Investment Strategy & Research Swiss Issues Congiuntura Dicembre 2013 Monitor Svizzera Migrazione: mercato contro contingente Swiss Issues Congiuntura Sigla editoriale Editore Giles Keating Head of Research and Deputy Global CIO +41 44 332 22 33 [email protected] Oliver Adler Head Economic Research +41 44 333 09 61 [email protected] Stampa GDZ print, Zürich Chiusura redazionale 3 dicembre 2013 Visitateci su Internet www.credit-suisse.com/research Copyright La pubblicazione può essere citata con l'indicazione della fonte. Copyright © 2013 Credit Suisse Group AG e /o delle sue affiliate. Tutti i diritti riservati Credit Suisse I Dicembre 2013 2 Swiss Issues Congiuntura Editoriale Gentile lettrice, gentile lettore Nel 2013 l'SMI è cresciuto di oltre il 20%, il DAX tedesco in misura analoga e l’indice S&P 500 americano addirittura del 30%. I mercati finanziari, secondo la teoria finanziaria, guardano al futuro. Interpretando positivamente questo boom borsistico, nei prossimi anni assisteremo quindi a un andamento decisamente migliore dell'economia rispetto al recente passato. Esistono comunque anche altre spiegazioni per l'espansione: forse non è stata sospinta sul piano fondamentale, ma è da ricondursi molto semplicemente alla liquidità con cui le banche centrali hanno inondato i mercati finanziari. E forse ci ritroviamo anche in una fase di «irrazionale entusiasmo». Per capire quale delle spiegazioni divergenti per il rialzo delle azioni sia quella corretta occorrerà attendere il prossimo anno. Vi sarà veramente un rilancio dell’economia, come da noi pronosticato, e sarà consistente? Un fattore fondamentale dovrebbe essere l'andamento degli investimenti aziendali. Le imprese accantoneranno finalmente le proprie esitazioni? Analizzeremo il tema all'interno di questo numero del Monitore sia da una prospettiva internazionale che svizzera. Ad avere un ruolo centrale per le decisioni in materia di investimento non sono solo le condizioni di finanziamento – che attualmente sembrano molto vantaggiose – o le possibilità offerte dai nuovi sviluppi tecnologici, bensì soprattutto il sentiment e la fiducia delle imprese. Anche nell'ambito del boom immobiliare in Svizzera, oltre alle favorevoli condizioni di finanziamento sono importanti i fattori psicologici. Quanto più a lungo perdurerà la crescita dei prezzi, tanto maggiore sarà il rischio che a prevalere siano motivi speculativi. In un articolo analizziamo la questione della minaccia per la stabilità finanziaria in Svizzera rappresentata dalla solida crescita dei crediti erogati e se le misure frenanti degli organi preposti alla regolamentazione e delle banche stesse siano o meno in grado di tenere sotto controllo il boom. Ci preoccupa l'osservazione secondo cui, nonostante i provvedimenti frenanti, cresce in modo decisamente consistente la concessione di ipoteche a favore delle PMI. Da ultimo, anche in ambito politico, la psicologia ha un ruolo importante. Dopo che una grande maggioranza degli elettori elvetici ha rivisto le proprie opinioni, ampiamente comprensibili, sugli stipendi dei manager «troppi elevati» bocciando l'iniziativa 1:12, a febbraio, con l'«iniziativa contro l'immigrazione di massa», al centro del dibattito si troverà un altro tema che susciterà ancora più emozioni. Nella nostra analisi mostriamo come, dalla stipulazione degli Accordi bilaterali con l'UE, il livello di formazione dei lavoratori stranieri sia aumentato, contribuendo al benessere della Svizzera. Evidenziamo inoltre come, contrariamente a un rigido sistema di quote, l'incontro tra domanda e offerta sia un miglior garante per far funzionare il correttivo naturale del ciclo congiunturale, creando quindi un cuscinetto naturale contro la disoccupazione. Le auguro una lettura appassionante di questo numero del Monitore Dr. Oliver Adler Head Economic Research Credit Suisse I Dicembre 2013 3 Swiss Issues Congiuntura Sommario Congiuntura globale 5 Nel 2014 la congiuntura globale dovrebbe migliorare ulteriormente. Tuttavia, il ritorno a una crescita consistente ci sembra per il momento improbabile per via della debolezza degli investimenti societari. Congiuntura Svizzera 7 Nel 2014 la crescita del prodotto interno lordo (PIL) dovrebbe essere leggermente più elevata rispetto al 2013 (2%, dopo un +1,8%). L'economia interna perde solo poca dinamicità, mentre l'economia delle esportazioni acquisisce slancio. Gli investimenti rimangono contenuti. Settori La crescente pressione sul piano dei prezzi e della regolamentazione e una scarsa diversificazione geografica pongono le aziende elvetiche che fabbricano prodotti correlati alla tecnologia medicale dinnanzi a delle sfide. Dibattito sulla stabilità finanziaria 11 13 Il superciclo è caratterizzato principalmente da un boom immobiliare. Il suo scoppio potrebbe mettere in difficoltà non solo i proprietari, ma soprattutto le banche che erogano crediti. Come si sviluppano i rischi e qual è l'effetto delle contromisure? Politica monetaria 16 La nostra breve analisi suggerisce che le previsioni della Banca nazionale svizzera (BNS) sull'inflazione non hanno fornito elementi particolarmente utili per la «forward guidance» della sua politica in materia di tassi d'interesse. Questo anche prima che venisse introdotto il target esplicito per il tasso di cambio. Immobili 19 Fuga degli investitori per via del surriscaldamento determinato dalla domanda nei centri. Ciò accelera la costruzione di appartamenti destinati a locazione presso le località decentrali. Si materializza il pericolo di un eccesso di offerta. Regioni Con la Riforma dell'imposizione delle imprese III è in gioco l'attrattiva della piazza Svizzera. I quesiti centrali sono comunque controversi e i cantoni ne risentono in maniera diversa. Dibattito migrazione 21 24 Dall'entrata in vigore dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone l'immigrazione è dettata innanzitutto dalla domanda di manodopera delle imprese. Ciò ha determinato un afflusso di capitale umano che favorisce chiaramente lo sviluppo economico. Un ritorno a una limitazione amministrativa dell'immigrazione sarebbe dannoso. Credit Suisse I Dicembre 2013 Agenda di politica economica 27 Previsioni e indicatori 30 4 Swiss Issues Congiuntura Congiuntura globale (Quando) si ritornerà a investire? Nel 2014 la congiuntura globale dovrebbe migliorare ulteriormente. Tuttavia, il ritorno a una crescita consistente ci sembra per il momento improbabile per via della debolezza degli investimenti societari. Investimenti aziendali estremamente deboli Gli investimenti aziendali in Eurolandia, Giappone e Gran Bretagna sono ancora tra il 15% e il 25% al di sotto dei livelli precedenti lo scoppio della crisi nel 2008 (v. fig. 1). Solo negli USA sono tornati a toccare i massimi di allora. Comunque la quota degli investimenti in attrezzature in rapporto al prodotto interno lordo (PIL) resta anche negli Stati Uniti sotto il livello pre-crisi e ben al di sotto del massimo raggiunto al passaggio del millennio (v. fig. 2). Come si spiega questa debolezza e quali sono le possibilità di miglioramento? Il finanziamento sembra non essere la causa principale Che l'attività d'investimento sia debole nei paesi dell'Europa meridionale direttamente interessati dalle crisi finanziarie non sorprende. Così, in tali paesi, le PMI pagano interessi reali ancora molto elevati per i crediti bancari, nonostante il calo degli interessi sui titoli di stato dall'estate 2012. Secondo i sondaggi della Banca centrale europea, più di un quinto delle PMI italiane e spagnole ritiene il finanziamento il problema principale; la media di Eurolandia si attesta al 16%. Nettamente più difficile è spiegare la scarsa attività d'investimento in paesi con favorevoli condizioni di finanziamento, come gli USA o la Germania. Gli interessi reali in tali paesi sono ai minimi storici o in prossimità di tali minimi. Inoltre i margini di profitto e la liquidità negli USA sono sopra la media e si sono nettamente ripresi in Europa, tanto che le aziende potrebbero finanziare gli investimenti attingendo dai rispettivi fondi. I capitali distribuiti rappresentano un ostacolo agli investimenti? Una spiegazione diffusa della debolezza degli investimenti è che le società, a fronte della pressione degli azionisti, distribuiscono di più il capitale invece che investirlo. Riteniamo che ciò non sia tanto persuasivo: sebbene attualmente i pagamenti distribuiti, rispetto agli investimenti, siano effettivamente elevati, le società USA quotate in borsa, ad esempio, investono comunque il doppio di ciò che distribuiscono agli azionisti. Livelli simili si erano raggiunti già a fine anni Ottanta e Novanta, dopo di che si è registrata una nuova crescita sospinta dal boom economico e tecnologico. Pertanto gli andamenti degli investimenti dipendono principalmente dalle prospettive economiche. E, da ultimo, i dividendi elevati e i rendimenti complessivi si basano su solidi utili societari, che in assenza di investimenti sarebbero difficilmente conseguibili. Figura 1 Figura 2 Debolezza degli investimenti nei paesi industrializzati Passaggio in corso verso spese per R&S Investimenti aziendali reali (1° trimestre 2008=100) Componenti degli investimenti aziendali negli USA, in % sul PIL 105 USA Gran Bretagna Giappone Eurolandia 9.0 Germania 100 8.0 95 7.0 90 6.0 85 5.0 80 4.0 75 3.0 70 2.0 65 2006 2007 2008 Fonte: Datastream, Credit Suisse Credit Suisse I Dicembre 2013 2009 2010 2011 2012 2013 1.0 1989 Strutture 1992 Equipaggiamenti 1995 1998 R&S, software 2001 2004 2007 2010 2013 Fonte: Datastream, Credit Suisse 5 Swiss Issues Congiuntura Decisivi l'insicurezza e l'eccesso di investimenti A nostro giudizio, gli investimenti contenuti sono quindi da ricondursi agli ostacoli reali - ossia quelli correlati all'economia finanziaria. Da una parte, le imprese si fidano semplicemente troppo poco dell'attuale ripresa per effettuare degli investimenti importanti. La sfiducia trova le sue cause, in particolare, nella situazione sul mercato del lavoro, che da molte parti non è positiva, nel crescente divario tra i redditi e nella costante pressione per un consolidamento delle finanze statali. D'altro canto, prima della crisi esistevano eccessivi investimenti in allocazioni errate, che ora sono in via di smantellamento: investimenti in settori come edifici commerciali, centri commerciali o strutture sanitarie erano ai tempi molto consistenti. Da allora, però, ad es. negli USA hanno perso la metà della loro quota in rapporto al PIL. Inoltre le aziende statunitensi, sulla scia del boom delle materie prime, tra il 2000 e il 2008 hanno quadruplicato i rispettivi investimenti nell'estrazione in rapporto al PIL. Dopo una consistente flessione, sono ritornati nel contempo ai livelli pre-crisi. Prospettive cupe sul lungo termine con spiragli di luce Si deve altresì supporre che le aziende, in virtù della crescita della popolazione debole o addirittura in flessione in molti luoghi, sono restie a effettuare investimenti. Da ultimo, anche la regolamentazione più rigida e la maggiore incertezza sull'andamento futuro, oltre che diversi provvedimenti protezionistici, potrebbero frenare l'attività d'investimento sul lungo termine. I ritardi pluriennali in seno all’OMC, come anche nei round sul clima, avvalorano tutto questo. Al contrario, le spese per ricerca e sviluppo (R&S) e per i software offrono uno spiraglio di luce per le prospettive sul lungo termine. Negli USA, nel corso della crisi, tale settore non ha praticamente subito contrazioni e di recente ha toccato i due terzi di tutte le spese destinate alle attrezzature. A livello globale, le 1'000 aziende che hanno investito di più in R&S, dal 2002 hanno ampliato gli investimenti destinati alla ricerca in media del 5,5% all'anno, in particolare nei comparti informatica ed elettronica, automobilistico, sanitario, software e Internet. Evidentemente le aziende intravedono decisamente delle chance oltre la crisi, altrimenti non effettuerebbero spese in progetti di lungo termine, come per la R&S. Nel 2014 solo gli USA dovrebbero sorprendere in positivo Sorprese positive sono ampiamente prevedibili anche per il 2014. In particolare negli USA, nel 2014 il ciclo degli investimenti potrebbe essere più forte delle previsioni. Ciò verrebbe prodotto dalla situazione sul mercato del lavoro e dalla situazione di competizione migliore: il mercato del lavoro e i redditi potrebbero riprendersi più rapidamente, non per ultimo perché la politica finanziaria sarebbe meno restrittiva. Inoltre le moderate spese per i salari e i favorevoli prezzi energetici sembrano ripercuotersi decisamente nella delocalizzazione di siti produttivi verso gli USA. Al contrario, anche nel 2014 gli investimenti in Eurolandia cresceranno con molta esitazione. Inoltre, in molti paesi emergenti, gli eccessi di capacità createsi negli anni del boom, il peggioramento della competitività e le manovre di politica economica frenanti lasciano prospettare un ulteriore anno di crescita piuttosto deludente. Sul piano globale, per il 2014 prevediamo solo una moderata ripresa degli investimenti. Un ritorno a un superciclo sospinto dagli investimenti, visti i numerosi ostacoli, ci appare altamente improbabile. [email protected] Credit Suisse I Dicembre 2013 6 Swiss Issues Congiuntura Congiuntura Svizzera Investimenti titubanti nel superciclo Nel 2014 la crescita del prodotto interno lordo (PIL) dovrebbe essere leggermente più elevata rispetto al 2013 (2%, dopo un +1,8%). L'economia interna perde solo poca dinamicità, mentre l'economia delle esportazioni acquisisce slancio. Gli investimenti rimangono contenuti. La crescita economica dovrebbe restare solida L'economia interna continua a essere in un superciclo, alimentato dai tassi bassi e dall’elevata immigrazione. Nel 2014 la dinamica di questo superciclo si affievolirà solo in modo irrilevante. Il livello dei tassi si sta allontanando dai minimi storici, ma le nuove ipoteche continuano a essere più vantaggiose rispetto a molte delle vecchie in scadenza. Pertanto l'effetto dei tassi è positivo. Il numero di immigrati dovrebbe continuare a essere elevato, e una maggiore dinamica dall'Europa meridionale compensa l'indebolimento dal nord. Nemmeno un'eventuale approvazione dell'«iniziativa contro l'immigrazione di massa» dovrebbe avere ripercussioni negative dirette nel 2014. Comunque il superciclo nel settore immobiliare e creditizio potrebbe venir un po' addomesticato. Questo soprattutto grazie all'autoregolamentazione delle banche, che impone disposizioni più rigide per i mezzi propri minimi dei debitori ipotecari, oltre che un obbligo di ammortamento. Inoltre sono finiti i tempi degli «affari» legati al deprezzamento dell’euro con i loro effetti stimolanti sui consumi, il che ne rallenta un po' la crescita. Al contrario, l'economia d’esportazione dovrebbe prendere slancio: trae vantaggio dalla leggera ripresa dell'economia mondiale e dal supporto prodotto dal mantenimento della Banca nazionale del livello minimo di 1.20 per il cambio. Prevediamo una crescita del PIL del 2% nel 2014, dopo il +1,8% nel 2013. Gli investimenti recuperano la flessione del 2009 I tassi bassi e la solida congiuntura costituiscono fondamenti robusti per gli investimenti. Di conseguenza, in Svizzera si investe; gli investimenti in equipaggiamenti hanno persino quasi recuperato la flessione prodotta dalla recessione del 2009 (–15,5%). Tuttavia, nel complesso, la crescita degli investimenti, dallo scoppio della crisi finanziaria globale nel 2008, si presenta contenuta e nettamente al di sotto del suo trend di lungo termine. Da un'analisi econometrica emerge che la crescita degli investimenti trova effettivamente una buona spiegazione nella situazione economica (crescita delle esportazioni e del PIL, v. fig. 1). Gli investimenti contenuti in Svizzera non sono quindi determinati da una «stretta creditizia», come nell'Europa meridionale. Questa diagnosi corrisponde a quella del Segretariato di Stato dell'economia (Seco), che attesta il buon funzionamento del mercato creditizio in qualsiasi momento, oltre che con il dato di fatto che le società sfruttano i loro limiti di credito indicativamente solo per il 40% (v. fig. 2). Tuttavia gli investimenti contenuti non sono da ricondursi a una sfiducia estrema in riferimento a una ripresa economica, come negli USA o in Eurolandia, ma semplicemente a un'assenza di domanda, particolarmente nel settore industriale orientato alle esportazioni. Figura 1 Figura 2 Gli investimenti in equipaggiamenti seguono l'andamento economico Non vengono sfruttati i limiti di credito Crescita percentuale rispetto all'anno precedente Utilizzo dei limiti in percentuale, senza ipoteche 15 48 10 46 5 44 0 42 -5 40 -10 effettiva -15 stimata secondo la situazione economica -20 -25 2008 38 36 34 2009 Fonte: SECO, Credit Suisse Credit Suisse I Dicembre 2013 2011 2012 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Credit Suisse 7 Swiss Issues Congiuntura Le incertezze incidono negativamente sugli investimenti Tuttavia l'incertezza sull'andamento futuro, che è cresciuta per via della crisi finanziaria globale, limita anche qui in Svizzera l'incremento degli investimenti. Si rileva in particolare un trend di crescita della liquidità, che, insieme al calo dei costi opportunità – la liquidità «costa» meno per via dei tassi bassi – è indice di una maggiore prudenza. Così le società industriali quotate sulla borsa svizzera e che rientrano nel Swiss Performance Index (SPI) hanno incrementato la propria liquidità del 13% dallo scoppio della crisi tra il 2008 e il 2012 (v. fig. 3), riducendo nello stesso periodo di tempo indicativamente del 10% sia i propri fatturati che i volumi d'investimento. La presenza di riserve più consistenti, e quindi di un atteggiamento più prudente, trova anche riscontro in un'inchiesta condotta tra le società industriali svizzere, eseguita a ottobre in collaborazione con procure.ch, l'associazione di categoria per l'acquisto e il supply management. Le società industriali intervistate hanno considerato adeguata la loro liquidità nella maggior parte dei casi (86%), sebbene, per il 2014, non prevedano un consistente ampliamento delle proprie attività d'investimento. Razionalizzazione e sostituzione le ragioni principali degli investimenti Solo un quarto delle aziende intervistate ha riferito di pianificare maggiori investimenti per il 2014, mentre la maggior parte (51%) prevede che il volume degli investimenti resterà identico. Al contrario, solo un quarto di tutte le società intervistate ha affermato di voler investire di meno nel 2014. Tra gli investimenti pianificati, quelli per le sostituzioni rappresentano, con il 40%, la quota principale, seguiti dagli investimenti per l'ampliamento e la razionalizzazione, con il 26%, risp. il 25%. Gli investimenti previsti contribuiscono a ottimizzare i processi esistenti, risp. a farli andare avanti, mentre sono destinati in misura minore alla creazione di nuove capacità. Analogamente sono previsti pochi acquisti: l'8% delle aziende intervistate ha dichiarato fare delle aquisizioni e il 3% prevede altri investimenti (v. fig. 4). Nonostante l'abbondante liquidità, nessun boom degli investimenti Pertanto, complessivamente, il quadro degli investimenti nel 2014 non subirà variazioni fondamentali; le società effettueranno soprattutto gli investimenti necessari negli equipaggiamenti e manterranno la propria liquidità elevata spinte da una certa prudenza. A fronte della ripresa delle esportazioni da noi attesa, dell'ulteriore solida crescita economica e della buona disponibilità di crediti a interessi bassi, l'incremento degli investimenti in equipaggiamenti dovrebbe complessivamente accelerare. Prevediamo per il 2014 una crescita del 2,5%, dopo lo 0,7% del 2013. [email protected] [email protected] [email protected] Figura 3 Figura 4 Record massimo della liquidità Si investe per far andare avanti i processi In mia. di CHF imprese industriali nell'SPI Quale tipo di investimenti avete in progetto nel 2014? (sono possibili diverse risposte)? 22 Investimenti per le sostituzioni 20 Investimenti per gli ampliamenti 18 Investimenti di razionalizzazione 16 14 Acquisizioni 12 Altro 10 2000 2002 2004 Fonte: Bloomberg, Credit Suisse Credit Suisse I Dicembre 2013 2006 2008 2010 2012 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Fonte: procure.ch, Credit Suisse 8 Swiss Issues Congiuntura Congiuntura Svizzera I Monitor Un decollo? Esportazioni di merci Andamento indicizzato delle esportazioni, 2007 =100 Nel 2013 l'industria delle esportazioni ha riguadagnato con successo terreno. Tuttavia, rispetto all'anno precedente (ottobre: più 0,5% in termini reali), il dato è sfalsato per via dell'adeguamento del metodo di rilevazione del commercio di energia elettrica. Quest'adeguamento riduce il volume degli scambi, principalmente in riferimento a quelli con la Germania, di CHF 3–5 mia. nelle due direzioni, il che equivale a 2 punti percentuali circa. Per il 2014, grazie alla leggera ripresa congiunturale e alla scomparsa dello sfasamento statistico, ci attendiamo una crescita delle esportazioni reali nuovamente più alta (5,0%). 180 Esportazioni destagionalizzate 175 Esportazioni appianate 170 165 160 155 150 145 140 135 130 2007 2008 2009 2010 2011 2012 [email protected] Fonte: Amministrazione federale delle dogane, Credit Suisse Soprattutto beni e servizi interni Consumi privati 2013 In mia. di CHF, consumi privati, beni al consumo durevoli Nel 2013 i consumi privati sono cresciuti di oltre il 2%. È quindi proseguito il trend positivo dell'anno precedente, seppur in modo leggermente inferiore. L'aspetto rimarchevole è che l'importazione di beni al consumo durevoli è rimasta comunque costante, o è addirittura diminuita, nello stesso periodo di tempo. Ciò indica che è cresciuto solamente il consumo di beni e servizi prodotti internamente. Tra di essi rientrano, ad esempio, le spese sanitarie o quelle alla voce «abitazione». Nel 2014 questo trend dovrebbe proseguire, seppur in modo più debole. Prevediamo una crescita dei consumi privati dell'1,8%. 90 3.0 Consumi privati Importazione beni di consumo durevoli (s. di d.) 88 2.8 86 2.6 84 82 2.4 80 2.2 78 76 2.0 2008 2009 2010 2011 [email protected] Fonte: Amministrazione federale delle dogane, SECO Più disoccupati nonostante la crescita dei posti lavoro Mercato del lavoro 2012 2013 Componente occupazionale PMI e tasso di disoccupazione in % Nel 2013 il tasso di disoccupazione, a prescindere dalla solida congiuntura interna, ha proseguito il suo leggero trend al rialzo, presente ormai da metà 2011. A fine ottobre il tasso di disoccupazione destagionalizzato era pari al 3,2%. Nel contempo, nel 2013 l'occupazione complessiva ha evidenziato un andamento positivo, nonostante una leggera flessione occupazionale nell'industria. Per il 2014 prevediamo un tasso di disoccupazione medio solo leggermente in aumento (3,3%) e una persistente crescita dell'occupazione. Inoltre anche l'industria dovrebbe ritornare a creare posti di lavoro. Da settembre la componente occupazionale del PMI segnala almeno una crescita occupazionale nell'industria. 70 Credit Suisse I Dicembre 2013 Quota disoccupati (scala di destra, invertita) 2.4 2.6 65 2.8 60 3.0 55 3.2 50 3.4 45 3.6 40 3.8 35 30 2003 [email protected] Componente occupazionale PMI 4.0 4.2 2005 2007 2009 2011 2013 Fonte: SECO, procure.ch, Credit Suisse 9 Swiss Issues Congiuntura Assenza dell'inflazione Inflazione Prezzo del petrolio in CHF (Brent, media mensile) Nel 2013 il livello dei prezzi è nuovamente calato, seppur di poco (–0,1%). Anche nei prossimi mesi l'inflazione dovrebbe rimanere intorno allo zero, non da ultimo per via della flessione del prezzo del greggio e dell'attuale debolezza del dollaro. Inoltre la dinamica dell'inflazione, che in tutto il mondo è contenuta, dovrebbe limitare notevolmente una crescita dei prezzi delle importazioni in Svizzera. Il legame tra l'incremento dei canoni di locazione e il tasso d'interesse ipotecario medio frena ulteriormente l'inflazione interna, la quale dovrebbe calare anche nel 2014. Per il 2014 prevediamo solo una debole crescita del livello dei prezzi, mediamente dello 0,2%. 115 2012 2013 110 105 100 95 90 gen feb mar apr mag giu [email protected] Fonte: Bloomberg L'industria torna a reinvestire di più all'estero Investimenti in equipaggiamenti lug ago set ott nov dic Investimenti diretti dell'industria all'estero, in mia. di CHF Analogamente agli investimenti interni, si sono ripresi anche gli investimenti diretti dell'industria all'estero. Dopo un minimo nel 2010 (CHF 7.3 mia.), nel 2012 essi sono ritornati a quota CHF 25.4 mia., raggiungendo quasi il livello pre-crisi. I dati sono analoghi anche nel primo semestre 2013. A fronte della stabilizzazione del quadro estero e, nel contempo, dell'ulteriore ridimensionamento della problematica valutaria grazie al livello minimo del cambio, ipotizziamo che questa tendenza proseguirà anche nel 2014. 30 25 20 15 10 5 2008 2009 [email protected] Fonte: Banca Nazionale Svizzera Al limite delle capacità Investimenti edilizi 2010 2011 2012 Crescita trimestrale destagionalizzata e non, in mio. di CHF. Nei primi tre trimestri del 2013 gli investimenti edilizi superavano già del 3% quelli nel corrispondente periodo dell'anno precedente. Essi sono quindi sulla buona strada per compensare quest'anno la flessione del 2012, che era stata difficilmente spiegabile. Ciononostante, la crescita potrebbe essere attualmente più elevata: soprattutto nell'edilizia le capacità ridotte determinano il fatto che non si riesca a far fronte contemporaneamente ai numerosi progetti nei settori edilizia residenziale, per finalità economiche ed edilizia pubblica e che i lavori inevasi continuino a crescere. Insieme all'edilizia del sottosuolo, che beneficia di una solida domanda, nel 2014 dovrebbe essere comunque possibile una crescita degli investimenti del 2% in termini reali. 13.500 13.000 12.500 12.000 11.500 11.000 10.500 10.000 9.500 9.000 2000 [email protected] Credit Suisse I Dicembre 2013 2002 2004 2006 2008 2010 2012 Fonte: SECO 10 Swiss Issues Congiuntura Settori Tecnologia medicale: gli anni d'oro sono ormai un ricordo La crescente pressione sul piano dei prezzi e della regolamentazione e una scarsa diversificazione geografica pongono le aziende elvetiche che fabbricano prodotti correlati alla tecnologia medicale dinnanzi a delle sfide. Il settore, un tempo fiorente, cresce molto più lentamente Il comparto della tecnologia medicale elvetico è stato per diversi anni un successo unico: nel settore, tassi di crescita a due cifre percentuali erano ampiamente diffusi prima della crisi finanziaria. Fatta eccezione per l'industria farmaceutica, nel periodo 2000-2008 nessun altro settore attivo nell’export ha registrato una crescita delle esportazioni tanto elevata quanto quella della tecnologia medicale (+12% all'anno). Tuttavia, dal 2009, la crescita ha subito un notevole freno e i volumi delle esportazioni sono persino temporaneamente diminuiti (v. fig. 1). Per quale motivo il quadro si è offuscato a tal punto? Maggiore pressione sui prezzi nel settore Ciò è da attribuirsi a condizioni di base in rapido peggioramento e alla crescente pressione sui prezzi. Negli ultimi quattro anni la domanda reale per i prodotti medici è sì cresciuta, ma nel contempo, in media, i prezzi dei produttori sono calati di circa il 2% all'anno (v. fig. 1); fatturati e margini sono stati oggetto di pressione. Quale comparto che rifornisce il settore sanitario, la tecnologia medicale risente della crescente pressione sui costi riscontrabile in molti casi in tutto il mondo. Le condizioni di rimborso più restrittive delle prestazioni mediche e i maggiori impulsi al risparmiare per i soggetti che forniscono prestazioni nel settore sanitario (ad es. tramite l'introduzione delle somme forfettarie per caso nel 2012) determinano un'elevata sensibilità dei clienti ai prezzi. Crescono anche le richieste di sicurezza ed efficacia. A livello globale si riscontra un trend di intensificazione dei requisiti correlati alle autorizzazioni. Ciò, non da ultimo, a seguito dei recenti scandali correlati a impianti al seno e protesi alle ginocchia dannosi per la salute. Occorre accedere a nuovi mercati di sbocco Di recente anche la notevole focalizzazione sull'Europa e sugli USA si è rivelata negativa per il settore per via della debole congiuntura registrata in questi paesi e della solidità del franco (v. fig. 2); quest'orientamento potrebbe rappresentare anche in futuro un freno alla crescita . Al contrario, a offrire un notevole potenziale sono i paesi emergenti, in cui crescono i redditi e la pressione sul piano dei costi è più bassa. Tuttavia l'accesso a questi mercati è legato anche a delle sfide: paesi come Cina o Brasile si distinguono per le elevate barriere d'ingresso al mercato per i prodotti medici stranieri. In parallelo, aumenta la concorrenza delle società interne che offrono tecnologia medicale a prezzi più economici. Per il comparto della tecnologia medicale elvetico gli anni di magra dovrebbero protrarsi ancora un po'. [email protected] Figura 1 Figura 2 Calo della crescita, riduzione dei prezzi dei produttori Tre quarti delle esportazioni destinati a Europa e USA Export in mia. di CHF (somma di 4 quartali); Prezzi (dal 2004): YoY in % Percentuale delle esportazioni nominali; Europa: paesi UE/AELS 11 Prezzi produttori (asse di destra) 3% Esportazioni Europa 10 2% 9 1% 8 0% 7 -1% 6 -2% 40% 5 -3% 30% 4 -4% 3 -5% 2001 2003 2005 2007 2009 2011 Fonte: Amministrazione federale delle dogane, UST, Credit Suisse Credit Suisse I Dicembre 2013 2013 USA Altri paesi industrializzati BRIC Altri paesi non industrializzati 100% 90% 80% 70% 60% 50% 20% 10% 0% 2001 2003 2005 2007 2009 2011 2013 Fonte: Amministrazione federale delle dogane, Credit Suisse 11 Swiss Issues Congiuntura Settori I Monitor Stentata ripresa della congiuntura industriale Situazione commerciale nell'industria Saldo valutazioni positive e negative in punti percentuali 40 20 06.13 07.13 08.13 09.13 10.13 0 -20 -40 -60 Industria chimica/farmaceutica Industria orologiera Industria alimentare Industria dei metalli Industria del legno Industria complessiva Materie plastiche Elettro./strumenti di precisione Industria delle macchine Stampa Industria della carta -80 Industria tessile La situazione nell'industria resta poco brillante. A parte poche eccezioni (settori alimentare, chimico-farmaceutico, orologiero), le aziende in tutti i settori continuano a ritenere che la propria situazione commerciale sia prevalentemente negativa o appena soddisfacente. Tuttavia, in autunno, in alcuni casi i giudizi sono migliori rispetto all'inizio dell'estate. Così, ad esempio, nel comparto dell'industria meccanica il rialzo delle esportazioni determina un miglioramento del sentiment. Sono invece ancora fortemente sotto pressione i settori strutturalmente deboli. Nei prossimi mesi ci attendiamo una dinamica più sostenuta dell'industria, non da ultimo grazie alla ripresa congiunturale in Europa e negli USA. [email protected] Fonte: Centro di ricerca congiunturale del Politecnico federale di Zurigo (KOF), Credit Suisse La forbice nei settori dell’export continua a chiudersi Esportazioni in base agli aggregati settoriali Contributi alla crescita in punti percentuali (YoY). Base: media su 12 mesi Nel terzo trimestre si è chiusa la forbice tra i settori che esportano. Quasi tutti i comparti di grandi dimensioni hanno registrato un aumento delle esportazioni (risp. all'a. p.). In particolare nell'industria metalmeccanica ed elettrica, da tempo in difficoltà, si rilevano segnali di un raggiungimento di un minimo stabile, o addirittura di una ripresa. Inoltre è migliorata leggermente la dinamica nell'industria orologiera, dopo una lunga fase di indebolimento. L'industria farmaceutica, nonostante un leggero calo della dinamica, continua a rappresentare il principale pilastro della crescita delle esportazioni svizzere. Nei prossimi mesi l’export dovrebbe registrare un leggero incremento della dinamica sospinto dalla congiuntura. Resto (senza corrente) Orologi e strumenti di precisione Industra elettronica e metalmeccanica Chimico-farmaceutico Totale (senza corrente) 15% 10% 5% 0% -5% -10% -15% 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 [email protected] Fonte: Amministrazione federale delle dogane, Credit Suisse Debole commercio al dettaglio, turismo positivo Fatturati nel commercio al dettaglio e pernottamenti Variazione percentuale rispetto all'anno precedente. Base: media a 3 mesi La modesta crescita dei fatturati dello 0,3% (genn.-ago. 2013 risp. all'a. p.) nel commercio al dettaglio è da ricondursi principalmente al settore alimentare. I fatturati nel settore sono diminuiti a causa dell'erosione dei prezzi (–0,3%). Il settore alberghiero ha tratto vantaggio dalle buone condizioni meteorologiche estive (pernottamenti nei mesi giu.-ago. 2013 +5,8% risp. a. p.). Il rialzo maggiore è stato registrato dai pernottamenti degli ospiti cinesi (+32%) e dell'Arabia Saudita (+23). I pernottamenti degli svizzeri sono saliti del 4%. Grazie al positivo andamento congiunturale in patria e all'estero i fatturati nel commercio al dettaglio e nel settore alberghiero dovrebbero crescere leggermente nel 2014. 15% Fatturati nominali commercio al dettaglio 10% 5% 0% -5% -10% 2007 [email protected] Credit Suisse I Dicembre 2013 Pernottamenti 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Ufficio Federale di Statistica, Credit Suisse 12 Swiss Issues Congiuntura Dibattito stabilità finanziaria Il superciclo e come tenerlo sotto controllo Il superciclo è caratterizzato principalmente da un boom immobiliare. Il suo scoppio potrebbe mettere in difficoltà non solo i proprietari, ma soprattutto le banche che erogano crediti. Come si sviluppano i rischi e qual è l'effetto delle contromisure? Boom immobiliare sospinto dai tassi pari a zero Dal 2004 la Svizzera beneficia di un consistente boom immobiliare. Il fatto che i prezzi crescano più velocemente dei redditi e delle nuove locazioni (v. fig. 1) segnala degli squilibri economici. Tuttavia essi sono ancora meno marcati rispetto agli eccessi riscontrabili prima della crisi finanziaria in paesi come USA, Irlanda o Spagna. Ragioni strutturali, come il trend di incremento degli immobili di proprietà, la crescita demografica sospinta dall'immigrazione e la situazione congiunturale estremamente positiva fino alla crisi finanziaria, spiegano in parte la crescita della domanda. Poiché i terreni scarseggiano e l’edilizia reagisce ai cambiamenti solo in modo esitante, la logica conseguenza è rappresentata da un rialzo dei prezzi. Tuttavia appare anche chiaro che, dal 2009, la politica della Banca nazionale svizzera (BNS), caratterizzata da tassi pari a zero, ha un ruolo decisivo per l'eccessiva domanda. Tra l'autunno 2008 e l’autunno 2013 i tassi ipotecari medi sono calati (a livello nominale) da poco meno del 3,5% al 2,1%1. I vantaggiosi tassi ipotecari hanno alimentato acquisti immobiliari finanziati da fonti esterne, il che, tra l'altro, trova riflesso nella solida crescita dei crediti ipotecari, che da un po' di tempo si attesta al di sopra di quella economica. Così aumentano i potenziali rischi per i debitori ipotecari. Laddove il tasso medio salisse di un punto percentuale, dall'attuale 2,1% al 3,1%, l'onere annuale per i debitori aumenterebbe di CHF 6.4 mia., una cifra che corrisponde all'1,1% del prodotto interno lordo (PIL). Rischi per la stabilità sia per i mutuatari che per le banche Quest'elevata sensibilità ai tassi delle economie domestiche rappresenta un potenziale rischio per la stabilità, sebbene oggi la quota delle ipoteche fix, pari a poco meno dell'80%, sia nettamente più elevata di prima e contribuisca ad ammortizzare gli effetti degli incrementi dei tassi per le economie domestiche. Le banche hanno reagito a questo rischio e, a metà 2012, hanno stabilito, nell'ambito di un'autoregolamentazione, delle disposizioni più rigide per i mezzi propri minimi dei mutuatari, oltre che un obbligo di ammortamento. Tuttavia, dal punto di vista della stabilità finanziaria, a generare dei timori è soprattutto l'esposizione delle banche verso il mercato immobiliare. Le attività ipotecarie rappresentano per le banche regionali e anche per Raiffeisen più dell'80% del totale di bilancio e, per le banche cantonali, la rispettiva quota è superiore al Figura 1 Figura 2 Prezzi delle proprietà più dinamici dei rispettivi fattori di base Crescita vivace delle ipoteche erogate Indice 2004 = 100 Indice 2004 = 100 150 Nuove locazioni (appartamenti) Prezzi delle proprietà (appartamenti) 140 Salari 200 190 Raiffeisen Banche regionali Grandi banche PIL nominale 180 170 130 160 150 120 140 110 130 120 100 110 90 2004 2006 2008 2010 2012 Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Ufficio Federale di Statistica, Credit Suisse 1 100 2004 2006 2008 2010 2012 Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Bloomberg, Datastream, Credit Suisse Sebbene anche l'inflazione abbia registrato una flessione, i beneficiari di ipoteche hanno comunque inteso le flessioni dei tassi come cali reali poiché le previsioni sull'inflazione sono stabili. Credit Suisse I Dicembre 2013 13 Swiss Issues Congiuntura 60%. Sebbene le percentuali negli ultimi anni siano rimaste abbastanza stabili, i prestiti erogati da questi istituti sono cresciuti in modo nettamente più rapido rispetto al PIL (v. fig. 2). Nel caso delle due grandi banche svizzere i crediti ipotecari sono pari a meno di un quinto del bilancio e sono cresciuti in modo nettamente più lento. Tuttavia anche questi istituti presentano un'esposizione consistente, poiché erogano quasi un terzo di tutte le ipoteche a livello nazionale.2 Più ipoteche concesse alle PMI di dimensioni più piccole nel settore edilizio Individuiamo un rischio, che finora è stato considerato poco, nel crescente indebitamento ipotecario delle PMI nel recente passato. Mentre ristagna la crescita dei crediti aziendali complessivi, anche a favore delle PMI, dal 2007 aumentano in modo ancor più rapido le ipoteche concesse alle aziende rispetto a quelle a favore delle economie domestiche (v. fig. 3). Nel contempo i crediti ipotecari alle imprese rappresentano un quarto di tutte le ipoteche in essere. Tre quarti dei crediti ipotecari delle PMI vengono richiesti da aziende avendo un organico costituito da meno di dieci collaboratori (v. fig. 4). Diversi dati, tra cui la statistica sui crediti della BNS, la statistica sulla demografia delle imprese dell'Ufficio federale di statistica e gli andamenti occupazionali settoriali indicano che molti debitori ipotecari costituiti da PMI sono developer immobiliari e aziende simili operanti in un comparto affine a quello edilizio. Ciò interessa meno, invece, il comparto esecutivo. Dal momento che la gran parte delle società, in virtù della ridotta responsabilità dei relativi titolari in presenza di consistenti flessioni sul mercato immobiliare, andrebbe a limitare maggiormente l'utilizzo delle proprie ipoteche rispetto ai privati, a nostro giudizio quest'andamento fa crescere il rischio di stabilità derivante dal boom immobiliare. BNS focalizzata sulla stabilità finanziaria, non sugli immobili di per sé Il fatto che i regolatori abbiano dovuto reagire ai crescenti rischi è evidente. Appare chiaro che la BNS ha le mani legate in riferimento a dei rialzi dei tassi stabilizzanti, considerando il quadro globale caratterizzato da interessi pari a zero presente ormai da diversi anni. Infatti, una conseguenza di tutto questo sarebbe una pressione di rivalutazione sul franco. Tuttavia appare anche chiaro che, di per sé, il compito della BNS non può essere quello di intervenire direttamente sull'andamento dei prezzi immobiliari. Essa deve invece semplicemente mitigare il pericolo che ne deriva per la stabilità finanziaria. Tali provvedimenti devono quindi essere implementati nel settore della concessione dei crediti a opera delle banche. Meno di un anno fa il Consiglio federale, su raccomandazione della BNS, ha annunciato di voler attivare il «cuscinetto anticiclico di capitale» (cuscinetto di capitale), che da ultimo è entrato in vigore il 30 settembre. Da allora le banche devono rinforzare tutti i crediti ipotecari per il finanziamento di immobili residenziali in Svizzera, quindi non solo quelli stipulati di recente, con un 1% in più di capitale. Secondo i nostri calcoli, dal cuscinetto di capitale risulta un ulteriore fabbisogno di capitale proprio delle banche pari a quasi 2 mia. di CHF. Ciò corrisponde indicativamente all'1,3% del capitale proprio complessivo a fine 2012. A prima vista ciò sembra molto poco. Il fatto che, a quanto sembra, i margini di interesse lordi (tasso di interesse ipotecario - livello dei tassi) delle banche, dall'annuncio del cuscinetto di capitale, non si sono ampliati va nella stessa direzione. Secondo il servizio di raffronto via Internet Comparis.ch, un anno fa un'ipoteca a dieci anni costava in media (considerando tut- Figura 3 Figura 4 Sempre più ipoteche erogate alle PMI Sono soprattutto le PMI più piccole a chiedere ipoteche Crescita percentuale rispetto all'anno precedente Crediti ipotecari in miliardi di CHF 250 6,0 Famiglie PMI Totale KMU < 10 collaboratori 5,0 KMU ≥ 10 collaboratori 200 4,0 3,0 150 2,0 100 1,0 0 50 -1,0 -2,0 2004 2006 2008 2010 2012 Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Datastream, Credit Suisse 2 0 2007 2009 2011 2013 Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Datastream, Credit Suisse Dalla crisi finanziaria le quote dei crediti ipotecari sui bilanci delle banche di grandi dimensioni sono aumentate in modo consistente. Ciò però è da ricondursi innanzitutto alla riduzione di altre poste di bilancio a seguito del ridimensionamento dell'Investment Banking. Credit Suisse I Dicembre 2013 14 Swiss Issues Congiuntura te le banche) il 2,1%, mentre una quinquennale l'1,4%. Oggi i tassi d'interesse per queste scadenze ammontano al 2,6%, risp. all'1,9%. La crescita di 0,5 punti percentuali è abbastanza in linea con quella del tasso d'interesse generale in Svizzera. Ancora nessuna evidenza chiara di un rincaro delle ipoteche Anche partendo dal presupposto che l'incremento del capitale proprio accresca proporzionalmente i costi di finanziamento delle banche, sulla base dei nostri calcoli i costi delle nuove ipoteche crescerebbero solamente di 0,1-0,2 punti percentuali. Una variazione così bassa è difficile da rilevare, tanto più che il lasso temporale dall'implementazione è estremamente breve e la traslazione dei costi dipende dalla strategia commerciale delle banche. Dello stesso parere sembrano gli auspici figurando nello studio della Banca dei Regolamenti Internazionali (BRI) attestando una possibile efficienza degli strumenti regolamentari sul mercato immobiliare. LA BRI conclude che delle misure, da parte della domanda tali l'incremento del capitale proprio minimo dei beneficiari di credito, siano più maneggevoli che degli strumenti da parte delle proposte, il cuscinetto di capitale essendone uno. Tuttavia è assolutamente ipotizzabile che l'introduzione del cuscinetto di capitale possa aver almeno contribuito a bloccare il continuo calo dei margini lordi delle banche. Essi avevano infatti evidenziato una tendenza chiaramente negativa prima dell'annuncio del cuscinetto di capitale. La BNS dovrebbe chiedere un incremento del cuscinetto di capitale… Il cuscinetto di capitale dovrebbe perlomeno aver modificato gli impulsi nella direzione voluta dalla BNS: le banche detengono più capitale, i margini si sono stabilizzati e la concessione di crediti ipotecari dovrebbe essere diventata meno interessante sul piano relativo. Tuttavia il cuscinetto di capitale non ha (ancora?) realmente raggiunto il debitore ipotecario. Perciò altri andamenti, come ad esempio la cosidetta autoregolamentazione delle banche nel caso dei nuclei familiari privati, hanno determinato una leggera flessione della crescita e quindi, almeno in parte, una stabilizzazione (v. «Monitor immobiliare» a pag. 20). Al contrario, nello stesso periodo di tempo è aumentata la crescita delle ipoteche destinate alle imprese, come indicato sopra. Ciò fa temere che in un primo momento i rischi per la stabilità finanziaria cresceranno ancora. Stante così la situazione, e sapendo che la medicina prescelta avrà un effetto omeopatico, si deve ipotizzare che la BNS chiederà presto al Consiglio federale un incremento del cuscinetto di capitale. Così da ottenere un margine di manovra per proseguire nella politica dei tassi pari a zero, che è piuttosto problematica per la stabilità finanziaria, ma che appare ancora necessaria per il mantenimento del livello minimo con l'euro, e quindi per evitare una spinta alla rivalutazione potenzialmente deflazionistica. … ma non prima di metà febbraio 2014 Premesso che il Consiglio federale segua l'argomentazione della BNS, il focus si sposterebbe sulla tempistica dell'annuncio. La BNS, risp. il Consiglio federale, nell'ambito dell'annuncio dell'incremento del cuscinetto di capitale, dovrebbero prestare una certa attenzione alle banche, risp. alle relative assemblee degli azionisti. L'annuncio avverrà, nel migliore dei casi, con un sufficiente anticipo rispetto alle assemblee degli azionisti in primavera. Così le banche hanno la possibilità di alimentare i nuovi requisiti per il capitale tramite minori distribuzioni dei dividendi, per cui è necessaria una decisione degli azionisti. Inoltre dovrebbe essere atteso il risultato delle votazioni del 9 febbraio 2014, poiché un'eventuale approvazione dell'iniziativa contro l'«immigrazione di massa» determinerebbe sul mercato immobiliare e creditizio una situazione di partenza nuova. A nostro giudizio, l'annuncio dell'incremento del cuscinetto di capitale avverrà quindi a metà febbraio del prossimo anno. In questo modo dovrebbero venir garantiti un ulteriore passaggio verso il rafforzamento della stabilità finanziaria e almeno un piccolo contributo per tenere sotto controllo il superciclo svizzero. [email protected] [email protected] Ringraziamo Christine Schmid, Christian Kraft e Maxime Botteron per i loro contributi. Credit Suisse I Dicembre 2013 15 Swiss Issues Congiuntura Politica monetaria «Forward guidance» in Svizzera? La nostra breve analisi suggerisce che le previsioni della Banca nazionale svizzera (BNS) sull'inflazione non hanno fornito elementi particolarmente utili per la «forward guidance» della sua politica in materia di tassi d'interesse. Questo anche prima che venisse introdotto il target esplicito per il tasso di cambio. Le previsioni sull’inflazione della BNS non hanno rappresentato segnali utili per la politica in materia di tassi d'interesse Tentando di mantenere bassi i rendimenti delle obbligazioni al fine di stimolare l'economia, la Fed ha iniziato a collegare il corso futuro dei tassi d'interesse a breve termine ai dati macroeconomici (in questo caso il tasso di disoccupazione). Ciò ha assunto il nome di «forward guidance». In Svizzera, la BNS enfatizza molto le sue attese sull'inflazione, pubblicando su base regolare una previsione per il rispettivo andamento. Se queste previsioni fossero intese come «forward guidance», bisognerebbe attendersi una reazione automatica da parte della BNS ogniqualvolta le previsioni implicassero una minaccia alla stabilità dei prezzi. Tuttavia, nell'ultimo decennio, questa semplice regola è stata disattesa, il che suggerisce che le previsioni sull'inflazione della BNS non possono essere equiparate a una forward guidance «classica». Inoltre, conferma che l'obiettivo della stabilità dei prezzi non è l'unico fattore a determinare la politica monetaria svizzera. Fino a fine 2009, la politica della BNS comprendeva condizioni economiche più ampie Oltre ad assicurare la stabilità dei prezzi, il mandato della BNS è anche quello di «tenere in debito conto gli sviluppi economici». Dalla figura 2 si evince che proprio una combinazione di condizioni economiche, in base a quanto rilevato dall'indice dei direttori d'acquisto (PMI), e di previsioni sull'inflazione contribuisce a configurare i tassi di riferimento della BNS: fino a fine 2009, la BNS alzava il tasso di riferimento quando la media mobile su 3 mesi del PMI era al di sopra di 55 punti e la sua previsione relativa all'inflazione sul lungo termine era superiore all'1,5%. Ma non è emerso alcun modello in riferimento ai tagli dei tassi d'interesse. Il target del tasso di cambio per l'EUR ha sostituito la forward guidance basata sui dati economici Tuttavia, con l'introduzione del tasso di cambio target per l'EUR a metà 2011, la BNS ha dovuto abbandonare questo corso politico. Al fine di evitare un apprezzamento del franco, la banca centrale è stata costretta a mantenere il tasso di riferimento prossimo allo zero, vale a dire il tasso d'interesse è diventato «endogeno». Il vecchio corso politico della BNS potrebbe tornare in auge in futuro. Di contro, se il focus sul tasso di cambio non può essere allentato, a un certo punto la BNS potrebbe avere la necessità di fornire una forward guidance in questo senso, vale a dire spiegare ai mercati in presenza di quali condizioni economiche andrebbe a modificare il suo target per il tasso di cambio. [email protected] Figura 1 Figura 2 Previsioni sull'inflazione e tasso di riferimento della BNS Decisioni sui tassi d'interesse della BNS In % Le decisioni sui tassi d'interesse della BNS dipendevano in passato dalle previsioni sull'inflazione e dalla media mobile a 3 mesi del PMI Previsioni inflazionistiche a più lungo termine della BNS 3.5 3.0 2.5 2.0 1.5 1.0 0.5 0 2003 2005 Tasso di riferimento BNS 2007 2009 2011 2013 Previsioni inflazionistiche a più lungo termine della BNS Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Datastream, Credit Suisse Credit Suisse I Dicembre 2013 3.5 3.0 2.5 2.0 1.5 1.0 Taglio Invariata Invariata (dal 2010) Aumento 0.5 0.0 30 40 50 Indice dei direttori d'acquisto 60 70 Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Datastream, Credit Suisse 16 Swiss Issues Congiuntura Politica monetaria I Monitor Flessione delle riserve d'oro del 21% per via della valutazione Patrimonio della BNS sostanzialmente invariato In mia. di CHF Negli ultimi mesi le riserve in valuta estera della Banca nazionale svizzera sono rimaste sostanzialmente le stesse. Per oltre un anno la BNS non è intervenuta sui mercati valutari per garantire il tasso di cambio minimo per la coppia EUR/CHF. Ciononostante, il patrimonio della banca centrale è leggermente calato, riflettendo la consistente flessione dei prezzi dell'oro. In base agli ultimi dati di ottobre 2013, la valutazione delle riserve d'oro è scesa del 21% da fine 2012, un ribasso che verrà registrato come perdita dalla BNS. 600 Altri asset Riserve in valuta estera Oro 500 400 300 200 100 0 2005 2007 2009 2011 2013 [email protected] Fonte: Datastream, Credit Suisse Normalizzazione dei flussi di capitali Bilancia dei pagamenti in diversi range temporali In mia. di CHF Prima del 2009, il surplus delle partite correnti svizzero (sezione blu del grafico) è stato «riciclato» dal settore privato (sezione grigia), vale a dire il settore privato ha reinvestito gli utili generati dalle esportazioni e dal patrimonio detenuto al di fuori della Svizzera. Considerando la crisi globale e il quadro incerto, il settore privato non ha reinvestito questi utili all'estero. Inoltre ha rimpatriato il patrimonio estero, generando ulteriori afflussi di capitale. La BNS è dovuta intervenire (sezione rossa) vendendo CHF, ed esportando quindi capitale. Quest'anno, fino a questo momento, la situazione sembra essersi normalizzata, poiché il settore privato sta nuovamente esportando capitale (la sezione in grigio è tornata nuovamente in negativo). 500 Quadro normale Normalizzazione? Quadro normale 250 0 -250 -500 Partite correnti Flussi di capitale (escluse riserve) Riserve 2001-2004 2005-2008 2009-2012 Q1-Q2 2013 [email protected] Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Credit Suisse Rallentamento della crescita della massa monetaria Visibile rallentamento della crescita della massa monetaria In %, YoY La massa monetaria (l'aggregato M3 più ampio) è aumentata parecchio a partire dal 2010, andando a riflettere una consistente crescita dei crediti (e in particolare delle ipoteche), e forse implicando dei rischi per l'inflazione sul lungo termine. Tuttavia i dati più recenti segnalano un significativo rallentamento. Un effetto statistico spiega in parte questo trend. A PostFinance è stata concessa una licenza bancaria nel giugno 2013, che ha prodotto delle variazioni nella struttura della massa monetaria, andandone quindi a influenzare il tasso di crescita. Ciononostante, il rallentamento trova altresì conferma nei dati di frequenza più elevati ed è in linea con il rallentamento della crescita dei crediti. 14 10 8 6 4 2 0 2006 [email protected] Credit Suisse I Dicembre 2013 Crescita della massa monetaria nominale (M3) 12 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Credit Suisse 17 Swiss Issues Congiuntura Minori aspettative sui mercati obbligazionari Rendimenti obbligazionari in leggero trend rialzista Rendimenti dei titoli di Stato a 10 anni, in % A livello globale, i tassi d'interesse a medio e più lungo termine dovrebbero salire nel breve termine, anche se non in modo significativo e nonostante i tassi a zero. Con ciò, anche nel 2014 la performance delle obbligazioni convenzionali, comprese quelle societarie, risulterebbe scarsa. Consideriamo le obbligazioni con rating elevato, soprattutto di paesi core come USA, Germania e Svizzera, poco interessanti e continuiamo a consigliare investimenti nelle qualità di credito medie, con durate da brevi a medie, che presentano ancora un rendimento aggiuntivo. I default dovrebbero rimanere a livelli moderati, in un contesto caratterizzato da una crescita economica in ulteriore aumento. 5,0 Germania 4,5 Svizzera 4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 0,5 0 2005 2007 2009 2011 2013 [email protected] Fonte: Bloomberg, Credit Suisse Il mercato azionario svizzero perde terreno Gli indici anticipatori indicano una ripresa degli utili in Europa Purchasing Managers' Index > 50 = crescità; Utili YoY in % Mentre nei primi mesi dell'anno le azioni svizzere avevano registrato risultati migliori di quelli del mercato azionario globale, l'SMI è in ritardo da maggio rispetto alla maggior parte dei principali indici azionari. La politica monetaria estremamente espansiva e la crescente propensione al rischio di molti investitori favoriscono i mercati più ciclici. I valori difensivi, preponderanti nell'SMI, sono attualmente meno richiesti. Alla luce della ripresa della crescita economica da noi attesa per il prossimo anno, questo quadro dovrebbe rimanere invariato e l'SMI continuare a essere annoverato tra i perdenti relativi. 65 45 60 30 55 15 50 0 45 -15 40 35 -30 PMI ind. trasformazione della zona dell'euro Euro Stoxx 50 - Ind. prossimi 12m (scala destra) 30 2003 -45 -60 2005 2007 2009 2011 2013 [email protected] Fonte: Bloomberg, Datastream, Credit Suisse EUR/CHF: quasi nessun potenziale di rialzo EUR/CHF: quasi non sostenuto dal differenziale dei tassi EUR/CHF Per il prossimo anno prevediamo un potenziale di rialzo limitato per il cambio EUR/CHF e attendiamo un movimento laterale all'interno della fascia di negoziazione compresa approssimativamente tra 1.20 e 1.25. Innanzitutto, il franco è valutato in modo neutrale secondo i nostri modelli di valutazione. In secondo luogo, con la riduzione dei tassi della BCE, il differenziale dei tassi si è ridotto, mantenendo conseguentemente bassi i costi di copertura. Infine, i deflussi di capitale dalla Svizzera dovrebbero continuare a essere solo limitati. Partiamo dal presupposto che la BNS manterrà il cambio minimo con l'EUR anche nel 2014. Raccomandiamo pertanto di effettuare una copertura del cambio EUR/CHF nelle fasi di forza. 1,7 1,6 Credit Suisse I Dicembre 2013 2,0 1,5 1,5 1,4 1,3 1,0 1,2 Cambio EUR/CHF 1,1 1,0 2005 [email protected] 2,5 0,5 Swap 2a meno CHF (scala destra) 0 2007 2009 2011 2013 Fonte: Bloomberg, Credit Suisse 18 Swiss Issues Congiuntura Immobili Molti appartamenti destinati a locazione fuori dai centri Fuga degli investitori per via del surriscaldamento determinato dalla domanda nei centri. Ciò accelera la costruzione di appartamenti destinati a locazione presso le località decentrali. Si materializza il pericolo di un eccesso di offerta. Massimo sul lungo termine nella costruzione di appartamenti destinati a locazione In Svizzera vengono costruiti parecchi appartamenti. Non solo di proprietà, che godono di una solida domanda per via del basso livello dei tassi, ma anche appartamenti destinati a locazione. A fronte di una stima di 25'000 unità dotate di un permesso edilizio (somma annuale), il segmento degli appartamenti destinati a locazione, incidendo per più del 40% su tutti gli appartamenti e le abitazioni previsti, segna addirittura un massimo sul lungo termine (v. fig. 1). Attualmente, dai 40'000 ai 50'000 appartamenti complessivi destinati a locazione dovrebbero trovarsi in fase di costruzione o di pianificazione avanzata. Il principale motivo di questa solida dinamica è la previsione di un rendimento tuttora nettamente più elevato degli immobili destinati a locazione rispetto soprattutto agli investimenti a reddito fisso. In particolare, dalla flessione dei tassi nel 2009, il mercato degli immobili a uso residenziale, caratterizzato per un decennio da un'elevata stabilità, è finito al centro dell'attenzione dei developer immobiliari e di diversi investitori. Primi segnali di un'eccessiva attività edilizia Considerando che un nucleo familiare medio è composto da 2.2 persone, gli appartamenti destinati a locazione attualmente in costruzione dovrebbero assicurare una casa a poco meno di 90'000 persone – un dato leggermente al di sopra rispetto all'elevata crescita delle popolazione media degli ultimi quattro anni (83'000) determinata dall'immigrazione. Ma non tutte le economie domestiche sono alla ricerca di un appartamento in affitto, e molte attualmente preferiscono abitazioni di proprietà. Così, verosimilmente, nei prossimi anni si registreranno tassi di sfitto in moderata crescita, nonostante l'immigrazione costantemente elevata. Essi registreranno un andamento analogo a quello dell'attività edilizia, diversa in base alle regioni. Infatti i developer e gli investitori, come anche chi vuole acquistare casa, sono alla ricerca di terreni edificabili a buon prezzo in posizioni decentrali, ma collegate in modo ottimale alla rete dei trasporti. Di conseguenza sono in via di progettazione numerosi appartamenti destinati a locazione dall'Argovia settentrionale scendendo a sud fino all'Alto Vallese (v. fig. 2). In virtù dell'elevata disponibilità di terreni edificabili su base comparativa in molte di queste regioni, si dovrebbe riuscire, almeno in parte, a realizzare gli spazi residenziali a prezzi vantaggiosi richiesti in molti luoghi. Il rovescio della medaglia sarà costituito dalle lunghe tratte per i pendolari verso i grandi centri del mercato del lavoro, da un'attività edilizia in parte eccessiva e da un incremento dei tassi di sfitto. [email protected] Figura 1 Figura 2 Appartamenti autorizzati, secondo la forma abitativa Dinamica regionale appartamenti destinati a locazione In unità abitative; totale mobile su dodici mesi Scostamento in % del numero di appartamenti destinati a locazione in progetto negli ultimi 12 mesi rispetto alla media degli ultimi 10 anni 70.000 60.000 Appart. dest. a locaz. Case unifamiliari Totale richieste edilizie > 200% Appartamenti di proprietà Totale permessi 101% - 200% 56% - 100% 1% - 55% -39% - 0% 50.000 < -40% 40.000 30.000 20.000 10.000 0 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Fonte: Baublatt, Credit Suisse Credit Suisse I Dicembre 2013 0 20 40 km Fonte: Baublatt, Credit Suisse 19 Swiss Issues Congiuntura Immobili I Monitor Leggero indebolimento della dinamica dei prezzi per le proprietà residenziali Andamento dei prezzi delle proprietà residenziali Indicatore combinato case monofamiliari e appartamenti di proprietà Il leggero rialzo dei tassi d'interesse, l'autoregolamentazione, l'alto livello dei prezzi e la crescente offerta riportano la calma sul mercato delle proprietà residenziali. Tuttavia sarebbe prematuro parlare di un'inversione di tendenza del trend. L'aumento dei prezzi degli ultimi dieci anni può essere suddiviso in due fasi: dal 2003 al 2008 la dinamica dei prezzi è stata caratterizzata da effetti di ripresa e da una solida congiuntura a fronte di interessi tendenzialmente in crescita. Con la crisi finanziaria, i prezzi delle proprietà residenziali – sospinti dagli interessi a minimi record e da un'assenza di attraenti alternative d'investimento – hanno cominciato a scostarsi dall'andamento economico generale. 170 14% Variazione dei prezzi in % (YoY, scala di destra) 160 12% Indice dei prezzi (1Q/2000 = 100) 150 10% 140 8% 130 6% 120 4% 110 2% 100 0% 90 -2% 2000 2002 2004 2006 [email protected] Fonte: Wüest & Partner, Credit Suisse Parziale normalizzazione dei tassi d'interesse ipotecari Tassi ipotecari 2008 2010 2012 Tassi di nuove stipule in %; punti: valori previsioni a 3, 6 e 12 mesi Riteniamo che la BNS proseguirà nella sua politica caratterizzata da bassi interessi, per cui l'ipoteca flex-rollover dovrebbe mantenersi al minimo record dell'1,1%. Tuttavia la discussione sull'inasprimento della politica monetaria negli USA ci ricorda che la politica monetaria ultraespansiva è limitata nel tempo. Ciò si ripercuote in una crescita dei tassi di interesse per le ipoteche fix. Prevediamo che il rialzo più consistente nei prossimi dodici mesi sarà registrato dall'ipoteca fix a 3 anni (ca. 75 punti base). Per salvaguardarsi dalle oscillazioni dei tassi restano interessanti le ipoteche fix sul lungo termine (a 10 anni), per cui prevediamo una crescita dei tassi di ca. 35 punti base. 7% Ipoteca fix 3 anni Ipoteca fix 5 anni Ipoteca fix 10 anni Ipoteca flex-rollover (Libor a 3 mesi) 6% 5% 4% 3% 2% 1% 0% 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 [email protected] Fonte: Datastream, Credit Suisse Ancora prezzi in salita per gli immobili che generano una rendita Andamento prezzi immobili che generano una rendita 2014 Indici dei prezzi 2002 = 100, Crescita dei prezzi immobili con una rendita Nell'ambito degli investimenti immobiliari svizzeri diretti, l'inversione di tendenza sul fronte dei tassi è ancora poco percepibile nei dati. La crescita dei prezzi ha registrato un leggero rallentamento, ma ciò è da ricondursi in parte a un effetto di base. Inoltre, i prezzi delle transazioni crescono ancora più delle locazioni, il cui rialzo viene mitigato dalla flessione del tasso d'interesse di riferimento (al settembre 2013: 2%). Un'inversione di tendenza non è ancora in vista. Tuttavia, per i prossimi dodici mesi, ipotizziamo – in virtù anche degli interessi leggermente in crescita e di un solido ampliamento dell'offerta – una dinamica dei prezzi più contenuta. 155 16% Variazione dei prezzi in % (YoY, scala di destra) Prezzi di transazione degli immobili da reddito Canoni locativi all’offerta corretti in funzione della qualità 150 145 14% 12% 140 10% 135 8% 130 6% 125 4% 120 2% 115 0% 110 -2% 105 -4% 100 -6% 95 -8% 2002 [email protected] Credit Suisse I Dicembre 2013 2004 2006 2008 2010 2012 Fonte: CIFI, Homegate, Credit Suisse 20 Swiss Issues Congiuntura Regioni Riforma imprese III: consenso tra i cantoni? Con la Riforma dell'imposizione delle imprese III è in gioco l'attrattiva della piazza Svizzera. I quesiti centrali sono comunque controversi e i cantoni ne risentono in maniera diversa. Imposta sugli utili: il fulcro della concorrenza fiscale… La Svizzera si trova di fronte a un bivio che ha un'importanza centrale nell'ambito della politica fiscale: in risposta alla crescente pressione internazionale, deve eliminare le disposizioni particolari esistenti nell'ambito dell'imposta sugli utili. Finora le società speciali hanno goduto a livello cantonale di una tassazione più bassa per gli utili conseguiti all'estero rispetto alle rispettive aliquote interne. UE e OCSE hanno apertamente criticato questo modello. In caso di un suo mantenimento si dovranno mettere in conto sanzioni e una perdita di reputazione. Alcuni cantoni vedono così venir meno uno strumento impiegato attivamente per far insediare società internazionali. Inoltre esiste il pericolo che le imprese interessate se ne vadano. … necessita di un adeguamento La Riforma dell'imposizione delle imprese III prevede l'eliminazione del criticato status fiscale cantonale. Due provvedimenti rivestono un'importanza centrale per salvaguardare l'attrattiva internazionale della piazza: la riduzione, indicativamente al 12–14% (compresa l'imposta federale diretta), delle aliquote ordinarie per l'imposta sugli utili e l'introduzione di nuove disposizioni particolari, come la «licence box» e un'imposta sugli utili con un adeguamento ai tassi d'interesse. Le licence box sono già in vigore in diversi stati dell'UE e nel Cantone di Nivaldo e consentono una tassazione privilegiata di determinati utili aziendali nel settore dei beni immateriali. L'imposta sugli utili con un adeguamento ai tassi d'interesse deve permettere una deduzione dell'imponibile per gli interessi sul capitale proprio dell'1–2%, e quindi garantire un pari trattamento sul piano fiscale del capitale proprio e di terzi. Entrambi i provvedimenti sono destinati soprattutto alle attività mobili di imprese con un'impronta internazionale.3 Maggiormente interessati i cantoni centrali Con la diminuzione delle aliquote fiscali si genererebbero consistenti «effetti fiscali». Infatti, ne trarrebbero vantaggio anche le società finora beneficiarie di una tassazione ordinaria. Sul fronte degli introiti dei cantoni la Riforma III avrebbe due effetti: una diminuzione degli introiti fiscali derivanti dalle società con una tassazione ordinaria – anche consistente, a seconda dell'attuale aliquota d'imposta, come nel caso del cantone di Ginevra. Nel frattempo cresce il rischio che le società che finora hanno goduto di un trattamento fiscale privilegiato trasferiscano i propri utili in altre località. In questo senso sono particolarmente esposte Basilea-Città, Zugo e Vaud. Figura 1 Società di status: disagio dei cantoni Aliquote imposta sugli utili: compresa imposta federale, valore target Riforma imposizione imprese III: 12–14% Aliquota dell'imposta sugli utili massima effettiva presso la sede principale 25% VS SO 20% GE ZH JU AG TI BL NE BE VD BS FR SG TG GR 15% UR AI SZ NW AR OW LU 10% GL ZG SH 5% 0% 0% 2% 4% 6% 8% 10% 12% 14% 16% 18% Quota degli utili determinanti delle persone giuridiche con status fiscale particolare rispetto al potenziale delle risorse Fonte: Amministrazione Federale delle Finanze, Hinny (2013), Credit Suisse 3 Le attività aziendali mobili richiedono personale e infrastrutture solo in misura ridotta. Pertanto possono essere trasferite in un'altra località con una spesa relativamente bassa, ad es. sedi centrali aziendali, commercio internazionale, amministrazione di licenze e diritti di marchio. Credit Suisse I Dicembre 2013 21 Swiss Issues Congiuntura La Riforma delle imprese III scombussola la perequazione finanziaria Secondo quanto prefigurato, ogni anno la riforma dovrebbe far convergere fino a 4 mia. di CHF in meno nelle casse cantonali e comunali. Considerando la situazione attuale, a risentire negativamente della Riforma III sono soprattutto i cantoni che dispongono di molte risorse, come ad es. Basilea-Città, Ginevra e Zugo. Considerando il reddito e gli utili tassabili, essi godono di una grande base imponibile. Nel pacchetto di riforma è pertanto prevista una perequazione, che andrebbe ad ammortizzare questi ammanchi di introiti di cantoni e comuni. Dal momento che ciò andrebbe a favore in particolare dei cantoni ricchi di risorse, si scontrerebbe inevitabilmente con l'attuale perequazione finanziaria (NPC). I cantoni con poche risorse perderebbero, nell'ambito della concorrenza fiscale a livello nazionale, il proprio asso nella manica costituito dalle «basse imposte sugli utili» e condividerebbero indirettamente le riduzioni delle aliquote altrove. Focus sulla piazza svizzera Laddove venissero rigorosamente salvaguardati gli interessi particolari dei cantoni, il Consiglio degli Stati e la maggioranza dei cantoni andrebbero a silurare sul piano politico un tale meccanismo di perequazione. Tuttavia riteniamo che restino intatte le chance a livello politico della Riforma III. L'attrattiva internazionale della Svizzera costituisce da ultimo un fondamento centrale del benessere interno. L'incertezza sul futuro in relazione alle imposte sulle società danneggia la piazza. Al fine di rafforzare la fiducia delle società domiciliate e che desiderano insediarsi, tale incertezza dovrebbe essere eliminata il più rapidamente possibile. Garantire l'attrattiva per le aziende attive a livello globale, e quindi i relativi posti di lavoro e i ricavi delle imposte, è da ultimo nell'interesse comune di tutti i cantoni, e ciò gioca a favore della riforma. A nostro giudizio sono scarse le alternative alla Riforma III. Pertanto riteniamo che le loro chance siano piuttosto ridotte (v. a questo proposito la sintesi sottostante sugli scenari alternativi). La decisione attesa per il 2014 Tuttavia la discussione sui singoli elementi della riforma risulterà controversa e porterà forse a soluzioni parziali. In modo meno sorprendente, la consultazione dei cantoni da parte della Confederazione mostra già interessi profondamente divergenti per quanto attiene al meccanismo di perequazione. Lo spazio di manovra dei cantoni sul piano finanziario è stato già fortemente limitato da altri progetti di riforma (finanziamento degli ospedali, riforma dell'imposizione delle imprese II, risanamento delle casse pensione cantonali). A compensazione del minor gettito, secondo la nostra valutazione diverranno pertanto necessari anche miglioramenti di efficienza, o persino maggiori imposte, ad es. in relazione all'imposta sul reddito. Solo la trattazione in Parlamento, in programma per il 2014, farà un po' di chiarezza. [email protected] [email protected] Sintesi: riforma dell'imposizione delle imprese III e altri scenari Riforma III: rapporto di maggio 2013 Vantaggi/opportunità 1. Eliminazione stato cantonale speciale - Conformità con l'UE/l'OCSE 2. Riduzione imposta sugli utili a livello cantonale - Sgravio delle imprese con un'imposizione fiscale ordinaria - Soluzione sostenibile sul lungo termine nei confronti dell'UE/dell'OCSE 3. Meccanismo di perequazione - Base necessaria per ribassi delle aliquote nei cantoni fortemente interessati - Evita una maggiore imposizione di altri tipi di imposte 4. LIcence box - Momentaneamente conforme all'UE/all'OCSE - Già affermato nel cantone Nidvaldo - Strumento efficace per determinati settori Scenari alternativi «Status quo» (Mantenimento delle regolamentazioni vigenti fino a questo momento) «Armonizzazione fiscale materiale» (Iniziativa popolare o accordo volontario dei cantoni su un'aliquota unitaria nell'ambito dell'imposta sugli utili) «Abbandono dell'attrattiva fiscale» (La Svizzera abbandona la propria posizione quale piazza imprenditoriale conveniente sul piano fiscale) Credit Suisse I Dicembre 2013 Vantaggi/opportunità Svantaggi/fonti di conflitto - Rischio che le imprese, risp. i loro utili lascino il paese - Le società speciali verrebbero comunque tassate di più rispetto ad oggi - Effetti di trascinamento nel caso delle società con una tassazione ordinaria - Gli ammanchi di utili potrebbero determinare una maggiore imposizione di altri tipi di imposte - Si oppone la perequazione delle risorse esistente - Distorsione della concorrenza fiscale - A trarne direttamente vantaggio, considerando la situazione attuale, sono pochi cantoni ricchi di risorse - Sostenibile solo nel medio termine Svantaggi/fonti di conflitto Opportunità politiche Elevate Medie, diverse a seconda del cantone Controverse Fortemente controverse Poco verse contro- Probabilità - Assenza di conflitti con il federalismo esistente - Sanzioni da parte dell'UE/OCSE Bassa - Assenza di una concorrenza (troppo) locale - Politica di localizzazione comune - Grazie all'aliquota unitaria non è necessario alcun meccanismo di perequazione deformante - Conformità all'UE/all'OCSE - Non sono necessari meccanismi di perequazione deformanti - Svantaggiate le piazze con una bassa qualità - Ridefinizione del ruolo Confederazione/cantoni - Viene meno l'effetto limitante della concorrenza sulla politica finanziaria - Minore equivalenza fiscale Media - Fuga della base imponibile e dei posti di lavoro Bassa 22 Swiss Issues Congiuntura Regioni I Monitor Cambio di domicilio più frequente negli agglomerati Durata della permanenza nei comuni Numero di anni con domicilio nel comune, 2011 Le persone residenti in Svizzera vivono in media 17 anni nello stesso comune. Quanto più rurale e lontano dai centri, tanto più alta è la durata della permanenza in un comune. Particolarmente brevi sono i soggiorni nelle località predilette in riva al lago di Ginevra e di Zurigo. Le persone che vi risiedono, in parte con un reddito molto elevato, ottimizzano costantemente il loro luogo di residenza e nell'ambito di un contesto internazionale. Oltre alla struttura della popolazione e dell'insediamento, la durata della permanenza in un comune presenta una forte correlazione positiva con la percentuale di immobili di proprietà, che è più bassa nei comuni di agglomerazione. 12 - 15 16 - 17 18 - 20 21 - 23 24 - 33 [email protected] Fonte: Ufficio federale di statistica, Credit Suisse, Geostat Dove si stabiliscono gli immigrati? Immigrazione in base alla tipologia di economie domestiche e grande regione Distribuzione nel 2011 Al suo ingresso in Svizzera, all'incirca l'80% degli immigrati si stabilisce in comuni urbani e vicini al posto di lavoro. Ciò può essere dovuto al fatto che essi non dispongono ancora di una rete sociale consolidata in Svizzera e sono in possesso soprattutto di informazioni sulle grandi città. Nel 2011 la metà di tutti gli immigrati era costituita da individui singoli. Una ripartizione in base alle tipologie di comune mostra che all'incirca due terzi degli immigrati che giungono da soli si sono trasferiti in un centro cittadino. Nello stesso periodo di tempo, le famiglie con bambini si sono insediate decisamente di meno in un centro, e quindi più spesso in comuni suburbani. [email protected] Fonte: Ufficio federale di statistica, Credit Suisse, Geostat I pendolari internazionali si avvalgono più spesso dei trasporti pubblici Durata del tragitto in base al tipo di pendolarismo Quote in %, 2011 La crescente distanza tra il luogo di lavoro e quello di residenza determina flussi di pendolari sempre maggiori. La distanza dal luogo di lavoro e il mezzo di trasporto prescelto variano a seconda del tipo di pendolarismo: chi si sposta da un cantone a un altro deve percorrere un tratto più lungo. Al contrario, gli immigrati scelgono il proprio domicilio in prossimità del loro (nuovo) posto di lavoro e pertanto il tragitto casa-lavoro è corto come quello di chi si sposta all'interno dello stesso cantone. I pendolari internazionali, per andare al lavoro, ricorrono più spesso ai trasporti pubblici rispetto agli altri pendolari. Più del 65% di chi si sposta all'interno dello stesso cantone utilizza l'auto. 100% 90% 80% 70% 60% 50% 40% 30% 20% 10% 0% Internazionale < 16 min. [email protected] Credit Suisse I Dicembre 2013 Intercantonale 16-30 min. 30-60 min. Intracantonale > 60 min. Fonte: Ufficio federale di statistica, Credit Suisse 23 Swiss Issues Congiuntura Dibattito migrazione Per una politica in materia di migrazione orientata alla domanda Dall'entrata in vigore dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone l'immigrazione è dettata innanzitutto dalla domanda di manodopera delle imprese. Ciò ha determinato un afflusso di capitale umano che favorisce chiaramente lo sviluppo economico. Un ritorno a una limitazione amministrativa dell'immigrazione sarebbe dannoso. La Svizzera continua a dipendere dall'immigrazione Nel recente passato l'immigrazione è diventata ancora più importante per lo sviluppo economico e sociale della Svizzera. Il fatto che ciò generi sempre più anche delle controversie nell'opinione pubblica su possibili fenomeni concomitanti negativi, dalla pressione sulle infrastrutture e sui trasporti, al surriscaldamento del mercato immobiliare, fino al crescente carico delle assicurazioni sociali, non sorprende affatto. Questo dibattito ha suscitato ancora più emozioni in vista della votazione popolare, che si terrà nel febbraio 2014, sull'iniziativa contro l'immigrazione di massa. Non viene tenuto conto del fatto che i flussi migratori degli ultimi anni non sono assolutamente l'unica causa di questi andamenti, ma hanno semplicemente rafforzato tendenze già presenti. Al contrario, viene dato un peso troppo scarso all'interazione nel medio e lungo termine della politica in materia di migrazione e dell'andamento economico. Se la Svizzera vuole rimanere un'economia fiorente, dipenderà ancora dalla migrazione, a fronte della necessità delle aziende di una forza lavoro di buona qualità e altamente qualificata. L'immigrazione resta importante anche come contrappeso all'invecchiamento demografico. Libera circolazione delle persone quale politica in materia di migrazione orientata alla domanda L'apertura del mercato del lavoro nell'ambito della libera circolazione delle persone con l'Unione Europea rappresenta la risposta a queste necessità sul piano dell'economia di mercato. Grazie a questo regime, negli ultimi anni è giunta in Svizzera innanzitutto quella forza lavoro, di cui anche l'economia aveva bisogno. Non sono state le decisioni delle autorità, quanto la necessità delle imprese a regolare l'afflusso e l'allocazione della forza lavoro straniera. Ciò ha determinato un cambio di paradigma nella politica svizzera in materia di immigrazione, che fino a questo punto, sulla base del contingentamento, si basava su un sistema di limitazione amministrata. Nel contempo prevale un ampio consenso sul fatto che questo approccio, che si basava sull'idea della migrazione temporanea e della «rotazione»4, ha incoraggiato fino negli anni Novanta soprattutto il reclutamento di forza lavoro scarsamente qualificata. Figura 1 Figura 2 Formazione degli immigrati Sensibilità alla congiuntura della migrazione verso la Svizzera Formazione massima conseguita in base al periodo d'immigrazione, quota in % Immigrati tedeschi, crescita occupazionale e disoccupazione in % (scala di destra) 100% 90% 18.4% 23.1% 20.8% 80% 70% 41.6% 55.2% 26.9% 32.1% 60% 32.1% Occupazione Germ. (Lag* 2 anni) Immigrazione Germ. n Svizzera Occupazione CH (Lag* 1 anno) 40'000 54.7% 23.6% 24.0% 44.8% 12 29.2% 20.7% 8 25'000 20'000 47.1% 10% 30.9% 0% 1966-1970 1976-1980 1986-1990 1996-2000 2006-2010 2007-2011 Livello secondario Livello secondario II Livello terziario 4 15'000 10'000 0 5'000 0 -4 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 Fonte: Ufficio federale di statistica, Credit Suisse 4 Fonte: Ufficio federale di statistica, Datastream, Credit Suisse * Lag = protrazione La politica in materia di migrazione si è basata su un continuo rimpiazzamento dei migranti con dei nuovi, in modo tale che essi non potessero stanziarsi su base permanente generando timori di un'eccessiva presenza di stranieri nel paese. Credit Suisse I Dicembre 2013 16 35'000 29.2% 40% 20% Disoccupazione Germ. (Lag* 2 anni) 45'000 30'000 50% 30% 45.5% 50'000 24 Swiss Issues Congiuntura La preferenza ampiamente consolidata nel periodo in questione per i lavoratori stagionali ha determinato una distorsione della compagine migratoria a favore di una forza lavoro scarsamente qualificata, poiché essa si concentrava in prevalenza nei settori stagionali. In questo modo è stato prorogato il necessario cambiamento strutturale nei comparti economici deboli sul piano strutturale. Ciò ha lasciato per lungo tempo le sue tracce nello sviluppo economico di numerose regioni elvetiche. Questa politica ha avuto poco successo anche considerando la stabilizzazione della popolazione straniera, dal momento che il ricongiungimento familiare e la prassi restrittiva della naturalizzazione hanno agito contro il contingentamento. Miglioramento delle qualifiche sulla scia dell'apertura del mercato del lavoro La variazione osservabile negli ultimi decenni nell'ambito delle qualifiche degli immigrati rispecchia il passaggio dell'economia elvetica a una maggiore intensità di creazione di valore aggiunto. Il fatto che questa tendenza si sia ulteriormente accentuata nell'ultimo decennio rispecchia ampiamente una migrazione orientata alla domanda dall'entrata in vigore dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone. Negli ultimi 45 anni, la percentuale di stranieri immigrati senza una formazione sovraobbligatoria (scuola secondaria di primo grado) è calata dal 54,7% al 30,9% (fig. 1). Al contrario, la percentuale delle persone altamente qualificate che hanno conseguito studi universitari o hanno terminato una scuola superiore specializzata è cresciuta sensibilmente, passando dal 18,4% al 45,5%. Tra gli stranieri emigrati in Svizzera nel periodo 2006-2010 addirittura il 55,2% disponeva di un titolo di studio di questo tipo. Tale andamento ha consentito una notevole importazione di capitale umano per l'economia interna elvetica e fornito un contributo per far fronte alla mancanza di forza lavoro qualificata in determinati settori economici. Lo scorso anno, ad esempio, quasi il 40% degli immigrati era impiegato in comparti con difficoltà particolarmente elevate a reperire del personale adeguato avente un diploma di scuola universitaria o una formazione professionale superiore. Tra di essi rientrano dei settori industriali, come ad es. l'ingegneria meccanica o l'industria orologiera, ma anche i servizi finanziari, l'IT, la salute e il settore sociale. Così è stato evitato anche che società altamente produttive lasciassero la Svizzera. Pesantezza del precedente modello di politica migratoria Se l'immigrazione viene dettata innanzitutto dalla richiesta di manodopera delle aziende, non si raggiunge solo un migliore allineamento dei profili delle qualifiche, ma anche il naturale effetto correttivo del ciclo congiunturale può esercitare il suo effetto. Quest'ultimo aspetto ha sempre avuto una rilevanza centrale nell'ambito della politica in materia di migrazione elvetica e per lungo tempo è stata anche possibile un'implementazione di successo. Ciò è emerso in modo particolarmente chiaro dopo la crisi petrolifera del 1973/1974, quando molti stranieri dovettero lasciare il paese, divenendo quindi dei cuscinetti per la congiuntura. Tuttavia, nel corso della recessione degli anni Novanta, questo meccanismo venne indebolito, determinando un forte rialzo della disoccupazione, soprattutto tra la forza lavoro straniera. Si dimostrò particolarmente sfavorevole il diritto di conversione del permesso stagionale in un permesso di soggiorno annuale5. Una volta concessi, questi permessi di soggiorno annuali non rientravano più nel contingente. Una varia- Figura 3 Figura 4 Qualifiche a seconda della nazionalità Immigrazione da Italia, Portogallo e Spagna 2009-2012 Indice in base al periodo di immigrazione, media di tutti i paesi d'origine = 0 Crescita assoluta nei principali settori, categoria professionale stimata in base alla rilevazione strutturale del censimento della popolazione 2010/2011 0.5 > 0 sopra la media 0 Industria di punta < 0 sotto la media -0.5 Tecnici, specialisti Costruzioni -1.0 Commercio -1.5 Settore alberghiero Trasporti e spedizioni -2.0 Servizi finanziari, IT, consulenza -2.5 + 3'185 Istruzione -3.0 1966-1970 1976-1980 1986-1990 1996-2000 2006-2010 2007-2011 Italia Portogallo Fonte: Ufficio Federale di Statistica, Credit Suisse 5 Amministrazione, quadri dirigenti, scienziati Industria tradizionale Spagna Burocrati, impiegati commerciali, venditori Addetti alle macchine, artigiani e professioni simili Ausiliari Salute e settore sociale 0 500 1.000 1.500 2.000 Fonte: Ufficio federale di statistica, Ufficio federale della migrazione, Credit Suisse Dopo una durata contrattuale complessiva di 36 mesi durante quattro anni consecutivi, i lavoratori stagionali ricevevano il diritto a un permesso di soggiorno annuale. Credit Suisse I Dicembre 2013 25 Swiss Issues Congiuntura zione della situazione sul mercato, come ad es. la disoccupazione temporanea, non veniva considerata come criterio per un rifiuto al momento del rinnovo. All'incirca il 40% dei lavoratori stagionali si è quindi stabilito su base duratura in Svizzera. Il modello per la politica migratoria si è dimostrato quindi pesante e ha impedito la necessaria flessibilità in una situazione economica difficoltosa. Congiuntura: un correttivo naturale Che un sistema aperto come quello attuale possa reagire alle variazioni della situazione economica emerge dall'andamento del recente passato, quando l'immigrazione verso la Svizzera, dopo il massimo del 2008, ha evidenziato un indebolimento nell'anno di crisi 2009. Dalla figura 2 si evince tutto questo considerando l'esempio degli immigrati tedeschi. Inoltre viene riportata l'interazione tra i cosiddetti fattori push e pull dal paese di origine, risp. di destinazione. Con un certo sfasamento temporale insito nelle decisioni di emigrare, il flusso migratorio di cittadini tedeschi in Svizzera è andato di pari passo con un peggioramento del mercato del lavoro in Germania (fattore push) e un positivo andamento occupazionale in Svizzera (fattore pull). Dopo lo scoppio della crisi finanziaria, nel 2009 si è indebolita l'emigrazione dalla Germania, in parallelo a un temporaneo offuscamento sul mercato del lavoro elvetico. Il fatto che il numero degli immigrati tedeschi da allora continui a diminuire si spiega, ancora una volta, con il miglioramento della situazione sul mercato del lavoro in patria. Strutturare la politica migratoria per il futuro Al contrario, i paesi dell'Europa meridionale continuano a dover fare i conti con un difficile quadro economico. In virtù della desolante situazione sul mercato del lavoro, in particolare italiani, spagnoli e portoghesi sono sempre più alla ricerca di una prospettiva per il futuro in Svizzera. Quest'andamento giustifica, ai sensi di un fattore push, la crescita dell'immigrazione da questi paesi dal 2011. Essa rappresenta nel frattempo il 36% del saldo migratorio in Svizzera. Comunque, a differenza di quanto si teme generalmente, per lungo tempo l'immigrazione da questi paesi non è stata costituita esclusivamente da forza lavoro scarsamente qualificata. Il grado di formazione di questi immigrati continua però a essere sotto la media, il che si riflette attualmente anche in uno slittamento delle qualifiche dei migranti (fig. 1). Tuttavia il profilo delle qualifiche, in particolare degli italiani e degli spagnoli, ha registrato un significativo miglioramento nel corso degli ultimi decenni. I nuovi immigrati non lavorano più solo nei settori classici di destinazione, come quelli edilizio (che attualmente registra un boom per via della fase caratterizzata da bassi tassi d’interesse), alberghiero o del commercio (fig. 3 e 4). Tra il 2009 e il 2012 la crescita più consistente di immigrati da Italia, Spagna e Portogallo è stata registrata dalle società che offrono servizi finanziari, da quelle informatiche e dal settore della consulenza. Oltre agli ausiliari, agli artigiani e ai lavoratori dell'industria, in questo lasso di tempo sono emigrati in Svizzera da questi paesi anche lavoratori con una buona formazione e degli accademici. Immigrazione dall'Europa meridionale: non solo lavoratori non qualificati L'immigrazione, che dall'entrata in vigore dell'Accordo sulla libera circolazione delle persone è dettata dalla domanda, ha assicurato un importante capitale umano per l'economia svizzera, innanzitutto integrando il potenziale della forza lavoro interna e non facendogli concorrenza, come dimostrato da numerosi studi. Questo andamento è stato determinante per la solida crescita degli ultimi anni. I provvedimenti complementari hanno fornito un contributo in questo senso come strumenti di sostegno per contrastare gli andamenti negativi delle condizioni salariali e di lavoro. Sanzioni contro gli abusi, in particolare in settori critici, come ad es. quello dell'indipendenza fittizia, e non una regolamentazione eccessiva del mercato del lavoro, sono state finora e dovranno restare anche in futuro in primo piano. La pressione a livello dell'immigrazione, la convivenza con cittadini di altre nazionalità e la capacità di integrazione sono comunque temi che generano anche preoccupazioni e timori a livello sociale. Tra i diversi interessi, politica, economia e società devono trovare un denominatore comune al fine di far fronte alle sfide dei prossimi decenni e di definire una politica migratoria orientata al futuro. La soluzione proposta dall'iniziativa «Contro l'immigrazione di massa», ossia quella di ridurre l'immigrazione tramite contingenti globali per tutte le autorizzazioni nell'ambito del diritto per gli stranieri (migrazione per finalità di lavoro, ricongiungimento familiare, asilo) non rappresenta una risposta adatta a queste sfide e priva la politica e l'economia della necessaria flessibilità. [email protected] Credit Suisse I Dicembre 2013 26 Swiss Issues Congiuntura Agenda di politica economica Crescita del budget-ombra Il freno all'indebitamento viene (troppo) rispettato senza problemi Anche nel 2013 la Confederazione chiuderà i conti in positivo. Secondo la stima di settembre, quest'anno genererà un'eccedenza di CHF 300 mio., anche se dovrebbe evidenziare, in linea con il freno all'indebitamento, un deficit di CHF 516 mio. Anche nel 2014 il plafond di spesa correlato al freno all'indebitamento, secondo il budget di previsione, non verrà superato. Ma non tutte le spese della Confederazione sono soggette al freno all'indebitamento. I prestiti della Confederazione a favore dei fondi che godono di una legislazione speciale, ad es. il fondo per i trasporti pubblici (FTP), non sono soggetti al freno all'indebitamento. Da questo esempio si evince in che modo possa essere incrementato il margine di spesa tramite la creazione di fondi a legislazione speciale. Già nel 2005 è stato prorogato di dieci anni il fondo FTP, e quindi anche la destinazione vincolata delle imposte (TTPCP, uno per mille dell'imposta sul valore aggiunto, quota dell'imposta sugli oli minerali) e raddoppiato il prefinanziamento della Confederazione a quasi CHF 9 mia. – pertanto è stato prorogato il momento in cui gli utili del fondo debbano essere maggiori dei prelievi. Ora emerge che, in base al modello di finanziamento e di sviluppo dell'infrastruttura ferroviaria (FABI), la cancellazione dei debiti FTP viene lasciata al fondo per l'infrastruttura ferroviaria (FInFer) (v. prospettive di politica economica sotto). Ulteriori oneri per miliardi Ciononostante, le finanze statali svizzere sembrano in generale in buone condizioni, e l'ultimo deficit di finanziamento risale al 2005. Negli ultimi mesi, da questa situazione favorevole sono però emerse bramosie che minacciano di soffocare i successi della politica di risparmio degli ultimi decenni. Sul fronte delle spese, si segnalano ad esempio la crescita del plafond di spesa dell'esercito di CHF 225 mio., a quota CHF 5 mia., la destinazione vincolata dell'imposta sugli autoveicoli per la strada e il pacchetto di consolidamento e di verifica dei compiti respinto dal Consiglio nazionale nell'ambito di CHF 560 mio. Nel complesso le possibili maggiori spese dal 2017 ammontano fino a CHF 1.6 mia. Sul fronte degli introiti, a livello federale sussiste la minaccia di una fuga della base imponibile per via della riforma dell'imposizione delle imprese (v. pag. 21) e di minori introiti di CHF 1–2.3 mia. a seguito dell'eliminazione della «penalizzazione del matrimonio». Richiesta una disciplina sul fronte della politica di spesa In assenza di un controfinanziamento questi possibili maggiori oneri minacciano il rispetto del freno all'indebitamento. In virtù della ripresa congiunturale, il bilancio federale dev'essere almeno portato in pareggio a partire dal 2016. A nostro giudizio, nei prossimi anni crescerà ulteriormente la tentazione di far convogliare progetti nei fondi invece di un aggravio diretto sul bilancio federale. Nonostante questa possibilità di aggiramento, nei prossimi anni non sussisterà un grande spazio di manovra nell'ambito del budget. Laddove la direttiva del freno all'indebitamento dovesse essere rispettata, è richiesta una responsabilità della politica finanziaria dei consigli. [email protected] Prospettive a livello di politica economica Attività Data Valutazione a livello di economia interna Iniziativa contro l'immigrazione di massa dell'UDC L'iniziativa dell'UDC si propone di limitare il numero dei permessi per il soggiorno di stranieri (compresi i richiedenti d’asilo) in Svizzera tramite tetti massimi e contingenti annuali. Inoltre non si potrebbero stipulare accordi ai sensi del diritto internazionale contrari a questo requisito. Pertanto l'accordo sulla libera circolazione delle persone con l'UE dovrebbe essere rinegoziato, e, nel caso non si giungesse a un compromesso, rescisso. 9 febbraio 2014 La politica migratoria odierna si basa sulla libera circolazione delle persone con l'UE, oltre che su una limitata accettazione di cittadini di stati terzi. L'immigrazione viene influenzata innanzitutto dal fabbisogno di forza lavoro dell'economia. L'iniziativa andrebbe a incidere in modo fortemente negativo, vista la rigida limitazione, sul reclutamento della forza lavoro e degli specialisti necessari (v. dibattito pag. 24). Per via della clausola-capestro, in caso di risoluzione dell'accordo sulla libera circolazione delle persone, a risentirne sarebbero presumibilmente anche i sei altri accordi di cui ai Bilaterali I. Decisione federale sul finanziamento e lo sviluppo dell'infrastruttura ferroviaria (FABI) La decisione federale regolamenta lo sviluppo della rete ferroviaria fino al 2025, oltre che la rispettiva manutenzione e il suo finanziamento. Le impasse devono venir eliminate e ai clienti del trasporto pubblico devono venir offerti collegamenti migliori. Nell'ambito del finanziamento i fondi esistenti fino a questo momento vengono riuniti e integrati con ulteriori fondi di tutti i partecipanti (Confederazione, cantoni, imprese ferroviarie, pendolari e clienti del trasporto pubblico). 9 febbraio 2014 Un'infrastruttura buona e funzionante rappresenta una premessa per un'economia di successo e un importante vantaggio logistico. Tuttavia lo sviluppo della rete ferroviaria dovrebbe essere orientato alla domanda invece di essere sospinto da riflessioni di politica regionale, basandosi sulla redditività a livello di economia aziendale. La struttura del finanziamento con contributi pubblici e privati è giustificata da un punto di vista economico, dal momento che al carattere pubblico dell'infrastruttura si oppone la concorrenza per l'utilizzo. Credit Suisse I Dicembre 2013 27 Swiss Issues Congiuntura Indicatori anticipatori del Credit Suisse Indice dei direttori d'acquisto (PMI) Congiuntura industriale Indice PMI > 50 = crescita I direttori d'acquisto si posizionano all'inizio del processo di produzione. Il PMI sfrutta quest'anticipo per prevedere la congiuntura. Si basa su una ricerca mensile condotta da procure. ch – l'associazione di categoria per i materiali e gli acquisti. I direttori d'acquisto rispondono a otto domande su produzione, portafoglio ordini, quantità degli acquisti, prezzo d'acquisto, termini di consegna, magazzini acquisti, magazzini vendite e occupazione. Indicano se le attività sono state maggiori, uguali o minori rispetto al mese precedente. Dalle percentuali in cui la risposta è stata «maggiori» e «uguali» vengono calcolati i sottoindici. In questo senso confluisce solo per la metà la quota delle risposte dove si è affermato «uguali». Il PMI si attesta tra 0 e 100, e un valore oltre 50 significa un'attività in espansione rispetto al mese precedente. 70 65 60 55 50 45 40 35 30 2000 2004 2008 2012 Fonte: Credit Suisse Barometro delle esportazioni del Credit Suisse Esportazioni In deviazioni standard, valori > 0 = crescita Il barometro delle esportazioni del Credit Suisse utilizza la dipendenza delle esportazioni dalla richiesta sui mercati delle esportazioni esteri. Per creare il barometro delle esportazioni vengono riuniti gli indicatori anticipatori per l'industria nei 28 principali paesi di sbocco. I valori di questi indicatori vengono ponderati con la quota di esportazioni del rispettivo paese. Il barometro delle esportazioni concentra le informazioni in un unico indicatore. Dal momento che si tratta di valori standardizzati, il barometro delle esportazioni viene espresso in deviazioni standard. La linea dello zero corrisponde alla soglia di crescita. La crescita media delle esportazioni svizzere sul lungo termine, pari quasi al 5%, si attesta a 1. 4,0 3,0 2,0 1,0 0 -1,0 -2,0 -3,0 2000 2004 2008 2012 Fonte: PMIPremium, Credit Suisse Indice ZEW del Credit Suisse Congiuntura Saldo delle aspettative, Valori > 0 = crescita Gli analisti finanziari hanno il polso della situazione economica. Insieme al Centro europeo per la ricerca economica di Mannheim (ZEW), dal giugno 2006 conduciamo un'inchiesta mensile tra gli analisti finanziari: il Financial Market Test Switzerland. Gli analisti non vengono intervistati solo per fornire una valutazione sulla situazione congiunturale attuale e futura e sul tasso d'inflazione, ma anche in riferimento alle tematiche correlate ai mercati finanziari, come l'andamento dei mercati azionari o le previsioni sui tassi. L'effettivo indice ZEW del Credit Suisse riporta il saldo delle aspettative per quanto attiene all'andamento della congiuntura svizzera nei sei mesi successivi. 80 60 40 20 0 -20 -40 -60 -80 -100 2006 2008 2010 2012 Fonte: Zentrum für Europäische Wirtschaftsforschung, Credit Suisse Credit Suisse I Dicembre 2013 28 Swiss Issues Congiuntura Indice costruzioni Svizzera Congiuntura edilizia 1° trimestre 1996 = 100 L'indice costruzioni Svizzera viene pubblicato congiuntamente dal Credit Suisse e dalla Società Svizzera degli ImpresariCostruttori (SSIC) su base trimestrale. Costituisce un indicatore anticipatore della congiuntura edilizia in Svizzera, andando a prevedere i fatturati nel principale comparto edilizio per il trimestre in corso. L'indicatore viene calcolato dalla sezione Economic Research del Credit Suisse e si basa fondamentalmente sulla rilevazione trimestrale della SSIC presso i suoi membri. Ulteriori dati vengono ottenuti dall'Ufficio federale di statistica e dal «baublatt». L'indice costruzioni riporta l'andamento dal 1° trimestre 1996. 150 140 130 120 110 100 90 2000 2002 2004 2006 2008 2010 2012 2014 Fonte: Società Svizzera degli Impressari-Costruttori, Credit Suisse Renewable Energy Index Comparto dell'energia rinnovabile Indice > 50 = crescita Il Renewable Energy Index Svizzera viene pubblicato in collaborazione con il Credit Suisse e l'Agenzia per le energie rinnovabili e l'efficienza energetica (AEE). L'indicatore si basa su un'inchiesta condotta tra le società del comparto delle soluzioni energetiche sostenibili (energie rinnovabili ed efficienza energetica). La rispettiva rilevazione e analisi ha luogo basandosi sulle direttive dell'International Federation of Purchasing and Materials Management. Il Renewable Energy Index fornisce un quadro diretto dell'andamento commerciale nel comparto delle soluzioni energetiche sostenibili. Pertanto il Renewable Energy Index, le cui rilevazioni vengono condotte dal 1° trimestre 2010, fornisce un contributo importante per la base di dati di questo comparto. 70 65 60 55 50 45 40 35 30 2010 2011 2012 2013 Fonte: Agenzia per le energie rinnovabili e l'efficienza energetica, Credit Suisse Blue Book Index Trasposizione quantitativa del Bollettino trim. BNS Indice normalizzato da -1 a +1 Il Blue Book Index raggruppa in un indice quantitativo le informazioni qualitative pubblicate dalla Banca nazionale nell'ambito del proprio Bollettino trimestrale sull'attività economica. Questo cosiddetto Blue Book Index (la copertina del Bollettino trimestrale della BNS è blu) aggrega cinque indici parziali, che rilevano l'andamento in quattro settori economici (industria di trasformazione, edilizia, servizi non finanziari e comparto bancario) e sul mercato del lavoro. Il Blue Book Index costituisce la media aritmetica dei cinque indici parziali, che hanno un'identica ponderazione. Ogni indice parziale può assumere un valore tra –1 e +1, e gli intervalli corrispondono a 0.25 punti. Definiamo +0.25 come «condizioni normali» o «crescita moderata», mentre +1 e –1 corrispondono a un «boom», risp. una «contrazione». 0,8 0,6 0,4 0,2 0 -0,2 -0,4 -0,6 2003 2005 2007 2009 2011 2013 Fonte: Banca Nazionale Svizzera, Credit Suisse Credit Suisse I Dicembre 2013 29 Swiss Issues Congiuntura Previsioni e indicatori Previsioni per l'economia svizzera 2013 1° trim. 2013 2° trim. 2013 3° trim. 2013P 4° trim. 2014P 1° trim. 2014P 2° trim. 2014P 3° trim. 2014P 4° trim. 2013P 2014P PIL (YoY, in %) Consumi privati 1,2 2,5 1,9 1,7 1,7 1,8 1,9 2,5 1,8 2,0 2,3 2,9 2,0 1,7 1,5 1,5 2,0 2,0 2,2 1,8 Consumi pubblici 2,7 1,9 2,2 0,5 2,0 2,0 1,0 1,0 1,8 1,5 Investimenti lordi -1,0 1,5 2,3 2,5 4,8 1,5 1,2 1,5 1,3 2,2 Investimenti nel settore edilizio 5,6 0,7 3,3 -1,0 4,5 1,0 1,5 1,5 2,0 2,0 Investimenti in attrezzature -5,5 2,1 1,2 5,0 4,8 2,0 2,0 1,5 0,7 2,5 Esportazioni (merci e servizi) -1,2 2,1 2,1 3,0 4,1 6,1 4,8 5,0 1,5 5,0 Importazioni (merci e servizi) -1,8 1,5 0,4 1,6 4,0 4,0 4,0 4,0 0,5 4,0 Inflazione (in %) -0,4 -0,4 0,0 0,2 0,3 0,1 0,1 0,4 -0,1 0,2 Disoccupazione (in %) 3,3 3,0 3,1 3,3 3,5 3,2 3,0 3,2 3,2 3,3 Bilancia delle partite correnti (in % sul PIL) 11,2 12,0 Saldo bilancio pubblico (in % sul PIL) 0,2 0,3 Quota d'indebitamento (in % sul PIL) 48,0 46,3 Fonte: Ufficio Federale di Statistica, Seco, Credit Suisse Previsioni per l'economia mondiale Previsioni Previsioni Struttura GDP YoY, in % Inflation YoY, in % Significato per la Svizzera Popolazione In mio. PIL In mia., USD Quota export In % Quota import In % 2013 2014 2013 2014 Mondo 2,9 3,6 2,7 3,0 6.895,9 71.707,3 100 100 USA 1,6 2,6 1,6 1,8 314,0 15.684,8 11,5 13,1 Eurolandia -0,3 1,2 1,4 1,2 331,4 12.197,5 47,1 66,7 Germania 0,6 2,0 1,5 1,4 81,0 3.400,6 19,5 29,9 Francia 0,2 0,7 1,1 1,2 62,1 2.608,7 7,1 8,2 Italia -1,6 0,7 1,3 1,1 60,5 2.014,1 7,4 10,5 Gran Bretagna 1,4 2,2 2,8 2,1 61,9 2.440,5 4,3 3,4 Giappone 1,8 1,5 0,4 1,9 127,5 5.964,0 4,3 3,4 Cina 7,7 7,5 2,6 3,5 1.354,0 8.227,0 3,4 3,8 Fonte: Datastream, IMF, Credit Suisse Tassi e dati sulla politica monetaria Attuale 3M 12M Attuale Mese Anno precedente precedente Libor a 3M (in %) 0,02 0,0-0,2 0,0-0,2 Banda target BNS (in %) Massa monetaria M0 (mia. di CHF) 379,4 377,6 347,8 0,0-0,25 0,0-0,25 Rendimento titoli di stato a 10 anni (in %) 0,95 1,0-1,2 0,0-0,25 Massa monetaria M1 (%, YoY) 5,4 5,4 10,7 1,3-1,5 Massa monetaria M2 (%, YoY 9,5 9,7 9,5 Massa monetaria M3 (%, YoY) 9,1 9,4 8,9 Riserve valutarie (CHF, mia.) 443,1 443,4 429,9 Fonte: Datastream, Bloomberg, Credit Suisse Credit Suisse I Dicembre 2013 30 Swiss Issues Congiuntura Appendice per le divulgazioni Certificazione degli analisti Gli analisti identificati in questa relazione certificano che le opinioni relative alle società e ai titoli oggetto della presente relazione riflettono in modo accurato le loro opinioni personali in merito alle società e ai titoli presi in considerazione. Gli analisti certificano inoltre che nessuna parte dei loro indennizzi può essere ricondotta direttamente o indirettamente alle raccomandazioni specifiche o alle opinioni espresse nella presente relazione. Gli analisti KPO (Knowledge Process Outsourcing) citati in questo rapporto sono collaboratori di Credit Suisse Business Analytics (India) Private Limited. Informazioni importanti Il Credit Suisse pubblica le proprie ricerche quando lo ritiene opportuno, in base agli sviluppi delle imprese analizzate, del settore o del mercato che potrebbero influire notevolmente sulle opinioni e i pareri espressi nello studio. Il Credit Suisse pubblica esclusivamente ricerche sugli investimenti imparziali, indipendenti, chiare, corrette e non fuorvianti. Il codice di condotta del Credit Suisse, che deve essere rispettato da tutti i dipendenti, è accessibile anche tramite il nostro sito web all'indirizzo: https://www.credit-suisse.com/governance/doc/code_of_conduct_it.pdf Per maggiori dettagli, si prega di fare riferimento alle informazioni sull'indipendenza della ricerca finanziaria disponibili all'indirizzo: https://www.credit-suisse.com/legal/pb_research/independence_en.pdf L’analista/Gli analisti responsabile/i della redazione della presente ricerca ha/hanno ricevuto un indennizzo che si basa su diversi fattori, tra cui i proventi complessivi del Credit Suisse, una parte dei quali viene generata dalle attività di Investment Banking del Credit Suisse. Ulteriori informazioni per i seguenti ordinamenti giuridici Regno Unito: Per informazioni sui titoli a reddito fisso per i clienti di Credit Suisse (UK) Limited e Credit Suisse Securities (Europe) Limited, si prega di chiamare il numero +41 44 333 33 99. Per ulteriori informazioni, incluse le comunicazioni su eventuali altri emittenti, si prega di fare riferimento al sito Credit Suisse Global Research Disclosure all'indirizzo: https://www.credit-suisse.com/disclosure Disclaimer globale / Informazioni importanti Per una discussione dei rischi correlati agli investimenti nei titoli citati nel presente rapporto, si faccia riferimento al seguente link Internet: https://research.credit-suisse.com/riskdisclosure I riferimenti al Credit Suisse contenuti nella presente relazione includono le succursali e le affiliate. Per maggiori informazioni sulla nostra struttura, si prega di usare il seguente link: https://www.credit-suisse.com/who_we_are/it/ Le informazioni e le opinioni espresse nella presente relazione sono state redatte dalla sezione Global Research, divisione Private Banking del Credit Suisse alla data di pubblicazione. Esse potrebbero essere modificate senza preavviso. I giudizi espressi in riferimento a un particolare titolo all'interno di questa relazione potrebbero divergere o non essere in linea con le osservazioni e i giudizi della sezione Research, divisione Investment Banking del Credit Suisse, per via di differenze nei criteri di valutazione. La presente relazione non è destinata, né è finalizzata alla distribuzione o all'utilizzo da parte di qualsivoglia persona fisica o giuridica avente cittadinanza, residente, o ubicata in una località, stato, paese o in un'altra giurisdizione in cui la distribuzione, pubblicazione, disponibilità o impiego fossero contrari alla legislazione o alle normative vigenti, o per cui il Credit Suisse Credit Suisse I Dicembre 2013 SA, la banca svizzera, o le sue controllate e affiliate (il «CS») dovessero ottemperare a qualsivoglia requisito di registrazione o licenza in tale giurisdizione. 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Oltre a ciò, il CS potrebbe aver emesso, e potrebbe emettere in futuro, altri rapporti non in linea con le informazioni presentate all'interno di questa relazione o che giungono a conclusioni diverse. I rapporti in questione riflettono le diverse ipotesi, giudizi e metodi analitici degli analisti che li hanno redatti e il CS non è tenuto a garantire che tali rapporti vengano portati all'attenzione dei destinatari della presente relazione. Il CS è coinvolto in molte attività correlate alle società menzionate all'interno del presente rapporto. Queste attività comprendono negoziazioni specializzate, arbitraggio dei rischi, market making, e altre negoziazioni di proprietà. Le informazioni, le opinioni e le stime contenute all'interno della presente relazione riflettono un giudizio alla data originaria di pubblicazione da parte del CS e possono essere modificate senza preavviso. La presente relazione può fornire gli indirizzi, o contenere degli hyperlink a dei siti Web. 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Tailandia: Il presente rapporto è distribuito da Credit Suisse Securities (Thailand) Limited, una società soggetta alla regolamentazione dell'ufficio della Securities and Exchange Commission tailandese, con sede legale in 990 Abdulrahim Place Building, 27/F, Rama IV Road, Silom, Bangrak, Bangkok, tel. 0-2614-6000. STATI UNITI: LA PRESENTE RELAZIONE E LE EVENTUALI COPIE NON POSSONO ASSOLUTAMENTE ESSERE INVIATE, PORTATE O DISTRIBUITE NEGLI STATI UNITI O A US PERSON. In determinati ordinamenti giuridici, la distribuzione delle relazioni di ricerca può essere soggetta a limitazioni dalle leggi e dai regolamenti locali. È proibito riprodurre la presente relazione, interamente o in parte, senza il permesso scritto del Credit Suisse. Copyright © 2013 di Credit Suisse Group AG e/o delle sue affiliate. Tutti i diritti riservati. 13C023A 32 Swiss Issues Congiuntura Altre pubblicazioni del Credit Suisse Monitor immobiliare 4° trimestre 2013 Il monitor immobiliare offre tre volte all'anno un aggiornamento su tutti gli sviluppi del mercato immobiliare completando quindi le analisi fondamentali annuali e i temi speciali dello studio immobiliare del Credit Suisse. Retail Outlook 2014 Fatti e trend Lo studio annuale sul commercio al dettaglio svizzero riporta le prospettive congiunturali per il settore e le sfide attuali. I temi principali di quest'anno sono gli orari di apertura dei negozi e la promozione delle nuove generazioni nel commercio al dettaglio. 18 dicembre 2013 8 gennaio 2014 Il cantone di Zugo Struttura e prospettive Il cantone di Zugo si distingue per l'elevata qualità della regione e si è affermato come centro economico internazionale. Il nostro prossimo studio regionale analizzerà gli sviluppi della popolazione, dell'economia e dei mercati immobiliari di Zugo. Monitor dei settori 4° trimestre 2013 Il monitor dei settori descrive trimestralmente l'attuale situazione e le prospettive congiunturali dei principali settori svizzeri. 14 gennaio 2014 13 gennaio 2014 Manuale dei settori 2014 Strutture e prospettive Il manuale dei settori è l'opera di consultazione pubblicata una volta all'anno per i settori svizzeri. I ritratti settoriali forniscono una visione approfondita sulle strutture e le prospettive congiunturali dei settori svizzeri. 28 gennaio 2014 Mercato immobiliare 2014 Struttura e prospettive I bassi tassi degli ultimi anni hanno contribuito alla costante crescita delle attività correlate alle nuove costruzioni per le superfici abitative e commerciali. Nel 2014 ci occuperemo, tra l'altro, di capire fin dove crescerà la preoccupazione per i centri surriscaldati sul piano abitativo con sovraccapacità nelle aree attigue. 5 marzo 2014 Il prossimo Monitor Svizzera uscirà l'11 marzo 2014 e leggete mensilmente «Economia e mercati. Credit Suisse: prospettive per gli investitori» ... o discutete sul «blog imprenditore»: www.credit-suisse.com/blogimprenditore Credit Suisse I Dicembre 2013 33