Via Garibaldi, 1
50039 VICCHIO (FI)
COMUNE DI VICCHIO
Prot. nr. 4215
Tel. 055 / 843921
Fax. 055 / 844275
C.F. 83002370480
P.I. 01443650484
Li, 26 marzo 2010
Al Presidente del Consiglio Comunale
Sig.ra Tai Carlotta
VICCHIO
Ai Capi Gruppo Consiliari
Lazzerini Simone
Capocchini Nadia
Lecca Raffaele
LL.SS.
All’Albo Pretorio del Comune
OGGETTO: Invio verbale seduta del Consiglio Comunale
Si trasmette in allegato, ai sensi del vigente Regolamento per il funzionamento del
Consiglio Comunale, il verbale della seduta del Consiglio Comunale del 25-02-2010.
Cordiali saluti.
IL SEGRETARIO COMUNALE
(Dr.ssa Maria D’Alfonso)
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COMUNE DI VICCHIO
Tel. 055 / 843921
Fax. 055 / 844275
C.F. 83002370480
P.I. 01443650484
VERBALE DELLA SEDUTA DEL CONSIGLIO COMUNALE
Registro delle deliberazioni adottate dal Consiglio Comunale nella seduta del 25-02-10,
tenutasi alle ore 15:30 presso la Residenza Comunale, a seguito di convocazione disposta nei
modi di legge in sessione Straordinaria in Prima convocazione, in seduta Pubblica.
Risultano presenti all’appello in apertura di seduta i Signori:
IZZO ROBERTO
LAZZERINI SIMONE
GASPARRINI MARCO
BONANNI TERESA
TAI CARLOTTA
PASI MASSIMO
PETTI LORENZO
ABRANS LEONARDO
ROSA GIUSEPPE
Presiede
il
Signor
Dr.ssa D'ALFONSO MARIA.
P
P
P
P
A
P
P
P
A
GANASSI ELENA
SANTONI RICCARDO
NOCENTINI GRAZIA
CONFORTINI BRUNO
CELLI STEFANO
CAPOCCHINI NADIA
LECCA RAFFAELE
CORALLI CATERINA
GASPARRINI
MARCO,
P
P
P
P
A
P
A
A
assistito
dal
Segretario
Il Presidente, accertato il numero legale, dichiara aperta la seduta ed invita il Consiglio
Comunale ad esaminare e ad assumere le proprie determinazioni sulle seguenti proposte di
deliberazioni:
Proposta N. 15 Del 04-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE
NUMERO DELIBERA
17
Il Consiglio Comunale si riunisce alle ore 16,15.
Presenti n. 12.
Il Presidente comunica che:
a) il consigliere Coralli è assente giustificato;
b) sono rinviati i punti 4), 8) e 12) dell’ordine del giorno
per assenza dei presentatori; i punti 13) e 14) in
quanto – precisa il Sindaco – è assente l’assessore
competente;
c) sono stati nominati i membri della Commissione pari
opportunità nelle persone dei consiglieri Ganassi e
Coralli;
d) “è stata approvata la dicitura per la targa da mettere in
Biblioteca come da ordine del giorno dello scorso
consiglio comunale e rendo noto la dicitura che è: ‘9
Novembre 2009 – Nel ventennale della caduta del
muro di Berlino a futura memoria, contro ogni muro,
contro ogni ingiustizia, per i valori di libertà e
democrazia – Il Consiglio Comunale Vicchio’.
Proposta N. 16 Del 04-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
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COMUNICAZIONI DEL SINDACO
Il Sindaco non ha nessuna comunicazione da fare.
Il consigliere Confortini porge gli auguri di buon lavoro al VicePresidente del Consiglio comunale. Chiede che ci si assicuri
che il Consiglio comunale inizi in orario.
Proposta N. 20 Del 12-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
RATIFICA DELLA DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA COMUNALE
N. 8 DEL 12.02.2010 AD OGGETTO "BILANCIO DI PREVI=
SIONE 2010 - I^ VARIAZIONE AL BILANCIO"
Introduce il Presidente.
Il consigliere Confortini: “questa delibera è una ratifica, quindi
vuol dire che la Giunta Comunale si è presa il diritto del
Consiglio di approvare per motivi di urgenza. Leggendo gli
spostamenti effettuati, l’urgenza ci sfugge” Quindi, chiede che
venga chiarito.
Il Sindaco: “l’urgenza deriva dal fatto che il bilancio era già
pronto il 15 dicembre. A quella data la Società della Salute
sarebbe dovuta partire dal 1° gennaio. Poi la Socie tà della
Salute si è stabilito che partisse dal 1° aprile, p ertanto si è reso
necessario allocare nelle corrette poste di bilancio le spese per
le funzioni del sociale non immediatamente trasferite alla
Società della Salute.
IL CONSIGLIO COMUNALE
VISTA la deliberazione n. 8 del 12.02.2010, adottata in via d’urgenza
dalla Giunta Comunale assumendo i poteri del Consiglio ai sensi
dell’art. 42, punto 4, del decreto legislativo nr. 267/2000, sottoposta
oggi a ratifica;
CONSIDERATO che nella fattispecie ricorrevano gli elementi di
contingibilità ed urgenza tali da giustificare il ricorso alla assunzione
dei poteri consiliari;
RESO NOTO che e’ rispettato il termine di 60 giorni previsto
dall’art. 42 di cui sopra;
RITENUTO di dover provvedere alla ratifica;
VISTO il parere favorevole espresso ai sensi dell’art. 49 del decreto
legislativo nr. 267/2000, che forma parte integrante al presente atto;
Il Presidente del Consiglio Comunale mette in votazione la proposta.
Con la seguente votazione:
- presenti nr. 12 consiglieri
- voti favorevoli nr. 10
- voti contrari nessuno
- astenuti nr. 2 (Confortini, Capocchini)
delibera
1. Di ratificare, siccome ratifica, la seguente deliberazione adottata
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Immediatamente eseguibile
N
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d’urgenza dalla Giunta Comunale
Deliberazione nr. 8 del 12.02.2010
OGGETTO: Bilancio di previsione 2010 – I° variazione al bilancio
2. Di rendere la presente deliberazione immediatamente eseguibile ai
sensi di legge, previa separata e successiva votazione, con il seguente
esito:
- presenti nr. 12 consiglieri
- voti favorevoli nr. 10
- voti contrari nessuno
- astenuti nr. 2 (Confortini, Capocchini)
***********
Proposta N. 30 Del 25-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAL GRUPPO CONSILIARE
P.D.L. A SOSTEGNO DELLA PROPOSTA PARLAMENTARE PER
PROMUOVERE IL MUGELLO E LA VALDISIEVE QUALE PATRI=
MONIO UNIVERSALE DELL'UNESCO – RINVIO
NUMERO DELIBERA
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Vista la comunicazione del Presidente l’atto viene rinviato ad
una successiva seduta del Consiglio comunale.
Proposta N. 18 Del 08-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
INTERROGAZIONE PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE
SINISTRE PER VICCHIO RELATIVA A "SISTEMI AUTOMA=
ZIONE E RISPARMIO ENERGETICO NEGLI IMPIANTI DI IL=
LUMINAZIONE"
Il consigliere Capocchini rinvia per l’illustrazione al testo
dell’interrogazione che risulta abbastanza chiaro.
L’assessore Gamberi: “siamo tutti d’accordo che bisogna
partire dal risparmio. Sull’illuminazione pubblica il discorso è
complesso. Il controllo a distanza presuppone l’installazione di
apparecchi per ogni singola lampada onde consentire il
controllo a distanza. L’HERA effettua questo tipo di controllo.
Esistono, comunque, altre forme di risparmio come, per
esempio, la sostituzione delle lampadine tradizionali con
lampade a basso consumo (è già avvenuta la sostituzione di
più del 70%). Altra forma di risparmio è quella del controllo dei
flussi luminosi (per esempio con il parziale spegnimento
dell’impianto).”.
Il consigliere Capocchini ringrazia l’assessore sull’excursus
fatto. Chiede, rispetto al contratto con HERA, se sia previsto o
possibile attivare il pannello che consentirebbe di ottenere un
risparmio del 30% e se i costi, nell’eventualità che fosse
possibile procedere in tal senso, siano a carico del Comune o
di HERA.
L’assessore Gamberi: “l’HERA si è dichiarata possibilista, ma
non è previsto dal contratto. Attualmente i risparmi sui consumi
vanno a vantaggio dell’HERA”.
Prima di procedere al punto successivo il Presidente dà lettura
dei verbali della seduta precedente.
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Proposta N. 22 Del 13-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
INTERROGAZIONE PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE
SINISTRE PER VICCHIO RELATIVA A "PIAZZA GIOTTO"
Il consigliere Capocchini: “l’interrogazione ha, in realtà, una
natura provocatoria perché il problema è già stato sollevato.
Però ora ne parlo io perché sennò diventa una prerogativa del
consigliere Confortini e non voglio che lo sia, nel senso che è
un problema secondo me che riguarda tutti ed io lo sento
particolarmente, anch’io lo sento particolarmente e ne voglio
parlare io. Brevemente. E’ provocatoria perché chiaramente
c’è una .. secondo me, noi siamo provocatori nel porla ma c’è
una provocazione a monte qui che è una provocazione degli
automobilisti di Vicchio. Io non voglio dire poi è chiaro che le
responsabilità sono sempre individuali e c’è una abitudine di
comportamento che è comunque sbagliata. Insomma la
piazza, veramente, con tutta la sincerità possibile non può
andare avanti in questo modo. Non può essere gestita così
lasciando una piazza che non sarà piazza del Duomo a
Firenze perché io ribadisco, ci è riuscito Renzi a Firenze, però
quella è piazza del Duomo. Va bene, ci sono altre piazze nella
zona, piazza dell’Orologio a Borgo, insomma che sono chiuse
al traffico o se non altro una limitazione estrema, insomma, si
può sempre ottenere e questa piazza secondo me non viene
rispettato il minimo: in qualsiasi momento si capiti ci sono
macchine dappertutto. Chiedo un’attenzione particolare e una
risposta a questa provocazione che ci dia un indirizzo. Non mi
illudo che si arriverà alla chiusura, perché so che si sta
valutando tanti aspetti; chiedo, però; di sapere cosa pensate di
fare in quella piazza.”
Il Sindaco: “accetto la provocazione, anche perché a noi
piazza Giotto sta particolarmente a cuore. Ho visto il vostro
programma elettorale e non parlava di chiusura di piazza
Giotto (parlava di una migliore sistemazione dei giardini). Ci
eravamo impegnati ad una manutenzione della piazza e la
stiamo facendo. Inoltre, nel bilancio nuovo, ci sono le risorse
per i dissuasori, per la segnaletica e per la delimitazione degli
spazi. Dai vigili mi sono fatto fornire dei numeri. In piazza
Giotto vengono fatti due controlli giornalieri e da settembre a
gennaio sono stati elevati 63 verbali. Quanto prima (il 2 marzo)
il Comandante dei vigili urbani avrà un appuntamento per
definire la collocazione dei dissuasori. I posti saranno delimitati
e forse ridotti nel numero. Sicuramente la ZTL da maggio a
settembre la attueremo e di sicuro da domenica. Fare la ZTL
sempre rischierebbe di riproporre la situazione determinatasi
sotto l’amministrazione Salimbeni, che dovette, poi tornare a
riconsiderare la chiusura totale della piazza. Attualmente si è
cercata
una
soluzione
intermedia
mediante
la
regolamentazione della piazza.”
Il consigliere Capocchini: ringrazia per la risposta, ma insiste
sul fatto che ultimamente, la situazione è peggiorata e sembra
che, un po’, si chiudano gli occhi. Bisogna dare un segnale.
Tanto più che si dice che ci saranno ulteriori limitazioni.
Osserva anche un ulteriori carico di traffico veicolare potrà
andare ad incidere negativamente anche sulla pavimentazione
Tel. 055 / 843921
Fax. 055 / 844275
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della piazza.
Proposta N. 26 Del 17-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
INTERROGAZIONE PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE
SINISTRE PER VICCHIO RELATIVA A "FRANA GIARDINI
DEL SOLE"
NUMERO DELIBERA
23
Il consigliere Confortini: “i giardini del sole sono uno di quegli
esempi classici di come i soldi pubblici siano buttati. A Vicchio,
purtroppo non è l’unico esempio (pista di pattinaggio, palestra,
Viale Beato Angelico, Viale Mazzini e non ultimi gli alloggi
sociali). I giardini del sole sono un lavoro mal pensato, mal
progettato e mal fatto. Se dovevano servire da accesso agli
impianti, bastava molto meno. Non ci sono più piantumazioni e
gli alberi sono secchi. Questa amministrazione si trova i
giardini del sole, ma qui si muove qualcosa. Siamo al limite
con dei pali che tengono la recinzione. In questo periodo, in cui
l’Italia si smuove e frana, forse sarebbe utile intervenire per
tempo”. Sottolinea l’inutilizzabilità del bocciodromo e propone
di sostituirlo con giardini per bambini. Gli fa un po’ specie che
anche la società sportiva (che quel campo usa) se ne sia
accorta solo ora del movimento franoso. “Domandiamo, quindi,
di intervenire.”
Il Sindaco: “è vero il discorso della società sportiva, perché ero
nella società sportiva quando, in via d’urgenza, fu allungato il
campo, perché altrimenti il campo non sarebbe stato
autorizzato. Quella parte lì è tutta terra di riporto e manca
l’area drenante. Sulla questione dei LL.PP. sono tutte vere le
osservazioni fatte. Nella gestione dei LL.PP. che stiamo
gestendo stiamo esercitando il massimo controllo.”
L’assessore Gamberi: “il problema delle frane, anche per la
vastità del territorio lo abbiamo addosso da tempo. La frana del
campo sportivo è quella che ci preoccupa meno. Ci preoccupa
di più il cedimento di Viale Mazzini, quella di Pimaggiore. Così
come ci preoccupano le frane dei vari consorzi. Il problema
delle frane è un problema grosso. Comunque verso i primi di
aprile si dovrebbe risolvere il problema cercando anche di fare
un po’ di sistemazione idrica.
Il consigliere Confortini: “la risposta è stata soddisfacente.
L’assessore ci ha dato tempi e cifre e dalle cifre sembra che la
cosa non sia particolarmente grave”.
Proposta N. 31 Del 25-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
INTERROGAZIONE PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE P.
D.L. AVENTE AD OGGETTO "PORTA DI PONENTE" - RINVIO
NUMERO DELIBERA
24
Vista la comunicazione del Presidente l’atto viene rinviato ad
una successiva seduta del Consiglio comunale.
Proposta N. 19 Del 08-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
INTERPELLANZA PRESENTATA DAL GRUPPO CONSILIARE SI=
NISTRE PER VICCHIO RELATIVA A "PARCO EOLICO IN LO=
CALITA' GIOGO DI VILLORE"
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Risponde il Sindaco: “quello che si dice nell’interpellanza è
vero solo parzialmente nel senso che ancora non è stato
assolutamente iniziato nessun tipo di percorso ufficiale se non
la presa d’atto da parte della Giunta e del gruppo consiliare
della coalizione di proseguire rispetto a ciò che la
Commissione speciale ed il consiglio comunale precedente
aveva deciso. In questo momento noi abbiamo ricontattato
l’azienda Italia Wind Energy che però è in evoluzione, questo
ve lo do come informazione, ma non più di questo perché direi
una cosa non esatta. Abbiamo rivisto due volte l’azienda. Ci ha
fornito del materiale preliminare, punto e basta. Quindi
ufficialmente roba da far vedere ai lavori pubblici ancora non
esiste se non questo materiale informale più o meno a detta
loro definitivo noi ne abbiamo solo presa visione. La
convenzione è ancora la bozza di convenzione precedente
che assolutamente, io vi dico la mia opinione ma è l’opinione
anche della Giunta e del gruppo e delle persone che mi
aiutano in questo progetto è da rivedere dalla A alla Z perché
ovviamente dovrà essere una convenzione completamente
diversa però sono tutti preliminari. Quando partiremo, anzi la
settimana prossima incontreremo Infrastrutture, mi sembra si
chiami, proprio per avere un mappa ancora più chiara. Però vi
ripeto il punto di partenza, per noi, è stato il punto di arrivo
della precedente amministrazione. Resta tutto ancora in fase
preliminare. L’idea è di riportare tutto in Consiglio Comunale.
Per quanto riguarda la centrale fotovoltaica, in questo ci siamo
posti il problema di disciplinare con un regolamento di questo
tipo di intervento, senza preclusione per il fotovoltaico.”
Il consigliere Confortini: tecnicamente insoddisfatto per la
presentazione di un ordine del giorno.
Il Presidente dà lettura dell’ordine del giorno.
Si sospende la seduta alle ore 17,27.
Si riprende alle 17,47.
Presenti n. 12.
Il consigliere Lazzerini: “in questo ordine del giorno, come
espresso dal Sindaco, c’è una volontà precisa di andare a
verificare la fattibilità di impianti di energia rinnovabile con tutte
le cautele del caso. Propone, comunque, di aggiungere
nell’ordine del giorno una dicitura che riporti l’orientamento
dell’amministrazione comunale”. Dà, quindi, lettura degli
emendamenti proposti. “Quello che si vuol dire con l’ultimo
inciso è che le forme per il percorso partecipativo vogliamo
ridiscuterle. Se i presentatori accettano le modifiche votiamo a
favore”.
Il consigliere Capocchini: “va bene per le modifiche.”
Il Presidente mette in votazione l’ordine del giorno.
Presenti n. 12, voti favorevoli n. 12.
Ordine del Giorno relativo a “Parco eolico in località
Giogo di Villore” approvato all’unanimità nella seduta
del consiglio comunale del 25 febbraio 2010.
Il Consiglio Comunale
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Premesso che:
in tema di scelte e localizzazione di impianti di produzione
di energie rinnovabili sul territorio comunale, ruolo del
Comune di Vicchio e partecipazione democratica da parte
dei cittadini ai processi decisionali in materia, questa
Amministrazione era destinataria di alcune indicazioni di
lavoro e di percorso istituzionale contenute nella Relazione
finale della Commissione consiliare speciale di cui alla
Delibera Consiliare n. 28 del 21.04.2009 votata
all’unanimità dal Consiglio comunale, ed in particolare che:
-
per quanto riguarda il Parco eolico di Villore le
indicazioni riguardavano:
1) la verifica tecnica da parte degli Uffici LLPP e
Urbanistica delle soluzioni viabilistiche da realizzare e
la ripartizione degli oneri manutentori,
2) le garanzie fidejussorie da fornire da parte della
Società proponente e la loro congruità con i costi di
smantellamento dell’impianto a fine vita produttiva e il
ripristino ambientale dei luoghi,
3) la convocazione di un’assemblea con i residenti nel
territorio del Comitato di Partecipazione Territoriale n.
1 al fine di condividere con essi lo svilupparsi della
vicenda;
4) la sottoposizione al Consiglio comunale di un
preventivo Atto di indirizzo prima della sottoscrizione di
qualsiasi Atto amministrativo vincolante per il Comune
di Vicchio,
-
per quanto riguarda la Centrale fotovoltaica a
partecipazione mista (presentato al Comune di Vicchio
nel dicembre 2006) le indicazioni riguardavano:
1) la definizione da parte dell’Amministrazione comunale
del sito più idoneo,
2) la definizione dell’iter burocratico-amministrativo più
idoneo per la costituzione del Consorzio pubblicoprivato
-
ed infine le indicazioni riguardavano:
1) l’invito a proseguire nel percorso partecipativo per la
tematica e le scelte per l’uso delle fonti energetiche
rinnovabili con la riproposizione di una Commissione
consiliare speciale integrata con cittadini non
consiglieri;
Dato atto che l’attuale Amministrazione comunale è
orientata al conseguimento degli obiettivi di realizzazione
degli impianti in questione, recependo gli atti del lavoro
svolto in precedenza dal Consiglio comunale;
Tel. 055 / 843921
Fax. 055 / 844275
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Tel. 055 / 843921
Fax. 055 / 844275
C.F. 83002370480
P.I. 01443650484
Tutto ciò premesso e considerato
Il Consiglio Comunale impegna la Giunta
ad attuare le suddette indicazioni nelle forme ritenute più
idonee ai fini di un percorso partecipativo con la cittadinanza e
in particolare per quanto riguarda il parco eolico con la frazione
interessata, che valuti in maniera preventiva ed esaustiva tutti i
passaggi necessari nonché le ricadute sia intermini positivi che
negativi, rispetto alle decisioni da prendere;
a verificare la fattibilità tecnica dell’adesione al bando regionale
sul fotovoltaico partecipato da enti pubblici, la cui scadenza è il
31 maggio 2010.
Proposta N. 23 Del 13-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAL GRUPPO CONSILIARE
SINISTRE PER VICCHIO RELATIVO A "27 GENNAIO GIOR=
NATA DELLA MEMORIA"
Illustra il consigliere Capocchini: “l’ordine del giorno ha questo
preciso intento, insomma, non sto qui a parlare dell’importanza
del 27 gennaio come data, ormai è stabilita da 10 anni, è
riconosciuta da 10 anni con manifestazioni anche regionali e
dell’importanza che ha storica e per la memoria e il ricordo
dello sterminio nazista e poi di stermini di altre, degli zingari, di
omosessuali, ecc. tutto quello che ha comportato quel
tremendo percorso che c’è stato in seno proprio all’Europa, in
senso proprio alla nostra civiltà che ci deve far molto riflettere e
quindi deve essere ricordato e valorizzato sempre, cioè tenuto
presente. Quindi non sto a dilungarmi sul quello. Voglio
semplicemente dire che queste date così importanti non
devono in qualche modo cadere nella retorica, cadere così non
essere valorizzate e per valorizzarle la cosa principale è quella
di far partecipi le generazioni, le generazioni future e poi i
ragazzi di oggi, appunto, che saranno le generazioni del
domani e quindi è un impegno che chiediamo proprio e quindi
mi rivolgo all’assessore, in particolar modo all’assessore alla
cultura, e alla Commissione che poi ci dovrebbe lavorare che è
la Commissione seconda e poi anche all’Istituzione Don Milani
e poi quanto c’è di associazioni che ci possono essere nel
paese che sono interessate a queste tematiche, perché voglio
dire noi abbiamo qui votato anche un ordine del giorno per i
fatti di Rosarno, che è venuto all’ultimo momento, fra l’altro ci
ha trovato tutti d’accordo, è stato votato all’unanimità. Qundi i
fatti di Rosarno non sono altro che un triste esempio di come
possono avvenire anche agli occhi nostri, avvenimenti che
ricordano in qualche modo razzismi, che ricordano
discriminazioni, che ricordano questi eventi che non hanno
chiaramente quel peso e quella drammaticità, che però ci
sconvolgono e dobbiamo tenerli presenti perché poi ci sono
queste divisioni, c’è chi ci specula sopra e chi in qualche
modo con la televisione, con i messaggi non fa altro che
NUMERO DELIBERA
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COMUNE DI VICCHIO
gettare proprio, non acqua sul fuoco, ma benzina sul fuoco e
quindi alimentare questi capri espiatori, che poi sono diventati
solo loro ora perché di fatto se c’è qualcosa sono gli
extracomunitari, sono loro che sembra che creino, tutto quello
che succede, tutti questi dissesti, corruzioni che veramente ci
trovano così sgomenti, tutti sono innocenti, tutti si dichiarano,
io non ho fatto nulla sono innocente, sono le intercettazioni che
vanno levate, vanno condannate, quando poi sugli
extracomunitari, sugli ultimi, come dicevo l’altra volta, sono
sempre i primi a spararci contro da tutte le fonti di
comunicazione. Io volevo quindi ritornare a quello che ci
interessa nel contingente, quindi a quello che ci interessa a noi
come amministrazione e quindi come scuola. Secondo me è lì
il campo d’azione. Io sentivo che, per esempio, ho parlato
anche con dei ragazzi che sono a Borgo all’Istituto Giotto Ulivi,
al Chino Chini, non è che abbiano fatto molto. Al Giotto Ulivi
qualcosa è stato fatto. Al Chino Chini, per esempio, poi non in
tutte le classi, è stato fatto vedere un film, però in generale, per
esempio al Chino Chini non è stato fatto nulla o almeno in
alcune classi dove ci sono questi ragazzi inseriti. Quindi volevo
evidenziare questa intenzione proprio di lavoro che ci deve
essere, deve essere preventiva anche, perché noi lo
sappiamo, l’assessore alla cultura lo sa che la scuola ha un
iter, quindi ha una programmazione ad inizio anno, ha un POF,
quindi deve inserire anche il lavoro che viene in qualche modo
preventivato all’inizio proprio per poterlo poi espletare. Quindi
teniamo presente questo e lavoriamo in questo senso. Questa
era l’indicazione dell’ordine del giorno. Di lavorare perché
queste doti non siano, e poi non è la sola, se ci si pensa bene,
voglio dire abbiamo una serie di date istituzionali dal 25 aprile
al 1° maggio alla festa della Repubblica che magari prendere
un po’ queste date istituzionali come punto di riferimento per
varie riflessioni perché son quelle, sulla nostra storia e sono
date importanti. Questo volevo dire, insomma, era questa
l’intenzione dell’ordine del giorno. Non so se è sufficiente la
presentazione. L’ordine del giorno l’avete, semmai se c’è da
dire qualcosa intervenite dopo.”
Il consigliere Lazzerini: “come gruppo di centro sinistra
abbiamo
esaminato
l’ordine
del
giorno
e
siamo
sostanzialmente d’accordo sui contenuti. C’è sensibilità
rispetto all’episodio e in generale rispetto ad una situazione
culturale rispetto alla quale riteniamo utile pronunciarsi”.
Propone un emendamento: l’inserimento di un passaggio che
ricordi quanto fatto dall’amministrazione comunale in
occasione del 27 gennaio. Riguardo alla fase dell’impegno
della Giunta Comunale, propone una riformulazione che
chiarisca meglio “chi deve fare che cosa”.
Il consigliere Confortini: riguardo al 22 marzo (cerimonia dei
Martiri di Campo di Marte) non vorrebbe che, “con l’andare a
Firenze, si dimenticasse in Vicchio il ricordo dei nostri ragazzi”.
Propone che si recuperi la data del 12 marzo affinché sia
ricordata.
Entra il consigliere Celli. Presenti n. 13.
Si mette in votazione il testo emendato.
Presenti n. 13, voti favorevoli n. 13.
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ORDINE DEL GIORNO SU “27 GENNAIO
GIORNATA
DELLA
MEMORIA”
approvato
all’unanimità nella seduta del Consiglio Comunale del 25
febbraio 2010
Il Consiglio comunale di Vicchio
Visto l’art. 1 della Legge 20 luglio 2000 n. 211 che recita:
<<La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio,
data dell’abbattimento dei cancelli del campo di
concentramento nazista di Oswiecim in Polonia (
Auschwitz, in tedesco) , “Giorno della Memoria”, al fine
di ricordare la Shoah ( annientamento del popolo
ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei
cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la
deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che,
anche in campi e schieramenti politici diversi, si sono
opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria
vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati >>
Considerando che:
-
dalla consapevolezza dei crimini di cui il
Nazismo si era macchiato nacque nel 1948 la
Dichiarazione universale dei diritti umani,
promulgata dalle Nazioni Unite allo scopo di
riconoscere a livello internazionale i diritti
inalienabili di tutti gli Uomini in ogni Nazione e
che la consapevolezza di ciò che era stato
Auschwitz fu tra gli elementi fondamentali per la
costruzione, identitaria prima ancora che
giuridica, della futura Europa unita;
-
alle radici dell’impostazione ideale dell’attuale
Unione Europea c’è il rispetto per la dignità
umana e il rigetto per ciò che era accaduto, sia
prima che durante la Guerra, a causa di idee e
leggi razziste e liberticide.
-
l’Umanità esige che ciò che è avvenuto non
accada più, in nessun luogo e in nessun tempo e
che è di enorme importanza che le nuove e future
generazioni
facciano
proprio
questo
insegnamento nel modo più vivo e partecipato
possibile, stimolando il dibattito, le domande, i
“perché” indispensabili per la comprensione di
quei tragici eventi;
-
Il 27 gennaio 2010 il Giorno della Memoria si
celebra in Italia per la decima volta e che tale
Giorno è diventato un’occasione fondamentale,
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per le scuole, di formare tanti giovani tramite una
importante attività didattica e di ricerca;
Ritenendo che:
-
la memoria degli orrori che si consumarono nei
campi di sterminio nazisti sia un valore fondante
per la moderna coscienza internazionale, simbolo
di un comune e condiviso sentire: in Italia proprio
l’istituzione della Giornata della Memoria ha
favorito la riflessione sul rapporto fra Memoria e
Storia, sulle diverse potenzialità e sui limiti
dell’analisi del passato; che non debba essere
un’azione scontata, non possa essere un dato
acquisito, ma sia il frutto di una continua e
ininterrotta rielaborazione critica;
-
come ha detto il premio Nobel per la pace Elie
Alder qualche anno fa dalla tribuna dell’ONU “se
il Mondo avesse ascoltato la lezione
dell’Olocausto, avremmo potuto evitare il Darfur,
la Cambogia, la Bosnia, e il Ruanda….”, niente
deve essere dato per scontato;
-
anche Primo Levi, che come Elie Alder è
sopravvissuto al campo di sterminio, ci aveva
ammonito “Quando si pensa che uno straniero, o
un diverso da noi, è un Nemico si pongono le
premesse di una catena al cui termine c’è il Lager,
il campo di sterminio: appunto il passato che non
passa”.
Evidenziando:
-
come in questo Giorno si debba ricordare oltre
alla persecuzione del popolo ebraico che causò 6
milioni di morti, anche la persecuzioni di zingari,
slavi, omosessuali, handicappati, oppositori
politici e giovani usati come forza lavoro schiava
nei lager, che costò altri 5 milioni di morti nel
lager, fra i quali non pochi furono gli antifascisti
toscani e mugellani e i giovani consegnati ai
Nazisti dai Fascisti locali, resisi responsabili della
politica nazista;
Ritenendo:
che la celebrazione delle Giornata della Memoria non
deve comunque fermarsi soltanto alla considerazione
di quel momento storico, ma interessare tutte le
problematiche e i comportamenti che ancor oggi
possono portare a forme di discriminazione, di
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violenza e di ingiustizia sociale, per evitare le quali
occorre:
•
la partecipazione di tutti i cittadini ai processi
democratici per garantire il rispetto dei diritti
umani e civili;
•
un impegno per politiche economiche e sociali
che promuovano uno sviluppo sostenibile e
una più equa redistribuzione della ricchezza
con una particolare attenzione alle fasce
sociali disagiate ed emarginate: dovremo
essere proprio noi, popolazioni del nord del
mondo più industrializzato e più ricco, a
lavorare attivamente per riequilibrare le grosse
differenze fra nord e sud;
•
-
-
Il contrasto alla cultura della paura della
diversità:
opponendosi a quanti, facendo leva sulle difficoltà
economiche e sociali contingenti, utilizzano la Legge
per creare barriere giuridiche o innalzare muri
identitari, seminando paure e rancori e dando pretesto
legale a sentimenti di odio e di razzismo invece di
condizioni per l’integrazione e la convivenza civile tra
diverse identità culturali e religiose e i diversi modi di
essere, in modo che si possa concretizzare una Società
del confronto, dello scambio e della reciprocità
positiva;
attuando e contribuendo a politiche e pratiche di
economia solidale cioè di un'economia che non
abbia come priorità la massimizzazione ed
estensione del profitto, ma che valorizzi le
relazioni, che riconosca un'equa ripartizione delle
risorse per tutti, che assuma come principi del
proprio agire anche il benessere ed i diritti delle
persone, la funzione sociale, la difesa dei beni
comuni e dell'ambiente;
Ritenendo infine
-
che siano soprattutto le nuove generazione a
dover essere coinvolte nel confronto sulle
tematiche sopra esposte favorendo una riflessione
vivace nei giovani, rendendo così forse il servizio
migliore a questo Giorno che, per essere vissuto
nel modo più autentico, necessita di un pensiero
non statico, non nozionistico; occorre infatti
fornire alle nuove generazione gli strumenti,
anche empirici, per riflettere su cosa l’Umanità è
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stata in grado di fare, perché non accada mai più.
Questo, forse, è il senso più vero del Giorno della
Memoria, ed è un bene prezioso per tutti e le
Istituzioni democratiche e gli Enti locali devono
essere in prima fila in questa azione di educazione
civile e morale;
tutto ciò premesso,
Riconosciuto il valore delle iniziative messe in atto
dall’Amministrazione comunale per la celebrazione
del 27 gennaio scorso, in linea con gli obiettivi
delineati in premessa;
con riferimento agli articoli 27 comma 3 lettera b)
dello Statuto comunale e 59 primo paragrafo del
Regolamento del Consiglio comunale
il Consiglio comunale di Vicchio
- impegna la II° Commissione consiliare, in
collaborazione con l’assessore alla cultura, a stilare
un programma annuale di iniziative su questo tema,
anche attraverso altre date significative come ad
esempio il 25 aprile, il 1° maggio, il 2 giugno, il 12
marzo, l’11 settembre, ecc., con il coinvolgimento
dell’Istituto Comprensivo Statale di Vicchio,
dell’Istituzione culturale Don Milani, delle
Associazioni presenti sul nostro territorio, dell’ANPI
Mugello, del “Centro per la Storia del Mugello
nell’età contemporanea e nella Resistenza”, di cui fa
parte la Comunità Montana del Mugello e tutti i
Comuni del Mugello e della Val di Sieve;
-
impegna la Giunta comunale a recepire il
programma suddetto.
Il Consiglio comunale di Vicchio delibera infine di
inviare il presente Ordine del Giorno alla Regione
Toscana, alla Provincia di Firenze, alla Comunità
Montana del Mugello, all’Istituto Comprensivo Statale di
Vicchio, all’ANPI mugellano, al Centro per la Storia del
Mugello nell’età contemporanea e nella Resistenza e
all’Istituzione culturale Don Milani.
Proposta N. 24 Del 13-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAL GRUPPO CONSILIARE
SINISTRE PER VICCHIO RELATIVO A "SENTENZA CORTE
EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO - CAUSA LAUTSI CON=
TRO ITALIA - NOVEMBRE 2009"
NUMERO DELIBERA
27
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Il consigliere Confortini: “dunque allora questo lungo ordine del
giorno di per sé non richiederebbe nessuna introduzione
perché qualsiasi cosa dica di fronte a questa sentenza la
sciupo nel senso che non sono all’altezza naturalmente dei
giudici che hanno emesso questa sentenza perché
chiaramente fanno parte della Corte Europea dei diritti
dell’uomo quindi di un organismo autorevole e tutto quello che
posso dire anche in loro appoggio sicuramente in qualche
maniera può essere pericoloso in negativo .. però io qualcosa
bisogna che lo stesso che dica e sono premesse. Allora questo
atto non parla e non mette in discussione uno dei valori che io
ritengo fondamentali di un vivere civile, quindi di una civiltà che
è quello della libertà religiosa. Conosciamo appunto come
libertà di espressione di fede, insomma filosofica o religiosa,
quindi non si parla di questo. Credo che non ci sarebbe
bisogno di questa premessa però la fo lo stesso perché così mi
sento più tranquillo. Perché questo atto così pedissequamente
è copia incolla sulla sentenza? Perché è una scelta. Cioè io
propongo al consiglio comunale e in particolar modo questa
volta ai singoli consiglieri una sentenza di un ente, della Corte
europea, quindi di qualcosa di autorevole perché ognuno ci si
confronti con i principi che questa sentenza esprime. Che
secondo me sono principi assolutamente apprezzabili di
laicità, di una laicità intesa in senso proprio, nel senso, a volte
nel senso comune quando si parla di laicità, dice ma io sono
laico come dire io parlo di tutto, sono aperto, quella è una
laicità malintesa nel senso che è un termine improprio per dire
che uno è disponibile ad ogni discussione, naturalmente da
questo punto di vista credo che siamo tutti laici no. Però
questa è una laicità propria, cioè la laicità sancita dalla Corte di
Cassazione come uno dei principi informatori della nostra
Costituzione. Quindi a me interessava porre il consiglio
comunale e ciascun consigliere di fronte ad un atto che è di
questo tipo. Un atto che ha avuto, come avrete visto sulla
stampa, non tanti giorni di esposizione perché poi sono le cose
che francamente interessano poco soprattutto la grande
stampa, insomma i grandi media, qualche titolaccio, ogni tanto
qualche notizia, qualche reazione, soprattutto in campo
cattolico, poi magari ne vedremo alcune ma poco più. Quindi
una grande discussione intellettuale non c’è stata su questi
temi anche perché insomma siamo presi da altre cose, sia alla
televisione che sui giornali non c’è spazio per un dibattito di
questo tipo. Qui invece è un dibattito interessante perché io
penso che in Italia e qui veniamo un po’ alla storia in concreto,
e quindi non ai principi, la presenza della Chiesa cattolica,
storicamente, parlo storicamente, per l’influenza di una parte
delle gerarchie cattoliche, spesso nel tempo, poi faremo
qualche esempio, ha portato e porta, da questo punto di vista,
a degli attacchi alla Costituzione, nel senso che la nostra
Costituzione sancisce il principio di laicità e la Chiesa cattolica
nel tempo si è comportata ed ha agito in maniera diversa,
contrastante con i principi costituzionali, quindi il mio giudizio,
da questo punto di vista, su alcuni comportamenti di alcune
gerarchie cattoliche è negativo. L’esempio più facile e più
immediato è quello del ventennio fascista durante il quale nel
1929 la Chiesa cattolica firmò il concordato con Mussolini e
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quello è stato un po’ la base poi negli anni successivi di un
certo tipo di comportamento e di privilegi da parte appunto
della Chiesa cattolica italiana, della Chiesa cattolica italiana.
Ecco e diciamo certe pratiche che ancora oggi a distanza di
tanti anni da quel concordato lì, dal concordato del ’29, sono in
essere in Italia, riportano a quel concordato. Cioè il concordato
non c’è più, mi sembra è stato Craxi a farne un altro nel ’85 su
basi completamente diverse, sempre regime concordatario ma
comunque su basi diverse, però quel concordato non c’è più,
eppure, eppure, e questa sentenza in qualche maniera lo
dimostra, certe pratiche concordatarie del ventennio
perdurano. Questa sentenza che è molto lunga, evidentemente
perché le sentenze hanno questa forma, perché, come dire,
appunto, è una forma tipica dei giuristi ma che poteva essere
scritta secondo me con dieci righe, se ci fosse ancora vivo
Voltaire, probabilmente l’avrebbe scritta in tre righe, però
prendiamola com’è. Ma questa sentenza se io la leggo e spero
che sia capitato anche a voi leggendola è assolutamente
banale, cioe’ dice cose su cui francamente non varrebbe
nemmeno quasi la pena di discutere perché sono, mi sembra
pacifiche, banali, ovvie, però evidentemente la storia è dura,
quindi quello che sembra ovvio magari è difficile comunque ad
essere realizzato e tutti i giorni necessita di una conquista e di
una battaglia piccola o grande. Quindi ecco in questa sentenza
si parla essenzialmente di due cose, si parla essenzialmente di
una cosa, cioè dell’uso degli spazi pubblici rispetto alle varie
confessioni religiosi, quindi l’uso degli spazi pubblici nell’ottica
di una convivenza civile fra i cittadini di un singolo stato, in
questo caso di parla dell’Italia, ma insomma i principi poi
dovrebbe valere per tutta la Comunità Europea, se non ho
capito male, ma comunque dei cittadini italiani. Quindi si parla
di spazi pubblici, non si parla del diritto di ognuno di
professare, di praticare, di fare, di dire. Si parla di spazi
pubblici. Questa sentenza parla solo di questo e nella
sentenza non si sottovaluta assolutamente, e non potrebbe
essere altrimenti, l’importanza che in un Paese può avere una
singola religione piuttosto che un’altra. No piuttosto perché
piuttosto ho usato diversamente oggi, rispetto ad un’altra,
perché è chiaro che in Italia la religione cattolica ha una sua
radice, naturalmente ha la sua importanza, ha una sua storia,
quindi è in qualche maniera connessa anche con la vita di una
popolazione, non di tutta, ma comunque con la vita di una
nazione. E quindi nella sentenza, se l’avete letta, questo si dà
per assodato, non è questo il discutere, non si discute di
questo, si discute dell’utilizzo degli spazi pubblici affermando il
principio che gli spazi pubblici devono in qualche misura
essere spazi neutri da questo punto di vista, cioè spazi che
consentano a tutti di potersi riconoscere perché se io in un’aula
di tribunale, per fare un esempio che ha cronaca anche in
questi giorni, ma che è da anni, insomma, che la fa. Che dire,
la foto del Presidente della Repubblica, chiunque sia, anche se
fosse Silvio Berlusconi, è un discorso. Se io nell’aula di
tribunale ho un simbolo religioso è un altro. Il tribunale è di tutti
la legge è uguale per tutti, il tribunale è un’aula dello Stato
italiano, quindi è una cosa diversa. Però per questo in Italia un
giudice che si chiama, me lo sono scritto perché sennò non me
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lo ricordo, mi sembra Gabriele Tosti, se non ho scritto male, ha
avuto questioni, è stato sospeso, addirittura è stato espulso
dalla magistratura, quindi questo fa pensare che anche la
magistratura poi, spesso agisce in maniera anche bizzarra, è
stato espulso dalla magistratura perché si rifiutava di svolgere
le sue funzioni di giudice dello Stato italiano in un’aula in cui
c’era un simbolo religioso che non metteva tutti allo stesso
livello evidentemente. Quindi questa sentenza parla di questo,
degli spazi pubblici e su questo io vorrei che il consiglio
comunale per quello che può contare il giudizio ed il voto,
l’espressione di voto, insomma, di un consiglio comunale come
il nostro, dicesse la sua. Allora un po’ di storia, velocemente su
quello che nei consigli comunali questa sentenza ha suscitato.“
Questa è il primo caso della sentenza portata così com’è da un
gruppo di sinistra. In realtà nessuno l’ha fatto. Negli altri
Consigli comunali è entrata un po’ “di straforo” portata dalla, da
atti, da mozioni, da ordini del giorno del centro destra, quasi
sempre bocciate, a volte emendate, si è sempre agito come
sinistra diciamo di rimbalzo e questo è davvero un’altra piccola
vergogna perché se la sinistra non ha la laicità, come dire, nel
suo DNA, nel suo bagaglio di proposte, francamente mi
sembra una sinistra già zoppa insomma ecco. Quindi ecco noi
abbiamo avuto, secondo me, questo coraggio, perché so ha
anche che sono argomenti, come dire impopolari, che si
prestano a strumentalizzazioni, spero che non sia questo il
caso, vedremo come va il dibattito, argomenti che se si
possono evitare è meglio perché il conformismo in Italia è
un’altra delle caratteristiche nazionali oltre al rubacchiare,
all’essere furbi, anche il conformismo è un’altra delle
caratteristiche che ci accompagna nella nostra storia. Diciamo
così, quando si va a toccare la religione cattolica, si va a
toccare anche, non la religione cattolica in quanto possibilità di
esprimere, ma anche quando si va a toccare le gerarchie,
bene ci sono sempre dei movimenti particolari. Quindi credo
che noi abbiamo avuto il coraggio intellettuale di portarla
questa sentenza, di portarla alla discussione di questo
consiglio comunale e quindi attendiamo su questo
l’espressione di voto ma anche l’espressione dei singoli
consiglieri ecco su un tema che ha attinenza con il nostro
consiglio comunale, perché parliamo naturalmente di muro di
Berlino, parliamo di foibe, parliamo di argomenti anche di
carattere generale, di umanità, di razzismo quindi dobbiamo
anche parlare di laicità che è uno degli elementi costitutivi della
nostra Costituzione”.
Il consigliere Lazzerini: “io intervengo con un intervento che è
diviso in due parti, la prima parte come capogruppo, poi come
singolo. Come capogruppo vorrei far presente che c’è una
valutazione unanime del nostro gruppo sul fatto che questo
argomento non coinvolga minimamente l’assetto politico
amministrativo di questo, del resto anche dalle parole, anche le
ultime che diceva Bruno Confortini nell’espressione si rilevava
questo elemento che così che riguarda e interroga le
coscienze dei singoli e o comunque, diciamo, non coinvolge
certamente il dato amministrativo di questo comune. Quindi noi
di questo prendiamo atto e anche noi abbiamo valutato che
fosse una cosa che non ci coinvolge come gruppo, come
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amministrazione e ci coinvolge come persone pensanti e
quindi su questo ci esprimeremo in maniera individuale e non
come gruppo e sottolineando anche un aspetto (poi forse
qualcun altro che interverrà dopo di me potrà sottolinearlo
ancora meglio, io lo cito soltanto così, en passant,) cioè il fatto
che da un punto di vista strettamente amministrativo cioè per
quello che riguarda le competenze del Comune noi non
abbiamo rilevato che la presenza o meno del crocifisso negli
ambienti soprattutto la non presenza per quanto ci risulta
grosso modo negli ambienti pubblici, nelle scuole, ecc.
costituisca un problema nel nostro comune e quindi non c’è un
coinvolgimento diretto delle competenze del Sindaco di un
assessore o di quant’altro. Quindi è un dibattito che segue a
questo ordine del giorno, che è un dibattito di carattere
generale,
politico,
culturale
che
non
coinvolge
l’amministrazione e quindi come tale ci esprimeremo come
singoli e non come gruppo. Detto questo ecco quindi parlo
come Simone Lazzerini adesso e non come capogruppo del
centrosinistra e dico che la prima cosa che mi viene da dire è
che la parola crocifisso così in prima battuta, ovviamente per la
mia storia, per la mia cultura, per la mia formazione, prima che
un oggetto evoca una persona. La parola crocifisso quindi
chiaramente anche grammaticalmente può essere intesa in
tante maniere diverse, il crocifisso può volere dire tante cose,
per me prima che un oggetto, prima che un simbolo indica una
persona, un personaggio storico, fra l’altro, che ha lasciato un
messaggio comunque lo si voglia guardare di grande rilievo
per la storia dell’umanità e sicuramente un messaggio che per
tante persone tutt’oggi rappresenta un messaggio di grande
valore di grande potenzialità. Messaggio a cui io
personalmente ho un grande riferimento per quanto riguarda le
mie scelte di vita e quant’altro. Quindi parlare di simbolo
religioso a mio parere è estremamente riduttivo e qui entro un
pò nel merito ed entro nel merito per dire che nella legittimità di
tutte le opinioni e posizioni su questo io sono tra coloro che
pensano che la posizione espressa dal Governo italiano in
risposta alla sentenza di livello europeo sia una sentenza
quantomeno molto debole sul piano delle argomentazioni, sul
piano della … mi pare quasi di poter leggere, in quello che si
deduce anche dal modo in cui è articolata, proprio le
motivazioni dell’opposizione, quasi una sottovalutazione del
simbolo, della sua potenzialità, quasi un voler dire lasciatelo lì
perché tanto non da noia a nessuno, non disturba. In fin dei
conti, lo rileggevo proprio ora, no le motivazioni, si, un simbolo
culturale, non da noia a nessuno, nessuno è obbligato a fargli
nessun segno di ….non siete neppure obbligati a guardarlo,
potete pure girarvi anche dall’altra parte, nessuno ti dice niente
se vi girate dall’altre parte. Ecco io non sono d’accordo con
questa impostazione, mi sembra una argomentazione debole,
ci potevano essere ben altri ragionamenti per invocare una
presenza che ci può stare, ci può non stare rispetto, ripeto che
ci sono posizioni legittime su entrambi i fronti a parer mio. Io
sono tra coloro che pensano che un simbolo o ci sta a fare
qualcosa o non ci sta a fare niente ed allora se non ci sta a
fare niente lo si può togliere. Mi domando, per esempio,
soltanto non dò una risposta definitiva su questo, do una
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valutazione mia per esempio, su un episodio. Ho sentito dire,
ho letto sulla stampa che c’è stato una, se non sbaglio, una
scuola materna del nostro ricco e civile nord Italia, pubblica in
cui è stato con una delibera di un qualche organo, forse del
consiglio comunale, ma ho letto molto velocemente, è stato
detto che, un asilo nido, che sono ammessi soltanto i cristiani.
Ora io non lo so se, se nei locali di quell’asilo, io non lo so se
nei locali di quell’asilo c’è il crocifisso attaccato. Io credo che
se c’è chi ce lo ha messo e chi lo guarda con tanta attenzione
fino a farne un simbolo di esclusione e di discriminazione
dovrebbe porsi qualche problema perché se si vuole essere
conseguenti allora quelle cose che scrive il Governo italiano
quando dice, bene in fin dei conti, non guardiamo il simbolo
religioso, guardiamo i valori che ci stanno dietro e allora
bisogna guardarli questi valori. Il messaggio che quella
persona, non quel simbolo, quella persona ha lasciato che può
essere letto come un messaggio religioso da chi crede che
quella persona fosse il figlio di Dio, forse il punto di contatto più
ravvicinato che c’è nella storia delle religioni tra un Dio e
l’uomo per quel poco che ne so, oppure anche per chi ne
considera soltanto il valore della dimensione storica di quel
messaggio, è un messaggio dove c’è scritto tutto quanto
tranne che l’elemento dell’esclusione e neppure, lo devo dire
chiaramente, e neppure l’elemento dell’identità. Non c’è scritto
da nessuna parte, io ormai ho sentito diversamente, leggere,
proclamare, commentare, non mi risulta ad oggi di aver letto
da nessun parte che Gesù Cristo abbia detto ai suoi discepoli
tutelate la vostra identità. Non c’è scritto da nessuna parte. Per
questo motivo io credo che ci siano ragioni per valutare che
questa risposta del Governo italiano in quanto tale le sue
motivazioni siano assolutamente deboli. Non credo che questo
possa portare automaticamente al, diciamo, considerare
automatico e assolutamente piano, tranquillo e legittimo
l’elemento dell’esclusione del singolo. E’ una cosa che sarebbe
da valutare sotto tanti aspetti non mi crea a me personalmente
nessun particolare disagio e problema. Io insegno da ormai
vent’anni in una scuola pubblica dove a mia memoria nelle
aule non c’è mai stato il crocifisso, in una scuola pubblica di
Firenze. La cosa non ha mai destato in me particolare disagio,
né mi ha mai impedito di fare il mio lavoro e di, quando è stato
necessario anche di testimoniare la mia fede. Credo che sia
rischioso dare delle letture sempre, così, come dire “tranchant”
su queste cose, mi viene da pensare, ad esempio, anche se il
discorso è leggermente più ampio, in questo caso che riguarda
il singolo però di alcune sentenze, alcuni orientamenti che
sono stati assunti sul tema della laicità nelle scuole in Francia
sull’abbigliamento soprattutto delle donne musulmane. Dove io
credo che anche lì si debba stare molto attenti perché arrivare
a pretendere che nell’abbigliamento e nell’uso dell’esteriorità
delle persone non ci siano riferimenti alla cultura religiosa
perché questo può offendere qualcun altro sembra una cosa
estremamente rischiosa, pericolosa. Posso capire la necessità
di far vedere il viso perché questo può creare altrimenti
problemi di altro genere non di identità religiosa ma dire non
puoi metterti il velo in testa perché altrimenti dimostri una, mi
vien da pensare alle persone che si portano il crocifisso,
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appunto, attaccato al collo, allora bisognerebbe in questo caso,
qualcuno ha detto ma quello va bene, va bene perché scusate.
Non capisco. Allora una stella di David qualcuno se la
potrebbe mettere grossa così oppure è un fatto, bisogna stare
molto attenti a come si declina la laicità nei luoghi della
convivenza civile. Io sono perché la laicità sia un valore
assolutamente rispettato e credo che quindi il tema sia
necessariamente un tema importante da discutere e credo che
le soluzioni semplici, si, no, va bene, non va bene, si toglie, si
mette, si toglie anche dove c’è, no va messo anche dove non
c’era. Insomma credo che sia una questione abbastanza
delicata rispetto alla quale torno un po’ al punto iniziale credo
che ci sia un dato relativo alla nostra situazione comunale
dove questo problema di fatto non c’è e questo credo sia
importante sottolinearlo quindi come diciamo espressione di
voto che valuta e pondera tutti i vari elementi che ho
considerato fino a qui, diciamo che come dichiarazione di voto,
che io mi astengo su questo ordine del giorno”.
Il consigliere Petti: “niente, io da Lorenzo Petti dico la mia
semplicemente. Prima cosa rispetto la laicità dell’istituzione
però, e rispetto la, infatti il mio voto sarà concorde con questo
ordine del giorno se però viene riconosciuto a Vicchio, in
questo consiglio comunale perché si prendere la deposizione
della sentenza è giusto ma a mio avviso è riduttivo. E’ riduttivo
perché non, come ha detto bene Bruno, in questa forma è
argomento di discussione ma non tiene di conto quello che il
paese realmente fa. E’ per questo io volevo che nel preso atto
aggiungere due cose se vengono accettate tanto che dal
momento preso atto, le aggiunte erano: preso atto che nel
Comune di Vicchio, perché sembra che, purtroppo è un
qualcosa di delicato che può dividere le persone e questo può
anche portare a portare a discussioni che possano essere di
orientamento religioso nella politica, come siamo stati accusati
o magari sottolineati in campagna elettorale. Infatti da mio
canto non ho problema a votare a favore, però va riconosciuto
che sia la Giunta che il Sindaco, che i consiglieri e tanto meno i
partiti non stiano attuando manovre istituzionali mirate a
contraddire e non rispettare la sentenza in oggetto e
riconoscere, come diceva il Lazzerini, che nel territorio
vicchiese non risultano manifestazioni che possano andare
contro a quando deciso nella sentenza della Corte europea.
Non a caso nelle aule vicchiesi non ci sono, non ci sono
neanche in comune a meno che uno se lo porti. Funziona così,
e riconoscere questo documento una autocertificazione alla fin
fine, più o meno rispettare o meno principi …... Io sono del
parere che la religione qualsiasi essa sia non debba intervenire
su quello che è, poi riconosco che è sbagliato impedire alle
persone di portare o un crocifisso o mettersi un burqa perché lì
si va sulla sfera che riconosceva anche Bruno Confortini, sul
personale. La scelta personale di ogni persona di seguire un
credo, una filosofia o qualcosa che possa essere avvicinabile a
scuole di pensiero non va discusso, quindi imposizioni di
questo tipo non le tollero perché andrebbero a minare la libertà
delle persone. Il fatto che possa esserci un simbolo o qualcosa
che non discrimini perché non l’ho mai visto come un fatto
discriminatorio proprio perché di storia si viene da quelle radici
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ma che non tenga di conto delle diversità che oggi si
prospettano a differenza di anni passati penso che sia un
giusto compromesso accettare la libertà di espressione e di
costume delle persone senza che venga pubblicizzata, tra
parentesi e con le dovute precauzioni, non serve altro che a
rendere questo come uno spot in posti che possono essere
frequentati da persone che quel credo neanche lo rispettano,
non lo condividono, semplicemente”.
Il consigliere Abrans: “io volevo semplicemente aggiungere
che prendo atto delle opinioni espresse dai consiglieri, sono
pienamente d’accordo con quanto affermato da Simone
Lazzerini, però per quanto riguarda Leonardo Abrans voglio
manifestare il motivo per cui voterò contro. Voterò contro sia
per quanto riguarda i miei valori e la mia cultura, voterò contro
perché come faceva riferimento anche l’intervento di Lorenzo,
è pericoloso secondo me inserire tematiche religiose per
quanto riguarda, diciamo, l’attività politica o meglio non voglio
che, almeno personalmente che valori e tematiche religiose
siano ridotte a un dibattito politico che sfocia nel prendere delle
bandierine, cioè contro il crocifisso, laicità diventa una
bandiera di una certa parte politica mentre il contrario diventa
…. .Questo secondo me è una cosa molto pericolosa. Come è
pericoloso confondere la laicità con il laicismo e non è questo il
caso dell’ordine del giorno. Però questi sono i motivi per cui ioi
voterò contro”.
Il Sindaco: “voglio dire due parole ma non più di due. Io sono
fra coloro i quali, e sgombro subito il terreno, voteranno
contro. Sono perfettamente in linea, con l’impostazione data da
Simone e voto contro perché ho profondo rispetto, ho una
visione laica della vita anche se ho le mie convinzioni religiose.
Non ho mai ritenuto, qualunque essi fossero, che i simboli
religiosi creassero problemi, anzi. Tempo fa ho partecipato ad
una riunione qui a Vicchio, al consorzio, sacerdote impegnato
a Gaza, mi sembra, vero, e c’era l’Imam di Firenze, una cosa
stupenda. Veramente un accordo, io poi mi sono trattenuto con
l’Imam di Firenze, quindi. Quella sera io sono tornato a casa
avendo ricevuto una testimonianza sia da una parte che da
quell’altra veramente stupenda. Quindi andare a forzare su
certi argomenti, oltretutto poi nel nostro consiglio comunale,
anche se ho capitato nell’introduzione di Confortini il quadro
generale, però lo ritengo un po’ una forzatura. Io non so fra
coloro i quali ostentano questo simbolo, perché sono stato
educato ad avere grandissimo rispetto nei confronti del mio
prossimo. Ragione per cui questo mi porta ad avere un
grandissimo rispetto nei confronti di tutti e quindi stasera
proprio perché ho rispetto di tutti voto contro rispetto a questa
risoluzione perché una delle cose fondamentali di questo
simbolo, di questa persona era proprio l’amore che prevale sul
potere. Questo è uno dei significati più importanti specialmente
nel contesto in cui nasce. E volere andare a cercare con
queste sentenze queste forzature, anche là dove non ce n’è
bisogno, io credo che, invece di fare percorsi comuni ci si
riallontani. Io però non mi voglio assolutamente riallontanare
perché vi ripeto, quella sera che ho visto questo sacerdote e
l’Imam, quindi due figure, è stata una cosa che mi ha fatto
veramente piacere e io sono per questo tipo di approccio, per
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questo tipo di testimonianza. Ecco, quindi ho profondo rispetto
di tutti, ringrazio il gruppo e il partito anche che fin dall’inizio dà
questa possibilità alla coscienza di ognuno di noi. Anzi questo
diventa un punto importante distintivo di questo partito e quindi
io stasera in tutta mia coscienza, in tutta mia serenità voto
contro a questo ordine del giorno”.
Si sospende la seduta alle ore 18,47 per valutare gli
emendamenti.
Si riprende alle ore 18,51.
Presenti n. 13.
Il consigliere Capocchini: “allora l’aggiunta del consigliere Petti,
abbiamo valutato e accettiamo l’aggiunta nell’ordine del
giorno”.
Il Presidente mette in votazione l’ordine del giorno.
Presenti n. 13, favorevoli n. 8, contrari n. 4 (Izzo, Nocentini,
Abrans, Bonanni), astenuto n. 1 (Lazzerini).
Ordine del Giorno avente ad oggetto “Sentenza Corte
Europea dei diritti dell’uomo. Causa Lautsi contro Italia,
Novembre 2009” approvato nella seduta del Consiglio
Comunale del 25 febbraio 2010
Il Consiglio Comunale di Vicchio
Preso atto che:
_nel procedimento Lautsi contro l’ Italia, la Corte europea
dei diritti dell’uomo (Seconda Sezione) si è riunita
riunisce in Camera di consiglio composta da: Françoise
Tulkens, presidente, Ireneu Cabral Barreto, Vladimiro
Zagrebelsky, Danut Jocien, Dragoljub Popovic, András
Sajó, Isıl Karakas, giudici, e di Sally Dole, cancelliera di
sezione e che dopo averne deliberato in Camera di
consiglio il 13 ottobre 2009, ha reso nota la sentenza
allegata a questo atto;
_ tale ricorso riguarda la “Convenzione Europea per la
salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà
fondamentali”
_ la ricorrente adduceva che l’esposizione del crocefisso
nell’aula della scuola pubblica frequentata dai suoi
bambini era un’ingerenza incompatibile con la libertà di
pensiero e di religione e con il diritto a un’istruzione e a
un insegnamento conformi alle sue convinzioni religiose
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e filosofici.
Considerato
che, come recita la sentenza della Corte europea dei
diritti dell’uomo:
“l’ obbligo di esporre il crocifisso nelle aule risale a
un’epoca precedente all’unità d’Italia.
Infatti, l’articolo 140 del Regio Decreto n. 4336 del 15
settembre 1860 del Regno di Piemonte e Sardegna
stabiliva che «ogni scuola dovrà senza difetto essere
fornita (…) di un crocifisso».
Nel 1861, anno di nascita dello Stato italiano, lo Statuto
del Regno di Piemonte e Sardegna diventava lo Statuto
italiano.
Enunciava tra l’altro che che «la religione cattolica
apostolica e romana (era) la sola religione d Stato. Gli
altri culti esistenti (erano) tollerati in conformità con la
legge».
All’avvento del fascismo lo Stato adottò una serie di
circolari miranti a fare rispettare l’obbligo di esporre il
crocifisso nelle aule.
La circolare del ministero della Pubblica istruzione n. 68
del 22 novembre il 1922 recitava: «In questi ultimi anni,
in molte scuole primarie del Regno l’immagine di Cristo
ed il ritratto del Re sono stati tolti. Ciò costituisce una
violazione manifesta e non tollerabile e soprattutto un
danno alla religione dominante dello Stato così come
all’unità della nazione. Intimiamo allora a tutte le
amministrazioni comunali del regno l’ordine di ristabilire
nelle scuole che ne sono sprovviste i due simboli
incoronati della fede e del sentimento patriottico».
La circolare del ministero della Pubblica Istruzione n.
2134-1867 del 26 maggio 1926 affermava: «Il simbolo
della nostra religione, tanto per la fede quanto per il
sentimento nazionale, esorta e ispira la gioventù che nelle
università e negli altri istituti superiori affina il suo spirito
e la sua intelligenza in previsione delle alte cariche alle
quali è destinata».
L’articolo 118 del Regio Decreto n. 965 del 30 aprile
1924 (regolamento interno degli istituti d’istruzione
secondari del Regno) recitava: «Ogni scuola deve avere la
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bandiera nazionale, ogni aula il crocifisso e il ritratto del
Re».
L’articolo 119 del Regio Decreto n. 1297 del 26 aprile
1928 (Approvazione di regolamento generale dei servizi
d’insegnamento elementare) stabiliva che il crocifisso era
fra «le attrezzature e materiali necessari alle sale di classe
di scuole».
Le successive leggi nazionali Italiane non hanno mai
abolito queste due disposizioni rimaste dunque sempre in
vigore e applicabili al caso di specie.
I Patti Lateranensi, firmati l’11 febbraio 1929, segnarono
la Conciliazione tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica.
Il cattolicesimo fu confermato come la religione ufficiale
dello Stato italiano.
L’articolo 1 del Trattato era così formulato: «L’Italia
riconosce e ribadisce il principio stabilito dall’articolo 1
dello Statuto Albertino del 4 marzo 1848, secondo ol
quale la religione cattolica, Apostolica e Romana è la sola
religione di Stato.
Nel 1948 lo Stato italiano adottava la Costituzione
repubblicana. L’articolo 7 di questa riconosceva
esplicitamente che «lo Stato e la Chiesa cattolica sono,
ciascuno nel suo ordine, indipendenti e sovrani. Le
relazioni tra lo Stato e lo Chiesa cattolica è regolata dai
Patti Lateranensi e le modifiche di questi accettate dalle
due parti non non esigono procedura di revisione
costituzionale‚. L’articolo 8 enunciava che le confessioni
religiose diverse da quella cattolica «hanno il diritto di
organizzarsi secondo i loro statuti, fintanto che non si
oppongono all’ordinamento giuridico italiano». Le
relazioni tra lo Stato e queste altre confessioni «sono
stabilite dalla legge sulla base di intese con il loro
rappresentanti».
A seguito della ratifica, con la legge n. 121 del 25 marzo
1985, della prima disposizione del protocollo addizionale
al nuovo Concordato con il Vaticano del 18 febbraio
1984, i Patti Lateranensi del 1929 sono stati modificati. Il
principio, proclamato nei Patti Lateranensi secondo cui la
religione cattolica era la sola religione dello Stato italiano
è stato abolito. “
Considerato altresì
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che, come ancora recita la sentenza:
“La Corte costituzionale italiana nella sua sentenza n. 508
del 20 novembre 2000 ha riassunto la sua giurisprudenza
affermando che principi fondamentali di uguaglianza di
tutti i cittadini senza distinzione di religione (articolo 3
della Costituzione) e di eguale libertà di tutte le religioni
dinanzi alla legge (articolo otto) stabilisce che
l’atteggiamento dello Stato deve essere segnato da
equidistanza e imparzialità, indipendentemente dal
numero di membri di una religione o di un’altra (vedere
sentenze n. 925/88; 440/95; 329/97) né dall’ampiezza
delle reazioni sociali alla violazione di diritti dell’una o
dell’ altra (vedere sentenza n. 329/97). (…)
Una tale posizione di equidistanza e di imparzialità è il
riflesso del principio di laicità che per la Corte
costituzionale ha natura «di principio supremo» (vedere
sentenza n. 203/89; 259/90; 195/93; 329/97) e che
caratterizza lo Stato in senso pluralista.
Le credenze, culture e tradizioni diverse devono vivere
insieme nell’uguaglianza e nella libertà (vedere sentenza
n. 440/95).
Nella sua sentenza n. 203 del 1989, la Corte
costituzionale ha esaminato la questione del carattere non
obbligatorio dell’insegnamento della religione cattolica
nelle scuole pubbliche. In questa occasione, ha affermato
che la Costituzione conteneva il principio di laicità
(articoli 2,3,7,8,9,19 e 20) e che il carattere confessionale
dello Stato era stato esplicitamente abbandonato nel 1985,
ai sensi del protocollo addizionale ai nuovi accordi con la
Santa Sede”
pur non pronunciandosi in merito alla questione
dell’esposizione del crocefisso nelle scuole pubbliche
poiché la questione sollevata
“aveva per oggetto delle disposizioni regolamentari,
sprovviste di forza di legge, che quindi sfuggivano alla
sua giurisdizione”:
Viste
le conclusioni della Corte europea che esprime, fra le altre
le seguenti considerazioni:
“Il rispetto delle convinzioni dei genitori deve essere reso
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possibile nel quadro di un’istruzione capace di garantire
un ambiente scolastico aperto e favorendo l’inclusione
piuttosto che l’esclusione, indipendentemente dall’origine
sociale degli allievi, delle loro credenze religiose o dalla
loro origine etnica”.
“La scuola non dovrebbe essere il teatro di attività di
proselitismo o predicazione.
Dovrebbe essere un luogo di unione e confronto di varie
religioni e convinzioni filosofici, dove gli allievi possono
acquisire conoscenze sulle diverse tradizioni”.
“L’articolo proibisce agli Stati di perseguire un obiettivo
di indottrinamento, anche non rispettando le convinzioni
religiose e filosofiche dei genitori.
Questo è un limite da non superare”
“Il rispetto delle convinzioni religiose dei genitori e dei
bambini implicano il diritto di credere in una religione o
di non credere in alcuna religione.
La libertà di credere e la libertà non di credere sono
entrambe protette dall’articolo 9 della Convenzione”.
Il dovere di neutralità e di imparzialità dello Stato è
incompatibile con un potere qualunque di valutazione da
parte di quest’ultimo sulla legittimità delle convinzioni
religiose o delle modalità di espressione di queste. Nel
contesto dell’insegnamento, la neutralità dovrebbe
garantire il pluralismo”.
Per la Corte, queste considerazioni conducono all’obbligo
per lo Stato di astenersi dall’imporre, anche
indirettamente, credenze nei luoghi dove le persone sono
dipendenti dallo Stato o anche nei posti in cui le persone
possono essere particolarmente influenzabili”.
“il simbolo del crocifisso ha una pluralità di significati,
fra i quali il significato religioso è tuttavia predominante”.
“La Corte considera che la presenza del crocifisso nelle
aule va al di là del semplice impiego di simboli in contesti
storici specifici.
Tale è anche il significato ufficialmente preso in
considerazione nella Chiesa cattolica, che attribuisce al
crocifisso un messaggio fondamentale”.
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“La Corte riconosce che, per come viene esposto, è
impossibile non osservare il crocifisso nelle aule”.
“La presenza del crocifisso può facilmente essere
considerata da allievi di qualsiasi età un segno religioso e
questi si sentiranno quindi istruiti in un ambiente
scolastico influenzato da una religione specifica”.
“Ciò che può essere gradito da alcuni allievi religiosi, può
essere sconvolgente emotivamente per allievi di altre
religioni o per coloro che professano nessuna religione.
La cosiddetta “libertà negativa” non è limitata all’assenza
di servizi religiosi o di insegnamenti religiosi. Essa si
estende alle pratiche e ai simboli che esprimono, in
particolare o in generale, una credenza, una religione o lo
stesso ateismo.
Questo diritto negativo merita una protezione particolare
se è lo Stato che esprime una credenza e se la persona è
messa in una situazione di cui non può liberarsi o soltanto
con degli sforzi e con un sacrificio sproporzionati.
L’esposizione di uno o più simboli religiosi non possono
giustificarsi né con la richiesta di altri genitori che
desiderano un’istruzione religiosa conforme alle loro
convinzioni, né – come il governo sostiene – con la
necessità di un compromesso necessario con le
componenti di ispirazione cristiana.
Il rispetto delle convinzioni di ogni genitore in materia di
istruzione deve tenere conto del rispetto delle convinzioni
degli altri genitori.
Lo Stato è tenuto alla neutralità confessionale nel quadro
dell’istruzione pubblica obbligatoria dove la presenza ai
corsi è richiesta senza considerazione di religione e che
deve cercare di insegnare agli allievi un pensiero critico.
La Corte non vede come l’esposizione nelle aule di scuole
pubbliche di un simbolo che è ragionevole associare al
cattolicesimo (la religione maggioritaria in Italia)
potrebbe servire al pluralismo educativo che è essenziale
alla preservazione d’ una società democratica come la
concepisce la Convenzione, e alla preservazione del
pluralismo che è stato riconosciuto dalla Corte
costituzionale nel diritto nazionale.
La Corte ritiene che l’esposizione obbligatoria di un
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simbolo confessionale nell’esercizio del settore pubblico
relativamente a situazioni specifiche che dipendono dal
controllo governativo, in particolare nelle aule, viola il
diritto dei genitori di istruire i loro bambini secondo le
loro convinzioni e il diritto dei bambini scolarizzati di
credere o non di credere.
La Corte considera che questa misura violi questi diritti
poiché le restrizioni sono incompatibili con il dovere che
spetta allo Stato di rispettare la neutralità nell’esercizio
del settore pubblico, in particolare nel settore dell’
istruzione.
Perciò la Corte stabilisce che in questo caso c’è stata
violazione dell’articolo 2 del protocollo n. 1 e dell’
articolo 9 della Convenzione”.
Preso atto
delle contrarie valutazioni del Governo Italiano alla
sentenza, in base alle- fra le altre- seguenti considerazioni
così come riportate dalla stessa Corte nella sentenza
medesima:
“Secondo il governo, se il crocifisso è certamente un
simbolo religioso, riveste tuttavia anche altri significati.
Avrebbe anche un significato etico, comprensibile ed
apprezzabile indipendentemente dall’adesione alla
tradizione religiosa o storica poiché evoca principi che
possono essere condivisi anche da quanti non professano
la fede cristiana (non violenza, uguale dignità di tutti gli
esseri umani, giustizia, primato dell’individuo sul gruppo,
amore per il prossimo e perdono dei nemici)”.
“Secondo il governo, i valori chi fondano oggi le società
democratiche hanno la loro origine anche nel pensiero di
autori non credenti e lontani dal cristianesimo: tuttavia,
secondo il governo, il pensiero di questi autori sarebbe
intriso di filosofia cristiana, a causa della loro istruzione e
dell’ambiente nel quale sono stati formati”.
“In conclusione, i valori democratici oggi affonderebbero
le loro radici in un passato più lontano, quello del
messaggio evangelico. Il messaggio del crocifisso sarebbe
dunque secondo il governo un messaggio umanista, che
può essere letto in modo indipendente della sua
dimensione religiosa, costituito da un insieme di principi
ed di valori che formano la base delle nostre democrazie.
Il crocifisso, rinviando a questo messaggio, sarebbe
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perfettamente compatibile con la laicità e accettabile
anche dai non cristiani e dai non credenti, che possono
accettarlo nella misura in cui evoca l’origine di questi
principi e di questi valori”.
“Secondo il governo, in conclusione, potendo il simbolo
del crocifisso essere percepito come sprovvisto di
significato religioso, la sua esposizione in un luogo
pubblico non costituirebbe in sé un danno ai diritti e alla
libertà garantiti dalla Convenzione”.
“Secondo il governo, questa conclusione sarebbe
consolidata dall’analisi della giurisprudenza della Corte
che esige un’ingerenza molto più attiva della semplice
esposizione di un simbolo per constatare un limite ai
diritti e alla libertà”
“Non si tratta neppure, secondo il governo, della libertà di
praticare una religione o di non praticarne nessuna: il
crocifisso infatti è sì esposto nelle aule ma non viene in
alcun modo chiesto agli insegnanti o agli allievi di fare il
segno della croce, né di omaggiarlo in alcun modo, né
tantomeno di recitare preghiere in classe”.
“In realtà, nota il governo, non è neppure richiesto loro di
prestare alcuna attenzione al crocifisso”.
Infine, la libertà di istruire i bambini conformemente alle
convinzioni dei genitori secondo il governo non è in
causa: l’insegnamento in Italia è completamente laico e
pluralistico, i programmi scolastici non contengono
alcuna vicinanza a una religione particolare e l’ istruzione
religiosa è facoltativa”.
“Secondo il governo, le autorità nazionali usufruiscono di
un grande margine di valutazione per questioni così
complesse e delicate, strettamente legate a cultura e alla
storia. L’esposizione di un simbolo religioso in luoghi
pubblici non eccederebbe questo margine di valutazione
lasciato agli Stati”
“Secondo il governo, l’esposizione del crocifisso non
mette in causa la laicità dello Stato, principio che è
iscritto nella Costituzione e negli accordi con la Santa
Sede. Non sarebbe neppure, secondo il governo, il segno
di una preferenza per una religione, perché ricorderebbe
solo una tradizione culturale e dei valori umanisti
condivisi da altre persone rispetto ai cristiani”
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“In conclusione, l’esposizione del crocifisso secondo il
governo, non va contro il dovere di imparzialità e di
neutralità dello Stato”.
“D’altra parte, nota il governo, non esistono criteri
europei stabiliti sul modo d’interpretare concretamente la
nozione di laicità, e quindi gli Stati hanno un ampio
margine discrezionale in materia”.
Più precisamente, se esiste un criterio europeo sul
principio della laicità dello Stato, non ce ne sono invece
sulle sue implicazioni concrete e sulla sua attuazione”.
“Il governo non sostiene quindi che sia necessario,
opportuno o auspicabile mantenere il crocifisso nelle sale
di classe, ma semplicemente sostiene che la scelta di
mantenerlo o no dipende dalla politica e risponde dunque
a criteri di opportunità, e non di legalità”.
“Nell’evoluzione storica del diritto nazionale descritta
dalla ricorrente, che il governo non contesta, occorre
tuttavia capire – secondo il governo – che la Repubblica
italiana, benché laica, ha deciso liberamente di conservare
il crocifisso nelle aule per varie ragioni, fra cui la
necessità di trovare un compromesso con le componenti
di ispirazione cristiana che rappresentano una parte
essenziale della popolazione e con il sentimento religioso
di queste componenti”;
Preso atto che:
-
nel Comune di Vicchio né Sindaco, né Giunta, né
consiglieri comunali e né tantomeno partiti
politici, stiano attuando manovre istituzionali
mirate a contraddire o non rispettare la sentenza in
oggetto;
-
nel
territorio
vicchiese
non
risultano
manifestazioni che possano andar contro a quanto
deciso nella Sentenza della Corte Europea;
Tutto questo considerato
Esprime la propria adesione ai principi di laicità espressi
dalla sentenza della Corte Europea dei diritti dell’uomo,
in coerenza con i principi di laicità espressi dalla nostra
Costituzione
Esprime la propria contrarietà alle motivazioni con le
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quali il Governo Italiano si oppone a detta sentenza,
motivazioni che - fra l’altro - svuotano del proprio
intrinseco e sostanziale significato religioso il crocifisso,
derubricandolo a mero simbolo culturale legato ad una
tradizione locale.
Proposta N. 32 Del 25-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
ORDINE DEL GIORNO PRESENTATO DAL GRUPPO CONSILIARE
P.D.L. AVENTE AD OGGETTO "LA RESPONSABILITA' DEL
RICORDO" – RINVIO
NUMERO DELIBERA
28
Vista la comunicazione del Presidente l’atto viene rinviato ad
una successiva seduta del Consiglio comunale.
Proposta N. 21 Del 12-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
COMITATO DI PARTECIPAZIONE TERRITORIALE N. 1 E UL=
TERIORE RAPPRESENTANTE COMITATO DI PARTECIPAZIONE
TERRITORIALE N. 6 – NOMINA
La Commissione propone di nominare: per il Comitato di
Partecipazione Territoriale n. 1 i Sigg.ri Stefania Panichi,
Roberto Battain, Marina Bacciotti, Alessio Fiesoli, Saverio
Nannini, e il Sig. Giampiero Sabbatini quale rappresentante del
Comitato di Partecipazione Territoriale n. 6.
Il consigliere Capocchini: chiede che le richieste dei comitati e
le risposte dell’amministrazione possano essere fatte pervenire
ai capigruppo.
IL CONSIGLIO COMUNALE
CONSIDERATO che l’art. 7, comma 2 del vigente regolamento per
gli Istituti di Partecipazione prevede le modalità di nomina dei
rappresentanti all’interno dei Comitati di Partecipazione territoriale;
VISTO il verbale della 1° Commissione Consiliare in data
23.02.2010, allegato al presente atto sotto la lettera A) per formarne
parte integrante e sostanziale, che, recependo il verbale della riunione
del Comitato di Partecipazione Territoriale n. 6 del 04.02.2010,
propone la nomina di un nuovo componente del Comitato stesso nella
persona del Sig. Giampiero Sabbatini e recependo, altresì, il verbale
dell’assemblea del Comitato di Partecipazione Territoriale n. 1 del
20.01.2010, propone la nomina dei componenti del Comitato
sopracitato nelle persone indicate nello stesso;
RITENUTO procedere alla approvazione del verbale di cui sopra e
conseguentemente nominare rappresentanti del Comitato di
Partecipazione Territoriale n. 1 i Sigg.ri Stefania Panichi, Roberto
Battain, Marina Bacciotti, Alessio Fiesoli, Saverio Nannini, e il Sig.
Giampiero Sabbatini quale rappresentante del Comitato di
Partecipazione Territoriale n. 6, dando atto che trattasi di cittadini
iscritti nelle liste elettorali del Comune di Vicchio;
VISTO il parere favorevole di regolarità tecnica emesso ai sensi
NUMERO DELIBERA
29
Immediatamente eseguibile
N
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dell’art. 49 ed allegato al presente atto per formarne parte integrante e
sostanziale;
Presenti n. 13
Con nr. 13 voti favorevoli su nr. 13 consiglieri presenti e votanti
delibera
1. di approvare il verbale della 1° Commissione Consiliare in data
23.02.2010 che viene allegato al presente atto sotto la lettera A) per
formarne parte integrante e sostanziale;
2. di nominare pertanto i rappresentanti in seno al Comitato di
Partecipazione Territoriale n. 1 nelle seguenti persone:
-
Stefania Panichi – Presidente
Roberto Battain – Vice-Presidente
Marina Bacciotti
Alessio Fiesoli
Saverio Nannini
3. di nominare pertanto il Sig. Giampiero Sabbatini rappresentante
in seno al Comitato di Partecipazione Territoriale n. 6;
4. di rendere la presente deliberazione immediatamente eseguibile,
dando atto che è stata effettuata separata votazione con il seguente
esito:
Nr. 13 voti favorevoli su nr. 13 consiglieri presenti e votanti.
La seduta si chiude alle ore 19.00
Proposta N. 33 Del 25-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
APPROVAZIONE "REGOLAMENTO COMUNALE PER IL DIRITTO
DI INTERPELLO" - RINVIO
NUMERO DELIBERA
30
Vista la comunicazione del Presidente l’atto viene rinviato ad
una successiva seduta del Consiglio comunale.
Proposta N. 34 Del 25-02-10
Esito Esame: Approvata
Oggetto:
MODIFICA AL REGOLAMENTO GENERALE PER LA GESTIONE
DELLE ENTRATE COMUNALI - RINVIO
NUMERO DELIBERA
31
Vista la comunicazione del Presidente l’atto viene rinviato ad
una successiva seduta del Consiglio comunale.
Il presente verbale viene letto, approvato e sottoscritto.
Il VicePresidente
GASPARRINI MARCO
Il Segretario Comunale
D'ALFONSO MARIA
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