PROGRAMMA PER LA CITTÀ DEL CANDIDATO SINDACO GIORGIO ORSONI Indice 4 Le ragioni della mia candidatura 8 Venezia Metropoli a misura di Cittadino 11 Il lavoro e l’impresa 21 La famiglia, solidarietà e sicurezza 31 L’ambiente 39 Il territorio 47 La cultura 55 L’innovazione 61 La trasparenza Le ragioni della mia candidatura Le ragioni della mia candidatura Care cittadine, cari cittadini, la mia candidatura a Sindaco della città vuole essere un atto di impegno civile e sociale. Sono veneziano ed ho vissuto la città nelle varie fasi della mia vita, dapprima quale adolescente e studente, poi quale professionista, docente e genitore, ma anche come amministratore e partecipe della gestione della cosa pubblica. Ho maturato, specie nell’ultimo decennio, la consapevolezza della necessità di un ripensamento generale del ruolo di Venezia nel contesto nazionale, in quello regionale e, per ultimo, in rapporto alle altre componenti della municipalità. A tale analisi, nella quale sono stato guidato dall’esperienza professionale e dall’impegno scientifico che hanno caratterizzato fin qui il mio ruolo sociale, si è affiancata la percezione di un disagio nella fruizione della città da parte degli stessi abitanti. La peculiarità morfologica di Venezia mi ha indotto a soffermarmi, in primo luogo, sui problemi della mobilità e della circolazione nelle due dimensioni acquea e terrestre, a non trascurare l’incidenza che nell’economia della città deve necessariamente avere la presenza di un porto di rilevanza internazionale sul piano commerciale e turistico. Non di meno, le mie riflessioni hanno toccato le problematiche connesse all’organizzazione e alla gestione dei flussi turistici, la ricerca di forme organizzative volte a consentire la fruizione ottimale delle ricorse culturali tanto da parte dei cittadini, quanto da parte dei turisti. La qualità della vita degli abitanti non può infatti prescindere dall’individuazione delle migliori sinergie con le strutture turistiche e con i modelli di organizzazione e controllo dei flussi di visitatori. La cultura del cittadino deve a mio avviso passare per il miglioramento della qualità della vita urbana, in una città che sempre più riflette le caratterizzazioni multietniche delle grandi metropoli italiane. Non possiamo non mettere tutta la nostra attenzione, in questo periodo della storia del paese, nel tutelare sotto ogni profilo il lavoro nella nostra città, e nella terraferma in particolare, per consentire ai lavoratori di continuare a operare nelle nostre imprese, e di assicurare dignità e opportunità alle loro famiglie. Sono peraltro convinto della necessità di affiancare ad una politica che miri al ripopolamento del centro storico, scelte volte a potenziare, nella terraferma ed in particolare nelle zone prossime alle principali sedi industriali, l’utilizzo e la diffusione del social housing. Venezia, nelle sue poliformi componenti, deve essere una città a misura d’uomo. È per questo che, quando sono stato sollecitato a mettere a disposizione il mio impegno per la città, ho scelto di accettare la sfida, ed offrire il mio apporto nella organizzazione dell’amministrazione cittadina. L’emersione dei problemi che pone una città come Venezia non ci consente di tergiversare: vi è certamente bisogno di nuove risorse, ma non si può più prescindere dall’individuazione di solidi modelli di utilizzazione, sfruttamento e valorizzazione delle stesse. La mia scarsa frequentazione delle sedi partitiche mi induce ad immaginare un governo della città libero dalla logica degli schieramenti, aperto all’apporto, alla esperienza ed alla professionalità e competenza non solo tecniche, ma anche civili, sociali ed umane. Quello che vi propongo e una squadra di rappresentanti della società progressista, che crede nella riqualificazione dei contesti urbani, nella riconversione delle politiche industriali orientate alla massificazione dei profitti, che crede nella riemersione delle istanze sociali. Le ragioni della mia candidatura Tutto ciò in un contesto di valorizzazione della città e di rafforzamento del suo ruolo egemonico, non più e soltanto sul piano storico e culturale, ma anche su quello economico e sociale. Ogni giorno per Venezia. Con sincerità Venezia Metropoli a misura di Cittadino Venezia Metropoli a misura di Cittadino Una visione di città Questo programma è uno strumento concreto, utile e partecipato, destinato a trovare concreta applicazione nella pratica quotidiana della città. Esso offre: •una visione della città condivisa il più possibile da tutti, una strategia unitaria di lungo periodo che dia prospettiva e coinvolga la popolazione in un nuovo impulso di crescita. •la chiarezza della nostra missione politica, la promessa di una buona amministrazione non attraverso facili slogan bensì impegni concreti e verificabili puntualmente. Un nuovo ciclo politico amministrativo Il futuro di Venezia richiede l’apertura di un nuovo ciclo politico amministrativo. Gli anni di amministrazione di centro-sinistra a Venezia si sono concretizzati in azioni che ne hanno profondamente rinnovato la struttura urbana, riattivato le istituzioni culturali, fatte importanti azioni di tutela e di recupero ambientale, avviato politiche sistematiche e innovative di integrazione e di sostenibilità sociale. Prendiamo al contempo atto che molto lavoro ci aspetta soprattutto in ordine all’offerta residenziale, all’articolazione delle opportunità lavorative, alla risoluzione di problemi complessi quali Porto Marghera, alla gestione e all’uso della risorsa turistica. Le prospettive con cui la città dovrà confrontarsi nei prossimi anni sono profondamente mutate rispetto a un passato anche recente: basti pensare alla crisi economica mondiale, alla necessità delle riconversioni industriali e dell’imperativo dell’innovazione affinché il nostro sistema rimanga competitivo e garantisca lavoro e vita a tutti i cittadini. Allo stesso tempo a seguito dei flussi migratori sono cambiate le condizioni di vita soprattutto in aree marginali e a rischio, va dunque garantita la sicurezza fondamentale per i cittadini, l’ordine e la legalità, accogliendo solo chi lavora e vive secondo le regole del nostro territorio. La città verde a misura d’uomo Il punto centrale di questa nuova fase sono le persone. Oggi va impressa a Venezia, nelle sue poliformi componenti, una decisa impronta verde, per creare una città ecologica e sostenibile. Venezia, modellatasi dentro un ambiente naturale unico, capace, insieme, di rispettarne gli equilibri ma anche di modificarli con tenacia e sapienza, oggi è a rischio, a causa del dissesto climatico ed ambientale Non vi è economia verde senza una società verde, che possa iscrivere le politiche urbane, quelle economiche, quelle sociali sotto il segno dell’efficienza energetica, dell’impiego delle energie pulite, della valorizzazione del patrimonio storico, paesaggistico e ambientale dalla laguna a Mestre. Tutto ciò in un contesto di rivitalizzazione di Venezia e rafforzamento del suo ruolo leader del nord-est e oltre, non più soltanto su piano storico e culturale, ma anche su quello economico e sociale. Città d’acqua e città di terra saranno un’unica grande metropoli, con caratteristiche diverse che si completano e rafforzano, ma devono essere sempre più collegate e unite soprattutto negli obiettivi comuni. La città che può essere allo stesso tempo grande officina della contemporaneità, della produzione culturale e dell’economia verde e immateriale, proprio per questo può essere capitale della nuova era che ci aspetta: una città paradigma uno dei luoghi simbolo del mondo in cui si annuncia o si costruisce il futuro. il lavoro e l’impresa il lavoro e l’impresa il lavoro e l’impresa # 01 La crisi che ha colpito l’economia italiana, e quella veneta in particolare, rende urgente la partecipazione di tutti i soggetti, pubblici e privati, alla creazione di condizioni capaci di trasformare gli investimenti e il lavoro in effettive opportunità per tutti i cittadini. •il sistema agroalimentare •il porto •le infrastrutture di supporto •produzioni sostenibili, energie rinnovabili La crisi ha fatto emergere le debolezze del nostro tessuto produttivo, ma anche i potenziali punti di forza, sui quali agire. Il Comune deve essere protagonista, creando i presupposti per lo sviluppo degli investimenti (privati e pubblici), favorendo con le proprie scelte un contesto favorevole all’insediamento di attività produttive nel quadro di uno sviluppo sostenibile. Rilanciare il nostro territorio significa difendere e valorizzare la nostra industria, promuovere la crescita dei settori terziari, elevandone l’efficienza e saldandoli all’artigianato di qualità e all’agricoltura di eccellenza. Porto Marghera Marghera è ancora un luogo ambito da chi fa industria. Riguardo a quest’area, la città deve avere il coraggio di superare una fase storica ed entrare senza paura nel futuro e quindi nei settori capaci di creare ricchezza, sviluppo e occupazione. Si pensi al settore della logistica, che se sviluppato in accordo con l’Autorità portuale consentirà a Venezia di rappresentare una porta per il Nord Est nei confronti dei paesi emergenti come perno logistico dell’Alto Adriatico; dell’energia, della filiera chimica innovata, confermando le attuali produzioni e incentivando le fonti rinnovabili decisive nel quadro dello sviluppo sostenibile; ai settori della nautica e delle costruzioni e manutenzioni navali che, al di là della difficile congiuntura che oggi conoscono, sono destinati a rappresentare un ambito della vita economica di crescita e sviluppo. Per intervenire e promuovere una nuova politica di investimenti e di interventi che garantisca il miglioramento dell’offerta attuale di lavoro, l’innovazione e l’apertura di nuove opportunità per le imprese e soprattutto un futuro alle nuove generazioni, l’Amministrazione Comunale deve agire principalmente sui seguenti ambiti: •Porto Marghera •il turismo •la città del terziario avanzato e dei servizi •il commercio •l’artigianato, la cantieristica e la portualità minore Il turismo Il turismo rappresenta da anni la voce fondamentale dell’economia della città d’acqua e una delle maggiori dell’intero sistema territoriale. La sostenibilità dello sviluppo del nostro territorio passa irrinunciabilmente per un diverso modo di affrontare la complessità dei temi legati a questo 13 settore partendo dal concetto di qualità. Un turismo gestito e riqualificato verso l’alto è un turismo regolato che porta beneficio sia ai cittadini che ai visitatori. In un momento di crisi economica come quella attuale in cui si sta sviluppando un’altissima concorrenza turistica internazionale, solo la ricerca dell’eccellenza può attrarre un turismo rispettoso della Città intesa nel senso più ampio. 14 Per rendere pienamente positiva e sostenibile la relazione tra economia turistica e città, il turismo deve evolvere con competenze e con investimenti che sappiano valorizzare il settore e rendere sostenibile l’accoglienza di circa 20 milioni di turisti all’anno, destinati a crescere una volta conclusa l’attuale crisi economica. In questo contesto la gestione dei flussi turistici è la vera priorità per Venezia, per il suo sviluppo e per la qualità di vita dei suoi residenti. Vanno attivati programmi innovativi per la loro gestione, governo e controllo e migliorati gli strumenti esistenti promuovendo progetti che si integrino su scala comunale e regionale. La città del terziario avanzato e dei servizi Il Comune deve favorire lo sviluppo e l’insediamento di nuove realtà produttive nella città d’acqua e in quella di terraferma, legate al terziario avanzato e ai servizi alle imprese e alla persona. Venezia ha grandi opportunità in questo senso, a partire dalla riqualificazione dell’Arsenale; Marghera rappresenta un’occasione unica di innovazione nella trasformazione delle aree industriali dismesse in poli del terziario il lavoro e l’impresa # 01 avanzato e della logistica; Mestre può svolgere un ruolo centrale nello sviluppo delle attività terziarie, trainate dalle infrastrutture della cultura - dal nuovo M9 al Candiani - che ne modificheranno profondamente la fisionomia fisica e sociale. Attorno a queste trasformazioni il commercio, la ristorazione e i servizi alla persona vanno promossi assieme ai processi di riqualificazione urbana: una città più bella, più ricca di infrastrutture e servizi sarà anche una città capace di attrarre nuovi abitanti, ai quali offrire qualità urbana ed edilizia. Il commercio Il commercio cittadino va potenziato nelle sue qualità di vicinato in tutti i quartieri della città, ovvero nella sua fondamentale funzione di supporto alle funzioni residenziali. In questo senso l’espansione di ulteriori grandi centri commerciali nella cintura della città va limitata, mentre va promosso un grande intervento di riqualificazione e di valorizzazione delle attività del centro cittadino, in particolare a Mestre, dove la zona a traffico limitato del centro va ampliata, assieme ai servizi di supporto al commercio (parcheggi e navette), per realizzare un grande “centro commerciale naturale”, ovvero per riportare alla sua vocazione originaria il centro città, ridando centralità alle piccole e medie superfici di vendita a servizio della popolazione residente e delle imprese. L’artigianato, la cantieristica e la portualità minore L’artigianato e la cantieristica minore sono stati il cuore pulsante della il lavoro e l’impresa # 01 città e oggi soffrono della crisi economica generale. Tuttavia possono trovare nuovo sviluppo, attraverso una promozione integrata che muova dalle facilitazioni per l’insediamento di nuove imprese (sia nella città storica che in quella di terraferma), alla realizzazione di spazi commerciali ed espostivi che rappresentino un volano per le imprese artigiane e della cantieristica, in particolare con lo sviluppo del sistema della portualità minore. Ciò va fatto in concorso con le associazioni artigiane e con i consorzi della cantieristica minore, sviluppando un grande piano di rilancio di queste attività, secondo modelli evoluti di coprogettazione e partecipazione. Il sistema agroalimentare Il sistema agroalimentare rappresenta una grande opportunità di ricchezza e una possibile nuova strategica direttrice di sviluppo. Di converso, la più grande fonte di inquinamento in laguna non è la chimica ma la produzione agro-alimentare o, per essere precisi, i reflui della produzione agro-alimentare che arrivano in laguna attraverso il bacino scolante. Va sviluppata una nuova realtà economica e produttiva dell’agroalimentare, capace di produrre e trasformare in loco alimenti biologici o a ridotto impatto ambientale, che possano eccellere sia in qualità organolettiche che eco-solidali. Una trasformazione di questo tipo, possibile e auspicabile, consentirà di offrire al commercio locale una nuova opportunità con un nuovo, vero, prodotto locale di qualità, esportando in un territorio più ampio, nel Veneto, il modello produttivo lagunare, e contribuendo al disinquinamento del Bacino Scolante e, quindi, della Regione. Si tratta anche di promuovere l’agricoltura di qualità come attività capace di generare ricchezza al di là delle sovvenzioni pubbliche trasformando i contadini, gli allevatori, i pescatori in veri e propri guardiani e promotori della salvaguardia ambientale. Produzioni sostenibili, energie rinnovabili Per rilanciare il lavoro, e per riqualificare soprattutto Marghera, è necessario un cambio di passo nei processi di conversione e bonifica dei siti oggi sottoutilizzati o abbandonati. Si tratta di riscrivere le filiere decisionali attribuendo al Sindaco un ruolo ben diverso da quello attuale: per l’amministrazione si tratta di recuperare una centralità decisionale cruciale nella riconversione di aree altrimenti destinate a rappresentare un’eterna promessa mai mantenuta, un problema ambientale senza soluzione. A queste condizioni, Marghera può tornare a essere un polo della produzione integrata a servizio del Nord Est e del Paese, con straordinarie opportunità per gli investimenti e per il lavoro nel campo delle produzioni sostenibili e delle energie rinnovabili. Il porto Lo sviluppo delle attività portuali è un volano fondamentale per l’economia della città. Va agevolata la crescita del porto commerciale e turistico, 15 16 le attività logistiche e del retroporto. Perno di questa riconversione dal punto di vista territoriale può essere il trasferimento del porto passeggeri a Porto Marghera. Ciò avrebbe ricadute importantissime sulla città d’acqua: libererebbe il Canale della Giudecca dal transito delle grandi navi e renderebbe disponibili vaste aree alla Marittima, che resterebbe comunque il porto per gli yacht di grandi dimensioni, per usi anche residenziali che non trovano spazio nel centro storico. E ricadute ancora più importanti per la terraferma che si affaccerebbe sull’acqua, oltre che con il Parco di S. Giuliano, con un nuovo porto passeggeri e le strutture commerciali, per il tempo libero e di servizio ad esso connesse. A questo proposito vanno favorite solo quelle soluzioni che si incardinano sulle parti già urbanizzate del territorio comunale senza perseguire soluzioni che producano nuovi consumi di suolo. economico, mentre è ribadita la contrarietà ad ogni ipotesi di nuova pista aeroportuale, adombrata in passato. Inoltre vanno garantiti il rilancio e la riqualificazione dell’aeroporto Nicelli del Lido, anche in riferimento all’opportunità di collocare in questo aerodromo un polo di formazione e specializzazione aeronautica. L’aeroporto L’aeroporto Marco Polo costituisce il terzo scalo italiano per transiti, e rappresenta un’eccellenza per il nostro territorio, che va ricondotta ad un rapporto positivo e virtuoso con gli Enti Locali. Nuovamente infrastrutturata e interconnessa allo spazio metropolitano, Venezia può così uscire dalle secche della deriva esclusivamente turistica e trovare nuovi spazi e opportunità, sia in campo culturale che produttivo e insediativo, in particolare nella città d’acqua, dove progetti come Punta della Dogana, lo sviluppo della Fondazione Cini, della Venice International University a San Servolo, dell’Isola della Certosa sono il segno di una Venezia nuova e normale, dove la cultura si trasforma in valore, in occupazione, in servizi avanzati, dove l’artigianato di qualità si unisce ai servizi al turismo sostenibile, dove Mestre è il cuore pulsante residenziale, commerciale e del terziario e dove Marghera rappresenta il futuro. In questo quadro lo sviluppo Per la sua collocazione, il Marco Polo si trova al centro di uno snodo trasportistico e infrastrutturale di eccellenza europea, che dovrà essere sviluppato con attenzione, a partire dall’integrazione aria/terra e delle reti SFMR/Tram/AV-AC. Vanno promosse strategie di integrazione dello scalo aeroportuale con le strutture di Treviso e Ronchi dei Legionari per creare il polo aeroportuale del Nord-Est come vettore anche di sviluppo il lavoro e l’impresa # 01 Le infrastrutture di supporto L’amministrazione comunale può fare molto, soprattutto negli accessi e nella gestione dei flussi e della mobilità, dallo sviluppo del tram alla sublagunare, per garantire un più razionale accesso alla città, integrando e rafforzando tutte le porte della città, perché nuova residenzialità, investimenti e nuova occupazione possano crescere in modo davvero sostenibile. il lavoro e l’impresa # 01 dell’area di Tessera dovrà essere coordinato e reso omogeneo al disegno complessivo della città, con la realizzazione delle infrastrutture di supporto allo sport e al divertimento (nuovo stadio e Casinò), in coerenza con gli obiettivi di riqualificazione urbana. Azioni .............................................................................. •recuperare una centralità decisionale dell’amministrazione cruciale nella riconversione di Porto Marghera e delle altre aree dismesse; •avviare una riconversione “senza se e senza ma” capace di aumentare i livelli occupazionali di una delle più grandi aree industriali europee riconvertibili, bonificando e mettendo in sicurezza le aree libere e liberabili, preparando concretamente le alternative alle produzioni in crisi o nocive e attirando nuovi investimenti; •estendere le attività innovative del Vega attirando aziende che operano sull’innovazione energetica e sostenibilità ambientale, valorizzare il distretto dell’Idrogeno e il centro di ricerca sulle nanotecnologie, individuando spazi per laboratori, atelier, campus, villaggi per giovani artisti e centri di produzione multimediale; •potenziare e qualificare la logistica, pensando Porto Marghera come perno della logistica portuale avanzata dell’Alto Adriatico, inteso come unico hub portuale con diversi scali da Trieste a Ravenna; •trasferire il porto passeggeri, realizzando un nuovo waterfront di terraferma, pensando Porto Marghera come cuore della trasformazione della città dei prossimi decenni, costruendo qui un parte della new city del Veneto del direzionale, del terziario, del terminal crocieristico, della nautica diportistica; •creare il “Centro Fieristico Internazionale” del made in Venice e insediarlo nelle aree di Porto Marghera •regolare e redistribuire i flussi turistici attraverso un controllo rigoroso e non compiacente dell’illegalità diffusa che un turismo privo di regole generali; •realizzare compiutamente il polo nautico e diportistico/artigianale localizzato nel comparto dell’Arsenale/Sant’Elena e delle isole di S. Andrea e della Certosa come volano di rilancio delle produzioni nautiche e tipiche ad alto valore professionale; •innalzare la qualità dell’offerta del settore turistico, promuovendo una forte e vera collaborazione interna al settore e creando le sinergie con le scuole e le università, mettendo in campo competenze specifiche per la gestione dei flussi, utilizzando le potenzialità turistiche della terraferma dove potrebbero trovare sede poli di entertainment turistico/culturali che non hanno spazio nella città d’acqua; •rafforzare e rendere più rigorosi i controlli sulle strutture proliferate negli ultimi anni nel dialogo costante tra Comune e categorie interessate; •riformare al più presto la legge regionale del 2002 che agevola la proliferazione di strutture come i bed & breakfast e che è la responsabile principale e diretta dell’attuale caotica e squilibrata situazione, che ha praticamente raddoppiato nel giro di pochi anni il numero dei posti letto (come la stessa Associazione degli albergatori veneziani da tempo denuncia), spesso del tutto abusivi; 17 18 •arginare la deregulation turistica, rifiutando ogni sanatoria anche mascherata di quanto è finora sorto nel caos della normativa vigente; •rivendicare la specificità veneziana, traducendola in una effettiva autonomia normativa del Comune, con una specifica riserva regolamentare in materia; •introdurre agevolazioni per il trasporto dei prodotti agricoli dalle isole della laguna; •tutelare e promuovere in maniera rafforzata il marchio del “vetro di Murano”; •rafforzare gli strumenti di controllo dell’amministrazione comunale (ad esempio, attivando uno Sportello Unico per segnalazioni e controlli); •ricostruire un rapporto equilibrato tra ricettività turistica e residenzialità; •promuovere la realizzazione delle infrastrutture della cultura in terraferma - dal nuovo M9 al Candiani – rafforzando al contempo il ruolo di Venezia e delle sue dotazioni culturali; •valorizzare il centro di Mestre configurandolo come una grande “vetrina urbana del commercio”; •bloccare qualsiasi espansione dei grandi centri commerciali esterni e interni alla città; •promuovere la riqualificazione e l’uso culturale, sociale e di svago del sistema dei forti di Mestre; •riqualificare Forte Marghera attraverso un piano di intervento pubblico-privato che consenta di recuperare l’area a nuove funzioni il lavoro e l’impresa # 01 urbane, sociali, storiche, culturali, sportive, ricreative, ambientali; •sostenere le attività artigiane e della cantieristica minore, come presidi produttivi locali, attivando tutte le sinergie necessarie a mantenere e promuovere Venezia come luogo della produzione artigiana; •creare le premesse affinché si sviluppi una nuova realtà economica e produttiva dell’agro alimentare, capace di produrre e trasformare in loco alimenti biologici e di incentivare attraverso accordi con le associazioni di categoria la “filiera agroalimentare corta” a chilometro zero; •incrementare il consumo energetico ridotto ed orientato alla produzione tramite fonti alternative (biomasse, eolico, solare, maree); •costruire le condizioni per spostare le merci il più vicino possibile al km zero; •favorire un rapporto diretto tra produttori e consumatori, aprendo spazi nei mercati rionali per i produttori locali; •promuovere i prodotti dell’agricoltura, allevamento e pesca anche su scala internazionale, ottenendo tutti i marchi di qualità necessari a cui affiancare il nome, e il logo, di “Venezia”, nome che andrà “tutelato” tramite la creazione di un marchio nuovo, ad hoc, capace di identificare il “nostro” sistema produttivo agricolo e quindi di certificare la qualità dei nostri prodotti, indirizzando inizialmente la proposta a quelle aziende che operano nell’area del nostro bacino scolante e poi a tutti coloro che in Veneto volessero usare il marchio e quindi agire nel rispetto del nostro “disciplinare di produzione”. la famiglia, solidarietà e sicurezza la famiglia, solidarietà e sicurezza la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02 Un welfare sostenibile garantisce i diritti di tutti. Venezia deve essere comunità che cresce nel numero dei suoi abitanti, e che offre loro occasioni e condizioni per vivere la città pienamente. La famiglia resta la base della nostra organizzazione sociale e va riconosciuta e riaffermata la centralità del Comune nelle politiche sociali e nelle politiche sanitarie, perché, come dice l’organizzazione mondiale della sanità, il sistema di welfare è uno degli elementi che rendono competitivo anche dal punto di vista economico un territorio. Questa tesi è confermata dal fatto che: •il Comune è l’ente più vicino ai cittadini e non opera, pur avendo attenzione alle risorse che impegna, con logiche prevalentemente aziendali e perché in questi anni la centralità delle politiche di welfare è stata confermata con scelte di bilancio coerenti con questa centralità. Come sottolineano i dati dell’Unione Europea, i servizi alla persona sono quelli che in Europa creano nuova occupazione perché le politiche di welfare oggi per essere efficaci devono essere l’esito dell’intreccio di politiche diverse e non solo delle politiche sociali: politiche della mobilità, politiche ambientali, politiche per l’impiego, se intrecciate con gli interventi sociali, producono scelte che incidono sulla qualità della vita delle persone. Lo strumento per realizzare questo è la costruzione partecipata da parte di tutti i soggetti istituzionali, del Terzo Settore, delle associazioni di utenti, delle organizzazioni sindacali, di un vero e proprio Piano del Welfare che, oltre a leggere tempestivamente l’evoluzione dei bisogni e della domanda di servizi, a programmarne gli interventi, indichi anche con precisione le risorse necessarie; •la legge quadro sui servizi sociali sottolinea il ruolo di regia degli enti locali nelle politiche sociali: una proposta per ribadire questo ruolo è quella della costruzione del piano comunale del welfare che comprende al suo interno il piano di zona; Ciò è possibile a condizione che: •l’attribuzione delle competenze per quanto riguarda la programmazione sanitaria in capo all’Assessorato alle Politiche Sociali (e, dunque, socio-sanitarie), in stretto rapporto con l’azione del Sindaco ma in modo da avere un unico referente nei rapporti con l’Azienda ULSS ed evitare “più tavoli”, talvolta in contraddizione fra loro, nei rapporti tra l’Azienda e il Comune; restituendo alla Conferenza dei Sindaci un effettivo ruolo nella programmazione dei servizi, sia socio-sanitari che sanitari, e nel controllo sull’operato dell’ULSS; •contrarietà a qualsiasi ipotesi di delega delle funzioni sociali e socio-sanitarie all’Azienda ULSS; massima disponibilità invece alla sperimentazione di forme anche innovative di collaborazione tra Comune e ULSS, come ulteriore passo in avanti sulla strada di una piena integrazione socio-sanitaria (per esempio, attraverso forme di partnership tra Pubblico e Privato Sociale nel campo della salute mentale o della lotta alle dipendenze); Per perseguire queste ragioni gli ambiti su cui intervenire sono i seguenti: •politiche sociali ed educative •prevenzione e sicurezza 23 •welfare urbano •sicurezza e vulnerabilità sociale (attenzione ai cittadini più vulnerabili, in particolare famiglie con condizioni di vulnerabilità economica, anziani e persone con disabilità) •economia solidale (come motore di sviluppo economico) •diritto alla salute •scuola •nuovi alloggi a canone calmierato (per nuovi cittadini, famiglie e giovani coppie) •sport 24 Politiche sociali ed educative Va riaffermato il protagonismo del Comune di Venezia nel campo delle politiche sociali ed educative, e ciò significa: •assumere il ruolo di capofila dei Comuni veneti nel difficile rapporto con la Regione, per l’incremento dell’impegno regionale nella spesa sociale e il ridimensionamento di pulsioni “neocentraliste”, attraverso la predisposizione di due disegni di legge regionale d’iniziativa dei Consigli comunali: a.una legge quadro attuativa, a dieci anni dalla sua approvazione, della riforma nazionale del Welfare L. 328/2000, in grado di tradurrne sul piano regionale le linee guida più avanzate, a partire dalla centralità dei Comuni nella regia del complesso degli interventi sociali e dal riconoscimento come effettivi “diritti di cittadinanza” (e quindi “Livelli essenziali di assistenza sociale” la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02 Leas) di servizi ed interventi sperimentati in questi anni a Venezia (ad esempio, i progetti di Vita Indipendente, sganciati dalla lotteria del rifinanziamento annuale regionale); b.una legge di riforma della normativa sulle Ipab (Istituzioni Pubbliche di Assistenza e Beneficienza), discussa e condivisa con esse e con tutti gli attori sociali, che consenta una loro piena ed efficiente autonomia gestionale, razionalizzazione nella gestione dei patrimoni e dei servizi a beneficio dell’intera comunità; •va promossa un’attivazione effettiva della Conferenza permanente per la programmazione socio-sanitaria a livello regionale (ovvero la Conferenza delle conferenze dei sindaci); Sicurezza solidale Venezia è una città sicura. Si può dire che è uno dei rari esempi in cui i dati oggettivi registrati dalle forze dell’ordine e la percezione della sicurezza si confermano a vicenda: da una parte un calo sul fronte dei reati commessi (in particolare furti e rapine anche del 30%), mentre dall’altra una recente ricerca dell’ANCI conferma che l’80% dei cittadini veneziani sentono di vivere in una città sicura. Non è un caso. Infatti, accanto ad un presidio del territorio egregiamente assicurato dalle forze dell’ordine, nonostante le scarse risorse messe a loro disposizione, esiste un sistema di “sicurezze sociali” che garantisce risposte articolate ai grandi e piccoli problemi quotidiani dei cittadini. Per i prossimi cinque anni l’amministrazione dovrà partire da questa certezza per incrementare la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02 sia quantitativamente che qualitativamente l’insieme delle risposte dentro un quadro di sostenibilità complessiva. Ciò potrà avvenire attraverso una compartecipazione di tutti i soggetti, e sono molti, che attraverso la loro qualificata presenza sono in grado di disegnare un welfare cittadino al contempo aperto ed efficiente. È un traguardo che possiamo raggiungere insieme attraverso l’assunzione di alcuni precisi impegni. Prevenzione e sicurezza La rivisitazione e lo sviluppo del sistema di welfare municipale deve contemplare anche lo sviluppo delle politiche di prevenzione e di sicurezza, sulla scorta delle molte, positive esperienze già prodotte in questi anni: in questo senso va promossa una maggiore integrazione tra i diversi corpi e forze dell’ordine per aumentare in ogni caso la capacità di presidio e controllo del territorio, forzando sul Governo e sulla Regione per trasferire al Comune quegli adempimenti amministrativi (insieme alle necessarie risorse) oggi assolti dagli organi di sicurezza e consentire così di liberare maggiori unità operative sule territorio. La necessità di garantire ai cittadini una reale vivibilità del proprio territorio sta diventando una priorità assoluta. I fenomeni predatori stanno cambiando, lentamente ma inesorabilmente, le abitudini delle fasce attive della popolazione, aumentandone la sensazione di insicurezza. Sono le fasce più deboli, come gli anziani e le donne sole, a subire le conseguenze più gravi degli atti criminali, ma soprattutto del clima di incertezza che essi ingenerano. Bisogna lavorare sul fronte della prevenzione, impegnando i Servizi Sociali, per impedire che i soggetti più deboli evolvano a comportamenti illegali e per interrompere sul nascere ogni filiera potenzialmente criminogena, soprattutto nei luoghi più sensibili. Il ruolo sempre più importante del Sindaco all’interno del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica permetterà, grazie al continuo scambio di informazioni, di evitare sprechi e doppioni. La tutela dei cittadini, del patrimonio artistico e dei beni pubblici è una priorità irrinunciabile. Welfare urbano La sicurezza è emersa in questi ultimi tempi come un bisogno diffuso delle comunità. Ci si deve impegnare in un lavoro altrettanto importante sul fronte della costruzione di nuovo modo di stare insieme, promuovendo collaborazioni, messa in rete, incontri, favorendo la creazione di luoghi e contesti dove le persone si possano incontrare (ad esempio anche attraverso interventi di riqualificazione urbana). Lavorare sulla tenuta del tessuto sociale appare più che mai necessario poiché attraverso la sperimentazione di nuove forme di convivenza si possono superare diffidenze e ostilità incidendo concretamente proprio sul sentimento di insicurezza. Ampliando, per esempio, gli interventi di sicurezza sociali che si devono affiancare ma non confondere con gli interventi di mantenimento dell’ordine pubblico. Attuando politiche di prevenzione rispetto ad alcuni reati attraverso il lavoro degli operatori sociali e la valorizzazione delle risorse naturali e solidali delle comunità. Una cittadinanza attiva che non si traduce in ronde, ma in interventi di sostengo solidale e attivo tra persone. 25 26 Sicurezza e vulnerabilità sociale (attenzione ai cittadini più vulnerabili, in particolare famiglie con condizioni di vulnerabilità economica, anziani e persone con disabilità) La sicurezza in rapporto alla vulnerabilità sociale significa mettere in atto politiche in grado di contrastare i fenomeni di marginalità, con azioni specifiche per i diversi ambiti di intervento che possono essere così riassunti: •promozione e sviluppo di progetti di sostegno a famiglie e persone in situazione di vulnerabilità economica e sociale attraverso strumenti specifici (riconoscimento dell’ISEE presentato in sostituzione di quello in corso di validità per registrare situazioni specifiche di difficoltà – ad esempio cassa integrazione in funzione delle rette nidi); •microcrediti agevolati; •politiche di accesso alla casa per giovani coppie con lavori precari di fronte agli effetti della crisi economica, che continueranno a farsi pesantemente sentire negli anni a venire; •rafforzamento, rifinanziamento e riunificazione di tutti gli strumenti di sostegno al reddito erogati a differente titolo da diversi servizi dell’Amministrazione comunale, nell’ottica di un vero e proprio “reddito di cittadinanza”; •le politiche sociali rivolte agli anziani, devono continuare a porre al centro il mantenimento in situazioni di autonomia degli utenti, la loro permanenza nel domicilio e nell’ambito familiare e sociale di riferimento (attraverso assistenza domiciliare integrata, assegni di cura, buoni servizi, centri diurni, rete sociale e parentale da sostenere); la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02 •avanzare proposte concrete relative a progetti residenziali che introducano forme di social housing dedicati ad anziani in condizioni di fragilità, nella forma degli alloggi protetti; •alle persone con disabilità vanno garantiti, oltreché gli interventi per la mobilità e l’accessibilità ai diversi luoghi di vita, interventi che pongano al centro una molteplicità di strumenti e di soggetti coinvolti e ponendo al centro il mantenimento in situazioni di autonomia, la loro permanenza nel domicilio e nell’ambito familiare e sociale di riferimento (attraverso assistenza domiciliare integrata, assegni di cura, buoni servizi, centri diurni, rete sociale e parentale da sostenere); •porre a sistema interventi che consentano alle persone con disabilità di accedere ad esperienze di lavoro e tempo libero, attraverso percorsi nuovi che superino i vecchi modelli. Economia solidale come motore di sviluppo economico L’economia solidale (anche conosciuta come “economia di comunione”) è uno dei motori dello sviluppo, non solo sociale, ma anche economico di una città. Per favorire questo processo, si deve attuare una solida politica di sostegno all’economia solidale, valorizzando la microimpresa attenta ad ambiente e sostenibilità, potenziando il rapporto tra pubblico e privato sociale (Terzo Settore) attraverso intese specifiche, creando incubatori sociali di imprese solidali, con specifiche azioni di raccolta fondi e di microcredito per sviluppo di nuovi rami d’impresa o di nuove imprese. Nel caso di affidamenti a soggetti terzi, va rifiutata la logica degli “appalti al massimo ribasso” nel settore sociale e va rafforzato lo la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02 strumento della “co-progettazione” e della valutazione di qualità tra i diversi soggetti pubblici e del privato sociale. Diritto alla salute Sebbene le competenze sulla sanità siano prevalentemente in capo alla Regione, l’Amministrazione Comunale può e deve utilizzare con continuità la Conferenza dei Sindaci per pretendere e ottenere soluzioni nei servizi alla cittadinanza nel rispetto del principio di universalità della prestazione socio-sanitaria. Va, inoltre, salvaguardata un’equa distribuzione delle strutture nel territorio comunale, in considerazione delle particolari caratteristiche fisiche della città (Ospedale unico in due sedi: compimento dell’ eccellenza interprovinciale all’Ospedale dell’Angelo e permanenza-riqualificazione dell’Ospedale di SS. Giovanni e Paolo). Vanno consolidati, potenziati e realizzati, i Distretti Sanitari affinché siano veramente poli erogatori delle cure primarie e dell’integrazione socio-sanitaria, in un disegno di progressiva deospedalizzazione: entro la fine della conciliatura dovrà quindi essere completato il Distretto di Favaro Veneto, avviati i lavori per la nuova sede del Distretto di Chirignago-Marghera, potenziato il Distretto del Lido garantendo la copertura delle prestazioni socio-sanitarie di base senza inutili spostamenti. Nel processo di redazione e attuazione del Piano di Zona è fondamentale attuare politiche e strumenti di coinvolgimento, conoscenza e partecipazione non solo dei cittadini destinatari e dei professionisti competenti, ma di tutta la comunità locale. È solo così che il Piano di Zona dei Servizi alla Persona diventa davvero patrimonio dei cittadini. Scuola Per trattenere e attrarre popolazione giovane e più in generale per favorire condizioni paritetiche al lavoro femminile (condizione imprescindibile per la crescita della comunità cittadina) dobbiamo offrire i servizi essenziali che consentano a questa popolazione di vivere e lavorare nella città. Una città civile deve saper offrire alle giovani coppie soluzioni di accoglienza per i propri figli. L’obiettivo è di azzerare entro 5 anni le liste d’attesa nei servizi per la prima infanzia. Nuovi alloggi a canone calmierato (per nuovi cittadini, famiglie e giovani coppie) Venezia inoltre deve diventare anche un comune in grado di accogliere e promuovere la formazione di nuove famiglie e il loro inserimento armonico nel tessuto economico e sociale, e per fare ciò deve attuare una nuova e forte politica della residenza, in particolare attraverso un insieme articolato di politiche residenziali pubbliche, che a partire dal censimento del patrimonio immobiliare pubblico consenta di affidare gli alloggi sfitti di proprietà dell’ATER da recuperare a famiglie e giovani coppie che possano restaurarli a fronte di uno sconto sui canoni futuri di affitto mediante un insieme di agevolazioni fiscali per i proprietari (riduzione a zero dell’aliquota Ici, riduzione del 30% dell’imposta di registro e deduzione del 30% dell’imponibile Irpef derivante dai canoni di locazione). Ci sono le soluzioni tecniche affinché il Comune 27 28 possa rispondere all’intera domanda esistente sul proprio territorio di residenze in affitto a canoni calmierati (social housing). L’obiettivo è realizzare 5.000 alloggi per la classe media a prezzi accessibili (social housing e co-housing), senza particolari oneri finanziari, nell’ambito di una tornata amministrativa: due anni per progettare, due anni per realizzare, a partire dalle tante aree a disposizione, anche nella città storica (area Italgas, ex Umberto I°, area ACTV a S. Elena, ecc.). Alla fine del prossimo ciclo amministrativo la ricerca di una abitazione in affitto a un prezzo accessibile non dovrà più costituire un problema. Ciò riequilibrerà le condizioni di offerta residenziale pubblica, interagendo con il mercato e modificando gli esiti di una speculazione che è avvenuta nel recente passato e che ha espulso dalla città le nuove fasce deboli della popolazione: giovani coppie, lavoratori temporanei, studenti, famiglie del ceto medio. Si dovranno incentivare i Contratti Convenzionati di cui alla Legge 431/99. Da ultimo si dovrà intervenire, con una concertazione con le rappresentanze dell’inquilinato, per una modifica dei parametri posti dalla L.R. 10/96 in tema di alloggi E.R.P. Sport Lo sport rappresenta una voce importante della cultura diffusa del nostro territorio e costituisce un patrimonio d’eccellenza. Le strutture e gli impianti sportivi presenti nel territorio comunale di Venezia consentono la pratica di molte discipline sportive, all’aperto o al chiuso. Gli impianti di proprietà del Comune di Venezia, ammontano la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02 a 142, tutti affidati in gestione ad associazioni. Sono 402 inoltre le Società e le Associazioni sportive censite e operanti nella nostra città. Lo sport è strumento attivo di costruzione del welfare cittadino in quanto propositore di valori fondamentali per la promozione di una comunità civile e solidale, quali il rispetto delle regole, il rispetto di sé e degli altri, il fair play, l’impegno individuale e di gruppo, l’inclusione. Importante quindi operare per una ordinaria amministrazione delle infrastrutture sportive esistenti. Inoltre dotare la città di nuove strutture sportive che la possano inserire in un circuito di eventi sportivi e di intrattenimento dai quali oggi è esclusa. Una città “sana” promuove lo sport soprattutto come fattore culturale ed esistenziale capace di promuovere una positiva ed equilibrata cultura del corpo, dell’uso del tempo e dello spazio, e delle stesse relazioni umane e sociale. Vanno perciò potenziate le reti di base per le attività sportive alla portata di tutti, favorendo le pratiche più accessibili alla generalità dei cittadini di tutte le età e incentivando, fin dalla prima infanzia, l’educazione sportiva. Vanno sostenute le attività tradizionali, favorendone le aggregazioni e le strutture (come nell’esperienza storica delle remiere lagunari o nel caso del Polo Nautico, sportivo e del tempo libero di Punta San Giuliano, che va completato come previsto dall’originario progetto del Parco, con un ruolo fondamentale dell’intervento pubblico che confermi al centro dell’esperienza il ruolo delle società che, in tanti anni, hanno garantito la vitalità dell’area). Vanno anche sostenute le grandi società che, negli sport più diversi, esprimono livelli d’eccellenza (dal basket al calcio, dal rugby al tennis al la famiglia, solidarietà e sicurezza # 02 nuoto all’atletica al ciclismo), schierando decisamente l’amministrazione al loro fianco nel potenziamento delle prestazioni e delle strutture. Azioni .............................................................................. •potenziare i provvedimenti non solo di natura economica, di sostegno e accompagnamento alle famiglie; •connettere ancora più efficacemente i servizi istituzionali al fine di rispondere ai diversi bisogni dentro una logica di pari opportunità; •realizzare sportelli decentrati per aiutare le famiglie e orientarsi rispetto alle necessità; •promuovere politiche a favore delle famiglie come pari opportunità e non come intervento assistenziale: microcrediti, agevolazioni tariffarie; •sostenere la genitorialità per giovani coppie; •azzerare le liste d’attesa negli asili nido, favorendo anche la creazione di nidi aziendali e negli uffici pubblici; •mettere a sistema le IPAB perché possano diventare una risorsa disponibile e organizzata per tutto il territorio e per tutti i cittadini; •studiare la fattibilità e la realizzazione di aziende di servizi sociali che permettano il finanziamento parziale di alcuni servizi al cittadino in modo da ridurre la compartecipazione dell’utente ma nello stesso tempo garantire in quota parte un finanziamento autonomo di alcuni servizi; •diversificare progressivamente le fonti di finanziamento attraverso il coinvolgimento, in una logica da “Fondazione di comunità”, di tutti i Comuni che fanno parte dell’area metropolitana veneziana (oltre quindi i confini dell’ULSS 12 ma in un nuovo ambito di cui vanno definiti confini e regole, anche attraverso la costruzione di forme consortili sperimentali); •coinvolgere il sistema di Welfare comunale e metropolitano delle Fondazioni operanti nel nostro territorio (priorità del Welfare rispetto ad operazioni immobiliari o speculative, ed effettiva collaborazione rinunciando ad iniziative non coordinate), del mondo del Credito in senso più ampio e del mondo dell’Impresa Privata; •investire sulla formazione, per migliorare ulteriormente la qualità dei servizi, tramite il riconoscimento dei saperi e delle competenze presenti nel lavoro degli operatori pubblici (Comune e ULSS) e del Terzo Settore, attraverso un forte investimento su momenti di formazione condivisa, sullo scambio delle esperienze, sulla rotazione tra servizi e settori d’intervento diversi per evitare l’effetto “burn out”; •presentare la candidatura per le Olimpiadi 2020 già avviata come occasione per completare tutte le strutture già previste, in primis lo stadio, e compiere un salto di scala e di qualità all’altezza di una grande città metropolitana; •costruire il polo nautico a San Giuliano, unitamente a strutture pubbliche che permettano un facile accesso all’acqua dalla gronda lagunare 29 l’ambiente l’ambiente l’ambiente # 03 Venezia deve essere una città in cui le trasformazioni territoriali e urbane accompagnano e coniugano le opportunità di sviluppo con l’impronta verde, per creare la città ecologica e sostenibile. La riqualificazione ambientale del nostro territorio deve essere strumento per lo sviluppo e l’occupazione, oltre che per un miglioramento della qualità della vita. Un dato da tenere presente nella compensazione a livello nazionale di scelte future per gli investimenti e l’insediamento di nuove strutture è la presenza nel territorio comunale di importanti impianti di produzione di energia elettrica e del rischio di avere nel nostro territorio nuovi impianti nocivi. Venezia deve diventare una città punto di riferimento a livello europeo e mondiale nel settore “green”, sia nella economia verde come nel benessere ambientale. Per far questo i prossimi 10 anni saranno fondamentali, attraverso politiche integrate promosse dall’Amministrazione comunale, concentrate sui seguenti obiettivi: •Venezia, prima città completamente sostenibile a livello europeo e mondiale •bonificare i siti inquinati •mobilità sostenibile •rottamare gli edifici per una migliore efficienza energetica •aumentare il benessere ambientale •valorizzare l’enorme patrimonio di saperi locali in materia di ambiente Venezia, prima città completamente sostenibile a livello europeo e mondiale Venezia può proporsi come la prima città completamente sostenibile a livello europeo e mondiale. In questo quadro, che può essere realizzato anche attraverso il Parco della Laguna, può ulteriormente consolidare, il connubio tra città di terra e città d’acqua deve diventare un unicum tale da fare di Mestre, nuova e bella, una reale e moderna continuazione della città antica. Questo obiettivo tiene insieme quasi tutto: l’ambiente, la qualità della vita, lo sviluppo dei fattori produttivi, la cultura, la riconversione di Porto Marghera, gli equilibri finanziari. Una delle città più belle del mondo, che nel passato ha saputo mirabilmente tenere insieme la salvaguardia del suo ambiente naturale (da cui dipendevano la vita e le fortune della città) con la crescita urbana e l’antropizzazione dei suoi luoghi di fondazione, oggi e per il futuro può riprendere la leadership mondiale nella conservazione creativa degli equilibri ambientali. Venezia può diventare capitale delle politiche ambientali e porsi al centro di grandi progetti europei ed internazionali. L’ambiente può diventare il motore nuovo delle politiche urbane. Questo obiettivo è raggiungibile attraverso la messa in campo e il coordinamento di una grande quantità di azioni specifiche e di risorse umane e materiali, che, tutte assieme, potranno costituire il principale fattore innovativo e di forza della nostra città. Bisogna investire politicamente, culturalmente e materialmente su questo obiettivo. Per indicare la complessità e, nello stesso tempo, la praticabilità di 33 queste azioni ne forniamo un elenco indicativo. Accanto a questo, Venezia deve avviare politiche di identificazione di simboli forti di questa trasformazione. I simboli per una città ecologica, vista la loro collocazione geografica e le possibili funzioni che possono esprimere, sono senza dubbio Forte Marghera e l’isola della Certosa. Il primo costituisce il fulcro di una riqualificazione che riunisce realtà diverse e connette terraferma e laguna. Attualmente è in fase di definizione un progetto per garantirne il recupero. La seconda ha già avviato un primo insediamento di attività pregiate che possono essere implementate affinché l’isola sia da ponte per un nuovo raccordo tra la laguna nord e la città storica. 34 Bonificare i siti inquinati Rivedere le modalità per la bonifica dei siti inquinati in area SIN è una priorità per rilanciare bonifiche. Accanto a questa operazione va rilanciata una cura diffusa di un territorio così complesso come quello veneziano caratterizzato da un connubio di acqua e terra che richiede un’attenzione quotidiana. È necessario rivedere la legislazione speciale per ridare maggiori poteri al Comune di Venezia e al suo Sindaco, che (in forza della sua natura di Organo democraticamente eletto e controllato) deve vedere riassunti in sé competenze di gestione diretta oppure di surroga in caso di inerzia dei diversi Enti che incidono sul territorio lagunare per sbloccare il nodo delle bonifiche. Oggi sono necessari almeno due anni per insediare una nuova attività a Porto Marghera e 11 passaggi amministrativi; l’obiettivo l’ambiente # 03 è accorciare i tempi di autorizzazione dei progetti di bonifica e rivedere i meccanismi per il risarcimento dei danni ambientali. Potenziare la mobilità sostenibile Portare a termine il lavoro sulla mobilità sostenibile essenziale per raggiungere obiettivi quali il contenimento dell’inquinamento da polveri sottili e in genere rendere la città più vivibile grazie all’abbattimento del traffico d’acqua e di terra puntando sulla mobilità a due ruote e su quella a rotaia. Una mobilità efficiente è essenziale perché Venezia diventi autentico perno di un sistema metropolitano. Per far ciò bisogna potenziare i diversi progetti di mobilità sostenibile già in atto, chiudere i lavori del tram e raccordare la mobilità locale con quella d’area vasta con una bigliettazione integrata. Inoltre cominciare i lavori del tram verso Venezia e della sublagunare per portare una nuova mobilità anche nella città d’acqua così da ridurre drasticamente il traffico acqueo. Rottamare gli edifici per una migliore efficienza energetica Intervenire nell’edilizia pubblica e privata per contenere il dispendio energetico. A Mestre intervenire per il miglioramento delle caratteristiche qualitative e dell’efficienza degli alloggi costruiti tra il 1946 e il 1971 che oggi si trovano in mediocri o pessime condizioni di conservazione (circa 80 mila alloggi); promuovere un piano di demolizioni e ricostruzioni che sostituisca “prodotti edilizi pubblici”, edificati tra il 1946 e il 1981. Incentivare l’utilizzo di pannelli fotovoltaici anche in città storica come l’ambiente # 03 altri interventi di efficienza energetica; introdurre l’obbligo di costruire il nuovo nella classe energetica A. Secondo recenti studi ciò potrebbe generare nella sola Mestre un giro d’affari di circa 800 milioni di euro con ricadute occupazionali elevate (circa 7.000 addetti) oltre a una riduzione di emissioni di CO2 del settore residenziale del 17%. Aumentare il benessere ambientale I fattori che possono determinare il benessere urbano infatti sono molti: rapporti sociali, accessibilità fisica (mobilità urbana) ed economica (livello dei redditi) a determinati servizi urbani e a condizioni di lavoro soddisfacenti, varietà di opportunità di lavoro, ricreazione, cultura, ecc. abbinate a condizioni fisiche ambientali (qualità dell’aria e dell’acqua, raccolta rifiuti, ecc.). Questi ultimi sono il benessere ambientale. Per migliorare il benessere ambientale si può intervenire almeno su 3 fronti: •riduzione delle perdite idriche (Vesta è al 30%); •incremento della raccolta differenziata (la media provinciale è oltre il 40%, Venezia si ferma al 35%); •implementazione del bosco di Mestre (che oggi ha un’estensione di 225 ha, tra le più estese d’Europa) verificando la possibilità di accordo e incentivazione economica con i privati proprietari dei fondi per l’estensione della superficie boschiva; •prosecuzione e progressivo completamento, chiamando Regione e Stato a concorrere alla spesa, del quadro degli interventi e delle opere infrastrutturali per la riduzione del rischio idraulico nella terraferma; •prosecuzione nell’opera di gestione dei parchi per migliorarne la fruizione da parte dei cittadini; Valorizzare l’enorme patrimonio di saperi locali in materia di ambiente Venezia è stata sempre un immenso deposito di conoscenze la cui dimensione locale non ha mai avuto niente di “localistico”, essendo parte di una conoscenza complessa, interdisciplinare, capace sempre di visione globale, di discernere le interrelazioni tra il luogo e il mondo più vasto. L’Università e altre istituzioni culturali e centri di ricerca veneziani, che hanno ulteriormente sviluppato questo approccio, sono parti fondamentale di questa rete di conoscenza e intervento ambientale. Va valorizzato questo enorme patrimonio di saperi locali in materia di ambiente, chiamando, quando necessario e opportuno, esperti di livello mondiale da affiancare alle competenze presenti sul territorio, per produrre progetti e regole che contribuiscano all’azione di governo, mobilitando nella fase di decision making i molteplici attori locali (pubblici e privati) al fine di uno sviluppo armonico della città come bene comune. Azioni .............................................................................. •riattivare l’Agenzia per l’Energia, facendone una vera e propria agenzia locale per lo sviluppo delle fonti rinnovabili, con l’obiettivo di una riconversione energetica dell’intero sistema cittadino anche con interventi mirati di sostegno e incentivazione alle famiglie e 35 36 imprese che scelgano il ricorso al solare e avviando ricerche e sperimentazioni per lo sfruttamento dell’energia delle maree, della geotermia e l’utilizzo del teleriscaldamento quando possibile; •potenziare l’Istituzione del Bosco di Mestre e verificare le forme di gestione del patrimonio lagunare; •sviluppare un programma di formazione degli attori dello sviluppo sostenibile, nonché una azione capillare nelle scuole riguardo l’educazione ambientale; •candidare la città a riferimento internazionale dello sviluppo delle politiche urbane sostenibili presso le sedi competenti europee e internazionali; •ribadire la scelta di Venezia come candidata a ospitare il Tribunale internazionale dell’Ambiente; •avviare un processo di attrazione a Marghera di aziende che operano sui processi di risparmio energetico; •valorizzare il distretto dell’Idrogeno quale fonte energetica alternativa (anche valorizzando la ricerca di combustibili alternativi/ green oil) anche per la mobilità urbana; •valorizzare VEGA e i meta distretti in esso presenti (es. METAS) realizzando un incubatore dedicato a queste aziende per lo sviluppo di progetti energetici innovativi; •favorire l’apertura al VEGA di centri di ricerca esclusivamente dedicati alla sostenibilità ambientale e all’innovazione energetica, veicolando i fondi di Veneto Sviluppo su questo settore; •diffondere in modo massiccio l’energia solare secondo le tecniche l’ambiente # 03 più innovative che saranno disponibili nel momento di realizzazione del programma, attraverso innovativi sistemi di finanziamento oggi promossi dalla BEI; •verificare l’opportunità di realizzazione e di applicazione in ambito urbano di nuove reti capaci di integrare fonti diverse, rinnovabili e non, distribuite lungo il percorso e di altre fonti di energia di recupero stimarne i benefici ambientali, in termini di riduzione delle emissioni per unità di energie prodotta, ed economici, in termini di riduzione dei costi; •valorizzare il patrimonio naturalistico, rinaturalizzando i corsi d’acqua e realizzando il grande progetto del Vallone Moranzani; •rendere permeabili tutti i suoli urbani attraverso specifici interventi e regolamenti; •limitazione dell’espansione edilizia (a parte quella già consolidata nei piani) ed introduzione di norme che obblighino tutti i futuri edifici alla categoria A, promuovendo per i nuovi insediamenti l’autonomia energetica e incentivando la sostituzione o la ristrutturazione degli edifici obsoleti costruiti tra gli anni ’50 e ’70; •pedonalizzare Mestre in modo sempre più ampio, garantendo sistemi di mobilità sostenibile associato ad un adeguato sistema di parcheggi a servizio delle aree pedonalizzate e del centro commerciale naturale del centro di Mestre; •100% di raccolta differenziata. il territorio il territorio il territorio # 04 Il Comune di Venezia costituisce il cuore di un sistema metropolitano ricco di valenze di primaria importanza a scala regionale, nazionale e internazionale. In questo sistema, il Passante di Mestre ha di fatto ridisegnato il rapporto tra la città e il territorio, aprendo a nuove opportunità di sviluppo e di definizione di un ruolo per la città d’acqua e per quella di terraferma. Mestre e Marghera sono nodi strategici della riconfigurazione del territorio veneto intorno ad alcuni assi specifici di sviluppo, peraltro ben evidenziati nel PTRC. Venezia, attraverso nuovi sistemi di connessione urbana e di mobilità, deve essere collegata in modo più coeso con il resto del territorio comunale e di area vasta. Il sistema della mobilità, l’accessibilità, la residenzialità, l’ambiente, sono tutti fattori che possono garantire pari opportunità e sviluppo territoriale. Per sviluppare al meglio le potenzialità che questo territorio esprime, l’impegno programmatico e organizzativo dell’Amministrazione comunale deve orientarsi sui seguenti punti: •sviluppo della residenzialità •miglioramento dell’accessibilità e della mobilità •waterfront •spazi pubblici •qualità urbana •rigenerazione urbana Sviluppo della residenzialità Perché la città sia al centro del sistema metropolitano è necessario accrescerne l’attrattività sociale ed economica. Città antica e terraferma da un lato perdono residenti, ma da un altro acquistano famiglie. Significa che è in atto un processo di trasformazione della società, che va seguito, intervenendo con strumenti innovativi per rispondere alla domanda residenziale della classe media, in questi anni espulsa per motivi essenzialmente economici e speculativi, dal mercato immobiliare cittadino. Una città che perde il suo ceto medio è una città fragile. Il punto centrale di questa nuova fase devono essere i residenti, cui vanno offerte abitazioni adeguate, servizi alla persona efficienti e un ambiente urbano sano, funzionale e bello. A questo scopo, i programmi urbanistici e architettonici che vanno affrontati sono: •l’incremento dell’offerta residenziale in tutta la città investendo nell’ammodernamento del patrimonio abitativo anche attraverso il sostegno alla rottamazione degli edifici obsoleti esistenti; •la valorizzazione dell’offerta residenziale pubblica attuando un ammodernamento del patrimonio, l’incremento della sua consistenza – attraverso le operazioni di social housing e cohousing promosse dell’amministrazione – e la razionalizzazione della gestione del patrimonio pubblico; •la rete dei servizi alla persona essenziali per la residenzialità: una struttura commerciale di vicinato efficiente, capillare e moderna, strutture scolastiche e sportive, luoghi di incontro per tutte le fasce d’età; •la mobilità come diritto di accesso da e per tutte le parti del territorio, in tutte le fasce orarie, per tutte le età e in condizioni di sicurezza; •l’innalzamento della qualità urbana valorizzando lo spazio pubblico come luogo di aggregazione (piazze, parchi, giardini, etc.) capace di 41 portare a unitarietà tutte le parti della città; •programmare la mobilità dei pedoni con riguardo ai bambini e alle persone con difficoltà deambulatorie permanenti o temporanee per rendere la città sicura e accogliente per tutti. 42 Miglioramento dell’accessibilità e della mobilità Le infrastrutture per la mobilità pubblica e privata devono offrire un servizio sicuro e capillare, che consenta agli abitanti di tutte le fasce di età di muoversi nella città in modo rapido e sicuro. Gli spostamenti collettivi e singolari toccano l’unica risorsa non riproducibile delle persone: il loro tempo, cioè i segmenti della loro vita. Adeguate politiche di mobilità innalzano la qualità di vita. L’SFMR e il Tram costituiscono oggi la spina dorsale di una nuova rete di Trasporto Pubblico Locale che consentirà movimenti rapidi e sostenibili. La riduzione dei tempi avvicinerà luoghi e persone. Il nuovo scenario della mobilità consentirà un uso urbano della Tangenziale, modellandone di conseguenza la stessa struttura per renderla più permeabile alla mobilità cittadina. La nuova architettura trasportistica deve dar vita a veri e propri “corridoi ecologici” ciclabili e pedonali che rendano la città ecologica una realtà nella vita quotidiana. Lido e Pellestrina per la loro conformazione possono divenire esempi di trasporto sostenibile pensando a forme di mobilità ad “inquinamento zero”. Un obiettivo ambizioso è la creazione di un sistema di trasporto integrato che interessi ferro-gomma e la conseguenza non può che essere l’effettiva integrazione, anche societaria, fra tutte le aziende che operano nel trasporto pubblico a scala metropolitana, al fine di il territorio # 04 giungere al biglietto unico di viaggio per tutti i sistemi della mobilità urbana e metropolitana. Sviluppo del waterfront L’area del Vega nella prima zona industriale e dell’università in via Torino sono parte integrante del waterfront della Metropoli che rappresenta la più grande risorsa del territorio e presenta due polarità forti: Porto Marghera e l’aeroporto con il Quadrante di Tessera. In mezzo c’è il waterfront urbano che mette in comunicazione la terraferma con la città storica, attraverso l’asta di via Torino, del Parco di San Giuliano e del Forte Marghera. Il futuro del waterfront passa attraverso il ripensamento dell’area di Porto Marghera, che comporta come primo atto la bonifica dei siti contaminati. l’altro polo forte del waterfront sta crescendo all’estremità opposta, a Tessera dove accanto all’aeroporto è previsto il nuovo quadrante, un piano di sviluppo urbanistico che comporta la realizzazione della cittadella dello sport con il nuovo stadio, la nuova sede del casinò - non più rinviabile, pena la perdita non più recuperabile di clientela - e di un’area riservata al terziario e al direzionale, con una volumetria che andrà ridefinita dall’amministrazione comunale. Spazi pubblici L’uso e l’occupazione degli spazi pubblici è, soprattutto nella città storica, una delle conseguenze negative della pressione turistica e del suo sfruttamento selvaggio. I regolamenti sono destinati a fallire o ad essere distorti dalle interpretazioni. Occorre un piano che, il territorio # 04 appoggiandosi alla normativa nazionale derivata dal Codice dei Beni Culturali (2004), indichi fisicamente nel dettaglio dove e come può essere utilizzato lo spazio pubblico, tutelando in modo rigoroso le zone sensibili dal punto di vista storico/artistico (per esempio il ponte di Rialto, gli accessi a musei, chiese, palazzi, i monumenti), sociale (per esempio gli accessi alle abitazioni, i percorsi pedonali) e del rispetto della vivibilità (inquinamento acustico, compatibilità con la residenza). Si tratta di un’operazione lunga ma semplice che, pur rispettando le attività economiche che legittimamente ne sfruttano le opportunità, porterà risultati concreti in termini di vivibilità e di decoro e contribuirà a riconciliare la frattura tra chi vive di e per il turismo e chi svolge altre attività. In Terraferma, l’intervento sugli spazi pubblici deve essere in grado di innalzare la qualità urbana, incentivando il commercio urbano, favorendo la socialità in condizioni di sicurezza e quindi, nel complesso, contribuendo ad attrarre nuova popolazione giovane e attiva in una città più vivibile, sana e confortevole. raccolta delle acque, ecc.); sviluppando la mobilità ciclopedonale e costruendo spazi pubblici aperti che favoriscano la socialità in condizioni di sicurezza (come avviene nella città antica), un’architettura e una qualità urbana complessiva che intrecci nuovi simboli e funzioni contemporanee (le opere dei grandi architetti, lo sviluppo verticale che recuperi spazi al suolo per l’ambiente e la socialità, la qualità degli spazi pubblici e privati). Una buona qualità urbana dipende anche dalla valorizzazione di una buona rete commerciale interna alla città. In questo senso bisogna sostenere il commercio urbano, sia con azioni di promozione diretta sia riqualificando l’intero contesto in modo da favorirne una maggiore capacità di attrazione di visitatori e di fruizione da parte degli stessi residenti. Preliminare e complementare a ciò è il blocco della proliferazione dei grandi centri commerciali all’interno e all’esterno della città, che stanno soffocando la rete commerciale urbana presa d’assedio da strutture lasciate crescere da una selvaggia deregulation normativa soprattutto a livello regionale. Qualità urbana La qualità dell’offerta residenziale è un tema che deve essere al centro delle politiche di intervento dell’Amministrazione comunale. Il cuore della città metropolitana deve arrestare i meccanismi di svalutazione del suo tessuto residenziale. Bisogna lavorare in modo sistematico alla ricerca del bello e del funzionale: realizzando un progetto che interessi tutta la città; favorendo le architetture contemporanee di qualità concepite secondo i principi della sostenibilità (materiali, autonomia energetica, Rigenerazione urbana In questo quadro complessivo si inseriscono i grandi progetti di rigenerazione urbana, sui quali l’Amministrazione comunale deve investire tutte le sue forze: •Porto Marghera è la grande officina e il laboratorio del nostro futuro, dove il Comune deve promuovere politiche di difesa del lavoro, attraverso la bonifica e la messa in sicurezza delle aree libere e liberabili, che significa recuperare grandi spazi per il futuro, senza 43 44 compromettere altre aree di pregio ambientale estendendo le attività già insediate al parco scientifico-tecnologico, specialmente le più innovative, potenziare e qualificare la logistica, sostenere la portualità, verificare la possibilità di trasferire il porto passeggeri nella zona industriale di Porto Marghera, realizzare il waterfront (tra san Giuliano, Venezia e il mare), significa orientare l’evoluzione del polo industriale preparando concretamente le alternative alle produzioni in crisi o nocive e attirando nuovi investimenti; •da anni si dice che l’Arsenale costituisce il più importante fattore di rilancio economico e culturale della città storica. In realtà l’Arsenale continua ad essere un luogo chiuso, fondamentalmente sottratto alle scelte che la città ha tentato di fare su di esso. Venezia vive l’assurda contraddizione che una delle sue parti storicamente più significative e certamente quella di maggiori dimensioni è nelle mani di funzionari dello Stato, che appartengano al Ministero della Difesa (Marina Militare) o a quello delle Finanze (Agenzia del Demanio), o ai loro ministri di riferimento. La prossima Amministrazione Comunale di centrosinistra si impegna a definire con il Governo centrale del Paese i criteri per la sua restituzione alla città come prerequisito di ogni politica sull’Arsenale; •Forte Marghera è cerniera tra città d’acqua e città di terra, luogo da rigenerare in base alla sua vocazione storica, culturale e ambientale, all’interno di una politica di riqualificazione dei forti e del sistema trincerato di Mestre, da valorizzare assieme alle associazioni che in questi anni ne hanno curato l’uso e la riappropriazione alla il territorio # 04 cittadinanza di questi spazi oggi vitali per funzioni inclusive, sociali e di svago. Forte Marghera è luogo che dovrà trasformarsi secondo un approccio compatibile e sostenibile, mediante un grande progetto in partnership con i privati, ma anche con un processo di partecipazione della popolazione e delle cittadinanza alle scelte, ovvero attraverso un processo partecipato che consegni la trasformazione dell’area ad un vero e nuovo rapporto tra amministrazione e cittadino di fronte a scelte decisionali così importanti in un luogo strategico per lo sviluppo della città - sia per quella d’acqua che per quella di terra; •aree dismesse diffuse: è necessario continuare il lavoro di recupero di tutte le aree edificare che per le più diverse ragioni divengono dismesse o fortemente sottoutilizzare per completare il grande lavoro fatto nella rigenerazione delle aree dismesse in tutto il territorio (dal 1993 ad oggi sono stati recuperati 3 milioni di mc di edifici dismessi oggi destinati a nuove attività produttive, terziario avanzato, residenze, commercio, ecc); Azioni .............................................................................. •incrementare l’offerta residenziale in tutta la città; •valorizzazione l’offerta residenziale pubblica: ristrutturare e modernizzare il patrimonio, incrementare la sua consistenza, razionalizzazione la gestione; •sviluppare una rete commerciale efficiente, capillare e moderna; •incrementale la mobilità pubblica come diritto di accesso da e per tutte le parti del territorio, in tutte le fasce orarie, per tutte le età e in il territorio # 04 condizioni di sicurezza; •innalzare la qualità urbana valorizzando lo spazio pubblico come luogo di aggregazione (piazze, parchi, giardini, etc.) e di identità urbana; •migliorare la continuità e la sicurezza della mobilità pedonale con particolare riguardo ai bambini e alle persone con difficoltà deambulatorie; •completare la ristrutturazione delle aree di Porto Marghera che possono essere dedicate a usi urbani; •realizzare il Quadrante Tessera, dando priorità alle funzioni pubbliche del nuovo stadio, della nuova sede del casinò, dei terminals di interscambio e verificando nell’ambito del PAT la sostenibilità per la collocazione delle altre funzioni previste; •avviare, in accordo con l’Autorità Portuale, tutte le procedure urbanistiche per trasferire parte delle attività del Porto Passeggeri nella zona industriale di Porto Marghera; •completare i progetti di trasformazione dell’Arsenale di Venezia anche attraverso la piena applicazione del federalismo demaniale; •completare la realizzazione della cittadella della giustizia e definire il contestuale riutilizzo delle sedi di Rialto per funzioni pubbliche e di scala cittadina; •attuare il recupero di tutte le aree dismesse ancora presenti in tutto il territorio comunale; •completare i progetti di trasformazione di Forte Marghera; •definire il posizionamento della fermata dell’Alta Velocità; •strutturare le stazioni del Sistema Ferroviario Metropolitano come perni dell’organizzazione della mobilità pubblica; •realizzare i terminal di Tessera e di Fusina; •completare il tram portandolo fino a Venezia, all’aeroporto, a Chirignago-Gazzera e a Terraglio-Ospedale-Zelarino; •attuare il sistema metropolitano sublagunare (Tessera-MuranoFondamente Nuove-Lido) subordinandolo alla verifica della sostenibilità economica, ambientale e sociale, da farsi entro i primi 100 giorni di mandato; •completare e estendere la rete dei percorsi ciclabili in relazione alle centralità urbane, alle attrezzature, al sistema del verde e ai nodi d’interscambio (stazioni, parcheggi, ecc.); •diversificare gli accessi alla città storica rispetto alla sola testata di Piazzale Roma; •completare la trasformazione della mobilità automobilistica generata dal Passante, ripensando la strada dei Bivi e la Tangenziale come sistemi di ingresso, attestamento, interscambio e attraversamento dell’area metropolitana e rimodellamento della mobilità interna; •riorganizzare e riqualificare il terminal di Piazzale Roma (flussi e qualità urbana); •completare il biciplan e potenziare bici e car sharing per collegare i centri urbani della costellazione urbana con Mestre. 45 la cultura la cultura la cultura # 05 Venezia e il suo territorio costituiscono uno dei luoghi più ricchi di beni culturali al mondo. Qui cultura e conoscenza rappresentano, da sempre, dimensioni costitutive dello sviluppo sociale ed economico dei suoi abitanti e della qualità urbana. Per il nostro territorio il problema non sta più nella quantità di eventi svolti ogni anno (viaggiamo a una media di 1.800 eventi/anno per oltre 11.000 giorni di programmazione), ma della qualità e delle finalità di quanto viene messo in campo. La città, anche attraverso il ruolo che il suo Sindaco riveste per diritto nelle grandi istituzioni culturali della città (Fondazione Biennale, Musei Civici, Cini, Fenice, ecc), deve mettersi alla guida dello sviluppo del settore cultura, in chiave sociale ed economica. Guardare al futuro valorizzando questo straordinario punto di forza significa promuovere: •la gestione del patrimonio •il rapporto con il sistema turismo •il rapporto con l’industria e l’innovazione •la crescita dell’imprenditoria locale •lo sviluppo dell’alta formazione •la valorizzazione del territorio •l’integrazione sociale Gestione del Patrimonio Il patrimonio storico necessita di continue attenzioni e di interventi costanti per la sua conservazione e valorizzazione. Si tratta di una grande impresa che deve coinvolgere le forze economiche e sociali della città in un rapporto di sinergia con il mondo della ricerca e l’Università. L’ottica è quella di non consumare ciò che ci è stato tramandato dalla storia, ma di conservarlo e di incrementarlo. Diventa poi strategico consolidare l’allargamento dell’idea di patrimonio storico anche alla terraferma completando il processo di recupero e di valorizzazione non solo degli elementi architettonici significativi, ma di tutto l’assetto morfologico del sistema territoriale storico. Oltre al patrimonio più tradizionalmente inteso, va considerata anche l’importanza del numero di spazi pubblici esistenti che vanno ripensati non solo come spazi di distribuzione, ma anche di produzione, spazi di residenza (basti pensare ai teatri) e di “utilizzo misto” che consentano soprattutto alle giovani generazioni di sperimentare la dimensione creativa e produttiva affacciandosi con maggiore ottimismo alle filiere vecchie e nuove dell’industria culturale. Inoltre va proseguita la strada avviata con la Fondazione dei Musei civici veneziani, che deve essere parte integrante di un’alleanza per la città delle arti con gli Enti e le Istituzioni di eccellenza della città, e anche con i privati interessati, per promuovere gli accessi alle collezioni permanenti e alle grandi mostre, studiando nuove forme di fruizione anche a tariffazione integrata. 49 Turismo e cultura Venezia deve uscire dalla logica di una valorizzazione del patrimonio esistente come mero addentellato di servizio al settore turistico: la vocazione culturale della città deve essere sostenuta e gestita in parallelo a quella turistica nell’ambito di una visione al tempo stesso internazionale e territoriale (sinergie con artigianato, formazione, tutela del patrimonio, ecc). 50 Cultura, industria e innovazione La città e il suo territorio rappresentano l’ambito perfetto per favorire il rafforzamento e stimolare l’insediamento di imprese per la produzione culturale, creando le condizioni per l’istituzione di un vero e proprio distretto culturale evoluto dove la collaborazione di tutte le istituzioni presenti dia vita a un progetto di città fondato sulla cultura, nel pieno riconoscimento delle sue prerogative anche produttive e occupazionali. Questa valorizzazione dell’eccezionale concentrazione di beni e attività culturali presenti nel territorio porta all’attivazione di economie che consentono il ripopolamento (in termini di persone e di attività) sia della città storica che della città di terraferma e dell’estuario con ricadute notevoli, soprattutto qualitative, sull’indotto turistico e sui servizi che la città offre, mettendoli all’altezza delle sue reali possibilità. Venezia può e deve rifiutare il ruolo di sola vetrina di eventi per promuovere processi produttivi propri, capaci di valorizzare le eccellenti competenze del territorio, e misurarsi in maniera competitiva nei settori la cultura # 05 tradizionali dell’offerta (cinema, teatro, musica, arti, artigiantato) così come in quelli più innovativi (internet, produzioni digitali ecc.). In questo senso, vanno certamente meglio riconosciute e valorizzate le capacità e potenzialità imprenditoriali delle imprese e dei soggetti collocati nel territorio veneziano, che già oggi operano con successo nel campo della produzione dei servizi legati alla cultura. Tra questi ultimi va costruita una stretta relazione con tutto il settore dell’artigianato di qualità che da sempre rappresenta un’espressione di eccellenza della cultura materiale della città: maestri vetrai, maestri d’ascia, falegnami, fabbri, marmisti, decoratori, ecc) Coniugare cultura industria e innovazione favorisce un legame sempre più stretto tra esperienze della creatività, della tecnologia e dell’alta formazione ed il mondo dei significati che l’arte promuove Le imprese innovative del Nord Est con la loro capacità di combinare in modo originale creatività, capacità di design, abilità nella comunicazione rappresentano il fattore di crescita che l’economia del nostro territorio possiede e che merita oggi di essere sviluppata in una prospettiva di maggiore internazionalizzazione. Per realizzare tutto ciò il Veneto ha bisogno di una Venezia capitale, capace essa stessa di parlare e praticare i linguaggi dell’innovazione artistica e culturale con le sue istituzioni di eccellenza – la Biennale, le Università, le Fondazioni di prestigio internazionale, i Teatri - e la sua rete di intellettualità diffusa artisti, associazioni, operatori ecc – testimonianze di un substrato forte e articolato. la cultura # 05 Alta formazione Il territorio veneziano è proiettato verso il futuro e sente forte l’esigenza di concentrare le proprie attenzioni sul contemporaneo per rispondere alle esigenze di rinnovamento culturale, sociale ed economico e come strumento per rendere più comprensibili e condivise le proprie trasformazioni interne. Per rafforzare il ruolo di Venezia nella società contemporanea nazionale e internazionale è necessario stringere un nuovo patto tra la città e tutte le istituzioni che si occupano direttamente o indirettamente di formazione di alto profilo: Università (Ca’ Foscari, IUAV, Venice International University, Accademia delle Belle Arti, Conservatorio ecc), Fondazioni di prestigio internazionale (Biennale, Cini, ecc), Teatri. Obiettivo di questo patto è di fare di Venezia un luogo di crescita e di attrazione di giovani artisti, ricercatori e creativi attraverso un’offerta formativa articolata e altamente qualificata, residenzialità a costi accessibili (temporaneamente e/o stabilmente), opportunità per confrontarsi, socializzare e inserirsi nel mondo lavorativo locale. L’Amministrazione Comunale deve rinforzare il sostegno, la promozione, e il presidio continuo degli esiti delle attività collegate all’alta formazione, utilizzando e valorizzando le molte risorse umane presenti nel territorio e chiamando a collaborare da ogni parte del mondo le professioni mancanti o utili. Rafforzare la base delle strutture territoriali dedicate alla cultura diventa in questo quadro un punto strategico. Il sistema della biblioteche deve essere al centro delle attenzioni e degli investimenti della pubblica amministrazione come luoghi di democrazia culturale, estendendo a tutte le strutture del sistema bibliotecario l’orario di apertura lungo su un nastro di 6 giorni su 7 e incrementando ad almeno 500.000 i volumi disponibili. Esse vanno gestite come un sistema a rete con al centro una grande struttura in grado di essere un riferimento di scala metropolitana e regionale e interpretate come occasioni di fertilizzazione del tessuto sociale di tutto il territorio e di riqualificazione urbana (urbanistica/ architettonica). La nuova biblioteca di Villa Erizzo è solo la prima parte della grande e nuova biblioteca che va realizzata. Valorizzazione del territorio L’articolazione del territorio veneziano consente di diversificare l’offerta di strutture e servizi e sviluppare alcune specializzazioni che concorrono a sostanziare il “Distretto della Cultura” come bene comune. Le principali aree da sviluppare e valorizzare nei prossimi anni sono: •Marghera, il luogo della ricerca scientifica e tecnologica, può sviluppare spazi da destinare a laboratori, atelier, campus, villaggi per giovani artisti e centri di produzione; •Forte Marghera, come luogo cerniera tra la città d’acqua e di terraferma presenta una forte vocazione alla collocazione di attività originali a scala metropolitana; •la “dorsale dell’arte” che si è affermata tra l’Accademia e Punta della Dogana può sviluppare ancora molti spazi oggi sottoutilizzati; •l’Arsenale, come luogo consolidato della rappresentazione dell’arte contemporanea legata alla Biennale e come luogo di collocazione di 51 52 nuove imprese legate alla ricerca e all’innovazione nel campo culturale; •nella Città Antica, dove unitamente al calo demografico si è assistito alla progressiva espulsione di attività anche culturali non strettamente connesse all’uso turistico (sale cinematografiche, luoghi per la musica del contemporaneo, ecc), vanno create le condizioni per gli investimenti in questa direzione e va portata a termine l’opera di risanamento avviata dalle precedenti amministrazioni di centrosinistra. Laddove l’intervento pubblico sia l’unica condizione di mantenimento dell’offerta ne va ribadita l’assunzione, anche con riferimento al completamento degli investimenti intrapresi; •a Mestre va portato a compimento il distretto culturale di Mestre, attorno ai poli del Teatro Toniolo, del Centro Culturale Candiani, di Villa Settembrini, dell’ex scuola De Amicis, di Villa Erizzo, sede della nuova grande biblioteca cittadina e, soprattutto, del grande progetto museale nell’ex Distretto di via Poerio: l’M9 quale luogo di produzione culturale e non di mera fruizione ad arricchimento e completamento di un distretto destinato a svolgere un ruolo di rigenerazione economica del centro di Mestre; •va promossa e incentiva la rete associativa di produzione e promozione culturale diffusa della città, garantendo la messa a sistema delle diverse iniziative e consolidando l’offerta spettacolare e di eventi degli auditorium di Municipalità; •i numerosi spazi pubblici esistenti vanno pensati non solo come spazi di distribuzione, ma anche di produzione, spazi di residenza (basti pensare ai teatri) e di “utilizzo misto” che consentano soprattutto la cultura # 05 alle giovani generazioni di sperimentare la dimensione creativa e produttiva affacciandosi con maggiore ottimismo alle filiere vecchie e nuove dell’industria culturale. Azioni .............................................................................. •Costruire il Patto della cultura. Promuovere un accordo tra le Università, l’Accademia, il Conservatorio, tra queste e gli istituti culturali cittadini, tra queste e i luoghi di produzione avanzati (Vega, Consorzio, distretti dell’idrogeno, digital-mediali, della cultura e così via) per ri-orientare l’attività dell’Università per aprirla e, usando un non bellissimo neologismo, glocalizzarla (legarla al territorio e internazionalizzarla); •Aumentare i luoghi di residenza per studenti, ricercatori, artisti (foresterie, case delle studente, ecc). Rafforzare le istituzioni che si occupano di residenzialità studentesca perché prendano in carico la risposta alla domanda reale e potenziale di residenzialità temporanea a Venezia proveniente da tutte le istituzioni che agiscono in città (Università, Fondazioni, Istituti di ricerca). La città storica è un campus universitario naturale; la città di terraferma può sviluppare un’offerta qualificata e moderna; •Ridefinire la spesa pubblica separando cultura e turismo. Organizzare entro un anno dall’insediamento nuove modalità di trasferimento fondi sul modello di quanto avviene nell’Unione Europea per ottenere maggiore trasparenza e misurabilità dei risultati; •Musei gratuiti per i residenti e i giovani. Attivare politiche di la cultura # 05 accessibilità per i residenti e i giovani agli eventi culturali cittadini e sviluppare specifici programmi, non residuali, verso le scuole da parte degli istituti culturali cittadini, dalla Fenice, alla Biennale, alla Fondazione Cini, al Centro Candiani ecc.; •Promuove Venezia capitale della cultura europea 2019. Cogliere l’occasione per promuovere la cultura come settore discriminante di sviluppo e competitività, quindi di innovazione e di affermazione di Venezia come luogo della produzione culturale con una forte promozione di tutto il tessuto imprenditoriale locale; dai settori legati alle nuove tecnologie agli artigiani che conservano il meglio di una cultura millenaria. La candidatura della città sarà strumento e obiettivo per una riconfigurazione e rafforzamento degli ambiti culturali del territorio, della sua residenza, della sua produttività e delle ricadute positive che tutto questo sarà in grado di generare, incluso il rafforzamento di quel ruolo di capitale del Nord-Est di cui l’imprenditoria veneta ha necessità; •Consolidare la Venice Film Commission. Rafforzare il settore della produzione audiovisiva e sviluppare apposite intese con la Regione Veneto, anche alla luce della recente legislazione regionale in materia, che forte impulso ha inteso dare a tali attività, a partire dalla costituzione di un polo produttivo a Porto Marghera; •Promuovere la cultura come motore dell’integrazione. Integrare i nuovi abitanti del nostro territorio a partire dai banchi di scuola (oltre 2.000 gli alunni stranieri nelle nostre scuole primarie e secondarie in costante crescita) creando sostegni al sistema educativo senza cadere in quote che hanno il sapore del ghetto. Favorire la libera espressione dei migranti immaginando luoghi e momenti particolari; •Verificare l’opportunità di costituire un’Istituzione per la gestione delle biblioteche. Scopo della nuova istituzione è garantire l’efficienza del servizio e la necessaria autonomia del settore; •Rafforzare la Fondazione Musei Civici Veneziani. Valorizzare i fondi esistenti e creare nuove strutture culturali/ricreative a partire dal costituendo distretto culturale di Mestre Centro (quindi nuova biblioteca in villa Erizzo, ammodernamento del Centro Culturale Candiani – già oggi ospita 208 eventi - e inizio dei lavori a Forte Marghera); •Completare il nuovo palazzo per la mostra del Cinema al Lido; • Sviluppare gli Incubatori della creatività. Creare in tutto il territorio strutture che possano ospitare a costi accessibili giovani imprese legate al mondo della cultura sulla scorta di quanto già fatto negli incubatori della Giudecca. 53 l’innovazione l’innovazione l’innovazione # 06 Infrastrutture materiali e immateriali La città ha nell’innovazione tecnologica un motore economico e un’opportunità per allargare e arricchire i diritti di cittadinanza e la qualità della vita dei suoi abitanti. La cultura dell’innovazione deve espandersi in città attraverso la promozione di alcuni settori chiave: •gli incubatori d’impresa; •Vega e Arsenale: i luoghi dell’innovazione esistenti; •le Università; •le infrastrutture immateriali; Gli incubatori d’impresa Lo sviluppo di incubatori d’impresa costituisce un elemento indispensabile sia per stimolare la nascita di nuove imprese che sfruttano e creano l’innovazione, sia per attrarre imprese dagli altri territori. Va creata una rete che, partendo dagli incubatori già operanti alla Giudecca, dalla cittadella della ricerca formata dal VE.GA e dal polo universitario di via Torino, costruisca una filiera che includa tutto il territorio lagunare e di terraferma. Vega e Arsenale: i luoghi dell’innovazione esistenti Il Parco scientifico tecnologico è in forte espansione di spazi e funzioni. Nell’ambito delle attività innovative è auspicabile lo sviluppo nell’area Vega 2 del polo multimediale (cinema e tv) partendo da uno spazio adeguato alla sede Rai di Venezia. A questo si aggiunge l’opportunità di ben impiegare 2,4 milioni di euro stanziati dalla legge regionale per “Interventi per il sistema del cinema e dell’audiovisivo e per la localizzazione delle sale cinematografiche nel Veneto” che prevede, per quanto concerne la localizzazione degli impianti per la produzione cinematografica locale, l’utilizzazione degli spazi di Porto Marghera. In questo senso Vega 2 diventa l’area più idonea a sviluppare il Polo audiovisio della città di Venezia-Mestre. A Venezia diventa sempre più strategico lo sviluppo dell’Arsenale che, accanto alla cantieristica, deve potenziare le funzioni produttive, per essere la “fabbrica” dell’innovazione tecnologica, della creatività e della cultura, secondo i Piani approvati dall’Amministrazione Comunale. La sua storia e il suo enorme spazio (circa un settimo dell’intera superficie della città storica) devono essere riaperti alla città con funzioni pregiate. La nuova normativa nazionale sul federalismo demaniale è un’opportunità che verrà colta dalla futura amministrazione. Le Università Le Università, coerentemente con le scelte di pianificazione del Comune hanno già progettato e realizzato alcuni significativi interventi nell’area di via Torino: il Laboratorio di prove materiali (IUAV) e la Facoltà di Scienze ambientali (Ca’ Foscari), in corso di completamento. Il Piano di Recupero Università prevede la suddivisione dell’intero perimetro in dieci comparti attuativi. Due di essi sono interessati dallo sviluppo di nuovi interventi di residenze universitarie. L’obiettivo è portare in via 57 Torino 2.000 studenti (ossia il 10% dell’intera popolazione studentesca). Il Comune lavorerà per favorire la massima collaborazione tra l’università di via Torino e il Parco scientifico tecnologico che sorge nella stessa area. Una collaborazione che favorirà lo sviluppo del polo dell’Innovazione. 58 Infrastrutture immateriali Il Comune in questi anni ha creduto nel progetto di Cittadinanza Digitale, qualificando Venezia come città europea d’avanguardia, puntando alla cablatura completa del territorio comunale, riconoscendo nell’accesso alla banda larga un diritto fondamentale dei cittadini. Su questa strada andrà potenziato l’utilizzo del web 2.0 per migliorare le performances della Pubblica amministrazione e reso effettivo, in un equilibrato rapporto con i fornitori privati, l’attuale accesso sperimentale gratuito senza fili (wi-fi). Le infrastrutture immateriali (fibre ottiche, banda larga, connessioni Wi-Fi) hanno dimostrato di essere funzionali ad una ridefinizione complessiva di fornitura di alcuni servizi di pubblica utilità, potendo rappresentare anche una occasione di redditività per il pubblico, oltre che un ausilio per l’insieme delle attività produttive diffuse nella città. Azioni .............................................................................. •Sostenere il Parco Scientifico e tecnologico di Venezia. Nell’ambito della prima zona industriale già oggi sono attive 200 società e 2.000 addetti sono impiegati nello sviluppo di ricerca, progettazione e l’innovazione # 06 servizi. Un’area di grande rilancio per l’immagine e l’attività terziaria in un ambito industriale, a tratti dismesso e degradato. •Rafforzare il progetto Venice Connected sia nella sua infrastruttura materiale attraverso la realizzazione di hot spot (oggi 120) sempre più pervasivi sia nello sviluppo di servizi rivolti al residente e al turista. Un progetto che nella sua doppia accezione, infrastruttura per la rete in fibra ottica e wifi e piattaforma tecnologica per fornire servizi ai cittadini e ai turisti, ha già registrato un grande successo: 591.227 visite al sito, oltre 36 mila codici di prenotazione per un acquisto di 171 mila prodotti e servizi, con un incasso complessivo di 3.288.470 euro. •Utilizzare le opportunità tecnologiche fornite da Venice Connected per re-insediare nella città storica funzioni direzionali di pregio, abbattendo di conseguenza il rischio della monocultura turistica. •Sostenere l’Autorità Portuale nella realizzazione del progetto Green Port e eNave. Nell’ambito di una piena collaborazione nello sviluppo del territorio e del benessere dei cittadini tra Comune e Autorità Portuale, va sostenuto il progetto Green Port che intende portare nella gestione del Porto di Venezia le migliori tecnologie per migliorarne l’efficienza energetica: sistemi innovativi di fornitura elettrica in banchina, mobilità elettrica, sviluppo di fonti rinnovabili, all’adozione di sistemi di illuminazione a led a basso consumo. Il progetto eNave prevede la realizzazione di una serie di interventi (centrale ad alghe e pannelli fotovoltaici) per dare piena sostenibilità energetica al Porto di Venezia. La centrale sarà realizzata su un’area di 10 ettari e l’investimento previsto è di 200 milioni di euro. •Favorire i progetti legati al miglioramento tecnologico delle centrali elettriche insediate a Porto Marghera. La sola produzione di energia elettrica libera nell’atmosfera da tre a quattro volte le emissioni che la città nel suo insieme produce utilizzando l’energia di cui ha bisogno per funzionare. •Rafforzare il piano di sviluppo dell’Arsenale. Implementare le funzioni di pregio già oggi inserite all’interno dell’Arsenale così da renderlo assieme al Vega in terraferma il secondo polo dell’innovazione della città di Venezia, e uno dei luoghi nei quali collocare gli incubatori d’impresa diffusi. •Università. La conclusione del polo universitario renderà urgente la trasformazione il trasferimento del mercato ortofrutticolo di via Torino per far spazio alla residenza e all’area dei servizi previsti per la popolazione studentesca. la trasparenza la trasparenza la trasparenza # 07 La complessità del territorio veneziano esige una governance che sappia coniugare: una programmazione attenta e inclusiva, l’impiego e il reperimento di grandi risorse e il ricorso ordinario a straordinarie competenze. Per governare al meglio le sfide che ci attendono l’Amministrazione comunale deve dunque promuovere: •la massima trasparenza delle sue strutture e delle Aziende collegate; •la riorganizzazione delle società controllate; •il consolidamento e la crescita delle competenze e dei poteri in capo all’amministrazione comunale e al suo Sindaco; •l’innovazione dei meccanismi di finanza degli Enti Locali; •la promulgazione di una nuova Legge Speciale; •lo sviluppo di una prassi ordinaria di partecipazione dei cittadini. Semplificazione e trasparenza dell’Amministrazione e delle Aziende controllate I cittadini devono poter conoscere sempre e senza filtri l’operato di chi li amministra. Razionalizzare e semplificare sono le parole d’ordine per migliorare il livello di trasparenza e di efficienza dell’intera macchina comunale rispetto ai cittadini che costituiscono i primi referenti, i guardiani del buon governo e, in ultima istanza, i proprietari di tutte le aziende controllate. Per incentivare e accompagnare le attività dei cittadini ed eliminare la necessità di ricorrere a procedure straordinarie nell’attuazione di progetti complessi è necessario operare una drastica semplificazione delle procedure amministrative. Tutti i procedimenti devono essere trasparenti e tracciabili, in tempi certi, perché i cittadini conoscano con chiarezza doveri e diritti in merito ai singoli atti. Lo sviluppo delle partecipazioni societarie del Comune di Venezia è uno strumento potente per fornire servizi efficienti ai cittadini e per ottenere importanti risorse per il funzionamento della macchina comunale. Perché il sistema delle Aziende possa funzionare al meglio bisogna completare il processo di razionalizzazione avviato in questi anni dalle amministrazioni di centro sinistra, accorpando, distinguendo proprietà e gestione o privatizzando completamente le parti che non è necessario o utile mantenere in capo al pubblico. Interventi anche radicali che permettano di precisare al meglio il rapporto tra proprietà e gestione e di ridurre le catene di comando che rendono meno limpido il rapporto tra la proprietà (in ultimo i cittadini) e i soggetti controllati e di associare con chiarezza la missione aziendale e di servizio di ciascuna struttura. In questa prospettiva l’Amministrazione comunale deve agire per misurarsi al meglio con la privatizzazione dei servizi pubblici locali stabilita dal Governo con decreto legge n. 135/2009. Obiettivo dell’azione comunale è garantire la continuità di servizi complessi ed efficienti. Non può, infatti, essere lasciato al mercato il compito di definire le politiche dei servizi pubblici essenziali per il territorio e gli abitanti. Rientrano in questa tipologia Veritas e ACTV che devono misurarsi con la privatizzazione, ma conservando saldamente la logica di 63 controllo pubblico e di utilità collettiva dei servizi erogati, con particolare attenzione alla gestione della risorsa dell’acqua come indispensabile bene comune. 64 Autonomia e responsabilità: competenze dirette e federalismo fiscale Vanno rafforzate e ampliate le competenze dirette dell’Amministrazione comunale e del Sindaco, perché la città e i suoi abitanti possano risolvere tutti i problemi del territorio senza dover fare continuo ricorso ai “commissari straordinari”. In questa prospettiva è un obiettivo da perseguire quello di accorpare nell’ambito della competenze comunali le funzioni svolte dal Magistrato alle Acque, così come quelle relative al recupero dell’area industriale di Porto Marghera. A questa azione nei confronti del governo nazionale va associata la promozione di una profonda innovazione dei meccanismi di finanza degli Enti Locali che consenta di attingere a risorse per un’ evoluzione dello Stato verso un federalismo fiscale e solidale che porti i poteri verso i cittadini, sotto il segno della sussidiarietà La cancellazione di qualsiasi forma di autonomia impositiva a vantaggio esclusivo dell’ente locale (si pensi all’ICI) impone di attuare il federalismo fiscale. Venezia deve rivendicare un’autonomia di gettito su base territoriale metropolitana fondata non tanto sul computo demografico all’interno di precisi confini amministrativi, quanto sulla capacità di essere nodo centrale di una rete territoriale complessa e la trasparenza # 07 articolata. Sempre nel rispetto dei principi della Legge delega si deve agire sulla razionalizzazione della tassazione immobiliare, riservando trattamenti di esenzione per le abitazioni principali e di favore per quelle affittate stabilmente ai residenti. Sono maturi i tempi per un confronto a tutto campo e per garantire una robusta compartecipazione di Venezia al prelievo fiscale sui propri cittadini. In questa direzione va pensato il superamento dei vincoli rigidi del Patto di Stabilità per i Comuni virtuosi, l’attuazione di un reale federalismo demaniale che collochi nelle competenze del Comune i beni oggi allocati in capo allo Stato. La Legge Speciale: una riforma e un rifinanziamento per attrarre nuovi cittadini. Affrontare quotidianamente la complessità del nostro territorio nelle azioni di salvaguardia rimanda all’urgenza insopprimibile di definire con il Governo il trasferimento dei fondi di Legge Speciale senza i quali è impensabile attuare la gestione della città. La Legge Speciale è stata essenziale per restaurare nel suo complesso il territorio veneziano: case, fognature, cablatura, escavo dei rii. La scelta governativa di limitare la salvaguardia solo alla realizzazione del MOSE è contraria alla visione sistemica della laguna attraverso opere diffuse; una visione nella quale i governi di centro sinistra credono fermamente. Senza manutenzione capillare Venezia è destinata a deperire. È necessario quindi riattivare il finanziamento della Legge Speciale per promuovere una vera manutenzione dell’ecosistema la trasparenza # 07 lagunare fatto di natura, storia e persone. Accanto all’immediato rifinanziamento è necessario rivedere lo strumento legislativo per renderlo più incisivo nell’affermazione di Venezia come metropoli sostenibile: •orientare l’evoluzione di tutto il territorio privilegiando l’introduzione di sistemi energetici alternativi e “diffusi”, assumendo l’urgenza di questioni come le bonifiche e la messa in sicurezza dell’area di Porto Marghera (mettendo a disposizione risorse adeguate, accelerando le procedure, semplificando e rendendo autorevole il quadro di direzione degli interventi) e il sostegno alla mobilità a impatto zero; •prevedere meccanismi che incentivino un utilizzo “corretto” degli immobili restaurati destinandoli al mercato degli affitti a prezzi calmierati per favorire nuova residenza, attivando soprattutto il circuito economico locale, abbattendo il rischio di rendite speculative sul patrimonio immobiliare veneziano; •affermare il pieno protagonismo dell’amministrazione comunale in tutte le scelte collegate alla Legge Speciale per utilizzare, in chiave evolutiva e non assistenzialistica, le risorse di una città moderna e protagonista del XXI secolo. Partecipazione e amministrazione efficiente. Nell’ottica della piena realizzazione di un’amministrazione comunale al servizio del cittadino e con lo sguardo rivolto al futuro, si rende necessario imprimere una svolta nel rapporto tra la macchina amministrativa e i cittadini in tutte le decisioni complesse che riguardano la trasformazione del territorio e i servizi. L’Amministrazione comunale deve dotarsi di una prassi consolidata di partecipazione dei cittadini alle decisioni, rafforzando così il proprio ruolo e mettendo in atto percorsi brevi, ben strutturati e molto ordinati, che consentono l’interlocuzione costante tra cittadino e istituzione con l’obiettivo di scongiurare una conflittualità continua su ogni singolo provvedimento. Nel progettare trasformazioni territoriali e servizi si devono considerare i cittadini come risorse, portatori di saperi e orientamenti indispensabili per governare le trasformazioni, agevolare l’integrazione e accrescere il benessere della comunità. Cittadini ben informati e coinvolti attivamente riconoscono maggiormente la città come bene comune e sono più disponibili a prendersene cura. Sia per migliorare l’efficienza della macchina comunale che per rispondere ad una domanda di partecipazione diretta dei territori è necessario continuare a rafforzare l’efficienza delle Municipalità valorizzando il loro ruolo nei rapporti con i cittadini, definendo con precisione la loro struttura e i loro compiti amministrativi. 65 Azioni .............................................................................. 66 •Attuare la semplificazione della struttura comunale. La complessa riorganizzazione di tutte le strutture deve perseguire tre obiettivi: garantire forme di esercizio della sovranità popolare anche nel rapporto tra cittadini e Pubblica Amministrazione; eleminare le sovrapposizioni di competenze; garantire tempi celeri di risposta alle istanze e di produzione dei provvedimenti, esaltando il principio della partecipazione del cittadino; •Istituire l’anagrafe delle commesse pubbliche. Attuare la piena trasparenza dell’operato dell’amministrazione rendendo noti, in tempo reale, tutti i contratti stipulati con soggetti esterni, di modo da permettere al cittadino di visualizzare tutti i soggetti beneficiari di rapporti economici; •Istituire l’anagrafe delle forniture al Comune con cui l’amministrazione si impegna a fornire ai cittadini tutte le informazioni rispetto agli appalti, alle consulenze e ai servizi acquistati presso terzi; •Istituire la tracciabilità delle pratiche comunali. La completa tracciabilità via internet delle pratiche amministrative, a partire da quelle più delicate (attività edilizia e produttive) migliora costantemente il cruciale rapporto tra amministrazione, sviluppo territoriale e sviluppo economico della città; •Istituire forme periodiche e continuative per valutare la performance e la qualità dei servizi delle controllate. In questo senso andranno monitorati e valutati la qualità dei servizi erogati, la loro puntualità, la celerità nelle risposte alla cittadinanza attraverso le Aziende la trasparenza # 07 partecipate, promuovendone il progressivo miglioramento a partire dalla valorizzazione dello straordinario livello di competenze e professionalità esistenti; •Approvare la Carta della Partecipazione. La definizione di una Carta della Partecipazione permetterà di capitalizzare le molte esperienze già effettuate dal Comune di Venezia (Piano Strategico, Bilancio partecipativo, Consulte per le attività sociali, Consulta per la casa, Consulta per l’immigrazione, Consulta per l’ambiente, ecc) e di stabilire le regole e gli strumenti attraverso i quali il Comune di Venezia intende praticare la partecipazione: dall’informazione puntuale e diffusa alla richiesta di opinioni e contributi, dai tempi della partecipazione ai temi da sottoporre all’attenzione dei cittadini, dalle riunioni tradizionali al web 2.0; •Garantire la massima pubblicizzazione all’anagrafe degli eletti (includendovi i “nominati” nelle società, nelle aziende, negli enti controllati), assicurando così la totale trasparenza nel rapporto tra elettori ed eletti e sull’attività di questi ultimi, sempre verificabile e di cui viene resa accessibile la pratica reale, elaborando un codice etico per la classe politica che eviti ogni comportamento eticamente discutibile; •Dichiarare per ogni politica o progetto le fonti finanziarie cui si intende accedere migliorando la governance, le competenza, le capacità innovativa del management, l’efficienza di gestione di enti, aziende, istituzioni e fondazioni. www.orsonisindaco.org Committente Responsabile: Fabio Poli