Il Galeone & il Galeotto Appunti ed appuntamenti a Morimondo e a Fallavecchia Agosto 2011 Festa patronale di S. Bernardo RIPENSARE LE FESTE PATRONALI CON I SANTI La festa patronale è per ogni paese un appuntamento annuale che mette insieme la fede cristiana e la cultura del popolo: è legata alla dimensione agricola dei diversi paesi e sono nate come momento di ringraziamento per qualche beneficio ricevuto dalle comunità locali e per richiedere la protezione dei singoli e l'allontanamento da ogni tipo di male per il futuro. Nel corso del tempo, le feste patronali, non più esclusivamente legate alla realtà rurale del territorio, hanno assunto, per l'evoluzione della società, più le caratteristiche delle sagre che quelle del ringraziamento, finendo per avere coreografie esterne che hanno poco o nulla a che fare con la fede. Sarebbe bello, se non si può ripensare la festa patronale attualizzandone il significato primordiale ed eliminando tutto ciò che non ha nulla a che fare con la dimensione religiosa, almeno valorizzare la dimenzione umana che essa porta in se. La festa Patronale: è giorno di festa e ha delle potenzialità. Attraverso manifestazioni di gioia e di giubilo la festa può affermazione del valore della vita. In quanto interruzione della monotonia del quotidiano, la festa può esprimere di tensione verso la felicità piena, di esaltazione della pura gratuità. In quanto testimonianza culturale, può mettere in luce il genio peculiare di un popolo, i suoi valori caratteristici, le espressioni più genuine del suo folklore. In quanto momento di socializzazione, la festa è occasione di dilatazione dei rapporti familiari e di apertura a nuove relazioni comunitarie. Certo ci possono essere anche elementi di superficialità o approssimazione, come ci possono essere in ogni esperienza umana. La cosa che più aiuta in questi casi e di chiedersi come un nostro concittadino Santo, ha vissuto questi momenti. Credo che un pezzettino di risposta la possono dare tutti, ma che tutti concordano che per San Riccardo la festa patronale non fosse un momento a sé stante, ma come parte integrante di una cammino di fede e di carità e che la festa partecipa e ricorda il riposo eterno di Dio con cui saremo per sempre e sopratutto, pregare un santo significa imitarlo. I santi sono più di aiuto che di ostacolo, certo sono anche un po’ scomodi. Mi chiedo se è ipotizzabile una domanda (non penso ovviamente di attuarla), vale la pena esprimerla. S. Riccardo era capace di segni espressivi di un’amore concreto: le medicine regalate, le monete fatte scivolare di nascosto in un cassetto di una famiglia indigente, le scarpe nuove regalate a un povero, con aggiunta di rimproveri della sorella. Ci sarebbe a domandarsi se, per essere al passo con i tempi, questi tempi dove c’è chi davvero fa fatica perché gli manca il necessario e bandire lo spreco facendo scelte impopolari: perché, anziché concludere la festa con i fuochi pirotecnici, non si potebbe devolvere lo stesso denaro per i meno fortunati, o qualche famiglia che “sente” di più la crisi del momento o forse per una borsa di studio per aiutare qualche ragazzo? Certo che festa sarebbe senza i botti? Però val la pena chiedersi cosa ci risponderebbe S. Riccardo. Don Mauro LA VITA COME RITORNO A DIO Il pensiero di San Bernardo, sul senso della vita, e di quella monastica in particolare, è inteso come ritorno a Dio. Nei suoi scritti troviamo non solo la consapevolezza che Dio ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, per essere compartecipi della sua vita divina, ma anche come le scelte della vita (grandi e semplici) devono farci crescere in questa immagine. A causa del peccato però c’è un solo modo per tornare a lui ed è attraverso l'obbedienza al piano salvifico. In questo ritorno ci aiuta grazia di Dio e l’obbedienza al Vangelo e ai comandamenti. Fin qui nulla di nuovo, ma è interessante come lui spesso rilegga le parabole in riferimento a Gesù. Ad esempio descrive il ritorno a Dio paragonando Gesù alla donna del Vangelo che cerca la dracma perduta (Lc 15,8). Così il Figlio dell'Uomo cerca in noi l'immagine di Dio perduta o sformata dal nostro egoismo: Se quella donna del Vangelo non accendesse la lampada, cioè se la Sapienza Incarnata, non mettesse sottosopra la casa, ovviamente quella dei vizi, e non cercasse la sua dracma (l'uomo) che aveva perduto, la sua immagine, questa che, privata della nativa bellezza e tutta brutta sotto la pelle sporca del peccato, era nascosta come nella polvere, egli trovatala la pulisce e l’innalza dal luogo della dissomiglianza, e la reintegra nel primitivo aspetto, la rende simile a Sé nella gloria dei santi, anzi un giorno la renderà in tutto conforme a Se stesso, come dice la Scrittura: «Sappiamo che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a Lui, perché lo vedremo così come Egli è» (1Gv 3,2)». Nella sua esperienza constata che a noi manca la costanza: non abbiamo un orientamento lineare verso il Signore. Guardando Maria rispore anche per noi che la nostra grandezza che consiste nella somiglianza con Dio, si manifesta di più nella semplicita e umiltà che inaltre cose. Soprattutto per S. Bernardo il nostro ritorno a Dio è anche un ritorno a noi stessi: chi si allontana da Dio, si è anche allontanato da te stesso. Chi si avvicina a Dio, diventa pienamente se stesso. ma che ha ancora molte richieste da evadere per venire incontro a situazioni di grande bisogno. Un grande risultato GRAZIE DIONIGI T UN REGALO PER RINGRAZIARE IL CARDINALE TETTAMANZI Continuare a sostenere il Fondo Famiglia Lavoro Dopo nove anni di episcopato milanese lascia la Cattedra ambrosiana il cardinale Dionigi Tettamanzi. Il primo regalo che possiamo fare all’Arcivescovo che termina il suo mandato è la preghiera per lui e le sue intenzioni. In molti hanno chiesto come esprimergli la propria riconoscenza anche attraverso un segno concreto. Raccogliendo i diversi suggerimenti, il Consiglio episcopale milanese ha deciso di proporre una raccolta straordinaria a favore del Fondo Famiglia Lavoro, che terminerà la sua funzione il prossimo 31 dicembre In meno di tre anni il Fondo Famiglia Lavoro, voluto dal cardinale Dionigi Tettamanzi, ha messo a disposizione quasi 13 milioni di euro per aiutare 6.300 famiglie della Diocesi. Nessuna spesa è stata sostenuta attingendo dal Fondo e per il Fondo tutti hanno lavorato gratuitamente. Tutto il denaro raccolto è stato destinato a sostenere le famiglie colpite dalla crisi economica. Importante è stato l’impegno di tutti: dai volontari che hanno lavorato nel territorio della Diocesi, ai sostenitori, siano essi singoli cittadini, parrocchie o aziende. I frutti del Fondo Famiglia Lavoro non si sono esauriti nell’aiuto economico, ma si sono spinti a proporre nuovi stili di vita e nuovi progetti di aiuto grazie a una carità creativa sviluppata nei diversi decanati della Diocesi. PER INFORMAZIONI Segreteria “Fondo Famiglia Lavoro” Arcidiocesi di Milano Tel. 02 58431212 www.fondofamiglialavoro.it PER CHI FOSSE INTERESSATO: CONTO CORRENTE BANCARIO Agenzia 1 di Milano del Credito Artigiano Iban IT 03Z0351201602000000002405 Intestato a: Arcidiocesi di Milano Causale: Grazie Dionigi CONTO CORRENTE POSTALE Numero 312272 Intestato a: Arcidiocesi di Milano Causale: Grazie Dionigi SABATO 3 SETTEMBRE: E DOMENICA 4 Raccolta straordinaria di offerte per il fondo Famiglia, durante le S. Messe. Fare il prete, un «mestiere» che non finisce mai. (pensieri di Piero Gheddo) I sacerdoti anziani sono sempre più numerosi, sono una riserva di santità, di umanità e di esperienza e sono anche una preziosa risorsa per la nuova evangelizzazione della nostra Italia. Il prete ha, infatti, una longevità sconosciuta ad altre "professioni", è sacerdos in aeternum e anche da anziano, a volte purtroppo non più autosufficiente, può sempre dimostrare con la sua vita, le sue preghiere e parole, i suoi scritti, la grandezza e bellezza della fede e della vocazione sacerdotale. Quando scrivo e parlo del prete, il mio cuore si riempie di gioia e ringrazio sempre il Signore di avermi chiamato. Noi preti – ed esattamente lo stesso vale per le suore – viviamo in una situazione fortunata. Siamo nella posizione migliore per innamorarci di Gesù e per testimoniarlo. Lo scopo della nostra vita è solo questo: conoscere il Signore, pregarlo, amarlo, imitarlo pur nella debolezza della nostra umanità. Siamo liberi dalle preoccupazioni che hanno tutte le altre persone: il nostro futuro, i soldi, la carriera, la vecchiaia... Non abbiamo altre ambizioni e possiamo veramente orientare la nostra vita al Signore Gesù e preparare, anche qui sulla terra, il Regno di Dio. San Paolo era un innamorato di Gesù: «Non sono più io che vivo, ma Cristo che vive in me. Per me vivere è Cristo» (Filippesi 3, 12); «Quello che per me era un vantaggio, per amore di Cristo l’ho ritenuto una perdita. Considero ogni cosa come un nulla, in confronto alla suprema conoscenza di Cristo Gesù mio Signore, per il quale mi sono privato di tutto e tutto ritengo come spazzatura pur di guadagnare Cristo» ( Filippesi, 3, 8-12). «La carità di Cristo ci spinge» (2 Cor 5, 14); «Chi potrà separarci dalla carità di Cristo?» (Rom 8, 35). Gli esegeti hanno contato nelle lettere di San Paolo 164 volte l’espressione in Christo, cioè la vita in Cristo! Il prete deve sempre fare il prete». Questa la nostra affascinante avventura e il modo migliore di prepararci alla vecchiaia. Quanti sacerdoti anziani ho conosciuto, in Italia e nelle missioni, che hanno testimoniato la gioia del loro sacerdozio... Nel febbraio 1983 ho visitato in Birmania padre Clemente Vismara, che beatificato in Piazza Duomo a Milano lo scorso 26 giugno. È morto nel 1988 a 91 anni, dopo 65 anni di vita in una regione conosciuta come "il triangolo dell’oppio", ai confini con Cina, Laos e Thailandia, fra contrabbandieri, briganti, guerriglieri, gruppi tribali bellicosi e poverissimi. Padre Vismara viveva con 250 orfani e orfane, aiutato dalle suore di Maria Bambina e aveva 86 anni, il medico più vicino era a 120 chilometri (con quelle strade!). Aveva fondato, partendo da zero, cinque parrocchie e un centinaio di villaggi cattolici. Dai "suoi" cristiani, lui vivente, erano venuti fuori cinque sacerdoti e quattordici suore. Ero andato per intervistarlo sulle sue avventure e lui mi sorrise: «Ho già scritto tutto più volte. Lascia perdere il mio passato, parliamo del mio futuro». E prese a raccontarmi dei villaggi da visitare, delle conversioni da propiziare, delle scuole e cappelle da costruire. Pensai: questo il prete che anch’io vorrei essere, che non si lascia indurire dalle difficoltà dai pericoli, dalle persecuzioni. Dicevano i congratelli: «È morto a 91 anni, senza mai essere invecchiato». Sacerdote, per sempre. CHIESI A DIO... Chiesi A Dio... di essere forte per eseguire progetti grandiosi: Egli mi rese debole per conservarmi nell'umiltà. Domandai a Dio che mi desse la salute per realizzare grandi imprese: egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio. Gli domandai la ricchezza per possedere tutto: mi ha fatto povero per non essere egoista. Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me: egli mi ha dato l'umiliazione perché io avessi bisogno di loro. Domandai a Dio tutto per godere la vita: mi ha lasciato la vita perché potessi apprezzare tutto. Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo, ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno e quasi contro la mia volontà. Le preghiere che non feci furono esaudite. Sii lodato; o mio Signore, fra tutti gli uomini nessuno possiede quello che ho io! Kirk Kilgour Preghiera scritta dal campione olimpionico di pallacanestro rimasto paralizzato nel '76 a seguito di un incidente durante un allenamento. La preghiera è stata letta dall'autore in sedia a rotelle di fronte al Papa durante il Giubileo dei malati a Roma. Programma della festa patronale Morimondo Sabato 27 agosto • ore 15.00-16.30 Confessioni in Abbazia (Don Mauro e Don Daniele) • ore 20.30 Serata danzante e grigliata in Piazza del Municipio a cura della pro-loco. • MERCATINO MISSIONARIO (nel solito locale in piazza) Ore 15.00-18.00 e 21.00-22.30 Domenica 28 agosto • • • • Nel pomeriggio: salamelle alla grigli in piazza del municipio a cura della pro-loco MERCATINO MISSIONARIO Ore 15.00-18.00 e 21.00-22.30 ore 17,00 Concerto in Abbazia a cura dell’Associazione Sacre Dimore. ore 18.30 Aperitivo in Piazza a cura della pro-loco ore 20,30 Processione lungo le vie del paese con la statua del Santo Patrono San Bernardo , accompagnato dal Corpo Bandistico “La Filarmonica” di Abbiategrasso. ore 21,45 Salto dell’Oca in Piazza. Al termine Spettacolo Pirotecnico. Lunedì 29 agosto • ore 9.00 S. Messa al Cimitero per tutti i defunti • ore 12,15 Pranzo detto “Dell’ufficio” con grande tavolata sotto i platani, in piazza dell’abbazia, a seguire grande gara di scopa . Organizzazione e iscrizioni presso Trattoria San Bernardo. • ore 20,30 in Abbazia: Solenne ufficio dei defunti. S. Messa concelebrata con i parroci del decanato • Ore 21,30 in Oratorio super Tombolata ed estrazione della Lotteria . Durante i giorni di festa la Pro Loco di Morimondo promuove una sottoscrizione a premi in cui totale ricavato andrà alla Parrocchia per la sistemazione del tetto dell’Abbazia. Ringrazio tutti coloro che collaborano e contribuiscono per la festa patronale. Ringrazio oltremodo la pro-loco per la lotteria a favore dei lavori del tetto e tutti coloro che sensibili daranno il loro sostegno a questo intervento, che speriamo partano a Settembre. Preghiamo S. Bernardo, grande edificatore di Abbazie e soprattutto di monaci, se no ci rimane S. Giuseppe. Giovedì 1 settembre h. 9.00 S. Messa del Giovedì del mese: preghiamo per tutti quei giovani e ragazze che in questi giorni entrano nei seminari e conventi, per un periodo di prova e di verifica della loro vocazione. Sabato 3 e domenica 4 settembre Il Decano, don Pier Carlo Fizzotti predicherà alle sante Messe sulle linee guida del consigliare nella Chiesa. N.B. le elemosine di queste S. Messe le offriamo al Fondo Famiglia AVVISO: A partire dalla prima domenica di settembre ritorna la s. Messa delle ore 17.00 in cappella S. Riccardo