D1 IL SORRISO DI VENERE A ZACINTO Né più mai toccherò le sacre sponde ove il mio corpo fanciulletto giacque, Zacinto mia, che te specchi nell'onde del greco mar da cui vergine nacque Venere, e fea quelle isole feconde col suo primo sorriso D2 SAFFO D3 “… Elena che superava ogni donna in bellezza, abbandonato il suo illustre marito, andò a Troia per mare, scordando del tutto la figlia, e i genitori. La dea di Cipro tutta la travolse nel folle amore" Eschilo Agamennone 691-698 D4 "Il nome di Elena, la sposa di guerra, la donna contesa; poiché Elena, la sterminatrice di navi, di uomini, di città, lasciando le preziose coltri del talamo, salpò via, portata dal soffio di un vento gagliardo... Eschilo Agamennone Elène (Hlšnh ) la sterminatrice èlaunos, (›lenauj) di navi èlandros, (›landroj) di uomini elèptolis (˜lšptolij)) di città D5 Omero, Iliade III, 121/191 trad. G.Cerri D6 Iris intanto venne messaggera ad Elena dalle bianche braccia… La trovò nella stanza: quella tesseva un gran manto doppio, tinto di porpora, e molte avventure ci ricamava che i Troiani, provetti cavalieri, e gli Achei vestiti di bronzo affrontarono a causa di lei sotto i colpi di Ares D7 Non è motivo di biasimo, se per tale donna a lungo Troiani e Achei sopportano dolori: maledettamente somiglia d’aspetto alle dee immortali Ma tuttavia pur così bella sulle navi ritorni, che a noi e ai nostri figli non resti sventura in futuro. N. Loraux “Il femminile e l'uomo greco...‘ Il fantasma della sessualità' D8 Elena vive al di fuori di Elena come oggetto bramato e per questo sono usati ampiamente i neutri • àgalma (¥galma), cosa preziosa, • kallìsteuma, (kall…steuma) cosa bella, • tèras (tšraj) cosa straordinaria, • thàuma (qaÚma) cosa prodigiosa, • ma anche pèma (pÃma), flagello. D9 Omero, Iliade III, 15-17 Quando (i due eserciti) furono di fronte, alla testa dei Troiani era Alessandro – simile-a-un-dio; sulle spalle una pelle di pardo e l’arco ricurvo e la spada D10 [come un leone affamato che si imbatte in un cervo o in un capro selvatico] così gioì Menelao dinanzi a sé vedendo Alessandro – simile-a-un-dio 27-28 Ma non appena lo vide, Alessandro – simile-a-un-dio rimase atterrito in cuor suo e si tirava indietro nel gruppo dei compagni per schivare la morte. Come uno che ha visto un serpente… 30-33 D11 D12 Paride maledetto, per bellezza il più valoroso, pazzo di donne, ngannatore… ridono gli Achei a pensare che il nostro campione primeggia, perché ha bello l’aspetto, ma non ha forza nel cuore né un po’ di coraggio. … Non affronteresti dunque Menelao? Capiresti che uomo è colui del quale possiedi la sposa fiorente; non ti sarebbe d’aiuto la cetra né quanto ti ha dato Afrodite, la bellezza e la chioma, quando fossi lì nella polvere a batterti. (IL. III 40 – 55) D13 … A lui disse in risposta Alessandro – simile-a-un-dio (hai ragione anche se le tue parole sono taglienti come la scure che taglia il legno per le navi) non mi rinfacciare i gradevoli doni di Afrodite d’oro: non si possono certo respingere i doni preziosi degli dei, quelli che loro concedono, né si può scegliere a proprio piacere. (IL. III 64 – 66) D14 Su vieni, Alessandro ti manda a dire di tornartene a casa. Lui è già in camera, sopra il letto tornito con arte, splendente di bellezza ed eleganza; non diresti davvero che torni da uno scontro corpo a corpo, ma piuttosto che vada ad un ballo, o abbia smesso appena e si riposi dal ballo D15 Elena: Io non andrò laggiù a preparare il suo letto – sarebbe vergognoso davvero Elena figlia di Zeus vi si mise a sedere distogliendo altrove lo sguardo D16 Ma vieni, mettiamoci a letto e godiamo l’amore: mai il desiderio di te mi ha sconvolto la mente con tanta violenza neppure il primo giorno in cui mi sono unito a te d’amore e di letto tanto ora ho voglia di te e dolce mi prende il desiderio. Disse e s’avviò al letto per primo: lo seguì la sua donna ILIADE VI D17 come un cavallo stallone appena nutrito alla greppia strappa la corda e galoppa felice nel piano …orgoglioso tiene alta la testa, intorno i suoi crini svolazzano sopra le spalle; egli gode del proprio vigore Euripide, Elena , Prologo D18 ( trad. E. Romagnoli) Era rabbiosa getta tra le braccia di Paride non me, ma un’ immagine (èidolon èmpnoun) una bambola d’aria che si muove e respira… Crede di possedere me e stringe una vuota apparenza… I greci si lanciano alla riconquista non di me, ma del mio nome soltanto Euripide, Elena ( trad. E. Romagnoli) • Elena Quella è un fantasma: a Troia io non andai… • Nunzio Che dici? Le nostre pene furono per una nuvola?" D19 ILIADE VI 344-358 D20 LONGONI • Cognato mio, d’una cagna malefica, odiosa, almeno quel giorno che mia madre mi partorì m’avesse spazzata via il vento o il mare in tempesta m’avesse travolta… a te tante angosce toccarono per colpa di me, cagna, e della follia di Alessandro… SAFFO Eros, belva dolce-amara, invincibile, simile a vento scatenato fra querce sui monti, nell’intimo mi eccita e sconvolge, Eros scioglimembra D21 D22 D23 APULEIO Metamorphoseon libri ovvero Asinus aureus (post 158) Le Metamorfosi di Apuleio mostrano i caratteri del romanzo di formazione. La favola di Amore e Psiche , grazie al rilievo derivante dalla posizione e dalla lunga estensione ( 64 capitoli), assume valore centrale nei confronti del destino di Lucio La fabula • PRESENTAZIONE: Straordinaria bellezza di • • • • • • D24 Psyche ESORDIO: Per invidia Venere la espone a un mostro PROVA: Amore di Cupido e divieto di vedere lo sposo DANNO: Disubbidienza di Psiche e inevitabile, immediato distacco PERIPEZIE: Dolorosa espiazione di Psiche (3 prove) SPANNUNG: Ultimo inganno di Venere NOZZE e onori tributati a Psiche, assunta a dea. LE PROVE D25 • Una montagna di sette tipi di semi da separare • Un ricciolo d’oro di capre feroci • L’acqua nera della roccia dei draghi • Un po’ della bellezza di Proserpina IL SENSO Passaggio dall’adolescenza alla compiuta crescita affettiva Ricongiungimento di corpo e anima D26 CATULLO ,Carmina , LXXII Dicebas quondam solum te nosse Catullum Lesbia, nec prae me velle tenere Iovem. Dilexi tum te non tantum ut vulgus amicam sed pater ut gnatos diligit et generos. D27 CATULLO ,Carmina ,CIX D28 Iucundum, mea vita, mihi proponis amorem hunc nostrum inter nos pepetuumque fore. Di magni, facite ut vere promittere possit, atque id sincere dicat et ex animo, ut liceat nobis tota perducere vita aeternum hoc sanctae foedus amicitiae La bellezza dell’amore • Eros: scoperta, ricerca costante e • nuova dell’altro, oltre l’abitudine Filia: dedizione reciproca, dono di sé, gratuità del bene • Agape : comunione di vita, progetto condiviso D29 D30