MANIFESTAZIONI NAZIONALI
La « Settimana della lettura »
a Foggia, Manfredonia e Lucera
La Presidenza del Consiglio dei Ministri, direzione gen.le dei servizi
d'informazione e della proprietà letteraria, ha promosso quest'anno una serie
di iniziative concertate nell'intento lodevole di rilanciare la funzione della libreria, attirando l'interesse dei cittadini sul tradizionale ed insostituibile mediatore
del libro, il libraio, e sui vantaggi del leggere, e inoltre di aiutare tutti coloro, librai e
bibliotecari, che agiscono in favore della lettura e della diffusione del libro. A questi
fini, tramite le Prefetture, in tutte le province si è fatto del proprio meglio
perchè la «Settimana della lettura» - questa l'insegna delle manifestazioni -,
esaudisse le aspettative ufficiali con un impegno degli «interessati» e col massimo favore pubblico possibile.
In Capitanata l'ufficio prefettizio competente è intervenuto in varie direzioni, anche col fornire il materiale di propaganda allestito dalla stessa Presidenza, ma i risultati non sono stati migliori che altrove, per quei motivi, sia
di fondo che marginali, ampiamente illustrati dalla stampa nazionale. Infatti,
assenti proprio i librai, che avrebbero dovuto assumere un ruolo di protagonisti, i sette giorni destinati alla manifestazione sarebbero trascorsi senza lasciar traccia se, a caratterizzarli, non si fossero varate due mostre ed alcune
altre manifestazioni di contorno. Di esse diamo qui notizia, rampollando le
cronache apparse sulla stampa nazionale e locale, e corredandole di alcune
fotografie dell'archivio editoriale.
A FOGGIA
Inaugurata dal Prefetto la Mostra sulla stampa e l'editoria dauna / Il progresso
di 3 secoli nelle opere dei nostri tipografi. Libri, trattati e opuscoli, dalle pagine ingiallite
e gualcite, stampati in Capitanata dal 1600 ad oggi / Di un «pioniere» di Manfredonia il volume più antico esposto (1680); di mons. De Santis (« Civitas troiana ») quello
più recente.
Libro, lettura, libertà: a farci caso, queste tre parole non hanno in comune soltanto la «l» iniziale. Così accostate, quasi concatenate, acquistano il
senso logico e preciso di un intero discorso, di un motto antico: leggere è
libertà; libro e lettura sono espressioni di civiltà, strumento di progresso,
mezzo non solo di arricchimento culturale, ma anche di elevazione dello spirito. E' tutto qui, in fondo, in queste tre parole, il motivo ispiratore della Mostra sulla stampa e l'editoria in Capitanata (XVII-XX secolo) inaugurata dal
prefetto di Foggia, dott. Michele Di Caprio, in una sala della Biblioteca provinciale, a
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Palazzo Dogana, nel quadro delle manifestazioni per la « Settimana della
lettura ».
« Leggere è libertà », ripetono i manifestini tricolori affissi un po' dovunque nel settecentesco edificio che ospita la mostra: un motto ideale, anche
se non privo di una sfumatura di retorica, per una rassegna varia, indubbiamente interessante e, per quanto è possibile, completa, che non solo si propone di rammentare e ribadire la saldezza dei legami tra stampa e cultura, ma
documenta, tappa per tappa, il tardivo, spesso difficoltoso, ma tenace e costante sviluppo dell'editoria nella nostra terra e traccia così, sia pure indirettamente un quadro delle vicende - tra cronaca e storia - della Capitanata dal
1600 ai nostri giorni.
I protagonisti di questa rassegna, in fondo, non sono i trattati, gli opuscoli, i volumi, e neppure gli autori (scrittori, studiosi, poeti), ma le tipografie
della Capitanata: tutte, dalle più grandi e perfezionate a quelle dei più remoti
paesini, e persino quelle ormai scomparse che hanno lasciato una traccia del
loro prezioso lavoro. Protagonisti sono i tipografi stessi, soprattutto i primi
tipografi, simpatiche figure di « pionieri factotum », dinamici e poliedrici come tutti i pionieri: per metà artisti e per metà artigiani, editori, stampatori e
talvolta anche autori dei loro amati libri. I libri sono le loro « creature », le
testimonianze gualcite e ingiallite di un contributo d'idee, di lavoro, di gusto,
dato, spesso per pura passione, all'arte tipografica e alla cultura della nostra
terra. Ora si esibiscono allineati ordinatamente sui lunghi tavoli della Biblioteca; qualcuno, ritto e semiaperto, mostra, sulle pagine di un avorio sciupato,
fregi e miniature finissimi; i più antichi e preziosi poggiano su minuscoli, obliqui leggii di chiaro legno lucente.
La Daunia tipografica è tutta qui: Flaman e Ciampoli di Monte S. Angelo; E. Armillotta e Bilancia di Manfredonia; De Santis e Cateo di Troia; Caputo
di Torremaggiore; la « Casa del sacro Cuore » di S. Agata di Puglia; Salvatore e
Gaetano Scepi, Cappetta e Pesce di Lucera; Morrico, Dotoli, De Girolamo, la «
Dauna arti grafiche » di S. Severo; Coluccelli di Ascoli Satriano, e le « Tipografie riunite », la « Scienza e diletto », Cibelli e Pescatore di Cerignola... Le tipografie foggiane dell'800 presenti alla mostra sono invece la « Maria Cristina di
Savoia », la Ferreri & Trifiletti, Verriento, Michele Giacomo e Pasquale Russo,
Domenico Pascarelli, Salvatore Cardone, Saverio Pollice, Michele Pistocchi,
Paolo Leone, Giuseppe Ciampitti.
Di Nicola Arpaia, tipica figura di artigiano appassionato e valente
(sguardo onesto, diritto; folti, bonari baffoni ricurvi), la rassegna presenta due
opuscoli - « Il mio lavoro », stampato a Foggia nel 1898, e « Ars et labor » rari, e pregevoli non solo per l'interesse del contenuto ma anche per l'eleganza dei caratteri e la nitida chiarezza della stampa. Tra i volumi più antichi e
interessanti, un'opera su « Le industrie di Puglia », di Giuseppe Rosati, il «
Giornale fisico-agrario di Capitanata »
(1850), un « Manuale dei consiglieri e deputati provinciali di Capitanata » (1866),
la « Storia della città di Lucera », di Giambattista d'Amelj (1861), gli « Atti del Consiglio provinciale di Capitanata » del 1861, il « Giornale degli atti dell'Intendenza di Capitanata ».
Una sezione a parte è dedicata allo Studio editoriale dauno, la cui prima
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pubblicazione - « La Corte d'assise », rassegna bimestrale di diritto criminale e
di vita giudiziaria, diretta da Baldassarre Cocurullo, Vincenzo La Medica e
Mario Simone - risale al 1934.
Allo Studio editoriale dauno si deve anche la ripresa della Raccolta di
studi foggiana, edita dal Comune di Foggia, con i volumi sul « Risorgimento
dauno », su « Saverio Altamura » e con lo studio su « Il Tavoliere di Puglia nel
secolo XIX »).
In un'altra sezione della mostra sono presentate tutte le pubblicazioni
curate dalla Biblioteca provinciale, dall'Amministrazione provinciale di Capitanata (con scritti dei presidenti della Provincia Luigi Allegato, Gabriele Consiglio, Berardino Tizzani, e dell'assessore Primiano Magnocavallo), e dal
Gruppo di studio della Provincia; gli utili e interessanti quaderni di « La Capitanata », e - per la serie dedicata agli istituti d'arte e di cultura - uno studio del
direttore della Biblioteca provinciale, dott. Angelo Celuzza, su Realtà, esigenze
e prospettive della provincia di Foggia.
Il volume più antico esposto in questa mostra è una Cronologia de' Vescovi et Arcivescovi sipontini, scritta dal polignanese Pompeo Sarnelli, « dottor
dell'una e dell'altra legge - protonotaio apostolico »; uscì dalla stamperia arciuefcouale di Manfredonia nel 1680.
I paleotipi della stampa di Capitanata risalgono però a una quarantina
d'anni prima. Il British museum di Londra possiede una copia del rarissimo
De modo consultandi sive ut vulgus vocat collegiandi di Giacinto Alfieri, uscito «
Fogiae, ex typographia Laurentij Valerij » nel 1646; pure del 1646 è il Salvato
pupillo di Ecupido Macchiarella, stampato dal Valeri. Nel secolo XVII operò a
Foggia anche un altro tipografo - Novello De Bonis - dalla cui stamperia uscirono, nel 1669, una storia Della scherma napoletana, di Francesco Antonio
Mattei, ed una Orazione tenuta in Cattedrale, per la festa dell'Iconavetere, dal
monaco celestino Domenico Antonio Guelfone. Di un dotto prelato è anche
l'opera più recente presentata nella mostra: la Civitas trojana, di mons. Mario
De Santis, che porta un valido e notevole contributo critico alla storia politica
e artistica del Mezzogiorno.
La distruzione di intere raccolte di giornali dauni nel corso dei bombardamenti dell'ultima guerra ha privato la mostra della parte che loro vi
spettava; la scarsa disponibilità di spazio e l'assenteismo dei librai hanno limitato la rassegna alla presentazione di due o trecento volumi. Ma si tratta delle
opere più rappresentative dell'editoria dauna d'ogni epoca: le pietre miliari potremmo dire - di un itinerario di progresso non solo culturale ma anche
sociale, civile, di elevazione spirituale, segnato nel tempo.
MARCO LARATRO
(riassunto da « La Gazzetta del Mezzogiorno » di Bari, 28 marzo 1968)
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A MANFREDONIA
La « Settimana della Lettura » nella Biblioteca Comunale / Mostra bibliografica
riguardante Manfredonia e le sue tradizioni culturali / La manifestazione, promossa dai
Servizi Informazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, comprendeva anche il «
Circolo di lettura» su Alfredo Petrucci, che con «Le parole per tutte le ore» è ritornato tra
noi.
E' superfluo ricordare che il libro, qualunque esso sia, è ancora tra i
mezzi moderni per la diffusione delle idee, tra i più idonei a dare la consapevolezza dei valori umani, a interpretare le esigenze e i bisogni, a costituire un
mezzo essenziale della società democratica.
« Leggere è libertà » - « Un uomo che legge ne vale due ». All'insegna
di questi slogan e nell'ambito della « Settimana nazionale della lettura », nella
civica Biblioteca dal 30 marzo al 6 aprile si è tenuta una Mostra bibliografica
riguardante Manfredonia, editori e autori di questa Città, cui non manca una
nobile tradizione culturale.
La rassegna, organizzata dal Comune, d'intesa col Centro di Servizi
Culturali del Comprensorio Garganico, ha voluto dimostrare non solo lo
stretto legame intercorrente fra stampa e cultura, ma anche fuori da ogni velleità campanilistica, l'importanza storica e artistica che Manfredonia e la sua
progenitrice Siponto sono andate via via assumendo negli studi e nelle testimonianze di scrittori italiani e stranieri.
Ha voluto testimoniare, inoltre, sia pure con le manchevolezze, che i
limiti di tempo e le difficoltà di allestimento non hanno consentito di poter
superare, l'apporto culturale di quegli autori che, nati a Manfredonia o quivi
operanti, hanno affidato ai loro scritti, taluni davvero notevoli sul piano della
cultura nazionale, il loro amore per gli studi storici, scientifici, letterari, artistici, economici. La rassegna ha compreso opere a stampa in edizione di particolare pregio e valore, come il raro volume uscito dalla « Stamperia arcivescovale » di Manfredonia nel 1680, Cronologia dei vescovi et arcivescovi sipontini di
Pompeo Sarnelli, e le due cinquecentine Cornucopiae di Nicolò Perotto, edito a
Venezia nel 1527, e Descrizione d'Italia di Leonardo Alberti del 1551, l'Album dei
Cinquecento di Montecitorio del Manganaro, con preziose tavole a colori da lui
genialmente composte. E ancora il Regesto di S. Leonardo di Siponto del Camobrego, I notamenti di Matteo Spinelli da Giovinazzo, difesi e illustrati da
Camillo Minieri Riccio, e il manoscritto delle memorie storiche dell'antica e
moderna Siponto dell'altro Matteo Spinelli del 1783.
Non sono mancate edizioni come Cattedrali di Puglia di Alfredo Petrucci
e Antichità e cultura di Keiserlingk, edito a Norimberga qualche mese fa. Si è
voluto, inoltre, sottolineare l'opera davvero meritoria di ricercatori e studiosi
locali come Michele Bellucci, le cui opere in gran parte sono inedite, Luigi
Pascale e Silvestro Mastrobuoni. Di Renzo Frattarolo, che col fratello Carlo
svolge un'intensa attività culturale nella Direzione Generale delle Accademie
e biblioteche, sono state presentate alcune delle opere critiche più significative. Non sono mancati opuscoli e relazioni sui vari aspetti della vita
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economica e amministrativa locale e contributi di notevole pregio scientifico e
di grande interesse culturale, come quelli degli archeologi Rellini, Quagliati,
Puglisi, Battaglia, Ferri, valorizzatori delle antichità da Coppa Nevigata a Siponto, a Scaloria e Occhiopinto fino a Monte Saraceno.
Si dovrebbe citare, inoltre, le opere pregevoli di altri studiosi e scrittori
manfredoniani o che si sono interessati a Manfredonia, ma l'elenco sarebbe
sempre limitato e manchevole.
Questa Mostra è stata solo una prima presa di coscienza, da parte dei
frequentatori della Biblioteca, di una valida e seria tradizione e attività culturale,
di cui è protagonista la nostra Città, aperta a prospettive di sviluppo economico, turistico e industriale. Non mancheranno le necessarie integrazioni, anche
per offrire ai giovani un più sicuro orientamento nella conoscenza della storiografia, della cultura e dell'arte locale.
Ai nomi degli autori bisognerebbe aggiungere anche quelli dei tipografi
ed editori sipontini, che hanno continuato l'attività del torchio arcivescovale del
'600, fra i quali l'avv.to Massimo Frattarolo, operante a Lucera.
Una citazione a parte merita Mario Simone, che ha saputo creare nel
Mezzogiorno una ordinata e duratura attività editoriale, cui molto devono la
cultura e il progresso civile in Capitanata. Basta scorrere la varietà e la ricchezza
delle collane e delle riviste, di cui si è reso benemerito creatore, dai Quaderni
della Corte d'Assise del 1933 ai Quaderni del Risorgimento Meridionale, dalla serie
« Dogana e Tavoliere di Puglia », alla serie « Il pensiero dei novatori, fra cui gli
Scritti Meridionali di Angelo Fraccacreta; dalla collana « Istituti d'Arte e di Cultura », che è l'unica nel Mezzogiorno, che riguarda le biblioteche degli enti locali, compresa quella di Manfredonia, a tutte le raccolte del Comune di Foggia e
dell'Amministrazione provinciale e della sua Biblioteca.
La « Settimana » è stata annunziata da locandine e pieghevoli a cura del
Comune, contenenti il programma delle manifestazioni locali. All'ingresso della
Biblioteca pubblica due originali pannelli, riproducenti pagine del Sarnelli, hanno presentata la Mostra bibliografica, che il sindaco, prof. Valente, ha inaugurata, presente il prof. Celuzza, direttore della Biblioteca provinciale di Foggia,
intervenuto anche in rappresentanza del presidente della Amministrazione provinciale, avv. Tizzani.
Nel quadro della « Settimana » stessa si è svolto un « Circolo di lettura »
sull'opera di Alfredo Petrucci: « Le parole per tutte le ore », organizzato e ospitato dal Centro di Servizi Culturali gestito dalla Società Umanitaria, convenzionata con la Cassa del Mezzogiorno: una manifestazione rivolta anche a onorare
la vita e l'opera di quel grande e schivo scrittore ed artista garganico.
In base alla tecnica pedagogica per presentare un'opera in modo critico
ed attivo, la manifestazione si è aperta con una breve introduzione del direttore
del Centro, Mancino, che ha spiegato le caratteristiche del « Circolo di Lettura »
e la scelta del libro in esame. Quindi Anita Valente, ha presentato Alfredo Petrucci con un sintetico, ma esauriente curriculum; Ferri, ha fatto il riassunto
critico del libro; Mancino ha riferito qualche opinione sull'opera, come Ritorno
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di A. P., con cui il sodale Mario Simone, recensendo appunto Le parole per tutte
le ore ne « Il pensiero » di Bergamo (marzo 1931), partecipò il fortunato rientro
del Poeta ed Artista di Sannicandro, uscito da grave malattia e conseguente crisi
spirituale, nel consesso della intellettualità docente. Infine la Cassa e l'altra Valente hanno letto una cinquantina di pagine del libro.
E' seguita la discussione sui temi, i problemi e gli aspetti offerti dal libro
riassunti e conclusi dal consulente Mario Simone, e dal preside prof. Cristanziano Serricchio, studioso ed esegeta del Petrucci, che, insieme col « Sipontinus
» e con l'altro garganico, Pasquale Soccio, testimonia della coscienza e della
iniziativa di Terra nostra. Alla chiusura del « Circolo », che sarà ripetuto negli
altri Comuni del Comprensorio dei Servizi Culturali della « Umanitaria », si è
votato un saluto augurale all'indirizzo dell'illustre, che oggi personifica la più
alta espressione culturale del Gargano.
Nel programma della « Settimana » sipontina era compresa anche la
premiazione dei frequentatori più assidui delle biblioteche locali: la civica « Pascale », la « Simone » e quelle scolastiche.
(da « Il Progresso Dauno » di Foggia, 18 aprile 1968)
A LUCERA
La Settimana della Lettura / Valori culturali della Biblioteca di Lucera /
I fasti antichi e recenti della Biblioteca Comunale illustrati dal prof. P. Roselli.
Nel quadro della « Settimana della Lettura » l'Amministrazione Comunale ha
inteso favorire la iniziativa del Lions Club, che ha organizzato nella sala della
locale Biblioteca, una conversazione sul tema: Valori culturali della Biblioteca di
Lucera.
L'avv. Marcello Prignano, presidente del Lions Club di Lucera, ha presentato l'oratore ufficiale dr. prof. Pietro Roselli, direttore della Biblioteca, il
quale, tra l'altro, ha affermato che « parlare della Biblioteca significa parlare del
libro, della sua importanza, la cui lettura arricchisce il pensiero ». La diffusione
della cultura in una società contemporanea è compito anche della Biblioteca
che l'oratore ha definito « un'organizzazione sociale ».
Ha poi comunicato che la Biblioteca di Lucera, disponendo di oltre 60
mila volumi, recepiti a seguito di donazioni e di lasciti, è la più ricca tra quelle
di Comuni non capoluoghi di provincia. Ed ha elencato le opere più significative, che vanno dal « Privilegio di Carlo V del 7 giugno 1552 - Rilegatura e
Stemma di Lucera », dalla « Descrizione di tutta Italia di Leandro Alberti,
stampato a Venezia nel 1551, al volume « Nelle Puglie » del Gregorovius,
stampato a Firenze nel 1882, in cui si parla anche di Lucera e della Biblioteca.
L'oratore ha concluso, rivolgendo un caldo appello all'Amministrazione
in carica - alla quale ha dato atto della sensibilità sin qui dimostrata per i problemi del patrimonio artistico-culturale di Lucera - perchè intensifichi gli sforzi
tesi a conservare e incrementare l'attuale corredo bibliografico, per un sempre
maggiore sviluppo della cultura.
(da « Il Progresso Dauno » di Foggia, 11 aprile 1968)
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La « Settimana della lettura » a Foggia, Manfredonia e Lucera