FOCUS
ORIZZONTI
La memoria delle terre alte
Forte di Bard:
il Museo delle Alpi
a colloquio con
Enrico Camanni e
Gabriele Accornero
http://www.fortedibard.it/
Il Forte di Bard, situato all’imbocco della Valle
d’Aosta, ospita uno dei più importanti e
suggestivi musei di livello internazionale
dedicati alla montagna: il Museo delle Alpi. Si
tratta di un’ex struttura militare arroccata su
uno sperone di roccia di 500 metri, che
sovrasta il piccolo paese dal quale il Forte trae
il nome. Costituito da tre corpi di fabbrica, in
quello superiore, l’Opera Carlo Alberto, è
stato realizzato appunto il museo. Dopo un
piano di riconversione e valorizzazione della
fortezza, avviato nel 1993, l’inaugurazione è
avvenuta nel 2006, in concomitanza con
l’apertura al pubblico di tutto il complesso del
Forte per l’evento olimpico di Torino di quello
stesso anno. “Questo lavoro ha rappresentato
una sfida e al tempo stesso uno stimolo
culturale, spiega Enrico Camanni, giornalista e
direttore scientifico del progetto museale.
La sfida è stata trovare una sintesi, un punto
d’incontro tra contenuti culturali e
allestimenti, questi ultimi curati dagli
architetti Luisella Italia e Massimo Venegoni.
Volevamo creare un linguaggio nuovo, più
sincretico e perciò più completo, ove diverse
forme di comunicazione s’integrassero
reciprocamente: l’esposizione “tradizionale”
di materiali documentari affiancati da
elementi interattivi, scenografie, installazioni
artistiche, sculture e contributi
cinematografici. L’idea era di rispecchiare in
questo mix la stessa ricchezza e diversità che
caratterizza l’ambiente alpino”. Il Museo si
compone di ventinove sale organizzate in
quattro sezioni, nelle quali gli aspetti naturali
e umani delle Alpi vengono illustrati nella loro
continua e progressiva interazioneevoluzione.
L’itinerario di visita inizia con la
presentazione del paesaggio alpino
contemporaneo, dove accanto all’high tech
per lo sport e il turismo, sopravvivono forme
di vita ancora rustica degli ultimi pastori degli
alpeggi.
La seconda parte si focalizza sulla natura e la
presenza umana, con osservazioni di eminenti
studiosi dei secoli scorsi esposte in scritti e
diari, splendidi animali imbalsamati sia della
terra che dell’aria, dominati dall’alto da una
magnifica aquila, imbalsamata anch’essa.
Inoltre studi sulla biodiversità che
l’ecosistema alpino offre, il clima e le stagioni
della montagna. E ancora allestimenti
scenografici di notevole impatto dedicati alla
geografia e alla descrizione della nascita
geologica delle catene montuose.
Enrico Camanni
La terza sezione è dedicata alla civiltà alpina: ai suoi ritmi, all’organizzazione della vita
quotidiana, con la scuola e i giocattoli; al lavoro nei campi e nei pascoli, alle feste, ai miti e alle
tradizioni popolari. Infine, la quarta sezione del Museo è dedicata alla trasformazione delle Alpi,
dal romanticismo di fine Settecento ai giorni nostri. Dalle prime contaminazioni e scambi tra città
e sistema urbano da una parte, e montagna e i suoi popoli dall’altra, alla montagna di oggi, che
ormai quasi completamente e quasi ovunque ha assorbito il modello urbano dei ritmi di vita e del
sistema economico e sociale. Il Museo si chiude con una sovrapposizione tra passato e presente,
mettendo a confronto com’erano le Alpi una volta, prima che il turismo le conoscesse, e come
sono invece ora. I due mondi, profondamente diversi, si fondono in questa visione ultima: la
montagna si trasfigura, evolve in altro da sé a contatto con la modernità e la globalizzazione. “Il
Museo delle Alpi, prosegue Camanni, vuole stimolare interesse e curiosità in tutte le fasce di
pubblico. Sembra importante puntare soprattutto sui giovani, che sono naturalmente il futuro
della cultura. A questo fine, nel 2009 è stato inaugurato un nuovo spazio ludico e interattivo,
chiamato proprio “Alpi dei ragazzi”, che offre tra l’altro l’esperienza emozionante di una salita –
virtuale – al Monte Bianco”.
Ma la montagna può anche essere uno
straordinario laboratorio di ricerca sulla
biodiversità. Il 2010 è appunto l’Anno
Internazionale Onu dedicato a questo tema.
E l’attenzione all’ambiente, ai suoi equilibri
e alle risorse che offre, acquisisce oggi un
ruolo e una dimensione sempre più
strategica.
Proprio sulle Alpi stanno prendendo vita
interessantissime esperienze di un utilizzo
più razionale dell’energia. “Le Alpi
sembrano ancora una volta all’avanguardia,
persino sull’ecologia. In effetti, non stiamo
parlando solo di un immenso, ricchissimo
scrigno di tesori culturali, di storia e di
tradizioni, che vivono sulla più grande
catena montuosa nel cuore dell’Europa.
Siamo di fronte anche ad un areale che può
rivelarsi una risorsa preziosa per il futuro.
Mai come oggi l’uomo ha bisogno di trovare
un nuovo equilibrio tra sviluppo e
ambiente”.
La sensibilità e la cultura ecologica hanno
radici profonde, anche se solo in tempi
recenti sono state riscoperte. In effetti,
l’antica cultura di montagna era fondata
proprio sull’equilibrio tra uomo e natura.
“L’economia di quelle antiche comunità,
così lontane da noi nel tempo, imponeva che
nessuna risorsa venisse sprecata.
E ritroviamo questo stesso concetto anche
oggi, nelle moderne tecnologie di utilizzo
delle energie naturali e rinnovabili.
In tal senso si può quindi dire che alcuni
tratti arcaici della civiltà montanara stanno
tornando in forme nuove, e stimolano la
nostra stessa civiltà a essere più moderna”.
L’orizzonte futuro che si intravede per le
Alpi, nella suggestione ultima della visita al
Museo, è uno sviluppo capace di unire i poli,
forse solo in apparenza opposti,
dell’innovazione e della tradizione.
Sempre all’insegna della qualità nel modo di
vivere e frequentare questo straordinario
patrimonio.
“Le politiche non solo nazionali, ma anche
europee dovrebbero favorire sempre più un
turismo responsabile, per far conoscere e
valorizzare la catena alpina. Non a caso le
Dolomiti sono state inserite nella lista del
Patrimonio Mondiale Unesco. Il domani di
queste montagne è nelle mani di tutti noi.
Sono la nostra ricchezza e la nostra
speranza”.●
La parola a Gabriele Accornero,
AD Associazione Forte di Bard
Qual è l’obiettivo dell’Associazione che gestisce il Forte e con quali strumenti viene perseguito?
Gli obiettivi sono molteplici. Il progetto di recupero del Forte di Bard rappresenta nel suo complesso una sfida ambiziosa non solo
sotto il profilo della riqualificazione e valorizzazione di un sito monumentale di straordinario interesse ma si pone come esempio di
un nuovo modello di sviluppo turistico. L’Associazione Forte di Bard, sin dalla sua costituzione nell’ottobre 2005, si impegna nella
promozione del sito e dei suoi spazi attraverso manifestazioni ed eventi espositivi di respiro internazionale utili a fare conoscere la
struttura e, al tempo stesso, il territorio che la circonda. Il Forte è infatti chiamato anche a farsi promotore dell’intero sistema
turistico regionale avviando forme di collaborazione e cooperazione con gli enti territoriali per dare vita ad iniziative in campo
turistico, affinché abbiano le più ampie ricadute in termini economici sul tessuto sociale locale.
L’Associazione Forte di Bard si occupa inoltre della gestione dei servizi ricettivi e commerciali connessi al complesso in modo da
proporre ai visitatori un'offerta turistica capace di rispondere al meglio alle loro esigenze.
Quali sono le principali strutture commerciali e ricettive sorte sia all’interno del Forte che all’esterno, nel borgo di Bard?
Le strutture ricettive realizzate nel Borgo nell’ambito del progetto di riqualificazione avviato parallelamente al recupero del Forte
sono state aperte nel dicembre 2009. Si tratta dell’Hotel Stendhal, tre stelle con 34 camere, e delle case per ferie Urbano e Ciuca,
cui è abbinata anche un’elegante enoteca. La gestione è stata affidata dall’Associazione Forte di Bard ad una società torinese
specializzata nel settore dei Soggiorni Estivi di Vacanza per bambini e ragazzi, sinergica alla ricca proposta didattica per le scuole
proposta dal Forte e che richiama ogni anno centinaia di scuole da tutto il Nord Ovest. Nel Borgo sono inoltre presenti diverse
attività commerciali avviate da privati che hanno investito dopo l’apertura al pubblico del Forte: si tratta di negozi di souvenir e
oggettistica, bar, una tavola calda, un hotel 4 stelle con annesso ristorante e centro benessere. All’interno del Forte è stata aperta
nel 2007 l’area commerciale Passage du Fort che ospita tre punti vendita legati alla promozione delle eccellenze del territorio per
quanto concerne l’ambito enogastronomico e dell’artigianato di tradizione. Accanto alla Biglietteria è stato aperto il Bookshop
dove è possibile acquistare il merchandising e i cataloghi delle esposizioni promosse dall’Associazione Forte di Bard. L’ente
gestore del polo museale si occupa anche dei servizi ricettivi ubicati all’interno del Forte: la caffetteria di Gola e il ristorante La
Polveriera. Infine l’InfoLounge, un moderno punto di informazione dotato delle più moderne soluzioni tecnologiche per la
promozione delle opportunità turistiche, culturali e ambientali, ricettive e enogastronomiche dell’intera Regione, è a disposizione
dei visitatori per trarre spunti per il completamento della giornata di visita o per ulteriori gite in Valle d’Aosta.
Da sinistra: il Dott. Gabriele Accornero, il Priore della Comunità di
Bose Enzo Bianchi e Augusto Rollandin, Presidente della Regione e
dell’Associazione Forte di Bard.
Nell’ambito del piano complessivo di marketing territoriale, qual è l’importanza del “microsistema” costituito dai tre Comuni (Bard,
Donnas, Pont-Saint-Martin) e quale la strategia di promozione turistico-culturale dell’areale valdostano interessato?
Il microsistema ha avuto una valenza strategica per quanto concerne la realizzazione di una serie di opere di riqualificazione di siti
monumentali presenti nei tre comuni immediatamente più prossimi al Forte, a compendio dell’investimento strutturale avviato
sulla fortezza. Oggi questa dimensione è stata superata con l’intento di guardare all’intero territorio regionale, senza far venire
meno iniziative sinergiche con le località più vicine, a partire dal piano logistico, alla luce dell’esiguità degli spazi di sosta ai piedi
della fortezza. Il Forte di Bard è una realtà integrata al territorio per il quale aspira a diventare un punto di riferimento centrale. Il
messaggio promozionale del Forte sarà più efficace se integra alla sua offerta museale ed espositiva la proposta di attività sul
territorio. Gli operatori trovano a loro volta nel Forte un elemento aggregante di comunicazione e un promotore capace di dare
identità e riconoscimento al territorio e quindi alla loro offerta ed essere così allo stesso tempo promotore e fruitore.
Importanza della cultura e relazioni esterne: “I Colloqui del Forte” e i contatti con intellettuali, politici e protagonisti del mondo
economico italiano. Qual è il rilievo strategico della scelta di puntare sulla cultura? Sono previste altre iniziative analoghe in
futuro?
In questi quattro anni di lavoro il Forte di Bard ha avviato una serie di proficue relazioni con le principali istituzioni culturali e con
personalità del mondo della cultura, dello spettacolo, del giornalismo e della comunicazione, per concretizzare progetti capaci di
valorizzare il sito e le sue peculiarità storiche e architettoniche e arricchire così la rete degli opinion leaders che portano stima e
credito ai progetti. Il cammino avviato con la prima edizione de I Colloqui del Forte ne è un esempio tra i più significativi che verrà
certamente portato avanti. L’intenzione è quella di invitare ogni anno a riflettere e a colloquiare in un Forte nato come enclave di
difesa, personalità che rivestono un ruolo significativo nei diversi campi dell’esperienza umana: dalla politica all’architettura, dal
giornalismo all’economia, dallo sport alla magistratura, alla filosofia. Il loro contributo unito a quello del pubblico, contribuisce a
fare del Forte un luogo di incontro aperto al confronto e al dialogo costruttivo attribuendo ai suoi spazi, un tempo chiusi e votati
alla difesa, un significato nuovo. ●
Storia e numeri del Forte di Bard
Il Forte viene utilizzato a scopi militari fin dall’epoca romana. Nel 1034 nasce il primo insediamento
fortificato, appartenuto ai visconti di Aosta Boso. Nel 1242 passa sotto il dominio dei Savoia e nel 1661
diviene il presidio del Ducato di Savoia in Valle d’Aosta. L’episodio militare più celebre che vede il Forte
protagonista risale al maggio 1800: la guarnigione che esso ospita oppone una valorosa resistenza alle
truppe napoleoniche in marcia verso l’Italia. Solo dopo un lungo assedio la fortezza capitola. La resa
viene firmata il 1° giugno di quello stesso 1800. In seguito Napoleone fa radere al suolo la struttura. Nel
1827 Carlo Felice ne promuove la ricostruzione, con un progetto affidato all’ingegnere militare Francesco
Antonio Olivero. I lavori, iniziati nel 1830, terminano otto anni dopo. Il complesso era ed è tuttora
costituito da tre principali corpi di fabbrica, disposti su diversi livelli: l’Opera Ferdinando in basso,
l’Opera Vittorio nella parte mediana, l’Opera Carlo Alberto alla sommità. Dismesso nel 1975 dal demanio
militare, il Forte è stato acquisito nel 1990 dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta, grazie alla quale venne
avviato nel 1993 il piano di recupero. La struttura, gestita dall’Associazione Forte di Bard, costituita
nell’ottobre del 2005, ha aperto al pubblico nel gennaio del 2006 con la prima parte dell’offerta museale ed
espositiva prevista all’interno delle tre opere che la compongono coprendo un’area complessiva di 14.500
metri quadri, di cui 3.600 destinati ad aree espositive. Il Forte di Bard richiama ogni anno in media oltre
170.000 visitatori.
Musei del Forte
Attualmente l’offerta del Forte di Bard comprende: il Museo delle Alpi, cuore dell’intero
programma museografico della struttura, che propone un interessante viaggio alla
scoperta dell’universo alpino. Le ventinove sale fondono insieme tradizione e nuove
tecnologie, raccontando una montagna ‘vissuta’ e trasformata dalla mano dell’uomo.
Suoni, video e proiezioni danno forma a scenografie, ricostruzioni e giochi multimediali
che accompagnano il visitatore lungo un viaggio di esplorazione da vivere con i cinque
sensi.
“Le Alpi dei ragazzi” è un percorso ludico multisensoriale che propone una divertente
ascesa al Monte Bianco consentendo ai giovani di avvicinarsi in modo responsabile alla
pratica dell’alpinismo. Il percorso, che integra l’offerta di contenuti del Museo delle
Alpi, utilizza molteplici linguaggi e si propone per essere interrogato e “manipolato”
dagli utenti che devono innanzitutto scegliere l’itinerario più agevole e l’attrezzatura più
adatta per affrontare l’impresa alpinistica che li attende. Di prossima apertura, il Museo
delle frontiere, sviluppato appunto sul concetto di frontiera e sulla sua evoluzione dal
punto di vista politico, economico e culturale; il Museo del Forte, dedicato all’evoluzione
dei sistemi di fortificazione e alle tecniche di attacco e difesa e un affascinante percorso
multimediale all’interno delle prigioni.
La fortezza ospita nel corso dell’anno prestigiose mostre temporanee di respiro
internazionale e l’Espace Vallée Culture, centro di presentazione e valorizzazione del
patrimonio culturale e artistico valdostano. A questo si affianca un moderno Infolounge
dedicato alla presentazione dell’offerta turistica regionale. Completano l’offerta, un’area
per le scuole dotata di aule didattiche per laboratori, incontri e proiezioni, ed infine spazi
per musica e teatro all’aperto, grazie alla trasformazione dei cortili della fortezza in
teatri attrezzati per ospitare concerti, proiezioni e spettacoli.
Testo e foto degli esterni: Michele Mornese. Foto degli interni: Alessandro Zambianchi (g. c.).
Si ringraziano per la preziosa collaborazione il Dott. Gabriele Accornero e l’Associazione Forte di Bard.
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Forte di Bard: il Museo delle Alpi Enrico Camanni e Gabriele