a Riserva è stata istituita per preservare il bosco ripariale,
che è la sua peculiare caratteristica. Questo tipo di bosco
nel passato si estendeva su una superficie più ampia e
costituiva una fascia continua lungo l’ alveo del fiume Adda per
tutto il fondovalle della Valtellina. La sua presenza e conservazione
è fortemente condizionata dall’ umidità del terreno e dalla quota
della falda idrica. Nella Riserva si possono osservare due tipi di
bosco igrofilo: a Salice (Salix alba) e a Ontano (Alnus incana e
glutinosa). Entrambi sono caratterizzati dalla presenza, nel sottobosco,
dalla Felce Matteuccia struthiopteris. In alcune aree si sono consolidati
boschi secondari a Robinia (Robinia pseudoacacia) e sui versanti
boschi a dominanza di Roverella e Castagno. Si notano inoltre
piccole estensioni di bosco
mesofilo a Tiglio
e Quercia e
impianti artificiali di Pioppo,
che si sono ormai consolidati
e hanno raggiunto dimensioni considerevoli. I campi a
mais e i prati costituiscono le aree coltivate.
L’ itinerario botanico è stato realizzato, in collaborazione con la
Comunità Montana Valtellina di Sondrio, dal Rotary Club di Sondrio
che, in occasione del 50∞ di fondazione, ha voluto dare una
testimonianza di impegno verso i giovani e verso l’ ambiente. Ha
lo scopo di valorizzare la Riserva Bosco dei Bordighi e di essere
uno strumento didattico sia per le scuole che per il pubblico di
appassionati della natura. Si snoda nel bosco ripariale, seguendo
un percorso ideale attraverso i vari tipi di bosco che vi sono
rappresentati: sono state segnate con cartelli esplicativi sei aree di
sosta che corrispondono a: bosco a Ontano, bosco a Salice, bosco
a Robinia, Pioppeto, sottobosco con felci, prato. Le principali specie
del bosco sono segnalate con appositi cartelli indicatori e lo sviluppo
dell’ itinerario è identificato da una serie di frecce.
Riserva Regionale Istituita con deliberazione del Consiglio
Regionale della Lombardia del 29 novembre 1994 – n.V/1262.
Estensione 50 ha ● Itinerario Botanico: Durata: 45 minuti
Il percorso è stato realizzato dal Rotary Club Sondrio
ROBINIA - Robinia pseudoacacia
Fusto: Albero alto fino a 27 metri, con chioma globosa di
colore verde chiaro; tronco eretto, largamente ramificato,
con rami sinuosi e ramuli fortemente spinosi; corteccia
grigio-brunastra grossolanamente e variamente solcata, a
formare una rete a maglie molto allungate
Foglie: imparipennate lunghe fino a 30 cm; composte da
11-15 foglioline picciolate, ovali e glabre, di colore verdibrunastre nella pagina inferiore, stipole trasformate in spine
robuste.
Fiori: bianchi di 2 cm, in densi racemi penduli lunghi fino a 20 cm.
con odore e sapore dolciastri che fioriscono in maggio-giugno.
Frutti: baccelli lisci, brunastri, lunghi fino a 10-18 cm, che rimangono
sulla pianta fino all’inverno.
Habitat: Scarpate, luoghi incolti, siepi, margine dei boschi fino a 1000 metri, introdotta
nel XVI secolo e adesso spontanea e infestante in tutto il territorio.
Note: Importata in Europa all’inizio del seicento dagli Stati Uniti, da J. Robin, curatore
dell’orto botanico del Re di Francia, in Italia venne introdotta circa due secoli più tardi,
ed è solo da un secolo che questo albero ha assunto una certa importanza forestale.
E’ infatti una specie molto frugale che si adatta ad ogni tipo di terreno. Col suo ampio
apparato radicale è efficace nelle opere di consolidamento delle pendici franose e
instabili, purtroppo è un albero assai invadente che spesso tende, dove viene introdotto,
a espandere la propria presenza a scapito delle specie spontanee. La diffusione di questa
specie, dotata di un’esuberante capacità pollonifera, fu favorita dai tagli delle formazioni
autoctone nelle quali era penetrata. I fiori bianchi in grappoli profumati sono appetiti
dalle api, che ne producono un miele monoflora, chiaro e fluido molto apprezzato. Nelle
campagne, si fa anche un tradizionale uso culinario di questi fiori; quando non sono
ancora completamente sbocciati vengono preparati in frittata o frittelle, cui conferiscono
il caratteristico profumo. I fiori hanno anche un’ azione medicinale calmante.
Interesse economico: per il rapido accrescimento, per la qualità e la lunga durata del
suo legno, per la capacità a svilupparsi su terreni considerati improduttivi, la robinia
divenne ben presto una risorsa rilevante nell’economia delle popolazioni rurali. I piccoli
assortimenti vengono generalmente impiegati come pali per viti, doghe per botti e piccoli
utensili domestici. Il legname stagionato è utilizzato per la messa in opera di pavimenti
o la fabbricazione di mobilio. E’ ottimo anche come legname da ardere.
PIOPPO - Populus sp.
Fusto: Albero alto fino a 30 metri, con chioma ampia arrotondata di colore verde
chiaro; tronco eretto, ramificato,; corteccia bianco verdastra, liscia da giovane che diventa
solcata nella pianta adulta, soprattutto alla base del tronco.
Foglie: caduche, alterne, semplici, palminervie, triangolari con picciolo, gialle d’ autunno;
si differenziano leggermente come forma, a seconda che siano portate dai rami di
allungamento (foglie turionali) o dai brevi rametti fioriferi (f. brachiblastali).
Fiori: fiori in amenti con brattea caduca, maschili e femminili portati
da piante diverse: i maschili sono più corti e tozzi e si aprono
prima dei femminili, in marzo.
Frutti: capsula che matura prima del pieno sviluppo delle foglie;
semi piccoli, ovoidali con peli sericei.
Habitat: lungo i fiumi e in zone fresche dal livello del mare
fino ai 1000 metri sulle Alpi e ai 1500 sugli Appennini.
Note: In Italia allo stato spontaneo sono diffusi il Pioppo
bianco (Populus alba), il P. nero (Populus nigra) e il P. tremulo
(Populus tremula).
Interesse: sono stati selezionati degli ibridi tra specie europee
e americane coltivate per la produzione della carta. Nel
paesaggio della pianura padana i pioppeti razionali hanno
assunto un ruolo significativo per la grande diffusione che
hanno raggiunto nelle aree di golena dei principali fiumi.
SALICE - Salix alba
Fusto: alto fino a 28 metri, eretto, con chioma ampia
e fusto diritto, corteccia nelle piante giovani di colore
grigio-verdastro e liscia ,in seguito, nelle piante adulte
è di colore grigio-olivastro con profonde fessure longitudinali solcata longitudinalmente, grigia.
Foglie: lanceolate, appuntite finemente seghettate, pagina
inferiore con pelosità, lunghe da 5 a 10 cm.
Fiori: pianta dioica, infiorescenze maschili e femminili su
piante diverse, compaiono contemporaneamente alle foglie
in marzo aprile; Gli amenti maschili sono lunghi fino a 7 cm.,
di colore giallo, privi di involucro, con due nettarii e due stami;
quelli femminili sono più sottili, verdi . Frutti : sono capsule con semi avvolti da peli
bianchi per essere diffusi dal vento.
Distribuzione: Europa centro meridionale,
Siberia occidentale, regioni sud occidentali
dell’ Asia, nord Africa; in Italia è molto
comune.
Habitat pianure alluvionali, boschi umidi,
rive di fiumi e torrenti nelle zone collinari
su suoli umidi sabbiosi o limosi.
Note: Dalla corteccia dei salici si estrae
una sostanza, chiamata salicina, nota per le
sue doti curative contro la febbre e i reumatismi dalla quale si ottiene l’acido salicilico,
la sostanza base contenuta nelle aspirine.
Interesse economico: Presenta un limitato
interesse economico, il suo legno viene
utilizzato per ottenere compensati, imballaggi
, vimini per legature o intrecci e per la
produzione della cellulosa - materia prima
utilizzata per la fabbricazione della carta.
ARBUSTI
Fusaggine - Cappel del prete
Euonymus europaeus: è un arbusto costituito
da fusti a sezione quadrangolare, alto fino a 2-3 m con foglie caduche lanceolate. I fiori
compaiono fra maggio e luglio, di colore verde pallido e odore piuttosto sgradevole
sono riuniti in infiorescenze ascellari. I frutti sono costituiti da una capsula a quattro
lobi, di color rosso corallo, di aspetto simile a un copricapo di sacerdote (da cui il
nome popolare di beretta di prete). Il nome comune della pianta prende invece origine
dall’impiego dei fusti come “fusi” per filare la lana.
Sambuco- Sambucus nigra: è un grosso
arbusto o un alberello con foglie caduche
ovali seghettate e grosse infiorescenze
bianche a corimbi, gradevolmente
profumate, che fioriscono in maggio - giugno.
In agosto-settembre maturano i piccoli
frutti neri, lucenti, disposti ad ombrella.
Nocciolo - Corylus avellana: Alberello o
arbusto alto fino a 6-8 metri con
foglie†caduche a lamina da ellittica† a
rotondeggiante con base cuoriforme e apice
appuntito; chioma globosa espansa di colore
verde vivo; tronco eretto, ramificato sin
dalla base I fiori† maschili† (febbraio- marzo)
sono penduli, lunghi circa 6-10 cm, di colore
da prima rosato, poi giallo; i fiori femminili
sono simili a piccole gemme, i frutti sono
piccole noci di circa 2 cm, generalmente
riunite in ciuffi di 2-3-5, avvolte quasi
completamente da due brattee fogliari
frangiate.
Stampa: Bonazzi grafica - Sondrio
foto: Gianfranco Scieghi
elaborazione cartografica:
Studio Geologia Applicata dott. M. Azzola
Comunità Montana Valtellina di Sondrio
Via N. Sauro, 33 - Tel. 0342 21 03 31
Fusto: alto fino a 25 metri, eretto, corteccia prima liscia,
grigio bruna lucida, poi squamosa fessurata da grigio scuro
a bruno nera.
Foglie: ovate tondeggianti, alterne, margine seghettato,
lunga da 4 a 10 cm.
Fiori: infiorescenze maschili e femminili sulla stessa
pianta, spuntano in primavera prima delle foglie; i maschili
sono amenti gialli lunghi da 6 a 12 cm; i femminili sono
piccoli coni rosso bruni con brattee legnose.
Frutti : sono infruttescenze peduncolate formate da piccoli
coni di 1 o 2 cm bruni, che permangono per tutto l’ inverno.
Distribuzione Europa, Nord Africa.
Habitat pianure alluvionali, boschi umidi, rive di fiumi e torrenti
Interesse economico: è poco longevo ed è sfruttato per farne pali o come
combustibile. In acqua il legno è imputrescibile.
O N TA N O N E R O - A l n u s g l u t i n o s a
Fusto: alto da 10 a 20 metri, eretto, con chioma ovale
piramidata e fusto eretto spesso irregolarmente ramificato,
a volte a portamento arbustivo, corteccia liscia grigioargentea.
Foglie: ellittiche, appuntite con 8 /14 coppie di nervature
laterali, pagina inferiore grigio-verde con pelosità, lunghe
da 5 a 10 cm.
Fiori: infiorescenze maschili e femminili sulla stessa pianta,
compaiono prima delle foglie in febbraio aprile; Gli amenti
maschili sono lunghi da 6 a 12 cm., di colore giallo; quelli
femminili sono più piccoli e sessili, con brattee che formano
coni peduncolati rosso-bruni.
Frutti : sono nucule alate legnose in infruttescenze che restano sulla pianta tutto l’
inverno.
Distribuzione: Europa centrale e nord orientale, Caucaso; in Italia è molto diffuso
in montagna fino a 1500m. Habitat boschi ripariali sulle rive di fiumi e torrenti nelle
zone collinari su suoli umidi o inondati periodicamente.
Note:. La corteccia, ricca di tannini e sostanze amare può essere utilizzata, in decotto,
per attenuare la febbre (uso interno) o per ridurre infiammazioni di pelle e mucose
(uso esterno)
Interesse economico:. è poco longevo ed è sfruttato per farne pali o come
combustibile. Il legno esposto all’aria è poco durevole; a contatto con l’acqua, invece,
diventa durissimo e per questo si presta a realizzare “palafitte” ed opere soggette a
sommersione. Documenti storici confermano che pali di Ontano bianco sono stati
utilizzati ai tempi dei Romani per le fondazioni di Ravenna. Venezia ha le fondamenta
di questo legno. E’ utilizzato in falegnameria per lavori d’intaglio ed oggetti d’uso
quotidiano.
ONTANO BIANCO - Alnus incana
APRICA
TIRANO
Riserva naturale
Bosco dei Bordighi
PASSO
APRICA
GROSIO
IGROFILI
A Ontano
glutinosa e incana)
BOSCHI
GEROLA
MORBEGNO
TEGLIO
S. CATERINA
VALDISOTTO
BORMIO
VALDIDENTRO
PASSO
STELVIO
Area di rispetto
Area di riserva
itinerario
LEGENDA
A
S a l i c e
PIOPPETI
INIZIO ITINERARIO
Presenta un grosso rizoma sotterraneo dal quale si
sviluppano le fronda, che sono disposte a rosa e formano
una specie di imbuto regolare. Le foglie hanno lamina
verde scuro sono pennatosette con piccole pinne
oblunghe, sono lunghe fino a un metro, si sviluppano
a primavera e crescono con una caratteristica forma
avvolta verso la parte terminale.
All’ interno del cespo si sviluppano le lamine fertili, più
corte e strette, che portano i sori con le spore.
Matteuccia vive su terreni umidi e acidi e è diffusissima
ai Bordighi dove colonizza vaste aree dando al
sottobosco un aspetto caratteristico.
SOTTOBOSCO A Felce
penna di struzzo
( M at t e u c c i a s t r u t h i o p t e r i s )
In questa parte della Riserva il bosco igrofilo, con la falda quasi superficiale,
si è evoluto in modo da avere come specie dominante il Salice (Salix alba).
Sono significativi i grandi esemplari, con chiome molto sviluppate. A essi si
accompagnano Ontano bianco e Ontano nero e specie di sottobosco.
Il Salice bianco è una specie diffusa in tutta Italia, specialmente in prossimità
dei corsi d’acqua in associazione con il Pioppo nero. Predilige i terreni
leggeri, freschi, umidi ed è presente lungo i corsi d’acqua, sul greto dei
torrenti e nelle zone periodicamente allagate. E’ una specie igrofila, cioè
amante degli ambienti molto umidi, ed eliofila (pieno sole). Preferisce suoli
freschi e profondi sulle rive di anse tranquille di corsi d’acqua. I boschi di
Salice sono una caratteristica del paesaggio della Pianura padana e del
fondovalle delle valli dei grandi fiumi.
Questa specie come gli altri salici ha importanza forestale: le sue caratteristiche
lo rendono adatto per opere di consolidamento delle sponde fluviali, poiché,
oltre ad avere radici espanse e resistenti si propaga facilmente per talea,
pertanto il suo impianto risulta facile ed economico.
B O S C H I I G R O F I L I
(Salix alba)
Si tratta di un bosco che si sviluppa su suoli umidi, condizionato
dalla presenza della falda freatica che si trova sempre molto vicina
alla superficie determinando condizioni di ambiente freddo d’
inverno e fresco d’ estate. E’ formato in prevalenza da Ontano
bianco e Ontano nero. E’ qui rappresentato da grandi esemplari
maturi, che creando ombra con le loro grandi chiome ostacolano
la rinnovazione naturale: ciò è evidenziato dalla modesta presenza
di esemplari giovani. Altre specie che si accompagnano sono il
Salice, il Pioppo, la Fusaggine, il Sambuco. Il sottobosco è formato
in prevalenza da Liane (Clematis vitalba e Humulus lupulus), edera,
rovi, alte erbe. Si segnalano in particolare Allium hursinum, Cardamine
heptaphylla,Mercurialis perennis, Leucoium vernum, Ophioglossum
vergatum.
Da notare la presenza di Felci, indicatrici di suolo umido e in
particolare di Mattheuccia struptiopteris, che è qui rappresentata in
modo molto evidente.
Questo tipo di bosco fino alla metà dell’ 800 occupava estese aree
ai margini dei fiumi, segnandone il percorso.
(Alnus
LAGO
DI COMO
SONDRIO
CASPOGGIO
LANZADA
CHIAREGGIO
CHIESA
IN VALM.
VALMASINO
PASSO
MALOJA
NOVATE MEZZOLA
CHIAVENNA
CAMPODOLCINO
MADESIMO
PASSO SPLUGA
LIVIGNO
I pioppeti sono caratteristici degli ambienti alluvionali umidi della Pianura Padana e, in genere, delle
sponde dei grandi fiumi nel loro tratto planiziale. Molto diffusi sono quelli di origine artificiale che
hanno rilevante importanza nella produzione legnoso-cartacea italiana.
Esistono pioppeti dominati da Populus alba (Pioppo bianco) e quelli con Populus nigra, caratteristici
questi ultimi di aree interessate solo dalle esondazioni maggiori, ma con falda superficiale; infine i
pioppeti razionali dominati dal pioppo ibrido.
In Italia la pioppicoltura è molto diffusa nelle zone di pianura, nel vercellese, nel pavese e in tutte le
regioni in riva al Po. Si adatta bene alle coltivazioni di ripa e permette così di sfruttare economicamente
aree, come l’argine dei fiumi, le rive dei bacini idrici e la aree golenali, che altrimenti sarebbero difficili
da utilizzare. Quando si parla di pioppicoltura ci si riferisce genericamente al pioppo nero, che era
ritenuta la specie più pregiata tra i pioppi. Attualmente il pioppo nero propriamente detto è caduto
quasi totalmente in disuso ed è stato sostituito da tutta una serie di cloni derivati dall’incrocio del
nostro pioppo nero con il pioppo nero americano (Populus deltoides) che è un albero originario del
Nord America (Mississippi, Tennessee, Missouri, Dakota, Wisconsin, Minnesota, Michigan) e occupa in
questo paese una nicchia ecologica non molto diversa dal nostro pioppo.
Ai Bordighi il pioppeto non è stato sottoposto a pratiche colturali per un buon numero di anni perciò
si sono formati popolamenti arbustivi e di sottobosco, tipici dei boschi naturali.
La Robinia è stata introdotta dall’ America settentrionale
nel XVII secolo, è stata in grado di acclimatarsi perfettamente;
è diventata una specie infestante grazie alla capacità
pollonifera e al fatto di essere una specie rustica.
Si trova lungo gli argini, nei boschi misti di querce, castagni,
noccioli, betulle soprattutto nella valle Padana e nelle valli
appenniniche e pre-appenniniche e nel fondovalle delle
grandi valli alpine.Tende a formare boscaglie dense e spinose,
povere di sottobosco erbaceo, che si sono sostituite alla
vegetazione originaria e hanno ormai dato una connotazione
caratteristica al paesaggio. Desidera clima temperato o
temperato caldo, esposizioni luminose e solatie e può
sopportare prolungate siccità. Predilige terreno sciolto,
tendenzialmente sabbioso. Attualmente per la spiccata
eliofilia, la rusticità e la rapidità di accrescimento, la robinia
è la prima specie arborea a ricolonizzare gli spazi abbandonati
Per il suo ampio apparato radicale e la sua frugalità è
efficace nelle opere di consolidamento delle pendici franose
e instabili, uso per il quale è stata molto utilizzata e che ha
favorito la sua diffusione a scapito delle essenze autoctone
dei boschi che subivano numerosi tagli.
BOSCHI A R obinia
(Robinia pseudoacaccia)
I prati falciati sono una caratteristica del fondovalle e sono funzionali
all’ alimentazione del bestiame. Le specie erbacee sono analoghe
a quelle delle praterie spontanee, ma, nel tempo, le cure colturali,
lo sfalcio regolare e il pascolamento hanno selezionato alcune
specie.
Nell’ ambito della Riserva i prati falciabili occupano aree a ovest
e a est e sono funzionali alla presenza di avifauna, sia stanziale che
di passo. Gli uccelli infatti trovano alimento in tutte le stagioni: i
granivori si cibano dei semi e gli insettivori trovano una numerosa
fauna che può svilupparsi sulla vegetazione erbacea.
La vegetazione che li costituisce è formata prevalentemente da
specie appartenenti alla famiglia delle Graminacee, quest’ ultima
maggiormente rappresentata dall’ Arrhenatherum elatius (Avena
altissima) in consociazione con Lolium e Festuca e alla famiglia delle
Leguminose particolarmente caratterizzata dai Trifogli.
I fiori che si possono più facilmente osservare sono le Margherite,
la Silene, il Tarassaco, i Ranuncoli e l’ Ortica.
PRATO
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a Riserva è stata istituita per preservare il bosco ripariale, che è la