Progetti Claudio Piferi La nuova residenza del custode del deposito della FBM, Fornaci Briziarelli Marsciano, a Foligno (Perugia), che ne ospita al piano terra anche gli uffici commerciali, si inserisce all’interno di un “programma urbano complesso” (PUC) che merita di essere ricordato per meglio comprendere le scelte formali e materiche che hanno guidato l’architetto Paolo Luccioni in questa particolare realizzazione. L’area oggetto dell’intervento è inserita all’interno del PUC del parco del Topino e delle Fornaci Hoffmann, che prevede il recupero urbano degli edifici del vecchio stabilimento per la produzione di paolo luccioni “Casa del custode” a Foligno, Perugia laterizio, ormai dismesso, e la riqualificazione naturalistica della cava di argilla. L’area si estende dal corso del fiume Topino, che lambisce il centro storico, fino alla strada Romana Vecchia, uno dei tracciati della via consolare Flaminia che congiungeva Carsulae con Forum Flaminii. Il programma di riqualificazione prevede: la realizzazione di un parco attrezzato (circa nove ettari) e di un parco naturalistico (oltre tre ettari), parallelamente al recupero architettonico e funzionale degli edifici del forno Hoffmann e dei suoi annessi; la costruzione di un ponte pedonale e carrabile di servizio (già realizzato) che attraversa il fiume Topino e connette il nuovo insediamento con il resto della città; la realizzazione di una nuova piazza pubblica, lastricata in laterizio, che ha il fulcro nell’antica fornace e nei suoi due camini ed è delimitata dall’edificazione di circa 50 alloggi sociali, in corso di realizzazione, e da altri 40 destinati al libero mercato. L’edificio per uffici e per la casa del cu- 36 cil 140 stode, che insieme al padiglione espositivo di prossima costruzione costituirà la nuova sede della FBM, si affaccia su questa zona ricucendone il disegno urbano. L’edificio è facilmente riconducibile alle architetture di Paolo Luccioni, fortemente radicate nel territorio umbro ma costantemente proiettate verso la contemporaneità. In questo progetto, però, l’architetto modifica parzialmente gli strumenti che permettono alle sue realizzazioni di essere, al contempo, storicizzate ed attuali. L’abbinamento materico del laterizio (con pietra o metallo in molti dei suoi interventi) avviene qui con intonaco e vetro. L’uso e la tipologia del mattone impiegato meritano sicuramente una riflessione: il particolare laterizio utilizzato è fatto a mano, con una colorazione giallo-avana e con una finitura superficiale sabbiata e rugosa, solitamente adottato negli interventi di restauro del patrimonio edilizio esistente di pregio. Il materiale antichizzato, impiegato in forme contemporanee, rappresenta senza dubbio una delle forze progettuali dell’intervento, così come l’uso del giunto di malta a filo della muratura che, rispetto a quello incassato tipico delle architetture di Luccioni, accentua la modernità del disegno e la massa del volume edificato, eliminando giochi chiaroscurali e contrapponendolo al corpo vetrato ed intonacato delle scale. La particolare colorazione del legante contribuisce in maniera determinante ad accentuare ulteriormente la massività della costruzione: si tratta di una malta, detta “marriccio”, a base cementizia, di colore simile a quello dei mattoni (ottenuto utilizzando pigmenti minerali naturali, privi di sostanze tossiche, distribuiti uniformemente su tutto lo spessore applicato), che assicura una buona traspirabilità, utile contro ristagni di umidità e muffe. Sia nella morfologia che nei materiali impiegati, l’edificio ripropone la tipologia del casolare umbro settecentesco: i volumi sono compatti; la copertura è a falde; il corpo scale è trattato come un elemento aggiunto che va ad incastrarsi Prospetto su via Romana Vecchia: in evidenza il “cannocchiale“ intonacato e sullo sfondo i camini del forno Hoffmann. Planimetria generale dell’intervento e profilo sul parco urbano. Nella pagina a fianco: la scala “interna-esterna”. fotografie Moreno Maggi 37 progetti Qui e nella pagina a fianco: prospetto laterale con, sullo sfondo, il filare di pioppi che delimita il parco urbano e le colline. Sezione. Nella pagina a fianco: piante del piano terra e primo piano. Facciata prospiciente il parco urbano e i vecchi edifici della fornace. nel volume chiuso dell’abitazione. La distribuzione planimetrica è un chiaro riferimento all’architettura rurale: al piano terra gli ambienti di lavoro (in questo caso gli uffici dell’azienda) e al piano primo l’abitazione. La scala, tradizionalmente esterna, in questo caso è opportunamente racchiusa in un contenitore vetrato, parzialmente intonacato, in grado di evidenziarne comunque “l’estraneità” rispetto al resto dell’edificio. L’abitazione è costantemente in rapporto con l’ambiente circostante, anche grazie ad un “cannocchiale” visivo, che la perfora trasversalmente mostrando i camini del forno Hoffmann, i vecchi casolari presenti nella zona e lo sfondo collinare, tutti elementi caratterizzanti di una zona agricola di grande pregio. Il “cannocchiale”, ben percepibile in quanto intonacato ed aggettante rispetto al filo esterno della costruzione, diventa loggia e costituisce, insieme alla “torre colombaia” e al tetto a falda, l’ennesimo richiamo all’architettura verna- 38 cil 140 colare. L’uso contemporaneo del “faccia a vista”, dell’intonaco bianco ed il contrasto che naturalmente viene a crearsi sono le componenti attraverso cui Luccioni reinterpreta i caratteri tipici dell’architettura rurale senza cadere in facili e sterili parodie. ¶ Scheda tecnica Progetto e D.L.: Paolo Luccioni Collaboratori: N. Russo, M. L. Guerrini, H. C. Ramirez, L. Della Botte, S. Spacca, A. Spina Coordinamento: Luccioni Archstudio S.r.l. Strutture: Stefano Biondini Committente: FBM S.p.A. Impiantisti: Tetra Engineering S.r.l. Impresa: Cornacchini S.r.l. Dimensioni: 169 m2 sup. coperta, 255 m2 sup. utile Costi: 350.000,00 euro Cronologia: 2007, progetto; 2010, realizzazione 39 progetti