- giovedì 14 maggio 2015, 09:00
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A 60 anni dalla nascita del partito
Radicali: il 'chi offre di più?' libertario
Marco Pannella mette in scena la 'miseria' e la 'nobiltà' radicale
Valter Vecellio
Che cosa fanno Felice Sciosciammocca e l’amico Pasquale, vale a dire Totò ed Enzo Turco, nel
celeberrimo ‘Miseria e nobiltà’ di Mario Mattioli? Essendo squattrinati cronici, periodicamente vanno al
Monte di Pietà con coperte, lenzuola, cappotti e quant’altro, e li danno in pegno per quattro soldi, nella
speranza di poterli un giorno riscattare…Trasferite questa ‘Miseria’ e questa ‘Nobiltà’ in politica, e
avrete il Partito Radicale, con una quantità di Felice e Pasquale che quotidianamente si arrabattano nella
missione impossibile: quella di far quadrare i conti perennemente in rosso, perennemente in deficit. E
come potrebbe essere altrimenti? Finanziamento pubblico non ne beneficiano: anzi, sono per la sua
abolizione, negli anni passati hanno promosso referendum per abolirlo; li hanno anche vinti, poi gli
‘altri’ hanno fatto che gli pare; però loro i soldi pubblici non li hanno presi. O meglio li hanno presi
perché a rifiutarli se li sarebbero rispartiti gli ‘altri’. Hanno messo su una radio che è un vivente
esempio di quello che può e deve essere un servizio pubblico; e spesso, organizzando tavolate in strade
e piazze per restituire le banconote ai cittadini. Tangenti? I radicali hanno mille e un difetto, ma in
sessant’anni che questo partito vive non c’è un dirigente, un iscritto che abbia avuto guai giudiziari
per tangenti, appropriazioni indebite, peculati: non dico arrestati e condannati, ma neppure indagati. Non
c’è un radicale che abbia fatto carriera in virtù della tessera che ha in tasca; e in quanto a
finanziamenti da parte di questo o quel potentato, neppure parlarne: ricordiamo un po’ tutti la
famosa battuta di Enrico Mattei, il Presidente dell’ENI morto ammazzato con il suo aereo che
misteriosamente precipita nelle campagne di Bascapé, nel pavese: «Per me i partiti e i politici sono come
un taxi, ci salgo sopra, mi faccio portare dove intendo andare, pago e me ne vado». Con tutto il rispetto
Estratto ad uso rassegna stampa dalla pubblicazione online integrale e ufficiale
reperibile al link http://www.lindro.it/0-politica/2015-05-14/177570-radicali-il-chi-offre-di-piu-libertario/
L'Indro è un quotidiano registrato al Tribunale di Torino, n° 11 del 02.03.2012, edito da L'Indro S.r.l.Copyright L'Indro S.r.l. Tutti i diritti riservati
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per Mattei, il Partito Radicale non è mai stato quel tipo di taxi; e nella sede storica del Partito, a via di
Torre Argentina, cuore della Roma umbertina, a Pannella nessuno ha mai chiesto: «Che te serve?», come
Gaetano Caltagirone quando salutava Franco Evangelisti.
Quando in casa non c’è il becco di un quattrino, quando non si vuole andare a fare rapine, quando si
vuole restare onesti e non sputarsi la mattina quando ci si guarda davanti allo specchio, che si fa, allora?
Si vendono i gioielli di famiglia. L’orologio del nonno; il corredo tramandato di generazione in
generazione; le collezioni di francobolli e di fumetti rari… Questo, nelle famiglie. E nei partiti, o meglio,
nel Partito Radicale di Marco Pannella che ha già venduto e messo all’incanto tutte le sue personali
proprietà ereditate da una famiglia facoltosa per nutrire, letteralmente, quella politica e quelle cause
in cui da settant’anni crede?
L’ho tirata per le lunghe, ma la storia della ‘bizzarria’ dell’asta, nasce da qui: dalla sistematica e
cronica mancanza di denaro, e dall’aver percorso tutte le possibili strade percorribili. Appunto, dalla
‘miseria’ e dalla ‘nobiltà’ radicale. In origine non doveva neppure essere un’asta, piuttosto una serie di
cene ‘aperte’ come ne organizzano i comitati elettorali in America, quando per avere il ‘piacere’ di
cenare con il candidato democratico o con quello repubblicano si mette mano al portafogli e lo si svuota;
solo che pranzi e cene con Pannella o Emma Bonino si rischia di fare piuttosto delle magre colazioni a
suon di cappuccini: che un giorno sì e l’altro pure sono impegnati in digiuni e scioperi della fame. Niente
cene; e allora perché non pensare a un’asta, ha buttato lì. Una battuta che è stata presa sul serio. Del resto,
già vent’anni fa se ne era organizzata una, ed era andata discretamente. La cosa ha preso corpo.
Dirigenti e militanti hanno cominciato a rovistare in cantine e soffitte: ecco un rotolo di vecchi manifesti
delle campagne referendarie antiproibizioniste degli anni Settanta; ecco fotografie ormai ingiallite
che mostrano una Emma Bonino giovinetta, con ancora i capelli non imbionditi; e può capitare un
pacchetto di lettere autografe di Norberto Bobbio; un disco di vinile 33 giri con incisi alcuni discorsi
di Ernesto Rossi. Non solo. C'è una scultura, raffigurante il giornalista di ‘Radio Radicale’ Antonio
Russo, ucciso in Cecenia nel 2000; o un inedito Pannella che commenta in francese due manifesti del
1976, racconta di quando Francois Mitterrand, grande leader del partito socialista francese, diede al
Partito Radicale il simbolo della rosa nel pugno; e l’ultimo quadro dipinto da Piero Welby, con già la
morte che gli alitava sul collo, dedicato all’amatissima Mina…
Ogni oggetto donato dai militanti e messo a disposizione è stato diligentemente catalogato, organizzato in
lotti; i radicali che hanno offerto i loro ‘cimeli’ o quelli con più notorietà e memoria storica hanno girato
brevi filmati che illustrano il prodotto e spiegano perché cercare di acquisirlo si fa un favore non solo ai
radicali, ma anche a se stessi; il tutto è stato messo in rete, l’asta si svolge su eBay; ed è già una bizzarria
che il partito più vecchio sulla scena politica italiana; il partito che proprio quest’anno compie i suoi
sessanta, per celebrare il ‘compleanno’ venda i suoi ‘cimeli’ per fare cassa.
L’ennesima stravaganza radicale, si può anche dire; ma più propriamente il segno di una ‘onorevole
mendicità’.
E’ l’occasione di conservare, tramandare, e anche accudire delle pagine di storia radicale e non solo.
Pannella la mette così: “Chi acquista un manifesto, un vecchio giornale, una vecchia tessera fa suo un
qualcosa che rappresenta vita, lotta, gioia e fatica per la conquista di diritti per tutti e contro nessuno”.
Sulla stessa linea di pensiero Emma Bonino: “E’ un modo per portarsi a casa non solo un pezzo di
storia radicale, ma di storia di questo Paese”. Passato, ma presente e soprattutto futuro: “Perché questi
documenti”, scandisce la segretaria di Radicali italiani Rita Bernardini, “non solo raccontano le
battaglie passate; soprattutto ci aiutano a preparare le future iniziative politiche per la giustizia giusta,
per il diritto alla vita facendo vivere il diritto”.
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Libri, manifesti, fotografie e altro ancora, spiega il tesoriere Valerio Federico, “spesso accompagnati da
video dove i protagonisti della vicenda Radicale narrano momenti, significati, scelte che hanno segnato
oltre mezzo secolo di storia. I sessanta anni del Partito Radicale sono questo e anche di più. Sono la
storia del partito più longevo d’Italia. Sono storia di Diritto e Diritti, di Libertà, dal passato al futuro”.
Una delle veterane del Partito, Laura Arconti, novant’anni suonati, militante e dirigente storica,
racconta: “Da giovane comperavo ogni mercoledì ‘Il Mondo’ di Mario Pannunzio e di Ernesto Rossi. Lo
leggevo avidamente, poi, scioccamente lo buttavo via. Troppo tardi mi sono resa conto del delitto.
Quando i radicali organizzarono la prima asta, c’erano tre grossi volumi, tre annate del ‘Il Mondo’
rilegate. E’ stato un attimo, le prendo; costavano un occhio della testa, soldi non ne avevo, ma ce l’ho
fatta, alla fine le ho portate a casa, quelle annate”.
E ora cosa fa, signora? Le mette all’asta? “La storia prosegue con un epilogo tutto da ridere: un giorno,
molti anni fa, viene a casa mia un ragazzo, mi dice: sappiamo che hai alcuni numeri de ‘Il Mondo’, puoi
prestarceli, dobbiamo fare un lavoro, al partito… Ben volentieri, rispondo. Passano settimane, mesi, anni,
quelle annate non sono più tornate a casa. All’inizio dell’anno quel ragazzo, che nel frattempo è
diventato un uomo fatto, mi dice: quelle annate le ho ancora: le possiamo mettere all’asta? Capisce? I
miei giornali, comperati all’asta radicale mi ha chiesto di metterli all’asta un’altra volta…”.
E lei signora che ha risposto? “Certo, li ho autorizzati a farlo; e se non chiedono troppo, magari me li
ricompero la seconda volta”.
Che ci si vuole fare? I radicali sono fatti così: 'matti', stravaganti, forse a volte irritanti e petulanti,
scomodi, bastian contrari per indole e costituzione; ma trovatene di altri che si possa dire quello che di
loro scrisse Indro Montanelli: che Pannella e i radicali odorano di bucato pulito.
Per partecipare all’asta: www.astaradicale.it
https://www.youtube.com/watch?v=BfUW_Mcd5ms
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