IL TRIANGOLO INDUSTRIALE La committenza è di fondamentale importanza per lo sviluppo e la divulgazione dei nuovi linguaggi architettonici. Dove si concentrano grandi capitali si riscontra anche maggiore attenzione nei confronti della rappresentatività degli edifici, siano essi pubblici o privati. In Italia le novità architettoniche si sperimentano nelle città del cosiddetto triangolo industriale: Milano, Genova, Torino. Milano La città industriale per eccellenza si distingue dalle altre città italiane per le scelte intraprese dalla nuova classe borghese imprenditoriale. La famiglia Crespi, proprietaria della fabbrica tessile a Trezzo d’Adda e del quotidiano Il Corriere della Sera, affida agli architetti Luca Beltrami e Gaetano Moretti i progetti di edifici rappresentativi di loro proprietà. Luca Beltrami • Luca Beltrami (Milano 1854 - Roma 1933), architetto e storico dell'arte. • Si forma all'Accademia di Belle Arti di Brera con Camillo Boito. Boito nel 1880 aveva scritto un saggio dal titolo Sullo stile futuro dell’architettura italiana, in cui affermava che lo stile deve esprimere chiaramente l’uso dell’edificio, e mostrarne l’interna distribuzione. Sulla scia del suo maestro, Beltrami si preoccupa del contesto del monumento, del suo "tessuto connettivo". Luca Beltrami • Sede del Corriere della Sera, via Solferino, Milano, 1904 L. Beltrami - G.B. Casati • Cagliari, Largo Carlo Felice, sede della Camera di Commercio progetto del 1915, realizzato dall’ing. Riccardo Simonetti tra il 1923 e il 1928 Previsioni per il futuro: il revival gotico • Sincerità strutturale • Opposizione all’ornamentazione sovrapposta, in favore del carattere decorativo intrinseco ai materiali • Organicità degli spazi interni e loro prevalenza rispetto alle risultanze esterne • Rottura con ogni forma di accademismo e quindi con tutti gli stili Gli stili o lo stile? • Secondo Viollet-le-Duc gli stili sono quelle caratteristiche che permettono di distinguere tra loro le scuole e le epoche. • Lo stile è invece la manifestazione in un’opera d’arte di un ideale fondato su un principio. • Il progetto architettonico deve quindi - e sempre - riflettere sul suo rapporto con la storia. Gaetano Moretti • Dopo gli esordi di lavoro nell'officina di ebanisteria paterna a Milano, nel 1875 Gaetano Moretti si iscrive all'Accademia di Belle Arti di Brera dove era stata istituita la Scuola Speciale diretta da Camillo Boito; qui, sotto la direzione anche di Luca Beltrami, si diploma brillantemente professore di Disegno architettonico nel 1883. Beltrami e Moretti • Con Beltrami collabora ai rilievi del Castello Sforzesco e insieme fonda, nel 1892, la rivista "Edilizia moderna". Nel 1905 diventa docente di architettura al R. Istituto Tecnico Superiore di Milano. L’architettura industriale • Moretti entra in contatto con il mondo dell'ingegneria e dell'industria. Ottiene una serie di incarichi per la realizzazione di centrali idroelettriche in Lombardia. Tra queste la centrale di Trezzo D'Adda (19041906), commissionatagli dell'industriale Benigno Crespi, che aveva avuto modo di apprezzare l'opera di Moretti nel cimitero e nel mausoleo di famiglia sempre a Trezzo (1896). Centrale idroelettrica di Trezzo d’Adda 1904 Gaetano Moretti Cimitero di Crespi d’Adda - 1896 Carlo Bugatti (1855 - 1940) • Carlo Bugatti mostra fin da ragazzo spiccate dosi creative. Nel 1875 frequenta l’Accademia di Brera poi l’Ecole des BeauxArts di Parigi. Rientrato a Milano, Bugatti lavora come ebanista collaborando con il pittore Giovanni Segantini, compagno di studi a Brera e marito della sorella Bice. • Nel 1888 apre un laboratorio a Milano. Nello stesso anno si afferma come ebanista all’Esposizione Italiana di Londra. Produce pezzi unici e costosissimi tra l’Art Nouveau e il gusto esotico-moresco, per i quali utilizza legni pregiati, avorio, rame, madreperla, pelle di cammello e di daino. Nel 1890 apre un laboratorio a Parigi, dove, all’Esposizione Universale del 1900, viene premiato per l’originalità della sua arte. Carlo Bugatti, scrivania Carlo Bugatti segna in Italia il passaggio del mobile di fine Ottocento al moderno concetto di design. Egli anticipa soluzioni di grande modernità, che entreranno nella produzione corrente soltanto a metà del Novecento. Carlo Bugatti, secretaire De Andrade e Coppedè • Gino Coppedè fu allievo di Alfredo D’ Andrade, architetto e restauratore, seguace di Violletle-Duc, che nel 1884 progettò il Borgo Medievale di Torino. Alfredo d’Andrade, Torino, Borgo medioevale 1884 Gino Coppedè (Firenze, 1866 – Roma, 1927) I Coppedè (Mariano, Alfonso e Gino) riescono a coniugare l’eclettismo storicista con l’art Nouveau. Nel 1890 Gino progetta a Genova il castello Mackenzie, il Castello Bruzzo, la villa Türcke, i palazzi Pastorino e Zuccarino. Genova, Castello Mackenzie • Evan Mackenzie, uomo d'affari di origine scozzese, accumulò una cospicua fortuna nel campo delle assicurazioni. Realizzato tra il 1893 e il 1905, sulla struttura precedente di una villa, dal 1956 il castello è monumento nazionale. Genova, Castello MacKenzie Anche gli interni del castello furono curati nei minimi dettagli da Gino Coppedè, sia nella decorazione architettonica che negli arredi. Il quartiere Coppedè a Roma A Roma il gruppo di case tra la Salaria e la Nomentana prende il nome di Quartiere Coppedè. Lo progettò Gino Coppedè, dal 1913 e poi, con una lunga interruzione dovuta alla Prima Guerra Mondiale, fino alla morte, nel 1926. Si tratta di un compendio degli stili decorativi più in voga in Europa, come il Liberty e l’Art Déco, e il repertorio italiano dei secoli passati (con una predilezione per il Medio Evo, il Manierismo e il Barocco). Il quartiere Coppedè a Roma I condomini sono realizzati in uno stile medioevale fiabesco su cui si innesta il Liberty, rappresentato nei motivi floreali, come gigli, rose, campanelle, rami che si intrecciano. La Palazzina del Ragno, con i suoi archi disposti asimmetricamente e il mascherone scolpito, vuole riecheggiare la statuaria assiro-babilonese. Roma, quartiere Coppedè Roma, quartiere Coppedè Roma, quartiere Coppedè Bruno Cipelli, Olbia, villa Clorinda, 1920 ca. Bruno Cipelli, Olbia, Municipio, 1923