Cooperative learning e apprendimento linguistico in una prospettiva ecologica Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 1 Caminante, son tus huellas el camino, y nada mas ; caminante, no hay camino se hace camino el andar [Viandante, sono le tue orme il sentiero, e niente altro; viandante, non c’è sentiero diventa sentiero l’andare] Antonio Machado (1875 – 1939) Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 2 I sentieri della complessità Non esiste più una direzione di senso, ma molteplici direzioni, sempre interconnesse… Che cosa significa nella società della globalizzazione, camminare in una prospettiva ecologica? Che cosa significa, in una prospettiva glocale, cogliere le specificità accogliendo le differenze? Che cosa significa intercultura? Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 3 “La pedagogia interculturale rappresenta i primi passi per fare proprio un pensiero complesso che è alla base di qualunque percorso di comunicazione” Mariangela Giusti, Pedagogia interculturale, Laterza 2004, p. 101 Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 4 La necessità di “fare” e “vivere” l’intercultura Per educare ad apprendere, in particolare in campo linguistico, in una realtà che cambia è fondamentale educare ed educarci a leggere le connessioni all’interno del mondo complesso, a dare un senso all’inter che lega la cultura, che, come sottolinea Mantovani, “è oggi immediatamente plurale anche nell’esperienza quotidiana che ne facciamo” Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 5 Scopo di questo intervento Offrire delle piste operative per costruire dei percorsi di apprendimento in prospettiva ecologica Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 6 La sfida… Superare l’inadeguatezza delle due risposte più comuni alla sfida posta dalla multiculturalità: l’etnocentrismo e il relativismo Rischio del “multiculturalismo a mosaico” lontano dall’idea di ecologia Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 7 Intercultura ed ecologia: la prospettiva ecologica… …accoglie le diversità, le contestualizza e le valorizza all’interno di un senso culturale ampio, complesso, interrelato dove la cultura viene vista come “spazio di scambio”; …sottintende un dinamismo delle parti in gioco: il “chi sono io?” è collegato al “chi sei tu?” e ogni cambiamento di risposta alla prima domanda non può non cambiare la risposta alla seconda e viceversa (modello di “sovrapposizione dinamica” - Bagheri Noaparast e Khosravi) Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 8 Accogliere la complessità della relazione… Riferimento a Gardner e alle cinque chiavi per vivere e operare nel futuro: Intelligenza disciplinare Intelligenza sintetica Intelligenza creativa Intelligenza rispettosa Intelligenza etica Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 9 Il Cooperative Learning: un tentativo di risposta Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 10 Il Cooperative Learning fondamentale per… la realizzazione di modalità di attenzione rispettosa, di riflessione e di auto-riflessione lo sviluppo delle abilità multiple, elemento fondamentale all’interno del più ampio contesto di insegnamentoapprendimento linguistico Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 11 Il Cooperative Learning… presenta diverse strategie di intervento aiuta a costruire un clima positivo e fecondo in cui innestare gli apprendimenti offre una vasta gamma di strategie d’insegnamento per raggiungere obiettivi cognitivi e obiettivi di tipo interpersonale Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 12 Diversi obiettivi una metodologia OBIETTIVI COGNITIVI q Apprendimento concettuale q Soluzione creativa di problemi q Sviluppo di abilità cognitivo di ordine superiore, ovvero sviluppo del pensiero critico q Conoscenza, mantenimento e miglioramento delle abilità fondamentali q Padronanza linguistica orale OBIETTIVI RELAZIONALI q Relazioni positive di intergruppo q Socializzazione degli studenti e assunzione di ruoli adulti (cfr. Cohen E., Organizzare i gruppi cooperativi. Ruoli, funzioni, attività, Erickson 2002) Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 13 Domanda… È quindi fondamentale a questo punto chiedersi se e in che modo attraverso il Cooperative Learning possano essere raggiunti obiettivi tanto diversificati… Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 14 Una prima risposta: La ricerca sui modelli di Cooperative Learning ha verificato la validità di tutti i loro assunti di base sugli effetti positivi dell’apprendimento in interazione, sul comportamento scolastico degli allievi, personale e sociale In attività che prevedano l’uso di modalità cooperative, l’insegnante propone gradualmente strategie sempre più complesse, come il Jigsaw, la Complex Instruction, la Group Investigation e altre che propongono agli studenti questioni rilevanti e plurivalenti e invitano a una varietà di risorse e soluzioni Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 15 Queste strategie… … prevedono che gli studenti svolgano l’attività in piccoli gruppi eterogenei, imparando a ricercare soluzioni connettendo la loro esperienza e background culturale con le nuove informazioni, imparando via via a sviluppare e a connettere nel contempo “abilità sociali” e “abilità cognitive”, in un’ottica di un’educazione più integrata e più, potremmo dire, “ecologica”. Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 16 I nuclei forti del Cooperative Learning 1) 2) 3) 4) 5) l’interazione promozionale faccia a faccia; l’interdipendenza positiva; l’insegnamento diretto delle abilità sociali; il lavoro in piccoli gruppi eterogenei; la valutazione durante e alla fine del lavoro. Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 17 Gruppi eterogenei? punto che ha creato più disaccordo tra studiosi, sin dalle prime applicazioni del Cooperative Learning La maggior parte ha propeso e propende per la necessità dell’eterogeneità dei gruppi Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 18 Nei gruppi omogenei (per livello, abilità, competenze)… solo apparentemente l’omogeneità dei gruppi appare una risorsa; gli alunni sembrano imparare più velocemente, senza incontrare ostacoli, e l’insegnante sembra procedere spedito nella trasmissione dei contenuti essenziali… …MA… Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 19 Limiti dei gruppi omogenei In essi gli studenti hanno un accesso differenziato ai curricoli, accesso che tende poi a concretizzarsi in opportunità educative diversificate; tendenza al verificarsi in essi della cosiddetta profezia autoavverante: essi condizionano fortemente le attese degli insegnanti nei confronti degli allievi; tendono troppo spesso a enfatizzare, piuttosto che a ridurre, nelle classi le differenze culturali ed etniche. Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 20 Che cosa s’intende per “gruppi eterogenei”? Gruppi che mostrano differenze interne di background, di livello di capacità, di genere Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 21 Alcuni presupposti teorici Vygotzky: teorie sulla “self-regulation” e teorizzazione della “zona di sviluppo prossimale” le funzioni psicologiche di ordine superiore si svolgono attraverso l’interazione sociale Piaget: interazione fondamentale per il passaggio dallo stadio pre-operatorio a quello concreto, in cui i bambini diventano meno egocentrici e riconoscono le differenze e i disaccordi tra le idee proprie e altrui Bandura: teoria del “social learning” che mette l’accento sulle strategie di “modeling” Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 22 Pertanto… Ci sono delle “basi teoriche” sull’importanza di lavorare sfruttando e valorizzando l’eterogeneità dei gruppi Ci sono delle “contingenze” che ci fanno lavorare con i gruppi eterogenei CREARE SETTING DI APPRENDIMENTO ADEGUATI Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 23 Problemi concreti… Quale dev’essere la grandezza dei gruppi? Quale modalità seguire per la formazione dei gruppi? Quanto tempo possono durare i gruppi? Sono del tutto da escludere attività individualistiche e competitive? Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 24 … e alcune risposte Il gruppo dovrebbe essere tanto più piccolo quanto più gli studenti non possiedono buone qualità (o abilità) comunicative. Formare i gruppi: scelta casuale, scelta dell’insegnante, autoselezione. I gruppi vanno tenuti insieme fino a raggiungere un successo. Le attività competitive individuali possono virare in competizione sana tra gruppi. Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 25 Un gruppo è inefficace se… Alcuni non lavorano e lasciano il peso del fare ad altri > i membri non conoscono i contenuti di ciascuno. Non ci si aiuta per raggiungere un compito. Ci si insulta e ci si critica in modo dirompente. Non si riflette su come migliorare la comunicazione. Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 26 “Pensare” i gruppi i gruppi devono essere “pensati” dall’insegnante, guardando alla globalità del compito da svolgere e offrendo una pluralità di stimoli, in modo che più abilità possano essere esercitate e riconosciute come tali. Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 27 Il poco di ciascuno fa il molto di tutti… Aiutare gli studenti nella conoscenza prima a riconoscere le proprie capacità e a orientarle e a sentirsi consapevoli e, in qualche misura “forti”, di queste ultime. La coscienza di possedere un’identità è elemento imprescindibile per accogliere l’altrui identità e per arrivare ad una negoziazione di punti di vista diversi. Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 28 Due piste operative Fare ricerca utilizzando la lingua: Il metodo della Group Investigation La Complex Instruction e la scoperta delle abilità multiple Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 29 Fare ricerca utilizzando la lingua Il metodo della Group Investigation strategia di apprendimento cooperativo in cui l’interazione e la comunicazione in classe vengono integrate con il processo di studio dei contenuti scolastici; gli studenti assumono un ruolo attivo stabilendo i propri obiettivi di apprendimento, suddividendo – con l’aiuto dell’insegnante il lavoro all’interno del gruppo; prevedono momenti di lavoro individuale a scambi in coppia e ad un’integrazione finale dei risultati a livello di gruppo classe. Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 30 Così facendo… Gli studenti vengono guidati da un lato nello sviluppo di competenze linguistiche, cognitive e, naturalmente, sociali Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 31 Così facendo… in quest’ottica l’uso della lingua è situato e quindi significativo; non esiste più la netta divisione tra la linguaper-l’uso e la lingua-per-lo-studio; lo studente viene visto come persona, portatrice di significati, di punti di vista, di prospettive, di desideri e di aspirazioni (sinteticamente, potremmo dire di un “sistema culturale”) che, attraverso il medium linguistico, può condividere con altri per reinterpretare, mediare e così via Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 32 Obiettivo di lavoro nella Group Investigation L'insegnante presenta il problema che diventa oggetto della ricerca dei diversi gruppi e promuove la collaborazione. Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 33 Fasi del lavoro (1): 1. di fronte al tema della ricerca, gli studenti esaminano il materiale che hanno a disposizione, pongono le domande in relazione ad esso e le suddividono in categorie che diventano i sottoargomenti. Gli studenti formano il gruppo studiando il sottoargomento da loro scelto; 2. i gruppi pianificano le loro ricerche. I membri di ogni gruppo preparano cooperativamente lo svolgimento dell'attività: decidono come condurre la ricerca e come dividersi il lavoro; Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 34 Fasi del lavoro (2) 3. 4. I gruppi conducono le loro ricerche. I membri dei gruppi raccolgono, organizzano e analizzano le informazioni desunte da varie fonti. Riportano ciò che hanno scoperto e giungono a delle conclusioni. I membri dei gruppi discutono in itinere il proprio lavoro al fine di scambiarsi idee e informazioni, ampliarle, chiarirle e integrarle; I gruppi pianificano le loro presentazioni. I membri di ogni gruppo individuano l'idea principale emersa dalla loro ricerca. Pianificano come presentare gli esiti. I rappresentanti dei gruppi si incontrano come comitato guida per coordinare il progetto in vista della presentazione finale alla classe; Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 35 Fasi del lavoro (3) 5. 6. I gruppi effettuano le loro presentazioni. Le presentazioni possono avvenire con le più diverse modalità (cartelloni, slide...). Chi assiste ne valuta la chiarezza e la capacità di coinvolgimento; Insegnante e studenti valutano i progetti. Gli studenti si scambiano impressioni sulle proprie ricerche e sulla propria esperienza affettiva. L'insegnante e gli studenti collaborano nel valutare l'apprendimento individuale, di gruppo e della classe Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 36 L’efficacia di questa strategia Aumento dell’interesse da parte degli studenti ai contenuti più strettamente cognitivi dell’apprendimento; potenzialità della conversazione interattiva; abilità di porre domande, che è il punto di partenza da cui scaturisce ogni ricerca; non esiste più la netta divisione tra la linguaper-uso e la lingua-per-studio uso della lingua situato e quindi significativo Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 37 Il ruolo del docente modello educativo, che dimostra concretamente quale tipo di abilità di discussione sono necessarie all’interno del gruppo progetta attività che facilitano l’apprendimento interattivo e per problemi, in modo da aumentare le opportunità di comunicazione non mediata tra compagni (cfr. proposte di Sharan & Sharan: (“Il razzo a quattro fasi”, “La storia senza titolo”, “Il gioco del mistero” ) Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 38 Esempio di una pianificazione di attività con la Group Investigation Unità didattica sulla poesia: “Che cosa rende poetica una poesia?” FASE 0: la classe viene divisa in gruppi. Ad ogni gruppo viene affidata una poesia che deve leggere e su cui si deve produrre un breve commento. Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 39 FASE I: la classe stabilisce i sottoargomenti e si organizza in gruppi di ricerca Lezione 1: produrre domande - brainstorming sulle domande possibili - individuazione dei sottoargomenti (Es.: Quali sono gli elementi fondamentali della poesia? In che modo il poeta è influenzato dalla società e dalla cultura?) Lezione 2: formazione dei gruppi di ricerca - costruzione di possibili tracce di ricerca Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 40 FASE II: i gruppi pianificano le loro ricerche Lezione 1: organizzazione del gruppo - Assegnazione dei ruoli - individuazione delle risorse necessarie (dall’insegnante ne vengono fornite alcune da selezionare) Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 41 FASE III: i gruppi conducono le loro ricerche 3 lezioni L’insegnante fa da supervisore FASE IV: i gruppi pianificano le loro presentazioni 1 lezione L’insegnante fa da supervisore Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 42 FASE V: i gruppi effettuano la loro presentazione 1 lezione Uso di una griglia di valutazione anche per gli alunni FASE VI: valutazione del lavoro Prima lezione: Fase di coppia e di gruppo (In che modo la conduzione della ricerca di gruppo vi ha aiutato a conoscere qualcosa di nuovo sulla poesia? Che cosa sai di nuovo?) Seconda lezione: Fase individuale (Scegli una poesia e spiega come, secondo te, la vita e l’ambiente del poeta si collegano alla sua poesia. – Scegli una poesia e individua le parole che suscitano sentimenti particolari: perché ciò avviene?) Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 43 Un apprendimento in prospettiva “ecologica” Attività esemplificate come esercizi per la costruzione di abilità sociali, possano essere pensate anche con obiettivi di tipo cognitivo se condotte in un contesto di apprendimento di una seconda lingua, naturalmente graduando la difficoltà, il numero di parole, i tempi ecc. Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 44 Fare domande cercare insieme risposte… la ricerca ha dimostrato nettamente la forza cognitiva e democratica delle domande aperte Le open-ended questions, la possibilità di accettare risposte diverse, danno all’allievo la certezza che ogni sua risposta potrà avere dignità di ascolto e cittadinanza nella dinamica dell’apprendimento Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 45 … secondo questo schema: DOMANDE DISCUSSIONE INFORMAZIONE INTERPRETAZIONE CONOSCENZA • All’insegnante non compete dare tutte le risposte, ma avviare ad una ricerca delle risposte e dei mezzi che possono aiutare a trovare delle risposte • Queste ricerche faranno nascere altri interrogativi e proporranno altre piste operative su cui costruire altri sistemi di significato, tra loro interrelati, in un processo virtuosamente infinito. • In questo modo, il sistema di significati di cui ogni studente, con il proprio diverso background culturale è portatore, si amplia in modo virtuoso e co-costruttivo. Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 46 La “Complex Instruction” (1) programma, partito vent'anni fa dall'università di Stanford (con E. Cohen) si prefigge di realizzare l'equità in classe, studiando le cause sociali delle disuguaglianze di base e costruendo pratiche educative, basate soprattutto sulla cooperazione, capaci di mettere in questione tali elementi di disuguaglianza (e iniquità). Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 47 La “Complex Instruction” (2) modalità che muove dal riconoscimento della pluralità delle intelligenze (cfr. Gardner) la formazione dei piccoli gruppi favorisce i migliori, anche se esiste l'intenzione da parte dei membri di aiutare i più deboli, poiché i soggetti con elevato status d'appartenenza tendono ad emergere e ad avere una forte influenza sul gruppo, anche se realmente non posseggono quelle competenze che i compagni e l'insegnante attribuiscono loro. indica le strategie da seguire affinché sia data a tutti i membri di un gruppo la stessa opportunità di esprimersi e di apprendere Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 48 Strategie per creare il successo formativo Importanza di costruire compiti che prevedano l’uso di “abilità multiple” con queste caratteristiche: abbiano più di un modo o più di una risposta per risolvere il problema; siano di per sé interessanti e gratificanti; permettano ad alunni diversi di dare contributi diversi; usino strumenti multimediali; coinvolgano più sensi; richiedano una varietà di abilità e comportamenti; siano impegnativi Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 49 Un compito non funziona bene quando… ha solo una risposta esatta; può essere eseguito con più velocità ed efficienza da una persona che da un gruppo; è di livello troppo basso; implica la semplice memorizzazione o apprendimento di routine Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 50 Lo scopo… “scombinare” le aspettative (proprie in quanto insegnante, di ciascuno studente verso se stesso e di ogni studente verso gli altri) per poi “ricombinarle” … …invece di creare alte aspettative uniformi per gli studenti di status alto e basse aspettative uniformi per gli studenti di status basso, l’insegnante può creare una combinazione di aspettative per ognuno Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 51 Come? 1. 2. 3. Convincersi e convincere gli studenti che per realizzare il compito: I compiti cooperativi necessitano di diverse abilità intellettive Nessuno ha tutte queste abilità assieme Ognuno ha alcune di queste abilità Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 52 Un esempio di attività Esempio realizzato da Bower (1989-90) Pianificazione e realizzazione di un’unità didattica su: I RUGGENTI ANNI VENTI: IL PERIODO TRA IL 1919 E IL 1920 (argomento storico, ma interessante per la modalità di approccio) Per ogni lezione dell’unità l’insegnante provvede a fornire agli studenti una lista di obiettivi comportamentali da raggiungere, un elenco di materiali da consultare, un elenco di procedure da seguire Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 53 Prima pianificazione LEZIONE 1: “Tensioni post-guerra” - lezione introduttiva dell’insegnante (con particolare riferimento all’episodio di Sacco e Vanzetti) - Lettura e approfondimento di testi in piccolo gruppo LEZIONE 2: “La repubblica al potere” - uguale modalità LEZIONE 3: “Tensioni sociali e trasformazioni” - uguale modalità Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 54 Seconda pianificazione LEZIONE 1: “Tensioni post-guerra” - introduzione con 8 slide che presentano, attraverso opere artistiche dell’epoca, il problema, con particolare riferimento all’episodio di Sacco e Vanzetti - In piccolo gruppo gli studenti preparano una presentazione che “drammatizzi” il caso di Sacco e Vanzetti Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 55 SECONDA LEZIONE “La repubblica al potere” - interpretazione in piccolo gruppo di vignette (anche satiriche) che facciano riferimento ai personaggi politici più influenti dell’epoca - Riscontro sui testi Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 56 TERZA LEZIONE “Tensioni sociali e trasformazioni”: lettura e preparazione di una presentazione multimediale sull’argomento utilizzando: - Materiali di approfondimento - Immagini - File musicali - Bibliografia Ogni gruppo si concentra su un aspetto diverso (es. il ruolo delle donne o l’avvento del cinema) Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 57 Somiglianze tra i due percorsi In entrambi i casi si prevede l’utilizzo di modalità cooperative; Ogni studente all’interno del gruppo ha un ruolo utile al raggiungimento dello scopo/obiettivo (facilitatore, controllore, segretario, presentatore, responsabile delle abilità sociali ecc.); Il contenuto è il medesimo. Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 58 Differenze rilevanti Gli studenti utilizzano più abilità e il loro status ne risulta modificato; Non sentono le aspettative dell’insegnante, che inizia l’attività con questa semplice affermazione: “Uno storico per essere tale dev’essere in grado di lavorare su più documenti. Oggi lavoreremo mettendoci nella parte degli storici” Per utilizzare più abilità devono incrementare l’uso dell’interazione verbale Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 59 Cooperative Learning e apprendimento linguistico Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 60 Riferimento agli studi di McGroarty,la quale, dal canto suo, vede come ci sia una stretta connessione tra i modelli e i metodi con cui si costruisce il processo di insegnamentoapprendimento linguistico e quelli fondanti il Cooperative Learning Essi fanno riferimento a tre processi basilari e a quattro nodi problematici necessariamente presenti e strettamente interrelati Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 61 Tre processi basilari necessità di una esposizione alla lingua il più possibile varia, ovvero attraverso stimoli che coinvolgano sensi diversi e quindi intelligenze diverse l’interazione tra studenti che sperimentano, all’interno del gruppo porta alla definizione di ruoli diversi per adempiere al compito da svolgere: maggiori possibilità di porre domande, di chiarire significati, di leggere il percorso educativo da più punti di vista all’interazione segue la negoziazione, che spinge a rivedere i propri punti di vista, pre-concetti, precomprensioni (nonché pregiudizi!), ma nello specifico dell’apprendimento linguistico spinge ad affinare le proprie abilità linguistiche Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 62 Nodi critici… Come creare attività cooperative che stimolino quelle “zone di sviluppo prossimale” ? Come creare proficue interrelazioni tra le competenze orali e di scrittura? Come bilanciare l’intervento dell’insegnante e l’interazione tra pari? Come lavorare nella “fase del silenzio”? Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 63 Tanta da strada da fare, ma… “Se rimaniamo isolati, rischiamo di non vedere la forza della grande foresta che siamo” (Spencer Kagan) Buona strada a tutti! Marialuisa Damini - Convegno Dilit 2010 - 64