Fotografia e Design
Introduzione: linguaggio fotografico e design visivo
La fotografia è un prodotto intellettuale che viene quotidianamente fruito, spesso inconsciamente, tramite il
giornale, il libro, la pubblicità, in un incontro – spesso uno scontro – con quell’immagine magicamente restituita
di persone e oggetti, che ha determinato un nuovo modo di leggere, ma anche un nuovo modo di vedere.
“L’illetterato del futuro sarà colui che non conosca l’uso della macchina fotografica come quello della penna”
scriveva quarant’anni orsono Moholy-Nagy; una profezia che si è realizzata nel rapido evolversi delle vicende
della nostra società, di una cultura che sempre di più necessita del dialogo; di un colloquio, che la fotografia
(I’immagine) consente in grande misura, con la sua universalità arcaica, ma soprattutto con la capacità
congenita che essa ha di moltiplicarsi, di diffondersi.
La fotografia è un linguaggio, prima ancora di essere una tecnica o una arte, che gode della più ampia e
autonoma capacità comunicativa, con leggi grammaticali e sintattiche che lo caratterizzano e differenziano
da altri media espressivi.
Fotografare significa scegliere quindi vedere (non solo guardare) brani di realtà, secondo libere, soggettive
angolazioni prospettiche, attraverso un medium – lo strumento fotografico – che sollecita ad occupare una
determinata posizione nello spazio, un luogo, che in ogni caso corrisponde alla personale topologia ideologica
e intellettuale.
In questa ricerca, partendo dalla trattazione di alcuni esempi illustri intendo sottolineare lo stretto legame
esistente tra il Design e la Fotografia, da qui, l’importanza che l’immagine ha nella completezza del progetto di
design.
Il legame tra fotografia e design è imprescindibile, qualsiasi progetto di
design deve sposarsi con un progetto fotografico per poter essere
presente e visibile in un mondo di comunicazione fatto principalmente di
immagini.
Da qui nasce l’esigenza fra il designer e il fotografo di comunicare fra di loro:
in particolare per il
designer (che in alcuni casi decide di essere fotografo dei propri progetti) diventa importante imparare il linguaggio della
fotografia per capirne la complessità, i modi e i ritmi e di conseguenza notare l’estrema analogia dei modi e metodi rispetto al
design. Di questo arricchimento di conoscenza del designer non può che giovarne il progetto, che così viene completato
coerentemente in tutta la sua completezza (Claudia Zanfi, a cura di, Fotografia e Design-L’immagine Alessi, Silvana Editore,
Modena 2002).
Da qui deriva la consapevolezza di una metodologia progettuale simile ad entrambe le
discipline; questo conferma che molto probabilmente fotografare e soprattutto farlo per il
design è anche esso Design.
INTERSEZIONI TRA FOTOGRAFIA E DESIGN
Alcuni fotografi di design…
Di seguito sono riportati esempi di alcuni tra I fotografi più rappresentativi che hanno lavorato
o che lavorano nel mondo del design, in cui rivestono un ruolo non certo di secondo piano,
anzi ne sono elemento fondamentale. In questa parte piuttosto che prendere ad esempio
fotografi operanti negli ultimi tre anni ho preferito risalire agli albori del rapporto tra fotografia
e design per meglio illustrare i suoi sviluppi.
ALDO BALLO
IL DESIGN
Aldo Ballo può essere considerato il
maestro della fotografia di Design.
Tipico del suo lavoro un linguaggio
privo
di
spettacolarizzazione
e
nessuna volontà di far prevalere la
figura del fotografo sulla creatività
dell’oggetto
che
rimane
il
protagonista dell’immagine.
La sua intenzione era quella di volere
semplicemente dimostrare la bellezza
dell’oggetto da lui ritratto.
Sicuramente “la fortuna del design
italiano
nel
mondo,
la
fama
internazionale che ha conquistato
dalla seconda metà degli anni
Cinquanta in poi, si deve in gran
parte, alla sua imagine nitida, serena,
oggettiva, accattivante, che circolò
in
tutti
I
paesi
attraverso
l’interpretazione fotografica di Aldo
Ballo.”(Isa
Vercelloni,
Ritratti
di
Oggetti, catalogo mostra, Orvieto
2001).
LO STILE
Quello di Ballo è uno stile incentrato
sull’uso estremamente tecnico della
luce e su una cultura dello spazio
rimasti all’oggi insuperati.
In ogni sua foto l’essenza dell’oggetto
viene palesata e resa di immediata
lettura per mezzo del suo rigoroso
approccio, egli infatti riesce a
rappresentare l’idea alla base del
progetto perché lo considera il vero
punto di arrivo e lo fa con un rigore
tale, da rendere inutile ogni tentativo
di volervi aggiungere o togliere
qualcosa.
Secondo lo stesso Ballo “ogni oggetto
può essere colto nella dignità della
sua forma ricorrendo ai semplici mezzi
dall’uso sapiente della luce e
del’obiettivo”… e poi “le immagini per
il design non sono da chiodo, fini a se
stesse ma devono essere consumate,
pubblicate su riviste o cataloghi”.
GIOVANNI GASTEL
LA MODA
“Nel mio mestiere una foto più che
documentare dovrebbe trasferire la
poesia della collezione. Le foto delle
campagne pubblicitarie sono una via
di mezzo tra una comunicazione
commerciale con un plusvalore di
carattere artistico e dovrebbero
comunicare più la sensazione dello
stilista che l’immagine effettiva. Il
tentativo è quello di inventarsi una
piccola lingua, diversa per ognuno
degli stilisti per cui lavoro.”
Cosa è una foto assoluta, un po’
come l’onda perfetta per i surfisti?
“Esatto. Tutti noi fotografi sogniamo
una foto che ci dia la pace, la foto
perfetta oltre la quale non si può
andare. Una scommessa paradossale
che faccio ogni mattina… ma
naturalmente uno spera di trovarla,
ma anche di non trovarla, la foto
assoluta. Il gioco sta tutto nella
tensione, nella ricerca della foto
perfetta nella voglia di lavorare al
meglio, ogni volta, qualunque sia la
cifra che paga il cliente. Il massimo,
sempre. Io stesso non so mai in
anticipo quanto mi pagano i clienti.
Del resto è il mio lavoro che parla di
me.”
LO STILE
Gastel ama la sperimentazione, ha
introdotto nella fotografia di moda le
tecniche “old mix”, la tecnica a
“incrocio”, le rielaborazioni pittoriche
e lo stil life ironico.
A
volte
usa
creare
atmosfere
rarefatte, oniriche e simboliche, a
volte surreali e smitizzanti, le sue
immagini dichiarano un costante
percorso di ricerca creativa che, letto
a ritroso, rispecchia l’evoluzione del
costume degli ultimi vent’anni.
La sua ricerca è quella di trovare nelle
cose “il” o “un” significato parallelo,
una storia che è contenuta ma non
evidente, secondaria ma in qualche
modo
già
presente.
Questo
meccanismo
di
ricerca
diventa
visione del mondo, di un mondo che si
sottrae ad un’unica interpretazione,
che reagisce ad ogni nostra azione
con un movimento conseguente.
MIRO ZAGNOLI
LO STILE
IL DESIGN
Le sue immagini hanno l’oggetto
all’interno di un’idea visiva, sulla quale
si concentra. Nel suo lavoro tende a
sottolineare il rapporto emozionale
con elementi di vita, come se
l’oggetto fosse in qualche modo
autonomo rispetto alla figura del
designer che lo ha creato mentre
“vive” nella quotidianità i chi ne fa
uso. Zagnoli stesso afferma infatti, che
questo
modo
di
interpretare
l’immagine gli riesce particolarmente
facile, poiché in passato non aveva
avuto a che fare coi designer, infatti il
suo percorso di formazione è stato
estraneo a questo mondo, per cui lui
a differenza di altri, nella riflessione
sull’oggetto,
non
parte
dalla
progettazione, bensì vede il Design
come occasione per fare fotografie
che sviluppano il suo linguaggio e il
suo percorso di ricerca.
Ciò che gli interessa veramente è “la
vita” dell’oggetto.
E’
definito
“Fotografo-fotografo”,
inteso come artista che, negli anni
Settanta, aveva coltivato un rapporto
disinvolto e assai poco ortodosso con
il suo strumento. Disinvolto perché
preferiva utilizzare quasi sempre
attrezzature poco sofisticate, senza
particolari pretese di resa formale. I
suoi lavori risultano, di conseguenza,
formalmente assai scarsi, ma al
contrario
ricchi
di
suggestioni
concettuali così come la ricerca
dominante chiedeva in quegli anni.
Quella di Zagnoli è una produzione di
immagini belle e suggestive che
narrano
storie
diverse
con
protagonista l’oggetto di design con
tutte le sue caratteristiche più
particolari,
che
egli
riesce
ad
evidenziare con idee sempre nuove e
creative. Ha fotografato il design
contribuendo ad integrarlo nella
“temperatura estetica” degli anni e
nello stesso tempo ha trovato in esso
l’occasione per fare immagini che
certo non si esauriscono nella
semplice descrizione commerciale
dell’oggetto.
Esempi di designer che si rapportano alla fotografia...
Ogni designer deve prima o poi venire a contatto con il mondo della fotografia per
presentare e comunicare i propri prodotti, vi sono anche casi esemplari illustri in cui le loro
competenze in questo campo sono state tali da consentire una produzione personale
propria, o comunque da permettere un legame ed un buon rapporto con il proprio
fotografo, in cui il rispetto e il linguaggio comune hanno facilitato e migliorato i risultati.
Albert Steiner e Ettore Sottsass
Questi sono riferimenti ad alcuni personaggi che hanno fatto parte della storia del design, che sono competenti anche in materia
di fotografia e che hanno saputo mettere nel loro lavoro queste loro conoscenze.
Tra questi Steiner addirittura realizzava direttamente parte delle immagini che introduceva nei suoi progetti grafici, mentre Ettore
Sottsass, su tutti, ha saputo entrare in perfetta sintonia, in maniera competente, con i propri fotografi, dapprima scegliendoli poi
affezionandosi ed entrando in simbiosi con loro.
Effettivamente questi famosi designer sanno di cosa parlano quando discutono di fotografia e questo semplifica enormemente la
comunicazione con il fotografo. con vantaggi in termini di costo, tempo e indubbiamente corrispondenza delle aspettative di resa
finale.
…ed aziende illuminate
Non a caso sono le aziende più importanti a conoscere bene i meccanismi del circuito
dell’immagine e i suoi effetti sul prodotto e sull’azienda stessa; risultano così calzanti gli esempi
di Alessi e Kartell che dimostrano continuamente la loro attenzione verso il mondo della
fotografia, ancora una volta tanto vicino al mondo del design.
Alessi:
un caso esemplare
L’immagine di Alessi risulta sempre
estremamente curata e si basa sulla
ottima comunicazione di un progetto
fotografico realizzato avvalendosi
delle migliori competenze del settore.
L’incrocio tra la cultura rappresentata
dal design e dalla fotografia, e
l’ambito dell’industria, rappresentato
dal committente, è in questo caso
studio evidente.
Arti industriali, applicate, fotografia e
design, sono territori del fare e del
sapere che si rifiutano a una
definizione univoca, il cui prestigio e la
capacità di incidere sul proprio
tempo vanno al di là della singola
figura del creatore.
Alessi decide di avvalersi dei maggiori
professionisti sul mercato per rimanere
coerente alla filosofia dei propri
prodotti.
L’esempio di Alessi, nel suo rapporto
con la fotografia, è rappresentativo:
infatti la scelta dei fotografi, destinati
a comunicare l’oggetto, è dettata
dal destino dei designer chiamati ad
eseguirlo, vi è quindi una coerenza
costante in ogni momento della vita
dell’oggetto, per cui viene mantenuto
un livello progettuale sempre alla
stessa altezza. Ne derivano fotografie
di assoluta qualità, nate in funzione
del prodotto e che nel contempo
caricano d’importanza il ruolo del
fotografo.
Alessi,
per
primo,intuisce
che
l’oggetto per uso domestico, poteva
essere
trasformato
in
oggetto
‘devozionale’, diventando addirittura
un’icona
sempre
presente
nel
panorama quotidiano di ognuno.
Si crea quindi un vero e proprio
codice di rappresentazione che dà
valore
simbolico
all’immagine
dell’oggetto, un esempio è il celebre
spremiagrumi “Juicy-Salif” di Philip
Starck di cui tutti ne conservano l’idea
della forma senza necessariamente
possederlo.
Per Alessi l’iimmagine esiste e si protrae nel tempo, l’oggetto fisico
decade, esce dalla produzione, ma la sua immagine resta attraverso i
veicoli dello scatto fotografico. La fotografia degli oggetti del design
segna il tempo e resta nel tempo.
Anni ‘70
E’ con Ballo che nascono le prime importanti campagne fotografiche intraprese dall’azienda
alla fine degli anni Sessanta, caratterizzate dall’austera cultura visiva di quegli anni per
esprimere lo stato puro dell’oggetto.
Gli still life di Aldo Ballo sono in perfetta sintonia con gli oggetti di Sapper, questi
rappresentano l’oggetto dal punto di vista dell’oggetto stesso senza che il fotografo entri in
competizione con la sua creatività.
Anni ‘80
Successivamente, tra la fine degli anni
Settanta e per tutti gli anni Ottanta, le
immagini
rappresentano
le
ricerche
comunicative fatte di sguardi innovativi e
sperimentazioni, di cui Mario Zappalà è
indagatore di nuove forme fotografiche e
composizioni ardite del periodo ‘prephotoshop’. Si cercano coinvolgimenti, non
solo visivi, ma anche emotivi.
Anni ‘90
Negli anni Novanta si prosegue la linea della libertà interpretativa degli anni precedenti, è
l’epoca del’introduzione al digitale.
Indimenticabili gli still life di Luciano Soave, che sottolineano l’architettura dell’oggetto.
La nitidezza ‘chirurgica’ si Stephan Kirchner
Interviste a fotografi operanti nel campo del design.
Carmine Mauro Daprile
Secondo lei, qual è il contributo più significativo al settore della
fotografia dal parte del design, e viceversa?
Sono convinto di questo, e credo la fotografia possa rivelarsi
elemento progettuale, spunto di discussione e confronto, restituendo
al design uno sguardo sulle esigenze della società in costante
divenire, per la progettazione di prodotti che ne assolvano le istanze,
oltre che produrre immagini a completamento di una visione.
Giusto di recente sono stato contattato da un’azienda, per
progettare delle immagini da proiettare nel loro stand al Salone del
mobile, che ne restituissero la filosofia del marchio, a completamento
della comunicazione da catalogo, sulla base di questo ho proposto
loro un percorso di ricerca, che è attualmente in progress.
Nel vostro marchio esiste un ufficio di progettazione? Quante
persone lavorano? La loro estrazione formativa?
Attualmente faccio tutto da solo, ed a volte mi avvalgo di un
assistente. Mi piacerebbe però costituire o entrare a far parte di un
gruppo di lavoro con persone d’estrazione diversa, per poter
integrare le competenze e produrre progetti più complessi, completi
e raffinati.
Quali sono le professioni più ricercate per un'azienda come la vostra?
Non ho in mente delle professioni, piuttosto delle qualità: creatività,
apertura mentale, flessibilità, concretezza, passione, audacità…
Voi fate stage?
Si
Come avvicinate i giovani?
Attraverso l’Associazione Fotografi Professionisti – Tau visual, o
attraverso il Laboratorio di Fotografia di Miro Zagnoli c/o IUAV di
Venezia, a cui da 3 anni collaboro.
Vi spediscono progetti? Li analizzate? Fate concorsi?
Sì, spesso dal corso allo IUAV scaturiscono rapporti di reciproca
stima, per cui poi vengo coinvolto nell’analisi di elaborati anche di
altri corsi dagli studenti, o mi richiedono pareri tecnici per l’acquisto
di materiali fotografici
Quale estrazione culturale predilige? Architettura? Design?
Ingegneria?
Designer, per la loro capacità di analisi del progetto.
Negli ultimi anni sono nati tanti corsi universitari nel design, vorrei un
parere obbiettivo.
La condizione delle Università italiane in genere è fragile, ma per
quanto riguarda lo IUAV di Venezia, credo che grazie al contesto in
cui la città e l’Università quasi si confondono, consentendo ai docenti
e agli studenti di approfondire le tematiche dei corsi anche al di fuori
delle lezioni, e creare così relazioni che possano anche sfociare in
collaborazioni, questo faccia la differenza.
Pensa che questi giovani troveranno un lavoro facilmente?
Rispetto al mercato del lavoro sono pessimista, ma sono convinto
che chi ha le capacità riuscirà a farcela.
Nel vostro settore o in altri? Quali? Food design, light design, web
design o fashion design?
Food design
Il settore emergente?
Food design
In futuro l'estetica sarà un elemento emergente nel prodotto? In
quale settore?
Temo di si, ma mi auguro che questo non vada a discapito del
design, trasformandolo in pura moda?!
Secondo lei il termine designer è compreso da tutti? O per molti
indica semplicemente colui che disegna…..
Non è compreso. Si!
Secondo lei, quali possono essere tre fotografi significativi che
hanno contribuito allo sviluppo del rapporto fotografia-design?
Làslo Moholy-Nagy; Irving Penn; Ugo Mulas.
Recentemente apprezzo molto la campagna firmata da Tom Vack
per emu.
Giuseppe Sboarina
di Studio Foto G
Secondo lei, qual è il contributo più significativo
fotografia dal parte del design, e viceversa?
al settore della
Premetto che la fotografia di oggetti , e quindi di design
non è
il
mio primario impegno , pur collaborando con un paio di
professionisti in architettura e progettazione.
Il mio Lavoro è cercare emozioni. Mi spiego meglio . Io considero una
fotografia ben riuscita quando riesco a trasmettere un’emozione
con la stessa .
Quando collaboro con un architetto; quando comunichiamo fra noi
per
la ripresa fotografica di un ambiente da lui creato oppure
quando fotografo una casa , un particolare in una struttura o un
oggetto o una foto di food. Cerco di trasportare sulla
mia immagine ciò che vedo, utilizzando si, la mia tecnica , le mie
conoscenze oltre alla mia attrezzatura. Ma soprattutto uso la
luce per riprendere, scoprire e vedere , e quindi trasmettere a chi
vedrà la mia fotografia, ciò che ho percepito da quel progetto.
Se poi ciò che realizzo, se la mia immagine finale riuscirà a far
capire e a trasmettere un ‘emozione. Allora forse si , forse oltre ad
una buona foto posso immaginare di aver fatto un poco di design
con la luce e la mia macchina fotografica (ma non sta a me dirlo.. )
Come avvicinate i giovani?
Vagliando proposte dirette e tramite associazione di categoria
Quale estrazione culturale predilige? Architettura? Design?
Ingegneria?
Specifica in fotografia
Il motivo?
Preparazione
Il settore emergente?
Mi viene da pensare il Food in generale
In futuro l'estetica sarà un elemento emergente nel prodotto? In
quale settore?
Lo è già e sarà sempre più importante.
Secondo lei il termine designer è compreso da tutti? Si
O per molti indica semplicemente colui che disegna….. sarà sempre
difficile far capire il tuo lavoro , quando ciò che fai è una
professione non comune.
Il termine andrebbe comunicato meglio?
No, bisogna solo saper lavorare seriamente.
Michele Stellati
Secondo lei, qual è il contributo più significativo
fotografia dal parte del design, e viceversa?
al settore della
Sono assolutamente d’accordo, però mi sembra giusto sottolineare
una distinzione: ci sono diverse responsabilità nelle due professioni,
relative alle diverse produzioni: oggetti d’uso e immagini.
Quali sono le professioni più ricercate per un'azienda come la
vostra?
STYLIST, ACCOUNT,
Voi fate stage? SI
Come avvicinate i giovani?
A seguito di segnalazione di colleghi, contattiamo i giovani
promettenti per telefono.
Qual è l'atteggiamento di un giovane fresco di laurea quando
entra in azienda?
Diciamo che...EVITA DI SPORCARSI LE "MANI".
Preferite italiani o stranieri?
E’ assolutamente indifferente, ma si tende a selezionare in base al
caso lavorativo specifico.
Quale estrazione culturale predilige? Architettura? Design?
Ingegneria?
Architettura e Design.
Il motivo?
MAGGIORE ATTENZIONE ESIGENZE UMANE.
Pensa che questi giovani troveranno un lavoro facilmente?
COMPATIBILMENTE CON IL NECESSARIO DIMAGRIMENTO DELLA
NOSTRO STILE DI VITA GENERALE
Il settore emergente?
COMUNICAZIONE PERSONALE (CELLULARI ETC,)
In futuro l'estetica sarà un elemento emergente nel prodotto? In
quale settore?
NEL SETTORE CHE PER PRIMO DECIDERA' DI PORRE L'ESTETICA AL
SERVIZIO DELLA QUALITA' DI VITA GENERALE (ECOLOGIA)
Secondo lei il termine designer è compreso da tutti? O per molti
indica semplicemente colui che disegna…..
ATTUALMENTE E' DI MODA QUINDI NON CORRETTAMENTE COMPRESO
Il termine andrebbe comunicato meglio?
ANDREBBE COMUNICATO MEGLIO IL VALORE DEGLI OGGETTI E DI CHI
CI LAVORA A TUTTI I LIVELLI
Un consiglio pratico per chi desidera entrare nel suo settore.
NON SMETTERE DI "IMMAGINARE" E COLTIVARE LA PASSIONE
Riviste, Siti e Blog
Riviste
La più
fotografi
Mensile di fotografia nato
con lo scopo di diffondere la
passione per la fotografia e
condividere le conoscenze.
I maestri della fotografia
internazionale
diffusa
rivista
di
La più diffusa
fotografia
rivista
di
QuickTime™ e un
decompressore TIFF (Non compresso)
sono necessari per visualizzare quest'im magi ne.
Rivista
internazionale
di
fotografia
e
scrittura,
propone un suo viaggio
fotografico
in
cui
la
visionarietà si alterna ai segni
delle creazioni artistiche e
degli umori delle nuove
tendenze della fotografia.«...
una risposta alle perplessità
di chi si chiede a cosa può
servire la fotografia all’alba
del terzo millennio. E che vi
porti tanto piacere quanta è
la materia su cui riflettere…»
Aperture, la prima istituzione no
profit dedicata alla fotografia, è
stata fondata nel 1952 da i fotografi
Ansel Adams, Dorothea Lange,
Barbara Morgan e Minor White; dallo
storico Beamount Newhall; e dalla
scrittrice Nancy Newhall. Nasce per
servire i media, gli appassionati di
fotografia e gli amanti dell’arte di
tutto
il
mondo.
Nel pieno rispetto dell’integrità dei
lettori e degli artisti, Aperture
presenta al pubblico le più belle
immagini
fotografiche,
fedeli
all’intento dell’artista e alla verità del
soggetto. queste immagini vengono
utilizzate come vuole l’artista, e non
sono compromesse dalle regole del
mercato.
Trimestrale
di
cultura
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attrezzature
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fotografia
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Photoshow ogni anno (negli
anni dispari si svolge a Milano
negli anni pari a Roma) conta
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visitatori.
All’interno dell’area espositiva
una parte viene dedicata al
Professional Imaging dove sono
raggruppate tutte le aziende
che propongono attrezzature e
materiali
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.
Fiere:
Photoshow
Photosow sarà affiancata da
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Il
panorama
espositivo
è
particolarmente
vario
e
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ricerca, la classicità
e l’inventiva, ma sa anche
individuare diversi linguaggi
che vanno da quelli cari alla
fotografia
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della fotografia italiana per il
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ripresa, ma anche per la
qualità delle mostre proposte
che permettono
di disegnare un panorama
espositivo
di grandissimo interesse rivolto
non solo agli specialisti
ma a un pubblico sempre più
ampio
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