Corso di Studio in Scienze dell’Educazione Seminari obbligatori propedeutici al tirocinio 2008-09 Dalla cultura della devianza alla cultura delle differenze Espressioni del pregiudizio contemporaneo nei discorsi quotidiani sulle minoranze Marcella Ravenna Docente di Psicologia sociale e dei gruppi www.unife.it/dipartimento/scienze-umane/laboratorio-di-psicologia Scopi Gli obiettivi di questo seminario sono di: 1) analizzare i modi in cui si esprime l’ostilità verso le minoranze tramite la presentazione di esempi tratti dalla vita reale 2) considerare come si generano i giudizi di “anormalità” nelle interazioni quotidiane 3) illustrare i fattori che possono controbilanciare l’espressione dei pregiudizi nelle comunicazioni interculturali 4) delineare gli elementi che contribuiscono a strutturare competenze comunicative interculturali Introduzione All’inizio del secolo si parlava di NIGGERS Negli anni ’50 si usava il termine NEGROES Con il prevalere delle politiche rivolte all’integrazione si passò al termine BLACKS Attualmente si impiega il termine AFRICANAMERICANS che sottolinea l’orgoglio della provenienza africana ed il pieno diritto ad essere membri della comunità americana Introduzione Tali cambiamenti non sono solo terminologici, poiché le scelte di tipo linguistico influenzano considerevolmente il modo in cui un gruppo sociale è percepito in termini sociali Se per denominare una persona uso un termine che induce disprezzo, quell’etichetta attiverà in modo automatico una serie di associazioni negative che influenzeranno l’impressione generale a proposito della persona descritta (Arcuri e Cadinu, 1998) 1) Le espressioni di ostilità verso le minoranze nella vita sociale Pregiudizio: è un atteggiamento sfavorevole che può andare dall’antipatia all’odio nei confronti di persone e gruppi Il pregiudizio manifesto o diretto (caldo, controllabile e intenzionale), consiste: sia in atteggiamenti di rifiuto dei membri di un gruppo a cui non apparteniamo che sono percepiti come una potenziale minaccia sia nell’opposizione ad instaurare contatti intimi con essi Questo tipo di pregiudizio si caratterizza in base alla percezione di una minaccia 2) Le espressioni di ostilità verso le minoranze nella vita sociale a) la “nostra” cultura, i “nostri” valori, la “nostra” religione sono messi in pericolo dalla “loro” cultura, dai “loro” valori e dalla “loro” religione Mi preoccupa il fatto che vogliono imporre la loro religione qui in Italia, costruendo moschee, mi preoccupa il fatto che non tutti ma molti sono venuti in Italia con l’obiettivo di agire dannosamente al nostro paese, non sono d’accordo che ci si debba adeguare per forza a una religione che non è la nostra, togliendo anche i crocefissi dalle scuole (stud. 3 - 07-08) ciò che mi preoccupa di più è che queste persone possano prendere il sopravvento su di noi facendo diventare la cultura e la religione islamica dominanti. (stud. 8 – 07-08) 1) Le espressioni di ostilità verso le minoranze nella vita sociale b) la “nostra” coesione sociale è resa insicura dalle “loro” rivendicazioni in ambito religioso, associativo, educativo, abitativo ed alla cittadinanza “e ripeto vengono qui con tante esigenze, tutto e subito, tutto gratis, poi ci offendono con i loro atteggiamenti, ma allora io gli dico perché non tornate a casa vostra se qui non vi sta bene”. (oper. Sanitario) 1) Le espressioni di ostilità verso le minoranze nella vita sociale d) i “nostri” quartieri sono esposti all’insicurezza e al degrado prodotti, sia dalle “loro” precarie condizioni abitative che dal coinvolgimento nella prostituzione, nello spaccio di droga, nella criminalità quando ci sono queste badanti dell’Est Rumene ecc. i furti sono iniziati, mi hanno rubato 4 volte il portafoglio dalla borsa e, un paio di zoccoli nuovi che avevo solo appoggiato nella guardiola (oper. Sanitario) Da e) il “loro” coinvolgimento nel lavoro nero “ci” espone ad una concorrenza sleale. 1) Le espressioni di ostilità verso le minoranze nella vita sociale f) la “nostra” stessa esistenza è messa in pericolo dal “loro” terrorismo mi preoccupa il fatto che nel nostro paese possano crescere dei fondamentalisti islamici e che possano un giorno vendicarsi su di noi per quello che attualmente stanno facendo gli Stati Uniti e l’Italia nei loro stati (stud. 3) 07-08) Ciò che mi fa anche tanta paura è che certe persone, magari con fini estremisti, possano organizzare attentati terroristici e distruggere il nostro paese (stud. 8 – 07-08) 1) Le espressioni di ostilità verso le minoranze nella vita sociale Il pregiudizio latente o indiretto (che è freddo, automatico, ambiguo, ambivalente, e inconsapevole),si caratterizza invece: 1) per atteggiamenti di difesa dei valori tradizionali dell’ingroup la cosa che invece mi preoccupa è che oggi il popolo italiano sembra indebolito dalla loro presenza, siamo in balia di qualcosa di più forte che attacca noi italiani come persone, non riusciamo a fare emergere i nostri valori (stud. 07-08) 2) per l’enfatizzazione delle differenze culturali e per la negazione di emozioni positive verso i membri dell’outgroup. esempi 1) Le espressioni di ostilità verso le minoranze nella vita sociale (oper. Sanit.) ”lascia il bagno molto sporco, dal water cola sangue e così pure dal bidè, l’ha sgridata persino la sig.ra delle pulizie questa mattina, per le condizioni in cui ha lasciato il bagno – con assorbenti ovviamente sporchi ovunque - ho bisogno di disinfettante e stracci per pulire perché se non pulisco non riesco ad usare il bagno! SIAMO CULTURE MOLTO DIVERSE, TROPPO! Genitori lei con il burca completo con rete sul viso, lui con vestito lungo e il barbone, con in mano un libro che ha letto tutto il tempo, presumo fosse il corano, è uscita la Dott.ssa per parlare dell’intervento, la donna non ha detto una parola, ma lui non la guardava nemmeno, l’ha completamente ignorata, anzi la guardava con disprezzo. L’integrazione è una parola astratta, siamo troppo diversi. (oper. Sanit.) 1) Le espressioni di ostilità verso le minoranze nella vita sociale quando lavoravo in Ginecologia chi faceva le interruzioni di gravidanza erano solo Loro, africane (nere), marocchine, molte cinesi e molte dell’Est, soprattutto slave, rumene, con estrema facilità. Io sono diventata obiettrice per quello, dopo aver visto quella loro indifferenza. Noi cerchiamo di ricorrere all’aborto in casi di necessità, violenze, malattie materne, ma non come metodo anticoncezionale, l’uso di questa legge andrebbe regolato. Non credo nell’integrazione (oper. Sanit.) 1) Le espressioni di ostilità verso le minoranze nella vita sociale Coloro che mostrano pregiudizi latenti si trovano in una situazione di conflitto fra: a) la tendenza a favorire il gruppo di cui fanno parte di processi cognitivi e motivazionali normali) che si esprime: (frutto nel parlare di noi in modo positivo e di loro in modo negativo; nel non dire cose negative di noi e nel non dire cose positive di loro; b) il desiderio di essere egalitari che deriva invece dall’avere interiorizzato le norme di equità sociale. Nei comportamenti e nelle affermazioni di queste persone è possibile cogliere tale ambivalenza interiore. 1) Le espressioni di ostilità verso le minoranze nella vita sociale - Noi non uccidiamo - Paghiamo tasse anche per loro - Paghiamo i servizi, le assicurazioni Parlare di NOI in modo POSITIVO - Stiamo ancora bene - Lavoriamo duramente - Non denunciamo - Non usiamo l’aborto superficialmente - Portiamo la democrazia - Abbiamo valori, norme civili - Noi rispettiamo le regole - Noi risolviamo i loro problemi - Siamo penalizzati 1) Le espressioni di ostilità verso le minoranze nella vita sociale - Bugiardi - Malvestiti - Non rispettano la religione che professano Parlare di LORO in modo NEGATIVO - Culture diverse, non si integrano - Comunità chiuse - Analfabeti, sono arretrati - Poco serie - sembrava una brava ragazza - Odori sgradevoli - Non hanno voglia di lavorare, tutti uguali - Non hanno morale - Ci disprezzano 1) Le espressioni di ostilità verso le minoranze nella vita sociale persone che condividono principi egalitari e non si considerano pregiudizievoli possono dunque sperimentare sentimenti negativi nell’incontro con determinate minoranze che influenzeranno i loro comportamenti verso di esse E’ proprio perché tali sentimenti sono indipendenti dalle credenze egalitarie che essi possono produrre reazioni negative: evitare ogni interazione diretta con membri della minoranza, discriminarli aggredirli. 2) Genesi dei giudizi di anormalità nelle interazioni quotidiane Nella vita sociale contemporanea i discorsi prevalenti sulle minoranze etniche non sono più ancorati a teorie centrate sull’inferiorità biologica ma si rifanno piuttosto a teorie centrate su presunte differenze culturali nella conformità/violazione delle norme. La CULTURA è un sistema di significati condiviso da un gruppo sociale che si è accumulato nel corso delle generazioni come prodotto dell’attività umana. Su un versante soggettivo, essa consiste in un bagaglio di credenze, atteggiamenti, definizioni di sé, norme, ruoli e valori che definiscono appunto l’appartenenza ad una data cultura. 2) Genesi dei giudizi di anormalità nelle interazioni quotidiane Come si giunge a giudicare anormali le condotte degli immigrati nelle conversazioni quotidiane? facendo riferimento alle NORME Le NORME sono credenze socialmente condivise su come le persone dovrebbero comportarsi in specifiche situazioni e guidano i pensieri e le condotte delle persone Così quando siamo convinti che certe azioni siano comuni ed accettate nella nostra cultura, tenderemo a spiegare il comportamento che non è comune in base alla nostra prospettiva. 2) Genesi dei giudizi di anormalità nelle interazioni quotidiane Percepire una violazione delle norme socialmente condivise: è uno dei fattori più importanti che induce a prendere le distanze e a rifiutare i gruppi minoritari ed è anche uno dei criteri dominanti nelle rappresentazioni di questi gruppi Ci convinciamo, cioè, che i membri di una minoranza abbiano uno stile di vita ed una mentalità che devia dagli standard condivisi. Le differenze percepite sono definite e presentate come anormali 2) Genesi dei giudizi di anormalità nelle interazioni quotidiane ASPETTI DELLA CULTURA possono essere quindi impiegati per spiegare i comportamenti di una minoranza tramite argomentazioni incentrate sulla sua anormalità Uno studio realizzato da Verkuyten nel 2001 ha esaminato, tramite una serie di focus group, come gli abitanti di alcuni quartieri di Rotterdam, costruiscono attraverso il discorso concezioni di “anormalità” e si rappresentano l’”anormalità”. E’ stato studiato, cioè, come gli autoctoni giungono a definire le condotte dei membri dei gruppi minoritari che vivono nei loro stessi quartieri come anormali esponendoli così ad accuse ed azioni correttive 2) Genesi dei giudizi di anormalità nelle interazioni quotidiane I giudizi di anormalità sono prodotti in modo attivo nell’ambito dei discorsi che le persone fanno negli scambi sociali. Idea di fondo è che ciò che è normale sia anche fondamentalmente morale Il comportamento tipico e comune degli autoctoni fornisce in molti casi la norma in base alla quale il comportamento di membri di una minoranza viene valutato e definito in modo esplicito o implicito come anormale. 2) Genesi dei giudizi di anormalità nelle interazioni quotidiane Es.(focus) Prima di potere ottenere una casa o dei servizi gli stranieri dovrebbero adattarsi e comportarsi normalmente Es. (focus) non importa di che gruppo sei, non ci faccio caso, ma tu devi comportarti in modo normale e la maggiore parte degli stranieri non lo fa, stai dietro ai tuoi bambini, tieni puliti la casa e le scale, non infastidire gli altri, questo è quello che conta e solo se ti comporti così potrai avere una casa Chi parla si presenta dunque come una persona ragionevole che non giudica gli altri dal colore della pelle ma dalla normalità dei loro comportamenti. Egli tende cioè a scalzare l’idea che le sue opinioni riflettano atteggiamenti razzisti e non il comportamento delle minoranze come tali 2) Genesi dei giudizi di anormalità nelle interazioni quotidiane In altri casi l’idea di normalità appare più implicita: Es. (oper. Sanit.) Una paziente, sottolinea con evidente disappunto che in una camera con tre letti, in cui vi è una donna Pachistana, i suoi parenti uomini restano appositamente e prolungatamente durante l’allattamento delle mamme per “spiare””guardare” le donne che allattano, nonostante siano stati più volte invitati ad uscire, l’Ostetrica afferma di aver osservato attentamente i Pachistani e di aver visto più volte questo loro comportamento. 2) Genesi dei giudizi di anormalità nelle interazioni quotidiane Le persone spesso usano “la presentazione di casi estremi” per accusare i membri di una minoranza “Vicino a me al secondo piano, vive una famiglia Indiana, in un appartamento che ha il pavimento di legno. Un giorno è successo che hanno fatto un fuoco che ha creato un incendio. Quando sono intervenuti i pompieri per evitare che l’incendio si diffondesse all’appartamento vicino, il capo squadra ha subito detto “sono matti o cosa?” …. essi hanno semplicemente messo una lamiera di ferro sul pavimento con sopra delle pietre, hanno fatto un qualche tipo di grill nella camera da pranzo e si sono sorpresi che il pavimento potesse bruciare. Un secondo partecipante interviene dicendo: “non è una pazzia questa”? Il primo partecipante aggiunge: volevano fare un barbecue, per un tipo di festa che dura 3 o 4 giorni, un gran chiasso e confusione e chissà quali rituali. E cosa possiamo fare, cosa dovremmo fare noi come vicini? Stare zitti ammettendo così di apprezzare che essi seguano le loro tradizioni perché se tu dici qualcosa su questo significa che stai discriminando o che sei razzista. 2) Genesi dei giudizi di anormalità nelle interazioni quotidiane Viene dunque descritto un comportamento irresponsabile in cui persone Indiane sono presentate e definite esplicitamente come ignoranti e pazze. L’espressione “sorpresi” è infatti indicativa di ignoranza. Essi si sono infatti sorpresi di qualcosa che è ovvio, ovvero che fare una grigliata su un pavimento di legno può causare un incendio. Ma proprio perché definire la condotta di qualcuno come anormale può suscitare rimproveri e accuse nei confronti di chi la esprime, occorre allora giustificare le proprie valutazioni ed influenzare chi ascolta costruendo la propria ragionevolezza e normalità. 3) Fattori che controbilanciano l’espressione dei pregiudizi nella comunicazione interculturale Gli stereotipi e i pregiudizi rappresentano veri e propri ostacoli alla comunicazione per molte ragioni: predispongono le persone a percezioni e giudizi parziali interferiscono con la capacità di cogliere l’individualità dell’interlocutore rendono difficile stabilire un rapporto basato sulla fiducia incrementano la tendenza a recepire solo quelle informazioni che confermano il proprio punto di vista 3) Fattori che controbilanciano l’espressione dei pregiudizi nella comunicazione interculturale Allport ha però anche sottolineato che il contatto può avere effetti positivi solo nelle seguenti 4 condizioni: che i due gruppi abbiano uno status simile che abbiano un obiettivo condiviso che siano tra loro interdipendenti e cioè debbano cooperare per raggiungere l’obiettivo che le norme sociali e le istituzioni favoriscano il loro rapporto 3) Fattori che controbilanciano l’espressione dei pregiudizi nella comunicazione interculturale Mentre l’espressione (sia a livello verbale che non verbale) di pregiudizi è notevolmente malleabile perché può essere influenzata dai: le norme sociali la presenza di un pubblico è invece assai più problematico ottenere una reale riduzione del pregiudizio. 3) Fattori che controbilanciano l’espressione dei pregiudizi nella comunicazione interculturale La semplice conoscenza dei processi cognitivi e affettivi che contribuiscono a strutturare il pregiudizio non è di per sé in grado di ridurre la diffidenza verso l’altro e di migliorare le nostre valutazioni su un determinato outgroup Per liberarsi da credenze e stereotipi negativi è indispensabile non solo esserne consapevoli ma anche essere motivati a modificare la reazione nei confronti di un gruppo. Perché si vuole essere coerenti con i propri valori, perché ci si sente in colpa o per altre ragioni. 3) Fattori che controbilanciano l’espressione dei pregiudizi nella comunicazione interculturale Empatia cognitiva consiste nell’assumere il ruolo e la prospettiva dell’altro, vedendo il mondo dal suo punto di vista. Essa può ridurre il pregiudizio perché: le persone vedono l’outgroup meno minaccioso e si percepiscono meno differenti dai suoi membri di quanto non avessero pensato attiva l’idea che in quanto esseri umani condividiamo lo stesso destino 3) Fattori che controbilanciano l’espressione dei pregiudizi nella comunicazione interculturale Empatia emozionale può consistere in: risposte emozionali simili a quelle dell’altra persona (empatia parallela) reazioni alle esperienze emozionali dell’altro (empatia reattiva) Vedendo qualcuno trattato ingiustamente da altri si può provare simpatia e solidarietà (reattiva) o si può invece sperimentare risentimento verso chi l’ha maltrattata (parallela). Questo tipo di empatia può ridurre il pregiudizio perché: induce a mettere in primo piano il benessere dell’altro, sollecita sentimenti più positivi può però indurre disagio per le ingiustizie a cui l’altro è sottoposto che si associa ad ansia ed a sentimenti negativi verso l’ingroup che rendono più difficili i rapporti intergruppi 4) Acquisire competenze interculturali Per realizzare una comunicazione interculturale efficace occorre che l’impegno dei singoli e delle istituzioni si rivolga a: a) cercare di contrastare gli effetti negativi di stereotipi e pregiudizi b) favorire e ad acquisire competenze comunicative specifiche. A tale fine è però indispensabile: 1) acquisire consapevolezza dei limiti culturali del proprio modo di pensare, sentire, agire (LA NOSTRA PROSPETTIVA NON E’ L’UNICA POSSIBILE) 2) la motivazione a comunicare con persone di altra cultura 4) Acquisire competenze interculturali SENSIBILITA’ INTERCULTURALE: capacità di cogliere e capire le differenze culturali e di essere al tempo stesso disponibili a modificare in parte il proprio comportamento come forma di attenzione e di rispetto, sia verso le persone con cui interagiamo, sia verso i mondi cui esse appartengono ACQUISIRE CONOSCENZE SPECIFICHE: circa la comunicazione ed il linguaggio, ma anche circa le tradizioni e convenzioni culturali che influenzano i pensieri ed i comportamenti delle persone con cui si vuole entrare in contatto ABILITA’ COMUNICATIVA: capacità di impiegare sensibilità e conoscenze acquisite per agire in modo efficace nelle interazioni interculturali Riferimenti bibliografici Allport, G.W. (1973). 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