L’amore che ci lega a te, Gesù,
non si costruisce sulle belle parole,
sulle dichiarazioni di fede,
sull’onda dei sentimenti.
È con i fatti che siamo chiamati
a mostrare quanto ci sta a cuore
la relazione del tutto unica
che vogliamo vivere con te.
GIUGNO 2015
L’amore che ci lega a te, Gesù,
è solo la risposta
a un amore del tutto smisurato:
tu hai donato la tua vita per noi.
Come potremo mai ricambiarti?
Come potremo pensare
di aver colmato la distanza
che ci separa da una misura così alta?
Ma Tu non vuoi umiliarci,
tu guardi al nostro cuore
e ci chiedi di allargare agli altri
la nostra attenzione,
la nostra solidarietà,
per vivere in modo autentico da fratelli,
perché figli dello stesso Padre,
perché tutti redenti dal tuo sangue.
Roberto Laurita
MONASTERO
invisibile
Questo numero del “Monastero” è stato pensato in collaborazione
con l’Ordo Virginum, il cui carisma prevede la scelta della verginità
per il regno dei cieli, vissuta nella sponsalità con Cristo, nella
maternità spirituale e nella sororità con le altre consacrate.
Mantenendosi col proprio lavoro, queste donne, radicate nella chiesa
locale, hanno come riferimento e guida il Vescovo e mantengono
libertà e responsabilità personali nelle scelte di abitazione, impegno e
collaborazione, secondo la propria regola di vita.
Alcuni Greci cercano di vedere Gesù. Si tratta
probabilmente di “timorati di Dio”, attratti dalla
Dal vangelo secondo Giovanni
(12, 20­26)
fede giudaica ma non ancora circoncisi, oppure di
Tra quelli che erano saliti per
il culto durante la festa
c’erano anche alcuni Greci.
Questi si avvicinarono a
Filippo, che era di Betsaida di
Galilea, e gli domandarono:
«Signore, vogliamo vedere
Gesù». Filippo andò a dirlo ad
Andrea, e poi Andrea e
Filippo andarono a dirlo a
Gesù. Gesù rispose loro:
«È venuta l’ora che il Figlio
dell’uomo sia glorificato. In
verità, in verità io vi dico: se il
chicco di grano, caduto in
terra, non muore, rimane
solo; se invece muore, produce
molto frutto. Chi ama la
propria vita, la perde e chi
odia la propria vita in questo
mondo, la conserverà per la
vita eterna. Se uno mi vuole
servire, mi segua, e dove sono
io, là sarà anche il mio
servitore. Se uno serve me, il
Padre lo onorerà.
loro richiesta, apparentemente ingenua, si nasconde
“proseliti”, simpatizzanti stranieri, circoncisi ma non
pienamente aggregati al popolo d’Israele. Dietro la
una domanda più radicale circa la possibilità per ogni
uomo di accedere alla gloria di Dio che dimora nel
“tempio” del corpo di Cristo.
Per la Scrittura la gloria di Dio è il suo irrompere
nella storia, facendosi percettibile e al tempo stesso
celandosi nei segni della sua presenza: il fumo al
Sinai, la nube dell’esodo, la tenda del convegno, la
presenza di Dio nel tempio di Gerusalemme… Dio si
fa vedere e contemporaneamente sfugge alla “presa”
dell’uomo. La gloria è dunque la “pressione” che Dio
esercita sulla storia, un peso tanto gravoso per il
mondo
da
precludere
all’uomo
una
visione
immediata, faccia a faccia. In Gesù, Verbo Incarnato,
il gravoso peso di Dio si fa tanto “leggero” da essere
visibile e incontrabile.
Gesù risponde ai Greci evocando la sua morte
imminente e il senso della propria esistenza e di ogni
esistenza, attraverso l’immagine del chicco di grano
che, per germogliare e portare frutto, deve morire
nella terra. Il morire è condizione di fecondità per il
grano di frumento. Se muore, non resta solo ma
produce altre spighe e altri grani: una messe. Gesù
risponde ai Greci, dichiarando implicitamente che
l’ora della gloria – e dunque la possibilità di vedere
Gesù – è giunta per ogni uomo e si attua nel dono
totale che Cristo fa di sé nella sua pasqua: “Quando
sarò innalzato da terra attirerò tutti a me” (12,32).
1. Signore, vogliamo vedere Gesù
In questo tempo di preghiera chiedo, per me e per i
giovani in ricerca, il desiderio di vedere e di
conoscere Gesù e il suo progetto su di me: chiedo
d’incontrarlo in ogni momento della giornata e in
ogni tempo della vita e di saper ascoltare la Sua
parola; chiedo di poterlo riconoscere in ogni fratello
o sorella e di avere a fianco qualcuno, come Filippo
e Andrea, che mi aiuti a relazionarmi con Lui.
2. È venuta l’ora che il Figlio dell’uomo sia
glorificato
In questa preghiera chiedo di poter vedere il destino
d’eternità che mi attende nel Signore: egli vuole che
il suo servitore sia là dov’è Lui, partecipe della sua
gloria. Dimorare in Gesù e nell’amore eterno del
Padre è ciò che di più desiderabile possa esserci per
il discepolo: chiedo al Signore di poter percepire la
“gloria” della sua presenza e di rimanere in lui anche
nei momenti più bui e difficili.
3. Se uno mi vuole servire, mi segua
Chiedo a Dio che mi aiuti a discernere gli obiettivi
della mia vita: cosa voglio realmente in ciò che
desidero? Gli domando di purificare le intenzioni
che motivano il mio cammino di discepolo e i
servizi che svolgo in famiglia o in comunità, perché
possa seguirlo in modo sempre più autentico e
sincero.
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Monastero invisibile Giugno 2015