IL PROCEDIMENTO UNIFICATO 1 definizioni 2 GOVERNO DEL TERRITORIO E’ l’insieme delle attività relative all’uso del territorio, con riferimento sia agli aspetti conoscitivi che a quelli normativi e gestionali, riguardanti la tutela, la valorizzazione e le trasformazioni delle risorse territoriali e ambientali. 3 SVILUPPO SOSTENIBILE La definizione di riferimento è quella formulata nel 1987 dalla Commissione “Ambiente e sviluppo” dell’ONU (Rapporto Brundtland) “Uno sviluppo in grado di soddisfare i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni” “Un processo nel quale lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico ed il cambiamento istituzionale sono tutti in armonia, ed accrescono le potenzialità presente e future per il soddisfacimento delle aspirazioni e dei bisogni umani” 4 Pianificare significa lavorare per per consolidare scenari futuri necessariamente definiti a partire da conoscenze, giudizi di valore e situazioni attuali. E’ inevitabile, quindi, che la pianificazione sconti significativi elementi di incertezza 5 SCENARIO è l’immagine di uno stato futuro desiderato, preso a riferimento per ipotesi di evoluzione di sistemi complessi. Uno scenario resterà una UTOPIA fino a quando non si individuano comportamenti, azioni, risorse, sinergie e percorsi per concretizzarlo. Questi sono sostanzialmente i compiti della pianificazione che, pertanto è un prerequisito indispensabile dell’azione.6 caratteristiche strutturali di un processo di pianificazione deve avere una struttura ciclica ripercorribile ogni qual volta serva; deve fondarsi su un percorso logico predefinito che leghi le diverse fasi della conoscenza, della definizione degli obiettivi, della individuazione delle azioni, della selezione delle possibili alternative, delle decisioni, dell’attuazione, del monitoraggio; deve permettere di attualizzare i suoi scenari / obiettivi per mantenerli sempre proiettati nel futuro; deve, quindi, permettere la verifica dei risultati predeterminando il monitoraggio e comprendendo necessariamente le fasi di gestione del piano. 7 Il percorso logico 8 GOVERNO DEL TERRITORIO decisione di procedere alla definizione / revisione del piano attualizzazione dello scenario gestione monitoraggio verifiche approvazione progetto di piano selezione e valutazione delle alternative possibili definizione dello scenario di riferimento definizione esplicita degli obiettivi definizione del quadro delle conoscenze e delle relazioni individuazione delle linee di azione e delle sinergie possibili / necessarie 9 La necessità di un metodo Un percorso logico individua e relaziona una sequenza di fasi che è opportuno rispettare per garantire la coerenza complessiva al processo di pianificazione ed evitare soluzioni di continuità fra i presupposti del piano e le scelte finali. Tuttavia la sola definizione di un percorso logico non è sufficiente a conferire tutti i requisiti fondamentali che dovrebbero caratterizzare processi di pianificazione per un governo del territorio orientato allo sviluppo sostenibile. L’insieme delle attività di pianificazione/programmazione/progettazione (PPP) si articola in modo assai complesso perché riguarda la definizione di STRUMENTI ATTI • Piano di Indirizzo Territoriale regionale • Piano Territoriale di Coordinamento provinciale • Piano Strutturale comunale • Regolamento urbanistico comunale • Piani complessi di intervento • Piani attuativi degli strumenti e inoltre, qualora incidano sugli strumenti del territorio determinandone modifiche o variazioni • i Piani e Programmi di settore • gli Accordi di Programma • gli altri atti della programmazione concordata 10 La necessità di un metodo Attraverso l’insieme di questi strumenti ed atti, si definiscono le scelte di governo del territorio ai diversi livelli istituzionali e nei diversi modi e settori di intervento. Ne consegue che le scelte che da essi derivano devono porsi, fra loro e nel complesso, in una relazione di coerenza e di sinergia. In particolare, per la scelta compiuta in Toscana e per gli obblighi derivanti dalle scelte a livello nazionale e comunitario, devono essere finalizzati a consolidare percorsi di sviluppo sostenibile. L’insieme degli strumenti e degli atti di governo del territorio risulta assai complesso e connotato da gerarchie funzionali, il cui rispetto è un presupposto fondamentale per la coerenza generale delle scelte. Regione PRS PIT Pr/Pn settore Pr/Pn settore Pr/Pn settore Provincia PSL PTC Pr/Pn settore Pr/Pn settore Pr/Pn settore PS Pr/Pn settore Pr/Pn settore Pr/Pn settore Comune 11 La necessità di un metodo Sintesi del percorso logico 12 La necessità di un metodo POLITICHE PIANI valutabilità degli effetti POLITICHE VALUTAZIONE EFFETTI PROGRAMMI PROGETTI PROGETTI VALUTAZIONE IMPATTI 13 La necessità di un metodo In questa complessità è possibile muoversi solo se: si garantiscono coerenze interne ed esterne le diverse componenti del governo del territorio si definiscono e si verificano su basi comuni e non autoreferenziali i procedimenti sono fra loro confrontabili e idonei ad essere valutati e monitorati rispetto a obiettivi di sviluppo condivisi si esplicitano gli obiettivi e le azioni si evitano duplicazioni e sovrapposizioni Per garantire ciò è necessario che le diverse tappe del percorso logico si basino su “protocolli” predeterminati in modo univoco per ottenere prestazioni confrontabili, qualunque sia il contenuto sostantivo del PPP. In sostanza occorre definire un METODO. Nella prossima “super 5” questo compito è affidato al PROCEDIMENTO UNIFICATO 14 PROCEDIMENTO UNIFICATO 15 VALUTARE: significa attribuire un VALORE IlUn VALORE è una proprietà VARIABILE VALORE, in quanto variabile, esiste solo in relazione IL RUOLO DELLE VALUTAZIONI alla specifica valutazione che lo determina. I PUNTI DI VISTA da cui valutare un piano, sono molteplici - territoriale, ambientale, economico, sociale, sanitario e tendono ad assumere criteri di autoreferenzialità, spesso fra loro conflittuali. Considerarli separatamente significa rinunziare alla interdisciplinarietà del processo di pianificazione e trasformare la complessità in complicazione. Ai fini della qualità del processo è quindi fondamentale un confronto “collaborativo” fra singoli punti di vista, dando vita ad un SISTEMA INTEGRATO DI VALUTAZIONE Pianificare significa esercitare adeguate e continue valutazioni fra ipotesi alternative. Uno specifico processo di pianificazione e il corrispondente sistema di valutazione devono, necessariamente, essere fra loro INTEGRATI altrimenti entrambi non hanno senso compiuto. 16 Pianificare significa seguire un percorso logico basato su un metodo che si avvale di adeguate valutazioni integrate per orientarsi fra ipotesi alternative, al fine di garantire il dovuto livello di qualità delle decisioni. LE “REGOLE” DELLA VALUTAZIONE Il sistema delle valutazioni integrate, per essere funzionale al metodo della pianificazione, deve anch’esso basarsi su “protocolli” predeterminati che garantiscano le prestazioni attese. La direttiva 2001/42/CE (valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente), anche in applicazione della convenzione di Aarhus sottoscritta dalla UE e dagli stati membri, esplicita organicamente il procedimento di valutazione ambientale da attuare. 17 «valutazione ambientale»: l'elaborazione di un rapporto di impatto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto ambientale e dei risultati delle consultazioni nell'iter decisionale e la messa a disposizione delle informazioni. Per «rapporto ambientale» s'intende la parte della documentazione del piano o del programma contenente le informazioni prescritte, idonee a valutare gli effetti che il piano potrebbe avere sull’ambiente. Le consultazioni riguardano “le Autorità” ed il “Pubblico” LE “REGOLE” DELLA VALUTAZIONE Secondo la direttiva 2001/42/CE Per «Autorità» s’intende le autorità formali governative o pubbliche le cui responsabilità definite da disposizioni amministrative o giuridiche. Autorità di pianificazione è il soggetto istituzionale che ha il compito di approvare il piano; Autorità con specifiche competenze ambientali è quella istituzionalmente responsabile in materia di ambiente Per «Pubblico» s'intende una o più persone fisiche o 18 e giuridiche, secondo la normativa o la prassi nazionale, le loro associazioni, organizzazioni o gruppi. Le definizioni di Valutazione ambientale della 2001/42/CE fissa alcuni punti obbligatori: l’elaborazione del RA; le consultazioni; la valutazione del RA e dei risultati delle consultazioni nell’iter decisionale la messa a disposizione delle informazioni sulla decisione. LE “REGOLE” DELLA VALUTAZIONE Secondo la direttiva 2001/42/CE Inoltre: La VA deve essere effettuata durante la fase preparatoria del PP, anteriormente alla sua adozione. Il RA comprende le informazioni che possono essere ragionevolmente richieste, tenuto conto del livello delle conoscenze e dei metodi di valutazione attuali, dei contenuti e del livello di dettaglio del piano o del programma. La direttiva prescrive l’integrazione della VA nelle procedure in vigore negli Stati membri per l'adozione dei piani e dei programmi. Nel caso di PP gerarchicamente ordinati, onde evitare duplicazioni della valutazione, va tenuto conto del fatto19che essa sarà effettuata ai vari livelli della gerarchia. Le fasi del procedimento unificato 20 L’Autorità di pianificazione deve: considerare l’opportunità di promuovere il piano in relazione alle Politiche di riferimento, alle interrelazioni con altri piani, alle competenze istituzionali di altre Autorità; disporre di un quadro conoscitivo di avvio, idoneo a determinare il contesto e le risorse necessarie e disponibili, identificare i soggetti destinatari del piano e quelli che è necessario coinvolgere nella elaborazione; essere in grado di esplicitare gli obiettivi del piano e gli indicatori idonei a verificarne il conseguimento. Gli obiettivi impliciti o generici sono fonte di incertezze e contraddizioni; DECISIONE DI AVVIARE PROCEDIMENTO definire una proposta di progetto del procedimento in termini di autorità e soggetti da coinvolgere, sinergie da attivare, interrelazioni con altri atti di pianificazione, sequenza delle fasi, risorse da interessate, tempi previsti. Su queste basi dovrà essere formalizzato il DOCUMENTO DI AVVIO 21 IL DOCUMENTO DI AVVIO dovrà indicare: CONTENUTI DEL DOCUMENTO DI AVVIO la tipologia di piano da elaborare; la sua collocazione in una scala di organizzazione gerarchica o funzionale rispetto ad altri atti di pianificazione; gli obiettivi generali e specifici relativi sia all’ambito territoriale interessato, sia alle ulteriore specificazione richieste da piani già definiti a scala territoriale più ampia, sia dell’utilità rispetto ad eventuali piani da elaborare successivamente a scala di maggior dettaglio territoriale o progettuale; il quadro conoscitivo di avvio disponibile; il quadro delle valutazioni già effettuate e certificate da piani di più ampio livello territoriale o di settore interrelati; indicazioni di ulteriori conoscenze ritenute necessarie; il quadro delle valutazioni da effettuare; i soggetti e le autorità da coinvolgere in relazione alle competenze formali, alle disposizioni normative e alle eventuali indicazioni contenute nei piani che precedono in una scala gerarchicamente organizzata; l’indicazione delle competenze professionali messe a disposizione dall’Autorità di pianificazione ed eventualmente da richiedere a strutture appartenenti ad altri enti (sussidiarietà organizzativa); una ipotesi del percorso progettuale (fasi e capisaldi) da 22 sviluppare e dei collegamenti esterni/interni da attivare. Il Documento di avvio viene trasmesso alle Autorità individuate ed portato a conoscenza del pubblico attivando il Garante della comunicazione. Si avvia in questo modo il percorso informativo e, quindi della partecipazione che costituisce uno dei cardini della procedura di valutazione integrata. Fornire ricevere informazioni L’Autorità di Pianificazione stabilisce un tempo congruo per assicurare l’effettiva possibilità di partecipare. In particolare, per le Autorità individuate come necessarie il tempo utile lasciato a disposizione deve essere tale da permettere la una adeguata preparazione in vista della prima fase operativa del procedimento costituita dal CAPOSALDO di AVVIO. 23 IL GARANTE DELLA COMUNICAZIONE assicura al pubblico la conoscenza effettiva e tempestiva delle scelte e dei supporti conoscitivi relativi alle fasi procedurali di formazione e adozione degli strumenti di pianificazione territoriale e degli altri atti di governo del territorio, e promuove, nelle forme e con le modalità più idonee, la partecipazione dei cittadini singoli o associati, al procedimento medesimo; assicura, a chiunque voglia prenderne visione, l’accesso e la disponibilità degli strumenti e degli atti della pianificazione territoriale; in sede di assunzione delle determinazioni per l'adozione degli strumenti e degli atti di governo del territorio, il garante provvede inoltre alla stesura di un rapporto sull’attività svolta. 24 Il Caposaldo di avvio ha la funzione determinante di permettere alle Autorità ed i soggetti riconosciuti come interessati di concorrere a: fornire indicazioni utili a meglio definire gli obiettivi di piano e le azioni necessari per conseguirli; integrare eventualmente i soggetti (autorità, pubblico) da coinvolgere; CAPOSALDO DI AVVIO integrare ed allineare il quadro conoscitivo di partenza con le conoscenze dei diversi soggetti, rendendolo condiviso; definire i contenuti e le modalità di acquisizione di ulteriori conoscenze necessarie per integrare il quadro conoscitivo disponibile all’avvio; esplicitare le diverse regole valutative che saranno applicate, rendendole fra loro sinergiche e non ripetitive; definire i contenuti e le condizioni da rispettare per redigere il Rapporto di Pianificazione ed i Rapporti di settore previsti dalle norme; fissare i capisaldi di verifica/valutazione progressiva; verificare l’ipotesi di percorso progettuale e definirne25i tempi. CAPISALDI Fasi predeterminate del procedimento predisposte per: svolgere attività di coordinamento verificare e valutare quanto emerge dal lavoro svolto scegliere fra soluzioni alternative assumere decisioni condivise su le successive fasi del procedimento formalizzare le informazioni da portare in consultazione valutare dei risultati delle consultazioni verificare il rispetto dei tempi e le specifiche progettuali prefissati documentare le attività e le decisioni svolte ai fini del Rapporto sul Procedimento 26 RAPPORTO DI PIANIFICAZIONE L’Autorità di pianificazione fin dal caposaldo di avvio predispone la struttura del rapporto di pianificazione che mette insieme il rapporto ambientale, economico, sociale e territoriale, sanitario. Da atto delle scelte fra soluzioni diverse e/o alternative, verifica la coerenza interna ed esterna, documenta gli elementi di verifica a partire da quelli indicati dall’allegato I della direttiva 2001/42 Questo è il “diario di bordo” del piano Nel rapporto sono registrate le fasi di progettazione e al momento di ogni caposaldo il rapporto è: verificato aggiornato e sintetizzato in modo che possa essere portato a conoscenza. 27 In queste fasi si sviluppa l’ordinario lavoro di progettazione, di acquisizione dei dati, di sviluppo delle soluzioni individuate e si procede a valutare, sulle basi concordate nel caposaldo precedente. Si implementano progressivamente i contenuti del Rapporto di pianificazione. ATTIVITA’ DI PROGETTAZ. 28 Nei Capisaldi di COORDINAMENTO / DECISIONE si consolidano progressivamente le scelte progettuali sulla base degli elementi di fattibilità acquisiti, delle valutazioni integrate svolte, dei risultati della partecipazione. Sono predisposti per: CAPOSALDO DI COORDINAM. DECISIONE sviluppare un percorso progettuale tempestivamente verificabile rispetto alle regole ed agli elementi di valutazione convenuti in fase di avvio; garantire una effettiva interdisciplinarietà e la sinergia fra le professionalità coinvolte; evitare pesanti perdite di tempo derivanti dalla necessità di riconsiderare il lavoro fatto sulla base di scelte ed orientamenti non adeguatamente assunti; permettere una tempestiva integrazione di elementi conoscitivi ove risulti necessario. validare formalmente, su basi documentate e condivise, il lavoro fino a quel punto svolto, selezionando elementi di certezza per le successive fasi, sgombrando il campo da ipotesi non sostenibili o, viceversa, accertando per tempo ulteriori approfondimenti da svolgere prima di procedere. 29 Il Caposaldo FINALE, si attiva dopo aver provveduto a trasmettere per tempo alle Autorità partecipanti gli elaborati: gli elaborati della proposta di piano; il Rapporto di pianificazione; il Rapporto del Garante della Partecipazione In sede di Caposaldo finale: CAPOSALDO FINALE si raccolgono e si discutono i pareri formulati delle diverse Autorità e si apportano eventuali modifiche e integrazioni; si verifica e si certifica il rispetto dei “protocolli” di valutazione e procedurali concordati ed il corretto svolgimento della procedura; si certificano gli elementi di coerenza interna ed esterna del piano ed ogni altro elemento di piano che incida su successivi o correlati livelli di pianificazione; 30