L’energia è la capacità di compiere un lavoro o di produrre un cambiamento. L’energia non si crea né si distrugge: si trasforma. Vi sono diversi tipi di energia. Vi è ad esempio l’energia potenziale che è l’energia che si ha a disposizione per compiere un’azione. L’energia cinetica è l’energia del Per esempio l’acqua contenuta in movimento, che si sprigiona per esempio una diga contiene energia durante la corsa. potenziale perché è trattenuta dalla diga. E’ provato che prima o dopo una conversione di energia, la quantità di energia è la stessa, ma durante il cambiamento la quantità disponibile per eseguire un lavoro utile diminuisce sempre. Le conversioni non sono mai completamente efficienti, perché una parte dell’energia va sempre persa sottoforma di calore, cioè il movimento casuale di atomi e molecole. Per descrivere questo movimento casuale di atomi e molecole gli scienziati utilizzano il termine entropia: maggiore è il disordine, maggiore è l’entropia e quindi essi sono direttamente proporzionali. In una reazione chimica l’energia dei legami chimici si sposta e gli atomi si dispongono in maniera diversa formando nuovi tipi di molecole. Le sostanze di partenza, i reagenti, interagiscono per formare nuove sostanze, i prodotti. Questa reazione avviene spontaneamente ed emette energia sottoforma di calore. Alcune reazioni, emettono energia, ma prima di avviarsi hanno bisogno di un iniziale apporto di energia, il risultato complessivo è una emissione di energia. Le reazioni che emettono energia si chiamano esoergoniche. Reazioni completamente diverse sono quelle endoergoniche, che non si avviano spontaneamente né emettono calore. L’energia delle reazioni endoergoniche deriva dalle reazioni esoergoniche e si parla in questo caso di reazioni accoppiate: l’energia scaturita da una reazione esoergonica fornisce l’energia necessaria ad una reazione endoergonica che la richiede e così via, lungo una catena di reazioni collegate che costituiscono la catena metabolica. L’energia emessa nel corso di una reazione esoergonica viene intrappolata in legami chimici di una sostanza in grado di “trasportare” questa energia da una molecola all’altra. La molecola di trasporto più comune è l’ATP (adenosina trifosfato). Le cellule viventi sintetizzano l’ATP partendo dall’ADP (adenosina difosfato), composto da due molecole di fosfato invece che da tre come l’ATP. Quando il fosfato viene staccato dall’ATP, si forma l’ADP che può essere a sua volta trasformato in AMP (adenosina monofosfato). All’interno delle cellule la maggior parte delle trasformazioni vengono facilitate da particolari molecole, gli enzimi, come quelli digestivi. Essi sono proteine che fungono da catalizzatori biologici, cioè sostanze che accelerano le reazioni chimiche senza essere modificati dalla reazione. Nelle reazioni chimiche c’è una barriera energetica che separa i reagenti e i prodotti. Perché una coppia di reagenti venga convertita in prodotti, i primi devono scontrarsi con forza sufficiente a rompere i propri legami chimici e formarne di nuovi nei prodotti. Per un istante i legami chimici nei reagenti sono distorti: questo stato intermedio non può essere raggiunto senza un impatto molto energetico fra le molecole. Questa condizione si definisce stato di transizione. Alcune molecole non possiedono l’energia cinetica sufficiente per superare la barriera energetica e si limitano a rimbalzare l’una contro l’altra. Alcune molecole, invece, si scontrano con energia cinetica sufficiente generando lo stato di transizione e trasformandosi in prodotti. Un’energia di impatto abbastanza grande da spingere le molecole attraverso la barriera energetica si definisce energia di attivazione. La maggior parte delle reazioni metaboliche che avviene nelle nostre cellule ha luogo anche in cellule di altri animali, piante ecc. I metodi per ricavare energia sono due: la via aerobica e la via anaerobica. La via aerobica è un processo che avviene solo in presenza di ossigeno, è anche definito respirazione cellulare ed è costituito da tre fasi principali: glicolisi, ciclo di Krebs, catena di trasporto degli elettroni. La via anaerobica, invece, avviene in assenza di ossigeno e attraverso due fasi: la glicolisi, già accennata, e la fermentazione. La fermentazione utilizza gli atomi di carbonio del piruvato ricavato dalla glicolisi e successivamente ricicla i materiali necessari perché essa possa proseguire. Senza la fermentazione la cellula non potrebbe neppure sfruttare la glicolisi per produrre scarse quantità di ATP. L’estrazione dell’energia da molecole energetiche comincia con la scissione del glucosio in una sequenza di reazioni definita glicolisi. Le reazioni di glicolisi scompongono il glucosio, che ha 6 atomi di carbonio, in due molecole con 3 atomi di carbonio, il piruvato. La scissione del glucosio rende disponibili elettroni ricchi di energia e ioni idrogeno. Questi elettroni e ioni idrogeno vengono trasferiti a una speciale molecola trasportatrice di elettroni. Le fasi della glicolisi si svolgono nel citoplasma della cellula e vengono facilitate dagli enzimi in esso disciolti. Per ciascuna molecola di glucosio scissa durante la glicolisi si ha un guadagno netto di 2 ATP e 2 molecole di piruvato. Una volta prodotti, gli ATP possono quindi muoversi attraverso il citoplasma; le molecole di piruvato lasciano invece il citoplasma ed entrano nell’organulo cellulare detto mitocondrio Le cellule molto attive contengono un gran numero di organuli a forma di fagiolo, i mitocondri. Essi sono formati da due membrane: la membrana esterna è immersa direttamente nel citoplasma cellulare ed è perforata da grandi pori attraverso i quali possono passare molecole delle dimensioni di piccole proteine; la membrana interna è ripiegata in estroflessioni dette creste mitocondriali. In tutti gli eucarioti la membrana interna del mitocondrio è molto meno permeabile di quella esterna; pertanto, la zona racchiusa dalla membrana interna, detta matrice, è un comparto ben isolato dal resto della cellula. La matrice contiene diverse copie della molecola circolare del DNA mitocondriale e centinaia di ribosomi mitocondriali. All’interno del mitocondrio il piruvato formatosi dopo la glicolisi viene utilizzato nella successiva fase aerobica: il Ciclo di Krebs. Il ciclo di Krebs è una serie di reazioni chimiche che avviene all’interno dei mitocondri e scompone il piruvato in anidride carbonica e acqua. Nel corso di diverse fasi gli atomi di carbonio del piruvato vengono scissi, uno alla volta, e liberati sotto forma di anidride carbonica. Nella matrice del mitocondrio gli enzimi scindono il piruvato in una molecola di anidride carbonica più un residuo a due atomi di carbonio. Gli enzimi nel ciclo di Krebs uniscono questa porzione bicarboniosa a una sostanza a quattro atomi di carbonio, per formare una molecola a sei carboni. Il risultato finale è che il ciclo di Krebs converte tutti gli atomi di carbonio del glucosio originario in anidride carbonica e immagazzina l’energia in trasportatori di elettroni. Successivamente si passa all’ultima fase della via aerobica: La catena di trasporto degli elettroni. Sempre all’interno del mitocondrio, dal ciclo di Krebs, vengono caricate di elettroni otto molecole trasportatrici di elettroni per ogni molecola iniziale di glucosio. Questi trasportatori si spostano alla catena di trasporto degli elettroni, un gruppo di enzimi e molecole di pigmenti incastonati nelle creste mitocondriali. Per ogni molecola iniziale di glucosio entrato nella glicolisi la catena di trasporto degli elettroni produce un numero di ATP incredibilmente alto: 32. La catena di trasporto degli elettroni è la fase finale della via aerobica in cui viene effettivamente utilizzato l’ossigeno, in quanto ultimo accettore di elettroni della catena. Quando gli elettroni vengono aggiunti agli atomi di ossigeno l’idrogeno e l’ossigeno si combinano formando acqua, sottoprodotto della respirazione aerobica. La fotosintesi clorofilliana è un processo che avviene nelle piante, e grazie al quale si ricava energia attraverso la luce solare. Anidride carbonica + Acqua + Luce Glucosio + Ossigeno C6H12O6 + O2 CO2 + H2O + Luce Il percorso della fotosintesi comincia quando la luce del sole irradia una pianta. Una parte dell’energia colpisce la clorofilla o altre molecole di pigmenti colorati dei cloroplasti e ne resta intrappolata, spingendo gli elettroni nei pigmenti verso livelli di maggior energia. Gli elettroni lasciano la clorofilla e fluiscono lungo una catena di trasporto di elettroni molto simile a quella della membrana mitocondriale. Essi poi liberano gradualmente la propria energia -come avviene nel mitocondrio- e questa energia viene poi immagazzinata nei legami chimici dell’ATP. Gli atomi di idrogeno della molecola dell’acqua restano nel cloroplasto, mentre l’ossigeno viene liberato nell’atmosfera. Tali eventi costituiscono la prima fase della fotosintesi, cioè la fase luminosa o di cattura dell’energia. L’ATP e i trasportatori di elettroni prodotti dalle reazioni che catturano l’energia forniscono l’energia necessaria per la seconda fase della fotosintesi, la fase oscura o di fissazione del carbonio, detto anche ciclo di Calvin-Benson. Le reazioni possono avvenire sia di giorno sia di notte. Durante le reazioni di fissazione del carbonio un enzima presente nello stroma del cloroplasto dapprima aggiunge anidride carbonica presa dall’aria a una sostanza a 5 atomi di carbonio precedentemente formata, elaborando una sostanza a 6 atomi di carbonio che si scinde immediatamente in due composti tricarboniosi. Poi i cloroplasti trasferiscono l’energia alle sostanze tricarboniose appena prodotte. Alcune delle nuove molecole tricarboniose vengono unite e risistemate per rigenerare le molecole di partenza originarie del ciclo, mentre altre possono essere dirottate in molecole di carboidrati che immagazzinano l’energia. I trasportatori di elettroni ricchi di energia e la sostanza a tre atomi di carbonio piruvato sono i prodotti finali della glicolisi. La seconda fase della via anaerobica, la fermentazione, modifica il piruvato in assenza di ossigeno. Gli enzimi si trovano nel citoplasma e pertanto questo processo avviene nel liquido citoplasmatico. A seconda dell’organismo, però, la fermentazione converte il piruvato in vari prodotti finali, come l’etanolo (il comune alcol etilico) e l’anidride carbonica oppure in acido lattico. Anche le cellule dei nostri muscoli producono acido lattico durante l’esercizio anaerobico. Di per sé la fermentazione non produce ATP. Le reazioni di fermentazione riciclano la molecola trasportatrice degli elettroni necessaria per la glicolisi in modo tale che quest’ultimo possa continuare più volte. Quando i livelli di ATP si accumulano, questo si lega a uno speciale sito di regolazione su uno specifico enzima. Questo legame blocca l’attività enzimatica che spegne tutta la via glicolitica. Se la cellula ha già i livelli elevati di ATP è sufficiente la presenza della stessa molecola per interromperne la produzione. Poi, quando i livelli di ATP scendono, l’ATP legato lascia il macchinario enzimatico e la catena di smontaggio della glicolisi riparte. Questo tipo di regolazione metabolica si definisce inibizione per retroazione o feed-back negativo. A cura di: Raffaele Perlingieri Lorenzo Ricci Francesco Maugeri della classe II C dell’Istituto Superiore Scientifico Mercalli