Anno LVIII - n. 1/2012 che arde Fiamma che arde Rivista trimestrale della Congregazione delle Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù per gli ammalati poveri Anno LIX Sommario N. 1/2012 Sped. in abb. post. Cari amici (La Redazione) Distribuzione gratuita. pag. 3 La rivista non ha quota di abbonamento ma è sostenuta dalle offerte dei lettori. Entrare nel mondo della gioia (Mons Antonio Riboldi) » 4 Direttore responsabile Don Giuseppe Tuninetti Educare alla vita buona del Vangelo (Don Giuseppe Tuninetti) » 6 La Beata Anna e le suore del Madagascar (Anna Olivero) » 8 Madagascar: Evento di gioia (Sr. M. Teresa Motto) » 10 Romania: Colui che chiama è fedele (Diacono Gabriel Cristian Anghel) » 13 1/Le vocazioni dono della carità di Dio (Sr. M. Gaetana Galbusera) » 15 Attualità: Una scomoda verità (Prof.ssa Paola e dott. Gabriele Riva) » 21 Psicologia: Vero o falso senso di colpa (Dott.ssa Maria Carla Visconti) » 26 Medicina: I trapianti (Dott.ssa Giovanna Gavazzeni) » 28 Fiori di cielo (Madre Carmelina Lanfredini) » 30 Solidarietà » 31 Sostegno bambini a distanza » 32 Redattori Galbusera Sr. M. Gaetana Ralalao Sr. M. Agrippine Riva Gabriele e Paola Visconti Maria Carla Viale Catone, 29 - 10131 TORINO Tel 011/6608968 – Fax 011/6608969 E-mail: [email protected] Con approvazione ecclesiastica. Autorizzazione Tribunale di Torino n. 865 - 9/12/1953. Stampa ALZANI Tipografia s.a.s Pinerolo – Tel 0121.322657 E-mail: [email protected] C/C Postale n. 14441109 specificare la causale del versamento Nota Bene Il modulo del CONTO CORRENTE POSTALE perviene indistintamente a tutti i benefattori e amici della Congregazione, così pure a coloro che ricevono “Fiamma che arde” a titolo di collaborazione o di scambio editoriale. Chi non intendesse farne uso non ne tenga conto. Chi lo utilizza per inviare offerte è pregato di SPECIFICARE SEMPRE LA CAUSALE. Il presente numero è stato consegnato alle Poste Italiane di Torino il 19 marzo 2012. GARANZIA DI RISERVATEZZA: l’Editore garantisce, ai sensi dell’art. 13 del d.lgs. 196/2003 in materia di protezione dati personali, che i dati relativi agli Abbonati vengono trattati nel rispetto della legge. Il trattamento dei dati sarà correlato all’adempimento di finalità gestionali, amministrative, statistiche, di recupero crediti, ricerche di mercato, commerciali e promozionali su iniziative offerte dall’Editore Fiamma che arde ed avverrà nel pieno rispetto dei principi di riservatezza, correttezza, liceità e trasparenza, anche mediante l’ausilio di mezzi elettronici e/o automatizzati. I dati raccolti potranno essere comunicati a Partners commerciali della Editrice Fiamma che arde, il cui elenco è disponibile presso il Responsabile Dati per le finalità di cui sopra. Il conferimento dei dati è facoltativo. Tuttavia il mancato conferimento degli stessi comporterà la mancata elargizione dei servizi previsti. In ogni momento si potranno esercitare i diritti di cui all’art. 7 del d.lgs 196/2003, fra cui cancellare i dati od opporsi al loro utilizzo per finalità commerciali, rivolgendosi al Responsabile dati della Editrice Fiamma che arde Viale Catone, 29 - 10131 TORINO. 2 Cari Amici Cari amici, il tempo quaresimale è il passaggio obbligato che porta alla Pasqua. Ogni anno, in preparazione a questa grande festa, la più importante dell’anno liturgico, il Papa invia un messaggio non solo ai cattolici, ma anche a tutti gli uomini di buona volontà, per spronarci a vivere con fede il mistero della risurrezione di Gesù. Quello di Benedetto XVI, per il 2012, ha come tema: «Prestiamo attenzione gli uni agli altri, per stimolarci a vicenda nella carità e nelle opere buone» (Eb 10,24); e già nell’introduzione cogliamo aspetti positivi, come risposta al nostro impegno a vivere il tempo che precede la Pasqua: la Quaresima ci offre ancora una volta l’opportunità di riflettere sul cuore della vita cristiana: la carità. Infatti questo è un tempo propizio, con l’aiuto della Parola di Dio e dei Sacramenti, rinnoviamo il nostro cammino di fede, sia personale che comunitario. È un percorso segnato dalla preghiera e dalla condivisione, dal silenzio e dal digiuno, in attesa di vivere la gioia pasquale. In Cristo autore della risurrezione e della vita tutto diviene fecondo e la bellezza è ovunque presente. Qui merita di aprire una parentesi per il dileggio ai simboli religiosi, soprattutto cristiani, che ultimamente sta dilagando proprio al di sopra delle righe, ad opera dei cosiddetti artisti. L’artista per vocazione coltiva e produce opere che richiamano la bellezza del creato. Lo sfregio è sempre di cattivo gusto che mai si addice a un’opera d’arte. Chi realizza tali esemplari da se stesso si declassifica a pseudo-artista. Questo permissivismo è sovente finalizzato a screditare noi cristiani perché la nostra religione è l’unica che non ricambia con occhio per occhio e dente per dente, ma porge l’altra guancia. In un simile contesto, anche in questa nostra cara Italia, dobbiamo ancora chiederci: Dov’è il rispetto dei diritti umani? Tuttavia, la bellezza di un Dio fatto uomo continua a conquistare il cuore delle sue creature. Sono giovani uomini e donne che odono la voce di Gesù che dice: vieni e seguimi. Camminando sulle orme dei suoi passi e mettendosi alla sua scuola matura in loro la convinzione di spendere la vita per annunciare il Vangelo del loro Signore e Maestro. Qui vogliamo portare la vostra attenzione al diacono Anghel Cristian che presto sarà sacerdote in Romania e alle suore Piccole Serve del Madagascar che hanno fatto la professione perpetua. A loro l’augurio di portare ai fratelli l’amore del Signore, diffondendo il profumo dalle sue opere di carità; e preghiamo, perché sappiamo quanto sia difficile testimoniare con la fede il Dio in cui si crede. La Chiesa dedica annualmente la IV domenica dopo Pasqua alla Giornata di Preghiera per le Vocazioni e chiede ai fedeli di pregare per questa intenzione. Ancora oggi è più che mai urgente l’invito di Gesù a pregare perché la messe è abbondante e gli operai sono pochi. Con la preghiera occorre l’impegno a educare e coltivare alla fede la persona fin dalla più tenera età e con il crescere degli anni aiutarla a sviluppare in lei i germi vocazionali presenti. A essere chiamati in causa per questo delicato compito sono la famiglia, la scuola, la parrocchia e altri associazioni di aggregazione. Tuttavia la vocazione nasce e si sviluppa soprattutto nel sano contesto familiare. Il lavoro è arduo, poiché le vocazioni che fioriscono in una società come la nostra, dove avanza il secolarismo ateo che soffoca le tradizionali radici cristiane, è sempre più un miracolo della misericordia di Dio. Nella certezza che la nostra fede è confermata dalla risurrezione di Gesù nostro Signore, e così gioiosi per la sua presenza di pace, Fiamma che arde, in occasione della Pasqua, augura anche ai suoi lettori di vivere i frutti della redenzione. La Redazione 3 Entrare nel mondo della gioia Ogni momento sia come il mattino della Pasqua Ci doveva essere un grande silenzio quel mattino sul Calvario. Il silenzio, forse, della paura per quello che era successo: mani di uomini erano giunte a crocifiggere il Figlio di Dio. L’igno ranza, l’odio, questo inferno che a volte diventa il cuore dell’uomo, cre devano di averla spuntata addirittura su Dio, che è solo Amore. Il Calvario conosceva da sempre la notte senza vita dello scarico delle immondizie, delle crocifissioni dei poveri senza nome e senza volto e, ancora più delle impresentabili vergogne degli uomini che si chiamavano a torto, giusti. For se ci fu chi, come oggi, quella notte la visse compiacendosi delle nostre immondezze. Ma dopo la notte venne il mattino e regnava il silenzio dell’at tesa che si alzasse il sipario e rivelasse l’incredibile, il regno della fede, della speranza e dell’amore che sanno nu trire i buoni. E così fu. Silenziosamen te si alzò il sipario della Vita, come se il mondo aprisse gli occhi per la prima volta. Era la Pasqua di Resurrezione di Cristo, nostro Signore! Era finalmente spuntato il giorno del Signore che non era più tramon to, mettendo fine al giorno dell’uomo che è sempre notte. Credo che tutto il Creato quel mattino abbia spalancato gli occhi, sbalordito di poter ritrovare i passi del suo Signore come fosse casa sua, il cielo. Credo che ogni fiore ab 4 Mons. Antonio Riboldi bia fatto cadere l’ultima goccia che lo chiudeva nella notte, come cade una lacrima di gioia. E credo che tutta la terra, improvvisamente, si sia ricoper ta di colori per accogliere la bellezza di Cristo, nostro Signore, risorto per sempre, per far risorgere noi con Lui. Se ci sono ancora oggi tanti uo mini e donne che si affaticano tra gicamente a costruirsi dei calvari, sotterrandosi sotto cumuli di immon dizie, oscurando il giorno del Signore, convinti di essere creatori dei giorni degli uomini, ci sono altrettanti uo mini e donne che hanno occhi pieni di stupore, cuori che traboccano di amore, vite buone e trasparenti che raccontano le meraviglie del mattino della Pasqua di Resurrezione. Sono uomini e donne che, con gioia, nel sacramento della riconciliazione, si fanno lavare nel sangue di Cristo, per vestirsi a festa ogni momento, perché ogni momento della vita sia mattino di Pasqua. È ancora il giorno del Si gnore. Alleluia! E l’augurio di vita che, di cuore, esprimo a quanti mi leggono, pregan do che per tutti, riconciliati, spuntino lacrime di gioia, consapevolezza di resurrezione: ora non siamo più soli nel portare la croce della vita, ma con noi c’è Cristo, sempre pronto a darci una mano per tornare a vivere. Au guri! Gesù attende tutti, e ciascuno, per farci risorgere con lui ed entrare nel mondo della Gioia, fin da quaggiù. Buona Pasqua! IL SOLE DI PASQUA Sfolgora il sole di Pasqua, risuona il cielo di canti, esulta di gioia la terra: il Signore È risorto da morte. Dagli abissi della morte Cristo GesÙ, il Signore, vittorioso ritorna con i santi padri di un tempo. Accanto al sepolcro vuoto Invano veglia il custode Il Signore risorto. Alleluia! Alleluia! O GesÙ, re immortale, unisci alla tua vittoria anche noi, tuoi discepoli, nel battesimo un giorno rinati. Irradia sulla tua Chiesa, pegno d’amore e di pace, la luce della tua Pasqua, la certezza d’averti fra noi. Sia gloria e onore a Cristo, al Padre e al santo Spirito ora e nei secoli eterni. Alleluia! Alleluia! 5 Educare alla vita buona del Vangelo Don Giuseppe Tuninetti attività, a tutti i livelli e per tutte le età. Educare cristianamente significa forma re personalità umane e cristiane, consa pevoli e capaci di assumersi responsabi lità di fronte a Dio, a se stessi, agli altri e alla vita, per essere idonei, sull’esem pio di Gesù, a fare della propria vita un dono. “Educazione” permanente degli educatori: Gesù il Maestro Tutti siamo educandi ed educatori I Vescovi italiani hanno proposto alla Chiesa italiana gli Orientamenti pastorali per il decennio 2010-2020, il cui obiettivo è Educare alla vita buona del Vangelo. I destinatari sono tutti i cattolici ita liani, ma in particolare, come ha scritto l’arcivescovo di Torino, Nosiglia, «i sa cerdoti, diaconi, religiosi e religiose, gli operatori pastorali e laici adulti delle no stre comunità. Toccherà a loro tradurre e comunicare il testo all’intera comunità». Come non si può essere evangelizzatori senza essere discepoli, così l’opera edu cativa esige la formazione degli educato ri. Infatti, non è possibile dare ciò che non si ha; ecco perché «il percorso di costruzione della propria identità, che in termini religiosi può essere visto an che come percorso di realizzazione di ciò che siamo chiamati a essere, dura tutta la vita» (Nosiglia). Convinzione basilare È indispensabile partire da una convinzione di fondo: educare, come insegna la storia della sal vezza, è l’obietti vo di Dio e quin di della Chiesa e di tutta la sua 6 Gesù è il Maestro, alla cui scuola di vita e di “educazione” devono mettersi la Chiesa e tutti gli educatori. Da lui si apprendono i contenuti e il metodo: si educa facendo e vivendo, prima ancora che parlando. perché connesso con la trasmissione della vita; originale e primario rispetto al com pito educativo di altri soggetti, insostitui bile e inalienabile, nel senso che non può essere delegato o sostituito. Educare in fa miglia è oggi un’arte davvero difficile». Educatori Se la formazione degli educatori è per manente, è pure loro affidata, per tutta la vita, come adulti, genitori, nonni, preti e diaconi, religiosi e religiose, l’educazione delle nuove generazioni, un compito tra i più importanti e più difficili, perché mira alla formazione di personalità adulte del futuro, per la Chiesa e la società civile. A cominciare dalla propria famiglia: tutta via genitori, catechisti/e, preti e diaconi, religiosi/e poco presenti, poco autorevoli e non esemplari, che educatori possono essere? «I ragazzi e i giovani hanno bisogno di educatori, che li aiutino a coniugare insieme passato, presente e futuro, per saper progettare il domani come una meta affascinante e possibile di rinnovamento di sé e degli altri (...). Purtroppo si trovano davanti, sia in famiglia che a scuola e forse anche in parrocchia, adulti delusi, scettici, feriti dalla caduta dei loro ideali e dei loro sogni giovanili, deludenti e incapaci di testimoniare ragioni di vita» (mons. Nosiglia). A ragione si è detto che la gravità del problema educativo oggi non è da adde bitare in primo luogo ai giovani, bensì agli adulti. La parrocchia: crocevia delle istanze educative Secondo i vescovi, la parrocchia, definita «Chiesa che vive tra le case degli uomi ni», «continua a essere il luogo fondamen tale per la comunicazione del Vangelo e la formazione della coscienza credente». Per raggiungere tali scopi, deve essere comunità accogliente e dialogante In conclusione La soluzione del problema educativo è affidato anche a ciascuno di noi, secon do il ruolo svolto nella società e nella comunità cristiana.. Prendiamo pertanto sul serio il documento e il suo messag gio, facciamoli conoscere e collaboriamo nelle nostre comunità, perché ci si ponga decisamente nella direzione dell’obietti vo da raggiungere. Il primato educativo della famiglia Scrivono i vescovi che dal punto di vista cristiano «la famiglia resta la prima e in dispensabile comunità educante. Per i ge nitori, l’educazione è un dovere essenziale, 7 La Beata Anna e le suore del Madagascar Ogni anno la nostra famiglia religiosa celebra il 1° febbraio la memoria del dies natalis della fondatrice, la beata Anna. La parrocchia di Almese (To), diocesi di Susa, avendola come compatrona, la ricorda l’ultima domenica di gennaio o la prima di febbraio. Quest’anno tale ricorrenza è stata celebrata il 29 gennaio. Sul settimanale “La Valsusa”, del 2 febbraio 2012, è apparso un articolo dal titolo: La Beata Anna Michelotti e le suore del Madagascar, siglato: A.O. (Anna Oli vero), che riportiamo qui di seguito. Le missionarie contagiano gli almesini con il loro sorriso Anticipando la data del 1° febbraio, in cui si ricorda la nascita al Cielo della Beata almesina Anna Michelotti, dome nica 29 si è svolta la ricorrenza solenne. Alle ore 11 nella parrocchiale don Luigi Chiampo ha celebrato la S. Messa in onore della Beata che transitò anche ad Almese, considerate le sue origini pa terne. La cantoria era al gran completo, c’erano il sindaco Gonella, l’assessore Morando e il maresciallo dei carabinieri De Santis e il numero dei fedeli, nono stante la neve battente, era discreto. 8 Presenti alla celebrazione anche quat tro suore di origine malgascia, della Con gregazione delle Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù, fondata proprio dalla Mi chelotti, a cui si è aggiunta suor Solange, che da anni presta servizio nella Casa di Riposo almesina. Il momento dedicato all’omelia è sta to gestito proprio da una di queste suo re che ha studiato in Italia per diventare medico ed ora esercita la professione in patria sua, presso il dispensario della co munità di Antsirabe. La narrazione delle difficoltà che vi vono ha toccato i presenti e la tenacia della testimonianza ha fatto capire che l’opera della suore missionarie è bene detta dallo sguardo della Beata Madre fondatrice. La celebrazione si è poi conclusa col canto dedicato alla Michelotti che recita: Sposa di Cristo/ i sofferenti/ oggi ancora in ansia ricordano il tuo esempio/ i cuori sinceri/ il tuo sorriso. Era il 1888 quando la Beata salì al cielo ma la sua Congregazione è tutt’ora viva e conta numerose conversioni so prattutto in terra africana. Nel pomeriggio, presso il salone Paolo VI, le suore hanno ancora offerto un momento di preghiera e approfondimen to della realtà malgascia. A guidare la riflessione sul Vangelo, don Alfonso Vindrola e poi presenza ina spettata, quella del Pievano don Ghiano che nutre sempre un affetto particolare per la Beata Michelotti; il Pievano non ha mancato di sottolineare quanto lui ricor di i suoi parrocchiani almesini alla Beata Anna. Conoscere l’intensità della giornate in Madagascar, la difficoltà negli sposta menti, le malattie infettive che colpisco no la popolazio ne ha senz’altro stupito i presen ti. Ma il sorriso che sprigionano queste suore, coltivato insie me a una assi dua preghiera, infonde coraggio e invita alla par tecipazione. L’Unità Pa storale infatti ha deciso di devol vere una cifra alle missioni del Madaga scar proprio per continuare a sostenere l’opera della Congregazione fondata dal la Beata almesina e per far sì che quei bei sorrisi non si spengano. L a chiesa, celebrando ogni anno il giorno natalizio dei martiri e dei santi, celebra il compiersi in loro del mistero pasquale di Cristo. Il santo partecipa della pienezza del mistero pasquale del Signore e la sua santità ha significato in funzione di questa partecipazione. Ciò che la Chiesa considera decisivo è lo slancio con cui ogni santo ha vissuto in modo personale il mistero pasquale. (Elledici: liturgia) 9 MADAGASCAR: Evento di Gioia Professione perpetua Martedì, 1° novembre 2011, è stato gior no di festa per la Congregazione, in par ticolare per le comunità del Madagascar per la Professione perpetua di Sr. M. Jeannette Rasoanivo, che ha concluso il cammino formativo ed ha confermato la sua consacrazione a Dio per sempre, nel servizio della carità verso i malati poveri. Sr. M. Jeannette è originaria di Amba tondrazaka e la professione perpetua si è svolta alle ore 09.30, nella omonima cat tedrale gremita di fedeli, familiari, amici e religiosi/e di diversi istituti e consorelle provenienti dalle nostre comunità. 10 Sr. M. Teresa Motto Ha presieduto la solenne liturgia Monsignor Antonio Scopelliti, vescovo della diocesi di Ambatondrazaka; con lui hanno concelebrato il vescovo di Mora manga, mons. Gaetano Di Pierro e nove sacerdoti, mentre un diacono ha svolto il compito di cerimoniere. Due consorelle e un laico hanno guidato la liturgia; i canti sono stati eseguiti dal coro della catte drale e dalle nostre aspiranti. Mons. Antonio nella sua omelia ha sottolineato che lo spirito è vita della Chiesa; è Lui che rende beata la nostra vita anche se siamo nella sofferenza. Con la presenza dello spirito in noi, la vita è già paradiso e la solennità di Tutti i Santi, che oggi celebriamo, è un incoraggiamento a fidarci di Lui, presente nella nostra storia personale e in quella della Chiesa. La vita religiosa fa parte del mistero della Chiesa che diffonde la Parola e l’amore di Dio attraverso la presenza di coloro che donano la vita al servizio dei fratelli. Molti sono i religiosi che seguono Cristo e vivono, a sua imitazione, attraverso la professione dei voti di castità, povertà e obbedienza. I voti sono dono dello Spirito che vanno accolti e vissuti nella libertà; allora la vita è beata ed è già esperienza di paradiso. Dopo la riflessione del Vescovo la candidata ha emesso, nelle mani della superiora generale, Madre Carmelina Lanfredini e davanti alla Chiesa, i voti di povertà, castità e obbedienza per tutta la vita. L’Atto di Professione, come è indi cato nel rito, è stato sottoscritto da sr. M. Jeannette, dal vescovo Scopelliti e dalla madre Carmelina; ha poi fatto seguito il gesto dello scambio di abbraccio tra la professa e le Piccole Serve presenti, come segno di accoglienza e di totale apparte nenza alla nostra Famiglia religiosa. Al termine della celebrazione eucari stica anche i fedeli hanno manifestato il loro affetto e augurio alla sorella, offren dole doni. La festa è continuata con l’agape fraterna, durante la quale si sono stretti ulteriori rapporti di conoscenza e di ami cizia tra i parenti di sr. M. Jeannette e le Piccole Serve. Ammirevole è stata la collaborazione tra le sorelle, anche con quelle prove nienti da altre comunità, per preparare tutto ciò che comporta una tale festa e rimettere poi tutto in ordine. Dopo cena, canti e danze, eseguiti dalle aspiranti e da alcune suore, hanno concluso la giornata tanto impegnativa, ma vissuta in clima di festa; del resto non poteva essere diversamente quando qual cuno dice di Sì a Dio. A Sr. M. Jeanette, auguri di tanta gio ia con Colui che l’ha amata da sempre! Fotoampifaliana Voady mandrakizay Talata, 1 novambra 2011, andro fety ho an’ny fikambanana, indrindra fa ho an’ireo kominote any Madagascar, noho ny voady mandrakizay nataon’i Sr. M. Jeannette raSoanivo, izay nanidy ny lalampiofanany ka nankato ny fanokanan tenany mandrakizay amin’Andriamanitra, amin’ny fanompoana ampitiavana ireo marary mahantra. Avy ao Ambatondrazaka no fiavian’i Sr. M. Jeannette ka tao amin’ny Katedraly izay feno hipoka ireo kristiana sy ny fianakaviany, namana sy relijiozy isam pikambanana, ary ireo maserantsika avy amin’ny Kominote samy hafa, no nanaovany ny voady farany. Nitarika ny litorjia manetriketrika i Mgr. Antoine Scopelliti, Evekan’ny diosezin’ Ambatondrazaka; niaranano lotra ny Sorona Masina taminy koa ny Evekan’ny Moramanga Mgr Gaetano Di Pierro sy ireo pretra sivy mirahalahy, ary diakra iray. Maserantsika roa sy lahika iray no nanentana ny litorjia, ary ny antoko mpihiran’ny Katedraly sy ireo aspirantes no nanafana ny hira. Notsindrian’i Mgr. Antoine tamin’ny toriteny nataony fa ny Fanahy masina no fiainan’ny fiangonana, Izy no mahasambatra ny fiainantsika na dia ao anatin’ny fijaliana aza isika. Noho ny fisian’ny Fanahy Masina ao anatintsika, dia efa paradisa sahady ny fiainantsika ary ny fankalazana manetriketrika ireo olo-masina izay ankalazaintsika androany no mankahery antsika hiankina Aminy, izay ao amin’ny tantaram-piainantsika manokana sy ny an’ny Fiangonana. Ny fiainan-drelijiozy dia ao anatin’ny misterin’ny Fiangonana izay mampiely ny teniny sy ny fitiavan’Andriamanitra amin’ny alalan’ny fisian’ireo izay manolotra ny fiainany ho fanompoana ny rahalahiny. Maro ireo relijiozy izay manara-dia an’i Kristy ary miaina sy maka tahaka azy amin’ny alalan’ny voadin’ny fahadiovana, fahantrana, ary fanekena. Fanomezan’ny Fanahy ny voady ka tokony ho raisina sy hiainana amin-kalalahana; amin’izay dia ho sambatra ny fiainantsika sy efa manandrana sahady ny paradisa. 11 zavatra rehetra nanatontosana ny fety sy ny fandaminana izany rehetra izany indray rehefa avy eo. Taorian’ny sakafo alina, dia hira sy dihy no nataon’ireo aspirantes sy masera vitsivitsy mba hamaranana izany andro feno nefa niainana tao anatin’ny fety izany, tsy azo atao hafa noho izany anefa rehefa misy manao Eny amin’Andraianmanitra toy izao. Mirary soa sy hafaliana feno ho an’i Sr. M. Jeanette miaraka amin’Ilay efa tia azy hatrizay! Prima professione Sr. M. Jeannette emette la Professione perpetua. Taorian’ny fandinihina nataon’i Eveka, no nataon’ny masera teo am-pelatanan’ny Mamera Jeneraly Carmelina Lanfredini sy teo a anatrehan’ny Fiangonana ny voadin’ ny fahantrana, fahadiovana ary fanekena mandra-pahafaty. Araky ny efa fomba fanao, dia ny mpanao voady sr. M. Jeannette, ny Eveka Mgr Scopelliti ary mamera Carmelina no niara-nanao sonia; avy eo dia nanao ny fifampiarahabana ny masera mpanompovavikelin’ny fo Masin’i Jesoa nanatrika teo, ho famantarana ny fandraisana sy maha mpikambana feno azy ao anatin’ny fianakaviana relijiozy. Taorian’ny fankalazana ny Eokaristia kosa vao samy naneho ny fitiavany sy ny fiarahabany tamin’ny alalan’ ireo fanomezana ny kristiana. Nitohy tamin’ny fiaraha-misakafo ny fety, ary nandritr’izany vao nifandray akaiky tamim-pifankahalalana sy fifankatiavana ny fianakavian’i sr. M. Jeannette sy ny mpanompovavikely. Mahatsikaiky ny fiaraha-miasan’ireo masera, niaraka tamin’ireo avy any amin’ny kominote hafa, tamin’ny fanomanana ny 12 Le novizie M. Nantenaina Ralalarisoa e M. Claudine Rafarasoa, dopo due anni di formazione religiosa, secondo le norme previste dal Diritto Canonico, ed essendo state ritenute idonee per l’am missione alla Prima Professione, l’8 set tembre 2011, hanno fatto voto, per un anno, di povertà, castità e obbedienza. La celebrazione di consacrazione è avvenuta alle ore 14.30 nella cappella della Casa Regionale in Tananarive. Alle neo-professe il nostro augurio di buon cammino con il Signore. Voady voalohany Ireo novisy M. Nantenaina Ralalarisoa sy M. Claudine Rafarasoa, rehefa nahavita ny fiofanana roa taona, araky ny voalazan’ny Droit Canon, ary tsapa fa mendrika ny handroso amin’ny voady voalohany, dia nanao ny voadin’ny fahantrana, fahadiovana ary fanekena mandritry ny herin-taona, ny 8 septambra 2011. Natao tao amin’ny Lasapelin’ ny trano rejionaly Antananarivo, tamin’ny 2 ora sy sasany tolak’andro ny fankalazana ny fanoloran-tena. Mirary ireo masera vaovao mba hiara-mamindra tsara amin’i Tompo. romania: Colui che chiama è fedele (1 Tess. 5,24) Diacono Gabriel Cristian Anghel Le consorelle della comunità di Buzau (Romania) hanno inviato alla redazione la testimonianza di Anghel Gabriel Cristian, ordinato diacono l’8 dicembre 2011. La città conta circa 136.000 abitanti e sul territorio c’è una sola chiesa cattolica. Alle celebrazioni domenicali e agli eventi occasionali i fedeli non solo sono puntualmente presenti, ma pure numerosi. Così anche Sr. M. Laura Villa e Sr. M. Rose Razafindrasoa hanno partecipato all’ordinazione diaconale del parrocchiano Anghel Gabriel Cristian, avvenuta nella cattedrale della diocesi di Iasi. Sono molto felice di poter condivide re con voi la gioia che ho vissuto l’8 dicembre scorso, festa dell’Immaco lata. Per giunge re a questa tappa del diaconato ho percorso un lungo cammino, 11 anni di seminario, con momenti belli e an che difficili, ma rin grazio Dio che mi ha dato la forza e la perseveranza di se guirlo e di dirgli il mio «Sì» ogni giorno. Ho quasi raggiunto la cima della mon tagna e guardando dietro di me, mi rendo consapevole ch’è valsa la pena di affronta re sacrifici e difficoltà, perché il premio – la tappa del diaconato – che mi attendeva era davvero sublime e arricchente. Molti dei miei compagni si sono scoraggiati e anch’io ho avuto momenti di dubbio e no tevoli incertezze. Ma ora, più che mai, ho sperimentato ciò che dice Gesù: «Il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero» (Mt 11,30). Se quello che fai, lo fai per servire il Signore, davvero tutto diviene semplice e gioioso; per cui sento anche un po’ mia l’espressione del salmista: «Servi te il Signore nella gioia» (Sl 99). L’ordinazione diaconale è stata preceduta da un corso di esercizi spirituali che ha avuto come tema: servire, obbedire, essere agnelli tra i lupi, essere semplici come colombe ma prudenti come serpenti e infine, cosa implica l’adesione a una ulteriore tappa verso il Sacerdozio. Sono stati giorni di pro fonda riflessione sulla mia vita, sulla mia vocazione e sul passo che stavo per fare. La casa di spiritualità, dove sono stato accolto con altri tredici candidati, è molto adatta per il raccoglimento e la meditazione. Il tempo, che era stato bello e soleggiato, ha ulteriormente favorito a rendere i giorni di ritiro particolarmen te soavi. Molto costruttivi sono stati gli incontri serali con il padre spirituale per la condivisione della Parola ascoltata e meditata. Lo scambio della propria espe rienza quotidiana ha favorito la comu nione reciproca, il rafforzamento nella fede, e sono stato anche aiutato a valuta re in maniera positiva problemi e ostaco li che in futuro potrebbero nuovamente 13 rendere faticoso il cammino verso la vita sacerdotale. È poi arrivato il mattino tanto atte so dell’8 dicembre. Nella cattedrale del la diocesi di Iasi si è riunita la comuni tà dei fedeli per partecipare alla nostra ordinazione diaconale. Mentre iniziava la processione di ingresso, che dalla sa crestia si muoveva verso l’altare, mi sono sentito profondamente commosso. La celebrazione eucaristica è stata presiedu ta dal vescovo di Iasi, monsignor Petru Gherghel, concelebrata da monsignor Cornel Damian, vescovo di Bucarest e da numerosi sacerdoti, mentre i seminaristi l’hanno accuratamente animata con can ti, accompagnati dal suono dell’organo. Se prima avevo ammirato dal coro della cattedrale la celebrazione di coloro che erano stati consacrati diaconi negli anni precedenti, in quel giorno i prota gonisti del rito eravamo noi. Siamo stati toccati dalla stupenda esperienza del la fedeltà di Colui che ci ha chiamati e animati a proseguire il cammino verso il sacerdozio. Mentre ero prostrato a terra, il coro e l’assemblea cantavano le litanie dei San ti, sentivo il mio cuore che pulsava forte e veloce. I sentimenti di gioia e di emo zione, che contemporaneamente si spri gionavano in me, mi davano un senso di lieve stordimento. 14 Terminata la celebrazione, ad atten derci sul piazzale della cattedrale c’era una folla immensa e fra questa i miei amati genitori con lacrime di gioia, poi fratelli, parenti, amici, fedeli della mia parrocchia di Buzau, accompagnati dal parroco P. Pavel, da Sr. M. Laura e da Sr. M. Rose. La loro presenza mi ha fatto ancora una volta apprezzare quanto sia grande il dono della fraternità, dell’ami cizia e della solidarietà. Non sono mancate foto ricordo e un momento di agape fraterna. La condivi sione gioiosa della festa è stata occasione di intensa integrazione tra parenti e co noscenti. Alle ore 17.00, i seminaristi del terzo anno hanno interpretato una rappresen tazione in onore alla Madonna, che noi chiamiamo Accademia Mariana, a cui hanno fatto seguito altri momenti di se reno intrattenimento. L’adorazione eucaristica delle ore 18.00, animata da noi diaconi, è stata di ringraziamento al Signore per il dono del sacro ordine ricevuto. La festa è stata ricca di emozioni e sono certo che coloro che vi hanno parte cipato continueranno ad accompagnarmi spiritualmente nel cammino verso il sa cerdozio. Già ora chiedo a tutti preghie re, perché io possa annunciare la bellezza del Vangelo e lo sappia trasmettere con la vita. Continua a pag. 19 1/Le vocazioni dono della carità di Dio AcuradiSr.M.GaetanaGAlbuSeRA Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Tu eri con me, e io non ero con te. Sant’Agostino 15 Amati da Dio prima ancora di venire all’esistenza Scheda di preghiera per gruppi o per singole persone. I canti si eseguono all’inizio con l’invocazione allo Spirito santo, alla proclamazione alla Parola di Dio con l’inno alla carità, alle invocazioni con un tema vocazionale, alla fine con una lode di ringraziamento. La parola della Chiesa (dal Messaggio del Santo Padre per la 49a Giornata Mondiale di Preghiera per le Vocazioni). «Chi rimane nell’amore rimane in Dio e Dio rimane in lui» (1 Gv 4,16). La Sacra Scrittura narra la storia di questo legame originario tra Dio e l’umanità, che precede la stessa creazione. San Paolo, scrivendo ai cristiani della città di Efeso, eleva un inno di gratitudine e lode al Padre, il quale con infinita benevolenza dispone lungo i secoli l’attuarsi del suo universale disegno di salvezza, che è disegno d’amore. Nel Figlio Gesù – afferma l’Apostolo – Egli «ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità» (Ef 1,4). Noi siamo amati da Dio “prima” ancora di venire all’esistenza! Mosso esclusivamente dal suo amore incondizionato, Egli ci ha “creati dal nulla” (cfr 2Mac 7,28) per condurci alla piena comunione con Sé. Preso da grande stupore davanti all’opera della provvidenza di Dio, il 16 Salmista esclama: «Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato, che cosa è mai l’uomo perché di lui ti ricordi, il figlio dell’uomo, perché te ne curi?» (Sal 8,4-5). La verità profonda della nostra esistenza è, dunque, racchiusa in questo sorprendente mistero: ogni creatura, in particolare ogni persona umana, è frutto di un pensiero e di un atto di amore di Dio, amore immenso, fedele, eterno (cfr Ger 31,3). La scoperta di questa realtà è ciò che cambia veramente la nostra vita nel profondo. In una celebre pagina delle Confessioni, sant’Agostino esprime con grande intensità la sua scoperta di Dio somma bellezza e sommo amore, un Dio che gli era stato sempre vicino, ma al quale finalmente apriva la mente e il cuore per essere trasformato: «Tardi ti amai, bellezza così antica e così nuova, tardi ti amai. Sì, perché tu eri dentro di me e io fuori. Lì ti cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Eri con me, e non ero con te. Mi tenevano lontano da te le tue creature, inesistenti se non esistessero in te. Mi chiamasti, e il tuo grido sfondò la mia sordità; balenasti, e il tuo splendore dissipò la mia cecità; diffondesti la tua fragranza, e respirai e anelo verso di te, gustai e ho fame e sete; mi toccasti, e arsi di desiderio della tua pace» (X, 27.38). Riflessione Come Paolo e Agostino, come i santi del nostro tempo e persone umili e pie che sono tra noi, anche tu, nel profondo del cuore fai memoria del tuo incontro con Dio e ricorda come abbia trasformato la tua esistenza e se ancora con Lui continua un legame di amore filiale. Salmo 8: Lo stupore dell’opera di Dio Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Voglio innalzare sopra i cieli la tua magnificenza. La gloria di Dio è l’uomo vivente. 1 Giovanni 4,7-16: Alla fonte della Carità 7 Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio: chiunque ama è generato da Dio e conosce Dio. 8 Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore. 9 In questo si è manifestato l’amore di Dio verso di noi, che Dio ha mandato il suo Figlio unigenito nel mondo, affinché noi vivessimo per mezzo di lui. 10 In questo è l’amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che lui ha amato noi e ha mandato il suo Figlio per essere l’espiazione per i nostri peccati. 11 Carissimi, se Dio ci ha amato in questo modo, anche noi ci dobbiamo amare gli uni gli altri. Con la bocca di bimbi e di lattanti hai posto una difesa contro i tuoi avversari, per ridurre al silenzio nemici e ribelli. La gloria di Dio è l’uomo vivente. Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai fissato che cosa è l’uomo perché di lui ti ricordi e il figlio dell’uomo, perché te ne curi? La gloria di Dio è l’uomo vivente. Davvero l’hai fatto poco meno di un dio, di gloria e di onore lo hai coronato. La gloria di Dio è l’uomo vivente. Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, tutto hai posto sotto i suoi piedi: La gloria di Dio è l’uomo vivente. tutte le greggi e gli armenti, e anche le bestie della campagna, gli uccelli del cielo e i pesci del mare, ogni essere che percorre le vie dei mari. La gloria di Dio è l’uomo vivente. O Signore, Signore nostro, quanto è mirabile il tuo nome su tutta la terra! Il Signore è bontà e misericordia. Nessuno ha mai visto Dio; se ci amiamo gli uni gli altri, Dio dimora in noi e il suo amore è perfetto in noi. 13 Da questo conosciamo che dimoriamo in lui ed egli in noi, perché egli ci ha dato del suo Spirito. 14 E noi stessi abbiamo visto e testimoniato che il Padre ha mandato il Figlio per essere il Salvatore del mondo. 15 Chiunque riconosce che Gesù è il Figlio di Dio, Dio dimora in lui ed egli in Dio. 16 E noi abbiamo conosciuto e creduto all’amore che Dio ha per noi. Dio è amore, e chi dimora nell’amore dimora in Dio e in lui. Rileggere il brano con attenzione è la cosa più facile da fare, ma non scontata. Saremmo infatti tentati di tralasciare la lettura, di dare la pagina come nota e risaputa. Proprio nel rileggere, con attenzione e cura, faremo delle piccole ma interessanti scoperte. 12 17 Elementi di osservazione: • Solo dopo aver riconosciuto l’amore di Dio si può rispondere all’amore; • Non è obbligatorio rispondere a una persona che ci ama, è una scelta; • Non rispondere è una responsabilità. Elementi d’interpretazione • Qual è la parola chiave di questo brano? • Che cosa insegna riguardo a Dio e a noi? Elementi di applicazione • Come mi interpella questa pagina della lettera di Giovanni? • Come mi identifico in essa? Le nostre preci al Signore A Dio Padre, che ha manifestato la sublimità del suo amore donandoci il Figlio per la nostra salvezza, chiediamo di renderci capaci di amare generosamente, in nome suo, i nostri fratelli, dicendo: Aiutaci, Signore, ad amare in te il nostro prossimo. Signore, il tuo grande amore sta nel fatto che non noi abbiamo amato te, ma tu hai amato noi nel morire in croce per il bene nostro. Perché anche noi, sul tuo esempio, perdoniamo di cuore i torti ricevuti, per tuo amore e per il bene del fratello ti chiediamo: Aiutaci, Signore, ad amare in te il nostro prossimo. Signore, se ci amiamo gli uni gli altri tu dimori in noi e il tuo amore è perfetto in noi. Perché possiamo godere del dono della tua amicizia mediante la profonda comunione fraterna, ti chiediamo: Aiutaci, Signore, ad amare in te il nostro prossimo. 18 Padre, che hai mandato tuo Figlio come salvatore del mondo e a chi lo riconosce gli doni l’onore della coabitazione. Perché possiamo fare esperienza dell’intima unione con te, donaci la conoscenza e la fede per credere all’amore che tu hai per noi. Aiutaci, Signore, ad amare in te il nostro prossimo. (seguono le intenzioni libere) La vocazione della Piccola Serva: dono della carità di Dio Ringraziamo il Signore per il dono della vocazione e preghiamo per avere la perseveranza. Dio ci ama tanto ed io lo amo così poco! Per amare l’amore, è troppo povera la nostra potenza di amare. Sorelle, amiamo Gesù, ma amiamolo tanto e giungeremo un giorno a immergerci nel suo Cuore divino. Vi lascio nel bacio del comune Sposo Gesù Cristo, per il quale vogliamo vivere e morire, in Lui solo e per Lui solo. Pregate la Vergine Santa che il Cuore del Suo e nostro Gesù si avvicini a noi, che i nostri cuori battano all’unisono con i palpiti del Cuore amorosissimo. Beata Anna Michelotti Cel care cheamă este credincios (1 Tes 5,24) Surorile din Comunitatea din Buzău (România), au trimis la redacţie mărturia lui Anghel Gabriel Cristian, consacrat Diacon pe 8 decembrie 2011. Oraşul numără în jur de 136 000 de locuitori şi în acest teritoriu este numai o biserică catolică. La celebrările duminicale şi la evenimentele ocazionale credincioşii nu sunt numai în mod punctual prezenţi, dar şi numeroşi. Sora M. Laura Villa şi Sora M. Rose Razafindrasoa au participat la consacrarea diaconală a parohianului Anghel Gabriel Cristian, celebrată în catedrala diecezei de Iaşi. Sunt foarte fericit să pot împărtăşi cu voi bucuria pe care am trăit-o pe 8 decembrie, anul trecut,în Sărbătoarea Neprihănitei Zămisliri. Pentru a ajunge la această etapă a diconatului am parcurs un drum lung, 11 ani de seminar cu momente frumoase dar şi dificile, mulţumesc lui Dumnezeu care mi-a dat forţa şi perseveranţa de a-l urma şi de a-i spune “Da”-ul meu, în fiecare zi. Am ajuns aproape pe culmea muntelui şi privind în spatele meu îmi dau seama că a meritat să înfrunt sacrificii şi dificultaţi, pentru că premiul -etapa Diaconatuluicare mă aştepta era sublim şi rodnic. Mulţi dintre colegii mei s-au descurajat şi chiar şi eu am avut momente de dubiu şi de mare nesiguranţă. Dar acum mai mult ca oricând, am experimentat ceea ce spune Isus “jugul meu este dulce şi povara mea este uşoară” (Mt 11,30). Dacă ceea ce faci, o faci pentru a-l sluji pe Domnul, într-adevăr totul devine simplu şi plin de bucurie; de aceea simt puţin ca fiind şi a mea expresia psalmistului: “slujiţi-l pe Domnul în bucurie” (Ps. 99). Consacrarea diaconală a fost precedată de un curs de exerciţii spirituale care a avut ca temă: slujirea, ascultarea, a fi miei între lupi, a fi simpli precum porumbeii, dar prudenţi precum şerpii şi în cele din urmă ceea ce implică adeziunea la următoarea etapă către preoţie. Au fost zile de profundă cugetare asupra vieţii mele, asupra vocaţiei şi asupra pasului pe care trebuia să-l fac. Casa de spiritualitate unde am fost primit cu ceilalaţi 13 candidaţi, este foarte potrivită pentru meditaţie şi reflexie. Timpul care a fost frumos şi însorit, a favorizat ulterior să facă zilele de reculegere în mod deosebit minunate. Foarte constructive au fost întâlnirile serale cu părintele spiritual pentru trăirea Cuvântului ascultat şi meditat. Împărtăşirea propriei experienţe cotidiene a favorizat comuniunea reciprocă, întărirea în credinţă şi am fost de asemenea ajutat să evaluez în manieră pozitivă probleme şi obstacole care în viitor ar putea să facă anevoios drumul către viaţa sacerdotală. A sosit apoi şi dimineaţa mult aşteptată de 8 decembrie. În catedrala diecezei de Cattedrale della diocesi di Iaşi 19 Iaşi s-a reunit comunitatea credincioşilor pentru a participa la consacrarea diaconală. În timp ce începea procesiunea de intrare, care pleca de la sacristie către altar, m-am simţit foarte mişcat. Celebrarea euharistică a fost prezidată de Episcopul de Iaşi, Mons. Petru Gherghel, concelebrată de Mons. Cornel Damian, Episcop de Bucureşti şi de numeroşi preoţi, în timp ce seminariştii au pregătit cu atenţie cântările acompaniate de sunetul orgii. Dacă mai înainte am admirat de la corul catedralei pe cei care au fost consacraţi diaconi în anii trecuţi, în acea zi protogoniştii ritului am fost noi. Am fost atinşi de minunata experienţă a fidelităţii Aceluia care ne-a chemat şi susţinut să continuăm drumul către preoţie. În timp ce eram prosternat la pământ şi corul cu credincioşii cântau Litania tuturor Sfinţilor, auzeam inima care bătea repede şi cu putere. Sentimentele de bucurie şi emoţie care mă copleşeau îmi dădea un sens de uşoară ameţeală. Când celebrarea a fost teminată, în piaţa catedralei ne aştepta o mulţime imensă şi între ei iubiţii mei părinţi cu lacrimi de bucurie, fraţii, rudele, prietenii, credincioşii din parohia din Buzău, însoţiţi de parohul Pr. Pavel, de Sora M. Laura şi de Sora M. Rose. Prezenţa lor m-a făcut să apreciez încă odată cât este de mare darul fraternităţii, prieteniei şi solidarietăţii. Nu au lipsit fotografiile amintire şi un moment de agapă frăţească. Trăirea cu bucurie a sărbătorii a fost ocazie de intensă integrare între rude şi cunoscuţi. La orele 17.00 seminariştii din anul trei au prezentat o scenetă în onoarea Sfintei Fecioare pe care noi o chemăm Accademia Mariană, după care au urmat şi alte momente senine de divertisment. Adoraţia euharistică de la ora 18.00 pregătită de către noi diaconii a fost de mulţumire faţă de Domnul pentru darul Ordinului Sacru primit. Sărbătoarea a fost bogată în emoţii şi sunt sigur că cei care au participat vor continua să mă însoţească spiritual în drumul către preoţie. Încă de pe acum cer tuturor rugăciuni, pentru ca eu să pot anunţa frumuseţea Evangheliei şi să ştiu să o transmit cu viaţa mea. Caro lettore, se conosci persone o amici che potrebbero essere interessati a ricevere la nostra rivista, ti preghiamo di ritagliare o fotocopiare i coupons riportati in calce, compilarli con i loro indirizzi e inviarli a: Redazione “Fiamma che arde”, viale Catone 29, 10131 TORINO. La pubblicazione viene inviata gratuitamente. Ringraziamo quanti vorranno collaborare per la diffusione del nostro periodico, mezzo di comunicazione per far conoscere la famiglia religiosa delle Piccole Serve e quindi il carisma spirituale ed apostolico della fondatrice, Beata Anna Michelotti. NOME NOME COGNOME COGNOME VIA VIA CAP CITTÀ PROFESSIONE (eventuale) 20 CAP CITTÀ PROFESSIONE (eventuale) ATTUALITÀ: Una scomoda verità Prof.ssa Paola e dott. Gabriele Riva Parlare di ambiente e del futuro del no stro Pianeta è un argomento che affa scina e nello stesso tempo porta con sé anche paure e visioni pessimistiche. Le opinioni degli esperti sono contrastan ti: gli uni pensano che i progressi delle scienze e della tecnologia possano favori re la vita delle generazioni future, mentre gli altri vedono nei comportamenti nega tivi dell’uomo una seria minaccia per la conservazione e lo sviluppo della natura e della specie umana. «Tra diecimila anni il Sahara sarà verde, le estati caldissime e gli inverni freddissimi, e l’umanità, se ci sarà an cora, penserà di più e vivrà più a lungo, ma non sconfiggerà virus e batteri, non smetterà di mangiare carne e non si nu trirà di cibi sintetici». Questo è il ritratto del nostro Piane ta secondo alcuni esperti italiani. La vita media dell’uomo si allungherà di parec chio fino a raggiungere probabilmente i 120 – 150 anni, però le differenziazioni somatiche tra i vari gruppi etnici non esi steranno più a causa dei numerosi flussi migratori (Antonio Golini - Professore di Demografia alla Sapienza di Roma). Non ci nutriremo mai di cibi sinteti ci anche se le risorse naturali dovessero esaurirsi, poiché è pura fantascienza pen sare di poter trasformare materia inor ganica in sostanze nutrienti per l’uomo (Carlo Cannella - Direttore dell’Istituto di Scienza dell’Alimentazione della Sa pienza di Roma). Il cancro e le malattie degenerati ve potranno essere sconfitte grazie alla ricerca scientifica, ma non le malattie infettive poiché i virus e i batteri fanno parte del nostro ecosistema (Mauro Mo roni - Direttore dell’Istituto di Malattie infettive e tropicali dell’Università degli Studi di Milano). Il cervello umano svilupperà sempre di più il pensiero astratto, la creatività e il ragionamento (Pietro Pietrini - Profes sore di Biochimica clinica dell’Università di Pisa). Tra diecimila anni l’effetto gas serra non esisterà più perché le riserve di com bustibili fossili saranno esaurite già da parecchio tempo. Però a causa di varia zioni dell’orbita terrestre, il nostro Pia neta transiterà molto più vicino al Sole 21 durante le estati e molto più lontano in inverno. Quindi le condizioni climatiche saranno più estreme: caldo torrido, fred do rigido, monsoni fortissimi anche in zone attualmente desertiche come il Sa hara, che rifiorirà verdeggiante (Mario e Andrea Giuliacci, climatologi del centro Epson Meteo di Milano). E l’uomo? Chissà se esisterà ancora per sperimentare tutti questi cambia menti? «La terra ha la febbre. Se hai un fi glio con la febbre, normalmente vai dal medico che cerca di scoprirne la causa». An Inconvenient Truth (Una scomoda verità) Nel 2006 è uscita nelle sale cinema tografiche americane questa pellicola che ha fatto molto discutere sia per l’ar gomento insolito (parlare di ambiente e inquinamento con dati scientifici e grafici a portata di mano) sia per le conclusio ni presentate (gli interessi economici di una ristretta cerchia di aziende sono più importanti della salvaguardia della vita dell’uomo e della terra). Da noi in Italia questo film è quasi passato sotto silenzio, la colossale macchina della sponsorizza zione che accompagna gli eventi cinema tografici non si è messa in moto. È stato 22 necessario il passaparola, che in effetti ha funzionato a dovere, facendo registra re il tutto esaurito nelle più importanti città italiane. Una scomoda verità è stato realizza to e prodotto da Al Gore, ambientalista e politico americano, 45° Vicepresiden te per otto anni durante la presidenza di Bill Clinton (1993-2001), premio Nobel per la Pace nel 2007. Gore in prima persona parla delle cause e degli effetti del riscaldamento del globo terrestre, che stanno mettendo a re pentaglio la vita dell’uomo oltre che della natura, se non si interverrà con urgenza per ridurre drasticamente le emissioni di gas che producono l’effetto serra. Tutti dobbiamo sentirci coinvolti in questo cambiamento di mentalità oltre che di comportamenti. Infatti questo film non presenta un freddo elenco di dati scientifici sul problema ma, inframmez zando particolari della sua vita persona le e famigliare, vuole comunicare la sua passione di migliorare il mondo, matura ta durante gli anni del college grazie al suo professore di scienze. Il fatto che lo ha scosso dal torpore della sua vita di politico di successo av viene, come lui stesso confessa, a trenta sei anni: mentre sta attraversando la stra da con il figlio per mano, il bambino vie ne investito da un’auto e rimane in coma Al Gore col suo staff alla premiazione del suo film Una scomoda verità con l’Oscar. per parecchio tempo prima di risvegliarsi e riprendere conoscenza. Durante questo periodo Al Gore si è posto molte doman de sul senso della vita e della morte, ar rivando a chiedersi: «Cosa posso fare per lui? Lasciargli un mondo migliore». Da quel momento lo scopo della sua vita è diventato quello di far conoscere a un numero sempre maggiore di persone le conseguenze negative di comporta menti sbagliati, troppo a lungo conside rati normali e ininfluenti sull’intero eco sistema. Infatti, siamo tutti un po’ miopi, poiché siamo interessati solo ai risultati immediati e ignoriamo volutamente o per leggerezza gli effetti a lungo termine delle nostre scelte. Purtroppo anche in ambito scientifico alcuni sostengono che il cambiamento climatico del pianeta sia un’invenzione, solo perché enormi in teressi e capitali condizionano non solo l’opinione pubblica, ma anche la ricerca scientifica. L’innalzamento della temperatura media, prodotto dall’effetto serra causato dalla combustione delle risorse fossili per produrre energia (perché non utilizzare fonti di energia rinnovabili già presenti in natura?), provoca oltre che cambiamenti climatici anche mutazioni genetiche nelle specie animali, portandole ad estinzione. Parecchi uccelli che si riproducono appe 23 leans, agli tsunami in Estremo Oriente, alle recenti alluvioni che hanno colpito numerose regioni d’Italia). Tutto ciò influisce anche sull’uomo; alcuni scienziati hanno studiato che la produzione e l’uso massiccio di prodotti derivati dal petrolio determinano muta zioni genetiche sull’apparato riprodut tore umano, poiché lo smaltimento della plastica attraverso discariche e forni in ceneritori contamina le falde acquifere e l’aria. 2012: il mondo è ad una svolta? Il professor Vittorio Prodi e il meteorologo Luca Mercalli hanno appena inaugurato il Master Ridef (Politecnico di Milano e Università di Venezia), Energie rinnovabili, decentramento, efficienza energetica. na la temperatura invernale diviene più mite, stanno anticipando questo processo a causa della temperatura più elevata che si registra in inverno, però non trovano un habitat adeguato poiché gli insetti di cui si cibano non ci sono ancora. Quindi le nuove nidiate sono destinate a morire per mancanza di cibo. Lo scioglimento delle calotte polari sta distruggendo la fauna e la flora locale: gli orsi muoiono annegati per la fragilità del ghiaccio, gli abeti scivolano in acqua poiché il permafrost (strato di ghiaccio perenne) si scioglie. Inoltre il disgelo di enormi quantità di ghiaccio causa l’in nalzamento dei mari e degli oceani, che iniziano a ricoprire vasti territori costieri abitati da popolazioni che sono costrette ad emigrare in zone più elevate. I ghiacciai stanno riducendosi troppo velocemente anche sulle nostre Alpi. L’incremento del numero e della forza di uragani, tornado, tsunami e alluvioni crea devastazione di vaste aree del pianeta (pensiamo all’ura gano Katrina che ha distrutto New Or 24 Il 2012 è stato dedicato alle coopera tive e al contributo importante che forni scono allo sviluppo socio-economico so prattutto dei paesi più poveri, riducendo la povertà, incrementando l’occupazione e favorendo l’integrazione sociale. Ma è anche stato proclamato anno interna zionale dell’energia sostenibile, con un interessante obiettivo da raggiungere: permettere entro il 2030 l’accesso uni versale all’energia pulita. Quando par liamo di energie rinnovabili e quindi a basso impatto sull’ambiente si intende produrre energia a partire da sole, vento, acqua, e geotermia, che non emettono gas di scarico, non determinano l’effetto serra e non inquinano l’aria. Al recente vertice di Durban (Re pubblica del Sudafrica) non si sono raggiunte decisioni importanti per un significativo cambiamento di rotta. Il professor Vittorio Prodi, laureato in Fi sica, docente e ricercatore universita rio in Italia e all’estero, nel suo saggio Il mondo a una svolta, sollecita tutti i Paesi a prendersi cura del pianeta e quin di del futuro delle popolazioni a partire da subito. Un suggerimento per reperi re fondi da destinare allo sviluppo delle energie rinnovabili? Eccolo: istituire un diritto di emissione, cioè ogni cittadino ha il diritto di emettere una tonnellata di anidride carbonica all’anno. Gli stati pagheranno per tutte le tonnellate eccedenti. Se pensiamo per esempio che il cittadino americano produce in media 21 tonnellate l’anno, ci rendiamo conto che il riscal damento globale del pianeta sta aumentando vertiginosamente. C’è comunque un numero sempre maggiore di persone che contribuisce alla salvaguardia del pianeta con piccoli e semplici gesti, che del resto favoriscono lo star bene con se stessi. Alcuni esem pi? Utilizzare l’auto il meno possibile fa riscoprire l’azione benefica e rilassante di una passeggiata; evitare lo spreco di energia elettrica in casa propria non solo riduce il consumo di risorse fossili per produrla, ma fa star bene anche la finan za famigliare; fare la spesa prediligendo prodotti alimentari biologici incoraggia i Locandina del film Al Gore. piccoli produttori locali e ci permette di consumare frutta e verdura fresca, più gu stosa, che non deve essere trasportata per chilometri prima di arrivare sulle nostre tavole. Ci sono tanti altri esempi positivi: dalle costruzioni delle abitazioni all’abbi gliamento, dal tipo di vacanze al modo di passare il proprio tempo libero. Ognuno può trovare la propria dimensione. Ma se nella Genesi (1,28) sta scritto: «Soggiogate la terra e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra», perché stiamo distruggendo il nostro pianeta e tutto ciò che contiene, incluso l’uomo? Se non abbiamo ancora trovato una risposta, forse la visione del film di Al Gore, la lettura del saggio del professore Vittorio Prodi e una visita al sito internet www.greenpeace.org/italy/it ci potranno dare una mano. Per chi ama navigare in Internet con sigliamo anche la visione di questo video h t t p : / / w w w. y o u t u b e . c o m / watch?feature=player_ e m b e d d e d & v = n G e X d v - u P a w. Ognuno di noi può e deve adottare comportamenti più responsabili e non delegare agli altri (governi, aziende, as sociazioni) la soluzione di questi proble mi. Anche il più piccolo gesto può fare la differenza. 25 PSICOLOGIA: Vero o falso senso di colpa La Quaresima, tempo di medi tazione e conversione, stimola a riflettere sul proprio modo personale di vivere la colpa. Per decidere di cambiare, di comportarsi in modo diver so, è prima necessario riconoscere realisti camente di essere colpevoli di fronte a se stessi, agli altri, a Dio. Spesso la paura di perdere o sminuire la propria autostima mette inconsciamen te in moto una serie di “meccanismi di di fesa” che impediscono di essere veri fino ad illuderci di essere giusti ed a posto con la propria coscienza. Al contrario, persone eccessivamente scrupolose, con bisogni inconsci di espia zione, accentuano in modo eccessivo la gravità morale dei loro comportamenti auto-condannandosi per colpe che sono tali solo nella loro mente. L’esperienza soggettiva di colpevo lezza non è un processo spontaneo, ma una progressiva maturazione della pro pria coscienza che dovrebbe consentire il passaggio dal sentirsi semplicemente colpevoli alla coscienza di essere peccato ri. Non ogni senso di colpa apre a questa maturazione progressiva poiché esiste un senso di colpa costruttivo necessario per essere persone responsabili e capaci di mi gliorarsi e un senso di colpa distruttivo e infantile che chiude l’IO in se stesso e gli impedisce di crescere. Diventa allora necessario distinguere questi diversi tipi di colpa per favorire la formazione di un sano senso di colpa e li berarci da quella distruttiva. La colpa distruttiva è legata a conflit ti interiori di origine psichica e blocca o frena la crescita. Non deriva dalla consi derazione riflessiva sul proprio comporta mento in rapporto all’ideale realistico che 26 Dott.ssa Carla Visconti “L’esperienza soggettiva di colpevolezza è una progressiva maturazione della propria coscienza che dovrebbe consentire il passaggio dal sentirsi colpevoli a essere peccatori”. si desidera raggiungere, ma è un sentimen to immediato e irrazionale di angoscia e auto-condanna che a volte attanaglia e fa sentire un nodo allo stomaco. Ad esempio, è l’angoscia per aver trasgredito un divieto associata alla paura della punizione, oppu re l’auto-rimprovero per non essere stato degno delle aspettative altrui e quindi la paura di perderne la stima o l’amore, o ancora l’umiliazione di vederci con l’im magine a pezzi di noi stessi. Questo tipo di colpa psicologica non riguarda tanto il dispiacere per avere smarrito l’ideale, ma è il disappunto per non veder realizzato il nostro bisogno di essere amati, riconosciuti, stimati degni di valore. Tale umiliazione annulla la ca pacità di reagire e può addirittura portare a perpetuare l’errore seguendo la logica distruttiva del: «siccome valgo poco o nulla, tanto vale che mi rassegni ad essere così». Al contrario, il senso di colpa costrut tivo è legato alla sana tensione di crescita presente in ogni persona. Tale tensione stimola ad abbandonare posizioni fami liari e rassicuranti per affrontare il rischio di scelte nuove che fanno crescere, che spingono a realizzare quell’IO ideale che si dovrebbe diventare. Tale progetto di sé è sostenuto da una adesione personale e convinta a valori considerati validi e og gettivi indipendentemente dalle gratifica zioni che possono dare e quindi diventano motivazioni interne ad agire. In questo caso il senso di colpa sarà avvertito ogni volta che la persona prende coscienza di non essere stata all’altezza dei valori in cui crede, o di aver perso un’occasione per tradurre quei valori in comportamenti concreti nella quotidianità del suo agire. Questo senso di colpa è quindi costrut tivo, è un sentimento di autocritica che nasce dalla coscienza, la sua base non è emotiva (ansia, paura di punizioni, autocondanna) ma riflessiva: nasce dalla ca pacità di giudicare se stessi in termini di valori morali internalizzati. I criteri che aiutano a distinguere tra colpa vera e colpa distruttiva sono saper discernere la causa e l’effetto della colpa. La causa della colpa costruttiva è la consapevolezza di aver trasgredito un valore importante per la persona: «mi dispiace perché ho smarrito il vero senso della mia vita». La causa della colpa distruttiva è la paura della punizione (nella realtà o nel la fantasia) proveniente dagli altri o da sé stessi: «adesso mi capiterà una disgrazia; come faccio se gli altri se ne accorgono?»; «questa mancanza non è da me, non è mia; sono cose che possono capitare agli altri ma non a me». Nel primo caso c’è il dispiacere per un valore smarrito, nel secondo caso c’è la vergogna per la brutta figura con paura di ritorsione. L’effetto della colpa è la resi stenza alla tentazione: «non lo faccio più» ma in forza di che cosa? Nella colpa costruttiva la resistenza si fonda su principi interni: «non lo faccio più perché voglio riconfermare nella mia vita il valore prima smarrito». Anche la colpa distruttiva mi fa resi stere, ma per ragioni esterne o affettive: non lo faccio più perché non voglio più sentire il nodo allo stomaco, perché è umi liante la reazione degli altri, perché non mi va sentirmi colpevole. Diventa allora importante domandarsi quanto la nostra buona condotta sia so stenuta da valori interiorizzati e amati o quanto invece da criteri personali ed emo tivi. Purtroppo a guidare le scelte è spesso la paura e la vergogna anziché l’amore e il convincimento del valore. Associato infine alla resistenza nella colpa distruttiva c’è il rimorso (esperienza psicologica), nella colpa costruttiva c’è il pentimento (esperienza morale). Il rimor so ci lega all’errore, il pentimento ce ne libera. Tutte queste emozioni: vergogna, pau ra, dispiacere, rimorso possono spingere a cambiare lo stile di vita ma non neces sariamente il cambiamento è costruttivo. La vergogna ed il rimorso possono portare alla disperazione, mentre il pentimento stimola ad assumersi realisticamente la re sponsabilità per le conseguenze dei propri errori, a cercare di recuperare il dialogo con l’altro, interrotto dalle proprie tra sgressioni, offre la possibilità di discernere un cammino nuovo di rinascita persona le, a trovare la strada verso quell’ “uomo nuovo” di cui parla San Paolo. “La causa della colpa costruttiva è la consapevolezza di aver trasgredito un valore; quella della colpa distruttiva è la paura della punizione proveniente dagli altri o da se stessi”. 27 MEDICINA: I trapianti Il trapianto di organi o tessuti è un intervento che consente di curare e spesso salvare la vita a persone affette da gravi patologie non più curabili con i normali metodi della medici na e della chirurgia. Gli organi che possono essere prele vati da una persona deceduta (si parla di allotrapianto), rispettando un rigido pro tocollo di accertamenti e di procedure dia gnostiche individuato da specifiche leggi, sono il cuore, i reni, il fegato, i polmoni, l'intestino, il pancreas. Recentemente il campo dei possibili trapianti si va sem pre più estendendo comprendendo mani, braccia, parti del viso, ecc. Inoltre posso no essere trapiantati tessuti, quali cornee, valvole cardiache, ossa, pelle e vasi san guigni. Il numero dei trapianti d'organo è in costante aumento in tutto il mondo, gra zie ai progressi tecnici della chirurgia e del trattamento post-trapianto, che permetto no una buona sopravvivenza a lungo ter mine, anche di molti anni. Un intervento di trapianto. 28 Dott.ssa Giovanna Gavazzeni La persona deceduta da cui si prele vano gli organi è comunemente detta “do natore” e il malato che viene trapiantato è detto “ricevente”. E qui si annida un primo problema. Il termine “donatore” è spesso frainteso, me glio sarebbe usare il termine “cadavere” o “donatore cadavere”. Infatti una delle principali remore a permettere il prelievo di organi sta nella difficoltà per i parenti ad ammettere che il loro congiunto è mor to e che per lui sono state messe in atto fino in fondo tutte le misure di rianima zione. Perché l’organo da trapiantare non si deteriori tanto da renderlo inutilizzabi le esso viene prelevato quando le funzio ni vegetative (respirazione e circolazione sanguigna) sono mantenute ancora attive mediante un respiratore automatico. Ma l’asportazione dell’organo è possibile per legge, solo quando la morte cerebrale è inequivocabilmente provata in base agli accertamenti rigorosamente definiti da parte di un collegio di tre medici e deve essere eseguita in strutture autorizzate. È in vigore cioè una rigida regolamentazione in questo campo che permette un’ampia garanzia. Pure il limite dei trapianti sta proprio nella scarsi tà di donatori che sono sempre pochi rispetto alla richie sta, non perché pur troppo non ci sia no molti incidenti mortali in persone giovani e sane, ma perché permane un diffuso pregiudizio a riguardo. La Chiesa stessa ha au torevolmente autorizzato i trapianti ritenendo che i pa renti che permettono il tra pianto di organi da un loro congiunto deceduto faccia no opera meritoria volta a salvare un’altra vita umana. Il problema si pone in maniera un po’ diversa per quanto riguarda il trapianto di rene. Infatti poiché i reni sono due per ogni individuo e una persona può vivere con un rene solo, è possibile in questo caso il trapianto da persona vivente. Per lo più sono i familiari stretti, i genitori, a do nare, in questo caso sì veramente a dona re, un rene ad esempio a un figlio. Ma come in ogni cosa c’è una parte bella e una parte brutta: sembra che nei paesi dove la povertà è diffusa, come l’In dia, i poveri arrivino a farsi prelevare un rene dietro compenso di denaro per ven derlo a un ricco malato che se lo può per mettere. Altro grande problema dei trapian ti è quello del rigetto dell’organo dopo il trapianto. Il rigetto è dovuto al fatto che ogni individuo ha un proprio patrimonio genetico e nel sangue ci sono cellule il cui compito è quello di riconoscere e distrug gere tutto ciò che è geneticamente diverso da quell’individuo. Questo meccanismo è estremamente utile perché riconosce come estranei da eliminare i virus e i batteri che penetrano nell’organismo, meccanismo quindi fondamentale nella difesa contro le infezioni. Ma l’organo di un altro indivi duo è riconosciuto anch’esso come estra neo e sarebbe perciò attaccato e distrutto rapidamente da queste cellule se non ve nissero somministrati farmaci che depri mono l’attività di queste cellule killers. Sono i farmaci immunosoppressori che sono preziosi e che permettono che la pratica del trapianto abbia successo. Il loro limite sta nel fatto che la immunosop Alcuni dei medici impegnati nei trapianti di organi alle Molinette (Torino). pressione che determinano è generalizzata e riguarda anche la difesa dalle infezioni. L’equilibrio da ottenere è quindi tra il ri schio di rigetto e il rischio di infezioni. Equilibrio non facile ma che si va consoli dando con l’introduzione di farmaci sem pre più specifici e sempre meno tossici. Naturalmente questo problema non si pone per gli autotrapianti cioè per quei trapianti di tessuti da un sito a un altro del corpo dello stesso individuo. Gli au totrapianti si eseguono in genere per ripa rare un tessuto danneggiato. Ad esempio un trapianto di pelle può essere eseguito negli ustionati o nelle piaghe croniche dei diabetici, trapianti di ossa nelle fratture o nella implantologia. In questi casi il pa trimonio genetico è sempre quello dello stesso individuo e quindi non si pongono problemi di rigetto. I trapianti d’organo sono attualmente ancora eseguiti in caso di estrema neces sità o per situazioni fortemente invalidan ti come i trapianti di rene nei dializzati cronici, ma il campo di applicazione si va estendendo parallelamente ai recenti pro gressi tecnici, e forse si arriverà a conside rarli una efficace arma terapeutica piutto sto che una risorsa estrema. 29 Fiori di cielo Se siamo morti con Cristo, crediamo che vivremo con lui. (Rm.14,9) Il 19 gennaio 2012, alle ore 15, ci ha lasciato Sr. M. Paola di Gesù Bambino, al secolo Angelina Maggioni, all’età di 88 anni e 65 di vita religiosa. Dopo alcuni giorni di ricovero all’ospedale di Merate (Lc), è deceduta nella nostra comunità della Domus Quies di Casatenovo, dove si trovava da qualche anno. Cosciente della gravità della sua malattia che parecchie volte l’ha allarmata, si è preparata all’incontro con il Signore. Nella pagina che registra tutta l’attività di una Piccola Serva, possiamo dire che Sr. M. Paola ha vissuto il carisma lasciatoci dalla Madre Fondatrice, soprattutto per quanto riguarda il nostro servizio agli ammalati poveri. Aveva un temperamento battagliero, determinato, che le permetteva di difendere i diritti dei malati che amava e serviva con sollecitudine anche quando la sua salute incominciava a crearle dei problemi. Madre Carmelina Lanfredini Ecco quanto ha scritto di lei una sorella: «Ho conosciuto Sr. M. Paola quando era già avanti in età, le forze cominciavano a diminuire, ma aveva ancora tanta voglia di servire gli ammalati, per cui accettava volentieri di fare assistenze che si protraevano anche a lungo. Fui colpita dalla stima che i familiari degli ammalati avevano per lei e facendo visita alla nostra comunità di Milano, a cui Sr. M. Paola aveva fatto parte da oltre cinquant’anni, dimostravano concretamente la loro riconoscenza. In comunità era attenta a tutto e amava ricordare il grande bene compiuto dalle sorelle che ci avevano preceduto». Ora che Sr. M. Paola è tornata alla Casa del Padre, certamente, insieme alle sue sorelle Sr. M. Amelia e Sr. M. Ercolina, prega e intercede per noi. Affidiamo alla misericordia del Signore l’anima della signora Margherita Giacomina, sorella di Sr. M. Donata Balosetti, affinché goda al più presto la beatitudine dei santi. Hanno ricordato i propri defunti con richieste di preghiere e celebrazioni di Sante Messe: Albertini Alma – Albertini e Pizzigoni – Bagnis Maria Clotilde, per Carlo e M. Maddalena – Barbieri Marina, per Sr. M. Eulalia – Bellini Nino – Belloni Davidina – Berti Maria Lazzati, per Alfonso e Luigi – Biasioli Maria, per fam. Biasioli – Binda Daria, per Irma, Carlo e Giuseppe – Boschini Primo e Teresina, per Agostino, Palma e zia Elena – Botticelli Giuseppina, per Elsa – Brognoli Maria – Casasola Dirce – Cavassori Ileana, per Maria, Osvaldo, Regina, Rolando e Romeo – Chiabotto Carlo e Maria – Chiesa Silvia Sabello, per Dino e suor Elisa – Citriniti Franco – Cobello Marta, per Maria – Colombo Andreina, per i defunti della famiglia – Cometto Irene – Ciochetto, per Ferdinando – Comin Gilda – Cortinovis, per nonni e zie – Crippa prof. Enrica – Dassi Piera – Ferraris Rita – Fiorella – Gambara Alfredo, per Franca – Garavaglia Albina, per Walter, fam. Garavaglia e Ferrario – Ghezzi Barzetti, per Maria – La Lumia Livia – Mandelli Adriana – Marazzini Claudia, per famiglia Nebuloni - Marchis Maurizio – Marchisone – Mariani Armida – Monticelli Ambrogio, per Giorgio – NN. (Cornigliano) in memoria di Rita Basso – Palma Rita e Gianpaolo – Peira Giovanna, per fam. Boschi e Peira – Pirovano – Possamai Gina, per fam. Grosso – Rappelli Annamaria – Redaelli Maria – Romeo Emilia, per i genitori – Rossetti M. Antonietta, per Sr. M. Eulalia – Rossin Virginia, per i genitori di Walter e Virginia – Sala Giulio, per madre Crescenzia – Salsano Giovanna – Scaccuto Luigia – Sirtori Ambrigio – Suardi Giuseppe e Monica – Troya Gianfranco – Vago Resy, per Carla e Carlo – Valota Franco, per Adria e Battista – Villa Adele, per i defunti fam. Villa e Giovenzana – Voena Luigi per fam. Voena e Costa – Zanini Angelina, per Alberto, Valentino, Graziosa, Antonio, Palmira e Laura - Zumaglino prof. Cesare, per mamma Ernestina, fam. Zumaglino e Cabiati. Chi desidera fare celebrare S. Messe di suffragio per i propri defunti è pregato di specificare espressamente l’intenzione: Santa Messa per … Barrare la casellina “preghiere per i defunti” è insufficiente. Le offerte per Sante Messe sono trasmesse ai missionari e ai sacerdoti poveri di nostra conoscenza, del Madagascar e della Romania. 30 s o l i dar i età Per le opere in Madagascar e Romania: Agosta Andrea e Jaqueline – Alberti Bruna – Amici Beata Anna Michelotti (Bergamo e Torino) – Amici del Martedì (Vercelli) – Arioli Luisa – Ass. Volontari Ambiente (Monticello) – Barbieri Tina – Baù – Belloli Francesco – Belloni Davidina – Beltrami Valeria – Bertamino – Biasioli Maria – Birolo Camilla – Blengino Germana – Bracchi don Massimo – Buccigrossi prof. Maria – Calderini dott. Stefano – Calliero don Enzo – Campitelli – Carena don Gabriele – Casati Rosangela – Cassani Tina – Cassini Amos – Castagno Piera – Chiesa Silvia – Colombini Mariuccia – Colombo Andreina – Condò Giacomino e Mirella – Conferenza S. Vincenzo (Almese) – Cordola Elsa – Costantini Anna – Crippa prof. Enrica – Da Rodda Bertinotti Elvira – Dall’Angelo Maria – Dealessi Carla – Demolli Paolo – Devote della Messa Mattutina (Casa Riposo Almese) – Dilenge Fedi Lucia – Ditta Bausola – Dominoni Luisa – Dozio Roberto – F.A.C. (Cortemaggiore) – Ferrari Franco – Formentini Maria, per Sr. M. Luciana – Frè Marco e Paola – Gallo Castagno Franco – Gallo Renata – Garavaglia Renato e Giovanna – Ghiano can. Ettore – Ghiano Franco e Luisa – Ghiano Guido e Carla –Giacone Giovanna – Giraudo Giovanni – Girò Elisa – Gobbo Angela – Granata Renato – Gruppo Alpini (Almese) – Gruppo Missionario (Ronco Briantino) – Gruppo Missionario Parrocchia Altichiero (Padova) – Iannò Vincenzo – Lazzarini don Luigi – Locatelli Achille e Carolina – Longhin dott. Pier Paolo – Lupi Viviana – Manfrinato – Mangiavacchi don Sergio – Marcaccio Antonio – Martina Ughetti Teresa – Mezza Giacomino – Migliaccio Mirella – Miglioretti Anna – Miravalle Piero e Miranda – Mongilardi prof.ssa Pia – Morandi Paolo – Motto Ernesto – Motto Rina – NN. (Almese) – NN. (Monticello) – NN. (Vercelli) – Necci Adriana e Augusto – Olivero Vanni e Agostina – Operti dott.ssa Laura – Panizza Maria Teresa – Parrocchia Natività di Maria (Almese) – Perego Lisetta – Perrero Laura e Renzo – Perroncito Marialuisa – Personale Casa Riposo (Almese) – Pesenti Paola – Pognant Gros Mariangela – Pontevia Domenico – Protezione Civile (Monticello) – Quagliotto don Francesco – Rigamonti Maria – Robotti don Andrea – Sanesi dott. Alberto e Daniela – Sangalli Elvira e Vittoriana – Sanna Maria Rosa – Talon Adele – Tinelli Paolina – Tricca Teresina – Ufficio Missionario Diocesano (Torino) – Vadori e Stival – Vindrola Rosita – Visconti dott. Maria Carla – Zanchin Attilio e Lina – Zanini Angelina. Battesimi: Valerio, da Rossi Anna – Lucia, da NN. (Inveruno) – Piera, da Garavaglia Angela. Per l’opera “Amici degli ammalati poveri” e offerte libere: Albetis Olga – Aldeghi Clorinda – Allione Giovanni – Amedeo Giovanna – Angius Maria Villa – Annecca Vito – Aronio – Arosio Tina – Balconi Maria Rosa – Baldo Lino – Balestra Elena – Balosetti Francesca – Banchero – Bani Vincenzo –Baraggioli Carmela – Baraviera Flavio – Barbaglia Rosangela – Barzaghi Rachele – Battistella Clara – Belforti Maria Teresa – Belotti don Giuseppe – Benigni prof.ssa Chiara – Bernardi Antonio – Bertolo Flavio – Bertolo Guido – Bianchi Antonio e Giancarla – Bianchi Benito – Biffi Elena e Zipiti Andreas – Biffi Genghi – Birolini Marcassoli – Birolo Camilla – Biscella Abbondanzio – Bisio Angelo e Maria – Borasco Nereo – Brachet Cota Ernesta – Brambilla Rosa – Brioschi Aurelio e Gemma – Bullo Marta – Campoleoni Gianni – Canazza Francesco – Carloni dott. Nicola – Carpaneto Lidia – Carrara Luigi – Casiraghi Silvano – Castellano Carlo – Cattaneo Luigi – Cavalleri Eugenia – Cavedine Giuseppe – Ceresoli Irma – Chini Luisa – Cipolla Teresa – Citterio Graziella – Colla Luigia – Comunità Piccole Serve (Inveruno e Sesto S. Giovanni) – Corti Maria – Crescimone dott. Margherita – Cucchetti Renato – De Vittorio Anna Maria – Delfante Molinar Paola – Della Morte Giovanna – Dentella Renato – Dini Beppe – Dodero Giorgio – Dotti Giuliana – Emprin dr. Caterina e Barberis dr. Giorgio – Fairoli Renato – Ferraris Rita – Filippoli Luigi – Fiorina prof. Lorenzo – Follani Piergiorgio – Fontana Piera e Lidia – Frigerio Veronica – Frizzi Luigi – Frontini Ildefonso – Fugazza Carlo e Maria – Fumagalli Attilia – Fumagalli Mario – Galli Remo – Galliana Lorenzo e Sabrina – Galliena Anna – Gambassi Wanda – Gandola Eleonora – Garbaccio Paola – Gasparini don Primo – Gatti Gabriella – Ghisani Tarquinio – Giorda Rosina – Gobbi Ginetta – Goffo Leontina – Greppi Agnese – Guidetti Clara – Gurrado Anna – Lanzano – Lazzaroni G. Battista e M. Luisa – Lena – Lillia Enrico – Lissoni Maria Grazia – Lodrini Giovanna – Magni Emilio – Maina Luisa – Manzotti Liliana – Marchesi Maria Luisa – Marchini Elia – Marinoni Beniamino – Martinelli Maria – Maurizi Maria Teresa – Meroni Santina – Micheletti dott. Piercarlo – Milan Luisa – Millefanti Luciano e Virginio – Mimmo Maria De Martino – Minoretti Alda – Molfetta Serafina – Monguzzi Arturo – Montagna Graziella – Monti Antonia – Morino Maria – Moroni Giuseppe – Morotti Mariarosa – NN. Almese – NN. (Castelrosso) – NN. (Vercelli) – Nunnari – Olivetti – Paganini Carolina – Paganini Rosalba – Palazzi don Dante – Palazzi suor Leonia – Parenti di Sr. M. Rosaria Panzeri – Parenti e amici di Sr. M. Teresa Motto – Parola Osvaldo – Pasquali Franca – Pasta Roberto – Pelucchi –Perego Angela – Perego Maria Paola – Pesatori Vanda – Petrini – Piazzoni Giulia – Pochettino Paola – Querio Giuseppe – Ranghino – Redaelli Maria – Restelli Francesco – Rinaldi Marie – Rinolfi avv. Martina – Roberti – Rocca Nana Ida – Romani Ina – Roncaglia Emma – Rosa dott. Achille – Rossi Mario – Rota mons. Daniele – Sandrone Nella – Sanfelici Edo – Santambrogio Carla – Sartori Anna – Sarzi Clotilde – Sasso Margherita – Scartoni Sonia – Schiavo Michele – Scotti Maria Teresa – Secchi Mario – Selvi don Tonino – Sfregola Nunzio – Signorati Angelo – Stucchi Adriana – Suor Enrica – Talenti Teresina – Taverna & Tarnuzzer – Tinelli Ancilla – Tomasoni Lina – Tomatis Mario – Tulipani Tina – Valaguzza Teresina – Vallani Barbara – Velicogna Anna – Villa Carla – Villa Licia – Visetti Luigi – Vivenza Rosalba – Zenoni Riccardo – Zitta Maria – Zoia Carla. 31 Sostegno bambini a distanza Madagascar e Romania: Agosta Andrea e Jaqueline – Allione Elvira – Amici Beata Anna (Reggio Calabria) – Andreoli Gianna – Angelini Stefania e Toniello Ivo – Ardito Moiso Marta – Bagnis Maria Clotilde – Baima Fabrizio e Giusy – Belotti Gemma – Belotti Giovanna – Belotti Mariarosa – Beretta Ottorina – Berra Piera – Bertero Gabriella – Blandino ing. Marco – Blandino Rosalma – Bonavero Daniele – Bornati Carlo e Pia – Borri Brunetto Anna Maria – Bregola Giuseppe – Buzzi dott. Alberto – Camisasca Cristina – Canevisio Adele – Canevisio Agostina – Cantone Adelaide – Chiesa Silvia – Chini Massimo e Cristina – Cicconi Rosina – Ciochetto – Cochi Luisiana – Cometto Irene – Conferenza S. Vincenzo (Piacenza) – Corona Carla – D’Agostino dott.ssa Elena – Da Rodda Bertinotti Elvira – Dall’Angelo Maria – Dattrino Arrigo e Giuseppina – De Maria – Dealessi Carla – Demo Rabino e Piera – Dipendenti Comunali (Robassomero) – Dolce Marina – Dozio Roberto – Egini Marialuisa – Ferrari Luigi e Luigia – Franzoi Ermanno e Bianca – Gagliano Mirella – Gambara Alfrerdo – Garavaglia Renato e Giovanna – Garavelli Cesira – Garavelli Norina – Gerbaldo Irene – Ghislanzoni Miranda – Giraudo Giovanni – Grasselli Francesco – Gravante Lia – Grolla Giavelli Ferdinanda – Gruppo Alpini (Monticello) – Innocenti Giovanna – Istituto Comprensivo Rosa Stampa (Stroppiana) – Luparia Pierluigi e Annamaria – Maffeis Provvidenza – Manzotti Sara – Marasco Mauro e Mara – Marucco Maria Teresa – Mastrangeli Maria Anna – Mazzoli Enza – Mazzone Michele – Merli Maria Pia e Francesca – Miglioretti Anna – Miriam (Vercelli) – Monaco Paola – Natta Giovanni – Nicol Leandro e Elena – NN. (Bergamo) – NN. Colleferro – NN. (Vercelli), in memoria di Ernestina e Remo – NN. (Vercelli), in memoria di Walter Fagnola – Palandri Erminia – Panzeri Cornelia – Panzeri Giuliana e Franca – Parodi Mauro – Pasqualini Silvia – Pontevia Domenico – Pozzi Ester – Pozzi Maria Teresa – Protti Pasqualon Anna – Ramponi Rina – Rigamonti Maria – Rota dott.ssa Romanella – Rota Gabriella – Sala Maria – Sangalli Flavio e Rita – Secci e Abate – Settimo e Pedrini – Settimo Angela e Alessio – Silvetti don Claudio – Soldati Giuseppe – Soncini Maria Teresa Mariani – Suardi Giuseppe e Monica – Suppo Giuliano e Carla – Tabone Andrea – Tabone Renza – Terzago dott. Paolo – Tessa luigi – Tonani Sergio – Torres Gian Paolo – Truffelli – Ventanni Franco – Villa dott. Italo – Villa Luigia – Viscardi Luciana – Vitali Anna – Zampini Sergio. Come offrire il tuo contributo Mediante versamento su conto corrente postale n. 14441109 intestato a: Congregazione Piccole Serve del Sacro Cuore di Gesù Viale Catone 29 - 10131 Torino Nella causale indicare: Sostegno bambini a distanza - Madagascar oppure Sostegno bambini a distanza - Romania Con 21,00 € al mese (252,00 € l’anno) per il Madagascar. Con 26,00 € al mese (312,00 € l’anno) per la Romania. Sono ben accette e utili anche somme inferiori a quelle sopra indicate. AVVISO IMPORTANTE Al personale smistamento posta e portalettere ricordiamo il dovere del recapito e in tempi ragionevole del presente periodico, poiché il servizio è stato pagato conforme al tariffario stabilito dalle Poste Italiane. In caso di MANCATO RECAPITO per giustificato motivo inviare a: TORINO CMP NORD per la restituzione al mittente F.C.A. Viale Marco Porzio Catone 29 – 10131 TORINO il quale si impegna a pagare la relativa tassa. 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