I QUADERNI DEL FREDDO Materiale Didattico per il Conseguimento del Patentino per il Trattamento dei Gas Effetto Serra LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Il Punto di Partenza Un po’ di Storia… C’era una volta il Freon. Questo il nome commerciale di uno dei più diffusi gas utilizzati dall’industria. Fino agli anni ’90 era onnipresente, dai frigoriferi alle bombolette spray. L’utilizzo del Freon, e degli altri clorofluorocarburi (CFC, la classe di molecole a cui appartiene) era ed è relativamente sicuro dal punto di vista della salute umana, ma ciò non si può dire per l’ambiente in generale e per lo strato di ozono in particolare. 2 wwww.teknologieimpianti.it 1 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Il Punto di Partenza – l’OZONO I CFC sono inquinanti persistenti, cioè le molecole resistono nell’ambiente per lunghi periodi (fino a sette anni), inoltre essendo altamente reattive, reagiscono con l’Ozono (O3) della stratosfera trasformandolo in ossido di cloro (ClO) e Ossigeno molecolare (O2) si può stimare che una sola molecola di cloro distrugga un migliaio di molecole di ozono, dando origine al famoso «buco nell’ozono», che consente così il passaggio di una quantità di raggi ultravioletti che risulta dannosa non solo per la salute umana, ma per l’intero ecosistema, poiché queste radiazioni ad alta energia sono in grado persino di danneggiare il DNA. L’ozono rappresenta un vero e proprio schermo nei confronti delle pericolose radiazioni ultraviolette (raggi UV) provenienti dal sole. Ogni anno, durante la primavera dell’emisfero australe, la concentrazione dell’ozono stratosferico nell’area situata in prossimità del Polo Sud diminuisce a causa degli inquinanti rilasciati in atmosfera. 3 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Il Punto di Partenza – l’OZONO I raggi ultravioletti possono causare inoltre una inibizione parziale della fotosintesi delle piante, causandone un rallentamento della crescita e, nel caso si tratti di piante coltivate, una diminuzione dei raccolti. I raggi UV possono anche diminuire l’attività fotosintetica del fitoplancton che si trova alla base della catena alimentare marina, causando di conseguenza uno scompenso notevole a carico degli ecosistemi oceanici. L’ozono rappresenta un vero e proprio schermo nei confronti delle pericolose radiazioni ultraviolette (raggi UV) provenienti dal sole. Ogni anno, durante la primavera dell’emisfero australe, la concentrazione dell’ozono stratosferico nell’area situata in prossimità del Polo Sud diminuisce a causa degli inquinanti rilasciati in atmosfera. 4 Rappresentazione a tre dimensioni del buco dell'ozono; è stata realizzata sulla base dei dati di concentrazione dell'ozono stratosferico dal Goddard Space Flight Center della NASA. In primo piano in penombra è visibile il Sud America. wwww.teknologieimpianti.it 2 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Il Punto di Partenza – IL PROTOCOLLO di MONTREAL Nel 1974, due ricercatori, Sherwood Rowland e Mario Molina, avanzarono l'ipotesi che le molecole di gas contenenti cloro liberate nell'atmosfera potessero distruggere lo strato di ozono presente nella stratosfera, una fascia da 10 a 40 chilometri di altitudine. Una serie di ricerche dimostrò, nel 1985, che realmente lo strato di ozono presentava delle rotture che sull'uomo avrebbero portato a scottature, tumori della pelle e danneggiamento del sistema immunitario. Queste preoccupazioni portarono, nel 1987, al Protocollo di Montreal, qui si siglò l'accordo per valutare il rischio posto dalle sostanze chimiche nocive per l'ozono, tra le quali vennero compresi i CFC e gli RCFC. Lo scopo era quello di stabilire un programma di contingentamento e cessazione dei fluidi ritenuti lesivi per l'ozono. Il Protocollo di Montreal individuò tra i fluidi più nocivi i CFC, tra i quali rientra l'R-12, e ne stabilì la cessazione della produzione per il 01 gennaio 1996. La cessazione degli HCFC secondo l'originario Protocollo di Montreal sarebbe dovuta avvenire entro il 2030; in realtà, da allora, furono apportati vari emendamenti al Protocollo (Londra 1989 e Copenaghen 1992) per anticipare la data di cessazione. Nel frattempo, in diversi paesi europei questo termine è stato notevolmente anticipato per quanto riguarda la vendita delle macchine che ne fanno uso. Il regolamento CE n. 2037 del 29 giugno 2000 disciplina la produzione e l'uso di CFC e HCFC in Europa. 5 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Dai CFC agli HFC l’Effetto Serra L’effetto serra è un fenomeno senza il quale la vita sulla terra non sarebbe possibile. Questo processo consente un surriscaldamento del pianeta per effetto dei cosiddetti gas serra, composti presenti nell’aria a concentrazioni relativamente basse (anidride carbonica, vapore acqueo, metano, ecc.). 6 wwww.teknologieimpianti.it 3 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Dai CFC agli HFC l’Effetto Serra I gas serra permettono alle radiazioni solari di passare attraverso l’atmosfera mentre ostacolano il passaggio verso lo spazio di parte delle radiazioni infrarosse provenienti dalla superficie della Terra e dalla bassa atmosfera (il calore riemesso); in pratica si comportano come i vetri di una serra e favoriscono la regolazione ed il mantenimento della temperatura terrestre a valori che consentono la vita così come la conosciamo. Questo processo è sempre avvenuto naturalmente e fa sì che la temperatura della Terra sia circa 33°C più calda di quanto lo sarebbe senza la presenza di questi gas. Ora, comunque, si ritiene che il clima della Terra sia destinato a cambiare perché le attività umane stanno alterando la composizione chimica dell’atmosfera. Le enormi emissioni di gas serra stanno causando un aumento della temperatura terrestre determinando dei presunti mutamenti del clima a livello planetario. Prima della Rivoluzione Industriale, l’uomo rilasciava ben pochi gas in atmosfera, ma ora la crescita della popolazione, l’utilizzo dei combustibili fossili e la deforestazione contribuiscono non poco al cambiamento nella composizione atmosferica. 7 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Dai CFC agli HFC l’Effetto Serra Le espressioni "riscaldamento globale" o "effetto serra" sono comunemente usate per descrivere l'aumento della temperatura superficiale media della Terra nel corso del tempo. Si calcola che nell'ultimo secolo il clima terrestre abbia subito un riscaldamento compreso tra 0,6 e 0,9 gradi Celsius. Gli scienziati sono giunti alla conclusione che "la maggior parte dell'aumento delle temperature medie globali osservato a partire dalla metà del XX secolo è molto probabilmente dovuta all'aumento osservato delle concentrazioni di gas ad effetto serra di origine antropica (prodotti cioè dall'attività umana). I principali gas serra di origine antropica sono quelli disciplinati dal protocollo di Kyoto: biossido di car- bonio (CO), metano (CH4), protossido di azoto (NP) e gas fluorurati di origine antropica. Sono gas ad effetto serra rilevanti anche le sostanze che riducono lo strato di ozono disciplinate nell'ambito del protocollo di Montreal, come i clorofluorocarburi (CFC), gli idrofluorocarburi (HCFC) e gli halon. 8 wwww.teknologieimpianti.it 4 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Dai CFC agli HFC l’Effetto Serra Principio semplificato del riscaldamento globale: La Terra riceve energia dal Sole sotto forma di luce solare (radiazione solare a onde corte) che penetra nell'atmosfera relativamente senza impedimenti. Circa il 30% della radiazione solare a onde corte in ingresso viene riflessa dall'atmosfera e dalla superficie e riemessa verso l'esterno nello spazio. Il restante 70% viene assorbito dalla superficie terrestre (terre, oceani) e dallo strato inferiore dell'atmosfera. La parte assorbita riscalda la superficie terrestre e viene nuovamente irradiata come radiazione termica (infrarossa) a onde lunghe, che al contrario della radiazione a onde corte non è in grado di penetrare l'atmosfera, ma viene riflessa dalle nuvole e assorbita dai gas ad effetto serra atmosferici. Questi ultimi intrappolano il calore nel sistema costituito da superficie terrestre e troposfera. 9 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Dai CFC agli HFC l’Effetto Serra Inoltre, sulla base delle tendenze attuali di emissione dei gas serra, vi è la stima di un ulteriore aumento della temperatura media terrestre tra 1,1 e 6,4°°C nel corso di questo XXI°° secolo. Il conseguente cambiamento climatico comporterà delle implicazioni estremamente significative a carico della salute dell’uomo e dell’integrità dell’ambiente. Il clima infatti influenza fortemente l’agricoltura, la disponibilità delle acque, la biodiversità, la richiesta dell’energia (ad esempio per il riscaldamento o il raffreddamento) e la stessa economia. Le temperature riferite alle terre emerse presentano degli scostamenti maggiori di quelle degli oceani perchè le terre si riscaldano e si raffreddano più velocemente delle acque. 10 wwww.teknologieimpianti.it 5 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Dai CFC agli HFC l’Effetto Serra Questo grafico rappresenta la variazione delle temperature medie annuali in superficie nel corso degli anni 1880-2007. La linea dello zero rappresenta la media di tutte le temperature, mentre le barre rosse e blu indicano gli scostamenti da tale media. Come si può vedere, c'è un chiaro trend di crescita Il progresso che si farà nella riduzione delle emissioni dei gas serra nell’immediato futuro determinerà il livello di riscaldamento globale a cui dovranno andare incontro le generazioni che verranno. 11 wwww.teknologieimpianti.it Regolamento (CE) n. 842/2006 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Il Protocollo di Kyoto EMISSIONI DI CO2 NEL MONDO (in Migliaia di Tonnellate) 12 wwww.teknologieimpianti.it 6 Regolamento (CE) n. 842/2006 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Il Protocollo di Kyoto 13 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Il Protocollo di Kyoto Il problema posto dai refrigeranti si è nel frattempo articolato con maggiore complessità facendo emergere tutte le problematiche relative alla diminuzione dei gas effetto serra. In questo caso non solo i CFC e gli HCFC, ma anche HFC contribuiscono in modo pesante a questo fenomeno. Per affrontare questo problema nel 1997 si è dato vita al Protocollo di Kyoto che definisce i parametri di riduzione dei "gas serra", tra i quali CFC, HCFC ed HFC, oltre ovviamente all'anidride carbonica. 14 wwww.teknologieimpianti.it 7 Regolamento (CE) n. 842/2006 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Il Protocollo di Kyoto Il protocollo è entrato in vigore nel 2005 quando, con l'ingresso della Russia, si arriva al 55% dei paesi inquinanti, come richiesto dal protocollo. L'India e la Cina, che hanno ratificato il protocollo, non sono tenute a ridurre le emissioni di anidride carbonica nel quadro del protocollo di Kyōto perché essi non sono stati tra i principali responsabili delle emissioni di gas serra durante il periodo di industrializzazione che sta provocando oggi il cambiamento climatico. I paesi in via di sviluppo sono OGGI responsabili del 40% dell'emissione mondiale di gas serra. 15 wwww.teknologieimpianti.it Regolamento (CE) n. 842/2006 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 1 Il Protocollo di Kyoto Europa e Energia 20 – 20 – 20 Il miglioramento dell’efficienza energetica è un obiettivo chiave della Comunità e lo scopo è di raggiungere miglioramento dell'efficienza energetica del 20 % entro il 2020. 20 % della quota di energia da fonti rinnovabili (sul consumo finale lordo di energia della Comunità) riduzione 20% emissioni CO2 16 wwww.teknologieimpianti.it 8 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 L’Impiego dei Gas Effetto Serra negli Impianti Frigoriferi Il nostro frigorifero e il nostro condizionatore d’aria forse utilizzano un composto alternativo della classe degli HFC (idrofluorocarburi). Tali composti sono sostanzialmente innocui per l’ozono, ma nuovi studi rivelano che questi minacciano di rendere più caldo l’intero pianeta, poiché gli HFC sono potenti gas serra e, sebbene la loro riduzione sia stata uno degli obiettivi del protocollo di Kyoto, ancora vengono prodotti ed utilizzati. La soluzione, secondo gli esperti, potrebbe essere semplice: ampliare il protocollo di Montreal per includere gli HFC persistenti e ad alto potenziale come gas serra. Le alternative sono già disponibili e utilizzabili, esistono HFC «buoni» e la classe delle idrofluoroolefine (HFO) sta già prendendo piede come gas refrigerante nei climatizzatori per automobili grazie all’intervento dell’Unione Europea che nel 2011 ha vietato il R-134A, in tute le nuove auto. Ma procediamo con ordine. 17 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 L’Impiego dei Gas Effetto Serra negli Impianti Frigoriferi Un po’ di Storia… La storia dei fluidi frigorigeni risale al 1834, quando l'americano Jacob Perkins depositò un brevetto riguardante una macchina frigorifera a compressione meccanica di vapore che, come fluido frigorigeno, utilizzava etere etilico. Nel 1876 grazie al ricorso all'ammoniaca come fluido frigorigeno, si diede inizio al vero sviluppo degli impianti frigoriferi a compressione meccanica. Nel 1880 si ebbe l'introduzione dell'anidride carbonica per gli impianti frigoriferi destinati a essere installati a bordo delle navi ed è del 1920 l'introduzione dell'anidride solforosa e del cloruro di metile che per la prima volta permisero la realizzazione di piccole macchine frigorifere per usi domestici e commerciali. A partire dal 1930 apparvero i primi idrocarburi fluorati e clorati (CFC). 18 wwww.teknologieimpianti.it 9 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 L’Impiego dei Gas Effetto Serra negli Impianti Frigoriferi Grazie alle interessanti caratteristiche termodinamiche, in particolare la notevole stabilità termica e chimica, il loro impiego determinò un notevole miglioramento degli impianti frigoriferi a compressione, sia per affidabilità sia per sicurezza di funzionamento. Un fluido refrigerante ideale dovrebbe avere: • Costare poco • Temperatura critica elevata ben al di sopra della temperatura di condensazione che si realizza nel ciclo; • Bassa temperatura di solidificazione in modo da non solidificare nelle normali condizioni di funzionamento; • Calore di vaporizzazione molto elevato per produrre un elevato effetto frigogeno Ql; • Composizione chimica stabile; • Assenza di caratteristiche tossiche, irritanti e infiammabili. La definizione di fluido frigorigeno è fornita dalla norma UNI 8011 ma vista la complessità delle formule chimiche è diventata consuetudine adottare la nomenclatura ASHRAE e designarli con un codice numerico semplificato, composto dalla lettera R (dall'inglese Refrigeranti e da un numero, ad esempio R-404 – vedere la norma europea EN378-1). 19 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 L’Impiego dei Gas Effetto Serra negli Impianti Frigoriferi Nessuno fluido riunisce contemporaneamente tutte le caratteristiche citate e quindi, a seconda del tipo di applicazione, viene scelto il fluido frigorifero più adatto. L'ammoniaca è molto interessante dal punto di vista termodinamico: il suo effetto frigorigeno è estremamente elevato. L'effetto frigorigeno volumetrico per un refrigerante risulta essere pari a: φ = Ql / V dove Ql rappresenta il calore latente di vaporizzazione e V il volume massico del vapore saturo Questo è un parametro molto importante per stabilire la portata in volume di fluido e quindi le caratteristiche del compressore necessario per ottenere una fissata potenza frigorigena. Così, ad esempio, il Freon 11, che ha un bassissimo valore di effetto frigorigeno volumetrico, potrebbe costringere l'utilizzatore ad adottare nell'impianto un compressore centrifugo e non il compressore alternativo per smaltire, a pari potenza frigorigena, la maggiore portata richiesta. L'ammoniaca, nonostante le sue interessanti caratteristiche termodinamiche, è stata soppiantata, negli impianti di modeste dimensioni, dal Freon-12 e dal Freon-22, che non sono praticamente tossici o infiammabili e che non attaccano il rame. Da qui il problema dei gas ozonizzanti e ai gas effetto serra. 20 wwww.teknologieimpianti.it 10 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 L’Impiego dei Gas Effetto Serra negli Impianti Frigoriferi – Potenziale Distruttivo Per la valutazione del potenziale distruttivo per l'ambiente sono state proposte una serie di grandezze significative: ODP (Ozone Depletion Potential): ovvero il potenziale di degrado dell'ozono. L'ODP indica in quale misura una sostanza degrada lo strato di Ozono rispetto al refrigerante R-11(più dannoso ODP pari a 1). Poiché il degrado dello strato di ozono da parte del fluido frigorigeno deriva esclusivamente dai suoi atomi di cloro, ne consegue che un fluido frigorigeno privo di cloro (HFC) ha un ODP uguale a 0. GWP (Global Wanning Potential): Indica in quale misura una sostanza influisce sull'effetto serra rispetto all'anidride carbonica (C02) che possiede un valore pari a 1. Se però su un circuito non si è avuta alcuna perdita di refrigerante non si ha alcuna emissione inquinante e la produzione di CO2 risulta quindi essere esclusivamente limitata al consumo elettrico. L’ordine di grandezza di questo consumo dipende dalla potenza dell’impianto frigorifero, dal suo COP (ossia la potenza frigorifera specifica) e dalla potenza assorbita dagli apparecchi ausiliari. HGWP (Halocarbon Global Warming Potential): Ossia il potenziale di riscaldamento terrestre (effetto serra). Indica in quale misura una sostanza influisce sull'effetto serra rispetto al refrigerante R-11, che ha HGWP pari a 1. 21 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 L’Impiego dei Gas Effetto Serra negli Impianti Frigoriferi – Potenziale Distruttivo Refrigerante ODP GWP (kgCo2/kg) CFC Refrigerante ODP GWP (kgCo2/kg) R 134 a 0 1.300 R 11 1 3.500 R 404 a 0 3.800 R 12 1 8.100 R 407 c 0 1.600 R 502 1 550 R 410 a 0 1.900 R 507 a 0 3.750 R 717 Ammoniaca 0 0,1 R 600 Propano 0 3 R 744 CO2 0 1 R 718 Acqua 0 0 HCFC R 22 0,05 1.700 R 123 0,02 250 R 142b 0,06 1.900 0 455 HFC R 125 22 ALTRI Naturali wwww.teknologieimpianti.it 11 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 L’Impiego dei Gas Effetto Serra negli Impianti Frigoriferi – Potenziale Distruttivo Il rapporto fra GWP e HGWP è uguale a circa 4.000, cioè 1 kg di R11 produce un effetto 4.000 volte maggiore rispetto a l kg di CO2. Poiché quest'ultima rimane nell'atmosfera per un tempo molto lungo (circa 500 anni), mentre i fluidi frigorigeni alocarburi (CFC, HCFC, HFC) hanno un tempo di residenza molto minore, il confronto risulta molto difficile. In questo caso viene presa in considerazione una durata di 100 anni, detta anche tempo d'orizzonte. Anche i nuovi fluidi frigorigeni privi di cloro presentano, tuttavia, GWP maggiore di 0. Solamente i cosiddetti refrigeranti naturali (l'ammoniaca e gli idrocarburi) hanno sia un ODP sia un GWP prossimi allo 0. 23 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 L’Impiego dei Gas Effetto Serra negli Impianti Frigoriferi – Potenziale Distruttivo Il TEWI In realtà, per giudicare il peso di un impianto frigorifero sull’ambiente occorre prendere in considerazione molteplici elementi quali: - il potenziale effetto serra del refrigerante utilizzato (GWP su CO2); - il tasso L di perdita dell'impianto all'anno (in kg); - la durata n di vita in anni dell'impianto; - la carica m di refrigerante in Kg immessa nell'impianto; - il fattore di riciclo del refrigerante Alfare; - l'emissione di CO2 Beta, dipendente dal rapporto fra la produzione di energia da combustibile fossile e quella da energia rinnovabile misurata in kWh; - il consumo annuo di energia, E AN (in kWh). A partire da questi sette parametri viene ricavato il TEWI (Total Equiva- leni Wanning Impact): o impatto sul riscaldamento totale equivalente (misurato in kg CO2/anno). 1 TEWI = GWP * L * n + [GWP * m * (1 – Alfare) + n * E AN * Beta] 24 wwww.teknologieimpianti.it 12 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 L’Impiego dei Gas Effetto Serra negli Impianti Frigoriferi – Potenziale Distruttivo Il TEWI Il TEWI prende in considerazione entrambi gli effetti serra, quello diretto (dovuto alle perdite di refrigerante nel circuito frigorifero e di quello per riciclo) e quello indiretto (dovuto al consumo di energia dell'impianto), e può essere ricavato dalla seguente relazione: In genere, l'installatore non è tenuto a eseguire questo calcolo, ma da qui si può avere una idea esatta della «filiera di diminuzione effetto serra» ossia: - il circuito frigorifero deve essere quanto più possibile a tenuta (L basso); - il circuito frigorifero non deve essere sovraccaricato (m più ridotta possibile); - il refrigerante impiegato non va miscelato con altri e deve essere riciclabile (Alfare più grande possibile); - l'impianto frigorifero va regolato, per quanto riguarda sia il suo esercizio sia la sua manutenzione, in modo da avere il minore consumo di energia. (E AN più ridotto possibile). 25 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 L’Impiego dei Gas Effetto Serra negli Impianti Frigoriferi – Potenziale Distruttivo Riepiloghiamo la situazione dei refrigeranti… CFC (clorofluorocarburi): Contengono nella loro molecola atomi di cloro. Sono i più dannosi per l'ozono avendo ODP pari a 1. Il loro GWP varia. HCFC (idroclorofluorocarburi): Contengono nella loro molecola atomi di cloro e di idrogeno. Presentano ODP sensibilmente inferiore a l e GWP inferiore a quello dei CFC. HFC (Idrofluorocarburi): Non contengono atomi di cloro, ma solo atomi di fluoro e idrogeno, e perciò non arrecano danni all'ozono. Per contro alcuni di essi presentano valori di GWP elevati. HC (Idrocarburi): Sono idrocarburi, quindi senza cloro, perciò presentano ODP zero. Il loro GWP è estremamente basso e quindi risultano pressoché innocui per l'ambiente. Tuttavia sono fortemente infiammabili e ciò ne sconsiglia l'uso nelle applicazioni civili. 26 Costituita da un atomo di idrogeno (H), uno di cloro (CI), due di fluoro (F) e uno di carbonio (C). Costituita da due atomi di cloro (CI), due di fluoro (F) e uno di carbonio (C). wwww.teknologieimpianti.it 13 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 L’Impiego dei Gas Effetto Serra negli Impianti Frigoriferi – Potenziale Distruttivo Ammoniaca: È un fluido naturale, perciò con ODP e GWP nulli, con buone proprietà termodinamiche, utilizzato da oltre un secolo nella refrigerazione. Presenta però un'elevata tossicità e una leggera infiammabilità. Oggi questo fluido viene visto con rinnovato interesse e si prova ad utilizzarlo anche in applicazioni civili. Esafluoruro di zolfo (SF6): gas tracciante in esperimenti per controllare ventilazione, perdite o infiltrazioni in edifici; è usato anche in idrogeologia; - in metallurgia per la produzione di alluminio e magnesio; -nella fabbricazione di semiconduttori grazie al suo carattere inerte ed all'elevata densità (l'aria e gli inquinanti, più leggeri, vengono così allontanati); -dielettrico ideale e può essere usato in alcuni apparecchi elettrici ad alta tensione e negli acceleratori di particelle (bassa tendenza ad ionizzarsi); -in ambito medico per la disinfezione di presidi respiratori contro i microbi aerobi; - nella fabbricazione di innovative celle fotovoltaiche denominate black silicon. 27 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Retrofit o Drop-in questo è il problema ...!!! In base ai regolamenti emanati sull' eliminazione dei refrigeranti CFC, è stato vietato l'impiego di una serie di refrigeranti che, di conseguenza, devono essere sostituiti. Si è trattato, dal punto di vista commerciale, di eliminare e sostituire soprattutto l'R-12 e l'R-502. I nuovi refrigeranti devono avere un ODP uguale a 0 ed essere assolutamente privi di cloro. In via provvisoria sono state accettate fino all' 1 gennaio 2001 le miscele frigorigene RCFC contenenti R-22 come componente. In sintesi, i nuovi refrigeranti vengono suddivisi in: refrigeranti che possono essere impiegati senza ulteriori modifiche in un impianto frigorifero originalmente caricato con un CFC. In sostanza, è possibile riutilizzare lo stesso olio e la stessa valvola di espansione già presenti nel circuito frigorifero. Questi refrigeranti sono in genere miscele in cui uno dei componenti è l'R-22 oppure un idrocarburo; sono denominati drop-in oppure refrigeranti provvisori; refrigeranti il cui impiego richiede uno speciale olio sintetico (polioliestere ecc.) e la sostituzione di alcuni componenti del circuito frigorifero, ad esempio la valvola di espansione. Questi refrigeranti sono completamente privi di cloro, sia come sostanze pure sia come miscele, e vengono denominati refrigeranti retrofit oppure sostitutivi. 28 wwww.teknologieimpianti.it 14 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Retrofit o Drop-in questo è il problema ...!!! I refrigeranti drop-in servono, come detto, alla sostituzione dei CFC negli impianti già esistenti, in particolare dell'R-12 e dell'R-502. Il loro ODP è maggiore di 0 ma anche minore di 0,05, come per l'R-22. Miscelando gli stessi con idrocarburi è possibile ridurre l'ODP fino a 0. Con la sostituzione, in un circuito frigorifero, di un CFC con un refrigerante drop-in il CFC viene estratto dal circuito e immesso in una bombola di riciclo. Il circuito frigorifero è quindi posto sotto vuoto e poi riempito con il nuovo refrigerante drop-in. I refrigeranti sostitutivi (HFC) vengono impiegati per tutti i nuovi impianti, poiché il loro ODP è uguale a 0. La loro applicazione comporta la sostituzione di alcuni componenti e accessori, poiché sono privi di cloro, e occorre prestare attenzione a non miscelare fra loro i vari tipi di olio disponibili sul mercato (minerale, alchilbenzene, polialfaolefine). Questa mancanza di miscibilità è necessaria, peraltro, per non riempire d'olio gli evaporatori a espansione diretta e per facilitare il ritorno dell'olio dall'evaporatore al compressore. Sono perciò state introdotte sul mercato nuove valvole di espansione e nuovi filtri essiccatori, adatti per i nuovi refrigeranti. 29 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Retrofit o Drop-in questo è il problema ...!!! Gli impianti caricati con refrigeranti CFC (R12, R502) e HCFC (R22) lavoravano bene con compressori che utilizzavano olii lubrificanti minerali (a base di idrocarburi), per la lubrificazione del compressore stesso. I refrigeranti HFC, introdotti all'inizio degli anni '90, hanno dimostrato una ridotta capacità di solvenza con i lubrificanti minerali, per cui gli HFC richiesero lo sviluppo di un nuovo tipo di olio (Estere di Poliolo POE) per le applicazioni di refrigerazione e condizionamento. Questo fatto ha limitato molto le operazioni di retrofit (sostituzione del refrigerante) degli impianti caricati con CFC o HCFC, per la necessità di sostituzione dell'olio, non sempre ragionevolmente fattibile. La conversione degli impianti di refrigerazione e condizionamento esistenti che utilizzano CFC o HCFC (es. R22) con un refrigerante HFC (ovviamente con caratteristiche simili come l'R407C) necessita della sostituzione dell'olio minerale con un olio POE. La procedura di conversione ad HFC richiede, quindi, un'operazione di flussaggio del circuito, che assicuri la rimozione dell'olio minerale presente nel sistema. Si considera accettabile un residuo di olio minerale nel POE che non sia superiore al 5%. 30 wwww.teknologieimpianti.it 15 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Retrofit o Drop-in questo è il problema ...!!! Purtroppo i lubrificanti POE e PAG, rispetto agli olii minerali sono molto igroscopici un'elevata affinità con l'acqua, che gli fa assorbire e ritenere umidità, quando vengono a contatto con l'aria. L'umidità assorbita difficilmente può essere rimossa con le convenzionali tecniche di vuoto, ma richiede idonei filtri essicanti. Pertanto, durante le operazioni di manutenzione, dovrà essere posta grande cura per le possibilità di ingresso di aria umida nel sistema. Oggi il problema si presenta particolarmente importante per la sostituzione dell'HCFC R22 data la messa al bando totale dal 10 gennaio 2015. Attualmente si può utilizzare in manutenzione R22 rigenerato, non sempre reperibile e comunque a costi elevati. Per agevolare questa operazione, i produttori di gas refrigeranti hanno introdotto delle miscele adatte alla sostituzione di CFC e HCFC senza dover sostituire l’olio(almeno nella maggior parte dei casi), oppure con un'elevata tolleranza del residuo di olio originale nell'olio POE (10-15% di residuo di olio minerale). Lo sviluppo di una famiglia di nuovi fluidi utilizzati con i normali lubrificanti minerali è una buona soluzione. 31 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Tipo Sigla HCFC R-22 A1 R-134a A1 HFC R-404A (R-143a/ 125/134a) A1 R-507 (R-143a/ 125) A1 R-407 (R-321 125/ R-134a) A1 R-407C (R-321 1251 R-134a) A1 R-410A NH3 HC CO2 32 Sicur. °C Eb. R-7l7 Ammoniaca A1 B2 ODP GWP Tos. Inf. Osservazioni 0,05 1.500 No No Sostanza pura -26 0 1.200 No No Sostanza pura -47 0 3.750 No No -47 0 3.800 No No Miscela azeotropica -39 /-45 0 2.000 No Miscela zeotropica -43 / -36 0 0 1.610 2.000 No Nei Miscela zeotropica Miscela azeotropica -33 0 0 -48 0 -12 0 -41 -53 R-1270 Propene A3 R-290 Propano A3 R-600a isobutano A3 -12 R-744 Anidride carbonica A1 -78,4 No No No Si Miscela quasi azeotropica Bassa Sostanza pura No SI Sostanza pura No Si Sostanza pura 0 No Si Sostanza pura 0 No No Sostanza pura wwww.teknologieimpianti.it 16 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI I Quasi Nuovi… Tutti i fluidi frigorigeni vengono usati come sostanze pure o come miscele azeotropiche e zeotropiche. Le miscele azeotropiche possono essere riconosciute per il fatto che, al contrario di quanto accade con quelle zeotropiche, la composizione delle loro parti massiche rimane costante sia nella fase liquida sia in quella di vapore (ma solo a una determinata temperatura). Con le miscele zeotropiche, invece, ciò non succede. In altri termini, quando si ha un cambiamento di fase la composizione delle parti massiche del fluido subisce una variazione fra liquido e vapore. Ciò significa anche, nel caso di un evaporatore a espansione secca, che a parità di pressione le temperature all'entrata e all'uscita non sono le stesse, come vedremo meglio più avanti. I numeri indicativi delle sostanze pure sono derivati dalla loro formula chimica, quelli delle miscele zeotropiche appartengono alla serie 400 (come, ad esempio, R-404A) e quelli delle miscele azeotropiche appartengono alla serie 500 (ad esempio R-502, R-507). 33 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI I Quasi Nuovi… Per il condizionamento tre sono ad oggi i sostituti principali dell'R22: • R134a (CH2FCF3 - Tetrafluoroetano) • R407c (R32/R125/R134a (23%, 25%, 52%)) • R410a (R32/R125 (50%, 50%)) Per la refrigerazione due sono ad oggi i sostituti principali dell'R502: • R404a (R125/R143a/R134a (44%, 52%, 4%)) • R507 (R125/R143a (50%,50%)) 34 wwww.teknologieimpianti.it 17 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Azeotropi, quasi azeotropi e zeotropi… chi sono costoro! L'industria del condizionamento dell'aria ha utilizzato fino ad oggi in grandissima parte dei refrigeranti "puri", ossia con un singolo componente come l'R-12 e l'R-22. La caratteristica di un refrigerante puro è che questo non varia le sua composizione durante i cambiamenti di stato. Nella ricerca di refrigeranti sostitutivi, però, non è stato possibile sviluppare un refrigerante puro che garantisse tutti i requisiti e le caratteristiche attese, con l'eccezione dell'R. 134a. Infatti, molti dei nuovi refrigeranti costituiscono miscele di vari composti e, secondo le caratteristiche e il comportamento, vengono definiti come: azeotropi, quasi azeotropi e zeotropi. Gli azeotropi non cambiano la loro composizione volumetrica né la temperatura di saturazione in modo apprezzabile durante l'evaporazione o la condensazione a pressione costante. I quasi azeotropiche presentano solo un leggero "scorrimento« (detto glide) della temperatura di evaporazione e condensazione durante le fasi di cambiamento di stato. Tuttavia esso non provoca effetti apprezzabili su prestazioni, funzionamento e sicurezza dell' impianto. 35 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Azeotropi, quasi azeotropi e zeotropi Gli zeotropi hanno caratteristiche diverse dalle miscele precedenti poiché le loro temperature di evaporazione e condensazione subiscono dei marcati scorrimenti (glide) durante i cambiamenti di stato e la composizione volumetrica varia in modo apprezzabile. Questo significa che i processi di evaporazione e condensazione si svolgono a pressioni costanti ma a temperature variabili secondo un certo valore di glide. L'evaporazione a pressione costante ha luogo a una temperatura del refrigerante che aumenta, mentre la condensazione si sviluppa con una diminuzione di temperatura. Ciò è particolarmente importante per refrigeranti con elevati valori di temperatura di scorrimento (temperature glide) poiché si producono considerevoli differenze di temperatura entro gli scambiatori di calore. È essenziale che venga data attenta considerazione al glide delle miscele di refrigeranti quali l'R-407C durante la taratura dei dispositivi di regolazione della pressione. 36 Comportamento di un fluido zeotropo sul diagramma pressioni-entalpie. Le fasi di evaporazione e condensazione si svolgono a pressioni costanti ma a temperature scorrevoli di un certo valore, il cosiddetto glìde. wwww.teknologieimpianti.it 18 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Azeotropi, quasi azeotropi e zeotropi Inoltre è cruciale considerare gli effetti delle perdite di carico sul gliele durante il dimensionamento degli scambiatori di calore. Le perdite di carico aumentano infatti in modo significativo il glide nel circuito frigorifero. II trascurare ciò nei calcoli di bilancio energetico può condurre a un sottodimensionamento degli scambiatori e di altri componenti. Le miscele azeotropiche possono essere riconosciute per il fatto che, al contrario di quanto accade con quelle zeotropiche, la composizione delle loro parti massiche rimane costante sia nella fase liquida sia in quella di vapore (ma solo a una determinata temperatura). Con le miscele zeotropiche, invece, ciò non succede. In altri termini, quando si ha un cambiamento di fase la composizione delle parti massiche del fluido subisce una variazione fra liquido e vapore. Ciò significa anche, nel caso di un evaporatore a espansione secca, che a parità di pressione le temperature all'entrata e all'uscita non sono le stesse, come vedremo meglio più avanti. 37 Comportamento di un fluido zeotropo sul diagramma pressioni-entalpie. Le fasi di evaporazione e condensazione si svolgono a pressioni costanti ma a temperature scorrevoli di un certo valore, il cosiddetto glìde. wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Azeotropi, quasi azeotropi e zeotropi Nel caso di fluidi, o meglio miscele, Zeotrope, come il R407c, è necessario dare delle nuove definizioni su cosa si intende per temperatura di condensazione e di evaporazione, in quanto non è definita una temperatura ma un intervallo di temperature in cui avviene il fenomeno del cambiamento di fase. Si può allora definire come temperatura di evaporazione la temperatura media, a pressione costante, tra la temperatura di inizio ebollizione, cioè quella in cui inizia ad evaporare il primo componente, e quella in cui cessa di esistere la fase liquida; quella cioè a cui evapora l'ultimo componente. Analogamente si può definire come temperatura di condensazione la temperatura media, pressione costante, tra la temperatura di rugiada, cioè quella in cui inizia a condensare il primo componente, e quella in cui cessa di esistere la fase vapore, quella cioè a cui condensa l’ultimo componente. Le definizioni sopra riportate misurano nella pratica le temperature di Surriscaldamento e di Sottoraffreddamento. 38 Comportamento di un fluido zeotropo sul diagramma pressioni-entalpie. Le fasi di evaporazione e condensazione si svolgono a pressioni costanti ma a temperature scorrevoli di un certo valore, il cosiddetto glìde. wwww.teknologieimpianti.it 19 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Esempio di Classificazione… Il numero 404 indica ad esempio la presenza nella miscela di determinati componenti, ossia R-143a, R-125 e R-134a, rispettivamente nella percentuale del 52, 44 e 4%; tale composizione viene riconosciuta con una A dopo R-404A. Le miscele che hanno gli stessi componenti ma diverse composizioni sono identificate con le sigle B, C ecc. Refrigerante R – 404 - A % Componenti 52 %, 44%, 4% Composizione e Zeotropia R-143 A; R-125; R-134 A Sono comuni anche i nomi commerciali assegnati dai fabbricanti di refrigeranti alle miscele prodotte, come Suva HP62 (R-404A) e Isceon Klea (R-407B) ecc. I campi di applicazione di questi fluidi negli impianti frigoriferi vanno normalmente da -80°C a + 10 °C e, in casi eccezionali, anche oltre. Per ogni applicazione è disponibile un numero diverso di classificazione del refrigerante. 39 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Comportamento delle Miscele Le sostanze azeotropiche, quasi-azeotropiche o zeotropiche, indipendentemente dal tipo, allo stato di liquido puro o di vapore puro presentano una composizione intimamente miscelata e le loro proprietà risultano del tutto uniformi. Invece, quando sono presenti sia liquido sia vapore (come nell'evaporatore, nel condensatore e in vari casi nel ricevitore di liquido), il comportamento della miscela dipende dal fatto che essa sia azeotropica o zeotropica. In una miscela azeotropica la composizione percentuale del liquido e del vapore sarà sempre virtualmente la stessa quando entrambi sono presenti. Nell'evenienza di una perdita, non si produrrà alcuna variazione sostanziale della composizione del refrigerante rimasto nel circuito. Invece, la composizione di vapore e di liquido delle miscele zeotropiche è diversa quando entrambi sono presenti contemporaneamente. Con una perdita dall'evaporatore o dal condensatore, con fuga di solo vapore, può prodursi un cambiamento nella composizione del refrigerante rimasto. 40 wwww.teknologieimpianti.it 20 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Comportamento delle Miscele Problemi possono aversi anche durante le fasi di cambiamento di regime delle pompe di calore. Le miscele quasi-azeotropiche presentano variazioni ed effetti sensibilmente minori di quelle zeotropiche e, per certi composti, di trascurabile conseguenza sul comportamento dell’impianto. Poiché nelle miscele zeotropiche la composizione del vapore può differire da quella del liquido, è indispensabile effettuare la carica delle macchine in fase liquida. Invece, se si effettua la carica in fase di vapore, la composizione del refrigerante nel circuito non risulterà la stessa che si ha entro la bombola. Ciò è dovuto al frazionamento del refrigerante che si verifica entro la bombola stessa quando ne viene rimosso il solo vapore. 41 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Le normative attualmente in vigore a livello comunitario impongono che ogni impianto frigorifero sia munito di una "targa segnaletica", indistruttibile e ben visibile, che riporti fra i vari dati anche l'indicazione del fluido frigorigeno usato. La miscelazione di differenti fluidi frigorigeni può provocare pressioni danneggiare il circuito che li contiene o reazioni chimiche indesiderate. troppo elevate in grado di Al momento attuale sono due le classi fondamentali di fluidi frigorigeni usati: 1) gli idrocarburi fluorati HFC, detti anche derivati del legame fra gli idrocarburi metano ed etano come ad esempio l'R-134; 2) le sostanze naturali, cioè ammoniaca R -717, butano R -600, propano R-290, isobutano R- 600A, propene R-1270, Anidride Carbonica, R-744 Lo sviluppo dell'R407C, un HFC con caratteristiche prestazionali simili all'R-22, ha permesso di offrire alternative interessanti. Altra alternativa è consistita dall’impiego dell'R-134, che però si rivela più idoneo per il funzionamento nelle macchine a vite e centrifughe. Per le macchine di piccola e media potenza è stato sviluppato l' R-410A. È anch'esso un HFC che appare a tutti gli effetti il sostituto a medio termine dell’R22 nel campo delle piccole e medie potenzialità. 42 wwww.teknologieimpianti.it 21 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Caratteristiche principali dei nuovi HFC L'elenco degli HFC disponibili non è molto lungo. Due sono le alternative emerse per la sostituzione dell'HCFC 22: HFC 407C e HFC 41OA, entrambe miscele di HFC. L'HFC 407C ha il pregio di offrire prestazioni simili all'HCFC 22, mentre l'HFC 410 a consente di raggiungere una capacità maggiore del 50%, con una pressione pure maggiore del 50%. L'HFC 407C si configura facilmente come un sostituto per gli impianti esistenti, cosa molto importante dato che oltre la metà dei nuovi compressori e unità motocondensanti sono utilizzati in applicazioni di sostituzione. Invece, l'HFC 410A, essendo un refrigerante ad alta pressione, richiede la riprogettazione del compressore e di altri componenti del circuito. In aggiunta a un più elevato coefficiente di scambio termico, il suo impiego vanta minori perdite di carico, minori diametri dei tubi, una carica minore e altri vantaggi. L'HFC 410A è destinato a macchine di nuova progettazione e costruzione. In realtà, un sempre maggior numero di macchine di nuova progettazione, soprattutto di piccola potenza, ma anche di potenze medie e grandi, fa uso di questo nuovo refrigerante. 43 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Caratteristiche principali dei nuovi HFC rispetto all’R22 Caratteristica R-22 R-134 A R-407 C R-410 A 0 0 5,4 °C 0,11 °C Pressione kPa 2,139 1,476 2,262 3,406 EER Compressione 100% 100% 95% - 100% 92% - 100% Capacità Frigorifera 100% 65% 98% - 105% 149% - 155% - Inferiore Identico Maggiore Glide Scambio Termico - Minore Identico Minore 100% Molto Minori 95% - 100% 98% - 100% Costo Impianto - Molto Maggiori Identici Minori Riprogettazione - SI NO SI Diametro Tubi Prestazioni Impianto 44 wwww.teknologieimpianti.it 22 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Fattori di Applicabilità dei Refrigeranti PROPRIETA HFC HC Ammoniaca Proprietà Termodinamiche Buone Buone Buone Compatibilità oli Minerali NO SI SI SI SI NO Molto Bassa Molto Bassa Elevata NO Molto Elevata Bassa ODP 0 0 0 GWP Elevato Molto Basso Zero Compatibilità Materiali Tossicità Infiammabilità 45 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Applicazioni Possibili Impianto HFC HC Ammoniaca SI SI NO SI NO NO SI NO SI SI SI SI Unità Preassemblate Frigoriferi domestici, condizionatori monoblocco da parate o movibili, macchine distributrici automatiche. Impianti a distribuzione diretta a contatto con il pubblico Sistemi a sezioni divise (mono e multi split), supermarket, refrigeratori, dettagli. Impianti a distribuzione diretta in zone vietate Trattamento alimenti e bevande, magazzini e magazzini di stoccaggio surgelati. Impianti a distribuzione indiretta con circuito secondario ad acqua o glicole Piccoli e grandi refrigeratori 46 wwww.teknologieimpianti.it 23 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Grado di Tossicità e infiammabilità di alcuni refrigeranti Tossicità, ppm REFRIGERANTE (limite di esposizione occupazionale) Limite di infiammabilità (% in aria) 25 Dal 15 al 28 % HC, isobutano 1.000* Dal 1,8 al 8,5 % HFC 134 A 1.000* Non Infiammabile HFC 410 A 1.000* Non Infiammabile Ammoniaca * Il limite 1.000 è indicato per evitare pericoli di soffocamento. 47 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI HFC 134 A È un refrigerante puro, costituito da un singolo componente, e perciò non è soggetto a glide di temperatura durante i cambiamenti di stato. Un'ulteriore caratteristica positiva è rappresentata dal basso potenziale di riscaldamento globale (GWP) rispetto agli altri refrigeranti. Purtroppo, esso presenta una capacità termodinamica sensibilmente più ridotta rispetto all'R-22. La conseguenza di ciò è che, a parità di potenza frigorifera, una macchina caricata con HFC 134a deve essere tra il 30% e il 40% più grande di una con R-22 (compressore di maggior cilindrata, tubi di maggior sezione e scambiatori di maggior superficie). A ciò si aggiunge il fatto che il coefficiente di scambio termico dell' R-134a è minore di quello dell'R-22. L'HFC 134a ha prestazioni simili all'R-12 da -10 °C a +10 °C. È un ottimo fluido per la refrigerazione commerciale e il recupero di calore ad alta temperatura. Il suo uso non è invece raccomandato per applicazioni di bassa temperatura. Alcuni costruttori lo utilizzano anche nei gruppi frigoriferi per il condizionamento dell'aria. I compressori per HFC 134a sono identici a quelli standard. È invece nel circuito frigorifero che si richiedono componenti adatti per tale refrigerante: soprattutto valvole termostatiche e filtri disidratatori. 48 wwww.teknologieimpianti.it 24 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI HFC 134 A Per gli altri componenti, quali pressostati, valvole solenoidi, valvole di ritegno e valvole a 4 vie, occorre ricalcolare i valori di pressione e di portata massica. Favorevoli sono le prospettive di utilizzo nelle centrali frigorifere equipaggiate con compressori a vite e centrifughi, che hanno utilizzato tradizionalmente R-11 e R-12. In queste applicazioni l'R-134a può costituire una soluzione accettabile con costi di investimento contenuti e con minori requisiti di riprogettazione delle macchine. In realtà, oggi, l 'R-134a è utilizzato sulla maggior parte dei gruppi frigoriferi centrifughi prodotti in Europa e in numerosi modelli di gruppi a vite. 49 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI HFC 407 C L'HFC 407C è una miscela ternaria di R-32, R-125 e R-134a, e presenta caratteristiche operative simili a quelle dell'R-22. Si tratta però di un fluido zeotropo, con uno scorrimento di temperatura (glide) non trascurabile, di 5,4 °K; a ciò si aggiunge anche lo svantaggio di una minor efficienza rispetto al1'R-22. Esso offre tuttavia la maggior semplicità di conversione degli impianti rispetto alle altre alternative. In impianti o macchine dove il suo glide risulti accettabile, l'HFC 407C rappresenta una scelta interessante per il passaggio all'uso di HFC. Invece, il suo impiego deve essere valutato in quelle applicazioni dove l'effetto del glide sulle prestazioni del circuito frigorifero possa essere sensibile, ad esempio in impianti con evaporatori allagati o evaporatori multipli. Neppure il suo utilizzo per il retrafit di impianti già funzionanti con R-22 può essere immediato, poiché tutti gli HFC non possono funzionare con gli oli minerali e necessitano di oli poliesteri. Ciò richiede operazioni di pulizia del circuito frigorifero. A prima vista, l'RA07C si presenterebbe come sostituto naturale dell'R-22 avendo caratteristiche di funzionamento molto simili. Questa sua rassomiglianza permette di compiere la sostituzione (per questo motivo viene definita anche "drop-in") solo con piccoli cambiamenti tecnologici, limitati essenzialmente al passaggio dal tradizionale olio minerale (MO) a uno degli oli poliolesteri (POE) utilizzati con gli HFC. 50 wwww.teknologieimpianti.it 25 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI HFC 407 C La differenza più evidente rispetto all'R22 è costituita dal fatto che non essendoci una sola temperatura di ebollizione o di condensazione ben precisa, data una certa pressione, ma una fascia (circa 5°C) in cui bollono progressivamente i tre componenti, all'interno dello scanmbiotore vi è una miscela sia in fase liquida che gassosa in cui cambiano con continuità le percentuali tra i tre componenti ed a cui quindi corrispondono caratteristiche termodinamiche e fluidodinamiche sempre diverse che di fatto penalizzano lo scambio termico. Si deve inoltre notare una minore efficienza del ciclo con questo gas rispetto a quello con R22 specialmente quando la temperatura di condensazione sale oltre i 50°C, dunque il suo impiego nelle macchine a pompa di calore è seriamente penalizzato nel confronto. Tutte queste operazioni sono relativamente facili da compiere in una grossa macchina dotata di rubinetti di intercettazione, valvole per lo scarico dell'olio del compressore ecc, divengono molto più onerose nel caso di piccole macchine split ed in questo caso è lecito chiedersi se ne vale la pena economicamente parlando. Attualmente a questo fluido in ordine alle modeste caratteristiche prestazionali intrinseche viene preferito R410a. 51 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI HFC 410 A Questo refrigerante costituisce una miscela di 50% R-32 e 50% R-125 e ha comportamento quasiazeotropico, perciò il suo scorrimento di temperatura o glide è trascurabile. Esso funziona però a pressioni sensibilmente più elevate dell 'R-22. Dalle prove realizzate fino ad oggi risulta che, sebbene con questo nuovo refrigerante non si possa raggiungere l'efficienza teoricamente ottenibile con l'R-22, le sue caratteristiche di scambio termico si rivelano superiori nella maggior parte degli impianti. L'utilizzo dell'HFC 410A comporta d'altra parte la necessità di riprogettare estesamente le macchine e i circuiti frigoriferi. Un importante vantaggio che si prospetta per l'utilizzo di questo refrigerante sta nel fatto che, per effetto della sua maggior densità, pressione di lavoro e capacità di scambio termico, esso consente di ridurre la grandezza dei componenti dei circuiti frigoriferi, a parità di potenza resa. Oppure, a parità di grandezza dei componenti, di aumentare sensibilmente la capacità frigorifera erogata rispetto al funzionamento con R-22, fin del 50-55%. L'R-410A presenta un potenziale di surriscalda mento dell'atmosfera più alto: di 1900 kgCO/kg contro 1700. Ciò farebbe pensare che quanto si guadagna da un lato si perde dall'altro. 52 wwww.teknologieimpianti.it 26 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI HFC 410 A Questo refrigerante lavora a pressioni sensibilmente maggiori rispetto al R22 o R407C, circa 60% in più, e questo costituisce senza dubbio un problema nel ricalcolo degli spessori dei tubi e dei recipienti di contenimento, per contro le dimensioni dei tubi e degli scambiatori sono minori, minori gli ingombri, minori i costi. I coefficienti di scambio nell'evaporatore e nel condensatore sono buoni e per il fatto che si tratta di un fluido quasi azeotropico e per le caratteristiche intrinseche del fluido stesso, questo permette una buona prestazione in pompa di calore ed una ulteriore riduzione degli ingombri e competitività nei costi. Gli svantaggi nell'utilizzo di questo refrigerante sono essenzialmente: • All'aumento delle potenze aumentano di molto gli spessori, quindi i pesi e i costi dei recipienti, degli scambiatori ed il compressore stesso • Ad alte temperature di condensazione, oltre 55°C le prestazioni decadono rapidamente 53 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI HFC 410 A – Vantaggi e Svantaggi Vantaggi • Nessuna diminuzione di capacità rispetto all’R-22; • Componenti più piccoli: superfice evaporatore, diametro tubi, grandezza compressore. Ne derivano minori costi di produzione; • Minori perdite di carico da cui dipendono meno circuiti nel condensatore e distributori più semplici; • Minor carica di refrigerante, circa il 20% in meno e quindi minor volume del circuito; • Maggiore efficienza potenziale dell’impianto. Il COP dell’impianto aumenta rispetto all’R-22 alle temperature di condensazione moderate. • Minori livelli sonori a causa delle minori masse in movimento e dello spessore maggiore dell’involucro. Svantaggi • Maggiore pressione di lavoro, quindi necessità di componenti più robusti e perciò costi maggiori; • Maggiore potenziale di surriscaldamento dell’atmosfera (GWP): 1.900; • Non in grado di funzionare con i normali oli minerali di refrigerazione; • Maggior costo 54 wwww.teknologieimpianti.it 27 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI HFC 404 A E' una miscela ternaria, costituita cioè da tre componenti: 44% R125, 52% R143a, 4% R134a, è un fluido quasi azeotropico con un Glide inferiore a 0,5° alle temperature usuali di lavoro. Questo fluido è relativamente simile al 407C, nel senso che le pressioni di lavoro sono non troppo diverse e così pure le densità; la differenza vera è nel fatto che questo fluido è quasi azeotropico, quindi con Glide piccolo. Queste caratteristiche lo rendono termodinamicamente un buon refrigerante che lavora bene a temperature medie e basse ma con condensazioni che non eccedono i 50-55°C. Ha sostituito degnamente il "Vecchio" R502 che ha costituito la base della refrigerazione commerciale in bassa temperatura fino a metà degli anni 90. E' attualmente molto utilizzato nella refrigerazione commerciale in impianti di tutte le taglie. 55 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI HFC 507 E' una miscela binaria, costituita cioè da due compènentì: 50% R125, 50% R143a, è un fluido quasi azeotropico con un Glide inferiore ad 1° C alle temperature usuali di lavoro. Questo fluido è quasi identico al precedente R404A, la sola differenza è la mancanza di quel 4% di R134a che teneva di poco più basse le pressioni. Viene utilizzato negli stessi impianti e con gli stessi componenti del 404, viene accreditato di una efficienza migliore del 5-10% rispetto al 404 nelle stesse condizioni, e per questa ragione il suo utilizzo si sta estendendo. E' utilizzato nella refrigerazione commerciale in impianti di tutte le taglie. 56 wwww.teknologieimpianti.it 28 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Temperatura di surriscaldamento La differenza tra la temperatura del gas aspirato dal compressore e la temperatura di rugiada del refrigerante alla pressione nell'evaporatore. La procedura qui di seguito illustrata è valida per i refrigeranti "Zeotropici" (con elevato Glide, es. R407C). Con gli appositi manometri che riportano la scala delle temperature sia della fase gassosa che di quella liquida, si ha la possibilità di leggere, per qualsiasi pressione, la temperatura di inizio e fine del cambiamento di stato. Per esempio se sul manometro di bassa pressione si legge sulla scala delle pressioni 0,5 MPa (corrispondenti a 5 bar), si vede che nella scala del 407c vapore corrisponde una temperatura di circa +9°C, mentre nella scala liquido corrisponde una temperatura di circa +2 °C. Questo vuole dire che il refrigerante liquido inizia la ebollizione a +2° (bolle il primo elemento) mentre a +9° vi è la ultima transizione liquido-vapore, cioè bolle l'ultimo componente. Nella definizione viene citata la "temperatura di rugiada" alla pressione dell'evaporatore, è un modo più preciso di definire questa temperatura perché, a ben vedere, la temperatura di ebollizione dell'ultimo componente è anche quella a cui, in un processo di raffreddamento. 57 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Temperatura di surriscaldamento Applicando la definizione di Surriscaldamento sopra enunciata, nell'ipotesi di misurare con un manometro una pressione di 0,5 Mpa, e di misurare con il termometro una temperatura di gas aspirato al compressore di 12°C, il Surriscaldamento in questione è di 12-9 = 3°C I costruttori di macchine frigorifere e quelli di valvole di espansione, quando suggeriscono i valori di Surriscalda mento, intendono valori misurati con il metodo sopra riportato, ed è in questo modo che vanno effettuate le regolazioni. 58 wwww.teknologieimpianti.it 29 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Temperatura di sottoraffreddamento La differenza tra la effettiva temperatura del liquido e la temperatura del punto di ebollizione del refrigerante alla pressione nel condensatore. La procedura qui di seguito illustrata è valida per i refrigeranti "Zeotropici" (con elevato Glide, es. R407C). Con gli appositi manometri che riportano la scala delle temperature sia della fase gassosa e di quella liquida si ha la possibilità di leggere, per qualsiasi pressione, la temperatura di inizio e fine del cambiamento di stato. Per esempio se sul manometro di alta pressione si legge sulla scala delle pressioni 2 MPa (20 bar), si vede che nella scala del 407c vapore corrisponde una temperatura di circa +48°C, mentre nella scala liquido corrisponde una temperatura di circa +54°C. Questo vuole dire che il refrigerante liquido inizia la condensazione (ovvero il suo punto di rugiada è) a +54° (condensa il primo componente) mentre a +48° vi è la ultima transizione vapore-liquido, cioè condensa l'ultimo componente. Nella definizione si parla di temperatura di ebollizione del refrigerante alla pressione del condensatore, infatti questa è la temperatura a cui, per la prima volta, appare il fenomeno della ebollizione, cioè la temperatura più bassa a cui inizia il fenomeno della ebollizione. 59 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Temperatura di sottoraffreddamento Applicando la definizione di Sottoraffreddamento sopra enunciata, nell'ipotesi di misurare con il manometro una pressione di 2 Mpa, e di misurare con il termometro una temperatura del liquido di 40°C, il Sottoraffreddamento in questione è di 48-40 = 8°C I costruttori di macchine frigorifere e quelli di valvole di espansione, quando suggeriscono i valori di Sottoraffreddamento, intendono valori misurati con il metodo sopra riportato, ed è in questo modo che vanno effettuate le regolazioni. In particolare per il R 407c, si dovrà prestare molta attenzione, nel caso in cui viene riportata una sola scala, alla scritta identificativa «liquid» oppure «vapour». Misura del surriscaldamento: • Manometro di bassa, scala con indicazione «vepour» Misura del sottoraffreddamento • Manometro di alta, scala con indicazione «Liquid» Se l'indicazione della scala non è quella corretta si dovrà tassativamente considerare il fenomeno del glide, nel caso del R 407c circa 6°C. 60 wwww.teknologieimpianti.it 30 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Il Comportamento delle Miscele Le miscele, se sono allo stato di liquido puro o di gas puro, presentano delle proprietà del tutto uniformi perché i componenti sono intimamente miscelati tra loro. Quando invece sono presenti sia lo stato liquido che quello di vapore (questo avviene nel condensatore, nell'evaporatore, nel ricevitore di liquido) il comportamento dipende dal fatto che la miscela sia azeotropica o zeotropica. Nelle miscele azeotropiche la composizione del vapore e del liquido è la stessa ed una eventuale perdita penalizza egualmente tutti i componenti, in questo modo non varia la composizione della miscela. Nel caso di miscele zeotropiche invece, una eventuale perdita potrebbe interessare prevalentemente uno dei componenti ed alterare quindi la composizione della miscela. Nel caso di miscele quasi azeotropiche si presentano gli stessi inconvenienti ma in misura minore. 61 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI Il Comportamento delle Miscele… Osservazioni pratiche Nel caso di perdite del circuito frigorifero, in particolare dagli scambiatori, contenenti una miscela zeotropica o quasi azeotropica, è probabile la alterazione della composizione del refrigerante e "quindi del cambiamento delle sue proprietà dal punto di vista della efficienza frigorifera. Se si caricasse refrigerante in fase gassosa da una bombola, si produrrebbe una evaporazione selettiva dei componenti, prima evapora uno, poi l'altro e così via, in questo modo si carica il circuito con una miscela la cui composizione NON è quella della bombola ma può essere anche molto diversa, con le ovvie conseguenze. Comportamento Pratico • In caso di perdite di refrigerante NON reintegrare la carica, ma vuotare il circuito e fare una nuova carica in fase liquida con le quantità stabilite dal costruttore. • La carica di refrigerante DEVE essere fatta solo in fase liquida. 62 wwww.teknologieimpianti.it 31 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI I refrigeranti sintetici HFO (HydrofluoroOlefine) Recentemente Honeywell e DuPont hanno presentato un nuovo refrigerante denominato 1234yf a basso GWP, facente parte della famiglia HFO (Hydrofluoro olefine) destinato principalmente alla climatizzazione degli autoveicoli. Dopo vari test a livello mondiale, verifiche e confronti con altri refrigeranti (come l'anidride carbonica R744) , l'Ufficio Brevetti Europeo concede ad Honeywell il brevetto per il nuovo refrigerante a basso GWP, HFO-1234yf per la climatizzazione dei veicoli a motore. Il 20 maggio 2010 Honeywell e DuPont annunciano una joint venture per la fabbricazione del nuovo refrigerante e il 23 luglio dello stesso anno GM sceglie di utilizzare-1234yf nelle automobili dei marchi americani Cadillac, Chevrolet, Buick e GMC partire dal 2013. Oltre agli Stati Uniti, Opteon yf ™ (nome commerciale registrato della DuPont) è stato sottoposto a test estesi di sicurezza e prestazionali nella climatizzazione auto anche dalle principali case costruttrici del settore automobilistico in Europa, Giappone, Corea. Per questo settore tale refrigerante sarà disponibile in commercio a fine 2011 per l'utilizzo, sostituzione dell'R134a nei veicoli nuovi e dal 2017 in tutti quelli circolanti (avere un GWP inferiore a 150). 63 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI I refrigeranti sintetici HFO (HydrofluoroOlefine) Quest'ultima stabilisce che a partire dal 2011 , i refrigeranti in nuovi tipi di veicoli non possono avere un potenziale di riscaldamento globale (GWP) superiore a 150. A partire dal 2017, questo si applicherà a tutte le autovetture nuove. Il refrigerante R134a utilizzato attualmente nella climatizzazione auto, sarà eliminato sostituito dal -1234yf, che ha un GWP di 4, ed è un passo importante obiettivi di protezione del clima. L'impiego di tale refrigerante non è limitato al settore automobilistico ma, per la somiglianza all'R134a, in termini di proprietà termodinamiche, si sta provando anche nel settore della refrigerazione commerciale nei nuovi impianti a temperatura normale (TN). I primi progetti nel campo della refrigerazione industriali sono stati molto incoraggianti in termini di performance operativa e facilità d'uso. Il primo lancio commerciale limitato, nel settore alimentare, in Europa, è previsto tra il 2012 e il 2013, per verificare l'interesse del mercato e definire i tempi per una definitiva distribuzione commerciale. 64 wwww.teknologieimpianti.it 32 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI I refrigeranti sintetici HFO (HydrofluoroOlefine) In termini ambientali, poi, il più grande vantaggio del nuovo refrigerante (-1234yf ) è quello di avere una vita media in atmosfera di soli 11 giorni rispetto all'R-134a, che in media, ha una vita atmosferica superiore ai 13 anni, dando un potenziale di riscaldamento globale (GWP) di circa 1.300. Nel confronto, a parità di tempo di vita, il nuovo refrigerante risulta avere un GWP di circa 600, che scende a 4, tenendo conto della sua breve vita, con un 99,7 % di miglioramento rispetto all'HFC-R134a. Riassumendo le caratteristiche prestazionali ed ambientali sono: 1. GWP = 4 e ODP = 0 2. Paragonabile ad HFC-134a per le proprietà di refrigerazione 3. Accettabile in termini di stabilità e di compatibilità 4. È leggermente infiammabile (ma molto meno dell'HFC-152a e R-32) 65 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I NUOVI REFRIGERANTI I refrigeranti sintetici HFO (HydrofluoroOlefine) Valutazioni preliminari indicano che potrebbe essere utilizzato in un sistema ad espansione diretta per applicazioni di refrigerazione, compresa la refrigerazione a media temperatura di aria condizionata commerciale e refrigeratori d'acqua. L’alta compatibilità con l’HFC-134 A permetterebbe una transazione efficiente nelle apparecchiature nuove ed esistenti. 66 wwww.teknologieimpianti.it 33 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I REFRIGERANTI NATURALI Anidride Carbonica CO2 (R744) Tra questi ha fatto la sua ricomparsa come refrigerante proprio l'anidride carbonica (CO2). Fino agli anni '40 i sistemi con CO2 come refrigerante erano considerati equivalenti a quelli con ammoniaca, sia in termini di costo che di efficienza, considerando che le misure di sicurezza per gli impianti ad ammoniaca erano sicuramente inferiori alle attuali. L'elevata efficienza di un sistema frigorifero a ciclo semplice, impiegando CO2 come refrigerante, si ottiene utilizzando l'acqua di pozzo a temperatura relativamente bassa come sorgente calda e realizzando impianti con un sottoraffreddamento spinto del condensato, che permette di migliorare sensibilmente il COP di un sistema ad anidride carbonica, molto più di quanto si ottenga da impianti simili operanti con ammoniaca o HFC. La CO2 però non era più stata considerata idonea all'impiego come fluido operatore, in quanto la vasta diffusione ed applicazione dei sistemi frigoriferi richiederebbe enormi risorse idriche per il raffreddamento del condensatore con acqua di pozzo, mentre risulta più pratico l'utilizzo dell'aria ambiente, penalizzando però l'efficienza del sistema, che deve operare in un regime particolare quando la temperatura della sorgente calda supera i 20-22°C. 67 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I REFRIGERANTI NATURALI Anidride Carbonica CO2 (R744) Oltre alla bassa efficienza termodinamica la CO2 presenta anche una pressione di lavoro significativamente più elevata (anche tre volte rispetto al R410A) che richiede un'adeguata progettazione e reperibilità sul mercato della componentistica del circuito frigorifero (pressori, scambiaatori di calore, ecc.). Tutto ciò comporta un livello di costi di produzione più elevato se comparato a soluzioni tradizionali. Comunque la CO2, come unico refrigerante naturale non tossico, non infiammabile e che non produce effetto serra diretto, in quanto negli impianti si utilizza quella già esistente, desta molto interesse, soprattutto nei paesi nordici, e molti operatori del settore ed istituti di ricerca si stanno impegnando nella progettazione e produzione di sistemi frigoriferi efficienti e competitivi con l'uso di questo refrigerante. 68 wwww.teknologieimpianti.it 34 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I REFRIGERANTI NATURALI Ammoniaca (R717) L'ammoniaca è un "vecchio" refrigerante, di cui si ha pìù esperienza storica, ampiamente usato in passato per le sue caratteristiche termodinamiche, è tuttora piuttosto diffuso nelle applicazioni industriali. Presenta però problemi di aggressività nei confronti del rame e delle sue leghe, il che richiede una tecnologia abbastanza differente da quella dei circuiti frigoriferi usati con i tradizionali fluidi sintetici. Inoltre con alcuni tipi di compressore pone problemi di eccessivo surriscaldamento nella compressione. Anche la tipica caratteristica di insolubilità quasi totale tra questo fluido frigorigeno e gli olii, attualmente in uso, richiede alcuni accorgimenti nel progetto del circuito frigorifero e dell'evaporatore, ma la questione è risolvibile con lo sviluppo di nuovi lubrificanti. Oltre ad avere ottime proprietà di scambio termico e ridotte cadute di pressione, la sua efficienza energetica è caratterizzata da un favorevole COP di riferimento. A suo svantaggio ci sono l'infiammabilità (in certe condizioni) e la tossicità, con gli oneri derivanti da questo (patentino specifico per gli operatori). La sua qualifica di fluido naturale lo rende bene accetto nei paesi sensibili alle problematiche ambientali. 69 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I REFRIGERANTI NATURALI Idrocarburi Gli idrocarburi ed in particolare, il propano (R290) nei piccoli condizionatori trasferibili e l'isobutano R600 nei frigoriferi domestici, per il loro basso GWP, contribuiscono pochissimo all’effetto serra, rientrando bene dal punto ambientale. Inoltre non pongono problemi nell'utilizzo con le correnti macchine frigorifere e presentano una accettabile efficienza energetica. Per l’alta infiammabilità (classe di sicurezza A3) attualmente vengono impiegati principalmente nella refrigerazione domestica, dove la carica si riduce a qualche decina di grammi, ma non mancano in Germania applicazioni in sistemi monoblocco con una carica di 7-10 kg ovviamente corredati con i debiti sistemi di sicurezza. 70 wwww.teknologieimpianti.it 35 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I REFRIGERANTI NATURALI Capacità Frigorifera e COP Qui di seguito sono riportati alcuni grafici che mostrano la capacità frigorifera ed il COP dell'R-22 in rapporto all’R-404 A in condizioni di refrigerazione in "bassa temperatura" (BT). L'utilizzo di questi refrigeranti avviene ormai da qualche anno, ma con risultati qualche volta contrastanti, per quanto riguarda la sostituzione dell'olio e la compatibilità del refrigerante con alcuni componenti del compressore. La presenza di una piccola parte di HG (da un 3,4 ad un 5%) o di isobutano R600 e R601 (circa il 2%) nella miscela, non modifica l'appartenenza al gruppo di sicurezza A1 (non infiammabile e poco tossici) della miscela stessa. Comunque sono stati già realizzati numerosi retrofit di sistemi ad HCFC e CFC che, secondo il produttore del fluido refrigerante, dimostrano quanto segue: • La sostituzione dell'R22 con R404 in chillers o in impianti di refrigerazione a temperatura normale o medio bassa, permette di ottenere Capacità di Refrigerazione paragonabili all'R22, con evidenti risparmi energetici. 71 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I REFRIGERANTI NATURALI Capacità di raffreddamento kW Capacità di Raffreddamento – (-31,7 °C Evaporazione e 5,6 K condensazione) 9,5 8,5 R – 404 A 7,5 6,5 5,5 R - 22 4,5 3,5 25 30 35 40 45 50 55 Temperatura di Condensazione °C 72 wwww.teknologieimpianti.it 36 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I REFRIGERANTI NATURALI COP – (-31,7 °C Evaporazione e 5,6 K condensazione) 2,4 2,2 R – 404 A C.O.P. 2 1,8 1,6 R - 22 1,4 1,2 1 25 30 35 40 45 50 55 Temperatura di Condensazione °C 73 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I REFRIGERANTI NATURALI Conclusioni su Refrigeranti e Retrofit Il problema della sostituzione dell'R22 nei sistemi di refrigerazione e condizionamento può essere risolto con l'utilizzo di gas refrigeranti ad ODP=O, che non richiedono cambio di lubrificante, né bonifica dei circuiti, e sono quindi realizzabili dai frigoristi manutentori in tempi rapidi e senza bisogno di particolari apparecchiature e tecnologie. Soltanto la esperienza condotta per un congruo periodo di tempo permetterà di verificare le reali prestazioni ed affidabilità ottenute. Dal punto di vista sia economico che di efficienza, il Retrofit è una onerosa operazione di ripiego; vale dunque sempre la pena di valutare attentamente se non sia più conveniente, in una ottica di medio termine, la sostituzione della macchina con una più moderna ed efficiente. In ogni caso si consiglia, prima di eseguire il Retrofit, di consultare il produttore della apparecchiatura. 74 wwww.teknologieimpianti.it 37 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 2 I REFRIGERANTI COME RIFIUTO GAS o Rifiuto? I Gas refrigeranti sono considerati dalla legge italiano come rifiuti pericolosi aventi codice CER 14.06.01* Chiunque effettua una attività di raccolta, trasporto, recupero, smaltimento, commercio ed intermediazione di rifiuti in mancanza della prescritta autorizzazione, iscrizione è punito: a) con la pena dell'arresto da tre mesi a un anno o con l'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti non pericolosi; b) con la pena dell'arresto da sei mesi a due anni e con l'ammenda da duemilaseicento euro a ventiseimila euro se si tratta di rifiuti pericolosi. Le pene si applicano ai titolari di imprese ed ai responsabili di enti che abbandonano o depositano in modo incontrollato i rifiuti ovvero li immettono nelle acque superficiali o sotterranee in violazione del divieto di cui all'articolo 192, commi 1 e 2. 75 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 3 IL Quadro Normativo e Legislativo regolamento (CE N. 2037/2000) sostanze che riducono lo strato di ozono D.P.R. 147 del 15 Febbraio 2006 Regolamento concernente modalità di controllo ed il recupero delle fughe di sostanze lesive della fascia di ozono stratosferico da apparecchiature di refrigerazione e di condizionamento d’aria e pompe di calore, di cui al regolamento (CE) n. 2037/2000. regolamento (CE) n. 842/2006 gas fluorurati ad effetto serra regolamento (CE) n.1494/2007 forma delle etichette e i requisiti di etichettatura ulteriori per i prodotti e le apparecchiature contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra regolamento (CE) n.1497/2007 i requisiti standard di controllo delle perdite per i sistemi di protezione antincendio fissi regolamento (CE) n.1516/2007 requisiti standard di controllo delle perdite per le apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d'aria e pompe di calore regolamento (CE) n. 303/2008 requisiti minimi e le condizioni per il riconoscimento reciproco della certificazione delle imprese e del personale per quanto concerne le apparecchiature fisse di refrigerazione, condizionamento d'aria e pompe di calore regolamento (CE) n. 304/2008 requisiti minimi e le condizioni per il riconoscimento reciproco della certificazione delle imprese e del personale per quanto concerne gli impianti fissi di protezione antincendio e gli estintori regolamento (CE) n. 307/2008 i requisiti minimi per i programmi di formazione e le condizioni per il riconoscimento reciproco degli attestati di formazione del personale per quanto concerne gli impianti di condizionamento d'aria in determinati veicoli a motore contenenti taluni gas fluorurati ad effetto serra 76 wwww.teknologieimpianti.it 38 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 3 IL Quadro Normativo e Legislativo decreto del Ministro dello sviluppo economico in data 22 dicembre 2009 recante designazione di 'ACCREDIA' quale unico organismo nazionale italiano autorizzato a svolgere attivita' di accreditamento e vigilanza del mercato; DPR 27 gennaio 2012, n. 43 Regolamento recante attuazione del regolamento (CE) n. 842/2006 su taluni gas fluorurati ad effetto serra. NORME 378- 1 ver. 2012 La parte della norma specifica i requisiti relativi alla sicurezza delle persone e dei beni, escluse le merci immagazzinate, e dell'ambiente locale e globale per impianti di refrigerazione fissi e mobili di tutte le dimensioni, incluse le pompe di calore; impianti secondari di raffreddamento o di riscaldamento e la collocazione di questi impianti di refrigerazione. 378- 2 ver. 2012 La norma si applica alla progettazione, costruzione e installazione degli impianti di refrigerazione, incluso tubazioni, componenti, materiali, ed equipaggiamento accessorio direttamente associato con tali sistemi. La norma specifica i requisiti per i metodi di prova, messa in servizio, marcatura e documentazione. 378- 3 ver. 2012 La norma si applica al sito di installazione (luogo di installazione, servizi ed apparecchiature necessarie per la protezione personale). Specifica i requisiti di sicurezza sul luogo di installazione, che possono essere necessari per la presenza degli impianti di refrigerazione e dei loro componenti accessori, ma senza che ne siano direttamente connessi. 378- 4 ver. 2012 La norma prescrive i requisiti di sicurezza e gli aspetti ambientali relativi al funzionamento, alla manutenzione e alla riparazione degli impianti frigoriferi e il recupero, riutilizzo e lo smaltimento di tutti i tipi di fluidi frigorigeni. 77 wwww.teknologieimpianti.it LA LEGISLAZIONE I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 3 IL Quadro Normativo e Legislativo D.P.R. 147 del 15 Febbraio 2006 Se nel corso dell’ispezione si individua un indizio di fuga, il circuito di alta pressione (ad impianto funzionante) deve essere verificato con cercafughe di sensibilità superiore a 5 g/anno e se la perdita risulta superiore al 10% del contenuto totale di gas l’impianto deve essere riparato entro 30 giorni dall’ispezione; i circuiti riparati vengono ricontrollati dopo 30 giorni dalla riparazione. Nel caso l’impianto, in particolare quello con carica superiore a 300 kg, sia dotato di un sistema automatico di rilevamento delle fughe, si controlleranno tali sistemi; se essi risultano funzionare correttamente la periodicità delle ispezioni viene raddoppiata (cioè ogni sei mesi anziché tre). Un apposito “libretto dell’impianto” che reca i dati relativi al gestore ed al manutentore dell’impianto, le caratteristiche dell’impianto stesso, il tipo e la carica del refrigerante immesso, riporterà anche i controlli eseguiti e tutti i provvedimenti intrapresi. Il Regolamento definisce la figura dell’operatore dell’impianto. “Operatore” è la persona fisica o giuridica che esercita un effettivo controllo sul funzionamento tecnico delle apparecchiature che fanno parte dell’impianto; esso è responsabile degli adempimenti suddetti – ciascuno Stato Membro dell’UE può, se lo ritiene opportuno, considerare il “proprietario”dell’impianto responsabile degli obblighi dell’operatore. 78 wwww.teknologieimpianti.it 39 LA LEGISLAZIONE I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti D.P.R. 147 del 15 Febbraio 2006 Per le apparecchiature ermeticamente chiuse il tasso di perdita permesso è inferiore a 3 g/anno con una pressione di almeno ¼ della massima di funzionamento consentita. Si intendono “apparecchiature sigillate” o “circuiti ermetici i sistemi in cui tutte le parti sono connesse mediante saldatura o brasatura, incluse valvole e similari. 79 wwww.teknologieimpianti.it Regolamento (CE) n. 842/2006 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 3 IL Quadro Normativo e Legislativo I REGOLAMENTI COMUNITARI Anche l’Unione Europea ha emanato una serie di legislazioni specifiche che possono essere riassunte nella seguente maniera: • La produzione e l'impiego in nuovi impianti di tutti i CFC (R -11, R-12, R -13, R-14a, R-114, R-502) sono cessati il 31 dicembre 1994. • L'arresto totale della produzione degli HCFC (R-22 ecc.) è previsto per il 31 dicembre 2014, attraverso successive tappe di riduzione dal -35% del 2004 al -95% del 2013 rispetto al 1989. • A partire dall‘1 gennaio 1996 l'impiego degli HCFC è vietato in tutti i refrigeratori e condizionatori domestici, i condizionatori d’aria per autoveicoli e tutti gli impianti di condizionamento die trasporti pubblici su gomma. • A partire dall’1 Gennaio 1998 gli HCFC sono vietati su tutti i macchinari per la climatizzazione dei trasporti pubblici su rotaia. • A partire dall’1 gennaio 2001 gli HCFC sono vietati per tutti i macchinari di refrigerazione e per quelli di climatizzazione con potenza superiore a 100 kW, a eccezione delle pompe di calore e dei sistemi reversibili. 80 wwww.teknologieimpianti.it 40 Regolamento (CE) n. 842/2006 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 3 IL Quadro Normativo e Legislativo I REGOLAMENTI COMUNITARI • A partire dall’1 gennaio 2001 gli HCFC sono vietati per tutti i macchinari di refrigerazione e per quelli di climatizzazione con potenza superiore a 100 kW, a eccezione delle pompe di calore e dei sistemi reversibili. • A partire dall'l luglio 2002 l'impiego degli HCFC è vietato per tutti i sistemi di climatizzazione fabbricati dopo il 30 giugno 2002, a eccezione delle pompe di calore e dei sistemi reversibili. • A partire dall'l gennaio 2004 l'impiego degli HCFC è vietato per tutti i sistemi di climatizzazione reversibili fabbricati dopo il 31 dicembre 2003. • A partire dall'l gennaio 2010 è vietata l'utilizzazione degli HCFC "nuovi" per la manutenzione macchinari esistenti a quella data. È tollerato solo l'impiego degli HCFC riciclati. • A partire dall' 1 gennaio 2015 è vietato l'impiego della totalità degli HCFC (nuovi e riciclati). 81 dei wwww.teknologieimpianti.it LA LEGISLAZIONE I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 3 IL Quadro Normativo e Legislativo Regolamento (CE) n.1494/2007 Etichettatura degli apparecchi contenenti F-gas A partire dal 1/4/2008 tutte le apparecchiature di refrigerazione e condizionamento (incluse le pompe di calore) contenenti F-gas debbono essere munite di una targhetta che, oltre alle usuali caratteristiche costruttive, riporti la dicitura “Contains fluorinated green house gas” (contiene gas fluorurati ad effetto serra). La targhetta deve inoltre riportare il tipo di gas contenuto e la quantità della carica, o provvedere uno spazio bianco perché l’installatore possa inserire tali dati nel caso in cui la carica avvenga in sito 82 wwww.teknologieimpianti.it 41 LA LEGISLAZIONE I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 3 IL Quadro Normativo e Legislativo Regolamento (CE) n.842/2006 Una parte del regolamento è già in vigore anche in Italia e fin da subito OBBLIGA A: • Visite periodiche sugli impianti con più di 3 KG di Gas per verificare l’assenza di perdite e il buon funzionamento energetico dell’impianto (metodo diretto e indiretto); • Redazione del registro d’impianto; • Recupero obbligatorio del refrigerante • Le operazioni devono essere svolte (indipendentemente dai Kg di GAS) solo da parte di aziende qualificate aventi personale certificato. (PATENTINO FRIGORISTI quando sarà per ora lettera C) 83 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 3 IL Quadro Normativo e Legislativo Regolamento (CE) n.842/2006 – Obbligo di Ispezione Impianti con Gas compreso tra i 3 e i 30 KG: Almeno una volta l’anno Impianti con Gas compreso tra i 30 e i 300 KG: Almeno una volta ogni 6 Mesi Impianti con Gas superiore ai 300 KG: Almeno una volta ogni 3 mesi 84 • Tutti i proprietari di impianti fissi di refrigerazione e di condizionamento d’aria, pompe di calore fisse e sistemi di protezione antincendio contenenti più di 300 Kg di gas hanno l’obbligo di installare sistemi di rilevamento delle perdite da controllare almeno annualmente per accertarne il corretto funzionamento. • Ove esista un sistema idoneo di rilevamento delle perdite correttamente funzionante, la frequenza dei controlli può essere dimezzata. wwww.teknologieimpianti.it 42 I QUADERNI DEL FREDDO LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti Parte 3 IL Quadro Normativo e Legislativo Regolamento (CE) n.842/2006 – Obbligo di Comunicazione Entro il 31 maggio di ogni anno gli operatori delle applicazioni fisse di refrigerazione, condizionamento d’aria, pompe di calore e protezione antincendio contenenti 3 o più Kg. di gas fluorurati ad effetto serra comunicano al Ministero dell’Ambiente la quantità di emissioni in atmosfera dell’anno precedente come riportato sul Registro di Impianto. 85 wwww.teknologieimpianti.it I QUADERNI DEL FREDDO Materiale Didattico per il Conseguimento del Patentino per il Trattamento dei Gas Effetto Serra LEZIONE 2 – Inquadramento Normativo e Gas Refrigeranti GRAZIE PER L’ATTENZIONE 43