Indice xv Prefazione PARTE I PRINCIPI DI FISIOLOGIA Capitolo 1 2 Animali e ambiente: la funzione come protagonista della scena ecologica Capitolo 2 32 Molecole e cellule nella fisiologia animale 33 Le membrane plasmatiche e intracellulari I lipidi di membrana sono organizzati, diversificati e fluidi, 34; Le proteine conferiscono alle membrane molteplici capacità funzionali, 36; I carboidrati svolgono ruoli importanti nelle membrane, 40 3 L’importanza della fisiologia 40 Gli epiteli 4 Il meccanismo e l’origine: gli interrogativi cardinali del- 45 I molteplici aspetti del metabolismo la fisiologia Lo studio del meccanismo: come fanno a svolgere le loro funzioni gli animali del giorno d’oggi?, 5; Lo studio dell’origine: perché gli animali attuali hanno i meccanismi che hanno?, 6; La selezione naturale è un processo chiave nell’origine evolutiva, 6; Il meccanismo e il significato adattativo sono concetti distinti e l’uno non implica l’altro, 6 8 L’approccio alla fisiologia adottato in questo libro 9 Gli animali La proprietà strutturale che permane in un animale nel corso del tempo è l’organizzazione, 10; In un animale la maggior parte delle cellule è esposta all’ambiente interno, non a quello esterno, 11; Al variare dell’ambiente esterno, l’ambiente interno può essere lasciato variare o tenuto costante, 11; L’omeostasi nella vita animale: la costanza dell’ambiente interno è spesso un prerequisito per l’efficacia della funzione, 12; Il tempo e la vita degli animali: i cinque contesti temporali dei cambiamenti fisiologici, 13; Le dimensioni nella vita di un animale: per un animale le dimensioni sono una delle caratteristiche più importanti, 16 17 Gli ambienti Gli ambienti fisici e chimici principali della Terra, 18; L’ambiente occupato da un animale è spesso un microambiente o un microclima, 23; Spesso gli animali stessi modificano il proprio ambiente, 24 25 I processi evolutivi 45 Fondamenti di enzimatica Le reazioni catalizzate da enzimi mostrano una cinetica iperbolica o sigmoidale, 47; La velocità massima di reazione è determinata dalla quantità e dall’efficacia catalitica di un enzima, 48; L’affinità enzima-substrato influenza la velocità di reazione alle concentrazioni di substrato che sono consuete nelle cellule, 49; Gli enzimi possiedono specifici siti di legame che spesso interagiscono tra loro in un quadro tridimensionale, 50; Gli enzimi catalizzano una reazione reversibile in entrambe le direzioni, 51; A tutti i livelli di organizzazione del regno animale si trovano molteplici forme molecolari di uno stesso enzima, 52 54 La regolazione enzimatica delle funzioni cellulari La presenza di enzimi dipende in qualità e quantità dall’espressione genica e dalla degradazione enzimatica, 54; Modulando l’attività delle molecole enzimatiche presenti nella cellula si possono regolare rapidamente le funzioni cellulari, 56 61 L’evoluzione degli enzimi 62 Gli enzimi sono fonte di cambiamento in tutti i contesti temporali 64 La segnalazione cellulare: la ricezione di segnali e la trasduzione cellulare di segnali I segnali extracellulari agiscono legandosi a proteine recettore, 64; La trasduzione del segnale nella cellula comporta spesso una serie di eventi a effetto amplificatore, 67; Alla trasduzione del segnale partecipano vari sistemi basati su secondi messaggeri, 70 Alcuni processi di evoluzione sono adattativi, altri non lo sono, 25; Un carattere non è un adattamento semplicemente perché esiste, 26; L’adattamento si studia come una scienza empirica, 26; Il potenziale evolutivo può essere alto o basso a seconda della variazione genetica disponibile, 29 SCHEDE 2.1. La struttura delle proteine e i legami che la mantengono, 38; 2.2. Studio dell’espressione genica con la tecnica dei microchip a DNA, 56 SCHEDE 1.1. Il controllo a retroazione negativa, 12; 1.2. L’evoluzione della plasticità fenotipica, 16 Domande di ricapitolazione, 70 ◆ Bibliografia ragionata, 71 ◆ Fonti per l’approfondimento, 71 Domande di ricapitolazione, 30 ◆ Bibliografia ragionata, 31 ◆ Fonti per l’approfondimento, 31 IV Indice Capitolo 3 72 Il trasporto dell’acqua e dei soluti 74 Il trasporto passivo di soluti per diffusione semplice I gradienti di concentrazione danno origine alla forma più elementare della diffusione semplice di soluti, 75; I gradienti elettrici spesso influenzano la diffusione dei soluti carichi in corrispondenza delle membrane, 77; Gli aspetti biologici della diffusione attraverso le membrane: alcuni soluti si dissolvono nella membrana, altri richiedono canali, 77; La diffusione di ioni attraverso la membrana plasmatica dipende dagli effetti simultanei della concentrazione e della carica, 79; La diffusione mette spesso in difficoltà cellule e animali, 80; I gradienti di concentrazione possono generare gradienti elettrici che a loro volta influenzano i gradienti di concentrazione, 81 82 Il trasporto passivo di soluti per diffusione facilitata 82 Il trasporto attivo Il trasporto attivo e la diffusione facilitata sono sistemi di trasporto mediati da vettori, 83; Le proprietà fondamentali dei meccanismi di trasporto attivo, 83; Il trasporto attivo primario e secondario hanno meccanismi molecolari diversi, 84; Il trasporto attivo oltre un epitelio non implica un meccanismo di trasporto specifico, 88; Due sistemi epiteliali a pompa ionica contribuiscono a mantenere la composizione del sangue nei pesci d’acqua dolce, 89 90 La modulazione dei canali e dei trasportatori 92 La pressione osmotica e altre proprietà colligative delle soluzioni acquose I fisiologi di solito esprimono la pressione osmotica come osmolarità, 94; La pressione osmotica si misura in vari modi, 94 95 L’osmosi Quantificazione e terminologia, 96; La pressione idrostatica si sviluppa dalla pressione osmotica solo nell’interazione tra due o più soluzioni, 96; Nell’osmosi l’acqua può sciogliersi nella membrana o attraversare via canali acquosi, 97; L’osmosi e la fisiologia dei soluti interagiscono spesso, 97 98 Uno sguardo al futuro SCHEDA 3.1. I meccanismi cellulari a pompa ionica nelle branchie dei pesci d’acqua dolce, 90 Domande di ricapitolazione, 99 ◆ Fonti per l’approfondimento, 99 © 88-08-07025-5 110 La presa del cibo Molti animali si nutrono di organismi che catturano e mangiano uno per volta, 111; Molti animali acquatici si alimentano di sostanze in sospensione, 113; Le simbiosi con microrganismi spesso svolgono ruoli chiave nell’assunzione del cibo e nella nutrizione animale, 115 122 La digestione e l’assorbimento I piani organizzativi importanti del processo di digestione e assorbimento sono quelli dei vertebrati, degli artropodi e dei molluschi, 122; Enzimi specifici svolgono il processo digestivo in tre contesti spaziali, 126; L’assorbimento avviene con meccanismi diversi per le molecole idrofile e idrofobe, 128 131 Le risposte innescate dall’assunzione di cibo 132 Le variazioni della digestione e dell’assorbimento negli altri contesti temporali La fisiologia nutrizionale degli individui dà una risposta cronica a condizioni mutate, 133; La fisiologia nutrizionale è controllata da orologi biologici, 133; Durante lo sviluppo la fisiologia della nutrizione subisce variazioni programmate, 134; La fisiologia nutrizionale subisce variazioni evolutive, 134 SCHEDA 4.1. Il pitone: un esempio estremo di alternanza tra abbuffate e digiuni, 133 Domande di ricapitolazione, 135 ◆ Bibliografia ragionata, 136 ◆ Fonti per l’approfondimento, 136 Capitolo 5 138 Il metabolismo energetico 139 Perché gli animali hanno bisogno di energia: la seconda legge della termodinamica 140 Principi di energetica animale Le forme di energia non si equivalgono quanto a capacità di compiere lavoro fisiologico, 140; Trasformare l’energia di grado superiore è sempre un processo inefficiente, 141; Gli animali usano l’energia per svolgere tre funzioni principali, 141 144 Il tasso metabolico: significato e misura La calorimetria diretta: il tasso metabolico di un animale si può misurare direttamente, 145; La calorimetria indiretta: il tasso metabolico animale di solito si misura indirettamente, 146 149 I fattori che influenzano il tasso metabolico L’ingestione di cibo fa salire il tasso metabolico, 150 PARTE II CIBO, ENERGIA E TEMPERATURA 151 Il tasso metabolico basale e il tasso metabolico stan- Capitolo 4 102 Nutrizione, assunzione del cibo e digestione 152 La relazione tra il tasso metabolico e le dimensioni 103 La nutrizione Le proteine come «protagoniste», 103; I lipidi sono necessari per le membrane e sono i principali composti di riserva negli animali, 106; In molti animali i carboidrati sono poco abbondanti, a meno che non svolgano una funzione strutturale, 107; Le vitamine sono composti organici essenziali, ma necessari in piccole quantità, 108; Gli elementi nella nutrizione: molti minerali sono sostanze nutritive essenziali, 109 dard corporee Nelle specie affini il tasso metabolico a riposo è una funzione allometrica della massa corporea, 152; Anche il tasso metabolico degli animali attivi è spesso una funzione allometrica della massa corporea, 154; La relazione tra il tasso metabolico e la massa corporea ha implicazioni importanti dal punto di vista fisiologico ed ecologico, 155; La relazione allometrica tra metabolismo e massa resta senza spiegazione, 157 160 L’energetica degli alimenti e della crescita Indice © 88-08-07025-5 161 Conclusione: l’energia come valuta universale dei viventi 161 Postscriptum: il costo energetico del lavoro mentale V a vivere a lungo senza O2, 186; I meccanismi di anaerobiosi negli invertebrati, 186; I meccanismi di anaerobiosi nel pesce rosso e nella carpa Carassius carassius, 188 SCHEDE 5.1. La produzione di calore animale: come è cambiato nel tempo il modo di considerarlo, 143; 5.2. Le unità di misura dell’energia e del tasso metabolico, 144; 5.3. Misure dirette e indirette, 145; 5.4. La spirometria, 148 SCHEDE 6.1. Biochimica dell’accoppiamento e del disaccoppiamento nella fosforilazione ossidativa: la teoria chemiosmotica, 169; 6.2. L’ingegneria genetica come strumento per la verifica di ipotesi in fisiologia, 176; 6.3. Consumi di punta dell’ossigeno e prestazioni fisiche dell’uomo ad alta quota, 187 Domande di ricapitolazione, 161 ◆ Bibliografia ragionata, 162 ◆ Fonti per l’approfondimento, 162 Domande di ricapitolazione, 189 ◆ Bibliografia ragionata, 189 ◆ Fonti per l’approfondimento, 189 Capitolo 6 164 Aerobiosi e anaerobiosi, due forme di metabolismo 165 I meccanismi generatori di ATP e le relative implicazioni Il catabolismo aerobico consiste di quattro gruppi principali di reazioni, 165; Con la carenza di O2 insorgono due difficoltà biochimiche: la sintesi di ATP viene ostacolata e rischia di compromettersi l’equilibrio tra ossidazioni e riduzioni, 170; Certi tessuti possiedono vie cataboliche anaerobiche che sintetizzano ATP, 171; Nei vertebrati la glicolisi anaerobica è la via catabolica anaerobica principale, 171; Che ne è dei prodotti finali del catabolismo?, 172; Il ruolo funzionale dei meccanismi che producono ATP è condizionato dal fatto che operino in stato stazionario o meno, 173; I fosfageni offrono un ulteriore sistema di produrre ATP senza O2, 173; Riserve interne di O2 possono essere mobilitate per fare ATP, 174 174 Le proprietà dei meccanismi generatori di ATP a confronto Problema 1: Qual è il rendimento totale che ciascun meccanismo può dare in un caso di utilizzazione episodica?, 175; Problema 2: Di quanto si può accelerare la produzione di ATP?, 175; Problema 3: Qual è il tasso massimo di produzione di ATP di ciascuno di questi meccanismi (potenza di picco)?, 175; Problema 4: Quanto tempo richiede ciascuno di questi meccanismi per ripartire?, 176; Conclusione: Tutti i meccanismi hanno pro e contro, 176 176 Due argomenti di fisiologia dello sforzo fisico: la fatica e i tipi di fibra muscolare La fatica ha molte cause, la maggior parte delle quali poco conosciuta, 176; Le fibre dei muscoli scheletrici hanno proprietà funzionali eterogenee, 177 178 Le interazioni tra catabolismo aerobico e anaerobico nell’esercizio fisico All’inizio e alla fine dello sforzo fisico nei vertebrati avvengono transizioni metaboliche, 179; La fonte di ATP per uno sforzo esaustivo cambia secondo una sequenza caratteristica a seconda della sua durata, 181; Le specie affini e gli individui di una stessa specie mostrano talvolta predisposizioni molto diverse a usare il catabolismo aerobico o quello anaerobico, 182 184 Le risposte a una riduzione dell’afflusso di ossigeno dall’ambiente I vertebrati in immersione protratta sfruttano la glicolisi anaerobica, 184; Gli animali che devono affrontare una disponibilità ridotta di O2 nel loro ambiente abituale possono mostrare conformità o regolazione della sintesi aerobica di ATP, 185; Gli anaerobi acquatici: alcuni animali acquatici riescono Capitolo 7 191 L’energetica dell’attività aerobica 191 Come studiare gli animali in attività 194 Il costo energetico di determinate attività fisiche La velocità più vantaggiosa dipende dallo scopo dello sforzo, 195; Il costo di trasporto minimo dipende con regolarità dalle dimensioni corporee e dalla modalità locomotoria, 197 199 Il massimo consumo di ossigeno · VO2max differisce tra gruppi filetici e spesso da una specie al· l’altra dello stesso gruppo filetico, 201; VO2max varia tra gli in· dividui appartenenti alla stessa specie, 202; VO2max risponde all’allenamento, 203 203 L’energetica della vita quotidiana, di routine o di dispendio estremo 204 L’energetica ecologica SCHEDA 7.1. La potenza che alimenta l’aereo a propulsione umana, 200 Domande di ricapitolazione, 205 ◆ Bibliografia ragionata, 206 ◆ Fonti per l’approfondimento, 206 Capitolo 8 208 Le relazioni termiche 210 Temperatura e calore 211 Il trasferimento di calore tra animali e ambiente Conduzione e convezione: la convezione è intrinsecamente più veloce, 212; L’evaporazione: il passaggio dell’acqua da liquido a gas assorbe molto calore, 213; L’irraggiamento termico permette di scambiare calore tra oggetti lontanissimi tra loro, 213 216 La pecilotermia (ectotermia) I pecilotermi esercitano spesso un controllo comportamentale sulla temperatura corporea, 217; I pecilotermi devono essere capaci di funzionare su una certa gamma di temperature corporee, 218; I pecilotermi rispondono all’ambiente in tutti i tre contesti temporali, 218; Risposte acute: il tasso metabolico approssima una funzione esponenziale della temperatura corporea, 218; Risposte croniche: l’acclimatazione spesso attenua i valori di punta della risposta metabolica alla temperatura, 220; I cambiamenti evolutivi: non di rado le specie sono specializzate per vivere alle temperature corporee che le caratterizzano, 222: Temperatura e calore hanno importanza per gli animali in quanto influenzano la velocità dei processi e lo stato funzionale delle molecole, 224; I pecilotermi alle alte VI Indice temperature: le proteine da shock termico contribuiscono a riparare il danno, 229; I pecilotermi minacciati di congelamento: chi lo previene e chi lo tollera, 229 234 L’omeotermia nei mammiferi e negli uccelli Il tasso metabolico si innalza negli ambienti freddi e caldi per far fronte ai costi dell’omeotermia, 235; La forma della curva metabolismo-temperatura dipende dai principi fondamentali dello scambio termico, 235; L’omeotermia è costosa dal punto di vista metabolico, 240; Aggiustamenti del pelame o del piumaggio, del flusso sanguigno e della postura modulano l’isolamento termico, 240; Sotto la termoneutralità è la termogenesi, mediata o no dal brivido, a incrementare la produzione di calore, 241; L’eterotermia regionale: negli ambienti freddi può essere molto vantaggioso lasciare che alcuni tessuti si raffreddino, 242; Lo scambio termico in controcorrente consente una riduzione selettiva del flusso di calore alle appendici, 243; Mammiferi e uccelli in ambienti caldi: la prima linea di difesa spesso non passa per l’evaporazione, 245; Il raffreddamento per evaporazione: l’ultima linea di difesa contro il surriscaldamento, 247; Mammiferi e uccelli si acclimatizzano all’inverno e all’estate, 249; Variazioni evolutive: di frequente le specie sono predisposte per vivere meglio nei rispettivi climi, 250; I mammiferi e gli uccelli talvolta evitano di pagare il prezzo dell’omeotermia con l’ibernazione, il torpore o processi simili, 251 254 I pesci a corpo caldo 257 L’endotermia e l’omeotermia negli insetti Gli insetti che termoregolano durante il volo hanno muscoli alari che devono raggiungere una certa temperatura per sostenersi in aria, 257; Gli insetti solitari utilizzano meccanismi di termoregolazione disparati, 258; Le colonie di api e vespe sociali mostrano spesso forme raffinate di termoregolazione, 259 SCHEDA 8.1. Controllo della termoregolazione, febbre e febbre comportamentale, 236 Domande di ricapitolazione, 260 ◆ Bibliografia ragionata, 260 ◆ Fonti per l’approfondimento, 261 Capitolo 9 263 Cibo, energia e temperatura all’opera: la vita dei mammiferi in luoghi freddissimi 263 Alimentazione, nutrizione, metabolismo energetico e termoregolazione nella vita della renna adulta 266 La renna neonata 269 Come variano nel corso della vita la termoregolazione e la termogenesi dei piccoli mammiferi 271 L’effetto delle dimensioni corporee sulla vita dei mammiferi in ambiente freddo 271 L’ibernazione come strategia per l’inverno: nuovi indirizzi e scoperte Il citello artico va in soprafusione quando iberna, ma si sveglia periodicamente nel corso dell’ibernazione, 272; La composizione dei lipidi consumati prima di ibernare influenza la dinamica dell’ibernazione, 274; I risvegli periodici decurtano l’energia risparmiata con l’ibernazione, ma la loro funzione resta ignota, 275; L’intersezione tra sociobiologia e fisiologia: l’ibernazione sociale come risparmio energetico, 276 © 88-08-07025-5 SCHEDA 9.1. La funzione del grasso bruno delucidata tramite i topi knockout, 267 Domande di ricapitolazione, 277 ◆ Bibliografia ragionata, 277 ◆ Fonti per l’approfondimento, 278 PARTE III I SISTEMI DI INTEGRAZIONE Capitolo 10 280 Il controllo nervoso ed endocrino, i sistemi nervosi e gli orologi biologici 281 La fisiologia del controllo: i neuroni e le cellule endocrine a confronto I neuroni trasmettono segnali elettrici alle cellule bersaglio, 281; Le cellule endocrine diffondono ormoni, 282; I sistemi nervosi ed endocrini tendono a controllare tessuti diversi, 283 284 L’organizzazione e l’evoluzione dei sistemi nervosi Nei sistemi nervosi i neuroni sono organizzati in circuiti funzionali, 284; Gli animali pluricellulari hanno evoluto sistemi nervosi complessi, 285 289 Il sistema nervoso dei vertebrati: una guida alle caratteristiche generali dell’organizzazione dei sistemi nervosi I sistemi nervosi comprendono distretti centrali e periferici, 289; Il sistema nervoso centrale controlla la fisiologia e il comportamento, 289; Ci sono quattro principi di organizzazione funzionale che si applicano all’encefalo dei mammiferi e della maggior parte dei vertebrati, 291; Il sistema nervoso periferico comprende una divisione somatica e una divisione autonoma che controllano parti diverse del corpo, 293 297 Gli orologi biologici Gli organismi hanno un ritmo endogeno, 297; Gli orologi biologici generano ritmi endogeni, 299; Il controllo da parte degli orologi biologici ha dei vantaggi adattativi, 300; Gli orologi endogeni sono correlati con la storia naturale e non sono sensibili alle variazioni di temperatura, 301; Nel meccanismo degli orologi è coinvolto il ritmo dell’espressione di alcuni geni, 302; I loci delle funzioni degli orologi biologici differiscono nei vari animali, 302; Gli orologi circannuali e circatidali: alcuni orologi endogeni regolano ritmi annuali o ritmi legati alle maree, 303; I contatori di tempo o «clessidre» regolano gli intervalli di tempo più brevi, 303 Domande di ricapitolazione, 304 ◆ Bibliografia ragionata, 304 ◆ Fonti per l’approfondimento, 305 Capitolo 11 306 I neuroni 306 L’organizzazione cellulare dei sistemi nervosi I neuroni hanno una struttura adatta alla trasmissione di potenziali d’azione, 307; Le cellule gliali sostengono i neuroni sul piano fisico e metabolico, 308 309 La base ionica dei potenziali di membrana Le membrane plasmatiche hanno proprietà elettriche passive: la resistenza e la capacità, 310; I potenziali a riposo delle membrane dipendono dalla permeabilità selettiva agli ioni: l’equazione di Nernst, 313; Le differenze nella concentrazione io- Indice © 88-08-07025-5 nica derivano dal trasporto attivo di ioni e dalla diffusione passiva, 315; I potenziali di membrana dipendono dalla permeabilità a varie specie ioniche e dal gradiente di concentrazione di tali ioni: l’equazione di Goldman, 317; Anche le pompe elettrogeniche hanno un piccolo effetto diretto sul Vm, 318 319 Il potenziale d’azione I potenziali d’azione sono segnali elettrici del tipo «tutto o nulla» controllati dal voltaggio, 319; I potenziali d’azione sono il risultato di cambiamenti della permeabilità della membrana a certi ioni, 320; La struttura molecolare dei canali ionici controllati dal voltaggio ne rivela le proprietà funzionali, 326; Esistono varianti dei meccanismi ionici delle cellule eccitabili, 330 333 La propagazione dei potenziali d’azione Un potenziale d’azione si propaga stabilendo circuiti di corrente locali, 333; I periodi di refrattarietà della membrana impediscono la propagazione bidirezionale, 334; La velocità di conduzione di un potenziale d’azione dipende dal diametro dell’assone, dalla mielinizzazione e dalla temperatura, 335 SCHEDE 11.1. L’evoluzione dei canali controllati dal voltaggio, 329; 11.2. Gli assoni giganti, 336 Domande di ricapitolazione, 339 ◆ Bibliografia ragionata, 340 ◆ Fonti per l’approfondimento, 340 Capitolo 12 342 Le sinapsi 343 Di solito la trasmissione sinaptica è chimica, ma può essere elettrica Le sinapsi elettriche trasmettono i segnali istantaneamente, 343; Le sinapsi chimiche possono condizionare e amplificare i segnali, 345 347 I potenziali sinaptici controllano l’eccitabilità dei neuroni Le sinapsi su un motoneurone spinale esemplificano le funzioni dei potenziali sinaptici rapidi, 347; Le sinapsi eccitano o inibiscono un neurone per depolarizzazione o per iperpolarizzazione del sito in cui generano l’impulso, 348 349 Gli effetti delle sinapsi chimiche rapide dipendono dall’aumento della permeabilità agli ioni Il funzionamento delle sinapsi chimiche si basa sulla liberazione di neurotrasmettitori e sulla risposta a tali sostanze, 350; I potenziali postsinaptici derivano da cambiamenti della permeabilità controllati dal neurotrasmettitore e indipendenti dal voltaggio, 351; Gli EPSP neuronali somigliano agli EPSP neuromuscolari ma sono più piccoli, 352; Gli IPSP rapidi possono derivare da un aumento della permeabilità al cloruro, 353 354 I neuroni presinaptici liberano molecole di neurotrasmettitore in quanti L’acetilcolina è sintetizzata e conservata nella terminazione presinaptica, 354; La liberazione del neurotrasmettitore dipende dal voltaggio e dal Ca2+, 354; La liberazione del neurotrasmettitore avviene per quanti emessi dalle vescicole, 355; Nelle terminazioni nervose le vescicole sinaptiche sono riciclate in tappe ben definite, 356; Varie proteine partecipano allo svuotamento delle vescicole e al riciclaggio delle loro membrane, 357 VII 358 I neurotrasmettitori appartengono a due tipi generali Un neurone ha un suo tipico neurotrasmettitore, ma può averne più d’uno, 358; Un agente è classificato come neurotrasmettitore se risponde a cinque criteri, 359; I neurotrasmettitori dei vertebrati possono agire in vari modi, 360; I sistemi di neurotrasmettitori si sono conservati nel corso dell’evoluzione, 362 363 I recettori postsinaptici nell’azione ionotropa rapida: i canali controllati dal ligando I recettori dell’ACh sono canali controllati dal ligando e hanno le caratteristiche dei recettori ionotropi, 363; La maggior parte dei canali controllati dal ligando si è evoluta da un progenitore comune, 365 366 I recettori postsinaptici nell’azione metabotropa lenta: i recettori accoppiati a proteine G I recettori metabotropi agiscono per mezzo di un secondo messaggero, 366; La struttura dei recettori accoppiati a proteine G, 367; Le proteine G agiscono tramite effettori intracellulari, 367; Nelle sinapsi che diminuiscono la permeabilità intervengono recettori accoppiati a proteine G, 370 370 La plasticità sinaptica: le sinapsi modificano le loro proprietà nel tempo e con l’attività Il metabolismo dei neurotrasmettitori è regolato in modo omeostatico, 371; L’apprendimento e la memoria potrebbero basarsi sulla plasticità sinaptica, 371 SCHEDA 12.1. Neuropeptidi e dolore: il sistema nervoso produce oppiacei naturali, 361 Domande di ricapitolazione, 377 ◆ Bibliografia ragionata, 378 ◆ Fonti per l’approfondimento, 378 Capitolo 13 379 I processi sensoriali 380 L’organizzazione dei sistemi sensoriali I recettori sono classificati in base alla modalità sensoriale, all’ubicazione della fonte dello stimolo o alla forma di energia trasmessa dallo stimolo, 380; La ricezione sensoriale comprende una serie di operazioni distinte, 382 383 Le funzioni dei recettori e il loro controllo I potenziali del recettore derivano dall’influsso di ioni Na+, 384; I recettori si adattano alla stimolazione prolungata, 384; I recettori codificano l’informazione circa la modalità, l’intensità, la localizzazione e la tempistica dello stimolo, 386; Il controllo efferente può adeguare la sensibilità dei recettori, 387 388 La fotoricezione I fotocettori e gli occhi hanno particolari relazioni evolutive, 388; L’occhio dei vertebrati mette a fuoco la luce sui bastoncelli e sui coni della retina, 389; I bastoncelli e i coni della retina trasducono la luce in un potenziale del recettore iperpolarizzante, 391 396 L’elaborazione sensoriale visiva I neuroni retinici rispondono a schemi di luce e buio, 396; L’encefalo dei vertebrati integra l’informazione visiva tramite vie parallele, 400 VIII Indice 403 I sistemi visivi degli artropodi Gli artropodi hanno occhi composti, 403; I fotocettori degli artropodi vengono depolarizzati dalla luce, 404 405 La meccanocezione I propriocettori monitorizzano le relazioni spaziali del corpo, 405; I recettori dell’equilibrio rilevano la gravità e l’accelerazione per il mantenimento dell’equilibrio, 407; I recettori uditivi trasducono il suono in segnali elettrici, 409 417 La chemiocezione I chemiocettori per contatto degli insetti si trovano nei sensilli, 418; I recettori olfattivi degli insetti avvertono i feromoni e altre sostanze chimiche, 419; Nei vertebrati il senso del gusto comprende quattro o cinque qualità del sapore, 420; L’olfatto dei vertebrati comprende oltre un migliaio di tipi di recettori, 423 425 L’elettrocezione SCHEDA 13.1. La ecolocalizzazione, 414 Domande di ricapitolazione, 426 ◆ Bibliografia ragionata, 427 ◆ Fonti per l’approfondimento, 427 © 88-08-07025-5 453 Il controllo endocrino dell’equilibrio idrico e salino nei vertebrati Gli ormoni antidiuretici permettono di trattenere acqua, 453; Il sistema renina-angiotensina-aldosterone trattiene il sodio, 455; Il peptide natriuretico atriale promuove l’escrezione del sodio e dell’acqua, 456 457 Gli ormoni e gli altri segnali chimici Gli ormoni e i neurormoni si collocano lungo un «continuum di raggio d’azione» dei segnali chimici, 457; Le sostanze paracrine e autocrine sono segnali chimici locali che si distribuiscono per diffusione, 458; I feromoni e i cairomoni sono utilizzati come segnali chimici tra individui, 460 461 La metamorfosi degli insetti La metamorfosi degli insetti può essere graduale o drastica, 462; La metamorfosi degli insetti è controllata da ormoni e da neurormoni, 463 SCHEDE 14.1. L’accoppiamento può provocare una vera dedizione?, 458; 14.2. Gli insetti nella medicina legale, 462 Domande di ricapitolazione, 467 ◆ Bibliografia ragionata, 467 ◆ Fonti per l’approfondimento, 468 Capitolo 14 429 La fisiologia endocrina e neuroendocrina Capitolo 15 469 La riproduzione 430 Un’introduzione ai principi dell’endocrinologia 470 La riproduzione sessuale e asessuale Gli ormoni si legano a recettori molecolari espressi dalle cellule bersaglio, 431; La concentrazione degli ormoni nel sangue varia, 431; La maggioranza degli ormoni rientra in una di tre classi, 431; Le molecole di ormone esercitano il loro effetto producendo modificazioni biochimiche nelle cellule bersaglio, 436 436 Sintesi, conservazione e liberazione degli ormoni Gli ormoni peptidici sono sintetizzati nei ribosomi, conservati in vescicole e secreti quando richiesto, 437; Gli ormoni steroidei sono sintetizzati a partire dal colesterolo, non si accumulano e sono secreti per diffusione, 438 439 Tipi di ghiandole e cellule endocrine 440 Il controllo dei sistemi endocrini: l’ipofisi dei vertebrati L’ipofisi posteriore esemplifica il controllo nervoso delle cellule neurosecretrici, 440; L’ipofisi anteriore esemplifica il controllo neurosecretivo delle cellule endocrine, 442; Gli ormoni e i segnali nervosi modulano le vie di controllo endocrine, 443 445 La risposta allo stress nei mammiferi Il sistema nervoso autonomo e l’asse HPA coordinano la risposta da stress a una minaccia grave, 446; L’asse HPA modula il sistema immunitario, 448; Lo stress cronico ha effetti deleteri, 449; La concentrazione plasmatica dei glucocorticoidi mostra variazioni stagionali, 449 450 Il controllo endocrino del metabolismo dei nutrienti nei mammiferi L’insulina regola i cambiamenti a breve termine della disponibilità dei nutrienti, 450; Il glucagone, assieme all’insulina, agisce in modo da assicurare livelli ematici stabili del glucosio, 451; Anche altri ormoni contribuiscono alla regolazione del metabolismo dei nutrienti, 453 473 La riproduzione dei mammiferi I gameti sono prodotti nelle ovaie e nei testicoli, 473; Gli ovociti maturano periodicamente nel corso di cicli mestruali o di cicli estrali, 474 475 Il controllo ormonale della riproduzione nelle femmine Nel corso di un ciclo si verificano cambiamenti cellulari dinamici nell’ovaia, 476; Lo sviluppo del follicolo è influenzato da ormoni, 478; Gli estrogeni influenzano tessuti bersaglio non ovarici, 479; L’ovulazione è controllata dall’LH, 480; Il corpo luteo è essenziale perché si stabilisca e continui la gestazione, 480; Perché tutti i mammiferi ricambiano ciclicamente l’endometrio? Perché gli esseri umani e pochi altri primati mestruano?, 481 482 Il controllo ormonale della riproduzione nei maschi 486 La fecondazione, la gestazione e il parto nei mammiferi euteri La fecondazione è l’unione di uno spermatozoo e di un ovocita, 486; Lo sviluppo comincia nell’ovidotto e l’impianto stabilisce la gravidanza, 487; Il trofoblasto embrionale e l’endometrio materno formano la placenta, 489; Il parto richiede modificazioni cellulari e segnali nervosi e ormonali coordinati, 490 491 La lattazione 492 La massimizzazione del successo riproduttivo SCHEDE 15.1. La «menopausa maschile» in un topo marsupiale, 475; 15.2. La determinazione del sesso nei mammiferi, 484 Domande di ricapitolazione, 493 ◆ Bibliografia ragionata, 494 ◆ Fonti per l’approfondimento, 494 Indice © 88-08-07025-5 Capitolo 16 496 I sistemi d’integrazione all’opera: la navigazione animale 497 Il valore adattativo della navigazione animale Le abilità di navigazione promuovono il successo riproduttivo, 497; Le abilità di navigazione facilitano il procacciamento del cibo, 498; La navigazione è necessaria negli animali che effettuano migrazioni, 499 499 Le strategie di navigazione Seguire una pista è la forma più elementare di navigazione animale, 500; Nel pilotaggio gli animali seguono una serie discontinua di indizi appresi, 500; L’integrazione della traiettoria è una forma di determinazione del punto stimato, 501; Gli animali ricavano informazioni sulla direzione geografica da indizi ambientali, 502; Alcuni animali sembrano possedere un senso della mappa, 508; Le tartarughe marine illustrano il nostro grado di conoscenza della navigazione animale, 510 511 Componenti innate e apprese della navigazione In alcune forme di navigazione gli aspetti innati hanno un peso importante, 511; Nei vertebrati l’ippocampo è un’area encefalica cruciale per l’apprendimento e la memoria spaziali, 511 Domande di ricapitolazione, 513 ◆ Bibliografia ragionata, 513 ◆ Fonti di approfondimento, 513 PARTE IV I MUSCOLI E IL MOVIMENTO Capitolo 17 516 I muscoli 517 Le cellule del muscolo scheletrico dei vertebrati I filamenti spessi e i filamenti sottili sono polimeri di unità proteiche dotati di una polarità, 519; La contrazione dei muscoli richiede ATP, 519; La contrazione è controllata dal calcio e dalle proteine regolative tropomiosina e troponina, 521 522 L’accoppiamento eccitazione-contrazione 524 Il muscolo scheletrico intero La contrazione muscolare è la forza generata da un muscolo durante l’attività dei ponti trasversali, 524; La risposta meccanica di un muscolo a un singolo potenziale d’azione è una scossa semplice, 526; La velocità di accorciamento decresce al crescere del carico, 526; La tensione sviluppata da un muscolo è determinata dalla frequenza dei potenziali d’azione, 526; Il mantenimento della concentrazione citoplasmatica del calcio permette la sommazione e il tetano, 537; La tensione sviluppata da un muscolo dipende dalla lunghezza del muscolo al momento della stimolazione, 527; La quantità di lavoro che un muscolo può effettuare dipende in generale dal suo volume, 528 529 L’energetica del muscolo La fonte immediata di energia che alimenta la contrazione muscolare è l’ATP, 529; Le fibre muscolari dei vertebrati si classificano in due tipi, 532 536 Il controllo nervoso del muscolo scheletrico Il modello dei vertebrati si basa su muscoli organizzati in unità motrici, 536; L’innervazione dei muscoli tonici dei vertebrati segue un modello intermedio tra il modello dei vertebrati e il IX modello degli artropodi, 536; Nel modello degli artropodi ciascuna fibra muscolare riceve una innervazione multiterminale da più neuroni, 537 538 Il muscolo liscio dei vertebrati 540 Il muscolo cardiaco dei vertebrati SCHEDE 17.1. I pesci elettrici sfruttano muscoli scheletrici modificati per generare scariche elettriche, 530; 17.2. Il volo degli insetti, 534 Domande di ricapitolazione, 541 ◆ Bibliografia ragionata, 542 ◆ Fonti di approfondimento, 542 Capitolo 18 544 Il controllo del movimento: le basi motorie del comportamento animale 544 Il background del comportamento: i riflessi e gli schemi fissi d’azione 545 I circuiti nervosi che mediano gli atti riflessi e gli atti fissi Il comportamento di fuga dei gamberi d’acqua dolce è un atto fisso mediato da un interneurone gigante, 545; La retrazione della branchia in Aplysia è un atto riflesso, 547; I riflessi spinali dei vertebrati permettono una compensazione in base alle circostanze, oltre che avviare dei movimenti, 548; I motoneuroni sono attivati primariamente da segnali centrali, piuttosto che da riflessi spinali, 551 553 Gli schemi d’azione: la generazione nervosa del comportamento ritmico Il volo delle locuste deriva da una complessa interazione tra controllo centrale e periferico, 553; I generatori di schemi sono attivati da neuroni di comando, 555; Ci sono diversi meccanismi di generazione centrale dello schema, 556; I generatori centrali di schemi possono essere alla base di comportamenti relativamente complessi, 559 560 Il controllo e la coordinazione del movimento dei vertebrati Nella locomozione dei gatti è coinvolto un generatore centrale di schema, 560; La generazione di movimenti coinvolge varie aree dell’encefalo dei mammiferi, 561 Domande di ricapitolazione, 567 ◆ Bibliografia ragionata, 567 ◆ Fonti di approfondimento, 567 Capitolo 19 568 Muscoli e movimenti all’opera: i muscoli nella salute e nelle malattie umane 569 L’esercizio fisico La prestazione contrattile di un muscolo dipende dalla potenza prodotta, 570; L’allenamento di resistenza provoca cambiamenti nel tipo di fibra, nella densità dei capillari e nella densità di mitocondri, 570; L’allenamento di potenziamento provoca l’ipertrofia e il cambiamento del tipo di fibra, 574; Lo stiramento e la generazione di forza attivano la sintesi di proteine nei muscoli dei conigli, 575 575 L’atrofia Gli esseri umani sono soggetti all’atrofia se sottoposti alla microgravità, 576; Per studiare l’atrofia da disuso nei piccoli mammiferi si utilizzano varie tecniche, 577; Il disuso influenza la X Indice composizione in fibre dei muscoli, 577; L’atrofia muscolare nell’invecchiamento, 578; In alcuni animali si verifica un’atrofia da disuso modesta o nulla, 580 580 Le malattie dei muscoli La DMD è il frutto della mutazione del gene DMD del braccio corto del cromosoma X, 581; La distrofina collega l’actina F al sarcolemma, 581 SCHEDA 19.1 Non c’è tempo da perdere, 580 Domande di ricapitolazione, 583 ◆ Bibliografia ragionata, 583 ◆ Fonti per l’approfondimento, 583 © 88-08-07025-5 L’azione di pompaggio bocca-opercolo dà impulso alla ventilazione branchiale, 610; Molti pesci usano la ventilazione dinamica occasionalmente, altri sempre, 612; I pesci ricorrono a una maggiore ventilazione soprattutto in caso di sforzo fisico e di carenza di O2, 612; Centinaia di specie di pesci ossei sono capaci di respirare aria, 613 614 La respirazione negli anfibi Le branchie, i polmoni e la pelle vengono usati in varie combinazioni per ottenere gli scambi gassosi, 615 616 La respirazione nei rettili 618 La respirazione nei mammiferi PARTE V OSSIGENO, BIOSSIDO DI CARBONIO E TRASPORTO INTERNO Capitolo 20 586 Introduzione alla fisiologia dell’ossigeno e del biossido di carbonio 587 Le proprietà dei gas in fase gassosa e in soluzioni acquose I gas in fase gassosa, 587; I gas in soluzione, 588 589 La diffusione dei gas I gas diffondono molto più prontamente attraverso fasi gassose che attraverso soluzioni acquose, 590; Le molecole di gas che si combinano chimicamente con altre molecole cessano di contribuire alla pressione parziale di quel gas, 591 592 Il trasporto convettivo dei gas Il trasporto di gas negli animali avviene spesso per alternanza di convezione e diffusione, 594 595 La «cascata» della pressione parziale dell’ossigeno 596 Come esprimere in unità diverse le quantità e le pressioni parziali dei gas 597 Le proprietà fisiche contrastanti dell’aria e dell’acqua 598 Gli ambienti respiratori SCHEDE 20.1. Su quali distanze la diffusione può soddisfare il fabbisogno di O2 dei tessuti?, 591; 20.2. Le correnti ambientali come induttori di flussi interni, 593 Domande di ricapitolazione, 599 ◆ Fonti per l’approfondimento, 599 Capitolo 21 600 La respirazione esterna: la fisiologia del respiro 601 I concetti fondamentali della respirazione esterna 603 I principi degli scambi gassosi tramite ventilazione attiva La pressione parziale dell’O2 nel sangue che esce da un organo respiratorio dipende dalla relazione tra il flusso del sangue e il flusso d’aria o d’acqua, 603; Le variazioni relative di pressione parziale dell’ossigeno e del biossido di carbonio dipendono dal fluido inalato, aria o acqua, 605 606 Premessa alla respirazione dei vertebrati 609 La respirazione nei pesci Il volume polmonare totale viene utilizzato in diversi modi a seconda del tipo di respirazione, 618; Il gas delle vie aeree profonde differisce dall’aria atmosferica perché è statico e ha una diversa composizione, 619; Il diaframma, insieme ai muscoli intercostali e addominali, sviluppa la forza necessaria per la ventilazione, 620; Il controllo della ventilazione, 621; In specie di dimensioni diverse il volume polmonare tende a rimanere in proporzione costante, rispetto alla mole corporea, mentre la frequenza del respiro varia in proporzione allometrica, 623; I surfattanti polmonari evitano che i polmoni si affloscino, 625 626 La respirazione negli uccelli Un meccanismo a mantice assicura la ventilazione, 628; L’aria si muove con flusso unidirezionale attraverso i parabronchi, 629; Il sistema di scambio gassoso è del tipo controcorrente, 629 630 La respirazione negli invertebrati acquatici e gruppi simili I molluschi presentano una straordinaria diversificazione di organi respiratori, pur costruiti secondo un’architettura comune, 630; Tra i crostacei decapodi si annoverano animali importanti, di cui molti respirano nell’acqua, alcuni nell’aria, 632 633 La respirazione negli insetti e in altri artropodi tracheati Nel sistema tracheale la diffusione è importante per il trasporto dei gas, 635; Alcuni insetti ricorrono palesemente alla ventilazione, 636; La ventilazione microscopica è molto più comune di quanto non si sospettasse fino a dieci anni fa, 636; La regolazione del respiro, 636; Alcuni insetti hanno branchie o polmoni formati da trachee, 637; Molti insetti acquatici respirano sott’acqua attraverso gli spiracoli attingendo a spazi gassosi esterni, 637 SCHEDE 21.1. I mammiferi ad alta quota, 624; 21.2. Lo sviluppo degli uccelli: far schiudere l’uovo riempiendo di aria i polmoni, 630; 21.3. I polmoni lamellari degli aracnidi, 638 Domande di ricapitolazione, 638 ◆ Bibliografia ragionata, 639 ◆ Fonti per l’approfondimento, 639 Capitolo 22 641 Il trasporto dell’ossigeno e del biossido di carbonio nei fluidi corporei (con un’introduzione alla fisiologia acido-base) 643 Le proprietà chimiche e la distribuzione dei pigmenti respiratori Le emoglobine contengono l’eme e sono i pigmenti respira- Indice © 88-08-07025-5 tori più diffusi, 644; In molti artropodi e molluschi si trovano emocianine a base di rame, 646; Le clorocruorine riscontrate in certi anellidi somigliano alle emoglobine, 647; Le emoeritrine a base di ferro non contengono l’eme e compaiono in quattro phyla, 647 648 Le caratteristiche dei legami tra l’O2 e i pigmenti respiratori Il trasporto di O2 nel sangue umano ci offre un esempio informativo, 649; Una serie di principi generali aiuta a capire come i pigmenti respiratori trasportino l’O2, 652; La forma della curva di dissociazione dell’ossigeno dipende dalla cooperatività dei siti di legame per l’O2, 652; I pigmenti respiratori mostrano una vasta gamma di affinità per l’O2, 654; L’effetto Bohr: l’affinità per l’O2 dipende dalla pressione parziale di CO2 e dal pH, 654; L’effetto Root: in rari casi il CO2 e il pH influenzano la capacità dei pigmenti respiratori di trasportare ossigeno, 656; Effetti termici: l’affinità per l’ossigeno dipende dalla temperatura dei tessuti, 657; Spesso i modulatori organici esercitano effetti cronici sull’affinità per l’ossigeno, 657; Anche gli ioni inorganici possono fare da modulatori dei pigmenti respiratori, 658 659 Le funzioni dei pigmenti respiratori negli animali I modelli del trasporto di O2 nella circolazione: il modello dei mammiferi è diffuso ma non universale, 660; I pigmenti respiratori spesso mostrano differenze di affinità per l’O2 che ne rendono più efficace il trasporto, 661; Le differenze di affinità dovute alla distanza evolutiva in specie imparentate, 662; Nell’individuo la fisiologia dei pigmenti respiratori va soggetta ad acclimatazione e acclimatizzazione, 663; Certi pesci polari vivono senza emoglobina, 663 664 Il trasporto del biossido di carbonio I tamponi ematici determinano la quantità di bicarbonato che si forma, 665; Il trasporto del biossido di carbonio si interpreta con le curve di dissociazione del biossido di carbonio, 667; L’effetto Haldane: la curva di dissociazione del biossido di carbonio dipende dall’ossigenazione del sangue, 668; Nei vertebrati, particolari aspetti cruciali del trasporto di CO2 dipendono dall’anidrasi carbonica e dal trasporto di anioni, 669 670 La fisiologia acido-base La regolazione acido-base comporta l’escrezione o la ritenzione delle sostanze chimiche che influenzano la concentrazione di H+, 671; Le alterazioni dell’equilibrio acido-base ricadono tra i disturbi respiratori o metabolici, 671 SCHEDE 22.1. Gli spettri di assorbimento dei pigmenti respiratori, 642; 22.2. I globuli rossi del sangue: cosa sono e come vengono prodotti, 647; 22.3. Sangue e circolazione nei mammiferi ad alta quota, 664 Domande di ricapitolazione, 672 ◆ Bibliografia ragionata, 673 ◆ Fonti per l’approfondimento, 673 Capitolo 23 675 La circolazione 676 I cuori Il cuore come pompa: l’attività cardiaca si può analizzare in termini fisici come un ciclo di pompaggio, 677; La circolazione deve erogare O2 al miocardio, 678; Gli impulsi elettrici per la contrazione cardiaca possono aver origine in cellule muscolari o in cellule nervose, 680; Ogni cuore produce un XI quadro caratteristico di segnali elettrici, l’elettrocardiogramma, 682; L’attività cardiaca è modulata da controlli ormonali, nervosi e intrinseci, 683 684 I principi di pressione, resistenza e flusso nei sistemi vascolari Il flusso del sangue dipende dalle differenze di pressione del sangue e dalla resistenza vascolare, 686; La dissipazione di energia: durante la circolazione la pressione e la velocità di flusso del sangue si trasformano in calore, 687 687 La circolazione nei mammiferi e negli uccelli Il sistema circolatorio è chiuso, 688; Ogni parte della circolazione sistemica ha caratteristiche distintive sia anatomiche sia funzionali, 688; I mammiferi e gli uccelli hanno un circuito sistemico ad alta pressione, 691; I fluidi si scambiano con modalità complesse attraverso le pareti dei capillari sistemici, 692; Il circuito polmonare è un sistema a pressione relativamente bassa, 693; Durante l’attività fisica il flusso di sangue aumenta per la variazione armonica della gittata cardiaca e della resistenza vascolare, 693; La fisiologia circolatoria delle varie specie si è andata diversificando con l’evoluzione, 694 695 La circolazione nei pesci Gli organi per la respirazione aerea dei pesci hanno una disposizione anatomica della circolazione che pone interrogativi ancora senza risposta, 696; I pesci polmonati hanno specializzazioni che portano a separare il sangue ossigenato da quello deossigenato, 698 700 La circolazione negli anfibi e nei rettili 702 Commenti conclusivi sui vertebrati 702 Gli invertebrati con sistema circolatorio chiuso 703 Gli invertebrati con sistema circolatorio aperto Il sistema circolatorio dei crostacei offre un esempio di sistema aperto, 704; I sistemi aperti differiscono da quelli chiusi per come funzionano, ma possono assomigliare per gli aspetti cruciali, 706 SCHEDE 23.1. Gli animali a respirazione intermittente possono trarre vantaggio da una circolazione centrale divisa solo parzialmente, 700; 23.2. Una sintesi del trasporto di O2 nei cefalopodi, ovvero, la fatica di essere atleti, 703; 23.3. Ossigeno e circolazione: il messaggio dal mondo degli insetti, 707 Domande di ricapitolazione, 709 ◆ Bibliografia ragionata, 710 ◆ Fonti per l’approfondimento, 710 Capitolo 24 712 Il trasporto interno dell’ossigeno e del biossido di carbonio all’opera: la vita subacquea dei mammiferi marini 712 Atti e comportamenti della vita subacquea 715 I tipi di immersione subacquea e l’importanza del metodo 715 La fisiologia: un inquadramento generale 717 Le scorte di ossigeno negli animali capaci di immersione Nei mammiferi capaci di immersione le scorte ematiche di O2 tendono a essere abbondanti, 717; I mammiferi capaci di immersione hanno forti concentrazioni di mioglobina e ampie XII Indice riserve di O2 legato alla mioglobina, 717; I mammiferi capaci di immersione usano i polmoni come riserva di O2, ma non tutti alla stessa maniera, 717; Le riserve totali di O2 non consentono mai che le immersioni di massima durata avvengano in aerobiosi totale, 719 720 La ridistribuzione del circolo durante le immersioni La vasocostrizione regionale: durante le immersioni forzate o prolungate gran parte del corpo di un mammifero marino viene escluso dal circolo sanguigno, 720; La bradicardia da immersione adegua la gittata cardiaca ai compiti circolatori, 722; Negli animali che si immergono in libertà le risposte cardiovascolari sono graduali, 722; Tra una sequenza di immersioni e la successiva alcune foche rimuovono gli eritrociti dal sangue circolante, 723 724 Il metabolismo durante l’immersione Durante le immersioni forzate o prolungate il corpo va incontro a una suddivisione metabolica, 724; I limiti metabolici alla durata delle immersioni dipendono dalla disponibilità di O2, dal consumo di O2 e dall’accumulazione dell’acido lattico, oltreché dalla tolleranza dei vari tessuti, 726 727 Il limite dell’immersione aerobica: un indicatore fisiologico per capire il comportamento degli animali che si immergono 729 La sindrome da decompressione La sindrome da decompressione nell’uomo deriva di solito dall’assorbimento di N2 da una fonte di aria compressa, 729; Nell’uomo le immersioni in apnea devono ripetersi molte volte di seguito per provocare la sindrome da decompressione, 730; I mammiferi marini evitano la sindrome da decompressione scendendo in profondità ad alveoli collassati, 731; Le immersioni troppo superficiali per il collasso alveolare presentano particolari problemi, 731 732 È plausibile che il sequestro dell’O2 polmonare comporti qualche vantaggio nelle immersioni profonde SCHEDA 24.1. L’evoluzione della risposta cardiovascolare dei vertebrati all’asfissia, 724 Domande di ricapitolazione, 732 ◆ Bibliografia ragionata, 733 ◆ Fonti per l’approfondimento, 733 PARTE VI ACQUA, SALI ED ESCREZIONE Capitolo 25 736 La fisiologia dell’acqua e dei sali: introduzione e meccanismi 737 L’importanza dei fluidi corporei animali 738 Le relazioni tra i fluidi corporei 739 Tipi di regolazione e di conformità 741 Gli ambienti acquatici naturali 741 Gli ambienti naturali terrestri 745 Gli organi per la regolazione del sangue Gli effetti regolatori della funzione renale sulla pressione osmotica dipendono dal rapporto U/P osmotico, 746; Gli effetti regolatori della funzione renale sul volume dipendono dalla quantità di urina prodotta, 747; Gli effetti regolatori della fun- © 88-08-07025-5 zione renale sulla concentrazione degli ioni dipendono dal rapporto U/P ionico, 747 748 L’acqua come componente dei cibi e come bevanda Bere acqua salata non fornisce acqua all’organismo, 748; Le piante e le alghe a fluidi tissutali salati pongono problemi di carico salino agli erbivori, 748; I cibi seccati all’aria contengono quantità variabili di acqua, 749; I cibi ricchi di proteine tendono ad avere effetti disidratanti sugli animali terrestri, 749 749 L’acqua metabolica L’acqua metabolica è particolarmente importante negli animali efficienti nel conservare acqua, 750 752 La fisiologia osmoionica delle cellule nei tessuti La maggior parte degli animali si serve di soluti organici per regolare il volume cellulare, 752; I soluti organici hanno svolto un ruolo importante nella messa a punto della pressione osmotica intracellulare durante l’evoluzione, 754 755 Dagli osmoliti ai soluti compatibili: termini e concetti SCHEDA 25.1. Il guadagno netto di acqua metabolica nel ratto canguro, 751 Domande di ricapitolazione, 756 ◆ Bibliografia ragionata, 756 ◆ Fonti per l’approfondimento, 756 Capitolo 26 758 La fisiologia idrica e salina degli animali nel loro ambiente 759 Gli animali d’acqua dolce Gli scambi passivi di acqua e ioni: gli animali d’acqua dolce tendono ad assumere acqua per osmosi e a perdere gli ioni principali per diffusione, 759; Meccanismi di regolazione simili accomunano moltissimi tipi di animali d’acqua dolce, 761; Alcuni tipi di animali d’acqua dolce mostrano sistemi di regolazione fuori del comune, 764; Perché la maggior parte degli animali d’acqua dolce produce urina diluita?, 764 765 Gli animali marini La maggior parte degli invertebrati marini è isosmotica all’acqua marina, 765; I missinoidi sono gli unici vertebrati che hanno concentrazioni ioniche nel sangue tali da renderli isosmotici all’acqua marina, 766; I pesci teleostei marini sono decisamente iposmotici rispetto all’acqua di mare, 766; Alcuni artropodi di acqua salata sono regolatori iposmotici, 770; Anche i rettili, gli uccelli e i mammiferi marini sono regolatori iposmotici, 770; I pesci elasmobranchi marini sono iperosmotici ma ipoionici rispetto all’acqua marina, 772 775 Gli animali che sopportano variazioni della salinità I pesci migratori offrono un esempio estremo di regolazione iper-iposmotica, 776; Gli animali modificano il rapporto con la salinità ambiente in tutti i contesti temporali, 777 778 Le risposte di animali acquatici al disseccamento dell’habitat 778 Gli animali terrestri: principi fisiologici fondamentali Un tegumento poco permeabile all’acqua è d’obbligo per ridurre le perdite evaporative nell’ambiente subaereo, 779; Le perdite evaporative respiratorie dipendono da come funzio- Indice © 88-08-07025-5 nano gli organi respiratori e dal tasso metabolico, 780; Il tasso complessivo di perdita idrica evaporativa dipende dalle dimensioni dell’animale e dal gruppo filogenetico, 783; La perdita idrica escretoria dipende dalle capacità di concentrazione degli organi escretori e dalla quantità di soluto che deve essere escreta, 784; A volte gli animali terrestri vanno in quiescenza o tollerano notevoli scostamenti dall’omeostasi per superare le crisi da carenza di acqua, 785; Negli animali terrestri allo stato selvatico il tasso complessivo di ricambio idrico segue un andamento allometrico, 786 787 Gli animali terrestri: studio di casi specifici Gli anfibi occupano habitat molto diversificati, nonostante le loro scarse capacità di limitare le perdite idriche, 787; Gli invertebrati xerofili: conservando l’acqua in modi raffinati, alcuni insetti e aracnidi hanno esigenze idriche modeste, 789; I vertebrati xerofili: studiare i sauri e i piccoli mammiferi contribuisce a chiarire la complessità della vita nel deserto, 789 793 Il controllo dell’equilibrio idrico e salino negli animali terrestri SCHEDE 26.1. Dov’erano in origine i vertebrati?, 767; 26.2. Epiteli che secernono NaCl, 769; 26.3. L’evoluzione della sintesi dell’urea nei vertebrati, 773; 26.4. La vita come stato morfologico e niente di più, 779; 26.5. Come studiare l’evoluzione fisiologica con la selezione artificiale, 790 Domande di ricapitolazione, 795 ◆ Bibliografia ragionata, 796 ◆ Fonti per l’approfondimento, 796 Capitolo 27 798 I reni e l’escrezione (con cenni sull’escrezione dell’azoto) 799 I meccanismi fondamentali della funzione renale La pre-urina entra nei tubuli renali per ultrafiltrazione o secrezione, 799; La pre-urina viene di solito ampiamente modificata prima di essere escreta nella formulazione definitiva, 802 802 La formazione dell’urina negli anfibi Il tubulo contorto prossimale riassorbe gran parte del filtrato senza modificare la pressione osmotica, 803; Il tubulo contorto distale regola l’escrezione idrica operando il riassorbimento differenziale di acqua e soluti, 804; L’ADH esercita un insieme organico di controlli sulla funzione del nefrone, 807; Il contributo funzionale della vescica alla formazione dell’urina negli anfibi, 807; Il sistema escretore degli anfibi è predisposto per eliminare urea, 808 808 La formazione dell’urina nei mammiferi I nefroni conferiscono al rene dei mammiferi una struttura caratteristica, sia presi uno per uno sia presi nel loro insieme, 808; Il ruolo dell’ansa di Henle nel concentrare l’urina rivelato dall’anatomia comparata, 810; La moltiplicazione controcorrente è il meccanismo chiave per concentrare l’urina, 812; I tubuli renali svolgono molte funzioni per produrre urina definitiva, 819 822 La formazione dell’urina in altri vertebrati I pesci teleostei d’acqua dolce e di acqua marina hanno nefroni diversi per struttura e per funzione, 822; I rettili hanno nefroni come quelli degli anfibi, mentre gli uccelli ne hanno di due tipi, uno dei quali somiglia al nefrone dei mammiferi, 823 XIII 824 La formazione dell’urina nei crostacei decapodi 825 La formazione dell’urina nei molluschi 826 La formazione dell’urina negli insetti I tubuli malpighiani formano la pre-urina e a volte ne modificano la composizione, 826; L’intestino terminale modula la composizione, la concentrazione e il volume dell’urina, 827 830 Elaborazione chimica ed escrezione dell’azoto di rifiuto La condizione ammoniotelica è primitiva, 830; L’urea è più dispendiosa da sintetizzare ma meno tossica dell’ammoniaca, 831; L’acido urico e i composti affini sequestrano l’azoto in una forma poco solubile, 832 SCHEDE 27.1. Concentrazione o quantità, 805; 27.2. La clearance renale e altri metodi di studio funzionale del rene, 806; 27.3. Moltiplicatori controcorrente e scambiatori controcorrente, 814; 27.4. Perché i mammiferi non sono uricotelici?, 833 Domande di ricapitolazione, 834 ◆ Bibliografia ragionata, 835 ◆ Fonti per l’approfondimento, 835 Capitolo 28 837 Acqua, sali ed escrezione all’opera: i mammiferi dei deserti e delle savane aride 837 L’ambiente dei deserti e delle savane aride 838 Le relazioni degli animali con l’acqua In termini di costi idrici una grossa mole è vantaggiosa, 838; La specie che coesistono risultano diversificate come consumi di acqua da bere, 840; I conflitti per l’acqua minacciano gli animali e l’uomo, 842; Tutte le specie di grandi erbivori hanno bisogno di acqua precostituita in quantità notevoli, 844; Spesso nei deserti e nelle savane le risorse idriche si intrecciano in modo complesso con quelle alimentari, 845 846 Gli adattamenti straordinari di alcune specie particolari Gli orici segnano il punto più alto della capacità di sopravvivere nel deserto, 847; La gazzella di Grant e la gazzella di Thomson differiscono per il rapporto con l’acqua, 849; Il dromedario non accumula una riserva di acqua, ma la conserva e tollera una forte disidratazione, 849 Domande di ricapitolazione, 851 ◆ Bibliografia ragionata, 851 ◆ Fonti per l’approfondimento, 851 862 Appendici A. Riferimenti bibliografici, 852; B. Il Système International e altre unità di misura, 853; C. Prefissi indicanti gli ordini di grandezza, 855; D. I gas a temperatura e pressione standard, 856; E. Come descrivere con linee rette i dati sperimentali, 857; F. I logaritmi, 859; G. Equazioni esponenziali e allometriche, 861; H. Mitosi e meiosi, 863; I. Gli amminoacidi standard, 866; J. I termini fondamentali della fisica, 867 869 Glossario 897 Fonti delle illustrazioni 905 Indice analitico