GESTIONE AZIENDALE RISPARMIARE SUL PARCO AUTO Flotte low cost Insidie e accorgimenti in tempi di crisi per ripensare con intelligenza la propria car policy aziendale Andrea Brambilla ll’inizio del 2009 molte aziende hanno rivisto le proprie car policy, cioè le procedure che governano le flotte aziendali, prendendo in considerazione un downgrading, ossia un abbassamento del livello delle vetture. Questo per ottenere dei risparmi utili in un momento congiunturale decisamente critico. Come si sa, la voce “auto aziendali” è una componente importante dei costi di molte società, ed è un punto su cui inevitabilmente si finisce per lavorare per poter creare del risparmio. Il percorso al ribasso di quest’anno ha coinvolto l’intera pmi e grande azienda, dalla dirigenza a scendere. Allo scadere dei contratti di noleggio, molti utilizzatori si sono visti assegnare una vettura di livello inferiore o meno accessoriata della precedente. Va sottolineato, a parziale compensazione, che nel frattempo anche le case automobilistiche hanno favorito un downgrading “nobilitante”, lanciando sul mercato modelli comunque performanti e di più bassa cilindrata, minor costo e consumo, dunque dalle minori emissioni di Co2. Il futuro in questo senso è ben chiaro: si va verso un mondo in cui cilindrate ed emissioni sono in discesa, mentre le potenze in qualche caso aumentano o comunque tengono. A Andrea Brambilla è general manager di Brokerfleet di Tkt, operativa nel campo della gestione delle flotte aziendali e partner commerciale in area riservata My Manageritalia. 46 䡵 DIRIGENTE 10|2009 Torniamo alle aziende: purtroppo la corsa ai tagli ha generato in molti casi degli effetti imprevisti. Ad esempio, può aver prolungato i tempi di decisione e di sottoscrizione dei contratti di rinnovo dei noleggi. Arrivare “corti” sulle scadenze dei veicoli significa arrivare troppo vicini alla riconsegna dei veicoli in scadenza. Tale ritardo, tipico dei primi mesi di sostanziale panico manageriale, ha obbligato molte aziende a ricorrere a contratti di preassegnazione, generalmente costosissimi, a volte più onerosi dei canoni della vettura definitiva, seppure riguardanti modelli di categoria inferiore. Tra la modifica della car policy, il bando di gara per l’aggiudicazione della flotta, la scelta di optional e colori, è andato perso molto tempo. Non pochi hanno constatato che il ricorso forzato alle vetture di pre-lease ha bruciato parte dei risparmi ottenuti attraverso il downsizing. Un esempio Proviamo a quantificare questo effetto con un esempio. Il dottor Rossi della Cried Farmaceutici contatta il suo gestore di flotta aziendale per avere delle quotazioni. Attualmente il suo parco auto è composto da 100 Volkswagen Passat 2.0 tdi Variant 125 kw Highline, noleggiate a un canone per 36 mesi e 120.000 km di 850 euro. Rossi sceglie di rimanere su questo segmento, per non creare scontento fra i dipendenti e per dare un segnale di fiducia e ottimismo. Questa scelta però si rivela dolorosa. La prima brutta sorpresa è data dall’aumento dei canoni. Sembra strano che, in tempi di crisi e di difficoltà nel vendere veicoli, i noleggi possano salire. In realtà, le società di noleggio hanno subito il trauma di un autentico tracollo del mercato dell’usato. I noleggiatori comprano migliaia di veicoli e si caricano del rischio dell’usato. Nel 2009 i noleggiatori sono stati costretti a rivedere i valori residui delle vetture, attribuendo loro una speranza di rivendita inferiore anche del 2025%. Questo ha fatto sì che i canoni abbiano subito una variazione di circa +10-20% rispetto ai contratti sottoscritti nel 2005/2006, cioè all’epoca del precedente rinnovo. Oggi per lo stesso identico modello (restyling a parte) un canone in scadenza di 850 euro può essere rinnovato, ad esempio, a non meno di 950 euro. Rossi prende atto di questa situazione. Dopo attenta analisi, il direttore acquisti chiede indicazioni per preservare il budget con un downgrading sullo stesso modello. Il consiglio può essere quello di prendere in considerazione la Passat 2.0 tdi Va- riant 81 kw Comfortline. Vale a dire stesso modello, ma minore potenza, minori consumi e qualche sacrificio di allestimento. Rossi lo giudica un buon compromesso per il suo obiettivo di contenere il canone entro determinati limiti e lasciare ai suoi colleghi un certo livello di vettura. La quotazione proposta è di 740 euro. Sulla carta, la crisi ha “reso” alla Cried Farmaceutici un’importante riduzione dei noleggi da 850 a 740 euro. La proposta viene dunque accettata e l’ordine inoltrato alla società di noleggio. Storia a lieto fine? Solo in parte, perché tutti questi passaggi hanno richiesto tempo. Intanto la scadenza del contratto in essere si è notevolemente avvicinata e rimangono solo tre mesi per consegnare le nuove macchine. Riuscirà il noleggiatore a consegnare in tre mesi? Ricordiamo che nessun contratto di noleggio vincola il noleggiatore in maniera tassativa al rispetto di una specifica data, neanche se questa è indicata sul contratto. Nel 2009, complice ancora una volta la situazione economica, scopriamo che i tempi di consegna di quel modello si sono in realtà allungati. Se negli anni passati per avere fisicamente quella vettura ci volevano poco più di 90 giorni, oggi le case automobilistiche fanno lavorare gli impianti di produzione a ritmi ridotti e dunque i tempi di attesa per la Cried si sono allungati, diciamo a sei mesi. A questo punto Rossi ha un problema: non può tenere i veicoli in scadenza, che sono già carichi di chilometri, ma non può neanche fermare i suoi informatori medici. Rossi si trova costretto a ricorrere a vetture in pre-assegnazione. Le quali, è noto, hanno altri costi: per una vettura tipo Ford Focus o Fiat Bravo, piuttosto che Renault Megane o Alfa Romeo 147, il più delle volte usata (meno di 24 mesi, ma che può avere fino a 100.000 km), il canone richiesto è di ben 796 euro. Gli informatori della Cried salvo altre invenzioni dovranno viaggiare per almeno tre mesi su veicoli meno importanti e più costosi. Bilancio finale Tiriamo le somme: l’operazione di downgrading è riuscita. La Cried ha consolidato un risparmio medio di 110 euro al mese per contratto, per un totale di 11.000 euro al mese sull’intera flotta. Sui 36 mesi, Rossi ha ricavato un saving pari a 396.000 euro. Ora sottraiamo il maggior costo dei pre-lease, che per i tre mesi di attesa (che poi diventeranno sei) delle nuove assegnazioni è di 11.200 euro. Un peccato! Bruciato un mese intero di risparmio sulla flotta. Però l’obiettivo è stato raggiunto. Alla prossima riunione del consiglio di amministrazione la Cried potrà destinare i 384.800 euro risparmiati a investimenti inerenti la propria attività. Altre situazioni spiacevoli potrebbero presentarsi. Abitualmente le società di noleggio hanno sempre concesso credito senza depositi cauzionali, ma il mercato anche in questo senso è cambiato. La fornitura potrebbe essere subordinata a una fidejussione bancaria o, peggio, a depositi cauzionali che possono andare dai due ai tre canoni, ma di questo argomento tratteremo meglio nei prossimi numeri. 䡵 DIRIGENTE 10|2009 䡵 47