ELEMENTI DI ORGANIZZAZIONE E
LEGISLAZIONE SOCIO-SANITARIA
A cura di Davide Carollo
Art 32 Costituzione
La Repubblica tutela la salute come
fondamentale diritto dell’individuo e
interesse della collettività,
e garantisce cure gratuite agli
indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un
determinato trattamento sanitario se
non per disposizione di legge
La legge non può in nessun caso
violare i limiti imposti dal rispetto
della persona umana.
Assistenza Sanitaria : finalizzata a restituire o conservare lo
stato di salute della persona
Prevenzione
Diagnosi e terapia
Riabilitazione (rimozione e/o contenimento di esiti degenerativi)
ATTIVITA’ SOCIALI a RILEVANZA SANITARIA
attività del sistema sociale che hanno l'obiettivo di supportare la persona in
stato di bisogno, con problemi di disabilità o di emarginazione condizionanti
lo stato di salute.
Emarginazione
Reddito
Autonomia
finalizzata a garantire la qualità della vita, pari opportunità, limitare il disagio
individuale o familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociale e
condizioni di mancata autonomia
Assistenza Sociale
Le Riforma dell’Organizzazione Sanitaria

Legislazione prima della Riforma Sanitaria:





La Riforma Sanitaria


Legge Petrignani
Legge 132/1968
Dpr 128,129,130/ 1969
Enti Mutualistici
Legge 833 / 78
Le Riforme della Legge 833/78:


Dlgs 502/1992 517/1993 Aziendalizzazione
Dlgs 229/1999 Atto Aziendale,
Dipartimentalizzazione, LEA
Legislazione prima della Riforma Sanitaria
Assistenza Ospedaliera:
Prima del 1860 ogni stato ha una sua legislazione; solo
una piccola parte ha carattere laico. L’assistenza
ospedaliera in Italia è legata ad ordini religiosi (opere
Pie). Tuttavia le regole religiose che trattavano e
disciplinavano l’assistenza ai malati ed ai poveri erano
“uniformi” ed hanno permesso di dare una certa
unitarietà all’assistenza (presenza di stati guida es.
Stato Pontificio). L’ordinamento Napoleonico mette in
crisi le istituzioni religiose ed impone
un’amministrazione laica.
La Chiesa reclama (anche per difendere i suoi beni) una
sorta di primato o autonomia gestionale sugli ospedali.
Legislazione prima della Riforma Sanitaria
1890: legge Crispi
prova a mettere ordine nel settore, a ristrutturare le
organizzazioni di beneficenza. Impone l’obbligo per gli
ospedali di assistere le persona povere con rimborso spese a
carico del comune. Ogni ospedale ha una propria disciplina.
1938: legge Petrignani:
fissa per la prima volta criteri chiari ed univoci su tutto il
territorio Nazionale a proposito dell’assistenza ospedaliera.
Elementi classificanti:
1.
classificazione ospedali in 4 categorie
3.
distinzione tra H.generali H. specializzati
definizione della struttura interna
4.
assunzione personale medico
2.
Legislazione prima della Riforma Sanitaria
1968:riforma ospedaliera
l’elemento principale della legge è quello di creare l’Ente
Ospedaliero
distinzione in 3 tipi di ospedale in relazione a dimensioni e
bacino di utenza di riferimento



H. regionali
H. provinciali
H. di zona
pianificazione degli ospedali in ambito regionale:
sarà compito delle Regioni (ancora non create), su indicazioni del
Ministero della Sanità, individuare nell’ambito territoriale di
competenza, quali siano i bisogni dei posti letto e bisogni di struttura,
programmarli. Prima della riforma chiunque avesse avuto voglia e
disponibilità economica poteva edificare ospedali.
definizione n. dipendenti x p.l.
1974: estinzione enti mutualistici
La Riforma Sanitaria Legge 833/78
Nasce in un clima politico di solidarietà nazionale,
periodo dell’affermazione dello Stato Sociale.
E’ una legge ricca di principi, afferma cose giuste.
La legge istitutiva del SSN è una legge quadro,
istituisce 3 livelli di governo della sanità (Stato,
Regione e Comuni) e fissa obiettivi, principi che
devono essere completati da una serie di
adempimenti di tipo legislativo ed amministrativo
(Piano Sanitario Nazionale, stato giuridico del
personale, definizione del bacino di utenza ed
organizzazione).
Legge 833/78 Punti qualificanti
Estensione dell’assistenza Sanitaria a tutti i cittadini
Unicità dell’intervento
tutti gli interventi svolti prima in modo autonomo e disarticolato
ora vengono unificati in un unico organismo: l’USL che è il
complesso dei presidi, degli uffici e dei servizi dei comuni che
per singolo territorio avrà la competenza della gestione degli
interventi sanitari: assistenza ospedaliera, attività
igienistiche, di igiene ambientale, di assistenza di base
(territorio).
Decentramento:in un determinato territorio ci sarà una USL che
garantisce gli interventi sanitari.
Globalità:.l’USL è responsabile dei vari momenti della sicurezza
sanitaria dalla prevenzione, alla cura alla riabilitazione
Legge 833/78 Obiettivi
Adeguata educazione sanitaria del cittadino e della comunità
Prevenzione delle malattie ed infortuni in ogni ambito di vita e di
lavoro
Diagnosi e cura degli eventi morbosi quali che ne siano le cause,
la fenomenologia e la durata
Riabilitazione degli stati di invalidità ed inabilità somatica e
psichica
Promozione e salvaguardia della salubrità e dell’igiene ambientale
Igiene degli alimenti
Disciplina della sperimentazione, produzione,immissione in
commercio dei farmaci
Formazione professionale e permanente
Prima della riforma 833/78
Era costituita da diversi servizi autonomi, amministrati da Enti/istituzioni
distinte, senza alcun momento di integrazione
Provincie
Comune
•Ospedali psichiatrici
•Centro Igiene Mentale
•Consorzio antitubercolare
•Uff. Sanitario Igiene
•Condotte Mediche
•Condotte Ostetriche
•Lab. Igiene e Profilassi
Enti Mutualistici
…il 90% della popolazione
usufruiva dell’assistenza
sanitaria su base assicurativa
Ente
Ospedaliero
Riforma Sanitaria legge 833/78
attribuisce all’U.S.L. l’erogazione delle prestazioni riconoscendole la
competenza di gestione di tutti gli interventi sanitari di prevenzione, cura
e riabilitazione
Comune
Provincie
Ospedali psichiatrici
Centro Igiene Mentale
Consorzio antitubercolare
Lab. Igiene e Profilassi
Uff. Sanitario Igiene
Condotte Mediche
Condotte Ostetriche
50.000-200.000 ab.
USL
.
Enti Mutualistici
…il 90% della popolazione
usufruiva dell’assistenza
sanitaria su base assicurativa
.
.
Ente
Ospedaliero
Stato
Livello centrale
programmazione e legislazione nazionale
Regioni
Comuni
Livello decentrato
programmazione e legislazine regionale
Livello periferico
Tutte le funzioni di amministrazione
U.S.L.
Collegio dei
revisori
Comitato di
Gestione
Ufficio di
Direzione
AMMINISTRATIVI
Affari Generali
Statistica
Personale
Bilancio e
Programmazione
Attività tecnico economali
SANITARI
Igiene Pubblica
Medicina Preventiva e Igiene del Lavoro
Tutela Maternità e Infanzia
Servizio Salute Mentale
Coord. Attività medica di base,
specialistica, ambulatoriale
Assistenza Ospedaliera
Servizio Veterinario
Risposta ai bisogni Sanitari fine degli anni 80
Territorio
Ospedale
CURA
Prevenzione
Prevenzione
Riabilitazione
Riabilitazione
Educazione Sanitaria
Presenza reale, solida sicura
da oltre 1 secolo
simboleggia la
cultura sanitaria
Di recente istituzione,
ci sono tanti uffici
per timbri e permessi
La Riforma della Riforma: legge 421/92
Competenze:
alle regioni sono assegnate le
competenze in materia di organizzazione e
programmazione dell’assistenza sanitaria
Finanziamento:
alle regioni vengono assegnati i
contributi sanitari riscossi localmente oltre all’integrazione
pubblica necessaria per raggiungere la quota pro capite.
Organizzazione:
le USL devono essere trasformate
in aziende infraregionali con personalità giuridica.
Ambito territoriale:
territorio della provincia.
devono coincidere con il
La Riforma della Riforma: legge 421/92
AZIENDALIZZAZIONE
Il fine della Riforma della Riforma è quello di
garantire maggiore efficienza dei servizi e maggiore autonomia nella
programmazione di risposte adeguate alle singole realtà. Non apre
spiragli alla privatizzazione poiché mantiene saldi i principi di solidarietà e
garanzia di livelli adeguati di assistenza per tutta la popolazione.
Pilastri della riforma sono:
Accreditamento pubblico/privato
purché dotati dei requisiti
minimi previsti dalla legge, pubblico e privato sono sullo stesso livello nell’offerta dei
servizi sanitari. Competere per migliorare le prestazioni
Libera scelta
l’assistito in base a proprie scelte, si dirige verso le strutture
accreditate più efficienti, conquistando un nuovo potere contrattuale: pazientecliente.
Pagamento a tariffa
contrattazione dei piani delle attività e tipologia di
prestazioni; modalità differenziate di determinazione e quantificazione delle
prestazioni tra presidi delle USL e Aziende ospedaliere.
La Riforma della Riforma: legge 421/92
Gestione delle risorse:
Ottimizzazione utilizzo delle risorse:


economie di scala (minima probabilità che le
risorse disponibili non vengano utilizzate)
acquisizione risorse ipotizzando forme di
condivisione piuttosto che esclusività d’uso
(endoscopi, ecografi, tecnologie laser….)
autogestione dipartimentale

integrazione

interazione
La Riforma della Riforma: legge 421/92
l’Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali
controlla la
gestione sanitaria per conto del Ministero della Sanità . Ad essa vengono
delegati i controlli in merito al comportamento delle amministrazioni
locali.
Le AUSL
agiscono in assoluta “INDIPENDENZA” per garantire livelli
adeguati di assistenza a tutta la popolazione, ma devono evitare di
spendere male i fondi assegnati.
I Comuni
sono chiamati a partecipare alla programmazione sanitaria e
socio-sanitaria nonché alla verifica dei servizi e contrattazione dei livelli
di assistenza.
I nuovi Manager
il rapporto di lavoro passa dalle garanzie del
pubblico impiego ad un rapporto di “Fiducia”, con requisiti commisurati
alle richieste regionali e non a quelli di tutta la penisola. A cascata
questo si verifica anche per i collaboratori più stretti (direttore sanitario,
amministrativo, primari).
Partecipazione dei cittadini
L’azienda deve garantire ai cittadini le
informazioni (carta dei Servizi) e a loro volta questi dovranno
partecipare alla programmazione e valutazione delle attività aziendali
(comitati consultivi misti)
La Riforma della Riforma: legge 421/92
Assemblea generale
Gestione transitorio, dopo il
1991:
Comitato di gestione
1. Amministratore Straordinario
Presidente del C.G.
2. Comitato dei Garanti
Prima del 1991:
(riduzione componenti dopo l’86)
Collegio dei revisori
RIFORMA DEL 1992 DLs
502/517
Direttore Generale coadiuvato
da:
Direttore Amministrativo
Direttore Sanitario
Consiglio dei Sanitari
Comitato dei Garanti
RIFORMA DEL DLs 229/99
Direttore Generale coadiuvato
da:
Direttore Amministrativo
Direttore Sanitario
Consiglio dei Sanitari
Collegio Sindacale
La Riforma della Riforma: legge 421/92
AZIENDE USL:
sistema organizzativo deputato a fornire risposte in merito alla promozione, mantenimento e
sviluppo dello stato di salute della popolazione di riferimento.
PRESIDIO OSPEDALIERO
sedi stabilmente organizzate e dotate delle necessarie attrezzature per l’erogazione delle cure mediche e
chirurgiche, generali e specialistiche, in fase acuta e post-acuta, che per la gravità o complessità non
possono dare un’adeguata risposta in ambito territoriale. L’articolazione organizzativa degli ospedali si
orienta sulla dipartimentalizzazione, le diverse branche specialistiche sono presenti in relazione alla
tipologia di ospedale ed alla pianificazione regionale. La competenza passa alla regione e non sono più
considerati enti autonomi.
DISTRETTO
è il livello organizzativo delle attività sanitarie e sociali di base. Si configura come unica sede in cui
l’erogazione di prestazioni preventive, curative e riabilitative avviene in maniera unitaria.
PREVENZIONE:
è il livello organizzativo delle attività sanitarie orientata alla realizzazione di Piani per la promozione della
salute ed alle relative prestazioni
(sicurezza negli ambienti di vita e di lavoro, medicina veterinaria,
AZIENDE OSPEDALIERE
il D.Lgs 517 prevede che gli ospedali di maggior rilievo (nazionale e specialistico) vengano scorporati dalle
USL per essere costituiti in Aziende Ospedaliere con le medesime attribuzioni ed organismi previsti per
l’USL.
ORGANIZZAZIONE SSN livello centrale
Ministero della Salute
è l'organo centrale del Sistema Sanitario
Nazionale preposto alla funzione di
indirizzo e programmazione in materia
sanitaria, alla definizione degli obiettivi
da raggiungere per il miglioramento
dello stato di salute della popolazione e
alla determinazione dei livelli di
assistenza da assicurare a tutti i
cittadini in condizioni di uniformità sull'
intero territorio nazionale.
ORGANIZZAZIONE SSN livello centrale
Il Ministero è coadiuvato nelle sue funzioni da
organi e istituti con funzioni di ricerca,
consulenza, proposta e supporto in materia
tecnica e scientifica:





Consiglio Superiore di Sanità (CSS)
Istituto Superiore di Sanità (ISS)
Istituto Superiore per la Prevenzione E
Sicurezza del Lavoro (ISPESL)
Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali
Istituti Ricovero e Cura a Carattere
Scientifico (IRCCS)
ORGANIZZAZIONE SSN livello Decentrato
Al conseguimento degli obiettivi
concorrono:
Le Regioni, che organizzano sul proprio
territorio i servizi e le attività
destinate alla tutela della salute,
programmano gli interventi da
compiere, coordinano l'azione delle U.
Sanitarie Locali e delle Aziende
ospedaliere e ne verificano l'operato;
Le Province,
ORGANIZZAZIONE SSN livello Territoriale
Al conseguimento degli obiettivi
concorrono:
Le Aziende Sanitarie, che
provvedono ad assicurare i livelli
di assistenza attraverso i propri
servizi o acquistando prestazioni
Accreditamento
ACCREDITAMENTO:
significa dare credito ad una struttura
attraverso un procedimento di verifica
esterna che valuta se la struttura o
parte di essa soddisfa requisiti
predeterminati.
Accreditamento istituzionale: quando L’ente di
governo assume la diretta responsabilità di
definire i requisiti,
ispezionare le strutture che devono essere
sottoposte al processo di valutazione
determinare le conseguenze sulla base dei risultati.
Accreditamento
l’Accreditamento si applica allo stesso titolo, alle
strutture sanitarie pubbliche e private
i requisiti funzionali all’attuazione dell’istituto
dell’accreditamento sono diversi e ulteriori
rispetto ai requisiti minimi autorizzativi
il compito di definire i criteri per l’accreditamento
e di conferire lo stato di struttura accreditata
compete alle singole Regioni e Province
Autonome
presso l’ASSR è istituita la commissione nazionale
per l’accreditamento
Accreditamento
CERTIFICAZIONE: consiste
nell’attivare un processo di
valutazione rispetto a norme
internazionali, cui la struttura si
sottopone volontariamente. Tale
processo viene effettuato da
un’agenzia esterna autorizzata a
certificare l’adeguatezza alle norme di
riferimento
Accreditamento
AUTORIZZAZIONE: consiste
in un processo di verifica
obbligatoria del possesso da parte
della struttura dei requisiti minimi,
strutturali ed organizzativi, che ne
consentono il funzionamento. Sono
tenute all’autorizzazione:
le strutture sanitarie che erogano prestazioni
in regime di degenza, residenziale,
ambulatoriale
studi medici, odontoiatrici e strutture
esclusivamente dedicate ad attività
diagnostica anche per conto terzi
Accreditamento
DLgs 502/92 definisce che compete alle
Regioni l’introduzione di sistemi di
sorveglianza e di strumenti e
metodologie per la verifica della qualità
dei servizi
•Accreditamento professionale attivato
dalla Società Italiana di VRQ
•Gli enti di Certificazione per potersi
proporre come verificatori debbono
essere accreditati
Perché l’Accreditamento
garantire livelli standardizzati nell’ambiente in
cui si sviluppa la pratica clinica
dare garanzie “interne” ed “esterne” di buona
organizzazione e sicurezza delle strutture e dei
processi che vi si svolgono
costruire guida e sostegno alle organizzazioni per
indirizzare lo sforzo organizzativo al
miglioramento della qualità delle prestazioni e
dei servizi
finanziamenti Regionali all’Azienda
miglioramento dell’immagine Aziendale e
possibilità di guadagnare la fiducia dell’utente
maggiore motivazione da parte del personale
(tutto) alla qualità del servizio
Accreditamento
REQUISITI MINIMI
AUTORIZZAZIONE
VERIFICA
REQUISITI ULTERIORI
DI QUALITA’
LIBERA SCELTA
DEL CITTADINO
ACCREDITAMENTO
CONTRATTAZIONE
CON LA REGIONE
EROGAZIONE
SERVIZI PER SSR
I Dipartimenti contesto normativo
DPR 128/69
 DM 8/11/76
 L.833/78
 L.595/85
 DPR 27/3/92
 DLgs 502/92 (L.412/91)
 L.549/95
 Rapporto del gruppo di lavoro sui
dipartimenti (ASSR)
 Normativa Regionale
 229/99

I Dipartimenti contesto normativo
DPR 128/69
offre la possibilità di attuare nuovi modelli
organizzativi “al fine di una migliore efficienza operativa,
economica, di gestione e del progresso tecnico-scientifico”
DM 8/11/76
“….le regioni promuovono con gradualità
l’istituzione dei dipartimenti, al fine di garantire la convergenza di
esperienze nei diversi ambiti assistenziali, ricerca, didattica”
Sono i criteri di accorpamento (intensità di cure, gruppi di età,…….)
L’emanazione non produce alcun effetto poiché si parla di
“promozione” piuttosto che di “provvedimento obbligatorio”
L833/78
stabilisce che “ ….le regioni disciplinano con legge
l’articolazione dell’ordinamento degli ospedali in Dipartimento, in
base al principio dell’integrazione tra le divisioni, sezioni e servizi
affini e complementari……. Gestione dei dipartimenti sulla base
dell’integrazione delle competenze” Tale normative supera il
concetto di discrezionalità ed afferma l’obbligatorietà ma non
prevede sanzioni per le inadempienze
I Dipartimenti contesto normativo
DPR 27/3/92
Il DEA rappresenta una aggregazione funzionale di
unità operative che mantiene la propria autonomia e responsabilità
clinico-assistenziale, ma che riconoscono la propria interdipendenza
adottando un comune codice di comportamento assistenziale, al fine di
assicurare, in collegamento con le strutture operanti sul territorio, una
risposta rapida e completa. A differenza dei dipartimenti tipici, costituiti
da unità operative aggregate fisicamente, il dipartimento di emergenza ed
accettazione comprende unità che fanno parte esclusivamente del DEA
(servizi di accettazione e pronto soccorso, l'unità di osservazione e breve
degenza, l'unità operativa di rianimazione con: moduli di terapia,intensiva
e subintensiva, nonché le unità operative di medicina d'urgenza, ove
previste dalla programmazione regionale) e unità che appartengono ad
altri dipartimenti ed entrano a fare parte della ''funzione emergenza"
attraverso la condivisione di modelli operativi definiti da linee guida e da
protocolli, che dovranno essere adottati da tutte le unità operative .
Diviene esempio di dipartimento funzionale obbligatorio
I Dipartimenti contesto normativo
DLgs 502/92 (L.412/91) obbliga le regioni
“attuare il modello
delle aree funzionali con presenza obbligatoria di DH, conservando alle UO
che vi confluiscono l’autonomia funzionale in ordine alle patologie di
competenza, nel quadro di una efficace integrazione delle risorse umane e
strumentali
L 549/95 (finanziaria x 96) sottolinea come il modello organizzativo
dipartimentale debba essere in grado di consentire a servizi affini e
complementari di operare in forma coordinata per evitare ritardi, disfunzioni
e distorto utilizzo delle risorse finanziarie
Rapporto del gruppo di lavoro sui dipartimenti
(ASSR) fa proposte dettagliate sul modello organizzativo dipartimentale;
estende le funzioni del dipartimento anche a formazione e ricerca
I Dipartimenti contesto normativo
Normativa Regionale
delibera 1454 del 1997 da indicazioni molto
dettagliate in merito a:
definizione delle articolazioni organizz., obiettivi, regolamento, aree,
servizio infermieristico
229/99
si considerano strutture complesse i dipartimenti e le unita'
operative ….. L'organizzazione dipartimentale e' il modello ordinario di
gestione operativa di tutte le attivita' delle Aziende sanitarie.
.. Il direttore di dipartimento e' nominato dal direttore generale fra i
dirigenti con incarico di direzione delle strutture complesse aggregate nel
dipartimento; il direttore di dipartimento rimane titolare della struttura
complessa cui e' preposto. La preposizione ai dipartimenti strutturali, sia
ospedalieri che territoriali e di prevenzione, comporta l'attribuzione sia di
responsabilita' professionali in materia clinico-organizzativa e della
prevenzione sia di responsabilita' di tipo gestionale in ordine alla razionale
e corretta programmazione e gestione della risorse assegnate per la
realizzazione degli obiettivi attribuiti.
I Dipartimenti contesto organizzativo
Cos’è un dipartimento:entità organizzativa di base che
aggrega una pluralità di discipline e funzioni assistenziali, tra
loro affini o complementari, ne assicura la gestione unitaria al
fine di integrare le competenze presenti, ottimizzando la qualità
dell’assistenza e l’utilizzo delle risorse complessivamente
assegnate.

ATTRIBUZIONI: favorire l’interdisciplinarietà intra-inter
dipartimentale mediante la promozione del reciproco scambio di
competenze







piani di attività
gestione risorse
favorire il collegamento extra ospedaliero
sviluppo e coordinamento attività didattica, formazione, agg.to
individuare e proporre nuove attività/i modelli di assistenza
valutare la qualità
programmare iniziative di ricerca, educazione, informazione sanitaria


DA PRIVILEGIARE: gestione liste d’attesa, medical audit
coordinamento spazio temporale dell’attività dei gruppi con
riferimento all’uso delle risorse
I Dipartimenti contesto organizzativo
Struttura organizzativa del dipartimento:
Dipartimento strutturale:
ha autonomia
gestionale ed economica
Dipartimento funzionale:
non c’è
giurisdizione sulle specifiche risorse ma coordinazione,
integrazione appropriatezza, qualità
ottimizzare le politiche assistenziali destinate a
specifiche categorie …….di pazienti/quadri clinici e
massimizzare l’efficacia e la qualità del …...prodotto
delle politiche medesime
formalizzare meccanismi di interazione necessari per
rendere più …..espliciti i rapporti tra le varie figure che
si devono integrare
I Dipartimenti contesto organizzativo
Unità operativa complessa
articolazione settoriale del dipartimento,
per discipline/funzioni. Comprende
diversi livelli assistenziali (degenza
ordinaria, DH)
Unità operativa semplice:
articolazione organizzativa dell’U.O. per
lo svolgimento di attività specialistiche,
ovvero strumento per distinguere
l’organizzazione di particolari livelli di
erogazione dell’assistenza
I Dipartimenti contesto organizzativo
Criteri per la scelta delle aggregazioni
dipartimentali

Intensità e gradualità delle cure: i pazienti trovano collocazione e si spostano
in relazione alla necessità assistenziale (intensiva, semi-intensiva, valutativa,
riabilitativa)

settore nosologico: si accorpano funzioni assistenziali in base alla categoria
nosologica (cardio-vascolare, oncologico, ecc.)

fasce d’età: pazienti identificati in base all’appartenenza alla medesima fascia
d’età (anziani, bambini, …)

branca specialistica: si accorpano funzioni assistenziali in rapporto alla
omogeneità degli strumenti clinici di intervento ( chir. generale, chir. Specialistica,
diagnostica per immagini, ….)

organo o apparato: si accorpano funzioni assistenziali di pazienti che
presentano quadri morbosi acarico del medesimo organo o apparato (app.
nervoso, respiratorio, ….)
I Dipartimenti contesto organizzativo
Organizzazione interna al Dipartimento

Direttore Dipartimento

Comitato di Dipartimento

Assemblea di Dipartimento
Caratteristiche di un’AS
Decreto Legislativo 229/99: le azienda hanno
personalità giuridica pubblica, autonoma ed
imprenditoriale (aumenta la flessibilità di
gestione);
l'organizzazione ed il funzionamento sono
disciplinati con atto aziendale, nel rispetto dei
criteri stabiliti dalla regione.
Legge Regionale 11/2000: l’atto aziendale è
adottato in coerenza con apposite direttive della
Giunta Regionale al fine di regolamentare in
autonomia l’organizzazione ed il funzionamento
dell’Azienda.
Caratteristiche di un’AS
Atto Aziendale E’ finalizzato a snellire regole e procedure di
organizzazione e funzionamento nel rispetto degli indirizzi di
programmazione nazionale e regionale.
Mission Vision e Valori Fondamentali
Principi e criteri dell’attività Aziendale
Gli Organi
Direzione Aziendale
Gli Organismi Collegiali
Modello Organizzativo e suo Funzionamento
Incarichi Dirigenziali e Valutazione del Personale
Programmazione e controllo interno
………..
Partecipazione dei Cittadini
STATO
Regioni
Ministero del Welfare
Assessorato
alla Sanità
Ministero del Walfare
Assessorato alle
Politiche Sociali
Direzione Generale
Sanità e Servizi Sociali
Locale
Aziende Sanitarie Locali
e Aziende Ospedaliere
Comuni
(con delega ad enti Gestori della
erogazione delle prestazioni Sociali)
Erogazione delle
prestazioni ai cittadini
Assistenza Sanitaria : finalizzata a restituire o conservare lo
stato di salute della persona
Prevenzione
Diagnosi e terapia
Riabilitazione (rimozione e/o contenimento di esiti degenerativi)
ATTIVITA’ SOCIALI a RILEVANZA SANITARIA
attività del sistema sociale che hanno l'obiettivo di supportare la persona in
stato di bisogno, con problemi di disabilità o di emarginazione condizionanti
lo stato di salute.
Emarginazione
Reddito
Autonomia
finalizzata a garantire la qualità della vita, pari opportunità, limitare il disagio
individuale o familiare, derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociale e
condizioni di mancata autonomia
Assistenza Sociale
La Rete integrata dei Servizi sociali
1862 - Nel campo dell'assistenza, furono istituite le
"Congregazioni di carità“ (legge 753 del 1862), primi organi
dell'assistenza generica attraverso i quali lo Stato (Regno
d’Italia) esercitava la beneficenza nei confronti dei bisognosi.
L’ambito territoriale era coincidente con i Comuni. Attraverso
la nomina di amministratori, lo Stato effettuava i controlli.
Accanto alle congregazioni,svolgevano proprie attività
assistenziali le associazioni e le organizzazioni private: le
Società di mutuo soccorso, la rete assistenziale della
Chiesa e le IPAB (Istituzioni Pubbliche di Assistenza
e Beneficenza).
La Rete integrata dei Servizi sociali
1890 - la legge 6972 del 1890 può essere considerata la
"prima norma quadro" in materia di assistenza e beneficenza
pubblica, persegue una politica di sostegno a soggetti
bisognosi e fa ordine tra tutte le iniziative benefiche e di
carità, enti morali e opere pie. La legge disciplina in
particolare la contabilità e i patrimoni, la tutela degli incapaci,
affida la vigilanza allo Stato che la esercita attraverso le
Prefetture, regolamenta le modalità di apertura di nuove
istituzioni ed il "domicilio di soccorso", ovvero l'obbligo di
riconoscere alle persone indigenti “domiciliate” nel territorio
comunale il diritto all’intervento assistenziale del Comune.
L'istituto del domicilio di soccorso è a tutt'oggi in vigore.
La Rete integrata dei Servizi sociali
1900 -
Tra fine Ottocento e primo Novecento, nel contesto delle diverse
esperienze associative di natura mutualistica e assistenziale, maturate
soprattutto in ambiente cattolico, si viene a definire la struttura specifica del
patronato. Le precarie condizioni di lavoro , i turni massacranti portano ad
un prolificare degli infortuni sul lavoro che divengono presto una degli
elementi di maggiore preoccupazione.
Anche a livello normativo inizia ad essere individuata la natura peculiare di
questo ente che con il decreto legislativo 23 agosto 1917, n. 1450, relativo
all’assicurazione infortunistica in agricoltura inizia a normare lo stato
previdenziale. Negli anni seguenti, con il proseguire dell’estensione delle
forme assicurative, si allarga l’azione dei patronati e si giunge, nel 1922,
alla nascita di una Federazione nazionale degli Istituti di patronato fino alla
costituzione, nell’ambito dell’ordinamento corporativo fascista, di un unico
«Patronato nazionale medico-legale per gli infortuni agricoli-industriali e per
le assicurazioni sociali», che, con decreto ministeriale 24 dicembre 1927
assume la denominazione di «Patronato nazionale per l’assistenza sociale».
La vita del Patronato nazionale si conclude con il decreto ministeriale 29
ottobre 1942 quando le sue funzioni sono trasferite alle Confederazioni
sindacali.
La Rete integrata dei Servizi sociali
anni 70
con le leggi del 1972 e del 1977, molte competenze in materia
assistenziale furono decentrate ed il ruolo dei Comuni fu potenziato, seguendo
una decisa politica territoriale dei servizi sociali basata sui bisogni e sulla
domanda della collettività locale con particolare attenzione alle attività in
favore di minori, adulti vittime di delitti e loro famiglie.
Il primo processo di politiche sociali innovative si è svolto sulla base di alcuni
presupposti e principi di fondo, quali :
•la riorganizzazione del territorio in ambiti territoriali adeguati,
•la programmazione degli interventi in base alle caratteristiche ed ai
bisogni della popolazione,
•l'integrazione dei servizi sanitari con quelli sociali
•la partecipazione attiva nei servizi degli utenti e dei cittadini.
In questo contesto, il ruolo dei Comuni è sempre più importante: sono i
Comuni che realizzano, organizzano e gestiscono i servizi sociali, secondo le
indicazioni elaborate a livello regionale.
1978
con la L.833 ha inizio il Servizio Sanitario Nazionale (SSN)
La Rete integrata dei Servizi sociali
1985: La "Carta europea delle autonomie locali",
sottoscritta a Strasburgo il 15 ottobre 1985 e tradotta nella
legge n. 439/89 introduce principi basilari quali la
sussidiarietà, cioè la necessità di rispondere ai bisogni delle
collettività locali; la cooperazione, intesa come la capacità
degli enti locali di associarsi fra loro per la tutela e la
promozione dei loro comuni interessi e per la gestione
associata dei servizi; l'auto-organizzazione, nel senso di
capacità propria nella scelta della struttura amministrativa
più idonea allo svolgimento delle funzioni.
La Rete integrata dei Servizi sociali
Anni 90: la legge quadro sul volontariato n.266/91
regola il rapporto del
volontariato con l'istituzione pubblica, definisce con precisione cosa si deve intendere per
attività di volontariato e precisa i fini e le peculiarità delle organizzazioni impegnate in
questo settore.
•……L'attività di volontariato, secondo la legge n.266/91, è "quella prestata in
modo personale, spontaneo e gratuito, tramite l'organizzazione di cui il
volontario fa parte, senza fini di lucro anche indiretto ed esclusivamente
per fini di solidarietà". L'attività del volontariato non può essere retribuita. Al
volontario possono essere solo rimborsate le spese sostenute per l'attività
prestata, entro limiti preventivamente stabiliti con l'organizzazione di
appartenenza.
•Chi svolge attività di volontariato all'interno di organismi di volontariato iscritti
nei Registri regionali ha diritto ad usufruire delle forme di flessibilità di orario di
lavoro.
•Le organizzazioni di volontariato possono avvalersi di lavoratori dipendenti o
autonomi nei limiti strettamente necessari alla realizzazione dell'attività
principale.
La Rete integrata dei Servizi sociali
2000: dal novembre 2000, dopo ben 110 anni dalla prima "legge Crispi“,
con la legge 328 si concretizza un sistema integrato di interventi e di servizi
sociali, definito con la legge quadro di riforma dell'assistenza ed il
Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 2001 - 2003. Gli
interventi sociali devono garantire il miglioramento della qualità della
vita, pari opportunità e non discriminazione delle condizioni di
disabilità, di bisogno e di disagio individuale derivanti da difficoltà
economiche, sociali o fisiche. Le Regioni ed i Comuni devono dunque
monitorare i bisogni delle comunità locali e pianificare risposte adeguate
che coinvolgano tutte le parti: le istituzioni, il terzo settore e la fitta rete di
solidarietà sociale.
L’evoluzione della società (connotazione multietnica, trasformazione della famiglia,
nuove forme di povertà e disagio sociale) ha determinato la necessità di nuovi
interventi di tipo sociale, per facilitare la convivenza e l’integrazione sociale
Legge 328 del 2000:
LEGGE QUADRO per la REALIZZAZIONE del
SISTEMA INTEGRATO di INTERVENTI e SERVIZI SOCIALI
1. Principi e finalità: la Repubblica assicura a persone
e famiglie un sistema integrato di interventi e
servizi sociali per garantire
 la qualità della vita,
 pari opportunità,
 non discriminazione
 riduzione del disagio individuale e familiare
derivante da inadeguatezza del reddito
 condizioni di autonomia
La programmazione ed organizzazione compete agli
Enti Locali, Regioni e Stato secondo principi di
 Sussidiarietà
 Cooperazione
 Efficacia, efficienza ed economicità
 …………..
Legge 328 del 2000:
LEGGE QUADRO per la REALIZZAZIONE del
SISTEMA INTEGRATO di INTERVENTI e SERVIZI SOCIALI
2.Diritto alle prestazioni:
hanno diritto ad usufruire delle prestazioni i
cittadini italiani e della U.E. ed i loro familiari
Gli stranieri in regola con d.lgs. 268/98
Accedono in modo prioritario i soggetti in
 condizioni di povertà,
 incapacità
totale
o
parziale
a
provvedere alle proprie necessità per
inabilità, difficoltà di inserimento nella
vita sociale e lavorativa,
 sottoposti
a
provvedimenti
dell’autorità giudiziaria che rendono
necessari interventi assistenziali
Legge 328 del 2000:
LEGGE QUADRO per la REALIZZAZIONE del
SISTEMA INTEGRATO di INTERVENTI e SERVIZI SOCIALI
4.
Finanziamento delle politiche sociali: si avvale di un
finanziamento plurimo a cui concorrono Comuni, Regioni e Stato
….è riconosciuto e d agevolato il ruolo degli organismi non
lucrativi, cooperative, associazioni, confessioni religiose, ecc
5.
7. 8. 9. ASSETTO ISTITUZIONALE ed ORGANIZZATIVO:
 Comuni: sono titolari delle funzioni amministrative a livello
locale, concorrono alla programmazione regionale, erogano
i servizi, promuovono nell’ambito del sistema locale della
rete dei servizi, forme di collaborazione per lo sviluppo di
interventi di auto-aiuto e favorire la reciprocità tra cittadini
 Provincia:
raccoglie
informazioni
e
concorre
alla
programmazione
 Regione: titolare della programmazione, coordinamento e
verifica
 Stato: indirizzo e coordinamento
Legge 328 del 2000:
LEGGE QUADRO per la REALIZZAZIONE del
SISTEMA INTEGRATO di INTERVENTI e SERVIZI SOCIALI
10. IPAB
 il Governo è delegato a rivedere la disciplina delle IPAB che
dovranno avere maggiore autonomia gestionale ed economica
11. AUTORIZZAZIONE ed ACCREDITAMENTO
 Servizi e strutture a ciclo residenziale e semi-residenziale,
pubblici e privati, sono autorizzati daI Comuni in conformità ai
requisiti stabiliti dalla legge regionale.
 Ai comuni compete inoltre l’accreditamento e la vigilanza
12. FIGURE PROFESSIONALI SOCIALI
 …con regolamento del Ministro per la Solidarietà Sociale, di
concerto con i Ministri della Sanità e Università….. sono
definite le figure professionali da formare, nonché requisiti per
l’accesso, durata dei corsi, criteri per l’equipollenza
13. CARTA dei SERVIZI
 Tutti gli Enti ed Organizzazioni dovranno adottare una Carta
dei Servizi con definiti i criteri per
 Accesso ai servizi
 Funzionamento dei servizi
 Strumenti a tutela degli utenti
Legge 328 del 2000:
LEGGE QUADRO per la REALIZZAZIONE del
SISTEMA INTEGRATO di INTERVENTI e SERVIZI SOCIALI
DISPOSIZIONI PER REALIZZAZIONE DI INTERVENTI DI INTEGRAZIONE E
SOSTEGNO SOCIALE
14. Progetti individuali per persone disabili
15. Sostegno domiciliare per persone anziane
16. Servizi alle famiglie

La legge riconosce il ruolo delle famiglie, sostiene e valorizza i compiti
provvedendo:
 Assegno di cura ed altri interventi a sostegno della maternità e
paternità
 Interventi di sollievo per aiutare coloro che accudiscono familiari
 Assistenza domiciliare e sussidi economici per chi accoglie disabili,
anziani e minori in affido (la legge prevede la chiusura degli orfanotrofi)
 Prestiti ed agevolazioni fiscali per giovani coppie con figli, famiglie
con handicappati gravi ecc.
Legge 328 del 2000:
LEGGE QUADRO per la REALIZZAZIONE del
SISTEMA INTEGRATO di INTERVENTI e SERVIZI SOCIALI
STRUMENTI PER FAVORIRE IL RIORDINO DEL SISTEMA
INTEGRATO DI INTERVENTI E SERVIZI SOCIALI
18. Piano Nazionale e Regionale
 ….il Governo definisce un Piano Nazionale triennale
tenendo conto delle risorse destinate
 …. Le Regioni, in relazione alle indicazioni del Piano,
adottano il Piano Regionale, d’intesa con i Comuni…
in integrazione con ambito Sanitario e della
Formazione
19. PIANO di ZONA:
 I Comuni definiscono, attraverso l’ACCORDO di
PROGRAMMA, obiettivi e priorità di intervento,
modalità organizzative dei servizi, coordinamento,
risorse.
Legge Regionale 2 del 12/3/2003: Norme per la promozione della
cittadinanza sociale e per la realizzazione del Sistema integrato di
interventi e servizi sociali

Acquisisce i contenuti della legge 328 del 2000

Modifica alcuni commi della

Legge Reg. 5 del 1994 “tutela e valorizzazione delle persone
anziane. Interventi a favore di anziani non autosufficienti”

Legge Reg.
4 del 1994 “promozione e sviluppo della
cooperazione sociale”

Legge Reg. 19 del 1994 “ norme per il riordino del SSR”

Legge Reg. 21 del 1996 “promozione e coordinamento delle
politiche rivolte ai giovani”

Legge Reg. 29 del 1997 “….opportunità di vita autonoma ed
integrazione sociale delle persone disabili”

Legge Reg. 34 del 1998 “….autorizzazione ed accreditamento
delle strutture sanitarie pubbliche e private

………………
La Rete integrata dei Servizi sociali
 CRITERI di ASSEGNAZIONE DELLE PRESTAZIONI SOCIALI
Le prestazioni sociali, cioè i sussidi economici ed i servizi sociali
assistenziali erogati per aiutare le persone e le famiglie in difficoltà, sono
assegnate in base a dei criteri tecnicamente definiti riccometro. Questi
criteri permettono di valutare la situazione globale, economica e
sociale, della persona che richiede il sussidio o il servizio.
 GLI ATTORI dell’ASSISTENZA
"Il sistema integrato di interventi e servizi sociali deve realizzarsi con il
concorso di una pluralità di attori, istituzionali e non, pubblici e privati…".
Sono le premesse del Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali
2001-2003, che mira a promuovere la partecipazione attiva di tutti nella
realizzazione del benessere sociale. Vediamo il ruolo svolto dai principali
protagonisti






Le Organizzazioni e gli Enti no profit
Le Ipab
I Patronati
I Comuni
Le Regioni
Lo Stato
La Rete integrata dei Servizi sociali
Lo Stato deve stabilire gli obiettivi generali delle politiche sociali ed i requisiti minimi
dell'assistenza sociale, validi per tutto il territorio nazionale.
Il Dipartimento delle politiche sociali e della previdenza del ministero del Welfare,
d'accordo con gli altri ministeri interessati, primi fra tutti il ministero della Salute
ed il ministero dell'Economia, delinea le linee programmatiche della politica sociale
del Governo, coordina gli interventi sociali e verifica l'operato delle singole
Regioni.
Nel Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali, di durata triennale, sono
specificati i principi base e gli obiettivi della politica sociale, i livelli minimi di
assistenza da garantire su tutto il territorio, le modalità di verifica dell'operato delle
Regioni e degli enti locali e le risorse finanziarie assegnate alle politiche sociali
attraverso il Fondo nazionale per le politiche sociali.
Lo Stato si fa carico anche della spesa per pensioni, assegni e indennità considerati
di natura assistenziale, tra cui le indennità spettanti agli invalidi civili, l'assegno
sociale, il reddito minimo di inserimento ed eventuali progetti di settore.
La Rete integrata dei Servizi sociali
Le Regioni devono rendere operative sul territorio le politiche sociali,
programmando interventi integrati con quelli sanitari e calibrati con quelli scolastici,
culturali-ricreativi, lavorativi e con tutta la rete di servizi che il territorio offre.
Alla Regione spetta dunque:
la programmazione locale degli interventi e dei servizi sociali;
la definizione di criteri che devono essere soddisfatti dalle strutture pubbliche e
private che offrono servizi sociali per essere autorizzate ed accreditate, e le
modalità di verifica del loro operato;
la determinazione di criteri sulla base dei quali i Comuni decidono la parte della
spesa che spetta all'utente;
la formazione, l'accreditamento e il controllo del personale del settore, anche
attraverso l'istituzione di un registro dei soggetti autorizzati;
la promozione ed il coordinamento delle attività sociali promosse dagli enti locali
e dalle associazioni di cittadini;
la valutazione dell'efficacia e dell'efficienza dei servizi attivi e delle iniziative
previste, e degli eventuali reclami presentati dai cittadini.
Gli obiettivi programmatici delle Regioni devono essere descritti nel Piano
regionale degli interventi e dei servizi sociali, di durata triennale.
La Rete integrata dei Servizi sociali
I Comuni: sono gli organi amministrativi che gestiscono e coordinano
le iniziative per realizzare il "sistema locale della rete di servizi sociali". In
questo, i Comuni devono coinvolgere e cooperare con le strutture sanitarie,
con gli altri enti locali e con le associazioni dei cittadini.
Dai Comuni dipende:
la determinazione dei parametri per la valutazione delle condizioni
di povertà, di limitato reddito e di incapacità totale o parziale per
inabilità fisica e psichica, e le relative condizioni per usufruire delle
prestazioni;
l'autorizzazione, l'accreditamento e la vigilanza sui servizi sociali
e sulle strutture residenziale e semiresidenziali pubbliche e private;
il garantire il diritto dei cittadini a partecipare al controllo di qualità
dei servizi.
Le azioni, gli obiettivi e le priorità degli interventi comunali sono
definiti nei Piani di Zona. I Comuni devono anche realizzare ed
adottare la Carta dei servizi sociali che illustra le opportunità sociali
disponibili e le modalità per accedervi.
La Rete integrata dei Servizi sociali
Le Organizzazioni e gli Enti no profit: Poiché tutti siamo responsabili nel
promuovere il benessere e la solidarietà, tutti siamo chiamati ad essere soggetti attivi e
protagonisti nella costruzione della rete di servizi sociali. Per questo la legge prevede e
promuove attività socio-assistenziali da parte di associazioni di cittadini, quali le
cooperative sociali, le organizzazioni di volontariato, gli enti di promozione sociale e le
fondazioni.Questi organismi possono offrire e gestire alcuni servizi, alternativi a
quelli degli enti pubblici, rivolti ai cittadini che ne hanno bisogno. Le Regioni devono
definire i requisiti necessari dei servizi offerti e devono controllare la qualità del loro
operato, anche tramite l'istituzione di registri regionali delle organizzazioni autorizzate
all'esercizio dei servizi socio-assistenziali.
Le cooperative sociali:sociali sono imprese che, a differenza di quelle con fine di lucro,
nascono con lo scopo di perseguire l’interesse generale della comunità. Pur operando nei servizi
alla persona e pur essendo connotate statutariamente dai fini sociali, queste particolari società
sono state sempre sensibili ad una organizzazione aziendale molto prossima a quella del
mercato. Le cooperative sociali, tuttavia, restano una delle realtà più vive del Terzo Settore.
Le organizzazioni di volontariato: Ogni giorno in Italia milioni di persone offrono il loro
tempo e le loro energie per aiutare gli altri: il volontariato nel nostro Paese si presenta come una
realtà in forte crescita. Sempre attivo sui vecchi terreni quali l'assistenza alle persone deboli e la
lotta alla povertà e con un instancabile slancio verso fronti nuovi quali la cooperazione
internazionale, la tutela dell'ambiente e la pace, il volontariato ha avuto il più significativo
riconoscimento istituzionale con la legge 266/91, nota anche come legge quadro sul volontariato.
La Rete integrata dei Servizi sociali
Le Ipab: Fra gli enti che offrono servizi sociali rivolti principalmente alla gestione di
case residenziali e di asili per l'infanzia vi sono le Istituzioni di Pubblica Assistenza
e Beneficenza: le Ipab. Le Ipab, più note come Opere Pie, sono nate nel medioevo
come istituti per lo più religiosi finalizzati all'assistenza ai poveri: distribuzione di
elemosine, di cibo e di vestiti, e gestione di scuole per l'educazione e l'istruzione. Questi
enti, divenuti statali alla fine del XIX secolo, sono in via di trasformazione in aziende
pubbliche di servizi alla persona, in fondazioni o in associazioni.
Le Ipab Le Istituzioni di pubblica assistenza e beneficenza (Ipab) nel nostro Paese sono nate
nel 1890 con la legge Crispi. Grazie a lasciti e fondi pubblici, nel corso di oltre cento anni questi
istituti si sono impegnati, al più vario titolo, sul fronte sociale. In particolare le Ipab italiane hanno
sviluppato due attività principali: la gestione di strutture residenziali per anziani, minori e
portatori di handicap e quella di strutture prescolari (asili e scuole per l’infanzia) e scolari.
Le fondazioni sono organizzazioni private senza fine di lucro, che nascono con lo scopo di
patrocinare attività sociali, religiose, educative e – più in generale – attività volte al benessere di
una comunità. Questi enti rappresentano una delle principali realtà di cui si compone il Terzo
Settore. Classico canale dell’intervento sociale in Italia, le fondazioni hanno subito notevoli
sviluppi soprattutto a partire dagli anni ’80. Se nel passato la loro costituzione avveniva
necessariamente post mortem, per la gestione di un patrimonio o di un’eredità, oggi molte
fondazioni nascono anche grazie all’apporto di soggetti ancora in vita e, frequentemente, anche di
imprese.
La Rete integrata dei Servizi sociali
I Patronati: sono degli enti di assistenza sociale senza fini di lucro, costituiti e gestiti
dalle confederazioni o dalle associazioni nazionali dei lavoratori, che hanno l'obiettivo di
informare, assistere e tutelare i lavoratori dipendenti ed autonomi, i pensionati ed i
singoli cittadini.
Le attività dei patronati, sono di consulenza, di aiuto e di assistenza tecnica e
riguardano:
le prestazioni socio-assistenziali;
le prestazione del Servizio sanitario nazionale;
le pensioni e le liquidazioni;
i fondi pensione complementari;
la sicurezza sociale, il diritto di famiglia, le successioni, la legislazione fiscale;
la sicurezza nei luoghi di lavoro;
l'aiuto agli italiani all'estero.
Tutti i cittadini possono chiedere consulenza ed assistenza ai patronati,
indipendentemente dalla loro adesione all'organizzazione promotrice. La
partecipazione alle spese da parte dell'assistito è regolamentata da specifiche
convenzioni con gli ordini professionali. Le prestazioni sono gratuite per coloro che
hanno un reddito inferiore alla pensione minima annua dei lavoratori dipendenti.
La Rete integrata dei Servizi sociali
 L’OFFERTA DI SERVIZI SOCIALI e SOCIO-SANITARI
Nei servizi sociali sono comprese tutte le attività ed i servizi finalizzati ad aiutare le
persone a superare le situazioni di bisogno e di difficoltà che si incontrano durante la vita.
Le singole prestazioni sono definite a livello locale, nell'ambito dei programmi per le
politiche sociali. Vediamo quali sono i principali.
ASS RESIDENZIALE:
case di riposo, Case albergo Case famiglia,
ASS SEMIRESIDENZIALE :
ASS DOMICILIARE
ALTRE OFFERTE
Centri sociali anziani
L'assistenza domiciliare, pasti a domicilio
Banche del tempo, Università per la terza età, servizio di
accompagnamento, segretariato sociale
I servizi socio-sanitari sono rivolti a persone che hanno bisogno di aiuto per problemi
di salute e per difficoltà di natura sociale. Questi servizi devono dunque essere erogati
da più persone che devono avere competenze mediche, infermieristiche, riabilitative ma
anche sociali. Vediamo quali sono i principali.
ASS RESIDENZIALE:
comunità alloggio, Centri di riabilitazione, Case protette, Residenze
Sanitarie Assistenziali
ASS SEMIRESIDENZIALE : Centro diurno
ASS DOMICILIARE:
L'assistenza domiciliare integrata
ALTRE OFFERTE
I consultori familiari, Il telesoccorso
La Rete integrata dei Servizi sociali
I SERVIZI SOCIALI
Le case di riposo sono degli alberghi con stanze ad uno o a due letti e con un bagno ogni due persone, rivolti a
persone anziane autosufficienti o parzialmente autosufficienti.
Nelle case di riposo devono essere previste, oltre al servizio ristorante, anche attività culturali e ricreative, il centro diurno,
l'aiuto per l'igiene personale, il lavaggio biancheria e i servizi di sanità di base di tipo ambulatoriale.
Ogni casa di riposo deve avere ottenuto l'autorizzazione dal Comune cui appartiene, che garantisce il rispetto di
determinati requisiti, e deve avere un regolamento interno che illustri le attività organizzate.
Il costo della casa di riposo è stabilito dalla struttura stessa e può essere a carico dei servizi sociali del Comune, o con una
quota di partecipazione del cittadino, secondo la sua situazione economica.
Le Case Albergo sono un complesso di appartamenti autonomi che si appoggiano ad alcuni servizi collettivi, come la
sala riunione, il soggiorno e la sala da pranzo comune, servizi igienici e servizi di lavanderia e pulizia. Nelle case albergo
sono previsti anche alcuni servizi di assistenza di base, come l'ambulatorio, il pedicure, il barbiere e il parrucchiere, insieme
con un programma di attività ricreative e culturali interne ed esterne.
Possono usufruire delle case albergo principalmente le persone pensionate, sole o in coppia, che non hanno bisogno di
una assistenza particolare e che vogliono condurre una vita autonoma in un ambiente di comunità, utilizzando, se
gradiscono, gli spazi ed i servizi comuni.
Le case albergo, come anche le case di riposo o le case protette, devono essere autorizzate dai Comuni, secondo standard
di qualità stabiliti a livello regionale e dalla Asl competente per l'aspetto igienico - sanitario. La retta della casa albergo è
determinata dalla singola struttura e prevede una quota di partecipazione a carico degli utenti stabilita dai Comuni e dalle
Regioni in base al reddito.
La Rete integrata dei Servizi sociali
Le case famiglia sono delle comunità residenziali di tipo, appunto, familiare. Sono cioè delle
normali abitazioni in cui operatori specializzati coordinano le attività e la vita delle persone che ne
fanno parte e che collaborano nella gestione della casa.
Generalmente, gli ospiti delle case famiglia sono bambini ed adolescenti che non possono vivere con
le loro famiglie. Tuttavia, alcune strutture si sono orientate verso l’aiuto a persone anziane sole
che, per i più svariati motivi, hanno difficoltà a vivere da soli nelle loro abitazioni o che vivono in case
non adeguate alle loro necessità.
I servizi sociali del proprio Comune, valuta la situazione personale, se necessario, possono coprire
i costi della retta in modo parziale o totale.
I centri sociali per anziani, presenti in molti Comuni e in gran parte autogestiti, sono il punto di
incontro, aperto a tutti, per persone non più giovani.
Nei centri anziani sono organizzate attività di vario tipo, di impegno sociale, culturale e anche di
divertimento. Le più diffuse sono quelle di vigilanza scolastica e sul trasporto degli studenti, di piccola
manutenzione del verde, di vigilanza in parchi, musei, mostre e fiere, di trasporto di disabili. Sono
anche in programma varie attività culturali, di tutela dell'arte, ricreative e sportive.
La Rete integrata dei Servizi sociali
Le banche del tempo sono Istituti di credito nel quale si deposita il
proprio tempo al posto del denaro: i cittadini hanno un loro regolare contocorrente-tempo ed un libretto di assegni-tempo, che possono utilizzare per
offrire un servizio e riceverne un altro in cambio. L'unico obbligo è il non
andare in perdita, non avere il conto corrente in rosso!
Tra le più comuni attività delle oltre 300 banche del tempo, presenti su
tutto il territorio italiano, troviamo:
•l'accompagnamento, il trasporto di persone o cose;
•la ricerca e l'offerta di compagnia in uscite serali, teatri, gite etc.;
•il babysitting;
•l'aiuto nella riparazione e manutenzione di oggetti domestici;
•il dogsitting ed il catsitting durante le assenze dei padroni;
•la cucina, lo scambio di consigli e ricette particolari;
•il cucito ed il ricamo.
La Rete integrata dei Servizi sociali
Il segretariato sociale è un servizio gratuito che dà informazioni e consulenza sui
servizi sociali, assistenziali, educativi e sanitari, pubblici e privati, disponibili sul
territorio.
L'obiettivo del servizio, nato con la legge quadro per l'assistenza (legge 328/2000) e
delineato nel Piano Nazionale degli Interventi e dei Servizi Sociali 2001-2003, è il far si
che tutti i cittadini possano avere accesso alle risorse ed agli aiuti sociali e
sanitari che sono disponibili nel loro territorio.
Tra le informazioni ottenibili dal segretariato sociale vi sono quelle su:
•il lavoro e l'orientamento professionale;
•l'istruzione e i servizi scolastici (refezione, borse di studio, doposcuola, ecc.);
•i servizi della sicurezza sociale (assistenza, previdenza e sanità);
•i servizi per il tempo libero (attività sportive, ricreative, culturali, vacanze, ecc.);
•le facilitazioni per gli alloggi;
•le aziende private che erogano servizi a pagamento, le loro tariffe e le
caratteristiche dei servizi erogati;
•le regole per accedere ai servizi.
Il segretariato sociale aiuta anche a svolgere le pratiche burocratiche per accedere
ai contributi economici ed ai servizi sociali previsti. L'ufficio offre anche sostegno nelle
procedure per l'abbattimento delle barriere architettoniche.
La Rete integrata dei Servizi sociali
Per chi ha tempo libero e vuole continuare a studiare e a conoscere, le
Università per la Terza Età sono una ricca opportunità. Queste Università,
riconosciute dalle Regioni in conformità a requisiti di qualità, sono gestite da
varie associazioni, istituzioni e fondazioni e offrono una grande varietà di
corsi tenuti da qualificati docenti, professori di scuola media e
professionisti.
Si possono così frequentare lezioni di storia dell'arte o di archeologia, ma
anche di informatica e Internet. Sono anche previsti corsi di ginnastica o di
attività manuali, come la fotografia o la pittura.
Queste Università sono aperte a tutti, indipendentemente dal titolo di studio
posseduto e dall'età.
Il servizio di accompagnamento e di compagnia è rivolto alle persone
che hanno difficoltà a muoversi autonomamente, per aiutarle a spostarsi
nelle città.
È un servizio generalmente gratuito e va richiesto al centro dei Servizi
Sociali del proprio Comune, alle associazioni di volontariato o a quelle di
categoria.
La Rete integrata dei Servizi sociali
Il Servizio pasti a domicilio consiste nella consegna a domicilio di pasti
caldi o precotti a pranzo e a cena ed è rivolto a persone con gravi problemi
economici o sufficientemente autonome ma impossibilitate a prepararsi il
pasto da sole tutti i giorni.
Il costo del servizio è stabilito dai Comuni, in base al reddito della persona
che ne fa richiesta.
Il Servizio di assistenza domiciliare offre prestazioni a domicilio per
aiutare le persone che vivono nella propria casa ma che non sono
completamente autosufficienti.
Tra le attività previste rientrano quelle di:
•aiuto nella cura personale;
•aiuto per il governo e la pulizia della casa;
•aiuto nel disbrigo di pratiche burocratiche;
•aiuto nell'acquisto della spesa e nella preparazione dei pasti;
•attività di lavanderia;
•accompagnamento negli spostamenti in città per necessità mediche o
personali;
•servizio di interpretariato per i cittadini non udenti.
La Rete integrata dei Servizi sociali
I SERVIZI SOCIO-SANITARI
Le Comunità alloggio sono piccole strutture residenziali che ospitano,
permanentemente
o
temporaneamente,
persone
anziane
non
completamente autonome o persone adulte con AIDS.
Nelle comunità alloggio sono garantite le prestazioni alberghiere di pulizia,
di ristorazione, di lavanderia e di guardaroba. Inoltre, personale
specializzato assiste ed aiuta gli ospiti nella cura della loro igiene e medici
di famiglia, infermieri e fisioterapisti assicurano l’assistenza medica ed
infermieristica.
I Centri di riabilitazione sono strutture residenziali o diurne, specializzate
nella riabilitazione e nell'aiuto a persone disabili non autonome di età
adulta. Lo scopo è di sostenere ed aiutare la persona, la sua famiglia e di
favorire l’integrazione sociale.
Nei centri di riabilitazione ogni persona ha un progetto individuale
secondo i propri bisogni e le proprie capacità, ed è seguita da un equipe
medica multidisciplinare di specialisti dei vari settori della riabilitazione.
La Rete integrata dei Servizi sociali
I SERVIZI SOCIO-SANITARI
I centri diurni, detti anche strutture semiresidenziali, sono strutture
aperte almeno sei-otto ore al giorno che offrono vari servizi di natura socioassistenziale.
L'obiettivo dei servizi e delle attività svolte nei centri diurni è l'aiutare le
persone anziane a mantenere la propria autonomia ed a vivere nella propria
casa. Gli utenti possono usufruire dell'ospitalità e dei servizi del centro per
una parte della loro giornata.
Tra i diversi servizi dei centri diurni sono comprese:
•le prestazioni sanitarie di base;
•le prestazioni socio-assistenziali;
•la riabilitazione;
•occasioni di incontri culturali, di socializzazione e di gioco;
•assistenza nelle attività quotidiane: servizio di pasti, di lavanderia e di
pulizia.
La Rete integrata dei Servizi sociali
Case Protette: le persone anziane, che hanno
bisogno di assistenza generica e che non possono essere
aiutate dai propri familiari, possono decidere di lasciare la
propria casa e di andare a vivere temporaneamente o
permanentemente in una casa protetta. Nelle case
protette terapisti, medici ed infermieri garantiscono un
aiuto nelle attività quotidiane e l'assistenza sanitaria di
base, mentre altro personale organizza il servizio di
ristorante e di lavanderia e le attività ricreative e culturali.
La retta è stabilita dall'Ente che gestisce la struttura e può
essere in parte a carico del Comune di appartenenza ed in
parte a carico del cittadino.
La Rete integrata dei Servizi sociali
Le Residenze sanitarie assistenziali, RSA, sono strutture che ospitano per
un periodo temporaneo persone non autosufficienti, che non possono essere assistite
in casa e che necessitano di specifiche cure mediche di più specialisti e di una
complessa assistenza sanitaria.
Le residenze sanitarie assistenziali sono gestite da enti pubblici o privati che offrono
ospitalità, prestazioni sanitarie ed assistenziali, aiuto nel recupero funzionale e nell'
inserimento sociale e prevenzione delle principali patologie croniche.
In particolare sono garantite:
•l'assistenza medica ed infermieristica;
•l'assistenza riabilitativa;
•l'aiuto per lo svolgimento delle attività quotidiane;
•l'attività di animazione e socializzazione;
•le prestazioni alberghiere, di ristorante, di lavanderia, di pulizia.
Per l’accesso, è necessario avere riconosciuta la condizione di non autosufficienza.
Le spese, stabilita dagli enti che gestiscono le residenze sanitarie assistenziali in
accordi con il Comune, sono in parte a carico del Servizio sanitario nazionale, in
parte a carico del Comune ed in parte a carico dell'utente e della sua famiglia,
secondo il reddito.
La Rete integrata dei Servizi sociali
L'Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) è rivolta alle persone non autonome o che
soffrono di varie malattie croniche, per aiutarle a continuare a vivere autonomamente
nella propria casa.
Questo tipo di Assistenza Domiciliare prevede una serie di attività sanitarie e socioassistenziali gestite dal medico di base, da medici specialisti, da terapisti della
riabilitazione, da infermieri e da assistenti sociali, ai quali si affiancano operatori di
supporto che aiutano nella igiene personale e nella pulizia della casa.
Telesoccorso : è un sistema elettronico, collegato ad un telecomando o ad un
campanello oppure ad un telefono particolare, che permette di chiedere aiuto
immediato per un'emergenza (malori, cadute, ecc.) ad una centrale di assistenza
attiva 24 ore su 24.
Il telesoccorso è rivolto a tutti gli anziani, ai portatori di handicap o alle persone
non autosufficienti, ed è diffuso in molti Comuni italiani. Può essere prevista una
compartecipazione alla spesa, secondo il reddito della persona che lo richiede. Se il
servizio di telesoccorso è gestito da privati, sono questi che stabiliscono le condizioni, le
modalità di erogazione e il costo.
La Rete integrata dei Servizi sociali
I consultori familiari sono servizi offerti dalle Ausl e da alcune associazioni a cui i
singoli, le coppie, i giovani e le famiglie possono rivolgersi per chiedere aiuto e
supporto su problemi sociali e sanitari.
L'accesso ai consultori è anonimo e gratuito. È possibile andare da soli, in coppia o in
gruppo e non è necessaria alcuna richiesta del medico di famiglia. Principalmente, nei
consultori familiari sono garantiti servizi di sostegno per problemi relativi a:
•la relazione di coppia, la tutela dei minori, l'abuso sessuale, l'affido e l'adozione, i
rapporti tra i genitori ed i figli, l'adolescenza, la terza età;
•la formazione e l'informazione sugli apparati genitali e sulla menopausa, sugli
interventi chirurgici per questi organi e sulla prevenzione dei tumori;
•le informazioni e l'educazione sessuale ed affettiva per giovani ed adulti;
•la preparazione ad una maternità e paternità responsabile ed all'evento della
nascita di un figlio. In questo ambito rientrano anche informazioni sulla
contraccezione.
LEGGE REGIONALE 5 del 1994 “LA TUTELA DEGLI ANZIANI
NON AUTOSUFFICIENTI
Con questa legge la Regione ha inteso farsi carico dell’onere
legato al “prendersi cura” dell’anziano, prevedendo percorsi
burocratici facilitati per favorire il mantenimento dell’anziano
nella sua famiglia e nel tessuto sociale.
E’ stato creato il S.A.A. (servizio assistenza anziani) quale
unico punto di riferimento per l’anziano e la sua famiglia con
funzioni di coordinamento delle attività assistenziali;
l’assistente sociale è la figura responsabile del caso
Sono previste forme di assistenza economica (erogazione
di Assegno di cura) e forme di assistenza socio-sanitaria
di tipo residenziale e domiciliare.
LEGGE REGIONALE 5 del 1994 “LA TUTELA DEGLI ANZIANI
NON AUTOSUFFICIENTI
L’accesso alle prestazioni viene garantito dall’UVM ex UVG
(unità di valutazione multidimensionale) che attraverso una
valutazione multidisciplinare congiunta (medico specialista,
infermiere, assistente sociale), valuta il bisogno sia da un
punto di vista sociale che sanitario e definisce un potenziale
programma assistenziale da erogare (assistenza domiciliare
piuttosto che residenziale o economica).
In applicazione della legge sono susseguite delibere applicative (la
più recente è 1378/99) che a loro volta hanno definito:
•I livelli assistenziali da garantire all’interno delle strutture
residenziali (parametri di personale medico, infermieristico, e di
assistenza in generale)
•Programmi di assistenza economica da garantire a domicilio
•Caratteristiche degli ospiti delle strutture (per garantire il corretto
finanziamento delle giornate di degenza socio-sanitaria).
RSA
CENTRO RIABILITATIVO
CENTRO DIURNO
CASA PROTETTA
COMUNITA’ ALLOGGIO
CONSULTORIO
ASSISTENZA DOMIC. INTEGRATA
ASSEGNO DI CURA
TELESOCCORSO
CASA ALBERGO
CASA di RIPOSO
CASA FAMIGLIA
CENTRO SOCIALE
PASTI a DOMICILIO
ACCOMPAGNAMENTO
ASSISTENZA DOMICILIARE
UNIVERSITA’ 3° età
SEGRETARIATO
SOCIALE
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elementi di legislazione socio sanitaria e organizzazione dei servizi