Obj104 Siamo particolarmente felici di pubblicare integralmente nella nostra rubrica questo contributo di Piera Boschetto (*) e Leo Fabbri (**) (*) Piera Boschetto, Professore Associato di Medicina del Lavoro Università di Ferrara (*) Leonardo M. Fabbri, MD, FERS Honorary Professor of Internal Medicine Professor of Respiratory Medicine and Director Department of Oncology Hematology & Respiratory Diseases Polyclinic of Modena, University of Modena & Reggio Emilia Via del Pozzo 71, I-41124 MODENA MULTIMORBIDITA CRONICA E POLMONE Serie di Stati dell’arte pubblicati in corso di stampa sul European Respiratory Journal Recensori: Piera Boschetto e Leonardo M. Fabbri Con il numero di settembre dello European Respiratory Journal è partita la pubblicazione di una serie di articoli su multimorbidità cronica e polmone, iniziata con l’ incipit di Jeff Drazen che recita 1) invecchiare è brutto, l’alternativa peggio e 2) purtroppo non siamo come il cavallo della leggenda che trascina il suo carico in piena forza per 100 anni e muore improvvisamente, ma andiamo incontro ad un progressivo deterioramento delle nostre condizioni di salute chiamato multimorbidità cronica dell’ anziano. La multimorbidità condiziona e condizionerà sempre più lo stato di salute della popolazione e le strutture socio-sanitarie in maniera epocale. Ruolo particolare e dominante in questo ambito hanno ed avranno sempre più le componenti polmonari della multimorbidità. In risposta al cortese invito degli amici Marco Grandi e Giuliano Pinna ci siamo presi l’impegno di riassumerVi il contenuto di questa serie di articoli che riteniamo molto importanti per l’uditorio internistico. Iniziamo con i primi tre riportati in calce. Buona lettura Piera Boschetto e Leo Fabbri Referenze 1. Drazen JM, Fabbri LM. Ageing and multimorbidity. Eur Respir J. 2014; Sep;44(3):557 2. Faner R, Cruz T, López-Giraldo A, Agustí A. Network medicine, multimorbidity and the lung in the elderly. Eur Respir J. 2014 Sep;44(3):775-88. 3. Divo MJ, Martinez CH, Mannino DM. Ageing and the epidemiology of multimorbidity. Eur Respir J. 2014, October in press. 4. William MacNee W, Rabinovich RA, and Choudhury G. Ageing and the border between health and disease Eur Respir J. 2014 November, in press MEDICINA INTEGRATA, MULTIMORBIDITÀ E POLMONE NELL’ANZIANO Faner R, Cruz T, López-Giraldo A, Agustí A. Network medicine, multimorbidity and the lung in the elderly . Eur Respir J. 2014 Sep;44(3):775-88. Introduzione Le patologie croniche, oggi la principale causa di morbilità e mortalità a livello mondiale, sono legate ai processi di invecchiamento e spesso si presentano in associazione nello stesso soggetto. In questo caso, non è però chiaro, se sia la patologia indice ad influenzare lo sviluppo delle altre (comorbidità) o se semplicemente rappresentino tutte l’espressione clinica di un invecchiamento patologico e della esposizione a fattori di rischio comuni, quali fumo di sigaretta, sedentarietà, alimentazione (multimorbidità La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è una patologia cronica complessa, caratterizzata da un invecchiamento anomalo del polmone e associata a comorbidità/multimorbidità. Nelle ultime due decadi, per studiare le complessità biologiche in modo olistico e integrato, sono emersi due nuovi campi di ricerca: la biologia dei sistemi e la medicina integrata. Biologia dei sistemi e Medicina Integrata La biologia dei sistemi studia la complessità biologica attraverso l’integrazione di dati sia all’interno che tra livelli di complessità diverse (geni, molecole, cellule, tessuti, organi e fino a società ed ambiente). Il metodo di studio prevede l’uso di piattaforme per raccogliere informazioni del genoma, trascrittoma, proteoma e metaboloma e di algoritmi per la creazione di modelli matematici multiscala (dal livello molecolare fino all’organo) predittivi, che vengono usati per formulare ipotesi sui meccanismi della patologia d’interesse. L’ipotesi è testata attraverso esperimenti, sia in silico (simulazione del modello al computer) che in vitro (culture cellulari) o vivo (animali). Le risposte osservate in vitro/vivo sono confrontate con quelle predette dai modelli matematici, che vengono, quindi, coerentemente affinati. Questo processo continua fino a che il modello matematico predice con accuratezza i risultati osservati. Il concetto alla base della medicina integrata è che le malattie umane si sviluppano perché uno o più network biologici, in un organo di rilievo, subiscono alterazioni patogenetiche indotte da stimoli ambientali o genetici. Il gene viene inteso come sequenza di DNA, la cui influenza sul fenotipo è modulata da fattori ambientali attraverso network biologici. In base a questa teoria, Barabàsi ha proposto il termine “diseasoma” per indicare la connessione tra patologie, sia a livello genetico/metabolico che socio-ambientale. Invecchiamento, multimorbidità e patologie respiratorie Di seguito, alcuni esempi di studi ad approccio integrato: • Invecchiamento. L’esecuzione di esperimenti in silico e in vitro/vivo ha reso possibile ipotizzare che geni preposti all’accensione/spegnimento degli interruttori regolanti i processi di senescenza cellulare possano essere alla base dell’invecchiamento. • Multimorbidità. Studi ad approccio integrato hanno evidenziato che il network delle malattie umane è costituito da molti nodi (geni, proteine, metaboliti) che hanno uno scarso numero di collegamenti tra loro e da pochi centri nodali (hubs) con un elevato numero di interconnessioni. Ciò significa che se un nodo che ha scarsi collegamenti viene soppresso, il sistema può continuare a funzionare senza problemi, se invece uno degli hubs viene inattivato, l’integrità del sistema è a rischio. • Patologie respiratorie. Menche et al., utilizzando un algoritmo bioinformatico (VIStA) e un approccio iterativo, hanno dimostrato che nella BPCO gli “hubs genetici” sono quelli legati alla gravità della limitazione al flusso aereo e all’enfisema. Essi inoltre hanno ipotizzato che i due fenotipi lieve/moderato e grave/molto grave (classificazione GOLD) possano essere geneticamente inquadrati come patologie differenti, in quanto esprimono differenti trascrittomi nello sputo indotto. Conclusioni La patogenesi delle patologie croniche, così come le loro relazioni a livello molecolare, clinico e ambientale, sono molto complesse. La biologia dei sistemi e la medicina integrata offrono nuove strategie di ricerca per decifrare questa complessità dinamica. INVECCHIAMENTO ED EPIDEMIOLOGIA DELLE MULTIMORBIDITA Divo MJ, Martinez CH, Mannino DM. Ageing and the epidemiology of multimorbidity. Eur Respir J. 2014, October in press Crescita ed invecchiamento della popolazione La notevole crescita di popolazione nel nostro secolo (7 miliardi nel 2012) è il risultato di differenti fattori: l’avanzamento della scienza medica, politiche di sanità pubblica efficaci, controllo delle malattie infettive e delle pandemie, miglioramento delle condizioni di vita e termine delle guerre su larga scala. L’aumento dell’aspettativa di vita, associato alla diminuzione del tasso di fertilità, ha portato ad un cambiamento nella demografia della popolazione, con una maggiore crescita del numero di anziani rispetto agli individui più giovani. La popolazione anziana è infatti in aumento, con un tasso di crescita del 2% ogni anno e con un continuo incremento previsto per i prossimi 25 anni. Le patologie croniche La crescita e l'invecchiamento della popolazione hanno determinato un incremento delle malattie croniche sia in termini di prevalenza che mortalità. I fattori di rischio principali per queste ultime, oltre all’invecchiamento, sono l’ipertensione, il fumo di tabacco e l’inquinamento ambientale. La disabilità associata alle patologie croniche si misura con due differenti unità: la mortalità connessa alla patologia ed i DALYs (Disability Adjusted Life Years = attesa di vita corretta per disabilità). La misura dei DALYs è espressa dalla somma degli anni di vita persi per morte prematura più gli anni vissuti con disabilità. La Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva (BPCO) è tra le patologie croniche maggiormente associate all’invecchiamento. Essa rappresenta la quinta causa di morte a livello mondiale e la sua prevalenza in 28 paesi è pari al 9-10% in individui di età superiore ai 40 anni. La BPCO è, inoltre, la terza causa di DALYs in soggetti con più di 50 anni. Invecchiamento e Multimorbidità L'invecchiamento è un processo eterogeneo e gli individui invecchiano in maniera diversa in relazione al loro background genetico, alle esposizioni ambientali e ad altri fattori. Una componente dell’invecchiamento è lo squilibrio tra i networks infiammatori ed antiinfiammatori, da cui deriva uno stato infiammatorio cronico di basso grado denominato "inflammaging". Questo stato infiammatorio cronico è anche, in parte, alla base dello sviluppo e della progressione della BPCO, che è sempre più considerata una patologia sistemica. Patologie multiple possono coesistere in un individuo per una serie di motivi: casualità (le due patologie sono comuni in una popolazione); continuità (le due patologie sono parte dello stesso continuum); condivisione di comuni fattori di rischio; condizioni in cui una patologia è causa di un’altra e scenari in cui la presenza di una patologia aumenta il rischio di svilupparne un’altra. Nella popolazione anziana, invecchiamento e multimorbidità contribuiscono alla fragilità, la quale, a sua volta, aumenta il rischio di cadute, disabilità, ospedalizzazioni e mortalità. Recenti evidenze hanno messo in luce come la coesistenza di patologie croniche sia il risultato degli effetti cumulativi di risposte generiche allo stress biologico indotto da mutazioni o esposizioni ambientali, uniti a predisposizione genetica. Tali risposte produrrebbero patofenotipi intermedi (infiammazione, trombosi ed emorragia, fibrosi, risposta immune, proliferazione, apoptosi/necrosi) responsabili dell’instaurarsi di malattie multiple. I pazienti con BPCO hanno, in media, da 4 a 6 comorbidità, in rapporto alle 2-3 dei controlli di pari età. Considerando la BPCO come patologia indice, le comorbidità a maggior prevalenza sono le patologie cardiovascolari, metaboliche, muscoloscheletriche, neoplastiche e psichiatriche. Conclusioni I futuri interventi sulle patologie croniche, respiratorie e non, devono considerare l’impatto della multimorbidità sulla prognosi e sulla terapia dei pazienti anziani affetti. Una comprensione più profonda dei fattori che portano allo sviluppo di patologie multiple potrebbe tradursi in un miglioramento della terapia e della prognosi in questi soggetti. INVECCHIAMENTO E CONFINE TRA SALUTE E MALATTIA William MacNee, Roberto A. Rabinovich and Gourab Choudhury Meccanismi fisiopatologici dell’invecchiamento L’invecchiamento è causa di un progressivo deterioramento dei tessuti del nostro corpo, con gravi ripercussioni sulla funzionalità degli organi coinvolti. Più che una vera patologia, esso rappresenta una condizione di aumentata vulnerabilità dell’organismo, costituendo, quindi, un importante fattore di rischio per molte malattie croniche. Poichè nelle prossime quattro decadi è previsto un raddoppio della popolazione al di sopra dei 60 anni, il problema dell’invecchiamento, e dei suoi legami con le patologie croniche, è di estrema importanza sia sanitaria che sociale. L’avanzare dell’età è associata ad alcuni cambiamenti fisiologici, come l’alterazione dei meccanismi di omeostasi cellulare (esempio: la temperatura corporea), la perdita di massa d’organo, e la diminuzione delle riserve funzionali. Queste variazioni derivano essenzialmente da un accumulo del danno cellulare, conseguente ad uno squilibrio tra danno e riparazione, ovvero tra replicazione e morte, in favore di quest’ultima. Fattori genetici e fattori ambientali (dieta, esercizio fisico, fumo di sigaretta, esposizione a microrganismi, radiazioni ionizzanti) influenzano tale equilibrio, e sono quindi in grado di accelerare o rallentare il processo di invecchiamento. Gli ipotetici meccanismi attraverso i quali i fattori intra e extra-cellulari inducono accumulo del danno cellulare sono: l’insorgenza di disfunzione mitocrondriale (causa di aumentato rilascio di radicali liberi ed aberrante biogenesi), il progressivo accorciamento dei telomeri, la perdita della proteostasi cellulare e l’infiammazione persistente di basso grado, derivante dallo stato di senescenza cellulare. Invecchiamento e BPCO Molte malattie croniche possono essere considerate in realtà come manifestazioni di un accelerato invecchiamento. In particolare, la broncopneumopatia cronica-ostruttiva (BPCO) sembra rappresentare una manifestazione di precoce invecchiamento del polmone. Il polmone senescente e la BPCO condividono, infatti, le stesse caratteristiche: diminuzione del FEV1 e del rapporto FEV1/FVC, diminuita elasticità ed alterazione della struttura alveolare. Inoltre, il fumo, che è il principale fattore di rischio della BPCO, accelera il fisiologico invecchiamento del polmone attraverso l’induzione di stress ossidativo, l’infiammazione locale e l’inibizione di proteine stabilizzatrici e riparatrici del DNA (sirtuine e HDAC2). Invecchiamento e comorbidità nella BPCO Sia nella BPCO che nelle sue manifestazioni extrapolmonari o malattie croniche concomitanti (eg malattie cardiovascolari e osteomuscolari) si riscontrano prematura senescenza cellulare e persistente infiammazione cronica sistemica. L’invecchiamento, pertanto, può costituire il legame tra la BPCO e le sue comorbidità o, in una visione più ampia, la BPCO potrebbe rappresentare una delle multimorbidità correlate all’età. Queste ipotesi sono confermate dall’evidenza che molte alterazioni cellulari e tessutali che si riscontrano nel cuore, nei muscoli e nelle ossa di soggetti anziani, sono spesso rilevate in pazienti affetti da BPCO di qualsiasi età. Nel distretto cardiovascolare, ad esempio, la rigidità della parete vascolare (arterial stiffness), dovuta all’aumento della degradazione dell’elastina, si associa ad un incremento dello spessore mediointimale, causato dall’infiltrazione di collagene, proteoglicani, leucociti e colesterolo nel subendotelio, conseguente al rilascio di mediatori pro-infiammatori. Nell’apparato osteo-muscolare, l’invecchiamento induce osteoporosi e sarcopenia (perdita di massa e forza muscolare), che causano limitazione funzionale e aumento del rischio di fratture. Conclusioni Comprendere a fondo i meccanismi responsabili dell’invecchiamento è l’unico modo per individuare strategie in grado di contrastarlo. Il regolare esercizio fisico e farmaci “geroprotettori” (come sulforafane, metformina, melatonina, rapamicina), che riducono lo stress ossidativo, la senescenza cellulare e la conseguente infiammazione, potrebbero rallentare il processo d’ invecchiamento, migliorare la qualità della vita, e prevenire le frequenti a gravi malattie croniche ad esso associate.