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Una crociera
romantica
“Sì com’a Pola, presso del Carnaro
ch'Italia chiude e suoi termini bagna”
Dante Alighieri, Divina Commedia,
Inferno canto IX, 113,114
di Piero Magnabosco
ui, dove Dante fissava i confini dell'Italia, cominciamo un piccolo cabotaggio fra porti e baie per la gran parte lontani dal grande affollamento di
barche, caratteristica di alcune zone
dell'Istria e della Dalmazia nei mesi
estivi.
La costa occidentale dell'Istria o le
Incoronate o ancora le grandi isole e
le città d'arte del sud della Croazia sono certamente mete molto più conosciute e attrattive per i diportisti, ma anche qui, sui due lati
del golfo del Quarnaro, ci sono panorami
spettacolari e acque cristalline e una crociera
da queste parti può essere un’occasione per
scoprire angoli appartati e belle cittadine.
Molte volte il nome Quarnaro incute soggezione a chi va per mare per diletto, perché
questo golfo, che si apre tra Capo Promontore (Rt. Kamenjak) e l'isola di Lussino
(Otok Losinj),
è uno dei punti dove la Bora
ˇ
sfoga maggiormente la sua violenza. D'estate,
però, è di rado fortissima e raramente dura
più di un giorno. Molti sono anche gli approdi
perfettamente ridossati da questo vento. Partendo da Pola o da Veruda, i due marina più
attrezzati nella parte meridionale dell'Istria, e
scendendo verso Sud arriviamo, dopo poche
miglia, a scoglio Porer (N 44°46',20 - E
13°53',20), sovrastato da uno splendido faro
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foto di Bojan Bonifacic
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ottocentesco che fa da solenne
guardiano all'entrata del Quarnaro.Tra scoglio Porer e Capo Promontore ci sono alcune secche
pericolose e un'isoletta, Fenoliga.
Le secche sono segnalate da un
fanale rosso e da un cardinale
sud. Sull'isola si può sbarcare con
il tender ma, non essendoci buone possibilità di ancoraggio, qualcuno si dovrà sacrificare e rimanere a bordo, mentre gli altri potranno osservare la bellissima serie di impronte di dinosauro molto ben conservate. Per gli amanti
delle storie misteriose e cupe sarà forse interessante sapere che
su quest'isola pare sia stato assassinato Crispo, figlio di primo
letto dell'imperatore Costantino
il Grande, e che il mandante dell'omicidio sia stato lo stesso
padre.
I passaggi tra Fenoliga e il conti-
nente e tra la stessa isola e scoglio Porer sono navigabili (la profondità è di circa 7 metri), basta
prestare attenzione ai segnalamenti. In caso di brutto tempo è,
comunque, consigliabile evitare la
zona e passare distanti da Porer
perché i bassifondi e l'intreccio
delle correnti possono alzare un
mare pericoloso con onde molto
ripide.
Subito ad est di Capo Promontore si apre la grande baia di Medolino (Medulin). La parte esterna è ricca di isolette, alcune con
belle spiagge come Levan, altre
con approdi e ristori come Ceja.
Diversi sono i buoni ancoraggi
come Porticˇ e Debeljak, vicini a
Capo Promontore, ma esposti
alla Bora, o Bijeca nella parte più
settentrionale. La parte interna
della baia di Medolino, alla quale
si accede attraverso lo stretto
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passaggio fra Capo Munat e Capo Castello (dove c'è un grande campeggio), è un porto naturale perfetto. Il fondale è di fango buon tenitore e si può dar fondo ovunque, prestando attenzione agli allevamenti di cozze. L'acqua non è limpida, ma è pulita. Il porto di Medolino non ha fondo sulle rive e
l'unico approdo è il pontile del
campeggio che, però, d'estate è
molto frequentato.
In luglio ed agosto Medolino
pullula di turisti che vengono accolti nei grandi campeggi e nei
villaggi turistici. C'è anche un
centro di cure termali. La zona è
abitata fin dalla preistoria e in
epoca romana era un importante scalo succursale di Pola.
D
Diverse ville dell'epoca sono
state individuate tutto intorno.
Di quella sull'isola del Vescovo si
dice fosse appartenuta a Costantino il Grande, che proprio
qui avrebbe imprigionato il figlio
Crispo prima di farlo assassinare.
Romantico e caratteristico è il
villaggio di Pomer, sul fondo della baia un po' più a Nord del
marina ACI. Poche case di pietra,
C
orti fecondi e vecchie chiesette rendono
piacevole
B
questo appartato
borgo di campagna.
La “Konoba (cantina) Pomer”, gestita
da una coppia di
gentili ed arzilli vecchietti, è ospitale e
a buon mercato.
Nel 1149 sia Pomer che Medolino
giurarono fedeltà a
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foto
Capo Promontore,
Vignole e
Carnizza D’Arsa
mappe
A Porto Badò,
sarebbe un bel
posto, ma ingombro di allevamenti
di molluschi, meglio
ancorare nella baia
di Cavrano, solitaria
e tranquilla.
B Vignole,
bel ridosso molto
frequentato dai
bagnanti in estate.
C Carnizza D’Arsa,
ancoraggio
in ca 6 metri.
D Valle dei tonni,
l’ancoraggio in
centro la baia è
difficoltoso per la
profondità molto
ampia.
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Venezia a cui rimasero, poi, sempre legati. Nel XIV e XV secolo
tutta la zona subì una profonda
decadenza, a causa di una tremenda serie di pestilenze. Nonostante
diversi tentativi di ripopolare la
zona con emiliani prima, morlacchi
e aiuducchi, rimase, purtroppo
una landa desolata fino al XIX
secolo, quando l'Austria decise di
creare a Pola, ridotta oramai ad un
piccolo borgo, la piazzaforte della
sua Marina da guerra. Questa
decisione fece rifiorire tutto il sud
dell'Istria.
Vi fu poi un altro duro colpo nel
1948 quando la stragrande maggioranza della popolazione, di
etnia italiana, fu costretta ad abbandonare le proprie case a seguito dei tragici eventi della seconda
guerra mondiale. Gli esuli furono
in parte sostituiti con famiglie fatte
arrivare dalla Croazia continentale, dalla Serbia e dalla Bosnia.
La baia di Medolino è chiusa ad
est da capo Merlera, dove in
inverno si svolgono le esercitazioni di tiro. Poco ad est del capo
bisogna prestare attenzione a delle secche che fuoriescono parecchio e sono segnalate da un fanale
rosso.
Subito ad oriente si apre la baia di
porto Cuie (Kuje, N 44°49',45 - E
13°59',45). In epoca romana ed
altomedioevale vi era un villaggio
di cui oggi non resta alcuna traccia, vi sono solo alcune case di villeggiatura e la chiesetta della Madonna di Cuie, a cui si arriva risalendo una stradina sterrata.
mappe
E Traghetto,
attenzione al fondo
potrebbe essere
cattivo tenitore in
alcuni punti.
F Santa Marina,
ancoraggio
in 5 metri.
Posto molto bello.
G Portolongo,
ancoraggio solitario
in 6 metri
L'insenatura è protetta da tutti i
venti, ma non dalla Bora, dalla quale, comunque, si potrà trovare un
certo ridosso dietro al molo dei
pescherecci che, però, è sempre
occupato e ha profondità sufficienti (2 metri) solo nella parte
terminale. La costa dopo porto
Cuie comincia piano piano ad alzarsi e le profondità diventano
consistenti anche vicino a riva.
Porto Badò (Luka Budava, N
44°53',40 - E 14°02',20) sarebbe
un ottimo ridosso, ma è ingombro
di allevamenti di pesci e molluschi,
si può trovare un po' di posto
solo in fondo alla baia dietro al
piccolo molo.
L'insenatura che si apre al centro
della baia, sul lato ovest, non è
accessibile (militare).
Da qui si può raggiungere a piedi
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(anche se non è vicinissimo) il povero e
romantico villaggio di Kavran (Cavrano)
che offre una vista incantevole sul
Quarnaro e sulle sue isole.Tutta l'area era
intensamente abitata in epoca preistorica e
romana, ma non si è mai più ripresa dalle
devastazioni subite dagli Avari e dagli Slavi
tra il VII e l'VIII secolo.
Andando ancora verso nord est vicino a
Porto Badò troviamo la solitaria e disabitata baia di Kavran e poi una serie di piccole
insenature con spiaggette di ghiaia (ottime
per delle soste-bagno) fino a Porto Vignole
(Luka Vinjole). Qui la baia si divide in due
bracci (attenzione alle secche che stanno
giusto in mezzo): il braccio a nord (Duga
Uvala) d'estate è riservato ai bagnanti del
vicino villaggio turistico, il braccio ovest,
invece, è accogliente, ci sono poche case,
l'acqua limpida e un moletto a cui si può
accostare (circa 2 metri di profondità in
testa). Nel villaggio turistico si possono trovare rifornimenti e c'è anche un ristorante.
A punta Paradisel (che divide i due bracci)
sono stati rinvenuti molti reperti della prima età del bronzo.
Qualche miglio più a nord si apre il fiordo
del canal d'Arsa (Zaljev Rasa)
ˇ N 44°56',75
- E 14°03',50.
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Sul lato ovest dell'ingresso del
canale c'è l'insenatura di
Portolongo di Carnizza (Krnica).
Lo scalo era usato un tempo per
caricare legna e bestiame sui
burchi e sulle batane ed in tempi
più recenti per mandare in Italia
la bauxite delle vicine miniere. Il
fondo della baia fu anche utilizzato come valle da pesca. Adesso
vi sono poche case di pietra,
un'osteria ed un piccolo molo a
cui spesso sono ormeggiati dei
pescherecci. Il fondo è buon
tenitore, bisogna però prestare
attenzione durante l'ancoraggio
ai diversi corpi morti usati dalle
barche locali. Il ridosso è ottimo
per la Bora che, appena fuori,
scatena tutta la sua potenza.
ˇ è il
Il canal d'Arsa (Zaljev Rasa)
risultato dello sprofondamento
ˇ
del letto del fiume Arsa (Rasa)
avvenuto millenni orsono. Il paesaggio, nonostante la macchia
mediterranea che ne ricopre in
parte le sponde, ricorda i fiordi
del nord per le sue alte rive
spesso brulle e per i monti che si
alzano sul lato orientale.
Ovunque domina un grande silenzio, interrotto saltuariamente
dai rumori della cava di Punta
San Nicola o ancor più di rado
da quelli che provengono dallo
scalo di Usabizza (Brsica),
dove
ˇ
si carica il carbone delle vicine
miniere di Albona (Labin). Il primo ancoraggio interessante che
troviamo è la Valle dei tonni
(Tunarica), una baia decisamente
ben ridossata da tutti i venti.
Nella parte settentrionale della
baia c'è un molo con 4 metri di
profondità al quale si può accostare. A riva ci sono tre case,
peraltro belle e ben integrate nel
paesaggio. Sulla parte sud della
baia si affaccia un campeggio non
molto frequentato e anche lì c'è
un molo in pietra con 2 metri di
fondo. Nel campeggio, ma solo in
luglio e agosto, funziona una piccola trattoria e un negozietto di
alimentari. Dar fondo non è
semplicissimo a causa delle profondità rilevanti (12-15mt) eccetto che nell'ansa nord .
Risalendo il canale troviamo ad
est la Val Dragona, ingombra
però di allevamenti di pesce, a
ovest la Valle Blaz, antico porto
romano ora completamente disabitato. Sulle rive dei ruderi di
un antico mulino, la baia è orlata
da una lunga spiaggia di ghiaia e
ci sono delle sorgenti d'acqua
dolce, tant'è che ancora pochi
anni orsono le donne di Traghetto (Trget) venivano fin a qui in
barca per lavare le coperte alla
fine dell'inverno.
Sull'altra sponda a nord est di
Valle Blaz c'è l'unico abitato del
canale: Traghetto (Trget).
C'è un lungo molo in pietra a cui
si può accostare. Il luogo è particolarmente quieto ed appartato.
Ci sono un negozio di alimentari
ed una “gostionica” (trattoria)
dove la proprietaria, Astrid
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occupato
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Ristorante
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Ramac
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foto
Porto AlbonaRabac,
Il molo carbonifero
di Fianona-Plomin,
La spiaggia di
MoschienizzaMoscenicka Draga.
mappe
H Porto Albona è
una località molto
vivace.
I Fianona sarebbe
un posto interessante purtroppo sul
fondo della baia c’è
una grande centrale termoelettrica.
L Moschienizza
pittoresco borgo
marinaro.
M Medea piccolopaesino privo di un
porto accogliente.
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foto
Laurana,
la vista dalla cima
del monte
Maggiore,
la riviera di Abbazia
mappe
N Laurana, il paese
è bello ma c’è
pochissimo posto
per l’ormeggio.
O Ika, l’ancoraggio
è di fronte ad una
spiaggia molto
frequentata.
P Icici, i posti per le
barche in transito
sono pochissimi.
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ˇ vi accoglierà con una corOrmic,
tesia rara e preziosa. Passare un
pomeriggio qui, aspettando il tramonto seduti ad uno dei tavoli
all'ombra del grande ciliegio,
ˇ
ˇ ˇ (polpettimangiando cevapcici
ˇ ˇ (spiedini di carne)
ne) o raznici
riappacifica l'anima e fa recuperare ritmi e dolcezze perdute. Più a nord di Trget ci sono i
moli del porto carbonifero e una
cava. Il fiordo si spegne poco dopo nella Val Peocio dove sfocia il
ˇ scarso d'acfiume Arsa (Rasa)
qua.
Traghetto può essere un’eccellente base per inoltrarsi nell'entroterra e visitare Albona (Labin), spettacolare borgo medioevale dalla storia intensa e gloriosa. Sulla strada per Albona (Labin) c'è anche il villaggio di Arsia
ˇ surreale e metafisico, co(Rasa)
struito in perfetto stile razionalista degli anni trenta per i minatori delle vicine miniere. Lasciato il
canal d'Arsa e risalendo l'Istria
troviamo lo scalo di Koromacno,
ˇ
da evitare per la bruttissima presenza del cementificio con annessa cava.
Doppiata punta Nera (Crna
punta), dove gli albanesi guidati
dal loro podestà Capitano Magno nel 1661 distrussero una
nave turca meritandosi gli elogi
del Doge Domenico Contarini,
la costa diventa sempre più alta
fino ad arrivare ai 1.400 metri
ˇ
del Monte Maggiore (Ucka)
e
dobbiamo navigare per un pò di
miglia prima di trovare il tranquillo paese di Santa Marina (N
45°01',70 - E 14°09',75). Le case
sono adagiate su una splendida
baia con ulivi, sempreverdi e
ginestre che ne rivestono le
sponde. Sul fondo vi è una piccola spiaggia di ghiaia e c'è un molo
al quale si può accostare anche
se è spesso occupato.
Sulla punta Santa Marina vi è un
campeggio all'interno del quale
c'è l'antica chiesetta di Santa Marina, più volte distrutta e ricostruita. Qui i titini nel1943 massacrarono e gettarono in mare
diversi italiani.Alla fine del secon-
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do conflitto mondiale furono indette delle elezioni per confermare il nuovo possesso yugoslavo: a Santa Marina, come in molte altre località istriane, vi fu una
totale astensione dal voto in un
ultimo disperato tentativo di rimanere uniti alla madrepatria.
Portolongo (uvala Prklog) N
45°02',20 - E 14°09',75, subito a
nord, è una profonda insenatura
disabitata e tranquilla molto ben
ridossata eccetto che da sud-est.
Arriviamo ora a Porto Albona
(Rabac) N 45°04',25 - E
14°09',90 un tempo tranquillo
villaggio di pescatori ora totalmente dedito al turismo di massa. La bella baia con una grande
spiaggia di ghiaia che si trova
all'imboccatura della valle degli
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ulivi è ben protetta dalla Bora,
ma non dallo scirocco. Ci si può
ormeggiare alla banchina del
paese o, sull'altra sponda, alla
banchina della gru. L'ampliamento e la sistemazione del porto
cominciarono durante la dominazione napoleonica in un tentativo, poi abbandonato, di fortificarlo. Fu nel 1850, durante l'amministrazione austriaca, che il
podestà di Albona, Tommaso
Luciani, portò a termine i lavori
di sistemazione del molo, delle
rive e della strada che scende da
Albona.
Porto Albona (Rabac) è separato
dal fiordo di Fianona (Plomin) dal
monte Sopra Cossi (Standar).
Fianona (Plomin) è uno scalo da
evitare perché una centrale termoelettrica a carbone domina
tristemente la baia. Risalendo più
a nord gli ormeggi sicuri e tran-
quilli scarseggiano.
Brestova è monopolizzata dai
traghetti che fanno incessantemente la spola con Cherso.
Abbazia (Opatja) è frequentatissima dai bagnanti e non ha quasi
nessun posto per le barche in
transito. Se uno volesse visitare i
dintorni, per vedere le belle ville
di fine ottocento che la caratterizzano, l'unico scalo in cui si può
trovare un po' di posto è il marina ACI di Icici
ˇ ˇ dal quale una bella
passeggiata porta fino ad Abbazia.
Laurana (Lovran) ha un centro
storico carino e Medea
(Medveja) un bella spiaggia, ma
entrambi hanno poco posto per
gli yachts su delle banchine molto
esposte.
Valle di Santa Marina N
45°14',20 - E 14°15',55
(Moscenicka
ˇ ˇ ˇ Draga) è molto pit-
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toresca, il borgo di pescatori
ancorato sul ripido pendio è percorso da strette scalinate e ricorda un po' le Cinque Terre, da qui
parte anche uno spettacolare
sentiero che porta fino alla cima
ˇ
del Monte Maggiore (Ucka).
Dal
porto si può salire anche al paese di Moschiena con un tragitto
molto bello di circa 2 km in parte
su strada , in parte lungo una ripida scalinata. Immediatamente a
sud del porto vi è anche una bella spiaggia di ghiaia.
Ci si può accostare alla banchina
esterna oppure si può dar fondo
di fronte alla spiaggia.
È dunque molto varia e interessante quest'area e proseguiremo
la prossima volta il nostro viaggio
sull'altra sponda del Golfo del
Quarnaro, discendendo le Isole
di Cherso, Lussino, Unie, Canidole, Sansego.
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Scoglio Porer,
il silenzioso
guardiano del
Quarnaro
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