G Un v e e i P Delmo o c s e n ad picc a e n u olo “grande” Com a cura di Michele Cominetti Comune di Gadesco Pieve Delmona 1 2 Gadesco Pieve Delmona Un piccolo “grande” Comune a cura di Michele Cominetti Comune di Gadesco Pieve Delmona In copertina: Acquerello di Doriana Grisi raffigurante il palazzo comunale Foto: Giada Delmiglio Layout: Michele Cominetti Stampa: Service Lito, Persico Dosimo (CR) ©2015 - Comune di Gadesco Pieve Delmona (CR) PREMESSA PREMESSA IlIl presente presente opuscolo opuscolo ha ha lo lo scopo scopo di di far far conoscere conoscere la la storia storia ee la la realtà realtà attuale attuale (cioè (cioè nel nel 2015) 2015) del del comune comune di di Gadesco Gadesco Pieve Pieve Delmona Delmona situato situato in in provincia provincia di di Cremona. Cremona. Dopo Dopo più più di di trent’anni, trent’anni, aa fronte fronte di di un un mutato mutato contesto contesto demografico, demografico, sociale sociale ed ed economico, economico, l’Amministrazione l’Amministrazione Comunale Comunale ripropone ripropone la la pubblicazione pubblicazione di di un un nuovo nuovo opuscolo opuscolo riguardante riguardante la la storia, storia, la la cultura, cultura, le le tradizioni tradizioni del del nostro nostro paese, paese, auspicando auspicando che che questa questa pubblicazione pubblicazione possa possa rappresentare rappresentare un un utile utile contributo contributo ad ad una una migliore migliore conoscenza conoscenza del del luogo luogo in in cui cui sisi vive vive .. Ringraziamo Ringraziamo tutti tutti coloro coloro che che hanno hanno collaborato collaborato alla alla realizzazione realizzazione dell’opuscolo, dell’opuscolo, ii componenti componenti della della Commissione Commissione Biblioteca Biblioteca ed ed in in modo modo particolare particolare Michele Michele Cominetti Cominetti che che ha ha curato curato l’edizione l’edizione di di questo questo scritto. scritto. Il Sindaco IL IL SINDACO SINDACO Davide Viola DOTT. DOTT. DAVIDE DAVIDE VIOLA VIOLA 6 6 9 16 16 16 18 22 25 28 29 37 48 50 52 60 62 66 66 6 71 83 86 86 90 96 103 103 106 108 109 7 Parte uno Nascita del comune di Gadesco Pieve Delmona Parte uno Nascita del comune di Gadesco Pieve Delmona Vediamo le tappe principali dell’iter legislativo che ha portato alla formazione del nostro Comune: Il 30 Maggio 1866 la Prefettura di Cremona trasmette al VediamoComune le tappediprincipali che30 hadicembre portato alla Gadescodell’iter il Regiolegislativo Decreto del 1865 formazione del nostro Comune: con il quale vengono soppressi i Comuni di Ardole San Marino e Ca’ de’ Quinzani e aggregati al Comune di Gadesco. Il 30 Maggio 1866 la Prefettura di Cremona trasmette al Comune di Gadesco il Regio Decreto del 30 dicembre 1865 quale vengono i Comuni di Ardole San con Il 29il Aprile del 1873soppressi il Consiglio Comunale di Pieve Marino e Ca’ de’ Quinzani e aggregati al Comune di Delmona prende atto dell’accettazione della proposta Gadesco. avanzata al Consiglio Comunale di Gadesco di aggregazione dei due Comuni. Il Consiglio di Pieve Delmona, nella stessa Il 29 Aprile del 1873 il Consiglio di Pieve seduta, approva, all’unanimità, la Comunale controproposta del Delmona Comunale prende atto dell’accettazione Consiglio di Gadesco relativa alledella scuole,proposta ovvero avanzata al Consiglio Comunale di Gadesco di aggregazione alla designazione di una Commissione costituita dalle giunte dei due Comuni. Il Consiglio di Pieve Delmona, nella stessa sull’ordinamento delle scuole comunali. Il progetto di seduta, approva, all’unanimità, la controproposta aggregazione dei due comuni sembra venir meno quando,del il Consiglio di Gadesco relativa alle scuole, ovvero 16 OttobreComunale 1873, con propria deliberazione, il Consiglio alla designazione di Delmona, una Commissione dalle giunte Comunale di Pieve dichiara costituita sciolta ogni trattativa sull’ordinamento dellecomuni, scuole acomunali. Il progetto di di fusione dei due causa delle condizioni aggregazione proposte dei due comuni sembra venir meno quando, il svantaggiose dal Comune di Gadesco relativamente 16 1873, con propria deliberazione, alle Ottobre scuole (Il Consiglio Comunale di Gadescoilil Consiglio 6 Luglio Comunale di Pieve Delmona, dichiara sciolta ogni trattativa6 di fusione dei due comuni, a causa delle condizioni svantaggiose proposte dal Comune di Gadesco relativamente alle scuole (Il Consiglio Comunale di Gadesco il 6 Luglio 6 8 1873 deliberava la necessità della presenza di due scuole nel territorio del Comune di Gadesco). La Regia Prefettura di Cremona, in data 02/02/1928, scrive al podestà di Pieve Delmona evidenziando l’opportunità di riunire, in uno solo, i Comuni di Gadesco e Pieve Delmona, distanti tra loro solo 1,8 Km. In data 25 Aprile 1928 la Regia Prefettura di Cremona comunica che, (si veda a tal proposito il documento presente nella pagina successiva), i Comuni di e sono stati denominato con la sede municipale nella frazione Ca’ de’ Mari di Gadesco. A partire dal 28 Aprile dello stesso anno esisterà ufficialmente un solo Comune. A prima vista l’unione di piccoli paesi in un unico Comune non certo grande può non sembrare un evento così eccezionale, invece in un territorio come il nostro in cui era presente un forte campanilismo, il fatto di abitare tutti “sotto lo stesso tetto” è un cambiamento radicale, non solo dal punto di vista legislativo e amministrativo ma anche e soprattutto sociale. Di fatto non ha più senso schierarsi gli uni contro gli altri per far valere gli interessi di questo o quel territorio poiché tutti sono cittadini della stessa comunità, di conseguenza esistono solo interessi comuni. 7 9 8 10 8 Il gonfalone Il gonfalone è un drappo che riporta il simbolo del Comune, come la bandiera per una nazione. Allo stesso modo di una bandiera esso è qualcosa in più di un semplice disegno, rappresenta infatti il Comune e tutti i cittadini che ne fanno parte. Nei suoi simboli è racchiusa la storia di un’intera comunità, per questi motivi è doveroso iniziare questo opuscolo presentando il gonfalone, riportandone brevemente la descrizione e la storia. Tutto parte dal vecchio stemma del Comune, formato da varie sezioni il cui significato è descritto con deliberazione del Podestà n. 442 del 25/02/1932: “I colori argento e rosso sono quelli della Porta S. Lorenzo di Cremona da cui nel M.E. dipendeva amministrativamente e militarmente il Comune di Gadesco. L’arco è stato tolto dalla CARTA DELLA DIOCESI DI CREMONA disegnato da Antonio Campi nel 1585 dove è stato posto per segnare, con specifico segno, il Comune di Gadesco Il braccio vestito stringente delle spighe di frumento è per ricordare il Maggior prodotto agricolo locale.” Lo Stemma Comunale, concesso con è così descritto: 9 11 omissis 1 2 Nella pagina successiva si riporta il Decreto Regio sopra citato. Per scudo partito si intende uno stemma diviso a metà in senso verticale Cioè posto in verticale 12 10 11 13 11 L’Amministrazione Comunale, nel 2008, ritiene necessaria la realizzazione del Con atto deliberativo C.C. n. 30 del 25/09/2008, viene approvato il Gonfalone medesimo, secondo lo schizzo predisposto dall’Ufficio Tecnico comunale, così descritto: In data 24/11/2008 un (riportato per esteso nella pagina seguente) concede al Comune di Gadesco Pieve Delmona il seguente 12 14 13 13 15 È stato necessario realizzare un nuovo stemma, leggermente diverso da quello del 1938, per poter definire meglio alcune figure all’interno dello scudo come richiesto dall’ufficio “onorificenze e araldica”. Il nuovo stemma, visibile anche in copertina, è stato utilizzato per realizzare il gonfalone. Viene, successivamente, incaricata di Corciano (PG) dell’esecuzione del bozzetto da inviare alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il bozzetto viene poi affidato allo di Firenze che provvede a realizzarlo. . 14 16 In data 26 Marzo 2010 il Consiglio Comunale, con deliberazione n. 14, approva il Regolamento Comunale per l’uso del Gonfalone e dello Stemma comunale. 15 17 La storia Introduzione La storia Come già detto è possibile parlare di “Comune di Gadesco Pieve Introduzione Delmona” solo a partire dal 1928 quando esso nasce dall’unione Come già dettodièsei possibile di un “Comune di Gadesco amministrativa piccole parlare comunità tempo autonome (CaPieve De’ Delmona” Ca soloDe’ a partire 1928San quando esso San nascePietro, dall’unione Quinzani, Mari, dal Ardole Marino, Pieve amministrativa di sei piccole comunità un tempo autonome (Ca De’ Delmona e Gadesco), dislocate nelle immediate vicinanza di Quinzani, Ca De’ Mari, Ardole San Marino, San Pietro, Pieve Cremona. Delmona e Gadesco), dislocate nelle immediate vicinanza di Prima del 1928 quindi non esiste “La Storia” di Gadesco Pieve Cremona. Delmona ( da qui in avanti sarà indicato anche semplicemente come Prima del Comune” 1928 quindi non “il esiste “La Storia” Gadesco Pieve “il nostro oppure Comune”) ma ci disono “Le Storie” Delmona ( davarie qui in avanti sarà anche tra semplicemente (quelle delle comunità) cheindicato si intrecciano loro e a loro come volta “il nostro Comune” oppure “il Comune”) ma ci sono “Le Storie” tutte insieme si intessono nel passato di Cremona. (quelle delle varie comunità) si intrecciano loro e a sia lorospesso volta Non sorprende quindi che lache Storia del nostrotraComune tutte insieme si intessono nel di Cremona. formata da avvenimenti chepassato interessano solo una o alcune delle Non sorprende quindi la Storia delinsieme. nostro Comune sia spesso comunità sopradette mache raramente tutte formata da avvenimenti che interessano solo una o alcune delle Primi secoli ( fino ma all’ottavo secolo comunità sopradette raramente tutte )insieme. Il territorio ad est della città) di Cremona è formato dai Primi secolipresente ( fino all’ottavo secolo detriti alluvionali dei fiumi Po e Oglio. In questa zona, che abbonda Il acque territorio presente ad est della città di Cremona è formato dai di naturali, si stabilirono sin dall’antichità popolazioni nomadi detriti deiinfiumi Po e Oglio. In questa zona, che abbonda in cercaalluvionali di un luogo cui risiedere stabilmente. di acque naturali, si stabilirono sin dall’antichità popolazioni nomadi in cerca luogo in cui risiederei stabilmente. Tra essediciunsarebbero addirittura Troiani secondo quanto afferma Angelo Grandi. Uno studio condotto nel 1800 sul nome Delmona Tra esse ci che sarebbero addirittura Troianidasecondo quanto suggerisce i Troiani siano ipassati Cremona. Il afferma termine Angelo Grandi. Uno studio condotto nel 1800 sul nome Delmona 16 suggerisce che i Troiani siano passati da Cremona. Il termine 16 18 Delmona infatti deriva probabilmente dalla modifica, avvenuta nel corso dei secoli, della parola Telamona da Telamonio, figlio di Mosarte, un famoso guerriero troiano. A questo proposito Grandi scrive nella una sua opera3: “ Da una cronaca di Mosio (provincia di Mantova) verificata dallo storio Briani, e riportata dall’egregio signor dottore Bolognini, si deduce che la Delmona4 esisteva sino all’epoca dei Troiani, fugati dai vincitori Greci e dispersi in questi parti, e da essi chiamavasi Telamona, da Telamonio, figlio di Mosarte famoso guerriero de’ Troiani, inde Dremona e da ultimo Delmona”. Tra le altre popolazioni si possono citare gli Etruschi e i Galli. Solo a partire dal 222 a.C. (epoca romana) la città di Cremona e i territori limitrofi divennero ricchi grazie alle coltivazioni di foraggio e biade e ai buoni collegamenti stradali, tanto che la campagna cremonese diventò un polo di attrazione per molte comunità che vi fondarono diversi villaggi (detti “vici”, plurale del termine latino “vicus” cioè appunto villaggio). Secondo lo stenografo cremonese Bresciani, citato da Robolotti5, uno di questi insediamenti, chiamato vico Tullio, coinciderebbe con l’attuale frazione di Ardole San Marino. 3 “ Descrizione della provincia e diocesi di Cremona” 1846, presso Luigi Capelletti libraio, Cremona 4 Delmona = canale che attraversa il territorio del Comune di Gadesco Pieve Delmona da cui prende appunto il nome 5 Robolotti Francesco “Storia di Cremona e sua provincia”. 1859. Ristampata nel 1974 dall’editore Fausto Sardini a Bornato di Franciacorta (Brescia) 17 19 Il termine “vicus” in realtà aveva non tanto il significato di villaggio, ma più propriamente di comune. Un insieme di vici formava un Pagus o Pago6. All’incirca verso il 400 la campagna cremonese era suddivisa in più Paghi chiamati poi distretti. Il più importante comune (o vicus) all’interno di un Pago era il capoluogo del distretto. IX e X secolo Le notizie relative a questi secoli sono scarse e frammentarie. Durante l’epoca carolingia le terre vennero suddivise in contee governate da un conte o da un vescovoconte; anche il territorio di Gadesco subì questa divisione. Inoltre in una pergamena dell’842 viene citata una nobile famiglia, la gens. Gadaisca, famosa per capitani e valenti giureconsulti. Un membro di questa famiglia fu un certo Raffaele, professore all’Università di Pisa, che venne ricordato molti secoli dopo (nel 1521) da un poeta che, per ricordarne la morte, scrisse: “ Funde tuo lacrymas orbata, Cremona, Gadisco”7 Che tradotto in italiano diventa: “Riversa le tue lacrime dopo la perdita, Cremona, Gadesco” Secondo alcuni la denominazione del villaggio di Gadesco deriva proprio dal nome di questa famiglia. Altri invece ritengono che il nome Gadesco significherebbe “terra dei vasi” quindi è probabile che 6 Dalla parola Pago deriva la parola PAGANI, cioè abitanti delle campagne che adoravano le forze della natura, quindi si opposero strenuamente alla diffusione del Cristianesimo nelle zone da loro abitate. In seguito il termine pagano venne usato per indicare tutti i non cristiani. 7 Robolotti Francesco, op.cit., pag. 543. 18 20 in tempi antichi nella zona fossero presenti delle fornaci per la cottura dei laterizi. Qualunque sia l’origine del nome del paese, sicuramente il villaggio di Gadesco esisteva già nel nono secolo, così come il paese di Ardole San Marino. Per quanto riguarda gli altri comuni non ci sono informazioni rilevanti tranne che per Pieve Delmona, del quale tuttavia sono presenti solo notizie che purtroppo non riportano eventi storici ma si limitano a fornire una spiegazione sull’origine del nome composto appunto da due termini: Pieve e Delmona. Per questo motivo, per il momento, abbandoniamo la storia e concentriamoci invece su queste due parole cercando di approfondirne il significato e l’origine. La Delmona, canale da cui il paese prende il nome, è un colatore formato dagli scoli di rogge uscenti del Naviglio Civico e dalle acque fluviali dei territori di Cignone, Olmeneta e Casalsigone; attraversa la strada per Robecco, tocca Castelnuovo Gherardi, scende verso Villasco, San Pietro in Delmona ed infine raggiunge appunto Pieve Delmona8. Si riportano alcune notizie che ci forniscono informazioni sul piccolo fiume Delmona e sul territorio circostante tale corso d’acqua. “ Ne’ remoti tempi la Delmona appellavasi9 Delma fiume navigabile. Ciò confermasi10 da quando il chiarissimo Aporti su questo 8 Per vedere l’esatta collocazione dei luoghi citati si rimanda il lettore alla consultazione di altre fonti dato che in questo testo non è presente una cartina geografica della zona descritta 9 Si chiamava 10 Confermato 19 21 proposito espone: la chiesa di San Lorenzo in Genivolta fu dotata di molti beni e diritti dai predecessori di Lodovico II imperatore … Un diploma segnato in Mantova sotto il dì 20 Febbraio 852 conferma alla chiesa di Genivolta i beni che dapprima godeva. Consistevano questi nella proprietà degli acquedotti sia pei mulini, come per le barche che andavano in Oglio o nella Delmona e sui mercati tanto di collina quanto di pianura. Conosci da ciò la condizione geologica del paese in quegli antichi tempi, che aveva nel Delmona un fiume e nelle sue alture dei colli diminuiti gradatamente dalla pioggia.” Da questa testimonianza si capisce che la zona era ricca di acqua e che erano presenti piccole colline attorno al fiume Delmona. A conferma di ciò c’è il nome del paese di Montanara che forse è dovuto al fatto che in passato si trovasse in una zona sopraelevata che oggi però è diventata pianeggiante a causa della continua erosione da parte degli agenti atmosferici. L’abbondanza di corsi d’acqua non sempre aveva conseguenze favorevoli per la popolazione, infatti rendeva la zona malsana e creava spesso inondazioni e paludi, come indicano i nomi dei paesi di Bagnarolo e Piscarolo ( l’attuale Pescarolo ). Per parecchi secoli i corsi d’acqua della zona non subirono interventi da parte dell’uomo. Solo nel 1300 i cremonesi costruirono il colatore Tagliata che si aggiunse ai sei già presenti (il Serio morto, il Riglio, il Morbasco, la Delma, l’Aspice, il Laghetto) per poter deviare le acque stagnanti che provocavano infezioni e impedivano la regolare coltivazione dei campi. Successivamente la Tagliata prese il nome di Delmona confondendosi con l’originaria Delma. 20 22 L’origine del termine Pieve risale al XI – XII secolo ma la sua storia comincia ben prima, con la caduta dei romani. Con la fine dell’Impero Romano si disgregarono anche i valori sociali che lo caratterizzavano, quindi ci fu la necessità di creare nuovi luoghi o punti di riferimento per chi desiderava praticare il Cristianesimo. Così nel capoluogo di ogni Pago (o distretto) nacque l’ecclesia Possessionis, cioè la chiesa della campagna (ecclesia = chiesa, possessionis = campagna). In queste chiese viveva il prete che si chiamava presbyter Possessionis. Dato che i Paghi potevano comprendere anche otto, dieci o più villaggi, queste parrocchie di campagna erano vastissime; solo dopo l’anno mille vennero create parrocchie filiali più piccole. Queste parrocchie filiali erano antiche cappelle costruite in luoghi comodi per vecchi, donne e bambini che non potevano recarsi alla lontana chiesa principale. In altri casi erano chiesette fatte costruire dai nobili romani vicino alle loro ville di campagna per avere un luogo vicino a casa in cui praticare la loro religione. Solo a partire dal XI – XII secolo i preti delle piccole parrocchie ottennero dai vescovi le facoltà parrocchiali (tranne la rinnovazione del Sacro Fonte e molto spesso la possibilità di amministrare il battesimo). Così il parroco prese il nome di Rettore, mentre l’antica parrocchia principale venne detta Pieve e il suo parroco fu chiamato pievano. La Pieve aveva la possibilità di benedire l’acqua per il Battesimo e l’olio santo, perciò qui arrivavano bambini da tutto il distretto per ricevere il Battesimo che si svolgeva solo due volte l’anno, nel sabato santo e nel sabato precedente la Pentecoste. Solo nel XI 21 23 secolo si introdusse l’abitudine di battezzare in qualunque giorno. Nella pieve si poteva cantare la Messa Solenne, nelle chiese filiali no fino a quando non si otteneva il permesso del pievano. Nel sabato santo i rettori o i parroci delle parrocchie filiali si recavano alla pieve per ottenere l’acqua benedetta e l’olio santo. Anche se la pieve di Pieve Delmona fu costruita solo all’inizio del XI secolo, aveva tutte le caratteristiche delle antiche pievi. Inoltre, inizialmente si chiamava “San Pietro in Delmona”. SECOLI X, XI, XII (Fine della dinastia carolingia; Nascita della rocca di Pieve Delmona; Ardole San Marino e i monaci di Nonantola) Il secolo X è testimone di un grande evento storico: la fine della dinastia Sassone con Ottone III. Poco prima, con Carlo il Grosso, era terminata quella Carolingia. Con la scomparsa degli ultimi discendenti di queste grandi famiglie, in Europa e in Italia si creò una situazione a dir poco caotica. Le grandi famiglie di feudatari iniziarono a scontrarsi tra loro e con il papato. La provincia di Cremona11 fu saccheggiata degli Ungari che bruciarono tutto ciò che incontrarono sul loro cammino. La loro ferocia fu così grande che gli abitanti decisero di fortificare alcune zone strategiche per evitare la distruzione dei paesi ad ogni invasione. Pieve Delmona, in questo periodo, era un “castrum” cioè un luogo chiuso e fortificato come dimostra il documento n° 41 dei Monumenta historiae patrie vol. 1 pag. 58: “ Carta iudicati et ordinacionis, qua Ato et Adrevertus germani Tenzio nepos eorum Aldo, natione et lege lang., statuunt ut duo 11 Brezzi Paolo “Società feudale e vita cittadina”. 1972, ed. Nova Civitas. 24 22 preciae terrae (iug. 6) in casa de Salvatius prope castrum Delmonam et in Surgeriolo, post decessum posterorum suarum usque ad completam septiman generationam, deveniant in potestatem canonicae cremonensis” Il testamento di questi due fratelli che decidono di lasciare i loro sei iugeri12 di terra situati vicino al castrum Delmona e a Soregaloro, è datato 12111022 sotto il regno dell’imperatore Enrico, lontano cugino di Ottone III. Questo documento testimonia appunto la volontà di fortificare il borgo di Pieve Delmona per difenderlo dagli attacchi dei nemici interni ed esterni, questi ultimi giunti in Italia a causa della quasi anarchia che regnava nel nostro paese in quel periodo. Un’ulteriore testimonianza a questo proposito è contenuta a pagina 53 di un altro documento dei Monumenta historiae, il numero 24 (scritto da Astegiano) datato 1017, nel quale viene citato oltre al castrum anche un “lacus” che probabilmente era uno stagno. Addirittura si pensa che il paese di Pieve Delmona sia stato costruito verso il 9° secolo proprio per ospitare gli operai addetti a prosciugare tale lago al fine di rendere fertili i terreni limitrofi altrimenti malsani. 12 Lo (dal latino iugerum) era un'unità di superficie agraria utilizzata dai Romani. Lo iugero equivaleva all’area di terreno che era possibile arare in una giornata di lavoro con una coppia di buoi aggiogati (di qui l’etimologia "iugum", cioè "giogo"). Lo iugero corrispondeva a circa un quarto di ettaro, più precisamente a 2.519,9 m². 23 25 Il paese di Ardole San Marino13 godeva nel X secolo di una certa tranquillità. Il suo territorio, in modo particolare la cascina Bolgaro (oggi Bulgaro), era infatti un possedimento dei monaci di Nonantola, i quali, dal celebre monastero posto a dieci chilometri da Modena14 si installarono in tutta la Valpadana soprattutto in Lombardia favoriti dalla politica dei re longobardi. Anche Pieve Delmona era possesso dei monaci benedettini, mentre l’abitato di Gagidisso (Gadesco) era dapprima longobardo e poi divenne un feudo dei vescovi di Cremona. Quando ai benedettini furono tolti i loro possedimenti, il paese di Ardole rimase nell’anonimato per diversi secoli. Le citazioni che lo riguardano, in questo periodo, sono per lo più atti notarili come quello del 1145 nel quale si citano due fratelli, Pietro e Benedetto, abitanti “in loco Ardole”. Sicuramente più interessanti sono invece due documenti che trattano di una controversia per l’attribuzione di tre pertiche di terreno situate vicino alla chiesa di Ardole. La disputa è databile all’anno 1195. 15 “Guifredum F.Q. teudaldi Gatarusae guarentat Sycardo episcopo, quod quator iveera ad Ardolem,sunt allodium episcopi Cremonensis quae pater etavus suus tenuerunt per fedum. 1195, 30 Maggio. “ Goffredo garantisce al vescovo Sicardo che quattro iugeri di terra vicino ad Ardole, che erano stati feudi del padre e dei suoi avi, sono proprietà del vescovo cremonese.” 13 Cfr. Ricerca di Bolda Franco e Bodini Stefano conservata presso la Biblioteca Cfr. Gregorio Penco “Storia del monachesimo in Italia” 15 Cfr. “Monumenta Historiae Patria”, volume I pag. 115 n. 133 14 26 24 16 “ Sententia lata ad Albertono Babo potestate per iusticium 16 “ Sententia ad Albertono potestate pertreiusticium Cremonae qua lata condemnat BatinumBabo ad restitutionem pertic. Cremonae qua condemnat Batinumquaee ad restitutionem pertic. Terrae in Ardole iusta ecclesiam, dicebanturessetreallodium Terrae inCremonae.” Ardole iusta ecclesiam, quaee dicebanturesse allodium episcopii episcopii Cremonae.” Una sentenza emanata da Alberano Babo amministrante le giustizia Una sentenza emanataBatino da Alberano Babo amministrante le giustizia in cremona condanna alla restituzione di tre pertiche di terra in cremona condanna Batino alla restituzione di tre pertiche di terra Ardole vicino alla chiesa, che si diceva fossero di proprietà del in Ardoledi vicino alla chiesa, che si diceva fossero di proprietà del vescovo Cremona. vescovo di Cremona. Anche se a prima vista queste vicende possono sembrare di scarsa Anche se a prima vistanon queste vicende sembrare scarsa importanza, in realtà è così, infattipossono il possesso di unditerreno importanza, realtà non così, infatti il possesso di unInterreno all’epoca erainsinonimo di èpotere, non solo di ricchezza. modo all’epoca era sinonimo di potere, non solo di ricchezza. In per modo particolare è evidente l’interesse del vescovo di Cremona il particolare è evidente l’interesse del vescovo di Cremona per il territorio di San Marino, che rimarrà appunto per secoli un feudo dei territorio di San Marino, che rimarrà appunto per secoli un feudo dei vescovi della città. vescovi della città. Tutto il territorio del comune di Gadesco Pieve Delmona era diviso Tutto il territoriodidelterreno comune di Gadescoa diverse Pieve Delmona diviso in appezzamenti appartenenti famiglie era gentilizie in di terreno appartenenti a diverseprerogative famiglie gentilizie cheappezzamenti vi esercitarono per lungo tempo benefiche feudali. che vi esercitarono per lungo tempo benefiche prerogative feudali. Esse furono i Mari e i Quinzani i cui nomi sono rimasti a due frazioni Esse furono i Mari e i Quinzani i cui nomi sono rimasti a due frazioni del comune: Ca’ de’ Mari e Ca’ de’ Quinzani. del comune: Ca’ de’ Mari e Ca’ de’ Quinzani. SECOLI XIV, XV E XVI SECOLI XIV, XV E XVI Per quanto riguarda il XIV secolo non ci sono vicende rilevanti che Per quanto il riguarda XIV secolo Pieve non ciDelmona sono vicende riguardano comuneil di Gadesco infattirilevanti secondoche lo riguardano il comune di Gadesco Pieve Delmona infatti secondo lo storico Campi nel 1350 si verificò un’invasione di cavallette che storico Campi nel 1350 si verificò un’invasione di cavallette che distrusse buona parte dei raccolti, i quali furono poi ulteriormente distrusse buona parte dei raccolti, i quali furono poi ulteriormente 16 16 Cfr. “Monumenta Historiae Patria”, volume I pag. 191 n. 565 e pag. 192 n. 573 Cfr. “Monumenta Historiae Patria”, volume I pag. 191 n. 565 e pag. 192 n. 573 25 25 27 compromessi compromessi da da violente violente piogge piogge primaverili. primaverili. La La conseguenza conseguenza di di ciò ciò compromessi da violente piogge primaverili. La conseguenza di ciò fu la carestia che portò con se (come spesso accade) la peste. fu la carestia che portò con se (come spesso accade) la peste. fu la carestia che portò conleselotte (come spesso accade) la peste. Nel Nel secolo secolo XV XV iniziarono iniziarono le lotte tra tra vari vari signori signori della della Lombardia Lombardia tra tra Nel secolo XV iniziarono le lotte tra vari signori della Lombardia tra ii quali ricordiamo Pandolfo Malatesta e Cabrino Fondulo. quali ricordiamo Pandolfo Malatesta e Cabrino Fondulo. iQuest’ultimo, quali ricordiamo Pandolfo Malatesta e Cabrino Fondulo. Quest’ultimo, signore signore di di Cremona, Cremona, in in particolare particolare èè protagonista protagonista di di Quest’ultimo, signore di Cremona, in particolare è protagonista di due due momenti momenti molto molto importanti importanti per per la la zona zona di di Gadesco Gadesco Pieve Pieve due momenti molto importanti per la zona di Gadesco Pieve Delmona. Delmona. Delmona. Il primo primo riguarda riguarda la la cacciata cacciata della della famiglia famiglia dei dei Cavalcabò Cavalcabò dalla dalla rocca rocca Il Il primo riguarda lanelcacciata della famiglia dei Cavalcabò dalla rocca di Pieve Delmona 1406. di Pieve Delmona nel 1406. di Pieve Delmona nel 1406. Ricordiamo Ricordiamo che che aa Pieve Pieve Delmona Delmona esisteva esisteva una una rocca rocca molto molto Ricordiamo che a Pieve Delmona nel esisteva una rocca molto ben difesa situata probabilmente luogo che oggi ben difesa situata probabilmente nel luogo che oggi èè la la ben difesa situataa probabilmente nel luogo che oggiesatta è la Cascina Cascina Castello Castello a sinistra sinistra della della chiesa. chiesa. L’ubicazione L’ubicazione esatta Cascina Castello a sinistra della chiesa.ilL’ubicazione esatta di di tale tale fortificazione fortificazione non non èè nota nota ma ma il nome nome dell’attuale dell’attuale di tale fortificazione non è nota ma il nome dell’attuale cascina cascina può può essere essere un un indizio. indizio. Infatti Infatti il il fossato fossato che che correva correva cascina può essere un indizio. Infatti il fossato che correva lungo lungo la la strada, strada, prima prima di di essere essere coperto coperto ai ai nostri nostri giorni, giorni, ha ha lungo la strada, prima di perimetrale essere coperto ai nostri giorni, ha tutto l’aspetto del fossato che solitamente veniva tutto l’aspetto del fossato perimetrale che solitamente veniva tutto delcastelli. fossato perimetrale che solitamente veniva creatol’aspetto attorno ai ai creato attorno castelli. creato attorno ai castelli. Il secondo secondo episodio episodio èè del del 1417. 1417. Il Il secondo episodio è del 1417. Nel 1416 1416 iniziarono iniziarono ii preparativi preparativi di di una una guerra guerra che che avrebbe avrebbe Nel Nel 1416 iniziarono i preparativi di una guerra contrapporsi che avrebbe visto Filippo Maria Visconti, signore di Milano, visto Filippo Maria Visconti, signore di Milano, contrapporsi visto Filippo Maria Visconti, signore sapeva di Milano, Cabrino Fondulo. Filippo Visconti Visconti che contrapporsi Fondulo era era aa Cabrino Fondulo. Filippo sapeva che Fondulo aalleato Cabrino Fondulo. Filippo Visconti sapeva che Fondulo era con Pandolfo Pandolfo Malatesta. Malatesta. Quest’ultimo Quest’ultimo era era stato stato scelto scelto alleato con alleato con Pandolfo Malatesta. Quest’ultimo era stato scelto come capitano capitano della della Repubblica Repubblica di di Venezia Venezia ee inviato inviato in in come come capitano della Repubblica di Venezia e inviato in Romagna per per fronteggiare fronteggiare gli gli attacchi attacchi portati portati alla alla famiglia famiglia Romagna Romagna appunto. per fronteggiare gli motivo attacchiFilippo portatiVisconti alla famiglia Malatesta Per questo questo attese Malatesta appunto. Per motivo Filippo Visconti attese Malatesta appunto. Per questo motivo Filippo Visconti attese la partenza di Malatesta e sferrò il suo attacco. Temendo di la partenza di Malatesta e sferrò il suo attacco. Temendo di la partenza di Malatesta e sferrò il suo attacco. Temendo di 26 26 26 28 dover affrontare sia Fondulo che Malatesta, inizialmente finse di avere altri obiettivi mandando il Carmagnola ad assediare Piacenza, poi ordinò segretamente ad una parte delle truppe di sconfinare il territorio cremonese. Fondulo non poteva da solo tener testa ai nemici così chiese aiuto a Biancarello, luogotenente di Pandolfo Malatesta che presidiava il castello di Quinzano. Biancarello giunse in fretta (la sua fedeltà venne ricompensata e Fondulo lo mise a capo di un’ala del suo esercito) e il 1° Agosto 1417 attaccò la rocca di Pieve Delmona presidiata da Carmagnola e Filippo Visconti. Nel giro di poche ore17 la rocca fu espugnata e duecento cavalieri, cinquanta fanti e circa cento disertori furono fatti prigionieri e mandati in catene nel castello di Cremona. Il secolo successivo è caratterizzato dagli scontri tra la repubblica di Venezia e la Lega dei Cambrai formata da Spagna, Francia, Massimiliano di Germania e tutti i signori italiani nemici di Venezia. Dato che Cremona è situata in zona di confine, i principali fatti che riguardano la città e i territori limitrofi (quindi anche Gadesco Pieve Delmona) sono di carattere bellico. Da ricordare il forte antagonismo tra cremonesi e bresciani che non perdevano occasione per attaccarsi a vicenda probabilmente per il possesso della sponda destra del fiume Oglio. 17 Secondo lo storico Cavitelli riportato da Angelo Grandi 27 29 SECOLI XVII E XVIII SECOLI XVII E XVIII Purtroppo le notizie relative a questi secoli sono scarse e Purtroppo le per notizie a questi secoli scarsepere frammentarie cui nonrelative è possibile delineare un filosono conduttore frammentarie per cui non è possibile delineare un filo conduttore per descrivere gli avvenimenti in modo accurato. Si sa solo che il 1600 descrivere in modo accurato. Si sanegli solo anni che il1628 1600e fu un secologlidiavvenimenti carestia e peste. La carestia scoppio fu un mietendo secolo di carestia e peste. La carestiadiscoppio anni 1628 e 1629 un numero considerevole vittime.negli La conseguenza 1629 mietendo un numero considerevole di vittime. La conseguenza diretta di tale carestia fu una gravissima epidemia di peste e alla fine, diretta carestia Cantù, fu una gravissima epidemia di peste e16000. alla fine, secondodi tale lo storico i morti furono addirittura È secondo lo storico Cantù, i morti furono addirittura 16000. È probabile che il numero effettivo dei morti fosse inferiore, tuttavia probabile che il numero effettivo dei morti fosse inferiore, tuttavia permette di capire la gravità della situazione. Per avere un’idea di permette di capire la gravitàdurante della situazione. Per avere un’idea di quali fossero le condizioni la peste basta leggere l’opera quali fossero le condizioni durante la peste basta leggere l’opera “ I promessi sposi” di Alessandro Manzoni ambientata a Milano “proprio I promessi sposi” di Alessandro Manzoni ambientata a Milano durante la pestilenza del 1600. A peggiorare la situazione proprio duranteladri la pestilenza del che 1600. A peggiorare la situazione contribuirono e malfattori depredavano la povera gente contribuirono ladri e malfattori che depredavano la povera gente incapace di difendersi perché debole e affamata. Le vittime di questi incapace di difendersi perché debolenemmeno e affamata. Le vittime questi delinquenti, inoltre, non potevano rivolgersi ai di tribunali delinquenti, inoltre,perché non potevano rivolgersi ai tribunali per avere giustizia erano tuttinemmeno chiusi a causa della peste. per avere giustizia perché erano tutti chiusi a causa della peste. Per quanto riguarda il territorio del comune di Gadesco Pieve Per quanto territorio del di comune di Gadesco Pieve Delmona si sariguarda che nel il1657 il villaggio Pieve Delmona fu dato in Delmona si sa che nel 1657 il villaggio di Pieve Delmona fu dato in feudo al nobile Daniele Ala e rimase sotto la sua giurisdizione per feudo al nobile Daniele Ala e rimase sotto la sua giurisdizione per molti anni. Invece nel 1671 Ardole cessò di essere rettorato e molti Invece nel 1671 Ardole cessò di essere rettorato e divenneanni. una parrocchia. divenne una parrocchia. La mancanza di informazioni è dovuta anche al fatto che l’archivio La mancanzadell’ex di informazioni anche al fatto che èl’archivio comunale municipioè dovuta di Pieve Delmona andato comunale dell’ex municipio di Pieve Delmona è completamente distrutto in un incendio durante la seconda andato guerra completamente distrutto in un incendio durante la seconda mondiale e quello di Gadesco è in parte incompleto. Per guerra questi mondiale e quello di Gadesco è in parte incompleto. Per questi motivi le uniche notizie giunte fino a noi provengono dagli archivi motivi le uniche oppure, notizie giunte a noi provengono archivi delle parrocchie se sonofino di carattere generale edagli riguardano delle parrocchie oppure, se sono di carattere generale e riguardano 28 28 30 l’intera provincia, dalle fonti stenografiche cremonesi. Proprio da queste ultime sappiamo che nel XVIII secolo ci fu una grande moria di bestiame che mise in ginocchio il territorio, prevalentemente agricolo. La zona del cremonese era anche colpita dalle continue lotte tra francesi e austriaci che seminavano ovunque morte e distruzione. Solo dopo la metà del 1700 ci fu una ripresa testimoniata anche dai lavori di ripristino delle chiese in tutto il territorio del comune (a questo proposito si rinvia al paragrafo relativo all’arte e ai santi patroni). SECOLI XIX E XX A differenza di quanto visto per i due secoli precedenti, per il 1800 ci sono molte più informazioni disponibili perché si trovano direttamente nell’archivio comunale. All’inizio del XIX secolo Cremona è controllata dai francesi, poi dopo il congresso di Vienna, iniziarono i moti per la libertà sino alla prima guerra di indipendenza contro l’Austria nel 1848. A questo proposito riportiamo un episodio curioso citato dallo storico Grandi: “ tra Ardole S. Marino e Ca’ de’ Mari il giorno 30 Luglio 1848, verso le ore 9 antimeridiane, le truppe Sarde fuggitive dai campi di Verona e Peschiera volendo far resistenza agli austriaci, che a gran marcia li inseguivano, scaricarono alcuni colpi di cannone, ed una palla traforando il muro occidentale dell’albergo di questo casale, passò in cantina, ove trovavasi l’albergatore, il quale, benché libero da percossa della scagliata munizione, fu si orribilmente investito di terrore, che, infermatosi, perdette circa dopo un mese la vita. In codesto conflitto alcuni militi in sulla via rimasero feriti”. 29 31 Questa testimonianza riporta ancora una volta al dramma della guerra. Tuttavia, fortunatamente, la storia di questo comune è caratterizzata anche da altro, come ad esempio atti di notevole generosità di alcuni cittadini facoltosi nei confronti dei più poveri. A questo proposito si riportano in ordine cronologico alcuni episodi rilevanti. Nel testamento del parroco di Gadesco, datato 7 Marzo 1849, si legge: “Sotto l’imperatore Francesco Giuseppe I io reverendo Don Taddeo Orini parroco preposto della Chiesa parrocchiale di Gadesco lascio a favore dei poveri del circondario parrocchiale il frutto annuo della somma di L 18000 milanesi da pagarsi a cura del parroco locale colla assistenza della Fabbriceria18 tanto con denari che con farina”. Questo interessamento verso i poveri portò alla fondazione di un’istituzione, il Legato Orini che continuerà anche nel secolo successivo godendo per molto tempo di una certa autonomia, nel senso che i fondi furono gestiti direttamente dai componenti della Fabbriceria. L’amministrazione di tale legato diede luogo ad un contrasto tra coloro che gestivano i fondi, secondo la volontà del parroco Orini, e la prefettura che voleva unire il Legato alla Congregazione di Carità, un’associazione nata il 3 Agosto 1862 per aiutare i più bisognosi. La “disputa” terminò il 22 Dicembre 1912 quando l’opera Pia Orini cessò di esistere e venne assorbita dalla Congregazione di Carità. 18 Fabbriceria : ente ecclesiastico composto da laici ed ecclesiastici che ha il compito di amministrare quella parte del patrimonio di una chiesa destinato alla manutenzione dell’edificio e alle spese di culto 30 32 Nel 1896 si può citare il lascito di L 4000 ad opera di Carlo Lanfranchi (di cui si riporta quanto scritto in una lapide Nel 1896 si può citare il lascito di L 4000 ad opera di Carlo commemorativa) dellaquanto Congregazione Lanfranchi (di cuia favore si riporta scritto in diunaCarità. lapide Nel testamento di Lanfranchi leggeCongregazione che il denarodivaCarità. utilizzato commemorativa) a favore sidella Nel per aiutare lavoratori che per un certo tempo si trovino in condizioni testamento di Lanfranchi si legge che il denaro va utilizzato per di necessità a causa che di eventi un terzo aiutare lavoratori per unstraordinari certo tempoosimalattia, trovino invece in condizioni di del denaro dovrà essere impiegato a favore dei bambini abbandonati. necessità a causa di eventi straordinari o malattia, invece un terzo del denaro dovrà essere impiegato a favoreLA deiMEMORIA bambini abbandonati. A ETERNARE A ETERNARE LA MEMORIA DELL’ATTO MUNIFICENTE DELL’ATTO MUNIFICENTE CON CUI CON CUI NELL’ANNO MILLE OTTOCENTO NOVANTASEI NELL’ANNO MILLE OTTOCENTO NOVANTASEI LEGAVA ALLA CONGREGAZIONE DI CARITA’ DI GADESCO LEGAVA ALLA CONGREGAZIONE DI CARITA’ DI GADESCO LA COSPICUA SOMMA DI LIRE QUATTROMILA LA COSPICUA SOMMA DI LIRE QUATTROMILA LA RAPPRESENTANZA DEL PIO LUOGO LA RAPPRESENTANZA DEL PIO LUOGO DELIBERAVA QUESTO RICORDO DELIBERAVA QUESTO RICORDO ALLA RICONOSCENZA DEI POVERI BENEFICATI ALLA RICONOSCENZA DEI POVERI BENEFICATI CHE ADDITA CHE ADDITA IL CARO NOME IL CARO NOME AI BENEFATTORI AI BENEFATTORI IL NOBILISSIMO ESEMPIO IL NOBILISSIMO ESEMPIO 31 31 33 Si ricorda anche il lascito di L 1000 ad opera del commendator Remo Lanfranchi in memoria del figlio Carlo ( nipote del precedente ) Si ricorda anche il lascito L 1000prima ad opera delmondiale. commendator Remo caduto il 23 Maggio 1917 di durante guerra Lanfranchi in memoria del figlio Carlo ( nipote del precedente ) caduto il 23due Maggio durante prima mondiale. Infine altri lasciti1917 di minore entità maguerra ugualmente importanti. Infine altri due1910: lascitiildi minore entità ma ugualmente 24 Novembre conte Albertoni Muzio lascia la importanti. somma di L 2000 all’asilo di San Pietro. 24 Novembre 1910: il conte Albertoni Muzio lascia la somma di L all’asilo di Chiodelli San Pietro. 292000 Gennaio 1920: Luigi dona alla Congregazione di Carità L 500. 29 Gennaio 1920: Chiodelli Luigi dona alla Congregazione di Carità L Si500. riportano di seguito alcune informazioni relative alla nascita e alla storia della Congregazione di Carità (tra le quali ritroviamo alcuni Si riportano di seguito alcune informazioni relative alla nascita e alla episodi già citati). storia della Congregazione di Carità (tra le quali ritroviamo alcuni episodi già citati). Con la legge n. 753 del 3 agosto del 1862 sull’amministrazione delle opere pie, venne istituita in ogni comune del Regno d’Italia una Con la legge n. di 753 del 3con agosto del 1862 sull’amministrazione Congregazione carità lo scopo di curare l’amministrazionedelle dei operedestinati pie, venne istituita indiogni comune delbenefici Regno per d’Italia una beni all’erogazione sussidi e di altri i poveri. Congregazione di carità con lo lo scopo curare l’amministrazione dei Tale congregazione aveva scopo didi: curare gli interessi degli beni destinati all’erogazione di sussidi e dilegale altri benefici i poveri. indigenti e assumerne la rappresentanza davantiper all’autorità Tale congregazione aveva lo amministrare scopo di: curare interessi degli amministrativa e giudiziaria; i benigliche le venivano indigenti e assumerne la rappresentanza legale davanti all’autorità assegnati per elargirne le rendite; assistere e curare gli orfani e i amministrativa e giudiziaria; beni che le venivano minorenni abbandonati, i ciechiamministrare e i sordomutiipoveri. assegnati per elargirne le rendite; assistere e curare gli orfani e i minorenni abbandonati, i ciechi e i sordomuti poveri. 32 34 32 Le la prime Le prime testimonianze Le prime testimonianze testimonianze riguardanti Congre riguardanti riguardanti la Congregazione la Congregazione la Congregazione di carità di carità del di carità del del Le prime testimonianze riguardanti la Congregazione di carità del o Comune Comune dial Comune Pieve di Pieve Delmona di Pieve Delmona risalgono Delmona risalgono 1881. al risalgono 1881. al 1881. Sialtrattava 1881. Si trattava Si di trattava undiente undiente un ente Comune di Pieve Delmona risalgono al 1881. Si trattava di un ente gite morale morale sostenuto morale sostenuto da sostenuto donazioni da donazioni da donazioni elargite sia elargite siaelargite dasiaenti dasia pubblici enti da pubblici entiche pubblici da che da da che da morale sostenuto da donazioni elargite sia da enti pubblici che da ti privatiprivati e privati da e lasciti daAlberto e lasciti da come lasciti come i legati come i legati Albertoni i legati Albertoni Albertoni e Chiodelli. e Chiodelli. e Chiodelli. Con Con Con privati e da lasciti come i legati Albertoni e Chiodelli. Con 1910 testamento testamento testamento olografo olografo datato olografo datato 24/11/1910 datato 24/11/1910 24/11/1910 il il conte il conte Albertoni il conte Albertoni Albertoni MuzioMuzio co Muzio testamento olografo datato 24/11/1910 il conte Albertoni Muzio lla residente residente aresidente Prato aa Prato Muzio a Prato congreg Muzio donava Muzio donava alla donava congregazione alla congregazione congregazione alla congregazione di carità di carità carità una di carità una una residente Prato Muzio donava alla di una i somma somma di somma lire poveri di 2000 lire di 2000 lire a favore 2000 a favore dei a favore poveri dei poveri dei del poveri Comune. del Comune. del Con Comune. Con il Con il il somma di lire 2000 a favore dei poveri del Comune. Con il testamento testamento Chiodelli testamento del 29/01/1920 del del 29/01/1920 inveceinvece Chiodelli invece Chiodelli Chiodelli LuigiLuigi Luigi lasciava Luigi lasciava una lasciava una una testamento del 29/01/1920 29/01/1920 invece Chiodelli lasciava una indigenti somma somma di lire somma di lire da 500 lire distribuire da 500 distribuire da distribuire agli indigenti agli indigenti aglibisognosi indigenti bisognosi ebisognosi miserabili. miserabili. e miserabili. b somma di500 liredi 500 da distribuire agli indigenti bisognosi ee miserabili. inistrata La congregazione La congregazione La congregazione di carità di carità era di amministrata carità era amministrata era amministrata da un da comitato un da comitato un (con comitato un (con un (con da un La congregazione di carità era amministrata da un comitato (con un glio proprio proprio presidente), proprio presidente), presidente), elettoeletto dal Consiglio eletto dal Comu Consiglio dal Comunale; Consiglio Comunale; Comunale; disponeva disponeva disponeva ancheanche ancheanche proprio presidente), eletto dal Consiglio Comunale; disponeva corrispond di un di segretario segretario un per segretario laper gestione la gestione ladella gestione della corrispondenza della corrispondenza corrispondenza e di un di tesoriere un e di tesoriere un tesoriere di un undi segretario per laper gestione della corrispondenza ee di un tesoriere olatore per laper contabilità. la per contabilità. la contabilità. Lo strumento Lo strumento Lo strumento regolatore regolatore regolatore dell’attività dell’attività dell’attività era dell lo era statuto lo era statuto lo statuto per la contabilità. Lo strumento regolatore dell’attività era lo statuto 868 organico. organico. Con organico. R.D. Con del Con9/4/1928 R.D. del la deln.9/4/1928 868n. 868 congregazione n.la la868 congregazione lacong congregazione di carità di carità carità didi carità di di organico. Con R.D. R.D. del 9/4/1928 9/4/1928 n.la868 congregazione di di poiché PievePieve Delmona Pieve Delmona cessò Delmona cessò di funzionare cessò di di funzionare poiché poiché venne poiché venne aggregata venne aggregata ven aaggregata quella quella a quella Pieve Delmona cessò di funzionare funzionare poiché venne aggregata aa quella gregazione di Gadesco di Gadesco di dando Gadesco dando origine dando origine alla origine Congregazione alla Congregazione alla Congregazione di carità di carità di di Gadesco carità di Gadesco di Gadesco di Gadesco dando origine alla Congregazione di carità di Gadesco PievePieve Delmona. Pieve Delmona. Delmona. Pieve Delmona. BOARI BOARI LUIGI BOARI LUIGI LUIGI 18731877 18731877 1873 18731877 BOARI LUIGI 18731877 PIGOLI GIACOMO 18771889 PIGOLI GIACOMO PIGOLI GIACOMO 18771889 1877 18771889 PIGOLI GIACOMO 18771889 BELLINGERI GIOVANNI 18891894 BELLINGERI BELLINGERI GIOVANNI GIOVANNI 18891894 1889 18891894 BELLINGERI 18891894 BELLINGERI RINALDO BELLINGERI BELLINGERI RINALDO RINALDO 1895 1895 1895 1895 BELLINGERI GAZZINA GIACOMO 1901 GAZZINA GAZZINA GIACOMO GIACOMO 1901 1901 1901 GAZZINA BELLINGERI GIOVANNI BELLINGERI BELLINGERI GIOVANNI GIOVANNI 1905 1905 1905 1905 BELLINGERI PIGOLI GIACOMO 19101915 PIGOLI GIACOMO PIGOLI GIACOMO 19101915 1910 19101915 PIGOLI GIACOMO 19101915 SUPERTI ENEA – SUPERTI SUPERTI ENEA – ENEA – 1915 1915 1915 1915 SUPERTI membro anziano facente funzioni ioni membro anziano membro facente anziano funzioni facente funzioni (maggiodicembre) (maggiodicembre) (mag (maggiodicembre) (maggiodicembre) membro anziano GUARNERI GUARNERI GUARNERI ROSOLINO ROSOLINO ROSOLINO19161920 19161920 1916 19161920 GUARNERI 19161920 SPELTA FRANCESCO SPELTA FRANCESCO 19201922 1920 19201922 SPELTA FRANCESCO 19201922 SPELTA FRANCESCO 19201922 LAZZARI LAZZARI LUIGI LUIGI 19231928 1923 19231928 LAZZARI LUIGI 19231928 LAZZARI 19231928 33 33 33 33 35 La Congregazione di carità del Comune di Gadesco è stata istituita in virtù dell’art. 26 della legge 3 agosto 1862 sull’amministrazione delle opere pie secondo la quale in ogni comune del Regno d’Italia doveva essere istituita una congregazione di carità con lo scopo di curare l’Amministrazione dei beni destinati a benefici dei poveri. Per raggiungere questi obiettivi la congregazione di carità si avvaleva delle rendite del Legato Lanfranchi, fondato con testamento 16/02/1896 del defunto Carlo Lanfranchi. Le finalità del Legato erano quelle di fornire assistenza all’infanzia abbandonata e a individui abili al lavoro che per diversi motivi (validi e comprovati) si trovavano in difficoltà economiche (in questi casi tale assistenza poteva essere anche temporanea). In conseguenza dalla legge 17/07/1890, la congregazione di carità di Gadesco dirigeva e amministrava l’Opera pia Orini fornita di un 34 36 proprio statuto organico e regolata tenendo separati i rispettivi patrimoni. L’Opera Pia Orini, fondata con testamento 7/03/1849, aveva lo scopo di sussistere i poveri (cioè reduci dall’ospedale e vecchi impotenti, se veramente ammalati e effettivamente bisognosi) della parrocchia di Gadesco, tramite il parroco protempore assistito dai propri fabbricieri. Il diritto di erogare i sussidi dell’opera pia in questione era stato affidato alla congregazione di carità di Gadesco, che già ne amministrava il patrimonio con deliberazione della congregazione stessa del 22/12/1912 n. 3. L’erogazione di tali sussidi era svolta mantenendo la circoscrizione territoriale della parrocchia di Gadesco e rispettando l’art. 8 dello statuto dell’opera pia, il quale prescriveva che i sussidi dovessero essere distribuiti il meno possibile in denaro. Il parroco protempore di Gadesco era aggregato alla congregazione di carità ai termini dell’art. 5 della legge 17 luglio 1890 limitatamente alla gestione dell’opera pia. La congregazione di carità di Gadesco si componeva di un presidente e di 4 membri. Il presidente durava in carica quattro anni mentre gli altri componenti, nominati per lo stesso periodo di tempo, si rinnovavano ogni anno e non potevano essere rieletti senza interruzione più di una volta. Durante i primi tre anni, la scadenza del loro mandato era dovuta principalmente ad anzianità di nomina ma anche ad altri fattori. Dopo il terzo anno invece tale scadenza avveniva a seguito ad elezioni generali. Il divieto di venire rieletto 35 37 più di una più di volta este unapiù senza volta di interruzione una senza volta interruzione senza si estendeva interruzione si estendeva anche si estendeva al anche presidente al presidente anche al presidente l in base l inalle base disposizioni alle in disposizioni base a alle contenute disposizioni contenute nella circolare contenute nella circolare ministeriale nella ministeriale circolare ci del ministeriale 6 del 6 del 6 novembre novembre 1901. novembre 1901. 1901. t o, Fra i compiti Fra i compiti e i Fra doveri ie compiti i doveri del pioedel istituto, i doveri pio istituto, previsti del pioprevisti dal istituto, p capo dal previsti IV, capo art.IV, dal 19 art. capo19IV, r art. 19 rdav dello statuto, dello statuto, i più dello significativi i statuto, più significativi i più riguardavano: significativi riguardavano: l’amministrazione riguardavano: l’amministrazione l’amministrazione dei deia dei del beni; l’erogazione beni; l’erogazione beni; delle l’erogazione rendite delle rendite e delle dellee rendite donazioni delle l donazioni e delle ai poveri e donazioni ai poveri del aidelpoveri del el comune; comune; l’indagine comune; l’indagine sull’esistenza l’indagine sull’esistenza nelsull’esistenza comune nel comune co di nel lasciti di comune lasciti destinati didestinati lasciti destinati p all’aiutoall’aiuto dei poveri dei all’aiuto ri poveri o di dei fondazioni o poveri di fondazioni oprivate di fondazioni private sottoposte v sottoposte private a devolvere sottoposte a devolvere a devolvere a fi denaro denaro (o altri(o denaro beni) altri cen (obeni) in altribeneficenza; in beni)beneficenza; in la beneficenza; promozione la promozione ladelpromozione del del onazi riconoscimento riconoscimento legale riconoscimento di legale lasciti di legale olasciti donazioni. di o donazioni. lasciti La ocongregazione donazioni. La congregazione Ladicongregazione di di at carità del carità Comune del carità Comune di Gadesco del di Comune Gadesco rimase ti di rimase attiva Gadesco fino attiva rimase al fino 1927, attiva alanno 1927, fino inv anno al cui1927, in cui anno in cui con regio con868 decreto regiocon decreto delregio 09/04/1928 del decreto 09/04/1928 n. del868, 09/04/1928 n.l’amministrazione 868, l’amministrazione n. 868, l’amministrazione passò passò passò une alla Congregazione alla Congregazione alladiCongregazione caritàdidel carità Comune del di carità Comune di Gadesco deldi Comune Gadesco PievediDelmona, Pieve Gadesco d Delmona, Pieve Delmona, eg nata dall’aggregazione nata dall’aggregazione nata dall’aggregazione azi delle congregazioni delle congregazioni delle dicongregazioni Gadesco di Gadesco e Pieve di Gadesco e Pieve e Pieveo Delmona. Delmona.Delmona. GUARNERI GIUSEPPE GUARNERI GIUSEPPE 18791883 18 18791883 GUARNERI GIUSEPPE 18791883 PEDRONI ANDREAANDREA 18961903 PEDRONI ANDREA PEDRONI 18961903 18 18961903 O GUARNERI ALESSANDRO GUARNERI ALESSANDRO 19041905 19041905 19 19041905 GUARNERI ALESSANDRO GHISOLFI RICCARDO GHISOLFI RICCARDO 19061911 19 19061911 GHISOLFI RICCARDO 19061911 ARISI EZECHIELE ARISI EZECHIELE 19111915 19 19111915 ARISI EZECHIELE 19111915 ANTONIOLI GIUSEPPE ANTONIOLI GIUSEPPE 19161919 19 19161919 ANTONIOLI GIUSEPPE 19161919 BODINI BATTISTA BODINI BATTISTA 19201922 19 19201922 BODINI BATTISTA 19201922 GHISLERI ALESSANDRO GHISLERI ALESSANDRO 19231924 luglio 19 19231924 luglio GHISLERI ALESSANDRO 19231924 luglio ANTONIOLI ANTONIOLI GIUSEPPE ANTONIOLI GIUSEPPE GIUSEPPE 19241927 19241927 19 19241927 36 36 36 38 COMMISSARIO COMMISSARIO PREFETTIZIO PREFETTIZIO –GURNERI GURNERIATTILIO ATTILIO ATTILIO COMMISSARIO PREFETTIZIO ––GURNERI COMMISSARIO PREFETTIZIO DOTT. MARIO CASOTTI DOTT. MARIO CASOTTI – GURNERI ATTILIO DOTT. MARIO CASOTTI DOTT. MARIO CASOTTI GAZZINA EDOARDO GAZZINA EDOARDO GAZZINA EDOARDO GAZZINA EDOARDO GAZZINA RICCARDO GAZZINA RICCARDO GAZZINA RICCARDO GAZZINA RICCARDO 19281929 19281929 19281929 19281929 19291932 19291932 19291932 19291932 19321934 19321934 19321934 19321934 19341937 19341937 19341937 19341937 A partire dal 1938 altro organosubentrò subentrò alle alle congregazioni dididi partire dal1938 1938 altro organo subentrò allecongregazioni congregazioni AApartire dal ununun altro organo A partire dal 1938 un altro organo subentrò alle congregazioni didi per quanto riguarda l’assistenzaaiai aipoveri: poveri: l’Ente l’Ente didi caritàcarità perquanto quanto riguarda l’assistenza poveri: l’EnteComunale Comunale carità per riguarda l’assistenza Comunale carità per quanto riguarda l’assistenza ai poveri: l’Ente Comunale di Assistenza diriportiamo cui riportiamo i presidentisino 1946. Assistenza cui riportiamo presidenti sinoalal al1946. 1946. Assistenza didicui i ipresidenti Assistenza di cui riportiamo i presidenti sino al 1946. BELLINGERI GEREMIA BELLINGERI GEREMIA BELLINGERI GEREMIA BELLINGERI GEREMIA FERLENGHI FERLENGHI GIUSEPPE GIUSEPPE –Commissario Commissarioprefettizio prefettizio prefettizio FERLENGHI GIUSEPPE ––Commissario FERLENGHI GIUSEPPE – Commissario prefettizio CAMOZZI CAMOZZI CAMOZZI GIUSEPPE GIUSEPPE GIUSEPPE CAMOZZI GIUSEPPE L’arte L’arte L’arte L’arte Realizzata Realizzata Realizzata susuprogetto progetto su progetto didiCarlo diCarlo Carlo Visioli Visioli Visiolitra traililil1855 1855 1855e eil il1859 1859 1859è,è,è, dal dal dal Realizzata su progetto di Carlo Visioli tra il 1855 e il 1859 è, dal punto punto punto didi vista vista di vista artistico, artistico, artistico, una una unadella della dellapiù più più interessanti interessanti interessantidel del delterritorio territorio territorio punto di vista artistico, una della più interessanti del territorio cremonese. cremonese. cremonese. Viene Viene Viene citata citata citata inindiverse indiverse diverse opere opere operetra tralele lequali quali quali“Itinerari “Itinerari “Itinerari d’arte d’arte d’arte cremonese. Viene in Le diverse opere trarelative le qualia“Itinerari d’arte ininprovincia provincia in provincia didiCremona”. Cremona”. dicitata Cremona”. LeLe prime prime prime notizie notizie notizie relative relative aquesto questo questo edificio edificio edificio in provincia di Cremona”. Ledella prime notizie a questo edificio sono sono contenute sono contenute contenute negli negli negli annali annali annali della della Diocesi Diocesi Diocesi didirelative Cremona Cremona Cremona e erisalgono risalgono risalgono adadad sono contenute negli annali della Diocesi di Cremona e risalgono ad una unavisita una visita visita pastorale pastorale pastorale del deldel vescovo vescovo vescovo Mons. Mons. Mons.Geremia Geremia Geremia Bonomelli Bonomelli Bonomelliililil quale quale quale una visita pastorale del vescovo Mons. Geremia Bonomelli quale scrive scrive scrive nel nel1876: nel 1876: 1876: “ “lala “chiesa la chiesa chiesa parrocchiale, parrocchiale, parrocchiale, costruita costruita costruita didinuovo nuovo nuovo èilèquasi èquasi quasi scrive nel 1876: “ la chiesa parrocchiale, costruita di nuovo è quasi alalsuo suo al termine, suo termine, termine, più piùpiù maestosa maestosa maestosaeded edalta alta altadella della della prima…”. prima…”. prima…”.IlIlIltermine termine termine al suo termine, più maestosa ed alta della prima…”. Il termine 373737 37 39 “nuovo” si riferisce probabilmente all’ampliamento della chiesa realizzato circa quindici anni prima su iniziativa del parroco Ezechiele Tedoldi che aveva retto la parrocchia dal 1815 al 1863. Nella sagrestia della chiesa è presente tutt’oggi una lapide che commemora il sacerdote, nella quale si legge: “per le cure di lui in breve fu ampliato e abbellito”, dove il termine “lui” si riferisce al tempio, cioè la chiesa. L’ampliamento potrebbe essere legato a due elementi: il prolungamento della parte anteriore, per realizzare una seconda cupola (oltre a quella già esistente); i bracci laterali, che di fatto presentano strutture fuori stile rispetto al resto della cattedrale. Dato che nell’epigrafe citata i lavori hanno una durata troppo breve per la prima ipotesi, è logico pensare che l’ampliamento, indicato dal parroco Tedoldi, sia associato ai bracci e non alla seconda cupola. L’abbellimento si riferisce invece nel rivestimento in lacunari, con rosettoni in stucco, che è stato realizzato nell’imbottire degli arconi e nell’intradosso delle cupole. La realizzazione pittorica delle figure nei pennacchi, che rappresentano i quattro evangelisti maggiori, è da attribuire al cremonese Giuseppe Tomè. L’interno della chiesa ha uno stile neoclassico mentre la facciata esterna presenta un impianto architettonico meno chiaro a causa della presenza di ornamenti che iniziano proprio con l’incorniciatura del finestrone centrale. La chiesa offre anche altri elementi artistici di notevole interesse. All’interno sono presenti: alcuni altari di buona fattura settecentesca come quello di San Giuseppe; diverse tele d’autore e pezzi dell’originario arredamento neoclassico. Tra questi possiamo citare: alcune serie di candelieri in metallo sbalzato; un gruppo di bracciali porta ceri da muro in legno intagliato e argentato; buoni esemplari di reliquari raffigurativi, con mezzi busti di Vescovi in lamina di rame sbalzato e argentato. Tali reliquari fanno parte di un genere di arredamento per le occasioni solenni che fu particolarmente in uso 38 40 nell’ottocento; essi avevano al centro del busto il loculo per la teca delle reliquie. Fra i dipinti sono degni di attenzione: la pala dell’altare maggiore di Bernardino Dehò, che raffigura la Madonna con i Santi Gervasio e Protasio; un transito di San Giuseppe opera di Vincenzo Borroni (1770); un’annunciazione settecentesca di cui non si conosce l’autore. 39 41 La chiesa di Pieve Delmona, essendo una pieve, era una delle poche in cui era possibile amministrare il battesimo. L’edificio attuale sorge poco lontano dal luogo in cui si trovava l’antica pieve e di cui ora rimane solo parte del campanile. Oggi la cattedrale moderna è una chiesa arcipretale dedicata ai santi Pietro e Paolo anche se il patrono del paese è San Lucio, protettore del bestiame. Presenta all’interno una navata centrale delimitata da arcate; in fondo, prima della balaustra, il transetto di destra porta alla “Grotta della Madonnina”. Si tratta di una perfetta imitazione, in scala ridotta, della grotta di Lourdes. Al suo interno si trova una statua acquistata proprio a Lourdes del parrocchiano Adelio Soana recatosi là in pellegrinaggio a piedi. All’interno inoltre troviamo un altare marmoreo intarsiato opera di G. Giudici (1769) e un dipinto di V. Bozzoli (1775). La chiesa è dotata inoltre di un campanile neogotico. 40 42 FOTO CHIESA DI PIEVE DELMONA 41 43 È un bell’esempio di stile settecentesco: ha una sola navata, è alta, armonica, capace. La facciata è così costituita: due coppie di lesene ai lati del portale e della finestra soprastante; la parte superiore è formata da un fastigio con due pinnacoli laterali e croce centrale. L’interno presenta un’unica navata; l’altare maggiore, realizzato con marmi policromi di squisita fattura, è perfettamente intonato con le balaustre eucaristiche anch’esse in marmi policromi. L’ultima decorazione terminata nel 1939 è opera del pittore rivarolese Vezzoni il quale ha eseguito sulle pareti del presbiterio due delicati affreschi che raffigurano gli episodi biblici de “moltiplicazione dei pani” e “manna nel deserto”. Sulla volta della chiesa sono stati eseguiti quattro dipinti che rappresentano: l’ordinazione del diacono San Marino; il martirio di Santa Eurosia; il processo dei Santi Fermo e Rustico; la pia morte di San Rocco. Nei pennacchi delle volte laterali Vezzoni ha dipinto alcuni santi molto popolari come S. Giovanni Bosco e S. Teresina del Bambino. Pregevoli sono anche le vetrate istoriane realizzate da Giudici. Di notevole valore è l’icona in legno dorato nella quale è conservata una tela a olio che rappresenta il martirio di Santa Eurosia, inoltre di indubbio pregio artistico è il “ Cristo alla colonna” che è venerato in una nicchia di un altare laterale. In altre due cappelle sono esposte due tele che sono due lodevoli copie degli affreschi presenti nella chiesa di S. Margherita a Cremona, esse rappresentano: la presentazione di Gesù Bambino al tempio e la disputa di Cristo adolescente tra i dottori. L’ampliamento e la decorazione della chiesa furono terminate nel 1940, quando l’arcivescovo Monsignor Gazzani venne per la solenne inaugurazione. Nel 1944 avvenne la consacrazione ad opera dello stesso Mons. Gazzani. 42 44 FOTO CHIESA DI ARDOLE SAN MARINO 43 45 L’edificio sorge decentrato lungo la Strada Statale n° 10. Risale agli inizi del XX secolo e presenta elementi architettonici caratteristici di stili differenti: il gotico nelle bifore, nella torricella pensile e nel portale; il neorinascimentale nella forma e nei contorni delle finestre; la tradizione ottocentesca nei muri a bugnato del piano terra. 44 46 L’edificio, già presente nelle mappe catastali del settecento, si presenta oggi come una bella cascina a corte chiusa e a pianta quadrata. L’accesso è situato nel lato Sud ed è sormontato da una torretta colombaia che richiama i motivi tipici di una struttura castellata. Una leggenda narra di una via sotterranea che conduceva segretamente ad una località vicina. FOTO CASCINA BOLZONE 45 47 Costruita tra il 1863 e il 1924 era sede di un caseificio. Al suo interno si trovano, oltre alla casa padronale e alle tipiche strutture rurali (portici, case dei contadini, porcili e pollai) i vani in cui un tempo avevano le proprie “botteghe” il falegname e il maniscalco. 46 48 Inserita nel complesso rustico della omonima cascina, della quale costituisce la residenza padronale, è databile fra la fine del XVII e l’inizio del XVIII secolo. Presenta una facciata piuttosto lineare ingentilita da un portico a serliana. FOTO VILLA BAGNAROLO 47 49 I santi patroni I santi patroni Si riporta in questa sezione una breve cronistoria della vita dei santi Si riporta in questa sezione che unacompongono breve cronistoria della vita dei santi patroni delle varie frazioni il comune di Gadesco patroni delle varie frazioni che compongono il comune di Gadesco Pieve Delmona. Pieve Delmona. Furono martiri di epoca incerta, i loro corpi furono scoperti per Furono ispirazione martiri di epoca incerta, i loro nei corpipressi furonodella scoperti per divina da Sant’Ambrogio basilica divina ispirazione da Sant’Ambrogio nei pressi basilica milanese dei SS. Felice e Mabore. In seguito furono della solennemente milanesesotto dei l’altare SS. Felice e Mabore. furono solennemente deposti di quella che oraInè seguito la basilica di Sant’Ambrogio deposti sotto l’altare di quella che ora è la basilica di Sant’Ambrogio (a lui dedicata nel 379). L’unico aneddoto interessante che li riguarda dedicatadel nel ritrovamento 379). L’unicodei aneddoto interessante chedello li riguarda è(a illuiracconto loro corpi ad opera stesso è il racconto del nell’epistola ritrovamento ad dei Macellinam. loro corpi ad Sant’Ambrogio opera dello stesso Sant’Ambrogio fu Sant’Ambrogio nell’epistola ad Macellinam. Sant’Ambrogio fu sepolto a sua volta insieme ai due santi il cui culto popolarissimo nel sepolto a sua insieme due santi il cuidiculto popolarissimo Medioevo è volta tutt’ora vivoainella diocesi Milano. Secondo nel la MedioevoGervasio è tutt’ora vivo nella di Milano. la leggenda e Protasio erano diocesi due gemelli, figli dei Secondo Santi Vitale e Protasio erano due gemelli, figli270. dei Santi Vitale eleggenda Valeria Gervasio e la loro morte risalirebbe intorno all’anno e Valeria e la loro morte risalirebbe intorno all’anno 270. Secondo la leggenda nacque tra il 1100 e 1200 in un villaggio presso Secondo leggenda tradal il 1100 e 1200 in un villaggio il lago dilaComo poconacque lontano confine svizzero. Lavoravapresso come il lago di Como poco lontano come guardiano di mandrie e casarodal maconfine venne svizzero. licenziatoLavorava poiché rubava guardiano di mandrie casaroai ma venneDopo licenziato poiché rubava pane e formaggio per edarlo poveri. aver lasciato il suo pane e leformaggio per darlo ai poveri.perDopo aver lasciato suo lavoro cose iniziarono a peggiorare il vecchio padroneiltanto lavoro cose lainiziarono a peggiorare il vecchio padrone tanto che eglilediede colpa a San Lucio per per quanto stava accadendo. Così che egli diede la colpa a San Lucio per quanto stava accadendo. Così 48 48 50 lo uccise. La devozione a San Lucio fu introdotta verso il 1736 da un lo uccise. La devozione a San Lucio dal fu introdotta verso un certo Francesco Achè proveniente paese natale delil 1736 santo.daEgli certo Francesco Achè proveniente dal paese natale del santo. Egli fece costruire la cascina Guzzafame e su un pilastro fece dipingere fece costruiredella santo. cascinaDieci Guzzafame e su scoppiò un pilastro fece dipingere l’immagine anni dopo un’epidemia che l’immagine del santo. Dieci anni dopo scoppiò un’epidemia causò la morte del bestiame, allora i contadini invocaronoche la causò la morte del bestiame, allora i contadini invocarono la protezione di san Lucio e l’epidemia scomparve. Si dice che per protezione san fece Lucioscaturire e l’epidemia scomparve. Si dicechecheesiste per miracolo il disanto una sorgente di acqua miracolo il santo fece scaturire una sorgente di acqua che esiste tutt’ora nella cascina Guzzafame. Il miracolo creò contrasti tra le tutt’ora nella cascina Vescovato Guzzafame.e Pieve Il miracolo creòperché contrasti tra le parrocchie confinanti, Delmona, entrambe parrocchie confinanti, e Pieve Delmona, perché entrambe rivendicavano il luogoVescovato del suddetto miracolo. Infine la fontanella rivendicavano il luogo del suddetto miracolo. Infine la fontanella venne assegnata a Pieve Delmona e fu eretta una cappella. venne assegnata a Pieve e pilastro fu eretta una cappella. L’immagine del santo venne Delmona staccata dal e trasportata nella L’immagine del santoOgni venneanno staccata pilastrosie celebra trasportata nella chiesa parrocchiale. il 12dalLuglio il santo chiesa parrocchiale. Ogni anno il 12 Luglio si celebra il santo patrono del paese. Inoltre nella chiesa di Pieve Delmona è presente patrono del lignea paese. di Inoltre nella chiesa Pieve Delmona è presente una statua pregevole fatturadiche riproduce appunto San una statua lignea di pregevole fattura che riproduce appunto San Lucio. Lucio. diacono dalmata San Marino era già venerato nel V secolo sul Il Il diacono dalmata SanRimini Marinoin era venerato lanelcuiV chiesa secolo era sul monte Titano presso un già monastero monte in la un leggenda monasteroSan la Marino cui chiesa dedicataTitano a Sanpresso Pietro.Rimini Secondo era era un dedicata dalmata a San Pietro. San all’amico Marino era un cristiano venutoSecondo in Italia la nelleggenda 257 insieme Leone cristiano dalmata venuto in Italia nel 257 insieme all’amico Leone per lavorare alla ricostruzione delle mura di Rimini per ordine di per lavorare alla di Rimini ordine di Diocleziano. San ricostruzione Marino è, findelle dallamura fondazione, il per patrono della Diocleziano. San Marino è, fin dalla fondazione, il patrono della minuscola omonima Repubblica (creata dai muratori e dagli minuscola omonima Repubblica muratori e dagli scalpellini che lavoravano a Rimini)(creata che sorge dai sul monte Titano. Una scalpellini che lavoravano a Rimini) che sorge sul monte Titano. volta terminate le mura di Rimini, San Marino vi rimase per altriUna 13 volta terminate le mura di Rimini, San Marino vi rimase altri 13 anni per predicare la religione cristiana. Dopo un anno diper solitudine anni per predicare la religione cristiana. Dopo un anno di solitudine 49 49 51 trascorso in una grotta sul monte Titano, il suo rifugio venne scoperto così egli abbandono quel luogo per ritirarsi in cima al monte dove costruì una celletta e una chiesa che dedicò a San Pietro. Ordinato diacono a Rimini, ritornò nella sua celletta dove morì in pace e in seguito fu sepolto nella chiesa di San Pietro. La liturgia lo commemora il 3 Settembre. Nella chiesa parrocchiale, nell’abside, è presente una pala, di buona fattura, che raffigura il santo diacono in atteggiamento di preghiera. trascorso in una grotta sul monte Titano, il suo rifugio venne scoperto così egli abbandono quel luogo per ritirarsi in cima al monte dove costruì una cellettaFolcloristiche e una chiesa che dedicò a San Pietro. Feste e manifestazioni Ordinato diacono a Rimini, ritornò nella sua celletta dove morì in pacee in seguito fu sepolto nella chiesa di San Pietro. La liturgia lo commemora il 3 Settembre. Nella chiesa parrocchiale, → funzioninell’abside, religiose inè presenteparrocchia una pala, di che raffigura il santo diacono in conbuona pescafattura, di beneficienza o mercatino atteggiamento di preghiera. Feste e manifestazioni Folcloristiche → processione (nella foto è → funzioni religiose in rappresentata quella del 1912) e appuntamento gastronomico parrocchia in oratorio con pesca di beneficienza o mercatino → processione (nella foto è rappresentata quella del 1912) e appuntamento gastronomico in oratorio 50 52 Pieve Delmona, 1912 - Processione di S. Lucio → processione della Madonna della cintura 53 51 I personaggi illustri Giovanni Lonati fu un uomo illustre per S. Marino. Nacque a Cremona il 5.11.1852 e morì nella città natale il giorno l.10.1920. Rimase orfano di padre a dieci anni. Conseguita a dodici anni la licenza tecnica, entrò come apprendista in una tipografia cittadina nelle quale ebbe modo di ampliare la sua cultura. A vent’anni smise di fare l’operaio e iniziò la sua carriera di maestro nel paese di Ardole San Marino, dove trascorse quasi tutta la sua vita. Fece dell’insegnamento la sua missione, fu un educatore nel più alto senso della parola, infondendo nei suoi scolari quella concezione della vita che fa accettare con serenità qualunque prova, qualunque sacrificio per la famiglia e per la Patria. Fu scelto dai colleghi insegnanti per presiedere l’Associazione Magistrale “Ferrante Aporti” portando con se anche in tale incarico la sua bontà d’animo e la sua forte convinzione nella nobiltà della funzione dell’insegnante. Collaborò a diversi giornali cittadini, nel suo tempo libero scrisse alcune poesie molto popolari in dialetto cremonese e altre in italiano. Tutte le sue poesie sono state raccolte in un libro chiamato: Gazaboi. Si riporta l’iscrizione della lapide posta sulla facciata delle Scuole Elementari di San Marino. 52 54 L'oggetto di questa lapide è Giovanni Lonati, poeta dialettale cremonese L'oggetto lapide è Giovanni Lonati, poetapoeta dialettale cremonese L'oggettodidiquesta questa lapide è Giovanni Lonati, dialettale cremonese N. 5 11 1852 M. 1101920 N. 5 11 1852 M. 1101920 N. 5 11 1852 M. 1101920 PER PIÙ DI NOVE LUSTRI IN QUESTE SCUOLE, COLL’ARGUTA PER PIÙ DI NOVE LUSTRI IN QUESTE SCUOLE, COLL’ARGUTA PAROLA, PER PIÙ DI NOVE LUSTRI IN QUESTE SCUOLE, COLL’ARGUTA PAROLA, CON GLI SCRITTI, COLL’ESEMPIO EDUCÒ I FIGLI POPOLO CON GLI SCRITTI, COLL’ESEMPIO EDUCÒ I FIGLI DEL DEL POPOLO PAROLA, ALL’AMORE SCAMBIEVOLE, AL LAVORO, ALL’ONESTA’, ALL’AMORE SCAMBIEVOLE, AL LAVORO, ALL’ONESTA’, CON GLI SCRITTI, COLL’ESEMPIO EDUCÒ I FIGLI DEL POPOLO AL CULTO CULTODELLA DELLA PATRIA. AL PATRIA. ALL’AMORE SCAMBIEVOLE, AL LAVORO, ALL’ONESTA’, I DISCEPOLI, GLI GLI AMICI EECOLLEGHI PERPER ESTERNARE LA LA I DISCEPOLI, AMICI COLLEGHI ESTERNARE AL CULTO DELLA PATRIA. MEMORIA MEMORIA I DISCEPOLI, GLI AMICI E COLLEGHI PER ESTERNARE LA EDAA SIGNIFICAZIONE SIGNIFICAZIONE E RICONOSCIMENTO ED E RICONOSCIMENTO MEMORIA DELL’ALTA FUNZIONE SOCIALE DELLA DELL’ALTA FUNZIONEESOCIALE DELLA ED A SIGNIFICAZIONE RICONOSCIMENTO SCUOLA PRIMARIA. SCUOLA PRIMARIA. DELL’ALTA FUNZIONE SOCIALE DELLA SCUOLA PRIMARIA. Nato a Cappella de Picenardi ( non si dispone della data di nascita ), morto a Pieve Delmona il giorno( 05.03.1887. Nato a Cappella de Picenardi non si dispone della data di nascita ), Si riporta l’epigrafe presente nel cimitero di Pieve Delmona. morto a Pieve Delmona il giorno 05.03.1887. Nato a Cappella de Picenardi ( non sistorico dispone della data di nascita ), Si riporta presente nel cimitero storico di Pieve Delmona. morto al’epigrafe Pieve Delmona il giorno 05.03.1887. A TINELLI GIUSEPPE Si riporta l’epigrafe presente nel cimitero storico di Pieve Delmona. A TINELLI GIUSEPPE PER MEZZO SECOLO QUI IN PAESE AMOROSO INTELLIGENTE A TINELLI GIUSEPPE MAESTRO POI TRE ANNI A CAPRERA EDUCATORE DELL’INFANZIA DI CLELIA E MANLIO GARIBALDI AL PER MEZZO SECOLO QUI MANCATO IN PAESE DI AMOROSO BENEMERITO CITTADINO 86 ANNI ILINTELLIGENTE 5 MARZO MAESTRO POI TRE ANNI A CAPRERA EDUCATORE 1887 PER MEZZO SECOLO QUI IN PAESE AMOROSO INTELLIGENTE DELL’INFANZIA CLELIA GARIBALDI AL MAESTRO POI DI TRE ANNI E AMANLIO CAPRERA EDUCATORE IL MUNICIPALE CONSIGLIO MANCATO DI PIEVE DELMONA BENEMERITO CITTADINO DI 86 ANNI IL 5 MARZO DELL’INFANZIA DI CLELIA E MANLIO GARIBALDI AL 1887 BENEMERITO CITTADINO MANCATO DI 86 ANNI IL 5 MARZO QUESTA MEMORIA DEDICAVA 1887 IL MUNICIPALE CONSIGLIO DI PIEVE DELMONA IL MUNICIPALE CONSIGLIO DI PIEVE DELMONA QUESTA MEMORIA DEDICAVA 53 QUESTA MEMORIA DEDICAVA 53 53 55 Alfredo Pestoni nacque a Gadesco Pieve Delmona il 12.02.1897 da famiglia povera. Dopo avere frequentato alcune classi della scuola elementare, fu indirizzato al lavoro di muratore a Cremona. La passione per il disegno lo portò in seguito a continuare gli studi conseguendo il diploma e la laurea. Venne poi chiamato all’insegnamento scolastico del disegno in alcune scuole superiori, ciò sino al collocamento a riposo. Parallelamente, diede seguito alla sua passione per la pittura, realizzando moltissimi quadri con tecniche riproduttive di grande efficacia, ottenendo apprezzamenti di critica e stampa. Di particolare rilievo ed interesse furono gli interni del Duomo di Cremona e di altre Chiese, del Palazzo Comunale ecc., il tutto tradotto in mostre che riscossero grande successo. Godeva dell’amicizia di illustri cittadini con i quali si intratteneva spaziando sui più diversi argomenti scolastici e civili grazie alle sue doti oratorie e alla sua cultura. Con l’avanzare dell’età ritenne opportuno proporre al Comune di Gadesco, cui fu sempre legato da affetto, un premio della “bontà” da assegnare alla fine dell’anno scolastico a due bambini considerati i “più buoni” dai rispettivi insegnanti. La proposta fu posta in essere nel mese di Giugno di ciascun anno, dal Sindaco in carica, con l’assegnazione dei premi. Ne nacque, pertanto, una manifestazione di alto livello, apprezzata da scolari e genitori e sottolineata dalla stampa cittadina. Morì a Cremona il giorno 03.09.1982. Ancora oggi ogni anno a Giugno vengono assegnati, rispettivamente al bambino e alla bambina più meritevoli, il premio bontà “Alfredo Pestoni” e il premio bontà “Franca Dall’Acqua Pestoni” (moglie di Alfredo). 54 56 Riportiamo di seguito la lettera con cui il professor Pestoni dichiara Riportiamo di seguito la lettera con cui il professor Pestoni dichiara al Comune la sua volontà di donare un lascito di 2 milioni di lire per al Comune la sua volontà di donare un lascito di 2 milioni di lire per onorare dellamoglie moglie da destinare alla realizzazione del onorare la la morte morte della e dae destinare alla realizzazione del premiobontà. bontà. premio 55 57 Filippo Ivaldi nacque a Cortiglione d’Asti il 22/12/1921. Poco più che ventenne partecipò alla Resistenza e in quel periodo si avvicinò al Partito Comunista tanto che dal luglio del’45 un suo ex compagno di lotta partigiana, Davide Lajolo, lo chiamò a lavorare nella redazione de L’Unità di Torino dove collaborò con il capo cronista Paolo Spriano. In quel periodo Ivaldi frequentò moltissimi intellettuali, alcuni della cerchia comunista torinese, altri che provenivano da fuori Torino e si fermavano in città per un po'. Questo fu per Ivaldi un periodo di grande arricchimento intellettuale. Tre anni dopo essere entrato nel giornalismo, nel dicembre del’48 divenne professionista de l'Unità e fu nominato inviato speciale in Italia e all’estero per le 4 edizioni nazionali che allora erano a Torino, Milano, Genova e Roma. A l’Unità di Torino Ivaldi rimase per 11 anni e fu tra i "numeri uno" del quotidiano comunista tanto che nel 1951 gli venne assegnato il Premio Saint Vincent del giornalismo. Nel 1956 lasciò il giornale ed il partito per motivi, dirà poi in seguito, non di natura politica. Negli anni della guerra fredda la sua condizione di ex giornalista comunista e funzionario del partito lo costrinse a rimanere sei mesi disoccupato. Poi, stretto dal bisogno, nel settembre del 1956 accettò di lavorare alla Gazzetta del Popolo come inviato speciale ma appena dopo un anno accolse l’invito di Adriano Olivetti ad entrare nel Movimento di Comunità come redattore del periodico “La via del Piemonte”. Nel 1968 venne incaricato, ad Ivrea, di occuparsi del periodico sindacale CBIB Autonomia Aziendale e nel gennaio del 1963 ne divenne direttore assumendo anche un altro importantissimo compito, quello di sostituire lo storico saggista Prof. Aldo Garosci, dimissionario, in qualità di editorialista fisso de La Sentinella del Canavese, un giornale nato per dare vita al territorio piemontese dove Ivaldi aveva 56 58 abitato e dove aveva conservato le sue radici. In quel periodo Ivaldi aveva 42 anni e per lui ebbe inizio un’altra intensa stagione di impegno politico e professionale. Nel frattempo iniziò anche a scrivere libri. Nel 1978 uscì “Gente di collina” e nel 1980 “Il Mondo in un paese”. Collaborò inoltre a parecchi giornali nazionali: Stampa Sera di Torino, Il Giorno e Il Sole 24 ore di Milano, Il Resto del Carlino di Bologna, La Nazione di Firenze, La Voce della Repubblica di Roma, il mensile torinese L'Economico e l’AGP (Agenzia Giornalistica Piemontese). Tra il 1976 e il 1977 diresse il periodico CEEP / Notizie, un centro di studi di politica economica fondato da Giorgio La Malfa. Nel 1973 gli venne assegnato il premio “Valle dell’Orco” e nel 1989, per i suoi 40 anni di iscrizione all’Albo dei Giornalisti professionisti, l’Associazione Stampa Subalpina gli conferì la targa “Una vita per il giornalismo”. Nel 1992, dopo una vita spesa in una brillante carriera giornalistica, si ritirò a San Marino, una frazione del Comune di Gadesco Pieve Delmona (Cr), paese della moglie Alba Arisi. Dopo un periodo di malattia, si spense il 27 gennaio 1994, all’età di 72 anni, proprio nella sua casa di San Marino. Coloro che collaborarono con Filippo Ivaldi ne descrissero la sua grandissima professionalità, la sua assoluta precisione nel racconto di avvenimenti e fatti, pur permeandolo di un senso di comprensione e partecipazione. Si diceva di lui che scriveva di getto, con una calligrafia larga e puntuta, il suo articolo era sempre completo e preciso, composto da frasi facili, immediate e comprensibili a qualsiasi lettore. Dai suoi numerosi scritti scaturisce l’immagine di una persona dotata di una straordinaria carica di intelligenza, cultura e umanità. Filippo Ivaldi rimane per tutti un esempio eccellente di passione giornalistica e civile. Nel nostro Comune ogni due anni si svolge un concorso letterario per opere inedite intitolato a Filippo Ivaldi (si veda a tal proposito il capitolo dedicato alla Biblioteca) 57 59 Nato a Torre Picenardi il 9.11.1905, morto a Gadesco il 26.4.1945; Brigata Matteotti Partigiano e medico condotto comunale, venne ferito a morte durante Nato a Torre Picenardi il 9.11.1905, morto a Gadesco il 26.4.1945; una missione di soccorso medico a Gadesco, in cui aveva Brigata Matteotti coraggiosamente prestato, d’accordo col CLN, delle cure ad un prigioniero nemico in una situazione di grave pericolo (Fronte Partigiano e medico condotto comunale, venne ferito a morte durante Democratico 29.4 e 27.5.1945). una missione di soccorso medico a Gadesco, in cui aveva coraggiosamente prestato, d’accordo col CLN, delle cure ad un prigioniero nemico in una situazione di grave pericolo (Fronte Democratico 29.4 e il27.5.1945). Nato a Cremona 10.2.1927, morto a Gadesco il 26.4.1945; Brigata Matteotti “Nel giorno della Liberazione, essendovi partecipe, veniva Nato a Cremona il 10.2.1927, morto a Gadesco il 26.4.1945; assassinato dal Piombo nemico lo studente liceale diciasettenne Brigata Matteotti Stefano Zanini di Pieve Delmona, figlio del dott. Roberto Zanini" (Fronte Democratico 29 aprile e 4 maggio 1945). “Nel giorno della Liberazione, essendovi partecipe, veniva assassinato dal Piombo nemico lo studente liceale diciasettenne Mario Coppetti ne ricorda le circostanze, da notizie avute di prima Stefano Zanini di Pieve Delmona, figlio del dott. Roberto Zanini" mano: “armato, con altri, Zanini era nascosto appostato in un (Fronte Democratico 29 aprile e 4 maggio 1945). campo di mais per il passaggio di truppe tedesche. Uscito inavvertitamente allo scoperto era sorpreso da militari tedeschi che Mario Coppetti ne ricorda le circostanze, da notizie avute di prima stavano sopraggiungendo e che gli sparavano immediatamente”. mano: “armato, con altri, Zanini era nascosto appostato in un Guarneri e Zanini sono citati quali caduti socialisti nella zona di campo di mais per il passaggio di truppe tedesche. Uscito Gadesco nei giorni della Liberazione su Il socialismo di Patecchio. inavvertitamente allo scoperto era sorpreso da militari tedeschi che stavano sopraggiungendo e che gli sparavano immediatamente”. Guarneri e Zanini sono citati quali caduti socialisti nella zona di Gadesco nei giorni della Liberazione su Il socialismo di Patecchio. 58 60 58 In via Martiri della libertà a Pieve Delmona si trova un cippo sormontato da croce di marmo e lapide con epigrafe: “Guarneri dr. Guido / Zanini Stefano / Caduti per la Libertà / 26 aprile 1945”. In via Martiri della libertà a Pieve Delmona si trova un cippo Si riporta di seguito un comunicato del sindaco dell’epoca con sormontato da croce di marmo e lapide con epigrafe: “Guarneri ildr. quale alla/ Caduti popolazione la commemorazione Guido /annuncia Zanini Stefano per la Libertà / 26 aprile 1945”. di Guarneri Si riporta ediZanini: seguito un comunicato del sindaco dell’epoca con il quale annuncia alla popolazione la commemorazione di Guarneri e Zanini: COMUNE DI Gadesco – PieveDI Delmona COMUNE Sindaco Gadesco –Il Pieve Delmona avverte la popolazione Ilche ad iniziativa di un gruppo di Sindaco Partigiani il giorno 4 Novembre, in Pieve Delmona, sul luogo stesso verrà croce di a ricordo dei caduti avvertedella sacrificio, popolazione cheposta ad una iniziativa un gruppo di Partigiani il giorno 4 Novembre, in Pieve Delmona, sul luogo per la libertà GUARNERI dottor GUIDO e ZANINI stesso del sacrificio, verrà posta una croce a ricordo dei caduti STEFANO. per ore la libertà GUARNERI dottorverrà GUIDO e ZANINI Alle 9 nella Chiesa Arcipretale celebrato l’Ufficio a STEFANO. suffragio dei caduti e alle ore 10 si svolgerà la cerimonia di Alle ore 9 nella Chiesa Arcipretale verrà celebrato l’Ufficio a commemorazione. suffragio dei caduti e èalle ore 10adsiintervenire svolgerà laonde cerimonia di Tutta la popolazione invitata dimostrare commemorazione. la propria riconoscenza a chi ha sacrificato la vita per la Tutta la popolazione è invitata ad intervenire onde dimostrare liberazione della Patria. la propriaGadesco riconoscenza a chi ha lisacrificato la 1946. vita per la Pieve Delmona, 31 Ottobre liberazione della Patria. Gadesco Pieve Delmona, li 31 Ottobre 1946. 59 59 61 Si ricordano inoltre Remo Dadda, Tersillo Volta, Giovanni Savaresi e Paolo Ferrari anch’essi caduti durante la seconda guerra mondiale e ai quali sono intitolate alcune vie nelle frazioni di San Pietro (Dadda e Volta), San Marino (Savaresi) e Due Ponti (Ferrari). I sindaci dal 1928 ad oggi Le date estese si riferiscono alla date delle deliberazioni adottate dal consiglio comunale 1928: Luigi Demicheli (Podestà) 21 maggio 1928 18 febbraio 1929; Pietro Carapus (Commissario prefettizio) 29 marzo 1929 5 ottobre 1930: Attilio Guarneri (Podestà) 22 ottobre 193026 febbraio 1931: Giuseppe Soldaini (Commissario prefettizio) 28 febbraio 193119 novembre 1933: Mario Casotti (Podestà) 25 novembre 1933 9 marzo 1935: Giovanni Bottini (Podestà nominato il 25 novembre 1933) 13 aprile 1935: Geremia Bellingeri (Commissario prefettizio). In data 26 settembre 1935 con Regio decreto viene nominato Podestà. 1935 aprile 1939: Geremia Bellingeri (Podestà). 1939 1940: Giuseppe Ferlenghi (Commissario prefettizio con decreto del 16 aprile 1939 n. 311). 17 febbraio 1940 20 novembre 1943: Giuseppe Ferlenghi (Podestà) 31 dicembre 1943 7 ottobre 1944: Italo Chiodelli (Commissario prefettizio) 60 62 21 ottobre 1944 17 febbraio 1945: Italo Chiodelli (Podestà) 24 febbraio 1945 1 aprile 1945: Gian Battista Romboli (Commissario prefettizio) 14 aprile 1945: Italo Chiodelli (Podestà) 4 maggio 1945; Battista Bodini (Sindaco) 11 giugno 1945 14 marzo 1946: Angelo Alquati (Sindaco) 2 aprile 1946 1951: Cocchetti Amedeo (Sindaco) 1951 1958: Luigi Capelli (delibera del consiglio comunale 9 giugno 1951) 1959 fino a dicembre 1960 Luigi Capelli dicembre 1960 giugno 1963 Francesco Balotta giugno 1963 luglio 1975 Angelo Colla agosto 1975 maggio 1990 Faustino Viola giugno 1990 maggio 1995 Gianfranco Resemini maggio 1995 giugno 2004 Roberto Poli Giugno 2004 oggi (2015) Davide Viola Si riporta nella foto di seguito il primo Consiglio Comunale di Gadesco Pieve Delmona dell’Italia repubblicana, nominato il 30 marzo 1946. Da notare che nel consiglio comunale sono state elette due donne: BICE BERNARDI E BRUNA DADDA. Fatto non usuale per l’epoca, in quanto questo ruolo veniva rivestito quasi esclusivamente dagli uomini. 61 63 Unione Unione del del Delmona Delmona In In questa questa sezione sezione si si riportano riportano ii passaggi passaggi fondamentali fondamentali che che hanno hanno portato alla nascita dell’Unione di comuni denominata Unione portato alla nascita dell’Unione di comuni denominata Unione del del Delmona. Tale organo è costituito dai comuni di Gadesco Pieve Delmona. Tale organo è costituito dai comuni di Gadesco Pieve Delmona Delmona ee Persico Persico Dosimo Dosimo (due (due realtà realtà vicine vicine non non solo solo dal dal punto punto di di vista vista geografico) geografico) al al fine fine di di esercitare esercitare in in modo modo associato associato funzioni funzioni ee servizi. servizi. Questo Questo conduce conduce (o (o per per lo lo meno meno sono sono questi questi gli gli obiettivi obiettivi su su cui si fonda l’Unione) ad un risparmio economico per il cittadino cui si fonda l’Unione) ad un risparmio economico per il cittadino ee ad migliore qualità qualità della della vita. vita. Anche Anche se se l’unione l’unione èè stata ad una una migliore stata 62 62 64 formalmente “imposta dall’alto”, i due comuni suddetti agiscono in formalmente “imposta due comuni suddetti agiscono in modo associato già dadall’alto”, tempo sui diversi aspetti gestionali (rifiuti, modo associato già da tempo su diversi aspetti gestionali (rifiuti, energia,...), quindi la costituzione del “nuovo ente” è una sorta di energia,...), quindi la costituzione del “nuovo ente” è una anche sorta se di formalizzazione legislativa di “qualcosa” che è già presente legislativa “qualcosa” aformalizzazione volte il cittadino non se nedirende conto. che è già presente anche se aSivolte il cittadino non se ne rende conto. riporta di seguito un estratto della delibera del comune di Gadesco Si riporta di seguito un estratto della delibera del (di comune di Gadesco Pieve Delmona, datata 26 febbraio 2015, con cui comune accordo Pieveil Delmona, 26 Dosimo) febbraio 2015, con cui (di comune accordo con comune didatata Persico si esprime la volontà di costituire con il comune di Persico Dosimo) si esprime la volontà di costituire l’Unione del Delmona. l’Unione del Delmona. “1. Il Comune al fine di esercitare congiuntamente una pluralità “1.funzioni Il Comune al finedidipropria esercitare congiuntamente una pluralità di e servizi competenza può promuovere, con di funzioni e servizi di propria competenza può promuovere, altri Comuni di norma contermini, una Unione di Comunicon o altri Comuni di norma contermini, una Unione di Comuni aderirvi. 2. L’atto costitutivo e lo Statuto dell’Unione sonoo aderirvi. 2. costitutivo e lo Statuto dell’Unione sono approvati daiL’atto Consigli dei Comuni partecipanti con le procedure dai Consigli dei Comuni partecipanti con le Lo procedure eapprovati la maggioranza richieste per le modifiche statutarie. Statuto eindividua la maggioranza richieste per le modifiche statutarie. Lo Statuto gli organi dell’Unione e le modalità per la loro individua gli organi dell’Unione e le modalità per la costituzione e individua altresì le funzioni svolte dall’Unioneloro e le costituzione e individua altresì le funzioni dall’Unione e le corrispondenti risorse. 3. Lo Statuto devesvolte comunque prevedere corrispondenti risorse. 3. Lo Statuto deve comunque prevedere che il Presidente dell’Unione venga scelto fra i Sindaci dei che il Presidente venga scelto fra iorgani Sindacisiano dei Comuni interessatidell’Unione e deve prevedere che altri Comuni da interessati e deve organi siano formati componenti delleprevedere Giunte e che dei altri Consigli comunali formati da componenti delle Giunte e dei Consigli comunali associati, garantendo la rappresentanza delle minoranze. 4. associati, garantendo rappresentanza minoranze. 4. L’Unione ha potestà la regolamentare per delle la disciplina della L’Unione ha potestà regolamentare per la disciplina della propria organizzazione, per lo svolgimento delle funzioni ad essa propria organizzazione, per lo svolgimento delle funzioni ad essa affidate e per i rapporti anche finanziari con i Comuni associati. affidate e per i dei rapporti anche finanziari in conquanto i Comuni associati.i 5. Alle Unioni Comuni si applicano, compatibili, 5. Alle Unioni dei Comuni si applicano, in quanto compatibili, principi previsti per l’ordinamento dei Comuni. Alle Unionii principi previsti l’ordinamento dei Comuni. Alle Unioni competono introitiperderivanti dalle tasse, dalle tariffe e dai competonosuiintroiti dalle tasse, dalle tariffe e dai contributi servizi derivanti ad esse affidati”; contributi sui servizi ad esse affidati”; 63 63 65 1. Di istituire, per le motivazioni espresse in premessa, ai sensi e per gli effetti degli articoli 32 del D.Lgs. 267/2000 e 18 della Legge Regionale 27.06.2008 n° 19, L’UNIONE DI COMUNI LOMBARDA denominata “UNIONE DEL DELMONA” tra i Comuni di Persico Dosimo e Gadesco Pieve Delmona; 2. Di approvare lo Statuto dell’UNIONE DI COMUNI LOMBARDA “UNIONE DEL DELMONA” tra i Comuni di Persico Dosimo e Gadesco Pieve Delmona ed il relativo Atto Costitutivo. Altre tappe fondamentali sono state: In data 20/27/2015 a Persico Dosimo e 26/2/2015 nei rispettivi consigli comunali è stato approvato lo Statuto dell’unione. Il 30/4/2015 sono stati eletti i rappresentanti dell’Unione tra i consiglieri comunali di Gadesco (e nello stesso periodo cosa analoga è avvenuta a Persico Dosimo) Il 29/6/2015 presso il centro Tinelli a S. Marino si è svolto il primo consiglio dell’Unione nel quale sono stati eletti il presidente e il vicepresidente dell’ente. Il consiglio è così composto: sindaco di persico Dosimo dott. Fabrizio Superti (Presidente); sindaco di Gadesco Pieve Delmona 64 66 dott. Davide Viola (Vice Presidente); Galli Manila, Marelli Achille, Uggeri Chiara, Cominetti Michele, Galimberti Giorgia e Sacchi Guido in rappresentanza del comune di Gadesco Pieve Delmona; Pegorari Giacomo, Antonietti Fabio, Superti Ilaria, Piccioni Filippo, Allevi Enrico, Baldi Giovanni e Tacchinardi Fabio in rappresentanza del comune di Persico Dosimo. Il 22/09/2015 è stata nominata la Giunta dell’Unione, così composta: Dott. Fabrizio Superti (Presidente), Dott. Davide Viola (Vice Presidente), Chiara Uggeri (Assessore), Dott.ssa Monica Zelioli (Assessore), Dott. Achille Marelli (Assessore). È doveroso ricordare che questa nuova realtà costituirà il futuro di entrambi i comuni e si ritiene che sarà una sorta di “punto di non ritorno” nel senso buono del termine. Infatti si auspica che da qui in avanti si possa proseguire su questa strada che appare come la migliore e la più naturale da percorrere. 65 67 Parte due Parte due Popolazione Popolazione Il Comune di Gadesco Pieve Delmona ha i seguenti dati Il Comune di Gadesco Pieve Delmona ha i seguenti dati dimensionali: dimensionali: Il territorio del comune ha un’estensione amministrativa di Il territorio del comune ha un’estensione amministrativa di circa 17,13 kmq. circa 17,13 kmq. L’estensione media dei comuni della provincia di Cremona è L’estensione dei comuni dellakmq). provincia di Cremona è di 15,40 kmq media (1.770,57/115 = 15,40 di 15,40 kmq (1.770,57/115 = 15,40 kmq). Ha quindi un territorio medio grande, rispetto alle realtà del Ha quindigeografico un territorio medio grande, rispetto alle realtà del contesto in cui è inserito. contesto geografico in cui è inserito. Appartiene alla classe demografica più diffusa nella provincia Appartienedi alla classequella demografica più diffusa nella Cremona, che comprende dai 1001 ai provincia di Cremona, quella che comprende dai 1001 ai 2000 abitanti. Nel 2010 ha superato di poco quota 2000 2000 abitanti. 2010 soglia ha superato di poco quota 2000 residenti, quindiNel è sulla della classe di popolazione residenti, quindi è sulla soglia della classe di popolazione successiva. successiva. Ha una densità di abitativa, al 31 dicembre 2014, di circa Ha densità abitativa, al 31 2014, di circa 118 una abitanti per di kmq. Nel 1861 era dicembre di circa 149 abitanti per 118 abitanti per kmq. Nel 1861 era di circa 149 abitanti kmq, ed è rimasta stabile fino al 1951. Dopo il 1951 ci fuper un kmq,inesorabile ed è rimastadato stabile al 1951. Dopo in il 1951 ci fu une calo dallafino meccanizzazione agricoltura calo inesorabile dato dalla meccanizzazione agricoltura dalla mancanza di alternative occupazionali ininzona. Il puntoe dalla mancanza di alternative occupazionali in zona. Il punto più basso venne raggiunto nel 1991 con circa 80 abitanti per più basso venne raggiunto 1991 con circa della 80 abitanti per kmq. Da quell’anno inizia nel la risalita. Quella provincia kmq.Cremona Da quell’anno la risalita.diQuella di è, al inizia 31.12.2013, circa della 205 provincia ab/kmq di Cremona è, al 31.12.2013, di circa 205 ab/kmq 66 66 68 (362.141/1.770,57). Nella tabella di seguito sono riportate le (362.141/1.770,57). Nella tabella di seguito sono riportate le densità territoriali di comune e provincia in vari periodi densità territoriali di comune e provincia in vari periodi storici. storici. 291.746 1861 2.557 149,27 164,77 1881 2.557 2.623 153,12 304.535 171,99 1861 149,27 291.746 164,77 1901 2.635 153,82 329.536 186,11 1881 2.623 153,12 304.535 171,99 1911 2.807 163,86 353.639 199,73 1901 2.635 153,82 329.536 186,11 1921 2.678 156,33 362.489 204,73 1911 163,86 353.639 199,73 1931 2.807 2.647 154,52 369.175 208,50 1921 156,33 362.489 204,73 1951 2.678 2.620 152,94 381.861 215,67 1931 154,52 369.175 208,50 1961 2.647 1.964 114,65 351.160 198,33 1971 2.620 1.513 88,32 334.281 188,79 1951 152,94 381.861 215,67 1981 1.964 1.455 84,93 332.236 187,64 1961 114,65 351.160 198,33 1991 1.376 80,32 327.970 185,23 1971 1.513 1.653 88,3296,49 334.281 188,79 2001 335.939 189,73 1981 84,93118,38 332.236 187,64 2010 1.455 2.028 363.606 205,36 1991 80,32118,15 327.970 185,23 2011 1.376 2.024 357.581 201,96 2012 1.653 2.030 361.812 204,35 2001 96,49118,51 335.939 189,73 2013 2.028 2.024 118,15 362.141 204,53 2010 118,38 363.606 205,36 2014 2.027 118,33 2011 2.024 118,15 357.581 201,96 2012 2.030 118,51 361.812 204,35 2013 2.024 118,15 362.141 204,53 2014 2.027 118,33 67 67 69 LaLaseguente tabella riporta la popolazione residente nel comune di di seguente tabella riporta la popolazione residente nel comune Gadesco Pieve Delmona dal 1861 al 2014. Per gli anni dal 1861 al al Delmona dalpopolazione 1861 al 2014. Per gli dal 1861 LaGadesco seguentePieve tabella riporta la residente nelanni comune di 1991 i dati fanno riferimento alla data del censimento, per gli anni Gadesco Delmona dal 1861alla al 2014. Per censimento, gli anni dal 1861 al anni 1991 i Pieve dati fanno riferimento data del per gli successivi ci si riferisce invece al 31 dicembre. 1991 i dati fanno riferimento alla data del censimento, per gli anni successivi ci si riferisce invece al 31 dicembre. successivi ci si riferisce invece al 31 dicembre. 2001 1.653 2001 1.653 1861 2.557 2002 1.654 2001 1.653 1861 2.557 2002 1.654 1871 2.749 2003 1.723 1861 2.557 2002 1.654 1871 2.749 2003 1.723 1881 2.623 2004 1.730 1871 2.749 2003 1.723 1881 2.623 2004 1.730 1901 2.635 2005 1.847 1881 2.623 2004 1.730 1901 2.635 2005 1.847 1911 2.807 2006 1.919 1901 2.635 2005 1.847 1911 2.807 2006 1.919 1921 2.678 2007 1.954 1911 2.807 2006 1.919 1921 2.678 2007 1.954 1931 2.647 2008 1.968 1921 2.678 2007 1.954 1931 2.647 2008 1.968 1936 2.687 2009 1.992 1931 2.647 2008 1.968 1936 2.687 2009 1.992 1951 2.620 2010 2.028 1936 2.687 2009 1.992 1951 2.620 2010 2.028 1961 1.964 2011 2.024 1951 2.620 2010 2.028 1961 1.964 2011 2.024 1971 1.513 2012 2.030 1961 1.964 2011 2.024 1971 1.513 2012 2.030 1981 1.455 2013 2.024 1971 1.513 2012 2.030 1991 1.376 2014 2.027 1981 1.455 2013 2.024 1981 1.455 2013 2.024 1991 1.376 2014 2.027 1991 1.376 2014 2.027 Come si può notare dalla tabella, la popolazione di Gadesco Pieve Delmona, numericamente, ètabella, oggi lalastessa di cinquanta anni fa,Pieve circaPieve Comesi sipuò può notare dalla tabella, la popolazione di Gadesco Come notare dalla popolazione di Gadesco 2.000 abitanti. Delmona, numericamente, è oggi la stessa di cinquanta fa, circa Delmona, numericamente, è oggi la stessa di cinquanta anni anni fa, circa 2.000 abitanti. 2.000 abitanti. Come già anticipato, le ragioni per le quali dal 1951 al 1991 la popolazione èanticipato, semprelediminuita sono tutta1951 la 1991 pianura Come ragioni per le comuni quali dala dal 1951 al la la Comegiàgiàanticipato, le ragioni per le quali al 1991 agricola: la meccanizzazione delle tradizionali attività che fino ad popolazione diminuita sono comuni a tutta la pianura popolazioneè èsempre sempre diminuita sono comuni a tutta la pianura allora avevano un alto tasso di mano d’opera e la mancata agricola: la meccanizzazione delle tradizionali attività che fino ad ad agricola: la meccanizzazione delle tradizionali attività che fino industrializzazione territoriale nellad’opera quale anche allora di di mano e lae Gadesco mancata alloraavevano avevanoundell’area unaltoaltotasso tasso mano d’opera la mancata Pieve Delmona è inserito. industrializzazione dell’area territoriale nella quale anche Gadesco industrializzazione dell’area territoriale nella quale anche Gadesco Pieve Delmona è inserito. Pieve Delmona è inserito. 68 68 68 70 Questo ha portato ad un’emigrazione verso altre comunità che offrivano posti di lavoro non disponibili in loco. L’analisi naturale e sociale della popolazione fino al 1991 porta a concludere che l’emigrazione ha riguardato soprattutto i giovani, non sostituiti da immigrati. Ciò porta ad avere un aumento del numero di abitanti appartenenti alle fasce di età più alte. Negli ultimi vent’anni si registra l’inversione di tendenza, frutto della positiva ricaduta socioeconomica del centro commerciale “CremonaDue”, dei suoi ampliamenti e, negli ultimi quindici anni, anche della incentivazione, con pianificazione pubblica, per favorire la nascita sul territorio di insediamenti produttivi con aree assegnate a costi certi in un quadro di infrastrutture urbanizzative ritenuto soddisfacente dagli operatori economici. Da qualche anno si registra, come in tutta la provincia, una immigrazione di cittadini anche extra CEE che a differenza dei giovani locali, si adattano a lavorare anche in agricoltura. Questi immigrati, normalmente prolifici, contribuiscono decisamente ad aumentare il numero di abitanti del Comune. Dai dati anagrafici (qui non riportati per non appesantire la lettura con puri dati statistici) si evince che nel nostro Comune la percentuale di bambini tra 0 e 14 anni è più elevata di quella provinciale. Questo è dovuto al fatto che le giovani famiglie sono richiamate nel nostro territorio dai fattori economici indicati precedentemente. Anche la percentuale di abitanti tra i 35 e i 54 anni è maggiore nel nostro Comune rispetto alla provincia infatti queste 69 71 persone sono molto spesso i genitori dei bambini tra gli 0 i 14 anni persone sono molto spesso i genitori dei bambini tra gli 0 i 14 anni citati prima. persone sono molto spesso i genitori dei bambini tra gli 0 i 14 anni citati prima. citati prima. Per quanto riguarda i giovani dai 15 ai 35 anni la percentuale Per quanto èriguarda i giovani dai 15 ai 35 è anni la alpercentuale provinciale più alta di dovuto periodo Per quanto riguarda i quella giovanicomunale, dai 15 aiquesto 35 anni la percentuale provinciale è più alta di quella comunale, questo è dovuto al periodo di stagnazione giàalta evidenziato paragrafiquesto precedenti. provinciale è più di quellanei comunale, è dovuto al periodo di già evidenziato evidenziato nei paragrafi precedenti. La provincia “vince” ancora tra i paragrafi 60 e i 64precedenti. anni ma “è battuta” dal di stagnazione stagnazione già nei La provincia “vince” ancora tra i 60 e i 64 anni battuta” comune tra i 65 e i 69 anni. La provincia “vince” ancora tra i 60 e i 64 anni mama “è“è battuta” daldal comune 65 ee ii 69 69 anni. anni. comune tra tra ii 65 Per la fasce d’età superiori le percentuali vedono prevalere ora il comune ora la provincia, malele i percentuali numeri in gioco sono bassi, quindi Per d’età superiori percentuali vedono prevalere Per la la fasce fasce d’età superiori vedono prevalere oraora il il interessanti più da un punto di vista sociologico, che comune ora la provincia, ma i numeri in gioco sono bassi, quindi comune provincia, ma i numeri in gioco sono bassi, quindi socioeconomico interessanti piùe territoriale. da un un punto punto didi vista vista sociologico, sociologico,cheche interessanti più da socioeconomico ee territoriale. socioeconomico territoriale. Il numero di componenti per famiglia è identico a quello della provincia. numero di componenti della IlIl numero componenti per per famiglia famigliaè èidentico identicoa aquello quello della provincia. provincia. 70 70 72 70 Territorio Territorio Il territorio comunale ospita varie cascine, segni tangibili dell’attività Il territorio comunale ospita varie cascine, segni tangibili dell’attività contadina, che presentano le seguenti caratteristiche: contadina, che presentano le seguenti caratteristiche: Sono di rilievo storico, ambientale ed a volte monumentale. Sono di rilievo storico, ambientale ed a volte monumentale. Alcune sono dotate di parco che abbellisce la casa padronale. Alcune sono dotate di parco che abbellisce la casa padronale. Solo alcune sono scarsamente abitate, altrimenti risultano Solo alcune sono scarsamente abitate, altrimenti risultano completamente disabitate. completamente disabitate. In vari casi sono lasciate senza sufficiente manutenzione e In vari casi sono lasciate senza sufficiente manutenzione e pertanto risultano degradate, pericolanti e/o parzialmente pertanto risultano degradate, pericolanti e/o parzialmente crollate. crollate. Nel caso del nucleo abitativo di Gadesco sono, con la Nel caso del nucleo abitativo di Gadesco sono, con la Chiesa, le emergenze storiche più significative. Chiesa, le emergenze storiche più significative. Quelle inserite nel nucleo abitativo di San Marino sono da Quelle inserite nel nucleo abitativo di San Marino sono da tempo state ristrutturate a fini residenziali. tempo state ristrutturate a fini residenziali. Le aziende agricole sono andate riducendosi di numero, negli Le aziende agricole sono andate riducendosi di numero, negli ed in particolare si è ridotta in modo drastico l’attività ed in particolare si è ridotta in modo drastico l’attività allevatori di bovini e delle stalle attive. allevatori di bovini e delle stalle attive. anni, anni, degli degli Ad esclusione di poche aree, il territorio agricolo è totalmente Ad esclusione di poche aree, il territorio agricolo è totalmente coltivato in modo intensivo, prevalentemente a cereali. Sono presenti coltivato in modo intensivo, prevalentemente a cereali. Sono presenti anche alcuni pioppeti da biomassa. anche alcuni pioppeti da biomassa. 71 71 73 Il naturale (cioè la parte di territorio non modificata dall’uomo in epoca recente) è estremamente rarefatto, come accade del resto in tutta la Padania produttiva dal punto di vista agronomico. Corso d’acqua di rilievo è il canale Dugale Delmona Vecchia che attraversa il territorio con andamento Ovest – Est. Inserito per tutto il suo corso nell’elenco delle acque pubbliche della provincia di Cremona, è considerato un elemento di rilevanza paesistico ambientale. Le scarpate hanno una certa estensione ma normalmente sono prive di vegetazione, se non in alcuni tratti. Il Guzzafame, che scorre con andamento NordSud, risulta senza dubbio migliore sia dal punto di vista della qualità delle acque sia per quanto riguarda la vegetazione presente sulle sponde. I vari canali irrigui presenti nel territorio non sempre hanno mantenuto una dotazione arborea, infatti quando presente è quasi esclusivamente decidua. Nelle ripe dei corsi d’acqua e dei fossi, prevalentemente troviamo: noci, querce, pioppi, platani, robinie, olmi, salici, gelsi, qualche albero da frutta, sambuco, rovo, biancospino. Da non sottovalutare, per il loro pregio ambientale e storico alcuni manufatti idraulici in mattoni, in parte ancora funzionanti. 72 74 Tra le aree interessanti troviamo quelle agricole, che presentano ancora un’orditura riconoscibile e, a lato dei fossi e dei coli, le alberature tipiche della campagna del cremonese, con presenza di filari puri o misti (cioè “infestati” da robinia) di: gelsi, farnie, olmi, platani, noci (soprattutto a San PietroCastel Rozzone), a volte ontani e salici, etc. . Inoltre, come già anticipato, sono presenti manufatti idraulici a volte molto interessanti. Da ricordare, tra i filari di alberi, i due che ornano la comunale tra Castel Rozzone e San Pietro che creano un bellissimo viale, quasi senza interruzioni, assolutamente gradevole in ogni stagione. Le aree agricole meritevoli di tutela e valorizzazione, sono distribuite un po’ su tutto il territorio. Quasi tutta la cornice dei confini comunali ha elementi ambientali da salvaguardare. Emergono anche le aree che nel tempo sono state oggetto di bonifica e che tagliano trasversalmente il territorio: una a metà strada tra gli abitati di San Pietro e Pieve Delmona, l’altra tra San Marino e Ca’ de’ Mari. La presenza di nutrie (Myocastor coypus) è assai rilevante, come oramai un po’ ovunque, anche sul territorio del nostro Comune. 73 75 Stanno anche crescendo gli avvistamenti di Gamberi rossi della Louisiana (Procamburus clarkii). La presenza di questi animali contribuisce ad alterare le caratteristiche naturali delle aree agricole e dei corsi d’acqua che per questo necessitano di essere tutelati e di valorizzati. Al momento si può solo constatare il fallimento delle azioni finora compiute di tenere sotto controllo la crescita esponenziale di questi animali esotici. È un problema che è presente a tutti i livelli istituzionali ma ancora non si è trovato un rimedio coordinato ed efficace. Da registrare il notevole passo avanti costituito dall’avere giuridicamente definito, con norma nazionale, specie non protetta la nutria. La provincia tiene monitorata anche la nutrita popolazione di cornacchie grigie. A Sud di San Marino, per qualche settimana si è visto e fotografato un Ibis sacro con tanto di corteo di guardabuoi. Purtroppo la sua presenza è un segnale ecologico non proprio rassicurante, a livello climatico generale. Gli Aironi sembrano oramai di casa, quasi fossero germani reali. I gheppi e altri rapaci notturni sono in forte crescita; sono gli uccelli di taglia piccola che invece sembrano meno numerosi e vari dei decenni passati. 74 76 La riduzione di siepi ed alberi avvenuta nel tempo potrebbe aiutarci a trovare una spiegazione a questo fenomeno di impoverimento della piccola fauna. Le stalle di bovini attive sono tre: una a Gadesco con annesso impianto di produzione di biogas/E.E.; una a San Pietro; una a Cà de’ Frati (Torre nuova). Gli allevamenti di suini sono tre, tutti nei dintorni di Bagnarolo. Il numero di animali allevati è, nel complesso, contenuto perché il vigente Piano di Governo del Territorio, come il precedente Piano Regolatore Generale, ha posto severi limiti a questa tipologia di allevamenti, piuttosto invasivi dal punto di vista igienicoolfattivo. Sempre a Bagnarolo, ma per la gran parte in comune di Vescovato, ha sede la Prosus, cooperativa di macellazione e trasformazione di carni e prodotti suinicoli. Recentemente è stato inaugurato un interessante impianto di produzione di biogas/E.E.che utilizza, come materia prima, gli scarti delle lavorazioni dei suini. L’impianto è ubicato, territorialmente, in comune di Vescovato. 75 77 C’è un allevamento di polli, al servizio dell’industria di trasformazione “Nostranello San Felice”. L’allevamento è ubicato tra San Marino e San Pietro, mentre la lavorazione avviene nello stabilimento sito a Sud della ex S.S. n° 10, a San Marino. Alcune parti del territorio sono coltivate a cespuglio di pioppi per alimentare, con altri prodotti agricoli, anche un impianto di produzione di E.E. a biomassa, al momento inattivo, ubicato alla cascina Casello (Prato Muzio). Sui tetti di alcune barchesse sono stati invece collocati impianti solari fotovoltaici E.E., almeno parzialmente integrati. Una parete inclinata di pannelli solari fotovoltaici E.E. è stata collocata a Nord del Motel “Cuore”, in un contesto produttivo e di servizi. Un grosso investimento nell’energia rinnovabile è stato effettuato con la posa dei pannelli fotovoltaici su quasi tutte le pensiline del parcheggio del centro commerciale “CremonaDue”. Vari privati, in area residenziale, hanno posato sui propri tetti pannelli fotovoltaici E.E. e per la produzione di acqua calda sanitaria, sia in aderenza alle nuove normative sia per loro libera scelta. 76 78 Prima di descrivere in breve i vari centri abitati che compongono il Comune si ricorda nuovamente che Gadesco Pieve Delmona costituisce un’unica entità solo a partire dal 1928 (si veda a tal proposito il capitolo iniziale). Inoltre si fa presente al lettore che qui ritroverà richiami ad alcune informazioni già presentate nella parte storica (si rimanda quindi a quel capitolo per approfondimenti). Piccolo nucleo di poche abitazioni, nate negli anni cinquanta e sessanta, ubicate in linea sulla vecchia provinciale, prima dell’autostrada A21, a confine con Persico Dosimo. In zona, a Sud delle abitazioni, è presente anche un distributore di carburanti e poco più ad Est un insediamento produttivo nato originariamente come costruzione per un’attività di trasformazione del latte. Di rilievo l’area boscata a Sud, oltre la provinciale. Si tratta di un ex vivaio che presenta essenze di un certo interesse. È articolato su due nuclei, uno a Nord e l’altro a Sud del Dugale Delmona Vecchia. È uno dei centri abitati che, nella corsa al recupero ed al riuso, anche se con calma, sta svolgendo la sua parte. Negli ultimi vent’anni si sono registrati: due Piani di Recupero di un certo impegno volumetrico attuati; dieci ristrutturazioni su singoli immobili residenziali; una nuova abitazione. 77 79 Ha ancora degli edifici da riusare, non rilevanti né dal punto storico, né dal punto di vista architettonico ma con una loro dignità Ha ancora degli edifici da riusare, non rilevanti né dal punto storico, contestuale. né dal anche puntoparte di vista architettonico con una loro nelle dignità Ospita degli alloggi pubblicima comunali, ubicati ex contestuale. scuole, nel nucleo a Sud del Delmona. Ospita anche parte degli alloggi pubblici comunali, ubicati nelle ex scuole, nel nucleo a Sud del Delmona. Ha ancora viva una buona identificazione tra i suoi abitanti ed il luogo, una sana vena campanilistica che, impiegata fattivamente, ha Ha ancora viva una storici buona inutilizzati. identificazione tra i suoi abitanti ed il lasciato pochi edifici luogo, una sana vena che, anche impiegata fattivamente, ha Ha visto nascere, neglicampanilistica ultimi trent’anni, nuove abitazioni, sia lasciato pochi di edifici storici inutilizzati. per interventi cooperative, sia per interventi di imprese e privati. Ha visto nascere, negli ultimi trent’anni, anche nuove abitazioni, sia vive alcune attività imprenditoriali, sia nell’artigianato sia nel per interventi di cooperative, sia per interventi di imprese e privati. commercio. Ha vive alcune attività imprenditoriali, sia nell’artigianato sia nel commercio. Da tempo sono in corso contatti tra la proprietà e l’Amministrazione Comunale anche per il recupero della bella cascina a NordEst del Da tempo sonounico in corso la proprietà e l’Amministrazione nucleo abitato, casocontatti di riusotraedilizio inattuato di rilievo. Comunale anche per il recupero della bellapubblici. cascina a NordEst del Anche a Pieve Delmona ci sono vari alloggi nucleo abitato, unico caso di riuso edilizio inattuato di rilievo. Anche Pieve ci sono vari Pieve alloggiDelmona pubblici.fosse fortificata, È noto ache nel Delmona quindicesimo secolo meno certo è che avesse anche un castello, forse a lato della attuale È noto che nel quindicesimo secolo Pieve Delmona fortificata, Chiesa, vincolata come bene monumentale, dedicata fosse ai santi Pietro e meno certo è che avesse anche un castello, forse a lato della attuale Paolo. Chiesa, vincolata come bene monumentale, dedicata ai santi Pietro e Paolo. Pieve Delmona ha un bel camposanto in lato Sud Est del nucleo abitato. Pieve Delmona ha un bel camposanto in lato Sud Est del nucleo abitato. 78 80 78 È, negli ultimi quarant’anni, sinonimo di attività di allevamento non bovino, alcuni prefabbricati di vecchia generazione inattivi. non È, negli con ultimi quarant’anni, sinonimo di attività di allevamento Ospita anche il parcheggio della Prosus, cooperativa di macellazione bovino, con alcuni prefabbricati di vecchia generazione inattivi. È, negli ultimi quarant’anni, sinonimo di attività di allevamento di suini, cheil ha sede, per le Prosus, strutturecooperativa di trasformazione e non per Ospita anche parcheggio della di macellazione bovino, con alcuni prefabbricati di vecchia generazione inattivi. l’impianto di ha biogas, Comune di di suini, che sede,prevalentemente per le strutture nel di contiguo trasformazione e per Ospita anche il parcheggio della Prosus, cooperativa di macellazione Vescovato. l’impianto di biogas, prevalentemente nel contiguo Comune di di suini, che ha sede, per le strutture di trasformazione e per Vescovato. l’impianto di biogas, prevalentemente nel contiguo Comune di Vescovato. Un po’ come Pieve Delmona, ha cercato di “rimanere vivo”, dal punto vista sociale edilizio. ha cercato di “rimanere vivo”, dal Un po’di come Pieve ed Delmona, Alcuni di recupero sono stati fatti, anche punto di interventi vista socialeedilizi ed edilizio. Un po’ come Pieve Delmona, ha cercato diabitanti. “rimanere vivo”, dal recentemente, facendo registrare alcuni nuovi Alcuni interventi edilizi di recupero sono stati fatti, anche punto diristorante vista sociale ed edilizio. C’è un abbastanza noto ed a Sud un’importante cascina recentemente, facendo registrare alcuni nuovi abitanti. Alcuni interventi edilizi di recupero sono stati fatti, anche con e parco. C’è chiesetta un ristorante abbastanza noto ed a Sud un’importante cascina recentemente, facendo registrare alcuni nuovi abitanti. con chiesetta e parco. C’è un ristorante abbastanza noto ed a Sud un’importante cascina con chiesetta e parco. È stata per decenni “la bella addormentata”, ma da qualche anno ha “aperto gli occhi”. È stata per decenni “la bella addormentata”, ma da qualche anno ha Infatti recentemente “aperto gli occhi”. (rispetto ad oggi, 2015) si sono registrate cinque È stata per decenni “la bella concluse, addormentata”, ma da qualche anno ha ristrutturazioni felicemente una nuova e due Infatti recentemente (rispetto ad oggi, 2015) si sonoabitazione registrate cinque “aperto gli occhi”. ristrutturazioni in corso, oltreconcluse, a varie manutenzioni. ristrutturazioni felicemente una nuova abitazione e due Infatti recentemente (rispetto ad oggi,della 2015) si sonosubito registrate Certo, manca all’appello il recupero cascina a Sudcinque della ristrutturazioni in corso, oltre a varie manutenzioni. ristrutturazioni felicemente concluse, una nuova abitazione e due via principale, ma un Bed and Breakfast e l’apertura della bottega di Certo, manca all’appello il recupero della cascina subito a Sud della ristrutturazioni in corso, oltre a varie manutenzioni. un pittore, fanno perBreakfast il futuro.e l’apertura della bottega di via principale, maben unsperare Bed and Certo, manca all’appello il recupero della cascina subito a Sud della un pittore, fanno ben sperare per il futuro. via principale, ma un Bed and Breakfast e l’apertura della bottega di un pittore, fanno ben sperare per il futuro. 79 79 81 79 Gadesco è il nucleo storico più bello dell’intero Comune ed è anche, con Ardole San Marino, il nucleo con una storia che viene Gadesco è il già nucleo storico bello dell’intero Comune ed è anche, riconosciuta a partire dalpiù nono secolo. con Ardole San Marino, il nucleo con una storia che viene riconosciuta giàpiccolo a partire dal nono secolo. Gadesco ha un camposanto in lato Ovest del nucleo abitato. Gadesco ha un piccolo camposanto in lato Ovest del nucleo abitato. Non registra edifici da riusare, fatta salva la cascina in cattivo stato di manutenzione a Nord Est. Non registra edifici da riusare, la cascina in parco cattivoche, statoa Da sottolineare la bellezza dellafatta casasalva padronale e del di manutenzione Nord Est. Sud, fronteggia laa palestra comunale. Da sottolineare la bellezza della casa padronale e del parco che, a Sud, fronteggia palestra comunale. Ca’ de’ Mari è alacavaliere, da circa un secolo, di quella che oggi è la ex SS n° 10. Ca’ de’ Mari è a cavaliere, da circa un secolo, di quella che oggi è la ex SS n°della 10. CremonaMantova, oltre alla piccola cascina storica, è A Sud presente il palazzo comunale, bene monumentale, edificato A Sud della qui, CremonaMantova, allaper piccola storica, è volutamente da poco più di unoltre secolo esserecascina baricentrico. presente il palazzo comunale, bene monumentale, edificato volutamente qui, trovano da poco ospitalità più di un secolo perelementare essere baricentrico. A Ca’ De’ Mari la scuola e la palestra comunali, mentre il campo di calcio con gli spogliatoi è a metà strada A Ca’San De’Marino. Mari trovano ospitalità la scuola elementare e la palestra verso comunali, mentre il campo di calcio con gli spogliatoi è a metà strada verso Marino. VersoSan Pieve Delmona sorge il recente cimitero comunale edificato a varie riprese negli ultimi trent’anni. Verso Pieve Delmona sorge il recente cimitero comunale edificato a varie riprese negli ultimi trent’anni. 80 82 80 È da alcuni decenni la frazione più abitata del comune di Gadesco Pieve Delmona. Il suo recente sviluppo è dovuto: al fatto di essere la parte abitata più prossima alla città di Cremona alla nascita del centro commerciale “CremonaDue”, che è cresciuto, negli ultimi trent’anni, in parallelo alla frazione in tempi recenti, alla attuazione dell’area produttiva a Sud della ex SS n° 10 “CremonaMantova”. Tutto questo ha portato alla saturazione delle aree di completamento e di espansione, oltre al recupero degli edifici storici. San Marino ha tra i suoi padri i monaci di Nonantola (Modena). Della Chiesa si inizia ad avere notizie con la prima metà del millequattrocento. L’attuale edificio sacro, dedicato a San Marino, vincolato come bene monumentale, è frutto di un ampliamento terminato nel 1940. A San Marino, da alcuni anni, in edifici recenti, sono ubicati i servizi all’infanzia per l’intero comune: il nido e la scuola materna. 81 83 Si riporta di seguito una poesia, dedicata appunto al paese di San Marino, scritta in dialetto cremonese. EL ME PAÈES19 El me paées ’l è piculin e ’l se ciàma S. Marìin, e àanca se’l mìia en paées gròs ve se tròoa en pòo de tӧt. Gh’è na bèla buteghìna indùa i vèent pàan, làt, salàm e àanca la farìna. Gh’è el bechèer e àanca el scarpèer che cun gràn serietà el fa sòoli e àanca i tàch. Gh’è la petenèera che cun en cùulp de li so màan la te fa diventàa bèla in de’nfiaàt. El me paèes el gh’àa àanca na bèla cezulìna cun dèen’tàanti Sàant e na bèla Madunìna. Ma adès el s’è slargàat, de stàa in sӧ’l stradòon se vèt dei gràn palasòon. Prìma gh’èera dei bèi pràat e quàant sèerum pütèi ghe ’ndìium a giugàa. Gh’è àanca en balaròt indùa la fèesta i regàs i và a balàa a fròt. I pàsa cu’i so muturìin e i fa en fracàs che i te fa diventàa màt. Gh’è el mercàat che quàant te vèet a fàa spèeza ’l è sèemper pieèen intimàat. Gh’è na butèega de mijulichèer che’l vèeent tùunt,bicèer, tegàm, fursìne e cücèer. El barbèer che’l tùuza i regàas e’l ghàa àanca la mercerìa e quàant che và li spùuzi ’l è cuntèent de màt. Chèst ’l è el me paèes e àanca sa ‘l è picenìin el me piàas. ‘L è grandiùus e bel el me San Marìin! 19 Tratto da “Poesie in dialetto cremonese” di Anna Catenacci Cauzzi, 2008 82 84 La poesia racconta di un paese che per certi aspetti non c’è più perché modificatosi nel tempo a causa del progresso tecnologico, La poesia racconta un paese che ancora per certi aspetti noncon c’è altri più tuttavia alcune realtàdi sopravvivono oggi, seppur perché modificatosi nel Dal tempo a traspare causa del progresso tecnologico, protagonisti ovviamente. testo l’amore dell’autrice per il tuttavia alcune realtà sopravvivono ancora oggi, seppur “suo” paese. Il termine “me”, cioè mio, dell’ultima riga con ci daaltri la protagonisti ovviamente. Dal testo traspare l’amore dell’autrice per il dimensione di questo sentimento. È proprio questo amore che “suo” paese. Il termine “me”, cioè mio, dell’ultima riga ci da la ognuno di noi ha per la propria casa e il paese di origine ( sia esso dimensione di questo) sentimento. proprio questo amore che grande o “picinìin” che abbiamo Èvoluto trasmettere inserendo ognuno di noi ha per la propria casa e il paese di origine ( sia esso questa poesia. grande o “picinìin” ) che abbiamo voluto trasmettere inserendo questa poesia. È un piccolo nucleo abitato affacciato sulla ex SS n° 10, quasi in confine con il comune di Cremona, quindi nel quadrante Ovest del È un piccolo nucleo abitato affacciato sulla ex SS n° 10, quasi in territorio. confine il comune Cremona, nel quadrante del Di frontecon a Due Ponti, dialcuni edificiquindi da riusare, tra cui laOvest ex casa territorio. cantoniera. Di frontequesti a Dueedifici Ponti, èalcuni edificila dacostruzione riusare, tra dell’autostrada cui la ex casa Dietro prevista cantoniera. “CremonaMantova”. Dietro questi edifici è prevista la costruzione dell’autostrada “CremonaMantova”. Viabilità Viabilità Le nuove strade comunali hanno sempre apposite sedi dedicate ai percorsi ciclopedonali. Le nuove strade apposite sedi dedicate ai Anche quasi tutte comunali le esistentihanno stradesempre comunali extraurbane sono state percorsi ciclopedonali. dotate, negli ultimi anni, di percorsi ciclopedonali in modo da essere Anche quasi tutte le esistenti strade praticate in sicurezza dai pedoni e daicomunali ciclisti. extraurbane sono state dotate, negli ultimi anni, di percorsi ciclopedonali in modo da essere praticate in sicurezza dai pedoni e dai ciclisti. 83 83 85 Si è realizzata una rete che consente, in tranquillità, l’uso, anche Si è realizzata una rete che consente, in tranquillità, ricreativo della campagna e delle sue valenze ambientali.l’uso, anche ricreativo della campagna e delle sue valenze ambientali. urbane. Sono stati realizzati anche vari tratti di piste ciclopedonali Sono stati realizzati ancheabitati vari tratti piste ciclopedonali ciclopedonali urbane. Esternamente ai centri le dipiste già attive Esternamente ai centri le piste ciclopedonali già attive collegano in sicurezza gli abitati di: collegano in sicurezza gli abitati di: San Marino con San Pietro San Marino con San Pietro Ca’ De’ Mari Marino De’ Maria Nord Est di Ca’ De’ Mari San Ca’ de’ Maricon conCa’ il Cimitero Ca’ de’ Mari Cimitero a Nord di Ca’ De’ Mari Il cimitero di con Ca’ ilDe’ Mari con PieveEst Delmona Il cimitero di Ca’ De’ Mari con Pieve Delmona Gadesco con Gadesco con Ca’ Mari Ca’ de’ Mari con De’ l’area produttiva a sud della ex statale n° 10 Pieve Ca’ de’ Mari con l’area produttiva Delmona con Castel Rozzonea sud della ex statale n° 10 Pieve Delmona con Castel Rozzone L’Amministrazione comunale ha inoltre previsto il finanziamento e L’Amministrazione ha inoltre il finanziamento l’esecuzione, entro comunale qualche anno, della previsto pista ciclopedonale Castele l’esecuzione, qualche anno, della pistatratto ciclopedonale Castel Rozzone – Sanentro Pietro. L’esecuzione di questo concluderebbe il Rozzone – San Pietro. L’esecuzione di questo tratto concluderebbe collegamento, tutto su pista, di San Marino con tutti i centri abitati. il collegamento, tutto su pista, di San Marino con tutti i centri abitati. Accanto ai percorsi ciclopedonali “artificiali”, sono presenti alcuni Accanto più ai percorsi ciclopedonali “artificiali”, sonoessere presenti alcuni percorsi propriamente “ambientali” che devono preservati. percorsi più propriamente “ambientali” che devono essere preservati. Essi possono essere realizzati attraverso le strade bianche esistenti, Essi possono essere realizzati le strade esistenti, magari con qualche piccola attraverso manutenzione, con bianche l’accordo con i magari con qualche piccola manutenzione, con l’accordo con i frontisti e/o proprietari e con l’apposita segnaletica. frontisti e/o proprietari con l’apposita segnaletica. Si indicano i seguentie percorsi ambientali, che interessano buona Si indicano i seguenti ambientali, che precedentemente: interessano buona parte delle Aree Agricolepercorsi Ambientali già illustrate parte delle Aree Agricole Ambientali già illustrate precedentemente: Bagnarolo, Guzzafame San Lucio, Ronchi; Fienile, Bagnarolo, San Dosimo; Lucio, Ronchi; SanGuzzafame Pietro, Persico SanDe’ Pietro, Persico Dosimo; Fienile, Corte, Ca’ Farina; Corte, Ca’ De’ Farina; 84 84 86 San Marino quadrante Nord Ovest, partendo dalla scuola materna; San Marino quadrante Nord Ovest, partendo dalla scuola materna; Bulgaro, cascina Pavesi (Cremona). Bulgaro, cascina Pavesi (Cremona). Sono percorsi che già adesso sono utilizzati, in particolare nel fine Sono percorsi che già adesso sono utilizzati, in particolare nel fine settimana, da diversi abitanti per una passeggiata. settimana, da diversi abitanti per una passeggiata. Da San Lucio, sempre via strade bianche, arrivano anche da Da San Lucio, sempre via strade bianche, arrivano anche da Vescovato. Vescovato. Il territorio è servito dalle reti e dagli impianti di acqua potabile, Il territorio è servito dalle reti e dagli impianti di acqua potabile, Energia Elettrica, Illuminazione Pubblica, Gas Metano, rete Energia Elettrica, Illuminazione Pubblica, Gas Metano, rete telefonica fissa e mobile, internet, telecomunicazioni, fognature, telefonica fissa e mobile, internet, telecomunicazioni, fognature, depurazione parziale, ingombranti ecc.: depurazione parziale, ingombranti ecc.: Le stazioni radio base sono ubicate a SudEst dell’abitato di Le stazioni radio base sono ubicate a SudEst dell’abitato di San Marino, nell’area comunale dell’ex depuratore; San Marino, nell’area comunale dell’ex depuratore; La rete di acqua potabile serve tutti i centri abitati del La rete di acqua potabile serve tutti i centri abitati del comune, così come il gas metano e le fognature; comune, così come il gas metano e le fognature; San Marino è già collettato con il depuratore delle acque San Marino è già collettato con il depuratore delle acque reflue del comune di Cremona. Con un recente cantiere tutte reflue del comune di Cremona. Con un recente cantiere tutte le frazioni sono state collettate a San Marino e quindi tutte le le frazioni sono state collettate a San Marino e quindi tutte le acque nere confluiranno al depuratore di Cremona. acque nere confluiranno al depuratore di Cremona. Non risultano zone non servite da Energia Elettrica e dal Non risultano zone non servite da Energia Elettrica e dal servizio telefonico fisso e mobile; servizio telefonico fisso e mobile; La fibra ottica è disponibile ed in espansione; La fibra ottica è disponibile ed in espansione; Il Comune ha un’isola ecologica per i rifiuti ingombranti e Il Comune ha un’isola ecologica per i rifiuti ingombranti e per la raccolta differenziata a San Marino. per la raccolta differenziata a San Marino. La raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani avviene con Casalasca La raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani avviene con Casalasca Servizi, è differenziata e porta a porta. Servizi, è differenziata e porta a porta. 85 85 87 Servizi Servizi Scuola Scuola Nei primi anni 2000, a San Marino, vi era un micronido gestito dalla parrocchia con2000, alcune volontarie a un rotazione, supportavano il Nei primi anni a San Marino,che, vi era micronido gestito dalla lavoro dellecon educatrici. Successivamente, dall’annosupportavano 2006, aperto ile parrocchia alcune volontarie che, a rotazione, gestito dalla Cooperativa “La Fenice”, il nido è stato trasferito in Viae lavoro delle educatrici. Successivamente, dall’anno 2006, aperto E. Berlinguer. Dal 2011 il“La nidoFenice”, è gestito dallaèCooperativa “IRIDE”. gestito dalla Cooperativa il nido stato trasferito in Via Ad oggi (2015), il nido ospita 23 bambini, con un team composto da E. Berlinguer. Dal 2011 il nido è gestito dalla Cooperativa “IRIDE”. 4Adoperatori, una figura di coordinamento esterno e una ausiliaria. oggi (2015), il nido ospita 23 bambini, con un team composto da L’Asilo Nidouna nasce per mettersi al servizio esterno delle giovani che 4 operatori, figura di coordinamento e unacoppie ausiliaria. abitano Nido nella nasce zona, per per mettersi quelle che lavorano nelgiovani comunecoppie Gadesco L’Asilo al servizio delle che Pieve Delmona e abitano nei paesi limitrofi, per quelle che scelgono abitano nella zona, per quelle che lavorano nel comune Gadesco di avvalersi di questo servizio realizzato dal privato sociale. Pieve Delmona e abitano nei paesi limitrofi, per quelle che scelgono I principi valoriservizio che ispirano il dal progetto servizio, che di avvalersi edi iquesto realizzato privatodel sociale. caratterizzano culturache dei ispirano servizi della Cooperativa nonché I principi e ilavalori il progetto del stessa servizio, che la sua conduzione e i rapporti con gli utenti e le loro famiglie sono: caratterizzano la cultura dei servizi della Cooperativa stessa nonché la sua conduzione e i rapporti con gli utenti e le loro famiglie sono: la centralità del minore; la il centralità rispetto edellaminore; valorizzazione delle diversità personali, o religiose dei minori; delle diversità personali, culturali il rispetto e la valorizzazione culturali il riconoscimento dellaminori; famiglia quale primaria agenzia o religiose dei educativa; il riconoscimento della famiglia quale primaria agenzia educativa; la flessibilità dell’offerta, come risposta moderna e puntuale ai bisogni delle famiglie dicome oggi. risposta moderna e puntuale la flessibilità dell’offerta, ai bisogni delle famiglie di oggi. 86 86 88 L’asilo L’asilo nido nido partecipa partecipa aa progetti progetti sul sul territorio, territorio, quali quali l’uscita l’uscita presso presso la la biblioteca del paese (terzo anno) e al progetto continuità con biblioteca del paese (terzo anno) e al progetto continuità con la la Scuola dell’Infanzia di Gadesco Pieve Delmona Scuola dell’Infanzia di Gadesco Pieve Delmona Le prime prime testimonianze testimonianze riguardanti riguardanti gli gli asili asili d’infanzia d’infanzia delle delle frazioni frazioni Le di Ca’ De’ Quinzani e San Marino risalgono al 1903, quando di Ca’ De’ Quinzani e San Marino risalgono al 1903, quando gli gli abitanti di di Ca’ Ca’ de’ de’ Quinzani Quinzani presentarono presentarono al al comune comune di di Gadesco Gadesco abitanti un’istanza un’istanza per per la la costruzione costruzione di di un un asilo asilo per per l’educazione l’educazione dei dei bambini bambini più piccoli. più piccoli. Nel Nel 1906 1906 l’amministrazione l’amministrazione comunale comunale avvia avvia la la pratica pratica per per erigere erigere ii due due edifici edifici scolastici scolastici con con l’acquisto l’acquisto del del terreno, terreno, per per l’asilo l’asilo di di Ca’ de’ de’ Quinzani, Quinzani, dalla dalla famiglia famiglia Resta Resta Pallavicino. Pallavicino. Ca’ Al Al 1907 1907 risale risale l’incarico l’incarico affidato affidato all’ingegnere all’ingegnere Soldi Soldi Matteo Matteo di di redigere ii progetti progetti di di costruzione costruzione degli degli asili. asili. redigere Con ogni ogni probabilità, probabilità, quello quello per per la la frazione frazione di di San San Marino Marino non non venne venne Con approvato, perché un secondo progetto venne compilato approvato, perché un secondo progetto venne compilato dall’ingegner Luigi Luigi Pedroni Pedroni nel nel 1908. 1908. dall’ingegner Tra Tra il il 1908 1908 ee il il 1913 1913 furono furono eseguite eseguite le le aste aste per per gli gli appalti appalti dei dei lavori lavori avviate le ee avviate le pratiche pratiche per per la la concessione concessione di di un un mutuo mutuo di di L. L. 23.000, 23.000, che che il il Comune Comune aprì aprì con con la la Cassa Cassa Depositi Depositi ee Prestiti, Prestiti, autorizzato autorizzato con con Regio Decreto del 29 dicembre 1910. Regio Decreto del 29 dicembre 1910. Tuttavia tale tale prestito prestito non non fu fu sufficiente sufficiente aa coprire coprire le le spese spese di di Tuttavia realizzazione delle opere. Il Comune si trovò nella necessità di realizzazione delle opere. Il Comune si trovò nella necessità di chiedere chiedere un un mutuo mutuo suppletivo, suppletivo, sempre sempre alla alla Cassa Cassa Depositi Depositi ee Prestiti, Prestiti, di L. L. 7.000 7.000 autorizzato, autorizzato, anch'esso, anch'esso, da da un un Regio Regio Decreto. Decreto. di 87 87 89 Non si è potuti individuare la data certa di apertura e funzionamento degli asili poiché le informazioni recuperate sono generiche e poco precise: nel settembre del 1911 un ingegnere del Genio civile di Cremona compì visitò due fabbricati e nello stesso anno il Consiglio Comunale definì le norme per l’apertura degli edifici scolastici, forse perché già completati? È solo un’ipotesi. Entrambi gli asili erano amministrati dal Comune che provvedeva ad ogni necessità: dall’acquisto di materiale didattico alla manutenzione delle aule e degli edifici. Le maestre, definite istitutrici, venivano nominate attraverso un concorso pubblico, così come il personale ausiliario. Lo scopo di tali istituzioni era quello di accogliere e tutelare le bambine e i bambini dai tre ai sei anni di età. Nel caso appartenessero a famiglie povere l’assistenza era gratuita, se invece appartenevano a famiglie non povere allora era necessario il pagamento di una retta mensile, il cui ammontare veniva stabilito annualmente dalla Giunta Comunale. A questa era demandato anche il calendario scolastico, generalmente dal 15 febbraio al 10 novembre. Negli anni 90 venne emanata una legge di riforma per scuola ed asili che prevedeva il passaggio della gestione dai comuni allo Stato. Nel caso di Gadesco Pieve Delmona, gli asili sono tutt’ora amministrati dal comune nel rispetto della normativa vigente. 88 90 Fino al 2007, le scuole dell’infanzia erano separate, una a San Marino e l’altra a Pieve Delmona. Dal 2007 in poi, a seguito dell’ampliamento della zona industriale, le due sedi sono state accorpate in un’unica struttura a San Marino (in Via E. Berlinguer) che ospita un gruppo multiculturale di circa settanta bambini provenienti dalle diverse frazioni del comune. La scuola è strutturata su un unico piano ed è suddivisa in tre sezioni, ha ambienti molto luminosi che si affacciano su un grandissimo giardino che, nelle giornate calde, permette ai più piccoli di giocare all’aria aperta. La struttura ospita al suo interno la sala mensa con la cucina. A partire dall’anno 1982 le scuole elementari di Pieve Delmona e San Marino sono state accorpate nell’attuale struttura situata a Ca’ De Mari in Via Roma. La scuola ospita circa un centinaio di bambini di etnie diverse (oltre ad italiani troviamo albanesi, indiani, marocchini, cinesi, macedoni, thailandesi) che risiedono nelle frazioni o nei paesi limitrofi al Comune. Anche in questo caso l’edificio è realizzato su un unico piano e al suo interno è suddiviso in ambienti strutturati, finalizzati ad attività diverse: le cinque classi curricolari, un laboratorio d’informatica, un’aula con LIM, la sala mensa con cucina interna. Anche qui è presente un grande giardino che circonda la scuola e che permette ai bambini di svolgere anche lezioni all’aria aperta. Ogni classe è dotata di lavagna LIM, PC e rete WIFI. Oltre allo studio della lingua inglese come materia trasversale già della 89 91 classe prima e allo studio di uno strumento dalla classe terza (l’Istituto Comprensivo di cui fa parte è ad indirizzo musicale), la scuola offre anche il servizio di prescuola e doposcuola. Il curricolo è integrato da progetti educativi e didattici che caratterizzano il POF di ogni scuola. La scuola per l’infanzia e la primaria sono provviste di un servizio di trasporto con lo scuolabus, sia al mattino sia al termine delle lezioni. Il Comune, inoltre, mette a disposizione il servizio di scuolabus anche per le uscite didattiche o per eventuali partecipazioni ad eventi sul territorio (nido, infanzia e primaria). Biblioteca Storia La Biblioteca Comunale di Gadesco Pieve Delmona viene istituita nell’anno 1963 con deliberazione del Consiglio Comunale n. 40 in data 18/10/1963. Al progetto si dà avvio a seguito di una nota della Biblioteca Statale di Cremona e di una successiva segnalazione della Prefettura di Cremona in ordine alla istituzione di una biblioteca comunale nei Comuni con oltre 1000 abitanti, secondo il piano disposto dal Ministero della Pubblica Istruzione, il quale contribuisce donando gli arredamenti necessari ed un certo numero di pubblicazioni, nonché l’indispensabile attrezzatura. Nel corso degli anni la sede della Biblioteca è cambiata diverse volte fino alla sede attuale, in frazione San Marino, al primo piano dell’edificio che ospita, l’ambulatorio medico, il centro civico “Tinelli” ed il centro anziani. 90 92 Inizialmente la biblioteca occupava metà del primo piano di tale edificio, successivamente vi è stato riservato l’intero piano. Ciò ha permesso di realizzare un’apposita area di lettura per i bambini oltre che ovviamente ingrandire lo spazio a disposizione e quindi aumentare l’offerta libraria. Fino all’anno 1980, l’apertura della biblioteca comunale era affidata a personale volontario; successivamente, nel 1981, il Comune di Gadesco Pieve Delmona bandì un concorso pubblico per l’assunzione di un dipendente nel ruolo di “bibliotecario”. Il fatto di disporre di personale di ruolo, oltre che di un patrimonio librario di 3000 volumi e di un orario di apertura settimanale di almeno 12 ore, garantisce alla biblioteca l’accesso a contributi regionali per l’incremento delle raccolte. Ciò permette di migliorare ulteriormente il servizio offerto ai cittadini. La successiva adesione della biblioteca al Sistema Bibliotecario Casalasco, ampliatosi, in seguito, in Sistema Bibliotecario Casalasco e Cremasco, consentì di inserirsi in un contesto organizzativo più ampio di quello locale. Ciò permise, attraverso un interprestito librario, di aumentare notevolmente i prestiti che raggiungono ora livelli molto apprezzabili. A ciò si aggiunga la particolare attenzione dell’Amministrazione Comunale al settore CULTURA – BIBLIOTECA che impegnò, soprattutto a partire dal 1995 in poi, considerevoli risorse di bilancio, finalizzate all’incremento del patrimonio documentario, alla promozione della lettura e ad una serie di attività culturali di diverso genere. 91 93 La svolta decisiva per l’aumento esponenziale dei prestiti librari fu determinata dall’introduzione, circa una decina di anni fa, del sistema operativo OPAC (Online Public Access Catalogue), finanziato dalla Provincia di Cremona. Esso permette l’accesso ad un catalogo informatico collettivo per la gestione della ricerca bibliografica e dei prestiti locali ed interbibliotecari tra tutte le biblioteche della Provincia di Cremona. Da segnalare, infine, che, a supporto del responsabile della biblioteca per garantire più ampie aperture al pubblico, dal 1995 circa, si sono avvicendati, prima gli obiettori di coscienza e successivamente i volontari di servizio civile. Servizi La biblioteca comunale di Gadesco Pieve Delmona fornisce i seguenti servizi: Prestito materiale documentario (stampati e multimedia): Attività di promozione alla lettura rivolte a bambini e ragazzi in collaborazione con le scuole del territorio. Iniziative ed eventi culturali (mostre, proiezioni, corsi, conferenze) Progetto “Nati per leggere” rivolto ai bimbi in età prescolare ed ai loro genitori. Servizio di fotocopiatura 92 94 Si riportano inoltre, nella seguente tabella alcuni dati Si della riportano inoltre, nella seguente tabellaun alcuni dati statistici biblioteca quali emerge costante Si riportano inoltre, nelladai seguente tabella alcuni dati della quali emerge costante aumento dei prestiti e biblioteca del patrimonio librario e multimediale. statisticistatistici della biblioteca dai dai quali emerge ununcostante aumento dei prestiti e del patrimonio librario e multimediale. Questi indicativi del fatto che anche in un piccolo aumentodati deisono prestiti e del patrimonio librario e multimediale. Questi dati ilsono indicativi del fatto che anche in un piccolo comune come nostro, la biblioteca è realtà Questi dati sono indicativi del fatto che anche in una un piccolo comune come il nostro, la biblioteca è una realtà fondamentale sviluppolaculturale e sociale dell’intera comune comeperil lonostro, biblioteca è una realtà fondamentale per lo sviluppo culturale e sociale dell’intera comunità. fondamentale per lo sviluppo culturale e sociale dell’intera comunità. comunità. 1987 1989 1987 1991 1989 1993 1991 1995 1993 1997 1995 1999 1997 2001 1999 2003 2001 2005 2003 2007 2005 2009 2007 2011 2009 2013 2011 2013 - - 45 261 89 1987 45 294 261 49 33 89 45 89 33 1989 49 261 294 110 706 98 49 294 33 1991 110 755 706 101 142 98 110 706 98 142 1993 101 923 755 118 34 101 755 142 34 1995 118 923 133 1581 157 118 34 157 1997 133 923 1581 100 913 91 21 133 1581 157 1999 1001055 913 209 37 91 26 21 100 913 91 21 26 2001 2091209 1055 208 70 37 23 209 1055 37 26 2003 2081625 1209 321 187 70 114 23 208 70 23 2005 3211209 363 1512 1625 109 187 243 114 321 1625 1512 187 109 114 243 2007 363 409 2067 160 227 363 109 160 243 227 2009 4091512 447 2711 2067 266 507 409 160 266 227 2011 4472067 414 3452 2711 706 1049507 447 266 706 5071049 2013 4142711 3452 414 3452 706 1049 3100 3100 3612 3100 3612 3997 3612 3997 4301 3997 4301 5298 4301 5298 5670 5298 5670 6075 5670 6075 6774 6075 6774 7023 6774 7023 8138 7023 8138 9499 8138 9499 13246 9499 13246 15361 13246 15361 17090 15361 17090 17090 Dalla tabella emerge ancora una volta il notevole impegno - Dalla tabella emerge ancora una volta il notevole impegno delle amministrazioni nel corso degli Dalla varie tabella emerge ancora comunali una comunali volta che il notevole impegno delle varie amministrazioni che nel corso degli anni hanno investito sempre più risorse nella biblioteca e in delle varie amministrazioni comunali che nel corso degli anni hanno investito sempre più risorse nella biblioteca e in ambito culturale. anni hanno investito ambito culturale.sempre più risorse nella biblioteca e in ambito culturale. 93 93 93 95 - Si deve tener presente che, dal 2004, sono notevolmente aumentati i prestiti di materiale multimediale che, nel corso dei 10 anni, sono passati da circa 300 a più di 600 all’anno. Questo dato è, pertanto, da aggiungere ai prestiti indicati nella tabella che si riferiscono solo ai prestiti librari. - La consistenza del patrimonio tiene conto degli scarti che, quasi annualmente, vengono effettuati. In modo particolare, in occasione dell’inserimento dei nostri dati nel catalogo collettivo, è stata eseguita una revisione completa del patrimonio che ha comportato uno scarto di volumi di circa 600 unità. Premio letterario “Filippo Ivaldi” Un ulteriore aspetto legato alla realtà della biblioteca è il premio letterario “Filippo Ivaldi” indetto dal nostro Comune in ricordo dell’omonimo professore che ha dato tanto alla nostra comunità svolgendo il suo lavoro in modo serio, professionale e soprattutto dedicandovi tutto se stesso. Il concorso è stato istituito nel 2000 (anche se la prima edizione si è svolta l’anno successivo) e viene riproposto circa ogni 2 anni. È stato possibile realizzarlo grazie ad un lascito della famiglia Ivaldi. Per partecipare è necessario essere maggiorenni e presentare un breve racconto inedito che abbia per argomento un determinato tema scelto dalla commissione cultura del nostro Comune. Inoltre è richiesta una piccola quota di iscrizione. I primi tre classificati ottengono un premio in denaro e la pubblicazione del loro racconto. 94 96 Riportiamo di seguito il titolo (cioè il tema del concorso) e i primi classificati delle precedenti edizioni: Riportiamo di seguito il titolo (cioè il tema del concorso) e i primi classificati delle precedenti edizioni: IL POSTO DEGLI AIRONI di Luca Bianchedi – Copenhagen IL POSTO DEGLI AIRONI di Luca Bianchedi – Copenhagen MIR I DOBRO di Fiorella Borin Venezia MIR I DOBRO di Fiorella Borin Venezia LO SCRIVANO di Fiorella Borin – Venezia LO SCRIVANO di Fiorella Borin – Venezia BASTONI DI NUVOLE di Luca Zini – Gadesco Pieve Delmona DI NUVOLE di Luca Zini – Gadesco Pieve BASTONI Delmona Come si evince da quanto riportato sopra, il concorso attira partecipanti da tutta Italia eriportato in alcunisopra, casi anche dall’estero. Come si evince da quanto il concorso attira Questo dimostra che anche un piccolo comune come il partecipanti da tutta Italia e in alcuni casi anche dall’estero. nostro farsi grande, basta volerlo. Questopuò dimostra che anche unsolo piccolo comune come il nostro può farsi grande, basta solo volerlo. 95 95 97 Volontariato “AUSER” Auser è una associazione di e di , impegnata nel favorire l’ degli anziani e a far crescere il ruolo dei senior nella società. Si propone di: ogni forma di esclusione sociale; Migliorare la della vita; Diffondere la cultura e la pratica della e della ; Valorizzare l’, le capacità, la creatività e le idee degli anziani; Sviluppare i rapporti di e scambio con le generazioni più giovani. La proposta associativa di Auser è rivolta in maniera prioritaria agli , ma è aperta alle . Auser in Italia è stata costituita nel 1989 dalla Cgil e dal Sindacato dei pensionati SpiCgil. Nel nostro Comune nasce, invece, nel 2005, con lo scopo di dare aiuto alle persone che hanno bisogno di solidarietà e di socializzazione. In convenzione con l’Amministrazione comunale si vuole creare un’attività di volontariato sociale, a favore delle persone fragili della comunità. Il primo presidente fu Anna Maria Lucarini, mentre quello attuale (cioè nel 2015) è Adriano Cavana. 96 98 Nel 2005 contava 110 iscritti, mentre nel 2013 il numero dei soci iscritti è salito a 235. Ci sono, inoltre, 26 volontari (13 per trasporti sociali, 5 per apertura 5 per apertura ecocentro e 5 Nel 2005 contava 110centro iscritti,civico, mentre nel 2013 il numero dei soci per accompagnamento sullo scuolabus). iscritti è salito a 235. Ci sono, inoltre, 26 volontari (13 per trasporti Anche annuo civico, di ore5 dedicate al ecocentro volontariato sociali, 5l’ammontare per apertura centro per apertura e 5è in crescita (nel 2013: ore totali di volontariato sociale svolte per servizi per accompagnamento sullo scuolabus). alla persona n. 3.567 ore totali di volontariato civico svolte per Anche l’ammontare annuo dedicate al volontariato è in servizi alla comunità n. 586 –dioreore totali di volontariato civico svolte crescita (nel 2013: eore totalilibero di volontariato per manifestazioni tempo n. 586). sociale svolte per servizi alla persona n. 3.567 ore totali di volontariato civico svolte per servizi alla comunità 586 – oresitotali di volontariato civico svolte I volontari sul nostron. territorio occupano dello svolgimento di per manifestazioni e tempo libero n. 586). molte attività: trasporti per dialisi, visite e terapie, recapito di farmaci, servizi alla comunità come l’apertura dell’ecocentro e Il’accompagnamento volontari sul nostro territorio si occupano delloconsvolgimento di sullo scuolabus, servizi civici l’apertura del molte attività: trasporti per dialisi, visite e terapie, recapito centro civico e l’organizzazione di serate estive, manifestazioni die farmaci, servizi alla comunità come l’apertura dell’ecocentro e gite. l’accompagnamento sullo scuolabus, servizi civici con l’apertura del centroscelta civico e cambia l’organizzazione Una che la vita di serate estive, manifestazioni e gite. In questa sezione abbiamo voluto riportare alcune testimonianze dei Una sceltae che volontari di cambia coloro la chevita hanno beneficiato dei vari servizi: direttamente a causa di problemi di salute o indirettamente perché In questadisezione voluto riportare alcune testimonianze parenti personeabbiamo che hanno usufruito delle prestazioni offerte dei da volontari e di coloro che hanno beneficiato dei vari servizi: Auser. Ciò è stato inserito in questo lavoro al fine di evidenziare direttamente causa di problemi salute o eindirettamente perché quanto l’operaa del volontariato sia di importante possa arricchire tutti parenti di persone che hanno usufruito delle prestazioni offerte da coloro che vi prendono parte. Auser. Ciò è stato inserito in questo lavoro al fine di evidenziare quanto l’opera del volontariato sia importante e possa arricchire tutti coloro Mirelva Guido cheevi prendono parte. Mirelva e Guido sono due volontari nonché membri fondatori di Auser Mirelva Guido di Gadesco Pieve Delmona. nel ecomune Mirelva e Guido sono due volontari nonché membri fondatori di Auser nel comune di Gadesco Pieve Delmona. 97 97 99 “La nostra esperienza in Auser è iniziata più di dieci anni fa. Ci fu proposto di partecipare ad un incontro organizzato dalla Signora Lucarini Annamaria, che conoscevamo da tempo, ma non sapevamo esattamente di cosa si trattasse. Ci trovammo in una decina di persone ed Annamaria iniziò ad esporre l’idea di far nascere anche nel nostro Comune una sede Auser. Ci spiegò che si trattava di iniziare un percorso di aiuto semplice, senza particolari necessità di specializzazione, solo per dare un punto di riferimento ed appoggio per le necessità meno gravi delle famiglie. Affrontare, per esempio, una fisioterapia di un famigliare, prolungata nel tempo, può rappresentare un vero problema, là dove i parenti lavorano o non possono guidare. Così, in una decina di persone soltanto, abbiamo fondato Auser ed iniziato l'esperienza. Il Comune ci fornì l'automobile e ci propose una convenzione per il trasporto degli anziani, ogni mattina, presso il Centro Diurno di Vescovato. Con l'automobile iniziò anche il trasporto per esami e fisioterapie. Negli anni i servizi Auser si sono ampliati e grazie alla guida di Laura e successivamente di Adriano Cavana, siamo riusciti ad acquistare un mezzo attrezzato per il trasporto disabili in carrozzina, i volontari sono aumentati e molte persone ci hanno confermato il loro sostegno ed aiuto. Possiamo dire che questa esperienza ci ha permesso di capire che in ogni casa ci può essere un problema e che non sempre i problemi si possono risolvere autonomamente. Siamo lieti di aiutare, anche se la nostra azione ha certamente dei limiti che non devono mai oltrepassare ciò che di base spetta di dovere alle famiglie e alle Istituzioni preposte. Dopo questi anni di impegno in Auser, possiamo affermare che si tratta di un’esperienza positiva che umanamente lascia molto. 98 100 Accompagnare le persone in un momento difficile della vita e condividere i momenti critici è per noi importante, così come donare gratuitamente un po’ del tempo libero per le necessità collettive ci fa sentire cittadini più consapevoli. Ci piace dedicare il nostro impegno oltre che all’aiuto per la salute del corpo, anche ad attività più legate alla socializzazione come una gita fuori porta o una festa in paese, così da offrire alle persone occasioni di incontro e di allegria. Quando abbiamo iniziato il nostro impegno in Auser non eravamo certi di riuscire a continuare per così tanto tempo, soprattutto a causa degli impegni lavorativi. Tuttavia ci siamo resi conto che si tratta di un impegno organizzato che rispetta il tempo che ognuno può dare, per questo è stato possibile continuare sino ad oggi nonostante gli obblighi lavorativi privati. Alcuni volontari invece sono già in pensione ed hanno deciso di ritagliare un po’ di tempo per la collettività, tra i loro compiti di nonni, gli hobby ed il legittimo desiderio di libertà dopo una vita di lavoro. Abbiamo partecipato alla fondazione di Auser perché è un’associazione aperta a tutti coloro che vogliano donare gratuitamente un po’ del loro tempo al bisogno degli altri, nel rispetto di uno Statuto, aderente pienamente ai valori fondanti della nostra Repubblica. Siamo consapevoli che ognuno ha il proprio carattere, le proprie paure e debolezze, ma tutti prima o poi possiamo avere bisogno del prossimo e superando le nostre paure ci accorgeremo che aiutare ed essere aiutati è nella nostra natura umana e non è poi così difficile. È con questo spirito che continueremo a dare il nostro contributo finche ci sarà possibile.” 99 101 Bianca Cauzzi Bianca è una residente del comune che ha usufruito indirettamente dei servizi di Auser in quanto figlia della signora Anna Catenacci Cauzzi la quale ha beneficiato delle prestazioni offerte dall’associazione. “Sono residente a S. Marino dalla nascita e vorrei portare la mia testimonianza a favore dell’associazione Auser che opera già da parecchi anni nel mio paese. Mia mamma è anziana e fatica a camminare pertanto è costretta ad utilizzare gli ausili necessari. In più occasioni mi sono rivolta all’Auser per gli spostamenti dovuti a visite e controlli medici. Ho sempre trovato grande disponibilità ed attenzione da parte dell’associazione onlus che si avvale di volontari puntuali ed efficienti. Posso affermare che l’Auser del nostro Comune funziona molto bene, offrendo un ottimo servizio ai cittadini che altrimenti si troverebbero in difficoltà per gli spostamenti anche e soprattutto se in carrozzina. Ogni volontario, donando un po’ del suo tempo, lascia sempre qualcosa di sé nell’eseguire il servizio e testimonia quanto il tempo dedicato alle persone più bisognose sia utile e prezioso. Non posso che ringraziare l’Auser che ritengo abbia soddisfatto pienamente le mie esigenze, dandomi non solo un aiuto pratico ma anche morale grazie alla bontà di cuore dei suoi volontari.” Nel ringraziare queste persone per la loro testimonianza si coglie l’occasione per ringraziare anche i volontari che ogni giorno aiutano chi ha bisogno e per ricordare a tutti che basta veramente poco per “fare del bene”. 100 102 “AIUTIAMOLI A VIVERE” La fondazione Onlus Aiutiamoli a Vivere nacque a Terni nel 1992 con lo scopo di incoraggiare ogni iniziativa volta a sensibilizzare l’opinione pubblica circa le emergenze locali e quelle dei paesi dell’Est europeo e in via di sviluppo (Africa, Asia, America centro meridionale). Il principio di base è la cooperazione tra questi stati, l’Italia, la Comunità Europea e le altre potenze industrializzate. In seguito al disastro di Cernobyl del 26 aprile 1986, nacque la necessità di aiutare la persone che in Bielorussia furono colpite da tale evento. Nel 1991 venne organizzato l’evento sportivo “Ovest Est: due ruote per la pace” al fine di unire attraverso lo sport due mondi così distanti (Est e Ovest dell’Europa divisi sino al 1989 dal muro di Berlino). In seguito tale iniziativa si trasformò in vero e proprio evento di solidarietà che portò all’accoglienza dei bambini Bielorussi presso le famiglie italiane. Questo permise (e permette tutt’ora) a tali bambini di migliorare la loro vita non solo dal punto di vista medico ma anche sotto il profilo umano. Oggi l’associazione Aiutiamoli a Vivere conta più di 250 comitati in tutta Italia (uno dei quali è presente nel nostro Comune di Gadesco Pieve Delmona), associa oltre 6000 famiglie e accoglie circa 3500 bambini. Oltre all’accoglienza la fondazione si occupa anche di altri ambiti come l’educazione e il sostegno. Oggi la fondazione si sta operando per diventare una organizzazione non governativa in modo da ottenere più risorse al fine di aiutare sempre più persone nei paesi poveri. 101 103 Anche nel nostro Comune (come già detto) è presente dal 1995 un comitato della fondazione Aiutiamoli a Vivere. A partire dall’anno successivo è iniziata l’accoglienza dei bambini Bielorussi di età compresa fra i 7 e i 12 anni. Questi, normalmente nel mese di Maggio, vengono in Italia accompagnati da una maestra e da un’interprete. Hanno la possibilità di frequentare la scuola elementare a Ca’ De’ Mari in quanto la direzione didattica mette a disposizione i locali e il Comune i buoni pasto e il trasporto con il pulmino. I bambini vengono ospitati, per tre anni consecutivi, da famiglie di questo Comune o altri limitrofi per 4 o 5 settimane. Tale periodo è chiamato “soggiorno terapeutico” in quanto respirare aria meno inquinata e alimentarsi con cibi più genuini permette loro di ridurre in modo considerevole le sostanze radioattive assorbite. Durante la loro permanenza vengono organizzate gite, giochi, feste e soprattutto contatti con i bambini italiani con i quali stabiliscono un rapporto di amicizia che si protrae nel tempo. Anche il comitato del nostro Comune collabora con la sede nazionale di Terni per aiutare la Bielorussia (istituti, scuole, ospedali, adozioni di studenti universitari) e i bambini di altri paesi del Sud del Mondo come Africa e Sud America. Quest’anno (2015), con grande soddisfazione, si è raggiunto il 20° anno consecutivo di accoglimento di bambini Bielorussi. L’attività svolta dal comitato del nostro Comune ci rende partecipi di qualcosa di più grande e ancora una volta ci fa capire che aiutare il prossimo “fa bene” perché arricchisce la nostra vita e ci rende persone migliori. Un doveroso grazie a tutti coloro che fanno parte di tale comitato e si prodigano ogni giorno per aiutare chi è meno fortunato di noi. In fondo siamo tutti uguali, solo che alcuni hanno avuto la fortuna di 102 104 nascere in paesi sviluppati, mentre ad altri è toccata una sorte ben peggiore. È solo questo che ci rende “diversi” ed è solamente grazie ad associazioni come Aiutiamoli a Vivere che possiamo colmare questa apparente “disuguaglianza”. Parte tre (curiosità e notizie ) L’azienda casearia P.L.A.C. Riportiamo di seguito una breve cronistoria della nascita della società casearia PLAC (Produttori Latte Associati Cremona), importante realtà industriale del cremonese sita oggi in località Persico Dosimo ma inizialmente nata proprio nel comune di Gadesco Pieve Delmona. La fase iniziale: nasce la società ANONIMA COOPERATIVA PRODUTTORI di Grontardo Pieve Delmona. Negli anni ’30 del secolo scorso il settore caseario attraversava un periodo di grave crisi tanto che molti piccoli produttori erano costretti a vendere il proprio latte a prezzi di gran lunga inferiori a quelli di produzione. In questo clima alcuni proprietari agricoli del nostro territorio decisero di dar vita ad una cooperativa in modo tale da far fronte (unendo appunto le forze) alla grave situazione di crisi. Così, 19 ottobre del 1933, nel saloneteatro di Pieve Delmona si gettarono le basi per quella che sarebbe diventata l’odierna P.L.A.C.; si riporta di seguito un passo dell’atto costitutivo: “Con la presente privata scrittura i sottoscritti prendono formale impegno di non trattare il latte individualmente e nominano per le trattative di vendita del latte nelle proprie stalle dal prossimo 103 105 S. Martino una commissione nelle persone dei signori: Carlo Mainardi, Ferdinando Arcari, Geremia Bellingeri, Palmiro Fieschi.” 20 Al termine della riunione 19 agricoltori avevano firmato il documento. La loro provenienza geografica era ben definita e limitata al territorio del comune di Grontardo ed alla frazione di Pieve Delmona, due ambiti notoriamente contigui ed affini; nell’occasione emergeva, in maniera netta, la frattura fra le due componenti del nuovo comune di Gadesco Pieve Delmona appena costituito. Nessun agricoltore dell’ex comune di Gadesco partecipava, infatti, alla nuova associazione. Nell’elenco dei soci affiliati si evidenziava la presenza di tre agricoltori residenti in altre località (Cà dè Stefani, Malagnino, Cremona) ma proprietari di aziende agricole poste nei due comuni appena ricordati. La costituzione della nuova cooperativa finiva per modificare ovviamente anche i contratti di consegna del latte esistenti fino a quel momento. La gran parte degli agricoltori di Pieve Delmona si appoggiava, infatti, al vicino caseificio di S. Pietro, mentre quelli di Grontardo indirizzavano il loro prodotto presso il casello posto nella cascina Palazzo di Levata. Domenica 29 ottobre 1933 di nuovo nel saloneteatro di Pieve Delmona, si svolse una riunione per la discussione (e l’approvazione) dello statuto e la nomina delle cariche sociali. La carica di presidente venne ricoperta da Ferdinando Arcari affiancato, nel ruolo di segretario, da Francesco Duchi; i restanti membri del consiglio di amministrazione furono: Carlo Mainardi, Palmiro Fieschi e Geremia Bellingeri. Questi cinque componenti disponevano di oltre il 50% del totale delle vacche che costituivano 20 Atto costitutivo conservato presso l’archivio storico della P.L.A.C. , 1933 104 106 l’intero patrimonio zootecnico dei soci conferenti. Il profilo tecnico l’intero patrimonio conferenti. Il tecnico giuridico presceltozootecnico prevedevadeilasoci costituzione di profilo una “Società giuridico prescelto prevedeva la costituzione di una “Società anonima Cooperativa a capitare illimitato” che aveva per scopo di anonima Cooperativa capitare illimitato” cheaziende aveva per di vendere in comune ila latte proveniente dalle deiscopo soci ed vendere in comune il lattealla proveniente aziende dei insoci eventualmente provvedere lavorazionedalle del latte stesso unoed o eventualmente provvedere alla lavorazione del latte stesso in uno più caseifici affittati nella zona di produzione; la denominazioneo più affittatisocietà nella fu zona di produzione; denominazione sceltacaseifici per la nuova “Società produttorilalatte Grontardo scelta Delmona”. per la nuova società fu “Società produttori latte Grontardo Pieve Pieve Delmona”. La necessità di individuare un caseificio funzionale all’eventuale La necessità didel individuare un caseificio funzionale all’eventuale trasformazione latte non collocato sul mercato indusse i dirigenti trasformazione del latte non collocato sul mercato indusse i dirigenti della nuova società ad indirizzare l’attenzione sulla struttura già della nuova società ad indirizzare l’attenzione sulla struttura esistente nella frazione di di GadescoPieve Delmona. già esistente nella frazione di di GadescoPieve Delmona. 1936: nasce la P.L.A.C. 1936: nasce la P.L.A.C. Il 1936 costituì l’anno decisivo per le sorti dalla Latteria sorta Il 1936 3costituì l’annoinfatti decisivo per quell’anno le sorti dalla Latteria sorta neppure anni prima, proprio vennero compiute neppure 3 scelte anni prima, infatti proprio quell’anno vennero compiute importanti che avrebbero proiettato la Società fra le eccellenze importanti scelte checremonese. avrebbero proiettato la Società fra le eccellenze del settore caseario del settore caseario cremonese. Le difficoltà in cui si trovava il settore della trasformazione del latte Le difficoltà cui siad trovava il settore delladitrasformazione latte ponevano di infronte un bivio: cercare sopravvivere adelstento ponevano di fronte ad un bivio: cercare di sopravvivere a stento come molte altre piccole realtà del settore o tentare il “grande salto” come molte con altremaggiori piccole realtà settore o tentare ildel “grande salto” ovviamente rischi del legati alle incertezze mercato. ovviamente con maggiori rischi legatiGrontardoPieve alle incertezze del mercato.ci si Anche all’interno della Cooperativa Delmona Anche all’interno della Cooperativa GrontardoPieve Delmona si pose lo stesso interrogativo, questo portò alla convocazione,cinel pose stesso questo per portò alla convocazione, marzolodel 1936,interrogativo, di due assemblee definire le future lineenel di marzo delUna 1936, di scelte due assemblee definire le future linee sviluppo. delle importantiper prese in quell’occasione fu di la sviluppo. Una delle scelte importanti prese in quell’occasione fu la modifica del nome della cooperativa che assunse l’acronimo modifica del nomeLatte dellaAssociati cooperativa che Ed assunse P.L.A.C. (Produttori Cremona). qui chel’acronimo tutto ebbe P.L.A.C. (Produttori Latte Associati Cremona). Ed qui che tutto ebbe inizio. inizio. 105 105 107 1926: a Gadesco arriva l’illuminazione pubblica In data 08/01/1923 la Società Elettrica Bresciana rispose all’Amministrazione Comunale con una nota nella quale si dichiarava disposta ad estendere all’abitato di Gadesco, Ca’ De’ Mari, San Marino e Ca’ De’ Quinzani le linee per la distribuzione dell’energia elettrica. Il Comune di Gadesco, nella persona del Commissario prefettizio Andrea Antonioli, in data 2 febbraio 1923, stipulò, con la Società Elettrica Bresciana, Filiale di Cremona, una convenzione con la quale la società si obbligava a costruire entro 12 mesi un impianto per la distribuzione dell’energia elettrica nel Comune di Gadesco e precisamente nel capoluogo e nelle frazioni di Ca’ De’ Mari, San Marino e Ca’ de’ Quinzani. L’impianto consisté nella linea a 6500 Volts Carpaneta Dosimo Gadesco. Il Comune di Gadesco si obbligava a versare alla Società Elettrica Bresciana, a titolo di compartecipazione nella spesa dell’impianto e, a fondo perduto, la somma di lire 45.000 senza che tale versamento gli possa dar diritto alla proprietà anche parziale dell’impianto che rimarrà di esclusiva proprietà della Società Elettrica Bresciana. Il Comune di Gadesco, per far fronte al progetto di installazione dell’impianto di derivazione dell’energia elettrica per l’illuminazione pubblica, dovette sottoscrivere un mutuo di lire 40.000 con il Credito Commerciale di Cremona purché garantito da persone solvibili, ovvero l’Ing. Remo Lanfranchi, Cavalcabò nobile ingegnere 106 108 Giovanni, Attilio Guarneri, Luigi De Micheli, Ghisleri Alessandro, Luigi Balestreri, Iazzi Francesco, Gazzina Edoardo. La Cassa di Risparmio delle Province Lombarde di Milano rispose di non poter concedere un mutuo di lire 40.000 poiché le norme che disciplinavano la destinazione dell’Opera Pia Fondo della Beneficenza riservavano il beneficio dei mutui ai Comuni per provvedere all’esecuzione di opere obbligatorie di utilità pubblica interessanti l’igiene, la viabilità e l’istruzione elementare. Il 14 dicembre 1923 la Banca Popolare di Cremona concesse al Comune un prestito di lire 46.000 al tasso del 6% da restituire in 10 anni, per la realizzazione dei lavori. La Società Elettrica Bresciana presentò il preventivo di spesa per la messa in opera dei lavori per un totale di lire 103.700, dalla quale somma vennero dedotte lire 16.500 quale quota parte di linea ad alta tensione per Pieve Delmona. La spesa a carico del comune di Gadesco è di lire 87.200. L’Amministrazione Comunale, con deliberazione del Consiglio del 15/03/1925, approvò il contratto per la fornitura dell’energia elettrica per la pubblica illuminazione con la Società Elettrica Bresciana, della durata di tre anni, a partire dal 1° gennaio 1925. ……….e luce fu ! 107 109 La tramvia a vapore Cremona - Ostiano La tramvia a vapore Cremona - Ostiano Il il Consiglio Comunale di Pieve Delmona deliberò per la Il 23concorso ottobre 1887 il ConIl il Consiglio Comunale diilPieve Delmona deliberò costruzione Comunale per di della Pieve ilsiglio concorso la Delmona deliberò ildella concostruzione per corso per la costruzione un importo paria vapore a Lire della tramvia per 2.500. Cremona per un importo- Ostiano pari a Lire un importo pari a Lire 2.500. Il2.500. 22 febbraio 1891 il Consiglio Comunale Il 22 febbraio 1891 il deliberò di rigettare la proposta del Sindaco di Cremona per la Consiglio Comunale Il 22 febbraio 1891 illaConsiglio Comunale deliberò di rigettare nomina didiunrigettare arbitrato per appianare le divergenze insorte fra lai deliberò proposta del Sindaco di Cremona per propostadi delunVescovato, Sindaco di Cremona pere lale nomina di une insorte arbitrato peri Comuni di Pescarolo Gabbioneta la Società nomina arbitrato per appianare divergenze fra appianaredi le divergenze insorte fra i danni Comuni di Vescovato, tramviaria Cremona Ostiano per cagionati alle per Comuni Vescovato, Pescarolo e Gabbioneta e strade, laPescarolo Società e Gabbioneta e la Società tramviaria - Ostiano per danni avvenute interruzioni di servizio e Cremona per cagionati l’inadempimento degli tramviaria Cremona Ostiano per danni alle strade, per cagionati alle strade, per avvenute interruzioni di servizio e per l’iimpegni assunti. avvenute interruzioni di servizio e per l’inadempimento degli nadempimento impegni assunti.degli impegni assunti. La Prefettura invitò il Sindaco di Cremona a riunire i Sindaci interessati e invitò i rappresentanti Società per irisolvere La Prefettura il Sindaco didella Cremona a riunire Sindaci amichevolmente dissidio. Le questioni furono vagliate da tre interessati e iil rappresentanti della Società per risolvere arbitri: Podestà Francesco, Zanellivagliate Bernardo. il dissidio.Fezzi Le Giuseppe questioni efurono amichevolmente da Si tre dispose che la decisione sarebbe stata inappellabile. arbitri: Podestà Francesco, Fezzi Giuseppe e Zanelli Bernardo. Si dispose che la decisione sarebbe stata inappellabile. Successivamente al versamento della quota di lire 2.500 venne dato incarico alla Giunta Municipale di quota effettuare di lire detto 2.500 pagamento Successivamente al versamento della venne dato quando completati i lavori editrascorsi tre mesi collaudo incaricoverranno alla Giunta Municipale effettuare dettodalpagamento della stessa. quando verranno completati i lavori e trascorsi tre mesi dal collaudo della stessa. 108 108 110 Bibliografia “Storia del Comune di Gadesco Pieve Delmona” – I.C.A. Cremona “Rivista di Storia e di Araldica”, vol. 2 – Paganini Editore “Le origini di una grande storia, analisi della nascita di una cooperativa di successo” di Fabrizio Superti – S.N., 2013 “Pietre della memoria : i caduti cremonesi nella Resistenza (19431945) : cippi, lapidi, monumenti” a cura di Giuseppe Azzoni – Ediz. ANPIANPC, 2010 “Poesie in dialetto Cremonese” di Anna Cauzzi Catenacci 109 111 Finito di stampare nel mese di dicembre 2015 presso Service Lito, Persico Dosimo (CR) 115 Con il contributo di 116