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4
ABRUZZO EXPORT
fare rete per internazionalizzare
REGIONE
ABRUZZO
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ASSESSORATO POLITICHE SOCIALI
POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO PARI OPPORTUNITÀ
POLITICHE GIOVANILI DIRITTO ALL'ISTRUZIONE
ASSOCIAZIONISMO-TERZO SETTORE E SUSSIDIARIETÀ ORIZZONTALE
PIANO REGOLATORE DEI TEMPI E TEMPO LIBERATO
IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
Abruzzo4Export è un progetto promosso dalla Regione Abruzzo, Assessorato Politiche Sociali, Politiche Attive del Lavoro,
Pari Opportunità, Politiche Giovanili, Diritto all’Istruzione, Associazionismo Terzo Settore e Sussidiarietà Orizzontale, Piano
Regolatore dei Tempi e Tempo Liberato, nell’ambito del Programma Operativo regionale – FSE 2007/2013, Piano Operativo
2012/2013, finalizzato ad accrescere e favorire le opportunità di accesso delle imprese abruzzesi ai mercati internazionali.
Si tratta di un’iniziativa messa in campo dalla Regione per la sperimentazione di modelli formativi diretti all’acquisizione
e al rafforzamento di nuove e strategiche competenze professionali rivolte alla crescita imprenditoriale e manageriale.
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MARINELLA SCLOCCO
Assessore Regione Abruzzo Politiche Sociali, Politiche Attive del Lavoro,
Pari Opportunità, Politiche Giovanili, Diritto all’Istruzione,
Associazionismo Terzo Settore e Sussidiarietà Orizzontale,
Piano Regolatore dei Tempi e Tempo Liberato
“Fare rete, cambiare la cultura d’impresa e aprirsi all’internazionalizzazione: oggi più che mai sono queste le tre
leve per rilanciare il nostro tessuto economico e produttivo e creare le condizioni di un nuovo sviluppo, più sostenibile e
davvero competitivo nel mercato globale.
Vale per il “sistema Italia” e vale per il nostro Abruzzo, per la sua economia fatta di vere eccellenze come l’Agroalimentare
– che non a caso continua a registrare performance confortanti con crescite anche a due cifre per alcuni prodotti come il
“nostro” Montepulciano (+15%) – e settori altamente competitivi come quello della meccanica di qualità, del comparto
moda (+ 9.8% quest’anno per il distretto dell’abbigliamento nord abruzzese) o delle imprese che operano nel campo
dell’efficienza energetica.
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
Con il progetto “Abruzzo4Export. Fare rete per internazionalizzare”, per la prima volta le aziende abruzzesi
possono unirsi per ottimizzare il loro modo di fare impresa, accrescere i loro skills professionali e rendere più appetibile
e competitiva sui mercati esteri l’intera economia d’Abruzzo.
A sostenere questo percorso di crescita ci saranno partners istituzionali come la Regione e l’Assessorato, le Province e le
Camere di Commercio, oltre a realtà come la Deloitte Consulting, tra le più importanti a livello internazionale nei servizi
professionali alle imprese. Il progetto avrà sia un taglio formativo che pratico, “sul campo”.
Si arriverà alla sottoscrizione di un vero e proprio “Patto formativo” tra i componenti della rete, con un’analisi dei
fabbisogni formativi delle imprese per attivare e imparare a gestire i processi d’internazionalizzazione all’interno delle
realtà aziendali abruzzesi.
Le altre azioni, in parallelo, consentiranno di avviare azioni di comunicazione e marketing diretto per favorire l’export e
la promozione dei settori strategici coinvolti nel progetto: dagli incontri bilaterali all’ “incoming” di operatori esteri in
Abruzzo, fino alla costituzione di reti strategiche tra imprese abruzzesi e soggetti sia nazionali che esteri che porteranno
a nuovi contatti, accordi e collaborazioni commerciali per aumentare il nostro appeal e l’export abruzzese.
Il percorso per tornare a crescere non può che esser questo: fare rete, aprirsi ai mercati globali e cambiare, innovare, il
modo di fare impresa in Abruzzo ripartendo dalla cultura aziendale.
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L’OBIETTIVO
L’obiettivo di Abruzzo4Export consiste nel generare nuove opportunità di crescita e visibilità per le imprese del
territorio abruzzese, raggiungibili grazie alla capitalizzazione delle esperienze pregresse, all’apprendimento di nuove
modalità collaborative e al potenziamento e alla valorizzazione del capitale umano, operando interventi formativi per
la diffusione di una nuova filosofia di sviluppo dei processi produttivi basati su specifici benchmarking individuati nelle
buone prassi sviluppatesi tra le piccole e medie imprese.
Il progetto prevede la realizzazione delle seguenti attività:
• capitalizzare le esperienze pregresse, anche in riferimento a quelle finanziate dalla Regione Abruzzo, codificarle e
renderle trasferibili (Buone Pratiche)
• attivare adeguati strumenti di promozione e comunicazione volti alla diffusione capillare delle informazioni in merito
all’iniziativa per favorire al massimo l’accesso al progetto da parte delle imprese interessate
• promuovere la costituzione di reti tra imprese abruzzesi, soggetti nazionali ed esteri e organismi di animazione per
lo scambio e condivisione di esperienze e buone prassi
• realizzare, con un “Patto formativo” tra i componenti della rete, un’analisi del fabbisogno formativo finalizzato alla
promozione di metodologie e modelli che permettano lo sviluppo e/o il potenziamento di competenze professionali
nei soggetti che ricoprono posizioni chiave nelle relazioni con i mercati esteri all’interno delle imprese abruzzesi.
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
I benefici derivati dalla formazione di Reti e Patti Formativi tra piccole e medie imprese sono molteplici:
• rafforzamento delle dinamiche legate alla competitività delle imprese attraverso una maggiore consapevolezza del
ruolo centrale che le imprese e, più in generale, gli attori economici rivestono per l’efficacia di un processo formativo
finalizzato all’elevazione della competitività territoriale
• risposta ai fabbisogni dei protagonisti dello sviluppo di un determinato territorio, settore produttivo, filiera o distretto
attraverso la programmazione integrata delle politiche formative e del lavoro
• adeguato supporto con interventi formativi alle dinamiche di crescita generate dai programmi di investimento già in
atto o in via di implementazione sul territorio
• completamento del quadro di sviluppo economico indotto dalle politiche di investimento presenti su uno specifico
territorio/filiera con gli obiettivi di coesione sociale.
Completamente gratuito per le imprese aderenti il progetto conta su una vasta azione di sistema attraverso il
supporto di numerosi partner che includono, tra i molti, i Poli di Innovazione della Regione Abruzzo, le quattro camere
di commercio, le quattro amministrazioni provinciali, l’Università di Teramo, le associazioni di categoria del territorio e
qualificati operatori esteri.
Questa pubblicazione, che contiene basi informative dell’ICE e di ISTAT è rivolta agli imprenditori abruzzesi ed alle
istituzioni locali per cogliere le opportunità considerevoli in un mercato complesso ma di enorme interesse, in cui le
eccellenze delle produzioni regionali possono trovare le opportunità per colmare un gap di protagonismo rispetto ad altri
territori italiani. Un protagonismo più che meritato ed auspicato per le imprese abruzzesi.
L’Assessore Dott.ssa Marinella Sclocco
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IL MERCATO RUSSO
PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
UNA GUIDA ALLE OPPORTUNITÀ PER LE IMPRESE ABRUZZESI
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
SOMMARIO
1. Cenni Geografici
Pag. 10
2. Economia
Pag. 14
3. Scambio commerciale Russia-Italia
Pag. 16
4. Settore Agroalimentare
Pag. 18
5. Il mercato del vino e alcolici
Pag. 23
6. “Embargo” – Decreto Presidenziale Nr. 560 del 6 agosto del 2014
Pag. 32
7. Canali di distribuzione
Pag. 41
8. Condizioni per la distribuzione tramite canali GDO
Pag. 48
9. Documenti necessari per l’esportazione
Pag. 60
10. Tariffe doganali
Pag. 66
11. Zone Economiche Speciali (ZES)
Pag. 68
12. ALLEGATO: ESPORTAZIONI DI PRODOTTI AGROALIMENTARI IN RUSSIA
Pag. 70
CODICI DOGANALI
13. ALLEGATO: ABILITAZIONE
Pag. 74
9
1.
CENNI GEOGRAFICI
10
IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
La Federazione Russa è il Paese più vasto del mondo, ma è anche un enorme mercato di oltre 140 milioni
di persone, l’ottava economia del mondo per PIL. È uno dei Paesi a reddito pro-capite più elevato fuori
dell’Occidente.
Le immense ricchezze energetiche e minerarie fanno della Russia un Paese di enorme potenzialità. Già adesso si tratta di
uno dei principali partner commerciali dell’Italia fuori dall’UE e uno delle più importanti destinazioni dell’export italiano.
Una lunga tradizione di rapporti con l’Italia costituisce la base di una diffusa ammirazione per la cultura e lo stile di vita
italiano, e i consumatori russi accolgono i prodotti del ‘made in Italy’ con una predisposizione molto positiva.
La Federazione Russa viene generalmente detta Russia.
11
Superficie: 17.075.400 kmq, equivalente al 77,5% del territorio della Csi. Questo stato occupa l’Eurasia, perché si
estende dall’Europa all’Asia per 9 fusi orari, dal Mar Baltico al Mar del Giappone, coprendo tutte le zone climatiche, dai
ghiacci artici al nord alla vegetazione subtropicale sempreverde sul Mar Nero e nel Caucaso, ai deserti vicino al Mar
Caspio. I grandi fiumi della Russia costituiscono vitali arterie di comunicazione, come l’Ob-Irtysh (5410 Km), l’Amur (4416
Km), la Lena (4400 Km), lo Jenisei (4092 Km) in Siberia e in Estremo Oriente, e il Volga (3531 Km), l’Ural (2428 Km), il
Dnepr (2201 Km), il Kama (2032 Km), il Don (1870 Km), la Pechora (1809 Km) e il Dnestr (1352 Km) nella zona europea.
La parte europea della Russia, vasta 4.238.500 kmq, si estende da nord a sud, dal Mare Artico al Caucaso e dagli
Urali a est fino al Baltico a ovest. A nord-ovest, ai confini con la Finlandia, si trovano grandi laghi, fra cui il Ladoga, che
con i suoi 18 500 kmq di superficie è il lago più vasto d’Europa.
Al centro di questo vasto spazio si trova il cosiddetto Rilievo Centrale Russo, un basso altipiano collinare che raggiunge
un’elevazione massima di 293 mslm e si estende, dal bacino dell’Oka fino ai confini coll’Ucraina, per circa 480.000 kmq.
Dal Rilievo Centrale nasce il Don; il Volga ha la sua sorgente in una piccola catena collinare che è un’estensione dello
stesso Rilievo Centrale.
Il Volga è il fiume più lungo d’Europa, nel suo bacino idrografico si trovano le più antiche e importanti città russe
(ad eccezione di Novgorod e Pietroburgo). Ricordiamo Mosca, Tver, Nizhnyj Novgorod, Kazan, Samara, Saratov, Ufa e
Perm, Togliatti, Volgograd, tutte sorte sul Volga oppure lungo le rive dei suoi affluenti. Raccogliendo le acque della Kama
e dell’Oka, il fiume sfocia nel Mar Caspio, dove sorge la città di Astrakhan. Un canale navigabile connette Volga e Don.
La valle del Don si estende a sud fino alla sua foce, nel golfo di Taganrog nel Mar d’Azov. Qui sorge la città di Rostov na
Donu, col suo importante porto fluviale.
A cavallo delle valli del Don e del Volga, si trovano le cosiddette Terre Nere, famose per la fertilità del suolo.
Fra Mar Nero e Mar Caspio si estende la catena del Caucaso che contiene il Monte Elbruz, la cima più alta d’Europa con
i suoi 5642 mslm.
A est, gli Urali separano la parte asiatica da quella Europea della Russia. La catena si estende per 2100 km da nord a sud
e la vetta più alta raggiunge i 1894 mslm.
Passati gli Urali, si incontra la pianura siberiana Occidentale che si estende da ovest a est per 6000 km, e da nord a sud
per 670 km. Più a oriente si eleva l’altipiano siberiano centrale, compreso fra le valli dello Jenisej e della Lena. A sud-est
dell’altipiano si trovano il sistema montuoso del Bajkal e l’omonimo lago, il più grande e profondo dell’Asia.
12
IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
L’Estremo Oriente russo, lungo la costa pacifica, include la penisola di Kamchatka e l’isola di Sakhalin. Esse
racchiudono il mare di Okhotsk. Si trovano qui alcuni dei vulcani attivi più alti del mondo (Kljuchevskaja Sopka,
4750 mslm).
Climaticamente l’influenza del mare è ridotta dalla vasta estensione della massa continentale e, a sud, da alte catene
montuose. Il Paese è invece aperto ai venti freddi del Nord. Esistono cinque zone climatiche principali. La maggior parte
della Russia europea, della Siberia sud-occidentale e dell’Estremo Oriente russo godono di un clima continentale umido.
Le aree del nord, dalla Scandinavia fino al Pacifico, sono invece caratterizzate da un clima sub-artico. Qui si registrano le
temperatura minime nel mondo: - 68° C nella Repubblica di Sakha. Più a nord, lungo le coste dell’Artico, il clima è artico.
La costa del Mar Nero gode di un clima subtropicale umido (mediterraneo), mentre la zona del Basso Volga, le coste del
Caspio, e parte della Siberia hanno clima semi-arido.
Oltre a Mosca e a San Pietroburgo superano il milione di abitanti in ordine di grandezza le seguenti città:
Novosibirsk (Siberia occidentale); Nizhnyj Nivgorod (Volga); Ekaterinenburg (Urali); Samara (Volga); Omsk (Siberia);
Kazan (Volga); Cheljabinsk (Urali); Rostov na Donu (Meridionale); Ufa (Volga), Perm (Volga), Volgograd (Meridionale).
Tra i 500.000 abitanti e il milione menzioniamo anche:
Krasnojarsk (Siberia); Saratov (Volga); Voronezh (Centrale); Krasnodar (Meridionale); Togliatti (Volga); Ezhevsk (Volga);
Uljanovsk (Volga); Jaroslavl (Centrale); Barnaul (Siberia); Vladivostok (Estremo Oriente).
La Russia è un Paese multietnico e multireligioso.
I russi sono il 77,7% della popolazione, seguiti dai
tatari (3,7%), ucraini (1,3%), basckhiri (1,1%), ceceni
(1%), ciuvasci (1%), armeni (0,8) e altre nazionalità.
È soprattutto il Caucaso a ospitare un gran numero di
etnie.
Sempre più forte è il ruolo della Chiesa Ortodossa del
Patriarcato di Mosca, ma i musulmani compongono oltre
l’8% della popolazione.
13
2.
ECONOMIA
14
IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
L’economia russa è una delle più grandi del mondo
per valore del Prodotto Interno Lordo, che, a prezzi
correnti, raggiunge i 66.600 miliardi di rubli, ovvero
più di 2.100 miliardi di dollari. Questo fa della Russia
l’ottava economia mondiale per dimensione del suo Pil
a valore nominale, ma la quinta per potere d’acquisto.
Il Paese negli ultimi anni è cresciuto moltissimo e viene
comunemente incluso fra i cosiddetti BRICS, grandi
Paesi in via di rapido sviluppo, insieme a Brasile, Cina,
Indonesia e Sudafrica.
La crescita degli ultimi anni è stata alimentata
soprattutto dall’esportazione di materie prime, in
particolare idrocarburi (petrolio e gas naturale), che
hanno permesso, grazie ad alti prezzi del petrolio, di
uscire dalla grave crisi del 1998 con enormi attivi della
bilancia commerciale.
L’economia russa è adesso caratterizzata da:
bilancio dello stato in salute; debito pubblico
basso (al 9,6% del Pil, nel 2014); inflazione sotto
controllo (sotto il 9%); bassa disoccupazione; attivo
della bilancia commerciale. Gli investimenti stranieri
più rilevanti riguardano il settore dell’estrazione delle
materie prime energetiche che nel 2013 ha raggiunto
il 32% del totale, segue il settore delle attività
commerciali con il 18% del totale.
15
3.
SCAMBIO COMMERCIALE RUSSIA-ITALIA
16
IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
Le esportazioni italiane verso la
Federazione Russa ammontano a
10,8 miliardi di euro (+8 % rispetto
al 2012), l’Italia occupa il 4° posto
tra i paesi fornitori con una quota
parte sul totale pari a circa il 5%,
dopo Cina, Germania e Stati Uniti.
Le importazioni italiane dalla Russia
ammontano a 20 miliardi di euro
(+10% rispetto al 2012), l’Italia
occupa il 4° posto tra i paesi clienti.
L’interscambio complessivo è pari
a 31 miliardi di euro (+9% rispetto
al 2012). L’Italia occupa al 4° posto
dopo Cina, Paesi Bassi e Germania e
prima di Ucraina, Giappone, Turchia,
Stati uniti e Regno Unito.
17
4.
SETTORE AGROALIMENTARE
18
IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
La quota italiana delle importazioni russe per il settore agroalimentare è pari solo al 10%. Dato decisamente inferiore sia
alla capacità d’offerta che alla domanda (i prodotti italiani sono estremamente apprezzati dal consumatore russo di ceto
medio-alto). L’Italia occupa il decimo posto nella classifica degli importatori russi di prodotti del settore agroalimentare.
LE PRINCIPALI CAUSE DELLE DIFFICOLTÀ DI PENETRAZIONE DEL MERCATO RUSSO SONO:
• Complessità del sistema di certificazione e di registrazione dei prodotti
• Regime di licenze
• Frequenti modifiche nelle normative
• Mancanza di una forte struttura commerciale all’interno dell’azienda media italiana. Nella stragrande maggioranza
dei casi aziende medio-piccole a gestione familiare
Per superare tali difficoltà è indispensabile il supporto di un PARTNER LOCALE.
PRINCIPALI PRODOTTI ESPORTATI
L’Italia esporta in Russia 1.072 milioni di euro di prodotti del settore agroalimentare (+9,75% rispetto al 2012), occupando
in particolare il primo posto nell’importazioni di vino e alcolici, 260 milioni di euro (+ 27% rispetto al 2012).
In notevole crescita anche
• Pasta (+29%)
• Caffè (+22%)
• Latte e derivati (+45%)
• Acque minerali e bevande analcoliche (+45%)
• Olio di olive (+25%). L’Italia è il secondo fornitore dopo la Spagna
A causa dell’embargo vi è stato il blocco totale dei prodotti ortofrutticoli freschi con una perdita per l’Italia pari a 131
milioni di euro (quota italiana pari al 2% del totale).
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Esportazioni agroalimentari e bevande (Valori in milioni di Euro)
2013
• Vino
• Ortofrutticoli freschi
• Vermut e superalcolici
260
131
93
% Quota di % Export da Italia
mercato
28,5
0,87
1,9
0,44
8,3
0,31
Var. % 12/13
26,8
-­‐29,7
-­‐6,1
Posizione
1
18
4
• Conserve vegetali, salse e condimenti
90
3,4
0,3
18,6
9
•
•
•
•
•
•
•
78
56
53
52
51
39
25
1,6
58,8
14,1
5,2
2,5
10,5
29,6
0,26
0,19
0,18
0,18
0,17
0,13
0,08
18,2
28,8
21,7
4,7
45,0
23,4
25,1
17
1
3
8
12
3
2
22
16,7
0,07
45,2
4
13
109
1.072
2,7
0,04
0,37
10,3
23,6
14,2
9,7
Carni fresche e lavorate
Pasta
Caffe'
Prodotti a base di cacao
Latte e derivati
Prodotti da forno
Olio d'oliva
• Acque minerali e altre bevande analcoliche
• Preparati per gelato e industria dolciaria
• Altro
• TOTALE
-­‐
3,6
9
-­‐
10
Fonte: Dati Dogane Russe
I principali investitori italiani in Russia sono:
• Parmalat (latte e succhi di frutta)
• Perfetti
•
•
Ferrero (presente sul mercato da oltre 15 anni)
Gruppo Cremonini con Inalca– Marr Russia +
investimento di 100 milioni di euro – fornitore
della catena Mc Donalds nella Federazione
Russa.
I prodotti della Regione Abruzzo presenti in
Russia rappresentano solo circa il 2% dei prodotti
alimentari importati dall’Italia, con una distribuzione
tra tipologie di prodotti abbastanza sfavorevole nel
mix rispetto a quanto complessivamente importato
dalle altre Regioni di Italia.
20
IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
Gli schemi principalmente usati per la distribuzione dei vari tipi di prodotti alimentari di fascia superiore sono quelli
riportati di seguito. Il maggior numero di forniture dei prodotti alimentari di fascia superiore avviene attraverso gli
operatori commerciali (sia stranieri che russi).
•
Il produttore straniero si affida a un operatore straniero logistico/commerciale che affida la merce a un operatore
commerciale specializzato in vendite all’ingrosso che la distribuisce al consumatore finale (negozi, ristoranti, reti
commerciali).
•
Il produttore straniero si affida a un operatore commerciale russo (vendita all’ingrosso) che a sua volta distribuisce
il prodotto al consumatore finale (negozio, ristorante, reti commerciali).
In Russia quindi i principali importatori di prodotti di fascia superiore sono gli operatori commerciali. Tra gli importatori
di fascia superiore vi sono anche i rappresentanti russi di società straniere. Oggi gli importatori Russi, indispensabili per
la distribuzione di prodotti alimentari, sono molte decine, tra i quali alcuni italiani. L’importatore è responsabile della
produzione dei documenti necessari allo sdoganamento ed alla distribuzione interna, opera con contratti con o senza
esclusiva e normalmente preferisce un rapporto stabile e di lunga durata con le aziende clienti.
CARATTERISTICHE DELLA DOMANDA DI PRODOTTI AGROALIMENTARI
Nella Russia del passato, le fasce più ricche e istruite della popolazione, si rifacevano ai modelli culturali francesi,
considerandoli i migliori al mondo. Sebbene questa tendenza abbia in parte contribuito a plasmare la cultura alimentare
russa, al giorno d’oggi possiamo invece affermare che le eccellenze alimentari italiane hanno soppiantato quelle francesi.
Nei negozi di gastronomia il prodotto con una maggiore richiesta e con una più facile riconoscibilità è certamente il
prodotto italiano. Tale superiorità si riscontra in particolar modo nel mercato dei vini e soprattutto nella ristorazione.
L’introduzione dei prodotti italiani nella dieta russa, è da ricondurre al turismo del passato – effettuato dai russi più
facoltosi – prevalentemente in Sardegna e in Toscana. In epoche più recenti, invece, il turismo russo dei “nuovi ricchi”
interessa maggiormente le zone della riviera adriatica. Tra questi russi con buone potenzialità di consumi si riscontra
spesso l’inclinazione a scegliere di consumare prodotti d’eccellenza italiana non tanto per la qualità o per la voglia di
approfondire la conoscenza della cultura gastronomica del Bel Paese, ma piuttosto per ostentare la propria ricchezza,
scegliendo cibi e vini in base al prezzo. L’idea è che a maggior prezzo corrisponda maggiore bontà e qualità.
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Il cambiamento dello stile di vita, in particolare nelle grandi città, ha contribuito alla crescita della domanda di prodotti
alimentari quali piatti pronti e monoporzioni surgelate, con conseguente notevole ampliamento dell’offerta di tali
tipologie di prodotti.
Si registra un tendenza “salutista”, soprattutto da parte dei consumatori di età compresa tra i 25 e i 45 anni, con un
livello culturale piuttosto elevato e con un tenore di vita medio-alto, che ha portato ad una maggiore offerta di prodotti
biologici, senza grassi, senza sale e senza zuccheri, oltre che di cibi freschi, verdura e frutta esotica. L’assortimento
è ampio soprattutto nelle grandi città come Mosca, San Pietroburgo e Vladivostok, dove la frutta e la verdura fresca
vengono importate principalmente da Olanda, Israele, Spagna, Marocco, Tunisia, Grecia e Australia.
Le indagini di mercato evidenziano in particolare un interesse per alcuni prodotti italiani come evidenziato nel grafico
seguente.
Vino
Olio
Formaggi
Pasta
Insaccati
Dolci
Salumi
Prodotti conservati
Marmellate
0
22
50
100
150
200
250
300
350
!
IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
Tipologia Prodotto
Vino
Olio
Media %
24,2
21,6
Formaggi
Pasta
Insaccati
Dolci
Salumi
Prodotti conservati
Marmellata
19,3
18,7
7,1
3,6
2,7
1,64
1,1
Uomini %
28,8
19,3
17,4
21,3
6,2
2,2
3,0
1,7
0,0
Donne %
22,2
22,6
20,3
17,3
7,5
4,2
2,7
1,6
1,6
5.
IL MERCATO DEL VINO E ALCOLICI
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MERCATO MONDIALE
La Francia, tra i maggiori importatori di vino del mondo, nel 2013 ha registrato la flessione maggiore in termini di volume
(-11% -vino sfuso a basso costo proveniente in particolare dalla Spagna), sebbene abbia aumentato il suo valore del
3,6%, raggiungendo i 649 milioni di euro. Lo stesso dicasi per gli USA: riduzione a livello di volumi, che li vede terzi in
classifica dopo U.K e Germania, ma primi assoluti in quella del “valore” seguita a ruota dal Regno Unito, che lo scorso
anno vede ridotto il valore dei propri acquisti del 5,2%.
La Germania rimane la prima in termini di volumi importati, con oltre 15 milioni di Hl (nonostante un -1,7% rispetto al
2012 con riduzione soprattutto dell’import di vini pregiati).
Quarta, alle spalle della Francia, per volumi importati, è la Russia con un modesto incremento pari a +1,6%
nel 2013, ma con una percentuale d’incremento di tutto rispetto in termini di valore dell’import +11,9% per
un totale di 912 milioni di euro.
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
Per quanto riguarda i vini spumante e champagne, la Francia resta il maggior produttore (3,5 mln hl) con lo
Champagne che da solo conta per il 15% degli spumanti prodotti nel mondo; l`Italia (3,2 mln hl) è seconda con una
produzione cresciuta enormemente in dieci anni: +22% sul 2002; terza la Germania (2,6 mln hl); quarta la Spagna (1,8
mln hl) seguita dalla Russia che, assieme ad Australia, Usa, Argentina e Brasile hanno registrato fortissimi aumenti nei
volumi.
Sul fronte consumi, l`OIV segnala come per i vini spumante e champagne si sia persa la stagionalità per andare verso un
consumo più regolare. Infatti mentre il consumo mondiale di vino è cresciuto del 4% in dieci anni, gli spumanti hanno
fatto registrare un + 30% nell’ultimo decennio, e un +4% sul 2012. Germania (-3% in dieci anni), Francia (+38%), Russia
(+115%), Usa (+51%), Italia (-35%) e Uk (+27%).
SUL FRONTE EXPORT
I primi tre Paesi esportatori (Francia, Italia e Spagna) coprono più dell`80% delle quote sia per volumi, che per
valore, laddove alla Francia spettano 2,2 miliardi dei 4,4 registrati nel 2013.
Effetto della crisi del 2008: “Prosecco” e “Cava spagnolo” diventano ottime alternative allo “Champagne”, soprattutto in
USA e in UK sebbene in Russia, in Cina, in Austria e in Polonia l’importazione di “bollicine” francesi continua a crescere.
Complessivamente, rispetto al 2008,
• in termini di valore, la Francia ha perso l`8% del mercato mentre l`Italia ne ha conquistato il 7%,
• in termini di volumi, Francia e Spagna hanno perso rispettivamente il 6% e il 2% mentre l`Italia ha guadagnato il 4%.
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MERCATO RUSSO
In Russia il consumo di vino è in continua crescita a discapito dei consumi di vodka e birra. Oggi il consumo di vino/
pro-capite è di ca. 9 litri (contro i ca 50 lt in Italia e i 55 lt in Francia).
Nella Federazione Russa nei primi cinque mesi del 2014 sono stati venduti 49,2 milioni di decalitri di bevande alcoliche ,
pari a ca - 2,5% rispetto al precedente anno.
Sulla base dei dati statistici, raccolti dal ROSSTAT nei primi cinque mesi del 2014 in Russia sono stati vendutIi 53,9 milioni
di decalitri di vodka e bevande alcoliche in generale. Il che sta a significare un -4,8% rispetto all’anno passato.
La quota di vodka e bevande alcoliche in generale scende quindi a 42,7% contro il 43,7% del 2013.
Di contro la quota della birra sempre nello stesso periodo sale a 39,9% contro il 37,3% del 2013. Il volume di
vendita della birra cresce infatti del 4,1% arrivando a ca. 400 milioni di decalitri.
La quota parte del vino nel consumo totale di alcolici è compresa tra il 18% e il 20%.
Nel corso degli ultimi cinque anni, 2013 compreso, il volume delle importazioni di bevande alcoliche in Russia è risultato
sempre in crescita. Tra il 2010 e 2013 il tasso medio di incremento delle importazioni di bevande alcoliche è pari a circa il 20%.
Nel corso dell’ultimo anno nella struttura dell’import di bevande alcoliche si sono registrati dei cambiamenti: il vino che
nel 2013 si collocava al secondo posto dopo la birra per volumi di acquisto con una quota pari a 26,7% vs 29,9%, nel
primo semestre 2014 è diventato leader di mercato con una quota del 28,7% (vs birra 26,7%).
26
IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
MERCATO DEI VINI D’IMPORTAZIONE
Sebbene l’import di vini sia cresciuto dal 2009 al 2013 in maniera significativa, i quantitativi di crescita sono stati
discontinui nel tempo. Si è registrato, infatti, un incremento nel 2010 pari al +30% e nel 2013 pari +11% mentre
nel 2012 è stato registrata addirittura una diminuzione pari a -2%.
Nell’insieme negli ultimi cinque anni il volume di vino importato in Russia è salito sensibilmente raggiungendo nel 2013
i 40 milioni di decalitri.
Analizzando la struttura dell’import si osserva chiaramente, che tra le bevande i vini costituiscono il prodotto maggiormente
importato. Tuttavia a partire dal 2008 si è osservato un rafforzamento della quota di Vini prodotti con l’impiego di altri
frutti (non uva), la cui quota parte sul volume totale import nel 2010 è arrivata al 10% e un aumento della quota relativa
ai Vini spumante/champagne con una quota parte media, negli ultimi anni, pari al 10%. Da notarsi, che in parte la crescita
delle quote dei vini prodotti con l’impiego di altri frutti, ma non uva, e di vini spumante/ champagne è andata a discapito
di quella dei vini fermi (vini da uva).
Nel primo semestre del 2014 la Russia ha importato 114,6 milioni di decalitri di vino, che ha significato un - 5,6% rispetto
allo stesso periodo dell’anno precedente. Secondo i dati di RBC (Agenzia di informazioni) i decalitri di vino “sbarcati” in
Russia nel primo semestre del 2014 sono stati 111,3 milioni con un -6,6% rispetto al 2013.
Si rileva una forte contrazione nell’import di vini bianchi di buona qualità – 25% in meno del 2013, laddove i quantitativi
di vini rossi e rosè rimangono pressoché invariati.
Si registra anche una contrazione nella produzione locale: 17,07 milioni di decalitri nei primi sei mesi del 2014, pari a 1,8% rispetto allo stesso periodo del 2013 (RBC).
La Francia, sebbene rimanga ancora il primo paese fornitore di vini, nell’ultimo anno ha perso quote di mercato scendendo
dal 20% del primo semestre 2013 al 17,6% del primo semestre 2014. Seconda in classifica la Spagna che invece registra
un andamento positivo, passando dal 13,8% del primo semestre 2013 al 17,1% nel primo semestre 2014. Il terzo posto
spetta ai vini italiani, anch’essi in crescita, che passano infatti da una quota del 13,1% nel 2013 a una del
14,7% nel 2014.
Da notarsi la quota parte dei vini georgiani pari all’11% introdotti nel 2013 a seguito della eliminazione del blocco alle
importazioni in Russia.
27
MERCATO DEI VINI SPUMANTE/CHAMPAGNE
L’import di vini spumante/champagne, al termine del primo semestre del 2014, ha toccato i 25,7 milioni di litri con un +
11,8% rispetto al medesimo periodo del 2013.
IMPORTAZIONI VINI SPUMANTE E CHAMPAGNE PER PAESE D’ORIGINE NEGLI ANNI 2013-2014 (milioni di litri)
L’Italia con un una quota parte sul volume totale dell’import del 54,2% detiene saldamente il primo posto tra i
fornitori di vino spumante/champagne in Russia.
Al secondo posto – la Lituania con una quota parte del 26,8%. Da notarsi, che la quasi totalità del prodotto lituano
commercializzato in Russia è della ZAO «Boslita & Co.» (Brand “Bosca”).
Terza con una quota parte del 10,8% è la Francia. Le quote degli altri paesi fornitori non vanno oltre il 2,5%.
Leader tra gli importatori la società «Vasco» (di proprietà del Gruppo Campari, Brand - Mondoro), che possiede una quota
pari all’8,2% dell’import di vino spumante/champagne in Russia.
Sulla base di quanto riportato in precedenza è possibile prevedere con una ragionevole certezza, che in Russia la domanda
di vini d’importazione, compresi vini spumante/champagne, crescerà in maniera costante anche nei prossimi anni.
A conferma di ciò l’analisi delle caratteristiche del consumatore russo, sempre più esigente, che desidera poter scegliere
e disporre di una gamma di prodotti ampia e variegata.
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
QUOTE PRINCIPALI PAESI-ESPORTATORI
La somma delle quote dei primi 10 Paesi fornitori di vino fermo e vino spumante/champagne (esclusi vermut e semilavorati
per la produzione di vino) è pari al 90%.
Da notarsi, che nel corso del periodo preso in esame le quote/paese variano tra loro in modo differente. Si può osservare
infatti, che laddove nel periodo compreso tra il 2009 e il 2013 in Russia l’importazione di vini bulgari si riduce del 10%, i
volumi dei prodotti italiani crescono del 5,5%.
I paesi che hanno registrato, tra il 2009 e il 2013, le maggiori flessioni nei volumi esportati sono la Germania con -4%, la
Moldavia con -5,9% e la Bulgaria -10,4%.
In riferimento all’Ucraina, data la situazione politica contingente, non sarebbe corretto trarre delle conclusioni.
29
IMPORTATORI RUSSI
PRINCIPALI IMPORTATORI RUSSI
Le prime dieci società
d’importazione russe coprono
una quota di mercato pari a
circa il 50%.
“Vinimport” ha mostrato nel
2013 la percentuale di crescita
più alta con un +2,66%, mentre
“Locus” ha chiuso l’anno 2014
con un -2,17%.
NUMERO DI ETICHETTE PER REGIONE
Alla fine del 2013 la società “Simple” entra a far
parte della classifica dei primi dieci importatori,
collocandosi al nono posto con una quota di mercato
pari al 3,25% e oltre 8,8 milioni di litri di vino
importati che corrispondono a circa 11,7 milioni di
bottiglie (dati dogane russe). Nello specifico Simple è
il maggiore importatore russo di vini italiani con una
quota parte di mercato pari al 13,75%.
Le tabelle seguenti mostrano il numero etichette
presenti sullo store on-line di Simple raggruppate
per regione di provenienza e per Produttore
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
FORMAZIONE DEL PREZZO
Esempio:
• prezzo Ex-Work Italia = 5 euro
• prezzo trasportato, sdoganato + accise e 18% iva e costo fascetta (ca. – 0,022 euro/cd) = 10 euro
• margine importatore/distributore
• ricarico retail o ristorante
Il dazio per la maggior parte dei vini varia tra il 15%-16,3%.
Tasso di dazio doganale agevolato - 75% del tasso base. La Russia applica delle agevolazioni ai vini provenienti dai paesi
in via di sviluppo, tra i quali: Cile, Brasile, Argentina, Montenegro, etc. (oltre 100 paesi).
Prezzo medio a bottiglia vino italiano nel settore della ristorazione varia:
• tra ca. 2800 a 7800 rubli per i bianchi
• tra ca. 3000 a 8000 rubli per vini rossi
• tra ca 1900 e 9900 rubli per gli spumanti
Ultimamente si registra un cambiamento nell’organizzazione e utilizzo dei canali di distribuzione.
In particolare in riferimento alle principali CATENE, il piazzamento degli ordini è effettuato direttamente presso le
aziende vinicole e pertanto il ruolo dell’importatore/distributore rimane circoscritto ad un supporto di tipo logistico con
conseguente sensibile riduzione della sua commissione.
L’utilizzo del canale on-line per le vendite di vino limitate (senza consegna a domicilio) e sempre più complessa causa
restrizioni da parte del Governo della Federazione Russa.
31
6.
“EMBARGO”
DECRETO PRESIDENZIALE NR. 560 DEL 6 AGOSTO DEL 2014
32
IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
Il Governo russo ha vietato, per un periodo di un anno, l’importazione di alcuni prodotti agricoli e alimentari dai Paesi UE,
USA, Canada, Australia e Norvegia, e da alcuni mesi anche da Serbia e Albania.
Nello specifico con il Decreto (Ukaz) n. 560 “Sull’applicazione di singole misure economiche speciali atte a garantire la
sicurezza della Federazione Russa” de 6 agosto 2014 il Presidente della Federazione Russa ha introdotto il divieto di
importare alcune categorie di alimenti per un periodo non superiore a un anno. Compito del Governo è stato poi quello di
approntare gli elenchi dei Paesi stranieri esportatori soggetti a tale divieto e dei prodotti inclusi nel campo di applicazione
dell’atto.
Il giorno seguente, 7 agosto 2014, il Governo della Federazione Russa ha emanato il Decreto attuativo formalizzando
l’introduzione del divieto di importare nella Federazione Russa, per un anno, determinati prodotti agricoli, materie prime e
prodotti alimentari, tra i quali figurano carni bovine e suine, pollame, pesce, formaggi e latticini, frutta e verdura prodotte
(come attestato dal certificato di origine della merce) negli Stati Uniti d’America, nei paesi dell’Unione Europa, in Canada,
Australia e Norvegia.
Non rientrano nelle liste dei prodotti vietati: alcolici, bevande, pasta e prodotti da forno, prodotti per l’infanzia e merci
acquistate all’estero per consumo privato.
Con il Decreto n. 830 del 20 agosto 2014 viene ripristinatala possibilità di importare nella Federazione Russa i seguenti
prodotti:
• Avannotti di salmone atlantico (Salmo salar) e di trota (Salmo trutta)
• Latte senza lattosio e latticini senza lattosio
• Patate da semina, cipolle da semina, mais ibrido da semina, piselli da semina
• Additivi biologicamente attivi; dei complessi di vitamine e minerali; dei concentrati di proteine (di origine animale e
vegetale) e loro miscele; fibre alimentari; additivi alimentari (anche complessi)
Per una corretta identificazione dei prodotti interessati al blocco fanno testo l CODICI DOGANALI, riportati nel decreto
ufficiale.
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I prodotti vietati sono:
• Carni bovine, suine e pollame
• Pesce, crostacei e molluschi (salvo avannotti di salmone atlantico e di trota)
• Formaggi e latticini (salvo prodotti privi di lattosio)
• Frutta e verdura
Il settore italiano più fortemente colpito è quello dei prodotti ortofrutticoli.
In risposta a tale divieto la Commissione Europea ha ufficialmente approvato, con procedura d’urgenza, due regolamenti
finalizzati alla erogazione di fondi a supporto dei produttori europei colpiti dalle conseguenze del divieto.
AGENZIA ICE DI MOSCA 22 SETTEMBRE 2014
Analizzando le esportazioni italiane verso la Russia del settore agroalimentare (sempre con fonti Dogane Russe e Istat)
emerge che:
• Secondo le Dogane Russe nel 2013 l’export totale italiano nel comparto è stato di 1.072 milioni di Euro di cui 221
milioni di prodotti soggetti a sanzione, pari al 20,6% del totale;
• Secondo Istat nel 2013 l’export totale italiano nel comparto è stato di 688 milioni di Euro di cui 163 milioni di
prodotti soggetti a sanzione;
• La differenza dei valori fra le fonti è notevole e potrebbe essere determinata dal fatto (ma sul punto è difficile avere
certezza) che i dati russi includerebbero, a differenza di quelli Istat, parte dei prodotti italiani triangolati, ad esempio
frutta e verdura esportati in Russia anche attraverso partner europei come Germania, Olanda, ecc.;
• Utilizzando i dati russi è possibile stimare per il 2014 mancate esportazioni dall’Italia per circa 100 milioni di Euro
(quindi meno della metà del totale 2013, dato che le sanzioni sono state applicate a partire dal 7 agosto 2014),
mentre per il 2015 la perdita potrebbe raggiungere 250 milioni di Euro (quindi di circa un 10% superiore alle
esportazioni 2013, supponendo che queste nell’anno in esame sarebbero potute crescere sia in quantità che per i
prezzi unitari).
A dispetto degli altri settori sotto embargo quello delle carni fresche/lavorate è stato invece colpito in parte. Ad oggi è
concesso infatti importare in Russia alcuni prodotti derivanti da tagli anatomici interi (es. prosciutto cotto, spalle, colle,
lombate, etc.) e lo strutto.
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
Conseguenze dell’embargo oltre ai danni diretti:
1. le aziende italiane operanti in Russia nel comparto agroalimentare, sia con attività di distribuzione che produttiva,
hanno subito in taluni casi forti ridimensionamenti del loro fatturato o difficoltà a proseguire con regolarità la
produzione;
2. i prodotti che non verranno destinati alla Russia saranno riversati sui mercati europei determinando un eccesso
di offerta e un possibile calo dei prezzi tanto che la Commissione Europea ha deciso di varare i due regolamenti
sopracitati con procedura d’urgenza.
Interessante rilevare che tutti i principali partner della UE hanno subito una perdita percentuale sensibilmente più elevata
di quella italiana.
LA REAZIONE DEL MERCATO
L’Agenzia ICE di Mosca ha ritenuto opportuno descrivere la reazione del mercato, raccogliendo alcuni commenti da parte
dei principali importatori russi del settore agroalimentare.
L’introduzione delle misure restrittive relative ai prodotti agroalimentari ha creato problemi non solo ai produttori italiani
coinvolti, ma a tutti gli operatori specializzati a monte e a valle della catena distributiva, con particolare riferimento agli
importatori. Questi ultimi si sono trovati nell’urgenza di dover sostituire in tempi brevissimi un numero elevato di fornitori,
molti dei quali partner di lungo corso, affrontando il disagio di avviare da zero trattative commerciali con produttori con i
quali non avevano avuto precedenti contatti. Per alcuni importatori questo processo è stato traumatico ed ha condotto in
taluni casi ad un forte ridimensionamento delle strutture, con licenziamento di dipendenti, riduzione dei depositi utilizzati
ed in generale una contrazione del giro d’affari anche del 30/40%. Chiaramente gli importatori più penalizzati sono stati
quelli che avevano fatto della specializzazione nei prodotti di origine europea una caratteristica distintiva.
Scenario dinamico quello dei prodotti lattiero-caseari dove riscontriamo:
• Aumento delle importazioni da nuovi e vecchi fornitori (Argentina, Brasile e Bielorussia)
• Forte stimolo alla possibilità di rafforzare o avviare attività di produzione in loco sia di formaggi freschi che stagionati,
ad opera spesso di imprenditori italiani del settore che vogliono cogliere questa nuova opportunità.
Per ciò che riguarda il settore delle carni si registrano esempi di produzioni locali di buon livello, alle quali attingono
anche alcuni ristoratori italiani, e un aumento delle forniture dai paesi partner storici della Russia, quali: Brasile, Argentina
e Paraguay.
Non da ultimo l’espandersi con sempre maggiore forza, anche su questo mercato, del fenomeno dell’Italian sounding.
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ESTRATTO DAL TESTO DEL DECRETO (CON DETTAGLIO Di ALCUNE VOCI IN ROSSO)
Sulle misure per la realizzazione del Decreto del Presidente della Federazione Russa del 06 agosto 2014 N.560
“Sull’applicazione di singole misure economiche speciali allo scopo di garantire la sicurezza della Federazione Russa”.
Il Governo della Federazione Russa delibera quanto segue:
1. Introdurre per un anno il divieto di importazione nella Federazione Russa di prodotti agricoli, materie prime e prodotti
alimentari i cui paesi di provenienza sono gli Stati Uniti d’America, i paesi dell’Unione Europea, il Canada, l’Australia
e il Regno di Norvegia, in base all’elenco allegato.
(…)
Elenco di prodotti agricoli, materie prime e prodotti alimentari i cui paesi di provenienza sono gli Stati Uniti d’America,
i paesi dell’Unione Europea, il Canada, l’Australia e il Regno di Norvegia, la cui importazione nella Federazione Russa è
vietata per un anno:
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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*Agli scopi dell’applicazione del presente elenco occorre attenersi esclusivamente al codice TN VED TC, la denominazione della merce
è riportata per comodità di utilizzo.
**Agli scopi dell’applicazione della presente posizione, occorre attenersi sia al codice TN VED TC sia alla denominazione della merce.
***Ad eccezione delle merci destinate all’alimentazione per l’infanzia.
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EMBARGO DAL PUNTO DI VISTA DELLA RUSSIA
I temi della “sicurezza” e “autonomia” alimentare in termini di incremento della produzione locale finalizzata a soddisfare
la domanda interna, da anni sono oggetto di attenzione da parte dei politici russi. Questo ha fatto sì che nel corso degli
ultimi dieci anni in alcuni settori FOOD hanno avuto luogo importanti cambiamenti strutturali, grazie ai quali oggi la
Russia ha ridotto in maniera sensibile l’importazione di pollame e ha avviato l’esportazione di grano, grano saraceno e
olio di semi di girasole.
Diversa la situazione per altri settori merceologici.
I prodotti freschi occupano il primo posto nella classifica dell’import, in particolare sono importati:
• Tra il 45% e il 55% del fabbisogno locale di mele e pere (1,6–1,7 milioni di T/anno) Principali fornitori: Polonia (sino
al 50% del volume totale import), Moldavia e Belgio (9% cadauno), Serbia e Italia (4-5% cadauno)
• Oltre 1 milione di tonnellate di pomodori e cetrioli, dato 2013. La quota di mercato cumulativa di pomodori e cetrioli
provenienti da Ucraina, Spagna, Polonia, Olanda e altri paesi europei è pari al 27%
• Quasi 300.000 tonnellate di pesce fresco e refrigerato, dato 2013, proviene dalla Norvegia (Primo paese fornitore),
di cui l’81% di trota salmonata e salmone
• Attuali Paesi fornitori: Turchia, Cina, Argentina, Cile, Bielorussia e Kazakhstan.
IMPORTAZIONI PER TIPOLOGIE DI PRODOTTI ALIMENTARI IN RUSSIA
(% DEI CONSUMI TOTALI) ALLA DATA DI INTRODUZIONE DELL’EMBARGO
Fonte: Ministero dell’Agricoltura della FR
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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TENDENZE DI MERCATO DERIVANTI DALL’INTRODUZIONE DELL’EMBARGO RUSSIA
•
•
•
•
•
I produttori locali più che incrementare la produzione stanno aumentando nel breve termine i prezzi di vendita.
Già nel mese di settembre il prezzo dei prodotti sotto embargo ha registrato un incremento superiore di 3 volte
rispetto a quelli degli altri prodotti
L’incremento delle fornire di prodotti fresh dalla Turchia e dalla Cina ha portato a:
• crescita della quota di mercato di prodotti d’importazione FRESH di bassa qualità
• violazione delle norme fitosanitarie
L’embargo ha fatto sì che nel segmento dei prodotti alimentari originali di classe premium si sia creato un “baratro”
L’embargo ha favorito l’espandersi del contrabbando.
Per bloccare tale fenomeno, dal mese di dicembre del 2014 è stata bloccata dopo innumerevoli infrazioni, anche frutta e
verdura proveniente dall’Albania e dalla Serbia.
• Rossekhoznadzor: frutta e verdura giunta in Russia dall’Albania e della Serbia con certificati falsificati
• 22 ottobre blocco import frutta e verdura dall’Ucraina e blocco frutta e carne dalla Moldavia
• 18 novembre blocco import carne dal Montenegro
La realizzazione del “sogno” di rendere autonoma la Russia nella produzione di “prodotti alimentari” è
direttamente connessa alla presenza di tre fattori:
1. Ingenti investimenti privati
2. Possibilità di accedere da parte delle imprese a linee di credito a tasso agevolato e a lungo termine
3. Supporto effettivo da parte del Governo agli addetti ai lavori (coltivatori e produttori)
Fattori, la cui attuazione in Russia appare assolutamente aleatoria, almeno nell’immediato futuro.
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Altri ostacoli, che risultano d’impedimento sono:
1. Settore agricolo e allevamento di bestiame ancora in fase di sviluppo embrionale
2. Insufficiente capacità produttiva degli impianti di trasformazione presenti in Russia (non adeguata rispetto alla
domanda)
3. Assenza di materie prime di qualità
4. Ciclo naturale/stagionalità frutta e verdura
5. Mancanza di magazzini idonei e/o debitamente attrezzati per stoccaggio frutta e verdura
6. Settore ittico: assoluta impossibilità di sostituire alcune tipologie di pesci d’importazione (mancanza di fauna,
condizioni climatiche e composizione delle acque)
L’introduzione dell’embargo della durata di 1 anno per “n” milioni di tonnellate di prodotti alimentari non può che andare
a ledere l’attuale equilibrio del settore di riferimento.
Vittime dell’embargo anche i produttori locali, ad esempio quelli appartenenti al settore ortofrutticolo, il cui possibile e
corretto funzionamento è legato alla fornitura di macchinari, concimi, semi d’importazione.
Si stima che gli effetti negativi dell’embargo raggiungeranno il loro apice nei prossimi mesi del 2015.
40
IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
7.
CANALI DI DISTRIBUZIONE
41
I principali canali di distribuzione dei prodotti alimentari sono:
• Le grandi catene al dettaglio che operano nelle zone economicamente più agiate (i grandi centri urbani e industriali
del Paese)
• I cosiddetti “produkty”, negozi di generi alimentari e di prima necessità, residuo distributivo dell’era sovietica ma
privatizzati e diffusi in modo capillare su tutto il territorio
•
La grande distribuzione controlla approssimativamente oltre il 26% (nelle grandi città fino al 50%) del mercato FOOD/
TABACCHI interno.
Sono attive più di 110 reti commerciali vendita al dettaglio di vari segmenti di prezzo.
Sebbene ancora in data odierna i prodotti italiani siano quasi esclusivamente presenti nel canale distributivo dei grandi
supermercati, essi si stanno cominciando a diffondere anche nei cosiddetti “produkty” = negozi di generi alimentari di
prima necessità di piccolo dimensioni.
GDO - Grande Distribuzione Organizzata
La GDO compare in Russia all’inizio degli anni ‘90 contribuendo in modo significativo alla crescita dell’economia russa. La
crisi economica mondiale del 2008 ha causato un rallentamento nel processo di sviluppo delle maggiori catene GDO russe,
tale effetto negativo è stato tuttavia ammortizzato dai consumi di livello medio-alto, concentrati specificamente nelle
grandi città come Mosca e San Pietroburgo e in altri grandi centri urbani situati prevalentemente nella zona occidentale
della Federazione Russa.
Le più importanti Catene retail del settore alimentare possiedono il 23,5% della quota di mercato. Tale quota risulta
decisamente bassa se paragonata a indici analoghi misurati in altri mercati internazionali. Di contro, considerato il
mercato russo di partenza, occorre rilevare che dal 2009, pur in presenza di una sostanziale stabilità nei consumi, tale
quota di mercato è aumentata del 6,6% (Fonte x5, Rostat, Planet retail).
Di seguito si riporta la tabella riepilogativa delle principali catene retail ordinate per importanza.
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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PRINCIPALI CATENE RETAIL
Relativamente al 2014, la quota parte GDO del settore alimentare ha subito un forte incremento: il tasso di crescita delle
somme incassate dai primi cinque più importanti retailers del settore food per i primi sette mesi dell’anno ha registrato
un valore pari a +24% rispetto allo stesso periodo dell’anno 2013. Dato ancora più significativo se confrontato con le
vendite al dettaglio dei prodotti alimentari che nello stesso periodo sono aumentate solo dello 0,2%.
43
TIPOLOGIE DI PDV RETAIL ALIMENTARE IN RUSSIA
a.DISCOUNTER
PVD self-service, che commercializzano prodotti alimentari e beni di consumo a prezzi scontati.
• Superficie PDV: da 300 a 1000 m2
• Numero items prodotto: 500/1200
• Percentuale prodotti private labels: 50% e oltre
Secondo Euromonitor e altri studi di settore, non tutti i discounters in Russia rispecchiano gli standard occidentali riportati
e per l’esattezza: a parità di metrature (300/1000 m2), di norma il numero di items in vendita è di 3500/5200, di cui solo
il 13-23% di prodotti è costituito da “private labels”.
I principali discounters presenti in territorio russo sono: Pyatyorochka, Magnit, Dixi.
b.SUPERMERCATO
PDV self-service con una superficie commerciale compresa tra i 400 e i 2500 m2, il cui 70% preposto alla vendita di
prodotti alimentari e di generi di prima necessità.
Quasi tutti i punti vendita offrono un’ampia gamma di cibi pronti e prodotti surgelati.
I principali supermercati presenti in territorio russo sono: Perekryostok (X5 Retail Group), Globus Gourmet, Azbuka Vkusa,
Settimo Continente.
Da segnalare la categoria dei supermercati premium che costituiscono il canale privilegiato attraverso il
quale il cliente russo entra in contatto con i numerosi marchi italiani di qualità.
Nel panorama della GDO russa tale segmento tuttavia – pur essendo di forte interesse per i produttori italiani – non è
ancora particolarmente significativo dal punto di vista economico. I due operatori più rappresentativi di questo segmento
sono Azbuka Vkusa e Globus Gourmet, boutique gastronomiche diffuse prevalentemente tra Mosca e San Pietroburgo.
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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c.IPERMERCATO
PDV solitamente dislocati nelle zone periferiche delle grosse città/agglomerate urbani (città con oltre 1 mln di abitanti),
con una superficie commerciale compresa tra i 2500 m2 e i 4500m2.
In tali PVD, almeno il 35% dello spazio è dedicato alla vendita di prodotti non alimentari.
Il Cliente tipo è un consumatore:
• con capacità di spesa “limitata” /ceto di appartenenza medio/basso
• che desidera poter scegliere tra un’ampia gamma di prodotti
• per il quale la qualità del prodotto riveste un ruolo importante in fase di acquisto
• alla ricerca di prodotti con il miglior rapporto qualità/prezzo.
Secondo i dati forniti da Euromonitor nel 2013 la percentuale di vendite al dettaglio dei prodotti alimentari commercializzati
negli ipermercati ha raggiunto l’83% del totale.
d.CASH&CARRY
PDV self-service con una superficie di ca 8000 m2, presso i quali è possibile acquistare prodotti alimentari e non, sia al
dettaglio (fermo restando quantitativo minimo per tipologia prodotto), che all’ingrosso.
PDV presso i quali, a differenza del resto d’Europa, possono accedere non solo commercianti/dettaglianti, ma dipendenti/
addetti ai lavori di persone giuridiche di qualsiasi natura e non, nonché persone fisiche. Infatti per poter ottenere la
tessera d’ingresso/accesso è sufficiente inoltrare una richiesta formale alla Direzione del pdv stampato su carta intestate
della Società.
45
e.
NEGOZI LOCALI
PDV di piccole dimensioni solitamente locati nelle immediate vicinanze di centri abitati o addirittura nei seminterrati dei
condomini.
f.
CONVENIENCE STORE
Catene di negozi alimentari, con superficie non superiore ai 300 m2, solitamente dislocati nelle vicinanze di complessi
residenziali e aperti h 24.
PDV che hanno sostituito i “vecchi” chioschi di quartiere e che dispongono di una vasta gamma di generi alimentari.
Spesso oltre ai generi alimentari, commercializzano prodotti per la casa e l’igiene personale, giornali e riviste, alcolici e
talvolta anche fiori.
g.
FORECOURT RETAILERS
PDV al dettaglio, dislocati presso i distributori di benzina (con superficie inferiore ai 400 m2), che offrono una vasta
gamma di generi alimentari e hanno un orario prolungato di apertura al pubblico.
Le categorie prodotto generalmente commercializzate riguardano: “materiale” audiovisivo (in vendita o in affitto),
pietanze da asporto (tramezzini, panini e piatti caldi), giornali e riviste, fiori recisi o piante in vaso, biglietti di auguri,
accessori per auto.
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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STRUTTURA RETAIL ALIMENTARE IN RUSSIA
Nel 2013 le quote di mercato dei canali distributivi del settore alimentare erano ripartite nel modo seguente: Catene retail
di tipo moderno: 58%; Mercati: 10%; Altro: 32%.
Nella Federazione Russa il 2013 è caratterizzato da un forte/significativo sviluppo delle catene retail di “stile” moderno.
Al primo posto nella classifica delle preferenze i DISCOUNTER, con una quota parte di mercato (settore alimentare) pari
al 24% (del 58% totale).
La tabella seguente presenta per ciascuna tipologia di retail il nominativo delle catene principali.
47
8.
CONDIZIONI PER LA DISTRIBUZIONE
TRAMITE CANALI GDO
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
MARCHIO DEL FORNITORE
L’utilizzo del canale GDO attraverso il quale commerciare prodotti con marchio del fornitore è possibile solo se si
rispettano le seguenti condizioni:
•
Disponibilità da parte del Fornitore di accollarsi in toto o parzialmente (50%) i “biglietti d’ingresso” (listing) c/o le
catene retail, che possono variare da 100 a 2500 euro per ogni punto vendita della catena/per prodotto. Al fornitore
nessuna libertà di scelta in merito a numero dei punti vendita (di regola viene richiesto che il prodotto sia presente
in tutti i punti vendita della stessa catena funzionanti nella stessa città), dislocazione geografica dei punti di vendita
(stessa città o in città diverse), numero di articoli e prezzo di vendita al pubblico in caso di azioni promozionali.
Esempio di costo del “biglietto d’ingresso” per ogni item:
•
•
•
•
Catena Metro Mosca/St.Pietroburgo: 1400 euro x 12 punti vendita (12 a Mosca e 3 a St.Pietroburgo) = 16800 euro
Catena Real 530 euro x 7 punti vendita = 3780 euro
Catena Zelgross – 600 euro x 6 punti vendita = 3600 euro
Disponibilità da parte del Fornitore di accollarsi in tutto (o in parte, almeno 50%) le spese di promozione
Esempio di costo per spese di promozione Catena Metro:
•
•
•
Costo organizzazione degustazione (3 h) – ca € 200-300 + prodotti + attrezzature e servizi
Pubblicazione sulla rivista della catena – 10% sul fatturato mensile
Posto preferenziale sugli scaffali 500-1000 euro/prodotto
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Altri fattori che vengono considerati sono:
• La capacità da parte del Fornitore di rispettare pedissequamente e alla lettera i termini di consegna;
• La capacità da parte del Fornitore di garantire un livello qualitativo del prodotto costante.
Le penali in caso di ritardata fornitura sono decisamente pesanti e in caso di mancato rispetto di un accordo con una
catena GDO sarà impossibile trovare altre catene retail disponibili.
Alcune clausole tratte dal Contratto di fornitura di “Settimo Continente”:
1._________il Venditore dovrà versare sul conto corrente dell’Acquirente (catena) una somma in rubli pari
a___________a copertura dei propri obblighi contrattuali. In caso di prelevamenti da parte dell’Acquirente,
il Venditore ha l’obbligo di ripristinare la somma di cui sopra entro e non oltre 10 gg. Detta somma verrà
restituita al Venditore solo a cessazione del Contratto di fornitura. Nessun interesse gli verrà riconosciuto
da parte dell’Acquirente.
N.B. Con detto ammontare l’Acquirente avrà il diritto di detrarre penali, multe per:
• Ritardi nelle consegne, a partire da 5 ore di ritardo dal termine di consegna stabilito
• Emissione errata o ritardata di documenti
• Codice a barre errato o mancante
• Fornitura incompleta, dove la percentuale di merce non consegnata superi il 10% (penale = 30% del
costo della merce non fornita)
• Merce non idonea a livello qualitativo
• Merce con imballo non idoneo
N.B. il Venditore s’impegna a ritirare la merce non idonea a livello qualitativo entro e non oltre 2 gg. dal
ricevimento della rispettiva notifica.
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
PRIVATE LABEL (PL)
Non è previsto il pagamento del listing e delle azioni promozionali. Gli ordini vengono effettuati prevalentemente
attraverso importatori/distributori al fine di evitare la gestione di formalità doganali, trasporto, certificazione prodotto,
stoccaggio merce a magazzino, etc.. Alcune catene (ad esempio Settimo continente) non acquistano nessun prodotto
direttamente. In altri casi (es. Azbuka Vkusa e Globus Gourmet) vi è l’acquisto diretto ma solo per grossi quantitativi di
merce da un solo fornitore e partite di prodotti con “lunghissimi” elenchi di items.
Peraltro i volumi di vendita del prodotto previste devono superare la “soglia” che rende economicamente interessante
per la catena piazzare ordini per tali prodotto a proprio marchio.
Ad oggi il ricavo ottenuto dalla vendita di prodotti con private label è di almeno 5/6 volte inferiore di
quello dei paesi europei, sebbene le catene ratail già da alcuni anni dichiarino che tra le loro priorità vi è
l’incremento della vendita di prodotti a proprio marchio.
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Innumerevoli le ragioni e per l’esattezza:
• Necessità da parte delle catene di risolvere l’arduo compito di ottenere un prodotto di buona/alta qualità a un prezzo
competitivo
• Visti i quantitativi/lotti “minimi” richiesti per item detti prodotti risultano accessibili il più delle volte solo a catene
retail federali, a associazioni regionali di reti di negozi di piccole/medie dimensioni
• Sono poche le catene retail che pianificano una promozione sistemica dei propri brands – attraverso i Mass Media,
presso i punti vendita o via internet. Una delle ragioni è da ricercarsi nella convinzione da parte dei dirigenti delle
catene retail russe che i prodotti a marchio privato non necessitino di alcuna spinta, di alcuna azione di marketing,
in quanto prodotti, che si venderanno da soli grazie al prezzo più contenuto
• Differenza prezzo tra prodotti a marchio privato e prodotti di brand minima. Infatti se in Europa il prezzo dei prodotti
private label è mediamente del 25/30% inferiore ai prodotti di marca, in Russia la percentuale è del 10% e al
massimo può arrivare al 20%
• Diffidenza da parte del consumatore: in Russia la messa in commercio dei prodotti a marchio privato è un fenomeno
abbastanza recente. Essi infatti fanno la prima apparizione sugli scaffali dei PDV della GDO circa dieci anni fa
La tendenza generale delle catene retail è di aumentare il numero di prodotti commercializzati con marchio proprio,
purché il prezzo non vada a discapito della qualità si sta puntando alla buona qualità a un prezzo giusto. Inoltre si osserva
che si sta sempre più diffondendo l’utilizzo delle private label anche per i prodotti alcolici e il vino.
Ad esempio la catena Metro Cash & Carry commercializza in Russia circa 280 bevande alcoliche PL con 63 marchi.
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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PERCEZIONE DEL CLIENTE FINALE
Nel corso di una ricerca condotta dall’Agenzia Nielsen, ai soggetti, intervistati, è stato chiesto per quali categorie di
prodotto sarebbero stati disposti a risparmiare. E’ risultato, che per i consumatori russi non si deve risparmiare su:
• Materie prime impiegate - 41%
• Latte - 39%,
• Carne e sui prodotti ittici - 36%
• Shampoo - 37%
• Dentifricio - 36%
• Alimenti per bambini - 27%
Ne consegue, che le probabilità di successo di prodotti a marchio privato delle categorie sopra indicate è pressoché nullo.
In Russia un intervistato su due ritiene, che l’imballo dei prodotti a marchio privato sia decisamente meno costoso (molto
più “povero”) rispetto a quello dei prodotti di marca.
Per il 40% è assolutamente impossibile l’acquisto di prodotti a marchio privato per i quali il primo fattore di scelta in fase
di acquisto è la qualità.
I consumatori russi sono però di gran lunga meno sofisticati nella scelta di fiocchi per la prima colazione e dei condimenti
per le insalate (solo un 6% non è disposto a risparmiare/non guarda il centesimo), come pure di gomme da masticare
(solo un 5% di russi è pronto a spendere di più).
I consumatori russi (il 60% secondo i dati raccolti da Nielsen) sono inoltre più propensi di quelli statunitensi (44%) e di
altri paesi del mondo (51%) nel pensare, che i prodotti a marchio privato della catena retail siano destinati a coloro che
abbiano una limitata capacità di spesa e non si possano permettere di acquistare prodotti più cari.
La percezione più diffusa è che i prodotti a marchio privato della catena retail siano prodotti di seconda categoria.
Secondo gli esperti le catene GDO, in realtà, desiderano aumentare il numero di referenze di prodotti a marchio privato.
Gli analitici ritengono, che la politica di “sostituzione/alternativa import” (vedi embargo) e il bisogno/ la necessità della
popolazione russa in un periodo di difficoltà economica di optare per prodotti meno cari creino condizioni ideali affinché’
i prodotti a marchio privato occupino sempre più spazio sugli scaffali dei PDV. Fenomeno questo già verificatosi durante
la crisi del 2008–2009.
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X5 RETAIL GROUP
La percentuale annuale di incremento nella vendita di prodotti PL del gruppo “X5 Retail Group” è dell’1,5–2%.
Tipologia prodotti PL più richiesti: segmenti medio e basso e beni di uso quotidiano.
All’estero i prodotti PL sono presenti da almeno 40 anni e la percentuale media/paese degli stessi rispetto a prodotti con
brand riconosciuto oggi si aggira intorno al 30-40%.
Esempi di rilievo - i PDV della catena ALDI, dove la quota parte dei prodotti PL è di ben il 90%.
In Russia la quota parte dei prodotti PL è solo del 10%.
La percentuale dei prodotti PL di tutto il Gruppo X5 è del 14,11%, laddove nella sola catena del Gruppo X5 “Pyaterochka”
la quota dei prodotti PL è del 17,22%.
Programmi a breve termine della catena:
•
Aumento dei prodotti PL di diverse categorie di prezzo
•
Far sì che la % dei prodotti PL raggiunga presso i PDV Pjaterochkoa il 50%, presso Perekrestok il 25% e presso
Karuzelj il 10%.
Tra i prodotti PL troviamo anche gli alcolici. Categoria di prodotto PL attualmente in forte espansione.
MAGNIT
Nel 2013 la percentuale dei prodotti PL sull’incasso totale del Gruppo “MAGNIT” è stata del 13,1 %, 650 gli articoli PL,
di cui l’ 88,36% caratterizzato da generi alimentari.
Programmi: forte incremento prodotti PL – un solo marchio per tutto il Gruppo e per tutte le categorie di prodotto –
segmento prezzo basso.
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
AUCHAN GROUP
Sebbene l’incremento dei prodotti PL di “Auchan” si avvenuto più lentamente di altre catene ratail (es. Gruppo “Magnit”),
tali prodotti hanno raggiunto una quota del 20% all’interno dei PDV della catena, con oltre 3000 items. I beni PL di
Auchan Group riguardano sia prodotti alimentari, che beni di consumo.
Da notarsi, che la catena AUCHAN è stata la prima ad introdurre linee di prodotto PL destinate a consumatori con alto
potere d’acquisto – sono nati così i marchi “Mieux vivre” e “Mmm”. Quest’ultimo con un offerta superiore ai 1300
articoli (latte e derivati, congelati/surgelati e drogheria). È stata dedicata particolare attenzione al design dell’imballo:
confezioni dai colori vivaci e con in evidenza il logo della catena.
Programmi: sviluppo di prodotti PL appartenenti alla fascia di prezzo media.
METRO GROUP
Lo sviluppo/incremento dei prodotti PL è tra le priorità anche del Gruppo «MetroCash & Carry». Presso gli ipermercati
della catena sono commercializzati oltre 4000 prodotti PL, pari all’11,2% dell’assortimento totale. Da notarsi che il
numero dei generi alimentari è due volte inferiore a quello dei prodotti di altre categorie merceologiche.
Secondo i dati dell’ufficio stampa della catena tedesca i prodotti PL in ordine di importanza sono: carta igienica/tovaglioli
e prodotti ottenuti con l’impiego di carta, pesce e frutta e verdure.
Oltre a prodotti PL, destinati alla vendita al dettaglio «Metro Cash & Carry» offre soluzioni “personalizzate” anche per
il settore HoReCa. Nello specifico i prodotti a marchio “Rioba” sono venduti solo a bar, hotel, caffè, etc. Nomenclatura:
caffè, cioccolatini, tazze’ e vasellame vario. Per gli chef di cucina e per le società di catering sono commercializzati
prodotti a marchio ”Ho Reca Select” con 80 articoli.
Alla linea degli alcolici PL della catena (cognac, tequila, whisky) di classe premium va ad aggiungersi la vodka Minkoff,
marchio esclusivo appositamente studiato dallo stabilimento siberiano ”OMSKVINPROM” per METRO.
Importante sottolineare, che nei prodotti di fascia bassa la quota di PL è pari al 30%, laddove nei prodotti di fascia media
è pari al 70%.
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DIXI GROUP
Anche la società DIXI ha registrato un incremento nelle vendite di prodotti PL. Nel 2014 la vendita di PL a marchio “D” è
aumentata di circa un terzo. In particolare:
• Carne in scatola + 48%
• Frutta secca + 45%
• Frutta e verdure congelate +42%
Ogni mese sugli scaffali fanno la loro apparizione 4/5 articoli nuovi PL “D”.
Nel 2014 è nato anche il marchio «Pervym Delom», che alla fine dell’anno contava 100 articoli e ne sono previsti
altrettanti entro la fine del 2015.
La quota totale dei prodotti PL è pari a circa l’11%. Si pianifica che alla fine del 2015 detta quota dovrà essere raddoppiata.
I prodotti PL sono nella quasi totalità generi alimentari.
Sull’esempio dei Discounter occidentali la catena e’ intenzionata a posizionare i prodotti PL in zona cassa.
MONETKA
Dei quasi 700 prodotti PL della catena GDO, 300 hanno visto la luce nel 2013. Trattasi nella quasi totalità di prodotti di
fascia di prezzo media di buon livello qualitativo. È stata posta particolare attenzione al design delle confezioni.
Quote prodotti PL per categorie merceologiche:
• Latte e derivati: 37%
• Pesce: 35%
• Conserve: 65%
• Prodotti per l’igiene personale: 55%.
Il prodotto che ha riscontrato un particolare successo di pubblico è la PIZZA. In particolare:
• Fatturato/utile prima dell’apparizione della PIZZA PL presso i PDV della catena: 6,5 milioni di rubli/2 milioni di rubli
• Fatturato/utile dopo l’apparizione della PIZZA PL presso i PDV della catena: 10 milioni di rubli/3 milioni di rubli
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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ALFABETO DEL GUSTO/AZBUKA VKUSA
La catena retail di classe premium ha avviato la produzione di prodotti PL già nel 2010. Obiettivo è incrementare la quota
di prodotti PL fino al raggiungimento del 30% sul totale degli articoli commercializzati.
Principali prodotti a PL: frutta e verdure, latticini, drogheria e carni.
Oggi la quota parte dei prodotti PL all’interno della catena è del 15% e racchiude al suo interno 5 marchi, tra i quali:
• “Prosto Azbuka” – prodotti di panificazione, latticini, frutta e verdure e altri prodotti di uso quotidiano.
• “Pochti gotovo” e “Uzhe Gotovo” – gastronomia di produzione
• “Nasha Ferma” (la nostra fattoria”) – prodotti artigianali
• In arrivo sugli scaffali di Azbuka un nuovo marchio di classe premium
O’KEY
Tra gli obiettivi dell’immediato futuro è previsto un incremento della quota prodotti PL sino ad una raggiungere il 70%.
BAHETLE e MARIA-RA
In Russia tra tutte le catene GDO il primato assoluto per numero di prodotti PL all’interno dei propri PDV spetta
rispettivamente a “Bahetle” (Kazanj – Tatarstan) con il 35% e “Maria-Ra” (Siberia) con il 20%.
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GLOBUS GOURMET
Tale catena è assolutamente contraria all’inserimento di prodotti PL. È infatti opinione radicata del suo management che
i prodotti PL rappresentino prodotti di bassa qualità destinati a consumatori dei ceti medio e basso. Nulla a che vedere
con la loro clientela esclusiva.
SETTIMO CONTINENTE/SEDMOY KONTINENT
Attualmente presso i PDV della catena “Settimo Continente” è possibile trovare oltre 1100 prodotti PL a marchio “NASH
Produkt” e “Settimo Continente”.
La differenza tra i prezzi dei prodotti PL e quelli a marchio riconosciuto è del 10-20%.
Elenco prodotti PL:
• Drogheria
• Dolciumi
• Conserve
• Alcolici
• Bevande analcoliche
• Prodotti di panificazione
• Prodotti congelati
• Pesce
• Latticini
• Formaggi
• DetersivI
• Cosmetici
• etc
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
PRIVATE LABEL NEL SETTORE VINO E BEVANDE ALCOLICHE
Le prime bevande alcoliche ad apparire sul mercato con etichetta privata sono state vodka e vino di produzione locale.
A seguire: cognac, liquori/amari, etc. Col passare degli anni le catene GDO al fine di ampliare ulteriormente la gamma
di prodotto iniziano ad approvvigionarsi presso aziende oltre confine. Oggi quindi è possibile trovare sugli scaffali di
“LENTA” tequila PL, che viene prodotta su richiesta della stessa in Messico, imbottigliata in Francia e commercializzata
in Russia.
In genere i produttori stranieri sono di piccole/medie dimensioni, con unità produttive estremamente flessibili sia a livello
di quantità che di tipologia di prodotto. Si tratta di produttori interessati a instaurare un rapporto di collaborazione
costante e a lungo termine… e ovviamente a condizioni economicamente vantaggiose per entrambe le parti.
Contratti a lungo temine sempreché non capitino situazioni particolari, come nel caso del fornitore di vino a marchio
Anneau de la vie della catena DIXI, che dopo un anno dal contratto ha iniziato a spedire alla catena vino scadente.
Tra i primi ad avere l’idea di inserire tra i prodotti PL, nel mercato russo, gli alcolici è stata la catene retail appartenente
al Gruppo tedesco “Metro Cash & Carry”. Già nel 2001 potevano vantare una pluriennale esperienza di lavoro in
riferimento a tale settore merceologico. Esperienza, che li vede non solo pionieri in patria, ma leader mondiale per
quantitativi di bevande alcoliche PL commercializzate. Attualmente sono ben 280 le bevande alcoliche PL offerte nei PDV
e 63 i marchi con le quali vengono commercializzate. In programma l’immissione sul mercato di altri 15 marchi destinati
al mercato dei “vini”.
Altre catene GDO russe hanno seguito nel tempo l’esempio di METRO mettendo in commercio bevande alcoliche PL.
La catena GDO siberiana “MARIA-RA” è la prima in assoluto a creare difficoltà alla vendita delle vodka brandizzate
grazie all’immissione sul mercato, nel 2004, della vodka “Nadezhnyj Tovarish Petrovich”. Esperimento, il cui esito ha di
gran lunga superato le aspettative: attualmente, infatti, nel portfolio delle bevande alcoliche, commercializzate presso i
PDV della catena, la quota di vodka PL è di poco inferiore al 50% (per un totale di 18 referenze), a differenza delle catene
concorrenti dove tale quota non raggiunge il 20−25%.
Meno attiva in questa categoria di prodotto (alcolici PL) il leader assoluto in Russia delle catene GDO: “MAGNIT, con solo
un paio di referenze.
Il secondo outsider, la catena GDO di classe premium “Azbuka Vkusa” con sole 5 referenze e tutte in confezione regalo.
Complessivamente in Russia il fatturato dei prodotti alcolici PL varia tra il 2 e il 5% delle vendite della categoria
merceologica (nel resto del mondo tale valore si aggira tra il 20 e il 40%).
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9.
DOCUMENTI NECESSARI
PER L’ESPORTAZIONE
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
I documenti necessari per l’esportazione devono comprendere:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Numero meccanografico: rappresenta una matricola per le imprese che svolgono attività commerciali con
l’estero
Fattura commerciale
Fattura commerciale pro-forma: contiene gli stessi dati della fattura commerciale, ma in maniera sintetica (deve
riportare la dicitura “ai soli fini doganali – value for customs purpose only”)
Bolla di carico (packing list)
Certificato di origine: viene emesso dalla CCIAA e deve essere consegnato in originale (traduzione in russo
consigliata)
Polizza di carico (bill of lading)
Dichiarazione doganale di esportazione
Certificato di esportazione
Documento attestante certificazione obbligatoria di conformità: per la maggior parte dei prodotti occorre la
dichiarazione di conformità o certificato di conformità
CERTIFICAZIONE E ATTESTAZIONE DEI PRODOTTI ALIMENTARI
La procedura di certificazione e/o attestazione prodotti ha lo scopo di confermarne il livello qualitativo e la
conformità degli stessi agli standard, vigenti nella Federazione Russa e/o all’interno del territorio dell’Unione
Doganale.
Tutti i prodotti tranne qualche piccola eccezione e indipendentemente dal produttore e dal paese di origine per essere
importati e successivamente commercializzati in Russia e/o all’interno del territorio dei paesi dell’Unione Doganale
debbono essere certificati e in alcuni caso sottoposti ad attestazione. Questo al fine di salvaguardare la salute del
cittadino. Con l’entrata in vigore dell’Unione Doganale il vecchio certificato di conformità obbligatorio è stato sostituito
dalla dichiarazione di conformità.
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La DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ può essere richiesta per la sola Russia o per tutti e tre i paesi dell’Unione Doganale
(Russia, Bielorussia e Kazakhstan), per 1, 3 o 5 anni, da:
• Produttore (solo se locale/russo)
• Importatore/distributore
• Delegato (società giuridica di diritto russo) dell’azienda produttrice straniera/estera, che agisce in suo nome e per
suo conto in Russia e/o nel territorio dell’Unione Doganale - non ufficio di rappresentanza in russia o in uno dei paesi
dell’unione doganale dell’azienda produttrice
È il dichiarante a dover rispondere per legge dell’esattezza/veridicità dei parametri qualitativi riportativi. L’ottenimento
e della dichiarazione di conformità non richiede il controllo delle unità produttive da parte degli ispettori dell’Organo di
Certificazione, come avveniva in passato al tempo del Certificato di Conformità.
Per alcuni prodotti oltre alla certificazione obbligatoria viene richiesto anche ATTESTATO DI REGISTRAZIONE STATALE.
Per alcune tipologie di prodotti quali acqua minerale, vini e alcolici, prodotti per bambini ecc. è richiesto il CERTIFICATO DI
CONFORMITÀ OBBLIGATORIO, attestato sulla conformità del prodotto rispetto ai parametri unici Sanitario-Epidemologici
e d’Igiene, approvati con la Delibera della Commissione dell’Unione Doganale del 28 maggio 2010 n° 299 (vedi tabella).
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
63
Si precisa che per i prodotti ortofrutticoli, attualmente sotto embargo, è necessario disporre della dichiarazione di
conformità.
L’esportazione dei prodotti ortofrutticoli freschi nella Federazione Russa è disciplinata dal “Memorandum on the safety
of plant products for human consumption exported from the European Community to the Russian Federation concerning
pesticide residues, nitrates and nitrites” del 26 Marzo 2008 e dal documento addizionale del 2009. Tali documenti
regolamentano che i prodotti ortofrutticoli freschi importati nella FR devono risultare conformi agli MRL (livelli massimi
residui) stabiliti dalla normativa locale, in particolare per i residui di pesticidi, prodotti fitosanitari, nitrati e nitriti.
I livelli massimi ammessi sono reperibili in lingua inglese nel sito del Ministero della Salute (www.salute.gov.it).
Per facilitare il processo di esportazione di ortofrutta in Russia è da segnalare, che dal 2011 il sistema ICARUS dal
Ministero della Salute prevede che l’esportatore inserisca nel sistema i dati dell’azienda e quindi i documenti previsti dal
Memorandum, che sono:
• Certificato fitosanitario (trattamenti effettuati sui singoli lotti di prodotto)
• Safety declaration
• Safety certificate o rapporto di prova del laboratorio (autorizzato e approvato dalle autorità russe)
Dal 2011 a seguito della revisione degli accordi sugli MRL per le pere, mele, uva da tavola e pesche nettarine non c’è più
l’obbligo della Certificazione per i residui di fitofarmaci.
NORME PER L’ETICHETTATURA
•
•
•
•
•
•
•
64
Denominazione di vendita
Peso netto
Tabella nutrizionale
Data di scadenza
Nome e indirizzo del produttore
Paese di origine
Altre informazioni obbligatorie relative al tipo di prodotto
IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
Una guida alle opportunità per le imprese abruzzesi
ABILITAZIONE DEGLI STABILIMENTI ITALIANI
ALL’ESPORTAZIONE IN RUSSIA DI ALIMENTI
Iscrizione all’apposita lista pubblicata sul sito dell’Ente Russo preposto Rosselkhoznadzor, www.fsvps.ru
(Federal Service for Veterinary and Phytosanitary Surveillance)
Nomenclatura prodotti:
• Latte e derivati
• Carne e derivati
• Pesce e derivati
Gli stabilimenti di produzione (salumifici, prosciuttifici, industrie casearie, stabilimenti settore ittico) per poter importare
in Russia e nei paesi dell’Unione Doganale debbono essere in possesso dell’idoneità strutturale e igienico sanitaria e
essere iscritte alla lista pubblicata sul sito dell’Ente Russo preposto Rosselkhoznadzor, www.fsvps.ru (Federal Service for
Veterinary and Phytosanitary Surveillance).
ELENCO DOCUMENTAZIONE DA INOLTRARSI AL MINISTERO DELLA SALUTE:
1. Modulo di richiesta compilato in tutte le sue parti
2. Report/Verbali di sopralluogo della ASL per accertamento dell’idoneità strutturale e igienico sanitaria degli
stabilimenti degli ultimi 3 anni
3. Copie certificati veterinari e dei documenti interni di tracciabilità degli ultimi 2 anni
4. Copie verbali di supervisione del dirigenti del servizio o di altri veterinari diversi dal Veterinario ufficiale, riconducibili
ad una verifica dell’attività prestata da quest’ultimo
5. Protocolli GMP
6. SSOP - procedure operative standard di santificazione e verifiche connesse
7. Descrizione sistemi di autocontrollo aziendale (HACCP)
8. Planimetria con layout aziendale
Inoltro a mezzo posta o in formato elettronico (www.salute.gov.it) della documentazione al Ministero della salute
– Dipartimemto per la sanità e la sicurezza degli alimenti – Direzione generale della sicurezza degli alimenti e della
Nutrizione Ufficio – IX.
65
10.
TARIFFE DOGANALI
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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I Dazi variano dal 5% (olio di olive e uve fresche) al 20% (vino).
Tra il 2016 e il 2017 come da accordi con il WTO il dazio massimo verrà ridotto al 15% per le merci “ad valorem”.
Per taluni prodotti, quali formaggi e altri prodotti caseari i dazi resteranno sempre particolarmente gravosi.
67
11.
ZONE ECONOMICHE SPECIALI (ZES)
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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Le ZES, ovvero le Zone Economiche Speciali, sono delle aree – istituite a livello sia federale che regionale – che
beneficiano di una serie di esenzioni e/o agevolazioni (fiscali, doganali, immobiliari, amministrative, di allaccio di utenze,
ecc...) a vantaggio di quelle imprese straniere disposte a effettuare investimenti al di sopra di determinati valori.
L’obiettivo è quello di attrarre capitali e tecnologia dall’estero per lo sviluppo del Paese e delle sue regioni.
Di seguito vengono descritte le ZES istituite a livello federale, suddivise in Quattro categorie:
• Industriali-produttive: “Alabuga” (Tatarstan), Togliatti, “Titanium Valley”, Lipetsk
• Tecnico-innovative: Dubna (regione di Mosca), Zelenograd (Mosca), San Pietroburgo, Tomsk
• Turistico-ricreative: territorio di Stavropol, distretto di Zelenograd, regione di Kaliningrad, regione di Irkutsk, territorio
di Krasnodar, regione di Altai, territorio di Altai, regione di Baikal, Repubblica di Buryatia
• Portuali: Krasnoyarsk (aeroporto di Emelyanovo), Ulyanovsk (aeroporto di Ulyanovsk Est), porto marittimo nella
regione di Khabarovsk
69
12.
ALLEGATO: ESPORTAZIONI DI PRODOTTI
AGROALIMENTARI IN RUSSIA
CODICI DOGANALI
70
IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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ESPORTAZIONI ITALIANE DI PRODOTTI AGROALIMENTARI IN RUSSIA RELATIVE AI CODICI DOGANALI INSERITI NELLE
SANZIONI APPROVATE DAL GOVERNO DELLA FEDERAZIONE RUSSA IN DATA 7.8.2014
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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73
13.
ALLEGATO: ABILITAZIONE
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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NOTE
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LA PUBBLICAZIONE È STATA PRODOTTA NELL’AMBITO DEL PROGETTO ABRUZZO4EXPORT.
Il Raggruppamento Temporaneo d’Impresa di Abruzzo4Export:
Deloitte Consulting Srl
Neo Sas
Profili Aziendali Srl & Partners
Start Up Consulting Srl
Per la redazione della pubblicazione hanno collaborato:
Marcello Romano
Deloitte Consulting Srl – Capo progetto Abruzzo4Export
Elena Usuelli
Greenwill AG /Greenwill SA – Presidente
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4
ABRUZZO EXPORT
fare rete per internazionalizzare
REGIONE
ABRUZZO
ASSESSORATO POLITICHE SOCIALI
POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO PARI OPPORTUNITÀ
POLITICHE GIOVANILI DIRITTO ALL'ISTRUZIONE
ASSOCIAZIONISMO-TERZO SETTORE E SUSSIDIARIETÀ ORIZZONTALE
PIANO REGOLATORE DEI TEMPI E TEMPO LIBERATO
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4
ABRUZZO EXPORT
fare rete per internazionalizzare
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IL MERCATO RUSSO PER IL SETTORE AGROALIMENTARE
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REGIONE
ABRUZZO
ASSESSORATO POLITICHE SOCIALI
POLITICHE ATTIVE DEL LAVORO PARI OPPORTUNITÀ
POLITICHE GIOVANILI DIRITTO ALL'ISTRUZIONE
ASSOCIAZIONISMO-TERZO SETTORE E SUSSIDIARIETÀ ORIZZONTALE
PIANO REGOLATORE DEI TEMPI E TEMPO LIBERATO
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il mercato russo per il settore agroalimentare