GESTIONE L’IMPIEGO DEL BAMBÙ NELLE AREE VERDI Particolarmente rustiche e adattabili, le specie bambusoidi si prestano a impieghi differenti in svariati contesti dal verde pubblico a quello privato. Tra i pregi, ricchezza di forme e colori, con dimensioni che oscillano tra pochi centimetri e decine di metri ed esigenze manutentive ridotte al minimo Poliedrico bambù Testo di Daniele Fazio, agronomo. Foto di Daniele Fazio e Thomas Froese ambù è un nome comune da molti indifferentemente attribuito a piante riferibili, in realtà, a un elevatissimo numero di specie, appartenenti a una settantina di generi, aventi caratteristiche morfologiche ed esigenze ecologiche estremamente differenti. La notevole plasticità del gruppo consente un utilizzo molto vario nella progettazione del verde ornamentale. Le specie bambusoidi, tradizionalmente utilizzate soprattutto in Oriente e in passato molto impiegate anche in Occidente, ma con un ristretto numero di specie a disposizione, hanno subito nel tempo un declino legato a fattori di moda o di mutamento del gusto estetico e al loro comportamento infestante che ne ha precluso un più vasto uso. Più di recente, prima all’estero (basti pensare al “Jardin de Bambous” nel Parc de La Villette a Parigi, progettato da Alexandre Chemetoff negli anni ’80) e ora anche in Italia, è andato via via crescendo l’interesse per queste piante, anche grazie alle più approfondite conoscenze sulla fisiologia delle diverse specie e all’attuale ampia disponibilità di materiale vivaistico. B Caratteristiche principali Il nuovo interesse per l’impiego dei bambù nel verde urbano deriva da numerosi aspetti quali l’elevato numero di specie, le rapide crescita e diffusione, le possibilità d’impiego, il fogliame persistente, la facile manutenzione. ▼ Variabilità ecologica e crescita rapida L’elevato numero di specie bambusoidi, molte delle quali disponibili sul mercato vivaistico e provenienti da ambiti biogeografi53 • ACER 2/2007 Le Bambusoideae sono caratterizzate da notevole rusticità, pregevole valore ornamentale, velocità di diffusione e ridotte esigenze di manutenzione. Da sinistra, dettaglio di culmo di Phyllostachys bambusoides “Castilloni” dal caratteristico colore giallo con striature verdi e dalle foglie verdi con striature bianco crema. Sopra, Fargesia robusta, dal fogliame verde e arioso e dalle particolari brattee biancastre. Accanto, Pleioblastus fortunei, dalle foglie verdi screziate di bianco: è una varietà nana, generalmente di altezza inferiore al metro, adatta per piccole aiuole, rotatorie e fioriere. Per evitare che un bambù si allarghi può anche essere sufficiente il taglio dei giovani e teneri germogli che tendono a colonizzare gli spazi in cui non sono desiderati. Tale modalità di gestione può risultare non complessa laddove i bambù siano messi a dimora in aree prative in cui venga previsto e assicurato il periodico sfalcio della cotica erbosa. È infine da sottolineare come attualmente siano disponibili anche specie che non presentano le modalità di diffusione attraverso rizomi striscianti; si tratta però di specie tendenzialmente un po’meno adattabili ai nostri climi. Rapidità di diffusione Uno dei principali problemi relativi all’impiego del bambù è il suo contenimento, in relazione alla modalità di diffusione di molte specie attraverso i rizomi che corrono lungo il terreno, consentendo ogni anno lo sviluppo di nuove canne a diversi metri di distanza dalla pianta madre. Una volta risolto, da un punto di vista tecnico in fase di progettazione, tale vincolo diventa un pregio poiché consente densità d’impianto meno elevate, con notevoli risparmi di costi. Limitata interferenza con il contesto Le specie bambusoidi, per le loro modalità di diffusione e di riproduzione, possono essere tranquillamente impiegate in ogni contesto, in quanto non rappresentano un elemento di squilibrio floristico per gli ambienti naturali, diversamente da molte altre specie ornamentali alloctone che tendono ad assumere comportamento invasivo. L’unica fioritura è tendenzialmente contemporanea all’interno della medesima specie, al termine di cicli biologici che vanno ▼ ci differenti, permette l’impiego del bambù in moltissime situazioni caratterizzate da condizioni ecologiche diverse. Altro aspetto molto interessante è la rapidità di crescita, legata in particolare alle specie di taglia elevata che presentano ritmi di accrescimento anche di diversi metri all’anno. Questa caratteristica consente la messa a dimora di piante, anche di dimensione ridotta, e di ottenere in tempi brevi gli effetti di percezione visiva e di funzionalità (legati, per esempio, alla funzione di schermatura) che si desidera perseguire. indicativamente dai venti sino ai cento anni, mentre la modalità di diffusione tramite rizoma è facilmente controllabile. Possibilità d’impiego Il nuovo materiale vivaistico a disposizione del progettista annovera specie “nane” e rustiche, utilizzabili come tappezzanti anche su superfici di ridotte dimensioni (quali, per esempio, le rotatorie stradali) e in presenza di substrati di scarsa potenza. Grazie al tipo di apparato radicale e al carico contenuto è possibile impiegare anche specie di discreta altezza su solette con scarsa potenza di terreno, caratteristica molto interessante, per esempio, nel caso di impiego nei giardini pensili. Fogliame persistente con svariati cromatismi e forme Si tratta di una caratteristica molto interessante soprattutto nel Nord-Italia, dove la disponibilità di specie sempreverdi di una certa dimensione è più limitata e spesso relegata alle sole conifere. Questa caratteristica determina peraltro l’insorgere di un’ulteriore ACER 2/2007 • 54 In questa pagina, sopra, a sinistra, culmi di Phyllostachys nigra dalla colorazione nero ebano, in netto contrasto con il fogliame verde brillante, e a destra, Pleioblastus shibuyanus “Tsuboi”, di piccole dimensioni e con evidenti striature bianche. Qui accanto, Phyllostachys vivax, tra i bambù più imponenti, raggiunge l’altezza di 10-15 metri. Sotto, a sinistra, Sasa veitchii, specie di piccole dimensioni, che non supera il metro di altezza e che presenta la particolarità di mutare la colorazione del fogliame in inverno (foto a destra). Approfondimento botanico on il termine bambù viene designata un’ampia varietà di specie della famiglia Poaceae e in particolare della sottofamiglia Bambusoideae. I bambù sono rappresentati, a seconda delle classificazioni, da circa 1200-1600 specie. Tra i generi più noti si ricordano Bambusa, Phyllostachys, Arundiaria. La tassonomia dei bambù è tuttora in via di definizione. Alcune specie devono ancora essere scoperte e diverse classificazioni già realizzate devono essere riviste. I bambù sono diffusi soprattutto nelle regioni umide tropicali e subtropicali, ma si rivengono anche in climi temperati. La loro importanza economica e sociale è rilevante. Essi hanno una grande varietà di utilizzi, per esempio nelle costruzioni, per la produzione di carta e manufatti nonché a fini alimentari (germogli). I bambù hanno quasi tutti fusti legnosi (pochissimi sono erbacei) e sono dotati di un grande rizoma sotterraneo. Possono raggiungere un’altezza di 40 m e una circonferenza di 90 cm. Fruttificano annualmente o a lunghi intervalli e poi muoiono. Il frutto è generalmente secco, ma in alcune specie è carnoso. Molte specie di bambù sono caratterizzate da rapida crescita e hanno un’alta produttività. Per esempio, i germogli di Bambusa tulda hanno un tasso medio di accrescimento di 70 cm al giorno. La produttività annua è generalmente compresa tra 10 e 20 tonnellate per ettaro. Tra le principali malattie che possono colpire i bambù si ricordano le ruggini fogliari da Puccinia spp. e Uromyces spp., l’avvizzimento dei culmi causato dal fungo Fusarium oxysporum e, infine, le maculature necrotiche fungine da Mycosphaerella spp., Helminthosporium spp. Septoria spp. e altre specie. Luigi Bertin Facilità di manutenzione Una volta individuata correttamente tra le innumerevoli specie quella più idonea alle condizioni ecologiche del sito e alle finalità dell’intervento, le esigenze manutentive delle specie bambusoidi risultano ridotte, richiedendo di fatto solo interventi irrigui, concimazioni periodiche, eventuali tagli di contenimento per le specie nane e di taglia media. Per le specie di taglia più elevata può essere necessario nel tempo, da un punto di vista estetico, il diradamento delle canne, operazione di un certo onere. Per quel che concerne le irrigazioni, esse devono essere effettuate da marzo a ottobre, mantenendo il terreno leggermente ▼ C problematica connessa alla possibile rottura delle canne in caso di forti nevicate. Le specie bambusoidi annoverano piante di taglia differente (da poche decine di centimetri a svariati metri), con fogliame di forma e colore diverso (diverse tonalità di verde, variegature bianche e gialle ecc), con canne di colore diverso (verdi, gialle, nere, rigate, screziate, puntinate ecc.). 55 • ACER 2/2007 GESTIONE ASPETTI E PARAMETRI D’USO DI SPECIE E VARIETÀ DI BAMBÙ DELLA NUOVA AREA RESIDENZIALE DI CHIERI SPECIE E VARIETÀ Fargesia robusta CARATTERISTICHE PRINCIPALI DENSITÀ ALTEZZA SUPERFICI DI IMPIANTO ALL’IMPIANTO DI IMPIANTO COSTO EURO/M2 Altezza massima di 3,5-4,5 m. I culmi sono verde scuro e il fogliame verde 1 mastello Ø e arioso, con brattee biancastre che conferiscono alla pianta una partico- 30 cm / 2 m2 lare attrattiva. Molto indicata per fondali e barriere di media altezza. 3-4 metri una vasca di 7,5 m2 e una vasca di 10,0 m2 50-60 Phyllostachys Altezza massima di 8-10 m; bambù di altezza medio-alta. Culmo giallo 1 mastello Ø bambusoides con striature verdi e foglie verdi con striature bianco crema. Assolve 30 cm / 2 m2 “Castilloni” anche la funzione di leggero schermo visivo tra gli edifici. 5-7 metri due vasche di 10 m2 90-110 Phyllostachys Altezza massima di 3,5-4,5 m. Principale caratteristica della specie, la 1 mastello Ø nigra colorazione nero ebano delle canne al secondo/terzo anno, in contrasto 30 cm / 2 m2 con il fogliame verde lucido. 3-4 metri una vasca di 7,5 m2 e una vasca di 10 m2 50-60 Phyllostachys Altezza massima di 10-15 m; bambù di aspetto imponente, tra i più alti 1 mastello Ø vivax e a crescita più rapida. Culmo e fogliame verde. Esistono anche varietà 30 cm / 2 m2 con colorazioni differenti (la più diffusa è Phyllostachys vivax “Aureocaulis” con culmi giallo oro). 5-7 metri due vasche di 10 m2 e due vasche di 15 m2 90-110 Pleioblastus fortunei Altezza massima di 0,6-1 m; bambù nano impiegato nelle aiuole periferi- 2 vasi Ø 18 che, in parte realizzate su soletta; molto adattabile in aiuole in pietra, picco- cm / m2 le macchie, scarpate, bordure, vasche. Fogliame denso e cespuglioso e portamento eretto; foglie screziate verdi e bianco-crema. 20-40 cm due vasche di 20 m2 20-24 Pleioblastus shibuyanus “Tsuboi” Altezza massima di 1,5-2 m; specie di piccole dimensioni a crescita vigo- 2 vasi Ø 18 rosa, con foglie piccole striate di bianco e/o crema. cm / m2 Insieme a specie di altezza media è stato usato per bilanciare forme e volumi dei diversi impianti vegetali. 20-40 cm quattro vasche di 6 m2 e due vasche di 4 m2 30-35 Sasa veichtii Altezza massima di 0,6-1 m; bambù nano impiegato in aiuole periferiche, 2 vasi Ø 18 in parte realizzate su soletta, può essere usato in rotonde stradali, vasche. cm / m2 Foglie più larghe con marginatura bianca invernale. 20-40 cm due vasche di 14 m2 30-35 ▼ umido ed evitando i ristagni idrici; i bambù possono sopportare anche brevi periodi di siccità, preferendo comunque annaffiature regolari. Anche in relazione all’elevata capacità di crescita, è apprezzata la fertilizzazione che può venire effettuata a fine inverno con apporto di letame o concime (per esempio di tipo 10:5:5). Nel caso di attacchi parassitari, o di sviluppo della vegetazione non idoneo, è possibile effettuare sulle specie nane un semplice taglio a raso in modo da stimolare il ricaccio. Per quel che riguarda le possibili rotture per carico da neve, fenomeno che interessa in particolare piante di taglia elevata, oltre a un’attenta scelta delle specie da impiegare può rendersi necessaria la realizzazione di strutture di sostegno e di contenimento. Un asso nella manica Il bambù testimonia una vasta potenzialità di utilizzo nel verde urbano, con un’ampia gamma di specie e varietà a disposizione che possono soddisfare le diverse esigenze sia sotto l’aspetto paesaggistico sia sotto quello funzionale. Una corretta scelta delle specie unita a un’adeguata modalità di impianto può risolvere inoltre gran parte dei problemi gestionali che si riducono a interventi di ordinaria (e non intensiva) manutenzione. Un esempio concreto di impiego del bambù Un esempio d’impiego di specie bambusoidi nel verde urbano è quello relativo alla sistemazione degli spazi aperti di un nuovo complesso residenziale realizzato su un’ex area industriale dismessa del Comune di Chieri, nella collina torinese. L’intervento ha riguardato sia la sistemazione di alcune aree pubbliche esterne all’edificato, in modo da riqualificare e collegare l’intera area al circostante tessuto urbano, sia le superfici private interne al complesso residenziale, dove è stata adottata una soluzione che prevede il solo utilizzo di superfici prative e di bambù, in relazione ai vincoli esistenti e agli obiettivi e ai criteri prefissati (vedi planimetria del progetto). Vincoli progettuali, obiettivi e criteri d’intervento Tra i principali vincoli progettuali individuati, vanno citati gli spazi d’intervento relativamente ridotti e fortemente condizionati dalla distanza relativa tra gli edifici e la presenza di un interrato (area parcheggio) sotto una porzione della superficie disponibile, con la conseguente necessità di operare in parte su una soletta caratterizzata da limitata (30-40 cm) profondità del terreno. Le scelte progettuali sono scaturite dall’adozione di criteri e obiettivi, quali la creazione della relazione tra materiale vegetale (distribuzione, forme e volumi) e soluzioni progettate, riproponendo nella distribuzione e nella scelta delle specie un approccio che privilegiasse la regolarità geometrica e la scansione simmetrica in stretta analogia con quella delle architetture. Inoltre, le specie bambusoidi a sviluppo verticale permettono di costituire barriere visive di interposizione tra gli edifici, coniugando il ruolo estetico-percettivo a quello funzionale del materiale vegetale e caratterizzando lo spazio “interno” del complesso edificato come un luogo destinato a una fruizione collettiva e socializzante. Per l’intervento sono state scelte specie con caratteri ornamentali, portamento, forma e colore delle foglie, colore della canna, ampiamente diversificati (vedi tabella sopra). ACER 2/2007 • 56 Valerio Bozzoli La scelta delle specie è derivata anche dall’esigenza di riproporre un verde visibile dall’esterno. Una porzione significativa dell’area di intervento risultava, infatti, occupata dal giardino connesso agli edifici industriali esistenti con presenza di numerose specie ornamentali ed esemplari arborei di dimensioni notevoli. Tale giardino, benché privato, assolveva anche a un ruolo di connotazione fisionomica, a livello di micropaesaggio, nel contesto urbano di riferimento, in quanto le chiome delle piante, nonostante la presenza di un muro perimetrale di recinzione, erano visibili dall’esterno. Ultimo, ma non meno importante tra le scelte, l’esigenza di una ridotta manutenzione. Valerio Bozzoli Diversi esempi di impiego del bambù: sopra, in ambito residenziale, nel quartiere Bicocca a Milano; in un orto botanico; a destra, in una fioriera dotata di strutture di contenimento alla Galleria d’Arte moderna a Torino. UBICAZIONE DELLE VARIETÀ E SPECIE DI BAMBÙ NELL’AREA RESIDENZIALE DI CHIERI Legenda planimetria VIA AND EZE MO 1-Pleioblastus fortunei 2-Sasa veichtii 3-Pleioblastus shibuyanus “Tsuboi” 4-Fargesia robusta 5-Phyllostachys nigra 6-Phyllostachys bambusoides “Castilloni” 7-Phyllostachys vivax DOLA MEN VIA A 3 2 6 7 5 3 4 7 1 3 7 6 3 7 1 Abstract 3 4 5 2 3 CORSO MATTEOTTI RIO PAGANO 57 • ACER 2/2007 Soluzioni progettuali L’impiego di sole specie bambusoidi ha consentito il superamento dei vincoli esistenti e il rispetto degli obiettivi e dei criteri di intervento. La soluzione progettuale adottata è stata quindi l’impianto di diverse specie di bambù lungo due direttrici ortogonali, utilizzando piante di altezza progressivamente crescente in senso centripeto. La principale problematica legata all’impiego del bambù è il suo contenimento. Per impedirne la diffusione attraverso la crescita dei rizomi, l’impianto dei bambù è stato previsto all’interno di vasche interrate in cemento a fondo aperto, di altezza pari ad almeno 80 cm. In questo modo si è creato un giardino formale in sintonia con la simmetricità e la geometricità dell’edificato. La disposizione delle vasche interrate è stata inoltre prevista in modo da creare delle schermature leggere tra alcuni edifici prospicienti. In relazione alle esigenze delle specie è importante il dimensionamento minimo delle vasche che deve consentire un corretto sviluppo di quelle più vigorose. In alternativa, il contenimento può essere ottenuto attraverso l’impiego di apposite guaine profonde almeno 80 cm, di idonei spessore e robustezza, curando con attenzione la giunzione dei lembi che dovrà essere effettuata con un’adeguata sovrapposizione e con una saldatura senza soluzioni di continuità, in cui il rizoma potrebbe trovare una via di passaggio. ■ The eclectic bamboo After years of oblivion, bamboo is coming back into fashion because of its characteristic features. Its high number of species offers, together with evergreen leaves, a rich variety in forms, colours, heights, behaviour and quick and widely spreading growth. Thanks to its easy maintenance and the many opportunities of use, it can be part of public as well as residential green areas. In these pages, the features of the most popular species and varieties, and a concrete example of bamboo usage in a residential situation.