SICUREZZA SUL LAVORO: KNOW YOUR RIGHTS! “LETTERE DAL FRONTE” DEL 09/04/14 INDICE Assemblea 29 Giugno [email protected] SUL PRESIDIO DEL 2 APRILE A FIRENZE Enrico Cardinali [email protected] APPELLO PER LA LIBERAZIONE DEI CORPI E DEL DISSENSO POLITICO Assemblea Lavoratori [email protected] TELECOM: QUATTRO LAVORATRICI VINCONO CAUSA CONTRO “LA SEDE GHETTO PER DISABILI” Carlo Soricelli [email protected] SE LA POLITICA E IL GOVERNO NON SI OCCUPERA’ CONCRETAMENTE DELLE MORTI SUL LAVORO INIZIERO’ TRA POCHI GIORNI UNO SCIOPERO DELLA FAME Cobas Pisa [email protected] DALLA PARTE DEI PRECARI...SEMPRE E COMUNQUE Maurizio Marchi [email protected] CONTRO LO SVERSAMENTO DELLE ACQUE RADIOATTIVE DEL REATTORE MILITARE DI PISA Senzapatria News [email protected] CONTRO IL JOBS ACT DEL GOVERNO RENZI Damiano Zorzo [email protected] CORTE POPOLARE RHO 12/04/14 ASSEMBLEA SUL JOBS ACT E CENA POPOLARE AIEA Paderno Dugnano [email protected] 5 PER MILLE PER L’AIEA AIEA Vicenza [email protected] 28 APRILE GIORNATA MONDIALE VITTIME AMIANTO Voci della Memoria [email protected] DA ARQUATA SCRIVIA A LIVORNO, LA DIGNITA’ NON SI FERMA. USB Perugia [email protected] BASTA TAGLI ALLA SANITA’: CE LO CHIEDE L’EUROPA! Cobas Pisa [email protected] LO STRESS CAUSA DELLE ASSENZE SUL LAVORO Paola Armellini tramite Change.org [email protected] MIO FIGLIO E’ MORTO PER MONTARE UN PALCO Cobas Pisa [email protected] TRAGEDIA SUL LAVORO A MOLFETTA, LA RICOSTRUZIONE DELLA DINAMICA --------------------- From: Assemblea 29 Giugno [email protected] To: Sent: Thursday, April 03, 2014 9:15 AM Subject: SUL PRESIDIO DEL 2 APRILE A FIRENZE Ieri 2 aprile, dalle ore 12.00 alle ore 16.00, si è tenuto ugualmente il presidio a Firenze al congresso nazionale FILT-CGIL, nonostante che Moretti ed il ministro Lupi non fossero presenti. Vi erano una quindicina di familiari. In tutto, tra familiari, Assemblea 29 giugno e cittadini di Firenze saremo stati 50-60. Inoltre, a più riprese al presidio hanno partecipato anche i delegati del Documento 2 e alcuni delegati del Documento 1. Fino alle 13.30, al presidio vi sono stati diversi interventi, Daniela, presidente dell’Associazione familiari, Giorgio Cremaschi, il sottoscritto, un ferroviere... Il 1° aprile all’interno del congresso era stato diffuso un volantino, l’altro ieri sia all’interno che al presidio (vedi a seguire). Dentro il congresso si è verificata una discussione molto vivace e animata che ha coinvolto decine di delegati sulla richiesta del familiari di essere presenti con un loro intervento. Presente polizia e servizio d’ordine della CGIL, a “protezione” di cosa, del congresso? Moretti e Lupi sono dovuti rimanere a casa per “evitare possibili tensioni locali estranee al congresso”(?!). Così la FILT-CGIL ha spiegato con un comunicato la loro assenza. I familiari delle Vittime adesso sono diventati anche “tensioni locali estranee”? Al sottoscritto è stato negato tutto: ospitalità, invito e delega, pur essendo per il Documento 2 “Il sindacato è un’altra cosa”, delegato al congresso nazionale della CGIL a maggio, membro del direttivo regionale CGIL e del direttivo provinciale FILT. Dopo pranzo, una delegazione della segreteria FILT si è fatta vedere al presidio per trattare. Hanno proposto la presenza di una delegazione di familiari con un intervento, già da noi richiesto ufficialmente il 1° aprile. Quindi, un’animata discussione per alcuni minuti. Ai familiari che pretendevano anche la mia presenza in questa delegazione, i segretari FILT hanno risposto che sono due cose ben diverse. Non vogliono capire, non hanno ancora capito (?) la gravità del mio licenziamento ad opera di Moretti e che questo licenziamento stato uno dei prezzi pagati per la straordinaria mobilitazione di questi anni per la sicurezza, la verità, la giustizia a seguito della strage ferroviaria. Abbiamo deciso che tutti i familiari sarebbero entrati con i cartelli delle foto dei loro cari e sarebbero stati in piedi sotto il palco durante l’intervento della presidente dell’Associazione. Così è stato. Sul palco sono saliti Daniela Rombi e Marco Piagentini. Alle 15.00, uscita la delegazione, di nuovo l’assemblea al presidio alla quale hanno partecipato anche diversi delegati del Documento 1 che hanno salutato calorosamente ed affettuosamente i familiari. Numerosi brevi interventi di familiari, dell’Assemblea 29 Giugno, di ferrovieri e delegati al congresso. A questo punto abbiamo deciso di concludere il presidio. Unico indesiderato al congresso il sottoscritto, ma va bene anche così. Non si può pensare di “vincere”, oggi possiamo e dobbiamo promuovere e partecipare attivamente ad iniziative come questa e batterci per strappare alcuni risultati. Anche il solo aprire contraddizioni nel vasto, variegato e differenziato fronte delle controparti è, comunque, un risultato. Un grazie anche ai nostri delegati del Documento 2 per il lavoro svolto dentro il congresso e un grazie a tutti i presenti. Sicuramente, chi non potuto partecipare o ha deciso di non partecipare ha perso un’importante giornata di lotta e di...emozioni. Riccardo Antonini ***** L’Amministratore delegato delle ferrovie, cav. Mauro Moretti, ha dichiarato che se viene “ritoccato” il suo stipendio (873.000 euro, quello che percepisce solo dalle ferrovie), se ne va. La nostra morale e la loro! Cavalier Moretti: processo subito! Altro che congressi, dibattiti e … stipendi! In una situazione di crisi economica che divora lavoratori e pensionati con le loro famiglie, queste dichiarazioni ci indignano perché riguarda una piccola casta di boiardi di stato con stipendi milionari. Ci indigna ancora di più se a farla è Mauro Moretti AD delle Ferrovie quando nessuno ricorda che Moretti, tanto coccolato dai poteri forti, è rinviato a giudizio per la strage di Viareggio del 29 giugno 2009. La FILT nazionale, in occasione del suo X Congresso Nazionale, il 2 Aprile aveva invitato l’AD Moretti in un dibattito con il ministro Lupi ed altri sulla crisi del trasporto locale... Nessun invito invece ai familiari delle Vittime, alle associazioni dei pendolari... Eppure il cavalier Moretti: è rinviato a giudizio per la strage di Viareggio con accuse pesantissime; ha definito una strage con 32 Vittime innocenti “uno spiacevolissimo episodio”; ha devastato il trasporto regionale e pendolare; continua a dire inaudite stupidaggini: “in ferrovia il problema sicurezza non esiste” eppure sono in 43, i lavoratori morti sui binari dal 2007 ad oggi; continua a licenziare i ferrovieri impegnati sulla sicurezza in ferrovie; eppure si lamenta di un eventuale “ritocco” al suo stipendio di “ferroviere” di 873.000 euro... Le pressioni delle associazioni, il presidio organizzato davanti al congresso, ha convinto la FILT-CGIL a disdire il suo invito. Ma non ci sono affatto piaciute le frasi di commiato della FILT-CGIL Nazionale, offensive per le famiglie delle vittime: si è disdetto per evitare “possibili tensioni a livello locale, estranee al congresso”. Noi della mozione “Il Sindacato è un’altra cosa” opposizione in FILT (che vede fra le sue fila militanti sindacali vicini alle famiglie e licenziati da Moretti per l’impegno civile e morale a favore delle vittime) non ci riconosciamo in questa dichiarazione come non ci riconosciamo nelle politiche sindacali della nostra organizzazione sindacale. Ci associamo invece alla risposta della Presidente Rombo: “Ma questi dirigenti FILT-CGIL non sanno di cosa parlano: noi non siamo tensioni a livello locale, come ci hanno definito, noi siamo familiari cui hanno ammazzato col fuoco i figli, abbrustoliti, neri, arsi vivi. Quei dirigenti sono indegni. Noi saremmo delle tensioni? Si vergognino di come parlano, si devono sciacquare la bocca quando parlano di noi” Lavoratori, delegati, non è questa la nostra FILT. Questa casta burocratica dobbiamo mandarla a casa. Al congresso negano “l’invito” prima e poi la “delega” a Riccardo Antonini, licenziato perché ha una dignità che il cavaliere Moretti non è riuscito a comprare. Lui ha preferito stare dalla parte delle vittime e noi restiamo dalla sua parte per la reintegrazione dei ferrovieri licenziati perché scomodi alla politica di abbandono della sicurezza! Al Congresso diamo la parola ai familiari delle Vittime e ai ferrovieri licenziati. Questa dovrebbe essere la nostra morale, questa è la nostra gente! Giustizia, verità, sicurezza per Viareggio! Dimissioni di Moretti subito! Documento “IL SINDACATO E’ UN’ALTRA COSA” in FILT-CGIL ***** PERCHE’ OGGI SIAMO QUI PER INFORMARE chi non sa niente della strage ferroviaria del 29 giugno 2009 a Viareggio. Strage che ha provocato 32 Vittime e numerosi feriti di cui alcuni gravissimi. Parliamo di bambini, ragazze, donne e uomini, bruciati vivi o morti dopo giorni e mesi di agonia. PER MOSTRARE questa realtà a quanti, pur sapendo, continuano a voltarsi dall’altra parte e a quanti invitano il principale imputato al processo: l’AD di FSI, Mauro Moretti. A 5 anni dalla strage, il processo non è ancora entrato nel vivo delle pesanti accuse rivolte a lui, agli altri 32 imputati ed alle 9 società coinvolte. Moretti ha fatto di tutto per non affrontare il processo, per truccarlo, per rinviarlo, per spostarlo, per sfuggire, per scaricare le responsabilità su altri imputati tra cui gli AD di Trenitalia e RFI. Dovrebbe vergognarsi fino all’ultimo giorno di vita per l’arroganza, le offese, i ricatti, le minacce, le provocazioni alle Vittime, ai familiari, a ferrovieri. L’avvocato di Moretti, D’Apote, sostiene anche che il suo cliente non si occupa né di treni, né di binari?! Di cosa avrebbe dovuto parlare questo pomeriggio il cavalier Moretti, in coerenza con la sua difesa di balocchi e...babbalocchi? Ma viene invitato ad un Congresso dove si dovrebbe parlare, invece, anche di sicurezza, di salute, di condizioni di lavoro, di occupazione... Dal 2007 ad oggi, sui binari hanno perso la vita 43 lavoratori, l’ultimo un giovane manovratore di 34 anni, schiacciato dal treno di notte e solo, morto a poche decine di metri da qui, il 12 gennaio scorso. E le vittime delle “porte killer”, e i ragazzi travolti dai treni a causa della chiusura e dello smantellamento di stazioni, fermate, annunci, ausiliari, personale di servizio...cioè di “anticorpi” che, in qualche misura, garantivano quella sicurezza che oggi è venuta meno. Moretti ha esercitato una politica di abbandono della sicurezza, ha devastato il trasporto regionale e pendolare, ha tagliato decine di migliaia di posti di lavoro, ha peggiorato le condizioni di lavoro dei ferrovieri ancora in servizio, ha sospeso e licenziato ferrovieri e delegati RLS/RSU per la “colpa” di essere impegnati sulla sicurezza o, addirittura, per essersi schierati con i familiari di Viareggio. Cosa altro deve combinare per essere dimesso? E invece, dopo la strage del 29 giugno 2009, è stato rinominato AD delle FSI: a luglio 2010 dal governo Berlusconi, ad agosto 2013 dal governo Letta. A Viareggio sono state raccolte 10.000 firme per le sue dimissioni, ma questa sovranità popolare è stata calpestata. Ieri abbiamo ufficializzato per scritto la richiesta d’intervento di Daniela Rombi, presidente dell’Associazione dei familiari, e di un rappresentante dell’Assemblea 29 Giugno. SIAMO QUI FUORI AD ATTENDERE CHE LA RICHIESTA SIA ACCOLTA. La nostra protesta, di familiari, lavoratori, cittadini, sindacalisti..., vi ha “convinto” ad annullare la presenza di Moretti e del ministro Lupi per “evitare possibili tensioni”. Ancora non avete capito che il vero problema è Moretti e non i familiari. Dopo quello che abbiamo subìto dovremmo stare a casa a piangere...NO, rivendichiamo sicurezza, verità e giustizia. Voi dovreste stringervi attorno a noi, accogliere le nostre richieste, solidarizzare con noi, sostenerci, unirvi alla nostra lotta, anziché continuare a corteggiare Moretti & soci. Non lo capite che essere impegnati e mobilitati vuol dire “servire” nel migliore modo possibile i nostri cari; vuol dire sentirci utili affinché non siano dimenticati e perché questa immane tragedia, che ha distrutto la nostra vita, non abbia a ripetersi mai più? Per Moretti quel disastro ferroviario è stato uno “spiacevolissimo episodio”, per noi è stata la fine del mondo... I nostri bambini, le nostre ragazze, i nostri cari, non hanno avuto il tempo di conoscere il mondo, è nostro compito farli conoscere al mondo. Con immenso dolore e con la dignità e la volontà di essere protagonisti di questa battaglia, vi invitiamo ad unirvi alla nostra lotta per un mondo migliore. 2 aprile 2014 Associazione “Il mondo che vorrei” Assemblea 29 Giugno --------------------From: Enrico Cardinali [email protected] To: Sent: Thursday, April 03, 2014 9:48 PM Subject: APPELLO PER LA LIBERAZIONE DEI CORPI E DEL DISSENSO POLITICO Da: http://quaderni.sanprecario.info Proponiamo all’attenzione di tutti questo appello firmato da alcuni intellettuali e attivisti europei e non solo per denunciare il clima di crescente intimidazione e repressione presente in Italia e in Europa. Clamoroso è il caso della lotta in Val di Susa, dove attualmente quattro giovani sono sottoposti a un regime carcerario di isolamento, accusati di “terrorismo”, e 54 persone si trovano sotto processo per aver manifestato, in forme diverse, il loro dissenso contro il proseguo dei lavori per l’Alta Velocità a cui da venti anni si oppongono le comunità della zona. Non basta: altri episodi diffusi di repressione del dissenso e del diritto a manifestare ci allarmano grandemente. Promotori di tale iniziativa sono gli iscritti alla lista Effimera, variegata realtà di ricerca e di pensiero internazionale, nata dopo l’esperienza di UniNomade 2.0. Chiediamo a tutti coloro che hanno a cuore la libertà di espressione e di critica di appoggiare questa presa di parola che ha lo scopo di ribadire il diritto all’autodeterminazione dei corpi e dei territori al di fuori delle imposizioni e delle logiche del capitalismo finanziario contemporaneo. Per firmare: [email protected] A seguire l’appello. ***** Foucault, in una lezione tenuta nel 1978 al Collège de France, scrive che oggi l’arte del governare “ha per bersaglio la popolazione, per forma principale di sapere l’economia politica, per strumenti tecnici essenziali i dispositivi di sicurezza”. Se questo è il piano dentro il quale ci muoviamo, oggi stiamo assistendo a un salto di qualità dei dispositivi di sicurezza. Osserviamo una complessiva e sottile involuzione autoritaria della società italiana ed europea, dove il conflitto viene patologizzato e interiorizzato e vige la repressione di ogni politica affermativa e di ogni pratica di autonoma gestione di corpi, relazioni, territori. In particolare, ci allarma e ci preoccupa il clima di controllo di un neocapitalismo particolarmente violento nei confronti degli attivisti del movimento No TAV in Val di Susa. Quattro giovani, Claudio, Chiara, Mattia e Niccolò, sono da dicembre in carcere accusati di terrorismo. Altri 54 attivisti No TAV sono sotto processo per i fatti relativi alle manifestazioni del 27/06/11 e del 03/07/11, attualmente in corso presso la IV Sezione del Tribunale di Torino, in condizioni in cui, come denunciato pubblicamente dagli avvocati della difesa, si consta “l’oggettiva impossibilità di garantire, nelle attuali condizioni, un sereno e concreto esercizio del diritto di difesa”. Anche in altre città italiane (Bologna, Milano, Padova, Roma, Treviso, Napoli) negli ultimi mesi sono state emesse ordinanze di “divieto di dimora”, “arresti domiciliari”, “obblighi di firma” destinati a coloro che, più di altri, hanno manifestato dissenso politico. Noi vediamo nell’esplicarsi di tali durezze fuori misura, il volto di un potere che ha cambiato natura: lontano e dittatoriale, repressivo e dunque “esterno” rispetto alle culture, ai corpi, ai volti, ma contemporaneamente vicino e “intimo”, capace di effettuare un’integrale cattura dell’anima, reclamando di volerla orientare attraverso dispositivi ambientali ed economici che favoriscono l’adesione alla “norma” oppure, viceversa, pronto a espellere, imprigionare, scartare qualsiasi elemento che alla “norma” non voglia adeguarsi. Un’intera valle e tutta la sua popolazione da quasi venti anni resistono al destino stabilito dalle logiche dello sfruttamento intensivo neoliberista, sordo a ogni desiderio, insensibile ai bisogni della vita e al rispetto dell’ambiente, interessato solo alla razionalizzazione capitalistica dell’esistenza, al calcolo di investimenti in grandi opere inutili ed irragionevoli che debbono essere il più possibile soltanto una fonte di denaro. Di fronte alla fermezza con cui la decisione unilaterale sulla sorte della Val di Susa viene da decenni presentata come una funzione che sottomette tutti i comportamenti agli interessi economici, le comunità hanno messo in gioco i propri corpi, diventando un modello di testarda resistenza alle ragioni del capitalismo-finanziario per il Paese nella sua interezza e anche oltre i confini nazionali. Siamo in presenza di regole oscene che autorizzano a imprigionare quattro ragazzi poiché “l’azione terroristica è idonea ad arrecare danno d’immagine all’Italia” e, aspetto particolarmente significativo, siamo di fronte alla pubblica rivendicazione del lato indecente di questa repressione, con la complicità dei principali media e di buona parte del milieu intellettuale italiano (con poche, ma significative, eccezioni). Per queste ragioni noi firmando chiediamo l’immediata liberazione degli attivisti imprigionati dietro accuse strumentali e gigantesche. Pensiamo che la moltitudine che si solleva in Val di Susa trasgredisca solo la logica imperante del “capitale umano”. Questi giovani mettono in gioco le proprie vite, rifiutando l’idea della libertà come libera accettazione di una scelta obbligata; hanno sottratto la propria libertà al calcolo, per affidarla alla manifestazione di un’idea. Non c’è politica che non cominci da lampi come questi, vogliamo ricordarlo. Essi sono i lampi dell’intelligenza e del coraggio imprendibile dell’umanità, gli unici capaci di far tremare la presunta solidità del biopotere contemporaneo. Noi dunque pensiamo che l’avvenire della politica stia nella fedeltà a questi lampi cui chiunque può partecipare, purché sia disposto a mettere davvero in gioco se stesso. -------------------From: Assemblea Lavoratori [email protected] To: Sent: Friday, April 04, 2014 11:06 AM Subject: TELECOM: QUATTRO LAVORATRICI VINCONO CAUSA CONTRO “LA SEDE GHETTO PER DISABILI” Da: http://www.ilfattoquotidiano.it Telecom, quattro lavoratrici vincono causa contro “la sede ghetto per disabili”. La compagnia ha trasferito in un solo ufficio romano un elevato numero (43,7%) di lavoratori tutelati dalla legge 104. Il tribunale annulla il trasferimento per quattro di loro: “Scelta discriminatoria”. La società: “Tuteliamo la salute dei dipendenti”. Ma per il giudice è il tentativo di concentrare e cedere un ramo d’azienda. di Stefano De Agostini 3 aprile 2014 “Telecom ghettizza i lavoratori disabili”. Il tribunale di Roma non usa giri di parole per descrivere l’atteggiamento della compagnia telefonica nei confronti di quegli operatori che il giudice ritiene trattati come “lavoratori di serie B”. Un’accusa rispedita al mittente dalla società, che anzi rivendica l’impegno a tutelare la salute del proprio personale. Al centro della vicenda la causa patrocinata dall’avvocato Michelangelo Salvagni, che quattro lavoratrici Telecom hanno intentato, e vinto, contro l’azienda. Le signore, tutte abitanti a Roma, sono beneficiarie della legge 104, il provvedimento che tutela le persone con handicap e chi si occupa di loro. Le dipendenti, infatti, si devono prendere cura di parenti (chi il figlio, chi la madre) affetti da gravi disabilità. La legge prevede che “il lavoratore ha diritto a scegliere, ove possibile, la sede più vicina al domicilio della persona da assistere e non può essere trasferito senza il suo consenso ad altra sede”. E proprio qui sta il motivo del contendere. Telecom ha trasferito le quattro dipendenti in una divisione con sede prima in via Aurelio Saliceti, poi in via Oriolo Romano, a Roma. Si tratta di una struttura “Document Advanced Center” (DAC), che si occupa dei servizi di call center e back office, cioè attività impiegatizie. Ma le signore si sono opposte a questa decisione, portando l’azienda in tribunale per rivendicare il proprio diritto a scegliere il luogo di lavoro più adatto alle proprie esigenze. “Siamo state trasferite senza lettera, con una comunicazione verbale” - spiega Elena Lucà, una delle lavoratrici che hanno vinto la causa - “Ho chiesto esplicitamente di avere delle motivazioni scritte, ma non mi hanno dato niente”. Così il tribunale, richiamando il già citato passaggio della legge 104, con una sentenza di primo grado ha annullato i trasferimenti e ordinato il reintegro delle lavoratrici nelle sedi di provenienza con le precedenti mansioni. Sotto accusa non è solo il trasferimento in sé, ma la stessa struttura di via Saliceti. “L’ambiente di lavoro è allucinante” - racconta la signora Lucà - “Buona parte dei lavoratori di quella è portatore di handicap. Concentrare in uno stesso ufficio un numero così elevato di persone problematiche determina una situazione difficilmente gestibile”. La sentenza del tribunale di Roma conferma questo quadro. E dà i numeri: il 43,75% degli operatori di via Saliceti, si legge nel documento, beneficia della legge 104, mentre nelle altre sedi romane la media si ferma a quota 11 per cento. La concentrazione di questi soggetti è frutto di un’operazione relativamente recente: a partire da luglio 2010, prosegue il tribunale, l’azienda ha trasferito in questa sede “una percentuale di dipendenti in condizione di invalidità, handicap o assistenti di handicap pari al 36,25 per cento”. Il tribunale sottolinea “l’oggettiva discriminatorietà della scelta datoriale”: la decisione di Telecom, secondo il giudice, “opera una sorta di ghettizzazione tra lavoratori di serie A (quelli ad alta produttività) e di serie B (quelli che per gravi problemi di salute personali o assenze a causa di familiari portatori di handicap hanno una minore resa)”. L’azienda fornisce una differente versione dei fatti. “Può accadere” – spiegano da Telecom – “che alcune persone, nel corso del tempo, siano ritenute inidonee dai medici competenti, o dagli enti pubblici preposti” alle attività in linea con il cliente. In questi casi, la società, “a tutela della salute dei propri dipendenti, inserisce tale personale su lavorazioni impiegatizie, attività queste normalmente prive di rischi specifici per il lavoratore”. E queste lavorazioni prive di rischi sarebbero proprio quelle svolte in via Saliceti. Di altro avviso, invece, il giudice del lavoro di Roma. La funzione DAC fa parte di una divisione più ampia, chiamata Caring Services, che gestisce appunto le attività in linea con il cliente. E Telecom aveva deciso che proprio questo settore sarebbe stato oggetto di una societarizzazione, cioè di uno scorporo dall’azienda madre per costituire un’unità produttiva autonoma. L’operazione, in accordo con i sindacati, nel marzo 2013 è stata sospesa per un anno. Perciò, scaduti i termini dell’intesa, ora torna tutto in discussione e i lavoratori temono la vendita della divisione. “Vi sono fondati elementi” – scrive a proposito il giudice – “onde ritenere che l’imbarco forzato in massa presso tale sede di dipendenti con dedotti problemi personali o familiari preluda al preconfezionamento di un ramo d’azienda che sarà oggetto di cessione”. Insomma, i “lavoratori di serie B” sarebbero ghettizzati, impacchettati e imbarcati su una scialuppa destinata ad andare alla deriva. Un quadro che, anche in questo caso, l’azienda sembra volere allontanare. Da Telecom fanno sapere che la funzione DAC, nel novembre 2013, “è stata oggetto di un importante investimento aziendale” e di un potenziamento dell’organico “che ha comportato e comporterà nel futuro un’importante opera di internalizzazione di attività prima affidate all’esterno a salvaguardia dei livelli occupazionali”. --------------------From: Carlo Soricelli [email protected] To: Sent: Friday, April 04, 2014 9:27 PM Subject: SE LA POLITICA E IL GOVERNO NON SI OCCUPERA’ CONCRETAMENTE DELLE MORTI SUL LAVORO INIZIERO’ TRA POCHI GIORNI UNO SCIOPERO DELLA FAME BASTA, NON NE POSSO PIU’ DI LAVORARE CON L’OSSERVATORIO SENZA OTTENERE NESSUN INTERESSAMENTO DELLA POLITICA. TRA POCHI GIORNI INIZIO UNO SCIOPERO DELLA FAME SE NON VEDO IL GOVERNO MUOVERSI CONCRETAMENTE SU QUESTO FRONTE. MORTI SUL LAVORO IN ITALIA NEL 2014. Con i 9 morti sui luoghi di lavoro nelle ultime 48 ore siamo a + 27% rispetto al 4 aprile del 2013. Sono 132 i morti per infortuni sui luoghi di lavoro dall’inizio dell’anno. Se si aggiungono i morti sulle strade, in itinere e di categorie con assicurazioni proprie pensiamo si superino già i 260 morti complessivi (stima minima), ma per molte ragioni è impossibile avere un numero certo di vittime, soprattutto di lavoratori con Partita IVA individuale che muoiono sulle strade e che sono classificati come “morti per incidenti stradali” mentre invece stanno lavorando o sono in itinere. Ma le morti sui luoghi di lavoro che segnaliamo sono tutte documentate. Dal 9 di marzo aspettiamo gli interventi del Primo Ministro Renzi e dei Ministri Poletti e Martina. Come tutti gli anni con l’arrivo del bel tempo ricomincia la strage di agricoltori schiacciati dal trattore e di edili che cadono dall’alto. Non ci risultano interventi mirati da parte di nessuna istituzione. Aspettiamo dal Primo Ministro Renzi, dai Ministri del Lavoro Poletti e delle Politiche Agricole Martina, d’intervenire immediatamente per far cessare questa carneficina dovuta all’indifferenza. Non abbiamo ottenuto nessuna risposta. Da quell’appello del 9 marzo sono morti 22 agricoltori schiacciati dal trattore. Ad oggi a guidare questa triste classifica è la Lombardia con 14 morti, seguono Lazio e Piemonte con 13 morti, Veneto 12 morti, Sicilia 11 morti, Toscana 10 morti, Emilia Romagna 9 morti, Puglia 7 morti, Trentino Alto Adige e Marche 6 morti, Campania 5 morti, Friuli Venezia Giulia e Umbria 4 morti, Liguria, Abruzzo e Calabria 3 morti, Sardegna e Molise 1 morto. Non sono segnalati a carico delle province le morti di autotrasportatori sulle autostrade. Carlo Soricelli Osservatorio indipendente di Bologna morti sul lavoro http://cadutisullavoro.blogspot.com --------------------From: Cobas Pisa [email protected] To: Sent: Saturday, April 05, 2014 9:33 AM Subject: DALLA PARTE DEI PRECARI...SEMPRE E COMUNQUE Il Governo Renzi ha deciso, in accordo con la Confindustria, di precarizzare il lavoro rafforzando il ricorso a tempo determinato senza alcuna casuale fino a 36 mesi. Il tempo determinato potrà riguardare in un azienda il 20% della forza lavoro complessiva. Non avrà per caso imparato dall’ERSU di Pietrasanta (LU) e dalle aziende dell’igiene ambientale? Parrebbe proprio di sì e molti di questi precari sono anche il risultato di accordi sindacali sbagliati, di fusioni tra società con contratti a tempo indeterminato, trasformatisi in contratti precari e a tempo determinato (Pioppogatto per esempio). Impietosa è la fotografia del settore con una ottantina di lavoratori impiegati in varie aziende della costa nord ovest Toscana che attendono la stabilizzazione dei contratti avendo subito nel corso degli anni rinnovi a tempo determinato al ribasso (livelli inferiori, meno ore e perdita salariale). I Comuni strillano contro i Patti di stabilità, ma poi i loro rappresentanti in Parlamento li sottoscrivono. Eppure ci sono settori come quelli legati ai beni comuni, all’ambiente, alla manutenzione dei territori che dovrebbero restare fuori da patti e vincoli che hanno impedito, negli ultimi 5 anni, la regolarizzazione di questi lavoratori senza i quali i servizi alla cittadinanza non sarebbero stati erogati. L’Autorità per il servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani (ATO Costa) è costituita da 102 comuni Toscani. Da due anni a questa parte i suoi sforzi si sono concentrati quasi esclusivamente alla gara per trovare il socio privato rinunciando di fatto a una gestione diretta delle problematiche inerenti l’igiene ambientale (dall’ammodernamento dei mezzi di lavoro, al potenziamento della differenziata costruendo una filiera industriale a zero impatto ambientale, facendo chiarezza sui rapporti di lavoro). E’ arrivato il momento delle scelte e degli investimenti a partire dalla trasformazione dei contratti da tempo determinato a indeterminato. Del resto i precari rientrano in quella previsione di organico prevista in vista del 1 gennaio 2015 quando arriverà il nuovo gestore unico dell’ATO Reti Ambiente. Il settore pubblico e i Comuni in primis hanno quindi il dovere morale di regolarizzare i contratti e nello stesso tempo dovranno impedire che nel calcolo della forza lavoro necessaria all’ATO restino fuori anche quelle cooperative che negli appalti operano da anni. Basta con le gare senza clausole sociali a salvaguardia dei lavoratori che operano da anni nel settore! I Comuni non possono demandare ad ATO e al futuro socio privato la soluzione del problema, per questo nelle aziende a capitale misto il compito dei Comuni dovrà essere quello di salvaguardare l’occupazione e i servizi e non i margini di profitti delle aziende. COBAS LAVORO PRIVATO PISA mail: [email protected] web: www.cobaspisa.it --------------------- From: Maurizio Marchi [email protected] To: Sent: Sunday, April 06, 2014 7:37 PM Subject: CONTRO LO SVERSAMENTO DELLE ACQUE RADIOATTIVE DEL REATTORE MILITARE DI PISA Corteo sabato 3 maggio ore 15 piazza Sant’Antonio a Pisa. Comitati, cittadini, associazioni sono caldamente invitati ad organizzarsi per partecipare. Stanno versando acque radioattive della piscina del piccolo reattore CISAM di Pisa nel Canale dei Navicelli, che unisce Pisa con Livorno. Stanno facendo un importante esperimento sul modo in cui reagisce la popolazione alle prime operazioni di smantellamento del vecchio nucleare, per poi passare alle grandi dismissioni di Caorso, Trino, Garigliano, Latina, Saluggia ecc. Per ora la popolazione non reagisce (l’esperimento va loro bene...) Facciamoci sentire il 3 maggio a Pisa !! Maurizio Marchi www.medicinademocraticalivorno.it --------------------From: Senzapatria News [email protected] To: Sent: Sunday, April 06, 2014 8:00 PM Subject: CONTRO IL JOBS ACT DEL GOVERNO RENZI aprile 4, 2014 UN MODELLO DEVASTANTE DI ULTERIORE PRECARIZZAZIONE Quello che sta imponendo il governo Renzi è un ulteriore pesantissimo attacco al diritto al lavoro che si aggiunge a quel disastro di precarizzazione già prodotta dalle leggi dei governi precedenti attraverso il pacchetto Treu, la legge Biagi e la legge Fornero che hanno messo in ginocchio la classe lavoratrice (contratti a termine, a progetto, a partita iva, interinali, ecc.). La crisi che stanno pagando le lavoratrici e i lavoratori è la diretta conseguenza delle politiche messe in atto dalle classi dirigenti che hanno cancellato le loro principali conquiste con la complicità di CGIL, CISL e UIL. Il governo Renzi, per tutta risposta, fa un decreto per pigiare ancor più il piede sull’acceleratore di una precarizzazione selvaggia: apprendistato senza regole che indichino il percorso formativo, azzerando ogni obbligo di assunzione (finora previste almeno un terzo) con riduzioni di salario fino al 35%; eliminazione nei contratti a termine di ogni obbligo di indicare la causalità e la giustificazione formativa dagli attuali 12 mesi fino ad arrivare a 36 mesi della nuova normativa. E’ in preparazione un nuovo decreto che prevede la cancellazione dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori per i primi 3 anni nei contratti a tempo indeterminato, costringendo i lavoratori a tale lunghissimo periodo di prova. Si vuol imporre per legge l’accordo sottoscritto da CGIL, CISL e UIL e Confederali sulla rappresentanza sindacale, subordinandola alla accettazione dei contratti e ad accordi che verranno sottoscritti dai sindacati di Stato, con divieto di scioperare contro. In questo scenario la concessione per una parte dei lavoratori di un aumento dichiarato di 80 euro (tutto da verificare) è la moneta di scambio per legittimare un ulteriore massacro nella precarizzazione del lavoro e di un ulteriore taglio, nel recupero delle risorse, dei servizi essenziali (vedi sanità) e taglio di circa 85 mila lavoratori nel pubblico impiego. Viene imposto un rimedio peggiore del male, alimentando ulteriori guadagni a favore dei privati: continua quel processo in atto dove “i ricchi arricchiscono e i poveri impoveriscono”. La nostra risposta deve essere forte e risoluta: cancellazione di ogni forma di precariato adeguamento salari e pensioni al costo della vita riduzione di orario di lavoro e di anni per il diritto alla pensione diritto alla casa, alla salute, all’istruzione, al trasporto gratuito diritto di sciopero sempre e ovunque autorganizzazione delle lotte, unità dei lavoratori e del sindacalismo conflittuale Unione Sindacale Italiana – Asociación Internacional de los Trabajadores http://www.usi-ait.org --------------------From: Damiano Zorzo [email protected] To: Sent: Monday, April 07, 2014 2:29 PM Subject: CORTE POPOLARE RHO 12/04/14 ASSEMBLEA SUL JOBS ACT E CENA POPOLARE SABATO 12 APRILE ALLA CORTE POPOLARE DI BIRINGHELLO (RHO) Ore 15.00 COSTRUIAMO L’OPPOSIZIONE AL GOVERNO RENZI! Quali effetti avrà il Jobs Act sulle condizioni di vita di lavoratori e disoccupati? Quali effetti avranno i tagli annunciati in cambio di 80 euro sulla busta paga? Cosa prevede la neo riforma del lavoro? Le linee Guida del Governo Renzi sono chiare: precarietà, flessibilità e tagli ai servizi basilari. Assemblea pubblica per i lavoratori e i disoccupati della zona. Interviene Elisa Barbieri (avvocato del lavoro). Organizzano Collettivo La Sciloria e Si Cobas Rho. Ore 20.00 CENA POPOLARE Su prenotazione a [email protected] (specificare se vegetariani) Menù Antipasti: Crostino di marmellata al peperoncino, antipasto di verdura, spiedino di sarde, pomodoro, zucchina e olive Primo: Conchiglie piccanti alle melanzane Secondo: Pollo fritto con insalata di cicoria alla mimosa Per i vegetariani fetta di plum-cake agli asparagi Dolce: Fetta di cheesecake al limone con spiedino di frutta Ore 22.00 4° APPUNTAMENTO CON LA RASSEGNA “BLUES IN CORTE” Yellow Frogs in concerto (Blues). Corte Popolare Via Umbria 8 Rho (frazione Biringhello) www.collettivolasciloria.org --------------------From: AIEA Paderno Dugnano [email protected] To: Sent: Monday, April 07, 2014 6:11 PM Subject: 5 PER MILLE PER L’AIEA Buongiorno, vi informo che è possibile devolvere il vostro 5 per mille a favore della Associazione Italiani Esposti Amianto onlus. E’ sufficiente firmare nel riquadro “sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’articolo 10, comma 1, lettera a) del D.Lgs.460/97”, inserendo il codice fiscale 97430780151. Grazie Lorena Tacco --------------------From: AIEA Vicenza [email protected] To: Sent: Monday, April 07, 2014 7:55 PM Subject: 28 APRILE GIORNATA MONDIALE VITTIME AMIANTO A seguire informazione sull’evento del 28 aprile 2014 “Giornata mondiale vittime amianto”. Un saluto Maria Chiara Rodeghiero AMIANTO KILLER SALUTE AMBIENTE BONIFICA Liberiamoci dall’amianto Assemblea pubblica ore 15.00 – 18.00 Funzione religiosa Duomo di Cavazzale Intervengono: dottor Roberto Bronzato - ASL SPISAL dottor Francesco Basso e dottor Alessandro Bizzotto - ARPAV onorevole Andrea Zanoni - Parlamento Europeo avvocato Edoardo Bortolotto e avvocato Paolo Pentella Coordina: Maria Chiara Rodeghiero - Associazione Italiana Esposti Amianto Onlus Vicenza Comune Monticello Conte Otto IV Sala Civica Giovanni Bressan (Ex Biblioteca) 28 aprile 2014 Giornata mondiale vittime amianto Medicina Democratica AIEA Onlus --------------------From: Voci della Memoria [email protected] To: Sent: Monday, April 07, 2014 9:20 PM Subject: DA ARQUATA SCRIVIA A LIVORNO, LA DIGNITA’ NON SI FERMA. Car* Tutt*, con ancora negli occhi e nel cuore le ore vissute sabato fra Casale Monferrato e Arquata Scrivia, anche se sono passate già più di 48 ore è difficile fare un bilancio puntuale e completo di ciò che è “l’affaire Terzo Valico”. Ci siamo dentro da due anni abbondanti, da quando cioè i primi Comitati ci coinvolsero in ragione del fatto che il pericolo amianto era per loro qualcosa di poco conosciuto e poco sembra essere cambiato visto che, ahinoi, ad oggi un Protocollo Amianto per i lavori di scavo non sembra esistere ancora. I giornali e le televisioni nazionali hanno, tranne poche eccezioni come nel link qua di seguito, ridotto il tutto ad un fatto di cronaca: così non è! https://www.youtube.com/watch?v=CsjKwWZlopU E’ stata una Marcia Popolare che, una volta di più, ha unito diverse Comunità che da Alessandria a Genova, con la solidarietà di Brescia, Asti, la Val di Susa e Casale Monferrato, continua a credere nella democrazia e a chiedere il rispetto dell’Ambiente. Qua le immagini, belle, come sempre messe sul sito alla velocità della luce: http://www.vocidellamemoria.org/foto-a-persone.html Comunque neanche il tempo di metabolizzare che bisogna ripartire: Livorno chiama! Il 10 aprile 1991, infatti, nelle acque antistanti il porto di Livorno si verificò una delle più dolorose tragedie della marineria italiana: ben 140 persone persero la vita nel rogo seguito alla collisione della nave Moby Prince con la petroliera AGIP Abruzzo. Il 10 aprile 2014 saremo al fianco di Loris Rispoli e di tutti coloro che non dimenticano, perché noi siamo 141. Livorno, 10 aprile 2014 23° anniversario tragedia Moby Prince Manifestazioni alle quali sarà presente una delegazione di Voci della Memoria Casale Monferrato: ore 15:30 Palazzo Civico, orazione in Sala Consiliare; ore 17:00 Corteo per le vie cittadine da Palazzo Civico al Porto; ore 18:00 Andana degli anelli, lettura dei nomi delle 140 Vittime e lancio delle rose in mare; ore 21:00 Cinema La Gran Guardia, Via del Giglio, 18 Livorno proiezione “Centoquaranta la strage dimenticata” di Manfredi Lucibello (produzione Pulsemedia Distribuzione internazionale Berta). Alla proiezione del film “Centoquaranta la strage dimenticata” sarà presente il regista ed alcuni esponenti delle associazioni dei familiari delle vittime. La scheda del film è al link: http://www.cinemaitaliano.info/centoquarantalastragedimenticata A seguire la locandina delle manifestazioni ufficiali. Associazione Voci della Memoria Sito: http://vocidellamemoria.org Facebook: http://it-it.facebook.com/group.php?gid=112085158810040 ***** Regione Toscana Comune di Livorno Provincia di Livorno Associazione 140 MOBY PRINCE: 140 MORTI NESSUN COLPEVOLE Per non dimenticare Livorno, 10 Aprile 2014 23° anniversario tragedia Moby Prince Mercoledì 9 Aprile ore 21.00 Teatro C. Via Terreni 1 Io sono 141 - Lettura collettiva dal libro “Ventanni - verità privata del Moby Prince” di Francesco Sanna a cura dell’Associazione Effetto Collaterale Giovedì 10Aprile ore 10.00 Teatro C. Via Terreni 1 Proiezione documentario “Centoquaranta la strage dimenticata” di Manfredi Lucibello ore 12.00 Cattedrale Funzione religiosa ore 15.30 Palazzo Civico, Sala Consiliare Saluto del Sindaco alle Autorità ed ai familiari delle vittime ore 17.00 Partenza corteo dal Palazzo Civico al Porto ore 18.00 Andana degli Anelli Deposizione del cuscino di rose del Presidente delta Repubblica e corona di alloro Lettura dei nomi delle vittime Lancio di rose in mare Informazioni Ufficio Programma del Sindaco e Relazioni Istituzionali telefono 0586 820 441 - 0586 820 261 fax 0586 820 444 mail: [email protected] web: www.comune.livorno.it --------------------From: USB Perugia [email protected] To: Sent: Monday, April 07, 2014 9:22 PM Subject: BASTA TAGLI ALLA SANITA’: CE LO CHIEDE L’EUROPA! Una bocciatura senza appello quella che arriva dall’OCSE alla “spending review”, targata Cottarelli, applicata alla spesa sanitaria pubblica. Nel merito la nota, curata dalla Divisione Salute dell’OCSE, non ci dice nulla di più che già non sia parte consistente delle nostre battaglie a difesa del diritto alla salute e al welfare: l’Italia ha una spesa sanitaria pubblica oltre un terzo inferiore alla media dei paesi dell’area euro considerati nella “spending review” e il divario è triplicato dall’inizio degli anni 2000 (12% nel 2000, 36% oggi); il livello di prestazioni sanitarie erogate in Italia è sensibilmente inferiore alla quasi totalità degli altri paesi dell’area euro considerati: 73% in meno di quelle tedesche, 64% in meno di quelle olandesi e 48% in meno di quelle francesi; l’andamento della spesa sanitaria pubblica dal 2009 è in linea con l’andamento della spesa pubblica totale, come nella maggior parte degli altri paesi. A seguire il volantino completo. Lunedì, 7 aprile 2014 Unione Sindacale di Base - Pubblico Impiego ***** BASTA TAGLI ALLA SANITÀ: CE LO CHIEDE L’EUROPA! Una bocciatura senza appello quella che arriva dall’OCSE alla spending review, targata Cottarelli, applicata alla spesa sanitaria pubblica. Nel merito la nota, curata dalla Divisione Salute dell’OCSE, non ci dice nulla di più che già non sia parte consistente delle nostre battaglie a difesa del diritto alla salute e al welfare: l’Italia ha una spesa sanitaria pubblica oltre un terzo inferiore alla media dei paesi dell’area euro considerati nella “spending review”, e il divario è triplicato dall’inizio degli anni 2000 (12% nel 2000, 36% oggi); il livello di prestazioni sanitarie erogate in Italia è sensibilmente inferiore alla quasi totalità degli altri paesi dell’area euro considerati: 73% in meno di quelle tedesche, 64% in meno di quelle olandesi e 48% in meno di quelle francesi; l’andamento della spesa sanitaria pubblica dal 2009 è in linea con l’andamento della spesa pubblica totale, come nella maggior parte degli altri paesi. Il giudizio chiama naturalmente in causa tutti i governi che si sono succeduti, almeno dal 2000 ad oggi, e che hanno prodotto oltre 25 miliardi di tagli alla sanità pubblica, tradotti in mancati finanziamenti, taglio dei servizi (60.000 posti letto in meno), aumento dei ticket (4 miliardi annui a carico dei cittadini), allungamento delle liste d’attesa ecc.; ma il monito alla “spending review” sanitaria e per estensione, diciamo noi, al Patto per la salute che si appresta a tagliare ulteriori 10 miliardi chiarisce, semmai ce ne fosse bisogno, la situazione di crescente svantaggio in cui versa il Sistema Sanitario Nazionale rispetto ai sistemi sanitari di altri maggiori paesi europei; il rischio di esacerbare le differenze osservate con ulteriori ripercussioni sull’accesso, in particolare dei gruppi più svantaggiati, sui livelli e sulla qualità dell’assistenza sanitaria. Vale la pena ricordare che per “gruppi svantaggiati”, come li chiama l’OCSE facendo uso spregiudicato dell’eufemismo, si intende il 15% della popolazione italiana; una cifra destinata a crescere, non per colpa di un destino cinico e baro, ma come diretta conseguenza delle politiche d’austerità imposte dall’Unione Europea, dalla Banca Centrale e da quel Fondo Monetario Internazionale di cui Cottarelli è fedele servitore! Ma quello che più dovrebbe colpire della nota OCSE, oltre al risalto di una certa incompetenza dell’italica “classe dirigente”, è la stroncatura di uno degli architrave della “spending review”: il famigerato Benchmark (parametro di riferimento) assurto, insieme ai costi standard, a mantra salvifico delle casse italiane. Dice l’OCSE che il Benchmark proposto (5,25% del PIL) per la spesa sanitaria pubblica non è compatibile con il modello di SSN esistente in Italia. In particolare la scelta di un indicatore di spesa sanitaria in rapporto al PIL non è particolarmente utile nel confronto tra i paesi a reddito elevato. La definizione di un Benchmark svincolato da considerazioni relative alla natura della spesa sanitaria può portare a sottostimare le conseguenze delle riduzioni di spesa proposte. Del resto, già ora che la spesa sanitaria italiana rappresenta il 7,05% del PIL, contro il 7,28% della media dei paesi dell’Eurozona, si rileva che lo scostamento relativamente modesto nella percentuale di spesa sanitaria rispetto al PIL tra Italia e altri paesi europei, cela differenze di portata molto maggiore nei livelli effettivi di spesa, anche tenendo conto dei rispettivi livelli dei prezzi. Già la metà basterebbe, ma è il crescendo finale che più di tutto chiarisce: il Benchmark non trova corrispondenza nei paesi ai quali l’Italia si può paragonare, per livello di sviluppo economico e sociale, e per modalità di organizzazione del sistema sanitario. Nell’intera area OCSE (30 paesi) sono solo 6 i paesi che hanno una spesa pubblica inferiore al 5,25% del PIL (Cile, Corea, Polonia, Estonia, Ungheria e Lussemburgo). In generale questo valore non può essere considerato un riferimento per valutare la congruità della spesa pubblica in campo sanitario. Non ci sarebbe molto d’aggiungere se non che dentro questo rapporto OCSE c’è molto di più dello stato e delle scelte future del servizio sanitario pubblico di questo Paese. C’è la stroncatura di un metodo pseudoscientifico che dietro a inglesismi e apparente rigore tecnico nasconde come unico scopo la volontà di fare cassa sui servizi essenziali e sulla pubblica amministrazione sui quali si accanisce con la “spending review”; ci sono anni di cazzate sulla presunta insostenibilità di un welfare che invece si vuole smantellare per regalare ulteriori profitti a privati, banche e assicurazioni; ci sono anni di politiche liberiste praticate dai governi di “centrodestrasinistratecnici” in sprezzo ai ceti popolari, costretti a pagare una crisi che non hanno prodotto. Ma parla anche a chi, come noi, da sempre resiste e difende i servizi pubblici; ci dice che è ora di intensificare il conflitto, renderlo visibile, coinvolgere i cittadini, non solo per difendere il poco welfare rimasto ma per conquistarne di più e di nuovo. Lottare contro la “spending review” si deve: ce lo chiede l’Europa! 04/04/14 Federazione Nazionale USB Pubblico Impiego via dell’Aeroporto 129 00173 Roma telefono: 06 76 28 21 fax: 06 76 28 233 mail: [email protected] web: www.pubblicoimpiego.usb.it --------------------- From: Cobas Pisa [email protected] To: Sent: Tuesday, April 08, 2014 8:30 AM Suject: LO STRESS CAUSA DELLE ASSENZE SUL LAVORO Nei paesi dell’Unione Europea, la metà e oltre delle assenze sul lavoro (indipendentemente dal settore, sia esso pubblico o privato) è causato dallo stress accumulato nei posti di lavoro. Sono le condizioni di vita e di lavoro a determinare le cause che portano a diffusi malesseri e ad assenze Molteplici sono le cause dello stress, non solo la gerarchia e le imposizioni dei capi, il loro potere, spesso arbitrario, che determina condizioni di sfruttamento sempre meno sostenibili. Le assenze sono in aumento con l’acuirsi della crisi economica tanto è vero che la stessa UE sta lanciando una campagna per sensibilizzare aziende pubbliche e private L’Agenzia europea per la sicurezza e la salute al lavoro ha già diffuso alcuni dati sui costi a carico delle aziende, in media non meno di 3 settimane all’anno e spesso causa di licenziamenti e pensionamenti anticipato Lo stress è causa non solo di danni psicofisici ma di crescenti difficoltà alle imprese, per questa ragione l’UE sta cominciando a muoversi. --------------------From: Paola Armellini tramite Change.org [email protected] To: Sent: Tuesday, April 08, 2014 3:58 PM Subject: MIO FIGLIO E’ MORTO PER MONTARE UN PALCO Sono Paola, madre di Matteo, rigger morto durante il montaggio del mega palco per il concerto di Laura Pausini. A poco più di due anni dall’incidente che causò la morte di Matteo, la Procura della Repubblica presso il tribunale di Reggio Calabria, ha concluso la fase investigativa individuando sette persone alle quali viene contestato il reato di omicidio colposo. Abbiamo raccolto più di ottantamila firme, e vi ringrazio di cuore per aver firmato, ma dal Ministero del Lavoro ancora nessuna risposta. Chiediamo di nuovo insieme che le norme sulla sicurezza del lavoro e le norme sulle costruzioni attualmente in vigore siano integrate con proposte a tutela degli operai dello spettacolo. E’ ora di dire basta ai morti sotto i palchi! Vi chiedo di fare un ulteriore sforzo, ve ne sarò grata: Condividete su Facebook https://www.facebook.com/login.php?next=https%3A%2F%2Fwww.facebook.com%2Fsharer %2Fsharer.php%3Fsrc%3Dbm%26v%3D4%26i%3D1256214279%26u%3Dhttps%253A %252F%252Fwww.change.org%252Fit%252Fpetizioni%252Fsicurezza-per-gli-operai-deglispettacoli-live-mai-pi%2525C3%2525B9-morti-sotto-i-palchi%26t%3DPetizione%2B%257C %2BSICUREZZA%2BPER%2BGLI%2BOPERAI%2BDEGLI%2BSPETTACOLI%2BLIVE.%2BMai %2Bpi%25C3%25B9%2Bmorti%2Bsotto%2Bi%2Bpalchi%2521%2B%257C %2BChange.org&display=popup Inviate un tweet https://twitter.com/intent/tweet? original_referer=https://twitter.com/about/resources/buttons&text=Mamma%20di%20Matteo, %20morto%20x%20un%20palco,%20chiede%20tutela%20operai%20spettacolo %20%23bastamortisottopalchi%20change.org/matteo%20@cgilnazionale%20@cliclavoro Grazie, Paola Armellini tramite Change.org --------------------- From: Cobas Pisa [email protected] To: Sent: Tuesday, April 08, 2014 9:30 PM Subject: TRAGEDIA SUL LAVORO A MOLFETTA, LA RICOSTRUZIONE DELLA DINAMICA Da La Repubblica.it 8 aprile 2014 TRAGEDIA SUL LAVORO A MOLFETTA, LA RICOSTRUZIONE DELLA DINAMICA Un padre e due figli al lavoro, due vittime dopo un incidente: solo il ragazzo più piccolo alla fine si salverà grazie al gesto degli altri due che perdono la vita dopo averlo tirato fuori dal tombino dove era precipitato. Il video con la ricostruzione della dinamica dell’incidente al link: http://video.repubblica.it/edizione/bari/tragedia-sul-lavoro-a-molfetta-la-ricostruzione-delladinamica/162015?video=&ref=HREC1-4