Libri di Barbara Caffi I misteri vaticani di Fred Vargas Scritto nel 1994 e pubblicato solo ora in Italia, è un giallo che prelude ai personaggi che hanno reso amata la scrittrice M anca Adamsberg, il commissario «spalatore di nuvole». Mancano i bizzarri e irresistibili ‘evangelisti’, ciascuno maniacalmente fissato con un ramo della Storia. Manca il senso del soprannaturale che ammanta molti dei suoi romanzi successivi. Eppure in Prima di morire addio, scritto nel ’94 e solo ora tradotto in Italia, si intu- iscono già gli elementi che avrebbero fatto di Fred Vargas un’autrice di culto in mezzo mondo. Un disegno di Michelangelo di dubbia provenienza; un esperto d’arte che muore avvelenato da un bicchiere di cicuta durante una festa in piazza Farnese, a Roma, a cui partecipano migliaia di persone; tre giovani francesi che studiano nella Città Eterna e che si fanno chiamare come tre imperatori romani; un vescovo che conosce i segreti della Biblioteca Vaticana; un’affascinante e ambigua quarantenne che viaggia con sospetta frequenza tra Parigi e Roma; un misterioso personaggio che dovrebbe insabbiare la vicenda: è su questo che Fred Vargas avviluppa una trama coinvolgente. E non appena sembra che il grovi- Fred Vargas, Prima di morire addio, traduzione di Margherita Botto, pagg. 196, Einaudi, euro 16,50 glio dei delitti si sbrogli, ecco sopraggiungere qualcosa a scompigliare le carte, anche in questo anticipando la personalissima applicazione del giallo a enigma che Vargas (pseudonimo di Frédérique Audouin-Rouzeau) predilige. Prima di morire addio (più consono alle figure degli imperatori il titolo originale: Ceu qui vont mourir te saluent - Morituri te salutant) si legge con molto piacere su un duplice livello: come un godibilissimo romanzo giallo, ma anche cercando le tracce della Fred Vargas che qui è ancora in nuce. ■ Scaffale IL CULTO DI IZZO LEGATO A MARSIGLIA M I olti hanno scritto dei bei libri. Jean-Claude Izzo ha fatto di più, molto di più: è entrato nel cuore dei lettori, ne è diventato amico. E alla sua morte ha lasciato un vuoto. Stefania Nardini, giornalista e scrittrice, ne racconta la storia intellettuale di giornalista, poeta, promotore culturale, romanziere quasi per caso. Figlio di un italiano e di una spagnola, Izzo, scomparso dieci anni fa, è stato il cantore di una Marsiglia viva perché da sempre incrocio di popoli, culture e religioni. Una città di luce, vento e mare, una città di contraddizioni spesso laceranti. Anche nel libro di Nardini la città e Izzo si con-fondono, così come accadeva nei romanzi dello scrittore, e non solo nella celebre trilogia dedicata a Fabio Montale. Una mitografia, quasi, nata da un affetto in cui si riconosceranno i lettori di Izzo. l cadavere di un bambino viene trovato sepolto nei pressi di un accampamento di zingari. Un ragazzino di 8 anni vede un giovane nomade minacciarne un altro con un coltello e da quel momento vive nell’incubo di essere seguito, senza trovare appoggio in famiglia dove il padre poliziotto e la madre casalinga sfogano la loro frustrazione in silenzi ostili e dolorosi. Sembra tutto scontato nell’inizio de La ballata della Mama Nera, ma la verità — nei romanzi come nella vita — ha molte facce e nulla è come sembra: sono le famiglie perfette a nascondere segreti orribili, nelle roulotte degli zingari si trova tutt’al più refurtiva di poco conto. Senza indulgere in una visione eccessivamente buonista, Roberta Lepri dà vita a una sorta di giallo atipico in cui buona parte della vicenda ruota attorno ai reciproci pregiudizi che nomadi e ‘gagé’ sentono gli uni per gli altri. ● Jean-Claude Izzo. Storia di un marsigliese, di Stefania Nar- ● La ballata della Mama Nera, di Roberta Lepri, pagg. 190, Ava- dini, pagg. 176, Perdisa, Euro 14 64 NON SONO GLI ZINGARI A RUBARE I BAMBINI gliano, Euro 13