PROTAGON|ST|. A colloquio con Pietro Ferrero, Ceo del gruppo Ferrero Campioni di stite Discrezione, passione, attenzione aI consumatore, responsabitità sociale i fattori che hanno trasformato t'azienda familiare nel marchio più affidabite det mondo di Letizla Olivari i può essere I'italiano pir) ricco, (28esimo nel mondo Forbes 201.0), avere un patrimonio stimato 77 miliardi di dolla11, vlncere il premio per la marca piÌt af- fidabile del mondo e essere quasi com- pletamente di invisibile? Si può, lo dimostra Michele Ferrero, 85 anni, che non ha mai rilasciato interviste, del quale esistono pochissime foto e che fa una vita dawero riservata guidata dalla passione per l'azienda e per il prodotto, daf, durante il quale Pietro Ferrero è intervenuto per ricevere il premio Alberto Falck - Azienda Familiare 2010. Un omaggio a un gruppo che dimostra anche ai la cura attenta del consumatore, ottenere una leadership mondiale. ai propri più scettici che essere :u:iazíenàz familiare non è di ostacolo per dipendenti. Alla Ferrero si parla dei prodotti e pochissimo, lo stretto indispensabile, dell'azienda Ferrero è un ottimo esempio di che oggi è formata da 38 socie- ghe I'attenzione tà operative sparse nel mondo, 18 stabilimenti e oltre 27.500 dipendenti. I1 2009 si è chiuso con un fatturato dí 2.252 milioni di euro e un risultato operativo di 195,3 milioni di euro, in au- mento del 300/o rispetto all'esercizio precedente Unbccasione speciale per ascoltare qualcosa del rapporto tra famiglia e azienda è stato il convegno nazionale del- Ie aziende familia- r\, organizzato a Firenze da Ai- capitalismo familiare che resta saldo ai principi della famiglia, che non si lascia tentare da fu- in avanti e che sa bilanciare nel modo migliore le esigenze di breve periodo con le strategie di lungo periodo. Nonostante la dimensione rag- giunta, nello stile aziendale si percepisce ancora f impronta valoriale data da Michele e sua moglie Maria Franca. IJna famiglia che ha messo entusiasmo ed energia per lo sviluppo delf impresa, sentito e partecipato anche dagli stessi dipendenti. Dopo I'alluvione del 1994, in molti avevano consigliato un trasferimento dello stabilimento di Alba. Invece, in venti giorni con I'impegno dei dipendenti attivi e in pensione tutto è stato ripulito e riportato alla piena operatività. Michele, riconoscente, creò un fondo di due miliardi di lire per i dipendenti che avevano perso i loro cari o avevano subito danni alla propria abitazio ne. Alla Ferrero non è stata fatta neppure unbra di cassa integrazione. Non si conta neppure unbra di sciopero e il rispetto del ruolo delle organízzazioni sinda- 11 tlf/PRESA N"1212010 cali è certamente uno dei motivi. Responsabilità che si traduce nell'Opera Sociale, poi trasformata in Fondazione Ferrero, intitolata a Piera, Pietro e Giovanni. I-lobiettivo non è la semplice assistenza agli ex dipendenti, ma mettere a disposizione "uno spazio fìsico e risorse economiche e umane per continuare a imparare cose nuove, il cui frutto venga donato agli altri e al territorio fedeli al motto "lavorare, creare e donare". Oppure nelle Imprese sociali in Camerun, Sud Africa e India. <La ricetta del nostro successo non è segreta come quella della Nutella - dice Pietro Ferrero, teÍz geîerazione oggi Ceo del gruppo con il fratello Giovanni -. Sono tre gli ingredienti che ci permettono di costruire ogni giorno la solidità dell'azienda: ricerca di prodotti innovativi, attenzíone all'eccellenza della qualità e responsabilità sociale. Seguiamo regole antiche ma non ci stanchiamo di ricercare nuove ideeo. Già ricevendo il premio per la migliore reputazione al mondo Giovanni Ferrero aveva a\,'uto modo di dichiarare: nSiamo fieri di essere un campione della old economy costruita sui valori di una volta e capace di restituire risultati sul lungo periodo costruendo una solida reputazione)). i valori di una volta che hanno ispirato tante iniziative Sono di di Csr, passaporto indispensabile per L'azienda in numerose occa- sioni. "La nostra è una famiglia che vede I'azienda come obbligo im- prenditoriale - sottolinea Pietro -. Ho iniziato a vivere L'azieoda fin da piccolo. Mio ceva assaggiare padre ci fa- i prodotti e mia si arrabbiava. Ora che siamo operativi in azienda dobbiamo integrare visioni diverse e guadagnarci spazi. Ma io e mio madre fratello guardiamo avanti con rispetto verso ciò che è stato fatto, con la volontà di capire cosa ha portato al successo la nostra carattere sociale e culturale che oggi vanno sotto il nome di responsabilità sociale d'impresa. Michele non ne ha mai voluto azienda. E non abbiamo lbbiettivo di cambiare solo per cambiare. parlare e in azienda hanno doluto faticare per convincerlo della necessità di stendere un rapporto riesce ad andare avanti. Non a caso nella motivazione del premio di Aidaf si legge "sen- Sono convinto che tanto piìr guarda al passato tanto più si si |tvPRESA N"1212010 î5 @ 1 Un premio per it famity business lI premio A[berto Fatck - Azienda Famitiare nasce neL 2005 in ricordo deI presìdente Aidaf e questa sesta edizione ha visto premiata [a Ferrero. "Un'azienda e una famigLia, Ferrero, semptice, geniaLe e tenace, che ha portato atti il proprio nome e L'immagine deLt'ltatia in tutto iI mondo" si Legge nelta motivazione. "Tre generazioni che hanno saputo svìtuppare neI a- ùtelfa e& tempo una fitosofia gestionate fondata su principi tipicì deLLe migLiori famigtie imprenditoriaLi internazionaLi: innovazione; quatità e naturaLità dei prodotti; capacità di instaurare rapporti speciali coi cottaboratori; rispetto e considerazione deLLe esigenze deI cLiente; sapiente utilizzo dette piùr avanzate tecniche, senza cadere preda dette "mode manageriaLi": soLidità finanziaria." lL premio viene assegnato dopo aver consuLtato ottre 50 persone tra accademici, consutenti, giornaListi, banchìeri e profession isti. I prerequisiti deL[e aziende sono ottre aL controtto di una o più famigLie e presenza di atmeno [a seconda generazione, anche L'assenza di conftitti manifesti tra ifamiLiari, andamento posìtivo, governance funzionante e programmi di responsabiIità sociaLe attivi. za cadere in mode manageriali". Non vogliamo essere un'azienda alla moda. Una frase tipica di nostro padre è "siamo servitori del consumatore, è la qualità del prodotto che ci fa vincere". Credo sia qui Ia forza di unazienda familiare. Unita anche alla indispensabile passione per il nostro mestiere>. Passione e intuito che possono anche cozzare contro le logiche della gestione aziendale. Solo se f imprenditore è riuscito a trasferire i valori al management e ai lavoratori, riesce a trascinare con la sua convinzione anche nelle innovazioni più ardite. uQran- il nuovo occorre la convinzione e non solo la logica del raziocinio - afferma Pietro -. Molti dei nostri prodotti piir conosciuti hanno vissuto periodi ài incertezza. Proprio in quei do si r,rrole momenti quando non ci sono strumenti di previsione che tengano viene in aiuto la passione imprenditoriale. Ci r.r"role la forza di attraversare f incerfezza. Qresto non è semplice trasferirlo al l.a management, perché spesso non è facile coniugare tra loro il lungo e il breve terminer. importante ma al'viene sui punti cardine della nostra azienda, per esempio, qualità e freschezza. II Qrando Michele inventò gli prodotto e ovetti Kinder ebbe tutto il management contro, convinto che l'idea di vendere uova di Pasqua tutto I'anno fosse perdente. Lui non si perse d'animo e ordinò 40 macchine per fare gli ovetti. Anche I'Estathe per dieci anni non ha alr.rto grandi fortune, mentre oggi è consumato tantissimo dai giovani. "Il segreto è dare I'esempio, ogni giorno ci sono sempre due mo- menti: la cerimonia di assaggio dei nuovi prodotti o le varianti di quelli in commercio e la riunione di tutto il management per spiegare perché il prodotto è vincente in modo che tutti possano crederci, spiega Pietro. Qresto la Ferrero riesce a riprodurlo anche negli altri Paesi. nAd Alba è piìr facile, il dialetto può venire in aiuto -conviene Pietro Ferrero -. Ancora una volta i valori aziendali aiutano, l'integrazione delle diverse culture è il consumatore sono anche f in- il centro su cui ruota tegrazionen. La crescita del gruppo è avvenuta finora per linee interne o per diversificazione, si era a un passo dall'acquisizione del- la inglese Cadbury, che avrebbe permesso I'ingresso in un mercato difficile, ma a inizio anno Ferrero ha rinunciato. In ogni caso, lbbiettivo resta ancora 1o stesso: essere un player globale capace di rispondere anche ai gusti locali. nll nostro è fatto di tanti mercati regionali perché il gusto del cioccolato cambia da paese a paese, anche se noi siamo riusciti ad avere prodotti, come il Rocher, che è gradito in tutto il mondo. Le acquisizioni sono completamenti geografici per essere presenti in mercati in cui non siamo presenti o con prodotti diversi che ci consentano una presenza a scaffale tutto I'annor. tlNtPRESA N'12/2010