5. Acque interne e risorse idriche sotterranee
5.1. Il Sistema Idrografico della Provincia di Ancona
Il sistema idrografico principale della Provincia di Ancona è costituito da brevi corsi d’acqua che, in accordo
con l’orientamento caratteristico dei fiumi marchigiani, percorrono il territorio lungo la direttrice Ovest-Est,
dall’Appennino verso il mare Adriatico.
I principali corsi d’acqua della Provincia sono: Cesano, Misa, Esino e Musone (Tabella 69).
Figura 29 - Bacini idrografici dei fiumi Esino, Cesano, Misa e Musone
Il Fiume Esino è il principale corso d’acqua della Provincia e il suo bacino imbrifero, che misura
complessivamente 1.203 kmq, rientra con una parte apprezzabile nella provincia di Macerata e solo
marginalmente nelle province di Pesaro e Perugia. Nasce dal monte Cafaggio (1.116 m) ad Esanatoglia (MC)
e sfocia, dopo circa 75 km a Falconara Marittima in località Fiumesino. Il fiume ha caratteristiche del tutto
particolari; a monte è caratterizzato da un regime tipicamente torrentizio, a valle e fino alla foce assomiglia
molto di più ad un classico fiume di pianura.
Gli affluenti principali sono il Giano, il Sentino e l’Esinante. Il Giano nasce nella valle dell’Abbadia nei
pressi di Cancelli (Fabriano) e confluisce nell’Esino a Borgo Tufico dopo un percorso di circa 24 km, il
Acque interne e risorse idriche sotterranee
114 di 380
Sentino nasce in Umbria, taglia la dorsale umbro-marchigiana nella valle di Scheggia, attraversa la gola di
Frasassi e confluisce poi nell’Esino in località San Vittore mentre l’Esinante si trova più a valle e sfocia
nell’Esino in località Angeli.
Il fiume Cesano nasce dal monte Cilio in Provincia di Pesaro e termina nell’Adriatico nei pressi di
Senigallia dopo un percorso di circa 55 km. Il suo bacino imbrifero è complessivamente di 412 kmq.
Il bacino, allungato in direzione SO-NE, ha sezione trasversale piuttosto regolare e si estende su terreni
prevalentemente impermeabili.
Il Misa nasce nei pressi di San Donnino e sfocia nell’Adriatico all’altezza di Senigallia, con una lunghezza
di circa 45 km. Il suo bacino idrografico, pari a 166 kmq è il più piccolo ed anche l’unico interamente
compreso nel territorio amministrativo della provincia di Ancona. Il principale effluente è il torrente Nevola.
Il fiume Musone nasce in Provincia di Macerata a circa 775 m di quota dalla confluenza di due valloni, uno
con origine tra il monte Lavacelli e il monte Marzolare, l’altro tra Prati di Tagliole e Campo della Bisaccia.
Inizialmente prende il nome di fosso di Valdiola, riceve poi le acque del piccolo fosso d’Ugliano e da questo
momento assume il nome di Musone
Il fiume si getta nell’Adriatico al confine tra Numana e Porto Recanati con uno sviluppo dell’asta fluviale
pari a 65 km e un bacino idrografico di 642 kmq.
Lungo il suo corso è presente un invaso artificiale, in corrispondenza della diga di Castreccioni, di notevoli
dimensioni, pari al 70% del deflusso medio annuo. Si tratta di un invaso di regolazione che, al pari di altri
presenti su vari corsi d’acqua della regione, ha lo scopo di immagazzinare acqua durante il periodo piovoso
invernale e consentirne l’utilizzo per tutto il corso dell’anno.
Caratteristica comune ai quattro fiumi in esame è la presenza di un regime idrologico tipicamente
appenninico, con le massime portate mensili in Febbraio/Marzo e le minime in Luglio/Agosto114.
Per tutti i fiumi in esame non esistono dati recenti di portata. Gli ultimi dati a disposizione si riferiscono a
misurazioni effettuate negli anni ’70 e sono riportati nel Piano Regionale di tutela delle acque.
Per il fiume Misa i valori di portata sono stati calcolati nella stazione di Vallone che si trova ad una distanza
dalla foce di circa 5 km. Le portate variano da un minimo di 0,5 mc/s nella stagione estiva ad un massimo di
6 mc/s nella stagione primaverile115.
Le stazioni di misura della portata idrica lungo l’asta del fiume Esino sono 10: Moie, Vallato Pallavicino, S.
Elena 1, S. Elena 2, Angeli di Rosola, Molino Agugliano, Ripabianca, Franciolini, Camponocecchio e Gola
della Rossa.
Le portate sono molto diverse per le varie stazioni di monitoraggio a causa del cambiamento così elevato
delle caratteristiche del fiume. Inoltre i valori di portata sono molto variabili anche per una stessa stazione di
monitoraggio in funzione dei notevoli attingimenti e delle condizioni meteoclimatiche. Misurazioni
114
Piano Regionale di tutela delle acque (2000)
I dati di portata (che risalgono agli anni ’70) si riferiscono ad anni diversi per le varie stazioni di misura, devono
quindi essere considerati come valori orientativi.
115
Acque interne e risorse idriche sotterranee
115 di 380
effettuate alla stazione di Moie (ubicata ad una distanza dalla foce di circa 30 km) hanno determinato una
portata media annua di 16,5 mc/s e una portata di magra ordinaria di 3,3 mc/s. 2
Le stazioni di misura della portata idrica lungo l’asta del fiume Musone sono Monte Bachero e Villa
Musone. Dalle misurazioni effettuate nella stazione di Villa Musone si evince che le portate variano da 1 a
10 mc/s nella stagione estiva, mentre in quella invernale le portate di piena possono raggiungere i 100 mc/s.2
Nella tabella seguente sono riassunte le caratteristiche idrologiche principali dei quattro fiumi in esame.
Superficie del
bacino
(kmq)
Indicazioni sulla portata
FIUME CESANO
412
-
FIUME MISA
166
Da 0,5 mc/s nella stagione estiva a 6
mc/s in quella invernale
1.203
16,5 mc/s:portata media annua
3,3 mc/s: portata di magra ordinaria
642
1-10mc/s nella stagione estiva
Fino a 100 mc/s le portate di piena nella
stagione invernale
Corso d’acqua
FIUME ESINO
FIUME MUSONE
Opere di regolazione del
deflusso
Regolazione
con
un
invaso da 40 milioni di mc
Tabella 69 - Caratteristiche idrologiche dei principali corsi d'acqua della Provincia di Ancona; fonte: Piano
Regionale di tutela delle acque
5.2. Riferimenti normativi
Per quanto attiene al contesto nazionale il principale riferimento legislativo rimane il Decreto Legislativo
dell’11 Maggio 1999 n. 152 (modificato dal D.Lgs. 258/00) che detta disposizioni sulla tutela delle acque
dall’inquinamento e recepisce la Dir. 91/271/CEE, sul trattamento delle acque reflue urbane, e la Dir.
91/676/CEE, sulla protezione delle acque dall’inquinamento da nitrati.
La caratteristica principale del D. Lgs. 152/99 è quella di fissare l’attenzione primariamente al corpo
recettore, anziché al singolo scarico, come era prima della sua entrata in vigore (L. 319/76). Il Decreto
individua degli obiettivi minimi di qualità per i corpi idrici, definiti sulla base della capacità di ogni singolo
corpo d’acqua di mantenere i processi naturali di autodepurazione e di permettere la sopravvivenza di
organismi animali e vegetali di specie ben diversificate.
Sono previsti inoltre, obiettivi di qualità per specifica destinazione delle acque, per assicurare un normale
utilizzo delle stesse ai fini della produzione di acque potabili, della balneazione, dell’idoneità alla vita dei
pesci e dei molluschi.
Lo strumento individuato dal Decreto per la programmazione degli interventi di risanamento dei corpi idrici
ritenuti significativi è il Piano di Tutela adottato dalle Regioni. Il Piano di Tutela contiene gli interventi
ritenuti necessari per il raggiungimento o il mantenimento degli “obiettivi di qualità” fissati dal Decreto.
Per i corpi idrici superficiali e sotterranei individuati come significativi viene stabilito come obiettivo di
qualità il mantenimento o il raggiungimento, entro il 31 dicembre 2016, dello stato di qualità “buono” ovvero
il mantenimento della classe di qualità “elevato” ove già esistente. Al fine di garantire il raggiungimento
Acque interne e risorse idriche sotterranee
116 di 380
dell’obiettivo di qualità finale, ogni corpo idrico superficiale classificato o tratto di esso deve conseguire
come mimino i requisiti della classe di qualità “sufficiente” entro il 31 dicembre 2008.
Il D.Lgs. 152/99 ha introdotto un nuovo metodo per la determinazione della qualità delle acque superficiali
basato essenzialmente su due indici, lo Stato Ambientale dei Corsi d’Acqua (SACA) e lo Stato Ecologico dei
Corsi d’Acqua (SECA), intesi come espressione della complessità degli ecosistemi acquatici.
Il SECA combina la valutazione della matrice acquosa sulla base degli usuali parametri chimici, fisici e
microbiologici, già da diverso tempo utilizzati per la caratterizzazione delle risorse idriche, con quella
relativa al biota116, misurata con il metodo dell’Indice Biotico Esteso (IBE). Il Decreto infatti definisce due
diversi “indicatori”:
• Il Livello di Inquinamento da Macrodescrittori (LIM) che fornisce un’indicazione sullo stato trofico117 e
microbiologico della matrice acquosa del corpo idrico prendendo in considerazione i valori di 7 parametri
principali, i cosiddetti Macrodescrittori (ossigeno disciolto, BOD5, COD, azoto ammoniacale, azoto
nitrico, fosforo totale ed Escherichiacoli);
•
L’IBE che descrive lo stato biologico prendendo in esame le comunità dei macroinvertebrati bentonici118
che vivono, almeno una parte del loro ciclo biologico, a contatto con i substrati di un corso d’acqua. La
metodologia consente di avere un’immagine complessiva della situazione del corpo idrico anche in
relazione ad eventi inquinanti avvenuti in passato. La qualità biologica, determinata mediante IBE, è
rappresentata in 5 classi; a ciascuna classe, secondo le indicazioni del metodo ufficiale, è associabile un
giudizio ed eventualmente un colore da utilizzarsi nelle rappresentazioni cartografiche.
La determinazione del SECA viene effettuata considerando il risultato peggiore tra il dato relativo ai
Macrodescrittori e quello relativo all’IBE . Lo stato del corso d’acqua viene rappresentato mediante 5 diverse
classi (classe 1 = qualità elevata; 2 =buona; 3 = sufficiente; 4 = scadente; classe 5 = qualità pessima).
Al fine dell’attribuzione dello stato ambientale del corso d’acqua (SACA) i dati relativi allo stato ecologico
andranno rapportati con i dati relativi alla presenza di inquinanti chimici riportati in tabella 1 All.1
D.Lgs.152/99. Le classi dello Stato di Qualità Ambientale sono quelle riportate nello schema seguente.
DEFINIZIONE DELLO STATO DI QUALITA’ AMBIENTALE PER I CORPI IDRICI SUPERFICIALI
1) ELEVATO
Non si rilevano alterazioni dei valori di qualità degli elementi chimico fisici ed idromorfologici
per quel dato tipo di corpo idrico in dipendenza degli impatti antropici, o sono minime rispetto
ai valori normalmente associati allo stesso ecotipo in condizioni indisturbate. La qualità
biologica sarà caratterizzata da una composizione e un’abbondanza di specie corrispondente
totalmente o quasi alle condizioni normalmente associate allo stesso ecotipo. La presenza di
microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è paragonabile alle concentrazioni di fondo rilevabili
nei corpi idrici non influenzati da alcuna pressione antropica.
116
Biota: vita animale e vegetale caratterizzante una regione. Si usa anche per indicare collettivamente la flora e la
fauna.
117
Lo stato trofico di un ambiente è determinato dalla quantità di sostanza organica che può produrre o in altri termini
di energia trasferita lungo la catena alimentare. Un ambiente molto produttivo rappresenta in generale uno scadimento
della qualità dell’ambiente poiché spesso l’eccesso di produzione non può essere adeguatamente smaltito.
118
Fauna bentonica: organismi fissi o mobili che vivono sul fondo o nel sedimento o che al fondo sono legati da
esigenze alimentari
Acque interne e risorse idriche sotterranee
117 di 380
DEFINIZIONE DELLO STATO DI QUALITA’ AMBIENTALE PER I CORPI IDRICI SUPERFICIALI
2) BUONO
I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico mostrano bassi livelli
di alterazione derivanti dall’attività umana e si discostano solo leggermente da quelli
normalmente associate allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate. La presenza di
microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazione da non comportare effetti a
breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.
3)
SUFFICIENTE
I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico si discostano
moderatamente da quelli di norma associati allo stesso ecotipo in condizioni non disturbate. I
valori mostrano segni di alterazione derivanti dall’attività umana e sono sensibilmente più
disturbati che nella condizione di “buono stato”. La presenza di microinquinanti, di sintesi e
non di sintesi, è in concentrazione da non comportare effetti a breve e lungo termine sulle
comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.
4) SCADENTE
Si rilevano alterazioni considerevoli dei valori degli elementi di qualità biologica del tipo di
corpo idrico superficiale, e le comunità biologiche interessate si discostano sostanzialmente
da quelle di norma associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato. La presenza di
microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazione da comportare effetti a medio e
lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di riferimento.
5) PESSIMO
I valori degli elementi della qualità biologica per quel tipo di corpo idrico superficiale
presentano alterazioni gravi e mancano ampie porzioni delle comunità biologiche di norma
associate al tipo di corpo idrico superficiale inalterato.
La presenza di microinquinanti, di sintesi e non di sintesi, è in concentrazione da comportare
gravi effetti a breve e lungo termine sulle comunità biologiche associate al corpo idrico di
riferimento.
Tabella 70 - Definizioni dello stato di qualità ambientale per i corpi idrici superficiali
I corpi idrici sotterranei sono classificati secondo la metodologia indicata nell’allegato 1 del D.Lgs. 152/99.
Esso considera come significativi quegli accumuli d’acqua posti al di sotto del livello di saturazione
permanente, siano essi falde119 freatiche120, falde profonde (in pressione o meno), acque intrappolate entro
formazioni permeabili con bassa o nulla velocità di flusso, oppure manifestazioni sorgentizie concentrate o
diffuse.
I corpi idrici sotterranei sono classificati in base allo stato di qualità ambientale, determinato considerando,
contemporaneamente, la classe dello stato quantitativo e quella dello stato chimico.
Per quanto riguarda lo stato quantitativo, i corpi idrici si possono suddividere in 4 classi – A, B, C, D – a
seconda delle caratteristiche dell’acquifero121 e del grado di sfruttamento a cui sono sottoposti.
Qualitativamente invece, è possibile classificare le acque sotterranee facendo riferimento all’indice SCAS
(stato chimico acque sotterranee) che è suddiviso in cinque classi (1, 2, 3, 4, 0). Le classi vengono attribuite
sulla base delle concentrazioni medie dei parametri dei macrodescrittori (conducibilità, cloruri, manganese,
ferro, nitrati, ione ammonio, solfati), valutando la concentrazione che determina le condizioni peggiori.
Il rilevamento di sostanze inquinanti pericolose superiori ai valori di tabella 21 allegato 1 del D.Lgs. 152/99
(parametri addizionali) determina lo scadimento in classe 4. Se la presenza di inquinanti inorganici in
concentrazioni superiori a quelle di tabella 21 allegato 1 del D.Lgs. 152/99 è di origine naturale è attribuita la
classe 0 per la quale, di norma, non sono previsti interventi di risanamento.
119
Falda: massa d’acqua sotterranea contenuta negli interstizi della roccia
Falda freatica: falda a pelo libero che riempie parzialmente un acquifero
121
Acquifero: formazione geologica che contiene materiale permeabile sufficientemente saturo da dare quantità
significative di acqua a pozzi e sorgenti.
120
Acque interne e risorse idriche sotterranee
118 di 380
Le classi dello stato di qualità ambientale (derivante dalla combinazione dello stato quantitativo con quello
chimico) delle acque sotterranee sono riportate nello schema seguente.
DEFINIZIONE DELLO STATO DI QUALITA’ AMBIENTALE PER I CORPI IDRICI SOTTERRANEI
ELEVATO
Impatto antropico nullo o trascurabile sulla qualità e quantità della risorsa, con l’eccezione di
quanto previsto nello stato naturale particolare.
BUONO
Impatto antropico ridotto sulla qualità e/o quantità della risorsa.
SUFFICIENTE
Impatto antropico ridotto sulla quantità, con effetti significativi sulla qualità tali da richiedere
azioni mirate ad evitarne il peggioramento.
SCADENTE
Impatto antropico rilevante sulla qualità e/o quantità della risorsa con necessità di specifiche
azioni di risanamento.
NATURALE
PARTICOL.
Caratteristiche qualitative e/o quantitative che pur non presentando un significativo impatto
antropico, presentano limitazioni d’uso della risorsa per la presenza naturale di particolari
specie chimiche o per il basso potenziale quantitativo.
Tabella 71 - Definizioni dello stato di qualità ambientale per i corpi idrici sotterranei
Il quadro normativo che emerge dal D.Lgs. 152/99 insieme alla Legge 36/94, che istituisce l’Autorità
d’Ambito Territoriale Ottimale per la gestione del Servizio idrico Integrato, e al D.Lgs. 112/98, che elenca le
funzioni riservate allo Stato attribuendo le rimanenti, anche se non espressamente specificate, alle Regioni e
agli Enti Locali, definisce le competenze in materia di risorse idriche.
La Provincia, in tema di gestione delle acque, costituisce insieme ai Comuni le Autorità d’Ambito
Territoriale Ottimale, che controllano la gestione del Servizio Idrico Integrato, mentre riguardo alla tutela,
rilascia le autorizzazioni agli scarichi (ad eccezione di quelli in fognatura) e promuove interventi speciali in
casi di urgenza.
A livello regionale i riferimenti normativi essenziali sono i seguenti:
•
Legge Regionale n. 60 del 02/09/1997: “Istituzione dell’Agenzia Regionale per la Protezione
Ambientale delle Marche (ARPAM)”.
•
Legge Regionale n. 18 del 22/06/1998: “Disciplina delle risorse idriche”, che ha istituito cinque
ambiti territoriali ottimali (ATO) per la gestione delle risorse idriche.
•
D.G.R. 696 del 30/03/1998: Adozione documento attinente alle ”Linee guida per il Piano di
risanamento delle acque”.
•
D.G.R. 96 del 24/01/2000: Proposta di atto amministrativo ad iniziativa della giunta regionale
concernente: “Approvazione del piano di tutela delle acque ai sensi del D.Lgs. 152/99, L.R. n.46 del
5/09/92 art. 7”.
•
Legge regionale n. 15 del 23/02/2000: Modifica della Legge Regionale 22/06/98 n.18 “Disciplina
delle risorse idriche”.
•
Legge Regionale n. 11 del 3/6/2003: “Norme per l’incremento e la tutela della fauna ittica e
disciplina della pesca nelle acque interne”.
Acque interne e risorse idriche sotterranee
119 di 380
5.3. Analisi dei dati
5.3.1.
Lo stato di qualità delle acque superficiali
Gli articoli 4 e 5 e l’allegato 1 del D.Lgs. 152/99 prevedono l’individuazione dei corpi significativi sui quali
stabilire lo stato di qualità ambientale sulla base di quanto stabilito dal decreto stesso (vedi paragrafo fonti
informative consultate e riferimenti legislativi).
Applicando i suddetti criteri di classificazione, la regione Marche ha proceduto ad un monitoraggio
conoscitivo dei corpi idrici significativi della durata di 24 mesi (anni 1997 e 1998).
Dall’analisi qualitativa effettuata è emerso che i tratti fluviali prossimi alle foci del Cesano, Misa, Musone ed
Esino sono particolarmente compromessi (stato scadente e stato pessimo).
Successivamente, nel corso del 1999 e del 2000, i programmi di monitoraggio sono stati revisionati sulla
base di quanto previsto dal D. Lgs. 152/99 che, per i corsi d’acqua significativi, prevede determinazioni
analitiche con frequenza mensile per i parametri chimici, fisici, microbiologici e idrologici di base e
determinazioni su base stagionale dell’Indice Biotico Esteso (IBE), fino al raggiungimento dell’obbiettivo di
qualità ambientale: successivamente, tale frequenza potrà essere ridotta secondo limiti fissati dal Decreto
stesso.
Nella tabella seguente sono riportati i parametri analizzati dall’ARPAM delle Marche sui fiumi in esame che
comprendono i parametri definiti macrodescrittori e indicati nella tabella 4 All.1 del D.Lgs. 152/99.
PARAMETRI ANALIZZATI
FREQUENZA DI ANALISI
T. aria
T. acqua
pH
colore
conducibilità
O.D.122
alcalinità
Solidi Sospesi
durezza
ione cloruro
ammoniaca libera
NH4+
Parametri CHIMICI
ione nitroso
NO3-
Mensile in ogni stazione della rete
di monitoraggio
P tot.
ione solfato
Tensioattivi An. MBAS
fenoli
122
Ossigeno Disciolto
Acque interne e risorse idriche sotterranee
120 di 380
PARAMETRI ANALIZZATI
FREQUENZA DI ANALISI
C.O.D.123
B.O.D.5124
Cl res. lib.
Cl res. tot.
idrocarburi
Cu
Cr
Cd
Pb
Ni
Zn
Hg
As
parametro
MICROBIOLOGICO
Escherichia coli
BIOTA
Macroinvertebrati
stagionalmente (4 volte all'anno)
in ogni stazione
Tabella 72 - Parametri analizzati sulle acque dei fiumi che ricadono nel territorio in Provincia di Ancona
Nelle tabelle seguenti vengono riportati gli indici di qualità dei fiumi in esame ottenuti nelle stazioni di
monitoraggio per le quali sono pervenuti dati completi relativamente agli anni 1999-2003.
FIUME ESINO
STAZIONE
IBE
SECA
SACA
GIUDIZIO
VALORI ANNO 1999
Giano (a monte Fabriano)
3
3
3
Sufficiente
Giano (100 m a monte confluenza Esino)
3
3
3
Sufficiente
Sentino (100 m a monte confluenza Esino)
3
3
3
Sufficiente
Esino (a monte confluenza Giano)
3
3
3
Sufficiente
Esino (Sorgente Gorgovivo)
3
3
3
Sufficiente
Esino (Jesi)
4
4
4
Scadente
Esino (foce)
5
5
5
Pessimo
VALORI ANNO 2000
Giano (a monte Fabriano)
3
3
3
Sufficiente
Giano (100 m a monte confluenza Esino)
2
2
2
Buono
Sentino (100 m a monte confluenza Esino)
2
3
3
Sufficiente
Esino (a monte confluenza Giano)
3
3
3
Sufficiente
123
COD: Domanda Chimica di Ossigeno. Indica la quantità di sostanze organiche e inorganiche contenute in un
campione d’acqua che possono venire ossidate a seguito di trattamento con composti a forte potere ossidante. Questo
parametro, come il BOD 5, viene usato per la stima del livello di inquinamento da sostanza organica delle acque
naturali e di scarico.
124
BOD: Domanda Biologica di Ossigeno. Il BOD 5 indica il contenuto di sostanza organica biodegradabile, presente
in un campione, espresso in termini di quantità di ossigeno necessario alla ossidazione della sostanza organica presente
nel campione da parte di microorganismi, in un test della durata di cinque giorni. Costituisce un indicatore
dell'inquinamento organico dell'acqua.
Acque interne e risorse idriche sotterranee
121 di 380
STAZIONE
IBE
SECA
SACA
GIUDIZIO
Esino (Sorgente Gorgovivo)
2
3
3
Sufficiente
Esino (Jesi)
4
4
4
Scadente
Esino (foce)
5
5
5
Pessimo
VALORI ANNO 2001
Giano (a monte Fabriano)
3
3
3
Sufficiente
Giano (100 m a monte confluenza Esino)
1
2
2
Buono
Sentino (100 m a monte confluenza Esino)
1
2
2
Buono
Esino (a monte confluenza Giano)
2
2
2
Buono
Esino (Sorgente Gorgovivo)
1
2
2
Buono
Esino (Jesi)
3
3
3
Sufficiente
Esino (foce)
3
3
3
Sufficiente
VALORI ANNO 2002
Giano (a monte Fabriano)
4
4
4
Scadente
Giano (100 m a monte confluenza Esino)
1
2
2
Buono
Sentino (100 m a monte confluenza Esino)
1
2
2
Buono
Esino (a monte confluenza Giano)
3
3
3
Sufficiente
Esino (Sorgente Gorgovivo)
2
2
2
Buono
Esino (Jesi)
3
3
3
Sufficiente
Esino (foce)
4
4
4
Scadente
VALORI ANNO 2003
Giano (a monte Fabriano)
2
2
2
Buono
Giano (100 m a monte confluenza Esino)
4
4
4
Scadente
Sentino (100 m a monte confluenza Esino)
3
3
3
Sufficiente
Esino (a monte confluenza Giano)
3
3
3
Sufficiente
Esino (Sorgente Gorgovivo)
3
3
3
Sufficiente
Esino (Jesi)
3
3
3
Sufficiente
Esino (foce)
5
5
5
Pessimo
Tabella 73 - Stato ambientale fiume Esino; fonte: ARPAM Marche
Il fiume Esino presenta un progressivo deterioramento della qualità delle acque dalla sorgente alla foce. Nel
2003 la qualità risulta buona a monte di Fabriano e alla confluenza con il Giano passa alla classe scadente,
sia per i valori di IBE che di SECA; si porta e si mantiene di qualità sufficiente fino e Jesi e infine passa alla
classe pessima alla foce sia per i valori di IBE che di SECA.
Il graduale peggioramento dello stato di qualità delle acque passando dalla sorgente alla foce rispecchia il
graduale deterioramento della naturalità dell’ecosistema. Infatti il tratto montano del fiume attraversa zone in
cui si ritrovano ancora diversi siti di apprezzabile valenza ecologica mentre procedendo verso il mare il
territorio risulta vittima di maggiori e più intense modificazioni di carattere antropico e quindi quasi del tutto
privo di naturalità.
Acque interne e risorse idriche sotterranee
122 di 380
Figura 30 - Stazioni di monitoraggio e indici SACA fiume Esino (anno 2003)
L’analisi dei dati rileva un complessivo peggioramento nella qualità delle acque rispetto agli anni 2001 e
2002, questo rende il bacino dell’Esino un’area critica per la gestione e la qualità delle acque.
Stazione
SACA 2001
SACA 2002
SACA 2003
1) Giano (a monte Fabriano)
3
4
2
2) Giano (100 m a monte
confluenza Esino
2
2
4
3) Sentino (100 m a monte
confluenza Esino
2
2
3
4) Esino a monte confluenza
Giano
2
3
3
5) Esino Sorgente Gorgovivo
2
2
3
6) Esino (Jesi)
3
3
3
7) Esino (foce)
3
4
5
Tabella 74 - Stato ambientale riassuntivo del fiume Esino
Acque interne e risorse idriche sotterranee
123 di 380
ANDAMENTO SACA FIUME ESINO
5
ANNO 2001
4
ANNO 2002
ANNO 2003
3
2
1
0
1
2
3
4
5
6
7
Tabella 75 - Andamento SACA - fiume Esino
FIUME CESANO
STAZIONE
SECA
SACA
GIUDIZIO
VALORI ANNO 1999
Cesano (a valle di Pergola)
3
3
Sufficiente
Cesano (foce)
4
4
Scadente
VALORI ANNO 2000
Cesano (a valle di Pergola)
4
4
Scadente
Cesano (foce)
5
5
Pessimo
VALORI ANNO 2001
Cesano (a valle di Pergola)
4
4
Scadente
Cesano (foce)
5
5
Pessimo
VALORI ANNO 2002
Cesano (a valle di Pergola)
4
4
Scadente
Cesano (foce)
5
5
Pessimo
Tabella 76 - Stato ambientale del fiume Cesano; fonte: ARPAM Marche
IBE125
SECA
SACA
GIUDIZIO
Cesano (a valle di Pergola)
2
2
2
Buono
Cesano (foce)
3
3
3
Sufficiente
STAZIONE
Tabella 77 - Stato ambientale del fiume Cesano - anno 2003; fonte: ARPAM Marche
Il bacino del Cesano presenta uno stato ambientale buono fino a Pergola per poi mantenersi ad uno stato
sufficiente fino alla foce. La qualità del fiume risulta in sostanziale miglioramento rispetto agli anni
precedenti sia per i valori di IBE che di SECA.
125
Per l’IBE sono disponibili solo i dati del 2003
Acque interne e risorse idriche sotterranee
124 di 380
Figura 31 - Stazioni di monitoraggio e indici SACA fiume Cesano (anno 2003)
FIUME MISA
STAZIONE
IBE
SECA
SACA
GIUDIZIO
VALORI ANNO 1999
Misa (località Osteria, Serra dei Conti)
3
3
3
Sufficiente
Nevola (100 m a monte confluenza Misa)
4
4
4
Scadente
Misa (foce)
5
5
5
Pessimo
VALORI ANNO 2000
Misa (località Osteria, Serra dei Conti)
3
3
3
Sufficiente
Nevola (100 m a monte confluenza Misa)
5
5
5
Pessimo
Misa (foce)
5
5
5
Pessimo
VALORI ANNO 2001
Misa (località Osteria, Serra dei Conti)
3
3
3
Sufficiente
Nevola (100 m a monte confluenza Misa)
3
3
3
Sufficiente
Misa (foce)
5
5
5
Pessimo
VALORI ANNO 2002
Misa (località Osteria, Serra dei Conti)
3
3
3
Sufficiente
Nevola (100 m a monte confluenza Misa)
4
4
4
Scadente
Misa (foce)
5
5
5
Pessimo
4
4
Scadente
VALORI ANNO 2003
Misa (località Osteria, Serra dei Conti)
Acque interne e risorse idriche sotterranee
4
125 di 380
STAZIONE
IBE
SECA
SACA
GIUDIZIO
Nevola (100 m a monte confluenza Misa)
5
5
5
Pessimo
Misa (foce)
4
4
4
Scadente
Tabella 78 - Stato ambientale del fiume Misa; fonte: ARPAM Marche
L’asta fluviale del Misa presenta uno stato ambientale scadente alla stazione di Osteria. La qualità degrada
ulteriormente alla confluenza con il torrente Nevola (stato Pessimo) e alla foce corrisponde allo stato
scadente. In generale il fiume si mantiene di cattiva qualità rispetto agli anni precedenti.
Figura 32 - Stazioni di monitoraggio e indice SACA fiume Misa (anno 2003)
FIUME MUSONE
STAZIONE
IBE
SECA
SACA
GIUDIZIO
VALORI ANNO 1999
Musone (Ponte S.S. 361 Padiglione di Osimo)
3
3
3
Sufficiente
Aspio (Ponte zona industriale di Numana)
5
5
5
Pessimo
Musone (foce)
5
5
5
Pessimo
VALORI ANNO 2000
Musone (Ponte S.S. 361 Padiglione di Osimo)
2
4
4
Scadente
Aspio (Ponte zona industriale di Numana)
4
4
4
Scadente
Musone (foce)
5
5
5
Pessimo
3
3
Sufficiente
VALORI ANNO 2001
Musone (Ponte S.S. 361 Padiglione di Osimo)
Acque interne e risorse idriche sotterranee
2
126 di 380
STAZIONE
IBE
SECA
SACA
GIUDIZIO
Aspio (Ponte zona industriale di Numana)
4
4
4
Scadente
Musone (foce)
4
4
4
Scadente
VALORI ANNO 2002
Musone (Ponte S.S. 361 Padiglione di Osimo)
3
3
3
Sufficiente
Aspio (Ponte zona industriale di Numana)
4
4
4
Scadente
Musone (foce)
5
5
5
Pessimo
VALORI ANNO 2003
Musone (Ponte S.S. 361 Padiglione di Osimo)
3
3
3
Sufficiente
Aspio (Ponte zona industriale di Numana)
5
5
5
Pessimo
Musone (foce)
5
5
5
Pessimo
Tabella 79 - Stato ambientale del fiume Musone; fonte: ARPAM Marche
Lo stato di qualità ambientale del bacino del Musone risulta da sufficiente a pessimo procedendo dalla
sorgente alla foce mantenendosi praticamente invariata negli ultimi anni.
Figura 33 - Stazioni di monitoraggio e indice SACA fiume Musone (anno 2003)
La tabella seguente riassume lo stato di qualità ambientale dei fiumi in esame.
BACINO
IDROGRAFICO
Fiume Esino
PUNTO
SACA
GIUDIZIO
Giano (a monte Fabriano)
2
Buono
Giano (100 m a monte confluenza Esino
4
Scadente
Acque interne e risorse idriche sotterranee
127 di 380
BACINO
IDROGRAFICO
Fiume Cesano
Fiume Misa
Fiume Musone
PUNTO
SACA
GIUDIZIO
Sentino (100 m a monte confluenza Esino
3
Sufficiente
Esino a monte confluenza Giano
3
Sufficiente
Esino Sorgente Gorgovivo
3
Sufficiente
Esino (Jesi)
3
Sufficiente
Esino (foce)
5
Pessimo
Cesano (a valle di Pergola)
2
Buono
Cesano (foce)
3
Sufficiente
Misa Ponte località Osteria (Serra dei Conti)
4
Scadente
Nevola (100 m a monte confluenza Misa)
5
Pessimo
Misa (foce)
4
Scadente
Musone (Ponte S.S. 361 Padiglione di
Osimo)
3
Sufficiente
Aspio (Ponte zona industriale di Numana)
5
Pessimo
Musone (foce)
5
Pessimo
Tabella 80 - Stato di qualità ambientale dei principali fiumi in esame (monitoraggio 2003)
In generale per tutti i fiumi di interesse lo stato ambientale peggiora progressivamente dalla sorgente alla
foce dove raggiunge lo stato di qualità pessimo per il fiume Esino e Musone, scadente per il Misa e
Sufficiente solo per il fiume Cesano. Questi dati sottolineano che i fiumi della Provincia si trovano in
condizioni significativamente peggiori rispetto agli obiettivi di qualità che dovranno essere raggiunti entro il
2008 secondo il D.Lgs. 152/99.
5.3.2.
Idoneità delle acque superficiali alla vita dei pesci
Negli ultimi anni la gestione venatoria ha iniziato anche in Italia ad avviarsi verso criteri di maggiore
sostenibilità. Per quanto riguarda la pesca i punti critici riguardano la maggiore possibilità di determinare la
pressione di pesca sui corsi d’acqua e il problema della salvaguardia dei ceppi autoctoni di alcune specie.
Le norme relative all’esercizio della pesca, con distinzione delle diverse zone (salmonicola e coprinicola),
alla salvaguardia delle specie ittiche con indicazione delle taglie minime, periodi e zone di divieto vengono
fornite dalla delibera della Giunta Regionale n.1808 del 23/12/2003 “Calendario Piscatorio Regionale”
2003/2004 ai sensi dell’art. 20 della L.R. 11/03.
Ai sensi dell’art.20, comma 1, della L.R. 11/03, ai fini della gestione della fauna ittica e dell’esercizio della
pesca, le acque interne della regione sono suddivise nelle seguenti categorie:
•
categoria A: acque di notevole pregio ittiofaunistico prevalentemente popolate da salmonidi;
Acque interne e risorse idriche sotterranee
128 di 380
•
categoria B: acque intermedie a popolazione mista;
•
categoria C: acque popolate da ciprinidi.
Corso d’acqua
Tratto categoria “A”
Tratto categoria “B”
Tratto categoria “C”
Fiume Cesano
Dal Comune di Arcevia fino
alla confluenza con il torrente
Nevola
Dalla confluenza con il torrente
Nevola fino al ponte in ferro
strada per Monterado
A valle del ponte in ferro
strada per Monterado fino al
mare
Torrente
Nevola
Dall'origine fino alla confluenza
con il Cesano
Fiume Nevola
Dall'origine
in
località
C.Romani
(Ripalta)
nel
Comune di Arcevia fino alla
confluenza con il Misa
Fiume Misa
Dall'origine
in
località
"Acquasanta" in Comune di
Genga fino al ponte S. Antonio
in Serra dè Conti
Torrente
Renella e
S.Lorenzino
Tutto il corso dall'origine in
località
"S.Lorenzino"
in
Comune di Arcevia fino alla
confluenza con il fiume Nevola
in località C.Romani in Arcevia
Fiume Esino
Dal confine di Provincia nel
Comune di Cerreto d'Esi fino
alla confluenza con il torrente
Esinante in località Angeli
Torrente
Sentino
Tutto il tratto scorrente nella
Provincia di Ancona
Fiume Giano
Dall'origine in Comune di
Fabriano fino alla confluenza
con il fiume Esino in località
Borgo
Tufico
(Comune
Fabriano)
Torrente
Esinante
Dal confine di Provincia in
località Rotorscio (Comune di
Serra S.Quirico) fino alla
confluenza con il Fiume Esino
in località S.Maria (Comune di
Cupramontana)
Fosso
Avenella
Dall'origine
in
località
Precicchie
(Comune
di
Fabriano) fino confluenza con
fiume Esino in località S.Elena
nel Comune di Serra S.Quirico
Torrente
Marena
Dall'origine nel Comune di
Fabriano fino alla confluenza
con
torrente
Sentino
in
Comune di Sassoferrato
Acque interne e risorse idriche sotterranee
Tra il ponte S.Antonio in
Serra dè Conti e la foce
Dalla confluenza del torrente
Esinante in località Angeli fino
al ponte della S.P.n.21 per
Monsano
(ponte
della
Barchetta)
Dal ponte della S.P. n.21
per Monsano (ponte della
Barchetta) fino al mare
129 di 380
Corso d’acqua
Tratto categoria “A”
Torrente
Sanguirone
Tutto il corso dall'origine in
Comune di Sassoferrato fino
alla confluenza con il torrente
Sentino
in
Comune
di
Sassoferrato
Tratto categoria “B”
Fosso dei
Pratacci
Tutto il corso dal Comune di
Polverigi fino alla confluenza
con il fiume Esino in località
Piane (Comune di Camerata
Picena)
Fosso
Triponzio
Tutto il corso da località Case
Leopardi
in
Comune
di
Senigallia fino alla confluenza
con fiume Esino (Comune di
Chiaravalle)
Fosso
S.Sebastiano
Tratto categoria “C”
Da località Monte Varino in
Comune di Agugliano alla
foce del fiume Esino
Torrente
Cesola
Tutto il corso dall'origine in
località Spescia (Comune di
Cupramontana)
fino
alla
confluenza con fiume Esino in
Comune di Monteroberto
Fosso Rubiano
Tutto il corso dall'origine in
località
S.Silvestro
in
Comune di Senigallia fino
alla foce in Comune di
Montemarciano
Fiume Aspio
Tutto il corso dall'origine in
Comune di Offagna alla
confluenza
con
fiume
Musone in località Camilletti
in Comune di Numana
Fiume Musone
Tutto il tratto (sponda sinistra)
scorrente in Provincia di
Ancona in località Bachero in
Comune di Staffolo
Tratto scorrente in Provincia di
Ancona da località Bachero in
Comune di Staffolo fino alla
confluenza con il torrente
Fiumicello
Torrente
Fiumicello
Tutto il tratto situato in
Provincia di Ancona fino alla
confluenza con il Musone
Rio Troscione
Tutto il corso da località
Storaco
in
Comune
di
Filottrano alla confluenza con
fiume Musone in località
Padiglione in Comune di
Osimo
Acque interne e risorse idriche sotterranee
Dalla confluenza con il
torrente Fiumicello fino al
mare
130 di 380
Tabella 81 - Classificazione provvisoria delle acque interne prevista dalla Carta delle vocazioni ittiogeniche della
Provincia di Ancona126
Le indicazioni sui periodi di divieto per alcune famiglie o specie e l’estensione del periodo di fermo pesca
rappresenta un importante indicatore di risposta ed evidenzia come le strutture amministrative regolino le
pressioni sulle diverse specie, in particolare su quelle maggiormente a rischio.
Le acque di categoria A e B sono sottoposte a regime di pesca controllata con limitazioni di capi catturabili e
attrezzi consentiti.
Nelle acque di categoria A è istituito il riposo biologico nei giorni di Lunedì e Venerdì per l’intera stagione
di pesca.
La pesca delle seguenti specie ittiche è consentita nei periodi appresso indicati:
- trote di tutte le varietà, a partire da un’ora prima della levata del sole dell’ultima domenica di febbraio ad
un’ora dopo il tramonto della prima domenica di Ottobre.
La pesca è invece vietata alle seguenti specie ittiche nei periodi indicati in tabella.
Famiglia o specie
Periodi di fermo pesca
Coregone
15 Dicembre – 15 Gennaio
Temolo
1° Marzo – 31 Marzo
Luccio
15 Febbraio – 15 marzo
Carpa, tinca
1° Giugno – 30 Giugno
Persico trota
1° Maggio – 15 Giugno
Persico reale
1° Marzo – 31 Maggio
Cheppia
15 Maggio – 15 Giugno
Tabella 82 - Periodi di fermo pesca (anno 2003 - 2004) per acque dolci; fonte: calendario Piscatorio Regionale
2003/2004
Nelle acque di categoria A è vietata ogni forma di pesca, di qualsiasi specie ittica, dopo la chiusura della
pesca alla trota.
La Provincia di Ancona con il proprio calendario pescatorio ha limitato ulteriormente l’attività di pesca, in
particolare ha stabilito, per gli effetti dell'art.10 della L.R. n.11/03, il divieto assoluto di pesca a tempo
indeterminato, nelle seguenti zone:
• Fiume Sentino – acque di categoria "A"- tratto compreso tra il confine della Provincia e la confluenza
con il Rio Freddo (escluso) in località Abbadia S. Emiliano,
• Fiume Sentino – acque di categoria "A"- tratto compreso a monte del Molino Malcotti di Sassoferrato
fino alle Cartiere del Sentino.
E’ divieto assoluto di pesca a tempo indeterminato nella seguente zona di ripopolamento a vocazione
riproduttiva ai sensi dell'art.9 della L.R. n.11/03:
• Fiume Esino – acque di categoria "A"- tratto compreso a monte della traversa di presa del canale ENEL
di Angeli di Rosora sino allo sbarramento della diga ENEL in località S.Elena.
126
La Carta delle vocazioni ittiogeniche è stata approvata con deliberazione di G.P. n. 35 del 27/10/2003
Acque interne e risorse idriche sotterranee
131 di 380
E’ divieto assoluto di pesca fino all'apertura della stagione piscatoria 2005, nella seguente zona di
ripopolamento a vocazione riproduttiva
• Fiume Esino – acque di categoria "A" – tratto compreso tra il ponte di Domo e il ponte di Varani nel
territorio del Comune di Serra S.Quirico.
5.3.3.
Consumi idrici
Una gestione oculata delle risorse idriche dovrebbe consentire la captazione di volumi d’acqua adeguati alle
caratteristiche dei corpi idrici al fine di tutelarne le condizioni di naturalità. Un prelievo eccessivo, infatti, ha
conseguenze negative su vari aspetti dell’ecosistema quali la capacità di autodepurazione127, la sussistenza di
condizioni ecologiche tali da consentire la sopravvivenza delle popolazioni animali e vegetali, la regolarità
del bilancio erosione/ sedimentazione.
Il VI° Programma Comunitario d’Azione ambientale all’art.7 stabilisce la necessità di perseguire un uso
sostenibile e un’elevata qualità delle risorse idriche.
La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile indica come prioritari gli obiettivi di :
•
riduzione dei consumi finali sia nel settore irriguo che nel settore civile e industriale incentivando
l’installazione di apparecchiature a basso consumo e agendo sui comportamenti individuali (della
famiglia o della impresa) anche con attività promozionali e informative;
•
riutilizzo di acque reflue.
I dati a disposizione per la Provincia di Ancona non consentono di giungere ad una valutazione definitiva del
livello della pressione esercitata, sui corsi d’acqua in esame, dalle numerose derivazioni idriche concesse.
Per avere un’idea, sebbene approssimativa, dell’impatto potenziale dei prelievi sui corsi idrici di nostro
interesse nella tabella seguente sono riportati i valori relativi ai volumi prelevabili sulla base delle
concessioni esistenti128 (aggiornati al 31/12/2003).
Corso
d’acqua
Industriale
Irriguo
Idroelettrico
Cesano
Esino
mc/anno
1.167.955
16.749.815
%
19,7
1,3
mc/anno
4.737.917
28.740.629
%
79,8
2,2
mc/anno
/
1.228.508.000
Misa
Musone
117.075
2.405.241
0,6
7,5
9.783.452
18.517.919
53,9
57,8
6.998.400
/
Altri usi129
Potabile
%
95,3
38,6
mc/anno
/
10.157.94
4
715.392
5.739.621
%
0,8
mc/anno
31.104
4.451.293
%
0,5
0,3
3,9
17,9
538.100
5.364.771
3,0
16,7
Tabella 83 - Attingimenti idrici per uso; fonte: Regione Marche
127
capacità di autodepurazione: capacità delle acque naturali di smaltire un carico inquinante organico ad esse imposto,
grazie all’opera dei microrganismi aerobi, i quali demoliscono le sostanze organiche con formazione di prodotti finali
relativamente innocui. Tuttavia i batteri aerobi, durante tale attività, consumano ossigeno; pertanto, se il carico
inquinante è eccessivo, ne può derivare un eccessivo e pericoloso impoverimento del tenore dell’ossigeno disciolto nel
corso d’acqua (fiume, lago, mare) sul quale il detto carico inquinante è imposto.
128
I volumi idrici concessi agli utenti sono stati elaborati da dati regionali e suddivisi tra (1) volumi per uso industriale,
(2) volumi per uso irriguo, (3) volumi per uso idroelettrico, (4) volumi per uso potabile, (5) altri usi, in particolare
antincendio, igienico- sanitari e lavaggio piazzali ed automezzi.
Per la valutazione delle pressioni sul Sistema Acqua mancano dati recenti di portata idrica (dati disponibili risalgono
agli anni ’70) quindi non è possibile rapportare i volumi prelevabili con il deflusso medio annuo.
129
Si riferisce principalmente agli usi antincendio, igienico-sanitario e lavaggio piazzali ed automezzi.
Acque interne e risorse idriche sotterranee
132 di 380
VOLUMI IDRICI PRELEVABILI FIUME ESINO
PER USO
1%
0%
2%
1%
Industriale
Irriguo
Idroelettrico
Potabile
Altri usi
96%
Tabella 84 - Ripartizione per uso del volume idrico prelevabile fiume Esino (anno 2003)
I fiumi Cesano e Musone sono utilizzati principalmente per l’irrigazione. Anche il fiume Misa viene
utilizzato principalmente a scopo irriguo ma una gran parte delle sue acque sono anche a scopo idroelettrico.
Per il fiume Esino l’uso idroelettrico è prevalente tuttavia l’uso agricolo, come per gli altri fiumi considerati,
è quello che maggiormente incide sul totale delle acque emunte poiché non vi è una immediata e diretta
restituzione al corpo idrico. L’uso a scopo idroelettrico infatti prevede il prelievo di ingenti quantitativi di
acqua che vengono però restituiti al corpo idrico poco più a valle e quindi l’incidenza del sistema è
concentrata in un tratto fluviale sostanzialmente corto. Al contrario gli attingimenti a scopo agricolo, anche
se di modesta entità, non comportano una restituzione al corpo idrico e sono caratterizzati da una maggiore
dispersione. In tutti i corsi d’acqua considerati il maggior numero di attingimenti (tabella 16) è quello a
scopo irriguo, con una diffusione irregolare lungo l’asta fluviale, inoltre tali attingimenti sono concentrati in
un periodo (maggio-ottobre) in cui le portate medie mensili dei fiumi risultano basse e caratterizzate da un
valore di minimo assoluto (Luglio-Agosto). E’ evidente quindi come tali attingimenti siano quelli che
incidono più pesantemente sulle risorse idriche.
NUMERO DI ATTINGIMENTI IDRICI PER USO
Corso
d’acqua
Industriale
Irriguo
Idroelettrico
Potabile
Altri usi130
Totale
Cesano
5
25
/
/
1
31
Esino
41
92
10
12
33
188
Misa
5
25
1
2
9
42
Musone
14
75
/
8
8
105
Tabella 85 - Numero di attingimenti idrici per uso; fonte: Regione Marche
FIUME ESINO
Anno
1) Industriale, civile ed altro
2) Irriguo
3) Idroelettrico
Totale
Anno
mc/anno
%
mc/anno
%
mc/anno
%
mc/anno
2000
60.731.673
5,0
3.722.756
0,3
1.151.064.000
94,7
1.215.518.429
130
Altri usi si riferisce principalmente agli usi antincendio, igienico-sanitario e lavaggio piazzali ed automezzi
Acque interne e risorse idriche sotterranee
133 di 380
FIUME ESINO
2003
31.359.052
Variazi
one
20002003
2,4
28.740.629
-48,4
2,2
1.228.508.000
95,3
672,0
1.288.607.681
6,7
Tabella 86 - Volumi massimi prelevabili per uso - Fiume Esino
Rispetto all’anno 2000 sono aumentati significativamente i volumi idrici prelevabili a scopo irriguo,
passando dallo 0,3% al 2,2% dei volumi prelevabili totali, sono diminuiti i volumi a scopo industriale, civile
o altro e sono rimasti quasi costanti i volumi a scopo idroelettrico.
In generale c’è comunque un leggero aumento del volume prelevabile totale.
Tenendo presente, come dato indicativo di riferimento, un deflusso medio annuo di 709.701.879131 mc il
volume massimo prelevabile nel 2000 rappresenta il 171,3%132 del deflusso medio annuo mentre quello del
2003 il 181,6%. Questi dati possono rappresentare un indicatore significativo dell’impatto sul corso d’acqua
provocato dalla sottrazione delle portate: impatto in questo caso elevato ed in leggero aumento negli ultimi
anni.
Il tipo di approvvigionamento idrico per la produzione di acqua potabile nella zona di nostro interesse è
sostenuto in prevalenza da acque sotterranee, solo un ristretto numero di comuni è servito dall’invaso di
Castreccioni (formato da una diga costruita sul fiume Musone nel comune di Cingoli) sito in Provincia di
Macerata.
Una gestione “sostenibile” delle risorse idriche deve essere alla base di qualsiasi forma di pianificazione e
come tale auspica una riduzione dei consumi di acqua potabile, attraverso l’adozione di nuovi sistemi
tariffari e tecnologie in grado di ridurre gli sprechi.
La tabella seguente mostra i valori di dotazione idrica procapite per tutti i comuni della Provincia,
relativamente all’anno 2003.
COMUNE
AGUGLIANO
ANCONA
ARCEVIA
BARBARA
BELVEDERE OSTRENSE
CAMERANO
CAMERATA PICENA
VOLUME PRELEVATO
e
ACQUISTATO133
(mc)
108.763
30.624
749.000
393.509
VOLUME
EROGATO
(mc)
ABITANTI
RESIDENTI
istat 2001
301.533
10.564.907
354.360
97.047
155.918
586.927
157.826
4.163
100.507
5.300
1.455
2.179
6.523
1.700
DOTAZIONE
IDRICA
PROCAPITE
(calcolata sul
volume erogato)
(l/ab/gg)
198
288
183
183
196
247
254
131
1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente, anno 2000
I volumi prelevabili a scopo idroelettrico, sommati, superano spesso il 100% del deflusso medio annuo perché
l’utilizzo avviene a bordo fiume e la restituzione al corpo idrico immediatamente a valle.
Occorre tenere presente che si parla di volumi massimi prelevabili e non di volumi effettivi (condizione di massimo
sfruttamento della risorsa idrica)
133
I dati sui volumi di acqua prelevati e acquistati sono incompleti.
132
Acque interne e risorse idriche sotterranee
134 di 380
COMUNE
CASTELBELLINO
CASTELCOLONNA
CASTELLEONE DI SUASA
CASTELPLANIO
CERRETO D'ESI
CHIARAVALLE
CORINALDO
CUPRAMONTANA
ESANATOGLIA
FABRIANO
FALCONARA MARITTIMA
GENGA
JESI
MAIOLATI SPONTINI
MATELICA
MERGO
MONSANO
MONTE ROBERTO
MONTE SAN VITO
MONTECAROTTO
MONTEMARCIANO
MONTERADO
MORRO D'ALBA
OFFAGNA
OSTRA
OSTRA VETERE
POGGIO SAN MARCELLO
POLVERIGI
RIPE
ROSORA
SAN MARCELLO
SAN PAOLO DI JESI
SANTA MARIA NUOVA
SASSOFERRATO
SENIGALLIA
SERRA DE' CONTI
SERRA SAN QUIRICO
STAFFOLO
TOTALE
VOLUME PRELEVATO
e
ACQUISTATO133
(mc)
20.000
233.000
115.000
24.500
3.824.000
1.484.596
120.000
10.000
37.517
57.000
143.128
95.000
10.000
682.500
70.000
36.615.662
44.823.799
VOLUME
EROGATO
(mc)
ABITANTI
RESIDENTI
istat 2001
252.487
70.724
99.571
219.268
209.544
927.196
390.271
309.977
148.498
2.096.050
2.464.337
138.298
3.128.745
378.414
772.182
59.096
220.657
171.790
333.606
160.660
707.460
107.474
127.965
96.321
361.707
227.465
55.765
332.290
234.066
112.210
164.515
68.207
259.431
464.144
3.930.163
226.164
165.419
163.829
32.738.312
3.618
961
1.689
3.223
3.308
14.040
5.170
4.736
2.099
30.019
28.349
1.981
39.224
5.733
10.155
970
2.760
2.446
5.530
2.176
9.173
1.569
1.776
1.692
6.028
3.536
737
3.015
3.575
1.748
1.931
841
3.914
7.419
41.550
3.464
3.016
2.217
389.432
DOTAZIONE
IDRICA
PROCAPITE
(calcolata sul
volume erogato)
(l/ab/gg)
191
202
162
186
174
181
207
179
194
191
238
191
219
181
208
167
219
192
165
202
211
188
197
156
164
176
207
302
174
176
233
222
182
171
259
179
150
202
230
Tabella 87 - Consumi di acqua potabile per comune (anno 2003); fonte: ATO 2 Marche
Secondo il Piano nazionale della Sostenibilità la dotazione idrica procapite accettabile (calcolata sul volume
erogato) è di 250 l/gg con il 15% di perdite di rete (quindi circa 300 litri di acqua prodotta giornalmente per
singolo abitante). La situazione dei consumi idrici della Provincia di Ancona (230 l/ab/gg) appare in generale
in linea con la direttiva suddetta e nella media dei consumi idrici dei capoluoghi italiani (200-350 l/ab/gg134).
La tabella seguente riporta la lunghezza della rete idrica e le perdite di rete per comune135.
134
135
SINANET – Annuario dei dati ambientali
Le perdite di rete sono calcolate come differenza tra acqua prodotta ed erogata procapite.
Acque interne e risorse idriche sotterranee
135 di 380
Ambito
ATO 2 MARCHE
NORD
Nucleo Operativo
Territoriale / Locale
NOT VALLEMISA
NOT VALLESINA
NOT FABRIANO
NOT FABRIANO
(NOL Matelica)
NOT FABRIANO
(NOL Sassoferrato)
TOTALE
MEDIA
NOT ANCONA
NOT JESI
NOT SENIGALLIA
TOTALE
MEDIA
TOTALE E MEDIA
ATO 2 MARCHE NORD
ALTRI COMUNI
DELLA
PROVINCIA DI
S.I.Marche
Acquambiente ASTEA
Acquambiente ASTEA
Acque interne e risorse idriche sotterranee
Comune
Arcevia
Barbara
Castellone di
Suasa
Corinaldo
Ostra Vetere
Ostra
Serra de' Conti
Castelbellino
Castelplanio
Cupramontana
Maiolati Spontini
Mergo
Montecarotto
Monteroberto
Poggio S.
Marcello
Rosora
San Paolo di Jesi
Serra San Quirico
Staffolo
Fabriano
Cerreto d'Esi
Matelica (MC)
Esanatoglia (MC)
Genga
Sassoferrato
25 comuni
Agugliano
Ancona
Camerano
Offagna
Polverigi
Belvedere
Ostrense
Camerata Picena
Chiaravalle
Jesi
Monte San Vito
Morro d'Alba
Monsano
San Marcello
Santa Maria
Nuova
Castelcolonna
Falconara
Montemarciano
Monterado
Ripe
Senigallia
20 comuni
45 comuni
Castelfidardo
Filotrano
Numana
Km rete idrica
al 31.12.03
270,5
42,1
38,2
Perdite di rete
(%)
non noto
non noto
non noto
169,3
94,5
119,3
76,3
30,3
61,6
101,4
87,4
29,9
66,8
43,2
33,1
non noto
non noto
non noto
non noto
non noto
non noto
non noto
non noto
non noto
non noto
non noto
non noto
34,7
30,1
119,2
74,3
650,0
36,9
126,4
40,3
118,5
243,0
2.737,3
63,5
526,6
71,2
21,4
53,0
60,4
non noto
non noto
non noto
non noto
non noto
41,1
29,8
74,2
401,2
80,7
40,3
56,4
57,2
50,9
20
36
31
16
1
40
48
0
39,3
120,9
100,1
43,9
65,0
399,8
2.355,8
5.093,1
35
33
36
35
35
22
24,8
29,6
159
non noto
non noto
non noto
non noto
non noto
non noto
34,4
14
22
11
9
21
31
136 di 380
ANCONA
(ATO 3)
Acquambiente ASTEA
Acquambiente ASTEA
Acquambiente ASTEA
Sirolo
Osimo
Loreto
non noto
non noto
non noto
non noto
non noto
non noto
Tabella 88 - Lunghezza delle reti idriche e relative perdite di rete; fonte: Multiservizi S.p.A
Il dato riguardante la percentuale di perdite di rete evidenzia che la rete di distribuzione presenta alcune
criticità. Come è mostrato nella tabella per i comuni dell’ATO 2 il valore medio di perdite di rete (29,6%) è
nettamente superiore al limite indicato dal Piano Nazionale della sostenibilità e superiore al valore medio per
tutti i comuni della Provincia relativo al 1999 (24,3%)136.
5.3.4.
Impianti di depurazione
Nella regione Marche si evidenzia una frammentazione delle infrastrutture fognarie con una presenza di 324
impianti per servire 995.210 dei 1.447.600 residenti. Questo indica che 31% della popolazione non risulta
ancora servita da un impianto di depurazione137.
La Provincia di Ancona ricade nell’Ambito Territoriale Ottimale per la gestione delle risorse idriche
denominato ATO2 individuato mediante la Legge Regionale n.18/98 in attuazione della Legge 36/94.
Nella tabella seguente sono riportati i dati essenziali relativamente a tutti gli impianti di depurazione presenti
in Provincia.
Per quanto riguarda l’assetto tecnologico degli impianti solo 6 hanno capacità nominale maggiore di 15.000
A.E. di cui due con potenzialità di 100.000 A.E.
I centri situati sulla costa e quelli principali della fascia collinare (Jesi) sono serviti da impianti consortili di
grossa potenzialità, mentre il servizio di depurazione nella zona collinare e montana è ancora caratterizzato
da piccoli impianti dispersi sul territorio.
I comuni di Arcevia, Belvedere Ostrense, Castelplanio, Filottrano, Mergo, Monsano, Offagna, Ostra,
Polverigi, Serra San Quirico e Staffolo sono ancora privi di impianto. I comuni di Camerata Picena e
Chiaravalle sono allacciati al depuratore di Falconara mentre il comune di Genga possiede due piccoli
depuratori che gestisce autonomamente.
Il trattamento dei reflui convogliati agli impianti di depurazione è tale da garantire un processo di rimozione
dell’azoto non solo negli impianti di maggiori dimensioni quali quelli di Ancona, Camerino, Falconara, Jesi,
Senigallia, ma anche in impianti di piccole dimensioni come quelli di san Marcello, Agugliano e Santa Maria
Nuova. Tutti gli impianti effettuano il trattamento di disinfezione dell’effluente. I fanghi prodotti dal
trattamento delle acque reflue sono sottoposti a processi di digestione anaerobica138 negli impianti di Ancona,
Falconara, Jesi, Senigallia e di digestione aerobica139 in tutti gli altri impianti.
COMUNE
ABITANTI
RESIDENTI
IMPIANTO
A.E.
PROGETTO
(capacità
nominale
A.E. SERVITI
numero - %
ABITANTI
SERVITI/
RESIDENTI
(%)
CARICO
INQUINANTE
kg
COD/giorno
CORPO
RECETTORE
FINALE
SCARICO
136
Dato riportato nel Rapporto sullo Stato dell’Ambiente del 2001
Piano regionale di tutela delle acque
138
Processo di decomposizione in assenza di ossigeno
139
Processo di decomposizione in presenza di ossigeno
137
Acque interne e risorse idriche sotterranee
137 di 380
COMUNE
ABITANTI
RESIDENTI
IMPIANTO
A.E.
PROGETTO
(capacità
nominale
ABITANTI
SERVITI/
RESIDENTI
(%)
CARICO
INQUINANTE
kg
COD/giorno
CORPO
RECETTORE
FINALE
SCARICO
Jesi
39.213
Dep. Jesi
60.000
37.000
62
94
5.406
Fiume Esino
Ancona
100.402
Dep. Ancona
- Zipa
100.000
73.500
74
73
7.826
Fosso
Conocchio
San Marcello
1.929
Dep. San
Marcello-lato
Montelatiere
700
780
111
40
64
Torrente
Granita
Fabriano
30.028
Dep. di
Fabriano
Dep.
Vallechiara
Dep. di
Camerano
Dep.
Aguglianolato Vallone
35.000
8800
25
29
1056
85.000
55.000
65
1256
8.825
Torrente
Giano
Fosso Rigatta
Falconara
28.154
Camerano
6.507
32.000
21.000
66
323
3.650
Fiume Aspio
Agugliano
4.162
1.500
1.609
107
39
82
Fosso Vallone
Santa Maria
Nuova
3.912
Dep. Santa
Maria Nuova
2.500
2.200
88
56
273
Fosso della
Scarpara
Monte San
Vito
Senigallia
5.530
Dep. S.
Antonio
Dep.
Senigallia
Dep. Santa
Lucia
Dep. Morro
D’Alba
150
42
28
1
5
Fosso Vallone
100.000
38.000
38
92
4.132
Fiume Misa
75
100
133
2
13
2.500
700
28
40
44
Fosso santa
Lucia
Fosso della
Rapa
41.331
A.E. SERVITI
numero - %
140
Monte San
Vito
Morro d’Alba
5.530
Cerreto D’Esi
3.310
Monterustico
3.500
2.600
74
79
333
Fiume Esino
Cerreto D’Esi
3.310
500
300
60
9
39
Cassiano
9.175
400
400
100
4
36
Poggio San
Marcello
737
Pian del
Morro
Dep. di
Cassiano
Via Coste
del Mulino
800
460
58
62
55,2
Fosso
Fogliano
Fosso della
Liscia
Fosso
Fontanelle
Maiolati
Spontini
San Paolo di
Jesi
5.734
500
200
40
3
24
600
288
48
34
34,5
Castelbellino
3.618
Via
Massarella
Via
Madonna
della
Misericordia
Via stazione
11.000
1451
13
40
174,1
Fiume Esino
Montecarotto
2.178
Via Fossato
900
531
59
24
63,7
Fosso
Fossato
Monte
Roberto
Rosora
2.446
Via Garibaldi
Dismesso
1.745
500
449
90
26
53,9
Maiolati
Spontini
Cupramonta
na
Monterado
5.734
4000
5366
134
94
643,9
Fosso della
Taverna
Fiume Esino
4.736
Via San
Giovanni
Moie – Via
Fiume
Via Uncini
150
201
134
4
24,2
1.564
Ponte Rio
800
480
60
31
57,6
Corinaldo
5.170
Via
Qualandro
1700
4845
285
94
581,4
1.763
840
Dismesso
Fosso della
Massarella
Fosso della
Fonte
Dismesso
Pubblica
fognatura
Fosso Rio
Grande
Fosso della
Valle
140
La percentuale è calcolata sugli abitanti residenti nei tre comuni serviti dal depuratore: Falconara, Camerata Picena e
Chiaravalle
Acque interne e risorse idriche sotterranee
138 di 380
COMUNE
ABITANTI
RESIDENTI
IMPIANTO
A.E.
PROGETTO
(capacità
nominale
ABITANTI
SERVITI/
RESIDENTI
(%)
CARICO
INQUINANTE
kg
COD/giorno
CORPO
RECETTORE
FINALE
SCARICO
Ripe
3.357
Via Matteotti
4500
1867
41
56
224
Fiume Nevola
Serra de’
Conti
Barbara
3.456
Via Chiocco
4000
2670
67
77
320,4
Fiume Misa
1.455
Contrada
San Bartolo
800
496
62
34
59,5
Loc. Madona
del Vallato
2000
638
32
38
76,6
Fosso di
campagna
affluente del
Fosso della
Rota
Fiume Cesano
Castellone di
Suasa
1.689
Ostra Vetere
3.535
2540
1275
50
36
153
Fosso Vallone
961
Via san
Giovanni
Loc. Croce
Castel
Colonna
Castel
Colonna
Sassoferrato
500
441
88
46
52,9
Fosso Tomba
961
Capoluogo
400
254
64
26
30,5
7.411
Loc. Fornaci
3800
1898
50
26
227,8
Fosso San
Bastiano
Fiume Sentino
Sassoferrato
7.411
250
103
41
1
12,3
Castelfidardo
16.894
Via
Crocifisso
Acquaviva
62.000
30.000
48
577
Loreto
11.261
82.500
26.500
32
Loreto/Porto
Recanati
A.E. SERVITI
numero - %
141
235
2.617
2.650
Fiume
Sanguirone
Fiume
Musone
Fiume
Potenza
Tabella 89 - Impianti di depurazione in Provincia di Ancona (anno 2003); fonte: Multiservizi S.p.A
L’analisi della tabella evidenzia che per la maggior parte degli impianti non è sfruttata interamente la
potenzialità con un minimo di abitanti serviti per Castelbellino (13% corrispondente a 1451 A.E. serviti degli
11.000 A.E. di progetto) e Fabriano (25% corrispondente a 8.800 A.E. serviti dei 35.000 A.E. di progetto).
Gli impianti di Corinaldo, Maiolati, Cupra Montana, Monte San Vito, San Marcello e Agugliano sono invece
sottodimensionati.
La tabella riporta anche il confronto tra gli abitanti serviti da depuratore e i residenti per ogni comune. In
generale i dati evidenziano che per quasi tutti i comuni il numero di A.E. serviti da depurazione è
decisamente minore rispetto al numero di abitanti residenti. Per i comuni di Falconara, Camerino e Loreto
invece il numero degli A.E. trattati dai depuratori è significativamente superiore al numero degli abitanti
residenti; questo è dovuto principalmente alle presenze turistiche nei centri balneari della costa.
In particolare la media percentuale provinciale degli abitanti serviti da depurazione è del 64% cioè
leggermente inferiore alla media regionale (68%)142 ma leggermente superiore a quella nazionale (63%).
Sul fronte legislativo è da segnalare che l’entrata in vigore del D. Lgs. 152/99 ha comportato il recepimento
del programma di completamento dei sistemi di collettamento e di depurazione dei reflui per gli agglomerati
con popolazione superiore a 2.000 abitanti imposto dalla Direttiva 91/271/CEE. Tale Direrttiva prevede il
31/12/2005 come data ultima per il completamento degli interventi, in questo caso da effettuare per i comuni
di Arcevia, Belvedere Ostrense, Castelplanio, Filottrano, Monsano, Ostra, Polverigi, Serra San Quirico e
Staffolo che hanno più di 2.000 abitanti residenti.
141
La percentuale è calcolata sugli abitanti residenti nei comuni serviti dal depuratore: Castelfidardo, Osimo, Stirolo,
Numana.
142
1° Rapporto sullo Stato dell’Ambiente, anno 2000
Acque interne e risorse idriche sotterranee
139 di 380
Nel Piano Regionale di Tutela delle acque è riportato il Programma degli interventi di collettamento e
depurazione in relazione alle fonti di finanziamento attivate con: fondi FIO, PTTA 94/96, L. 135/97 (Piano
straordinario), L.R. 46/92 (5° e 6° annualità).
L’analisi della priorità degli interventi parte dalle carte di monitoraggio della classe di qualità dei corpi idrici
elaborate dall’ARPAM. Attraverso queste vengono definite le cosiddette emergenze vale a dire le zone
classificate di classe 4 e 5, rispettivamente “ambiente molto inquinato” e “fortemente inquinato”. Il
risanamento di tali aree ad elevata criticità rappresenta l’obiettivo primario degli interventi depurativi da
realizzare ai sensi del D.Lgs. n. 152/99, art.5, comma 3.
Alcuni degli interventi prioritari sono in corso di realizzazione da parecchi anni, altri solo finanziati ed altri
ancora in attesa di trovare copertura finanziaria.
Nella tabella seguente vengono riportati alcuni degli interventi prioritari ancora in corso di realizzazione.
COMUNE
INTERVENTI PRIORITARI
STATO DEI LAVORI
Bacino del Cesano
Mondolfo
Potenziamento depuratore di Marotta
Senigallia
Potenziamento depuratore e condotte fognarie Marzocca - Senigallia
Collaudati
Ostra
Impianto di fitodepurazione
Progetto Preliminare
Arcevia
Completamento fognature e collettamento al depuratore Serra dei Conti
Ripe
Costruzione collettori versante ovest
Serra dei Conti
Ampliamento collettori fognari
Corinaldo
Impianto di depurazione
Bacino del Misa
Progetto Preliminare
Bacino dell’Esino
Ancona
Collettamento dai fossi al depuratore Vallechiara
Progetto Preliminare
Jesi
Potenziamento del depuratore e ampliamento collettamenti fognari per
Jesi, Monsano
Appaltati
Jesi
Impianto di fitodepurazione
Appaltati
Fabriano
Aumento collettamenti fognari
Progetto Esecutivo
Falconara
Potenziamento depuratore Vallechiara
Bando di Gara
Castelbellino
Potenziamento depuratore di Stazione per servire 12 comuni
(Castelbellino, Castelplanio, Cupramontana, Maiolati Spuntini, Mergo,
Montecarotto, Monte Roberto, Poggio San Marcello, osora, San Paolo di
Jesi, Serra san Quirico, Staffolo).
Lavori iniziati
Belvedere
Ostrense
Impianto di depurazione e completamento fognatura
Progetto esecutivo
Tra Esino e Musone
Ancona
Potenziamento depuratore Zipa
Collettamento al depuratore delle frazioni non trattate
In corso
Progetto Preliminare
Bacino del Musone
Camerano
Potenziamento depuratore
Progetto esecutivo
Castelfidardo
Potenziamento depuratore
Impianto di fitodepurazione
Progetto di massima
Progetto di massima
Offagna
Collettamento reflui al depuratore di Camerano
Progetto Preliminare
Tabella 90 - Interventi prioritari di collettamento e depurazione per bacino idrografico
Acque interne e risorse idriche sotterranee
140 di 380
Il Piano di tutela privilegia gli impianti di depurazione consortili almeno in prossimità della fascia costiera e
lungo le valli, dove si ha una maggiore densità di popolazione, in quanto essa comporta una maggior
efficacia del processo depurativo ed un’economia di gestione rispetto ai piccoli impianti.
Il programma degli interventi di collettamento e depurazione prevede numerose opere di adduzione dei reflui
urbani agli impianti di medie e grandi dimensioni situati nelle valli e nella fascia costiera; adeguamento di
piccoli impianti o realizzazione di nuovi nelle zone collinari dove oggi è difficile prevedere sistemi
consortili.
Tenuto conto del regime torrentizio dei corsi d’acqua marchigiani e del loro attuale stato di qualità
ambientale si evidenzia una conseguente scarsa recettività ambientale. Per quanto detto è derivato l’art. 11
delle Norme tecniche di attuazione del Piano con il quale vengono stabilite le misure da adottare nei periodi
di magra, sono stati inoltre definiti negli articoli 11, 12, 13 range più restrittivi, per gli scarichi di acque
reflue urbane, di quelli stabiliti nel D.Lgs. 152/99.
Nella tabella seguente è riportato il numero degli scarichi autorizzati su corpo idrico superficiale diviso per
comune.
A
NUMERO
DI
SCARICHI
PER
TIPOLOGIA
6
B
1
A
17
6
B
4
4
C
2
2
B
1
1
C
1
1
A
1
B
1
1
B
1
1
A
14
5
B
1
1
A
5
3
2
A
2
1
1
B
1
1
Castelcolonna
B
4
4
Castelleone di
Suasa
Castelplanio
B
1
1
A
3
Cerreto D'Esi
A
6
3
B
2
1
C
2
2
A
1
1
COMUNE
Agugliano
Ancona
Arcevia
Barbara
Belvedere
Ostrense
Camerano
Camerata
Picena
Castelbellino
Chiaravalle
143
TIPOLOGIA
DI
SCARICO143
SCARICHI CON
PORTATA 0-50
mc/anno
SCARICHI
CON
PORTATA 501000 mc/anno
2
2
SCARICHI
CON
PORTATA
>1000
mc/anno
2
5
6
1
7
2
1
2
1
2
A: Acque reflue industriali; B: Acque reflue urbane; C: Acque reflue domestiche da nuclei isolati
Acque interne e risorse idriche sotterranee
141 di 380
COMUNE
Corinaldo
A
NUMERO
DI
SCARICHI
PER
TIPOLOGIA
2
TIPOLOGIA
DI
SCARICO143
SCARICHI CON
PORTATA 0-50
mc/anno
1
B
1
1
C
1
1
Cupramontana
A
1
Fabriano
A
41
15
B
8
7
2
2
Falconara
Marittima
A
19
6
B
2
1
Genga
A
2
2
Jesi
A
15
5
B
3
3
C
1
1
Maiolati Spontini
B
2
Mergo
A
3
3
Monsano
A
1
1
Monte san Vito
A
5
4
B
2
2
C
1
1
A
1
B
1
1
Montemarciano
B
4
4
Monterado
A
3
2
B
1
1
Monteroberto
B
1
1
Morro d'Alba
B
1
1
Ostra
A
4
1
Ostra Vetere
A
3
2
B
1
1
B
1
1
A
3
2
C
1
1
A
1
Poggio San
Marcello
Polverigi
Ripe
9
17
1
4
9
2
8
1
1
1
1
1
3
1
1
1
B
1
1
Rosora
B
1
1
San Marcello
B
2
2
San Paolo di
Jesi
B
1
1
1
C
1
Santa Maria
Nuova
A
2
B
1
1
Sassoferrato
A
12
2
B
4
4
Acque interne e risorse idriche sotterranee
SCARICHI
CON
PORTATA
>1000
mc/anno
1
1
C
Montecarotto
SCARICHI
CON
PORTATA 501000 mc/anno
2
7
3
142 di 380
COMUNE
Senigallia
Serra De' Conti
Serra San
Quirico
Matelica
A
NUMERO
DI
SCARICHI
PER
TIPOLOGIA
10
B
2
A
2
B
1
1
A
8
3
2
3
A
14
n.d.
n.d.
n.d.
C
2
n.d.
n.d.
n.d.
TIPOLOGIA
DI
SCARICO143
SCARICHI CON
PORTATA 0-50
mc/anno
SCARICHI
CON
PORTATA 501000 mc/anno
6
3
SCARICHI
CON
PORTATA
>1000
mc/anno
1
1
1
2
Tabella 91 - Numero di scarichi autorizzati su corpo idrico superficiale per comune (anno 2003); fonte: ATO 2
Marche
Gli scarichi su corpo idrico superficiale di maggiore rilevanza sono quelli di acque reflue industriali, tra
questi quelli di maggiore entità (con portata > di 1000 mc/anno) sono concentrati nei comuni di Ancona (6),
Fabriano (17), Falconara (9), Jesi (8).
5.3.5.
Qualità delle acque sotterranee
Il territorio marchigiano è caratterizzato da una notevole complessità idrogeologica ed i principali acquiferi
sono collocati nella zona montana e nelle vallate, con acque che appartengono in massima parte alla famiglia
delle ”bicarbonato calciche”144.
La zona montana, in cui insistono i territori del comprensorio di Fabriano, fornisce acque provenienti da
sorgenti, di buona qualità chimica (bassa salinità e ricchezza di ioni minerali).
All’interno della zona suddetta è presente nel territorio comunale di Serra S.Quirico la sorgente di
Gorgovivo, che emerge dal calcare Massiccio ed è rappresentativa di uno degli acquiferi più importanti sia
per la qualità che per la quantità della Provincia di Ancona. Tale sorgente fornisce acqua di ottima qualità
chimica e batteriologica a una gran parte del territorio della provincia, quindi a città come Ancona e a vari
comuni della valle dell’Esino.
Nella zona collinare la maggior parte delle acque proviene da sorgenti, con valori di conducibilità elettrica
compresi fra 400 e 800 µS/cm a 20°C e durezza compresa fra 20 e 40 gradi F.
Le zone vallive forniscono acqua prelevata da pozzi scavati nel materasso alluvionale dei principali fiumi,
con acque di origine freatica che presentano valori di conducibilità elettrica compresi fra 800 e 1300 µS/cm.
Nell’area valliva esistono ancora numerosi pozzi di subalveo145 utilizzati ancora da alcuni acquedotti a scopo
idropotabile come integrazione delle acque di altri acquiferi; i pozzi del subalveo del fiume Esino sono
raramente usati ad integrazione dell’acqua proveniente da Gorgovivo .
Tramite una rete di 2.100 km Gorgovivo Multiservizi S.p.a rifornisce di acqua potabile gran parte dei comuni
della Provincia di Ancona. Dal 2004 i comuni della Provincia di Ancona hanno un unico gestore del servizio
idrico risultato dalla fusione tra Gorgovivo Multiservizi e Cisco Acque.
144
145
Acque ricche di ioni bicarbonato e calcio
Pozzi che raggiungono l’acqua che si trova al di sotto dell’alveo di un fiume
Acque interne e risorse idriche sotterranee
143 di 380
Una classificazione completa delle acque sotterranee della Provincia di Ancona ai sensi del D.Lgs. 152/99
non è ancora disponibile. L’ARPAM ha iniziato la fase conoscitiva di caratterizzazione delle acque
sotterranee con l’individuazione dei punti più significativi per la successiva fase di monitoraggio. La scelta
dei punti, fatta dai dipartimenti provinciali dell’ARPAM in maniera univoca per ogni Provincia e sottoposta
alla Regione per la formalizzazione, è avvenuta privilegiando i pozzi e le sorgenti di cui si hanno maggiori
informazioni e in cui sia possibile, nella fase di monitoraggio a regime, il reperimento dei dati necessari per
la corretta caratterizzazione chimica, geochimica e idrogeologica del punto stesso e della situazione al
contorno. Nello specifico si sono seguiti due criteri differenti a seconda che si tratti di pianura alluvionale o
formazioni del carbonatico. Nella pianura alluvionale sono stati privilegiati i punti d’acqua più vicini alle
linee di flusso idrico; per quanto riguarda le formazioni del carbonatico sono stati individuati i punti più
rappresentativi di ogni formazione idrogeologica. Tali punti sono stati monitorati a partire dal secondo
semestre dell’anno 2003 con la determinazione dell’indice SCAS (Stato Chimico delle Acque Sotterranee),
nei Dipartimenti di Ancona, Pesaro e Macerata e solo per Ascoli Piceno completamente a partire dall’anno
2004.
Le misure quantitative devono essere organizzate dalla Regione, e fino all’anno 2003 l’altezza piezometrica
è stata rilevata solo con causalità su alcuni pozzi significativi per l’uso potabile che ne viene fatto e che
rientra nelle competenze sanitarie.
La Regione Marche non ha ancora iniziato il monitoraggio quantitativo necessario per l’analisi dello Stato di
Qualità Ambientale delle acque sotterranee.
Le classi chimiche dei corpi idrici sotterranei (indice SCAS) sono definite secondo il seguente schema:
DEFINIZIONE DELLO STATO CHIMICO PER I CORPI IDRICI SOTTERRANEI
CLASSE 1
Impatto antropico nullo o trascurabile con pregiate caratteristiche idrochimiche.
CLASSE 2
Impatto antropico ridotto e sostenibile sul lungo periodo e con buone caratteristiche
idrochimiche.
CLASSE 3
Impatto antropico significativo e con caratteristiche idrochimiche generalmente buone, ma con
alcuni segnali di compromissione.
CLASSE 4
Impatto antropico rilevante con caratteristiche idrochimiche scadenti.
CLASSE 0
Impatto antropico nullo o trascurabile ma con particolari facies idrochimiche naturali in
concentrazioni al di sopra del valore della classe 3.
Tabella 92 - Definizione dello Stato Chimico per i corpi idrici sotterranei
Ai fini della classificazione chimica viene utilizzato il valore medio, rilevato per ogni parametro di base, o
addizionale nel periodo di riferimento. Le classi qualitative vanno da 1 a 4 secondo un gradiente di impatto
crescente secondo lo schema sopra riportato. La classificazione è determinata dal valore di concentrazione
peggiore riscontrato nelle analisi dei diversi parametri di base o dalla rilevazione di sostanze inquinanti
pericolose in concentrazioni superiori a quelle di tabella 21 All.1 del D.Lgs. 152/99.
Nella tabella seguente vengono riportati i primi indici SCAS rilevati in fase conoscitiva secondo le modalità
riportate nel D.Lgs. 152/99 e relativi all’anno 2003.
Acque interne e risorse idriche sotterranee
144 di 380
Numerazione
di
riferimento
Denominazione
Codice
SCAS
Parametri
Base146
1
via Buffolareccia
110-042-07238
0
cloruri
Loreto
2
via Molino Marazzana, 5/A
110-042-12436
0
cloruri
Senigallia
3
sorgente n.1
Monte Lago
Strega
110-042-06014
1
Sassoferrato
4
sorgente
Piagiasecca
Montecucco
n.1
110-042-06036
1
Sassoferrato
5
sorgente Pantana alta
110-042-06046
1
Sassoferrato
6
sorgente Vallina
110-042-06101
1
Fabriano
7
sorgente Valleremita paese
110-042-06102
1
Fabriano
8
sorgente
Camporege
110-042-06103
1
Fabriano
9
sorgente Grotte
110-042-06115
1
Fabriano
10
sorgente Cancelli La Teia
110-042-06119
1
Fabriano
11
sorgente Monte Nero (CISPEL)
Belvedere
110-042-06123
1
Fabriano
12
pozzo S.Emiliano
110-042-07109
1
Fabriano
13
via Bennani, 25
110-042-12425
3
nitrati,
conducibilità
Fabriano
14
via S. Ubaldo, 53
110-042-12185
3
nitrati,
conducibilità,
cloruri
Monsano
15
pozzo n.11-Coppo-Sirolo
110-042-07009
3
nitrati,
conducibilità,
cloruri, solfati
Sirolo
16
pozzo Valentino n.1-P4
110-042-07012
3
nitrati,
conducibilità,
cloruri, solfati
Osimo
17
pozzo n.1-S.Isidoro - acquedotto
urbano
110-042-07128
3
nitrati,
conducibilità,
cloruri, solfati
Castelleono
Suasa
18
pozzo n.1-Casine
110-042-07135
3
nitrati,
conducibilità,
cloruri, solfati
Ostra
19
pozzo n.1-Pongelli
110-042-07141
3
nitrati,
conducibilità,
cloruri, solfati
Ostra Vetere
20
pozzo n.1-Angeli di Rosora
110-042-07175
3
nitrati,
conducibilità,
cloruri, solfati
Rosora
21
pozzo
Loreto
110-042-07179
3
nitrati,
conducibilità,
cloruri, solfati
Castelplanio
146
n.1
monte
2
-
Valleremita
Centrale-Borgo
di
Comune
di
appartenenza
di
Sono i parametri che determinano il valore dell’indice SCAS
Acque interne e risorse idriche sotterranee
145 di 380
Numerazione
di
riferimento
Parametri
Base146
di
Comune
di
appartenenza
Denominazione
Codice
SCAS
22
via Edison,11
110-042-07223
3
nitrati,
conducibilità,
cloruri, solfati
Ancona
23
pozzo n.3-Piandelmedico,24
110-042-07226
3
nitrati,
conducibilità,
cloruri, solfati
Castel Colonna
/Jesi
24
via Montalboddo, 19
110-042-07236
3
nitrati,
conducibilità,
cloruri, solfati
Corinaldo
25
strada Pontelungo, 94/c
110-042-12051
3
nitrati,
conducibilità,
cloruri, solfati
Ancona
26
pozzo fine stadio-Capoluogo-via
Morea
110-042-07169
3
nitrati,
conducibilità,
solfati
Cerreto d'Esi
27
pozzo n.7-Betelico B
110-042-07004
4
nitrati
Ancona
28
pozzo Agis-P18-Campocavallovia Cagiata
110-042-07017
4
nitrati
Osimo
29
pozzo
Padiglione
n.10Padiglione-via Molino Guarnieri
110-042-07026
4
nitrati
Osimo
30
pozzo n.1-via Molino
110-042-07124
4
nitrati
Ostra Vetere
31
pozzo centrale n.1(A)-Via del
Bosco
110-042-07126
4
nitrati
Monte san Vito
32
pozzo n.1-Osteria
110-042-07149
4
nitrati
Serra de'Conti
33
Pozzo n.1
110-042-07221
4
nitrati
Castelfidardo
34
pozzo n.4 - Madonna del Piano
110-042-07234
4
nitrati
Corinaldo
35
via Pian d'Appresso
110-042-07235
4
nitrati
Ostra Vetere
36
via S. Bernardo,72
110-042-12039
4
nitrati
Chiaravalle
37
via Gaggiola, 8
110-042-12044
4
nitrati
Falconara
Marittima
38
via Ronco, 9
110-042-12047
4
nitrati
Monte Roberto
39
via Copetella,25
110-042-12082
4
nitrati
Jesi
40
via ss 76 Val D'Esino,35
110-042-12193
4
nitrati
Montemarciano
41
via Spina, 3
110-042-12409
4
nitrati
Montemarciano
42
Vivaio Freddi
110-042-12411
4
nitrati
Castel Colonna
/ Senigallia
43
Stradone Misa,60
110-042-12431
4
nitrati
Senigallia
44
via del Musone, 24
110-042-12449
4
nitrati
Numana
45
via Lauretana, 17
110-042-12451
4
nitrati
Numana
46
via Francescona,60
110-042-12475
4
nitrati
Santa
Nuova
47
sorgente n.19 Colleponi
110-042-06002
0-3
conducibilità
Genga
48
sorgente Ridolfi
110-042-06023
0-3
conducibilità
Sassoferrato
49
sorgente Coldellanoce
110-042-06038
0-3
conducibilità
Sassoferrato
Acque interne e risorse idriche sotterranee
Maria
146 di 380
Numerazione
di
riferimento
Denominazione
Codice
SCAS
Parametri
Base146
50
sorgente n.41 Costa
110-042-06055
0-3
conducibilità
Arcevia
51
sorgente Vecchia Avacelli
110-042-06076
0-3
conducibilità
Arcevia
52
sorgente Valtreara
110-042-06088
0-3
conducibilità
Sassoferrato
53
sorgente Vallemania 1
110-042-06096
0-3
conducibilità
Genga
54
sorgente Molino di Avenale
110-042-06099
0-3
conducibilità
Genga
55
sorgente Rocchetta alta
110-042-06112
0-3
conducibilità
Fabriano
56
sorgente San Giovanni
110-042-06140
0-3
conducibilità
Fabriano
57
sorgente
S.Romualdo
110-042-06143
0-3
conducibilità
Fabriano
58
sorgente Vallemontagnana
110-042-06147
0-3
conducibilità
Genga
59
sorgente Rocchetta
110-042-06172
0-3
conducibilità
Genga
60
sorgente Mogiano Pierosara
110-042-06179
0-3
conducibilità
Genga
61
sorgente Acquatina (CISPEL)
110-042-06227
0-3
conducibilità
Fabriano
62
pozzo Canderigo n.3-Monterosso
110-042-07112
0-3
conducibilità
Sassoferrato
63
sorgente n.30 San Fortunato
110-042-06178
0-3
conducibilità,
cloruri
Arcevia
Romita-Poggio
di
Comune
di
appartenenza
Tabella 93 - Indici SCAS per pozzi e sorgenti monitorati in Provincia di Ancona; fonte: ARPAM Marche
Acque interne e risorse idriche sotterranee
147 di 380
Figura 34 - Identificazione dei pozzi e delle sorgenti monitorati e relativi indici SCAS
Si nota una stretta correlazione fra la classe chimica e la condizione idrogeologica al contorno: tutti i pozzi e
le sorgenti di classe 1, che rappresentano la condizione migliore, sono ubicati in corrispondenza della Zona
montana mentre quelli di classe peggiore (3 e 4) si individuano nelle pianure alluvionali. Una delle ragioni di
questa correlazione sta nel fatto che nelle zone montane la circolazione idrica avviene per fessurazione e per
carsismo147 all’interno di grandi serbatoi idrici con alta permeabilità e con elevato ricircolo delle acque
mentre nelle pianure alluvionali la circolazione idrica avviene per porosità nei depositi alluvionali con
permeabilità medio bassa. Il gradiente spaziale dello stato chimico delle acque sotterranee che si evidenzia
passando dalle dorsali carbonatiche alle pianure alluvionali rispecchia, comunque, come per le acque
superficiali, il graduale deterioramento della naturalità dell’ecosistema.
Nella Provincia di Ancona uno dei fenomeni più gravi legati all’attività antropica che determina
l’inquinamento delle acque sotterranee è la presenza di nitrati. La loro presenza è legata a fenomeni di
inquinamento di tipo diffuso, come l’uso di fertilizzanti azotati e lo smaltimento di reflui zootecnici
eccedenti le esigenze agronomiche, la cattiva gestione dei fanghi e le dispersioni di reti fognarie, ma anche a
fonti puntuali di inquinamento quali gli scarichi di reflui urbani ed industriali privi di denitrificazione.
147
Carsismo: insieme dei processi di dissoluzione chimica e sue forme derivanti dovute alle acque meteoriche che,
dilavando litologie solubili (calcari, dolomie, gessi e depositi salini) creano particolari forme di erosione dando luogo a
morfologie carsiche superficiali (es. doline, campi carreggiati, uvala, polje etc.) e profonde (grotte, canali carsici etc.).
Acque interne e risorse idriche sotterranee
148 di 380
Le aree colpite da questo fenomeno sono soprattutto le pianure alluvionali poiché altamente vulnerabili e
poiché sono zone in cui esiste un’elevata concentrazione di insediamenti produttivi ed è intensa l’attività
agricola.
Per lo studio di questo problema sono stati utilizzati i dati ottenuti dal monitoraggio, effettuato ai sensi
dell’ex DPR 236/88 relativo alla qualità delle acque sotterranee, delle fonti d’approvvigionamento
idropotabile (quadriennio 1999-2002) e dal progetto di caratterizzazione idrochimica delle acque sotterranee
della Regione Marche, effettuato dalla Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche negli
anni 2001 e 2002 quale monitoraggio della fase conoscitiva (ai sensi dell’allegato 1, punto 4.4.1 del D.Lgs.
152/99) ai fini della classificazione.
Il numero complessivo dei pozzi utilizzati ai fini del monitoraggio è pari a 1131 (tra pozzi o sorgenti) su tutto
il territorio regionale. Il rilevamento dei pozzi non è avvenuto omogeneamente sul territorio e la disposizione
dei pozzi rispetto alle fonti d’inquinamento puntuali (aziende zootecniche) e a quelle diffuse (territori
agricoli con colture azotoesigenti) è avvenuta casualmente e con la finalità di monitorare preliminarmente i
pozzi e le sorgenti (dorsale carbonatica) utilizzati a scopo idropotabile.
Sui 1131 pozzi sono stati individuati 823 punti con concentrazione di nitrati compresa tra 0 e 40 mg/l (72,8
%), 51 punti con concentrazione tra i 40 e 50 mg/l (4,5 %), cioè prossimi alla vulnerazione e 257 punti con
valori superiori a 50 mg/l (22,7 %), cioè vulnerate148.
Nella tabella seguente vengono riportati i pozzi e le sorgenti relative ai bacini idrografici di interesse.
Bacino
idrografico
Superficie del
bacino (Kmq)
Numero
pozzi
sorgenti
Fiume
Cesano
411.91
Fiume Esino
Fiume Misa
di
o
Pozzi o sorgenti
con
NO3
(0_40mg/l)
Pozzi o sorgenti
con
NO3
(40_50mg/l)
Pozzi o sorgenti
con
NO3
(>50mg/l)
35
20
2
13
382.47
57
41
1
15
1152.10
199
161
2
36
Fiume
Musone
648.81
45
24
5
16
Fiume
Potenza
757.46
95
75
10
10
Tabella 94 - Distribuzione dei pozzi per classi e per bacino.
All’interno della Provincia di Ancona le concentrazioni più preoccupanti sono state rilevate in
corrispondenza dei bacini idrografici dei principali fiumi, diffusamente in quelli del Cesano e del Musone,
limitatamente alla parte terminale in quelli del Misa e dell’Esino.
I Comuni che sono stati inclusi nell’elenco di quelli in emergenza nitrati di cui alle delibere regionali n. 4595
del 28/12/1994, n. 875 del 20/4/1998 e n. 2385 del 27/9/1999 sono: Barbara, Castel Colonna, Castelfidardo,
Castelleone di Suasa, Corinaldo, Filottrano, Genga, Monte Roberto, Montecarotto, Monterado, Numana,
Offagna, Osimo, Ostra, Polverigi, Ripe, San Paolo di Jesi, Serra de’Conti, Serra San Quirico.
Le misure da adottare sono quelle contenute nel “Programma zonale pluriennale” elaborato dal Servizio
Programmazione e dal Servizio Agricoltura delibera n. 184/98, in quanto le azioni previste sono in linea con
gli obiettivi del Piano di Tutela delle Acque.
148
La concentrazione di nitrati di 50 mg/l corrisponde al limite massimo per acque superficiali e sotterranee previsto dal
D.Lgs. 152/99, all.to 7/A-I.
Acque interne e risorse idriche sotterranee
149 di 380
Tra questi comuni ne sono stati individuati due (Montecarotto e Serra de’Conti) in cui è stata applicata una
specifica misura del regolamento comunitario 2078/92. L’obbiettivo di tale misura è quello di ottenere una
riduzione di nitrati nelle acque potabili di falda adottando tecniche colturali che portino ad una riduzione
degli apporti azotati e nel contempo ad una maggiore fissazione dei nitrati negli strati superficiali del terreno.
Per quanto riguarda l’inquinamento di tipo batteriologico e quello di origine industriale allo stato attuale non
si conoscono casi gravi di contaminazione per cui quella da nitrati sembra essere l’unica forma diffusa di
inquinamento delle falde.
5.4. Considerazioni conclusive
Dal quadro tracciato emerge che la scarsa qualità delle acque superficiali, soprattutto nei tratti a valle fino
alla foce, rappresenta uno dei problemi chiave per la sostenibilità ambientale. Il fiume principale, l’Esino, e
buona parte degli altri corsi d’acqua della Provincia appaiono infatti in condizioni significativamente
peggiori rispetto agli obiettivi di qualità che dovranno essere raggiunti entro il 2008 secondo il D. Lgs.
152/99. Uno dei fattori principali che influisce negativamente sui corsi d’acqua è il livello di sfruttamento del
deflusso naturale, principalmente ad uso irriguo, idroelettrico ed industriale. Significativo è anche il fatto che
non venga sfruttata completamente la capacità depurativa dei depuratori esistenti e che non sia ancora stato
completato il sistema di collettamento e di depurazione dei reflui per gli agglomerati con popolazione
superiore a 2.000 abitanti.
Il livello qualitativo delle acque sotterranee appare piuttosto buono nelle zone montane, dove il terreno non è
protettivo ma prevalgono le aree a vegetazione naturale e pascoli e quindi le potenziali fonti di inquinamento
per la falda sono ridotte. Diversa è la situazione nella media e bassa valle del fiume Esino in cui su un
terreno poco protettivo è presente una fortissima attività antropica, concentrata nelle valli alluvionali. Qui è
molto forte e sentito il problema dell’inquinamento da nitrati.
Appare evidente quindi la necessità di far leva sulle nuove opportunità offerte dal D.Lgs. 152/99 per rivedere
da una parte le concessioni di derivazione, dall’altra la gestione dei depuratori esistenti prevedendo sistemi di
affinamento dei reflui trattati e riutilizzo delle acque di scarico. A questo proposito l’indicatore di risposta
relativo al programma di completamento degli interventi di collettamento e depurazione previsto dal Piano
Regionale di Tutela delle Acque sembra orientato nella giusta direzione.
5.5. Scheda di sintesi degli indicatori
Tipo
Disponibilità
dei dati
Fonte
dei dati
Stato
Tendenza
corsi
S
I
Provincia
-
-
5.1
Deflusso
vitale
minimo
S
ND
-
-
-
5.1
Deflusso
annuo
medio
S
ND
-
-
-
5.1
Indicatore
Portata dei
d’acqua
Acque interne e risorse idriche sotterranee
Paragrafo
150 di 380
Indicatore
Tipo
Disponibilità
dei dati
Fonte
dei dati
Stato
Numero di analisi
delle acque
effettuate suddivise
per tipologia
Indice SECA (Stato
ecologico dei corsi
d’acqua)
Indice
Biotico
Esteso (IBE)
R
D
ARPAM
Marche
☺
S
D
ARPAM
Marche
5.3.1
S
D
ARPAM
Marche
5.3.1
Indice di qualità
ambientale per i
corpi
idrici
superficiali (SACA)
S
D
ARPAM
Marche
5.3.1
Acque dolci idonee
alla vita dei pesci
S
D
Regione /
Provincia
-
-
5.3.2
Periodi
pesca
R
D
Regione /
Provincia
☺
-
5.3.2
P
D
ATO 2
Marche
5.3.3
Perdite di rete
P/R
D
ATO 2
Marche
5.3.3
Consumi idrici
P
D
Regione
5.3.3
Stato delle reti di
depurazione
R
D
Multiservizi /
ATO 2
Marche
5.3.4
P/R
D
Multiservizi /
ATO 2
Marche
5.3.4
Numero di scarichi
per
tipologia
e
comune su corpo
idrico superficiale
P
D
Multiservizi /
ATO 2
Marche
-
-
5.3.4
Piezometria
S
ND
-
-
-
5.3.5
Stato chimico delle
acque sotterranee
(indice SCAS)
S
D
ARPAM
Marche
-
-
5.3.5
Indice di qualità
ambientale per i
corpi
idrici
sotterranei
S
ND
ARPAM
Marche
-
-
5.3.5
Comuni a rischio
per
la
contaminazione di
falda da nitrati
I
D
Regione
-
5.3.5
di
fermo
Prelievi idrici
Comuni privi
impianto
depurazione
di
di
Tendenza
Paragrafo
5.3.1
Tabella 95 - Sintesi degli indicatori
Acque interne e risorse idriche sotterranee
151 di 380
Disponibilità dei
dati
D
ND
I
Indicatori
disponibili e di
buona qualità
Indicatori non
disponibili
Dati
insufficienti
per una
valutazione
compiuta
Stato degli aspetti
ambientali
☺
-
Tendenza degli aspetti
ambientali
Trend in miglioramento nel
tempo
Positivo
Intermedio
Trend stabile
Negativo
Trend in peggioramento nel
tempo
Incerto/sconosciuto
-
Non applicabile/disponibile
Tabella 96 - Legenda
Indicatore aggiunto, mancante o modificato
Motivazioni
Indice Biotico Esteso (IBE)
Aggiunto
tematica
Numero di scarichi per tipologia e comune su
corpo idrico superficiale
Modificato rispetto all’indicatore:”scarichi” inteso in
forma più generale come scarichi per tipologia e
corpo recettore
Stato delle reti di depurazione
Indicatore
non
modificato
ma
mancante
dell’indicazione sugli impianti con scarichi a norma
per assenza di dati
Superficie dei bacino idrografici della Provincia
Non inserito come indicatore poiché in realtà
rappresenta un dato e non un indicatore
Indice di qualità ambientale per i corpi idrici
sotterranei
Mancante per assenza di dati
Portata dei corsi d’acqua
Mancante per assenza di dati
Deflusso minimo vitale
Mancante per assenza di dati
Deflusso medio annuo
Mancante per assenza di dati
Piezometria
Mancante per assenza di dati
Aree a rischio idrogeologico molto elevato
Inserito nel capitolo Suolo e sottosuolo
Stato di avanzamento degli interventi per la
riduzione del rischio idrogeologico
Inserito nel capitolo Suolo e sottosuolo
per
completare
la
descrizione
della
Tabella 97 - Variazione agli indicatori rispetto a quelli approvati dal forum
Acque interne e risorse idriche sotterranee
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