PROGRAMMA PER LA CITTÀ DEL CANDIDATO SINDACO
GIORGIO ORSONI
Indice
4 Le ragioni della mia candidatura
8 Venezia Metropoli a misura di Cittadino
11 Il lavoro e l’impresa
21 La famiglia, solidarietà e sicurezza
31 L’ambiente
39 Il territorio
47 La cultura
55 L’innovazione
61 La trasparenza
Le ragioni della mia candidatura
Le ragioni della mia candidatura
Care cittadine, cari cittadini,
la mia candidatura a Sindaco della città vuole essere un atto di impegno
civile e sociale.
Sono veneziano ed ho vissuto la città nelle varie fasi della mia vita,
dapprima quale adolescente e studente, poi quale professionista,
docente e genitore, ma anche come amministratore e partecipe della
gestione della cosa pubblica.
Ho maturato, specie nell’ultimo decennio, la consapevolezza della
necessità di un ripensamento generale del ruolo di Venezia nel
contesto nazionale, in quello regionale e, per ultimo, in rapporto alle
altre componenti della municipalità.
A tale analisi, nella quale sono stato guidato dall’esperienza
professionale e dall’impegno scientifico che hanno caratterizzato fin
qui il mio ruolo sociale, si è affiancata la percezione di un disagio nella
fruizione della città da parte degli stessi abitanti.
La peculiarità morfologica di Venezia mi ha indotto a soffermarmi,
in primo luogo, sui problemi della mobilità e della circolazione nelle
due dimensioni acquea e terrestre, a non trascurare l’incidenza che
nell’economia della città deve necessariamente avere la presenza di
un porto di rilevanza internazionale sul piano commerciale e turistico.
Non di meno, le mie riflessioni hanno toccato le problematiche connesse
all’organizzazione e alla gestione dei flussi turistici, la ricerca di forme
organizzative volte a consentire la fruizione ottimale delle ricorse
culturali tanto da parte dei cittadini, quanto da parte dei turisti.
La qualità della vita degli abitanti non può infatti prescindere
dall’individuazione delle migliori sinergie con le strutture turistiche e
con i modelli di organizzazione e controllo dei flussi di visitatori.
La cultura del cittadino deve a mio avviso passare per il miglioramento
della qualità della vita urbana, in una città che sempre più riflette le
caratterizzazioni multietniche delle grandi metropoli italiane.
Non possiamo non mettere tutta la nostra attenzione, in questo periodo
della storia del paese, nel tutelare sotto ogni profilo il lavoro nella nostra
città, e nella terraferma in particolare, per consentire ai lavoratori di
continuare a operare nelle nostre imprese, e di assicurare dignità e
opportunità alle loro famiglie.
Sono peraltro convinto della necessità di affiancare ad una politica che
miri al ripopolamento del centro storico, scelte volte a potenziare, nella
terraferma ed in particolare nelle zone prossime alle principali sedi
industriali, l’utilizzo e la diffusione del social housing.
Venezia, nelle sue poliformi componenti, deve essere una città a
misura d’uomo.
È per questo che, quando sono stato sollecitato a mettere a disposizione
il mio impegno per la città, ho scelto di accettare la sfida, ed offrire il mio
apporto nella organizzazione dell’amministrazione cittadina.
L’emersione dei problemi che pone una città come Venezia non ci
consente di tergiversare: vi è certamente bisogno di nuove risorse,
ma non si può più prescindere dall’individuazione di solidi modelli di
utilizzazione, sfruttamento e valorizzazione delle stesse.
La mia scarsa frequentazione delle sedi partitiche mi induce ad
immaginare un governo della città libero dalla logica degli schieramenti,
aperto all’apporto, alla esperienza ed alla professionalità e competenza
non solo tecniche, ma anche civili, sociali ed umane.
Quello che vi propongo e una squadra di rappresentanti della società
progressista, che crede nella riqualificazione dei contesti urbani, nella
riconversione delle politiche industriali orientate alla massificazione dei
profitti, che crede nella riemersione delle istanze sociali.
Le ragioni della mia candidatura
Tutto ciò in un contesto di valorizzazione della città e di rafforzamento
del suo ruolo egemonico, non più e soltanto sul piano storico e culturale,
ma anche su quello economico e sociale.
Ogni giorno per Venezia. Con sincerità
Venezia Metropoli
a misura di Cittadino
Venezia Metropoli a misura di Cittadino
Una visione di città
Questo programma è uno strumento concreto, utile e partecipato,
destinato a trovare concreta applicazione nella pratica quotidiana della
città. Esso offre:
•una visione della città condivisa il più possibile da tutti, una strategia
unitaria di lungo periodo che dia prospettiva e coinvolga la popolazione
in un nuovo impulso di crescita.
•la chiarezza della nostra missione politica, la promessa di una buona
amministrazione non attraverso facili slogan bensì impegni concreti
e verificabili puntualmente.
Un nuovo ciclo politico amministrativo
Il futuro di Venezia richiede l’apertura di un nuovo ciclo politico
amministrativo. Gli anni di amministrazione di centro-sinistra a Venezia
si sono concretizzati in azioni che ne hanno profondamente rinnovato la
struttura urbana, riattivato le istituzioni culturali, fatte importanti azioni di
tutela e di recupero ambientale, avviato politiche sistematiche e innovative
di integrazione e di sostenibilità sociale. Prendiamo al contempo atto
che molto lavoro ci aspetta soprattutto in ordine all’offerta residenziale,
all’articolazione delle opportunità lavorative, alla risoluzione di problemi
complessi quali Porto Marghera, alla gestione e all’uso della risorsa
turistica. Le prospettive con cui la città dovrà confrontarsi nei prossimi
anni sono profondamente mutate rispetto a un passato anche recente:
basti pensare alla crisi economica mondiale, alla necessità delle
riconversioni industriali e dell’imperativo dell’innovazione affinché il
nostro sistema rimanga competitivo e garantisca lavoro e vita a tutti i
cittadini. Allo stesso tempo a seguito dei flussi migratori sono cambiate
le condizioni di vita soprattutto in aree marginali e a rischio, va dunque
garantita la sicurezza fondamentale per i cittadini, l’ordine e la legalità,
accogliendo solo chi lavora e vive secondo le regole del nostro territorio.
La città verde a misura d’uomo
Il punto centrale di questa nuova fase sono le persone. Oggi va impressa
a Venezia, nelle sue poliformi componenti, una decisa impronta verde,
per creare una città ecologica e sostenibile. Venezia, modellatasi
dentro un ambiente naturale unico, capace, insieme, di rispettarne gli
equilibri ma anche di modificarli con tenacia e sapienza, oggi è a rischio,
a causa del dissesto climatico ed ambientale Non vi è economia verde
senza una società verde, che possa iscrivere le politiche urbane, quelle
economiche, quelle sociali sotto il segno dell’efficienza energetica,
dell’impiego delle energie pulite, della valorizzazione del patrimonio
storico, paesaggistico e ambientale dalla laguna a Mestre. Tutto ciò in
un contesto di rivitalizzazione di Venezia e rafforzamento del suo ruolo
leader del nord-est e oltre, non più soltanto su piano storico e culturale,
ma anche su quello economico e sociale. Città d’acqua e città di terra
saranno un’unica grande metropoli, con caratteristiche diverse che si
completano e rafforzano, ma devono essere sempre più collegate e unite
soprattutto negli obiettivi comuni.
La città che può essere allo stesso tempo grande officina della
contemporaneità, della produzione culturale e dell’economia verde
e immateriale, proprio per questo può essere capitale della nuova
era che ci aspetta: una città paradigma uno dei luoghi simbolo del
mondo in cui si annuncia o si costruisce il futuro.
il lavoro e l’impresa
il lavoro e l’impresa
il lavoro e l’impresa # 01
La crisi che ha colpito l’economia italiana, e quella veneta in particolare,
rende urgente la partecipazione di tutti i soggetti, pubblici e privati, alla
creazione di condizioni capaci di trasformare gli investimenti e il lavoro
in effettive opportunità per tutti i cittadini.
•il sistema agroalimentare
•il porto
•le infrastrutture di supporto
•produzioni sostenibili, energie rinnovabili
La crisi ha fatto emergere le debolezze del nostro tessuto produttivo,
ma anche i potenziali punti di forza, sui quali agire. Il Comune deve
essere protagonista, creando i presupposti per lo sviluppo degli
investimenti (privati e pubblici), favorendo con le proprie scelte un
contesto favorevole all’insediamento di attività produttive nel quadro di
uno sviluppo sostenibile. Rilanciare il nostro territorio significa difendere
e valorizzare la nostra industria, promuovere la crescita dei settori
terziari, elevandone l’efficienza e saldandoli all’artigianato di qualità e
all’agricoltura di eccellenza.
Porto Marghera
Marghera è ancora un luogo ambito da chi fa industria. Riguardo a
quest’area, la città deve avere il coraggio di superare una fase storica
ed entrare senza paura nel futuro e quindi nei settori capaci di creare
ricchezza, sviluppo e occupazione.
Si pensi al settore della logistica, che se sviluppato in accordo con
l’Autorità portuale consentirà a Venezia di rappresentare una porta per il
Nord Est nei confronti dei paesi emergenti come perno logistico dell’Alto
Adriatico; dell’energia, della filiera chimica innovata, confermando le
attuali produzioni e incentivando le fonti rinnovabili decisive nel quadro
dello sviluppo sostenibile; ai settori della nautica e delle costruzioni
e manutenzioni navali che, al di là della difficile congiuntura che
oggi conoscono, sono destinati a rappresentare un ambito della vita
economica di crescita e sviluppo.
Per intervenire e promuovere una nuova politica di investimenti e
di interventi che garantisca il miglioramento dell’offerta attuale di
lavoro, l’innovazione e l’apertura di nuove opportunità per le imprese
e soprattutto un futuro alle nuove generazioni, l’Amministrazione
Comunale deve agire principalmente sui seguenti ambiti:
•Porto Marghera
•il turismo
•la città del terziario avanzato e dei servizi
•il commercio
•l’artigianato, la cantieristica e la portualità minore
Il turismo
Il turismo rappresenta da anni la voce fondamentale dell’economia
della città d’acqua e una delle maggiori dell’intero sistema territoriale.
La sostenibilità dello sviluppo del nostro territorio passa irrinunciabilmente
per un diverso modo di affrontare la complessità dei temi legati a questo
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settore partendo dal concetto di qualità.
Un turismo gestito e riqualificato verso l’alto è un turismo regolato che
porta beneficio sia ai cittadini che ai visitatori. In un momento di crisi
economica come quella attuale in cui si sta sviluppando un’altissima
concorrenza turistica internazionale, solo la ricerca dell’eccellenza può
attrarre un turismo rispettoso della Città intesa nel senso più ampio.
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Per rendere pienamente positiva e sostenibile la relazione tra economia
turistica e città, il turismo deve evolvere con competenze e con
investimenti che sappiano valorizzare il settore e rendere sostenibile
l’accoglienza di circa 20 milioni di turisti all’anno, destinati a crescere
una volta conclusa l’attuale crisi economica.
In questo contesto la gestione dei flussi turistici è la vera priorità per
Venezia, per il suo sviluppo e per la qualità di vita dei suoi residenti.
Vanno attivati programmi innovativi per la loro gestione, governo e
controllo e migliorati gli strumenti esistenti promuovendo progetti che si
integrino su scala comunale e regionale.
La città del terziario avanzato e dei servizi
Il Comune deve favorire lo sviluppo e l’insediamento di nuove realtà
produttive nella città d’acqua e in quella di terraferma, legate al
terziario avanzato e ai servizi alle imprese e alla persona. Venezia
ha grandi opportunità in questo senso, a partire dalla riqualificazione
dell’Arsenale; Marghera rappresenta un’occasione unica di innovazione
nella trasformazione delle aree industriali dismesse in poli del terziario
il lavoro e l’impresa # 01
avanzato e della logistica; Mestre può svolgere un ruolo centrale nello
sviluppo delle attività terziarie, trainate dalle infrastrutture della cultura
- dal nuovo M9 al Candiani - che ne modificheranno profondamente
la fisionomia fisica e sociale. Attorno a queste trasformazioni il
commercio, la ristorazione e i servizi alla persona vanno promossi
assieme ai processi di riqualificazione urbana: una città più bella, più
ricca di infrastrutture e servizi sarà anche una città capace di attrarre
nuovi abitanti, ai quali offrire qualità urbana ed edilizia.
Il commercio
Il commercio cittadino va potenziato nelle sue qualità di vicinato in tutti i
quartieri della città, ovvero nella sua fondamentale funzione di supporto
alle funzioni residenziali.
In questo senso l’espansione di ulteriori grandi centri commerciali nella
cintura della città va limitata, mentre va promosso un grande intervento
di riqualificazione e di valorizzazione delle attività del centro cittadino,
in particolare a Mestre, dove la zona a traffico limitato del centro va
ampliata, assieme ai servizi di supporto al commercio (parcheggi e
navette), per realizzare un grande “centro commerciale naturale”,
ovvero per riportare alla sua vocazione originaria il centro città, ridando
centralità alle piccole e medie superfici di vendita a servizio della
popolazione residente e delle imprese.
L’artigianato, la cantieristica e la portualità minore
L’artigianato e la cantieristica minore sono stati il cuore pulsante della
il lavoro e l’impresa # 01
città e oggi soffrono della crisi economica generale. Tuttavia possono
trovare nuovo sviluppo, attraverso una promozione integrata che
muova dalle facilitazioni per l’insediamento di nuove imprese (sia nella
città storica che in quella di terraferma), alla realizzazione di spazi
commerciali ed espostivi che rappresentino un volano per le imprese
artigiane e della cantieristica, in particolare con lo sviluppo del sistema
della portualità minore.
Ciò va fatto in concorso con le associazioni artigiane e con i consorzi
della cantieristica minore, sviluppando un grande piano di rilancio
di queste attività, secondo modelli evoluti di coprogettazione e
partecipazione.
Il sistema agroalimentare
Il sistema agroalimentare rappresenta una grande opportunità di
ricchezza e una possibile nuova strategica direttrice di sviluppo.
Di converso, la più grande fonte di inquinamento in laguna non è la
chimica ma la produzione agro-alimentare o, per essere precisi, i reflui
della produzione agro-alimentare che arrivano in laguna attraverso il
bacino scolante. Va sviluppata una nuova realtà economica e produttiva
dell’agroalimentare, capace di produrre e trasformare in loco alimenti
biologici o a ridotto impatto ambientale, che possano eccellere sia in
qualità organolettiche che eco-solidali.
Una trasformazione di questo tipo, possibile e auspicabile, consentirà
di offrire al commercio locale una nuova opportunità con un nuovo,
vero, prodotto locale di qualità, esportando in un territorio più
ampio, nel Veneto, il modello produttivo lagunare, e contribuendo al
disinquinamento del Bacino Scolante e, quindi, della Regione.
Si tratta anche di promuovere l’agricoltura di qualità come attività capace
di generare ricchezza al di là delle sovvenzioni pubbliche trasformando
i contadini, gli allevatori, i pescatori in veri e propri guardiani e promotori
della salvaguardia ambientale.
Produzioni sostenibili, energie rinnovabili
Per rilanciare il lavoro, e per riqualificare soprattutto Marghera, è
necessario un cambio di passo nei processi di conversione e bonifica
dei siti oggi sottoutilizzati o abbandonati.
Si tratta di riscrivere le filiere decisionali attribuendo al Sindaco un
ruolo ben diverso da quello attuale: per l’amministrazione si tratta di
recuperare una centralità decisionale cruciale nella riconversione di
aree altrimenti destinate a rappresentare un’eterna promessa mai
mantenuta, un problema ambientale senza soluzione.
A queste condizioni, Marghera può tornare a essere un polo della
produzione integrata a servizio del Nord Est e del Paese, con
straordinarie opportunità per gli investimenti e per il lavoro nel campo
delle produzioni sostenibili e delle energie rinnovabili.
Il porto
Lo sviluppo delle attività portuali è un volano fondamentale per l’economia
della città. Va agevolata la crescita del porto commerciale e turistico,
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le attività logistiche e del retroporto. Perno di questa riconversione
dal punto di vista territoriale può essere il trasferimento del porto
passeggeri a Porto Marghera. Ciò avrebbe ricadute importantissime
sulla città d’acqua: libererebbe il Canale della Giudecca dal transito
delle grandi navi e renderebbe disponibili vaste aree alla Marittima, che
resterebbe comunque il porto per gli yacht di grandi dimensioni, per usi
anche residenziali che non trovano spazio nel centro storico. E ricadute
ancora più importanti per la terraferma che si affaccerebbe sull’acqua,
oltre che con il Parco di S. Giuliano, con un nuovo porto passeggeri
e le strutture commerciali, per il tempo libero e di servizio ad esso
connesse. A questo proposito vanno favorite solo quelle soluzioni che
si incardinano sulle parti già urbanizzate del territorio comunale senza
perseguire soluzioni che producano nuovi consumi di suolo.
economico, mentre è ribadita la contrarietà ad ogni ipotesi di nuova
pista aeroportuale, adombrata in passato.
Inoltre vanno garantiti il rilancio e la riqualificazione dell’aeroporto Nicelli
del Lido, anche in riferimento all’opportunità di collocare in questo
aerodromo un polo di formazione e specializzazione aeronautica.
L’aeroporto
L’aeroporto Marco Polo costituisce il terzo scalo italiano per transiti, e
rappresenta un’eccellenza per il nostro territorio, che va ricondotta ad
un rapporto positivo e virtuoso con gli Enti Locali.
Nuovamente infrastrutturata e interconnessa allo spazio metropolitano,
Venezia può così uscire dalle secche della deriva esclusivamente
turistica e trovare nuovi spazi e opportunità, sia in campo culturale
che produttivo e insediativo, in particolare nella città d’acqua, dove
progetti come Punta della Dogana, lo sviluppo della Fondazione
Cini, della Venice International University a San Servolo, dell’Isola
della Certosa sono il segno di una Venezia nuova e normale, dove la
cultura si trasforma in valore, in occupazione, in servizi avanzati, dove
l’artigianato di qualità si unisce ai servizi al turismo sostenibile, dove
Mestre è il cuore pulsante residenziale, commerciale e del terziario
e dove Marghera rappresenta il futuro. In questo quadro lo sviluppo
Per la sua collocazione, il Marco Polo si trova al centro di uno snodo
trasportistico e infrastrutturale di eccellenza europea, che dovrà essere
sviluppato con attenzione, a partire dall’integrazione aria/terra e delle
reti SFMR/Tram/AV-AC. Vanno promosse strategie di integrazione dello
scalo aeroportuale con le strutture di Treviso e Ronchi dei Legionari per
creare il polo aeroportuale del Nord-Est come vettore anche di sviluppo
il lavoro e l’impresa # 01
Le infrastrutture di supporto
L’amministrazione comunale può fare molto, soprattutto negli accessi
e nella gestione dei flussi e della mobilità, dallo sviluppo del tram
alla sublagunare, per garantire un più razionale accesso alla città,
integrando e rafforzando tutte le porte della città, perché nuova
residenzialità, investimenti e nuova occupazione possano crescere in
modo davvero sostenibile.
il lavoro e l’impresa # 01
dell’area di Tessera dovrà essere coordinato e reso omogeneo al
disegno complessivo della città, con la realizzazione delle infrastrutture
di supporto allo sport e al divertimento (nuovo stadio e Casinò), in
coerenza con gli obiettivi di riqualificazione urbana.
Azioni ..............................................................................
•recuperare una centralità decisionale dell’amministrazione cruciale
nella riconversione di Porto Marghera e delle altre aree dismesse;
•avviare una riconversione “senza se e senza ma” capace di aumentare
i livelli occupazionali di una delle più grandi aree industriali europee
riconvertibili, bonificando e mettendo in sicurezza le aree libere e
liberabili, preparando concretamente le alternative alle produzioni in
crisi o nocive e attirando nuovi investimenti;
•estendere le attività innovative del Vega attirando aziende che
operano sull’innovazione energetica e sostenibilità ambientale,
valorizzare il distretto dell’Idrogeno e il centro di ricerca sulle
nanotecnologie, individuando spazi per laboratori, atelier, campus,
villaggi per giovani artisti e centri di produzione multimediale;
•potenziare e qualificare la logistica, pensando Porto Marghera come
perno della logistica portuale avanzata dell’Alto Adriatico, inteso
come unico hub portuale con diversi scali da Trieste a Ravenna;
•trasferire il porto passeggeri, realizzando un nuovo waterfront
di terraferma, pensando Porto Marghera come cuore della
trasformazione della città dei prossimi decenni, costruendo qui un
parte della new city del Veneto del direzionale, del terziario, del
terminal crocieristico, della nautica diportistica;
•creare il “Centro Fieristico Internazionale” del made in Venice e
insediarlo nelle aree di Porto Marghera
•regolare e redistribuire i flussi turistici attraverso un controllo rigoroso
e non compiacente dell’illegalità diffusa che un turismo privo di regole
generali;
•realizzare compiutamente il polo nautico e diportistico/artigianale
localizzato nel comparto dell’Arsenale/Sant’Elena e delle isole di
S. Andrea e della Certosa come volano di rilancio delle produzioni
nautiche e tipiche ad alto valore professionale;
•innalzare la qualità dell’offerta del settore turistico, promuovendo una
forte e vera collaborazione interna al settore e creando le sinergie con
le scuole e le università, mettendo in campo competenze specifiche
per la gestione dei flussi, utilizzando le potenzialità turistiche della
terraferma dove potrebbero trovare sede poli di entertainment
turistico/culturali che non hanno spazio nella città d’acqua;
•rafforzare e rendere più rigorosi i controlli sulle strutture proliferate
negli ultimi anni nel dialogo costante tra Comune e categorie
interessate;
•riformare al più presto la legge regionale del 2002 che agevola
la proliferazione di strutture come i bed & breakfast e che è la
responsabile principale e diretta dell’attuale caotica e squilibrata
situazione, che ha praticamente raddoppiato nel giro di pochi anni il
numero dei posti letto (come la stessa Associazione degli albergatori
veneziani da tempo denuncia), spesso del tutto abusivi;
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•arginare la deregulation turistica, rifiutando ogni sanatoria anche
mascherata di quanto è finora sorto nel caos della normativa vigente;
•rivendicare la specificità veneziana, traducendola in una effettiva
autonomia normativa del Comune, con una specifica riserva
regolamentare in materia;
•introdurre agevolazioni per il trasporto dei prodotti agricoli dalle isole
della laguna;
•tutelare e promuovere in maniera rafforzata il marchio del “vetro di
Murano”;
•rafforzare gli strumenti di controllo dell’amministrazione comunale
(ad esempio, attivando uno Sportello Unico per segnalazioni e
controlli);
•ricostruire un rapporto equilibrato tra ricettività turistica e
residenzialità;
•promuovere la realizzazione delle infrastrutture della cultura in
terraferma - dal nuovo M9 al Candiani – rafforzando al contempo il
ruolo di Venezia e delle sue dotazioni culturali;
•valorizzare il centro di Mestre configurandolo come una grande
“vetrina urbana del commercio”;
•bloccare qualsiasi espansione dei grandi centri commerciali esterni e
interni alla città;
•promuovere la riqualificazione e l’uso culturale, sociale e di svago
del sistema dei forti di Mestre;
•riqualificare Forte Marghera attraverso un piano di intervento
pubblico-privato che consenta di recuperare l’area a nuove funzioni
il lavoro e l’impresa # 01
urbane, sociali, storiche, culturali, sportive, ricreative, ambientali;
•sostenere le attività artigiane e della cantieristica minore, come presidi
produttivi locali, attivando tutte le sinergie necessarie a mantenere e
promuovere Venezia come luogo della produzione artigiana;
•creare le premesse affinché si sviluppi una nuova realtà economica
e produttiva dell’agro alimentare, capace di produrre e trasformare
in loco alimenti biologici e di incentivare attraverso accordi con le
associazioni di categoria la “filiera agroalimentare corta” a chilometro
zero;
•incrementare il consumo energetico ridotto ed orientato alla
produzione tramite fonti alternative (biomasse, eolico, solare,
maree);
•costruire le condizioni per spostare le merci il più vicino possibile al
km zero;
•favorire un rapporto diretto tra produttori e consumatori, aprendo
spazi nei mercati rionali per i produttori locali;
•promuovere i prodotti dell’agricoltura, allevamento e pesca anche
su scala internazionale, ottenendo tutti i marchi di qualità necessari
a cui affiancare il nome, e il logo, di “Venezia”, nome che andrà
“tutelato” tramite la creazione di un marchio nuovo, ad hoc, capace
di identificare il “nostro” sistema produttivo agricolo e quindi di
certificare la qualità dei nostri prodotti, indirizzando inizialmente la
proposta a quelle aziende che operano nell’area del nostro bacino
scolante e poi a tutti coloro che in Veneto volessero usare il marchio
e quindi agire nel rispetto del nostro “disciplinare di produzione”.
la famiglia, solidarietà e sicurezza
la famiglia, solidarietà e sicurezza
la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02
Un welfare sostenibile garantisce i diritti di tutti. Venezia deve essere
comunità che cresce nel numero dei suoi abitanti, e che offre loro
occasioni e condizioni per vivere la città pienamente.
La famiglia resta la base della nostra organizzazione sociale e va
riconosciuta e riaffermata la centralità del Comune nelle politiche
sociali e nelle politiche sanitarie, perché, come dice l’organizzazione
mondiale della sanità, il sistema di welfare è uno degli elementi che
rendono competitivo anche dal punto di vista economico un territorio.
Questa tesi è confermata dal fatto che:
•il Comune è l’ente più vicino ai cittadini e non opera, pur avendo
attenzione alle risorse che impegna, con logiche prevalentemente
aziendali e perché in questi anni la centralità delle politiche di welfare è
stata confermata con scelte di bilancio coerenti con questa centralità.
Come sottolineano i dati dell’Unione Europea, i servizi alla persona
sono quelli che in Europa creano nuova occupazione perché le politiche
di welfare oggi per essere efficaci devono essere l’esito dell’intreccio
di politiche diverse e non solo delle politiche sociali: politiche della
mobilità, politiche ambientali, politiche per l’impiego, se intrecciate con
gli interventi sociali, producono scelte che incidono sulla qualità della
vita delle persone. Lo strumento per realizzare questo è la costruzione
partecipata da parte di tutti i soggetti istituzionali, del Terzo Settore,
delle associazioni di utenti, delle organizzazioni sindacali, di un vero
e proprio Piano del Welfare che, oltre a leggere tempestivamente
l’evoluzione dei bisogni e della domanda di servizi, a programmarne
gli interventi, indichi anche con precisione le risorse necessarie;
•la legge quadro sui servizi sociali sottolinea il ruolo di regia degli
enti locali nelle politiche sociali: una proposta per ribadire questo
ruolo è quella della costruzione del piano comunale del welfare che
comprende al suo interno il piano di zona;
Ciò è possibile a condizione che:
•l’attribuzione delle competenze per quanto riguarda la programmazione
sanitaria in capo all’Assessorato alle Politiche Sociali (e, dunque,
socio-sanitarie), in stretto rapporto con l’azione del Sindaco ma in
modo da avere un unico referente nei rapporti con l’Azienda ULSS
ed evitare “più tavoli”, talvolta in contraddizione fra loro, nei rapporti
tra l’Azienda e il Comune; restituendo alla Conferenza dei Sindaci
un effettivo ruolo nella programmazione dei servizi, sia socio-sanitari
che sanitari, e nel controllo sull’operato dell’ULSS;
•contrarietà a qualsiasi ipotesi di delega delle funzioni sociali e
socio-sanitarie all’Azienda ULSS; massima disponibilità invece alla
sperimentazione di forme anche innovative di collaborazione tra
Comune e ULSS, come ulteriore passo in avanti sulla strada di una
piena integrazione socio-sanitaria (per esempio, attraverso forme di
partnership tra Pubblico e Privato Sociale nel campo della salute
mentale o della lotta alle dipendenze);
Per perseguire queste ragioni gli ambiti su cui intervenire sono i seguenti:
•politiche sociali ed educative
•prevenzione e sicurezza
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•welfare urbano
•sicurezza e vulnerabilità sociale (attenzione ai cittadini più vulnerabili,
in particolare famiglie con condizioni di vulnerabilità economica,
anziani e persone con disabilità)
•economia solidale (come motore di sviluppo economico)
•diritto alla salute
•scuola
•nuovi alloggi a canone calmierato (per nuovi cittadini, famiglie e
giovani coppie)
•sport
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Politiche sociali ed educative
Va riaffermato il protagonismo del Comune di Venezia nel campo delle
politiche sociali ed educative, e ciò significa:
•assumere il ruolo di capofila dei Comuni veneti nel difficile rapporto
con la Regione, per l’incremento dell’impegno regionale nella spesa
sociale e il ridimensionamento di pulsioni “neocentraliste”, attraverso
la predisposizione di due disegni di legge regionale d’iniziativa dei
Consigli comunali:
a.una legge quadro attuativa, a dieci anni dalla sua approvazione,
della riforma nazionale del Welfare L. 328/2000, in grado di
tradurrne sul piano regionale le linee guida più avanzate, a
partire dalla centralità dei Comuni nella regia del complesso
degli interventi sociali e dal riconoscimento come effettivi “diritti
di cittadinanza” (e quindi “Livelli essenziali di assistenza sociale”
la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02
Leas) di servizi ed interventi sperimentati in questi anni a Venezia
(ad esempio, i progetti di Vita Indipendente, sganciati dalla lotteria
del rifinanziamento annuale regionale);
b.una legge di riforma della normativa sulle Ipab (Istituzioni
Pubbliche di Assistenza e Beneficienza), discussa e condivisa
con esse e con tutti gli attori sociali, che consenta una loro
piena ed efficiente autonomia gestionale, razionalizzazione
nella gestione dei patrimoni e dei servizi a beneficio dell’intera
comunità;
•va promossa un’attivazione effettiva della Conferenza permanente
per la programmazione socio-sanitaria a livello regionale (ovvero la
Conferenza delle conferenze dei sindaci);
Sicurezza solidale
Venezia è una città sicura. Si può dire che è uno dei rari esempi in
cui i dati oggettivi registrati dalle forze dell’ordine e la percezione della
sicurezza si confermano a vicenda: da una parte un calo sul fronte dei
reati commessi (in particolare furti e rapine anche del 30%), mentre
dall’altra una recente ricerca dell’ANCI conferma che l’80% dei cittadini
veneziani sentono di vivere in una città sicura. Non è un caso. Infatti,
accanto ad un presidio del territorio egregiamente assicurato dalle forze
dell’ordine, nonostante le scarse risorse messe a loro disposizione,
esiste un sistema di “sicurezze sociali” che garantisce risposte articolate
ai grandi e piccoli problemi quotidiani dei cittadini. Per i prossimi cinque
anni l’amministrazione dovrà partire da questa certezza per incrementare
la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02
sia quantitativamente che qualitativamente l’insieme delle risposte dentro
un quadro di sostenibilità complessiva. Ciò potrà avvenire attraverso una
compartecipazione di tutti i soggetti, e sono molti, che attraverso la loro
qualificata presenza sono in grado di disegnare un welfare cittadino al
contempo aperto ed efficiente. È un traguardo che possiamo raggiungere
insieme attraverso l’assunzione di alcuni precisi impegni.
Prevenzione e sicurezza
La rivisitazione e lo sviluppo del sistema di welfare municipale deve
contemplare anche lo sviluppo delle politiche di prevenzione e di
sicurezza, sulla scorta delle molte, positive esperienze già prodotte in
questi anni: in questo senso va promossa una maggiore integrazione tra
i diversi corpi e forze dell’ordine per aumentare in ogni caso la capacità
di presidio e controllo del territorio, forzando sul Governo e sulla
Regione per trasferire al Comune quegli adempimenti amministrativi
(insieme alle necessarie risorse) oggi assolti dagli organi di sicurezza e
consentire così di liberare maggiori unità operative sule territorio.
La necessità di garantire ai cittadini una reale vivibilità del proprio
territorio sta diventando una priorità assoluta. I fenomeni predatori
stanno cambiando, lentamente ma inesorabilmente, le abitudini
delle fasce attive della popolazione, aumentandone la sensazione di
insicurezza. Sono le fasce più deboli, come gli anziani e le donne sole,
a subire le conseguenze più gravi degli atti criminali, ma soprattutto del
clima di incertezza che essi ingenerano.
Bisogna lavorare sul fronte della prevenzione, impegnando i Servizi
Sociali, per impedire che i soggetti più deboli evolvano a comportamenti
illegali e per interrompere sul nascere ogni filiera potenzialmente
criminogena, soprattutto nei luoghi più sensibili. Il ruolo sempre più
importante del Sindaco all’interno del Comitato Provinciale per l’Ordine
e la Sicurezza Pubblica permetterà, grazie al continuo scambio di
informazioni, di evitare sprechi e doppioni. La tutela dei cittadini, del
patrimonio artistico e dei beni pubblici è una priorità irrinunciabile.
Welfare urbano
La sicurezza è emersa in questi ultimi tempi come un bisogno
diffuso delle comunità. Ci si deve impegnare in un lavoro altrettanto
importante sul fronte della costruzione di nuovo modo di stare insieme,
promuovendo collaborazioni, messa in rete, incontri, favorendo la
creazione di luoghi e contesti dove le persone si possano incontrare
(ad esempio anche attraverso interventi di riqualificazione urbana).
Lavorare sulla tenuta del tessuto sociale appare più che mai necessario
poiché attraverso la sperimentazione di nuove forme di convivenza si
possono superare diffidenze e ostilità incidendo concretamente proprio
sul sentimento di insicurezza. Ampliando, per esempio, gli interventi di
sicurezza sociali che si devono affiancare ma non confondere con gli
interventi di mantenimento dell’ordine pubblico. Attuando politiche di
prevenzione rispetto ad alcuni reati attraverso il lavoro degli operatori
sociali e la valorizzazione delle risorse naturali e solidali delle comunità.
Una cittadinanza attiva che non si traduce in ronde, ma in interventi di
sostengo solidale e attivo tra persone.
25
26
Sicurezza e vulnerabilità sociale (attenzione ai cittadini più
vulnerabili, in particolare famiglie con condizioni di vulnerabilità
economica, anziani e persone con disabilità)
La sicurezza in rapporto alla vulnerabilità sociale significa mettere in
atto politiche in grado di contrastare i fenomeni di marginalità, con
azioni specifiche per i diversi ambiti di intervento che possono essere
così riassunti:
•promozione e sviluppo di progetti di sostegno a famiglie e persone in
situazione di vulnerabilità economica e sociale attraverso strumenti
specifici (riconoscimento dell’ISEE presentato in sostituzione di quello
in corso di validità per registrare situazioni specifiche di difficoltà – ad
esempio cassa integrazione in funzione delle rette nidi);
•microcrediti agevolati;
•politiche di accesso alla casa per giovani coppie con lavori precari
di fronte agli effetti della crisi economica, che continueranno a farsi
pesantemente sentire negli anni a venire;
•rafforzamento, rifinanziamento e riunificazione di tutti gli strumenti
di sostegno al reddito erogati a differente titolo da diversi servizi
dell’Amministrazione comunale, nell’ottica di un vero e proprio
“reddito di cittadinanza”;
•le politiche sociali rivolte agli anziani, devono continuare a porre al
centro il mantenimento in situazioni di autonomia degli utenti, la loro
permanenza nel domicilio e nell’ambito familiare e sociale di riferimento
(attraverso assistenza domiciliare integrata, assegni di cura, buoni
servizi, centri diurni, rete sociale e parentale da sostenere);
la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02
•avanzare proposte concrete relative a progetti residenziali che
introducano forme di social housing dedicati ad anziani in condizioni
di fragilità, nella forma degli alloggi protetti;
•alle persone con disabilità vanno garantiti, oltreché gli interventi per la
mobilità e l’accessibilità ai diversi luoghi di vita, interventi che pongano
al centro una molteplicità di strumenti e di soggetti coinvolti e ponendo
al centro il mantenimento in situazioni di autonomia, la loro permanenza
nel domicilio e nell’ambito familiare e sociale di riferimento (attraverso
assistenza domiciliare integrata, assegni di cura, buoni servizi, centri
diurni, rete sociale e parentale da sostenere);
•porre a sistema interventi che consentano alle persone con disabilità
di accedere ad esperienze di lavoro e tempo libero, attraverso
percorsi nuovi che superino i vecchi modelli.
Economia solidale come motore di sviluppo economico
L’economia solidale (anche conosciuta come “economia di comunione”)
è uno dei motori dello sviluppo, non solo sociale, ma anche economico
di una città. Per favorire questo processo, si deve attuare una solida
politica di sostegno all’economia solidale, valorizzando la microimpresa
attenta ad ambiente e sostenibilità, potenziando il rapporto tra pubblico
e privato sociale (Terzo Settore) attraverso intese specifiche, creando
incubatori sociali di imprese solidali, con specifiche azioni di raccolta
fondi e di microcredito per sviluppo di nuovi rami d’impresa o di nuove
imprese. Nel caso di affidamenti a soggetti terzi, va rifiutata la logica
degli “appalti al massimo ribasso” nel settore sociale e va rafforzato lo
la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02
strumento della “co-progettazione” e della valutazione di qualità tra i
diversi soggetti pubblici e del privato sociale.
Diritto alla salute
Sebbene le competenze sulla sanità siano prevalentemente in capo
alla Regione, l’Amministrazione Comunale può e deve utilizzare con
continuità la Conferenza dei Sindaci per pretendere e ottenere soluzioni
nei servizi alla cittadinanza nel rispetto del principio di universalità
della prestazione socio-sanitaria. Va, inoltre, salvaguardata un’equa
distribuzione delle strutture nel territorio comunale, in considerazione
delle particolari caratteristiche fisiche della città (Ospedale unico in
due sedi: compimento dell’ eccellenza interprovinciale all’Ospedale
dell’Angelo e permanenza-riqualificazione dell’Ospedale di SS.
Giovanni e Paolo). Vanno consolidati, potenziati e realizzati, i Distretti
Sanitari affinché siano veramente poli erogatori delle cure primarie
e dell’integrazione socio-sanitaria, in un disegno di progressiva deospedalizzazione: entro la fine della conciliatura dovrà quindi essere
completato il Distretto di Favaro Veneto, avviati i lavori per la nuova
sede del Distretto di Chirignago-Marghera, potenziato il Distretto del
Lido garantendo la copertura delle prestazioni socio-sanitarie di base
senza inutili spostamenti. Nel processo di redazione e attuazione
del Piano di Zona è fondamentale attuare politiche e strumenti di
coinvolgimento, conoscenza e partecipazione non solo dei cittadini
destinatari e dei professionisti competenti, ma di tutta la comunità
locale. È solo così che il Piano di Zona dei Servizi alla Persona diventa
davvero patrimonio dei cittadini.
Scuola
Per trattenere e attrarre popolazione giovane e più in generale
per favorire condizioni paritetiche al lavoro femminile (condizione
imprescindibile per la crescita della comunità cittadina) dobbiamo offrire
i servizi essenziali che consentano a questa popolazione di vivere e
lavorare nella città. Una città civile deve saper offrire alle giovani coppie
soluzioni di accoglienza per i propri figli. L’obiettivo è di azzerare entro
5 anni le liste d’attesa nei servizi per la prima infanzia.
Nuovi alloggi a canone calmierato (per nuovi cittadini, famiglie e
giovani coppie)
Venezia inoltre deve diventare anche un comune in grado di accogliere
e promuovere la formazione di nuove famiglie e il loro inserimento
armonico nel tessuto economico e sociale, e per fare ciò deve attuare
una nuova e forte politica della residenza, in particolare attraverso un
insieme articolato di politiche residenziali pubbliche, che a partire dal
censimento del patrimonio immobiliare pubblico consenta di affidare gli
alloggi sfitti di proprietà dell’ATER da recuperare a famiglie e giovani
coppie che possano restaurarli a fronte di uno sconto sui canoni futuri
di affitto mediante un insieme di agevolazioni fiscali per i proprietari
(riduzione a zero dell’aliquota Ici, riduzione del 30% dell’imposta
di registro e deduzione del 30% dell’imponibile Irpef derivante dai
canoni di locazione). Ci sono le soluzioni tecniche affinché il Comune
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28
possa rispondere all’intera domanda esistente sul proprio territorio di
residenze in affitto a canoni calmierati (social housing). L’obiettivo è
realizzare 5.000 alloggi per la classe media a prezzi accessibili (social
housing e co-housing), senza particolari oneri finanziari, nell’ambito
di una tornata amministrativa: due anni per progettare, due anni per
realizzare, a partire dalle tante aree a disposizione, anche nella città
storica (area Italgas, ex Umberto I°, area ACTV a S. Elena, ecc.). Alla
fine del prossimo ciclo amministrativo la ricerca di una abitazione in
affitto a un prezzo accessibile non dovrà più costituire un problema. Ciò
riequilibrerà le condizioni di offerta residenziale pubblica, interagendo
con il mercato e modificando gli esiti di una speculazione che è
avvenuta nel recente passato e che ha espulso dalla città le nuove
fasce deboli della popolazione: giovani coppie, lavoratori temporanei,
studenti, famiglie del ceto medio.
Si dovranno incentivare i Contratti Convenzionati di cui alla Legge
431/99. Da ultimo si dovrà intervenire, con una concertazione con le
rappresentanze dell’inquilinato, per una modifica dei parametri posti
dalla L.R. 10/96 in tema di alloggi E.R.P.
Sport
Lo sport rappresenta una voce importante della cultura diffusa del
nostro territorio e costituisce un patrimonio d’eccellenza.
Le strutture e gli impianti sportivi presenti nel territorio comunale di
Venezia consentono la pratica di molte discipline sportive, all’aperto o
al chiuso. Gli impianti di proprietà del Comune di Venezia, ammontano
la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02
a 142, tutti affidati in gestione ad associazioni. Sono 402 inoltre le
Società e le Associazioni sportive censite e operanti nella nostra città.
Lo sport è strumento attivo di costruzione del welfare cittadino in quanto
propositore di valori fondamentali per la promozione di una comunità
civile e solidale, quali il rispetto delle regole, il rispetto di sé e degli altri,
il fair play, l’impegno individuale e di gruppo, l’inclusione. Importante
quindi operare per una ordinaria amministrazione delle infrastrutture
sportive esistenti. Inoltre dotare la città di nuove strutture sportive che
la possano inserire in un circuito di eventi sportivi e di intrattenimento
dai quali oggi è esclusa.
Una città “sana” promuove lo sport soprattutto come fattore culturale ed
esistenziale capace di promuovere una positiva ed equilibrata cultura
del corpo, dell’uso del tempo e dello spazio, e delle stesse relazioni
umane e sociale. Vanno perciò potenziate le reti di base per le attività
sportive alla portata di tutti, favorendo le pratiche più accessibili alla
generalità dei cittadini di tutte le età e incentivando, fin dalla prima
infanzia, l’educazione sportiva. Vanno sostenute le attività tradizionali,
favorendone le aggregazioni e le strutture (come nell’esperienza
storica delle remiere lagunari o nel caso del Polo Nautico, sportivo
e del tempo libero di Punta San Giuliano, che va completato come
previsto dall’originario progetto del Parco, con un ruolo fondamentale
dell’intervento pubblico che confermi al centro dell’esperienza il ruolo
delle società che, in tanti anni, hanno garantito la vitalità dell’area).
Vanno anche sostenute le grandi società che, negli sport più diversi,
esprimono livelli d’eccellenza (dal basket al calcio, dal rugby al tennis al
la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02
nuoto all’atletica al ciclismo), schierando decisamente l’amministrazione
al loro fianco nel potenziamento delle prestazioni e delle strutture.
Azioni ..............................................................................
•potenziare i provvedimenti non solo di natura economica, di sostegno
e accompagnamento alle famiglie;
•connettere ancora più efficacemente i servizi istituzionali al fine di
rispondere ai diversi bisogni dentro una logica di pari opportunità;
•realizzare sportelli decentrati per aiutare le famiglie e orientarsi
rispetto alle necessità;
•promuovere politiche a favore delle famiglie come pari opportunità
e non come intervento assistenziale: microcrediti, agevolazioni
tariffarie;
•sostenere la genitorialità per giovani coppie;
•azzerare le liste d’attesa negli asili nido, favorendo anche la creazione
di nidi aziendali e negli uffici pubblici;
•mettere a sistema le IPAB perché possano diventare una risorsa
disponibile e organizzata per tutto il territorio e per tutti i cittadini;
•studiare la fattibilità e la realizzazione di aziende di servizi sociali
che permettano il finanziamento parziale di alcuni servizi al cittadino
in modo da ridurre la compartecipazione dell’utente ma nello stesso
tempo garantire in quota parte un finanziamento autonomo di alcuni
servizi;
•diversificare progressivamente le fonti di finanziamento attraverso il
coinvolgimento, in una logica da “Fondazione di comunità”, di tutti
i Comuni che fanno parte dell’area metropolitana veneziana (oltre
quindi i confini dell’ULSS 12 ma in un nuovo ambito di cui vanno
definiti confini e regole, anche attraverso la costruzione di forme
consortili sperimentali);
•coinvolgere il sistema di Welfare comunale e metropolitano delle
Fondazioni operanti nel nostro territorio (priorità del Welfare rispetto
ad operazioni immobiliari o speculative, ed effettiva collaborazione
rinunciando ad iniziative non coordinate), del mondo del Credito in
senso più ampio e del mondo dell’Impresa Privata;
•investire sulla formazione, per migliorare ulteriormente la qualità dei
servizi, tramite il riconoscimento dei saperi e delle competenze presenti
nel lavoro degli operatori pubblici (Comune e ULSS) e del Terzo
Settore, attraverso un forte investimento su momenti di formazione
condivisa, sullo scambio delle esperienze, sulla rotazione tra servizi e
settori d’intervento diversi per evitare l’effetto “burn out”;
•presentare la candidatura per le Olimpiadi 2020 già avviata come
occasione per completare tutte le strutture già previste, in primis lo
stadio, e compiere un salto di scala e di qualità all’altezza di una
grande città metropolitana;
•costruire il polo nautico a San Giuliano, unitamente a strutture pubbliche
che permettano un facile accesso all’acqua dalla gronda lagunare
29
l’ambiente
l’ambiente
l’ambiente # 03
Venezia deve essere una città in cui le trasformazioni territoriali e
urbane accompagnano e coniugano le opportunità di sviluppo con
l’impronta verde, per creare la città ecologica e sostenibile.
La riqualificazione ambientale del nostro territorio deve essere
strumento per lo sviluppo e l’occupazione, oltre che per un
miglioramento della qualità della vita. Un dato da tenere presente nella
compensazione a livello nazionale di scelte future per gli investimenti e
l’insediamento di nuove strutture è la presenza nel territorio comunale
di importanti impianti di produzione di energia elettrica e del rischio di
avere nel nostro territorio nuovi impianti nocivi.
Venezia deve diventare una città punto di riferimento a livello
europeo e mondiale nel settore “green”, sia nella economia verde
come nel benessere ambientale. Per far questo i prossimi 10 anni
saranno fondamentali, attraverso politiche integrate promosse
dall’Amministrazione comunale, concentrate sui seguenti obiettivi:
•Venezia, prima città completamente sostenibile a livello europeo e
mondiale
•bonificare i siti inquinati
•mobilità sostenibile
•rottamare gli edifici per una migliore efficienza energetica
•aumentare il benessere ambientale
•valorizzare l’enorme patrimonio di saperi locali in materia di
ambiente
Venezia, prima città completamente sostenibile a livello europeo
e mondiale
Venezia può proporsi come la prima città completamente sostenibile
a livello europeo e mondiale. In questo quadro, che può essere
realizzato anche attraverso il Parco della Laguna, può ulteriormente
consolidare, il connubio tra città di terra e città d’acqua deve diventare
un unicum tale da fare di Mestre, nuova e bella, una reale e moderna
continuazione della città antica. Questo obiettivo tiene insieme quasi
tutto: l’ambiente, la qualità della vita, lo sviluppo dei fattori produttivi, la
cultura, la riconversione di Porto Marghera, gli equilibri finanziari.
Una delle città più belle del mondo, che nel passato ha saputo
mirabilmente tenere insieme la salvaguardia del suo ambiente naturale
(da cui dipendevano la vita e le fortune della città) con la crescita urbana
e l’antropizzazione dei suoi luoghi di fondazione, oggi e per il futuro
può riprendere la leadership mondiale nella conservazione creativa
degli equilibri ambientali. Venezia può diventare capitale delle politiche
ambientali e porsi al centro di grandi progetti europei ed internazionali.
L’ambiente può diventare il motore nuovo delle politiche urbane.
Questo obiettivo è raggiungibile attraverso la messa in campo e il
coordinamento di una grande quantità di azioni specifiche e di risorse
umane e materiali, che, tutte assieme, potranno costituire il principale
fattore innovativo e di forza della nostra città. Bisogna investire
politicamente, culturalmente e materialmente su questo obiettivo.
Per indicare la complessità e, nello stesso tempo, la praticabilità di
33
queste azioni ne forniamo un elenco indicativo. Accanto a questo,
Venezia deve avviare politiche di identificazione di simboli forti di
questa trasformazione. I simboli per una città ecologica, vista la loro
collocazione geografica e le possibili funzioni che possono esprimere,
sono senza dubbio Forte Marghera e l’isola della Certosa. Il primo
costituisce il fulcro di una riqualificazione che riunisce realtà diverse e
connette terraferma e laguna. Attualmente è in fase di definizione un
progetto per garantirne il recupero. La seconda ha già avviato un primo
insediamento di attività pregiate che possono essere implementate
affinché l’isola sia da ponte per un nuovo raccordo tra la laguna nord
e la città storica.
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Bonificare i siti inquinati
Rivedere le modalità per la bonifica dei siti inquinati in area SIN è
una priorità per rilanciare bonifiche. Accanto a questa operazione va
rilanciata una cura diffusa di un territorio così complesso come quello
veneziano caratterizzato da un connubio di acqua e terra che richiede
un’attenzione quotidiana.
È necessario rivedere la legislazione speciale per ridare maggiori poteri
al Comune di Venezia e al suo Sindaco, che (in forza della sua natura di
Organo democraticamente eletto e controllato) deve vedere riassunti in
sé competenze di gestione diretta oppure di surroga in caso di inerzia
dei diversi Enti che incidono sul territorio lagunare per sbloccare il nodo
delle bonifiche. Oggi sono necessari almeno due anni per insediare una
nuova attività a Porto Marghera e 11 passaggi amministrativi; l’obiettivo
l’ambiente # 03
è accorciare i tempi di autorizzazione dei progetti di bonifica e rivedere
i meccanismi per il risarcimento dei danni ambientali.
Potenziare la mobilità sostenibile
Portare a termine il lavoro sulla mobilità sostenibile essenziale per
raggiungere obiettivi quali il contenimento dell’inquinamento da polveri
sottili e in genere rendere la città più vivibile grazie all’abbattimento
del traffico d’acqua e di terra puntando sulla mobilità a due ruote e su
quella a rotaia.
Una mobilità efficiente è essenziale perché Venezia diventi autentico
perno di un sistema metropolitano. Per far ciò bisogna potenziare
i diversi progetti di mobilità sostenibile già in atto, chiudere i lavori
del tram e raccordare la mobilità locale con quella d’area vasta con
una bigliettazione integrata. Inoltre cominciare i lavori del tram verso
Venezia e della sublagunare per portare una nuova mobilità anche
nella città d’acqua così da ridurre drasticamente il traffico acqueo.
Rottamare gli edifici per una migliore efficienza energetica
Intervenire nell’edilizia pubblica e privata per contenere il dispendio
energetico. A Mestre intervenire per il miglioramento delle caratteristiche
qualitative e dell’efficienza degli alloggi costruiti tra il 1946 e il 1971 che
oggi si trovano in mediocri o pessime condizioni di conservazione (circa
80 mila alloggi); promuovere un piano di demolizioni e ricostruzioni
che sostituisca “prodotti edilizi pubblici”, edificati tra il 1946 e il 1981.
Incentivare l’utilizzo di pannelli fotovoltaici anche in città storica come
l’ambiente # 03
altri interventi di efficienza energetica; introdurre l’obbligo di costruire
il nuovo nella classe energetica A. Secondo recenti studi ciò potrebbe
generare nella sola Mestre un giro d’affari di circa 800 milioni di euro
con ricadute occupazionali elevate (circa 7.000 addetti) oltre a una
riduzione di emissioni di CO2 del settore residenziale del 17%.
Aumentare il benessere ambientale
I fattori che possono determinare il benessere urbano infatti sono molti:
rapporti sociali, accessibilità fisica (mobilità urbana) ed economica
(livello dei redditi) a determinati servizi urbani e a condizioni di lavoro
soddisfacenti, varietà di opportunità di lavoro, ricreazione, cultura, ecc.
abbinate a condizioni fisiche ambientali (qualità dell’aria e dell’acqua,
raccolta rifiuti, ecc.).
Questi ultimi sono il benessere ambientale. Per migliorare il benessere
ambientale si può intervenire almeno su 3 fronti:
•riduzione delle perdite idriche (Vesta è al 30%);
•incremento della raccolta differenziata (la media provinciale è oltre il
40%, Venezia si ferma al 35%);
•implementazione del bosco di Mestre (che oggi ha un’estensione
di 225 ha, tra le più estese d’Europa) verificando la possibilità di
accordo e incentivazione economica con i privati proprietari dei fondi
per l’estensione della superficie boschiva;
•prosecuzione e progressivo completamento, chiamando Regione e
Stato a concorrere alla spesa, del quadro degli interventi e delle opere
infrastrutturali per la riduzione del rischio idraulico nella terraferma;
•prosecuzione nell’opera di gestione dei parchi per migliorarne la
fruizione da parte dei cittadini;
Valorizzare l’enorme patrimonio di saperi locali in materia di
ambiente
Venezia è stata sempre un immenso deposito di conoscenze la cui
dimensione locale non ha mai avuto niente di “localistico”, essendo
parte di una conoscenza complessa, interdisciplinare, capace sempre
di visione globale, di discernere le interrelazioni tra il luogo e il mondo
più vasto. L’Università e altre istituzioni culturali e centri di ricerca
veneziani, che hanno ulteriormente sviluppato questo approccio,
sono parti fondamentale di questa rete di conoscenza e intervento
ambientale. Va valorizzato questo enorme patrimonio di saperi locali
in materia di ambiente, chiamando, quando necessario e opportuno,
esperti di livello mondiale da affiancare alle competenze presenti sul
territorio, per produrre progetti e regole che contribuiscano all’azione
di governo, mobilitando nella fase di decision making i molteplici attori
locali (pubblici e privati) al fine di uno sviluppo armonico della città
come bene comune.
Azioni ..............................................................................
•riattivare l’Agenzia per l’Energia, facendone una vera e propria
agenzia locale per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, con l’obiettivo
di una riconversione energetica dell’intero sistema cittadino anche
con interventi mirati di sostegno e incentivazione alle famiglie e
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imprese che scelgano il ricorso al solare e avviando ricerche e
sperimentazioni per lo sfruttamento dell’energia delle maree, della
geotermia e l’utilizzo del teleriscaldamento quando possibile;
•potenziare l’Istituzione del Bosco di Mestre e verificare le forme di
gestione del patrimonio lagunare;
•sviluppare un programma di formazione degli attori dello sviluppo
sostenibile, nonché una azione capillare nelle scuole riguardo
l’educazione ambientale;
•candidare la città a riferimento internazionale dello sviluppo delle
politiche urbane sostenibili presso le sedi competenti europee e
internazionali;
•ribadire la scelta di Venezia come candidata a ospitare il Tribunale
internazionale dell’Ambiente;
•avviare un processo di attrazione a Marghera di aziende che
operano sui processi di risparmio energetico;
•valorizzare il distretto dell’Idrogeno quale fonte energetica
alternativa (anche valorizzando la ricerca di combustibili alternativi/
green oil) anche per la mobilità urbana;
•valorizzare VEGA e i meta distretti in esso presenti (es. METAS)
realizzando un incubatore dedicato a queste aziende per lo sviluppo
di progetti energetici innovativi;
•favorire l’apertura al VEGA di centri di ricerca esclusivamente
dedicati alla sostenibilità ambientale e all’innovazione energetica,
veicolando i fondi di Veneto Sviluppo su questo settore;
•diffondere in modo massiccio l’energia solare secondo le tecniche
l’ambiente # 03
più innovative che saranno disponibili nel momento di realizzazione
del programma, attraverso innovativi sistemi di finanziamento oggi
promossi dalla BEI;
•verificare l’opportunità di realizzazione e di applicazione in ambito
urbano di nuove reti capaci di integrare fonti diverse, rinnovabili
e non, distribuite lungo il percorso e di altre fonti di energia di
recupero stimarne i benefici ambientali, in termini di riduzione delle
emissioni per unità di energie prodotta, ed economici, in termini di
riduzione dei costi;
•valorizzare il patrimonio naturalistico, rinaturalizzando i corsi
d’acqua e realizzando il grande progetto del Vallone Moranzani;
•rendere permeabili tutti i suoli urbani attraverso specifici interventi
e regolamenti;
•limitazione dell’espansione edilizia (a parte quella già consolidata
nei piani) ed introduzione di norme che obblighino tutti i futuri edifici
alla categoria A, promuovendo per i nuovi insediamenti l’autonomia
energetica e incentivando la sostituzione o la ristrutturazione degli
edifici obsoleti costruiti tra gli anni ’50 e ’70;
•pedonalizzare Mestre in modo sempre più ampio, garantendo
sistemi di mobilità sostenibile associato ad un adeguato sistema
di parcheggi a servizio delle aree pedonalizzate e del centro
commerciale naturale del centro di Mestre;
•100% di raccolta differenziata.
il territorio
il territorio
il territorio # 04
Il Comune di Venezia costituisce il cuore di un sistema metropolitano
ricco di valenze di primaria importanza a scala regionale, nazionale
e internazionale. In questo sistema, il Passante di Mestre ha di fatto
ridisegnato il rapporto tra la città e il territorio, aprendo a nuove
opportunità di sviluppo e di definizione di un ruolo per la città d’acqua e
per quella di terraferma. Mestre e Marghera sono nodi strategici della
riconfigurazione del territorio veneto intorno ad alcuni assi specifici di
sviluppo, peraltro ben evidenziati nel PTRC. Venezia, attraverso nuovi
sistemi di connessione urbana e di mobilità, deve essere collegata in
modo più coeso con il resto del territorio comunale e di area vasta. Il
sistema della mobilità, l’accessibilità, la residenzialità, l’ambiente, sono
tutti fattori che possono garantire pari opportunità e sviluppo territoriale.
Per sviluppare al meglio le potenzialità che questo territorio esprime,
l’impegno programmatico e organizzativo dell’Amministrazione
comunale deve orientarsi sui seguenti punti:
•sviluppo della residenzialità
•miglioramento dell’accessibilità e della mobilità
•waterfront
•spazi pubblici
•qualità urbana
•rigenerazione urbana
Sviluppo della residenzialità
Perché la città sia al centro del sistema metropolitano è necessario
accrescerne l’attrattività sociale ed economica. Città antica e terraferma
da un lato perdono residenti, ma da un altro acquistano famiglie.
Significa che è in atto un processo di trasformazione della società, che
va seguito, intervenendo con strumenti innovativi per rispondere alla
domanda residenziale della classe media, in questi anni espulsa per
motivi essenzialmente economici e speculativi, dal mercato immobiliare
cittadino. Una città che perde il suo ceto medio è una città fragile. Il
punto centrale di questa nuova fase devono essere i residenti, cui
vanno offerte abitazioni adeguate, servizi alla persona efficienti e un
ambiente urbano sano, funzionale e bello. A questo scopo, i programmi
urbanistici e architettonici che vanno affrontati sono:
•l’incremento dell’offerta residenziale in tutta la città investendo
nell’ammodernamento del patrimonio abitativo anche attraverso il
sostegno alla rottamazione degli edifici obsoleti esistenti;
•la valorizzazione dell’offerta residenziale pubblica attuando un
ammodernamento del patrimonio, l’incremento della sua consistenza
– attraverso le operazioni di social housing e cohousing promosse
dell’amministrazione – e la razionalizzazione della gestione del
patrimonio pubblico;
•la rete dei servizi alla persona essenziali per la residenzialità: una
struttura commerciale di vicinato efficiente, capillare e moderna, strutture
scolastiche e sportive, luoghi di incontro per tutte le fasce d’età;
•la mobilità come diritto di accesso da e per tutte le parti del territorio,
in tutte le fasce orarie, per tutte le età e in condizioni di sicurezza;
•l’innalzamento della qualità urbana valorizzando lo spazio pubblico
come luogo di aggregazione (piazze, parchi, giardini, etc.) capace di
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portare a unitarietà tutte le parti della città;
•programmare la mobilità dei pedoni con riguardo ai bambini e alle
persone con difficoltà deambulatorie permanenti o temporanee per
rendere la città sicura e accogliente per tutti.
42
Miglioramento dell’accessibilità e della mobilità
Le infrastrutture per la mobilità pubblica e privata devono offrire un
servizio sicuro e capillare, che consenta agli abitanti di tutte le fasce di età
di muoversi nella città in modo rapido e sicuro. Gli spostamenti collettivi
e singolari toccano l’unica risorsa non riproducibile delle persone: il loro
tempo, cioè i segmenti della loro vita. Adeguate politiche di mobilità
innalzano la qualità di vita. L’SFMR e il Tram costituiscono oggi la spina
dorsale di una nuova rete di Trasporto Pubblico Locale che consentirà
movimenti rapidi e sostenibili. La riduzione dei tempi avvicinerà luoghi
e persone. Il nuovo scenario della mobilità consentirà un uso urbano
della Tangenziale, modellandone di conseguenza la stessa struttura
per renderla più permeabile alla mobilità cittadina. La nuova architettura
trasportistica deve dar vita a veri e propri “corridoi ecologici” ciclabili e
pedonali che rendano la città ecologica una realtà nella vita quotidiana.
Lido e Pellestrina per la loro conformazione possono divenire esempi
di trasporto sostenibile pensando a forme di mobilità ad “inquinamento
zero”. Un obiettivo ambizioso è la creazione di un sistema di trasporto
integrato che interessi ferro-gomma e la conseguenza non può che
essere l’effettiva integrazione, anche societaria, fra tutte le aziende
che operano nel trasporto pubblico a scala metropolitana, al fine di
il territorio # 04
giungere al biglietto unico di viaggio per tutti i sistemi della mobilità
urbana e metropolitana.
Sviluppo del waterfront
L’area del Vega nella prima zona industriale e dell’università in via Torino
sono parte integrante del waterfront della Metropoli che rappresenta la più
grande risorsa del territorio e presenta due polarità forti: Porto Marghera e
l’aeroporto con il Quadrante di Tessera. In mezzo c’è il waterfront urbano
che mette in comunicazione la terraferma con la città storica, attraverso
l’asta di via Torino, del Parco di San Giuliano e del Forte Marghera.
Il futuro del waterfront passa attraverso il ripensamento dell’area di Porto
Marghera, che comporta come primo atto la bonifica dei siti contaminati.
l’altro polo forte del waterfront sta crescendo all’estremità opposta,
a Tessera dove accanto all’aeroporto è previsto il nuovo quadrante,
un piano di sviluppo urbanistico che comporta la realizzazione della
cittadella dello sport con il nuovo stadio, la nuova sede del casinò - non
più rinviabile, pena la perdita non più recuperabile di clientela - e di
un’area riservata al terziario e al direzionale, con una volumetria che
andrà ridefinita dall’amministrazione comunale.
Spazi pubblici
L’uso e l’occupazione degli spazi pubblici è, soprattutto nella città
storica, una delle conseguenze negative della pressione turistica e
del suo sfruttamento selvaggio. I regolamenti sono destinati a fallire
o ad essere distorti dalle interpretazioni. Occorre un piano che,
il territorio # 04
appoggiandosi alla normativa nazionale derivata dal Codice dei Beni
Culturali (2004), indichi fisicamente nel dettaglio dove e come può
essere utilizzato lo spazio pubblico, tutelando in modo rigoroso le zone
sensibili dal punto di vista storico/artistico (per esempio il ponte di
Rialto, gli accessi a musei, chiese, palazzi, i monumenti), sociale (per
esempio gli accessi alle abitazioni, i percorsi pedonali) e del rispetto
della vivibilità (inquinamento acustico, compatibilità con la residenza).
Si tratta di un’operazione lunga ma semplice che, pur rispettando le
attività economiche che legittimamente ne sfruttano le opportunità,
porterà risultati concreti in termini di vivibilità e di decoro e contribuirà
a riconciliare la frattura tra chi vive di e per il turismo e chi svolge altre
attività. In Terraferma, l’intervento sugli spazi pubblici deve essere in
grado di innalzare la qualità urbana, incentivando il commercio urbano,
favorendo la socialità in condizioni di sicurezza e quindi, nel complesso,
contribuendo ad attrarre nuova popolazione giovane e attiva in una
città più vivibile, sana e confortevole.
raccolta delle acque, ecc.); sviluppando la mobilità ciclopedonale
e costruendo spazi pubblici aperti che favoriscano la socialità in
condizioni di sicurezza (come avviene nella città antica), un’architettura
e una qualità urbana complessiva che intrecci nuovi simboli e funzioni
contemporanee (le opere dei grandi architetti, lo sviluppo verticale che
recuperi spazi al suolo per l’ambiente e la socialità, la qualità degli
spazi pubblici e privati). Una buona qualità urbana dipende anche
dalla valorizzazione di una buona rete commerciale interna alla città. In
questo senso bisogna sostenere il commercio urbano, sia con azioni
di promozione diretta sia riqualificando l’intero contesto in modo da
favorirne una maggiore capacità di attrazione di visitatori e di fruizione
da parte degli stessi residenti. Preliminare e complementare a ciò è
il blocco della proliferazione dei grandi centri commerciali all’interno
e all’esterno della città, che stanno soffocando la rete commerciale
urbana presa d’assedio da strutture lasciate crescere da una selvaggia
deregulation normativa soprattutto a livello regionale.
Qualità urbana
La qualità dell’offerta residenziale è un tema che deve essere al centro
delle politiche di intervento dell’Amministrazione comunale. Il cuore della
città metropolitana deve arrestare i meccanismi di svalutazione del suo
tessuto residenziale. Bisogna lavorare in modo sistematico alla ricerca
del bello e del funzionale: realizzando un progetto che interessi tutta
la città; favorendo le architetture contemporanee di qualità concepite
secondo i principi della sostenibilità (materiali, autonomia energetica,
Rigenerazione urbana
In questo quadro complessivo si inseriscono i grandi progetti di
rigenerazione urbana, sui quali l’Amministrazione comunale deve
investire tutte le sue forze:
•Porto Marghera è la grande officina e il laboratorio del nostro futuro,
dove il Comune deve promuovere politiche di difesa del lavoro,
attraverso la bonifica e la messa in sicurezza delle aree libere e
liberabili, che significa recuperare grandi spazi per il futuro, senza
43
44
compromettere altre aree di pregio ambientale estendendo le
attività già insediate al parco scientifico-tecnologico, specialmente
le più innovative, potenziare e qualificare la logistica, sostenere la
portualità, verificare la possibilità di trasferire il porto passeggeri nella
zona industriale di Porto Marghera, realizzare il waterfront (tra san
Giuliano, Venezia e il mare), significa orientare l’evoluzione del polo
industriale preparando concretamente le alternative alle produzioni
in crisi o nocive e attirando nuovi investimenti;
•da anni si dice che l’Arsenale costituisce il più importante fattore di
rilancio economico e culturale della città storica. In realtà l’Arsenale
continua ad essere un luogo chiuso, fondamentalmente sottratto
alle scelte che la città ha tentato di fare su di esso. Venezia vive
l’assurda contraddizione che una delle sue parti storicamente più
significative e certamente quella di maggiori dimensioni è nelle mani
di funzionari dello Stato, che appartengano al Ministero della Difesa
(Marina Militare) o a quello delle Finanze (Agenzia del Demanio), o ai
loro ministri di riferimento. La prossima Amministrazione Comunale
di centrosinistra si impegna a definire con il Governo centrale del
Paese i criteri per la sua restituzione alla città come prerequisito di
ogni politica sull’Arsenale;
•Forte Marghera è cerniera tra città d’acqua e città di terra, luogo da
rigenerare in base alla sua vocazione storica, culturale e ambientale,
all’interno di una politica di riqualificazione dei forti e del sistema
trincerato di Mestre, da valorizzare assieme alle associazioni
che in questi anni ne hanno curato l’uso e la riappropriazione alla
il territorio # 04
cittadinanza di questi spazi oggi vitali per funzioni inclusive, sociali e
di svago. Forte Marghera è luogo che dovrà trasformarsi secondo un
approccio compatibile e sostenibile, mediante un grande progetto in
partnership con i privati, ma anche con un processo di partecipazione
della popolazione e delle cittadinanza alle scelte, ovvero attraverso
un processo partecipato che consegni la trasformazione dell’area ad
un vero e nuovo rapporto tra amministrazione e cittadino di fronte
a scelte decisionali così importanti in un luogo strategico per lo
sviluppo della città - sia per quella d’acqua che per quella di terra;
•aree dismesse diffuse: è necessario continuare il lavoro di recupero
di tutte le aree edificare che per le più diverse ragioni divengono
dismesse o fortemente sottoutilizzare per completare il grande
lavoro fatto nella rigenerazione delle aree dismesse in tutto il
territorio (dal 1993 ad oggi sono stati recuperati 3 milioni di mc di
edifici dismessi oggi destinati a nuove attività produttive, terziario
avanzato, residenze, commercio, ecc);
Azioni ..............................................................................
•incrementare l’offerta residenziale in tutta la città;
•valorizzazione l’offerta residenziale pubblica: ristrutturare e
modernizzare il patrimonio, incrementare la sua consistenza,
razionalizzazione la gestione;
•sviluppare una rete commerciale efficiente, capillare e moderna;
•incrementale la mobilità pubblica come diritto di accesso da e per
tutte le parti del territorio, in tutte le fasce orarie, per tutte le età e in
il territorio # 04
condizioni di sicurezza;
•innalzare la qualità urbana valorizzando lo spazio pubblico come
luogo di aggregazione (piazze, parchi, giardini, etc.) e di identità
urbana;
•migliorare la continuità e la sicurezza della mobilità pedonale
con particolare riguardo ai bambini e alle persone con difficoltà
deambulatorie;
•completare la ristrutturazione delle aree di Porto Marghera che
possono essere dedicate a usi urbani;
•realizzare il Quadrante Tessera, dando priorità alle funzioni pubbliche
del nuovo stadio, della nuova sede del casinò, dei terminals di
interscambio e verificando nell’ambito del PAT la sostenibilità per la
collocazione delle altre funzioni previste;
•avviare, in accordo con l’Autorità Portuale, tutte le procedure
urbanistiche per trasferire parte delle attività del Porto Passeggeri
nella zona industriale di Porto Marghera;
•completare i progetti di trasformazione dell’Arsenale di Venezia
anche attraverso la piena applicazione del federalismo demaniale;
•completare la realizzazione della cittadella della giustizia e definire
il contestuale riutilizzo delle sedi di Rialto per funzioni pubbliche e di
scala cittadina;
•attuare il recupero di tutte le aree dismesse ancora presenti in tutto il
territorio comunale;
•completare i progetti di trasformazione di Forte Marghera;
•definire il posizionamento della fermata dell’Alta Velocità;
•strutturare le stazioni del Sistema Ferroviario Metropolitano come
perni dell’organizzazione della mobilità pubblica;
•realizzare i terminal di Tessera e di Fusina;
•completare il tram portandolo fino a Venezia, all’aeroporto, a
Chirignago-Gazzera e a Terraglio-Ospedale-Zelarino;
•attuare il sistema metropolitano sublagunare (Tessera-MuranoFondamente Nuove-Lido) subordinandolo alla verifica della
sostenibilità economica, ambientale e sociale, da farsi entro i primi
100 giorni di mandato;
•completare e estendere la rete dei percorsi ciclabili in relazione alle
centralità urbane, alle attrezzature, al sistema del verde e ai nodi
d’interscambio (stazioni, parcheggi, ecc.);
•diversificare gli accessi alla città storica rispetto alla sola testata di
Piazzale Roma;
•completare la trasformazione della mobilità automobilistica generata
dal Passante, ripensando la strada dei Bivi e la Tangenziale come
sistemi di ingresso, attestamento, interscambio e attraversamento
dell’area metropolitana e rimodellamento della mobilità interna;
•riorganizzare e riqualificare il terminal di Piazzale Roma (flussi e
qualità urbana);
•completare il biciplan e potenziare bici e car sharing per collegare i
centri urbani della costellazione urbana con Mestre.
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la cultura
la cultura
la cultura # 05
Venezia e il suo territorio costituiscono uno dei luoghi più ricchi di
beni culturali al mondo. Qui cultura e conoscenza rappresentano, da
sempre, dimensioni costitutive dello sviluppo sociale ed economico dei
suoi abitanti e della qualità urbana.
Per il nostro territorio il problema non sta più nella quantità di eventi
svolti ogni anno (viaggiamo a una media di 1.800 eventi/anno per oltre
11.000 giorni di programmazione), ma della qualità e delle finalità di
quanto viene messo in campo.
La città, anche attraverso il ruolo che il suo Sindaco riveste per diritto
nelle grandi istituzioni culturali della città (Fondazione Biennale, Musei
Civici, Cini, Fenice, ecc), deve mettersi alla guida dello sviluppo del
settore cultura, in chiave sociale ed economica.
Guardare al futuro valorizzando questo straordinario punto di forza
significa promuovere:
•la gestione del patrimonio
•il rapporto con il sistema turismo
•il rapporto con l’industria e l’innovazione
•la crescita dell’imprenditoria locale
•lo sviluppo dell’alta formazione
•la valorizzazione del territorio
•l’integrazione sociale
Gestione del Patrimonio
Il patrimonio storico necessita di continue attenzioni e di interventi
costanti per la sua conservazione e valorizzazione. Si tratta di una
grande impresa che deve coinvolgere le forze economiche e sociali della
città in un rapporto di sinergia con il mondo della ricerca e l’Università.
L’ottica è quella di non consumare ciò che ci è stato tramandato dalla
storia, ma di conservarlo e di incrementarlo. Diventa poi strategico
consolidare l’allargamento dell’idea di patrimonio storico anche alla
terraferma completando il processo di recupero e di valorizzazione
non solo degli elementi architettonici significativi, ma di tutto l’assetto
morfologico del sistema territoriale storico.
Oltre al patrimonio più tradizionalmente inteso, va considerata anche
l’importanza del numero di spazi pubblici esistenti che vanno ripensati
non solo come spazi di distribuzione, ma anche di produzione, spazi di
residenza (basti pensare ai teatri) e di “utilizzo misto” che consentano
soprattutto alle giovani generazioni di sperimentare la dimensione
creativa e produttiva affacciandosi con maggiore ottimismo alle filiere
vecchie e nuove dell’industria culturale.
Inoltre va proseguita la strada avviata con la Fondazione dei Musei
civici veneziani, che deve essere parte integrante di un’alleanza per
la città delle arti con gli Enti e le Istituzioni di eccellenza della città, e
anche con i privati interessati, per promuovere gli accessi alle collezioni
permanenti e alle grandi mostre, studiando nuove forme di fruizione
anche a tariffazione integrata.
49
Turismo e cultura
Venezia deve uscire dalla logica di una valorizzazione del patrimonio
esistente come mero addentellato di servizio al settore turistico:
la vocazione culturale della città deve essere sostenuta e gestita in
parallelo a quella turistica nell’ambito di una visione al tempo stesso
internazionale e territoriale (sinergie con artigianato, formazione, tutela
del patrimonio, ecc).
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Cultura, industria e innovazione
La città e il suo territorio rappresentano l’ambito perfetto per
favorire il rafforzamento e stimolare l’insediamento di imprese per la
produzione culturale, creando le condizioni per l’istituzione di un vero
e proprio distretto culturale evoluto dove la collaborazione di tutte le
istituzioni presenti dia vita a un progetto di città fondato sulla cultura,
nel pieno riconoscimento delle sue prerogative anche produttive e
occupazionali.
Questa valorizzazione dell’eccezionale concentrazione di beni e attività
culturali presenti nel territorio porta all’attivazione di economie che
consentono il ripopolamento (in termini di persone e di attività) sia della
città storica che della città di terraferma e dell’estuario con ricadute
notevoli, soprattutto qualitative, sull’indotto turistico e sui servizi che la
città offre, mettendoli all’altezza delle sue reali possibilità.
Venezia può e deve rifiutare il ruolo di sola vetrina di eventi per
promuovere processi produttivi propri, capaci di valorizzare le eccellenti
competenze del territorio, e misurarsi in maniera competitiva nei settori
la cultura # 05
tradizionali dell’offerta (cinema, teatro, musica, arti, artigiantato) così
come in quelli più innovativi (internet, produzioni digitali ecc.).
In questo senso, vanno certamente meglio riconosciute e valorizzate
le capacità e potenzialità imprenditoriali delle imprese e dei soggetti
collocati nel territorio veneziano, che già oggi operano con successo
nel campo della produzione dei servizi legati alla cultura.
Tra questi ultimi va costruita una stretta relazione con tutto il settore
dell’artigianato di qualità che da sempre rappresenta un’espressione
di eccellenza della cultura materiale della città: maestri vetrai, maestri
d’ascia, falegnami, fabbri, marmisti, decoratori, ecc)
Coniugare cultura industria e innovazione favorisce un legame sempre
più stretto tra esperienze della creatività, della tecnologia e dell’alta
formazione ed il mondo dei significati che l’arte promuove
Le imprese innovative del Nord Est con la loro capacità di combinare in
modo originale creatività, capacità di design, abilità nella comunicazione
rappresentano il fattore di crescita che l’economia del nostro territorio
possiede e che merita oggi di essere sviluppata in una prospettiva
di maggiore internazionalizzazione. Per realizzare tutto ciò il Veneto
ha bisogno di una Venezia capitale, capace essa stessa di parlare e
praticare i linguaggi dell’innovazione artistica e culturale con le sue
istituzioni di eccellenza – la Biennale, le Università, le Fondazioni di
prestigio internazionale, i Teatri - e la sua rete di intellettualità diffusa artisti, associazioni, operatori ecc – testimonianze di un substrato forte
e articolato.
la cultura # 05
Alta formazione
Il territorio veneziano è proiettato verso il futuro e sente forte l’esigenza
di concentrare le proprie attenzioni sul contemporaneo per rispondere
alle esigenze di rinnovamento culturale, sociale ed economico e
come strumento per rendere più comprensibili e condivise le proprie
trasformazioni interne.
Per rafforzare il ruolo di Venezia nella società contemporanea
nazionale e internazionale è necessario stringere un nuovo patto tra la
città e tutte le istituzioni che si occupano direttamente o indirettamente
di formazione di alto profilo: Università (Ca’ Foscari, IUAV, Venice
International University, Accademia delle Belle Arti, Conservatorio
ecc), Fondazioni di prestigio internazionale (Biennale, Cini, ecc),
Teatri. Obiettivo di questo patto è di fare di Venezia un luogo di
crescita e di attrazione di giovani artisti, ricercatori e creativi attraverso
un’offerta formativa articolata e altamente qualificata, residenzialità a
costi accessibili (temporaneamente e/o stabilmente), opportunità per
confrontarsi, socializzare e inserirsi nel mondo lavorativo locale.
L’Amministrazione Comunale deve rinforzare il sostegno, la
promozione, e il presidio continuo degli esiti delle attività collegate
all’alta formazione, utilizzando e valorizzando le molte risorse umane
presenti nel territorio e chiamando a collaborare da ogni parte del
mondo le professioni mancanti o utili.
Rafforzare la base delle strutture territoriali dedicate alla cultura diventa
in questo quadro un punto strategico. Il sistema della biblioteche deve
essere al centro delle attenzioni e degli investimenti della pubblica
amministrazione come luoghi di democrazia culturale, estendendo a
tutte le strutture del sistema bibliotecario l’orario di apertura lungo su
un nastro di 6 giorni su 7 e incrementando ad almeno 500.000 i volumi
disponibili. Esse vanno gestite come un sistema a rete con al centro una
grande struttura in grado di essere un riferimento di scala metropolitana
e regionale e interpretate come occasioni di fertilizzazione del tessuto
sociale di tutto il territorio e di riqualificazione urbana (urbanistica/
architettonica). La nuova biblioteca di Villa Erizzo è solo la prima parte
della grande e nuova biblioteca che va realizzata.
Valorizzazione del territorio
L’articolazione del territorio veneziano consente di diversificare l’offerta
di strutture e servizi e sviluppare alcune specializzazioni che concorrono
a sostanziare il “Distretto della Cultura” come bene comune.
Le principali aree da sviluppare e valorizzare nei prossimi anni sono:
•Marghera, il luogo della ricerca scientifica e tecnologica, può
sviluppare spazi da destinare a laboratori, atelier, campus, villaggi
per giovani artisti e centri di produzione;
•Forte Marghera, come luogo cerniera tra la città d’acqua e di
terraferma presenta una forte vocazione alla collocazione di attività
originali a scala metropolitana;
•la “dorsale dell’arte” che si è affermata tra l’Accademia e Punta della
Dogana può sviluppare ancora molti spazi oggi sottoutilizzati;
•l’Arsenale, come luogo consolidato della rappresentazione dell’arte
contemporanea legata alla Biennale e come luogo di collocazione di
51
52
nuove imprese legate alla ricerca e all’innovazione nel campo culturale;
•nella Città Antica, dove unitamente al calo demografico si è
assistito alla progressiva espulsione di attività anche culturali non
strettamente connesse all’uso turistico (sale cinematografiche, luoghi
per la musica del contemporaneo, ecc), vanno create le condizioni
per gli investimenti in questa direzione e va portata a termine
l’opera di risanamento avviata dalle precedenti amministrazioni di
centrosinistra. Laddove l’intervento pubblico sia l’unica condizione
di mantenimento dell’offerta ne va ribadita l’assunzione, anche con
riferimento al completamento degli investimenti intrapresi;
•a Mestre va portato a compimento il distretto culturale di Mestre,
attorno ai poli del Teatro Toniolo, del Centro Culturale Candiani, di
Villa Settembrini, dell’ex scuola De Amicis, di Villa Erizzo, sede della
nuova grande biblioteca cittadina e, soprattutto, del grande progetto
museale nell’ex Distretto di via Poerio: l’M9 quale luogo di produzione
culturale e non di mera fruizione ad arricchimento e completamento di
un distretto destinato a svolgere un ruolo di rigenerazione economica
del centro di Mestre;
•va promossa e incentiva la rete associativa di produzione e
promozione culturale diffusa della città, garantendo la messa a
sistema delle diverse iniziative e consolidando l’offerta spettacolare
e di eventi degli auditorium di Municipalità;
•i numerosi spazi pubblici esistenti vanno pensati non solo come spazi
di distribuzione, ma anche di produzione, spazi di residenza (basti
pensare ai teatri) e di “utilizzo misto” che consentano soprattutto
la cultura # 05
alle giovani generazioni di sperimentare la dimensione creativa e
produttiva affacciandosi con maggiore ottimismo alle filiere vecchie
e nuove dell’industria culturale.
Azioni ..............................................................................
•Costruire il Patto della cultura. Promuovere un accordo tra le
Università, l’Accademia, il Conservatorio, tra queste e gli istituti
culturali cittadini, tra queste e i luoghi di produzione avanzati (Vega,
Consorzio, distretti dell’idrogeno, digital-mediali, della cultura e così
via) per ri-orientare l’attività dell’Università per aprirla e, usando
un non bellissimo neologismo, glocalizzarla (legarla al territorio e
internazionalizzarla);
•Aumentare i luoghi di residenza per studenti, ricercatori, artisti
(foresterie, case delle studente, ecc). Rafforzare le istituzioni che si
occupano di residenzialità studentesca perché prendano in carico la
risposta alla domanda reale e potenziale di residenzialità temporanea
a Venezia proveniente da tutte le istituzioni che agiscono in città
(Università, Fondazioni, Istituti di ricerca). La città storica è un
campus universitario naturale; la città di terraferma può sviluppare
un’offerta qualificata e moderna;
•Ridefinire la spesa pubblica separando cultura e turismo. Organizzare
entro un anno dall’insediamento nuove modalità di trasferimento
fondi sul modello di quanto avviene nell’Unione Europea per ottenere
maggiore trasparenza e misurabilità dei risultati;
•Musei gratuiti per i residenti e i giovani. Attivare politiche di
la cultura # 05
accessibilità per i residenti e i giovani agli eventi culturali cittadini
e sviluppare specifici programmi, non residuali, verso le scuole da
parte degli istituti culturali cittadini, dalla Fenice, alla Biennale, alla
Fondazione Cini, al Centro Candiani ecc.;
•Promuove Venezia capitale della cultura europea 2019. Cogliere
l’occasione per promuovere la cultura come settore discriminante
di sviluppo e competitività, quindi di innovazione e di affermazione
di Venezia come luogo della produzione culturale con una forte
promozione di tutto il tessuto imprenditoriale locale; dai settori
legati alle nuove tecnologie agli artigiani che conservano il meglio
di una cultura millenaria. La candidatura della città sarà strumento
e obiettivo per una riconfigurazione e rafforzamento degli ambiti
culturali del territorio, della sua residenza, della sua produttività e
delle ricadute positive che tutto questo sarà in grado di generare,
incluso il rafforzamento di quel ruolo di capitale del Nord-Est di cui
l’imprenditoria veneta ha necessità;
•Consolidare la Venice Film Commission. Rafforzare il settore della
produzione audiovisiva e sviluppare apposite intese con la Regione
Veneto, anche alla luce della recente legislazione regionale in
materia, che forte impulso ha inteso dare a tali attività, a partire dalla
costituzione di un polo produttivo a Porto Marghera;
•Promuovere la cultura come motore dell’integrazione. Integrare i
nuovi abitanti del nostro territorio a partire dai banchi di scuola (oltre
2.000 gli alunni stranieri nelle nostre scuole primarie e secondarie
in costante crescita) creando sostegni al sistema educativo senza
cadere in quote che hanno il sapore del ghetto. Favorire la libera
espressione dei migranti immaginando luoghi e momenti particolari;
•Verificare l’opportunità di costituire un’Istituzione per la gestione delle
biblioteche. Scopo della nuova istituzione è garantire l’efficienza del
servizio e la necessaria autonomia del settore;
•Rafforzare la Fondazione Musei Civici Veneziani. Valorizzare i
fondi esistenti e creare nuove strutture culturali/ricreative a partire
dal costituendo distretto culturale di Mestre Centro (quindi nuova
biblioteca in villa Erizzo, ammodernamento del Centro Culturale
Candiani – già oggi ospita 208 eventi - e inizio dei lavori a Forte
Marghera);
•Completare il nuovo palazzo per la mostra del Cinema al Lido;
• Sviluppare gli Incubatori della creatività. Creare in tutto il territorio
strutture che possano ospitare a costi accessibili giovani imprese
legate al mondo della cultura sulla scorta di quanto già fatto negli
incubatori della Giudecca.
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l’innovazione
l’innovazione
l’innovazione # 06
Infrastrutture materiali e immateriali
La città ha nell’innovazione tecnologica un motore economico e
un’opportunità per allargare e arricchire i diritti di cittadinanza e la
qualità della vita dei suoi abitanti.
La cultura dell’innovazione deve espandersi in città attraverso la
promozione di alcuni settori chiave:
•gli incubatori d’impresa;
•Vega e Arsenale: i luoghi dell’innovazione esistenti;
•le Università;
•le infrastrutture immateriali;
Gli incubatori d’impresa
Lo sviluppo di incubatori d’impresa costituisce un elemento
indispensabile sia per stimolare la nascita di nuove imprese che
sfruttano e creano l’innovazione, sia per attrarre imprese dagli altri
territori. Va creata una rete che, partendo dagli incubatori già operanti
alla Giudecca, dalla cittadella della ricerca formata dal VE.GA e dal
polo universitario di via Torino, costruisca una filiera che includa tutto il
territorio lagunare e di terraferma.
Vega e Arsenale: i luoghi dell’innovazione esistenti
Il Parco scientifico tecnologico è in forte espansione di spazi e funzioni.
Nell’ambito delle attività innovative è auspicabile lo sviluppo nell’area
Vega 2 del polo multimediale (cinema e tv) partendo da uno spazio
adeguato alla sede Rai di Venezia. A questo si aggiunge l’opportunità
di ben impiegare 2,4 milioni di euro stanziati dalla legge regionale
per “Interventi per il sistema del cinema e dell’audiovisivo e per la
localizzazione delle sale cinematografiche nel Veneto” che prevede,
per quanto concerne la localizzazione degli impianti per la produzione
cinematografica locale, l’utilizzazione degli spazi di Porto Marghera.
In questo senso Vega 2 diventa l’area più idonea a sviluppare il Polo
audiovisio della città di Venezia-Mestre.
A Venezia diventa sempre più strategico lo sviluppo dell’Arsenale che,
accanto alla cantieristica, deve potenziare le funzioni produttive, per
essere la “fabbrica” dell’innovazione tecnologica, della creatività e della
cultura, secondo i Piani approvati dall’Amministrazione Comunale. La
sua storia e il suo enorme spazio (circa un settimo dell’intera superficie
della città storica) devono essere riaperti alla città con funzioni
pregiate. La nuova normativa nazionale sul federalismo demaniale è
un’opportunità che verrà colta dalla futura amministrazione.
Le Università
Le Università, coerentemente con le scelte di pianificazione del Comune
hanno già progettato e realizzato alcuni significativi interventi nell’area
di via Torino: il Laboratorio di prove materiali (IUAV) e la Facoltà di
Scienze ambientali (Ca’ Foscari), in corso di completamento. Il Piano
di Recupero Università prevede la suddivisione dell’intero perimetro in
dieci comparti attuativi. Due di essi sono interessati dallo sviluppo di
nuovi interventi di residenze universitarie. L’obiettivo è portare in via
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Torino 2.000 studenti (ossia il 10% dell’intera popolazione studentesca).
Il Comune lavorerà per favorire la massima collaborazione tra
l’università di via Torino e il Parco scientifico tecnologico che sorge
nella stessa area. Una collaborazione che favorirà lo sviluppo del polo
dell’Innovazione.
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Infrastrutture immateriali
Il Comune in questi anni ha creduto nel progetto di Cittadinanza Digitale,
qualificando Venezia come città europea d’avanguardia, puntando alla
cablatura completa del territorio comunale, riconoscendo nell’accesso
alla banda larga un diritto fondamentale dei cittadini. Su questa strada
andrà potenziato l’utilizzo del web 2.0 per migliorare le performances
della Pubblica amministrazione e reso effettivo, in un equilibrato
rapporto con i fornitori privati, l’attuale accesso sperimentale gratuito
senza fili (wi-fi).
Le infrastrutture immateriali (fibre ottiche, banda larga, connessioni
Wi-Fi) hanno dimostrato di essere funzionali ad una ridefinizione
complessiva di fornitura di alcuni servizi di pubblica utilità, potendo
rappresentare anche una occasione di redditività per il pubblico, oltre
che un ausilio per l’insieme delle attività produttive diffuse nella città.
Azioni ..............................................................................
•Sostenere il Parco Scientifico e tecnologico di Venezia. Nell’ambito
della prima zona industriale già oggi sono attive 200 società e 2.000
addetti sono impiegati nello sviluppo di ricerca, progettazione e
l’innovazione # 06
servizi. Un’area di grande rilancio per l’immagine e l’attività terziaria
in un ambito industriale, a tratti dismesso e degradato.
•Rafforzare il progetto Venice Connected sia nella sua infrastruttura
materiale attraverso la realizzazione di hot spot (oggi 120) sempre più
pervasivi sia nello sviluppo di servizi rivolti al residente e al turista. Un
progetto che nella sua doppia accezione, infrastruttura per la rete in
fibra ottica e wifi e piattaforma tecnologica per fornire servizi ai cittadini
e ai turisti, ha già registrato un grande successo: 591.227 visite al sito,
oltre 36 mila codici di prenotazione per un acquisto di 171 mila prodotti
e servizi, con un incasso complessivo di 3.288.470 euro.
•Utilizzare le opportunità tecnologiche fornite da Venice Connected
per re-insediare nella città storica funzioni direzionali di pregio,
abbattendo di conseguenza il rischio della monocultura turistica.
•Sostenere l’Autorità Portuale nella realizzazione del progetto
Green Port e eNave. Nell’ambito di una piena collaborazione nello
sviluppo del territorio e del benessere dei cittadini tra Comune e
Autorità Portuale, va sostenuto il progetto Green Port che intende
portare nella gestione del Porto di Venezia le migliori tecnologie
per migliorarne l’efficienza energetica: sistemi innovativi di fornitura
elettrica in banchina, mobilità elettrica, sviluppo di fonti rinnovabili,
all’adozione di sistemi di illuminazione a led a basso consumo. Il
progetto eNave prevede la realizzazione di una serie di interventi
(centrale ad alghe e pannelli fotovoltaici) per dare piena sostenibilità
energetica al Porto di Venezia. La centrale sarà realizzata su un’area
di 10 ettari e l’investimento previsto è di 200 milioni di euro.
•Favorire i progetti legati al miglioramento tecnologico delle centrali
elettriche insediate a Porto Marghera. La sola produzione di energia
elettrica libera nell’atmosfera da tre a quattro volte le emissioni che la
città nel suo insieme produce utilizzando l’energia di cui ha bisogno
per funzionare.
•Rafforzare il piano di sviluppo dell’Arsenale. Implementare le funzioni
di pregio già oggi inserite all’interno dell’Arsenale così da renderlo
assieme al Vega in terraferma il secondo polo dell’innovazione della
città di Venezia, e uno dei luoghi nei quali collocare gli incubatori
d’impresa diffusi.
•Università. La conclusione del polo universitario renderà urgente
la trasformazione il trasferimento del mercato ortofrutticolo di via
Torino per far spazio alla residenza e all’area dei servizi previsti per
la popolazione studentesca.
la trasparenza
la trasparenza
la trasparenza # 07
La complessità del territorio veneziano esige una governance che
sappia coniugare: una programmazione attenta e inclusiva, l’impiego
e il reperimento di grandi risorse e il ricorso ordinario a straordinarie
competenze. Per governare al meglio le sfide che ci attendono
l’Amministrazione comunale deve dunque promuovere:
•la massima trasparenza delle sue strutture e delle Aziende
collegate;
•la riorganizzazione delle società controllate;
•il consolidamento e la crescita delle competenze e dei poteri in capo
all’amministrazione comunale e al suo Sindaco;
•l’innovazione dei meccanismi di finanza degli Enti Locali;
•la promulgazione di una nuova Legge Speciale;
•lo sviluppo di una prassi ordinaria di partecipazione dei cittadini.
Semplificazione e trasparenza dell’Amministrazione e delle
Aziende controllate
I cittadini devono poter conoscere sempre e senza filtri l’operato di chi
li amministra.
Razionalizzare e semplificare sono le parole d’ordine per migliorare
il livello di trasparenza e di efficienza dell’intera macchina comunale
rispetto ai cittadini che costituiscono i primi referenti, i guardiani del
buon governo e, in ultima istanza, i proprietari di tutte le aziende
controllate.
Per incentivare e accompagnare le attività dei cittadini ed eliminare
la necessità di ricorrere a procedure straordinarie nell’attuazione di
progetti complessi è necessario operare una drastica semplificazione
delle procedure amministrative. Tutti i procedimenti devono essere
trasparenti e tracciabili, in tempi certi, perché i cittadini conoscano con
chiarezza doveri e diritti in merito ai singoli atti.
Lo sviluppo delle partecipazioni societarie del Comune di Venezia è uno
strumento potente per fornire servizi efficienti ai cittadini e per ottenere
importanti risorse per il funzionamento della macchina comunale.
Perché il sistema delle Aziende possa funzionare al meglio bisogna
completare il processo di razionalizzazione avviato in questi anni dalle
amministrazioni di centro sinistra, accorpando, distinguendo proprietà e
gestione o privatizzando completamente le parti che non è necessario
o utile mantenere in capo al pubblico. Interventi anche radicali che
permettano di precisare al meglio il rapporto tra proprietà e gestione e
di ridurre le catene di comando che rendono meno limpido il rapporto
tra la proprietà (in ultimo i cittadini) e i soggetti controllati e di associare
con chiarezza la missione aziendale e di servizio di ciascuna struttura.
In questa prospettiva l’Amministrazione comunale deve agire per
misurarsi al meglio con la privatizzazione dei servizi pubblici locali
stabilita dal Governo con decreto legge n. 135/2009.
Obiettivo dell’azione comunale è garantire la continuità di servizi
complessi ed efficienti. Non può, infatti, essere lasciato al mercato
il compito di definire le politiche dei servizi pubblici essenziali per il
territorio e gli abitanti.
Rientrano in questa tipologia Veritas e ACTV che devono misurarsi
con la privatizzazione, ma conservando saldamente la logica di
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controllo pubblico e di utilità collettiva dei servizi erogati, con particolare
attenzione alla gestione della risorsa dell’acqua come indispensabile
bene comune.
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Autonomia e responsabilità: competenze dirette e federalismo
fiscale
Vanno rafforzate e ampliate le competenze dirette dell’Amministrazione
comunale e del Sindaco, perché la città e i suoi abitanti possano
risolvere tutti i problemi del territorio senza dover fare continuo ricorso
ai “commissari straordinari”.
In questa prospettiva è un obiettivo da perseguire quello di accorpare
nell’ambito della competenze comunali le funzioni svolte dal Magistrato
alle Acque, così come quelle relative al recupero dell’area industriale
di Porto Marghera.
A questa azione nei confronti del governo nazionale va associata la
promozione di una profonda innovazione dei meccanismi di finanza
degli Enti Locali che consenta di attingere a risorse per un’ evoluzione
dello Stato verso un federalismo fiscale e solidale che porti i poteri
verso i cittadini, sotto il segno della sussidiarietà
La cancellazione di qualsiasi forma di autonomia impositiva a
vantaggio esclusivo dell’ente locale (si pensi all’ICI) impone di attuare
il federalismo fiscale. Venezia deve rivendicare un’autonomia di gettito
su base territoriale metropolitana fondata non tanto sul computo
demografico all’interno di precisi confini amministrativi, quanto sulla
capacità di essere nodo centrale di una rete territoriale complessa e
la trasparenza # 07
articolata. Sempre nel rispetto dei principi della Legge delega si deve
agire sulla razionalizzazione della tassazione immobiliare, riservando
trattamenti di esenzione per le abitazioni principali e di favore per quelle
affittate stabilmente ai residenti. Sono maturi i tempi per un confronto a
tutto campo e per garantire una robusta compartecipazione di Venezia
al prelievo fiscale sui propri cittadini.
In questa direzione va pensato il superamento dei vincoli rigidi del Patto
di Stabilità per i Comuni virtuosi, l’attuazione di un reale federalismo
demaniale che collochi nelle competenze del Comune i beni oggi
allocati in capo allo Stato.
La Legge Speciale: una riforma e un rifinanziamento per attrarre
nuovi cittadini.
Affrontare quotidianamente la complessità del nostro territorio nelle
azioni di salvaguardia rimanda all’urgenza insopprimibile di definire con
il Governo il trasferimento dei fondi di Legge Speciale senza i quali è
impensabile attuare la gestione della città.
La Legge Speciale è stata essenziale per restaurare nel suo complesso
il territorio veneziano: case, fognature, cablatura, escavo dei rii. La
scelta governativa di limitare la salvaguardia solo alla realizzazione del
MOSE è contraria alla visione sistemica della laguna attraverso opere
diffuse; una visione nella quale i governi di centro sinistra credono
fermamente. Senza manutenzione capillare Venezia è destinata a
deperire. È necessario quindi riattivare il finanziamento della Legge
Speciale per promuovere una vera manutenzione dell’ecosistema
la trasparenza # 07
lagunare fatto di natura, storia e persone.
Accanto all’immediato rifinanziamento è necessario rivedere lo
strumento legislativo per renderlo più incisivo nell’affermazione di
Venezia come metropoli sostenibile:
•orientare l’evoluzione di tutto il territorio privilegiando l’introduzione
di sistemi energetici alternativi e “diffusi”, assumendo l’urgenza di
questioni come le bonifiche e la messa in sicurezza dell’area di Porto
Marghera (mettendo a disposizione risorse adeguate, accelerando
le procedure, semplificando e rendendo autorevole il quadro di
direzione degli interventi) e il sostegno alla mobilità a impatto zero;
•prevedere meccanismi che incentivino un utilizzo “corretto” degli
immobili restaurati destinandoli al mercato degli affitti a prezzi
calmierati per favorire nuova residenza, attivando soprattutto il
circuito economico locale, abbattendo il rischio di rendite speculative
sul patrimonio immobiliare veneziano;
•affermare il pieno protagonismo dell’amministrazione comunale in
tutte le scelte collegate alla Legge Speciale per utilizzare, in chiave
evolutiva e non assistenzialistica, le risorse di una città moderna e
protagonista del XXI secolo.
Partecipazione e amministrazione efficiente.
Nell’ottica della piena realizzazione di un’amministrazione comunale
al servizio del cittadino e con lo sguardo rivolto al futuro, si rende
necessario imprimere una svolta nel rapporto tra la macchina
amministrativa e i cittadini in tutte le decisioni complesse che riguardano
la trasformazione del territorio e i servizi. L’Amministrazione comunale
deve dotarsi di una prassi consolidata di partecipazione dei cittadini alle
decisioni, rafforzando così il proprio ruolo e mettendo in atto percorsi
brevi, ben strutturati e molto ordinati, che consentono l’interlocuzione
costante tra cittadino e istituzione con l’obiettivo di scongiurare una
conflittualità continua su ogni singolo provvedimento.
Nel progettare trasformazioni territoriali e servizi si devono considerare
i cittadini come risorse, portatori di saperi e orientamenti indispensabili
per governare le trasformazioni, agevolare l’integrazione e accrescere
il benessere della comunità. Cittadini ben informati e coinvolti
attivamente riconoscono maggiormente la città come bene comune e
sono più disponibili a prendersene cura.
Sia per migliorare l’efficienza della macchina comunale che per
rispondere ad una domanda di partecipazione diretta dei territori
è necessario continuare a rafforzare l’efficienza delle Municipalità
valorizzando il loro ruolo nei rapporti con i cittadini, definendo con
precisione la loro struttura e i loro compiti amministrativi.
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Azioni ..............................................................................
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•Attuare la semplificazione della struttura comunale. La complessa
riorganizzazione di tutte le strutture deve perseguire tre obiettivi:
garantire forme di esercizio della sovranità popolare anche nel
rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione; eleminare le
sovrapposizioni di competenze; garantire tempi celeri di risposta alle
istanze e di produzione dei provvedimenti, esaltando il principio della
partecipazione del cittadino;
•Istituire l’anagrafe delle commesse pubbliche. Attuare la piena
trasparenza dell’operato dell’amministrazione rendendo noti, in
tempo reale, tutti i contratti stipulati con soggetti esterni, di modo
da permettere al cittadino di visualizzare tutti i soggetti beneficiari di
rapporti economici;
•Istituire l’anagrafe delle forniture al Comune con cui l’amministrazione
si impegna a fornire ai cittadini tutte le informazioni rispetto agli
appalti, alle consulenze e ai servizi acquistati presso terzi;
•Istituire la tracciabilità delle pratiche comunali. La completa tracciabilità
via internet delle pratiche amministrative, a partire da quelle più
delicate (attività edilizia e produttive) migliora costantemente il
cruciale rapporto tra amministrazione, sviluppo territoriale e sviluppo
economico della città;
•Istituire forme periodiche e continuative per valutare la performance
e la qualità dei servizi delle controllate. In questo senso andranno
monitorati e valutati la qualità dei servizi erogati, la loro puntualità,
la celerità nelle risposte alla cittadinanza attraverso le Aziende
la trasparenza # 07
partecipate, promuovendone il progressivo miglioramento a partire
dalla valorizzazione dello straordinario livello di competenze e
professionalità esistenti;
•Approvare la Carta della Partecipazione. La definizione di una
Carta della Partecipazione permetterà di capitalizzare le molte
esperienze già effettuate dal Comune di Venezia (Piano Strategico,
Bilancio partecipativo, Consulte per le attività sociali, Consulta per
la casa, Consulta per l’immigrazione, Consulta per l’ambiente, ecc)
e di stabilire le regole e gli strumenti attraverso i quali il Comune
di Venezia intende praticare la partecipazione: dall’informazione
puntuale e diffusa alla richiesta di opinioni e contributi, dai tempi
della partecipazione ai temi da sottoporre all’attenzione dei cittadini,
dalle riunioni tradizionali al web 2.0;
•Garantire la massima pubblicizzazione all’anagrafe degli eletti
(includendovi i “nominati” nelle società, nelle aziende, negli enti
controllati), assicurando così la totale trasparenza nel rapporto tra
elettori ed eletti e sull’attività di questi ultimi, sempre verificabile e
di cui viene resa accessibile la pratica reale, elaborando un codice
etico per la classe politica che eviti ogni comportamento eticamente
discutibile;
•Dichiarare per ogni politica o progetto le fonti finanziarie cui si intende
accedere migliorando la governance, le competenza, le capacità
innovativa del management, l’efficienza di gestione di enti, aziende,
istituzioni e fondazioni.
www.orsonisindaco.org
Committente Responsabile: Fabio Poli
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GIORGIO ORSONI - Partito Democratico Marghera