Luce Utile
Lumen o Lux, questo è il problema
258
Il Flusso luminoso
Una scelta ecologica
L’Illuminamento
263
Esempi comparativi
268
Elementi di Illuminotecnica
273
Apparecchi professionali di emergenza a Luce Utile
295
INDICE
257
LUCE UTILE
La standardizzazione Beghelli per la progettazione
260
261
262
Lumen o Lux, questo è il problema...
Ottica Beghelli 8W 1h
99 Lumen
3m
2,5 m
1,20 Lux
2m
Prodotto Beghelli a Luce Utile
258
L’illuminazione di emergenza è un settore particolarmente
delicato dell’illuminotecnica. Un apparecchio per illuminazione
di emergenza è fondamentale per salvaguardare la sicurezza
delle persone: i livelli di illuminamento che esso produce servono per l’identificazione delle vie di esodo e, nel caso di grandi aree, per l’antipanico. Le caratteristiche proprie degli apparecchi da destinare a questa funzione, rappresentano argomento da sempre oggetto di approfonditi studi. Le prestazioni e la
loro precisa identificazione assumono dunque un’importanza
determinante per gli operatori del settore. E’ pertanto di estrema importanza caratterizzare e classificare in tal senso i vari
apparecchi.
Il cuore di un apparecchio luminoso è l’ottica, cioè quell'insieme di componenti che permettono il controllo e il direzionamento della luce.
La lampada è solo il punto di partenza della luce, è
l’apparecchio, con le proprie caratteristiche fotometriche, a
determinare il risultato finale, cioè l’illuminamento utile alle esigenze di sicurezza.
Molto spesso gli apparecchi vengono definiti solo in base al
Flusso emesso, espresso in Lumen, lasciando alla discrezione del progettista gli approfondimenti necessari a definire
quanta luce si propagherà e con quale direzione e intensità si
diffonderà.
INDICE
Apparecchio 8W 1h
120 Lumen
3m
INDICE
LUCE UTILE
L’insieme di componenti che realizzano il controllo del flusso è
caratterizzato da un proprio rendimento luminoso. Il rigoroso controllo dei raggi luminosi emessi, combinato con l’elevato rendimento strutturale delle parti che realizzano l’ottica dell’apparecchio, permette di ottimizzare il flusso a disposizione senza
dispersione, rendendo dunque più agevole la progettazione degli
impianti nel rispetto delle condizioni fissate da Norme e Leggi.
Apparecchi con sistemi ottici approssimativi, malamente progettati, sono al contrario caratterizzati da forti dispersioni di flusso
e quindi inefficienti: il flusso disperso è nel migliori dei casi riflesso da superfici disposte nell’ambiente e dunque fortemente
attenuato tanto da risultare infine trascurabile o indirizzato dove
non serve.
L’evoluzione progettuale Beghelli è all’avanguardia nella ricerca
del miglior risultato in termini di efficienza, affidabilità ed estetica. All’avanguardia anche nella presentazione dei propri prodotti allo scopo di agevolare la loro definizione attraverso parametri direttamente collegabili ai più recenti requisiti normativi.
Luce Utile Beghelli propone un nuovo riferimento di confronto,
direttamente collegabile alle più comuni condizioni di installazione e di progetto creando un collegamento diretto tra il prodotto e le regole di progettazione illuminotecnica fondamentali per
la sicurezza delle persone, regole che non richiedono solo luce,
ma la giusta luce dove serve.
2,5 m
0,75 Lux
2m
Apparecchio a fascio non controllato
259
Cos’è il Flusso luminoso
Con il temine “flusso luminoso” (espresso il Lumen - lm) si definisce il prodotto tra la potenza emessa (in Watt) da una sorgente luminosa e il coefficiente di visibilità (VLamba) tipico dell’occhio umano. Il flusso luminoso, è espresso attraverso un numero, non è in termini assoluti una grandezza sufficiente a stabilire la dinamica della luce emessa dal prodotto, vale a dire la direzione dei raggi luminosi che costituiscono il solido fotometrico.
1 lumen
La misura del Flusso (lm)
Un apparecchio di illuminazione, sia esso di tipo ordinario o di
emergenza, è pienamente descritto quando se ne determina il
flusso luminoso emesso nello spazio, attraverso il cosiddetto solido fotometrico. Il solido fotometrico fornisce indicazione puntuale della direzione e dell’intensità dei raggi luminosi emessi dall'apparecchio, rendendo così possibile lo sviluppo dei progetti
illuminotecnici come richiesto da norme e leggi. Solo i rilievi effettuati mediante Goniofotometri permettono questa rilevazione
“spaziale” collegandolo al contempo con l’indicazione complessiva di flusso emesso.
Lettura della luce emessa in tutte le direzioni con la sfera di Ulbricht
260
INDICE
Sia per le Vie di Esodo che per l’illuminazione Antipanico nelle
Grandi Aree, Leggi e Norme in vigore non fissano il Flusso
Luminoso (misurato in Lumen ) che l’apparecchio di Illuminazione
d’Emergenza deve emettere. Al contrario stabiliscono
l’illuminamento (misurato in LUX) minimo necessario a garantire
la sicurezza delle persone. Leggi e norme regolamentano attraverso questo criterio ogni luogo in cui un black-out improvviso
possa creare situazione di pericolo: Vie di Esodo, Uscite di
Emergenza, Scale, Estintori ecc. Tutte situazioni che necessitano di una certa quantità di luce in punti ben precisi: il centro
dei corridoi, le pareti con porte di emergenza, aree di possibile
panico, ecc..
Una scelta ecologica
Il corretto flusso utile dipende principalmente dall’ottica impiegata. L'uso di batterie adeguatamente dimensionate alle effettive
necessità di emissione luminosa degli apparecchi, rappresenta una scelta in linea con la Direttiva RAEE che, nell’art. 4, incoraggia “ la progettazione e la produzione di apparecchiature elettriche ed elettroniche che tengano in considerazione e facilitino
la soppressione e il recupero, [...] dei loro componenti e materiali.”.
Beghelli, con le proprie scelte progettuali, intende privilegiare una
politica di riduzione dei materiali impiegati e dei consumi energetici, nonchè della conseguente necessità di smaltimento a fine
vita. L’utilizzo di batterie sovradimensionate, se applicate ad apparecchi con ottica inefficiente, contribuisce allo spreco dell’energia necessaria a mantenere carica una batteria sovradimensionata allo scopo di recuperare, con un’emissione maggiore di
Lumen, le dispersioni di luce dovute alle inevitabili riflessioni
incontrollate di flusso luminoso.
INDICE
UNI EN
1838
grande batteria
=
grande inquinamento
batteria adeguata
=
inquinamento sostenibile
261
LUCE UTILE
Il flusso luminoso non è una grandezza
utile per le Normative
Il Flusso diventa utile e produce
Illuminamento (Lux)
L’illuminamento definisce la quantità specifica di radiazione
luminosa che colpisce una superficie. Solo la frazione di flusso
che incide direttamente su quella superficie contribuisce
sostanzialmente all’illuminamento dell’area.
Il flusso che non incide direttamente sull’area ha un contributo
marginale, in molti casi, trascurabile.
Per definizione 1 Lux è definito come l’incidenza di 1 Lumen su
una superficie in 1mq.
Il Flusso Utile è dunque la porzione di flusso raccolta nel solido
fotometrico che incide direttamente nell’area selezionata: quella definita in norme e leggi.
1 lumen
1m 2
1 lux
Per un progetto che tenga conto di tutte le variabili interessate
è consigliabile l’uso dei software di calcolo per progetti illuminotecnici. Beghelli ha realizzato a questo proposito PROGEM,
richiedibile gratuitamente o scaricabile dal sito ufficiale Beghelli.
Ottica EFFICIENTE = MOLTI LUX
262
Ottica INEFFICIENTE = POCHI LUX
INDICE
La standardizzazione Beghelli
per agevolare la progettazione
INDICE
LUCE UTILE
E’ possibile semplificare la definizione delle caratteristiche illuminotecniche
di un apparecchio utilizzando l’unico dato veramente utile ai fini della progettazione: l’illuminamento al suolo espresso in Lux. Per garantire questo
dato è stato necessario definire dimensionalmente alcune situazioni tipiche di installazione, catalogando ogni prodotto non secondo il suo flusso luminoso, bensì fornendo i vari dati di illuminamento nelle diverse condizioni di impiego per le quali l’apparecchio è stato progettato. Definita la
convenzione delle possibilità di installazione, è possibile il confronto prestazionale diretto fra apparecchi, in termini di flusso incidente diretto nell’area definita per legge.
263
Montaggio a parete vie di esodo
Configurazione scelta: Corridoio di lunghezza indefinita, larghezza 2m, altezza 3m. Altezza di installazione 2,5m.
Apparecchio installato a PARETE orizzontale.
L’area su cui è calcolata la frazione di illuminamento è compresa lungo la via di esodo definita da EN1838 per un estensione
complessiva di 5mq.
La configurazione scelta è riconducibile alla maggior parte delle installazioni a parete su vie di esodo.
I calcoli sono riferiti al suolo e realizzati senza riflessioni con fattore di manutenzione 0,8.
H 2,5 m
3m
2,5 m
5m
1m
2m
264
INDICE
Montaggio a plafone vie di esodo
Configurazione scelta: Corridoio di lunghezza indefinita, larghezza 2m, altezza 3m. Altezza di installazione 3m. Apparecchio
installato a PLAFONE con asse principale trasversale all’asse
maggiore del locale.
L’area su cui è calcolata la frazione di illuminamento è compresa lungo la via di esodo definita da EN1838 per un estensione
complessiva di 5mq.
La configurazione scelta è riconducibile alla maggior parte delle installazioni a plafone su vie di esodo.
I calcoli sono riferiti al suolo e realizzati senza riflessioni con fattore di manutenzione 0,8.
H3m
LUCE UTILE
3m
5m
1m
2m
INDICE
265
Montaggio a plafone Vie di esodo
Configurazione scelta: Corridoio di lunghezza indefinita, larghezza 2m, altezza 6,5m. Altezza di installazione 6m.
Apparecchio installato a PLAFONE con asse principale parallello all’asse maggiore del locale.
L’area su cui è calcolata la frazione di illuminamento è compresa lungo la via di esodo definita da EN1838 per un estensione
complessiva di 5 mq.
La configurazione scelta è riconducibile ala maggior parte delle installazioni a plafone su vie di esodo altezza 6m.
I calcoli sono riferiti al suolo e realizzati senza riflessioni con fattore di manutenzione 0,8.
H6m
6m
5m
1m
2m
266
INDICE
Montaggio a plafone Grandi aree
L’area su cui è calcolata la frazione di illuminamento utilizzabile
nell’illuminazione di sicurezza delle Grandi Aree come illuminazione antipanico, è compresa in un locale di larghezza e lunghezze indefinite, altezza 6,5metri, altezza di installazione dei prodotti 6metri.
L’area su cui è definito l'illuminamento utile è raccolta in 25mq
sotto al prodotto.
La configurazione scelta è riconducibile alla maggior parte delle installazioni nelle Grandi Aree.
I calcoli sono riferiti al suolo e realizzati senza riflessioni con fattore di manutenzione 0,8.
H6m
LUCE UTILE
6m
5m
5m
INDICE
267
Esempi comparativi
con altri standard di mercato
Altri standard di mercato, per definire qualitativamente gli apparecchi, prevedono come unica grandezza di riferimento il Flusso
luminoso. In molti casi, grazie alle caratteristiche delle ottiche
Beghelli particolarmente performanti la percezione di qualità può
essere completamente stravolta.
Di seguito i risultati di comparazioni eseguite su prodotti Beghelli
a ottica controllata con altri apparecchi presenti sul mercato.
3m
3m
2,5 m
2,5 m
5m
5m
1m
1m
2m
2m
Prodotto:
UTILED LG 18-24 4M SE/SA 1H
Installazione: a parete
Flusso nominale * : 480 lm
Luce Utile: 9,60 lx
Prodotto:
Apparecchio a fascio non controllato 24W
Installazione: a parete
Flusso medio: 637 lm
Luce Utile: 4,48 lx
Flusso nominale * : Nel caso di lampade LED il flusso resta costante per tutta la durata dell’autonomia
268
INDICE
3m
3m
2,5 m
2,5 m
5m
5m
1m
1m
2m
2m
Prodotto:
Apparecchio a fascio non controllato 11W
Installazione: a parete
Flusso medio: 180 lm
Luce Utile: 1,27 lx
3m
3m
LUCE UTILE
Prodotto:
LEGGERA 994-11SE1N
Installazione: a parete
Flusso medio: 130 lm
Luce Utile: 1,33 lx
5m
5m
1m
1m
2m
2m
Prodotto:
UTILED LG 18-24 4M SE/SA 1H
Installazione: a plafone vie di esodo
Flusso nominale * : 480 lm
Luce Utile: 9,64 lx
Prodotto:
Apparecchio a fascio non controllato 20W
Installazione: a plafone vie di esodo
Flusso medio: 420 lm
Luce Utile: 5,03 lx
Flusso nominale * : Nel caso di lampade LED il flusso resta costante per tutta la durata dell’autonomia
INDICE
269
3m
3m
5m
5m
1m
1m
2m
2m
Prodotto:
LOGICA LG 24W SE 1-3P
Installazione: a plafone vie di esodo
Flusso medio: 608 lm
Luce Utile: 11,72 lx
Prodotto:
Apparecchio a fascio non controllato 24W
Installazione: a plafone vie di esodo
Flusso medio: 637 lm
Luce Utile: 9,91 lx
6m
6m
5m
5m
1m
1m
2m
2m
Prodotto:
INDUSTRIAL LUCE 9W 626AT-9SE3P
Installazione: a plafone vie di esodo
Flusso medio: 313 lm
Luce Utile: 1,78 lx
270
Prodotto:
Apparecchio a fascio non controllato 20W
Installazione: a plafone vie di esodo
Flusso medio: 420 lm
Luce Utile: 1,41 lx
INDICE
6m
6m
5m
5m
1m
1m
2m
2m
Prodotto:
Apparecchio a fascio non controllato 2x10W
Installazione: a plafone vie di esodo
Flusso medio: 400 lm
Luce Utile: 7,00 lx
6m
6m
5m
5m
5m
5m
Prodotto:
LOGICA LG 24W SE 1P
Installazione: a plafone Grandi Aree
Flusso medio: 608 lm
Luce Utile: 3,02 lx
LUCE UTILE
Prodotto:
LUNGALUCE 20W 626AT-SE1P
Installazione: a plafone vie di esodo
Flusso medio: 400 lm
Luce Utile: 28,04 lx
Prodotto:
Apparecchio a fascio non controllato 24W
Installazione: a plafone Grandi Aree
Flusso medio: 637 lm
Luce Utile: 2,49 lx
INDICE
271
272
INDICE
Elementi
di Illuminotecnica
274
Definizioni del flusso Luminoso in emergenza
275
Fotometrie e dati tecnici
276
Sistemi di emergenza
277
Indicazioni generali
278
Riferimenti normativi sull’illuminazione di sicurezza
287
LUCE UTILE
Grandezze illuminotecniche
INDICE
273
Grandezze
illuminotecniche
Intensità luminosa
A=1
ωtot=4πsr
r=1
ω=1sr
Quantità di luce, emessa da una sorgente luminosa, in una determinata direzione. Può essere definita come flusso luminoso irradiato in una certa direzione per unità di angolo solido I = (dØ)/(dw)
Viene indicata con il simbolo I. L’unità di misura è la Candela (cd).
Flusso luminoso
intensità luminosa
Esprime la quantità totale di radiazione visibile emessa nello spazio da una sorgente luminosa.
Viene indicato con il simbolo F. L’unità di misura è il Lumen (lm).
Illuminamento
1 lumen
1m 2
1 lux
c
α
h
l
d
p
274
Rappresenta il rapporto fra il flusso incidente su una superficie e l’area della
superficie stessa. Viene indicato con il simbolo E.
L’unità di misura è il lux (lx). Un lux corrisponde al flusso pari ad 1 lumen incidente su una superficie di 1m2.
E = (Φ / m2)
L’illuminamento puntuale nel punto P, sul piano normale alla direzione dell’intensità luminosa, prodotto dalla sorgente C è espresso dal rapporto
Ep= (I / d2) dove:
I = Intensità luminosa nella direzione C – P
d = Distanza dal punto C al punto P
In pratica viene considerato l’illuminamento sul piano orizzontale Eh (indicato
come piano di lavoro), o sul piano verticale Ev (normale al piano di lavoro).
In questo caso (Dis. 5 ok):
Eh = (I / d2) cos α ovvero Eh = (I / h2) cos3 α
Ev = (I / d2) sen α ovvero Ev = (I / h2) cos2 α sen α
INDICE
Flusso
in emergenza
Definizioni del Flusso Luminoso
Resa in emergenza in %
Rapporto tra il flusso luminoso emesso dall'apparecchio quando alimentato con
alimentatore di riferimento (alimentatore in grado di imporre alla lampada le condizioni di esercizio nominali) e il flusso luminoso quando alimentato da alimentatore per illuminazione d'emergenza integrato funzionante alla tensione nominale di batteria, secondo quanto previsto dalla norma EN 61347-2-7.
Flusso fotometrico (Lumen)
Flusso luminoso calcolato attraverso il rilievo fotometrico realizzato con apparecchio alimentato da alimentatore per illuminazione d'emergenza integrato funzionante alla tensione nominale di batteria, secondo quanto previsto dalla norma EN 61347-2-7. Si tratta dello stesso rilievo impiegato nel calcolo della “Resa
in Emergenza”
Flusso medio (Lumen)
flusso medio emesso dal prodotto rilevato durante le verifiche di cui in EN605982-22. I dati che costituiscono la media sono dal quinto minuto di funzionamento ogni cinque minuti per tutta l'autonomia nominale del prodotto (secondo reg.
performance IMQ). Il valore di flusso medio non ha rilevanza ai sensi della definizione di prodotto nei termini indicati dalla Norma EN60589-2-22 e non è significativo nello sviluppo dei calcoli illuminotecnici, permette però di classificare la
costanza di prestazione quanto relazionato agli altri parametri.
INDICE
0,00
tempo
(ore)
1
0.15
0,30
0,45
1h
1,15
1,30
0,00
0.15
0,30
0,45
1,00
1,15
tempo
1,30 (ore)
flusso
275
LUCE UTILE
flusso
Flusso secondo EN 60598-2-22 (Lumen)
Flusso minimo garantito per tutta l'autonomia di funzionamento in modo emergenza. Dal primo minuto (0,5sec per gli apparecchi classificati idonei per aree
ad alto rischio) e fino al termine dell'autonomia nominale (dichiarata) combinato con il flusso emesso al termine di una sequenza speciale di 500 commutazioni veloci (determinato secondo le prescrizioni della norma di prodotto EN60598-2-22).
c=180
Fotometrie
e dati tecnici
asse di rotazione dei piani
c=90
c=0
c=20
γ
90
0
Curve fotometriche
c=270
piano longitudinale
piano trasversale
c=0
Rappresentano, in diverse forme grafiche, l’emissione luminosa di un apparecchio nello spazio.
Vengono normalmente considerati, come piani di riferimento, i piani:
C = (0° -180°) (piano longitudinale)
C = (90° - 270°) (piano trasversale)
del sistema di coordinate C - γ comunemente utilizzato per la fotometria gli
apparecchi per interni.
c=90
c=270
c=180
Curve dell’intensità luminosa
cd/1000 lm
90
90
75
75
75
60
150
60
Esprimono l’andamento delle intensità luminose, nei piani di riferimento, per
un flusso di lampada pari a 1000 lumen. Per gli apparecchi per interni tale rappresentazione avviene secondo un diagramma polare e permette di valutare
il tipo di emissione, l’intensità massima e le caratteristiche illuminotecniche principali di qualsiasi corpo illuminante.
225
45
45
300
30
C180
276
15
C270
0
15
C0
30
C90
N.B.: Essendo le intensità indicate nelle curve, rapportate ad un flusso di 1000
lm, per ottenere i valori reali occorre moltiplicare il valore letto sul diagramma
per le migliaia di lm della lampada (es. Flusso di una lampada fluorescente lineare 58W = 5200 lm, moltiplicatore 5.2)
INDICE
Sistemi di emergenza
Definizioni
Illuminazione di sicurezza vie di esodo
Ha lo scopo di segnalare le vie di esodo in modo da garantirne la corretta e
facile identificazione attraverso idonea illuminazione (da prevedere fino a un
luogo sicuro).
Illuminazione di sicurezza antipanico
Deve impedire l’insorgere nelle di una condizione di Panico in situazione di
emergenza, agevolando al contempo l’identificazione di una via di Esodo ed
il suo raggiungimento.
Illuminazione di sicurezza aree con attività ad alto rischio
Ha lo scopo di garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro dove l’attività svolta
potrebbe diventare pericolosa in caso di improvvisa mancanza dell’illuminazione ordinaria.E’ caratterizzata da livelli di illuminamento considerevolmente
più elevati di quelli prescritti per le vie di esodo e da un’immediata disponibilità del Flusso nominale di prodotto.
INDICE
Illuminazione
di emergenza
Illuminazione
di riserva
Illuminazione
di sicurezza
Esodo
LUCE UTILE
La terminologia utilizzata in materia di illuminazione d’emergenza nelle disposizioni legislative è la più disparata, spesso in contrasto con la terminologia
delle norme. È quindi opportuno, prima di entrare nel merito tecnico dell’illuminazione d’emergenza, chiarire il significato dei termini che verranno utilizzati, sulla base delle tendenze normative internazionali. Per illuminazione di emergenza si intende l’illuminazione destinata a funzionare quando l’illuminazione
ordinaria viene a mancare. L’illuminazione di emergenza si distingue, secondo le finalità, in illuminazione di riserva e in illuminazione di sicurezza.
L’illuminazione di riserva ha lo scopo di permettere la continuazione di
un’attività anche al venire meno dell’illuminazione ordinaria, senza alcun riferimento alla sicurezza delle persone. Ad esempio, in un impianto sportivo
l’illuminazione che permette la conclusione della partita, in mancanza dell’illuminazione ordinaria, costituisce un’illuminazione di riserva. L’illuminazione di
sicurezza è destinata a garantire la sicurezza delle persone, in caso di mancanza dell’illuminazione ordinaria e può avere le seguenti funzioni:
• illuminazione di sicurezza delle vie di esodo
• illuminazione di sicurezza antipanico
• illuminazione di sicurezza aree con attività ad alto rischio.
Antipanico
Attività
ad alto rischio
277
Indicazioni generali
Considerazioni generali.
Le disposizioni legislative si occupano soltanto dell’illuminazione di sicurezza,
poiché l’illuminazione di riserva è prevista per motivi diversi dalla sicurezza delle persone. Le norme impianti stabiliscono prescrizioni particolari per
l’illuminazione di sicurezza, mentre per l’illuminazione di riserva rinviano alle norme generali. Le norme di prodotto non fanno distinzione tra i vari tipi di illuminazione, non essendo noto a priori quale funzione verrà svolta dall’apparecchio, né è giustificato differenziare i prodotti. Gli apparecchi destinati all’illuminazione di sicurezza o di riserva sono quindi genericamente denominati apparecchi per illuminazione di emergenza (EN 60598-2-22; CEI 34-22).
Questo Manuale si riferisce all’illuminazione di sicurezza, ma molti dei criteri
esposti sono applicabili anche all’illuminazione di riserva. A parità di illuminamento le difficoltà di esodo aumentano se le persone hanno scarsa familiarità con l’ambiente e sono in numero elevato. è perciò particolarmente importante segnalare i dislivelli, eventuali ostacoli, i cambiamenti di direzione, ecc.
Le indicazioni normative attuali sono le seguenti:
0,5 lx
1 lx
1/2X=1m
278
0,5 lx
Valori europei
Nei casi generici in cui norme specifiche o disposizioni di legge non prescrivono livelli di illuminamento minimo, l’orientamento attuale previsto dalla norma UNI EN 1838 prevede, per le vie di esodo di larghezza fino a due metri :
- 1 lux minimo sulla linea mediana della via di esodo,
- 0,5 lux minimi in una fascia centrale della via di esodo pari alla metà della sua larghezza.
Va evidenziato che i suddetti valori devono essere considerati
minimi progettuali, calcolati in assenza di riflessioni. Ed è lasciata
discrezione al progettista di elevare i livelli di illuminamento in previsioni di condizioni d’emergenza che possano modificare la visibilità come nel caso di formazioni di fumi.
Ai fini dell’uniformità si richiede inoltre che il rapporto fra illuminamento massimo e minimo non sia inferiore a 40. Vie di esodo di larghezza superiore a
2m possono essere trattate come insieme di “strisce” parallele.
Per soluzioni che prevedono installazioni a parete è consigliato l’utilizzo di apparecchi con ottica dedicata in grado di ottimizzare l’orientamento del fascio luminoso sul piano di calpestio.
X=2m
INDICE
Definizioni apparecchi
Gli apparecchi costituiscono uno degli elementi fondamentali di un impianto
di illuminazione di sicurezza e proprio per la peculiarità della loro funzione sono
oggetto di una norma specifica (EN 60958-2-22, CEI 34-22) che integra requisiti di costruzione in senso letterale a requisiti di prestazione fotometrica. Questa
norma si applica sia agli apparecchi ad alimentazione centralizzata che agli
apparecchi autonomi. Gli apparecchi possono servire sia per l’illuminazione
di sicurezza sia per l’illuminazione di riserva e sono quindi denominati con il
termine generico di “apparecchi di emergenza”.
Si possono individuare diversi tipi di apparecchi di illuminazione di emergenza, in base alle loro caratteristiche principali:
Apparecchio di emergenza autonomo
Apparecchio nel quale la lampada, la batteria, l’unità di comando ed gli eventuali dispositivi di prova e di segnalazione sono contenuti entro l’apparecchio
o ad esso adiacenti (entro 1m). Un apparecchio autonomo può essere ad illuminazione permanente, permanente a luminosità ridotta o non permanente.
LUCE UTILE
Apparecchio di emergenza ad alimentazione centralizzata
Apparecchio alimentato da una sorgente centralizzata cioè non contenuto entro
l’apparecchio. Un apparecchio ad alimentazione centralizzata può essere ad
illuminazione permanente o non permanente. Le prescrizioni costruttive della norma citata, si applicano soprattutto agli apparecchi autonomi data la maggiore diversità di questi con gli apparecchi ordinari.
Apparecchi di emergenza a illuminazione permanente
Apparecchio nel quale le lampade per l’illuminazione di emergenza sono sempre alimentate. Gli apparecchi di tipo permanente prevedono l’accensione del
tubo fluorescente sia in presenza della alimentazione ordinaria, sia in assenza della rete di alimentazione. Questo tipo di apparecchi prevede un comando logico per potere essere accesi in presenza di rete mediante una alimentazione ausiliaria a 230V, mentre l’alimentazione ordinaria alimenta il carica batteria. Togliendo l’alimentazione ausiliaria la lampada funziona solo da illuminazione di emergenza come un apparecchio di tipo non permanente.
INDICE
279
Illuminazione
di sicurezza
Esodo
Antipanico
Attività
ad alto rischio
Apparecchio di emergenza a illuminazione permanente con luminosità ridotta
Apparecchio nel quale le lampade per l’illuminazione di emergenza sono sempre alimentate. Pur rientrando nella categoria degli apparecchi a illuminazione permanente, gli apparecchi di tipo permanente a luminosità ridotta si differenziano poiché mantengono una luce ridotta in presenza di rete e una elevata luminosità in emergenza.
Apparecchio di emergenza a illuminazione non permanente
Apparecchio nel quale le lampade per l’illuminazione di emergenza entrano in
funzione solamente quando l’illuminazione ordinaria viene a mancare.
Gli apparecchi di tipo non permanente sono pertanto normalmente spenti in
presenza rete e si accendono al mancare della alimentazione ordinaria.
Apparecchio di emergenza combinato
Apparecchio contenente due o più lampade, almeno una delle quali alimentata dal circuito di emergenza e le altre dall’alimentazione ordinaria. Un apparecchio combinato può essere ad illuminazione permanente o non permanente.
Illuminazione di sicurezza
L’illuminazione di sicurezza ha lo scopo di garantire la sicurezza delle persone, in caso di mancanza dell’illuminazione ordinaria.
Può avere una o più delle seguenti funzioni:
Illuminazione
Segnaletica
Illuminazione in
caso di incendio
• permettere l’esodo
• evitare il panico
• prevenire pericoli sui luoghi di lavoro in conseguenza della mancanza improvvisa dell’illuminazione ordinaria.
Illuminazione di sicurezza delle vie di esodo
Per consentire l’evacuazione delle persone presenti in un certo
ambiente, l’illuminazione di sicurezza deve permettere la facile identificazione delle vie di esodo e permettere alle persone di percorrere le vie di esodo in modo sicuro.
In tal senso il progettista deve creare non solo le condizioni di visibilità appro-
280
INDICE
priate, in termini di illuminamento, ma deve provvedere affinché le vie di esodo siano immediatamente identificabili mediante un’opportuna segnaletica di
sicurezza.
INDICE
LUCE UTILE
Segnaletica
La segnaletica di sicurezza è stata definita a livello europeo dalla Direttiva 92/58
recepita in Italia dal decreto legislativo 14/8/96 n. 493. Vale la pena di chiarire che la segnaletica di sicurezza ha il fine principale di indicare, e non di illuminare, le vie di esodo e le uscite di sicurezza. Questo è invece il compito dell’illuminazione di sicurezza vera e propria delle vie di esodo.
Ciò non toglie che gli apparecchi di emergenza utilizzati per la segnaletica di
sicurezza retroilluminati, possano contribuire ad illuminare le vie di esodo.
L’impianto segnaletico può essere realizzato con:
• apparecchi per illuminazione di emergenza aventi la funzione di illuminare
cartelli con pittogrammi bianchi in campo verde, in modo permanente o non
permanente,
• apparecchi per illuminazione d’emergenza sui quali siano applicati adeguati schermi con pittogrammi bianchi in campo verde. Questa seconda soluzione è più diffusa perché permette una maggiore visibilità del segnale.
Il pittogramma è un’immagine che rappresenta una situazione o che prescrive un
determinato comportamento, comprensibile quindi anche a chi non sa leggere.
Di seguito sono riportate alcune nozioni utili per la progettazione di un sistema segnaletico delle vie di esodo.
La segnaletica che indica le vie di esodo (uscite di sicurezza) deve
essere di forma quadrata o rettangolare, con un pittogramma bianco su fondo verde che ricopra almeno il 50 % della superficie.
Nel caso di segnaletica retroilluminata, spesso sorge il dubbio se utilizzare
apparecchi di tipo non permanente (comunemente detti “sola emergenza“) o
di tipo permanente (comunemente detti “sempre accesi“).
Un’ottima soluzione è rappresentata dagli apparecchi con illuminazione permanente ridotta (PS) che mantengono una bassa luminosità in presenza di rete
e una elevata resa in emergenza.
Questi apparecchi sono consigliabili in locali di pubblico spettacolo e trattenimento tipo discoteche, cinema, teatri e sale polivalenti dove le vie di esodo risultano difficilmente individuabili a causa dell’oscurità durante gli spettacoli.
Nei locali dove esiste normalmente un certo valore di illuminamento può essere sufficiente utilizzare apparecchi di tipo non permanente, poiché in condizioni ordinarie i pittogrammi sono chiaramente identificabili.
281
Distanza di Visibilità
Ai fini della leggibilità del segnale assume particolare importanza la sua uniformità. Il campo verde deve avere una luminanza di almeno 2 cd/m2 e il rapporto di luminanza fra il campo bianco e il campo verde deve essere non inferiore a cinque. Inoltre i colori devono essere sufficientemente uniformi: la luminanza massima del colore verde non deve superare dieci volte quella minima; lo stesso dicasi per il colore bianco.
Tale uniformità dei colori non è facilmente conseguibile applicando pittogrammi adesivi generici su apparecchi di illuminazione di elevata potenza, sicché
tale pratica è sconsigliabile. È consigliabile servirsi dei pittogrammi specificatamente previsti dal costruttore.
Il segnale deve essere percepito fino ad una distanza L pari a: L2 = Ax2000
dove A è la superficie del segnale di salvataggio, (D.Lgs. 493/96, All. II, art.
1.5.1). Questa formula si applica al caso di cartelli illuminati esternamente e
per distanze di visibilità inferiori a 50 m .
La dimensione di un segnale di sicurezza, a seconda che esso sia illuminato da una sorgente esterna o che sia retroilluminato, influisce in modo determinante sulla sua distanza di visibilità.
I parametri che influenzano la massima distanza di visibilità di un segnale di
sicurezza sono legati dalla seguente formula:
d = sxp (UNI EN 1838)
dove p rappresenta la dimensione verticale massima del segnale espressa
in metri, s è una costante, il cui valore è 100 per segnali illuminati esternamente e 200 per segnali illuminati internamente (retroilluminati), d è la massima
distanza di visibilità del segnale misurata in metri.
Illuminazione in caso di fumo da incendio
Tra le condizioni che possono vanificare una pure attenta progettazione del
sistema di illuminazione di sicurezza vi è l’eventuale presenza, in condizioni
d’emergenza, di fumo da incendio che diminuisce la visibilità e di conseguenza l’indicazione delle vie di fuga.
Soprattutto in questi frangenti la necessità di garantire una sufficiente illuminazione ed indicazione delle vie di fuga è indispensabile e l’illuminazione deve
essere integrata con sistemi di “guida” che consentono alle persone di raggiungere un luogo sicuro. È importante quindi utilizzare apparecchi che forniscono indicazioni luminose visibili anche in presenza di fumo, come ad esempio un raggio laser per individuare l’uscita più vicina e fari direzionali per segnalare punti di particolare importanza.
282
INDICE
Illuminazione di sicurezza antipanico
INDICE
LUCE UTILE
L’illuminazione antipanico ha il fine di ridurre l’insorgere del panico che si può verificare in caso di black-out.
In questo caso è necessario fornire alle persone presenti condizioni di visibilità, anche minime, affinché essi possano identificare in condizioni di relativa
tranquillità la via di esodo a loro più vicina.
Sono tipiche applicazioni di illuminazione antipanico impianti sportivi, hall di
alberghi, negozi, supermercati, sale di ristoranti, ecc....
L’illuminamento minimo richiesto per l’illuminazione antipanico, dove non
diversamente prescritto, è di 0,5 lux al suolo sull’intera area, con esclusione
di una fascia perimetrale di 0,5 m.
Questo valore deve essere calcolato in assenza di riflessioni.
Poiché l’occhio ha bisogno di tempo per adattarsi ad un livello di illuminazione ridotto, tanto più lungo è il tempo di adeguamento quanto maggiore è la
riduzione dell’illuminamento. È necessario quindi aumentare il livello dell’illuminazione antipanico laddove sia molto elevato l’illuminamento ordinario.
Nei locali di pubblico spettacolo è richiesta una illuminazione antipanico di almeno 2 lux, in ogni ambiente al quale abbia accesso il pubblico (CEI 64-8, art.
752.56.5.). In questo caso si tratta di un valore di illuminamento in condizioni di esercizio, tenendo conto delle riflessioni.
Il rapporto tra l’illuminamento massimo e minimo deve essere inferiore a 40.
283
Illuminazione di aree con attività ad alto rischio
32 lx
34
lx
38
lx
Le attività lavorative che in caso di mancanza dell’illuminazione
ordinaria possono determinare un pericolo per gli addetti, richiedono una illuminazione di sicurezza specifica, in base al DPR
547/55, art. 31 e D.Lgs. 626/94, art. 33, comma 7.3.
I documenti normativi attualmente disponibili (UNI EN 1838), prevedono un illuminamento di sicurezza sul piano di riferimento pari almeno al 10% dell’illuminamento ordinario, con un minimo assoluto di 15 lux.
È richiesto inoltre che l’uniformità di illuminamento, cioè il rapporto fra illuminamento massimo e minimo, sia inferiore a 10.
Infine l’illuminazione di sicurezza neel’area definita ad alto rischio deve essere immediata, per questo il valore è definito a 0.5sec (EN1838)
La tabella che segue riporta i valori di riferimento necessari per l’illuminamento
in esercizio secondo tipo di locale, compito visivo, o attività (i valori ordinari sono
indicati nella Norma UNI 12464-1 e sono in genere compresi tra i 200 e i 400
lux).
284
Tipo di interno,
compito visivo e attività
Illuminamento medio
mantenuto (lux)
Uffici, scrittura, dattilografia,
lettera, elaborazione dati
500 lux
Postazioni di lavoro fisse
in impianti di produzione
300 lux
Sale quadri
(locali impianti, sala interruttori)
200 lux
Nella progettazione di sistemi di illuminazione di sicurezza per zone
ad alto rischio l’illuminamento deve essere ottenuto con sorgenti
luminose che non creino effetto stroboscopico (ciò è motivato dalla necessità di non creare effetti pericolosi qualora siano presenti nell’area macchine con organi in rotazione). A tale scopo è necessario usare
apparecchi di illuminazione con sorgente di tipo incandescente o fluorescente
con frequenza di alimentazione superiore a 50Hz. Per meglio comprendere la
funzione dell’illuminazione di sicurezza per zone con attività ad alto rischio, si riporta un esempio schematico da cui si evidenzia la necessità di “raccordare” la zona
con una via di esodo adiacente. Questa continuità è facilmente ottenibile con
l’impiego di apparecchi dotati di fotometria specificatamente progettata.
INDICE
Autonomia
Con il termine autonomia si intende il tempo totale per cui l’impianto di illuminazione di sicurezza deve fornire le prestazioni richieste.
L’autonomia dipende in genere dal prevedibile tempo massimo di evacuazione degli occupanti, in funzione delle condizioni ambientali che possono ostacolare l’esodo e dell’elevato affollamento.
Esistono nelle varie normative internazionali prescrizioni minime per quanto
riguarda l’autonomia degli impianti, variabili da 30 min del Giappone alle 3 h
dell’Inghilterra. In Europa l’autonomia minima prevista è di 60 min, fatte salve
eventuali disposizioni particolari delle varie Autorità competenti .
In Italia si richiede in genere una autonomia minima di 60 min, ad eccezione
delle strutture scolastiche nelle quali è richiesta una autonomia di 30 min e nelle strutture sanitarie nelle quali è richiesta una autonomia di 2 ore.
Inoltre, per molte situazioni di installazione, dalle scuole, ai locali di pubblico
spettacolo, alle installazioni ospedaliere, il termine di autonomia è definito a
seguito di una ricarica parziale di 12h (mentre la norma di prodotto definisce
la stessa a seguito di un periodo di carica di 24h)
Criteri di progettazione
LUCE UTILE
Considerazioni generali
La normativa riguardante l’illuminazione di sicurezza, è costituita da un insieme di:
• norme;
• leggi, decreti, circolari, ecc.
Le norme riguardano gli apparecchi, gli impianti e le prestazioni illuminotecniche.
NORMA UNI EN 1838
Vengono ripresi alcuni criteri precedentemente esposti, riferiti all’ubicazione degli
apparecchi per illuminazione di sicurezza. Nell’effettuare un progetto o una
installazione gli apparecchi si dovranno prevedere:
• Ad ogni uscita di emergenza
• Vicino a ogni rampa di scale
• Vicino a ogni cambio di livello
• Illuminare i segnali di sicurezza
• Vicino a ogni cambio di direzione
• Vicino a ogni intersezione di corridoi
INDICE
285
• Fuori a ogni porta di uscita
• Vicino a ogni punto di pronto soccorso
• Vicino a ogni punto antincendio e di chiamata
NOTA: per vicino si intendono 2 metri
Prima di procedere al progetto dell’illuminazione di sicurezza, sulla base del
progetto edilizio, occorre inoltre:
• individuare le vie di esodo ed eventuali passaggi difficili lungo le vie di esodo stesse;
• definire le eventuali aree che necessitano di illuminazione antipanico (tutte le aree accessibili al pubblico nei locali di pubblico spettacolo);
• indicare i punti nei quali saranno installati dispositivi di telesoccorso, apparati antincendio, cartelli di sicurezza, gli ascensori, ecc;
• individuare le attività lavorative pericolose in caso di mancanza dell’illuminazione ordinaria.
Indicazioni progettuali
E’ necessario integrare i vincoli sopra citati con la pratica e l’esperienza progettuale al fine di ottimizzare la proposta tecnica.
Elenchiamo di seguito alcuni aspetti ritenuti prioritari per procedere ad un corretto sviluppo del dimensionamento dell’impianto:
• conoscenza della tipologia e dell’utilizzo dell’ambiente da illuminare
• verifica degli obblighi di legge e normativi
• indicazioni sulla gestione futura dell’impianto
• scelta dell’apparecchio (tipologia, grado di protezione, autonomia, potenza, flusso, resa in emergenza, versatilità di installazione)
• esecuzione dei calcoli illuminotecnici al fine di dimensionare correttamente sia le quantità che il costo dell’impianto
286
INDICE
Riferimenti normativi
sull’illuminazione
di sicurezza
Decreto del Ministero dell’Interno del 1 febbraio 1986
“Norme di sicurezza antincendio per la costruzione e l’esercizio di autorimesse e simili”
[...]
5. Impianti elettrici
[...]
5.2 Le autorimesse di capacita’ superiore a trecento veicoli e autosilo, devono
essere dotate di impianti di illuminazione di sicurezza alimentati da sorgente di energia indipendente da quella della rete di illuminazione normale. In particolare detti impianti di illuminazione di sicurezza devono avere le seguenti caratteristiche:
inserimento automatico ed immediato non appena viene a mancare
l’illuminazione normale;
intensita’ di illuminazione necessaria allo svolgimento delle operazioni di sfollamento e comunque non inferiore a 5 lux.
[...]
Decreto del Ministero dei Trasporti del 11 gennaio 1988
“Norma di prevenzione degli incendi nelle metropolitane”
LUCE UTILE
[...]
6.2.4. Impianti di illuminazione di sicurezza
Gli impianti di illuminazione di sicurezza devono essere installati in tutte le aree
aperte al pubblico e nei luoghi in cui il personale opera regolarmente. Il livello di illuminazione medio deve essere di 5 lux a quota + 1 m dal pavimento. Gli impianti devono entrare automaticamente in funzione quando viene a mancare l’energia di rete entro 3 s. Qualora questi impianti non abbiano una alimentazione locale, i cavi provenienti da fonti di energia di emergenza devono essere racchiusi in tubazioni a se stanti adeguatamente protetti dall’acqua e dal calore oppure essere del tipo resistente all’incendio.
[...]
INDICE
287
Decreto del Ministero dell’Interno, 26 agosto 1992
“Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”
[...]
7. Impianti elettrici
7.1. Impianto elettrico di sicurezza
Le scuole devono essere dotate di un impianto di sicurezza alimentato da
apposita sorgente, distinta da quella ordinaria. L’impianto elettrico di sicurezza deve alimentare le seguenti utilizzazioni, strettamente connesse con la sicurezza delle persone:
a) illuminazione di sicurezza, compresa quella indicante i passaggi, le uscite ed i percorsi delle vie di esodo che garantisca un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux;
[...]
Decreto Ministeriale del 9 Aprile 1994
“Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la costruzione
e l’esercizio delle attività ricettive turistico-alberghiere”
[...]
9. Impianti elettrici.
[...]
I seguenti sistemi utenza devono disporre di impianti di sicurezza:
a) illuminazione;
b) allarme;
c) rivelazione;
d) impianti di estinzione incendi;
e) ascensori antincendio.
[...]
L’impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare un livello di
illuminazione non inferiore a 5 lux, ad 1 m di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita.
Sono ammesse singole lampade con alimentazione autonoma, purche’ assicurino il funzionamento almeno 1 h.
[...]
288
INDICE
Decreto del Ministero dell’Interno, 18 marzo 1996
“Norme di sicurezza per la costruzione e l’esercizio degli impianti sportivi”
[...]
ART. 17 IMPIANTI TECNICI.
Impianti elettrici:
[...]
Il sistema utenza deve disporre dei seguenti impianti di sicurezza:
a) illuminazione;
b) allarme;
c) rivelazione;
d) impianti di estinzione incendi.
L’impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare un livello di
illuminazione non inferiore a 5 lux ad 1 m di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita;
sono ammesse singole lampade con alimentazione autonoma che assicurino il funzionamento per almeno 1 ora.
[...]
Decreto del Ministero dell’Interno, 19 agosto 1996
“Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,
costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo”
LUCE UTILE
[...]
INDICE
289
TITOLO XIII
Impianti elettrici
13.1 GENERALITA’
[...]
I seguenti sistemi di utenza devono disporre di impianti di sicurezza:
a) illuminazione;
b) allarme;
c) rivelazione;
d) impianti di estinzione degli incendi;
e) ascensori antincendio.
13.2 IMPIANTI ELETTRICI DI SICUREZZA
[...]
L’impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare un livello di
illuminazione non inferiore a 5 lux ad 1 m di altezza dal piano di calpestio lungo le vie di uscita;
e non inferiore a 2 lux negli ambienti accessibili al pubblico.
Sono ammesse singole lampade con alimentazione autonoma che assicurino il funzionamento per almeno 1 ora.
[...]
Decreto del Ministero dell’Interno, 18 settembre 2002
Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,
la costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private.
[...]
ALLEGATO
Titolo II
6 - Impianti elettrici.
[...]
2. I seguenti sistemi utenza devono disporre di impianti di sicurezza:
a) illuminazione;
b) allarme;
c) rivelazione;
d) impianti di estinzione incendi;
290
INDICE
e) elevatori antincendio;
f) impianto di diffusione sonora.
[...]
7. L’impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare un livello di illuminazione, non inferiore a 5 lux ad 1 m di altezza dal piano
di calpestio, lungo le vie di uscita ............
[...]
Decreto del Ministero Dell’interno, 22 Febbraio 2006
“Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,
la costruzione e l’esercizio di edifici e/o locali destinati ad uffici”
[...]
9.3. Impianti elettrici.
9.3.1. Caratteristiche.
[...]
LUCE UTILE
2. I seguenti sistemi di utenza devono disporre di impianti di sicurezza:
a) illuminazione;
b) allarme;
c) rivelazione;
d) impianti di estinzione;
e) ascensori antincendio;
f) ascensori di soccorso;
g) impianto di diffusione sonora.
5. L’impianto di illuminazione di sicurezza deve assicurare, lungo
le vie di uscita, un livello di illuminazione non inferiore a 5 lux ad 1 m
di altezza dal piano di calpestio. Sono ammesse singole lampade con alimentazione autonoma, purche’ assicurino il funzionamento per almeno un’ora.
[...]
FINE
INDICE
291
Norma Europea EN 1838 (aprile 1999),
Norma Italiana UNI EN 1838 (marzo 2000)
APPLICAZIONI ILLUMINOTECNICHE - ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA
[...]
4.2 ILLUMINAZIONE DI SICUREZZA PER L’ESODO
[...]
4.2.1 Per vie di esodo di larghezza fino a 2 m, l’illuminamento orizzontale al
suolo lungo la linea centrale della via di esodo, non deve essere minore di 1
lx e la banda centrale, di larghezza pari ad almeno la metà di quella della via
di esodo, deve avere un illuminamento non minore del 50% del precedente
valore. ITALIA
APPENDICE B. Paesi richiedenti diversi livelli di illuminamento (Deviazioni
nazionali).
La deviazione italiana si basa sulle seguenti regolamentazioni nazionali:
Decreto del Ministero dell’Interno del 01-02-1986 (Autorimesse)
Decreto del Ministero dei Trasporti del 11-01-1988 (Metropolitane)
Decreto del Ministero dell’Interno del 26-08-1992 (Scuole)
Decreto del Ministero dell’Interno del 09-04-1994 (Alberghi)
Decreto del Ministero dell’Interno del 18-03-1996 (Impianti sportivi)
Decreto del Ministero dell’Interno del 19-08-1996 (Locali di intrattenimento e pubblico spettacolo)
[...]
4.3 ILLUMINAZIONE ANTIPANICO
4.3.1 L’illuminamento orizzontale al suolo non deve essere minore di 0,5 lx sull’intera area non coperta, con esclusione di una fascia di 0,5 m sul perimetro della stessa.
Il rapporto tra il valore massimo e il valore minimo dell’illuminamento antipanico non deve essere maggiore di 40:1.
4.4 ILLUMINAZIONE DI AREE AD ALTO RISCHIO
4.4.1 In aree ad alto rischio, l’illuminamento mantenuto sul piano di riferimento non deve essere minore del 10% dell’illuminamento previsto per l’attività;
esso non deve essere comunque minore di 15 lx. Non devono prodursi pericolosi effetti stroboscopici.
4.4.2 L’uniformità di illuminazione di aree ad alto rischio, non deve essere minore di 0,1.
[...]
292
INDICE
Norma CEI 64-8
NORMA ITALIANA CEI 64-8.
“IMPIANTI ELETTRICI UTILIZZATORI A TENSIONE NOMINALE NON SUPERIORE A 1000 V IN CORRENTE ALTERNATA E A 1500 V IN CORRENTE CONTINUA”
[...]
CEI 64-8/7 PARTE 7 Ambienti e applicazioni particolari.
752 Impianti elettrici nei luoghi di pubblico spettacolo e intrattenimento.
752.56.5 Illuminamento.
L’illuminamento minimo non deve risultare, su un piano orizzontale ad 1 m di altezza dal piano di calpestio, inferiore a 5 lx in corrispondenza delle scale e delle porte e a 2 lx in ogni altro ambiente
al quale abbia accesso il pubblico.
[...]
11. Norma CEI 64-15
“Impianti elettrici negli edifici pregevoli per rilevanza storica e/o artistica”
omissis)
4 SERVIZI DI SICUREZZA
[...]
4.6 Valori di illuminamento di sicurezza
LUCE UTILE
[...]
.... è preferibile ottenere .... un livello di illuminamento non inferiore a 2,5 lx.
[...]
INDICE
293
INDICE
Apparecchi professionali
di emergenza a Luce Utile
IP40
IP65
Metrica LED Beghelli
pag. 296
IP40
IP65
UtiLED2 Beghelli
pag. 298
UtiLED4 Beghelli
pag. 299
IP65
IP65
Logica Beghelli
pag. 300
IP65
IP65
LUCE UTILE
IP65
IP40
IP65
Industrial Luce 9W
pag. 301
Industrial Luce 18W
pag. 302
IP65
Lungalargaluce
pag. 305
Industrial Luce 8-11-24W
pag. 303
IP40
IP65
IP65
Office Granluce 626
pag. 306
INDICE
Lungaluce
pag. 304
Ottica Beghelli
pag. 307
IP65
Leggera IP65
pag. 308
295
MetricaLED Beghelli 6-11W
Versioni:
296
pag. 42, AT pag. 56
INDICE
MetricaLED Beghelli 8-18-24W
pag. 42, AT pag. 58
LUCE UTILE
Versioni:
INDICE
297
UtiLED2 Beghelli
Versioni:
298
pag. 10
Ottiche convergenti per un fascio asimmetrico
Ottiche divergenti per un fascio simmetrico
Ottiche convergenti per installazione a parete
Ottiche divergenti per installazione a soffitto
INDICE
UtiLED4 Beghelli
Versioni:
pag. 11
Ottiche divergenti per un fascio simmetrico
Ottiche convergenti per installazione a parete
Ottiche divergenti per installazione a soffitto
LUCE UTILE
Ottiche convergenti per un fascio asimmetrico
INDICE
299
Logica Beghelli
Versioni:
300
pag. 12,
pag. 38
INDICE
Industrial Luce 9W
pag. 14, AT pag 63, CTOC pag 106, CT pag 139
LUCE UTILE
Versioni:
INDICE
301
Industrial Luce 18 W
Versioni:
302
pag. 15, AT pag 64, CTOC pag 107, CT pag 140
INDICE
Industrial Luce 8-11-24W
LUCE UTILE
Versioni: AT pag 66, CTOC pag 109, CT pag 142
INDICE
303
Lungaluce 626
Versioni:
304
pag. 17,
pag. 40, AT pag 68, CTOC pag 111, CT pag 144
INDICE
Lungalargaluce 626
pag. 18,
pag. 41, AT pag 69, CTOC pag 112, CT pag 145
LUCE UTILE
Versioni:
INDICE
305
Office Granluce 626
Versioni: AT pag 60, CTOC pag 103, CT pag 136
306
INDICE
Ottica Beghelli
LUCE UTILE
Versioni: AT pag 70, CTOC pag 113, CT pag 146
INDICE
307
Leggera IP65
Versioni: AT pag 72
308
INDICE
INDICE
309
LUCE UTILE
310
INDICE
Impianti di Illuminazione di Sicurezza
Nuove procedure di verifica e manutenzione
come richiesto dalla nuova Norma UNI 11222
Come sta cambiando la sicurezza?
312
Rendiamo sicura l’illuminazione di sicurezza
La sicurezza non è uguale per tutti
314
315
Obblighi del Datore di lavoro: Cosa Fare
315
La nuova Norma UNI 11222
317
Registro Controlli periodici
322
324
331
UNI 11222
Illuminazione di sicurezza: riepilogo normativo “Registro controlli periodici”
Scopo del Registro dei controlli periodici
INDICE
311
Come sta cambiando
la sicurezza?
Le nuove esigenze di sicurezza, i mercati globali e le opportunità offerte dalle nuove tecnologie sono diventate vitali per la maggior parte delle aziende e per milioni di consumatori.
Ciò che un tempo era proposto e visto come supporto commerciale o facility di impiego, ora è parte integrante di sistemi e prodotti appositamente progettati per migliorare la sicurezza delle persone nei luoghi di lavoro e nella vita di tutti i giorni.
Queste nuove necessità comportano l’esigenza di rivedere i
modelli di business aziendali e di gestire i conseguenti cambiamenti strutturali. Innanzitutto, però, è indispensabile che il management si convinca ad abbandonare una paio di luoghi comuni sulla sicurezza:
La sicurezza non è un costo ma una risorsa, per sfruttarla occorre il coinvolgimento di tutte le aziende e gli organi preposti al
controllo ed alla creazione di norme per razionalizzare le soluzioni e le procedure a garanzia della loro affidabilità.
In secondo luogo occorre fare in modo che le misure di sicurezza non siano considerate un’imposizione, incentrando i rapporti con il personale sul rispetto dei reciproci interessi e delle
rispettive esigenze.
La Beghelli vuole vincolare il raggiungimento dei propri obiettivi
alla corretta diffusione delle informazioni relative a tutte le tematiche di primaria importanza:
- il rispetto del pianeta e del suo equilibrio ecologico
- lo sviluppo di soluzioni che garantiscono la sicurezza domestica e soprattutto nei luoghi di lavoro.
312
INDICE
UNI 11222
INDICE
313
Rendiamo sicura
l’illuminazione di sicurezza
Le normative in vigore fino al 2006 hanno definito a vario titolo le
specifiche tecniche degli impianti di illuminazione di sicurezza, senza citare le metodologie per risolvere le problematiche derivanti
dal degrado e dalla cattiva manutenzione degli impianti installati.
Troppo spesso è capitato che l’impianto, cosiddetto di sicurezza, dopo anni di mostra di sè nelle vie di esodo o nelle zone antipanico, abbia “fallito” il suo intervento a causa di problemi tecnici
derivanti dalla mancanza di regolare manutenzione dei singoli apparecchi e delle loro parti deteriorabili, come batterie e sorgenti luminose. Solo le periodiche verifiche e la regolare manutenzione assicurano all’impianto la necessaria affidabilità di esercizio e la conseguente sicurezza in caso di emergenza.
Nonostante esistano da oltre 12 anni sul mercato sistemi di illuminazione centralizzata dotati di sistemi automatici di controllo e autodiagnosi, il loro impiego è rimasto circoscritto a casi con specifiche
esigenze. In assenza di tali sistemi, la verifica dei parametri di funzionamento degli impianti di illuminazione di emergenza e delle loro
parti deteriorabili, è rimasta limitata al buon senso ed alla buona
volontà degli utenti più attenti e degli installatori più lungimiranti.
314
INDICE
La sicurezza non è uguale per tutti
Per determinare lo stato degli impianti di illuminazione di sicurezza, Assil ha svolto sul territorio italiano un’indagine che ha avuto esiti per nulla confortanti.
Questa sorta di censimento della sicurezza è stato sviluppato con
l’obbiettivo di sensibilizzare gli organi preposti al controllo, sull’importanza dell’efficienza degli impianto di illuminazione di
sicurezza in tutti gli ambienti industriali e nei locali del terziario.
I risultati raccolti evidenziano uno stato assolutamente deficitario in termini di efficienza e gestione:
- oltre la metà degli impianti esistenti non è soggetto
a nessun programma di verifica
- il 60% degli impianti installati ha piu’ di 4 anni, urge
verifica e opportuna manutenzione
- solo un impianto su quattro è soggetto a verifica degli
organi preposti
- ben tre impianti su quattro sono privi di un registro di
stato dell’impianto
La catena delle responsabilità per la sicurezza sui luoghi di lavoro coinvolge:
- Datore di lavoro - Dirigente - Preposto e RSPP (responsabile sicurezza prevenzione e protezione)
Il D.lgs. 626/94 prevede:
- installazione dei dispositivi di sicurezza (in conformità alle norme di buona tecnica)
- manutenzione dei dispositivi di sicurezza (in conformità alle norme di buona tecnica)
- aggiornamento al progresso tecnologico
La nuova Norma UNI 11222 colma il vuoto legislativo esistente
nel settore della manutenzione degli impianti di illuminazione di
sicurezza.
INDICE
315
UNI 11222
Obblighi del Datore
di lavoro: cosa fare
316
INDICE
La nuova Norma UNI 11222:
Impianti di illuminazione di sicurezza negli edifici
Procedure per la verifica periodica,
la manutenzione, la revisione e il collaudo.
Cosa specifica:
La norma chiarisce le procedure per effettuare le verifiche periodiche, la manutenzione, la revisione ed il collaudo degli impianti per l'illuminazione di sicurezza negli edifici, costituiti da apparecchi per illuminazione di emergenza, sia di tipo autonomo sia
di tipo centralizzato, e di altri eventuali componenti utilizzati, al fine
di garantirne l'efficienza operativa.
Cosa verificare periodicamente:
- funzionamento
- autonomia
- generale
UNI 11222
La nuova Norma UNI 11222 specifica le procedure per
effettuare le verifiche periodiche, la manutenzione, la revisione ed il collaudo degli impianti per l’illuminazione di
sicurezza negli edifici, costituiti da apparecchi per illuminazione di emergenza, sia di tipo autonomo sia di tipo centralizzato, e di altri eventuali componenti utilizzati, al fine di garantirne
l’efficienza operativa.
Questa nuova pubblicazione completa il quadro legislativo e normativo, fissando metodi certi per la valutazione dell’efficienza dei
componenti che realizzano l’impianto di illuminazione di sicurezza. Dalla lettura della nuova Norma emerge chiaro il vantaggio di
disporre di sistemi e apparecchi dotati di sistemi di diagnosi del
funzionamento e delle prestazioni. Questi integrano e/o sostituiscono l’operatore nell’ispezione dell’impianto e consentono di
pianificare al meglio i programmi di manutenzione permettendo
allo stesso tempo di ridurre le spese di gestione.
Le registrazioni fornite dai sistemi con diagnosi costituiscono elemento valido ai fini della compilazione del registro dei controlli periodici
come disposto dalla recente pubblicazione CEI EN 50172.
Quali docunenti compilare:
- Registro dei controlli periodici
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4.3 - Verifica dell’autonomia
[...]
verifica dell’intervento e della durata di funzionamento in modalità emergenza mediante procedure di simulazione di interruzione o interruzione dell’alimentazione ordinaria e misurazione della durata di accensione di tutti gli apparecchi
[...]
A seguire i capitoli e i punti relativi all’illuminazione di sicurezza.
Se gli apparecchi non garantiscono l’autonomia di impianto, le
batterie devono essere sostituite.
Nel caso di impossibilità di effettuazione della verifica
dell’autonomia con esame a vista contemporaneo del
momento di effettivo spegnimento di tutti gli apparecchi installati, è necessario l’impiego di apparecchi e/o
sistemi di illuminazione di emergenza che consentono la
verifica automatica dell’effettiva autonomia.
4.2 - Verifica di funzionamento
[...]
Apparecchi con batterie interne o con alimentazione centralizzata:
a) verifica dell’effettivo intervento in emergenza di tutti gli apparecchi;
b) verifica delle condizioni costruttive degli apparecchi con
eventuale sostituzione delle lampade o dei particolari di
materia plastica danneggiati;
c) verifica della operatività del sistema di inibizione, dove presente;
Sistema di alimentazione centralizzata:
d) verifica delle indicazioni/segnalazioni fornite dal pannello/display del gruppo soccorritore;
e) verifica della operatività del sistema di inibizione, dove presente;
f) verifica delle corrette operazioni del sistema nel funzionamento di emergenza mediante le indicazioni/segnalazioni fornite
dallo stesso.
Le verifiche in a), b) ed f) devono essere eseguite con frequenza almeno mensile, mentre per le verifiche nei punti c), d) ed
e) la frequenza di effettuazione deve essere settimanale, salvo diversa specifica disposizione di cui alla legislazione
riportata nell’appendice B della Norma UNI 11222.
4.4 - Verifica generale
[...]
Apparecchi con batterie interne o con alimentazione centralizzata:
a) verifica del grado d’illuminamento di locali, percorsi, scale di
sicurezza, ostacoli, ausiliari di sicurezza ecc. nel rispetto di
quanto richiesto dall’ambiente di installazione, dalla legislazione vigente e dalle norme di buona tecnica in vigore;
b) verifica dell’integrità e leggibilità dei segnali di sicurezza in relazione alle distanze di visibilità;
c) verifica del degrado delle lampade o dei tubi fluorescenti
(assenza di annerimento);
d) verifica del numero e della tipologia degli apparecchi installati, con relativi dati di ubicazione e di prestazioni illuminotecniche (lumen) in conformità con il progetto originale;
... frequenza almeno annuale.
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UNI 11222
4 - Verifiche periodiche
Le verifiche periodiche che riguardano gli apparecchi di illuminazione e segnalazione di sicurezza possono essere suddivise nelle seguenti tipologie:
. verifica di funzionamento;
. verifica dell’autonomia;
. verifica generale.
Gruppo soccorritore centralizzato:
e) verifica del funzionamento del comando di spegnimento
d’emergenza del soccorritore in corrente alternata (c.a.)
(pulsante a fungo);
f) verifica della tensione d’uscita in emergenza e del valore di
carico;
g) verifica del sistema di inibizione, se presente;
h) verifica delle protezioni da cortocircuito e sovraccarico nel funzionamento in emergenza;
i) verifica delle protezioni selettive.
... frequenza almeno annuale.
8 - Come compilare il Registro dei controlli periodici:
Il registro dei controlli periodici deve essere conforme alla legislazione vigente e redatto in
conformità al punto 6.2 della CEI EN 50172:2006 ("Log book")
con una struttura tale da poterlo utilizzare per più interventi e per
più anni.
Sul registro devono essere riportate le seguenti informazioni:
a) data di messa in funzione dell’impianto di illuminazione di
emergenza e documentazione tecnica relativa ad eventuali modifiche dello stesso;
b) numero di matricola o altri estremi di identificazione del
dispositivo di sicurezza;
c) descrizione e caratteristiche del sistema di controllo automatico, se presente;
d) ragione sociale, indirizzo completo e altri estremi di identificazione del manutentore;
e) data di ogni verifica periodica ed intervento effettuato
(mese/anno nel formato mm/aa);
f) data e tipo di verifica, manutenzione o revisione effettuata;
g) data e breve descrizione dei difetti riscontrati e dell’azione correttiva effettuata;
h) data e breve descrizione di ogni alterazione dell’impianto di
illuminazione di emergenza;
i) firma leggibile del manutentore.
Nota: I documenti generati da sistemi dotati di controllo automatico (supporti fisici o informatici), quando
presenti, possono sostituire i corrispondenti dati riportati sul registro dei controlli periodici [b), e), f) e g)].
[...]
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UNI 11222
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Registro
controlli periodici
Il Registro dei controlli periodici è il documento obbligatorio previsto dalla Norma UNI 11222, che consente la tracciabilità di tutte le operazioni di controllo eseguite sull’impianto di illuminazione di sicurezza. Questo importantissimo argomento è richiamato sia dalla Norma UNI11222, che dalla CEI EN 50172 ("Log
book"): la sua corretta compilazione è prioritaria per il rispetto della legislazione vigente.
Occorre tenere presente le modalità di controllo, specie quelle
relative alla verifica dell’autonomia. che deve essere eseguita contemporaneamente su tutti gli apparecchi installati a prescindere dalla loro collocazione all’interno dell’edificio.
A tale proposito la possibilità di report generati dai sistemi automatici di controllo risulta essere, nella maggior parte dei casi, indispensabile.
VERIFICA DI FUNZIONAMENTO DEGLI APPARECCHI DI SICUREZZA
Periodicità consigliata: 1 settimana
Data
Sorveglianza
effettuata da
(nome e cognome)
apparecchio n°
Anomalie
riscontrate
Azioni
intraprese
Data
prossima verifica
04-04-07
Rossi Giovanni
ID 4EE3
no autonomia
sostituzione batteria
11-04-07
11-04-07
Rossi Giovanni
ID 87FI3
tubo fluorescente
esaurito
sostituzione tubo
18-04-07
Firma
 Il registro obbligatorio può essere compilato manualmente
quando, con la visione contemporanea di tutti gli apparecchi, è
possibile la verifica di funzionamento e autonomia con un solo
operatore.
 Il registro stampato automaticamente dai sistemi di controllo centralizzato (CT, CTOC, LOGICA, LOGICA FM.) è il metodo
più economico per assolvere agli obblighi di legge previsti dalla norma UNI 11222 quando non è possibile vedere contemporaneamente tutti gli apparecchi.
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APPARECCHI NON VISIBILI CONTEMPORANEAMENTE
Non è possibile verificare contemporaneamente l’autonomia
di apprecchi in ambienti diversi. Per rispettare la Norma
UNI 11222 occorre adottare un sistema di controllo
automatico come AT, CT, CTOC, LOGICA,
LOGICA FM.
L’applicazione di questi sistemi consente inoltre
un notevole abbattimento dei tempi morti
e dei costi di esecuzione del test. 
NO
SI’
ON
OFF
SI’
SI’
AUTONOMIA
Controllo dell’autonomia degli
apparecchi in assenza di tensione, come previsto dalla Norma
UNI 11222
APPARECCHI VISIBILI
CONTEMPORANEAMENTE
Quando è possibile la visione contemporanea di tutti gli apparecchi, per il rispetto della Norma UNI 11222 è sufficiente
compilare manualmente il registro obbligatorio dei controlli
periodici. 
L’UNICO MODO PER RISPETTARE A COSTI RAGIONEVOLI LE NUOVE PRESCRIZIONI DI LEGGE,
COME PRECISATO DALLA NORMA UNI 11222, È REALIZZARE IMPIANTI PROVVISTI
DI SISTEMI DI DIAGNOSI CENTRALIZZATA
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UNI 11222
ON
OFF
Illuminazione di sicurezza:
riepilogo normativo “Registro controlli
periodici”
Le prescrizioni normative e legislative piu’ recenti prevedono la
regolare manutenzione dell’impianto di illuminazione di sicurezza, il suo controllo periodico e la tenuta di un registro sul quale
riportare gli esiti delle verifiche.
DECRETO MINISTERIALE 26 AGOSTO 1992
"Norme di prevenzione incendi per l'edilizia scolastica."
[...]
12. Norme di esercizio
A cura del titolare dell’attività dovrà essere predisposto un registro dei controlli periodici ove sono annotati tutti gli
interventi ed i controlli relativi all’efficienza degli impianti elettrici, dell’illuminazione di sicurezza, ……
[...]
DECRETO MINISTERIALE 20 MAGGIO 1992 N° 569
"regolamento contenente norme di sicurezza antincendio per gli edifici storici e artistici destinati a musei,
gallerie, esposizioni e mostre"
[...]
Art. 10 Gestione della sicurezza
[...]
3. Il responsabile tecnico addetto alla sicurezza deve intervenire affinché:
a) siano mantenuti efficienti i mezzi antincendio e siano eseguite con tempestività le manutenzioni o sostituzioni necessarie.
Siano, altresì, condotte periodicamente verifiche degli stessi mezzi con cadenza non superiore a sei mesi ed annotate nel registro dei controlli, di cui all'art. 11, comma 6;
b) siano mantenuti efficienti ed in buono stato gli impianti esistenti nell'edificio.
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In particolare, per gli impianti elettrici, deve essere previsto che
un addetto qualificato provveda, con la periodicità stabilita dalle specifiche normative CEI, al loro controllo e manutenzione.
Ogni loro modifica o integrazione dovrà essere annotata nel registro dei controlli e inserita nei relativi schemi.
In ogni caso i predetti impianti devono essere sottoposti a verifiche periodiche con cadenza non superiore a
tre anni;
[...]
Art. 11 Piani di emergenza e istruzione di sicurezza
DECRETO MINISTERIALE 9 APRILE 1994
"approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la costruzione e l'esercizio delle attivita' ricettive turistico-alberghiere."
[...]
16. Registro dei controlli
Deve essere predisposto un registro dei controlli periodici, dove siano annotati tutti gli interventi ed i controlli relativi alla efficienza degli impianti elettrici, di illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio, dei dispositivi di sicurezza e di controllo delle aree a rischio specifico e della osservanza della limitazione dei carichi di incendio nei vari
ambienti dell’attività, nonché le riunioni di addestramento e le esercitazioni di evacuazione.
Tale registro deve essere mantenuto costantemente aggiornato e disponibile per i controlli da parte del comando provinciale
dei Vigili del Fuoco.
[...]
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UNI 11222
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DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 30
GIUGNO 1995 N° 418
"regolamento concernente norme di sicurezza antincendio per gli edifici di interesse storico-artistico destinati a biblioteche ed archivi"
[...]
Art. 10 Piani di intervento e istruzioni di sicurezza
.............
6. A cura del responsabile dell’attività dovrà essere predisposto un registro dei controlli periodici relativo
all’efficienza degli impianti elettrici, dell’illuminazione di sicurezza .........
DECRETO DEL MINISTERO DELL'INTERNO DEL 18
MARZO 1996
"norme di sicurezza per la costruzione e l'esercizio
degli impianti sportivi."
[...]
Art. 19 Gestione della sicurezza
Il titolare dell'impianto o complesso sportivo e' responsabile del
mantenimento delle condizioni di sicurezza;
per tale compito può avvalersi di una persona appositamente
incaricata, o di un suo sostituto, che deve essere presente durante l'esercizio dell’attività.
Per garantire la corretta gestione della sicurezza deve essere predisposto un piano finalizzato al mantenimento delle condizioni di sicurezza, al rispetto dei divieti, delle limitazioni e delle condizioni di esercizio ed a garantire la sicurezza delle persone in caso di emergenza.
In particolare il piano, tenendo anche conto di eventuali specifiche prescrizioni imposte dalle Commissioni Provinciali di
Vigilanza, deve elencare le seguenti azioni concernenti la sicurezza a carico del titolare dell'impianto:
- controlli per prevenire gli incendi;
- istruzione e formazione del personale addetto alla struttura,
ivi comprese esercitazioni sull'uso dei mezzi antincendio e sulle procedure di evacuazione in caso di emergenza;
- informazione degli spettatori e degli atleti sulle procedure da
seguire in caso di incendio o altra emergenza;
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-
-
garantire il funzionamento, durante le manifestazioni, dei
dispositivi di controllo degli spettatori di cui all'art.18;
garantire la perfetta fruibilità e funzionalità delle vie di esodo;
garantire la manutenzione e l'efficienza dei mezzi e degli
impianti antincendio;
garantire la manutenzione e l'efficienza o la stabilita' delle strutture fisse o mobili della zona di attività sportiva e della zona
spettatori;
garantire la manutenzione e l'efficienza degli impianti; fornire
assistenza e collaborazione ai Vigili del Fuoco ed al personale adibito al soccorso in caso di emergenza; predisporre un registro dei controlli periodici ove annotare gli
interventi manutentivi ed i controlli relativi all'efficienza degli impianti elettrici, dell'illuminazione di sicurezza, dei presidi antincendio, dei dispositivi di sicurezza e controllo, delle aree a rischio specifico e dell'osservanza della limitazione dei carichi di incendio nei vari ambienti dell’attività ove tale limitazione e' imposta. In tale registro devono essere annotati anche i dati relativi alla formazione del personale addetto alla struttura. Il registro deve essere mantenuto costantemente aggiornato e disponibile per i controlli da parte degli organi di vigilanza.
[...]
DECRETO DEL MINISTERO DELL'INTERNO DEL 19
AGOSTO 1996
“approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo.”
[...]
18.6 registro della sicurezza antincendio
Il responsabile dell’attività o personale da lui incaricato, e` tenuto a registrare i controlli e gli interventi di manutenzione sui seguenti impianti ed attrezzature, finalizzate alla sicurezza antincendio:
- sistema di allarme ed impianti di rivelazione e segnalazione
automatica degli incendi;
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-
attrezzature ed impianti di spegnimento;
sistemi di evacuazione fumi e calore;
impianti elettrici di sicurezza;
porte ed elementi di chiusura per i quali e' richiesto il requisito al fuoco.
Inoltre deve essere oggetto di registrazione l'addestramento antincendio fornita al personale.
Tale registro deve essere tenuto aggiornato e reso disponibile in
occasione dei controlli dell’autorità
competente.
[...]
752.60.8 Tenuta dei registri
In un apposito registro si deve tenere nota, a cura del
personale autorizzato, dei controlli fatti dei risultati
delle ispezioni periodiche e di ogni modifica o incidente inerente l’impianto elettrico.
[...]
UNI 11222
NORMA CEI 64-8/7
"Parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari
752. Impianti elettrici nei luoghi di pubblico spettacolo
e di intrattenimento
[...]
752.60.4 Controllo dell’impianto di sicurezza
Il personale autorizzato deve controllare almeno mezz’ora prima
dell’ammissione del pubblico nel locale, che tutto l’impianto di
sicurezza sia in condizione di poter entrare immediatamente ed
automaticamente in regolare funzione.
[...]
Quando l’impianto di sicurezza è costituito da apparecchi di illuminazione autonoma questi devono essere controllati e nessi in
funzione prima dell’entrata del pubblico nel locale.
Almeno ogni 6 mesi devono essere controllate l’efficienza e
l’autonomia degli impianti di sicurezza.
[...]
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8.2 Verifiche periodiche
Gli impianti elettrici oggetto della presente Norma devono essere sottoposti, a cura di una persona addestrata, alle seguenti verifiche periodiche:
a) una volta al mese:
controllo di funzionamento degli apparecchi per l’illuminazione
di sicurezza, utilizzando sistemi di autodiagnosi o manuali;
b) una volta ogni 6 mesi:
controllo di efficienza delle sorgenti di energia di sicurezza,
incluse le verifiche di autonomia previste in nota a 4.5.1 (illuminazione di sicurezza almeno 1 ora), ………..
c) una volta all’anno:
... efficacia degli apparecchi di illuminazione di sicurezza;
...
d) una volta ogni 3 anni:
...
misura dei livelli di illuminamento.
8.5 Registro delle verifiche periodiche
Deve essere disponibile presso l’impianto un registro nel
quale viene annotata l’esecuzione delle verifiche periodiche prescritte dalla presente Norma.
[...]
Anche il decreto legislativo 626/94 ha da tempo introdotto questi concetti in tutti i luoghi di lavoro:
DECRETO LEGISLATIVO DEL 19 SETTEMBRE 1994 N. 626
"attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE,
89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE,
90/394/CEE e 90/679/CEE riguardanti il miglioramento
della sicurezza e della salute dei lavoratori sul luogo di
lavoro."
[...]
Art. 3 Misure generali di tutela
1. Le misure generali per la protezione della salute e per la sicurezza dei lavoratori sono:
[...]
r) regolare manutenzione di ambienti, attrezzature,
macchine e impianti, con particolare riguardo ai
dispositivi di sicurezza in conformità alla indicazione
dei fabbricanti.
[...]
Art. 32 Obblighi del datore di lavoro:
1. Il datore di lavoro provvede affinché:
[...]
d) gli impianti e i dispositivi di sicurezza destinati alla
prevenzione o all'eliminazione dei pericoli, vengano
sottoposti a regolare manutenzione e al controllo del
loro funzionamento.
Lo stesso concetto può essere esteso anche a tutte le attività
soggette al rilascio del certificato di prevenzione incendi (c.p.i.)
che comprende 97 attivita’:
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NORMA CEI 64-15
"Impianti elettrici negli edifici per rilevanza storica e/o
artistica."
[...]
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DEL
12/01/1998 N. 37
"regolamento recante disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi …..." (Allegato l’elenco
delle attività)
[...]
Art. 5 Obblighi connessi con l’esercizio dell’attività
[...]
2. I controlli, le verifiche, gli interventi di manutenzione, l’informazione e la formazione del personale,
che vengono effettuati devono essere annotati in
un apposito registro a cura dei responsabili dell’attività. Tale registro deve essere mantenuto aggiornato e reso disponibile ai fini dei controlli di competenza del comando.
[...]
DECRETO MINISTERIALE 10 MARZO 1998
"criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro”
[...]
Allegato VI Controlli e manutenzione sulle misure di protezione antincendio
6.3 - Vie di uscita
... tutte le misure previste per migliorare il sicuro utilizzo delle vie di uscita devono essere oggetto di controlli periodici e mantenute in efficienza ...
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E’ evidente che assumono in questo senso particolare importanza i sistemi di illuminazione di sicurezza che prevedono la cosiddetta autodiagnosi: gli apparecchi in maniera completamente autonoma ed automatica effettuano test periodici di funzionalita’ e di
autonomia rendendo disponibili i risultati della verifica in modo locale (sistema Autotest) o in modo centralizzato (Centraltest e
Centraltest ad onde convogliate, Logica e Logica FM), permettendo quindi di rispondere a pieno a tutte le richieste di carattere normativo e legislativo.
L’illuminazione di emergenza con autodiagnosi offre poi notevoli vantaggi dal punto di vista degli interventi di manutenzione che, in particolare con l’autodiagnosi centralizzata, li rende molto piu’ agevoli, mirati e razionali. Tutto ciò’ permette di abbattere i costi manutentivi e garantire costantemente il corretto funzionamento dell’impianto.
Anche per impianti di modeste dimensioni è assolutamente consigliabile l’impiego di apparecchi almeno Autotest, che dal punto di vista economico, sono ormai paragonabili ai normali apparecchi di emergenza tradizionali.
Quando l’impianto inizia ad avere invece dimensioni importanti (mediamente al di sopra dei 30-40 apparecchi installati), occorre puntare su sistemi con autodiagnosi centralizzata come Centraltest o Centraltest ad onde convogliate, Logica e Logica FM che hanno il vantaggio di concentrare in un’unica postazione i risultati dei test periodici.
Logica FM offre poi la straordinaria comodita’ di non dover stendere collegamenti aggiuntivi oltre ai normali cavi dell’alimentazione di rete. Questa caratteristica consente di poter installare un
impianto di illuminazione di emergenza con controllo centralizzato anche su impianti esistenti, senza apportare modifiche all’impianto elettrico non essendo necessaria una linea dati dedicata.
Sui nuovi impianti vengono poi notevolmente ridotti i
tempi di installazione in quanto la scelta di Logica FM
evita di dover ricorrere alla posa di cavi dedicati per il
colloquio tra Centrale ed apparecchi di illuminazione.
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UNI 11222
Scopo del Registro
dei controlli periodici
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