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Un
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Delmo
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n
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a
e
n
u
olo “grande” Com
a cura di Michele Cominetti
Comune di Gadesco Pieve Delmona
1
2
Gadesco Pieve Delmona
Un piccolo “grande” Comune
a cura di
Michele Cominetti
Comune di Gadesco Pieve Delmona
In copertina:
Acquerello di Doriana Grisi
raffigurante il palazzo comunale
Foto: Giada Delmiglio
Layout: Michele Cominetti
Stampa: Service Lito, Persico Dosimo (CR)
©2015 - Comune di Gadesco Pieve Delmona (CR)
PREMESSA
PREMESSA
IlIl presente
presente opuscolo
opuscolo ha
ha lo
lo scopo
scopo di
di far
far conoscere
conoscere la
la storia
storia ee la
la realtà
realtà
attuale
attuale (cioè
(cioè nel
nel 2015)
2015) del
del comune
comune di
di Gadesco
Gadesco Pieve
Pieve Delmona
Delmona
situato
situato in
in provincia
provincia di
di Cremona.
Cremona.
Dopo
Dopo più
più di
di trent’anni,
trent’anni, aa fronte
fronte di
di un
un mutato
mutato contesto
contesto demografico,
demografico,
sociale
sociale ed
ed economico,
economico, l’Amministrazione
l’Amministrazione Comunale
Comunale ripropone
ripropone la
la
pubblicazione
pubblicazione di
di un
un nuovo
nuovo opuscolo
opuscolo riguardante
riguardante la
la storia,
storia, la
la cultura,
cultura,
le
le tradizioni
tradizioni del
del nostro
nostro paese,
paese, auspicando
auspicando che
che questa
questa pubblicazione
pubblicazione
possa
possa rappresentare
rappresentare un
un utile
utile contributo
contributo ad
ad una
una migliore
migliore conoscenza
conoscenza
del
del luogo
luogo in
in cui
cui sisi vive
vive ..
Ringraziamo
Ringraziamo tutti
tutti coloro
coloro che
che hanno
hanno collaborato
collaborato alla
alla realizzazione
realizzazione
dell’opuscolo,
dell’opuscolo, ii componenti
componenti della
della Commissione
Commissione Biblioteca
Biblioteca ed
ed in
in
modo
modo particolare
particolare Michele
Michele Cominetti
Cominetti che
che ha
ha curato
curato l’edizione
l’edizione di
di
questo
questo scritto.
scritto.
Il Sindaco
IL
IL SINDACO
SINDACO
Davide Viola
DOTT.
DOTT. DAVIDE
DAVIDE VIOLA
VIOLA
6
6
9
16
16
16
18
22
25
28
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37
48
50
52
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62
66
66
6
71
83
86
86
90
96
103
103
106
108
109
7
Parte uno
Nascita del comune di Gadesco Pieve Delmona
Parte uno
        

Nascita del comune di Gadesco Pieve Delmona
Vediamo le tappe principali dell’iter legislativo che ha portato alla

 


   
formazione
del
nostro
Comune:

 Il 30 Maggio 1866 la Prefettura di Cremona trasmette al
VediamoComune
le tappediprincipali
che30
hadicembre
portato alla
Gadescodell’iter
il Regiolegislativo
Decreto del
1865
formazione
del
nostro
Comune:
con il quale vengono soppressi i Comuni di Ardole San
Marino e Ca’ de’ Quinzani e aggregati al Comune di
 Gadesco.
Il 30 Maggio 1866 la Prefettura di Cremona trasmette al
Comune di Gadesco il Regio Decreto del 30 dicembre 1865
quale vengono
i Comuni
di Ardole
San
 con
Il 29il Aprile
del 1873soppressi
il Consiglio
Comunale
di Pieve
Marino
e
Ca’
de’
Quinzani
e
aggregati
al
Comune
di
Delmona prende atto dell’accettazione della proposta
Gadesco.
avanzata al Consiglio Comunale di Gadesco di aggregazione
dei due Comuni. Il Consiglio di Pieve Delmona, nella stessa
 Il
29 Aprile
del 1873
il Consiglio
di Pieve
seduta,
approva,
all’unanimità,
la Comunale
controproposta
del
Delmona Comunale
prende atto
dell’accettazione
Consiglio
di Gadesco
relativa alledella
scuole,proposta
ovvero
avanzata
al Consiglio
Comunale
di Gadesco
di aggregazione
alla
designazione
di una
Commissione
costituita
dalle giunte
dei
due
Comuni.
Il
Consiglio
di
Pieve
Delmona,
nella stessa
sull’ordinamento delle scuole comunali. Il progetto
di
seduta,
approva,
all’unanimità,
la
controproposta
aggregazione dei due comuni sembra venir meno quando,del
il
Consiglio
di Gadesco
relativa alle scuole,
ovvero
16 OttobreComunale
1873, con
propria deliberazione,
il Consiglio
alla designazione
di Delmona,
una Commissione
dalle
giunte
Comunale
di Pieve
dichiara costituita
sciolta ogni
trattativa
sull’ordinamento
dellecomuni,
scuole acomunali.
Il progetto
di
di
fusione dei due
causa delle
condizioni
aggregazione proposte
dei due comuni
sembra
venir meno
quando, il
svantaggiose
dal Comune
di Gadesco
relativamente
16
1873,
con propria
deliberazione,
alle Ottobre
scuole (Il
Consiglio
Comunale
di Gadescoilil Consiglio
6 Luglio
Comunale di Pieve Delmona, dichiara sciolta ogni trattativa6
di fusione dei due comuni, a causa delle condizioni
svantaggiose proposte dal Comune di Gadesco relativamente
alle scuole (Il Consiglio Comunale di Gadesco il 6 Luglio
6
8
1873 deliberava la necessità della presenza di due scuole nel
territorio del Comune di Gadesco).
 La Regia Prefettura di Cremona, in data 02/02/1928, scrive
al podestà di Pieve Delmona evidenziando l’opportunità di
riunire, in uno solo, i Comuni di Gadesco e Pieve Delmona,
distanti tra loro solo 1,8 Km.
 In data 25 Aprile 1928 la Regia Prefettura di Cremona
comunica che, (si veda a tal proposito
il documento presente nella pagina successiva), i Comuni di
 e   sono stati    
 denominato con la sede
municipale nella frazione Ca’ de’ Mari di Gadesco.
 A partire dal 28 Aprile dello stesso anno esisterà
ufficialmente un solo Comune.
A prima vista l’unione di piccoli paesi in un unico Comune non certo
grande può non sembrare un evento così eccezionale, invece in un
territorio come il nostro in cui era presente un forte campanilismo, il
fatto di abitare tutti “sotto lo stesso tetto” è un cambiamento radicale,
non solo dal punto di vista legislativo e amministrativo ma anche e
soprattutto sociale. Di fatto non ha più senso schierarsi gli uni contro
gli altri per far valere gli interessi di questo o quel territorio poiché
tutti sono cittadini della stessa comunità, di conseguenza esistono
solo interessi comuni.
7
9
            


     
      



8
10
8
Il gonfalone
Il gonfalone è un drappo che riporta il simbolo del Comune, come la
bandiera per una nazione. Allo stesso modo di una bandiera esso è
qualcosa in più di un semplice disegno, rappresenta infatti il Comune
e tutti i cittadini che ne fanno parte.
Nei suoi simboli è racchiusa la storia di un’intera comunità, per
questi motivi è doveroso iniziare questo opuscolo presentando il
gonfalone, riportandone brevemente la descrizione e la storia.
 Tutto parte dal vecchio stemma del Comune, formato da
varie sezioni il cui significato è descritto con deliberazione
del Podestà n. 442 del 25/02/1932:
“I colori argento e rosso sono quelli della Porta S. Lorenzo di
Cremona da cui nel M.E. dipendeva amministrativamente e
militarmente il Comune di Gadesco.
L’arco è stato tolto dalla CARTA DELLA DIOCESI DI
CREMONA disegnato da Antonio Campi nel 1585 dove è
stato posto per segnare, con specifico segno, il Comune di
Gadesco
Il braccio vestito stringente delle spighe di frumento è per
ricordare il Maggior prodotto agricolo locale.”
 Lo Stemma Comunale, concesso con   
è così descritto:
9
11

        
        

      
omissis    
         


1
2
Nella pagina successiva si riporta il Decreto Regio sopra
citato.
Per scudo partito si intende uno stemma diviso a metà in senso verticale
Cioè posto in verticale
12
10
             


            




11
13
11
 L’Amministrazione Comunale, nel 2008, ritiene necessaria
la realizzazione del 


 Con atto deliberativo C.C. n. 30 del 25/09/2008, viene
approvato il Gonfalone medesimo, secondo lo schizzo
predisposto dall’Ufficio Tecnico comunale, così descritto:

       
       
     

 In data 24/11/2008 un    
 (riportato per esteso nella pagina seguente)
concede al Comune di Gadesco Pieve Delmona il seguente



       

        

        

         
      

12
14

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
           

 

         

13 13
15
 È stato necessario realizzare un nuovo stemma, leggermente
diverso da quello del 1938, per poter definire meglio alcune
figure all’interno dello scudo come richiesto dall’ufficio
“onorificenze e araldica”. Il nuovo stemma, visibile anche in
copertina, è stato utilizzato per realizzare il gonfalone.





 Viene, successivamente, incaricata 
di Corciano (PG) dell’esecuzione del bozzetto da inviare alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
 Il bozzetto viene poi affidato allo  
di Firenze che provvede a realizzarlo.
           
.

14
16
 In data 26 Marzo 2010 il Consiglio Comunale, con
deliberazione n. 14, approva il Regolamento Comunale per
l’uso del Gonfalone e dello Stemma comunale.
       

15
17
La storia
Introduzione
La storia
Come
già detto è possibile parlare di “Comune di Gadesco Pieve
Introduzione
Delmona” solo a partire dal 1928 quando esso nasce dall’unione
Come già dettodièsei
possibile
di un
“Comune
di Gadesco
amministrativa
piccole parlare
comunità
tempo autonome
(CaPieve
De’
Delmona” Ca
soloDe’
a partire
1928San
quando
esso San
nascePietro,
dall’unione
Quinzani,
Mari, dal
Ardole
Marino,
Pieve
amministrativa
di sei piccole
comunità
un tempo
autonome
(Ca De’
Delmona
e Gadesco),
dislocate
nelle
immediate
vicinanza
di
Quinzani, Ca De’ Mari, Ardole San Marino, San Pietro, Pieve
Cremona.
Delmona e Gadesco), dislocate nelle immediate vicinanza di
Prima
del 1928 quindi non esiste “La Storia” di Gadesco Pieve
Cremona.
Delmona ( da qui in avanti sarà indicato anche semplicemente come
Prima
del Comune”
1928 quindi
non “il
esiste
“La Storia”
Gadesco
Pieve
“il
nostro
oppure
Comune”)
ma ci disono
“Le Storie”
Delmona
( davarie
qui in
avanti sarà
anche tra
semplicemente
(quelle
delle
comunità)
cheindicato
si intrecciano
loro e a loro come
volta
“il nostro
Comune”
oppure
“il Comune”)
ma ci sono “Le Storie”
tutte
insieme
si intessono
nel passato
di Cremona.
(quelle
delle varie
comunità)
si intrecciano
loro e a sia
lorospesso
volta
Non
sorprende
quindi
che lache
Storia
del nostrotraComune
tutte insieme
si intessono nel
di Cremona.
formata
da avvenimenti
chepassato
interessano
solo una o alcune delle
Non sorprende
quindi
la Storia
delinsieme.
nostro Comune sia spesso
comunità
sopradette
mache
raramente
tutte
formata da avvenimenti che interessano solo una o alcune delle
Primi
secoli
( fino ma
all’ottavo
secolo
comunità
sopradette
raramente
tutte )insieme.
Il
territorio
ad est della
città) di Cremona è formato dai
Primi
secolipresente
( fino all’ottavo
secolo
detriti alluvionali dei fiumi Po e Oglio. In questa zona, che abbonda
Il acque
territorio
presente
ad est della
città di Cremona
è formato
dai
di
naturali,
si stabilirono
sin dall’antichità
popolazioni
nomadi
detriti
deiinfiumi
Po e Oglio.
In questa zona, che abbonda
in
cercaalluvionali
di un luogo
cui risiedere
stabilmente.
di acque naturali, si stabilirono sin dall’antichità popolazioni nomadi
in cerca
luogo in cui
risiederei stabilmente.
Tra
essediciunsarebbero
addirittura
Troiani secondo quanto afferma
Angelo Grandi. Uno studio condotto nel 1800 sul nome Delmona
Tra esse ci che
sarebbero
addirittura
Troianidasecondo
quanto
suggerisce
i Troiani
siano ipassati
Cremona.
Il afferma
termine
Angelo Grandi. Uno studio condotto nel 1800 sul nome Delmona
16
suggerisce che i Troiani siano passati da Cremona. Il termine
16
18
Delmona infatti deriva probabilmente dalla modifica, avvenuta nel
corso dei secoli, della parola Telamona da Telamonio, figlio di
Mosarte, un famoso guerriero troiano. A questo proposito Grandi
scrive nella una sua opera3:
“ Da una cronaca di Mosio (provincia di Mantova) verificata dallo
storio Briani, e riportata dall’egregio signor dottore Bolognini, si
deduce che la Delmona4 esisteva sino all’epoca dei Troiani, fugati
dai vincitori Greci e dispersi in questi parti, e da essi chiamavasi
Telamona, da Telamonio, figlio di Mosarte famoso guerriero de’
Troiani, inde Dremona e da ultimo Delmona”.
Tra le altre popolazioni si possono citare gli Etruschi e i Galli.
Solo a partire dal 222 a.C. (epoca romana) la città di Cremona e i
territori limitrofi divennero ricchi grazie alle coltivazioni di foraggio
e biade e ai buoni collegamenti stradali, tanto che la campagna
cremonese diventò un polo di attrazione per molte comunità che vi
fondarono diversi villaggi (detti “vici”, plurale del termine latino
“vicus” cioè appunto villaggio). Secondo lo stenografo cremonese
Bresciani, citato da Robolotti5, uno di questi insediamenti, chiamato
vico Tullio, coinciderebbe con l’attuale frazione di Ardole San
Marino.
3
“ Descrizione della provincia e diocesi di Cremona” 1846, presso Luigi Capelletti
libraio, Cremona
4
Delmona = canale che attraversa il territorio del Comune di Gadesco Pieve
Delmona da cui prende appunto il nome
5
Robolotti Francesco “Storia di Cremona e sua provincia”. 1859. Ristampata nel
1974 dall’editore Fausto Sardini a Bornato di Franciacorta (Brescia)
17
19
Il termine “vicus” in realtà aveva non tanto il significato di villaggio,
ma più propriamente di comune. Un insieme di vici formava un
Pagus o Pago6.
All’incirca verso il 400 la campagna cremonese era suddivisa in più
Paghi chiamati poi distretti. Il più importante comune (o vicus)
all’interno di un Pago era il capoluogo del distretto.
IX e X secolo
Le notizie relative a questi secoli sono scarse e frammentarie.
Durante l’epoca carolingia le terre vennero suddivise in contee
governate da un conte o da un vescovoconte; anche il territorio di
Gadesco subì questa divisione. Inoltre in una pergamena dell’842
viene citata una nobile famiglia, la gens. Gadaisca, famosa per
capitani e valenti giureconsulti. Un membro di questa famiglia fu un
certo Raffaele, professore all’Università di Pisa, che venne ricordato
molti secoli dopo (nel 1521) da un poeta che, per ricordarne la morte,
scrisse:
“ Funde tuo lacrymas orbata, Cremona, Gadisco”7
Che tradotto in italiano diventa:
“Riversa le tue lacrime dopo la perdita, Cremona, Gadesco”
Secondo alcuni la denominazione del villaggio di Gadesco deriva
proprio dal nome di questa famiglia. Altri invece ritengono che il
nome Gadesco significherebbe “terra dei vasi” quindi è probabile che
6
Dalla parola Pago deriva la parola PAGANI, cioè abitanti delle campagne che
adoravano le forze della natura, quindi si opposero strenuamente alla diffusione del
Cristianesimo nelle zone da loro abitate. In seguito il termine pagano venne usato
per indicare tutti i non cristiani.
7
Robolotti Francesco, op.cit., pag. 543.
18
20
in tempi antichi nella zona fossero presenti delle fornaci per la
cottura dei laterizi. Qualunque sia l’origine del nome del paese,
sicuramente il villaggio di Gadesco esisteva già nel nono secolo, così
come il paese di Ardole San Marino.
Per quanto riguarda gli altri comuni non ci sono informazioni
rilevanti tranne che per Pieve Delmona, del quale tuttavia sono
presenti solo notizie che purtroppo non riportano eventi storici ma si
limitano a fornire una spiegazione sull’origine del nome composto
appunto da due termini: Pieve e Delmona. Per questo motivo, per il
momento, abbandoniamo la storia e concentriamoci invece su queste
due parole cercando di approfondirne il significato e l’origine.
  
La Delmona, canale da cui il paese prende il nome, è un colatore
formato dagli scoli di rogge uscenti del Naviglio Civico e dalle acque
fluviali dei territori di Cignone, Olmeneta e Casalsigone; attraversa
la strada per Robecco, tocca Castelnuovo Gherardi, scende verso
Villasco, San Pietro in Delmona ed infine raggiunge appunto Pieve
Delmona8.
Si riportano alcune notizie che ci forniscono informazioni sul piccolo
fiume Delmona e sul territorio circostante tale corso d’acqua.
“ Ne’ remoti tempi la Delmona appellavasi9 Delma fiume navigabile.
Ciò confermasi10 da quando il chiarissimo Aporti su questo
8
Per vedere l’esatta collocazione dei luoghi citati si rimanda il lettore alla
consultazione di altre fonti dato che in questo testo non è presente una cartina
geografica della zona descritta
9
Si chiamava
10
Confermato
19
21
proposito espone: la chiesa di San Lorenzo in Genivolta fu dotata di
molti beni e diritti dai predecessori di Lodovico II imperatore … Un
diploma segnato in Mantova sotto il dì 20 Febbraio 852 conferma
alla chiesa di Genivolta i beni che dapprima godeva. Consistevano
questi nella proprietà degli acquedotti sia pei mulini, come per le
barche che andavano in Oglio o nella Delmona e sui mercati tanto di
collina quanto di pianura. Conosci da ciò la condizione geologica
del paese in quegli antichi tempi, che aveva nel Delmona un fiume e
nelle sue alture dei colli diminuiti gradatamente dalla pioggia.”
Da questa testimonianza si capisce che la zona era ricca di acqua e
che erano presenti piccole colline attorno al fiume Delmona. A
conferma di ciò c’è il nome del paese di Montanara che forse è
dovuto al fatto che in passato si trovasse in una zona sopraelevata
che oggi però è diventata pianeggiante a causa della continua
erosione da parte degli agenti atmosferici.
L’abbondanza di corsi d’acqua non sempre aveva conseguenze
favorevoli per la popolazione, infatti rendeva la zona malsana e
creava spesso inondazioni e paludi, come indicano i nomi dei paesi
di Bagnarolo e Piscarolo ( l’attuale Pescarolo ).
Per parecchi secoli i corsi d’acqua della zona non subirono interventi
da parte dell’uomo. Solo nel 1300 i cremonesi costruirono il colatore
Tagliata che si aggiunse ai sei già presenti (il Serio morto, il Riglio,
il Morbasco, la Delma, l’Aspice, il Laghetto) per poter deviare le
acque stagnanti che provocavano infezioni e impedivano la regolare
coltivazione dei campi.
Successivamente la Tagliata prese il nome di Delmona
confondendosi con l’originaria Delma.
20
22
  
L’origine del termine Pieve risale al XI – XII secolo ma la sua storia
comincia ben prima, con la caduta dei romani.
Con la fine dell’Impero Romano si disgregarono anche i valori
sociali che lo caratterizzavano, quindi ci fu la necessità di creare
nuovi luoghi o punti di riferimento per chi desiderava praticare il
Cristianesimo. Così nel capoluogo di ogni Pago (o distretto) nacque
l’ecclesia Possessionis, cioè la chiesa della campagna
(ecclesia = chiesa, possessionis = campagna). In queste chiese viveva
il prete che si chiamava presbyter Possessionis. Dato che i Paghi
potevano comprendere anche otto, dieci o più villaggi, queste
parrocchie di campagna erano vastissime; solo dopo l’anno mille
vennero create parrocchie filiali più piccole. Queste parrocchie filiali
erano antiche cappelle costruite in luoghi comodi per vecchi, donne e
bambini che non potevano recarsi alla lontana chiesa principale. In
altri casi erano chiesette fatte costruire dai nobili romani vicino alle
loro ville di campagna per avere un luogo vicino a casa in cui
praticare la loro religione.
Solo a partire dal XI – XII secolo i preti delle piccole parrocchie
ottennero dai vescovi le facoltà parrocchiali (tranne la rinnovazione
del Sacro Fonte e molto spesso la possibilità di amministrare il
battesimo). Così il parroco prese il nome di Rettore, mentre l’antica
parrocchia principale venne detta Pieve e il suo parroco fu chiamato
pievano.
La Pieve aveva la possibilità di benedire l’acqua per il Battesimo e
l’olio santo, perciò qui arrivavano bambini da tutto il distretto per
ricevere il Battesimo che si svolgeva solo due volte l’anno, nel
sabato santo e nel sabato precedente la Pentecoste. Solo nel XI
21
23
secolo si introdusse l’abitudine di battezzare in qualunque giorno.
Nella pieve si poteva cantare la Messa Solenne, nelle chiese filiali no
fino a quando non si otteneva il permesso del pievano. Nel sabato
santo i rettori o i parroci delle parrocchie filiali si recavano alla pieve
per ottenere l’acqua benedetta e l’olio santo.
Anche se la pieve di Pieve Delmona fu costruita solo all’inizio del XI
secolo, aveva tutte le caratteristiche delle antiche pievi. Inoltre,
inizialmente si chiamava “San Pietro in Delmona”.
SECOLI X, XI, XII
(Fine della dinastia carolingia; Nascita della rocca di Pieve Delmona;
Ardole San Marino e i monaci di Nonantola)
Il secolo X è testimone di un grande evento storico: la fine della
dinastia Sassone con Ottone III. Poco prima, con Carlo il Grosso, era
terminata quella Carolingia. Con la scomparsa degli ultimi
discendenti di queste grandi famiglie, in Europa e in Italia si creò una
situazione a dir poco caotica. Le grandi famiglie di feudatari
iniziarono a scontrarsi tra loro e con il papato.
La provincia di Cremona11 fu saccheggiata degli Ungari che
bruciarono tutto ciò che incontrarono sul loro cammino. La loro
ferocia fu così grande che gli abitanti decisero di fortificare alcune
zone strategiche per evitare la distruzione dei paesi ad ogni
invasione. Pieve Delmona, in questo periodo, era un “castrum” cioè
un luogo chiuso e fortificato come dimostra il documento n° 41 dei
Monumenta historiae patrie vol. 1 pag. 58:
“ Carta iudicati et ordinacionis, qua Ato et Adrevertus germani
Tenzio nepos eorum Aldo, natione et lege lang., statuunt ut duo
11
Brezzi Paolo “Società feudale e vita cittadina”. 1972, ed. Nova Civitas.
24
22
preciae terrae (iug. 6) in casa de Salvatius prope castrum Delmonam
et in Surgeriolo, post decessum posterorum suarum usque ad
completam septiman generationam, deveniant in potestatem
canonicae cremonensis”
Il testamento di questi due fratelli che decidono di lasciare i loro sei
iugeri12 di terra situati vicino al castrum Delmona e a Soregaloro, è
datato 12111022 sotto il regno dell’imperatore Enrico, lontano
cugino di Ottone III.
Questo documento testimonia appunto la volontà di fortificare il
borgo di Pieve Delmona per difenderlo dagli attacchi dei nemici
interni ed esterni, questi ultimi giunti in Italia a causa della quasi
anarchia che regnava nel nostro paese in quel periodo.
Un’ulteriore testimonianza a questo proposito è contenuta a pagina
53 di un altro documento dei Monumenta historiae, il numero 24
(scritto da Astegiano) datato 1017, nel quale viene citato oltre al
castrum anche un “lacus” che probabilmente era uno stagno.
Addirittura si pensa che il paese di Pieve Delmona sia stato costruito
verso il 9° secolo proprio per ospitare gli operai addetti a prosciugare
tale lago al fine di rendere fertili i terreni limitrofi altrimenti malsani.
12
Lo  (dal latino iugerum) era un'unità di superficie agraria utilizzata dai
Romani. Lo iugero equivaleva all’area di terreno che era possibile arare in una
giornata di lavoro con una coppia di buoi aggiogati (di qui l’etimologia "iugum",
cioè "giogo"). Lo iugero corrispondeva a circa un quarto di ettaro, più precisamente
a 2.519,9 m².
23
25
Il paese di Ardole San Marino13 godeva nel X secolo di una certa
tranquillità. Il suo territorio, in modo particolare la cascina Bolgaro
(oggi Bulgaro), era infatti un possedimento dei monaci di Nonantola,
i quali, dal celebre monastero posto a dieci chilometri da Modena14 si
installarono in tutta la Valpadana soprattutto in Lombardia favoriti
dalla politica dei re longobardi. Anche Pieve Delmona era possesso
dei monaci benedettini, mentre l’abitato di Gagidisso (Gadesco) era
dapprima longobardo e poi divenne un feudo dei vescovi di
Cremona.
Quando ai benedettini furono tolti i loro possedimenti, il paese di
Ardole rimase nell’anonimato per diversi secoli. Le citazioni che lo
riguardano, in questo periodo, sono per lo più atti notarili come
quello del 1145 nel quale si citano due fratelli, Pietro e Benedetto,
abitanti “in loco Ardole”. Sicuramente più interessanti sono invece
due documenti che trattano di una controversia per l’attribuzione di
tre pertiche di terreno situate vicino alla chiesa di Ardole. La disputa
è databile all’anno 1195.
15
“Guifredum F.Q. teudaldi Gatarusae guarentat Sycardo episcopo,
quod quator iveera ad Ardolem,sunt allodium episcopi Cremonensis
quae pater etavus suus tenuerunt per fedum. 1195, 30 Maggio.
“ Goffredo garantisce al vescovo Sicardo che quattro iugeri di terra
vicino ad Ardole, che erano stati feudi del padre e dei suoi avi, sono
proprietà del vescovo cremonese.”
13
Cfr. Ricerca di Bolda Franco e Bodini Stefano conservata presso la Biblioteca
Cfr. Gregorio Penco “Storia del monachesimo in Italia”
15
Cfr. “Monumenta Historiae Patria”, volume I pag. 115 n. 133
14
26
24
16
“ Sententia lata ad Albertono Babo potestate per iusticium
16
“ Sententia
ad Albertono
potestate pertreiusticium
Cremonae
qua lata
condemnat
BatinumBabo
ad restitutionem
pertic.
Cremonae
qua condemnat
Batinumquaee
ad restitutionem
pertic.
Terrae
in Ardole
iusta ecclesiam,
dicebanturessetreallodium
Terrae inCremonae.”
Ardole iusta ecclesiam, quaee dicebanturesse allodium
episcopii
episcopii Cremonae.”
Una sentenza emanata da Alberano Babo amministrante le giustizia
Una
sentenza
emanataBatino
da Alberano
Babo amministrante
le giustizia
in cremona
condanna
alla restituzione
di tre pertiche
di terra
in cremona
condanna
Batino
alla
restituzione
di
tre
pertiche
di terra
Ardole vicino alla chiesa, che si diceva fossero di proprietà
del
in Ardoledi vicino
alla chiesa, che si diceva fossero di proprietà del
vescovo
Cremona.
vescovo di Cremona.
Anche se a prima vista queste vicende possono sembrare di scarsa
Anche
se a prima
vistanon
queste
vicende
sembrare
scarsa
importanza,
in realtà
è così,
infattipossono
il possesso
di unditerreno
importanza,
realtà non
così, infatti
il possesso
di unInterreno
all’epoca erainsinonimo
di èpotere,
non solo
di ricchezza.
modo
all’epoca
era
sinonimo
di
potere,
non
solo
di
ricchezza.
In per
modo
particolare è evidente l’interesse del vescovo di Cremona
il
particolare
è
evidente
l’interesse
del
vescovo
di
Cremona
per
il
territorio di San Marino, che rimarrà appunto per secoli un feudo dei
territorio
di San
Marino, che rimarrà appunto per secoli un feudo dei
vescovi della
città.
vescovi della città.
Tutto il territorio del comune di Gadesco Pieve Delmona era diviso
Tutto
il territoriodidelterreno
comune
di Gadescoa diverse
Pieve Delmona
diviso
in appezzamenti
appartenenti
famiglie era
gentilizie
in
di terreno
appartenenti
a diverseprerogative
famiglie gentilizie
cheappezzamenti
vi esercitarono
per lungo
tempo benefiche
feudali.
che
vi
esercitarono
per
lungo
tempo
benefiche
prerogative
feudali.
Esse furono i Mari e i Quinzani i cui nomi sono rimasti a due frazioni
Esse
furono
i
Mari
e
i
Quinzani
i
cui
nomi
sono
rimasti
a
due
frazioni
del comune: Ca’ de’ Mari e Ca’ de’ Quinzani.
del comune: Ca’ de’ Mari e Ca’ de’ Quinzani.
SECOLI XIV, XV E XVI
SECOLI XIV, XV E XVI
Per quanto riguarda il XIV secolo non ci sono vicende rilevanti che
Per
quanto il
riguarda
XIV
secolo Pieve
non ciDelmona
sono vicende
riguardano
comuneil di
Gadesco
infattirilevanti
secondoche
lo
riguardano
il
comune
di
Gadesco
Pieve
Delmona
infatti
secondo
lo
storico Campi nel 1350 si verificò un’invasione di cavallette che
storico
Campi
nel
1350
si
verificò
un’invasione
di
cavallette
che
distrusse buona parte dei raccolti, i quali furono poi ulteriormente
distrusse buona parte dei raccolti, i quali furono poi ulteriormente
16
16
Cfr. “Monumenta Historiae Patria”, volume I pag. 191 n. 565 e pag. 192 n. 573
Cfr. “Monumenta Historiae Patria”, volume I pag. 191 n. 565 e pag. 192 n. 573
25
25
27
compromessi
compromessi da
da violente
violente piogge
piogge primaverili.
primaverili. La
La conseguenza
conseguenza di
di ciò
ciò
compromessi
da violente
piogge
primaverili.
La conseguenza
di ciò
fu
la
carestia
che
portò
con
se
(come
spesso
accade)
la
peste.
fu la carestia che portò con se (come spesso accade) la peste.
fu la carestia
che portò conleselotte
(come spesso
accade) la peste.
Nel
Nel secolo
secolo XV
XV iniziarono
iniziarono le lotte tra
tra vari
vari signori
signori della
della Lombardia
Lombardia tra
tra
Nel
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iniziarono
le
lotte
tra
vari
signori
della
Lombardia
tra
ii quali
ricordiamo
Pandolfo
Malatesta
e
Cabrino
Fondulo.
quali ricordiamo Pandolfo Malatesta e Cabrino Fondulo.
iQuest’ultimo,
quali ricordiamo
Pandolfo
Malatesta
e
Cabrino
Fondulo.
Quest’ultimo, signore
signore di
di Cremona,
Cremona, in
in particolare
particolare èè protagonista
protagonista di
di
Quest’ultimo,
signore
di
Cremona,
in
particolare
è
protagonista di
due
due momenti
momenti molto
molto importanti
importanti per
per la
la zona
zona di
di Gadesco
Gadesco Pieve
Pieve
due
momenti molto importanti per la zona di Gadesco Pieve
Delmona.
Delmona.
Delmona.
Il primo
primo riguarda
riguarda la
la cacciata
cacciata della
della famiglia
famiglia dei
dei Cavalcabò
Cavalcabò dalla
dalla rocca
rocca
Il
Il
primo
riguarda lanelcacciata
della famiglia dei Cavalcabò dalla rocca
di
Pieve
Delmona
1406.
di Pieve Delmona nel 1406.
di Pieve Delmona nel 1406.
Ricordiamo
Ricordiamo che
che aa Pieve
Pieve Delmona
Delmona esisteva
esisteva una
una rocca
rocca molto
molto
Ricordiamo
che a Pieve
Delmona nel
esisteva
una
rocca
molto
ben
difesa
situata
probabilmente
luogo
che
oggi
ben difesa situata probabilmente nel luogo che oggi èè la
la
ben
difesa situataa probabilmente
nel luogo che oggiesatta
è la
Cascina
Cascina Castello
Castello a sinistra
sinistra della
della chiesa.
chiesa. L’ubicazione
L’ubicazione esatta
Cascina
Castello a sinistra della
chiesa.ilL’ubicazione
esatta
di
di tale
tale fortificazione
fortificazione non
non èè nota
nota ma
ma il nome
nome dell’attuale
dell’attuale
di
tale
fortificazione
non
è
nota
ma
il
nome
dell’attuale
cascina
cascina può
può essere
essere un
un indizio.
indizio. Infatti
Infatti il
il fossato
fossato che
che correva
correva
cascina
può
essere
un
indizio.
Infatti
il
fossato
che
correva
lungo
lungo la
la strada,
strada, prima
prima di
di essere
essere coperto
coperto ai
ai nostri
nostri giorni,
giorni, ha
ha
lungo
la strada,
prima
di perimetrale
essere coperto
ai
nostri giorni,
ha
tutto
l’aspetto
del
fossato
che
solitamente
veniva
tutto l’aspetto del fossato perimetrale che solitamente veniva
tutto
delcastelli.
fossato perimetrale che solitamente veniva
creatol’aspetto
attorno ai
ai
creato
attorno
castelli.
creato attorno ai castelli.
Il secondo
secondo episodio
episodio èè del
del 1417.
1417.
Il
Il secondo episodio è del 1417.
Nel 1416
1416 iniziarono
iniziarono ii preparativi
preparativi di
di una
una guerra
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che avrebbe
avrebbe
Nel
Nel
1416
iniziarono
i preparativi
di una
guerra contrapporsi
che avrebbe
visto
Filippo
Maria
Visconti,
signore
di
Milano,
visto Filippo Maria Visconti, signore di Milano, contrapporsi
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Filippo
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signore sapeva
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Cabrino
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Filippo Visconti
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Malatesta. Quest’ultimo
Quest’ultimo era
era stato
stato scelto
scelto
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con
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Malatesta.
Quest’ultimo
era
stato
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come capitano
capitano della
della Repubblica
Repubblica di
di Venezia
Venezia ee inviato
inviato in
in
come
come
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della
Repubblica
di
Venezia
e
inviato
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Romagna per
per fronteggiare
fronteggiare gli
gli attacchi
attacchi portati
portati alla
alla famiglia
famiglia
Romagna
Romagna appunto.
per fronteggiare
gli motivo
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portatiVisconti
alla famiglia
Malatesta
Per questo
questo
attese
Malatesta
appunto. Per
motivo Filippo
Visconti attese
Malatesta
appunto.
Per
questo
motivo
Filippo
Visconti
attese
la
partenza
di
Malatesta
e
sferrò
il
suo
attacco.
Temendo
di
la partenza di Malatesta e sferrò il suo attacco. Temendo di
la partenza di Malatesta e sferrò il suo attacco. Temendo di
26
26
26
28
dover affrontare sia Fondulo che Malatesta, inizialmente
finse di avere altri obiettivi mandando il Carmagnola ad
assediare Piacenza, poi ordinò segretamente ad una parte
delle truppe di sconfinare il territorio cremonese. Fondulo
non poteva da solo tener testa ai nemici così chiese aiuto a
Biancarello, luogotenente di Pandolfo Malatesta che
presidiava il castello di Quinzano. Biancarello giunse in
fretta (la sua fedeltà venne ricompensata e Fondulo lo mise a
capo di un’ala del suo esercito) e il 1° Agosto 1417 attaccò la
rocca di Pieve Delmona presidiata da Carmagnola e Filippo
Visconti. Nel giro di poche ore17 la rocca fu espugnata e
duecento cavalieri, cinquanta fanti e circa cento disertori
furono fatti prigionieri e mandati in catene nel castello di
Cremona.
Il secolo successivo è caratterizzato dagli scontri tra la repubblica di
Venezia e la Lega dei Cambrai formata da Spagna, Francia,
Massimiliano di Germania e tutti i signori italiani nemici di Venezia.
Dato che Cremona è situata in zona di confine, i principali fatti che
riguardano la città e i territori limitrofi (quindi anche Gadesco Pieve
Delmona) sono di carattere bellico. Da ricordare il forte antagonismo
tra cremonesi e bresciani che non perdevano occasione per attaccarsi
a vicenda probabilmente per il possesso della sponda destra del
fiume Oglio.
17
Secondo lo storico Cavitelli riportato da Angelo Grandi
27
29
SECOLI XVII E XVIII
SECOLI XVII E XVIII
Purtroppo le notizie relative a questi secoli sono scarse e
Purtroppo
le per
notizie
a questi
secoli
scarsepere
frammentarie
cui nonrelative
è possibile
delineare
un filosono
conduttore
frammentarie
per
cui
non
è
possibile
delineare
un
filo
conduttore
per
descrivere gli avvenimenti in modo accurato. Si sa solo che il 1600
descrivere
in modo
accurato.
Si sanegli
solo anni
che il1628
1600e
fu un secologlidiavvenimenti
carestia e peste.
La carestia
scoppio
fu
un mietendo
secolo di carestia
e peste.
La carestiadiscoppio
anni 1628 e
1629
un numero
considerevole
vittime.negli
La conseguenza
1629
mietendo
un
numero
considerevole
di
vittime.
La
conseguenza
diretta di tale carestia fu una gravissima epidemia di peste e alla fine,
diretta
carestia Cantù,
fu una gravissima
epidemia
di peste e16000.
alla fine,
secondodi tale
lo storico
i morti furono
addirittura
È
secondo
lo
storico
Cantù,
i
morti
furono
addirittura
16000.
È
probabile che il numero effettivo dei morti fosse inferiore, tuttavia
probabile
che
il
numero
effettivo
dei
morti
fosse
inferiore,
tuttavia
permette di capire la gravità della situazione. Per avere un’idea di
permette
di capire
la gravitàdurante
della situazione.
Per avere
un’idea
di
quali fossero
le condizioni
la peste basta
leggere
l’opera
quali
fossero
le
condizioni
durante
la
peste
basta
leggere
l’opera
“ I promessi sposi” di Alessandro Manzoni ambientata a Milano
“proprio
I promessi
sposi”
di Alessandro
Manzoni
ambientata
a Milano
durante
la pestilenza
del 1600.
A peggiorare
la situazione
proprio
duranteladri
la pestilenza
del che
1600.
A peggiorare
la situazione
contribuirono
e malfattori
depredavano
la povera
gente
contribuirono
ladri
e
malfattori
che
depredavano
la
povera
gente
incapace di difendersi perché debole e affamata. Le vittime di questi
incapace
di difendersi
perché
debolenemmeno
e affamata.
Le vittime
questi
delinquenti,
inoltre, non
potevano
rivolgersi
ai di
tribunali
delinquenti,
inoltre,perché
non potevano
rivolgersi
ai tribunali
per
avere giustizia
erano tuttinemmeno
chiusi a causa
della peste.
per
avere
giustizia
perché
erano
tutti
chiusi
a
causa
della
peste.
Per quanto riguarda il territorio del comune di Gadesco Pieve
Per
quanto
territorio
del di
comune
di Gadesco
Pieve
Delmona
si sariguarda
che nel il1657
il villaggio
Pieve Delmona
fu dato
in
Delmona
si
sa
che
nel
1657
il
villaggio
di
Pieve
Delmona
fu
dato
in
feudo al nobile Daniele Ala e rimase sotto la sua giurisdizione per
feudo
al
nobile
Daniele
Ala
e
rimase
sotto
la
sua
giurisdizione
per
molti anni. Invece nel 1671 Ardole cessò di essere rettorato e
molti
Invece nel 1671 Ardole cessò di essere rettorato e
divenneanni.
una parrocchia.
divenne
una
parrocchia.
La mancanza di informazioni è dovuta anche al fatto che l’archivio
La
mancanzadell’ex
di informazioni
anche al
fatto che èl’archivio
comunale
municipioè dovuta
di Pieve
Delmona
andato
comunale
dell’ex
municipio
di
Pieve
Delmona
è
completamente distrutto in un incendio durante la seconda andato
guerra
completamente
distrutto
in un incendio
durante
la seconda
mondiale e quello
di Gadesco
è in parte
incompleto.
Per guerra
questi
mondiale
e
quello
di
Gadesco
è
in
parte
incompleto.
Per
questi
motivi le uniche notizie giunte fino a noi provengono dagli archivi
motivi
le uniche oppure,
notizie giunte
a noi provengono
archivi
delle parrocchie
se sonofino
di carattere
generale edagli
riguardano
delle parrocchie oppure, se sono di carattere generale e riguardano
28
28
30
l’intera provincia, dalle fonti stenografiche cremonesi. Proprio da
queste ultime sappiamo che nel XVIII secolo ci fu una grande moria
di bestiame che mise in ginocchio il territorio, prevalentemente
agricolo. La zona del cremonese era anche colpita dalle continue
lotte tra francesi e austriaci che seminavano ovunque morte e
distruzione. Solo dopo la metà del 1700 ci fu una ripresa testimoniata
anche dai lavori di ripristino delle chiese in tutto il territorio del
comune (a questo proposito si rinvia al paragrafo relativo all’arte e ai
santi patroni).
SECOLI XIX E XX
A differenza di quanto visto per i due secoli precedenti, per il 1800 ci
sono molte più informazioni disponibili perché si trovano
direttamente nell’archivio comunale. All’inizio del XIX secolo
Cremona è controllata dai francesi, poi dopo il congresso di Vienna,
iniziarono i moti per la libertà sino alla prima guerra di indipendenza
contro l’Austria nel 1848. A questo proposito riportiamo un episodio
curioso citato dallo storico Grandi:
“ tra Ardole S. Marino e Ca’ de’ Mari il giorno 30 Luglio 1848,
verso le ore 9 antimeridiane, le truppe Sarde fuggitive dai campi di
Verona e Peschiera volendo far resistenza agli austriaci, che a gran
marcia li inseguivano, scaricarono alcuni colpi di cannone, ed una
palla traforando il muro occidentale dell’albergo di questo casale,
passò in cantina, ove trovavasi l’albergatore, il quale, benché libero
da percossa della scagliata munizione, fu si orribilmente investito di
terrore, che, infermatosi, perdette circa dopo un mese la vita. In
codesto conflitto alcuni militi in sulla via rimasero feriti”.
29
31
Questa testimonianza riporta ancora una volta al dramma della
guerra. Tuttavia, fortunatamente, la storia di questo comune è
caratterizzata anche da altro, come ad esempio atti di notevole
generosità di alcuni cittadini facoltosi nei confronti dei più poveri. A
questo proposito si riportano in ordine cronologico alcuni episodi
rilevanti.
Nel testamento del parroco di Gadesco, datato 7 Marzo 1849, si
legge:
“Sotto l’imperatore Francesco Giuseppe I io reverendo Don Taddeo
Orini parroco preposto della Chiesa parrocchiale di Gadesco lascio
a favore dei poveri del circondario parrocchiale il frutto annuo della
somma di L 18000 milanesi da pagarsi a cura del parroco locale
colla assistenza della Fabbriceria18 tanto con denari che con
farina”.
Questo interessamento verso i poveri portò alla fondazione di
un’istituzione, il Legato Orini che continuerà anche nel secolo
successivo godendo per molto tempo di una certa autonomia, nel
senso che i fondi furono gestiti direttamente dai componenti della
Fabbriceria. L’amministrazione di tale legato diede luogo ad un
contrasto tra coloro che gestivano i fondi, secondo la volontà del
parroco Orini, e la prefettura che voleva unire il Legato alla
Congregazione di Carità, un’associazione nata il 3 Agosto 1862 per
aiutare i più bisognosi. La “disputa” terminò il 22 Dicembre 1912
quando l’opera Pia Orini cessò di esistere e venne assorbita dalla
Congregazione di Carità.
18
Fabbriceria : ente ecclesiastico composto da laici ed ecclesiastici che ha il compito
di amministrare quella parte del patrimonio di una chiesa destinato alla
manutenzione dell’edificio e alle spese di culto
30
32
Nel 1896 si può citare il lascito di L 4000 ad opera di Carlo
Lanfranchi (di cui si riporta quanto scritto in una lapide
Nel 1896 si può citare il lascito di L 4000 ad opera di Carlo
commemorativa)
dellaquanto
Congregazione
Lanfranchi
(di cuia favore
si riporta
scritto in diunaCarità.
lapide Nel
testamento di Lanfranchi
leggeCongregazione
che il denarodivaCarità.
utilizzato
commemorativa)
a favore sidella
Nel per
aiutare
lavoratori
che
per
un
certo
tempo
si
trovino
in
condizioni
testamento di Lanfranchi si legge che il denaro va utilizzato per di
necessità
a causa che
di eventi
un terzo
aiutare
lavoratori
per unstraordinari
certo tempoosimalattia,
trovino invece
in condizioni
di del
denaro dovrà
essere
impiegato
a favore
dei bambini
abbandonati.
necessità
a causa
di eventi
straordinari
o malattia,
invece
un terzo del
denaro dovrà essere impiegato
a favoreLA
deiMEMORIA
bambini abbandonati.
A ETERNARE
A ETERNARE LA MEMORIA
DELL’ATTO MUNIFICENTE
DELL’ATTO MUNIFICENTE
CON CUI
CON CUI
NELL’ANNO MILLE OTTOCENTO NOVANTASEI
NELL’ANNO MILLE OTTOCENTO NOVANTASEI
LEGAVA ALLA CONGREGAZIONE DI CARITA’ DI GADESCO
LEGAVA ALLA CONGREGAZIONE DI CARITA’ DI GADESCO
LA COSPICUA SOMMA DI LIRE QUATTROMILA
LA COSPICUA SOMMA DI LIRE QUATTROMILA

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LA RAPPRESENTANZA DEL PIO LUOGO
LA RAPPRESENTANZA DEL PIO LUOGO
DELIBERAVA QUESTO RICORDO
DELIBERAVA QUESTO RICORDO
ALLA RICONOSCENZA DEI POVERI BENEFICATI
ALLA RICONOSCENZA DEI POVERI BENEFICATI
CHE ADDITA
CHE ADDITA
IL CARO NOME
IL CARO NOME
AI BENEFATTORI
AI BENEFATTORI
IL NOBILISSIMO ESEMPIO
IL NOBILISSIMO ESEMPIO
31
31
33
Si ricorda anche il lascito di L 1000 ad opera del commendator Remo
Lanfranchi in memoria del figlio Carlo ( nipote del precedente )
Si
ricorda
anche
il lascito
L 1000prima
ad opera
delmondiale.
commendator Remo
caduto
il 23
Maggio
1917 di
durante
guerra
Lanfranchi in memoria del figlio Carlo ( nipote del precedente )
caduto
il 23due
Maggio
durante
prima
mondiale.
Infine altri
lasciti1917
di minore
entità
maguerra
ugualmente
importanti.
Infine
altri due1910:
lascitiildi
minore
entità ma
ugualmente
24 Novembre
conte
Albertoni
Muzio
lascia la importanti.
somma di
L 2000 all’asilo di San Pietro.
24 Novembre 1910: il conte Albertoni Muzio lascia la somma di
L
all’asilo
di Chiodelli
San Pietro.
292000
Gennaio
1920:
Luigi dona alla Congregazione di Carità
L 500.
29 Gennaio 1920: Chiodelli Luigi dona alla Congregazione di Carità
L
Si500.
riportano di seguito alcune informazioni relative alla nascita e alla
storia della Congregazione di Carità (tra le quali ritroviamo alcuni
Si
riportano
di seguito alcune informazioni relative alla nascita e alla
episodi
già citati).
storia della Congregazione di Carità (tra le quali ritroviamo alcuni
episodi già citati).


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


Con la legge n. 753 del 3 agosto
del 1862 sull’amministrazione delle
opere pie, venne istituita in ogni comune del Regno d’Italia una
Con
la legge n. di
753
del 3con
agosto
del 1862
sull’amministrazione
Congregazione
carità
lo scopo
di curare
l’amministrazionedelle
dei
operedestinati
pie, venne
istituita indiogni
comune
delbenefici
Regno per
d’Italia
una
beni
all’erogazione
sussidi
e di altri
i poveri.
Congregazione
di carità
con lo
lo scopo
curare
l’amministrazione
dei
Tale congregazione
aveva
scopo didi:
curare
gli interessi degli
beni
destinati
all’erogazione
di sussidi e dilegale
altri benefici
i poveri.
indigenti
e assumerne
la rappresentanza
davantiper
all’autorità
Tale
congregazione
aveva lo amministrare
scopo di: curare
interessi
degli
amministrativa
e giudiziaria;
i benigliche
le venivano
indigenti
e
assumerne
la
rappresentanza
legale
davanti
all’autorità
assegnati per elargirne le rendite; assistere e curare gli orfani e i
amministrativa
e giudiziaria;
beni che le venivano
minorenni abbandonati,
i ciechiamministrare
e i sordomutiipoveri.
assegnati per elargirne le rendite; assistere e curare gli orfani e i
minorenni abbandonati, i ciechi e i sordomuti poveri.
32
34
32
Le
la
prime
Le prime
testimonianze
Le prime
testimonianze
testimonianze
riguardanti
Congre
riguardanti
riguardanti
la Congregazione
la Congregazione
la Congregazione
di carità
di carità
del
di carità
del del
Le prime testimonianze riguardanti la Congregazione di carità del
o
Comune
Comune
dial
Comune
Pieve
di Pieve
Delmona
di Pieve
Delmona
risalgono
Delmona
risalgono
1881.
al
risalgono
1881.
al 1881.
Sialtrattava
1881.
Si trattava
Si
di trattava
undiente
undiente
un ente
Comune di Pieve Delmona risalgono al 1881. Si trattava di un ente
gite
morale
morale
sostenuto
morale
sostenuto
da
sostenuto
donazioni
da donazioni
da donazioni
elargite
sia
elargite
siaelargite
dasiaenti
dasia
pubblici
enti
da pubblici
entiche
pubblici
da
che
da
da
che da
morale sostenuto da donazioni elargite sia da enti pubblici che da
ti
privatiprivati
e privati
da e lasciti
daAlberto
e lasciti
da
come
lasciti
come
i legati
come
i legati
Albertoni
i legati
Albertoni
Albertoni
e Chiodelli.
e Chiodelli.
e Chiodelli.
Con Con Con
privati e da lasciti come i legati Albertoni e Chiodelli. Con
1910
testamento
testamento
testamento
olografo
olografo
datato
olografo
datato
24/11/1910
datato
24/11/1910
24/11/1910
il il
conte
il conte
Albertoni
il conte
Albertoni
Albertoni
MuzioMuzio
co
Muzio
testamento olografo datato 24/11/1910 il conte Albertoni Muzio
lla
residente
residente
aresidente
Prato
aa Prato
Muzio
a Prato
congreg
Muzio
donava
Muzio
donava
alla
donava
congregazione
alla congregazione
congregazione
alla congregazione
di carità
di carità
carità
una
di carità
una una
residente
Prato
Muzio
donava
alla
di
una
i somma
somma
di
somma
lire
poveri
di
2000
lire
di
2000
lire
a
favore
2000
a
favore
dei
a
favore
poveri
dei
poveri
dei
del
poveri
Comune.
del
Comune.
del
Con
Comune.
Con
il
Con
il
il
somma di lire 2000 a favore dei poveri del Comune. Con il
testamento
testamento
Chiodelli
testamento
del 29/01/1920
del
del 29/01/1920
inveceinvece
Chiodelli
invece
Chiodelli
Chiodelli
LuigiLuigi
Luigi
lasciava
Luigi
lasciava
una
lasciava
una una
testamento
del 29/01/1920
29/01/1920
invece
Chiodelli
lasciava
una
indigenti
somma
somma
di lire
somma
di
lire
da
500
lire
distribuire
da
500
distribuire
da distribuire
agli indigenti
agli
indigenti
aglibisognosi
indigenti
bisognosi
ebisognosi
miserabili.
miserabili.
e miserabili.
b
somma
di500
liredi
500
da
distribuire
agli indigenti
bisognosi
ee miserabili.
inistrata
La congregazione
La
congregazione
La
congregazione
di
carità
di
carità
era
di
amministrata
carità
era
amministrata
era
amministrata
da
un
da
comitato
un
da
comitato
un
(con
comitato
un
(con
un
(con
da
un
La congregazione di carità era amministrata da un comitato (con un
glio
proprio
proprio
presidente),
proprio
presidente),
presidente),
elettoeletto
dal Consiglio
eletto
dal
Comu
Consiglio
dal Comunale;
Consiglio
Comunale;
Comunale;
disponeva
disponeva
disponeva
ancheanche
ancheanche
proprio
presidente),
eletto
dal
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Comunale;
disponeva
corrispond
di un di
segretario
segretario
un per
segretario
laper
gestione
la
gestione
ladella
gestione
della
corrispondenza
della
corrispondenza
corrispondenza
e di un
di
tesoriere
un
e di
tesoriere
un tesoriere
di un
undi
segretario
per
laper
gestione
della
corrispondenza
ee di
un
tesoriere
olatore
per laper
contabilità.
la
per
contabilità.
la
contabilità.
Lo
strumento
Lo
strumento
Lo
strumento
regolatore
regolatore
regolatore
dell’attività
dell’attività
dell’attività
era
dell
lo
era
statuto
lo
era
statuto
lo statuto
per la contabilità. Lo strumento regolatore dell’attività era lo statuto
868
organico.
organico.
Con
organico.
R.D.
Con
del
Con9/4/1928
R.D.
del
la
deln.9/4/1928
868n.
868
congregazione
n.la
la868
congregazione
lacong
congregazione
di carità
di carità
carità
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di di
organico.
Con R.D.
R.D.
del 9/4/1928
9/4/1928
n.la868
congregazione
di
di
poiché
PievePieve
Delmona
Pieve
Delmona
cessò
Delmona
cessò
di funzionare
cessò
di
di funzionare
poiché
poiché
venne
poiché
venne
aggregata
venne
aggregata
ven
aaggregata
quella
quella
a quella
Pieve
Delmona
cessò
di funzionare
funzionare
poiché
venne
aggregata
aa quella
gregazione
di Gadesco
di
Gadesco
di
dando
Gadesco
dando
origine
dando
origine
alla
origine
Congregazione
alla
Congregazione
alla
Congregazione
di
carità
di
carità
di
di
Gadesco
carità
di
Gadesco
di
Gadesco
di Gadesco dando origine alla Congregazione di carità di Gadesco
PievePieve
Delmona.
Pieve
Delmona.
Delmona.
Pieve
Delmona.

   

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BOARI
BOARI
LUIGI
BOARI
LUIGI
LUIGI
18731877
18731877
1873
18731877
BOARI LUIGI
18731877
PIGOLI
GIACOMO
18771889
PIGOLI
GIACOMO
PIGOLI
GIACOMO
18771889
1877
18771889
PIGOLI GIACOMO
18771889
BELLINGERI
GIOVANNI
18891894
BELLINGERI
BELLINGERI
GIOVANNI
GIOVANNI
18891894
1889
18891894
BELLINGERI
18891894
BELLINGERI
RINALDO
BELLINGERI
BELLINGERI
RINALDO
RINALDO
1895 1895
1895
1895
BELLINGERI
GAZZINA
GIACOMO
1901
GAZZINA
GAZZINA
GIACOMO
GIACOMO
1901
1901
1901
GAZZINA
BELLINGERI
GIOVANNI
BELLINGERI
BELLINGERI
GIOVANNI
GIOVANNI
1905 1905
1905
1905
BELLINGERI
PIGOLI
GIACOMO
19101915
PIGOLI
GIACOMO
PIGOLI
GIACOMO
19101915
1910
19101915
PIGOLI
GIACOMO
19101915
SUPERTI
ENEA
–
SUPERTI
SUPERTI
ENEA
– ENEA
–
1915 1915
1915
1915
SUPERTI
membro
anziano
facente
funzioni
ioni
membro
anziano
membro
facente
anziano
funzioni
facente
funzioni
(maggiodicembre)
(maggiodicembre)
(mag
(maggiodicembre)
(maggiodicembre)
membro
anziano
GUARNERI
GUARNERI
GUARNERI
ROSOLINO
ROSOLINO
ROSOLINO19161920
19161920
1916
19161920
GUARNERI
19161920
SPELTA
FRANCESCO
SPELTA
FRANCESCO 19201922
1920
19201922
SPELTA
FRANCESCO
19201922
SPELTA
FRANCESCO
19201922
LAZZARI
LAZZARI
LUIGI
LUIGI
19231928
1923
19231928
LAZZARI
LUIGI
19231928
LAZZARI
19231928
33 33
33 33
35
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
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La Congregazione di carità del Comune di Gadesco è stata istituita in
virtù dell’art. 26 della legge 3 agosto 1862 sull’amministrazione
delle opere pie secondo la quale in ogni comune del Regno d’Italia
doveva essere istituita una congregazione di carità con lo scopo di
curare l’Amministrazione dei beni destinati a benefici dei poveri. Per
raggiungere questi obiettivi la congregazione di carità si avvaleva
delle rendite del Legato Lanfranchi, fondato con testamento
16/02/1896 del defunto Carlo Lanfranchi. Le finalità del Legato
erano quelle di fornire assistenza all’infanzia abbandonata e a
individui abili al lavoro che per diversi motivi (validi e comprovati)
si trovavano in difficoltà economiche (in questi casi tale assistenza
poteva essere anche temporanea).
In conseguenza dalla legge 17/07/1890, la congregazione di carità di
Gadesco dirigeva e amministrava l’Opera pia Orini fornita di un
34
36
proprio statuto organico e regolata tenendo separati i rispettivi
patrimoni.
L’Opera Pia Orini, fondata con testamento 7/03/1849, aveva lo scopo
di sussistere i poveri (cioè reduci dall’ospedale e vecchi impotenti, se
veramente ammalati e effettivamente bisognosi) della parrocchia di
Gadesco, tramite il parroco protempore assistito dai propri
fabbricieri.
Il diritto di erogare i sussidi dell’opera pia in questione era stato
affidato alla congregazione di carità di Gadesco, che già ne
amministrava il patrimonio con deliberazione della congregazione
stessa del 22/12/1912 n. 3.
L’erogazione di tali sussidi era svolta mantenendo la circoscrizione
territoriale della parrocchia di Gadesco e rispettando l’art. 8 dello
statuto dell’opera pia, il quale prescriveva che i sussidi dovessero
essere distribuiti il meno possibile in denaro. Il parroco protempore
di Gadesco era aggregato alla congregazione di carità ai termini
dell’art. 5 della legge 17 luglio 1890 limitatamente alla gestione
dell’opera pia.
La congregazione di carità di Gadesco si componeva di un presidente
e di 4 membri. Il presidente durava in carica quattro anni mentre gli
altri componenti, nominati per lo stesso periodo di tempo, si
rinnovavano ogni anno e non potevano essere rieletti senza
interruzione più di una volta. Durante i primi tre anni, la scadenza del
loro mandato era dovuta principalmente ad anzianità di nomina ma
anche ad altri fattori. Dopo il terzo anno invece tale scadenza
avveniva a seguito ad elezioni generali. Il divieto di venire rieletto
35
37
più di una
più di
volta
este
unapiù
senza
volta
di interruzione
una
senza
volta
interruzione
senza
si estendeva
interruzione
si estendeva
anche
si estendeva
al
anche
presidente
al presidente
anche al presidente
l
in base
l
inalle
base
disposizioni
alle
in disposizioni
base
a
alle
contenute
disposizioni
contenute
nella circolare
contenute
nella circolare
ministeriale
nella ministeriale
circolare
ci
del ministeriale
6 del 6
del 6
novembre
novembre
1901. novembre
1901.
1901.
t o,
Fra i compiti
Fra i compiti
e i Fra
doveri
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i doveri
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istituto,
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pio istituto,
previsti
del pioprevisti
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p
capo
dal
previsti
IV,
capo
art.IV,
dal
19 art.
capo19IV, r
art. 19
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dello statuto,
dello statuto,
i più
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i statuto,
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i più
riguardavano:
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riguardavano:
l’amministrazione
riguardavano:
l’amministrazione
l’amministrazione
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beni; l’erogazione
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delle rendite
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delle
l
donazioni
e delle
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e
donazioni
ai poveri
del aidelpoveri del
el
comune;
comune;
l’indagine
comune;
l’indagine
sull’esistenza
l’indagine
sull’esistenza
nelsull’esistenza
comune
nel comune
co
di nel
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comune
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denaro
beni)
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(obeni)
in altribeneficenza;
in beni)beneficenza;
in la beneficenza;
promozione
la promozione
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del
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riconoscimento
riconoscimento
legale
riconoscimento
di
legale
lasciti
di legale
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donazioni.
di
o donazioni.
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donazioni.
La congregazione
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di
di
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carità
Comune
del carità
Comune
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del di
Comune
Gadesco
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di rimase
attiva
Gadesco
fino
attiva
rimase
al fino
1927,
attiva
alanno
1927,
fino
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anno
al
cui1927,
in cui
anno in cui
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decreto
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decreto
delregio
09/04/1928
del
decreto
09/04/1928
n.
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09/04/1928
n.l’amministrazione
868, l’amministrazione
n. 868, l’amministrazione
passò passò
passò
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alla Congregazione
alla Congregazione
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Comune
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Comune
Gadesco
PievediDelmona,
Pieve
Gadesco
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Delmona,
Pieve Delmona,
eg
nata dall’aggregazione
nata dall’aggregazione
nata dall’aggregazione
azi
delle congregazioni
delle congregazioni
delle dicongregazioni
Gadesco
di Gadesco
e Pieve
di Gadesco
e Pieve e Pieveo
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Delmona.Delmona.
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18961903
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18961903
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18961903
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GUARNERI
ALESSANDRO
19041905
19041905
19
19041905
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ALESSANDRO
GHISOLFI
RICCARDO
GHISOLFI
RICCARDO
19061911
19
19061911
GHISOLFI
RICCARDO
19061911
ARISI EZECHIELE
ARISI EZECHIELE
19111915
19
19111915
ARISI EZECHIELE
19111915
ANTONIOLI
GIUSEPPE
ANTONIOLI
GIUSEPPE
19161919
19
19161919
ANTONIOLI
GIUSEPPE
19161919
BODINI
BATTISTA
BODINI BATTISTA
19201922
19
19201922
BODINI
BATTISTA
19201922
GHISLERI
ALESSANDRO
GHISLERI
ALESSANDRO
19231924
luglio
19
19231924
luglio
GHISLERI
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19231924
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ANTONIOLI
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GIUSEPPE
ANTONIOLI
GIUSEPPE
GIUSEPPE
19241927
19241927
19
19241927
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COMMISSARIO
COMMISSARIO
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PREFETTIZIO
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DOTT.
MARIO
CASOTTI
DOTT.
MARIO
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GAZZINA
EDOARDO
GAZZINA
EDOARDO
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EDOARDO
GAZZINA
RICCARDO
GAZZINA
RICCARDO
GAZZINA
RICCARDO
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19281929
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al suo termine, più maestosa ed alta della prima…”. Il termine
373737
37
39
“nuovo” si riferisce probabilmente all’ampliamento della chiesa
realizzato circa quindici anni prima su iniziativa del parroco
Ezechiele Tedoldi che aveva retto la parrocchia dal 1815 al 1863.
Nella sagrestia della chiesa è presente tutt’oggi una lapide che
commemora il sacerdote, nella quale si legge: “per le cure di lui in
breve fu ampliato e abbellito”, dove il termine “lui” si riferisce al
tempio, cioè la chiesa. L’ampliamento potrebbe essere legato a due
elementi: il prolungamento della parte anteriore, per realizzare una
seconda cupola (oltre a quella già esistente); i bracci laterali, che di
fatto presentano strutture fuori stile rispetto al resto della cattedrale.
Dato che nell’epigrafe citata i lavori hanno una durata troppo breve
per la prima ipotesi, è logico pensare che l’ampliamento, indicato dal
parroco Tedoldi, sia associato ai bracci e non alla seconda cupola.
L’abbellimento si riferisce invece nel rivestimento in lacunari, con
rosettoni in stucco, che è stato realizzato nell’imbottire degli arconi e
nell’intradosso delle cupole. La realizzazione pittorica delle figure
nei pennacchi, che rappresentano i quattro evangelisti maggiori, è da
attribuire al cremonese Giuseppe Tomè. L’interno della chiesa ha
uno stile neoclassico mentre la facciata esterna presenta un impianto
architettonico meno chiaro a causa della presenza di ornamenti che
iniziano proprio con l’incorniciatura del finestrone centrale. La
chiesa offre anche altri elementi artistici di notevole interesse.
All’interno sono presenti: alcuni altari di buona fattura settecentesca
come quello di San Giuseppe; diverse tele d’autore e pezzi
dell’originario arredamento neoclassico. Tra questi possiamo citare:
alcune serie di candelieri in metallo sbalzato; un gruppo di bracciali
porta ceri da muro in legno intagliato e argentato; buoni esemplari di
reliquari raffigurativi, con mezzi busti di Vescovi in lamina di rame
sbalzato e argentato. Tali reliquari fanno parte di un genere di
arredamento per le occasioni solenni che fu particolarmente in uso
38
40
nell’ottocento; essi avevano al centro del busto il loculo per la teca
delle reliquie. Fra i dipinti sono degni di attenzione: la pala
dell’altare maggiore di Bernardino Dehò, che raffigura la Madonna
con i Santi Gervasio e Protasio; un transito di San Giuseppe opera di
Vincenzo Borroni (1770); un’annunciazione settecentesca di cui non
si conosce l’autore.
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39
41


La chiesa di Pieve Delmona, essendo una pieve, era una delle poche
in cui era possibile amministrare il battesimo. L’edificio attuale sorge
poco lontano dal luogo in cui si trovava l’antica pieve e di cui ora
rimane solo parte del campanile. Oggi la cattedrale moderna è una
chiesa arcipretale dedicata ai santi Pietro e Paolo anche se il patrono
del paese è San Lucio, protettore del bestiame. Presenta all’interno
una navata centrale delimitata da arcate; in fondo, prima della
balaustra, il transetto di destra porta alla “Grotta della Madonnina”.
Si tratta di una perfetta imitazione, in scala ridotta, della grotta di
Lourdes. Al suo interno si trova una statua acquistata proprio a
Lourdes del parrocchiano Adelio Soana recatosi là in pellegrinaggio
a piedi. All’interno inoltre troviamo un altare marmoreo intarsiato
opera di G. Giudici (1769) e un dipinto di V. Bozzoli (1775). La
chiesa è dotata inoltre di un campanile neogotico.
40
42
FOTO CHIESA DI PIEVE DELMONA
41
43


È un bell’esempio di stile settecentesco: ha una sola navata, è alta,
armonica, capace. La facciata è così costituita: due coppie di lesene
ai lati del portale e della finestra soprastante; la parte superiore è
formata da un fastigio con due pinnacoli laterali e croce centrale.
L’interno presenta un’unica navata; l’altare maggiore, realizzato con
marmi policromi di squisita fattura, è perfettamente intonato con le
balaustre eucaristiche anch’esse in marmi policromi. L’ultima
decorazione terminata nel 1939 è opera del pittore rivarolese
Vezzoni il quale ha eseguito sulle pareti del presbiterio due delicati
affreschi che raffigurano gli episodi biblici de “moltiplicazione dei
pani” e “manna nel deserto”. Sulla volta della chiesa sono stati
eseguiti quattro dipinti che rappresentano: l’ordinazione del diacono
San Marino; il martirio di Santa Eurosia; il processo dei Santi Fermo
e Rustico; la pia morte di San Rocco. Nei pennacchi delle volte
laterali Vezzoni ha dipinto alcuni santi molto popolari come
S. Giovanni Bosco e S. Teresina del Bambino. Pregevoli sono anche
le vetrate istoriane realizzate da Giudici. Di notevole valore è l’icona
in legno dorato nella quale è conservata una tela a olio che
rappresenta il martirio di Santa Eurosia, inoltre di indubbio pregio
artistico è il “ Cristo alla colonna” che è venerato in una nicchia di un
altare laterale. In altre due cappelle sono esposte due tele che sono
due lodevoli copie degli affreschi presenti nella chiesa di
S. Margherita a Cremona, esse rappresentano: la presentazione di
Gesù Bambino al tempio e la disputa di Cristo adolescente tra i
dottori. L’ampliamento e la decorazione della chiesa furono
terminate nel 1940, quando l’arcivescovo Monsignor Gazzani venne
per la solenne inaugurazione. Nel 1944 avvenne la consacrazione ad
opera dello stesso Mons. Gazzani.
42
44
FOTO CHIESA DI ARDOLE SAN MARINO
43
45


L’edificio sorge decentrato lungo la Strada Statale n° 10. Risale agli
inizi del XX secolo e presenta elementi architettonici caratteristici di
stili differenti: il gotico nelle bifore, nella torricella pensile e nel
portale; il neorinascimentale nella forma e nei contorni delle finestre;
la tradizione ottocentesca nei muri a bugnato del piano terra.

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44
46


L’edificio, già presente nelle mappe catastali del settecento, si
presenta oggi come una bella cascina a corte chiusa e a pianta
quadrata. L’accesso è situato nel lato Sud ed è sormontato da una
torretta colombaia che richiama i motivi tipici di una struttura
castellata. Una leggenda narra di una via sotterranea che conduceva
segretamente ad una località vicina.
FOTO CASCINA BOLZONE
45
47

Costruita tra il 1863 e il 1924 era sede di un caseificio. Al suo
interno si trovano, oltre alla casa padronale e alle tipiche strutture
rurali (portici, case dei contadini, porcili e pollai) i vani in cui un
tempo avevano le proprie “botteghe” il falegname e il maniscalco.
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46
48


Inserita nel complesso rustico della omonima cascina, della quale
costituisce la residenza padronale, è databile fra la fine del XVII e
l’inizio del XVIII secolo. Presenta una facciata piuttosto lineare
ingentilita da un portico a serliana.
FOTO VILLA BAGNAROLO
47
49
I santi patroni
I santi patroni
Si riporta in questa sezione una breve cronistoria della vita dei santi
Si riporta
in questa
sezione che
unacompongono
breve cronistoria
della vita
dei santi
patroni
delle
varie frazioni
il comune
di Gadesco
patroni
delle varie frazioni che compongono il comune di Gadesco
Pieve Delmona.
Pieve Delmona.



Furono
martiri di epoca incerta, i loro corpi furono scoperti per
Furono ispirazione
martiri di epoca
incerta, i loro nei
corpipressi
furonodella
scoperti
per
divina
da Sant’Ambrogio
basilica
divina ispirazione
da Sant’Ambrogio
nei pressi
basilica
milanese
dei SS. Felice
e Mabore. In seguito
furono della
solennemente
milanesesotto
dei l’altare
SS. Felice
e Mabore.
furono
solennemente
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la basilica
di Sant’Ambrogio
deposti
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è
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di
Sant’Ambrogio
(a lui dedicata nel 379). L’unico aneddoto interessante che li riguarda
dedicatadel
nel ritrovamento
379). L’unicodei
aneddoto
interessante
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li riguarda
è(a illuiracconto
loro corpi
ad opera
stesso
è il racconto del nell’epistola
ritrovamento ad
dei Macellinam.
loro corpi ad Sant’Ambrogio
opera dello stesso
Sant’Ambrogio
fu
Sant’Ambrogio
nell’epistola
ad
Macellinam.
Sant’Ambrogio
fu
sepolto a sua volta insieme ai due santi il cui culto popolarissimo nel
sepolto a sua
insieme
due santi
il cuidiculto
popolarissimo
Medioevo
è volta
tutt’ora
vivoainella
diocesi
Milano.
Secondo nel
la
MedioevoGervasio
è tutt’ora
vivo nella
di Milano.
la
leggenda
e Protasio
erano diocesi
due gemelli,
figli dei Secondo
Santi Vitale
e Protasio
erano due
gemelli,
figli270.
dei Santi Vitale
eleggenda
Valeria Gervasio
e la loro morte
risalirebbe
intorno
all’anno
e Valeria e la loro morte risalirebbe intorno all’anno 270.



Secondo
la leggenda nacque tra il 1100 e 1200 in un villaggio presso
Secondo
leggenda
tradal
il 1100
e 1200
in un villaggio
il
lago dilaComo
poconacque
lontano
confine
svizzero.
Lavoravapresso
come
il lago di Como
poco lontano
come
guardiano
di mandrie
e casarodal
maconfine
venne svizzero.
licenziatoLavorava
poiché rubava
guardiano
di mandrie
casaroai ma
venneDopo
licenziato
poiché rubava
pane
e formaggio
per edarlo
poveri.
aver lasciato
il suo
pane e leformaggio
per darlo
ai poveri.perDopo
aver lasciato
suo
lavoro
cose iniziarono
a peggiorare
il vecchio
padroneiltanto
lavoro
cose lainiziarono
a peggiorare
il vecchio
padrone tanto
che
eglilediede
colpa a San
Lucio per per
quanto
stava accadendo.
Così
che egli diede la colpa a San Lucio per quanto stava accadendo. Così
48
48
50
lo uccise. La devozione a San Lucio fu introdotta verso il 1736 da un
lo uccise.
La devozione
a San Lucio dal
fu introdotta
verso
un
certo
Francesco
Achè proveniente
paese natale
delil 1736
santo.daEgli
certo
Francesco
Achè
proveniente
dal
paese
natale
del
santo.
Egli
fece costruire la cascina Guzzafame e su un pilastro fece dipingere
fece
costruiredella santo.
cascinaDieci
Guzzafame
e su scoppiò
un pilastro
fece dipingere
l’immagine
anni dopo
un’epidemia
che
l’immagine
del
santo.
Dieci
anni
dopo
scoppiò
un’epidemia
causò la morte del bestiame, allora i contadini invocaronoche
la
causò
la
morte
del
bestiame,
allora
i
contadini
invocarono
la
protezione di san Lucio e l’epidemia scomparve. Si dice che per
protezione
san fece
Lucioscaturire
e l’epidemia
scomparve.
Si dicechecheesiste
per
miracolo il disanto
una sorgente
di acqua
miracolo
il
santo
fece
scaturire
una
sorgente
di
acqua
che
esiste
tutt’ora nella cascina Guzzafame. Il miracolo creò contrasti tra le
tutt’ora nella
cascina Vescovato
Guzzafame.e Pieve
Il miracolo
creòperché
contrasti
tra le
parrocchie
confinanti,
Delmona,
entrambe
parrocchie confinanti,
e Pieve
Delmona,
perché
entrambe
rivendicavano
il luogoVescovato
del suddetto
miracolo.
Infine
la fontanella
rivendicavano
il
luogo
del
suddetto
miracolo.
Infine
la
fontanella
venne assegnata a Pieve Delmona e fu eretta una cappella.
venne
assegnata
a Pieve
e pilastro
fu eretta
una cappella.
L’immagine
del santo
venne Delmona
staccata dal
e trasportata
nella
L’immagine
del santoOgni
venneanno
staccata
pilastrosie celebra
trasportata
nella
chiesa
parrocchiale.
il 12dalLuglio
il santo
chiesa
parrocchiale.
Ogni
anno
il
12
Luglio
si
celebra
il
santo
patrono del paese. Inoltre nella chiesa di Pieve Delmona è presente
patrono
del lignea
paese. di
Inoltre
nella chiesa
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Delmona
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una statua
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San
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statua
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pregevole
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che
riproduce
appunto
San
Lucio.
Lucio.



 diacono dalmata San Marino era già venerato nel V secolo sul
Il
Il
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Marinoin era
venerato lanelcuiV chiesa
secolo era
sul
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Titano
presso
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Secondo
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dedicata dalmata
a San Pietro.
San all’amico
Marino era
un
cristiano
venutoSecondo
in Italia la
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257 insieme
Leone
cristiano
dalmata
venuto
in
Italia
nel
257
insieme
all’amico
Leone
per lavorare alla ricostruzione delle mura di Rimini per ordine di
per
lavorare alla
di Rimini
ordine
di
Diocleziano.
San ricostruzione
Marino è, findelle
dallamura
fondazione,
il per
patrono
della
Diocleziano.
San
Marino
è,
fin
dalla
fondazione,
il
patrono
della
minuscola omonima Repubblica (creata dai muratori e dagli
minuscola
omonima
Repubblica
muratori
e dagli
scalpellini che
lavoravano
a Rimini)(creata
che sorge dai
sul monte
Titano.
Una
scalpellini
che
lavoravano
a
Rimini)
che
sorge
sul
monte
Titano.
volta terminate le mura di Rimini, San Marino vi rimase per altriUna
13
volta
terminate
le mura
di Rimini,
San Marino
vi rimase
altri 13
anni per
predicare
la religione
cristiana.
Dopo un
anno diper
solitudine
anni per predicare la religione cristiana. Dopo un anno di solitudine
49
49
51
trascorso in una grotta sul monte Titano, il suo rifugio venne
scoperto così egli abbandono quel luogo per ritirarsi in cima al monte
dove costruì una celletta e una chiesa che dedicò a San Pietro.
Ordinato diacono a Rimini, ritornò nella sua celletta dove morì in
pace e in seguito fu sepolto nella chiesa di San Pietro. La liturgia lo
commemora il 3 Settembre. Nella chiesa parrocchiale, nell’abside, è
presente una pala, di buona fattura, che raffigura il santo diacono in
atteggiamento di preghiera.
trascorso in una grotta sul monte Titano, il suo rifugio venne
scoperto così egli abbandono quel luogo per ritirarsi in cima al monte
dove costruì
una cellettaFolcloristiche
e una chiesa che dedicò a San Pietro.
Feste
e manifestazioni
Ordinato diacono a Rimini, ritornò nella sua celletta dove morì in
pacee in
seguito fu sepolto nella chiesa di San Pietro. La liturgia lo
commemora
il 3 Settembre. Nella chiesa parrocchiale,
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→ funzioninell’abside,
religiose inè
presenteparrocchia
una pala, di
che raffigura
il santo diacono in
conbuona
pescafattura,
di beneficienza
o mercatino
atteggiamento di preghiera.
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Feste e manifestazioni Folcloristiche
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→ funzioni
religiose in
rappresentata quella del 1912) e appuntamento
gastronomico
parrocchia
in oratorio con pesca di beneficienza o mercatino
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rappresentata quella del 1912) e appuntamento gastronomico
in oratorio
50
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Pieve Delmona, 1912 - Processione di S. Lucio
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 → processione della Madonna della cintura
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53
51
I personaggi illustri
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Giovanni Lonati fu un uomo illustre per S. Marino.
Nacque a Cremona il 5.11.1852 e morì nella città natale il giorno
l.10.1920.
Rimase orfano di padre a dieci anni. Conseguita a dodici anni la
licenza tecnica, entrò come apprendista in una tipografia cittadina
nelle quale ebbe modo di ampliare la sua cultura. A vent’anni smise
di fare l’operaio e iniziò la sua carriera di maestro nel paese di
Ardole San Marino, dove trascorse quasi tutta la sua vita.
Fece dell’insegnamento la sua missione, fu un educatore nel più alto
senso della parola, infondendo nei suoi scolari quella concezione
della vita che fa accettare con serenità qualunque prova, qualunque
sacrificio per la famiglia e per la Patria.
Fu scelto dai colleghi insegnanti per presiedere l’Associazione
Magistrale “Ferrante Aporti” portando con se anche in tale incarico
la sua bontà d’animo e la sua forte convinzione nella nobiltà della
funzione dell’insegnante.
Collaborò a diversi giornali cittadini, nel suo tempo libero scrisse
alcune poesie molto popolari in dialetto cremonese e altre in italiano.
Tutte le sue poesie sono state raccolte in un libro chiamato: Gazaboi.
Si riporta l’iscrizione della lapide posta sulla facciata delle Scuole
Elementari di San Marino.
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54
L'oggetto di questa lapide è Giovanni Lonati, poeta dialettale cremonese
L'oggetto
lapide
è Giovanni
Lonati,
poetapoeta
dialettale
cremonese
L'oggettodidiquesta
questa
lapide
è Giovanni
Lonati,
dialettale
cremonese
N. 5 11  1852 M. 1101920
N. 5 11  1852 M. 1101920
N. 5 11  1852 M. 1101920
PER PIÙ DI NOVE LUSTRI IN QUESTE SCUOLE, COLL’ARGUTA
PER PIÙ DI NOVE LUSTRI IN QUESTE SCUOLE, COLL’ARGUTA
PAROLA,
PER PIÙ DI NOVE LUSTRI
IN QUESTE SCUOLE, COLL’ARGUTA
PAROLA,
CON
GLI
SCRITTI,
COLL’ESEMPIO
EDUCÒ
I FIGLI
POPOLO
CON GLI SCRITTI, COLL’ESEMPIO
EDUCÒ
I FIGLI
DEL DEL
POPOLO
PAROLA,
ALL’AMORE
SCAMBIEVOLE,
AL
LAVORO,
ALL’ONESTA’,
ALL’AMORE
SCAMBIEVOLE,
AL
LAVORO,
ALL’ONESTA’,
CON GLI SCRITTI, COLL’ESEMPIO EDUCÒ I FIGLI DEL POPOLO
AL CULTO
CULTODELLA
DELLA
PATRIA.
AL
PATRIA.
ALL’AMORE SCAMBIEVOLE,
AL
LAVORO, ALL’ONESTA’,
I DISCEPOLI, GLI
GLI AMICI
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PERPER
ESTERNARE
LA LA
I DISCEPOLI,
AMICI
COLLEGHI
ESTERNARE
AL CULTO
DELLA
PATRIA.
MEMORIA
MEMORIA
I DISCEPOLI,
GLI AMICI E COLLEGHI
PER ESTERNARE LA
EDAA SIGNIFICAZIONE
SIGNIFICAZIONE
E RICONOSCIMENTO
ED
E RICONOSCIMENTO
MEMORIA
DELL’ALTA FUNZIONE
SOCIALE DELLA
DELL’ALTA
FUNZIONEESOCIALE
DELLA
ED A SIGNIFICAZIONE
RICONOSCIMENTO
SCUOLA PRIMARIA.
SCUOLA
PRIMARIA.
DELL’ALTA FUNZIONE SOCIALE DELLA

SCUOLA PRIMARIA.

Nato a Cappella de Picenardi ( non si dispone della data di nascita ),
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morto
a Pieve Delmona
il giorno( 05.03.1887.
Nato
a Cappella
de Picenardi
non si dispone della data di nascita ),
Si riporta
l’epigrafe
presente
nel cimitero
di Pieve Delmona.
morto
a
Pieve
Delmona
il
giorno
05.03.1887.
Nato a Cappella de Picenardi ( non
sistorico
dispone
della data di nascita ),
Si riporta
presente
nel cimitero
storico di Pieve Delmona.
morto al’epigrafe
Pieve Delmona
il giorno
05.03.1887.
A TINELLI GIUSEPPE
Si riporta l’epigrafe presente nel cimitero storico di Pieve Delmona.
A TINELLI GIUSEPPE
PER MEZZO SECOLO QUI IN PAESE AMOROSO INTELLIGENTE
A TINELLI GIUSEPPE
MAESTRO
POI TRE ANNI A CAPRERA EDUCATORE
DELL’INFANZIA DI CLELIA E MANLIO GARIBALDI AL
PER
MEZZO SECOLO
QUI MANCATO
IN PAESE DI
AMOROSO
BENEMERITO
CITTADINO
86 ANNI ILINTELLIGENTE
5 MARZO
MAESTRO
POI
TRE
ANNI
A
CAPRERA
EDUCATORE
1887
PER MEZZO SECOLO QUI IN PAESE AMOROSO INTELLIGENTE
DELL’INFANZIA
CLELIA
GARIBALDI
AL
MAESTRO POI DI TRE
ANNI E AMANLIO
CAPRERA
EDUCATORE
IL MUNICIPALE
CONSIGLIO MANCATO
DI PIEVE DELMONA
BENEMERITO
CITTADINO
DI
86
ANNI
IL
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MARZO
DELL’INFANZIA DI CLELIA E MANLIO GARIBALDI AL
1887
BENEMERITO CITTADINO MANCATO DI 86 ANNI IL 5 MARZO
QUESTA MEMORIA DEDICAVA
1887
IL MUNICIPALE CONSIGLIO DI PIEVE DELMONA
IL MUNICIPALE CONSIGLIO DI PIEVE DELMONA
QUESTA MEMORIA DEDICAVA
53
QUESTA MEMORIA DEDICAVA
53
53
55
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Alfredo Pestoni nacque a Gadesco Pieve Delmona il 12.02.1897 da
famiglia povera. Dopo avere frequentato alcune classi della scuola
elementare, fu indirizzato al lavoro di muratore a Cremona. La
passione per il disegno lo portò in seguito a continuare gli studi
conseguendo il diploma e la laurea. Venne poi chiamato
all’insegnamento scolastico del disegno in alcune scuole superiori,
ciò sino al collocamento a riposo. Parallelamente, diede seguito alla
sua passione per la pittura, realizzando moltissimi quadri con
tecniche riproduttive di grande efficacia, ottenendo apprezzamenti di
critica e stampa. Di particolare rilievo ed interesse furono gli interni
del Duomo di Cremona e di altre Chiese, del Palazzo Comunale ecc.,
il tutto tradotto in mostre che riscossero grande successo. Godeva
dell’amicizia di illustri cittadini con i quali si intratteneva spaziando
sui più diversi argomenti scolastici e civili grazie alle sue doti
oratorie e alla sua cultura.
Con l’avanzare dell’età ritenne opportuno proporre al Comune di
Gadesco, cui fu sempre legato da affetto, un premio della “bontà” da
assegnare alla fine dell’anno scolastico a due bambini considerati i
“più buoni” dai rispettivi insegnanti. La proposta fu posta in essere
nel mese di Giugno di ciascun anno, dal Sindaco in carica, con
l’assegnazione dei premi. Ne nacque, pertanto, una manifestazione di
alto livello, apprezzata da scolari e genitori e sottolineata dalla
stampa cittadina.
Morì a Cremona il giorno 03.09.1982.
Ancora oggi ogni anno a Giugno vengono assegnati, rispettivamente
al bambino e alla bambina più meritevoli, il premio bontà “Alfredo
Pestoni” e il premio bontà “Franca Dall’Acqua Pestoni” (moglie di
Alfredo).
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Riportiamo di seguito la lettera con cui il professor Pestoni dichiara
Riportiamo di seguito la lettera con cui il professor Pestoni dichiara
al Comune la sua volontà di donare un lascito di 2 milioni di lire per
al Comune la sua volontà di donare un lascito di 2 milioni di lire per
onorare
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moglie
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alla realizzazione
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la morte
morte della
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Filippo Ivaldi nacque a Cortiglione d’Asti il 22/12/1921. Poco più
che ventenne partecipò alla Resistenza e in quel periodo si avvicinò
al Partito Comunista tanto che dal luglio del’45 un suo ex compagno
di lotta partigiana, Davide Lajolo, lo chiamò a lavorare nella
redazione de L’Unità di Torino dove collaborò con il capo cronista
Paolo Spriano. In quel periodo Ivaldi frequentò moltissimi
intellettuali, alcuni della cerchia comunista torinese, altri che
provenivano da fuori Torino e si fermavano in città per un po'.
Questo fu per Ivaldi un periodo di grande arricchimento intellettuale.
Tre anni dopo essere entrato nel giornalismo, nel dicembre del’48
divenne professionista de l'Unità e fu nominato inviato speciale in
Italia e all’estero per le 4 edizioni nazionali che allora erano a
Torino, Milano, Genova e Roma. A l’Unità di Torino Ivaldi rimase
per 11 anni e fu tra i "numeri uno" del quotidiano comunista tanto
che nel 1951 gli venne assegnato il Premio Saint Vincent del
giornalismo. Nel 1956 lasciò il giornale ed il partito per motivi, dirà
poi in seguito, non di natura politica. Negli anni della guerra fredda
la sua condizione di ex giornalista comunista e funzionario del
partito lo costrinse a rimanere sei mesi disoccupato. Poi, stretto dal
bisogno, nel settembre del 1956 accettò di lavorare alla Gazzetta del
Popolo come inviato speciale ma appena dopo un anno accolse
l’invito di Adriano Olivetti ad entrare nel Movimento di Comunità
come redattore del periodico “La via del Piemonte”. Nel 1968 venne
incaricato, ad Ivrea, di occuparsi del periodico sindacale CBIB
Autonomia Aziendale e nel gennaio del 1963 ne divenne direttore
assumendo anche un altro importantissimo compito, quello di
sostituire lo storico saggista Prof. Aldo Garosci, dimissionario, in
qualità di editorialista fisso de La Sentinella del Canavese, un
giornale nato per dare vita al territorio piemontese dove Ivaldi aveva
56
58
abitato e dove aveva conservato le sue radici. In quel periodo Ivaldi
aveva 42 anni e per lui ebbe inizio un’altra intensa stagione di
impegno politico e professionale. Nel frattempo iniziò anche a
scrivere libri. Nel 1978 uscì “Gente di collina” e nel 1980 “Il Mondo
in un paese”. Collaborò inoltre a parecchi giornali nazionali: Stampa
Sera di Torino, Il Giorno e Il Sole 24 ore di Milano, Il Resto del
Carlino di Bologna, La Nazione di Firenze, La Voce della
Repubblica di Roma, il mensile torinese L'Economico e l’AGP
(Agenzia Giornalistica Piemontese). Tra il 1976 e il 1977 diresse il
periodico CEEP / Notizie, un centro di studi di politica economica
fondato da Giorgio La Malfa. Nel 1973 gli venne assegnato il premio
“Valle dell’Orco” e nel 1989, per i suoi 40 anni di iscrizione all’Albo
dei Giornalisti professionisti, l’Associazione Stampa Subalpina gli
conferì la targa “Una vita per il giornalismo”. Nel 1992, dopo una
vita spesa in una brillante carriera giornalistica, si ritirò a San
Marino, una frazione del Comune di Gadesco Pieve Delmona (Cr),
paese della moglie Alba Arisi. Dopo un periodo di malattia, si spense
il 27 gennaio 1994, all’età di 72 anni, proprio nella sua casa di San
Marino. Coloro che collaborarono con Filippo Ivaldi ne descrissero
la sua grandissima professionalità, la sua assoluta precisione nel
racconto di avvenimenti e fatti, pur permeandolo di un senso di
comprensione e partecipazione. Si diceva di lui che scriveva di getto,
con una calligrafia larga e puntuta, il suo articolo era sempre
completo e preciso, composto da frasi facili, immediate e
comprensibili a qualsiasi lettore. Dai suoi numerosi scritti scaturisce
l’immagine di una persona dotata di una straordinaria carica di
intelligenza, cultura e umanità. Filippo Ivaldi rimane per tutti un
esempio eccellente di passione giornalistica e civile.
Nel nostro Comune ogni due anni si svolge un concorso letterario per
opere inedite intitolato a Filippo Ivaldi (si veda a tal proposito il
capitolo dedicato alla Biblioteca)
57
59
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Nato a Torre Picenardi il 9.11.1905, morto a Gadesco il 26.4.1945;
Brigata Matteotti
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Partigiano e medico condotto comunale, venne ferito a morte durante
Nato a Torre Picenardi il 9.11.1905, morto a Gadesco il 26.4.1945;
una missione di soccorso medico a Gadesco, in cui aveva
Brigata Matteotti
coraggiosamente prestato, d’accordo col CLN, delle cure ad un
prigioniero nemico in una situazione di grave pericolo (Fronte
Partigiano e medico condotto comunale, venne ferito a morte durante
Democratico 29.4 e 27.5.1945).
una missione di soccorso medico a Gadesco, in cui aveva
coraggiosamente prestato, d’accordo col CLN, delle cure ad un
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prigioniero nemico in una situazione di grave pericolo (Fronte
Democratico
29.4 e il27.5.1945).
Nato a Cremona
10.2.1927, morto a Gadesco il 26.4.1945;
Brigata Matteotti
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“Nel giorno della Liberazione, essendovi partecipe, veniva
Nato a Cremona il 10.2.1927, morto a Gadesco il 26.4.1945;
assassinato dal Piombo nemico lo studente liceale diciasettenne
Brigata Matteotti
Stefano Zanini di Pieve Delmona, figlio del dott. Roberto Zanini"
(Fronte Democratico 29 aprile e 4 maggio 1945).
“Nel giorno della Liberazione, essendovi partecipe, veniva
assassinato dal Piombo nemico lo studente liceale diciasettenne
Mario Coppetti ne ricorda le circostanze, da notizie avute di prima
Stefano Zanini di Pieve Delmona, figlio del dott. Roberto Zanini"
mano: “armato, con altri, Zanini era nascosto appostato in un
(Fronte Democratico 29 aprile e 4 maggio 1945).
campo di mais per il passaggio di truppe tedesche. Uscito
inavvertitamente allo scoperto era sorpreso da militari tedeschi che
Mario Coppetti ne ricorda le circostanze, da notizie avute di prima
stavano sopraggiungendo e che gli sparavano immediatamente”.
mano: “armato, con altri, Zanini era nascosto appostato in un
Guarneri e Zanini sono citati quali caduti socialisti nella zona di
campo di mais per il passaggio di truppe tedesche. Uscito
Gadesco nei giorni della Liberazione su Il socialismo di Patecchio.
inavvertitamente allo scoperto era sorpreso da militari tedeschi che
stavano sopraggiungendo e che gli sparavano immediatamente”.
Guarneri e Zanini sono citati quali caduti socialisti nella zona di
Gadesco nei giorni della Liberazione su Il socialismo di Patecchio.
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58
In via Martiri della libertà a Pieve Delmona si trova un cippo
sormontato da croce di marmo e lapide con epigrafe: “Guarneri
dr. Guido / Zanini Stefano / Caduti per la Libertà / 26 aprile 1945”.
In via Martiri della libertà a Pieve Delmona si trova un cippo
Si riporta di seguito un comunicato del sindaco dell’epoca con
sormontato da croce di marmo e lapide con epigrafe: “Guarneri
ildr. quale
alla/ Caduti
popolazione
la commemorazione
Guido /annuncia
Zanini Stefano
per la Libertà
/ 26 aprile 1945”. di
Guarneri
Si riporta ediZanini:
seguito un comunicato del sindaco dell’epoca con
il quale annuncia alla popolazione la commemorazione di
Guarneri e Zanini:
COMUNE DI
Gadesco
– PieveDI
Delmona
COMUNE
Sindaco
Gadesco –Il Pieve
Delmona
avverte la popolazione Ilche
ad iniziativa di un gruppo di
Sindaco
Partigiani il giorno 4 Novembre, in Pieve Delmona, sul luogo
stesso
verrà
croce di
a ricordo
dei caduti
avvertedella sacrificio,
popolazione
cheposta
ad una
iniziativa
un gruppo
di
Partigiani
il
giorno
4
Novembre,
in
Pieve
Delmona,
sul
luogo
per la libertà GUARNERI dottor GUIDO e ZANINI
stesso del sacrificio, verrà posta una croce a ricordo dei caduti
STEFANO.
per ore
la libertà
GUARNERI
dottorverrà
GUIDO
e ZANINI
Alle
9 nella Chiesa
Arcipretale
celebrato
l’Ufficio a
STEFANO.
suffragio
dei caduti e alle ore 10 si svolgerà la cerimonia di
Alle ore 9 nella Chiesa Arcipretale verrà celebrato l’Ufficio a
commemorazione.
suffragio
dei caduti e èalle
ore 10adsiintervenire
svolgerà laonde
cerimonia
di
Tutta
la popolazione
invitata
dimostrare
commemorazione.
la
propria riconoscenza a chi ha sacrificato la vita per la
Tutta la popolazione
è invitata ad intervenire onde dimostrare
liberazione
della Patria.
la propriaGadesco
riconoscenza
a chi ha lisacrificato
la 1946.
vita per la
Pieve Delmona,
31 Ottobre
liberazione della Patria.
Gadesco Pieve Delmona, li 31 Ottobre 1946.
59
59 61
Si ricordano inoltre Remo Dadda, Tersillo Volta, Giovanni
Savaresi e Paolo Ferrari anch’essi caduti durante la seconda
guerra mondiale e ai quali sono intitolate alcune vie nelle
frazioni di San Pietro (Dadda e Volta), San Marino (Savaresi) e
Due Ponti (Ferrari).
I sindaci dal 1928 ad oggi
Le date estese si riferiscono alla date delle deliberazioni adottate dal
consiglio comunale
 1928: Luigi Demicheli (Podestà)
 21 maggio 1928  18 febbraio 1929; Pietro Carapus
(Commissario prefettizio)
 29 marzo 1929  5 ottobre 1930: Attilio Guarneri (Podestà)
 22 ottobre 193026 febbraio 1931: Giuseppe Soldaini
(Commissario prefettizio)
 28 febbraio 193119 novembre 1933: Mario Casotti
(Podestà)
 25 novembre 1933  9 marzo 1935: Giovanni Bottini
(Podestà  nominato il 25 novembre 1933)
 13 aprile 1935: Geremia Bellingeri (Commissario
prefettizio). In data 26 settembre 1935 con Regio decreto
viene nominato Podestà.
 1935  aprile 1939: Geremia Bellingeri (Podestà).
 1939  1940: Giuseppe Ferlenghi (Commissario prefettizio
con decreto del 16 aprile 1939 n. 311).
 17 febbraio 1940  20 novembre 1943: Giuseppe Ferlenghi
(Podestà)
 31 dicembre 1943  7 ottobre 1944: Italo Chiodelli
(Commissario prefettizio)
60
62
 21 ottobre 1944  17 febbraio 1945: Italo Chiodelli (Podestà)
 24 febbraio 1945  1 aprile 1945: Gian Battista Romboli
(Commissario prefettizio)
 14 aprile 1945: Italo Chiodelli (Podestà)
 4 maggio 1945; Battista Bodini (Sindaco)
 11 giugno 1945  14 marzo 1946: Angelo Alquati (Sindaco)
 2 aprile 1946  1951: Cocchetti Amedeo (Sindaco)
 1951  1958: Luigi Capelli (delibera del consiglio comunale
9 giugno 1951)
 1959  fino a dicembre 1960 Luigi Capelli
 dicembre 1960  giugno 1963 Francesco Balotta
 giugno 1963  luglio 1975 Angelo Colla
 agosto 1975  maggio 1990 Faustino Viola
 giugno 1990  maggio 1995 Gianfranco Resemini
 maggio 1995  giugno 2004 Roberto Poli
 Giugno 2004  oggi (2015) Davide Viola
Si riporta nella foto di seguito il primo Consiglio Comunale di
Gadesco Pieve Delmona dell’Italia repubblicana, nominato il 30
marzo 1946.
Da notare che nel consiglio comunale sono state elette due donne:
BICE BERNARDI E BRUNA DADDA. Fatto non usuale per
l’epoca, in quanto questo ruolo veniva rivestito quasi esclusivamente
dagli uomini.
61
63
        
        
         
         
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       

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       
      
      


       
       


Unione
Unione del
del Delmona
Delmona
In
In questa
questa sezione
sezione si
si riportano
riportano ii passaggi
passaggi fondamentali
fondamentali che
che hanno
hanno
portato
alla
nascita
dell’Unione
di
comuni
denominata
Unione
portato alla nascita dell’Unione di comuni denominata Unione del
del
Delmona.
Tale
organo
è
costituito
dai
comuni
di
Gadesco
Pieve
Delmona. Tale organo è costituito dai comuni di Gadesco Pieve
Delmona
Delmona ee Persico
Persico Dosimo
Dosimo (due
(due realtà
realtà vicine
vicine non
non solo
solo dal
dal punto
punto di
di
vista
vista geografico)
geografico) al
al fine
fine di
di esercitare
esercitare in
in modo
modo associato
associato funzioni
funzioni ee
servizi.
servizi. Questo
Questo conduce
conduce (o
(o per
per lo
lo meno
meno sono
sono questi
questi gli
gli obiettivi
obiettivi su
su
cui
si
fonda
l’Unione)
ad
un
risparmio
economico
per
il
cittadino
cui si fonda l’Unione) ad un risparmio economico per il cittadino ee
ad
migliore qualità
qualità della
della vita.
vita. Anche
Anche se
se l’unione
l’unione èè stata
ad una
una migliore
stata
62
62
64
formalmente “imposta dall’alto”, i due comuni suddetti agiscono in
formalmente
“imposta
due comuni
suddetti
agiscono
in
modo
associato
già dadall’alto”,
tempo sui diversi
aspetti
gestionali
(rifiuti,
modo
associato
già
da
tempo
su
diversi
aspetti
gestionali
(rifiuti,
energia,...), quindi la costituzione del “nuovo ente” è una sorta di
energia,...),
quindi
la costituzione
del “nuovo
ente”
è una anche
sorta se
di
formalizzazione
legislativa
di “qualcosa”
che è già
presente
legislativa
“qualcosa”
aformalizzazione
volte il cittadino
non se nedirende
conto. che è già presente anche se
aSivolte
il
cittadino
non
se
ne
rende
conto.
riporta di seguito un estratto della
delibera del comune di Gadesco
Si
riporta
di
seguito
un
estratto
della
delibera
del (di
comune
di Gadesco
Pieve Delmona, datata 26 febbraio 2015,
con cui
comune
accordo
Pieveil Delmona,
26 Dosimo)
febbraio 2015,
con cui
(di comune
accordo
con
comune didatata
Persico
si esprime
la volontà
di costituire
con
il
comune
di
Persico
Dosimo)
si
esprime
la
volontà
di
costituire
l’Unione del Delmona.
l’Unione del Delmona.
“1. Il Comune al fine di esercitare congiuntamente una pluralità
“1.funzioni
Il Comune
al finedidipropria
esercitare
congiuntamente
una pluralità
di
e servizi
competenza
può promuovere,
con
di funzioni
e servizi
di propria
competenza
può promuovere,
altri
Comuni
di norma
contermini,
una Unione
di Comunicon
o
altri
Comuni
di
norma
contermini,
una
Unione
di
Comuni
aderirvi. 2. L’atto costitutivo e lo Statuto dell’Unione sonoo
aderirvi. 2.
costitutivo
e lo
Statuto dell’Unione
sono
approvati
daiL’atto
Consigli
dei Comuni
partecipanti
con le procedure
dai Consigli
dei Comuni
partecipanti
con le Lo
procedure
eapprovati
la maggioranza
richieste
per le modifiche
statutarie.
Statuto
eindividua
la maggioranza
richieste
per
le
modifiche
statutarie.
Lo
Statuto
gli organi dell’Unione e le modalità per la
loro
individua
gli
organi
dell’Unione
e
le
modalità
per
la
costituzione e individua altresì le funzioni svolte dall’Unioneloro
e le
costituzione e individua
altresì
le funzioni
dall’Unione
e le
corrispondenti
risorse. 3.
Lo Statuto
devesvolte
comunque
prevedere
corrispondenti
risorse.
3.
Lo
Statuto
deve
comunque
prevedere
che il Presidente dell’Unione venga scelto fra i Sindaci dei
che il Presidente
venga scelto
fra iorgani
Sindacisiano
dei
Comuni
interessatidell’Unione
e deve prevedere
che altri
Comuni da
interessati
e deve
organi
siano
formati
componenti
delleprevedere
Giunte e che
dei altri
Consigli
comunali
formati
da
componenti
delle
Giunte
e
dei
Consigli
comunali
associati, garantendo la rappresentanza delle minoranze. 4.
associati, garantendo
rappresentanza
minoranze.
4.
L’Unione
ha potestà la
regolamentare
per delle
la disciplina
della
L’Unione
ha
potestà
regolamentare
per
la
disciplina
della
propria organizzazione, per lo svolgimento delle funzioni ad essa
propria organizzazione,
per lo svolgimento
delle
funzioni
ad essa
affidate
e per i rapporti anche
finanziari con
i Comuni
associati.
affidate
e per i dei
rapporti
anche
finanziari in
conquanto
i Comuni
associati.i
5.
Alle Unioni
Comuni
si applicano,
compatibili,
5.
Alle
Unioni
dei
Comuni
si
applicano,
in
quanto
compatibili,
principi previsti per l’ordinamento dei Comuni. Alle Unionii
principi
previsti
l’ordinamento
dei Comuni.
Alle Unioni
competono
introitiperderivanti
dalle tasse,
dalle tariffe
e dai
competonosuiintroiti
dalle tasse, dalle tariffe e dai
contributi
servizi derivanti
ad esse affidati”;
contributi sui servizi ad esse affidati”;
63
63
65

1. Di istituire, per le motivazioni espresse in premessa, ai
sensi e per gli effetti degli articoli 32 del D.Lgs.
267/2000 e 18 della Legge Regionale 27.06.2008 n° 19,
L’UNIONE DI COMUNI LOMBARDA denominata
“UNIONE DEL DELMONA” tra i Comuni di Persico
Dosimo e Gadesco Pieve Delmona;
2. Di approvare lo Statuto dell’UNIONE DI COMUNI
LOMBARDA “UNIONE DEL DELMONA” tra i
Comuni di Persico Dosimo e Gadesco Pieve Delmona
ed il relativo Atto Costitutivo.
Altre tappe fondamentali sono state:
 In data 20/27/2015 a Persico Dosimo e 26/2/2015 nei
rispettivi consigli comunali è stato approvato lo Statuto
dell’unione.
 Il 30/4/2015 sono stati eletti i rappresentanti dell’Unione tra i
consiglieri comunali di Gadesco (e nello stesso periodo cosa
analoga è avvenuta a Persico Dosimo)
 Il 29/6/2015 presso il centro Tinelli a S. Marino si è svolto il
primo consiglio dell’Unione nel quale sono stati eletti il
presidente e il vicepresidente dell’ente. Il consiglio è così
composto: sindaco di persico Dosimo dott. Fabrizio Superti
(Presidente); sindaco di Gadesco Pieve Delmona
64
66
dott. Davide Viola (Vice Presidente); Galli Manila, Marelli
Achille, Uggeri Chiara, Cominetti Michele, Galimberti
Giorgia e Sacchi Guido in rappresentanza del comune di
Gadesco Pieve Delmona; Pegorari Giacomo, Antonietti
Fabio, Superti Ilaria, Piccioni Filippo, Allevi Enrico, Baldi
Giovanni e Tacchinardi Fabio in rappresentanza del comune
di Persico Dosimo.
 Il 22/09/2015 è stata nominata la Giunta dell’Unione, così
composta: Dott. Fabrizio Superti (Presidente), Dott. Davide
Viola (Vice Presidente), Chiara Uggeri (Assessore), Dott.ssa
Monica Zelioli (Assessore), Dott. Achille Marelli
(Assessore).
È doveroso ricordare che questa nuova realtà costituirà il futuro di
entrambi i comuni e si ritiene che sarà una sorta di “punto di non
ritorno” nel senso buono del termine. Infatti si auspica che da qui in
avanti si possa proseguire su questa strada che appare come la
migliore e la più naturale da percorrere.
65
67
Parte due
Parte due
Popolazione
Popolazione
Il Comune di Gadesco Pieve Delmona ha i seguenti dati
Il
Comune di Gadesco Pieve Delmona ha i seguenti dati
dimensionali:
dimensionali:
 Il territorio del comune ha un’estensione amministrativa di
 Il
territorio
del comune ha un’estensione amministrativa di
circa
17,13 kmq.
circa 17,13 kmq.
 L’estensione media dei comuni della provincia di Cremona è
 L’estensione
dei comuni
dellakmq).
provincia di Cremona è
di 15,40 kmq media
(1.770,57/115
= 15,40
di 15,40 kmq (1.770,57/115 = 15,40 kmq).
 Ha quindi un territorio medio grande, rispetto alle realtà del
 Ha
quindigeografico
un territorio
medio
grande, rispetto alle realtà del
contesto
in cui
è inserito.
contesto geografico in cui è inserito.
 Appartiene alla classe demografica più diffusa nella
 provincia
Appartienedi alla
classequella
demografica
più diffusa
nella
Cremona,
che comprende
dai 1001
ai
provincia
di
Cremona,
quella
che
comprende
dai
1001
ai
2000 abitanti. Nel 2010 ha superato di poco quota 2000
2000 abitanti.
2010 soglia
ha superato
di poco
quota 2000
residenti,
quindiNel
è sulla
della classe
di popolazione
residenti, quindi è sulla soglia della classe di popolazione
successiva.
successiva.
 Ha una densità di abitativa, al 31 dicembre 2014, di circa
 Ha
densità
abitativa,
al 31
2014,
di circa
118 una
abitanti
per di
kmq.
Nel 1861
era dicembre
di circa 149
abitanti
per
118
abitanti
per
kmq.
Nel
1861
era
di
circa
149
abitanti
kmq, ed è rimasta stabile fino al 1951. Dopo il 1951 ci fuper
un
kmq,inesorabile
ed è rimastadato
stabile
al 1951. Dopo in
il 1951
ci fu une
calo
dallafino
meccanizzazione
agricoltura
calo inesorabile
dato
dalla meccanizzazione
agricoltura
dalla
mancanza di
alternative
occupazionali ininzona.
Il puntoe
dalla
mancanza
di
alternative
occupazionali
in
zona.
Il punto
più basso venne raggiunto nel 1991 con circa 80 abitanti
per
più basso
venne raggiunto
1991 con
circa della
80 abitanti
per
kmq.
Da quell’anno
inizia nel
la risalita.
Quella
provincia
kmq.Cremona
Da quell’anno
la risalita.diQuella
di
è, al inizia
31.12.2013,
circa della
205 provincia
ab/kmq
di Cremona è, al 31.12.2013, di circa 205 ab/kmq
66
66
68
(362.141/1.770,57). Nella tabella di seguito sono riportate le
(362.141/1.770,57). Nella tabella di seguito sono riportate le
densità territoriali di comune e provincia in vari periodi
densità territoriali di comune e provincia in vari periodi
storici. storici.





 

 

 






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




 






 291.746

1861
2.557
149,27
164,77 
1881 2.557 2.623
153,12
304.535
171,99
1861
149,27
291.746
164,77
1901
2.635
153,82
329.536
186,11
1881
2.623
153,12
304.535
171,99
1911
2.807
163,86
353.639
199,73
1901
2.635
153,82
329.536
186,11
1921
2.678
156,33
362.489
204,73
1911
163,86
353.639
199,73
1931 2.807 2.647
154,52
369.175
208,50
1921
156,33
362.489
204,73
1951 2.678 2.620
152,94
381.861
215,67
1931
154,52
369.175
208,50
1961 2.647 1.964
114,65
351.160
198,33
1971 2.620 1.513
88,32
334.281
188,79
1951
152,94
381.861
215,67
1981 1.964 1.455
84,93
332.236
187,64
1961
114,65
351.160
198,33
1991
1.376
80,32
327.970
185,23
1971
1.513 1.653 88,3296,49
334.281
188,79
2001
335.939
189,73
1981
84,93118,38 332.236
187,64
2010 1.455 2.028
363.606
205,36
1991
80,32118,15 327.970
185,23
2011 1.376 2.024
357.581
201,96
2012 1.653 2.030
361.812
204,35
2001
96,49118,51 335.939
189,73
2013 2.028 2.024
118,15
362.141
204,53
2010
118,38
363.606
205,36
2014
2.027
118,33
2011
2.024
118,15
357.581
201,96
2012
2.030
118,51
361.812
204,35
2013
2.024
118,15
362.141
204,53
2014
2.027
118,33
67
67
69



LaLaseguente
tabella
riporta
la popolazione
residente
nel comune
di di
seguente
tabella
riporta
la popolazione
residente
nel comune
Gadesco
Pieve
Delmona
dal
1861
al
2014.
Per
gli
anni
dal
1861
al al
Delmona
dalpopolazione
1861 al 2014.
Per gli
dal 1861
LaGadesco
seguentePieve
tabella
riporta la
residente
nelanni
comune
di
1991
i
dati
fanno
riferimento
alla
data
del
censimento,
per
gli
anni
Gadesco
Delmona
dal 1861alla
al 2014.
Per censimento,
gli anni dal 1861
al anni
1991 i Pieve
dati fanno
riferimento
data del
per gli
successivi
ci
si
riferisce
invece
al
31
dicembre.
1991
i
dati
fanno
riferimento
alla
data
del
censimento,
per
gli
anni
successivi ci si riferisce invece al 31 dicembre.
successivi ci si riferisce invece al 31 dicembre.
2001
1.653


2001
1.653


1861
2.557
2002
1.654
2001
1.653


1861
2.557
2002
1.654
1871
2.749
2003
1.723
1861
2.557
2002
1.654
1871
2.749
2003
1.723
1881
2.623
2004
1.730
1871
2.749
2003
1.723
1881
2.623
2004
1.730
1901
2.635
2005
1.847
1881
2.623
2004
1.730
1901
2.635
2005
1.847
1911
2.807
2006
1.919
1901
2.635
2005
1.847
1911
2.807
2006
1.919
1921
2.678
2007
1.954
1911
2.807
2006
1.919
1921
2.678
2007
1.954
1931
2.647
2008
1.968
1921
2.678
2007
1.954
1931
2.647
2008
1.968
1936
2.687
2009
1.992
1931
2.647
2008
1.968
1936
2.687
2009
1.992
1951
2.620
2010
2.028
1936
2.687
2009
1.992
1951
2.620
2010
2.028
1961
1.964
2011
2.024
1951
2.620
2010
2.028
1961
1.964
2011
2.024
1971
1.513
2012
2.030
1961
1.964
2011
2.024
1971
1.513
2012
2.030
1981
1.455
2013
2.024
1971
1.513
2012
2.030
1991
1.376
2014
2.027
1981
1.455
2013
2.024
1981
1.455
2013
2.024
1991
1.376
2014
2.027
1991
1.376
2014
2.027
Come si può notare dalla tabella, la popolazione di Gadesco Pieve
Delmona,
numericamente,
ètabella,
oggi
lalastessa
di cinquanta
anni
fa,Pieve
circaPieve
Comesi sipuò
può
notare
dalla
tabella,
la popolazione
di
Gadesco
Come
notare
dalla
popolazione
di Gadesco
2.000
abitanti.
Delmona,
numericamente,
è oggi
la stessa
di cinquanta
fa, circa
Delmona,
numericamente,
è oggi
la stessa
di cinquanta
anni anni
fa, circa
2.000
abitanti.
2.000
abitanti.
Come già anticipato, le ragioni per le quali dal 1951 al 1991 la
popolazione
èanticipato,
semprelediminuita
sono
tutta1951
la 1991
pianura
Come
ragioni
per
le comuni
quali
dala dal
1951
al
la la
Comegiàgiàanticipato,
le
ragioni
per
le quali
al 1991
agricola:
la
meccanizzazione
delle
tradizionali
attività
che
fino
ad
popolazione
diminuita
sono
comuni
a tutta
la pianura
popolazioneè èsempre
sempre
diminuita
sono
comuni
a tutta
la pianura
allora
avevano
un
alto
tasso
di
mano
d’opera
e
la
mancata
agricola:
la
meccanizzazione
delle
tradizionali
attività
che
fino
ad ad
agricola: la meccanizzazione delle tradizionali attività che fino
industrializzazione
territoriale
nellad’opera
quale anche
allora
di di
mano
e lae Gadesco
mancata
alloraavevano
avevanoundell’area
unaltoaltotasso
tasso
mano
d’opera
la mancata
Pieve
Delmona
è
inserito.
industrializzazione
dell’area
territoriale
nella
quale
anche
Gadesco
industrializzazione dell’area territoriale nella quale anche Gadesco
Pieve
Delmona
è inserito.
Pieve
Delmona
è inserito.
68
68
68
70
Questo ha portato ad un’emigrazione verso altre comunità che
offrivano posti di lavoro non disponibili in loco.
L’analisi naturale e sociale della popolazione fino al 1991 porta a
concludere che l’emigrazione ha riguardato soprattutto i giovani, non
sostituiti da immigrati. Ciò porta ad avere un aumento del numero di
abitanti appartenenti alle fasce di età più alte.
Negli ultimi vent’anni si registra l’inversione di tendenza, frutto della
positiva ricaduta socioeconomica del centro commerciale
“CremonaDue”, dei suoi ampliamenti e, negli ultimi quindici anni,
anche della incentivazione, con pianificazione pubblica, per favorire
la nascita sul territorio di insediamenti produttivi con aree assegnate
a costi certi in un quadro di infrastrutture urbanizzative ritenuto
soddisfacente dagli operatori economici.
Da qualche anno si registra, come in tutta la provincia, una
immigrazione di cittadini anche extra CEE che a differenza dei
giovani locali, si adattano a lavorare anche in agricoltura.
Questi immigrati, normalmente prolifici, contribuiscono decisamente
ad aumentare il numero di abitanti del Comune.
Dai dati anagrafici (qui non riportati per non appesantire la lettura
con puri dati statistici) si evince che nel nostro Comune la
percentuale di bambini tra 0 e 14 anni è più elevata di quella
provinciale. Questo è dovuto al fatto che le giovani famiglie sono
richiamate nel nostro territorio dai fattori economici indicati
precedentemente. Anche la percentuale di abitanti tra i 35 e i 54 anni
è maggiore nel nostro Comune rispetto alla provincia infatti queste
69
71
persone sono molto spesso i genitori dei bambini tra gli 0 i 14 anni
persone
sono molto spesso i genitori dei bambini tra gli 0 i 14 anni
citati prima.
persone
sono molto spesso i genitori dei bambini tra gli 0 i 14 anni
citati prima.
citati prima.
Per quanto riguarda i giovani dai 15 ai 35 anni la percentuale
Per
quanto èriguarda
i giovani
dai 15 ai 35 è anni
la alpercentuale
provinciale
più alta di
dovuto
periodo
Per
quanto riguarda
i quella
giovanicomunale,
dai 15 aiquesto
35 anni
la percentuale
provinciale
è
più
alta
di
quella
comunale,
questo
è
dovuto
al
periodo
di
stagnazione
giàalta
evidenziato
paragrafiquesto
precedenti.
provinciale
è più
di quellanei
comunale,
è dovuto al periodo
di
già evidenziato
evidenziato
nei
paragrafi
precedenti.
La
provincia “vince”
ancora tra
i paragrafi
60
e i 64precedenti.
anni
ma “è battuta” dal
di stagnazione
stagnazione
già
nei
La
provincia
“vince”
ancora
tra
i
60
e
i
64
anni
battuta”
comune
tra
i
65
e
i
69
anni.
La provincia “vince” ancora tra i 60 e i 64 anni mama
“è“è
battuta”
daldal
comune
65 ee ii 69
69 anni.
anni.
comune tra
tra ii 65
Per la fasce d’età superiori le percentuali vedono prevalere ora il
comune
ora la
provincia,
malele
i percentuali
numeri
in gioco
sono
bassi, quindi
Per
d’età
superiori
percentuali
vedono
prevalere
Per la
la fasce
fasce
d’età
superiori
vedono
prevalere
oraora
il il
interessanti
più
da
un
punto
di
vista
sociologico,
che
comune
ora
la
provincia,
ma
i
numeri
in
gioco
sono
bassi,
quindi
comune
provincia, ma i numeri in gioco sono bassi, quindi
socioeconomico
interessanti
piùe territoriale.
da un
un punto
punto didi vista
vista sociologico,
sociologico,cheche
interessanti più
da
socioeconomico ee territoriale.
socioeconomico
territoriale.
Il numero di componenti per famiglia è identico a quello della
provincia.
numero di componenti
della
IlIl numero
componenti per
per famiglia
famigliaè èidentico
identicoa aquello
quello
della
provincia.
provincia.





70
70
72
70
Territorio
Territorio




Il territorio comunale ospita varie cascine, segni tangibili dell’attività
Il territorio comunale ospita varie cascine, segni tangibili dell’attività
contadina, che presentano le seguenti caratteristiche:
contadina, che presentano le seguenti caratteristiche:












Sono di rilievo storico, ambientale ed a volte monumentale.
Sono di rilievo storico, ambientale ed a volte monumentale.
Alcune sono dotate di parco che abbellisce la casa padronale.
Alcune sono dotate di parco che abbellisce la casa padronale.
Solo alcune sono scarsamente abitate, altrimenti risultano
Solo alcune sono scarsamente abitate, altrimenti risultano
completamente disabitate.
completamente disabitate.
In vari casi sono lasciate senza sufficiente manutenzione e
In vari casi sono lasciate senza sufficiente manutenzione e
pertanto risultano degradate, pericolanti e/o parzialmente
pertanto risultano degradate, pericolanti e/o parzialmente
crollate.
crollate.
Nel caso del nucleo abitativo di Gadesco sono, con la
Nel caso del nucleo abitativo di Gadesco sono, con la
Chiesa, le emergenze storiche più significative.
Chiesa, le emergenze storiche più significative.
Quelle inserite nel nucleo abitativo di San Marino sono da
Quelle inserite nel nucleo abitativo di San Marino sono da
tempo state ristrutturate a fini residenziali.
tempo state ristrutturate a fini residenziali.




Le aziende agricole sono andate riducendosi di numero, negli
Le aziende agricole sono andate riducendosi di numero, negli
ed in particolare si è ridotta in modo drastico l’attività
ed in particolare si è ridotta in modo drastico l’attività
allevatori di bovini e delle stalle attive.
allevatori di bovini e delle stalle attive.
anni,
anni,
degli
degli




Ad esclusione di poche aree, il territorio agricolo è totalmente
Ad esclusione di poche aree, il territorio agricolo è totalmente
coltivato in modo intensivo, prevalentemente a cereali. Sono presenti
coltivato in modo intensivo, prevalentemente a cereali. Sono presenti
anche alcuni pioppeti da biomassa.
anche alcuni pioppeti da biomassa.
71
71
73
Il naturale (cioè la parte di territorio non modificata dall’uomo in
epoca recente) è estremamente rarefatto, come accade del resto in
tutta la Padania produttiva dal punto di vista agronomico.

Corso d’acqua di rilievo è il canale Dugale Delmona Vecchia che
attraversa il territorio con andamento Ovest – Est. Inserito per tutto il
suo corso nell’elenco delle acque pubbliche della provincia di
Cremona,
è
considerato
un
elemento
di
rilevanza
paesistico  ambientale. Le scarpate hanno una certa estensione ma
normalmente sono prive di vegetazione, se non in alcuni tratti.
Il Guzzafame, che scorre con andamento NordSud, risulta senza
dubbio migliore sia dal punto di vista della qualità delle acque sia per
quanto riguarda la vegetazione presente sulle sponde.
I vari canali irrigui presenti nel territorio non sempre hanno
mantenuto una dotazione arborea, infatti quando presente è quasi
esclusivamente decidua.
Nelle ripe dei corsi d’acqua e dei fossi, prevalentemente troviamo:
noci, querce, pioppi, platani, robinie, olmi, salici, gelsi, qualche
albero da frutta, sambuco, rovo, biancospino.
Da non sottovalutare, per il loro pregio ambientale e storico alcuni
manufatti idraulici in mattoni, in parte ancora funzionanti.
72
74
        

Tra le aree interessanti troviamo quelle agricole, che presentano
ancora un’orditura riconoscibile e, a lato dei fossi e dei coli, le
alberature tipiche della campagna del cremonese, con presenza di
filari puri o misti (cioè “infestati” da robinia) di: gelsi, farnie, olmi,
platani, noci (soprattutto a San PietroCastel Rozzone), a volte ontani
e salici, etc. . Inoltre, come già anticipato, sono presenti manufatti
idraulici a volte molto interessanti.
Da ricordare, tra i filari di alberi, i due che ornano la comunale tra
Castel Rozzone e San Pietro che creano un bellissimo viale, quasi
senza interruzioni, assolutamente gradevole in ogni stagione.
Le aree agricole meritevoli di tutela e valorizzazione, sono distribuite
un po’ su tutto il territorio.
Quasi tutta la cornice dei confini comunali ha elementi ambientali da
salvaguardare.
Emergono anche le aree che nel tempo sono state oggetto di bonifica
e che tagliano trasversalmente il territorio: una a metà strada tra gli
abitati di San Pietro e Pieve Delmona, l’altra tra San Marino e Ca’
de’ Mari.


La presenza di nutrie (Myocastor coypus) è assai rilevante, come
oramai un po’ ovunque, anche sul territorio del nostro Comune.
73
75
Stanno anche crescendo gli avvistamenti di Gamberi rossi della
Louisiana (Procamburus clarkii).
La presenza di questi animali contribuisce ad alterare le
caratteristiche naturali delle aree agricole e dei corsi d’acqua che per
questo necessitano di essere tutelati e di valorizzati.
Al momento si può solo constatare il fallimento delle azioni finora
compiute di tenere sotto controllo la crescita esponenziale di questi
animali esotici.
È un problema che è presente a tutti i livelli istituzionali ma ancora
non si è trovato un rimedio coordinato ed efficace.
Da registrare il notevole passo avanti costituito dall’avere
giuridicamente definito, con norma nazionale, specie non protetta la
nutria.
La provincia tiene monitorata anche la nutrita popolazione di
cornacchie grigie.
A Sud di San Marino, per qualche settimana si è visto e fotografato
un Ibis sacro con tanto di corteo di guardabuoi.
Purtroppo la sua presenza è un segnale ecologico non proprio
rassicurante, a livello climatico generale.
Gli Aironi sembrano oramai di casa, quasi fossero germani reali.
I gheppi e altri rapaci notturni sono in forte crescita; sono gli uccelli
di taglia piccola che invece sembrano meno numerosi e vari dei
decenni passati.
74
76
La riduzione di siepi ed alberi avvenuta nel tempo potrebbe aiutarci a
trovare una spiegazione a questo fenomeno di impoverimento della
piccola fauna.
      


Le stalle di bovini attive sono tre:
 una a Gadesco con annesso impianto di produzione di biogas/E.E.;
 una a San Pietro;
 una a Cà de’ Frati (Torre nuova).
Gli allevamenti di suini sono tre, tutti nei dintorni di Bagnarolo.
Il numero di animali allevati è, nel complesso, contenuto perché il
vigente Piano di Governo del Territorio, come il precedente Piano
Regolatore Generale, ha posto severi limiti a questa tipologia di
allevamenti, piuttosto invasivi dal punto di vista igienicoolfattivo.
Sempre a Bagnarolo, ma per la gran parte in comune di Vescovato,
ha sede la Prosus, cooperativa di macellazione e trasformazione di
carni e prodotti suinicoli.
Recentemente è stato inaugurato un interessante impianto di
produzione di biogas/E.E.che utilizza, come materia prima, gli scarti
delle lavorazioni dei suini.
L’impianto è ubicato, territorialmente, in comune di Vescovato.
75
77
C’è un allevamento di polli, al servizio dell’industria di
trasformazione “Nostranello San Felice”.
L’allevamento è ubicato tra San Marino e San Pietro, mentre la
lavorazione avviene nello stabilimento sito a Sud della ex S.S. n° 10,
a San Marino.
Alcune parti del territorio sono coltivate a cespuglio di pioppi per
alimentare, con altri prodotti agricoli, anche un impianto di
produzione di E.E. a biomassa, al momento inattivo, ubicato alla
cascina Casello (Prato Muzio).
Sui tetti di alcune barchesse sono stati invece collocati impianti solari
fotovoltaici E.E., almeno parzialmente integrati.
Una parete inclinata di pannelli solari fotovoltaici E.E. è stata
collocata a Nord del Motel “Cuore”, in un contesto produttivo e di
servizi.
Un grosso investimento nell’energia rinnovabile è stato effettuato
con la posa dei pannelli fotovoltaici su quasi tutte le pensiline del
parcheggio del centro commerciale “CremonaDue”.
Vari privati, in area residenziale, hanno posato sui propri tetti
pannelli fotovoltaici E.E. e per la produzione di acqua calda
sanitaria, sia in aderenza alle nuove normative sia per loro libera
scelta.
76
78

Prima di descrivere in breve i vari centri abitati che compongono il
Comune si ricorda nuovamente che Gadesco Pieve Delmona
costituisce un’unica entità solo a partire dal 1928 (si veda a tal
proposito il capitolo iniziale). Inoltre si fa presente al lettore che qui
ritroverà richiami ad alcune informazioni già presentate nella parte
storica (si rimanda quindi a quel capitolo per approfondimenti).

Piccolo nucleo di poche abitazioni, nate negli anni cinquanta e
sessanta, ubicate in linea sulla vecchia provinciale, prima
dell’autostrada A21, a confine con Persico Dosimo. In zona, a Sud
delle abitazioni, è presente anche un distributore di carburanti e poco
più ad Est un insediamento produttivo nato originariamente come
costruzione per un’attività di trasformazione del latte. Di rilievo
l’area boscata a Sud, oltre la provinciale. Si tratta di un ex vivaio che
presenta essenze di un certo interesse.


È articolato su due nuclei, uno a Nord e l’altro a Sud del Dugale
Delmona Vecchia.
È uno dei centri abitati che, nella corsa al recupero ed al riuso, anche
se con calma, sta svolgendo la sua parte.
Negli ultimi vent’anni si sono registrati:
 due Piani di Recupero di un certo impegno volumetrico attuati;
 dieci ristrutturazioni su singoli immobili residenziali;
 una nuova abitazione.
77
79
Ha ancora degli edifici da riusare, non rilevanti né dal punto storico,
né dal punto di vista architettonico ma con una loro dignità
Ha ancora degli edifici da riusare, non rilevanti né dal punto storico,
contestuale.
né
dal anche
puntoparte
di vista
architettonico
con una
loro nelle
dignità
Ospita
degli alloggi
pubblicima
comunali,
ubicati
ex
contestuale.
scuole,
nel nucleo a Sud del Delmona.
Ospita anche parte degli alloggi pubblici comunali, ubicati nelle ex
scuole, nel nucleo a Sud del Delmona.


Ha
ancora viva una buona identificazione tra i suoi abitanti ed il
luogo, una sana vena campanilistica che, impiegata fattivamente, ha
Ha
ancora
viva
una storici
buona inutilizzati.
identificazione tra i suoi abitanti ed il
lasciato
pochi
edifici
luogo,
una
sana vena
che, anche
impiegata
fattivamente,
ha
Ha
visto
nascere,
neglicampanilistica
ultimi trent’anni,
nuove
abitazioni, sia
lasciato
pochi di
edifici
storici inutilizzati.
per
interventi
cooperative,
sia per interventi di imprese e privati.
Ha visto
nascere,
negli
ultimi
trent’anni, anche
nuove abitazioni,
sia
vive alcune attività imprenditoriali,
sia nell’artigianato
sia nel
per interventi di cooperative, sia per interventi di imprese e privati.
commercio.
Ha vive alcune attività imprenditoriali, sia nell’artigianato sia nel
commercio.
Da tempo sono in corso contatti tra la proprietà e l’Amministrazione
Comunale anche per il recupero della bella cascina a NordEst del
Da
tempo
sonounico
in corso
la proprietà
e l’Amministrazione
nucleo
abitato,
casocontatti
di riusotraedilizio
inattuato
di rilievo.
Comunale
anche
per il recupero
della
bellapubblici.
cascina a NordEst del
Anche
a Pieve
Delmona
ci sono vari
alloggi
nucleo abitato, unico caso di riuso edilizio inattuato di rilievo.
Anche
Pieve
ci sono
vari Pieve
alloggiDelmona
pubblici.fosse fortificata,
È noto ache
nel Delmona
quindicesimo
secolo
meno certo è che avesse anche un castello, forse a lato della attuale
È noto che
nel quindicesimo
secolo Pieve Delmona
fortificata,
Chiesa,
vincolata
come bene monumentale,
dedicata fosse
ai santi
Pietro e
meno
certo
è
che
avesse
anche
un
castello,
forse
a
lato
della
attuale
Paolo.
Chiesa, vincolata come bene monumentale, dedicata ai santi Pietro e
Paolo.
Pieve Delmona ha un bel camposanto in lato Sud Est del nucleo
abitato.
Pieve Delmona ha un bel camposanto in lato Sud Est del nucleo
abitato.
78
80
78


È, negli ultimi quarant’anni, sinonimo di attività di allevamento non

bovino,
alcuni
prefabbricati
di vecchia
generazione
inattivi. non
È, negli con
ultimi
quarant’anni,
sinonimo
di attività
di allevamento
Ospita
anche
il
parcheggio
della
Prosus,
cooperativa
di
macellazione
bovino, con alcuni prefabbricati di vecchia generazione inattivi.
È,
negli
ultimi
quarant’anni,
sinonimo
di
attività
di
allevamento
di
suini,
cheil ha
sede, per
le Prosus,
strutturecooperativa
di trasformazione
e non
per
Ospita
anche
parcheggio
della
di macellazione
bovino,
con
alcuni
prefabbricati
di
vecchia
generazione
inattivi.
l’impianto
di ha
biogas,
Comune
di
di suini, che
sede,prevalentemente
per le strutture nel
di contiguo
trasformazione
e per
Ospita anche il parcheggio della Prosus, cooperativa di macellazione
Vescovato.
l’impianto di biogas, prevalentemente nel contiguo Comune di
di
 suini, che ha sede, per le strutture di trasformazione e per
Vescovato.
l’impianto
di biogas, prevalentemente nel contiguo Comune di

Vescovato.

Un po’ come Pieve Delmona, ha cercato di “rimanere vivo”, dal

punto
vista sociale
edilizio. ha cercato di “rimanere vivo”, dal
Un po’di come
Pieve ed
Delmona,
Alcuni
di recupero sono stati fatti, anche
punto di interventi
vista socialeedilizi
ed edilizio.
Un
po’
come
Pieve
Delmona,
ha
cercato
diabitanti.
“rimanere vivo”, dal
recentemente,
facendo
registrare
alcuni
nuovi
Alcuni interventi
edilizi
di recupero
sono
stati fatti, anche
punto
diristorante
vista sociale
ed edilizio.
C’è
un
abbastanza
noto
ed
a
Sud
un’importante
cascina
recentemente, facendo registrare alcuni nuovi abitanti.
Alcuni
interventi
edilizi
di
recupero
sono
stati
fatti,
anche
con
e parco.
C’è chiesetta
un ristorante
abbastanza noto ed a Sud un’importante cascina
recentemente, facendo registrare alcuni nuovi abitanti.
con chiesetta e parco.
C’è
un ristorante abbastanza noto ed a Sud un’importante cascina

con chiesetta e parco.

È stata per decenni “la bella addormentata”, ma da qualche anno ha

“aperto
gli occhi”.
È
stata per
decenni “la bella addormentata”, ma da qualche anno ha
Infatti
recentemente
“aperto gli occhi”. (rispetto ad oggi, 2015) si sono registrate cinque
È
stata per decenni
“la bella concluse,
addormentata”,
ma da qualche anno
ha
ristrutturazioni
felicemente
una nuova
e due
Infatti
recentemente
(rispetto ad oggi, 2015)
si sonoabitazione
registrate cinque
“aperto
gli occhi”.
ristrutturazioni
in
corso, oltreconcluse,
a varie manutenzioni.
ristrutturazioni
felicemente
una nuova abitazione e due
Infatti
recentemente
(rispetto
ad
oggi,della
2015)
si sonosubito
registrate
Certo,
manca
all’appello
il
recupero
cascina
a Sudcinque
della
ristrutturazioni in corso, oltre a varie manutenzioni.
ristrutturazioni
felicemente
concluse,
una
nuova abitazione
e due
via
principale,
ma
un
Bed
and
Breakfast
e
l’apertura
della
bottega
di
Certo, manca all’appello il recupero della cascina subito a Sud della
ristrutturazioni
in
corso,
oltre
a
varie
manutenzioni.
un pittore,
fanno
perBreakfast
il futuro.e l’apertura della bottega di
via
principale,
maben
unsperare
Bed and
Certo, manca all’appello il recupero della cascina subito a Sud della
un pittore, fanno ben sperare per il futuro.
via principale, ma un Bed and Breakfast e l’apertura della bottega di
un pittore, fanno ben sperare per il futuro.
79
79
81
79
Gadesco è il nucleo storico più bello dell’intero Comune ed è anche,
con Ardole San Marino, il nucleo con una storia che viene
Gadesco
è il già
nucleo
storico
bello
dell’intero Comune ed è anche,
riconosciuta
a partire
dalpiù
nono
secolo.
con Ardole San Marino, il nucleo con una storia che viene
riconosciuta
giàpiccolo
a partire
dal nono secolo.
Gadesco
ha un
camposanto
in lato Ovest del nucleo abitato.

Gadesco ha un piccolo camposanto in lato Ovest del nucleo abitato.



Non registra edifici da riusare, fatta salva la cascina in cattivo stato
di manutenzione a Nord Est.
Non
registra edifici
da riusare,
la cascina
in parco
cattivoche,
statoa
Da sottolineare
la bellezza
dellafatta
casasalva
padronale
e del
di
manutenzione
Nord Est.
Sud,
fronteggia laa palestra
comunale.
Da sottolineare la bellezza della casa padronale e del parco che, a
Sud,
fronteggia
palestra comunale.
Ca’ de’
Mari è alacavaliere,
da circa un secolo, di quella che oggi è la
ex SS n° 10.
Ca’ de’ Mari è a cavaliere, da circa un secolo, di quella che oggi è la
ex
SS n°della
10. CremonaMantova, oltre alla piccola cascina storica, è
A Sud
presente il palazzo comunale, bene monumentale, edificato
A Sud della qui,
CremonaMantova,
allaper
piccola
storica, è
volutamente
da poco più di unoltre
secolo
esserecascina
baricentrico.
presente il palazzo comunale, bene monumentale, edificato
volutamente
qui, trovano
da poco ospitalità
più di un secolo
perelementare
essere baricentrico.
A
Ca’ De’ Mari
la scuola
e la palestra
comunali, mentre il campo di calcio con gli spogliatoi è a metà strada
A
Ca’San
De’Marino.
Mari trovano ospitalità la scuola elementare e la palestra
verso
comunali, mentre il campo di calcio con gli spogliatoi è a metà strada
verso
Marino.
VersoSan
Pieve
Delmona sorge il recente cimitero comunale edificato a
varie riprese negli ultimi trent’anni.
Verso Pieve Delmona sorge il recente cimitero comunale edificato a
varie
riprese negli ultimi trent’anni.




80

82
80

È da alcuni decenni la frazione più abitata del comune di Gadesco
Pieve Delmona.
Il suo recente sviluppo è dovuto:
 al fatto di essere la parte abitata più prossima alla città di
Cremona
 alla nascita del centro commerciale “CremonaDue”, che è
cresciuto, negli ultimi trent’anni, in parallelo alla frazione
 in tempi recenti, alla attuazione dell’area produttiva a Sud
della ex SS n° 10 “CremonaMantova”.
Tutto questo ha portato alla saturazione delle aree di completamento
e di espansione, oltre al recupero degli edifici storici.
San Marino ha tra i suoi padri i monaci di Nonantola (Modena).
Della Chiesa si inizia ad avere notizie con la prima metà del
millequattrocento.
L’attuale edificio sacro, dedicato a San Marino, vincolato come bene
monumentale, è frutto di un ampliamento terminato nel 1940.
A San Marino, da alcuni anni, in edifici recenti, sono ubicati i servizi
all’infanzia per l’intero comune: il nido e la scuola materna.
81
83
Si riporta di seguito una poesia, dedicata appunto al paese di San
Marino, scritta in dialetto cremonese.
EL ME PAÈES19

El me paées ’l è piculin
e ’l se ciàma S. Marìin,
e àanca se’l mìia en paées gròs
ve se tròoa en pòo de tӧt.
Gh’è na bèla buteghìna
indùa i vèent pàan, làt, salàm e àanca la farìna.
Gh’è el bechèer e àanca el scarpèer
che cun gràn serietà el fa sòoli e àanca i tàch.
Gh’è la petenèera che cun en cùulp de li so màan
la te fa diventàa bèla in de’nfiaàt.
El me paèes el gh’àa àanca na bèla cezulìna
cun dèen’tàanti Sàant e na bèla Madunìna.
Ma adès el s’è slargàat, de stàa in sӧ’l stradòon se vèt dei gràn palasòon.
Prìma gh’èera dei bèi pràat e quàant sèerum pütèi ghe ’ndìium a giugàa.
Gh’è àanca en balaròt indùa la fèesta i regàs i và a balàa a fròt.
I pàsa cu’i so muturìin e i fa en fracàs che i te fa diventàa màt.
Gh’è el mercàat che quàant te vèet a fàa spèeza ’l è sèemper pieèen
intimàat.
Gh’è na butèega de mijulichèer
che’l vèeent tùunt,bicèer, tegàm, fursìne e cücèer.
El barbèer che’l tùuza i regàas
e’l ghàa àanca la mercerìa
e quàant che và li spùuzi ’l è cuntèent de màt.
Chèst ’l è el me paèes
e àanca sa ‘l è picenìin el me piàas.
‘L è grandiùus e bel el me San Marìin!
19
Tratto da “Poesie in dialetto cremonese” di Anna Catenacci Cauzzi, 2008
82
84
La poesia racconta di un paese che per certi aspetti non c’è più
perché modificatosi nel tempo a causa del progresso tecnologico,
La
poesia
racconta
un paese che ancora
per certi
aspetti
noncon
c’è altri
più
tuttavia
alcune
realtàdi sopravvivono
oggi,
seppur
perché
modificatosi
nel Dal
tempo
a traspare
causa del
progresso
tecnologico,
protagonisti
ovviamente.
testo
l’amore
dell’autrice
per il
tuttavia
alcune
realtà
sopravvivono
ancora
oggi,
seppur
“suo” paese. Il termine “me”, cioè mio, dell’ultima riga con
ci daaltri
la
protagonisti
ovviamente.
Dal
testo
traspare
l’amore
dell’autrice
per
il
dimensione di questo sentimento. È proprio questo amore che
“suo”
paese.
Il
termine
“me”,
cioè
mio,
dell’ultima
riga
ci
da
la
ognuno di noi ha per la propria casa e il paese di origine ( sia esso
dimensione
di questo) sentimento.
proprio
questo amore
che
grande o “picinìin”
che abbiamo Èvoluto
trasmettere
inserendo
ognuno
di noi ha per la propria casa e il paese di origine ( sia esso
questa poesia.
grande
o
“picinìin” ) che abbiamo voluto trasmettere inserendo

questa
poesia.



È un piccolo nucleo abitato affacciato sulla ex SS n° 10, quasi in
confine con il comune di Cremona, quindi nel quadrante Ovest del
È
un piccolo nucleo abitato affacciato sulla ex SS n° 10, quasi in
territorio.
confine
il comune
Cremona,
nel quadrante
del
Di frontecon
a Due
Ponti, dialcuni
edificiquindi
da riusare,
tra cui laOvest
ex casa
territorio.
cantoniera.
Di
frontequesti
a Dueedifici
Ponti, èalcuni
edificila dacostruzione
riusare, tra dell’autostrada
cui la ex casa
Dietro
prevista
cantoniera.
“CremonaMantova”.
Dietro questi edifici è prevista la costruzione dell’autostrada
“CremonaMantova”.
Viabilità
Viabilità


Le nuove strade comunali hanno sempre apposite sedi dedicate ai
percorsi ciclopedonali.
Le nuove
strade
apposite
sedi dedicate
ai
Anche
quasi
tutte comunali
le esistentihanno
stradesempre
comunali
extraurbane
sono state
percorsi
ciclopedonali.
dotate, negli
ultimi anni, di percorsi ciclopedonali in modo da essere
Anche
quasi
tutte le esistenti
strade
praticate in sicurezza
dai pedoni
e daicomunali
ciclisti. extraurbane sono state
dotate, negli ultimi anni, di percorsi ciclopedonali in modo da essere
praticate in sicurezza dai pedoni e dai ciclisti.
83
83
85
Si è realizzata una rete che consente, in tranquillità, l’uso, anche
Si è realizzata
una rete che
consente,
in tranquillità,
ricreativo
della campagna
e delle
sue valenze
ambientali.l’uso, anche
ricreativo
della
campagna
e
delle
sue
valenze
ambientali. urbane.
Sono stati realizzati anche vari tratti di piste ciclopedonali
Sono
stati realizzati
ancheabitati
vari tratti
piste ciclopedonali
ciclopedonali urbane.
Esternamente
ai centri
le dipiste
già attive
Esternamente
ai centri
le piste ciclopedonali già attive
collegano
in sicurezza
gli abitati di:
collegano
in sicurezza
gli abitati di:
 San Marino
con San Pietro
 San Marino con San
Pietro
Ca’ De’
Mari
Marino
De’ Maria Nord Est di Ca’ De’ Mari
 San
Ca’ de’
Maricon
conCa’
il Cimitero
 Ca’
de’ Mari
Cimitero
a Nord
di Ca’ De’ Mari
Il cimitero
di con
Ca’ ilDe’
Mari con
PieveEst
Delmona
Il cimitero
di Ca’ De’ Mari con Pieve Delmona
 Gadesco
con
Gadesco
con Ca’
Mari
 Ca’
de’ Mari
con De’
l’area
produttiva a sud della ex statale n° 10
 Pieve
Ca’ de’
Mari
con
l’area
produttiva
Delmona con Castel
Rozzonea sud della ex statale n° 10
 Pieve Delmona con Castel Rozzone
L’Amministrazione comunale ha inoltre previsto il finanziamento e
L’Amministrazione
ha inoltre
il finanziamento
l’esecuzione, entro comunale
qualche anno,
della previsto
pista ciclopedonale
Castele
l’esecuzione,
qualche
anno, della
pistatratto
ciclopedonale
Castel
Rozzone
– Sanentro
Pietro.
L’esecuzione
di questo
concluderebbe
il
Rozzone
–
San
Pietro.
L’esecuzione
di
questo
tratto
concluderebbe
collegamento, tutto su pista, di San Marino con tutti i centri abitati. il
collegamento, tutto su pista, di San Marino con tutti i centri abitati.


Accanto ai percorsi ciclopedonali “artificiali”, sono presenti alcuni
Accanto più
ai percorsi
ciclopedonali
“artificiali”,
sonoessere
presenti
alcuni
percorsi
propriamente
“ambientali”
che devono
preservati.
percorsi
più
propriamente
“ambientali”
che
devono
essere
preservati.
Essi possono essere realizzati attraverso le strade bianche esistenti,
Essi possono
essere realizzati
le strade
esistenti,
magari
con qualche
piccola attraverso
manutenzione,
con bianche
l’accordo
con i
magari
con
qualche
piccola
manutenzione,
con
l’accordo
con i
frontisti e/o proprietari e con l’apposita segnaletica.
frontisti
e/o proprietari
con l’apposita
segnaletica.
Si indicano
i seguentie percorsi
ambientali,
che interessano buona
Si indicano
i seguenti
ambientali,
che precedentemente:
interessano buona
parte
delle Aree
Agricolepercorsi
Ambientali
già illustrate
parte
delle
Aree
Agricole
Ambientali
già
illustrate
precedentemente:
 Bagnarolo, Guzzafame San Lucio, Ronchi;
 Fienile,
Bagnarolo,
San Dosimo;
Lucio, Ronchi;
SanGuzzafame
Pietro, Persico
SanDe’
Pietro,
Persico Dosimo;
 Fienile,
Corte, Ca’
Farina;
 Corte, Ca’ De’ Farina;
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84
86
 San Marino quadrante Nord Ovest, partendo dalla scuola materna;
 San Marino quadrante Nord Ovest, partendo dalla scuola materna;
 Bulgaro, cascina Pavesi (Cremona).
 Bulgaro, cascina Pavesi (Cremona).
Sono percorsi che già adesso sono utilizzati, in particolare nel fine
Sono percorsi che già adesso sono utilizzati, in particolare nel fine
settimana, da diversi abitanti per una passeggiata.
settimana, da diversi abitanti per una passeggiata.
Da San Lucio, sempre via strade bianche, arrivano anche da
Da San Lucio, sempre via strade bianche, arrivano anche da
Vescovato.
Vescovato.



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Il territorio è servito dalle reti e dagli impianti di acqua potabile,
Il territorio è servito dalle reti e dagli impianti di acqua potabile,
Energia Elettrica, Illuminazione Pubblica, Gas Metano, rete
Energia Elettrica, Illuminazione Pubblica, Gas Metano, rete
telefonica fissa e mobile, internet, telecomunicazioni, fognature,
telefonica fissa e mobile, internet, telecomunicazioni, fognature,
depurazione parziale, ingombranti ecc.:
depurazione parziale, ingombranti ecc.:
 Le stazioni radio base sono ubicate a SudEst dell’abitato di
 Le stazioni radio base sono ubicate a SudEst dell’abitato di
San Marino, nell’area comunale dell’ex depuratore;
San Marino, nell’area comunale dell’ex depuratore;
 La rete di acqua potabile serve tutti i centri abitati del
 La rete di acqua potabile serve tutti i centri abitati del
comune, così come il gas metano e le fognature;
comune, così come il gas metano e le fognature;
 San Marino è già collettato con il depuratore delle acque
 San Marino è già collettato con il depuratore delle acque
reflue del comune di Cremona. Con un recente cantiere tutte
reflue del comune di Cremona. Con un recente cantiere tutte
le frazioni sono state collettate a San Marino e quindi tutte le
le frazioni sono state collettate a San Marino e quindi tutte le
acque nere confluiranno al depuratore di Cremona.
acque nere confluiranno al depuratore di Cremona.
 Non risultano zone non servite da Energia Elettrica e dal
 Non risultano zone non servite da Energia Elettrica e dal
servizio telefonico fisso e mobile;
servizio telefonico fisso e mobile;
 La fibra ottica è disponibile ed in espansione;
 La fibra ottica è disponibile ed in espansione;
 Il Comune ha un’isola ecologica per i rifiuti ingombranti e
 Il Comune ha un’isola ecologica per i rifiuti ingombranti e
per la raccolta differenziata a San Marino.
per la raccolta differenziata a San Marino.
 La raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani avviene con Casalasca
 La raccolta dei Rifiuti Solidi Urbani avviene con Casalasca
Servizi, è differenziata e porta a porta.
Servizi, è differenziata e porta a porta.
85
85
87
Servizi
Servizi
Scuola
Scuola


Nei primi anni 2000, a San Marino, vi era un micronido gestito dalla
parrocchia
con2000,
alcune
volontarie
a un
rotazione,
supportavano
il
Nei primi anni
a San
Marino,che,
vi era
micronido
gestito dalla
lavoro dellecon
educatrici.
Successivamente,
dall’annosupportavano
2006, aperto ile
parrocchia
alcune volontarie
che, a rotazione,
gestito
dalla
Cooperativa
“La
Fenice”,
il
nido
è
stato
trasferito
in Viae
lavoro delle educatrici. Successivamente, dall’anno 2006, aperto
E.
Berlinguer.
Dal 2011 il“La
nidoFenice”,
è gestito
dallaèCooperativa
“IRIDE”.
gestito
dalla Cooperativa
il nido
stato trasferito
in Via
Ad
oggi
(2015),
il
nido
ospita
23
bambini,
con
un
team
composto
da
E. Berlinguer. Dal 2011 il nido è gestito dalla Cooperativa “IRIDE”.
4Adoperatori,
una
figura
di
coordinamento
esterno
e
una
ausiliaria.
oggi (2015), il nido ospita 23 bambini, con un team composto da
L’Asilo
Nidouna
nasce
per mettersi
al servizio esterno
delle giovani
che
4 operatori,
figura
di coordinamento
e unacoppie
ausiliaria.
abitano Nido
nella nasce
zona, per
per mettersi
quelle che
lavorano
nelgiovani
comunecoppie
Gadesco
L’Asilo
al servizio
delle
che
Pieve
Delmona
e
abitano
nei
paesi
limitrofi,
per
quelle
che
scelgono
abitano nella zona, per quelle che lavorano nel comune Gadesco
di
avvalersi
di questo
servizio
realizzato
dal privato
sociale.
Pieve
Delmona
e abitano
nei paesi
limitrofi,
per quelle
che scelgono
I principi
valoriservizio
che ispirano
il dal
progetto
servizio, che
di
avvalersi edi iquesto
realizzato
privatodel
sociale.
caratterizzano
culturache
dei ispirano
servizi della
Cooperativa
nonché
I principi e ilavalori
il progetto
del stessa
servizio,
che
la
sua
conduzione
e
i
rapporti
con
gli
utenti
e
le
loro
famiglie
sono:
caratterizzano la cultura dei servizi della Cooperativa stessa nonché
la sua conduzione e i rapporti con gli utenti e le loro famiglie sono:
 la centralità del minore;
 la
il centralità
rispetto edellaminore;
valorizzazione delle diversità personali,

o religiose
dei minori; delle diversità personali,
 culturali
il rispetto
e la valorizzazione
 culturali
il riconoscimento
dellaminori;
famiglia quale primaria agenzia
o religiose dei
educativa;
 il riconoscimento della famiglia quale primaria agenzia
 educativa;
la flessibilità dell’offerta, come risposta moderna e puntuale
ai bisogni
delle
famiglie dicome
oggi. risposta moderna e puntuale
 la
flessibilità
dell’offerta,
ai bisogni delle famiglie di oggi.
86
86
88
L’asilo
L’asilo nido
nido partecipa
partecipa aa progetti
progetti sul
sul territorio,
territorio, quali
quali l’uscita
l’uscita presso
presso la
la
biblioteca
del
paese
(terzo
anno)
e
al
progetto
continuità
con
biblioteca del paese (terzo anno) e al progetto continuità con la
la
Scuola
dell’Infanzia
di
Gadesco
Pieve
Delmona
Scuola dell’Infanzia di Gadesco Pieve Delmona



Le prime
prime testimonianze
testimonianze riguardanti
riguardanti gli
gli asili
asili d’infanzia
d’infanzia delle
delle frazioni
frazioni
Le
di
Ca’
De’
Quinzani
e
San
Marino
risalgono
al
1903,
quando
di Ca’ De’ Quinzani e San Marino risalgono al 1903, quando gli
gli
abitanti di
di Ca’
Ca’ de’
de’ Quinzani
Quinzani presentarono
presentarono al
al comune
comune di
di Gadesco
Gadesco
abitanti
un’istanza
un’istanza per
per la
la costruzione
costruzione di
di un
un asilo
asilo per
per l’educazione
l’educazione dei
dei bambini
bambini
più
piccoli.
più piccoli.
Nel
Nel 1906
1906 l’amministrazione
l’amministrazione comunale
comunale avvia
avvia la
la pratica
pratica per
per erigere
erigere ii
due
due edifici
edifici scolastici
scolastici con
con l’acquisto
l’acquisto del
del terreno,
terreno, per
per l’asilo
l’asilo di
di
Ca’ de’
de’ Quinzani,
Quinzani, dalla
dalla famiglia
famiglia Resta
Resta Pallavicino.
Pallavicino.
Ca’
Al
Al 1907
1907 risale
risale l’incarico
l’incarico affidato
affidato all’ingegnere
all’ingegnere Soldi
Soldi Matteo
Matteo di
di
redigere ii progetti
progetti di
di costruzione
costruzione degli
degli asili.
asili.
redigere
Con ogni
ogni probabilità,
probabilità, quello
quello per
per la
la frazione
frazione di
di San
San Marino
Marino non
non venne
venne
Con
approvato,
perché
un
secondo
progetto
venne
compilato
approvato, perché un secondo progetto venne compilato
dall’ingegner Luigi
Luigi Pedroni
Pedroni nel
nel 1908.
1908.
dall’ingegner
Tra
Tra il
il 1908
1908 ee il
il 1913
1913 furono
furono eseguite
eseguite le
le aste
aste per
per gli
gli appalti
appalti dei
dei lavori
lavori
avviate le
ee avviate
le pratiche
pratiche per
per la
la concessione
concessione di
di un
un mutuo
mutuo di
di L.
L. 23.000,
23.000,
che
che il
il Comune
Comune aprì
aprì con
con la
la Cassa
Cassa Depositi
Depositi ee Prestiti,
Prestiti, autorizzato
autorizzato con
con
Regio
Decreto
del
29
dicembre
1910.
Regio Decreto del 29 dicembre 1910.
Tuttavia tale
tale prestito
prestito non
non fu
fu sufficiente
sufficiente aa coprire
coprire le
le spese
spese di
di
Tuttavia
realizzazione
delle
opere.
Il
Comune
si
trovò
nella
necessità
di
realizzazione delle opere. Il Comune si trovò nella necessità di
chiedere
chiedere un
un mutuo
mutuo suppletivo,
suppletivo, sempre
sempre alla
alla Cassa
Cassa Depositi
Depositi ee Prestiti,
Prestiti,
di L.
L. 7.000
7.000 autorizzato,
autorizzato, anch'esso,
anch'esso, da
da un
un Regio
Regio Decreto.
Decreto.
di
87
87
89
Non si è potuti individuare la data certa di apertura e funzionamento
degli asili poiché le informazioni recuperate sono generiche e poco
precise: nel settembre del 1911 un ingegnere del Genio civile di
Cremona compì visitò due fabbricati e nello stesso anno il Consiglio
Comunale definì le norme per l’apertura degli edifici scolastici,
forse perché già completati? È solo un’ipotesi.
Entrambi gli asili erano amministrati dal Comune che provvedeva ad
ogni necessità: dall’acquisto di materiale didattico alla manutenzione
delle aule e degli edifici. Le maestre, definite istitutrici, venivano
nominate attraverso un concorso pubblico, così come il personale
ausiliario.
Lo scopo di tali istituzioni era quello di accogliere e tutelare le
bambine e i bambini dai tre ai sei anni di età. Nel caso
appartenessero a famiglie povere l’assistenza era gratuita, se invece
appartenevano a famiglie non povere allora era necessario il
pagamento di una retta mensile, il cui ammontare veniva stabilito
annualmente dalla Giunta Comunale.
A questa era demandato anche il calendario scolastico, generalmente
dal 15 febbraio al 10 novembre.
Negli anni 90 venne emanata una legge di riforma per scuola ed asili
che prevedeva il passaggio della gestione dai comuni allo Stato. Nel
caso di Gadesco Pieve Delmona, gli asili sono tutt’ora amministrati
dal comune nel rispetto della normativa vigente.






88
90


Fino al 2007, le scuole dell’infanzia erano separate, una a San
Marino e l’altra a Pieve Delmona.
Dal 2007 in poi, a seguito dell’ampliamento della zona industriale, le
due sedi sono state accorpate in un’unica struttura a San Marino
(in Via E. Berlinguer) che ospita un gruppo multiculturale di circa
settanta bambini provenienti dalle diverse frazioni del comune.
La scuola è strutturata su un unico piano ed è suddivisa in tre sezioni,
ha ambienti molto luminosi che si affacciano su un grandissimo
giardino che, nelle giornate calde, permette ai più piccoli di giocare
all’aria aperta.
La struttura ospita al suo interno la sala mensa con la cucina.

A partire dall’anno 1982 le scuole elementari di Pieve Delmona e
San Marino sono state accorpate nell’attuale struttura situata a
Ca’ De Mari in Via Roma.
La scuola ospita circa un centinaio di bambini di etnie diverse
(oltre ad italiani troviamo albanesi, indiani, marocchini, cinesi,
macedoni, thailandesi) che risiedono nelle frazioni o nei paesi
limitrofi al Comune. Anche in questo caso l’edificio è realizzato su
un unico piano e al suo interno è suddiviso in ambienti strutturati,
finalizzati ad attività diverse: le cinque classi curricolari, un
laboratorio d’informatica, un’aula con LIM, la sala mensa con cucina
interna. Anche qui è presente un grande giardino che circonda la
scuola e che permette ai bambini di svolgere anche lezioni all’aria
aperta. Ogni classe è dotata di lavagna LIM, PC e rete WIFI. Oltre
allo studio della lingua inglese come materia trasversale già della
89
91
classe prima e allo studio di uno strumento dalla classe terza
(l’Istituto Comprensivo di cui fa parte è ad indirizzo musicale), la
scuola offre anche il servizio di prescuola e doposcuola.
Il curricolo è integrato da progetti educativi e didattici che
caratterizzano il POF di ogni scuola.
La scuola per l’infanzia e la primaria sono provviste di un servizio di
trasporto con lo scuolabus, sia al mattino sia al termine delle lezioni.
Il Comune, inoltre, mette a disposizione il servizio di scuolabus
anche per le uscite didattiche o per eventuali partecipazioni ad eventi
sul territorio (nido, infanzia e primaria).
Biblioteca
 Storia
La Biblioteca Comunale di Gadesco Pieve Delmona viene
istituita nell’anno 1963 con deliberazione del Consiglio
Comunale n. 40 in data 18/10/1963.
Al progetto si dà avvio a seguito di una nota della Biblioteca
Statale di Cremona e di una successiva segnalazione della
Prefettura di Cremona in ordine alla istituzione di una
biblioteca comunale nei Comuni con oltre 1000 abitanti,
secondo il piano disposto dal Ministero della Pubblica
Istruzione, il quale contribuisce donando gli arredamenti
necessari ed un certo numero di pubblicazioni, nonché
l’indispensabile attrezzatura.
Nel corso degli anni la sede della Biblioteca è cambiata
diverse volte fino alla sede attuale, in frazione San Marino, al
primo piano dell’edificio che ospita, l’ambulatorio medico, il
centro civico “Tinelli” ed il centro anziani.
90
92
Inizialmente la biblioteca occupava metà del primo piano di
tale edificio, successivamente vi è stato riservato l’intero
piano. Ciò ha permesso di realizzare un’apposita area di
lettura per i bambini oltre che ovviamente ingrandire lo
spazio a disposizione e quindi aumentare l’offerta libraria.
Fino all’anno 1980, l’apertura della biblioteca comunale era
affidata a personale volontario; successivamente, nel 1981, il
Comune di Gadesco Pieve Delmona bandì un concorso
pubblico per l’assunzione di un dipendente nel ruolo di
“bibliotecario”.
Il fatto di disporre di personale di ruolo, oltre che di un
patrimonio librario di 3000 volumi e di un orario di apertura
settimanale di almeno 12 ore, garantisce alla biblioteca
l’accesso a contributi regionali per l’incremento delle
raccolte. Ciò permette di migliorare ulteriormente il servizio
offerto ai cittadini.
La successiva adesione della biblioteca al Sistema
Bibliotecario Casalasco, ampliatosi, in seguito, in Sistema
Bibliotecario Casalasco e Cremasco, consentì di inserirsi in
un contesto organizzativo più ampio di quello locale. Ciò
permise, attraverso un interprestito librario, di aumentare
notevolmente i prestiti che raggiungono ora livelli molto
apprezzabili.
A
ciò
si
aggiunga
la
particolare
attenzione
dell’Amministrazione Comunale al settore CULTURA –
BIBLIOTECA che impegnò, soprattutto a partire dal 1995 in
poi, considerevoli risorse di bilancio, finalizzate
all’incremento del patrimonio documentario, alla
promozione della lettura e ad una serie di attività culturali di
diverso genere.
91
93
La svolta decisiva per l’aumento esponenziale dei prestiti
librari fu determinata dall’introduzione, circa una decina di
anni fa, del sistema operativo OPAC (Online Public Access
Catalogue), finanziato dalla Provincia di Cremona. Esso
permette l’accesso ad un catalogo informatico collettivo per
la gestione della ricerca bibliografica e dei prestiti locali ed
interbibliotecari tra tutte le biblioteche della Provincia di
Cremona.
Da segnalare, infine, che, a supporto del responsabile della
biblioteca per garantire più ampie aperture al pubblico, dal
1995 circa, si sono avvicendati, prima gli obiettori di
coscienza e successivamente i volontari di servizio civile.
 Servizi
La biblioteca comunale di Gadesco Pieve Delmona
fornisce i seguenti servizi:
 Prestito materiale documentario (stampati e
multimedia):
 Attività di promozione alla lettura rivolte a bambini e
ragazzi in collaborazione con le scuole del territorio.
 Iniziative ed eventi culturali (mostre, proiezioni, corsi,
conferenze)
 Progetto “Nati per leggere” rivolto ai bimbi in età
prescolare ed ai loro genitori.
 Servizio di fotocopiatura
92
94
Si riportano inoltre, nella seguente tabella alcuni dati
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e multimediale.
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comune comeperil lonostro,
biblioteca
è
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realtà
fondamentale per lo sviluppo culturale e sociale dell’intera
comunità.
fondamentale per lo sviluppo culturale e sociale dell’intera
comunità.
comunità.
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1987
1989
1987
1991
1989
1993
1991
1995
1993
1997
1995
1999
1997
2001
1999
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2009
2007
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2011
2013
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2003
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2007
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2009
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Dalla tabella emerge ancora una volta il notevole impegno
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delle
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anni hanno investito sempre più risorse nella biblioteca e in
ambito
culturale.
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culturale.sempre più risorse nella biblioteca e in
ambito culturale.
93
93
93
95
-
Si deve tener presente che, dal 2004, sono notevolmente
aumentati i prestiti di materiale multimediale che, nel corso
dei 10 anni, sono passati da circa 300 a più di 600 all’anno.
Questo dato è, pertanto, da aggiungere ai prestiti indicati
nella tabella che si riferiscono solo ai prestiti librari.
-
La consistenza del patrimonio tiene conto degli scarti che,
quasi annualmente, vengono effettuati.
In modo particolare, in occasione dell’inserimento dei nostri
dati nel catalogo collettivo, è stata eseguita una revisione
completa del patrimonio che ha comportato uno scarto di
volumi di circa 600 unità.
 Premio letterario “Filippo Ivaldi”
Un ulteriore aspetto legato alla realtà della biblioteca è il
premio letterario “Filippo Ivaldi” indetto dal nostro Comune
in ricordo dell’omonimo professore che ha dato tanto alla
nostra comunità svolgendo il suo lavoro in modo serio,
professionale e soprattutto dedicandovi tutto se stesso.
Il concorso è stato istituito nel 2000 (anche se la prima
edizione si è svolta l’anno successivo) e viene riproposto
circa ogni 2 anni. È stato possibile realizzarlo grazie ad un
lascito della famiglia Ivaldi.
Per partecipare è necessario essere maggiorenni e presentare
un breve racconto inedito che abbia per argomento un
determinato tema scelto dalla commissione cultura del nostro
Comune. Inoltre è richiesta una piccola quota di iscrizione.
I primi tre classificati ottengono un premio in denaro e la
pubblicazione del loro racconto.
94
96
Riportiamo di seguito il titolo (cioè il tema del concorso) e i
primi classificati delle precedenti edizioni:
Riportiamo di seguito il titolo (cioè il tema del concorso) e i
primi classificati delle precedenti edizioni:
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IL POSTO DEGLI AIRONI di Luca Bianchedi –
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MIR I DOBRO di Fiorella Borin  Venezia
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LO SCRIVANO di Fiorella Borin – Venezia
LO SCRIVANO di Fiorella Borin – Venezia
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BASTONI DI NUVOLE di Luca Zini – Gadesco Pieve
Delmona DI NUVOLE di Luca Zini – Gadesco Pieve
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Delmona
Come si evince da quanto riportato sopra, il concorso attira
partecipanti
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Come si evince
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Questo
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partecipanti da tutta Italia e in alcuni casi anche dall’estero.
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volerlo.
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dimostra
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comune come il
nostro può farsi grande, basta solo volerlo.
95
95
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Volontariato
“AUSER”
Auser è una associazione di e di ,
impegnata nel favorire l’ degli anziani e a far
crescere il ruolo dei senior nella società.
Si propone di:
ogni forma di esclusione sociale;
Migliorare la della vita;
Diffondere la cultura e la pratica della  e della
;
 Valorizzare l’, le capacità, la creatività e le idee
degli anziani;
 Sviluppare i rapporti di  e scambio con le
generazioni più giovani.



La proposta associativa di Auser è rivolta in maniera prioritaria agli
, ma è aperta alle     
.
Auser in Italia è stata costituita nel 1989 dalla Cgil e dal Sindacato
dei pensionati SpiCgil.
Nel nostro Comune nasce, invece, nel 2005, con lo scopo di dare
aiuto alle persone che hanno bisogno di solidarietà e di
socializzazione.
In convenzione con l’Amministrazione comunale si vuole creare
un’attività di volontariato sociale, a favore delle persone fragili della
comunità.
Il primo presidente fu Anna Maria Lucarini, mentre quello attuale
(cioè nel 2015) è Adriano Cavana.
96
98
Nel 2005 contava 110 iscritti, mentre nel 2013 il numero dei soci
iscritti è salito a 235. Ci sono, inoltre, 26 volontari (13 per trasporti
sociali,
5 per
apertura
5 per
apertura
ecocentro
e 5
Nel
2005
contava
110centro
iscritti,civico,
mentre
nel 2013
il numero
dei soci
per
accompagnamento
sullo
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iscritti è salito a 235. Ci sono, inoltre, 26 volontari (13 per trasporti
Anche
annuo civico,
di ore5 dedicate
al ecocentro
volontariato
sociali, 5l’ammontare
per apertura centro
per apertura
e 5è in
crescita (nel 2013: ore totali di volontariato sociale svolte per servizi
per accompagnamento sullo scuolabus).
alla persona n. 3.567  ore totali di volontariato civico svolte per
Anche
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annuo
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comunità n.
586 –dioreore
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n. 586). sociale svolte per servizi
alla persona n. 3.567  ore totali di volontariato civico svolte per
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alla comunità
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di volontariato
civico svolte
I volontari
sul nostron. territorio
occupano
dello svolgimento
di
per
manifestazioni
e
tempo
libero
n.
586).
molte attività: trasporti per dialisi, visite e terapie, recapito di
farmaci, servizi alla comunità come l’apertura dell’ecocentro e
Il’accompagnamento
volontari sul nostro
territorio
si occupano
delloconsvolgimento
di
sullo
scuolabus,
servizi civici
l’apertura del
molte
attività:
trasporti
per
dialisi,
visite
e
terapie,
recapito
centro civico e l’organizzazione di serate estive, manifestazioni die
farmaci,
servizi alla comunità come l’apertura dell’ecocentro e
gite.
l’accompagnamento sullo scuolabus, servizi civici con l’apertura del
centroscelta
civico
e cambia
l’organizzazione
Una
che
la vita di serate estive, manifestazioni e
gite.
In questa sezione abbiamo voluto riportare alcune testimonianze dei
Una sceltae che
volontari
di cambia
coloro la
chevita
hanno beneficiato dei vari servizi:
direttamente a causa di problemi di salute o indirettamente perché
In
questadisezione
voluto
riportare
alcune
testimonianze
parenti
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che hanno
usufruito
delle
prestazioni
offerte dei
da
volontari
e
di
coloro
che
hanno
beneficiato
dei
vari
servizi:
Auser. Ciò è stato inserito in questo lavoro al fine di evidenziare
direttamente
causa
di problemi
salute o eindirettamente
perché
quanto l’operaa del
volontariato
sia di
importante
possa arricchire
tutti
parenti
di
persone
che
hanno
usufruito
delle
prestazioni
offerte
da
coloro che vi prendono parte.
Auser. Ciò è stato inserito in questo lavoro al fine di evidenziare
quanto l’opera del volontariato sia importante e possa arricchire tutti
coloro
Mirelva
Guido

cheevi
prendono
parte.
Mirelva e Guido sono due volontari nonché membri fondatori di
Auser
Mirelva
Guido di Gadesco Pieve Delmona.
nel ecomune
Mirelva e Guido sono due volontari nonché membri fondatori di
Auser nel comune di Gadesco Pieve Delmona.
97
97
99
“La nostra esperienza in Auser è iniziata più di dieci anni fa. Ci fu
proposto di partecipare ad un incontro organizzato dalla Signora
Lucarini Annamaria, che conoscevamo da tempo, ma non sapevamo
esattamente di cosa si trattasse. Ci trovammo in una decina di
persone ed Annamaria iniziò ad esporre l’idea di far nascere anche
nel nostro Comune una sede Auser. Ci spiegò che si trattava di
iniziare un percorso di aiuto semplice, senza particolari necessità di
specializzazione, solo per dare un punto di riferimento ed appoggio
per le necessità meno gravi delle famiglie.
Affrontare, per esempio, una fisioterapia di un famigliare,
prolungata nel tempo, può rappresentare un vero problema, là dove i
parenti lavorano o non possono guidare.
Così, in una decina di persone soltanto, abbiamo fondato Auser ed
iniziato l'esperienza.
Il Comune ci fornì l'automobile e ci propose una convenzione per il
trasporto degli anziani, ogni mattina, presso il Centro Diurno di
Vescovato.
Con l'automobile iniziò anche il trasporto per esami e fisioterapie.
Negli anni i servizi Auser si sono ampliati e grazie alla guida di
Laura e successivamente di Adriano Cavana, siamo riusciti ad
acquistare un mezzo attrezzato per il trasporto disabili in carrozzina,
i volontari sono aumentati e molte persone ci hanno confermato il
loro sostegno ed aiuto.
Possiamo dire che questa esperienza ci ha permesso di capire che in
ogni casa ci può essere un problema e che non sempre i problemi si
possono risolvere autonomamente. Siamo lieti di aiutare, anche se
la nostra azione ha certamente dei limiti che non devono mai
oltrepassare ciò che di base spetta di dovere alle famiglie e alle
Istituzioni preposte.
Dopo questi anni di impegno in Auser, possiamo affermare che si
tratta di un’esperienza positiva che umanamente lascia molto.
98
100
Accompagnare le persone in un momento difficile della vita e
condividere i momenti critici è per noi importante, così come donare
gratuitamente un po’ del tempo libero per le necessità collettive ci fa
sentire cittadini più consapevoli.
Ci piace dedicare il nostro impegno oltre che all’aiuto per la salute
del corpo, anche ad attività più legate alla socializzazione come una
gita fuori porta o una festa in paese, così da offrire alle persone
occasioni di incontro e di allegria.
Quando abbiamo iniziato il nostro impegno in Auser non eravamo
certi di riuscire a continuare per così tanto tempo, soprattutto a
causa degli impegni lavorativi. Tuttavia ci siamo resi conto che si
tratta di un impegno organizzato che rispetta il tempo che ognuno
può dare, per questo è stato possibile continuare sino ad oggi
nonostante gli obblighi lavorativi privati.
Alcuni volontari invece sono già in pensione ed hanno deciso di
ritagliare un po’ di tempo per la collettività, tra i loro compiti di
nonni, gli hobby ed il legittimo desiderio di libertà dopo una vita di
lavoro.
Abbiamo partecipato alla
fondazione di Auser perché è
un’associazione aperta a tutti coloro che vogliano donare
gratuitamente un po’ del loro tempo al bisogno degli altri, nel
rispetto di uno Statuto, aderente pienamente ai valori fondanti della
nostra Repubblica.
Siamo consapevoli che ognuno ha il proprio carattere, le proprie
paure e debolezze, ma tutti prima o poi possiamo avere bisogno del
prossimo e superando le nostre paure ci accorgeremo che aiutare ed
essere aiutati è nella nostra natura umana e non è poi così difficile.
È con questo spirito che continueremo a dare il nostro contributo
finche ci sarà possibile.”
99
101
 Bianca Cauzzi 
Bianca è una residente del comune che ha usufruito indirettamente
dei servizi di Auser in quanto figlia della signora Anna Catenacci
Cauzzi la quale ha beneficiato delle prestazioni offerte
dall’associazione.
“Sono residente a S. Marino dalla nascita e vorrei portare la mia
testimonianza a favore dell’associazione Auser che opera già da
parecchi anni nel mio paese. Mia mamma è anziana e fatica a
camminare pertanto è costretta ad utilizzare gli ausili necessari. In
più occasioni mi sono rivolta all’Auser per gli spostamenti dovuti a
visite e controlli medici. Ho sempre trovato grande disponibilità ed
attenzione da parte dell’associazione onlus che si avvale di volontari
puntuali ed efficienti. Posso affermare che l’Auser del nostro
Comune funziona molto bene, offrendo un ottimo servizio ai cittadini
che altrimenti si troverebbero in difficoltà per gli spostamenti anche
e soprattutto se in carrozzina. Ogni volontario, donando un po’ del
suo tempo, lascia sempre qualcosa di sé nell’eseguire il servizio e
testimonia quanto il tempo dedicato alle persone più bisognose sia
utile e prezioso. Non posso che ringraziare l’Auser che ritengo abbia
soddisfatto pienamente le mie esigenze, dandomi non solo un aiuto
pratico ma anche morale grazie alla bontà di cuore dei suoi
volontari.”
Nel ringraziare queste persone per la loro testimonianza si coglie
l’occasione per ringraziare anche i volontari che ogni giorno aiutano
chi ha bisogno e per ricordare a tutti che basta veramente poco per
“fare del bene”.
100
102
“AIUTIAMOLI A VIVERE”
La fondazione Onlus Aiutiamoli a Vivere nacque a Terni nel 1992
con lo scopo di incoraggiare ogni iniziativa volta a sensibilizzare
l’opinione pubblica circa le emergenze locali e quelle dei paesi
dell’Est europeo e in via di sviluppo (Africa, Asia, America centro
meridionale). Il principio di base è la cooperazione tra questi stati,
l’Italia, la Comunità Europea e le altre potenze industrializzate.
In seguito al disastro di Cernobyl del 26 aprile 1986, nacque la
necessità di aiutare la persone che in Bielorussia furono colpite da
tale evento.
Nel 1991 venne organizzato l’evento sportivo “Ovest  Est: due ruote
per la pace” al fine di unire attraverso lo sport due mondi così
distanti (Est e Ovest dell’Europa divisi sino al 1989 dal muro di
Berlino). In seguito tale iniziativa si trasformò in vero e proprio
evento di solidarietà che portò all’accoglienza dei bambini Bielorussi
presso le famiglie italiane.
Questo permise (e permette tutt’ora) a tali bambini di migliorare la
loro vita non solo dal punto di vista medico ma anche sotto il profilo
umano.
Oggi l’associazione Aiutiamoli a Vivere conta più di 250 comitati in
tutta Italia (uno dei quali è presente nel nostro Comune di Gadesco
Pieve Delmona), associa oltre 6000 famiglie e accoglie circa 3500
bambini.
Oltre all’accoglienza la fondazione si occupa anche di altri ambiti
come l’educazione e il sostegno.
Oggi la fondazione si sta operando per diventare una organizzazione
non governativa in modo da ottenere più risorse al fine di aiutare
sempre più persone nei paesi poveri.
101
103
Anche nel nostro Comune (come già detto) è presente dal 1995 un
comitato della fondazione Aiutiamoli a Vivere. A partire dall’anno
successivo è iniziata l’accoglienza dei bambini Bielorussi di età
compresa fra i 7 e i 12 anni. Questi, normalmente nel mese di
Maggio, vengono in Italia accompagnati da una maestra e da
un’interprete. Hanno la possibilità di frequentare la scuola
elementare a Ca’ De’ Mari in quanto la direzione didattica mette a
disposizione i locali e il Comune i buoni pasto e il trasporto con il
pulmino.
I bambini vengono ospitati, per tre anni consecutivi, da famiglie di
questo Comune o altri limitrofi per 4 o 5 settimane. Tale periodo è
chiamato “soggiorno terapeutico” in quanto respirare aria meno
inquinata e alimentarsi con cibi più genuini permette loro di ridurre
in modo considerevole le sostanze radioattive assorbite.
Durante la loro permanenza vengono organizzate gite, giochi, feste e
soprattutto contatti con i bambini italiani con i quali stabiliscono un
rapporto di amicizia che si protrae nel tempo.
Anche il comitato del nostro Comune collabora con la sede nazionale
di Terni per aiutare la Bielorussia (istituti, scuole, ospedali, adozioni
di studenti universitari) e i bambini di altri paesi del Sud del Mondo
come Africa e Sud America.
Quest’anno (2015), con grande soddisfazione, si è raggiunto il 20°
anno consecutivo di accoglimento di bambini Bielorussi.
L’attività svolta dal comitato del nostro Comune ci rende partecipi di
qualcosa di più grande e ancora una volta ci fa capire che aiutare il
prossimo “fa bene” perché arricchisce la nostra vita e ci rende
persone migliori.
Un doveroso grazie a tutti coloro che fanno parte di tale comitato e si
prodigano ogni giorno per aiutare chi è meno fortunato di noi. In
fondo siamo tutti uguali, solo che alcuni hanno avuto la fortuna di
102
104
nascere in paesi sviluppati, mentre ad altri è toccata una sorte ben
peggiore. È solo questo che ci rende “diversi” ed è solamente grazie
ad associazioni come Aiutiamoli a Vivere che possiamo colmare
questa apparente “disuguaglianza”.
Parte tre (curiosità e notizie )
L’azienda casearia P.L.A.C.
Riportiamo di seguito una breve cronistoria della nascita della
società casearia PLAC (Produttori Latte Associati Cremona),
importante realtà industriale del cremonese sita oggi in località
Persico Dosimo ma inizialmente nata proprio nel comune di Gadesco
Pieve Delmona.
La fase iniziale: nasce la società ANONIMA COOPERATIVA
PRODUTTORI di Grontardo  Pieve Delmona.
Negli anni ’30 del secolo scorso il settore caseario attraversava un
periodo di grave crisi tanto che molti piccoli produttori erano
costretti a vendere il proprio latte a prezzi di gran lunga inferiori a
quelli di produzione.
In questo clima alcuni proprietari agricoli del nostro territorio
decisero di dar vita ad una cooperativa in modo tale da far fronte
(unendo appunto le forze) alla grave situazione di crisi.
Così, 19 ottobre del 1933, nel saloneteatro di Pieve Delmona si
gettarono le basi per quella che sarebbe diventata l’odierna P.L.A.C.;
si riporta di seguito un passo dell’atto costitutivo:
“Con la presente privata scrittura i sottoscritti prendono formale
impegno di non trattare il latte individualmente e nominano per le
trattative di vendita del latte nelle proprie stalle dal prossimo
103
105
S. Martino una commissione nelle persone dei signori: Carlo
Mainardi, Ferdinando Arcari, Geremia Bellingeri, Palmiro
Fieschi.” 20
Al termine della riunione 19 agricoltori avevano firmato il
documento. La loro provenienza geografica era ben definita e
limitata al territorio del comune di Grontardo ed alla frazione di
Pieve Delmona, due ambiti notoriamente contigui ed affini;
nell’occasione emergeva, in maniera netta, la frattura fra le due
componenti del nuovo comune di Gadesco  Pieve Delmona appena
costituito. Nessun agricoltore dell’ex comune di Gadesco
partecipava, infatti, alla nuova associazione.
Nell’elenco dei soci affiliati si evidenziava la presenza di tre
agricoltori residenti in altre località (Cà dè Stefani, Malagnino,
Cremona) ma proprietari di aziende agricole poste nei due comuni
appena ricordati.
La costituzione della nuova cooperativa finiva per modificare
ovviamente anche i contratti di consegna del latte esistenti fino a
quel momento. La gran parte degli agricoltori di Pieve Delmona si
appoggiava, infatti, al vicino caseificio di S. Pietro, mentre quelli di
Grontardo indirizzavano il loro prodotto presso il casello posto nella
cascina Palazzo di Levata.
Domenica 29 ottobre 1933 di nuovo nel saloneteatro di Pieve
Delmona, si svolse una riunione per la discussione (e l’approvazione)
dello statuto e la nomina delle cariche sociali.
La carica di presidente venne ricoperta da Ferdinando Arcari
affiancato, nel ruolo di segretario, da Francesco Duchi; i restanti
membri del consiglio di amministrazione furono: Carlo Mainardi,
Palmiro Fieschi e Geremia Bellingeri. Questi cinque componenti
disponevano di oltre il 50% del totale delle vacche che costituivano
20
Atto costitutivo conservato presso l’archivio storico della P.L.A.C. , 1933
104
106
l’intero patrimonio zootecnico dei soci conferenti. Il profilo tecnico
l’intero patrimonio
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Pieve
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La necessità
di individuare un caseificio funzionale all’eventuale
La necessità didel
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trasformazione
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della nuova società ad indirizzare l’attenzione sulla struttura
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1936: nasce la P.L.A.C.
1936: nasce la P.L.A.C.
Il 1936 costituì l’anno decisivo per le sorti dalla Latteria sorta
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Le difficoltà in cui si trovava il settore della trasformazione del latte
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inizio.
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105
105
107
1926: a Gadesco arriva l’illuminazione pubblica
In data 08/01/1923 la Società Elettrica
Bresciana
rispose
all’Amministrazione
Comunale con una nota nella quale si
dichiarava disposta ad estendere all’abitato di
Gadesco, Ca’ De’ Mari, San Marino e Ca’ De’
Quinzani le linee per la distribuzione
dell’energia elettrica.
Il Comune di Gadesco, nella persona del Commissario prefettizio
Andrea Antonioli, in data 2 febbraio 1923, stipulò, con la Società
Elettrica Bresciana, Filiale di Cremona, una convenzione con la
quale la società si obbligava a costruire entro 12 mesi un impianto
per la distribuzione dell’energia elettrica nel Comune di Gadesco e
precisamente nel capoluogo e nelle frazioni di Ca’ De’ Mari, San
Marino e Ca’ de’ Quinzani. L’impianto consisté nella linea a 6500
Volts Carpaneta  Dosimo  Gadesco.
Il Comune di Gadesco si obbligava a versare alla Società Elettrica
Bresciana, a titolo di compartecipazione nella spesa dell’impianto e,
a fondo perduto, la somma di lire 45.000 senza che tale versamento
gli possa dar diritto alla proprietà anche parziale dell’impianto che
rimarrà di esclusiva proprietà della Società Elettrica Bresciana.
Il Comune di Gadesco, per far fronte al progetto di installazione
dell’impianto di derivazione dell’energia elettrica per l’illuminazione
pubblica, dovette sottoscrivere un mutuo di lire 40.000 con il Credito
Commerciale di Cremona purché garantito da persone solvibili,
ovvero l’Ing. Remo Lanfranchi, Cavalcabò nobile ingegnere
106
108
Giovanni, Attilio Guarneri, Luigi De Micheli, Ghisleri Alessandro,
Luigi Balestreri, Iazzi Francesco, Gazzina Edoardo.
La Cassa di Risparmio delle Province Lombarde di Milano rispose di
non poter concedere un mutuo di lire 40.000 poiché le norme che
disciplinavano la destinazione dell’Opera Pia Fondo della
Beneficenza riservavano il beneficio dei mutui ai Comuni per
provvedere all’esecuzione di opere obbligatorie di utilità pubblica
interessanti l’igiene, la viabilità e l’istruzione elementare.
Il 14 dicembre 1923 la Banca Popolare di Cremona concesse al
Comune un prestito di lire 46.000 al tasso del 6% da restituire in 10
anni, per la realizzazione dei lavori.
La Società Elettrica Bresciana presentò il preventivo di spesa per la
messa in opera dei lavori per un totale di lire 103.700, dalla quale
somma vennero dedotte lire 16.500 quale quota parte di linea ad alta
tensione per Pieve Delmona. La spesa a carico del comune di
Gadesco è di lire 87.200.
L’Amministrazione Comunale, con deliberazione del Consiglio del
15/03/1925, approvò il contratto per la fornitura dell’energia elettrica
per la pubblica illuminazione con la Società Elettrica Bresciana, della
durata di tre anni, a partire dal 1° gennaio 1925.
……….e luce fu !
107
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La tramvia a vapore Cremona - Ostiano
La tramvia a vapore Cremona - Ostiano
Il  il Consiglio Comunale di Pieve Delmona deliberò
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1887
il ConIl  il Consiglio Comunale diilPieve
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22 febbraio 1891 il
Consiglio
Comunale
Il 22 febbraio
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deliberò di rigettare la proposta del Sindaco
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Cremona
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Comunale
Il 22 febbraio
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avvenute interruzioni di servizio e per l’inadempimento degli
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impegni
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La Prefettura invitò il Sindaco di Cremona a riunire i Sindaci
interessati
e invitò
i rappresentanti
Società
per irisolvere
La Prefettura
il Sindaco didella
Cremona
a riunire
Sindaci
amichevolmente
dissidio. Le questioni
furono vagliate
da tre
interessati e iil rappresentanti
della Società
per risolvere
arbitri:
Podestà Francesco,
Zanellivagliate
Bernardo.
il dissidio.Fezzi
Le Giuseppe
questioni efurono
amichevolmente
da Si
tre
dispose
che
la
decisione
sarebbe
stata
inappellabile.
arbitri: Podestà Francesco, Fezzi Giuseppe e Zanelli Bernardo. Si
dispose che la decisione sarebbe stata inappellabile.
Successivamente al versamento della quota di lire 2.500 venne dato
incarico
alla Giunta
Municipale
di quota
effettuare
di lire detto
2.500 pagamento
Successivamente
al versamento
della
venne dato
quando
completati
i lavori editrascorsi
tre mesi
collaudo
incaricoverranno
alla Giunta
Municipale
effettuare
dettodalpagamento
della
stessa.
quando verranno completati i lavori e trascorsi tre mesi dal collaudo
della stessa.
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Bibliografia
 “Storia del Comune di Gadesco Pieve Delmona” – I.C.A.
Cremona
 “Rivista di Storia e di Araldica”, vol. 2 – Paganini Editore
 “Le origini di una grande storia, analisi della nascita di una
cooperativa di successo” di Fabrizio Superti – S.N., 2013
 “Pietre della memoria : i caduti cremonesi nella Resistenza
(19431945) : cippi, lapidi, monumenti” a cura di Giuseppe
Azzoni – Ediz. ANPIANPC, 2010
 “Poesie in dialetto Cremonese” di Anna Cauzzi Catenacci
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Finito di stampare nel mese di dicembre 2015
presso Service Lito, Persico Dosimo (CR)
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Con il contributo di
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Scarica

un piccolo “grande” - Comune di Gadesco Pieve Delmona