Università degli Studi di Perugia
Facoltà di Ingegneria
Corso di Impatto Ambientale
Modulo A: Pianificazione Energetica
Ing. Giorgio Baldinelli
a.a. 2012-13
INQUINAMENTO LUMINOSO
Introduzione
Il problema dell’inquinamento luminoso ha
recentemente assunto una notevole importanza in
tutte le regioni altamente industrializzate ed
urbanizzate del mondo, provocando un aumento
della luminosità del cielo e diminuendo, di
conseguenza, la visibilità dei corpi celesti.
E’ una forma di inquinamento della percezione visiva
dovuta alla quota dispersa di flusso luminoso,
emesso dagli apparecchi di un impianto di
illuminazione, che non raggiunge (o oltrepassa) il
compito visivo a cui l’impianto è funzionalmente
dedicato.
Definizioni - normativa nazionale
• Il disegno di legge da tempo in discussione alla
Camera dei Deputati ed al Senato della Repubblica,
definisce:
• inquinamento luminoso, ogni forma di irradiazione di
luce artificiale ai di fuori dalle aree a cui essa è
funzionalmente dedicata e in particolare modo verso
la volta celeste;
• inquinamento ottico, qualsiasi illuminamento
prodotto dagli impianti di illuminazione su oggetti e
soggetti che non è richiesto illuminare.
•
• Definizioni - Normativa internazionale:
• l’inquinamento luminoso (Iight pollution) è definito
come quella luce artificiale che causa effetti dannosi
all’ambiente, alla ricerca astronomica, al godimento
del cielo notturno o produce abbagliamento
indesiderabile o una inutile illuminazione.
• In esso sono incluse: la luce maldirezionata
(misdirected light), la luce deviata (stray light), la
luce riflessa evitabile (avoidable reflected light), la
luce durante le ore in cui non è necessaria ed infine
livelli di luce in eccesso rispetto a quelli necessari
per soddisfare il compito visivo richiesto.
• Cause dell’inquinamento luminoso
• L’inquinamento luminoso, dovuto essenzialmente ad
una eccessiva o inadatta illuminazione notturna delle
aree ad alta densità abitativa, può dipendere oltre
che dagli apparecchi di illuminazione in quanto tali,
anche dall’utilizzo di lampade con inadeguate
caratteristiche fotometriche, dalla quota di flusso
luminoso che, pur raggiungendo correttamente il
compito visivo, è rinviata per riflessione del manto
stradale verso la volta celeste, dalle numerose ed
intrusive insegne luminose ed infine da una non
corretta gestione e manutenzione degli impianti
Conseguenze inquinamento luminoso
• La luce artificiale che inquina il cielo contribuisce ad
aumentarne la luminosità naturale a causa del
fenomeno diffondente (scattering) dovuto alle
particelle in sospensione nell’atmosfera terrestre
impedendo o rendendo difficoltosa la visione dei
corpi celesti.
• il Rapporto 2001 sullo “Stato del cielo notturno e
inquinamento luminoso in Italia”, pubblicato
dall’istituto di Scienza e Tecnologia
dell’inquinamento Luminoso (ISTIL), ha rilevato che
su gran parte della popolazione italiana, a causa di
una eccessiva quantità di luce dispersa verso la
volta celeste, “non scende nemmeno una vera e
propria notte” impedendo la visione notturna del
cielo stellato.
• Conseguenze inquinamento luminoso
• L’inquinamento luminoso produce inoltre effetti
negativi sulle attività dell’uomo e sull’ambiente. In
particolare elevati valori di illuminamento possono
alterare i ritmi vitali della flora e della fauna e, di
conseguenza, produrre gravi danni ecologici;
l’inquinamento luminoso può inoltre manifestarsi con
effetti di luminanza velante che rendono insicura la
guida automobilistica, oppure con fenomeni di
abbagliamento che impediscono la visione del
patrimonio artistico-architettonico delle città d’arte.
Controllo dell’inquinamento luminoso
• Le norme sul controllo dell’inquinamento
luminoso contribuiscono indirettamente anche a
contenere i consumi energetici per la riduzione
delle dispersioni di flusso luminoso e per la
scelta di sorgenti luminose a più elevata
efficienza. Molti dei provvedimenti emanati,
inoltre, contengono fra le finalità espresse: la
salvaguardia dei bioritmi naturali della flora e
della fauna; il miglioramento dell’ambiente,
conservando gli equilibri ecologici delle aree
naturali protette; la riduzione dei fenomeni di
abbagliamento e affaticamento
• Nonostante non vi sia pieno accordo sulla
definizione di inquinamento luminoso e sui criteri
di classificazione di apparecchi ed impianti di
illuminazione, sia la legislazione regionale che la
norma UNI 10819 (normativa tecnica
prestazionale sull’argomento) adottano criteri di
zonizzazione del territorio nazionale ed
individuano aree più o meno estese in cui si
intende limitare la dispersione verso l’alto di
flusso luminoso, con particolare attenzione alle
zone di competenza dei centri di osservazione
astronomica.
Pianificazione territoriale
• Di particolare interesse risulta l’adozione di nuovi
strumenti urbanistici per il perseguimento delle
finalità prescritte dalla legislazione regionale e
precisamente:
• il PRPIL (Piano Regionale di Prevenzione
dell’inquinamento Luminoso) con l’efficacia di un
piano di settore ed una durata almeno
quinquennale;
• il PRIC (Piano Comunale dell’illuminazione
Pubblica), con l’obiettivo, tra gli altri , del
contenimento dell’inquinamento luminoso
atmosferico e stradale e dell’invasività della luce.
• In particolare nel PRIC, fra i criteri progettuali per
aree e siti destinati ad interventi di arredo urbano, si
prescrive di: contenere i volumi di luce entro
geometrie strettamente indispensabili per il compito
visivo evitando “invasioni di campo” nella sfera
privata (facciate e finestre di abitazioni), verso la
volta celeste e verso l’ambiente della flora e della
fauna notturna.
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