi da parte dei presenti. Sergio Branz, Presidente della Associazione contadini trentini, sindacato che condivide con Confagricoltura molte iniziative, ha portato ai presenti il saluto della sua organizzazione esprimendo l’apprezzamento per l’ospitalità della famiglia Lunelli. Branz ha ricordato che ACT a suo tempo ha scelto di fare un percorso assieme a Confagricoltura. Questo percorso che fa leva su una collaborazione strategica è cresciuto molto diventando ottimale. Avviato su scelte politiche è cresciuto anche in quelle di ordine tecnico, perché i rispettivi soci hanno trovato nello sviluppo dei servizi forniti da Agriservice risultati brillanti. Definisce i servizi che sono a disposizione dei soci sono precisi, preparati, tempestivi ed efficaci. Di ciò le due organizzazioni possono andare fiere e considerarli una ottima premessa per un lavoro futuro comune ancora più efficace. Di ciò ha ringraziato Confagricoltura assicurando che da parte di ACT vi è la precisa volontà di proseguire in futuro nel percorso comune. L’assessore provinciale alla cooperazione Franco Panizza conferma la ottima collaborazione in atto da anni fra Confagricoltura e ACT. Il fare sistema, tema della relazione di Confagricoltura, rappresenta la sfida che oggi il Trentino ha davanti specie in un momento di crisi in cui occorre unire le forze per ottimizzare tutte le risorse disponibili. Questo modo di operare lo dobbiamo adottare in tutti i nostri mondi, dalla politica alle istituzioni e alle imprese. Ad esso si sono ispirati i recenti provvedimenti assunti dalla Giunta provinciale in tema di appalti e di semplificazione amministrativa. Lo devono adottare in particolare il settore turistico e il mondo agricolo, il settore dell’ambiente e del paesaggio strettamente legati fra di loro e artefici della qualità in Trentino. Una partita si vince o si perde tutti assieme. Il Trentino in tema di responsabilità di gestione del territorio, dell’essere responsabili del futuro della propria terra ha una lunga tradizione e vede il settore primario il vero presidio territoriale, quello che garantisce anche la sopravvivenza degli altri settori oltre a garantire l’indotto, ha una responsabilità ancora più forte. Confagricoltura si è sempre assunta questa responsabilità anche dicendo le cose come sono, anche rilevando gli elementi di criticità, anche sollevando spesso la necessità di sburocratizzare e di semplificare. Voglio ricordare il presidente Benno Endrizzi che parlava spesso di buon senso per indicare anche l’approccio che le Istituzioni devono avere nei confronti delle imprese. Ha rivolto un ringraziamento a tutti i collaboratori di Confagricoltura e di ACT, punto qualificato, 17 L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 affidabile, per tutte le aziende. Ha chiuso con il riconoscimento a Diego Coller per l’impegno, la passione e le tante ore di lavoro che hanno consentito alla associazione e le sue articolazioni di crescere in maniera forte e radicata sul territorio. Benno Endrizzi ha voluto ricordare alcune tematiche molto importanti per il mondo agricolo che pesano sulle imprese e sulle aziende e che non sono state toccate dalla relazione del presidente. Uno è quello della deriva degli atomizzatori attorno al quale in val di Non c’è una grande disputa e una grande guerra fra mondo agricolo e istituzioni e popolazione. Le macchine hanno tutte le stesse caratteristiche per cui la tematica va affrontata in modo unitario, rispettando tutti ma trovando la soluzione che vada bene per tutti come del resto ha fatto la provincia di Bolzano. Ricorda che a suo tempo la provincia aveva stilato una bozza che doveva essere fatta propria dai comuni con i quali doveva essere affrontato in modo unitario il problema. Si chiede che fine abbia fatto quella proposta. Nella sua qualità di vice presidente porta il saluto del presidente del Codipra, Gaiardelli, impossibilitato a partecipare. Dopo il rinnovo dei componenti, lo scorso martedì si è proceduto alle nomine. All’unanimità è stato confermato il presidente uscente Gaiardelli al quale va il riconoscimento per aver portato avanti il consorzio in questi 10 anni con molta capacità e caparbietà con il supporto dello staff tecnico guidato dal direttore Berti. Un CODIPRA è cresciuto molto in questi dieci anni ed ha portato novità non solo a livello locale ma anche a livello nazionale, dove è considerato con molto interesse per la sua progettualità. Personalmente sono stato riconfermato vice presidente e di ciò ringrazio Confagricoltura che mi ha nuovamente proposto. A me, consigliere anziano, è toccato presiedere Benno Endrizzi il primo consiL’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 glio ma ho ricordato che la prossima volta toccherà ad altro perché nelle istituzioni ci deve essere il ricambio. A parole tutti lo proclamano ma poi nei fatti rimangono incollati agli incarichi. Mi riferisco a Schelfi, ai presidenti di Casse Rurali, a tante organizzazioni dove queste cose vengono dette ma però non vengono fatte. Ha chiuso la serie degli interventi Giovannini Enrico presidente di AVIT, il CONSORZIO VIVAISTI VITICOLI TRENTINI, costituito lo scorso 18 aprile. Il comparto vivaistico viticolo ha fatto parte fino ad ora dell’Associazione florovivaistica, AFLOVIT, ma la specifica realtà, le esigenze e gli obiettivi hanno spinto a questo importante passo. Da sempre il vivaismo viticolo costituisce parte significativa della viticoltura trentina per il suo essere l’anello di congiunzione fra la ricerca e la sua applicazione, fra l’Istituto Agrario di S. Michele e i viticoltori. Si ritrovano quindi perfettamente sulla linea della relazione Pezzi del “fare sistema”. Il vivaismo viticolo trentino è composto da vivaisti singoli e da una forte cooperativa di vivaisti. Il primo passo è stato quello di mettere attorno ad un tavolo le due realtà e portarle a ragionare ed operare in sintonia. Non è stato facile ma grazie all’impegno delle diverse componenti e delle diverse persone, l’operazione è riuscita e la nascita di AVIT rappresenta il suggello di questo modo unitario di operare. Ruolo importante che ha consentito di superare le difficoltà è stato svolto da Diego Coller al quale è stato rivolto il riconoscimento e il ringraziamento per l’impegno. Il nuovo consorzio sarà lo strumento per svolgere l’attività vivaistica in maniera ancora più puntuale per fornire ai viticoltori barbatelle di elevata qualità. Ha chiuso il suo intervento ricordando che l’unione fa la forza ed il fare sistema è fare unione. 18 Prosegue dai numeri precedenti (05-06/2011, 01-02/2012) Prelazione agraria 4.2. REQUISITI OGGETTIVI Per le caratteristiche del “fondo rustico”, ai fini dell’operatività della prelazione del confinante, si rinvia a quanto già detto nel paragrafo 3.2.a. Da rilevare, con specifico riferimento alla fattispecie in esame, che la possibilità del concreto sfruttamento economico e la coltivabilità va accertata in relazione ad entrambi i fondi: quello contiguo e quello posto in vendita (Cass. 15 maggio 1991, n. 5456). Libertà del fondo da insediamenti Elemento di esclusione della prelazione del confinante è la circostanza che sul fondo messo in vendita sia insediato un coltivatore diretto sulla base di un titolo giuridico valido (Cass. 26 luglio 2001 n. 10220). Detto insediamento, inoltre, deve considerarsi “stabile”, effettivo, non precario (Cass. 4 giugno 2007, n. 12934; Cass. 18 giugno 2003 n. 9712; Cass. 26 marzo 1999 n. 2894) e dunque destinato a durare nel tempo (Cass. 6 luglio 2009, n. 15804). Il diritto di prelazione del confinante è escluso anche se il coltivatore diretto insediato sul fondo posto in vendita abbia rinunciato alla prelazione a lui spettante; di contro il confinante può esercitare la prelazione nel caso in cui l’insediamento dell’affittuario, prima della stipulazione del rogito, abbia perduto di stabilità per effetto di un accordo - efficace - in forza del quale il coltivatore del fondo venduto, si sia impegnato con il proprietario al rilascio del fondo stesso (Cass. 18 aprile 2003, n. 6290). Non sussiste la condizione preclusiva all’esercizio della prelazione del confinante, nel caso in cui l’insediamento sia di un soggetto diverso da quelli indicati dalla legge. In particolare la prelazione deve intendersi accordata se sul fondo è insediato un comodatario, ancorché coltivatore diretto (Cass. 6 agosto 1999 n. 8468) ovvero un affittuario non coltivatore diretto (Cass. 13 marzo 1987 n. 2610). Da segnalare alcune sentenze che hanno escluso la prelazione 17 del confinante nel caso in cui il terreno che costituisce bene dell’azienda agricola esercitata dall’impresa familiare coltivatrice, sia oggetto di trasferimento a titolo oneroso dall’uno ad altro dei familiari compartecipanti all’impresa, sempre che permanga la continuazione della destinazione di quel bene alla coltivazione diretta da parte dell’acquirente (Cass. 7 ottobre 1994 n. 8198). Contiguità dei fondi La giurisprudenza, dopo numerose pronunce contrastanti, è oramai univoca nel ritenere che il “confine” debba interpretarsi nel senso di contiguità fisica e materiale, per contatto reciproco lungo la comune linea di demarcazione (Cass. S. U. 25 marzo 1988, n. 2582; Cass. 11 maggio 2010, n. 11377; Cass. 20 gennaio 2006, n. 1106). La casistica della contiguità dei fondi, che rende possibile o meno la prelazione del confinante, può riassumersi come segue: il diritto di prelazione non sussiste in caso di c.d. contiguità Prelazione Agraria - L’Agricoltore Trentino - 19 funzionale, ossia quando i fondi sono separati ma idonei ad essere accorpati in un’unica azienda agraria (Cass. 6 agosto 2002, n. 11779); non sono confinanti i fondi divisi da strada interpoderale (Cass. 19 gennaio 2007, n. 1191), da una strada privata agraria (strada vicinale non aperta al pubblico transito) (Cass. 26 novembre 2007, n. 24622), una strada comunale, una strada di pubblico transito (Cass. 20 dicembre 2005, n. 28235; Cass. 17 luglio 2002, n. 10377; Cass. 6 agosto 2002, n. 11779); non sono contigui i terreni separati da un corso d’acqua naturale avente carattere pubblico, a nulla rilevando che detto corso sia a volte in secca (Cass. 20 febbraio 2001, n. 2471); la prelazione non opera quando il fondo sia separato da quello in vendita da un canale pubblico (Cass. 23 giugno 1989, n. 2983), da un canale di bonifica di proprietà demaniale (Cass. 10 febbraio 1987, n. 1433), da un canale o fosso demaniale (Cass. 14 marzo 2008, n. 7052). il diritto del confinante sussiste anche nell’ipotesi in cui siano creati artificiosi diaframmi al fine di eliminare il requisito della confinanza fisica dei due suoli (Cass. 10 marzo 2008, n. 6286). A tal proposito la riserva, da parte del proprietario, di una striscia di terreno lungo il confine, non esclude la prelazione se essa, per le sue caratteristiche, sia destinata a rimanere sterile e incolta o sia comunque idonea a qualsiasi sfruttamento coltivo autonomo sicché possa concludersi che la porzione non ceduta è priva di qualsiasi utilità per l’alienante (Cass. 9 aprile 2003, n. 5573). MODALITà DI ESERCIZIO DELLA PRELAZIONE Le fasi nelle quali si concretizza la procedura per consentire all’avente diritto di esercitare la prelazio- ne, in estrema sintesi, sono: la proposta di vendita del fondo (c.d. denuntiatio); l’accettazione della proposta da parte del prelazionante; il pagamento del corrispettivo. 5.1. DENUNTIATIO Il proprietario alienante è obbligato a comunicare la proposta di alienazione al coltivatore (insediato sul terreno o confinante, a seconda del caso) trasmettendo a questi per raccomandata il contratto preliminare di compravendita, dal quale risulti il nome del promissario acquirente, il prezzo e le altre condizioni pattuite, compresa la clausola per l’eventualità della prelazione. Secondo alcune interpretazioni giurisprudenziali la comunicazione della proposta, oltre che per lettera raccomandata (così come espressamente previsto dalla legge) può avvenire anche con altri mezzi idonei al raggiungimento dello scopo ed anche verbalmente purché essa sia chiara e completa e vi sia la prova certa – orale o documentale – della sua conoscenza da parte del coltivatore (Cass. 19 maggio 2003, n. 7768; nella stessa direzione Cass. 19 gennaio 2007, n. 1192). Invero però, recenti sentenze (Cass. 21 ottobre 2009, n. 22367; Cass. 20 aprile 2007, n. 9519; Cass. 27 novembre 2006, n. 25135; Prelazione Agraria - L’Agricoltore Trentino - 20 18 Cass. 30 novembre 2005, n. 26079) stabiliscono che è necessaria la forma scritta; sicché, se si considera la denuntiatio non solo come atto negoziale ma anche come atto preparatorio di una fattispecie traslativa avente ad oggetto il fondo, ne deriva che tale comunicazione deve necessariamente rivestire, in applicazione dell’art. 1350 c.c., la forma scritta ad substantiam (cioè a pena di nullità) con la conseguenza che in caso contrario la comunicazione si ritiene non effettuata ed è esercitabile l’azione di riscatto. In ogni caso non è considerata valida una denuntiatio dal contenuto generico o incompleto (così come ad esempio nel caso di trasmissione del preliminare stipulato nelle forme del contratto per persona da nominare) ma l’accettazione da parte del coltivatore, pur essendo la proposta lacunosa, comporta comunque la conclusione del contratto tra proprietario e prelazionante (Cass. 20 dicembre 2007, n. 26985; Cass. 22 giugno 2001, n. 8594; Cass. 19 maggio 2003, n. 7768). Volendo riassumere le diverse posizioni alla luce delle numerose pronunce sull’argomento, si ritiene di poter esprimere il seguente principio: il venditore può anche non trasmettere il preliminare di vendita, purché la comunicazione (scritta) della proposta di alienazione contenga tutti gli elementi per valutare la convenienza dell’operazione, ivi compreso il nome del promissario acquirente e ciò per consentire all’affittuario di decidere in ordine al diritto che può esercitare avuto riguardo anche al nuovo titolare del rapporto di affitto (Cass. 11 marzo 2002, n. 3500). Inoltre non è necessario che il venditore, oltre al preliminare – contenente gli elementi indicati – espliciti anche una espressa proposta, essendo questa insita nella trasmissione del suddetto atto (Cass. 28 ottobre 2009, n. 22797). Se il fondo venduto è in comproprietà la proposta di alienazione notificata al prelazionante deve essere sottoscritta da tutti i comproprietari. Ove ciò non sia avvenuto l’invio della proposta impedisce la realizzazione delle condizioni richieste per l’esercizio della prelazione e non fa iniziare a decorrere il termine per il pagamento del prezzo (Cass. 7 giugno 1995, n. 6370). La legge non prevede un termine entro il quale debba essere effettuata la denuntiatio rispetto alla conclusione del preliminare di compravendita. L’articolo 8 della legge 590 del 1965 stabilisce che “Nel caso di vendita di un fondo coltivato da una pluralità di affittuari, mezzadri o coloni, la prelazione non può essere esercitata che da tutti congiuntamente. Qualora alcuno abbia rinunciato, la prelazione può essere esercitata congiuntamente dagli altri affittuari, mezzadri o coloni purché la superficie del fondo non ecceda il triplo della complessiva capacità lavorativa delle loro famiglie. Si considera rinunciatario l’avente titolo che entro quindici giorni dalla notificazione di cui al quarto comma non abbia comunicato agli altri aventi diritto la sua intenzione di avvalersi della prelazione. “ La proposta di alienazione del fondo in questi casi deve essere notificata a tutti gli affittuari individualmente poiché tutti sono titolari di uno specifico rapporto giuridico con il proprietario (Cass. 6 maggio 1986 n. 3032). Non è quindi ammesso l’invio di un’unica raccomandata indirizzata a tutti gli affittuari e contenente un’unica copia della proposta, né un unico invio con tante copie quanti sono gli affittuari. La proposta è revocabile in pendenza del termine entro cui il conduttore deve manifestare la sua volontà di acquistare l’immobile (Cass. 14 marzo 1988 n. 2427). 5.2. ACCETTAZIONE DELLA PROPOSTA Il coltivatore ha trenta giorni di tempo dal ricevimento della notifica della proposta di compravendita (preliminare) per esprimere la propria accettazione per iscritto. La denuntiatio, come già affer- mato, è un obbligo giuridico del proprietario alienante ma diviene una proposta contrattuale che con l’accettazione dà luogo alla formazione del contratto, soltanto se il soggetto che riceve tale proposta 19 possiede i titoli per poter esercitare la prelazione (Cass. 25 gennaio 2002, n. 884). Sotto tale aspetto, si ricorda che l’accettazione è un atto unilaterale recettizio, che dun- Prelazione Agraria - L’Agricoltore Trentino - 21 que produce effetti nel momento in cui giunge a conoscenza del destinatario (Cass. 13 febbraio 1997, n. 1331). Il coltivatore è tenuto ad accettare tutte le clausole e condizioni contrattuali contenute legittimamente nel preliminare, non essendo a lui concesso di modificarle o condizionarle. Il prelazionante, infatti, può solo rifiutare la proposta, ma se l’accetta non ha alcuna facoltà di discriminare tra le clausole contrattuali quelle a lui favorevoli o sfavorevoli, in quanto eccessivamente onerose (Cass. 28 novembre 2001, n. 15087; Cass. 23 febbraio 2000, n. 2050). Ed invero, nel caso in cui il coltivatore accetta il preliminare ma ponendo condizioni o modifiche al contratto notificatogli, tale accettazione non costituisce esercizio del diritto di prelazione bensì una nuova proposta contrattuale alla quale il promittente (proprietario alienante) non è tenuto ad aderire. 5.3. RINUNCIA Premesso che il diritto di prelazione integra un diritto disponibile e pertanto rinunciabile, a titolo oneroso o gratuito, va segnalato che la rinuncia deve essere compiuta per iscritto (Cass. 4 marzo 2003, n. 3166). Tuttavia, per la configurazione di una valida rinuncia al diritto di prelazione, è necessario che il coltivatore abbia avuto rituale conoscenza della vendita decisa dal proprietario, onde essere posto in grado di valutare tutti gli aspetti positivi e negativi della sua scelta e, in ipotesi, effettuare una consapevole rinuncia (Cass. 21 febbraio 2006, n. 3672; Cass. 14 aprile 2000, n. 4858). Prelazione Agraria - L’Agricoltore Trentino - 22 20 Ne consegue che la rinuncia, per essere valida, non può intervenire prima della denuntiatio, e dunque prima che egli abbia avuto notizie circostanziate in ordine alle condizioni di vendita, al nome del promissario acquirente, al prezzo ed alle modalità di corresponsione pattuite (Cass. 30 novembre 2005, n. 26079). Avit Costituito il consorzio Vivaisti viticoli: un settore che trova la propria particolarità L o scorso 18 aprile presso la sede di Confagricoltura, con la assistenza del notaio dott. Arcadio Vangelisti, 13 aziende del settore del vivaismo viticolo trentino hanno costituito il CONSORZIO VIVAISTI VITICOLI TRENTINI in sigla AVIT. Gli operatori del comparto fino ad ora hanno fatto parte dell’Associazione florovivaistica, AFLOVIT. La realtà, le problematiche, le esigenze e gli obiettivi specifici del settore hanno spinto le aziende a scegliere una autonoma gestione, programmazione e collaborazione. Adeguamento della produzione vivaistica alle esigenze della viticoltura, continuo miglioramento del materiale di moltiplicazione (portainnesti, marze, varietà), stimolo e gestione di iniziative idonee alla qualificazione genetica e sanitaria del materiale vivaistico, reperiremento e produzione di materiale sano, realizzazione di strutture per l’immagazzinaggio e la commercializzazione delle piante, gestione e coordina- mento dell’attività della moltiplicazione del materiale nonché la distribuzione del materiale stesso. Questi gli scopi del consorzio. Il vivaismo viticolo costituisce parte significativa dell'agricoltura trentina e quindi anche dell'economia trentina. Esso rappresenta l'anello di congiunzione fra la ricerca e la sua applicazione, ovvero fra l'Istituto Agrario di S. Michele e i viticoltori . In questa collaborazione trovano primariamente risposta gli obiettivi del consorzio. 23 19 I lavori di preparazione della assemblea costitutiva sono stati seguiti per Confagricoltura del Trentino dal dottor Lorenzo Gretter e da Daniel Banal. Al termine è stato nominato il Consiglio di amministrazione che è composto da Giovannini Enrico in qualità di presidente, da Decarli Michele Vice Presidente; e dai consiglieri Cainelli Mauro, Forti Aldo, Kaisermann Livio, Comai Fabio, Sommadossi Silvano. Il collegio sindacale è stato affidato al dottor Claudio Toller. L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 IE NOTIZ O LAVOR Semplificazioni in materia di lavoro e previdenza Conversione in legge n.35/2012 del d.l. n.5/2012. L a legge 4 aprile 2012, n.35 ha definitivamente convertito il decreto legge 9 febbraio 2012, n.5 recante: “Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo”. Riportiamo si seguito le novità in materia di lavoro e previdenza introdotte. Semplificazioni in materia di documentazione amministrativa per cittadini extracomunitari (Art. 17, c. 4bis-4quinquies) Come si ricorderà il decreto legge n.5/2012 aveva semplificato le procedure di assunzione di lavoratori extracomunitari stagionali (silenzio-assenso, proroghe, utilizzo dei permes- si pluriennali, eliminazione del modello”Q”), accogliendo le proposte avanzate in materia da Confagricoltura. In aggiunta a tali novità, la legge di conversione n.35/2012 ha introdotto ulteriori semplificazioni in materia di documentazione amministrativa per gli immigrati. Ed infatti, a partire dal 1° gennaio 2013, i cittadini extracomunitari regolarmente soggiornanti in Italia potranno autocertificare direttamente o tramite dichiarazioni sostitutive di notorietà (ai sensi degli artt. 46 e 47 del d.p.r. 28.12.2000, n. 445) stati, qualità personali e fatti certificabili o attestabili da parte di enti o soggetti pubblici italiani. È stato previsto inoltre che, con apposito decreto ministeriale (Interno - Pubblica amministrazione e semplificazione), da emanarsi entro 90 giorni, vengano stabilite le modalità di acquisizione d’ufficio di alcune tipologie di documenti relativi ai cittadini extracomunitari (casellario giudiziario italiano, procedimenti penali pendenti, dati anagrafici di stato civile, liste di collocamento, certificazioni scolastiche). Comunicazione d’assunzione plurima (art. 18, c. 1-bis) L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno2012 24 20 La legge di conversione del d.l. n.5/2012 ha accolto un’importante proposta avanzata da Confagricoltura per semplificare e razionalizzare gli adempimenti per le aziende agricole che impiegano numerosi operai stagionali in operazioni colturali concentrate in brevi periodi (ad es.: raccolta). Si tratta della cosiddetta “comunicazione d’assunzione plurima” con la quale, in luogo di distinte comunicazioni di assunzione per ciascun lavoratore, il datore di lavoro che assume contestualmente due o più operai agricoli a tempo determinato può effettuare un’unica comunicazione di assunzione, indicando solo le proprie generalità e quelle dei lavoratori, la data di inizio e di cessazione della prestazione, le giornate di lavoro presunte, l’inquadramento contrattuale. Occorre precisare che, come per altre semplificazioni introdotte dal decreto legge, sebbene la norma in commento sia contenuta in una norma di legge e quindi immediatamente efficace dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, deve ritenersi che la concreta semplificazione delle relative procedure richieda un adattamento dei sistemi amministrativi dei soggetti pubblici coin- NOTIZI LAVOR E O volti (software, modulistica, etc.). Responsabilità solidale negli appalti (Art. 21). Come si ricorderà, il decreto legge n. 5/2012 aveva modificato la normativa in materia di responsabilità solidale negli appalti di opere o di servizi (art. 29, c.2, d.lgs. 276/2003) nei confronti dei lavoratori dipendenti, ri-definendone l’esatto ambito di applicazione. In sede di conversione del decreto, la legge n.35/2012 ha ulteriormente specificato il regime di solidarietà tra committente e appaltatore (e con gli eventuali subappaltatori), prevedendo che, ove convenuto in giudizio, il committente può eccepire, nella prima difesa, la preventiva escussione del patrimonio dell’appaltatore. In tal caso l’azione esecutiva contro il committente, qualora egli sia stato ritenuto dal giudice responsabile in solido, può essere intentata solo dopo l’infruttuosa escussione del patrimonio dell’appaltatore. L’eccezione in commento può essere sollevata dal committente anche se l’appaltatore non sia stato convenuto in giudizio. In tale ipotesi il committente, nel sollevare l’eccezione, deve indicare i beni del patrimonio dell’appaltatore sui quali il lavoratore può soddisfare le sue pretese. Qualora il committente esegua il pagamento, ha diritto ad esercitare l’azione di regresso nei confronti del coobbligato secondo le regole generali. Ultime novità Durc Nuova strutturazione per il Durc Spostati i termini di presentazione del documento di valutazione rischi D urc: il “Documento unico di regolarità contributiva”, introdotto per il settore agricolo con la Legge 296/2006, è conosciuto quale necessario lasciapassare per accedere non solo agli aiuti comunitari (Pac in primis), ma anche ai finanziamenti pubblici, alle facilitazioni contributive legate alle normative generali e in materia di lavoro, nonché garanzia per il regolare pagamento di forniture e servizi resi nei confronti dell’amministrazione pubblica e delle ditte private. Per effetto della “Legge di stabilità” n. 183 del 18 novembre 2011 il Durc non dovrà e non potrà più venire richiesto per essere fornito a corredo di tutte le pratiche rivolte nei confronti della amministrazione pubblica e sue articolazioni. Sarà infatti proprio quest’ultima che avrà il compito di acquisire direttamente, quindi d’ufficio, ove necessario, questo documento, al pari di tutte le certificazioni riguardanti i privati cittadini per i quali l’amministrazione pubblica dispone internamente la conoscenza. Questo è l’intento della semplificazione introdotto dall’articolo 15 della Legge 183/2011, volto a recepire le direttive europee che vietano di fatto l’introduzione di adempimenti aggiuntivi a quelli strettamente necessari. Il documento rimane nel pieno della sua valenza e potrà essere ancora richiesto dalle azien- 25 21 de agricole quale documento probante la regolarità contributiva per contratti di appalto o fornitura esclusivamente fra ditte e fra ditte e cittadini privati. L’Inps ha completato in questi giorni la modifica alla propria piattaforma informatica per permettere anche all’amministrazione pubblica la richiesta e la consultazione del Dure per il settore agricolo di fatto in precedenza negata dalla stessa Legge 296/2006. Vale la pena di ricordare quanto fortemente ribadito in più recenti disposizioni ministeriali: il documento unico di regolarità contributiva non può in nessun modo essere autocertificato da una dichiarazione sostitutiva del titolare d’azienda. L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 IE NOTIZ LI FISCA IRAP Deducibilità contributi sociali C ome noto l’art. 11 del d.lgs. n. 446/1997 ammette in deduzione nella determinazione della base imponibile ai fini IRAP i “contributi per le assicurazioni obbligatorie contro gli infortuni sul lavoro”. Successivamente l’art. 1, c. 266 e seguenti della legge n. 296/2006 (finanziaria per il 2007) ha rinnovato l’art. 11 del decreto legislativo n. 446/97 riconoscendo la possibilità di portare in deduzione dalla base imponibile IRAP: l’importo dei contributi previdenziali ed assistenziali versati per i lavoratori a tempo indeterminato impiegati nel periodo di imposta; un importo pari a 4.600 euro per ogni lavoratore dipendente a tempo indeterminato impiegato nel periodo di imposta. Nelle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia l’importo è elevato a 9.200 euro (gli importi delle deduzioni sono stati modificati dalla legge n.244/2007, art. 1, c. 50). A tale riguardo l’Ufficio Fiscale Confederale, con apposite circolari, nel riepilogare i criteri per la corretta applicazione agli imprenditori agricoli dell’imposta regionale sulle attività produttive (IRAP), ha ricordato e precisato, tra le altre cose, che per la deducibilità si applica il criterio di cassa, in relazione alla data del pagamento dei contributi (cfr. circolare ministeriale n. 141/98). Resta inteso che il criterio di deduzione dei contributi previdenziali ed assistenziali secondo il principio di cassa, si applica ai soggetti che determinano la base imponibile IRAP mediante il riferimento alle risultanze della contabilità IVA; per gli altri soggetti tornano applicabili i criteri ordinari (principio di competenza). Alla luce di quanto sopra, per la corretta determinazione dei contributi ammessi in deduzione dalla base imponibile IRAP, occorre distinguere a seconda che si tratti di: lavoratori dipendenti con contratto di lavoro a tempo determinato e lavoratori autonomi; lavoratori dipendenti con contratto di lavoro a tempo indeterminato. Lavoratori dipendenti con contratto a tempo determinato e lavoratori autonomi Secondo le disposizioni di legge che regolano la materia e le istruzioni delle Amministrazioni competenti, rientrano tra gli importi dedu- L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 22 26 cibili i contributi per l’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro, corrisposti nel corso del 2011: dai datori di lavoro per i propri dipendenti, siano essi operai (il contributo infortuni va versato all’INPS) e siano essi impiegati e dirigenti (il contributo infortuni va versato all’ENPAIA); dai lavoratori autonomi agricoli (coltivatori diretti, coloni, mezzadri e rispettivi concedenti) per se stessi e per le unità attive del proprio nucleo familiare (il contributo infortuni va versato all’INPS). Si ricorda al proposito che gli IAP (già IATP) non sono obbligatoriamente assicurati contro gli infortuni. Poiché i lavoratori autonomi agricoli ed i datori di lavoro agricolo che occupano operai corrispondono il contributo infortuni non direttamente all’INAIL, bensì all’INPS insieme a tutti gli altri contributi agricoli unificati, si rende necessario individuare nel coacervo dei contributi obbligatori versati quelli destinati all’assicurazione contro gli infortuni. A tal riguardo si ritiene opportuno fornire qui di seguito alcune tabelle finalizzate a rendere più agevole la individuazione del contributo infortuni, nonché delle rate scadute nel 2011 ed interessate alla deducibilità. NOTIZI FISCALE I OPERAI AGRICOLI ALIQUOTA INFORTUNI 2010 SCADENZA COMPETENZA 16/03/2011 3° Trim. 2010 16/06/2011 4° Trim. 2010 NORM. (%) 13,2435 13,2435 SVANT. (%) 3,310875 4,2379 MONT. (%) ALIQUOTA INFORTUNI 2011 SCADENZA COMPETENZA NORM. (%) 16/09/2011 1° Trim. 2011* 13,2435 16/12/2011 2° Trim. 2011 13,2435 SVANT. (%) 4,2379 4,2379 MONT. (%) 3,310875 3,310875 3,310875 Unitamente alla I rata 2011, scaduta il 16/09/2011, è stato posto in riscossione anche il contributo addizionale INAIL per la copertura del danno biologico per l’anno 2009 ai sensi del DM 21/10/2010 (cfr. ns. circ. n. 13785 del 22.06.2011, n.13698 del 2.2.2011). L’addizionale è pari al 1,6% dei contributi assicurativi dovuti per l’anno 2009. L’importo dell’addizionale da ammettere in deduzione è rinvenibile nell’avviso di pagamento allegato al modello F24 alla riga 15 denominata “recupero INAIL danno biologico anno 2009” (cfr. circ. INPS n. 87 del 17/06/2011). COLTIVATORI DIRETTI, COLONI E MEZZADRI CONTRIBUTO CAPITARIO 2010 SCADENZA COMPETENZA NORM. (€) 16/01/2011 4° Rata 2010* 192,12 MONT. E SVANT. (€) 133,04 CONTRIBUTO CAPITARIO 2011 SCADENZA COMPETENZA 16/07/2011 1° Rata 2011** 16/09/2011 2° Rata 2011** 16/11/2011 3° Rata 2011** NORM. (€) 192,12 192,12 192,12 MONT. E SVANT. (€) 133,04 133,04 133,04 Totale (€) 768,50 532,18 * Unitamente alla IV rata di competenza del 2010, scaduta il 16/01/2011, è stato posto in riscossione anche il contributo addizionale INAIL per la copertura del danno biologico per gli anni 2006-2007-2008 ai sensi del DM 21/04/2009 (cfr. ns. circ. n. 13447 del 4/09/2009). Per i coltivatori diretti operanti in zone normali l’addizionale è pari a € 26,36 per l’anno 2006, a € 23,29 per l’anno 2007 e a € 18,60 per l’anno 2008; per i coltivatori diretti operanti nelle zone agevolate l’addizionale è pari a € 18,25 per l’anno 2006, a € 16,13 per l’anno 2007 e a € 12,88 per l’anno 2008 (cfr. circ. INPS n. 65 del 17/05/2010 e ns. circ. n. 13595 del 21/05/2010). L’importo dell’addizionale da ammettere in deduzione per gli anni 2006, 2007 e 2008 deve essere aggiunto ai valori indicati in tabella, debitamente riproporzionato alla rata in scadenza nel 2011 (1/4 dell’importo annuale). ** Unitamente alle 3 rate di competenza 2011, scadute il 16/07/2011, 16/09/2011 e 16/11/2011, è stato posto in riscossione anche il contributo addizionale INAIL per la copertura del danno biologico per l’anno 2009 ai sensi del DM 21/10/2010 (cfr. ns. circ. n. 13768 del 25.02.2011, n.13698 del 2.2.2011). Per i coltivatori diretti operanti in zone normali l’addizionale per l’anno 2009 è pari a € 12,30 mentre per i coltivatori diretti operanti nelle zone agevolate è pari a € 8,51 (cfr. circ. INPS n. 76 del 23/05/2011). L’importo dell’addizionale da ammettere in deduzione per l’anno 2009 deve essere aggiunto ai valori indicati in tabella, debitamente riproporzionato alle 3 rate in scadenza nel 2011 (3/4 dell’importo annuale). 27 23 L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 IE NOTIZ LI A FISC Per gli impiegati e dirigenti agricoli i datori di lavoro possono dedurre i contributi versati obbligatoriamente all’ENPAIA nel 2011 per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, la cui aliquota – per la quota a carico dell’azienda – è fissata nelle seguenti misure: Impiegati 0,50 % Dirigenti 1,00 % Lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato Come ricordato la legge finanziaria per il 2007 (legge n. 296/2006, art. 1, commi 266 e seguenti) ha operato una riduzione del cosiddetto cuneo fiscale a carico del datore di lavoro introducendo ulteriori deduzioni IRAP rispetto a quelle già vigenti e contemplate nell’art. 11 del decreto legislativo n.446/97. In particolare, a decorrere dal periodo d’imposta 2007, i soggetti tenuti al pagamento dell’IRAP hanno la possibilità di dedurre dalla base imponibile IRAP: l’importo dei contributi previdenziali ed assistenziali versati per i lavoratori a tempo indeterminato impiegati nel periodo di imposta (precedentemente erano deducibili solo i contributi antinfortunistici); un importo pari a 4.600 euro per ogni lavoratore dipendente a tempo indeterminato impiegato nel periodo di imposta (l’importo della deduzione, originariamente pari a 5.000 euro, è stato ridotto dalla legge n. 244/2007, art. 1, comma 50, lett. f). Tale deduzione può essere fruita nei limiti della regola del de minimis. Questa deduzione (sia quella di 4.600 e sia quella di 9.200 euro per lavoratore) deve essere ragguagliata ai giorni di durata del rapporto di lavoro nel corso del periodo d’imposta. Nel caso di contratti di lavoro part-time a tempo indeterminato (per tutte le tipologie previste dalla legge, ivi compreso il lavoro a tempo parziale di tipo verticale e di tipo misto), deve comunque essere ridotta in misura proporzionale. È necessario sottolineare che le deduzioni sopra indicate: non possono eccedere il limite massimo rappresentato dalla retribuzione e dagli altri oneri e spese a carico del datore di lavoro; sono alternative rispetto a quelle previste dal d.lgs. 447/1997 all’art. 11, c.1, lettera a), n. 5 (deduzione delle spese relative agli apprendisti, ai disabili, ai lavoratori con contratto di formazione e lavoro e di quelli addetti alla ricerca e sviluppo), all’art. 11, c.1, 4-bis.1, così come modificato dall’art.1, comma 50, lett. f della Legge n. 244/2007 (deduzione di 1.850 euro, su base annua, per ogni lavoratore dipendente impiegato nel periodo d’imposta fino a un massimo di cinque, per i soggetti con componenti positivi che concorrono alla formazione del valore della produzione non superiori nel periodo d’imposta a euro 400.000), all’art. 11, c.1, 4-quater, quinquies e sexies (deducibilità del costo dei lavoratori a tempo indeterminato assunti ad incremento della base occupazionale). Dichiarazione detrazioni d’imposta per il dipendente Obblighi del datore di lavoro Il decreto Legge nr. 70 del 13 maggio 2011, ha previsto che dal 2012 non è più obbligatoria la presentazione al datore di lavoro della dichiarazione delle detrazioni d’imposta per il lavoro dipendente e dei familiari a carico, qualora non ci sia stata nessuna modifica rispetto all’anno precedente. Questa norma era stata in vigore fino al 2008 mentre dall’anno successivo venne posto l’obbligo di ripresentare la dichiarazione ogni anno. Pertanto la dichiarazione consegnata nell’anno 2011 al datore di lavoro, da parte dei lavoratori a tempo determinato ed indeterminato, ha valore anche per i periodi d’imposta successivi e le eventuali variazioni andranno comunicate dai dipendenti alle aziende, pena l’applicazione di sanzioni in capo ai lavoratori. L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 28 24 Agrofarmaci autorizzaƟ dal Ministero della Sanità. 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Contesto normativo e tecnologico •vincoli normativi, sanzioni e vantaggi Dimostrazioni dell’utilizzo pratico •lettura e preparazione documenti PDF •apposizione della Firma digitale •apposizione della marca temporale •verifica della Firma digitale Contesto normativo e tecnologico •vincoli normativi, sanzioni e vantaggi Dimostrazioni dell’utilizzo pratico Utilizzo della webmail PEC (servizio online) •accesso, interfaccia, composizione, ricevute •ricezione dei messaggi, verifica degli allegati •organizzazione dei messaggi Utilizzo PEC con client di posta (programma installato su computer): •riconoscere messaggi PEC, composizione, ricevute •ricezione dei messaggi e verifica degli allegati •organizzazione e backup dei messaggi PEC I contenuti, suddivisi per argomento, sono disponibili in formato video e presentati da una voce guida. Per aderire è sufficiente segnalare l’interesse compilando l’apposito modulo online disponibile sulla pagina del corso PEC e Firma digitale del sito di Accademia d’Impresa www.accademiadimpresa.it IL SERVIZIO È GRATUITO NOTIZ LAVORIE O Condizionalità Nuove norme Continua la produzione di norme sul tema “Condizionalità” che è uno dei pilastri fondamentali della Pac attualmente esistente. Infatti le aziende agricole devono rispettare tutta una serie di obblighi per potere ricevere i pagamenti diretti. È infatti stato recentemente emanato il decreto ministeriale n. 27417 del 22 dicembre 2011 pubblicato nella G.U. n. 303 del 30 dicembre 2011 che integra le disposizioni degli anni precedenti. La novità più rilevante riguarda l’introduzione di una nuova scheda che introduce, dal 1° gennaio 2012, la gestione obbligatoria di fasce tampone lungo i corsi d’acqua. Sono apparsi articoli sulla stampa specializzata che evidenziano gli aspetti innovativi della sche- da. Per potere sapere le corrette disposizioni da applicare nella corrente annata agraria (e prepararsi per la prossima) occorre attendere la fine di febbraio. Entro tale termine le singole regioni potranno adottare specifici provvedimenti. In assenza di tali disposizioni regionali si dovranno applicare le disposizioni ministeriali. Lavoro notturno Adempimenti a carico dei datori di lavoro. Scadenza 31 marzo 2012 Il D.Lgs. n. 67 del 2011, ha introdotto l’obbligo, a carico dei datori di lavoro, di comunicare per via telematica alla direzione provinciale del lavoro (dpi) territorialmente competente e agli altri istituti previdenziali, con periodicità annuale, l’esecuzione di lavoro notturno svolto In modo continuativo o compreso In regolari turni periodici nei caso in cui occupino lavoratori notturni come definiti dal medesimo decreto legislativo, ricordiamo che ai soli fini della normativa in oggetto l’obbligo scatta: per i lavoratori il cui orario di lavoro sia inserito in un sistema di lavoro a turni che prestano la loro attività per almeno 6 ore consecutive comprendenti l’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino, per un numero di giorni lavorativi non inferiore a 64 nell’anno per ì lavoratori che prestano la loro attività per almeno 3 ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino per periodi di lavoro di durata pari all’intero anno lavorativo. Sebbene la normativa sopra richiamata non preveda un termine per l’effettuazione della comunicazione alla dpi e agii altri istituti previdenziali, il ministero del lavoro, con circolare n. 15 del 20.6.2011 ha comunque fissato la scadenza per la comunicazione dei lavoro notturno al 31 marzo dell’anno successivo a quello di riferimento, si ricorda pertanto che. con riferimento al lavoro notturno effettuato nell’anno 2011. entro il prossimo 31 marzo 2012. i datori di lavoro interessati devono effettuare la predetta comunicazione telematica, anche per il tramite dell’associazione di categoria o degli altri intermediari abilitati, attraverso la compilazione di un apposito modello dedicato al monitoraggio del lavoro notturno disponibile sul sito internet www.lavoro.gov. it all’interno dell’area cliclavoro. l’ufficio paghe di confagricoltura va rese resta a disposizione per eventuali chiarimenti. Libro unico Omessa registrazione dati. Sanzioni al datore di lavoro. Il decreto liberalizzazioni, all’art. 19 stabilisce che la nozione di omessa registrazione si riferisce alle scritture complessivamente omesse e non a ciascun singolo dato di cui manchi la registrazione. Nelle registrazioni infedeli invece, emerge l’azione e la volontà del commettere del trasgressore, 31 27 ed in questi casi, ogni registrazione verrà considerata singolarmente e si applicheranno tante sanzioni per quante sono le registrazioni infedeli. L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 FONDAZIONE EDMUND MACH ISTITUTO AGRARIO DI SAN MICHELE ALL’ADIGE Notizie dall’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige A cura di SILVIA CESCHINI (Ufficio Stampa) Micro-vibrazioni al posto della chimica contro gli insetti dannosi Al posto degli in put chimici, per evitare l’accoppiamento e la riproduzione degli insetti dannosi, hanno immesso nella pianta di vite micro-vibrazioni con un apparecchio elettronico e hanno ottenuto risultati sorprendenti. I ricercatori della Fondazione Edmund Mach di San Michele hanno realizzato un interessante studio, il primo in pieno campo a livello mondiale, appena pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale PLOS One. Il lavoro è stato svolto da Anna Eriksson, Gianfranco Anfora e Valerio Mazzoni del gruppo di ricerca di “Chimica Ecologica” del Centro ricerca e innovazione, in collaborazione con ricercatori dell’Università di Pisa e del National Institute of Biology di Lubiana, con il supporto dell’azienda CBC di Milano. Il metodo di confusione sessuale basato su micro-vibrazioni L’Agricoltore Trentino n. 3 6 giugno Dicembre 2012 2011 artificialmente introdotti nei tessuti delle piante si è dimostrato molto efficace, impedendo l’accoppiamento di oltre il 90% delle coppie saggiate, a fronte di un tasso di insuccesso delle coppie di insetti usate come controllo, vale a dire non sottoposte a disturbo vibrazionale, intorno al 20%. è stata utilizzata come specie modello la cicalina della vite Scaphoideus titanus, vettore del fitoplasma agente causale della Flavescenza dorata, una grave patologia della vite. Gli ambienti di studio, localizzati nei vigneti della Fondazione Mach a San Michele, sono stati due: semicampo (tunnel sperimentali con piante di vite in vaso) e pieno campo (piante di tre anni). In entrambi i casi, le piante erano allineate per un tratto di dieci metri e le micro-vibrazioni venivano applicate attraverso un mini-shaker applicato al filo di sostegno principale. Nei mesi di luglio e agosto, coppie di maschi e femmine sono state rilasciate a più riprese e mantenute ogni volta per 16 ore consecutive in gabbie contenenti le singole piante, nel caso del semicampo, oppure in manicotti inglobanti alcuni tralci delle piante di campo. La confusione sessuale è ormai riconosciuta come un importante metodo di controllo ecocompatibile 28 32 degli insetti che ha trovato notevole Micro-vibrazioni al posto della diffusione chimica in numerose aree agricole, specialmente in Trentino. Immettendo contro gli insetti dannosi nell’ambiente feromoni sessuali femminili, i maschi di certi Al posto degli in putlepidotteri) chimici, per evitare l’accoppiamento e lae insetti (soprattutto vengono, appunto, confusi riproduzione degli insetti dannosi, hanno immesso nella pianta di quindi resi incapaci di trovare una partner con cui riprodurviteevitando micro-vibrazioni con un apparecchio elettronico hanno ottesi, così l’utilizzo di insetticidi. “Questiepromettenti nuto risultati sorprendenti. I ricercatorisottolinea della Fondazione Edmund risultati sono molto importanti”, Roberto Viola, Mach di San MicheleRicerca hanno realizzato un interessante studio, il direttore del Centro e Innovazione della Fondazione primo in pieno campo a livello mondiale, appena pubblicato sulla Edmund Mach, “perché ipotizzano una innovativa strategia prestigiosa rivistasessuale scientificaper internazionale PLOS One. dannosi di confusione il controllo di insetti Il lavoro è stato svoltoEsistono, da Anna Eriksson, Gianfranco Anfora alle colture agrarie”. infatti, numerosi insetti la cuie Valerio Mazzoni sessuale del gruppo di siricerca di “Chimica comunicazione non basa su feromoni Ecologica” cioè odori del Centro ricerca e innovazione, in collaborazione ricercama bensì sull’emissione di vibrazioni specifiche con in grado di tori dell’Università di Pisa esulla del National Institute of BiologyCiò di fornire precise indicazioni posizione degli individui. Lubiana, che con il supporto dell’azienda CBC di Milano. significa segnale vibrazionale permette al maschio di Iltrovare metodo di confusione sessuale basato su micro-vibrazioni la femmina qualora questi vengano a trovarsi sulla artificialmente stessa pianta.introdotti nei tessuti delle piante si è dimostrato molto efficace, impedendo l’accoppiamento di oltre il 90% Fragola, identificato un principio attivo salutare Un’importante scoperta scientifica a cura dei ricercatori del Dipartimento qualità alimentare e nutrizione della Fondazione Edmund Mach di San Michele all’Adige è stata pubblicata recentemente sullo Journal of Agricultural and Food Chemistry, rivista della Società Chimica Americana. Uno studio molto approfondito sui componenti della fragola ha dimostrato per la prima volta che in questo frutto è presente in grandi quantità l’agrimoniin, un tannino naturale appartenente alla famiglia degli ellagitannini usato largamente nella medicina tradizionale asiatica e studiato per le proprietà astringenti, antiemorragiche, antimalariche e antitumorali. Secondo la ricerca, oggetto della tesi di laurea in Scienze farmaceutiche applicate presso la facoltà di Farmacia dell’Università di Padova della studentessa trentina Elisa Pojer, l’agrimoniin è il più importante ellagitannino presente nella fragola e nella fragolina di bosco, ed è presente nella dose di 200 milligrammi per chilogrammo di frutto. La scoperta. Fino ad oggi l’importanza di questo principio attivo, isolato per la prima volta nel 1982 in una pianta officinale perenne che cresce in Oriente (Agrimonia pilosa Ledeb), era del tutto inesplorata nella alimentazione umana e ignorata dalle banche dati nutrizionali. Si riteneva erroneamente che il principale ellagitannino della fragola fosse invece un’ altra struttura, denominata “sanguiin H6”. La ricerca. Il team di ricercatori di San Michele, nell’ambito di un progetto mirato di durata annuale, che ha coinvolto anche Graziano Guella dell’Università di Trento e Mirella Zancato della Università di Padova, ha estratto e purificato l’agrimoniin mediante tecniche di cromatografia preparativa dai frutti maturi della fragolina di bosco, la Fragaria vesca. La sua struttura è stata caratterizzata dettagliatamente attraverso esperimenti di risonanza magnetica nucleare, spettrometria di massa ed altre tecniche spettroscopiche. E’ stato sviluppato un metodo cromatografico per l’analisi del frutto, e si è potuto confermare che sia nella fragola (varietà Darselect) che nella fragolina agrimoniin è presente in quantità molto elevate (centinaia di mg/kg) e che è di gran lunga il più importante ellagitannino presente nel frutto. L’utilità. “Si tratta di una ricerca molto importante –spiega Urska Vrhovsek del Centro ricerca e innovazione- perchè ha dimostrato la presenza di un principio attivo naturale che è probabilmente l’ellagitannino più presente in assoluto nella dieta occidentale, ed è specifico delle fragole. La conoscenza della struttura di questo composto permetterà ora di studiarne la biodisponibilità, il metabolismo e i meccanismi di azione”. Prospettive di ricerca. Per quanto riguarda gli ulteriori sviluppi sono in corso altri studi per accertarne la presenza nelle principali varietà coltivate, la sua variazione della concentrazione con la maturazione del frutto e, in collaborazione con l’Università di Milano, il meccanismo di azione in relazione alla attività anti-malarica. 29 33 L’Agricoltore L’Agricoltore Trentino Trentino n. 6n.Dicembre 3 giugno 2012 2011 P Rubrica a cura degli Chef Alessandro Bettega e Mauro Zancanella A tavola con i prodotti trentini Tortino con pere e pinoli con salsa al miele INGREDIENTI PER 4 PERSONE Esecuzione 4 uova intere 200 gr di zucchero 200 gr di margarina sciolta 250 gr di farina 1/2 bustina di lievito 3 pere 50 gr di pinoli Mettere a montare bene le uova con lo zucchero, aggiungere poi la farina e il lievito settacciati e incorporarli bene, mettere poi la margarina, le pere tagliate a pezzetti e i pinoli, ammalgamare il tutto e porzionarli nei stampini ben imburrati.Cucinarli in forno a 170° per 20 minuti. Se si fa la tortiera cucinare a 170° per 40 minuti. Per la salsa al miele mettere a bollire 1/2 litro di panna, a parte battere 5 rossi d’uovo con 100 gr di zucchero e un cucchiaio di miele, mettere il composto nella panna bollente e portarlo alla temperatura di 86° (oppure appena incomincia a bollire ai lati toglierlo dal fuoco). Far raffreddare almeno 4 ore con sopra della pellicola per evitare la pellicina. L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 36 Risotto carnaroli mantecato con zafferano e speck INGREDIENTI PER 4 PERSONE Esecuzione 280 gr di riso carnaroli 2 bustine di zafferano 1 litro di brodo 8 fette di speck tagliato a listarelle 50 gr di trentin grana 30 gr di burro 1 cipolla sale e pepe q.b. Tritare finemente la cipolla e metterla a rosolare, aggiungere il riso, lo zafferano sciolto in poca acqua, il brodo poco alla volta, mescolando di continuo; cucinare per 15 minuti circa. Togliere quindi dal fuoco ed aggiungere gli sfilacci di speck, il trentin grana, salare e pepare e mantecare bene. A piacere si possono mettere delle fette di speck tagliate fini sopra. 37 L’Agricoltore Trentino n. 3 giugno 2012 P