GLI ITINERARI TEMATICI SUI LUOGHI DELLA GRANDE GUERRA NEL FRIULI COLLINARE La rete degli itinerari tematici ivi proposti costituisce il Museo all'aperto dei Luoghi della Grande Guerra nel Friuli Collinare. Sono in gran parte dotati di cartellonistica specifica e segnaletica escursionistica, idonei ed interessanti anche per le scolaresche; tutti privi di difficoltà (turistici o escursionistici facili), i sentieri storici si possono percorrere in tutte le stagioni (eccetto che la cima del Monte Cuar, d'inverno frequentemente innevata). Il Comune di Ragogna, di San Daniele del Friuli, di Forgaria nel Friuli e di Pinzano al Tagliamento, il Gruppo Storico Friuli Collinare - Museo della Grande Guerra di Ragogna declinano ogni responsabilità per eventuali sinistri occorsi durante la percorrenza dei sentieri qui proposti. Gli itinerari proposti non esauriscono le possibilità di percorsi tematici del Museo all'aperto, rappresentano tuttavia un suggerimento standard per gli escursionisti. Per gruppi e scolaresche , si consiglia di richiedere una visita guidata, in modo anche da calibrare gl'itinerari per le specifiche esigenze. L'accompagnamento storico è effettuato da esperti storici sui siti della Grande Guerra abilitati ai sensi della Legge Regionale F.V.G. n°6/2012 in integrazione alla Legge Regionale F.V.G. n°14/2000, coadiuvati dai volontari collaboratori del Museo della Grande Guerra di Ragogna. Per prenotazioni visite guidate ed informazioni, rivolgersi ai seguenti contatti: e.mail: [email protected] - [email protected] tel.: 0432 954078 mob: (0039) 348 0134637 ITINERARIO N°1 IL SENTIERO STORICO DEL MONTE RAGOGNA P) Punto di partenza - Località Tabine A) Punto di arrivo - piazzale della Chiesa di Muris di Ragogna 1) Ponte di Pinzano; lapide commemorative e postazioni italiane; 2 ) Castello di Ragogna, tomba di un geniere caduto durante i lavori di fortificazione del Monte di Ragogna; 3) sito ove esisteva il Ponte militare in legno di Pontaiba; 4) imbocco mulattiera militare di arroccamento "Las Cengles"; 5 ) casermaggi e riservette in caverna della Batteria "Ragogna Bassa"; 6) punto panoramico (quota 350 m.); 7) trinceramenti italiani; 8) impianto idrico militare della Batteria "Ragogna Bassa"; 9) piazzole per cannoni calibro 149 mm. della Batteria "Ragogna Bassa"; 10) uscita in cresta della variante della mulattiera di arroccamento; 11) punto panoramico di cresta (quota 503 m.); 12) trincee e caverna terza linea difensiva; 13) mulattiera militare d'arroccamento "Las Cengles" - sito panoramico; 14) riservette in caverna della Batteria "Ragogna Alta"; 15) "Forte del Cavallino" - Batteria "Ragogna Alta"; 16) piazzola per cannoni calibro 149 mm. della Batteria "Ragogna Alta"; 17) Zona Sacra in onore ai caduti nell'affondamento del Piroscafo Galilea (marzo 1942); 18) Caposaldo trincerato "Cret dal Louf"; 19) "Fontane dai Soldâs"; 20) Caposaldo trincerato "La Spice"; 21) Postazione in caverna per mitragliatrici - seconda linea difensiva; 22) Trincee della prima linea difensiva; 23) Cimitero di Muris: tomba di una civile colpita da granate durante la battaglia dell'autunno 1917; 24) Piazza IV Novembre di San Giacomo: lapide costruita dai Germanici a ricordo di 37 soldati italiani caduti; 25) Piazza di San Pietro: targa commemorativa della Battaglia di Ragogna (30 ottobre - 1 novembre 1917); M) Museo della Grande Guerra di Ragogna. linea rossa: itinerari storici segnalati (con marcature rosso/blu) Punto di Partenza: Ragogna è un Comune situato a 3 km da San Daniele del Friuli, al centro della fascia collinare friulana. Il Capoluogo, San Giacomo, si raggiunge da San Daniele con pochi minuti di strada provinciale. Il punto di partenza si trova in Località Tabine, sulla sponda orientale del Fiume Tagliamento: dalla Piazza IV Novembre di San Giacomo, continuare lungo la strada provinciale per circa 700 metri in direzione Pinzano, quindi svoltare a sinistra per Villuzza e la Località Tabine (seguire le indicazioni stradali). Tempi di percorrenza: ore 5:00. Si consiglia di posteggiare un'auto presso la partenza in Località Tabine (P) ed un'auto presso l'arrivo nella piazza dinnanzi alla Chiesa di Muris, in modo da non dover rientrare a piedi dal punto a A al punto P, lungo la strada asfaltata che transita per San Giacomo di Ragogna e Villuzza - a piedi occorrono 45 minuti circa. I turisti meno allenati potranno suddividere in tappe l'itinerario, profittando della rotabile turistica del Monte. Difficoltà: nessuna, itinerario escursionistico panoramico, consigliabile anche in mesi invernali. necessarie calzature idonee al trekking; utile una torcia per esplorare i vani sotterranei. Cartografia: mappa e pubblicazioni richiedibili presso il Museo della Grande Guerra di Ragogna. Descrizione: dal parcheggio in Località Tabine presso la Trattoria “Al Vecjo Traghét” si imbocca, attenendosi alla segnaletica tematica e alle marcature rosso/blu che accompagnano l’escursionista lungo tutto l’itinerario, una mulattiera diretta al declivio boscoso sovrastante. Giunti sull’asfalto della strada provinciale, lo si segue a sinistra verso il Ponte di Pinzano sino a trovare un ulteriore sentiero che sale sulla destra. Conviene, in un primo momento, proseguire per pochi minuti lungo la rotabile per visitare il Ponte di Pinzano e la lapide colà affissa in onore agli ultimi difensori del Tagliamento. Quindi, si recupera il sopra citato incrocio, prendendo il sentiero che, svolgendosi sul fondo di un verdeggiante valloncello, conduce al Castello di Reunia. Guadagnata la radura ai piedi dell’imponente maniero medioevale, può assumere interesse spostarsi nella piazza della vicina frazione di San Pietro, dove esiste un’epigrafe che rammenta la Battaglia del Tagliamento ed i suoi protagonisti (variante che richiede un quarto d’ora). Senz’altro significativa si dimostra la visita all’antico Castello, oggetto di recente ripristino, aperto al pubblico ogni sabato e domenica, tanto più che l’adiacente cimiterino offre riposo alla salma di un geniere perito nei lavori di fortificazione della Testa di Ponte, il cui monumento tombale recita: “A Ruggeri Angelo, Caporale II Regg. Genio IV Compagnia morto 2 agosto 1909 – Ufficiali e Compagni posero”. Ridiscesi al trivio situato sotto il Colle del Castello, si prosegue per la carrareccia che lambisce le pendici settentrionali del Monte di Ragogna. Dopo un chilometro circa, una diramazione scende al luogo dove il Ponte militare di Pontaiba (oggi non più esistente) valicava le acque del Tagliamento. Il nostro itinerario insiste però verso destra, qualche centinaio di metri in piano, sino a deviare, sempre secondo le indicazioni, per un’ex carrozzabile militare che si inerpica sulle pendici sovrastanti. L’ex rotabile di guerra, rifinita da paracarri e solidi muraglioni in pietra, collegava le posizioni di Monte Ragogna con il Ponte di Pontaiba, eseguito dal Regio Esercito nel 1916. Presso il Museo della Grande Guerra è esposto un cippo, ritrovato decenni orsono nel greto del maggiore fiume friulano, con il fregio del IV Reggimento Genio Pontieri, autore di quell’opera scomparsa. Senza scostarsi dal tracciato bellico, lungo cui il 5 novembre 1917 transitò anche l’Alpenkorps in cui militava il Tenente Erwin Rommel, si oltrepassa alcuni tornanti ed un’estemporanea abitazione donde sfociare sulla strada turistica del Monte di Ragogna. Risalendola s’incontra la partenza della mulattiera di arroccamento che conquista il filo di cresta attraverso “Las Cengles”, recentemente riattata ed oggi ottimo sentiero storico-turistico (vedi itinerario seguente). Ancora qualche minuto di strada asfaltata, ricalcante l’originale tracciato di rifornimento per le posizioni sul Monte Ragogna e si perviene all’area logistica della Batteria “Ragogna Bassa”. Ivi ci sono diverse casermette e due caverne con le pareti in cemento. All’interno si celano due autentiche scritte in matita, tracciate dai soldati italiani durante i giorni della battaglia dell’ottobre-novembre 1917. Appena valicato l’ingresso della prima galleria, è riprodotto uno stilizzato schizzo con Croce sabauda e Bandiere tricolori, accompagnato dalle generalità di “Luigi Battisti, nato a Poggio d’Asti nel 1895”. Nell’altro sotterraneo, è una semplice raffigurazione dell’assalto che colpisce lo sguardo più certosino. Queste opere risalgono agli anni 1909-1912 e fungevano da deposito munizioni per la sovrastante batteria. Durante la Grande Guerra, con il disarmo delle piazzole nel 1915, evidentemente esse vennero a perdere il loro ruolo originario: finirono, assieme agli edifici vicini, per servire da ricovero per il Comando della Brigata Bologna (Colonnello Carlo Rocca) tra il 30 ottobre ed il 1 novembre 1917. Il tragitto persevera per la rotabile sino ad una curva panoramica, dalla quale parte un sentierino diretto al sovrastante rilievo, segnato da profondi trinceramenti. Ci troviamo nella zona dove ha origine la rete trincerata, costituta tra il 1916 ed il 1917, che con tre linee cinge il monte intero. L’avallamento che si apre a sinistra accoglie le orme di alcuni apprestamenti bellici, tra i quali una notevole cisterna idrica. Distraendosi dai trinceramenti sul lato sud, il sentiero porta alla “batteria in barbetta” che ospitava i quattro pezzi da 149 mm in ghisa, cuore dell’installazione “Ragogna Bassa”. Sono qui palesi le grandi scalinate che introducono alle piazzole vere e proprie, delimitate da ben conservati muri di sostegno dotati dei vani per la “riserva a mano” dei proietti. L’itinerario continua sulla strada asfaltata per 500 metri circa, quando risale il boschetto a sinistra della rotabile per puntare allo spartiacque. Acquisendo quota lungo il filo, lo scenario diviene sempre più suggestivo aprendosi sui dirupi settentrionali. Nei pressi di quota 470 m si svela l’uscita di un ardito e tortuoso percorso militare proveniente dalla più bassa mulattiera “Las Cengles”, chiamata “variante d’arroccamento”. Grazie allo straordinario sentiero di cresta riuscirà appagante conquistare l’eccezionale punto panoramico di quota 510, da dove si ammira l’intero anfiteatro prealpino, dall’Istria al Piancavallo; eccellente prospettiva sullo scacchiere del Medio Tagliamento. Si riprende il cammino lungo la dorsale, sfiorando una croce lignea che identifica il “Salto del Fante – 1917” e cavalcando molti saliscendi, fino a riporre piede sulla strada turistica. Pertanto, poco dopo il sentiero sulla sinistra immette nella parte alta della mulattiera di arroccamento “Las Cengles”, lungo cui aggiriamo a settentrione la cima (quota 512) per raggiungere le gallerie corazzate con pianta “a T” che conservavano le polveriere della Batteria permanente “Ragogna Alta”. Riguadagnata la rotabile asfaltata con una breve salita, un centinaio di metri verso destra emerge il “Forte del Cavallino”, opera semi-interrata deputata alla riserva dei proietti e al riparo dei serventi a cui erano affidati i pezzi calibro 149 mm schierati sul piazzale antistante. Questa postazione originariamente guardava lo sbocco della Valle Arzino (nord). La piana di Majano – San Daniele giaceva sotto il tiro dei cannoni dell’altra piazzola “in barbetta”, situata a duecento metri di distanza verso ovest, in direzione del Ristorante “Biel Friul” e di un ripetitore televisivo. Ancora oggi sporge il terrapieno della piazzola, sul cui muro di contenimento si presentano le conosciute rientranze per la “riserva a mano” delle munizioni. Ivi, come nei pressi del Forte del Cavallino, potevano potenzialmente venir allineate quattro bocche da fuoco: in realtà, i due siti ne ospitarono due ciascuna, installate su cingoli. La Batteria risultava rifinita con un pozzo-montacarichi (esistente nel vicino, piccolo stabile) che la collegava con le sottostanti riservette, oggi inglobate in edifici privati. Giunti nei pressi del ripetitore, il sentiero discende il crinale, segnato da trinceramenti, sino alla Chiesa di San Giovanni in Monte e alla Zona Sacra eretta in memoria dei Caduti durante l’affondamento della Nave Galilea, occorso nella Seconda Guerra Mondiale. Da poco sotto la Chiesetta si volge a settentrione per una breve pista forestale, donde calarsi sullo sperone “Cret dal Louf”, caratterizzato da un inconfondibile “nido” di mitragliatrici in roccia. Il dominante sito consente una visuale mozzafiato verso Cornino, Val Tagliamento e Prealpi. Riportatisi alla Chiesetta per una trincea, si lambisce la baita dell’ANA – Sezione di Muris e si cammina nel viale asfaltato per circa 200 metri in direzione Muris. Tosto, si devia verso destra percorrendo un mezzo chilometro della rotabile forestale volta a Cà Nodusso. Effettuati cinque minuti di marcia, sulla sinistra si scorge il nostro tracciato intrufolarsi verso sottostante contrafforte boscoso “La Spice”. Prima di scendervi, merita proseguire ancora qualche centinaio di metri finché, sulla destra, si incontra la “Fontane dai Soldâs”, piccolo impianto idrico ricavato dai militari durante i lavori per la costruzione delle fortificazioni di “Ragogna Alta” (1910-1912). Ritornati al predetto bivio, si scende al costone della “Spice”. Questo è incavato da due linee trincerate, comunicanti tramite profondi camminamenti: la cuspide rappresentava un vero caposaldo, con tanto di cavernetta, oggi murata. Ora, il bel sentiero a mezza costa (non scendere per la traccia più ripida, ma tenersi a sinistra per il percorso meno pendente) ci conduce ad una peculiare postazione per mitragliatrice, scavata dentro un enorme macigno traforato. Trincee, postazioni, macigni e residuati di baraccamenti tormentano questi pendii dove, secondo delle testimonianze locali, esisteva un minuto camposanto militare che accoglieva le salme di taluni militari caduti nell’autunno 1917. Sempre lungo la traccia segnalata si può scender alla frazione di Muris, evitando parte della rotabile asfaltata: poco prima di intravedere le abitazioni, nelle adiacenze di un tornante, v’è la digressione che reca alla trincea più bassa, dove tra il 30 ed il 31 ottobre 1917 i fanti del 39° Reggimento Brigata Bologna e le pattuglie del 137° Reggimento Brigata Barletta, respinsero ben sette assalti austro-germanici. Ripreso il passo si arriva dinnanzi alla Chiesa di Muris, quindi per la strada asfaltata volta a San Giacomo di Ragogna si chiude l’anello, rientrando alla partenza in Località Tabine. Questo senza dimenticare un’ultima testimonianza situata nel cimitero di Muris. La pietra tombale di una valligiana perita per le ferite arrecatele da una granata durante i combattimenti dell’autunno 1917: un semplice ma significativo monumento valido per tutte le vittime civili dei conflitti. ITINERARIO N°2 LA MULATTIERA DI ARROCCAMENTO “LAS CENGLES” AL MONTE RAGOGNA Linea rossa: itinerario della mulattiera “Las Cengles”. Linea azzurra: sentiero storico Monte Ragogna. Puntini rossi: variante mulattiera d’arroccamento (di difficile percorrenza) P) 1) 2) 3) 4) 5) a) b) Parcheggio e punto di partenza. inizio mulattiera di arroccamento “Las Cengles”. variante di arroccamento (non percorribile). punto panoramico sulle “Cengles”. Batteria permanente “Ragogna Alta”. Zona Sacra e Chiesetta di San Giovanni. Partenza sentiero storico. Termine sentiero storico. M) Museo della Grande Guerra di Ragogna. Punto di Partenza: piazzale del Castello di San Pietro di Ragogna. Tempo di percorrenza: ore 2:00. Difficoltà e segnalazioni: nessuna; consigliate calzature idonee al trekking; utile una torcia per esplorare i vani sotterranei; si consiglia d’integrare il percorso con il sentiero storico (vedi itinerario precedente). Cartografia: pubblicazioni richiedibili presso il Museo della Grande Guerra di Ragogna. Descrizione: dall’ampio parcheggio sottostante al Castello di Reunia, ci si incammina per la carrareccia che cinge il piede settentrionale del Monte di Ragogna. Seguendo le indicazioni dei “Sentieri della Grande Guerra”, dopo quasi un km di piacevole passeggiata si devia sulla destra, immettendosi nell’ex rotabile che collegava la Passerella di Pontaiba con il Monte di Ragogna. Apprezzandone le finiture, tipiche dei lavori militari dell’epoca, si riesce sulla strada turistica donde, superato un tornante, si imbocca la mulattiera di arroccamento “Las Cengles” (ingresso ben segnalato). Con pendenza costante e qualche svolta si guadagna quota, lasciando sulla destra la labile diramazione della variante secondaria. Si notano le murature a secco, la larghezza originaria sempre superiore al metro e mezzo e la coerenza insita nella scelta del tracciato, il quale s’inerpica sotto le verticali pareti di conglomerato che caratterizzano la cresta del Monte di Ragogna. Traversando a mezza costa si perviene ad un punto intagliato nell’erto pendio, dove la scarsità di vegetazione autorizza l’escursionista a godersi il suggestivo scenario sulla Valle del Tagliamento. Con l’ausilio di corrimano in legno, il percorso insiste senza difficoltà in vista della dorsale, incrociandosi col sentiero storico a dieci minuti dalle fortificazioni permanenti di “Ragogna Alta”. ITINERARIO N°3 IL CAMPO TRINCERATO AUSTRO-UNGARICO SULLE RIVE DEL TAGLIAMENTO. P) Punto di partenza - Località Tabine; 1) postazione difensiva e d'osservazione austro-ungarica (a.u.) e punto panoramico; 2 ) postazione difensiva a.u.; 3) postazione difensiva a.u.; 4) saliente trincerato a.u.; 5 ) postazione corazzata a.u.; 6) postazione corazzata a.u; M) Museo della Grande Guerra di Ragogna Linea rossa: itinerario segnalato (marcature rosso/blu); Punto di Partenza: Località Tabine (Villuzza di Ragogna). Tempo di percorrenza: ore 2.30, visite alle postazioni comprese. Difficoltà: nessuna; facile itinerario escursionistico che non presenta difficoltà; consigliate calzature idonee al trekking; utile una torcia per esplorare i vani sotterranei. Cartografia: pubblicazioni richiedibili presso il Museo della Grande Guerra di Ragogna. Descrizione: l'anello sentieristico permette di riscoprire le vestigia del campo trincerato austroungarico delle Rive del Tagliamento, uniche fortificazioni imperiali, risalenti al 1918, attualmente visitabili in Friuli. Dalla Loc. Tabine, seguendo le marcature rosso-blu, si percorre un sentiero sulla sponda sinistra del maggior fiume friulano, il quale attraversa il letto del Rio Fossâl e s'inerpica per le soprastanti, erte costole erbose. Con poca fatica si raggiunge la prima postazione difensiva e d'osservazione, immersa in un paesaggio reso ancora più spettacolare dagli scoscendimenti che caratterizzano le "Rive". Ammirato il panorama ed esplorato l'interno della fortificazione, attenendosi alla segnaletica ci si avvia verso settentrione per qualche centinaio di metri, incontrando due interessanti siti difensivi corazzati in cemento, le cui feritoie occhieggiano verso il greto del Tagliamento e del Rio Fossâl. Sul saliente trincerato più a meridione, ove si perviene in pochi minuti, sopravvivono invece le epigrafi degli "allievi genieri", appartenenti alle Compagnie del Corso Tecnico Imperiale e Regio (K.u.K. Tech. Kurs) che edificarono queste strutture belliche. Senza perdere di vista segnaletica e marcatura rosso-blu, si punta verso San Giacomo di Ragogna, che si guadagna immettendosi su rotabile asfaltata. Alla periferia del Capoluogo ragognese emergono i ben conservati resti di altre due postazioni blindate. Giunti a Villuzza e passati accanto alla Chiesa di San Lorenzo (punto panoramico), si discende per sentiero lungo il ripido pendio delle Rive (evidenti alcuni trinceramenti, sempre austro-ungarici) sino a chiudere il tour. ITINERARIO N°4 LA STRETTA DI PINZANO, LE FORTIFICAZIONI ITALIANE, L'EX OSSARIO GERMANICO DI COL PION E LA BATTERIA DI COL COLÀT P) Punto di partenza (Località Tabine al Tagliamento); 1) cippo ai difensori del Ponte di Pinzano; 2) Ponte di Pinzano; 3) postazione per la difesa ravvicinata del Ponte di Pinzano; 4) fortificazioni della "Guerra Fredda"; 5) Ossario germanico incompiuto; 6) Ferrovia Pinzano - Gemona; 7) Vestigia del Castello di Pinzano; 8) Polveriere della Batteria permanente Col Colàt; 9) Batteria permanente Col Colàt; Linea rossa: itinerario segnalato (marcature rosso/blu) Punto di Partenza: Località Tabine (Villuzza di Ragogna). Tempo di percorrenza: ore 3.00, visite alle postazioni comprese. Difficoltà: nessuna; facile itinerario escursionistico che non presenta difficoltà; consigliate calzature idonee al trekking; utile una torcia per esplorare i vani sotterranei; l'ascesa del Col Colàt si svolge su sentieri non segnalati. Cartografia: pubblicazioni richiedibili presso il Museo della Grande Guerra di Ragogna. Descrizione: dalla Località “Tabine”, (P) ci si avvia sulla carrareccia che si diparte oltre il punto di ristoro, uscendo sulla strada provinciale che porta in pochi minuti al Ponte di Pinzano. Da qui si gode uno dei più incantevoli panorami del Friuli. Sull’uscita ragognese del viadotto, vi è una lapide che onora gli ultimi difensori italiani, comandati dal Capitano Moggio. Il lato opposto è invece caratterizzato dall’antico casello del pedaggio e dalla postazione, con copertura metallica, appollaiata su un verticale sperone roccioso: è la postazione per mitragliatrici costruita nel 1911-1912 dal Regio Esercito, a difesa fissa del Ponte di Pinzano. Attorno si possono notare, tra le rocce a picco che descrivono la spettacolare gola del Tagliamento, ulteriori apprestamenti militari risalenti agli anni ’50 e al successivo periodo della Guerra Fredda. Esse sono visitabili seguendo, sulla destra, il recente sentiero tematico dotato di scalette e corrimano che rendono sicuro ed agevole il percorso tra le erte costiere che cadono sul Tagliamento. Seguendo il sentiero, non sarà difficoltoso scorgere le imponenti vestigia dell’ex Sacrario germanico, la cui edificazione fu iniziata negli ultimi anni ‘30 e mai portata a termine, dedicato ai Caduti nella Battaglia del Tagliamento . Dall'affascinante sito, monumento morale a quei soldati qui mai seppelliti, si raggiunge il colle del Castello di Pinzano, dove ruderi medievali e panorama formano un tutt'uno di amenità e bellezza paesaggistica. Scesi alla sella tra il Colle del Castello e il Col Colàt (quota 280 m.), ci s’inerpica per la mulattiera militare che si stacca sulla sinistra, alle pendici nord di quest'ultima altura. Notando la raffinatezza dei lavori di sostegno e dei paracarri d’epoca, si guadagna il primo tornante che dà su un ampio spiazzo ove si aprono notevoli riservette-polveriere. Essendo la prosecuzione della mulattiera in parte sommersa sai rovi, occorre seguire una traccia di sentiero che si diparte al secondo tornante e in meno di dieci minuti si raggiunge la sommità del Col Colàt. Ivi, notevoli emergono i resti della batteria in barbetta per cannoni da 149mm, allora schierati sull’a tutt’oggi evidente piazzola. Le piazzole appaiono collegate con la sottostante polveriera interrata mediante montacarichi profondo circa sei metri e mezzo. Il tutto è dettagliatamente osservabile, compresa l’ala sotterranea, dotata di casematte a prova di granata e di un elegante ingresso in pietra. ITINERARIO N°5 LE VIE DELL'INVASIONE TRA SAN DANIELE DEL FRIULI, IL PONTE DI CORNINO E FORGARIA NEL FRIULI P) Partenza. 1) Monumento dedicato ai caduti nella difesa del Clapàt 2) Iscrizione dell’anno “1916” sulla strada militare Cornino – Trasaghis. 3) San Rocco, teatro dello scontro del 3 novembre 1917. 4) Val di Tochel, direttrice della ritirata italiana del 5 novembre 1917. 5) Osservatorio e mulattiera militare di Monte Cuar. 6) Punto panoramico. Linea rossa: itinerario da seguire Tempi di percorrenza: compresa salita al Monte Cuar, 7:00 ore circa. Difficoltà: nessuna; eccetto l'escursione al Monte Cuar, la rimanente parte dell'itinerario è automobilistico. Descrizione: dalla partenza si può inizialmente visitare il monumento sull’isolotto del Clapat: in direzione Cimano si attraversa l'arcata occidentale del viadotto, i cui piloni risalenti all’anteguerra consentirono agli arditi bosniaci del Capitano Redl di valicare il Tagliamento gettando una passerella di fortuna sulle acque del maggior fiume friulano in piena. Sulla cuspide del Clapàt, invece, sorge un toccante monumento che ricorda le retroguardie delle Brigate “Genova” e “Siracusa”, distintesi nella resistenza sul Clapàt tra il 30 ottobre ed il 2 novembre 1917. Si riguadagna la partenza, risalendo in vettura, e ci si reca verso il laghetto superiore di Cornino, nei cui pressi sono ben evidenti le infrastrutture della strada di guerra Cornino – Trasaghis; nelle adiacenze, si nota anche un’autentica iscrizione datata 1916. Tosto, sempre in auto, si sale a Forgaria e a San Rocco, teatro di aspri combattimenti tra reparti della “Lombardia” e truppe austro-ungariche. Negli scontri, qui perse la vita anche il valoroso Capitano Matera, comandante del III° Battaglione / 73° Regg. Fanteria. Continuando lungo la rotabile (risalente al 1915) diretta all’Altopiano di Monte Prat, ulteriore campo di battaglia della Grande Guerra, si sfila l’imbocco della Val Tochel, dove il 5 novembre si confrontarono le retroguardie del Gruppo Alliney e della Brigata “Lombardia” con le avanguardie della Divisione Jäger germanica . Quindi, ci si porta presso Cuel di Forchia (posteggio) da cui ci si incammina verso la suggestiva cima del Monte Cuar (ore 1:30, facile). Colà si reperiscono le vestigia del locale osservatorio e dell’ardita mulattiera costruita nella primavera-estate 1917 che segna il versante meridionale della cresta M. Cuar – M. Flagjel. Ridiscesi a M. Prat, ci si affaccia allo spettacolare scenario godibile dal punto panoramico di Stavoli Ledrania, eccezionale balcone sulla pianura friulana e sul teatro bellico del Medio Tagliamento. Infine, si conclude l’itinerario sul Colle del Castello di San Daniele del Friuli, presso la Chiesetta sommitale, ove vi è una lapide postuma dedicata ad un ufficiale artigliere ivi caduto negli scontri del 30 ottobre 1917: con la mostra bellica allestita dalla locale Sezione ANA (sede sita nelle immediate vicinanze della Piazza Vittorio Emanuele II) merita una visita.