Economia e morale
nell'enciclica
« Caritas in veritate »
di
Benedetto XVI
(2009)
1
Carità e Verità sono i «due termini che hanno
segnato il magistero in questi anni di
pontificato» di Benedetto XVI.
E non è quindi un caso che la prima enciclica
sociale di Benedetto XVI (la terza del suo
pontificato) sia intitolata «Caritas in
veritate» (CV).
2
Benedetto XVI, parlando dell’Enciclica Caritas
in Veritate (durante il volo verso Praga nel settembre
2009) la riassume così :
“L’etica non è
all’economia,
la
qualcosa
quale come una
funzionare da sé,
di
esteriore
tecnica
potrebbe
ma è un principio interiore dell’economia,./.
3
./. la quale non funziona:
• se non tiene conto dei valori umani della
solidarietà, delle responsabilità reciproche,
• e se non integra l’etica nella costruzione
dell’economia stessa: è la grande sfida di
questo momento…
Certamente
vogliamo
continuare
rispondere alle sfide del momento ./.
a
4
./.e ad aiutare affinché:
• il senso della responsabilità sia più forte
della volontà del profitto,
• la responsabilità nei riguardi degli altri sia
più forte dell’egoismo;
in questo senso, vogliamo contribuire ad
un’economia umana anche in futuro../.
5
./. Anche se è indiscutibilmente vero che la
salvezza ultima non sarà opera di mano
d’uomo, è altrettanto indubitabile che essa:
• è una relazione verticale che dà origine a
relazioni orizzontali,
• e tocca la realtà economica, sociale,
politica, fisica, psicologica e spirituale degli
uomini. È realtà escatologica, e per questo
6
Dunque l'uomo va considerato non solo nel
suo essere terreno, ma nella prospettiva
eterna,
senza la quale "il progresso umano in questo
mondo rimane privo di respiro",
perché "chiuso dentro la storia, esso è
esposto al rischio di ridursi al solo
incremento dell'avere" (CV 11).
7
Nell’introduzione il Papa ricorda che “la carità
è la via maestra della dottrina sociale della
Chiesa”: per non fraintenderla, va coniugata
con la verità.
L’economia ha bisogno della verità. Senza di
essa, afferma il Pontefice, "l'agire sociale
cade in balia di privati interessi e di logiche
di potere, con effetti disgregatori sulla
società » (CV 5).
8
La Chiesa, ribadisce il Papa,
• "non ha soluzioni tecniche da offrire",
• ha però "una missione di verità da
compiere“, per "una società a misura
dell'uomo, della sua dignità, della sua
vocazione” (8-9).
9
Caritas in veritate afferma che l’uomo senza
Dio non riesce a comprendere la propria
identità, e dunque neanche la propria
direzione di marcia.
Molti pensano, anche riguardo all’economia,
che essa si afferma meglio quando Dio non
c’è, quando Dio muore,
o tutt’al più si ritiene che l’economia
dovrebbe attuarsi etsi Deus non daretur,
come se Dio non ci fosse.
10
Se l’economia si sviluppa senza Dio o contro
Dio, essa finisce per rivoltarsi contro la
persona stessa e la società.
"Senza Dio, lo sviluppo viene negato,
disumanizzato » (CV 10-12)
Già Paolo VI ribadì nella Populorum
progressio "l'imprescindibile importanza
del Vangelo per la costruzione della società
secondo libertà e giustizia” (CV 13).
11
L'esclusivo obiettivo del profitto
"senza il bene comune come fine ultimo –
osserva il Papa –
rischia di distruggere ricchezza e creare
povertà”.
Il profitto deve “essere tale da produrre una
crescita reale, estensibile a tutti e
concretamente sostenibile” (CV 21).
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Ed enumera alcune distorsioni dello sviluppo:
• un'attività finanziaria
speculativa",
"per
lo
più
• i flussi migratori "spesso solo provocati" e
poi mal gestiti
• e, ancora, "lo sfruttamento sregolato delle
risorse della terra“ (CV 21).
13
Dinnanzi a tali problemi interconnessi, il Papa
invoca "una nuova sintesi umanistica".
La crisi "ci obbliga a riprogettare il nostro
cammino” (CV 21).
Nella CV, in relazione all’economia e allo
sviluppo dei popoli, sono collegati i temi di
bioetica.
14
L’enciclica spiega che per lo sviluppo
dell’economia
e
della
società
è
indispensabile tenere “sistematicamente
conto:
• della dignità della donna,
• della procreazione,
• della famiglia
• e dei diritti del concepito” (CV 28).
15
L’enciclica congiunge il diritto alla vita allo
sviluppo di ogni popolo e dell’umanità (CV
28).
Il
controllo delle nascite, l’aborto, le
sterilizzazioni, l’eutanasia, le manipolazioni
dell’identità umana e la selezione
eugenetica sono condannati per la loro
intrinseca immoralità.
16
Ma soprattutto per la loro capacità di:
• lacerare e degradare il tessuto sociale,
• corrodere la famiglia (il matrimonio è solo
tra un uomo e una donna!)
• e rendere difficile l’accoglienza dei più
deboli e innocenti.
17
“Nei paesi sviluppati - scrive Benedetto XVI
(CV 28) - le legislazioni contrarie alla vita
sono molto diffuse
e hanno ormai condizionato il costume e la
prassi.
L’apertura alla vita è al centro del vero
sviluppo…”.
18
«Ogni decisione economica ha una
conseguenza di carattere morale » (CV 37).
L’economia deve:
• comprendere una crescita spirituale oltre
che materiale;
• essere davvero « integrale », e lo è quando
è volta "alla promozione di ogni uomo e di
tutto l'uomo ”
• "perseguire quale priorità l'obiettivo
dell'accesso al lavoro per tutti” (CV 16-18).
19
In particolare, la gestione dell'impresa :
* non può tenere conto degli interessi
dei soli proprietari della stessa,
* ma deve anche farsi carico di tutte le
altre categorie di soggetti che
contribuiscono alla vita dell'impresa:
• i lavoratori,
• i clienti,
20
• i fornitori dei vari fattori di produzione,
• la comunità di riferimento.
Occorre altresì “evitare che il motivo per
l'impiego delle risorse finanziarie
• sia speculativo
• e ceda alla tentazione di ricercare solo
profitto di breve termine, e non anche la
sostenibilità dell'impresa a lungo termine”
(CV 40).
21
Benedetto XVI mette in guardia da
un'economia "del breve e talvolta
brevissimo termine“,
che determina "l'abbassamento del livello di
tutela dei diritti dei lavoratori“,
per far acquisire ad un Paese "maggiore
competitività internazionale” (CV 32-33).
”E’ necessario un effettivo cambiamento di
mentalità che ci induca ad adottare nuovi
stili di vita " (CV 48-50).
22
Il Pontefice evidenzia che "le cause del
sottosviluppo non sono primariamente di
ordine materiale".
Sono innanzitutto nella volontà, nel pensiero
della persona e ancor più "nella mancanza
di fraternità tra gli uomini e tra i popoli…
La società sempre più globalizzata ci rende
vicini, ma non ci rende fratelli”(CV 20).
23
Della globalizzazione “non dobbiamo esserne
vittime, ma protagonisti - esorta procedendo con ragionevolezza, guidati
dalla carità e dalla verità".
Alla globalizzazione serve "un orientamento
culturale personalista e comunitario, aperto
alla trascendenza" capace di "correggerne
le disfunzioni“ (CV 42).
24
C'è, aggiunge, "la possibilità di una grande
ridistribuzione della ricchezza",
ma la diffusione del benessere non va frenata
"con progetti egoistici protezionistici” (CV 42).
La collaborazione della famiglia umana è il
cuore del quinto capitolo, in cui Benedetto
XVI evidenzia che "lo sviluppo dei popoli
dipende soprattutto dal riconoscimento di
essere una sola famiglia” (CV 53-56).
25
Urge "la presenza di una vera autorità politica
mondiale" che si attenga "in modo coerente
ai principi di sussidiarietà e di solidarietà".
Un'autorità, afferma, che goda di "potere
effettivo” e promuova "un grado superiore
di ordinamento internazionale" per
governare la globalizzazione” (CV 67).
26
La comunità internazionale deve "trovare le
strade istituzionali per disciplinare lo
sfruttamento delle risorse non rinnovabili".
“Le società tecnologicamente avanzate
possono e devono diminuire il proprio
fabbisogno energetico";
deve "avanzare la ricerca di energie
alternative" (CV 49).
27
Il sesto ed ultimo capitolo è incentrato sul
tema dello Sviluppo dei popoli e la tecnica.
Il Papa mette in guardia dalla "pretesa
prometeica" secondo cui "l'umanità ritiene
di potersi ricreare avvalendosi dei 'prodigi'
della tecnologia".
La tecnica, è il suo monito, non può avere una
"libertà assoluta“ (CV 70).
28
Il
Papa rileva come "il processo di
globalizzazione potrebbe sostituire le
ideologie con la tecnica” (CV 68 - 72).
Connessi con lo sviluppo tecnologico sono i
mezzi di comunicazione soçjale chiamati a
promuovere "la dignità della persona e dei
popoli” (CV 73).
29
Campo primario "della lotta culturale tra
l'assolutismo
della
tecnicità
e
la
responsabilità morale dell'uomo è oggi
quello della bioetica", spiega il Papa che
aggiunge:
"La ragione senza la fede è destinata a
perdersi
nell'illusione
della
propria
onnipotenza”.
La questione sociale diventa “questione
antropologica”(CV 74).
30
La ricerca sugli embrioni, la clonazione, "sono
promosse dall'attuale cultura" che “crede di
aver svelato ogni mistero".
Il
Papa
lamenta
"una
sistematica
pianificazione eugenetica delle nascite".
(CV 74-75).
Infine, l' esortazione del Papa ad avere un
"cuore nuovo" per "superare la visione
materialistica degli avvenimenti umani” (CV
76-77).
31
Nella conclusione, il Papa afferma che
l’economia:
• deve avere un "cuore nuovo" per "superare
la visione materialistica degli avvenimenti
umani” (CV 76-77);
• "ha bisogno di cristiani con le braccia alzate
verso Dio nel gesto della preghiera”,
di "amore e di perdono, di rinuncia a se
stessi, di accoglienza del prossimo, di
giustizia e di pace ” (CV 78-79).
32
Papa Francesco (catechesi del mercoledì, 5-6-2013):
“Se si rompe un computer è una tragedia, ma
la povertà, i bisogni, i drammi di tante
persone finiscono per entrare nella
normalità.
Se una notte di inverno, qui vicino in via
Ottaviano, per esempio, muore una
persona, quella non è notizia. ./
33
./. Se in tante parti del mondo ci sono
bambini che non hanno da mangiare, quella
non è notizia, sembra normale.
Non può essere così!
Eppure queste cose entrano nella normalità:
che alcune persone senza tetto muoiano di
freddo per la strada non fa notizia. ./.
34
./. Al contrario, un abbassamento di dieci
punti nelle borse di alcune città, costituisce
una tragedia.
Uno che muore non è una notizia, ma se si
abbassano di dieci punti le borse è una
tragedia!
Così le persone vengono scartate, come se
fossero rifiuti”.
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Martinelli 2013 - Scienza Fede e Società