Murature post-compresse: stato dell’arte Si esamina lo stato dell’arte delle murature post- compresse con particolare riguardo alle ricerche fatte sugli effetti delle deformazioni lente dovute alle variazioni di umidità ed ai carichi applicati sul setto murario G li edifici in muratura sono sempre stati presenti nell’industria costruttiva; il materiale che li costituisce, infatti, è uno dei più antichi utilizzati nell’arte del costruire. La muratura è dotata di notevole resistenza a compressione mentre è trascurabile la sua resistenza a trazione. Pertanto, se i carichi sono verticali ed agenti nel piano medio della parete muraria, il comportamento della muratura è ottimo. Tuttavia oltre questi carichi, sulla muratura agiscono anche azioni orizzontali ortogonali al piano della parete, dovute al vento, al sisma oppure alla spinta del terreno, che generano sollecitazioni di taglio e flessione. Se la struttura è costituita da pareti murarie distribuite in modo da creare un complesso scatolare, le azioni orizzontali, attraverso la monoliticità e rigidezza estensionale dei solai, sono ripartite esclusivamente tra i setti murari che hanno l’asse “forte” parallelo alla direzione delle forze. Le azioni ortogonali al piano delle pareti invece, agendo nella direzione dell’asse debole generano sollecitazioni di taglio e flessione molto più pericolose perchè, come si è detto, agiscono nel piano di minima rigidezza del setto murario. Pertanto, se i carichi verticali sono modesti, le trazioni dovute alla flessione non possono essere compensate e, a causa della scarsa resistenza a trazione della muratura, i setti si fessurano. In passato nelle strutture murarie si inserivano meccanismi differenti, quali tiranti in ferro e contrafforti murari al fine di evitare le tensioni di trazione. È abbastanza comune infatti osservare la rottura dei setti murari conseguente ad una ridistribuzione delle forze interne. La limitata resistenza a trazione è ancora più vincolante nelle strutture soggette a carichi dinamici, come quelli sismici o del vento, in quanto inducono sollecitazioni flessionali di segno alterno. Le operazioni classiche per superare queste limitazioni di 60 resistenza nei setti murari con carichi eccentrici sono quelle di rinforzare la muratura con barre in acciaio (murature armate) o di confinare i muri con travi tiranti in calcestruzzo cementizio (muratura confinata). Queste tecniche sono molto spesso costose e causano soluzioni nell’isolamento acustico e termico. Una tecnica emergente è invece quella di post-tensionare la muratura. L’introduzione di una coazione nel piano verticale, attraverso la post-tensione, ossia l’aggiunta di opportuni carichi assiali, che aumentano lo stato tensionale di compressione delle sezioni del setto, mira ad incrementare il campo di resistenza della muratura stessa alle azioni flessionali in quanto lo stato di coazione è in grado di annullare le tensioni di trazione dovute alla flessione. Con l’uso della post-tensione, quindi, non solo si migliora il comportamento delle nuove strutture, ma si fornisce una tecnica generale per il restauro degli edifici esistenti soggetti ad azioni orizzontali. È ben noto, infatti, che i terremoti sono fenomeni naturali molto distruttivi che causano la perdita di molte vite e tremendi danni economici. Attualmente, si accetta l’idea che il danno e le conseguenti perdite economiche siano difficili da evitare nel progetto sismico convenzionale. Per esempio, in Italia, il terremoto del 1980 in Irpinia causò una massiva distruzione delle case in muratura. Kobe fu solo un evento di media dimensione con magnitudo 6,9 nella scala Richter: causò 5470 morti, 33000 feriti, 310000 senza tetto e una perdita economica complessiva di 110 miliardi di dollari. Negli Stati Uniti il terremoto di Northridge ebbe solamente una magnitudo 6,7, causò 57 morti e una perdita economica complessiva di 20 miliardi di dollari. Questi terremoti dimostrano che le città vulnerabili non sono necessariamente quelle vicine alle faglie principali, ma quelle non protette e vicine ai terremoti con grandi periodi di ritorno. Di conseguenza è CIL 68 l’intero patrimonio di costruzioni che può essere interessato da questi fenomeni distruttivi. Gli edifici storici, inoltre, sono particolarmente vulnerabili come è evidente dal recente collasso della Cattedrale di Noto in Sicilia, causato dai danni indotti dal terremoto del 1990. Infine il terremoto di Patrasso in Grecia è un altro esempio dei recenti disastri naturali che ha prodotto gravi danni agli edifici esistenti. Stato dell’arte L’uso della post-tensione nelle pareti in muratura ha avuto fino ad ora uno scarso sviluppo; è invece molto impiegato nelle strutture in cemento armato. Si conoscono solo poche applicazioni fatte su edifici in Svizzera, Inghilterra, Germania e Stati Uniti. Il rinforzo di vecchie strutture in muratura con la tecnica del post-tensionamento è molto efficace e consente di evitare l’introduzione di strutture in acciaio o calcestruzzo, quali tiranti con piastre o travi. Il restauro di edifici storici, d’altra parte, richiede che si mantenga inalterato l’aspetto esterno il che si può chiaramente raggiungere solo con il post-tensionamento. Una delle prime applicazioni della precompressione alle murature è quella fatta sulle strutture di un tunnel costruito a Londra nel 1825 sotto il Tamigi. Sempre in Inghilterra sono stati realizzati esempi di applicazioni della tecnica di precompressione di elementi in laterizio. Da ricordare sono l’Oaktree Lake Community Center, l’ospedale St. Michael a Braintree, il Salvation Army Citadel a Warrington, l’Osborne Memorial Hall a Boscombe, Bournemouth, ed altri.[1] Quasi tutte le costruzioni hanno richiesto la precompressione di alcuni elementi strutturali, quali pilastri o pareti, per resistere alle forze orizzontali. Le applicazioni di questa tecnica si sono estese anche al campo stradale ed in particolare alle spalle dei ponti ed alle 4 m m N Tensione di taglio [N/mm2] Normativa e ricerca Dora Foti Pietro Monaco strutture orizzontali per attraversamenti pedonali. Nel 1994, sempre in Inghilterra, sono state realizzate due passerelle pedonali prefabbricate in laterizio in un parco naturale a Tring. Queste applicazioni mettono in evidenza come l’uso di murature precompresse sia versatile, economico, non danneggi l’estetica e presenti un potenziale applicativo molto più ampio di quanto fino ad ora si è creduto. Nel recupero di edifici esistenti, la precompressione consente invece di migliorare il comportamento delle murature in zona sismica. Essa, riducendo le tensioni principali di trazione, migliora la resistenza al taglio di setti murari e soprattutto delle travi o piastre costruite in laterizio.A tale riguardo sono state eseguite prove sperimentali su travi in laterizio, rinforzate dapprima con armatura lenta e successivamente con la tecnica della post-tensione. È stato possibile così confrontare il comportamento complessivo e le forze limiti di taglio delle due tipologie. I risultati, indicati in figura 1, mostrano l’incremento di capacità portante per le forze di taglio delle travi precompresse rispetto a quelle semplicemente armate, dovuto alla riduzione delle tensioni principali di trazione in virtù del benefico effetto delle tensioni normali derivanti dalla coazione applicata. Anche l’aderenza o meno dei cavi alla muratura influenza la resistenza a taglio delle travi in laterizio. La precompressione, quindi, incrementa la resistenza a taglio e tale incremento è ancora più sensibile se i cavi sono aderenti.[3] Per quanto concerne le murature armate, quelle cioè costituite da elementi resistenti artificiali semipieni tali da consentire la realizzazione di setti murari in cui sono incorporate apposite armature metalliche, sia verticali che orizzontali, il D.M. 16/1/1996,“Norme tecniche per la costruzione in zone sismiche”, ne prevede l’applicazione e fissa le prescrizioni perchè possano ritenersi sismo-resistenti. 1. Relazione tra la forza di taglio e il rapporto braccio di taglio/effettiva profondità (a). Modello di prova (b). a 3 2 Trave precompressa b 1 ▼ Trave armata ▼ 0 ▲ 0 1 2 3 4 5 6 Rapporto (a/d) 61 NORMATIVA E RICERCA ▲ a Le deformazioni lente nelle murature post-compresse Le sperimentazioni più frequenti eseguite su queste tipologie riguardano i fenomeni deformativi che si sviluppano nel tempo. Questi sono molto più complessi rispetto a quelli presenti nel calcestruzzo cementizio, oltre che meno sperimentati. C’è infatti un fenomeno che caratterizza in modo specifico lo stato di deformazione: la variazione di volume dei laterizi conseguente alle condizioni igrometriche; trattandosi di materiale poroso, infatti, è molto sensibile alle variazioni dell’umidità presente nell’aria. A questo fenomeno lento, che non si riscontra nel calcestruzzo, ne sono associati altri ben noti, come il rilassamento dell’acciaio armonico ed altri come la viscosità sotto carico della muratura. b c 2. Ancoraggio dei cavi di precompressione: ancoraggio in aderenza (a); ancoraggio meccanico (b); ancoraggio in aderenza di un cavo unbonded (c). 62 CIL 68 La variazione di umidità nel laterizio provoca processi ha fornito l’espressione del coefficiente di viscosità per padeformativi sia reversibili che irreversibili. Il fenomeno è reti e pilastri in muratura. Per bassi livelli di tensione, quedescritto in letteratura come “espansione per umidità dei la- sto coefficiente dipende esclusivamente, secondo Lenczner, terizi”. Il singolo elemento di laterizio è infatti soggetto ad dalla resistenza del mattone che costituisce la muratura, espansioni reversibili quando aumenta l’umidità nell’am- mentre è indipendente dal livello della tensione a cui la mubiente, a contrazioni reversibili quando l’ambiente con cui ratura stessa è assoggettata. è a contatto diventa più secco. A questa componente ne è Le espressioni proposte sono del tipo: associata un’altra di carattere irreversibile dovuta all’assorbimento di vapore acqueo da parte dell’argilla cotta, la cui en- ϕN = 4,46 – 0,33 fb (per le pareti ) tità è fortemente dipendente dalle materie prime utilizzate ϕN = 1,73 – 0,14 fb (per i pilastri) nella produzione. Mentre le deformazioni reversibili sono modeste rispetto a essendo: quelle prodotte da altre cause, quelle irreversibili possono ϕN = εc max – εi, con εc max deformazione massima dovuta alla essere sensibilmente più eleviscosità, εi quella elastica vate. Nei primi giorni, dopo istantanea, fb [Mpa] resila essiccazione e la cottura stenza a compressione del 10 nei forni, il laterizio subisce laterizio. Rapporto volume/superficie: h [mm] la maggior parte della sua In realtà è stato mostrato espansione irreversibile; succon prove sperimentali, e cessivamente il gradiente dequindi in contrasto con le 0 cresce e si annulla. Queste espressioni fornite, che, al deformazioni sono legate contrario di ciò che avh = 51 alla tecnologia di produzione viene nel calcestruzzo, il h = 112 -10 del mattone (elevata o scarsa valore specifico della viporosità) e, come già accenscosità ossia ϕN/σb, è più h = 44 nato, alle caratteristiche chielevato quanto più piccola miche del materiale base: è la tensione di lavoro σb: h = 78 -20 l’argilla. Il Brick Institute of livelli tensionali più bassi America, ad esempio, raccoproducono effetti viscosi manda l’uso di un coeffiproporzionalmente più ciente di espansione per elevati (fig. 4). Questo ri-30 umidità di 0,0002. Le norme sultato è stato confermato 0 40 80 120 160 200 Giorni inglesi CP-121 confermano in esperienze eseguite sia che, dopo appena 15 giorni in Europa che in America. dalla produzione, il gradiente Infine,molto interessante è 3. Espansione per umidità nel laterizio. si riduce di circa 10 volte la ricerca sperimentale rendendo pertanto trascuraeseguita da Brooks che ha bili i suoi effetti sulla precompressione, se eseguita sulla mu- permesso all’Autore di fornire, attraverso un modello a due ratura dopo tale intervallo di tempo. Mentre per le altre fasi, muratura di mattoni e malta, espressioni sia dei coeffideformazioni, di cui si dirà nel seguito, alcuni Autori hanno cienti di viscosità e ritiro che del modulo elastico della muproposto, in armonia con i risultati sperimentali, leggi ma- ratura in funzione della geometria della muratura stessa. tematiche per descrivere il fenomeno deformativo, per l’e- L’utilizzo di queste espressioni permette di risolvere il prospansione umida non è stato ancora possibile fare altret- blema più importante delle murature post-tese, ossia detertanto, essendo molteplici i fattori che influenzano il feno- minare in esercizio l’entità della precompressione residua. meno e molti di essi legati alle caratteristiche delle materie Poichè il laterizio è scarsamente influenzato dalla viscosità, prime locali utilizzate per produrre i laterizi. l’intero contributo è dato principalmente dalla malta. La determinazione dell’espansione per umidità dei laterizi Nella figura 5 sono riportate le deformazioni viscose della è stata affrontata in [5]. L’entità del fenomeno rilevato in la- malta e del laterizio a parità di rapporto volume/superficie che questi materiali hanno nella muratura.[5] boratorio è descritto nella figura 3. Per quanto riguarda, invece, le deformazioni lente nella mu- Da queste si comprende che il creep del laterizio è praticaratura soggetta a stati tensionali (creep) sono disponibili mente trascurabile rispetto a quello della malta. molte esperienze, a partire da quelle fatte da Lenczner che Nella figura 6 infine è indicato l’effetto del ritiro. Espansione umida [10-6] in cui inserire, una volta terminata la costruzione del muro, il cavo. L’ancoraggio alla base, necessario per effettuare la tesatura del cavo o della barra, deve essere dotato in questo caso di un congegno autobloccante. L’ancoraggio nella fondazione è eseguito con un tratto di cavo aderente al calcestruzzo,di solito conformato a cappio,oppure mediante una piastra di acciaio. Nel caso di barre unbonded è opportuno che la protezione del cavo prosegua all’interno della fondazione per evitare che l’ossidazione differenziale porti ad una rapida corrosione (fig. 2). Un brevetto per la precompressione delle murature con cavi continui non aderenti[3] prevede che i cavi vengano inseriti in opportuni fori lasciati nella muratura e collegati ad un ancoraggio autoserrante posto alla base della parete, ancora prima della sua costruzione. Il decreto citato non fa menzione delle murature postcompresse. La post-tensione, come ben noto, ha avuto una notevole diffusione nelle strutture in calcestruzzo cementizio. In queste la tecnologia è molto spesso sofisticata. Per le pareti murarie invece, poichè occorrono coazioni che richiedono stati tensionali molto bassi, le tecnologie possono essere molto semplici ed i materiali da impiegare per assegnare la coazione sono quelli di uso comune. Le applicazioni più efficaci della post-tensione nelle strutture murarie si hanno quando gli elementi strutturali sono permanentemente soggetti a sollecitazioni flessionali di segno costante. In sintesi il procedimento di post-tensionamento delle strutture murarie consiste nel fissare, durante la loro costruzione, un’estremità di una barra di acciaio o trefolo, lasciando intorno al cavo lo spazio necessario per eseguire una successiva iniezione di malta per la protezione della barra; completata la parete si dispone alla sua sommità una piastra metallica ancorata alla massa muraria e,dopo un congruo intervallo di tempo necessario per la maturazione dei ricorsi di malta della muratura, si pone in tensione la barra e la si blocca alla piastra. Infine si esegue l’iniezione di malta nello spazio vuoto compreso tra cavo e muratura. Sono state proposte altre soluzioni che prevedono barre unbonded, ossia barre non aderenti alla muratura che trasmettono quindi la coazione solo nei punti di ancoraggio e non interagiscono lungo il loro sviluppo con la massa muraria. Il cavo è protetto con guaina di polietilene, o simili, al fine di garantire la sua durabilità. Questo secondo sistema è di più semplice applicazione in quanto all’interno della muratura può essere lasciato un tubo 63 NORMATIVA E RICERCA l’intensità della precompressione e con la posizione nel setto degli elementi lineari, si sono sviluppati metodi di verifica che si basano sulla ricerca delle condizioni ottimali dello stato di coazione al variare della posizione degli elementi lineari all’interno del setto murario e delle loro dimensioni. Un interessante metodo sviluppato in tale ottica, proposto in [7], è basato sull’introduzione di deformazioni termiche che simulano gli effetti della precompressione. In partico- lare si uguaglia lo stato tensionale σm nell’elemento lineare, prodotto dalla precompressione N, a quello prodotto da una variazione termica ∆T: σm = Eα∆T = N / A migliore qualità, con cicli di vita più lunghi; eviterebbe la rottura e la degradazione della muratura senza aumentare di molto il costo iniziale dell’edificio. In prospettiva le ricerche necessarie dovrebbero essere indirizzate verso lo sviluppo di un modello numerico per siossia N = Eα∆TA mulare il comportamento strutturale degli edifici in 1500 muratura con elementi Rapporto volume/superficie: h [mm] post-tesi che dovrebbe includere anche gli effetti dipendenti dal tempo. Sono h = 49 necessarie ulteriori prove 1000 sperimentali per determinare la perdita nel tempo h = 51 h = 78 delle forze di pretensione h = 112 come pure la perdita di ancoraggio delle barre di ac500 ciaio nella malta, nonchè prove su modelli in scala ridotta per simulare in laboratorio il comportamento di edifici nuovi ed esistenti. 0 Infine è necessario definire 0 40 80 120 160 200 Giorni un codice di progetto per le strutture in muratura 6. Deformazione da ritiro della malta. post-compresse. ¶ Si fissano i parametri E, α e ∆T e si assume come variabile l’area A della sezione trasversale degli elementi lineari che simulano le barre. Le condizioni ottimali di resistenza del setto murario, che ovviamente dipendono dall’entità delle forze di precompressione e dalla loro disposizione, sono in tal modo basate sulla relazione tra forza di precompressione e geometria della sezione trasversale degli elementi lineari introdotti nel modello. La condizione ideale si raggiunge quando la funzione obiettivo, rappresentata dalla somma delle aree delle sezioni traversali degli elementi lineari, risulta minima e sono rispettate contemporaneamente le condizioni di stabilità del setto murario. Deformazione/unità di tensione [10-5] Ritiro [10-6] Verifica della sezione muraria I modelli di calcolo delle strutture murarie soggette a stati di coazione si limitano ad analisi numeriche del singolo setto con metodi che discretizzano la struttura con elementi finiti. La precompressione del pannello murario è di solito assegnata disponendo elementi lineari all’interno del modello ed applicando ad essi forze concentrate che simulano quelle di precompressione. Poichè le condizioni di resistenza del pannello variano con 4. Viscosità specifica per differenti livelli di tensione. Conclusioni Esiste una forte necessità di sviluppare tecniche di intervento per ridurre il danno causato dalla trascurabile resistenza a trazione delle strutture in muratura. Questa deficienza del pannello murario causa la rottura e la ridistribuzione delle forze interne e ciò è chiaramente visibile sia nei nuovi che nei vecchi edifici storici. I potenziali benefici economici della post-tensione sono molti: basti pensare alle enormi perdite economiche causate dai terremoti. La protezione e la conservazione dell’eredità storica europea sono evidenti, come pure la necessità di sviluppare tecniche adatte a questo proposito. La post-tensione delle murature conserva l’aspetto esterno degli edifici e non causa problemi di isolamento. L’uso di murature precompresse genererebbe strutture di 2500 50 h = 44 Rapporto volume/superficie: h [mm] Rapporto volume/superficie: h [mm] h = 78 h = 51 2000 40 30 h = 112 20 Creep [10-6] Creep [10-6] h = 44 h = 78 1500 h = 112 1000 500 10 a b Bibliografia [1] G. Shaw: “Modern Use of Reinforced and Post-Tensioned Masonry”, International Symposium on Reinforced and Prestressed Masonry,Edinburgh,1984, [2] B. P. Sinha: “Comparative Performance of Reinforced and Prestressed Brickwork Pocket-Type Retaining Walls in Shear”,Atti della ‘10th IBMAC’, Calgary, Canada, 5-7 luglio 1994, pp. 423-430. [3] Hanz R. Ganz, Gerry Shaw: “Stressing Masonry’s Future”, Civil Engineering, gennaio 1997, pp. 42-45. [4] British Standard Institution: “The structural Use of Masonry: Part 2, Reinforced and Prestressed Masonry”, BS 5628 Part 2. [5] J. J. Brooks, C. S.Abdullah: “Composite Model Prediction of the Geometry Effect on Creep and Shrinkage of Clay Brickwork”, Proceedings of the 8th International Masonry Conference, Dublin 1988, pp. 316-323. [6] D. Lenczner: “Creep in Brickwork Walls at High and Low Stress/Strength Ratios”, Proceedings of the 8th International Masonry Conference, Dublin 1988, pp. 324-333. [7] M. E. Stavroulaki, G. E. Stavroulakis, B. Leftheris: “Modelling Prestress Restoration of Buildings by General Purpose Structural Analysis and Optimization Module of MSC/NASTRAN”, Computers and Structures,Vol. 62, No.1, 1997, pp. 81-92. [8] A. Albertazzi, A.Tenaglia: “La determinazione dell’espansione per umidità dei laterizi”, Costruire in Laterizio, n. 27, 1992, pp. 238-241. 0 0 0 40 80 120 160 200 0 40 80 120 160 200 Giorni Giorni 5. Viscosità del laterizio (a); viscosità dei provini di malta (b). [5] 64 CIL 68 65 NORMATIVA E RICERCA