GLI ALBERI CHE CURIAMO I faggi dei Giardini Estensi − Va − solo dei legni a poroL'uomo è riuscito ad sità accentuatamente addomesticare i cani anulare, come le quere i gatti, non le tigri ce o i castagni –. e i leoni! così per gli La corteccia del fagalberi: alcune specie gio – bellissima con la – platano, tiglio – sosua colorazione grigio no geneticamente più chiaro – ha caratteristipronte a convivere in che particolari che la un ambiente innaturendono unica: è infatti rale e ostile come le capace di seguire semcittà; altre specie sono pre l'accrescimento invece più orgogliose secondario del legno, e "selvatiche" e mal si proteggendo così i tesadattano a vivere nelle suti sottostanti per tutta costrizioni che l'uomo la vita dell'albero. La impone loro. corteccia del faggio – Olmi, querce e faggi semplificando un consono tra queste "fiere" cetto complicato – è specie vegetali che, più come un elastico che, che vivere, sopravvivomano a mano che l'alno, mal adattandosi, bero si ingrossa, entra nelle nostre città. in tensione senza mai Il faggio in particolare spezzarsi o rilasciarsi. è albero "difficile", lo Questo perché il fellosanno bene gli addetti geno – il tessuto camai lavori; sembra non biale della corteccia – sopportare nulla: le del faggio è in grado potature, i trapianti, la di dividersi oltre che siccità, la luce diretta, in modo periclinale i ricarichi e i costipa– cioè parallelamente menti di terreno; potaUna fase della difficile messa in sicurezza del faggio lesionato all'asse longitudinale te un faggio come viedella pianta, come avne "potato" un platano e in un anno morirà!... Insomma lasciato al caso e tutto ha una spie- viene in tante altre specie – anche in modo anticlinale cioè perpendiper qualcuno il faggio è sinonimo gazione! di difficoltà e "grane in arrivo", per Legno particolare, quello del fag- colarmente all'asse. noi, che non finiamo mai di stupirci gio, molto evoluto, con una porosità Il faggio risulta così sempre protetto della fierezza degli alberi, è invece da diffusa a semi porosa con vasi dalla corteccia contro gli attacchi una vera gioia, un albero che molto primaverili raggruppati e vasi au- esterni di parassiti o patogeni. tunnali solitari che rimangono attivi Ai fini della sopravvivenza è una peamiamo! Dietro ogni peculiarità vegetativa nel trasporto per anni e possono es- culiarità importante dato che molti c’è sempre comunque una partico- sere occlusi all'evenienza da tillosi agenti patogeni riescono a penetralarità anatomica, in Natura nulla è – particolarità quest'ultima tipica re negli alberi proprio da disconti2 nuità delle cortecce. La particolarità anatomica può essere però anche un punto di debolezza, se il faggio viene messo a dimora in situazioni anomale o innaturali: la corteccia è infatti molto sottile e se i raggi di sole riescono a penetrare nella chioma il periderma viene ustionato con conseguente grave compromissione dei tessuti floematici sottostanti. È l'inizio molte volte della fine di un esemplare. Il faggio è letteralmente accecato come Paolo sulla via di Damasco! All'interno degli storici settecenteschi Giardini Estensi di Varese nella parte di ispirazione romantica, in prossimità del laghetto dei cigni, sono radicati due colossali esemplari di faggio, probabilmente messi a dimora lì da Cesare Veratti, proprietario del complesso nella seconda metà del XIX secolo. In realtà, si tratta di due cultivar cresciute appressate – come due gemelli – un Fagus sylvatica 'Asplenifolia' – il faggio a foglie di felce – e un Fagus sylvatica 'Purpurea' – il faggio a foglie rosse –. Imponenti e bellissimi, specie in autunno quando i contrasti cromatici delle foglie si accentuano. Unica nota stonata: un lustro fa fu posizionato proprio sotto la chioma dei faggi un orrendo castello in plastica-legno per "far giocare" – sic.! – i bambini. Oltre al danno storico - estetico – plastica nel cuore di un parco settecentesco –, l'area giochi ha sicuramente costipato la rizosfera dei due esemplari la cui vitalità è andata nel corso degli anni fiaccandosi; e ciò va ad incidere anche sulla qualità e solidità dei rami dei faggi. Ma è noto: gli alberi non votano, le mamme e i papà si!! Le forme riprodotte per via agamica – innesto in genere – come nel caso delle cultivar di faggio, sono meno longeve di quelle nate da seme e presentano difetti anatomici che, sotto stimoli avversi esterni, rappresentano zone di rottura e di debolezza strutturale. Comunissimi nelle cultivar di faggio – forme pendule, a foglia colorata o a lamina fogliare modificata – sono i rami o i tronchi codominanti con corteccia inclusa; questi punti sono destinati a cedere con conseguente gravi danni nell’estetica e nella vita della pianta. Quest'autunno un autentica tempesta si è abbattuta su Varese con raffiche di vento fino a 120 Km./ora; molti alberi hanno ceduto; la gran parte dei soggetti danneggiati o caduti manifestavano comunque sintomi di debolezza o punti di fragilità interna. L'esemplare di faggio rosso dei Giardini Estensi è un esemplare pluricormico; a circa tre metri d'altezza l'albero si ramifica in tre grossi fusti che vanno a costituire la chioma alta nel complesso oltre 30 metri. I tre tronchi sviluppatisi a seguito di un evento traumatico, quando l'albero probabilmente era ancora in vivaio, e quindi nel secolo XIX, presentavano punti d'unione deboli con corteccia inclusa. La forza del vento ha causato il cedimento, proprio in questo punto, di uno dei tre tronchi che è rimasto sospeso nella chioma, appoggiato al vicino esemplare di faggio a foglie di felce. Bisognava intervenire con urgenza, nel bel mezzo di una bufera di vento perché il tronco, del peso stimato di 70 q.li, avrebbe potuto staccarsi definitivamente e crollare al suolo danneggiando anche l'altro faggio e le preziose opere murarie sottostanti. Un lavoro in emergenza con rischi potenziali anche per i nostri operatori e climbers chiamati ad agire su una struttura pericolante. Anzitutto si è proceduto ad "immobilizzare" il tronco in bilico con cinghie, funi e carrucole collegate a punti fissi distanti. Una volta messo in sicurezza il legno pericolante si è dato il via alla sua rimozione. Il faggio rosso ha subito un trauma e un danno irreparabili che ne comprometteranno la sopravvivenza biologica nel tempo; l'albero, privato di un terzo della chioma, si presentava instabile e con punti di potenziale pericolosità. Abbiamo deciso di mantenerlo comunque; questo perché la pianta servirà a salvare l'esemplare storico vicino, il delicato faggio a foglia di felce che, se privato completamente e improvvisamente, del gemello con il quale aveva convissuto per 150 anni sarebbe, nell’arco di pochi anni, deperito perché esposto ai raggi di sole. Il faggio rosso, adeguatamente potato e ridimensionato, starà ancora lì, almeno per quattro o cinque anni, in modo da ombreggiare e proteggere il gemello fintantoché quest'ultimo non avrà emesso nuove foglie nella parte oggi esposta improvvisamente al sole e al vento. Alberi vetusti non ammettono cambiamenti improvvisi; sono pigri: bisogna dare loro, potendo, tempo e modo di adattarsi, nel modo più naturale possibile… ed è proprio questo il fine del nostro tentativo di salvataggio!! è in via Orazio, 5 angolo corso Europa -Varese Tel.0332/241316 - Fax 0332/830990 http//www.fito-consult.it E-mail: [email protected] 3