2 unità didattica Il Nuovo Testamento, specialmente i Vangeli Schema dei libri del Nuovo Testamento (NT) Il Nuovo Testamento si divide in 4 parti: 1. 2. 3. 4. I Vangeli (4 libri) Libro degli Atti degli Apostoli, scritto da san Luca Lettere ai cristiani (13 scritte da san Paolo, 8 da altri apostoli) Libro dell’Apocalisse di san Giovanni Vangelo e Vangeli Il termine Vangelo o evangelo è la traslitterazione dell'originale greco εὐαγγέλιον, euanghélion, aggettivo sostantivato che significa"buona notizia" o "lieto annunzio". Esso riporta la "buona notizia" del Cristianesimo è che il peccato e la morte sono stati vinti dal Cristo tramite la sua passione e risurrezione. Con questo termine si intende: 1. Il contenuto del messaggio di Gesù 2. Gli scritti che riportano questo messaggio Il termine "vangeli" appare per la prima volta in un'opera del filosofo e martire cristiano del II secolo Giustino per indicare i libretti scritti. La tradizione della Chiesa primitiva ci ha trasmesso molti "vangeli" ma di questi solo quelli di Marco, Matteo, Luca e Giovanni sono stati riconosciuti canonici fin dai primi secoli della cristianità. Canonico significa che i fatti e gli insegnamenti che riporta sono accettati dalla Chiesa come autentico messaggio di Gesù. I quattro vangeli canonici sono stati scritti in lingua greca, all'epoca una lingua internazionale. È certo, comunque, che gli scritti dei quattro evangelisti sono stati preceduti da una tradizione orale così come è accaduto per l'Antico Testamento: Matteo, Marco, Luca e Giovanni, insieme alle loro comunità, hanno operato una sorta di trascrizione letterale di detti e fatti che erano diventati patrimonio comune delle comunità cristiane. Queste trascrizioni furono composte tra l'anno 65 e il 90. Quando un Vangelo non è canonico si dice apocrifo. Esistono, infatti, testi di altri Vangeli, detti "apocrifi" (il termine significa "nascosti", "segreti"), come il vangelo di Tommaso, quello di Pietro, quello di Giacomo, ecc.Non sono presenti nella Bibbia perché non accettati dalla Chiesa. Schema riassuntivo VANGELO Significa buona notizia, riporta la vita e gli insegnamenti di Gesù Apocrifi Canonici Non riconosciuti pienamente dalla Chiesa Riconosciuti dalla Chiesa. Sono 4: Matteo, Marco, Luca e Giovanni I Vangeli apocrifi Per apocrifo si intende un testo non canonico, cioè non incluso nell'elenco dei libri della Bibbia ritenuti da parte del Magistero ecclesiastico autentici ed ispirati. Non sono cioè Parola del Signore, come ad esempio i Vangeli canonici di San Matteo, San Marco, San Luca e San Giovanni o altri testi compresi dalla Sacra Scrittura ufficiale. Sono stati esclusi dalla canonicità in quanto privi di interesse liturgico e catechistico perché sono stati scritti dopo tanto tempo dalla vicenda di Gesù perché sono ricchi di elementi leggendari e mitologici La Chiesa, pur autorizzandone la lettura, invita alla prudenza affinché quanto essi affermano non sia considerato automaticamente veritiero e non vi si attinga per la propria salvezza. Essi, che sono di numero elevatissimo sia riguardo all'Antico che al Nuovo Testamento, riguardano per lo più scritti a volte intrisi di leggende e dal carattere a volte fantastico e fiabesco, che nello specifico della vita del Signore presentano grosso modo un Gesù fautore di miracoli e di prodigi, a volte anche esibizionista e impertinente, forse con il solo scopo di mostrare come e quanto egli sia Dio. La caratteristica del prodigio e delle varie cose portentose traspare in questi scritti in modo a volte esagerato per poter definire tali scritti un’opera di carattere ispirato, mentre ai racconti storici (poco attendibili) si alternano le leggende e le fantasie. Nella Chiesa delle origini parecchi Padri ricorrevano all'apocrifo Protovangelo di Giacomo per legittimare la verginità della Madonna o altre dottrine mariane, ragion per cui, anche se non del tutto attendibili, potrebbero essere una valida traccia per il percorso della Tradizione della Chiesa. I Vangeli canonici Sono quattro, e prendono il nome dell’autore: san Matteo, san Marco, san Luca, san Giovanni. Dei quattro vangeli, i primi tre presentano notevoli affinità, e sono, pertanto, detti "sinottici", a motivo del fatto che si possono leggere in parallelo: possono essere letti affiancandoli in tre colonne e verificandone la similitudine tra loro. Il vangelo di Giovanni ha invece uno sviluppo diverso dagli altri: non si presenta come una semplice raccolta di detti e opere di Gesù, ma come una serie di sette grandi segni, strutturati come piccole rappresentazioni teatrali con molti personaggi e lunghe dissertazioni teologiche sull'identità del Messia; non riporta la narrazione dell'Ultima Cena, che appare sostituita dall'episodio della lavanda dei piedi; è tutto imperniato attorno all'ora di Gesù, compresa tra la notte del giovedì e la mattina del Venerdì Santo sul monte Golgota. Giovanni evidenzia sempre l'autorivelazione di Gesù di fronte alle folle e ai suoi oppositori, come risulta evidente nell'uso dell'espressione "Io sono". Ora analizzeremo prima i tre vangeli sinottici, dopo quello di Giovanni. I Vangeli sinottici Differenze col Vangelo di San Giovanni Anzitutto una constatazione. I primi tre Vangeli, Matteo, Marco e Luca, sono molto simili tra di loro, mentre Giovanni è molto diverso. lo stile dei primi 3 vangeli è in genere molto immediato, quello di Giovanni sembra più artificiale; Giovanni riporta pochi episodi, molto sviluppati, gli altri Vangeli tantissimi episodi, spesso appena abbozzati; in particolare, Giovanni non riporta l'istituzione dell'Eucaristia. Fin dall'antichità cristiana si è preso atto di tale situazione. Notando che i primi tre Vangeli potrebbero essere letti simultaneamente con un colpo d'occhio, è stato usato per essi il termine di vangeli sinottici, da syn-opsis, che in greco significa visione insieme. Nei Sinottici possiamo notare numerose concordanze (= cose simili) e qualche importante discordanze (=cose diverse) Concordanze Proviamo a valutare i parallelismi tra i sinottici. 1. C'è similitudine anzitutto nella disposizione degli episodi. Moltissimi di essi corrono paralleli nei tre vangeli. C'è una schema comune: inizio con Giovanni il battezzatore e predicazione di Gesù in Galilea; viaggio a Gerusalemme; ministero in Gerusalemme; morte e risurrezione. 2. Molti episodi sono raccontati in maniera molto simile, a volte quasi identica. Persino le espressioni verbali sono spesso identiche. Ci sono concordanze di espressioni inaspettate: certe notazioni, certe parentesi, capitano esattamente allo stesso punto del racconto, anche se a volte sembrano stridere con il contesto della narrazione. Vari racconti presentano la stessa struttura a livello di elementi narrativi, anche se il fatto narrato è diverso. Ad es., molti miracoli sono raccontati in maniera praticamente uguale. Le citazioni dell'Antico Testamento sono spesso uguali tra loro, ma diverse dalle traduzioni greche antiche dell'A.T. ebraico. A volte, le parole sono identiche nei diversi vangeli, ma hanno cambiato posto, senso, situazione, funzione. Discordanze Oltre ai parallelismi, bisogna notare che vi sono scostamenti dal parallelismo. Essi sono altrettanto significativi: qualche evangelista omette, in sequenze narrative parallele, particolari episodi; ci sono inversioni dell'ordine degli episodi o delle parole; si riscontrano parole che sono rarissime nell'uso globale del greco, ma che nei sinottici ricorrono parallelamente più volte. Conclusioni Tre punti dobbiamo tenere presenti quando parliamo dei sinottici: esisteva una tradizione orale comune: nello scrivere, gli evangelisti avevano in mente spesso la stessa predicazione dello stesso apostolo o comunque nella stessa comunità; c'è interdipendenza letteraria tra i vangeli: essi "si conoscono" gli uni gli altri, ovvero gli evangelisti hanno scritto il loro vangelo tenendo presente gli altri; dovevano esistere fonti letterarie alle quali gli evangelisti hanno attinto: versioni precedenti dei vangeli, o comunque altri scritti; ovviamente a noi questo materiale documentario non è arrivato. Tappe di formazione dei Vangeli Sinottici Vediamo dunque qual è stato il processo che ha generato i vangeli di cui siamo oggi in possesso, e che i cristiani venerano come Parola di Dio. Per delineare tale processo sono stati necessari anni di ricerca di molti studiosi, tentativi parziali o sbagliati. Quello che presentiamo è attualmente quello che rende meglio conto di tutti gli elementi che l'analisi dei sinottici evidenzia. È un'ipotesi, anche se molto probabile. Ci dà un'idea di come devono essere andate le cose. La predicazione di Gesù Gesù ha predicato, e si è scelto e formato dei discepoli. Essi hanno ascoltato per tre anni la sua parola, una parola che doveva avere canoni di ripetitività: predicando nei villaggi, nelle sinagoghe, Gesù si trovava di fronte un uditorio sempre diverso, al quale proponeva lo stesso identico messaggio; ciò vale sicuramente se consideriamo archi di tempo limitati. Insegnamenti diversi possono essere stati forniti in fasi diverse del suo ministero. Inoltre, Gesù ha dedicato una parte del suo ministero pubblico alla formazione più specifica del gruppo ristretto dei dodici, evitando di proposito le folle. L'esigenza di insegnare a memoria nasce dal fatto che la scrittura era impraticabile in condizioni normali. Mentre tutti sapevano leggere, pochissimi sapevano scrivere, ed erano i cosiddetti scribi. Si scriveva su tavolette (scomodo) o su fogli di papiro (costosissimi). In entrambi i casi scrivere era un procedimento estremamente laborioso, che non poteva essere usato nella vita quotidiana e nel rapporto maestro-discepoli. La predicazione della Chiesa Il gruppo degli apostoli, dopo la Pasqua di Gesù, ha iniziato ad annunciare a Gerusalemme la sua risurrezione e la sua dignità messianica. La primitiva comunità cristiana annuncia oralmente la buona notizia di Gesù messia. È un annuncio dal contenuto essenziale: lo troviamo ripetutamente nelle "prediche" di Pietro e Paolo che sono riportate negli Atti degli Apostoli (vedi ad esempi Atti 10,37-43). Tali prediche sono un autentico vangelo in miniatura, sullo stesso schema che ritroviamo nei vangeli sinottici: si parla del battesimo di Giovanni, poi qualche accenno alla predicazione di Gesù in Galilea e ai suoi miracoli, il viaggio a Gerusalemme, la condanna alla morte di croce e laresurrezione. Gli apostoli, dunque, raccontavano a voce gli episodi di cui erano stati testimoni durante la loro vita con Gesù e ripetevano, a chi non l'aveva conosciuto, le sue parole e i suoi insegnamenti. Lentamente i ricordi ed i racconti su Gesù assunsero una forma ben precisa, che si conservava nel processo seguente di trasmissione. Bisogna notare questo: la comunità non crea il contenuto della predicazione, ma ne elabora la forma letteraria attraverso la quale trasmette il messaggio su Gesù. L'annuncio cristiano antico, infatti, non era lasciato alla libera iniziativa dei singoli, ma strettamente controllato dalla comunità apostolica di Gerusalemme; aveva un rigido carattere di tradizione che passava fedelmente da persona a persona e si basava sulla testimonianza autorevole dei testimoni oculari. La stesura per iscritto della predicazione Gli insegnamenti apostolici su Gesù non rimasero puro insegnamento orale, ma presto, anche se gradualmente, furono messi per iscritto. I motivi per cui si è iniziato a scrivere: Il motivo va cercato nelle tre esigenze delle prime comunità: la celebrazione della liturgia: per celebrare occorrono testi da leggere; la catechesi, la formazione dei credenti: i catechisti avevano bisogno di testi di riferimento sui quali basare il proprio insegnamento; l'attività missionaria di annuncio ai non credenti, per la quale era necessario avere tra le mani perlomeno dei promemoria contenenti gli insegnamenti e le parole significative dette da Gesù. Per svolgere queste fondamentali funzioni la comunità degli apostoli ha ricordato le parole di Gesù ed ha raccontato gli episodi della sua vita. Altri elementi determinanti per la nascita letteraria degli episodi evangelici sono i bisogni pratici delle comunità. Sono anch'essi essenzialmente tre: la determinazione del comportamento pratico dei cristiani nell'incontro con culture e stili di vita diversi; la difesa contro accuse, calunnie e fraintendimenti, a cui le comunità erano soggette, sia da parte ebraica chepagana; il ricordo affettuoso e gratuito dell'"amico" Gesù. Per rispondere a tali esigenze occorrevano racconti già elaborati o la composizione (non l'invenzione!) di nuovi racconti, attingendo alla memoria e alla testimonianza degli apostoli. La guida dello Spirito (o ispirazione) Questo lavoro letterario, che ha visto impegnate molte persone per diversi anni, non è stato solo frutto dell'attività umana: i credenti sono certi del fatto che gli apostoli e gli uomini della loro cerchia hanno collaborato con lo Spirito di Dio, e lo Spirito li ha guidati al ricordo e alla comprensione di quanto Gesù aveva fatto e detto, secondo la parola di Gesù: Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Paraclito (=Consolatore), lo Spirito Santo che il Padremanderà nel mio nome, egli v'insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto (Giovanni 14,25-26). La chiesa è certa che dopo la risurrezione di Gesù e il dono dello Spirito, gli apostoli hanno capito molto di più che durante il tempo in cui erano vissuti con lui. La loro predicazione è illuminata da questa nuova e più profonda comprensione. Il loro insegnamento, quindi, non è un semplice resoconto di cronaca, ma offre anche l'interpretazione dei fatti, e per i credenti questa interpretazione è quella corretta perché guidata dallo Spirito Santo. Questo aiuto e intervento dello Spirito Santo si chiama ispirazione. La redazione finale dei Vangeli sinottici Dopo le fasi della predicazione orale, della formazione letteraria dei vari episodi, dell'elaborazione dei primi documenti scritti, la fase successiva, è quella decisiva e definitiva: vengono scritti e fissati i tre Vangeli sinottici, che la Chiesa riconoscerà e tramanderà senza più toccarli. Questo lavoro è opera di quelle persone che la tradizione antica identifica con Matteo, Marco e Luca. Costoro hanno compiuto un prezioso lavoro di redazione dell'antico materiale tramandato in vario modo, e, da autentici autori, hanno composto le loro opere letterarie con un taglio personale. Schema riassuntivo dei tre evangelisti sinottici Titolo Vangelo secondo Matteo Vangelo secondo Marco Vangelo secondo Luca Immagine Lingua Originale Greco Greco Greco Autore SAN MATTEO SAN MARCO SAN LUCA Datazione I secolo Anteriore al 70 d.C. 70-80 d.C. Destinatari Ebrei che vogliono convertirsi al cristianesimo Catecumeni (persone che si preparano a ricevere il Battesimo) Teofilo e tutti i Pagani Note Numerose citazioni della Bibbia; discorsi molto Vangelo più breve Vangelo più lungo; numerosi miracoli lunghi Il Vangelo secondo Giovanni Un discorso a parte bisogna fare per il quarto Vangelo. Esso si distingue chiaramente dai sinottici. È un'opera unitaria dal punto di vista linguistico e stilistico, ma con diversi "fatti strani". Ormai siamo in grado di capire, perché il ragionamento è lo stesso di quello usato per i sinottici, che dietro al quarto Vangelo c'è una storia di composizione. Anzitutto alcune osservazioni generali: La gestazione dell'opera dura circa 60 anni, attraverso un lungo e complesso lavoro di stesura e revisione. In questi anni avviene una maturazione della visione teologica in seno alla comunità. Tale maturazione riguarda la riflessione sulla vita di Gesù, la comprensione dei segni liturgici, ma anche il senso della storia, in relazione alla caduta di Gerusalemme (sottomessa nel 70 d.C. dai romani) e all'inizio delle persecuzioni. I discorsi presenti nel Vangelo di Giovanni sono il frutto di teologia, di letteratura e di meditazione; il testo ha un valore anche letterario, pieno come è di richiami, di riprese e di approfondimenti al proprio interno. È un grande tessuto dove diversi fili si incrociano e si intrecciano. Il quarto Vangelo rispecchia la vita dell'apostolo Giovanni e della sua comunità. È un'opera che nasce nella vita e per la vita. L'apostolo prima di tutto ha predicato. Dalla predicazione iniziale nasce qualche scritto che a sua volta si evolve, viene riletto, riscritto, ritoccato, finché si arriva alla stesura definita. Il Vangelo secondo Giovanni non è un'opera autonoma, perché fa parte di un gruppo di scritti: è infatti strettamente legato alle tre lettere e all'Apocalisse. Per poter spiegare il vangelo bisogna tener conto anche di questi scritti. Essi ci permettono di parlare di un ambiente vitale d'origine che è una comunità con un proprio linguaggio e una particolare mentalità.