AUTORI
Enrico Gabrielli, Sergio Giusti
REGIA
Pietro de Tilla, Elvio Manuzzi, Tommaso Perfetti
MONTAGGIO
Guglielmo Trupia
FOTOGRAFIA
Andrea Cavallari, Luca Cepparo, Serena Clessi, Pietro de Tilla, Giuliana Fantoni,
Giovanni Freri, Pietro Leone,Tommaso Matteocci, Tommaso Perfetti, Luca Quagliato,
Moira Ricci, Alessandro Sambini, Simone Schiesari, Guglielmo Trupia, Andrea Zanoli
SUONO
Tommaso Barbaro, Filippo Cordone, Daniel Covi, Alberto Ladduca, Giulia La Marca,
Francesco Mangini, Elisa Piria, Mattia Pontremoli, Ema Shado
MONTAGGIO DEL SUONO / AUDIO MIX
Duccio Servi / Massimo Mariani
COLOR CORRECTION
Red Line
PRODOTTO DA
ENECE film
PAESE
Italia
ANNO DI PRODUZIONE
2015
DURATA
77 min
LINGUA
Italiano (con sottotitoli in inglese)
SITO E UFFICIO STAMPA
http://www.enecefilm.com/upm/
ENECE film (tel. 0239521694 – mob. 3404862322 – [email protected])
SINOSSI
Una mattina, in uno spazio industriale, settantadue musicisti di estrazione varia per
esperienza, formazione, età e nazionalità, sono assunti da una fabbrica chiamata Unità di
produzione musicale. In uno spogliatoio sono loro fornite tute da lavoro ed un numero di
matricola. Vengono quindi radunati per conoscere le regole della giornata lavorativa che
dura otto ore: divisi in squadre e su turni da catena di montaggio, devono produrre musica
su scala industriale.
A ciclo continuo, in un reparto scrittura, hanno il compito di produrre spartiti mentre, in un
reparto esecuzione, devono suonare ciò che è stato scritto in una sorta di interplay
estemporaneo. La turnazione delle squadre è complessa, in modo che queste si possano
scambiare di volta in volta i ruoli fra la scrittura e l’esecuzione. I tempi sono rigidamente
stabiliti, comprese le pause caffè e la pausa pranzo. La disciplina, la tempistica e la
logistica sono regolate da capireparto e da altri tecnici.
Fra questi un ruolo peculiare è conferito alla squadra degli operatori audio e video: tutta la
giornata viene infatti ripresa da 11 macchine da presa, non solo la produzione, ma anche
ciò che succede nelle pause, le conversazioni di servizio, i commenti, i dubbi, la
stanchezza.
I musicisti non sono stati assunti per esibirsi ma per lavorare: tutta l’operazione è perciò a
porte chiuse. Nessun pubblico ad applaudire. Per tutta la giornata i musicisti-operai si
adoperano fra tentativi di stare al gioco, di scardinarlo o anche di deriderlo: divisi fra
l’impressione che sia impossibile
concepire, con le condizioni date, una buona
produzione musicale e lo sforzo ostinato di farlo, come se almeno una buona performance
possa riscattare le condizioni di alienazione che gli sono state imposte.
Il contrasto fra la libertà creativa e la costrizione della catena di montaggio, innesca
un’operazione ibrida fra esperimento psicologico, performance e improvvisazione. I
musicisti calati in questo ruolo per loro inusuale reagiscono alcuni con risposte e altri con
domande. Musicali ed extramusicali, critiche o divertite, analitiche o istintive. Nessuno però
arriva a licenziarsi.
INTENZIONI DI REGIA
Le modalità di ripresa della performance sono state pensate secondo i possibili sviluppi
che l’esperimento, nelle diverse fasi e nei diversi luoghi, avrebbe potuto prendere.
Gli operatori seguono il lavoro a partire da indicazioni concordate, con libertà estetica
e capacità di adattamento a qualsiasi evento che esuli da quelli programmati.
Il punto di vista inoltre vuole richiamare quello degli scienziati che, muniti di strumenti
idonei alla propria ricerca, osservano con metodo il fenomeno.
Il film intreccia diversi linguaggi.
Il documentario d’osservazione con immagini e suono in presa diretta, nel quale
l’accostamento graduale a quello che si svolge davanti alla telecamera descrive i soggetti
non tramite intervista, ma studiandone le interazioni reciproche e la loro relazione con la
musica.
Il cinema di finzione per l’utilizzo di strumenti classici, come lunghe carrellate in continuo
movimento e macchine da presa su cavalletto, al fine di seguire al meglio i musicisti nelle
diverse dinamiche performative. I movimenti di queste attrezzature sono stati scelti anche
per il loro richiamo alla meccanicità e all'automatismo tipici della fabbrica.
La presenza in scena degli operatori audio e video sottolinea la loro partecipazione attiva
all’esperimento, condiviso con gli stessi soggetti ripresi. La macchina scenica quindi entra
in campo non per disvelare la finzione cinematografica ma perché parte integrante della
realtà documentata.
La performance è stata filmata da 11 telecamere utilizzate da 16 operatori in turnazione
costante. L’audio è stato gestito da una squadra di 8 operatori.
CAST
Musicisti-operai
Laura Agnusdei, Alfredo Aliffi, Alfredo Fiè, Aliou Diop, Serena Altavilla, Davide Arenoso
(Marlene Kuntz), Francesca Baccolini, Francesco Balatti Benza, Cesare Basile, Francesco
Bianconi (Baustelle), Francesca Biliotti, Aldino Bonanno, Massimo Botter, Gianluigi
Carlone (Banda Osiris), Simone Cavina, Filippo Fpunto Cecconi, Giordano Ceccotti, Enzo
Cimino, Giovanni Colliva, Sebastiano De Gennaro, Gianluca De Rubertis (Il Genio),
Francesco D'Elia, Dente, Gianfranco Enrietto, Niccolò Fabi, Federico Fantuz, Carlotta
Favretto, Fabio Fié Ferrario (Fuzz orchestra), Giovanni Ferrario, Feyzi Brera, Giulia
Formica, Mario Frezzato, Federica Furlani, Ghemon, Lino Gitto, Alessandro Grazian,
Jacopo Incani (Iosonouncane), Xabier Iriondo (Afterhours), Ghemon, Gun Kawamura, Elisa
La Marca, Kole Laca, Lan Morkobot, Anna Lott, Luciano Macchia, Mahmoud Saleh
Mohammad, Rocco Marchi, Elizabeth McDowell, Monique Mizrahi, Enrico Molteni (Tre
Allegri Ragazzi Morti), Beppe Mondini, Paolo Mongardi, Rossana Monico, Sergio
Montemagno, Alberto Motolese, Cristian Naldi, Marco Parente, Maria Silvana Pavan,
Miguel Micao Pawlowski, Fabio Rondanini
(Calibro
35),
Roberta
Sammarelli
(Verdena), Marco Santoro, Daniela Savoldi, Carlotta Sillano, Alessandro Asso Stefana,
Alberto Stevanato, Valeria Sturba, Davide Tidoni, Vincenzo Vasi (Vinicio Capossela), Diego
Villalon, Zona Mc.
Capireparto
Gianni Chi, Andrea Poggio (Green Like July), Olivia Musini, Alessandra Corbetta
Hanno partecipato in occasione delle simulazioni aperte al pubblico e del teaser
promozionale per il finanziamento del progetto Eugenio Finardi, Steve Piccolo, Ramiro
Levy, Daniel Plentz e Matteo Bennici.
FINANZIAMENTO IN CROWDFUNDING
Il materiale scenico, l’attrezzatura musicale e quella cinematografica, i costumi
e il noleggio della location sono stati finanziati attraverso una raccolta di fondi sul
web, grazie ad una piattaforma di crowdfunding.
http://www.musicraiser.com/it/projects/734-unita-di-produzione-musicale
In meno di 60 giorni più di 17,000 € sono stati raccolti grazie a circa 400
sostenitori che hanno partecipato alla campagna di raccolta fondi, che è stata
largamente promossa in giornali, webmagazine, radio, televisioni.
Proprio una così ampia partecipazione ha permesso di avere non solo un budget per
la realizzazione materiale dell’opera, ma anche una risonanza che gli ha consentito di
coinvolgere attivamente nel progetto un numero di persone (più di 100) inusuale per
un film di produzione totalmente indipendente.
-Video prodotto per la campagna (visibile anche su Musicraiser)
http://www.youtube.com/watch?v=7mYXI0Kuwqg
(con l'amichevole partecipazione di Eugenio Finardi, Steve Piccolo, Roberta
Sammarelli dei Verdena, Ramiro Levy dei Selton, Zona MC e Francesca Biliotti)
OSSERVAZIONI DEGLI AUTORI
“Quello che abbiamo fatto è stato prendere settantadue musicisti e chiedergli in sostanza di
indossare i panni dell’operaio. Non l’operaio contemporaneo però: gli abbiamo imposto
un’uniforme in un certo senso inattuale, la tuta blu, perché diventassero un segno vivente. Il
musicista, che nell’immaginario comune si muove in un regime di creazione libera, prima di
tutto si è visto costretto a disciplina e ritmi di lavoro ai quali solitamente non è abituato. Il
gioco è stato però più sottile: la maschera che gli si è chiesto di indossare - l’operaio in
catena di montaggio - non ha più un riferimento preciso. È diventata interscambiabile ed
equivalente a tutte le altre maschere della società, compreso l’artista. Ci dicono che non c’è
più lavoro, ma a volte non ci rendiamo conto che lavoriamo per qualcuno sia nella passività
del guardare la televisione, sia quando, attivamente, facciamo una ricerca su google o
commentiamo un blog. L’unica differenza, forse, è che per queste mansioni non percepiamo
neppure un salario. Salire negli spogliatoi e indossare la tuta blu è stato quindi un segno
forte, ma in fondo di equivalenza. Proprio per questo molti si saranno sentiti inadeguati o mal
utilizzati. Perché questo gioco? Dove vuole portarci? Il carattere di esperimento psicologico,
vagamente ispirato allo Stanford Experiment, è stato allora una scusa. Abbiamo scelto dei
musicisti, ma in realtà potevano appartenere anche a un’altra categoria. Eppure, alla fine,
rimane la musica e il tentativo di organizzarsi. Nonostante tutto, i soggetti si sono dimostrati
disciplinati, aderenti cioè alla loro disciplina. Probabilmente hanno cercato di resistere
all’equivalenza che gli veniva imposta, rivendicando la loro specificità di musicisti. In ogni
caso hanno continuato a lavorare”.
OSSERVAZIONI DEI REGISTI
“La documentazione della performance avvenuta all’interno della fabbrica Upm, ci ha fornito
del materiale visivo che solo con un esame a posteriori, in fase di montaggio, è stato
possibile decifrare. La natura del progetto lasciava aperte le possibilità: tutto sarebbe potuto
succedere. In seguito, osservando le riprese di questo esperimento libero, abbiamo
sorprendentemente potuto costatare e riconoscere alcune dinamiche che si sono sviluppate
nel corso delle otto ore. Gli operai si sono immedesimati nel lavoro che stavano eseguendo,
si sono riconosciuti nel proprio ruolo ed hanno contrastato il sistema loro imposto tentando di
auto-organizzarsi.
Cosi, riscontrata questa linea evolutiva, abbiamo elaborato il
documentario attraverso la narrazione di ciò che i protagonisti hanno percorso durante la
performance”.
AUTORI
Enrico Gabrielli è musicista. Ha studiato musica classica e contemporanea ma si occupa
anche da molti anni di popular music in particolare nella scena rock alternativa italiana.
Suona nei Calibro 35, una band che si ispira alle colonne sonore dei film polizieschi italiani
degli anni ’70 e nei Mariposa, una band di rock alternativo. Ha inoltre collaborato come
musicista e arrangiatore con artisti italiani e stranieri come Baustelle, Vinicio Capossela,
Morgan, Dente, Marco Parente, Muse, John Parish, Mike Patton, Afterhours. Der Maurer è
il nome del suo attuale progetto di musica contemporanea.
Sergio Giusti, Studioso di fotografia e arte contemporanea. Insegna linguaggio
fotografico al CFP Bauer di Milano. Collabora con il corso di Storia dell’arte
contemporanea e linguaggi della comunicazione visiva presso la facoltà del design del
Politecnico di Milano e con il seminario di fotografia presso l’Università di San Marino/Iuav
Venezia. Ha pubblicato saggi e articoli su riviste italiane e internazionali.
Ha pubblicato nel 2005 il saggio ‘La caverna chiara. Fotografia e campo immaginario ai
tempi della tecnologia digitale’ edito da Fondazione Museo Fotografia contemporanea –
Lupetti editore.
REGIA
Pietro de Tilla (ENECEfilm) filmmaker e fotografo, ha studiato fotografia presso il CFP
Bauer e documentario presso le Scuole Civiche di Milano. Ha curato la regia di Atelier
Colla, 2011, selezionato al MilanoFilmFestival e al Viaemiliadocfest e de il Turno, 2012. Ha
realizzato il progetto di indagine territoriale Niguarda dentrofuori, 2011. Attualmente sta
lavorando sul tema della rappresentazione nel progetto Caput Mundi, indagine sul mondo
dei figuranti.
Elvio Manuzzi (ENECEfilm) filmmaker, ha studiato filosofia all’Università Statale di Milano,
fotografia presso il CFP Bauer e documentario presso le Scuole Civiche di Milano. Ha
curato la regia di diversi documentari come Atelier Colla, 2011 e de il Turno, 2012.
Tommaso Perfetti (ENECEfilm) filmmaker e fotografo, ha studiato fotografia presso il
CFP Bauer e documentario presso le Scuole Civiche di Milano. Attualmente collabora con
il Museo di Fotografia Contemporanea, l'Archivio di Etnografia e Storia Sociale della
Regione Lombardia e con enti pubblici e privati a progetti sociali utilizzando arti visive. Con
Elvio Manuzzi e Pietro de Tilla ha curato la regia de il Turno, 2012.
MONTAGGIO
Guglielmo Trupia (ENECEfilm) filmmaker e montatore. Ha studiato alla scuola di
fotografia John kaverdash e alla Fondazione Milano Cinema e Televisione. Ha diretto il film
Atelier Colla. Ha Lavorato al montaggio e alla regia di diversi documentari e videoclip per
musicisti indipendenti trasmessi sui principali network nazionali.
Il suo ultimo cortometraggio "Sottoripa" è stato nominato miglior corto al Raindance
Festival 2013 (UK) e ha vinto una menzione speciale al festival Arcipelago di Roma.
PRODUZIONE ESECUTIVA
ENECEfilm
ENECEfilm è un gruppo di produzione audiovisiva con base a Milano, composto da Pietro
De Tilla, Elvio Manuzzi, Tommaso Perfetti, Guglielmo Trupia e Chiara Tognoli. Si occupano
principalmente di cinema del reale.
Filmografia:
Atelier Colla
Regia: Pietro De Tilla, Guglielmo Trupia, Elvio Manuzzi. Montaggio: Pietro De Tilla,
Guglielmo Trupia, Elvio Manuzzi. Audio editing: Paolo Romano. Audiomix: Massimo
Mariani. Color grading: Bruno Lombardi. Produzione: Fondazione Civiche Milano.
Distribuzione: Bertafilm. Paese: Italia. Anno: 2011. Durata: 49’.
Festival: Milano Film Festival 2011, LIDF London Internation Documentary Festival 2012,
Bergamo Film Meeting 2012
Film trasmesso sul network televisivo SkyArte. Cofanetto Dvd edito da Cecchi Gori Home
Video
Il Turno
Regia: Pietro De Tilla, Elvio Manuzzi, Tommaso Perfetti. Montaggio: Chiara Tognoli. Audio
editing: Paolo Romano. Audio postproduction: Massimo Mariani. Title design: Edda
Bracchi. Produzione: Distretto Culturale Valle Camonica in collaborazione con Lab 80 film.
Distribuito da: Lab 80 film. Paese: Italia. Anno: 2012. Durata: 33’.
Festival: Visions du Réel 2013, Trento Film Festival 2013, Milano Film Festival 2013
Cofanetto Dvd edito da Distretto Culturale di Valle Camonica e Lab 80 film.
LINK
https://www.facebook.com/unitadiproduzionemusicale
http://www.enecefilm.com/upm
ENECE Via Paullo 6
20135 Milano
[email protected]
+39 02 39521694
+39 340 4862322
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