Sviluppo di competenze chiave in educazione scientifica Progetto C-1-FSE-2013-47 Progetto PON Annualità 2013/14 “Osservo, sperimento, imparo ” Osservo, sperimento, imparo n. 1 Osservo, sperimento, imparo n. 2 Antonaci Gabriella, Bataccia Serena, Cina' Maura, Corsa Marco, D'Astore Virginia, De Marco Francesca, Di Giorgio Marta, Greco Antonio, Ferrari Tiziano,Lorini Fabrizio, Manfredi Maddalena, Mangione Giuseppe, Marinaro Davide, Martina Mattia, Miceli Matteo, Origlia Mauro, Padula Francesca, Patera Pierpaolo, Ricciardi Ludovica, Rini Beatrice, Spinelli Sara, Stano Davide, Taurisano Mattia, Tufano Giacomo Lorenzo Alfiero Cristina, Andriani Gianluca Antonio, Bouchelanghen Sabrina, Chiatante Aurora, De Simone Giorgia, Facecchia Emanuela, Fiaccone Marina, Gabriele Noemi, Giosa Antonio, Guaragnone Laura, Liuzzi Manuel, Marinaro Stefano, Maselli Rebecca, Melcarne Elisa, Natali Sabrina,Nuzzo Francesco, Olivieri Stefano, Pati Giorgia, Penta Andrea Giuseppe, Perrone Francesco, Piliego Alessandro, Pinto Gianluca, Russo Azzurra Francesca, Sabatelli Riccardo, Spoletini Greta, Summa Mario, Tommasi Giulia, Zanzariello Simone TUTOR: Prof. Caniglia Loriana TUTOR : Prof. Tieni Lucia Esperto Esterno : Prof. Calvi Alessandra “Osservo, sperimento, imparo ” CHE COS’È UN LIQUIDO? Il “liquido” è uno degli stati di aggregazione della materia. La differenza fra i 3 stati della materia (solido, liquido e aeriforme) dipende loro “forza di coesione”, quindi della maggiore o minore loro “vicinanza” fra loro delle molecole; Nei solidi, le molecole sono molto vicine fra loro; i solidi hanno volume e forma propria Nei liquidi, le molecole sono abbastanza ravvicinate fra loro, ma non quanto i solidi e hanno una discreta possibilità di movimento fra loro; i liquidi hanno volume proprio, ma assumono la forma del recipiente che lo contengono. Negli aeriformi, le molecole sono sottoposte a una minima forza di coesione e non hanno né forma né volume proprio LA DENSITÀ DELL’ACQUA Per determinare la densità dell’acqua, cioè il rapporto fra massa e volume di una sostanza, abbiamo svolto diversi esperimenti con acqua, bilancia e densimetro. Innanzitutto, attraverso una buretta , dell’acqua in un cilindro graduato per determinare il volume del liquido, di cui avevamo precedentemente determinato la tara, e l’abbiamo pesato. Abbiamo quindi rilevato i seguenti dati: Volume (V)= 19,3 ml Massa (m)= 19,3 g Abbiamo quindi eseguito il rapporto e il risultato è stato 1,00 g/cc LA DENSITÀ DEI LIQUIDI Per determinare la densità degli altri liquidi abbiamo ripetuto il processo utilizzato per misurare quella dell’acqua e abbiamo ottenuto i seguenti valori: alcool etilico 0,83 g/cc e olio da cucina 0,89 g/cc. Abbiamo quindi provato a versare in un cilindro graduato del detersivo per piatti, acqua, olio e alcool etilico e abbiamo notato che si sono disposti, in base alla loro maggiore o minore densità, in questo modo, dal più al meno denso. Per confermare la densità da noi rilevata abbiamo usato un densimetro. Il valore da noi rilevato è stato confermato LA LEGGE DI PASCAL Partendo dal presupposto che i liquidi sono incomprimibili, un grande studioso del passato, Pascal, ha dimostrato che sono si incomprimibili ma se sottoposti a una pressione atmosferica sono comprimibili. Abbiamo replicato l’esperimento con una bottiglia piena d’acqua con 3 fori alla stessa altezza. Con il tappo l’acqua non fuoriusciva, ma senza di esso si , con la stessa intensità da tutti i fori. LA LEGGE DI STEVINO Con una bottiglia con dei fori di uguali dimensione ma ad diversa altezza, abbiamo realizzato che l’acqua fuoriesce con maggiore intensità foro più basso, dove la pressione atmosferica esercitata è maggiore. La formula della legge di Stevino è: P (pressione)=h(altezza)xd(densità)x g L’applicazione pratica è la costruzione delle dighe SOSTANZE ACIDE E BASICHE Con degli indicatori, abbiamo verificato se alcune sostanze fossero acide o basiche, a seconda del loro maggiore o minore pH. In particolare abbiamo usato dei campioni diluiti di acido cloridrico e idrossido di sodio. Gli indicatori che abbiamo usato sono stati: il metilarancio, la fenolftaleina e il blu di bromotimolo. Ecco le colorazione che abbiamo ottenuto: Acido CLORIDRICO Idrossido DI SODIO Metilarancio rosso giallino Fenolftaleina invariato fucsia Blu di Bromotimolo verdino blu ESTRAZIONE DEI PIGMENTI DAI PETALI DI FIORI Abbiamo spezzettato i petali di fiore in un mortaio, aggiunto l’acqua calda con il sale e pestati con il pestello. L’acqua si è colorata del colore dei petali. Per separare i pezzi di petali dall’acqua abbiamo utilizzato un filtro inserito in un imbuto in una beuta. Poi, abbiamo preparate due soluzioni: una basica, aggiungendo un po’ di candeggina in acqua distillata, e una acida, aggiungendo aceto all’acqua distillata e in ciascuna di esse abbiamo versato qualche goccia dell’estratto. Le due soluzioni , acida con l’aceto e basica con la candeggina si sono colorate in modo diverso. Conclusione Per estrarre i pigmenti naturali si può utilizzare l’acqua. Gli estratti di pigmenti si comportano da indicatori, cioè indicano, con un colore differente, se la soluzione è acida, basica o neutra, quindi ne indicano il pH pH 7 = Neutro pH da 7 a 14 = Basico pH da 1 a 7 = Acido LA CAPILLARITÀ La capillarità è uno dei fenomeni dovuto all’interazione delle molecole fra un solido e un liquido. Abbiamo effettuato alcuni divertenti esperimenti per constatarla. Abbiamo disegnato alcune margherite su carta filtro e le abbiamo piegate a mo’ di bocciolo. Le abbiamo delicatamente appoggiate sull’acqua e abbiamo notato che si schiudevano perché la carta filtro si impregnava di acqua e “schiudeva”. Sempre usando la carta filtro, abbiamo disegnato dei piccoli puntini con i pennarelli sopra di essa e abbiamo infilato i pezzi di carta in dei vasetti cromatografici. Abbiamo notato che col passaggio dell’acqua, i colori assumevano nuove sfumature LA TENSIONE SUPERFICIALE Abbiamo dimostrato, attraverso alcuni esperimenti il concetto di tensione superficiale, cioè quella forza che si crea fra le molecole a contatto dell’aria con un liquido, cioè la sua interfaccia. Abbiamo proceduto versando in un vaschetta piena d’acqua del caffè e in polvere, notando che il caffè si distribuiva omogeneamente su tutta la superficie. Versando alcune gocce di detersivo per piatti, esso faceva arretrare il caffè in polvere, perché si rompevano i legami molecolari. Successivamente abbiamo pulito la vaschetta, abbiamo versato dell’acqua pulita e abbiamo messo delle barchette di polistirolo e vi abbiamo versato dietro delle gocce di detersivo. Le barchette subito avanzavano avanti.