Il processo di unificazione
italiano
Il Risorgimento italiano tra il
1848-1861
Cosa favorì il ’48 in Italia
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Elezione di Pio IX che si
dimostrò un papa
liberale
Libertà di stampa anche
in Piemonte, Toscana e
Stato Pontificio
Statuto Albertino
Lega doganale
Teoria neoguelfa
Le rivoluzioni di Parigi e
Vienna
Le tappe del ’48 in Italia
La I guerra di Indipendenza 1/2
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Il 23 marzo Carlo Alberto dichiara guerra
all’Austria
Sconfitte austriache a Goito e poi a
Curtatone e Montanara (studenti toscani)
Carlo Alberto si annette il Lombardo
Veneto e gli alleati lo abbandonano
Sconfitta piemontese di Custoza
La I guerra di Indipendenza 2/2
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Dopo un anno di
armistizio la guerra
riprende
Sconfitta definitiva di
Novara il 24 marzo 49
Nuovo re Vittorio
Emanuele II che
mantiene lo Statuto
Albertino, ma tutti i
territori occupati tornano
all’Austria
Bilanci della guerra
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Tutte le conquiste territoriali vennero annullate
La repressione austriaca fu molto dura
(soprattutto a Roma e a Venezia)
Le divisioni in Italia apparvero chiare
Ma fu anche la prima volta che un monarca si
impegnava contro l’Austria
Si capì che era necessario l’aiuto di altre
potenze straniere
Il pensiero di Cavour
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Solo il Piemonte poteva
realizzare l’indipendenza
perché non era
sottomesso all’Austria
E solo il Piemonte
poteva essere un
baluardo ai moti
democratici
Ma da solo non ce
l’avrebbe fatta
Necessità di alleanze
internazionali
La Guerra di Crimea
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Scoppiata fra Turchia e Russia nel
54 vide la partecipazione con la
prima anche di Francia e Inghilterra
Anche il Piemonte inviò un
contingente di 15.000 bersaglieri,
1/10 dei quali morì per epidemia
Questo servì a Cavour per
presentare alle potenze europee la
questione dell’Indipendenza
dell’Italia
Napoleone III
La diplomazia cavouriana 1/2
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Cavour iniziò da
subito a trattare con
Napoleone III
Contessa di
Castiglione
Ma un attentato del
repubblicano Felice
Orsini a Napoleone
III stava facendo
fallire le trattative
La diplomazia cavouriana 2/2
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Orsini venne condannato a morte
Cavour riuscì a girare a suo vantaggio la
situazione
Disse che questo attentato dimostrava
come l’Italia fosse a rischio di rivolte
democratiche e solo un intervento
francese accanto al Piemonte avrebbe
scongiurato il pericolo
Trattati di Plombières
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Si giunse a questo accordo segreto nel
1858:
1. La Francia avrebbe aiutato il Piemonte se fosse
stato attaccato dall’Austria
2. In cambio la Francia avrebbe avuto Nizza e
Savoia
3. L’Italia, una volta indipendente, sarebbe stata
divisa in 4 parti per non renderla troppo forte
La II guerra di Indipendenza
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Il problema era “convincere” l’Austria ad
attaccare il Piemonte
Troppo semplice per Cavour che ordinò delle
esercitazioni militari proprio sul confine del
Ticino
Il 23 aprile del 1859 l’Austria, innervosita, inviò
un ultimatum al Piemonte che rispose
sdegnato
Una settimana dopo l’Austria invadeva il
Piemonte e la Francia entrava in guerra
Le battaglie
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Prima vittoria piemontese a Magenta
Presa Milano, altra vittoria a Solferino
E infine l’ultima battaglia a San Martino
Fine della guerra
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Quest’ultima battaglia fu molto sanguinosa e in
Francia cominciarono a sorgere proteste
Senza avvisare il Piemonte, Napoleone III
firmò un armistizio con l’Austria (Villafranca –
11 luglio 1859)
La Lombardia passava al Piemonte (tramite la
Francia), ma il Veneto rimaneva all’Austria
Vittorio Emanule accettò a malincuore, Cavour
invece si dimise
Le trattative con la Francia
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Alla F. non andarono Nizza e Savoia, ma
Napoleone accettò in cambio delle annessioni
al Piemonte della Toscana e dell’Emilia
Vennero fati dei plebisciti che diedero risultati
bulgari (+ del 90% di sì)
L’Italia stava nascendo: il 12 marzo del 1860 il
primo nucleo era formato da Piemonte, Liguria,
Sardegna,Toscana, Emilia e Romagna
L’Italia nel marzo 1860
Nell’aprile del 1860 si riunì
il nuovo parlamento
allargato alle nuove regioni
Emerse forte la volontà di
continuare l’opera di
unificazione
Mancava ancora tutto il
Sud d’Italia
Ma ora c’era bisogno di un
intervento democratico…
L’impresa dei 1000
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Vecchia idea di Garibaldi:
annettere il sud partendo
dalla Sicilia
L’organizzazione della
spedizione fu in parte in
Sicilia (Crispi) e in parte in
Piemonte (aiuti non ufficiali
di Cavour)
Partenza da Genova il 5
maggio 1860
Chi erano i 1089?
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Tutti volontari, in
prevalenza borghesi, per
la metà circa lombardi,
una sola donna
150 avvocati, 100
medici, 60 proprietari
terrieri, poi docenti,
artigiani, commercianti,
pochi operai, nessun
contadino
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Per metà circa erano
professionisti o
intellettuali con
esperienze belliche con
Garibaldi
Quasi tutti erano di
sinistra, repubblicani
democratici
C’era qualche ufficiale
inglese e ungherese
La partenza da Quarto
Le imprese militari
La conquista del centro Italia
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Mentre Garibaldi conquistava il Sud, Cavour
organizzava la spedizione in centro Italia,
rassicurando gli alleati stranieri che l’impresa
serviva per evitare rivoluzioni democratiche
Sconfitte le truppe del papa a Castelfidardo,
Marche e Umbria vennero annesse e, dopo
Teano, anche il Sud
Le richieste di Garibaldi per i suoi uomini non
vennero accolte e lui si ritirò a Caprera
Proclamazione del regno d’Italia
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Il nuovo parlamento si riunì la prima
volta il 17 marzo 1861 e proclamò la
nascita del Regno d’Italia con capitale
Torino
Vittorio Emanuele rimase “2°”
3 mesi dopo moriva Cavour
I confini del Regno
Ecco l’Italia nel 1861
quando viene
proclamato il Regno
Manca Roma e il
Triveneto
Si parlerà infatti da
questo momento di
“Questione romana” e
di “Questione veneta”
I problemi dell’Italia Unita
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Il nuovo stato era centralizzato (no
federalismo) e “piemontizzato”
Dovette affrontare problemi:
• Amministrativi (norme, prefetti, province…)
• Economici (debito pubblico, tasse,…)
• Sociali (Questione meridionale, brigantaggio…)
• Territoriali (Questione romana e veneta)
Fine
Lo Statuto Albertino
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(primi articoli)
Art. 1. - La Religione Cattolica, Apostolica e Romana è la sola Religione dello
Stato. Gli altri culti ora esistenti sono tollerati
conformemente alle leggi.
Art. 2. - Lo Stato è retto da un Governo Monarchico Rappresentativo. Il Trono è
ereditario secondo la legge salica.
Art. 3. - Il potere legislativo sarà collettivamente esercitato dal Re e da due
Camere: il Senato, e quella dei Deputati.
Art. 4. - La persona del Re è sacra ed inviolabile.
Art. 5. - Al Re solo appartiene il potere esecutivo. Egli è il Capo Supremo dello
Stato: comanda tutte le forze di terra e di
mare; dichiara la guerra: fa i trattati di pace, d'alleanza, di commercio ed altri,
dandone notizia alle Camere tosto che l'interesse e la sicurezza dello Stato il
permettano, ed unendovi le comunicazioni opportune. I trattati che
importassero un onere alle finanze, o variazione di territorio dello Stato, non
avranno effetto se non dopo ottenuto l'assenso delle Camere.
Art. 6. - Il Re nomina a tutte le cariche dello Stato; e fa i decreti e regolamenti
necessarii per l'esecuzione delle leggi, senza
sospenderne l'osservanza, o dispensarne.
Art. 7. - Il Re solo sanziona le leggi e le promulga.
Art. 8. - Il Re può far grazia e commutare le pene.
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Le guerre di Indipendenza