Anno 12 Numero 22 13 Giugno 2014 In questo numero troverete: •Torino-Parma, Pag. 2 •Novara-Varese, Pag. 46 •Livorno-Fiorentina, Pag. 6 •Lecce-Benevento playoff, Pag. 53 •Genclerbirligi-Bursaspor, Pag. 13 •Arzanese-Sorrento playout, Pag. 56 •Virtus Roma-Varese, Pag. 20 •Taranto-Matera, Pag. 64 •Virtus Roma-Cantù, Pag. 24 •Dynamo Berlino-Hansa II, Pag. 66 •Avellino-Trapani, Pag. 30 •Ancona-Pistoiese Scudetto D, Pag. 72 •Empoli-Crotone, Pag. 33 •Afragolese-Sparta ST, Pag. 75 •Modena-Avellino, Pag. 40 •Arca-Serenissima, Pag. 81 “Sport People”, Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Lecco, autorizzazione nº11/2003. Editore “Ragazzi di Stadio”, Via Adda 22, 23898, Imbersago (LC). Info: [email protected]. Tifocronache: Serie A, Torino-Parma 1-1 Tutto esaurito Per l’ultimo match casalingo del Torino il clima è molto teso, visto che Glik e compagni sfidano il Parma, rivale diretto per l’Europa. I granata, così, giocano il primo match-ball per l’accesso alla seconda competizione europea. In venticinquemila accorrono ad assistere alla gara dei ragazzi di Ventura ed i botteghini rimangono chiusi, dato che, dopo due giorni dall’inizio della prevendita, si era già registrato il sold out. La cornice dell’Olimpico è molto suggestiva, lo stadio è completamente colorato a tinte granata e c’è grande attesa per l’inizio della gara. Il risultato della partita di mezzogiorno del Milan, diretta concorrente di entrambe le squadre per la corsa europea, opposta all’Atalanta, ha visto sconfitti i rossoneri. A Torino, ovviamente, i tifosi si scatenano con cori di sfottò per i rivali milanisti; viene cantato, ripetutamente, il classico “Milano in fiamme”. Sport People n°22/2014 Pag. 2 Tifocronache: Serie A, Torino-Parma 1-1 Sport People n°22/2014 Pag. 3 Tifocronache: Serie A, Torino-Parma 1-1 Dopo i festeggiamenti per la sconfitta del Milan, arrivano i momenti d’attesa per la partita, con l’ingresso in campo delle squadre per il riscaldamento, l’incoraggiamento per la squadra granata ed i classici fischi per l’ingresso dei crociati. Ad attendere i giocatori del Toro c’è una “vela” issata con un sistema di carrucole davanti alla curva; dentro la vela è disegnato un toro rampante con la sigla del club principale della curva granata, il Maratona Club Torino. Per l’alzamento della stessa, il vento ha dato dei problemi: infatti, durante la preparazione, le carrucole non hanno retto ed è cascato tutto; un segnale di come, per la curva granata, le cose, negli ultimi anni, non stiano ancora girando a dovere. Molto particolare il comportamento dei supporters di casa verso Ciro Immobile: l’attaccante cerca, a più riprese, l’appoggio della curva dopo le diverse voci girate in settimana a proposito di un suo addio. I cori per lui arrivano, ma senza il consueto entusiasmo. Arriva il momento della partita e ogni tifo- seria presenta la sua coreografia. I tifosi ducali tingono il loro spicchio con delle bandierine gialle e blu. I tifosi granata stendono tre teli ove sono rappresentati due tori rampanti con un cuore al centro e vengono fatti scendere altri due teloni al lati: quello a sinistra è una gigantografia di una maglietta del Toro dedicata alla Maratona, con il numero 12 ben impresso; nel secondo sono rappresentati due tori rampanti bianchi su uno sfondo granata. Nei distinti viene fatto scendere il consueto bandierone granata con la scritta “Non vi lasceremo mai soli”. Durante la partita i tifosi del Toro non smettono di cantare per un minuto, mentre i supporters ducali si sentono di rado dalla mia postazione. Tanti sono i cori lanciati dalla Curva Maratona per sostenere la propria squadra e, soprattutto, il proprio allenatore. Di contro, a più riprese, vengono beccati Cassano, Amauri e Mirante: il primo per una “Cassanata” fatta all’Olimpico in occasione di Torino-Sampdoria del 2008 (che nel capoluogo piemontese ancora non hanno Sport People n°22/2014 Pag. 4 Tifocronache: Serie A, Torino-Parma 1-1 dimenticato), mentre gli altri due, invece, vengono contestati per il loro passato bianconero. Molti sono gli striscioni esposti dalla curva torinista: si parte con l’intramontabile “Comunque vada, grazie ragazzi”, poi si ringrazia Ventura con un “Grazie al nostro allenatore”. Di seguito si passa agli striscioni polemici: il primo è rivolto ai fatti successi in occasione della finale di Coppa Italia (“Il politico con la maglietta non è reato ma se lo fa l’ultras viene arrestato”), il secondo al sindaco Fassino (reo di aver fatto il dito medio ai tifosi granata che lo contestavano durante la cerimonia di Superga), ma quest’ultimo striscione è incompleto, dato che non viene mostrata la seconda parte. Da ricordare che in curva compaiono anche i soliti slogan appesi: “Forza Vecchio Cuore Granata”; “Torino è stata e resterà granata” e “La Storia ci appartiene”. Da segnalare che, alla fine del primo tempo, lo speaker, Stefano Venneri, esegue un giro di campo per salutare i supporters del Toro, dato che questa è la sua ultima partita da “voce granata”. Il match termina 1-1 e per sapere chi andrà in Europa League bisognerà attendere l’ultimo turno di campionato. Dopo la partita, i giocatori di Ventura eseguono il consueto giro di campo per salutare i tifosi, che non si scompongono dal loro posto evitando invasioni di campo. Sport People n°22/2014 Marco De Rito. Pag. 5 Tifocronache: Serie A, Livorno-Fiorentina 0-1 C’ERAVAMO TANTO AMATI Arrivati alle ultime giornate di campionato, il valore di una partita e la relativa presenza sugli spalti non può che prescindere dai risultati sportivi. Rare volte ho assistito a retrocessioni con curve e stadi pieni ed a memoria non ho mai sentito parlare di promozioni raggiunte con pochi spettatori sui gradoni. Che si voglia o no, il risultato sportivo troppo spesso condiziona le presenze, e se sul discorso trasferta ormai è bene stendere un velo pietoso, almeno tra le mura amiche è sempre possibile portare avanti un certo tipo di discorso. Questo pomeriggio la partita potrebbe essere ininfluente per il prosieguo del campionato, il Livorno è appeso ad un filo di speranza tanto sottile che ormai nessuno crede più alla salvezza, in pratica dovrebbe vincere questa partita e la prossima sperando in un incrocio di risultati talmente improbabili che le percentuali sono infinitamente basse. La Fiorentina non può far altro che consolidare in classifica il quarto posto, la recente sconfitta casalinga con il Sassuolo è stata inaspettata ma alla fine anche indolore, basta racimolare ancora qualche punto ed il traguardo prestigioso della quarta piazza si può considerare in saccoccia. Derby toscano che ai tempi di CAV e BAL sarebbe stato all’insegna del “volemose bene”, il feeling è però durato poco ed i successivi incontri non sono stati all’insegna del reciproco rispetto. Oggi i viola si presentano all’Armando Picchi con buoni numeri, non si tratta di una invasione ma comunque la tifoseria gigliata risponde bene: la distanza tra le due città è stimabile sul centinaio di chilometri e la posta in palio accende la voglia di viola. Gigliati che arrivano alla spicciolata e già dalle prime battute si capisce che il settore ospite dovrà attendersi un buon numero di tifosi. Sull’altro versante, la Curva Nord Sport People n°22/2014 Pag. 6 Tifocronache: Serie A, Livorno-Fiorentina 0-1 Sport People n°22/2014 Pag. 7 Tifocronache: Serie A, Livorno-Fiorentina 0-1 è completamente spoglia di pezze e striscioni, con la zona centrale limitata da nastro adesivo che scoraggia i più audaci ad occupare tale zona; la protesta degli ultras è fin dalle prime battute chiara: lasciare il settore centrale vuoto e protestare per un campionato che porta diritti alla retrocessione. I viola, una volta serrati i ranghi, non ci mettono troppo a dissotterrare l’ascia di guerra e ricordano ai dirimpettai che campionato dovranno fare il prossimo anno. Il “Serie B, serie B” è parecchio seguito e si prende la solita selva di fischi, anche se dalla Curva Nord non c’è risposta immediata se escludiamo qualche gestaccio a distanza siderale. I viola dedicano praticamente tutto il prepartita a nominare gli avversari di turno, del vecchio gemellaggio non c’è traccia, mentre una bandiera gialloblu del Verona conferma come certe altre amicizie restino invariate nel tempo. A tal proposito non posso confermare la presenza dei butei al fianco dei viola, ad una prima impressione sembra proprio che la bandierina sia stata portata più per provocare gli ultras amaranto che per confermare una presenza veronese. All’ingresso delle squadre sul terreno di gioco, nel settore ospiti si prova ad imbastire una sciarpata, gli esiti non sono dei migliori, mentre qualche bandiera ed una torcia accesa ed immediatamente gettata a terra, colorano ulteriormente questa parte di stadio. Fin da inizio partita i cori degli ultras viola sono tutti per la squadra, che viene continuamente incitata. Qualche lanciacori, a centro settore, coordina il tifo ed almeno due terzi del settore segue le indicazioni. Il tifo si alza trovando pochi ostacoli, nella Curva Nord c’è un mutismo assoluto, perciò i viola sono completamente padroni della situazione. Oltre ai cori per la squadra, i viola continuano a darci dentro con le offese ai dirimpettai, si passa dal classico “Livorno, Sport People n°22/2014 Pag. 8 Tifocronache: Serie A, Livorno-Fiorentina 0-1 Sport People n°22/2014 Pag. 9 Tifocronache: Serie A, Livorno-Fiorentina 0-1 Livorno vaffanculo” all’ormai inflazionato “E tanto già lo so che l’anno prossimo giochi di sabato” fino ad arrivare al più simpatico ed originale “Quanto è lunga la B…”. Dalla Curva Nord ora arrivano le risposte e se i cori sono facilmente immaginabili, qualcosa si muove anche sul piano degli striscioni, infatti al centro viene tenuto in mano lo striscione “Spinelli vattene”, mentre nella parte alta ne viene attaccato un secondo che ricorda i fatti di Roma: “Lame e pistole… non c’è più lealtà in questo mondo ultrà”. Anche i livornesi cominciano a scaldarsi, qualche coro viene intonato e malgrado l’organizzazione in questo pomeriggio sia ai minimi termini, con la parte centrale della curva che continua a restare forzatamente vuota, qualche battimano è fatto anche bene e le ugole si scaldano al coro “Livorno siamo noi”, atto a rimarcare la distanza della curva da questa società. Da segnalare anche lo striscione appeso alla vetrata che recita: “Squadra e società senza dignità”. I viola sono più continui nell’incitamento, del resto lo stato d’animo delle due curve è diametralmente opposto, così nel settore ospite continua a cantare una bella fetta dei presenti, con i cori che continuano ad essere potenti ed incisivi. Qualche pausa è annoverabile tra quelle considerate fisiologiche, qualche coro è meno seguito di altri, ma in genere, quando vengono proposti i grandi classici, la risposta è sempre positiva. Sul terreno di gioco il primo tempo termina a reti inviolate, i ritmi sono stati piuttosto bassi, segno che non c’è quella volontà e quella convinzione per affondare il colpo. La ripresa si apre con l’esposizione di due striscioni piuttosto pesanti della Curva Nord, uno prende di mira la vicenda Aldrovandi ed i famosi cinque minuti di applausi tributati a coloro che si sono resi protagonisti di una vicenda vergognosa: “S.A.P. infami! Aldro vive!”. Il secondo striscione riprende Sport People n°22/2014 Pag. 10 Tifocronache: Serie A, Livorno-Fiorentina 0-1 ancora una volta i fatti di Roma e l’assurda campagna anti-ultras, portata avanti da un’informazione tanto superficiale quanto falsa e tendenziosa: “Informazioni manovrate, trasferte e maglie vietate… queste sono le vostre carognate! Ultras liberi”. Niente da aggiungere, o meglio, ci sarebbe tanto, troppo da approfondire perché sui fatti di Roma non è stata fatta ancora luce ma c’è già chi ha montato e smontato la storia decine di volte; perché un ragazzo ha lottato tra la vita e la morte ma la notizia principale è stato l’abbigliamento di un ultras; perché di alcune parole politici e giornalai dovrebbero vergognarsi. Il pugno duro in questa vicenda è richiesto dalle stesse persone che hanno parecchi scheletri nell’armadio, un paio di recenti arresti in ambito politico testimoniano quanto marcio c’è tra chi entra e si siede in Parlamento. Per la cronaca sportiva entra in campo Pepito Rossi e ritrova il difensore Rinaudo che gli causò il brutto infortunio. Neanche il tempo di prendere visione del campo di gioco e l’attaccante viola partecipa attivamente all’azione che manda in rete Cuadrado. I viola festeggiano nel settore e più forte di prima si alza il coro “Serie B, serie B”, mentre sull’altro versante non manca un po’ di cattiveria con i cori dedicati a Giuseppe Rossi: “Al Mondiali in carrozzina” e “Spaccali una gamba, Rinaudo spaccagli una gamba” si prendono i fischi di disapprovazione dei viola e fanno gridare allo scandalo qualche benpensante che ancora non riesce ad andare più in là del suo naso e non capisce ancora la guerra simulata giocata in curva. Difficile ragionare con chi non vuol capire e si arrocca sulla propria presunzione per cercar di portare argomenti validi ad una sterile discussione. Comunque se la partita in campo scivola via senza troppi sussulti, se escludiamo un’espulsione che neanche in terza categoria si vede più, sugli spalti c’è ancora Sport People n°22/2014 Pag. 11 Tifocronache: Serie A, Livorno-Fiorentina 0-1 vita, con le due tifoserie che si battagliano a distanza e con i cori che si alzano da una parte e dall’altra. Il “The end” non può prescindere dalla conquista di magliette e pantaloncini, i viola si siedono sulle vetrate che dividono gli spalti dal terreno di gioco, viene mandato qualche stewards a vigilare, poi arrivano anche un buon numero di forze dell’ordine in borghese che fanno desistere anche i più audaci, che si limitano a restare comunque in una posizione di privilegio. Data la temperatura primaverile, faccio fatica a capire il motivo dell’uso di guanti di pelle nera da parte di uno steward che vigila sui tifosi viola, se vuole sfidare la temperatura non lo comprendo ma comunque lo rispetto, se vuole un altro tipo di sfida lo bollo come poco intelligente. La maggior parte delle persone che svolge il ruolo di steward è gentile e spesso anche intelligente nel capire la situazione, in altri casi ho notato come indossare una pettorina dia un senso di autorità che probabilmente il soggetto non ritrova in altri campi. Comunque l’invasione di campo da parte dei viola non c’è, ma i giocatori della Fiorentina si dirigono verso il settore per il consueto lancio di magliette e pantaloncini. Sull’altra sponda la squadra amaranto saluta il proprio pubblico, qualche giocatore piange copiosamente mentre dagli spalti c’è un misto di fischi ed applausi. La squadra era partita con l’idea di salvarsi e per far questo doveva lottare fino all’ultima giornata. È andata male ma sulla stagione ha pesato un pizzico di sfortuna, qualche infortunio ed un mercato che ancora una volta non è stato all’altezza della massima serie. Ora l’argomento principale diventa quello societario e la domanda che si fanno in molti, già fuori dello stadio, è se il presidente Spinelli vende oppure resta. Sport People n°22/2014 Valerio Poli. Pag. 12 Tifocronache: Super Lig Turca, Genclerbirligi-Bursaspor 1-0 TUTTO IL MONDO È PAESE Ankara, capitale della Turchia, non ha la fama di Istanbul, vero cuore pulsante del Paese, sia da un punto di vista turistico che sportivo. Le tre famose squadre di Istanbul, Besiktas, Fenerbahce e Galatasaray, si dividono la gloria sportiva e anche per coloro che non sono appassionati di calcio turco, queste squadre sono rinomate per la passione dei loro tifosi. Ad Ankara, invece, è l’opposto: è difficile ricordare, a mente, una delle tre squadre professioniste della città che, al contrario di Istanbul, oltre al punto di vista sportivo, non offre un granché al turista di passaggio. Voluta da Ataturk, il padre della nazione turca moderna, come capitale del Paese, si trova nel cuore dell’Anatolia. Di fatto, Ankara conosce una febbre di costruire ovunque, in parallelo con la crescita dell’economia turca. In mezzo a questo paesaggio moderno, decido di andare a visitare la cittadella che domina la città, che si trova nel centro storico. Idea perfetta: oltre alla visione di questa metropoli di 4,5 milioni di abitanti (che sembra una Shanghai dell’Anatolia, con palazzi che spuntano come funghi un po’ dappertutto) e del suo urbanismo surreale, si possono intravedere due degli stadi della città. Il vecchio stadio non ospita più partite, ma quello del 19 Maggio vede le partite dell’Ankaragucu in Serie C e quelle del Genclerbirligi, che disputa la Superlig, cioè la Serie A turca. La terza squadra della città, l’Ankaraspor, questa stagione disputa il campionato di Serie B, ma gioca a ben 35 chilometri da qui, nello stadio Yenikent Asaş; essa non ha una vera tifoseria, perché è considerata come una “creatura” del sindaco, Fatih Gökçek, appassionato di calcio. Le rivalità non esistono tra le squadre della capitale: infatti, due ragazzi con la maglia gialloblu Sport People n°22/2014 Pag. 13 Tifocronache: Super Lig Turca, Genclerbirligi-Bursaspor 1-0 Sport People n°22/2014 Pag. 14 Tifocronache: Super Lig Turca, Genclerbirligi-Bursaspor 1-0 dell’Ankaragucu saranno presenti presso il cuore della tifoseria del Genclerbirligi senza alcun problema. La sera della partita prendo la metro, che si ferma a 5 minuti a piedi dello stadio, e arrivo con un’ora di anticipo. Un ragazzo con la maglia della squadra locale mi accompagna all’entrata; mi spiega che non posso fare un biglietto se non sottoscrivo una tessera. Di fatto, un gruppo di tifosi rimane fuori perché c’è una protesta in corso contro l’e-ticket (la versione turca della tessera del tifoso). Da una settimana, questa carta è obbligatoria per comprare un biglietto. Sullo stesso modello della tessera del tifoso, essa è una specie di carta d’identità che racchiude tutti i dati dei tifosi. Come in Italia all’inizio, è collegata ad una banca e costa 25 lire turche (un po’ più di 8 €). I club di tifosi turchi sono contro non per il famigerato articolo 9 come in Italia, ma per motivi politici-commerciali: la sola banca che le vende appartiene alla famiglia del premier turco Recip Tayep Erdogan. La settimana scorsa una protesta contro questa tessera è stata fatta ad Istanbul, con i tifosi delle tre grandi società della capitale. Da un anno, le rivalità sono state un po’ messe in disparte con la protesta di Gezi e, anche questa volta, i tifosi radicali tornano a far gruppo. Un bell’esempio che può solo far sperare. Il 13 aprile è stato pure firmato, da rappre- Sport People n°22/2014 Pag. 15 Tifocronache: Super Lig Turca, Genclerbirligi-Bursaspor 1-0 Sport People n°22/2014 Pag. 16 Tifocronache: Super Lig Turca, Genclerbirligi-Bursaspor 1-0 sentanti di 44 gruppi di tifosi turchi, un documento per dire no a questo sistema. Incontro uno dei leader dei Kara Kizil (in italiano significa i Rosso Neri, ma ha un significato politico nel senso dei colori della sinistra), gruppo di tifosi radicali, il quale mi spiega che ci saranno pochi spettatori, e tanti non vengono per colpa di questa tessera. Solo gli abbonati ci saranno, perché non hanno ancora bisogno di questo e-ticket (ma solo fino alla fine della stagione, l’anno prossimo sarà obbligatorio pure per gli abbonati). La partita, tra l’altro, si disputa di venerdì sera, alle ore 20:00. Provo ad entrare in tribuna chiedendo un accredito, ma non è la dirigenza locale che decide, bensì un ufficiale del governo turco e lui rifiuta di farci entrare, anche in qualità di addetti della carta stampata. Per fortuna, tutto il mondo è paese, ed anche qui c’è sempre un metodo per entrare. Il ragazzo del gruppo Kara Kizil ci procura abbona- menti che “volano”, letteralmente, dal cielo: essi sono già utilizzati ed i ragazzi del gruppo li buttano dall’alto dei distinti, per farli finire venti metri sotto. Ci presentiamo all’entrata, dove, come in Italia, ci sono tornelli elettronici controllati da uno steward e, per mia fortuna, l’abbonamento funziona di nuovo ed entriamo in gradinata. Lo stadio sembra parecchio vecchio, ma è totalmente coperto. La sua capienza è di quasi 20.000 spettatori. C’era una pista d’atletica, ma non ne rimane niente, se non una delimitazione di due metri dal campo sportivo. Lo spettacolo è desolante, gli spalti sono vuoti, e la maggiore parte dei gruppi di tifosi, che prendono posto in gradinata, hanno appeso gli striscioni alla rovescia. Uno striscione, apposto al centro, è contro la nuova norma in vigore negli stadi turchi. Ci saranno sì e no 2.000 spettatori e, comunque, nel settore ospiti vediamo una ventina di tifosi biancoverdi del Bursaspor con due Sport People n°22/2014 Pag. 17 Tifocronache: Super Lig Turca, Genclerbirligi-Bursaspor 1-0 striscioni : “Radikal” e “Texas”, che è una specie di gruppo ultras. Bashar, mio interlocutore, mi indica che, normalmente, il settore ospiti sarebbe stato pieno all’inverosimile, ma oggi anche loro sono in protesta. La maggior parte di questi tifosi biancoverdi sono studenti di Bursa che vivono ad Ankara e frequentano l’università. I giocatori entrano sul campo e subito parte l’inno nazionale, cantato da tutti i presenti. È sempre così per le partite del campionato turco; fa un effetto un po’ strano, ma qui tutti lo cantano, indipendentemente dalla fede politica, del sesso o dell’età. Successivamente, i diversi gruppi che prendono posto nei distinti cominciano ad alzare striscioni contro l’e-ticket e hanno distribuito ai tifosi dei cartelli con lo stesso messaggio (malgrado i controlli della polizia che ne ha proibito l’ingres- so). È bello vedere che la gente normale capisce il senso della protesta. Cori e messaggi si alternano per due minuti, e dopo cade un silenzio surreale. C’è il leader in balconata, ma lui non ha bisogno di spiegare le cose. Noto vari striscioni sulla recinzione, la maggiore parte rovesciati ed uno ha pure come nome “Ultras”, ma mi viene spiegato che non si tratta veramente di ultras, ma dei più giovani tifosi radicali. In Sport People n°22/2014 Pag. 18 Tifocronache: Super Lig Turca, Genclerbirligi-Bursaspor 1-1 Turchia ci sono pochi gruppi ultras nel senso che intendiamo noi. La maggior parte dei tifosi radicali turchi sono in questi gruppi, dove i principi sono diversi dalla cultura del tifo organizzato all’italiana, ma non manca la passione e il sostegno estremo alla squadra. Questo tifo è più sul modello balcanico, seguito da Grecia e Turchia. L’organizzazione è poco capillare, ma ciò non impedisce che i gruppi dispongano di una sede, si ritrovino durante la settimana e facciano le trasferte, anche se le coreografie sono rare e semplici, per lo più composte da tanti fumogeni. I megafoni sono pressoché inesistenti, ed il tifo parte non solo dai leader, ma anche dai vari punti caldi delle diverse tribune. Comunque certi gruppi si ritengono ultras, ma sono una minoranza. La partita continua nel silenzio ed ogni dieci minuti si canta contro la tessera: al 6° minuto, al 16°, al 26°, al 36° ed alla fine del primo tempo. Due gruppetti in curva proveranno a cantare per i rossoneri, ma smetteranno dopo alcuni minuti. Poi, durante l’intervallo, la gradinata comincia a cantare e a tifare come se ci fosse la partita. Molto originale questa trovata, utile per far capire che, comunque, loro ci sono e qua batte il cuore e l’anima del Genclerbirligi. Quando le squadre entrano di nuovo in campo, i gruppi decidono di andare via, ma la polizia non vuole lasciarli uscire e chiude le porte dello stadio. Dopo tre minuti di fermento e con un po’ di intelligenza, gli agenti capiscono che è il caso di lasciarli andare. Così, buona parte della gente abbandona lo stadio: non solo i più fanatici, ma anche famiglie con bambini al seguito. Devo ammettere che questi tifosi mi hanno stupito e ho scoperto un’altra faccia del tifo turco. Per finire, un ringraziamento sentito va a Bashar ed ai ragazzi del suo gruppo, che mi hanno permesso di entrare in questo stadio e di scoprire una nuova realtà. Sport People n°22/2014 Sébastien Louis. Pag. 19 Tifocronache: Lega A, Virtus Roma-Varese 99-90 L’ULTIMO GIORNO DI SCUOLA, IL PIÙ INTERESSANTE L’ultima giornata della regular season offre un dessert niente male. Virtus RomaVarese è una sfida sentita da sempre, con gli incidenti dello scorso anno al PalaTiziano che contribuirono ad acuire l’inimicizia tra le due parti. Fazioni che non si sono mai state simpatiche, sin dalla notte dei tempi, anche grazie allo storico gemellaggio dei Capitolini con i ragazzi di Cantù, a loro volta acerrimi nemici dei Varesini. Con le fanfare mediatiche che sputano sentenze ed occupano le prima pagine dei giornali, più i programmi della televisione generalista circa quanto successo in occasione della Finale di Coppa Italia, mi avvicino a questa partita con una sola volontà: prendere una boccata di ossigeno. Peccato che la frenesia isterica, tipica dell’Italia sensazionalista dei nostri tempi, abbia deciso di anticipare la sfi- da tra Roma e Juventus, sovrapponendola di fatto a quella del palazzetto. Un vero danno all’affluenza di pubblico che si preannunciava buona (anche in vista dell’inizio dei play-off), oltre che l’ennesima prepotente prevaricazione in nome di una non precisata tutela dell’ordine pubblico, in virtù di fantomatici infiltrati napoletani sugli spalti dell’Olimpico (forse alcuni giornalisti dovrebbero leggere meno romanzi di fantascienza ed ogni tanto uscire dai loro uffici per respirare verità). Sport People n°22/2014 Pag. 20 Tifocronache: Lega A, Virtus Roma-Varese 99-90 Sport People n°22/2014 Pag. 21 Tifocronache: Lega A, Virtus Roma-Varese 99-90 Tuttavia non mi faccio perdere d’animo, so che gli ultras non tradiranno le attese ed il confronto sarà stimolante ed acceso. Arrivo al palazzetto molto presto. È domenica pomeriggio e, non avendo molto da fare, preferisco annusare sin da subito l’aria del pre-gara. Ritiro l’accredito e resto fuori parlando un po’ con chiunque mi capiti a tiro. Gli ultras prealpini arrivano quando manca poco alla palla a due e, inquadrati dalle forze dell’ordine, vengono fatti entrare nel settore ospiti un po’ alla volta. In totale sono quantificabili in una trentina di unità, che si posizionano in Galleria sopra lo striscione Arditi. Un numero più che buono, considerando la distanza ed il campionato a dir poco sottotono disputato dalla compagine biancorossa. Qualche minuto dopo l’inizio del match, ecco entrare anche gli ultras capitolini. Molto bello il loro ingresso con gesti e provocazioni all’indirizzo degli avversari. Si accen- de subito il duello con insulti reciproci in cui entrano, indirettamente, anche i Canturini, spalleggiati dai Romani e presi di mira dai biancorossi. La Curva Ancilotto si compatta sullo striscione dei Roma 1960 ed oggi si dimostra davvero in gran forma. Un settore compatto, gagliardo e motivato, come c’era da aspettarselo al cospetto di una delle tifoserie più blasonate e rispettate all’interno del movimento ultras cestistico. Per quanto riguarda i Lombardi, essi sfoderano una prestazione abbastanza buona, forse risultando un po’ discontinui tra un coro ed un altro, ma facendo comunque buona figura. Da segnalare l’esposizione ad inizio partita, da parte loro, di uno striscione contro la Legabasket in riferimento ai recenti accadimenti che hanno portato agli arresti del presidente mensanino Ferdinando Minucci, negli sviluppi dell’operazione “Time Out”, la quale ha accertato una serie di reati tributari a carico del massimo esponente della so- Sport People n°22/2014 Pag. 22 Tifocronache: Lega A, Virtus Roma-Varese 99-90 cietà toscana, da poco tempo designato proprio a capo della Lega (incarico a cui ha poi rinunciato) con l’appoggio di diverse società (tra cui non figurava la Virtus Roma); società stesse che, all’indomani dello scandalo, si sono subito affrettate a sottolineare come avessero “appoggiato il progetto ma non la persona”. Un classico scaricabarile all’italiana, insomma. In tutto ciò, come spesso accade, sono solamente i tifosi a parlare e vederci in maniera chiara e senza interessi. In campo i padroni di casa riescono a spuntarla, regalando un’ultima soddisfazione al proprio pubblico per questa stagione regolare. Ai play-off se la dovranno vedere con Cantù, impegno tutt’altro che semplice. Per i Varesini finisce invece un torneo tribolato e privo di soddisfazioni, che dovrà servire a lavorare con più impegno ed oculatezza per soddisfare una piazza storica del nostro basket. nolli che, giunto alla sua ultima stagione della sua ventennale esperienza romana, si prende gli abbracci della Curva, regalandomi un’ultima istantanea che mi lascia il sorriso sulle labbra. Anche per me è arrivato il momento di togliere baracca e buratti, facendo pronto ritorno a casa. Come sempre la pallacanestro non delude riuscendo a riconciliarmi, seppur per qualche ora, con il mondo. Le ultime luci sono tutte per capitan To- Simone Meloni. Sport People n°22/2014 Pag. 23 Tifocronache: Lega A, Virtus Roma-Cantù 74-70 dts AL NETTO RESTANO SOLO GLI ULTRAS Virtus Roma e Pallacanestro Cantù si ritrovano nuovamente di fronte, un anno dopo la pirotecnica semifinale che diede ai Capitolini l’accesso alla finalissima, poi persa contro Siena. Si arriva a questa partita con i Romani clamorosamente in vantaggio per 2-0, in virtù dei due successi conquistati sull’ostico parquet del Pianella ed una semifinale che sembra ormai ad un passo. Quando al PalaTiziano ci sono tifoserie del livello dei Canturini è sempre un piacere assistere alla partita, ed anche in questa occasione non verrò smentito. Prima di entrare le due tifoserie consumano il classico rituale alcolico, in omaggio ad un gemellaggio ormai storico che si cementa volta dopo volta, nonostante siano cambiate generazioni e, da parte romana, gruppi. Ritiro l’accredito ed entro. Gli spalti presentano il tutto esaurito. Oggi è una giornata storica per la società del presidente Toti: dopo ben 20 anni di onorata carriera, infatti, capitan Tonolli, “Tonno” come viene affettuosamente chiamato da queste parti, annuncia il suo ritiro dalla scena cestistica. La Curva gli dedica uno striscione, mentre tutti i presenti applaudono la piccola cerimonia di addio che la società ha allestito in mezzo al campo. Con tutta franchezza, anch’io batto le mani ad un ragazzo che ha sempre indossato quella casacca da quando seguo il basket a Roma, e che si è sempre dimostrato umile nei confronti di tutti. Basti pensare che il soggetto in questione è uno che se è in macchina con moglie e figli, e ti vede per strada, si ferma salutandoti e non lesinando una piccola chiacchierata. Scenari ovviamente inimmaginabili nel calcio, dove ormai, forse, anche un bomber Roberto Paci qualunque sarebbe andato in giro Sport People n°22/2014 Pag. 24 Tifocronache: Lega A, Virtus Roma-Cantù 74-70 dts Sport People n°22/2014 Pag. 25 Tifocronache: Lega A, Virtus Roma-Cantù 74-70 dts con la scorta. sferte durante tutta la stagione. I Lombardi, che si posizionano dietro lo striscione Eagles, sono un centinaio e mostrano da subito le loro bandiere ed i loro stendardi, esponendo anche uno striscione in favore dei gemellati che recita: “Un’amicizia forte e leale, Cantù saluta la Capitale!”, mentre la Curva Ancilotto stasera è più compatta che mai ed anche grazie all’unità cromatica dovuta alle magliette bianche indossate quasi da tutti, l’effetto visivo è davvero buono. Si comincia, e se in campo il ritmo appare blando, sugli spalti è subito caldo. I Romani mostrano belle manate e cori tenuti con buona continuità, che trascinano spesso anche il resto del palazzetto. Gli ospiti partono un po’ in sordina per poi carburare con il passare del tempo ed esibire, come semprem tutto il loro vasto repertorio fatto di battimani, cori, bandiere ed una bella sciarpata eseguita nell’ultimo quarto. In questi casi, inutile negarlo, mi viene sempre da pensare a chi era presente in partite come quelle di Eurocup, con a dir tanto duecento paganti. Se da una parte c’è sempre la solita storia della metropoli fredda e disinteressata a qualsiasi sport che non sia il calcio, dall’altra avere la curva piena è quanto meno un piccolo premio per questi ragazzi che si sono sobbarcati spese e tra- In campo la Virtus è un rullo compressore, volenterosa di chiudere la serie qui per poi concedersi qualche giorno di riposo in vista delle semifinali. I primi due quarti, nei quali i Romani tengono un buon vantaggio, galvanizzano il pubblico, ed il blocco ultras giallorosso si produce forse nel miglior tifo stagionale, offrendo più colore del solito ed improvvisando una “magliata” con tutte le t-shirt bianche tolte e sventolate a mo’ di Sport People n°22/2014 Pag. 26 Tifocronache: Lega A, Virtus Roma-Cantù 74-70 dts Sport People n°22/2014 Pag. 27 Tifocronache: Lega A, Virtus Roma-Cantù 74-70 dts sciarpa. bell’applauso. I Canturini non ci stanno ed, anche se con il passare del tempo sentono sempre più la qualificazione sfuggire dalle loro mani, fanno il proverbiale sforzo finale, mettendosi in evidenza con un tifo intenso e passionale. Forse la squadra in campo avverte che, come stanno facendo i propri ultras, non si deve mollare, così canestro su canestro finisce per riprendere la partita, allungandola al supplementare. Ma è un palliativo per i Brianzoli: nemmeno 5’ di extratime, infatti, riescono a regalare loro un successo. Come sempre la coda della stagione sarà, per me, intrisa di palle a spicchi e palazzetti. Un finale che ho imparato ad apprezzare oltremodo in un ambiente, quello della pallacanestro, che sotto tanti (forse troppi) punti di vista mi riconcilia con lo sport ed i suoi protagonisti. È ancora la Virtus Roma a vincere, mettendo le mani sulla semifinale. Parte l’inno della società romana ed il pubblico festeggia, ma esemplare è il comportamento degli ospiti che, benché ne avessero forse il diritto, invece di storcere il naso nei confronti dei propri giocatori, li tributano con un Si svuota velocemente il PalaTiziano, mentre io rimango a guardare le due tifoserie che si scambiano cori a favore. Restano solo gli ultras sugli spalti. Alla faccia di chi li vorrebbe eliminare. È ora di andare, l’ultima metro parte alle 23:30 e non mi aspetterà di certo. E con partite che si giocano ogni due giorni, non ci si può permettere di perdere preziose ore di sonno. Sport People n°22/2014 Simone Meloni. Pag. 28 Tifocronache: Lega A, Virtus Roma-Cantù 74-70 dts Sport People n°22/2014 Pag. 29 Tifocronache: Serie B, Avellino-Trapani 3-3 UNA SERIE A TRA AMICI Destino strano quello di Avellino e Trapani che, negli ultimi anni, si sono ritrovati spesso a competere per gli stessi traguardi. Nonostante la posta in palio alta e la tensione a mille, in questa polveriera è scoppiata invece l’amicizia tra le due piazze. Anche oggi, dopo una stagione per entrambe soprendente (con l’Avellino che in verità ha avuto una seconda parte di campionato in fortissimo calo), il destino le mette nuovamente alla prova facendole sfidare niente meno che per la Serie A. La zona playoff è alla portata, basterebbe un ultimo sforzo per i granata siciliani, oppure un colpo di coda degli irpini per uscire da questa alternanza di risultati, e si potrebbe toccare il cielo con le dita. Parallelamente all’andamento in campo, anche le presenze sugli spalti hanno imboccato la propria parabola discendente, seppur i circa 7.000 spettatori siano una Sport People n°22/2014 Pag. 30 Tifocronache: Serie B, Avellino-Trapani 3-3 media più che dignitosa nell’attuale quadro del calcio, fatto di stadi sempre più vuoti e desolati. Fa la parte del leone, ovviamente, la Curva Sud, i cui numeri continuano ad essere gli stessi di sempre, il cui sostegno alla causa biancoverde rimane intatto e continuo. Meno colore del solito nel settore caldo del tifo avellinese, che, per recuperare dal punto di vista cromatico, punta sul suo grande classico, cioè la sciarpata, mentre ad un pugno di bandierine, affiancate da qualcuna di dimensioni maggiori che sventolerà con buona continuità. In più occasioni illuminano la serata le sempre emozionanti luci delle torce, ovviamente accese di soppiatto onde evitare spiacevoli conseguenze legali: certo che è veramente assurda questa criminalizzazione a priori della pirotecnica, questo punire come un reato qualcosa che fuori dalle mura di uno stadio reato non è; si potrebbe perfino arrivare a comprendere la mano pesante su eventuali usi impropri, ma il daspo per un atto strettamente scenografico, magari immortalato anche dalle telecamere e sottolineato dai giornalisti per la sua suggestività, non fa altro che alimentare quella rabbia che lor signori dicono di voler eliminare dagli stadi. Presenza risicata quella dei trapanesi, non più di una ventina, e tifo che quindi resterà circoscritto nelle potenzialità che tale numero ristretto consente. D’altronde non si può rimproverare proprio nulla Sport People n°22/2014 Pag. 31 Tifocronache: Serie B, Avellino-Trapani 3-3 ai tifosi granata: se ci sono recriminazioni, bisognerebbe rivolgere a quei geni dell’assurdo che hanno scelto di far giocare questa gara in serale e di martedì, nel bel mezzo della settimana lavorativa. Nulla di nuovo: ormai da tempo cercano in tutti i modi di affollar divani e svuotare gradinate, per quanto continuino a tediarci con questa pantomima di riportare la gente allo stadio. In campo finisce con uno scoppiettante 3-3, un risultato che lascia intatte le speranze di tutti di accaparrarsi un posto nella lotteria dei playoff, ma che per l’Avellino ha, soprattutto, il sapore dell’ennesima occasione non sfruttata in questo girone di ritorno. Tante anche le contestazioni alla direzione di gara, non solo censurata dai copiosi fischi piovuti dagli spalti, ma anche dal sodalizio campano che si chiude in silenzio stampa. Testo di Matteo Falcone. Foto di Tobia Conte. Sport People n°22/2014 Pag. 32 Tifocronache: Serie B, Empoli-Crotone 3-1 PENSIERO ED AZIONE SONO ACCUSE DI REATO Serie B che si avvia ad uno sprint finale che sulla carta appare incerto e perciò particolarmente emozionante. La partita di questa sera al Carlo Castellani ne è l’esempio più lampante, in quanto l’Empoli, seconda forza del campionato, ospita il Crotone che a sua volta insegue il terzo posto. Partita delicatissima per la classifica ma, a discapito dell’alta posta in palio, tra le due tifoserie c’è una bella amicizia che fa sì che l’incontro tra le due delegazioni avvenga ben prima del fischio d’inizio del direttore di gara. Il legame viene rinsaldato prima della partita a colpi di scambi di sciarpe e cori di rito, mentre dentro l’impianto gli applausi reciproci non si fanno attendere e cominciano ad alzarsi ben prima dell’inizio della partita. Gara di cartello e perciò il popolo empolese risponde in massa, con presenze che toccano il record stagionale: un entusiasmo del genere non lo vedevo dai tempi dei playoff dello scorso anno. La partita di questa sera è un crocevia fondamentale per il raggiungimento della serie A, perciò non mancano le code ai botteghini per l’acquisto del tagliando, così come un bel numero di persone che evidentemente hanno bisogno di essere guidate verso il proprio settore perché novelli dell’ambiente. Maratona inferiore e superiore che presentano pochi posti vuoti, il maggior numero di persone si ammassa dietro lo striscione dei Desperados che questa sera hanno da gestire un bel settore, ma anche i non tesserati empolesi sono su di giri e numericamente si fanno apprezzare. Il settore ospite vede la presenza di una bella comitiva di crotonesi che, considerando la distanza, l’orario serale ed il giorno lavorativo (si gioca infatti di venerdì), vanno oltre le mie più rosee previsioni. Entusiasmo a mille al Castellani e Crotonesi che scaldano l’ambiente con i primi cori per la squadra, seguiti da quelli di sostegno a Ciro, l’ultras napoletano ferito da arma da fuoco a Roma prima della finale di coppa Sport People n°22/2014 Pag. 33 Tifocronache: Serie B, Empoli-Crotone 3-1 Sport People n°22/2014 Pag. 34 Tifocronache: Serie B, Empoli-Crotone 3-1 Italia. All’ingresso delle squadre sul terreno di gioco, gli ospiti si fanno notare per le tante bandiere fatte sventolare, alcune di bella fattura, altre molto meno ricercate e più artigianali, ma già da queste prime battute si capisce che il colore nel settore non mancherà assolutamente. Gli empolesi non organizzano niente di particolare, ma comunque si fanno notare per qualche bandiera in zona Desperados e per un paio di torce accese ed immediatamente gettate in terra, per non incorrere nelle tenaglie della giustizia. Bello lo striscione che viene aperto nella parte superiore del settore ospiti, un lungo “Crotone saluta Empoli” riceve l’applauso di tutto lo stadio e conferma anche ai più distratti che il feeling tra le due tifoserie non conosce ostacoli di sorta: malgrado l’alta posta in palio, i rapporti tra le due tifoserie sono più che buoni e non può essere un risultato a minare amicizia e stima reciproca. Il tifo di marca ospite è di qualità, gli ultras riescono senza problemi a fare gruppo ed a rimanere compatti dietro pezze e striscioni. Tra i presenti sono pochissimi quelli che non partecipano al tifo, anche le persone che si mettono un po’ in disparte non disdegnano di accodarsi ai cori, anche per provare ad incidere sul risultato vista l’alta posta in gioco. Una bella presenza in trasferta è il primo passo per fare sentire la propria vicinanza, anche se in era di tessere del tifoso e away varie, anche questo discorso è passato per certi versi di moda. I crotonesi non mancano di incitare la squadra e onorare la propria città, in un paio di occasioni nominano i “cugini” reggini, poi passano a ricordare i diffidati ed i cori in questione si fanno prolungati e particolarmente insistenti, confermando come tale problema sia ormai comune a tutte le tifoserie, senza distinzione di categoria o posizione geografica: ormai basta portare una t-shirt sbagliata per finire nel mirino della giustizia e della disinformazione. A tal proposito, sempre i crotonesi, intonano un “Giornalista pezzo di merda” che non può non richiamare alla memoria la gestione dell’informazione in merito a Napoli-Fiorentina di Coppa Italia: Sport People n°22/2014 Pag. 35 Tifocronache: Serie B, Empoli-Crotone 3-1 Sport People n°22/2014 Pag. 36 Tifocronache: Serie B, Empoli-Crotone 3-1 certi discorsi, certi “approfondimenti” sono classificabili al massimo come notizia da bar di infima qualità, la ricerca della verità non può prescindere da una conoscenza almeno minima dell’ambiente, invece spesso chi ha diffuso notizie, o peggio ancora ha commentato l’argomento, si è barricato tra un “si dice” oppure un “si pensa” infarciti da condizionali ad iosa, spostando l’attenzione dal ferimento di un ragazzo all’abbigliamento di un altro. Complimenti per la linea editoriale intrapresa! Se i crotonesi si fanno sentire più che bene, anche i padroni di casa forniscono una prestazione tutta cuore e grinta ed a mio parere sono autori della loro miglior prova stagionale. I numeri a disposizione sono importanti ed il tifo non può che essere incisivo e continuo. A tirare le fila sono i Desperados, spesso e volentieri seguiti a ruota dai non tesserati che non si risparmiano in voce e colore con le loro bandierine. I cori sono tutti per la squadra, anche se non mancano quelli di stima verso gli amici crotonesi. La caratteristica principale di questa sera è sicuramente la continuità, visto che alcuni cori riescono a stare alti alcuni minuti. I non tesserati si fanno notare per diversi battimani e per i cori a favore dei diffidati, il tifo si alza senza tanti problemi, favorito dal risultato che matura sul terreno di gioco: l’Empoli infatti chiude la prima frazione in vantaggio di due reti, grazie alla doppietta del bomber Maccarone. Se il primo tempo si è aperto con i cori dei crotonesi per Ciro, la ripresa inizia con lo stesso argomento: le due tifoserie espongono due striscioni dello stesso tenore, gli ospiti “Ciro non mollare”, i padroni di casa “Ciro tieni duro”. E se qualcuno aveva dei dubbi sugli ultras, questa è stata la risposta migliore: senza tanti giri di parole, c’è chi sta dalla parte di un ragazzo che ha lottato tra la vita e la morte; su ricatti, minacce e autorizzazioni se giocare o meno la partita c’è chi ha costruito il proprio castello di sabbia, malgrado le smentite arrivate da più parti. Raccontare cose non vere è un errore, persistere sulla propria linea è segno di scarsa intelligenza. Il tifo riprende da dove si era fermato ma Sport People n°22/2014 Pag. 37 Tifocronache: Serie B, Empoli-Crotone 3-1 quando il Crotone accorcia le distanze, il settore ospiti si vivacizza oltremodo ed i cori si fanno più incisivi e potenti: gli ultras credono nella rimonta e spingono la propria squadra all’attacco. La partita, se nel primo tempo è stata bella e combattuta, anche in questa ripresa si conferma uno spettacolo gradevole, le due formazioni giocano un bel calcio e le azioni sono fluide e avvincenti. Gli ospiti vivono il loro momento migliore di tifo, anche se oltre ai cori per la squadra, continuano ad intonarne altri a sostegno dei diffidati e contro le forze dell’ordine. Non mancano, da una parte all’altra, i cori di reciproca stima: i crotonesi ricordano Emiliano, figura carismatica del tifo azzurro che ha lasciato la Maratona troppo presto, gli empolesi rispondono con un forte “Empoli e Crotone alè”. La vicenda che suo malgrado ha coinvolto Speziale continua ad infiammare gli ultras, nella zona non tesserata empolese non manca qualche coretto sulla vicenda ed in un’occasione anche l’ispettore Raciti viene chiamato in causa: niente di offensivo, ma evidentemente la storiella della sua morte non convince a pieno una larga fetta di persone, mentre c’è chi ormai l’ha digerita e si sente in dovere ogni tanto di riproporla con giudizi che fanno pensare. Ogni riferimento a persone è voluto. Nei minuti di recupero l’Empoli segna la terza rete, ormai la partita è virtualmente chiusa, esultanza in Maratona inferiore, torcia accesa e finale di gara che è contraddistinto da un paio di cori niente male. Arriva il triplice fischio del direttore di gara, la festa è tutta per il pubblico locale, ma gli applausi vanno ad entrambe le squadre per una partita giocata a ritmi altissimi. Anche i crotonesi sono infatti soddisfatti della prova dei propri giocatori, che per ringraziare i presenti donano magliette e pantaloncini. Gli ultimi cori sono ancora una volta di reciproca stima, la festa non è conclusa e si sposta fuori dell’impianto per gli ultimi saluti di rito. L’Empoli è in piena volata per la serie A, ma per quanto visto questa sera anche il Crotone sembra avere le carte in regola per aspirare a qualcosa di importante. Sport People n°22/2014 Valerio Poli. Pag. 38 Tifocronache: Serie B, Empoli-Crotone 3-1 Sport People n°22/2014 Pag. 39 Tifocronache: Serie B, Modena-Avellino 1-0 SFIDA PLAYOFF IN CAMPO, TIFOSERIE CARICHE SUGLI SPALTI davanti ai botteghini saranno parecchie le persone in fila per un biglietto. In serie B siamo giunti alla terz’ultima di campionato, match in chiave playoff quello di oggi al Braglia tra il Modena che ospita l’Avellino in quello che può considerarsi uno dei match più importanti di giornata. Afflusso importante nell’impianto modenese, in virtù della classifica sia dei gialloblu di casa, sia quella dei biancoverdi ospiti, oltre alla giornata primaverile che aiuta e non poco ad alimentare le presenze: dati alla mano, tra paganti e abbonati, presenziano ben 7200 persone. Per evitarmi le file ai tornelli, entro circa 20 minuti prima dell’ingresso della gara e qui la prima sorpresa: neanche il tempo di varcare il tornello e noto dei ragazzi (componenti del Gruppo Gradinata) discutere con gli steward in quanto, a giudizio degli ultimi, i coriandoli di carta, preparati dai ragazzi in settimana, sarebbero a rischio incendio e quindi non potrebbero entrare. Dopo circa 10 minuti di discussione, viene concesso di entrare con il loro materiale, ma è davvero incredibile quello che è successo davanti ai miei occhi, fortuna solo che abbia vinto il buon senso. A inizio gara la curva di casa, bella piena e colorata da tre partite a questa parte, espone nella parte centrale un piccolo bandierone copricurva con su scritto “PLAYOFF” e, sotto lo stesso, uno striscione che recita “FACCI GODERE”, accompagnato da vari lanci di rotoli di carta Tifoseria di casa che nelle ultime settimane (complice l’aggancio della loro squadra alla zona playoff) è cresciuta notevolmente in fatto di presenze, grazie anche ai vari proclami dei tifosi, sia sui vari social network, sia sui quotidiani locali, tanto che al mio arrivo allo Stadio Braglia (verso le 13), Sport People n°22/2014 Pag. 40 Tifocronache: Serie B, Modena-Avellino 1-0 Sport People n°22/2014 Pag. 41 Tifocronache: Serie B, Modena-Avellino 1-0 da ogni angolo della Curva Montagnani. Come detto in precedenza, oggi il colpo d’occhio Curva è veramente bello, buona parte dei componenti della stessa indossa una maglia gialla, facendo sì che si crei una bella macchia di colore nel settore. Molto positiva anche la prova canora, finalmente i ragazzi in balconata (dietro ai consueti striscioni e pezze) vengono aiutati anche dal resto della curva. Simpatico anche il bandierone “B”, per celebrare la fresca retrocessione del Bologna. Molto belli anche i battimani e i bandieroni a vista. In aggiunta, a inizio ripresa, srotolano uno striscione in spagnolo per congratularsi con il Siviglia, fresco vincitore in Coppa Uefa; lo striscione recita la frase “Gracias Hermanos, Sevilla Campeon” (Grazie Fratelli, Siviglia Campione), sottolineato dal coro “Sevilla, Sevilla” che omaggia gli amici andalusi e seguito da un applauso spontaneo di tutto lo stadio. Sorpresa per il sottoscritto anche per quanto riguarda il Gruppo Gradinata: al mio ingresso nel loro settore, noto che hanno riposizionato lo striscione in balconata, un bel regalo anche per me, che riuscirò a scattarli finalmente da buona posizione. Come detto in precedenza, i ragazzi, all’ingresso delle squadre, lanciano in aria i famosi coriandoli di carta che rischiavano di non entrare, in aggiunta a 3-4 bandiere gialloblu nei pressi della ritrovata balconata. Anche per loro stesso discorso della curva, buona prestazione canora, effettuati parecchi battimani ed anche una bella sciarpata. Nella ripresa, complice il caldo ed il sole in faccia per tutti i 90 minuti, calano un po’ d’intensità dopo il gol della loro squadra, ma comunque la loro prestazione è più che buona. Capito ospiti: i lupi irpini giungono in Emilia in circa 650 persone (alla chiusura delle prevendite, per la curva ospiti risultavano Sport People n°22/2014 Pag. 42 Tifocronache: Serie B, Modena-Avellino 1-0 Sport People n°22/2014 Pag. 43 Tifocronache: Serie B, Modena-Avellino 1-0 circa 600 biglietti venduti), appendendo in vetrata sia striscioni visibili di solito allo Stadio Partenio, sia striscioni dei vari tifosi residenti al Nord Italia. I ragazzi della curva, invece, terranno in mano i propri drappi AV, Contro l’articolo 9 e You’ll never walk alone. A inizio gara il settore si colora di cartoncini verdi e bianchi con al centro due striscioni: “DAL 1912”, “I NOSTRI COLORI”. La prestazione odierna sarà eccezionale, sarà anche perché trovandomi a poca distanza dal loro settore, riuscirò ad apprezzare appieno i loro battimani (seguiti da quasi tutti i presenti) e sentire i loro cori per i lupi, alti e continui per buona parte del match. A circa 15 minuti dalla fine, assisterò a quello che volevo vedere con i miei occhi da parecchi anni, cioè la famosa sciarpata della curva avellinese: un tappeto di sciarpe biancoverdi la cui particolarità è quella di scomparire e ricomparire nel giro di pochi secondi; l’avevo vista in parecchi video, ma dal vivo ovviamente è da pelle d’oca. A fine gara gli ospiti riceveranno un saluto anche dai loro beniamini in campo, nonostante la sconfitta per 1 a 0 si vedranno parecchi applausi tra giocatori e settore ospiti, anche perché questa sconfitta non pregiudica le speranze playoff dei biancoverdi. Discorso opposto ovviamente per i gialli di casa, che con questi tre punti conquistano quasi matematicamente la zona playoff. Davvero bella la corsa della squadra di casa sotto la loro curva, accompagnata dall’applauso di tutto lo stadio. Qualche insulto a metà primo tempo tra settore ospiti e gradinata, per lo più a causa della tensione della gara, visto che prima dell’inizio, molti tifosi irpini si erano mischiati ai tifosi di casa nei pressi dei botteghini senza alcun problema. Sport People n°22/2014 Francesco Passarelli. Pag. 44 Tifocronache: Serie B, Modena-Avellino 1-0 Sport People n°22/2014 Pag. 45 Tifocronache: Serie B, Novara-Varese 0-0 IL CARDINE “FILOSOFIA” ULTRAS Solo per la maglia, uno dei cardini della “filosofia” ultras è quanto si è percepito quando circa in 150 ultras si sono presentati a Novarello, sede degli allenamenti del Novara, per caricare la propria squadra poche ore prima della partita contro il Varese. L›ennesima ultima spiaggia per una squadra in crisi di risultati e di identità. Crisi che però non tocca i 150, presenti sempre e comunque, in casa e in trasferta, con la pioggia o il sole, solo per la maglia che amano, appunto. Bandiere, sciarpe, megafoni e cori: tutti compatti dietro la pezza Curva Nord Novara per spronare i propri a dare quello che molte volte, vedi le diverse precedenti contestazioni (assolutamente comprensibili), non è stato dato in campo. Contro il Varese, come detto, è l›ultima par- tita per evitare i play-out, un match molto sentito dai tifosi di entrambi le compagini. Mi scuseranno i puristi del gergo calcistico se questa partita la chiamo derby, ben sapendo che l›unico derby a Novara è contro la Pro Vercelli, ma non mi vengono in mente altre parole per descrivere la rivalità che intercorre sull›asse Novara-Varese, partita calda sia in campo che sugli spalti, anche se è parecchio tempo che non ci sono “incontri” fuori dal rettangolo verde. Anche la società si è mossa per cercare di richiamare quanta più gente possibile allo stadio, portando il biglietto della Curva ad 1€. Il risultato è al contempo imponente e deprimente: sono pochi i posti che rimangono vuoti e una massa azzurra va pian piano formandosi; ma la cosa che più mi rattrista è pensare: tutta questa gente dove era in questi mesi? Una domanda che trova subito risposta nel ragionamento del tifoso “pro- Sport People n°22/2014 Pag. 46 Tifocronache: Serie B, Novara-Varese 0-0 Sport People n°22/2014 Pag. 47 Tifocronache: Serie B, Novara-Varese 0-0 vinciale”, che per anni ha calcato i campi della vecchia C1 e C2: se costa meno guardare la partita a casa, perché scomodarsi per andare allo stadio se dalla tv si vede meglio... tiriamo fuori la sciarpa solo quando ti regalano il biglietto oppure quando la squadra va bene, così da salire sul carro dei vincitori. Questo ragionamento potrebbe andare avanti per ore e ore, ma è lavoro inutile fare la morale a chi si scopre novarese a “comando”, ognuno sa quanto ha dato o no a questa squadra. Come già anticipato, la presenza in Curva Nord è massiccia, anche se in piedi tra gli ultras non si aggiungono più di 50/60 rispetto al solito, arrivando comunque a circa 250 pronti a sostenere con la voce la propria squadra. In balaustra spicca la pezza Curva Nord Novara a cui fanno da spalla Sezione, Vecchio Stampo e Zoo. Sul fronte opposto hanno già preso posto circa 200/250 semplici tifosi che, con bandiere e sciarpe biancorosse, colorano il settore per ora orfano dei Blood Honour 98. Passano giusto pochi istanti che il botto di un petardo preannuncia l’arrivo degli ultras biancorossi: circa 200, fanno il loro ingresso con stendardi e bandiere al seguito, accolti da fischi e ululati del Piola intero. Si compattano dietro la pezza CN 98 e rispondono prontamente al “saluto” dei novaresi. L’ingresso delle squadre in campo viene accolto dalla Nord con un fortissimo “Novara Novara” subito ripetuto a gran voce anche dallo stadio intero; i diversi bandieroni fanno sì che l’inizio sia a dir poco spettacolare. Anche gli ospiti accolgono l’entrata in campo della propria squadra con un fortissimo “Varese Varese” e con lo sventolio di numerose bandierine. Insomma un esordio degno delle più rosee aspettative, fermo restando la premessa fatta in apertura. Sport People n°22/2014 Pag. 48 Tifocronache: Serie B, Novara-Varese 0-0 Sport People n°22/2014 Pag. 49 Tifocronache: Serie B, Novara-Varese 0-0 L’inizio di partita è spumeggiante, cori continui da una parte e dall’altra, al “Varesotto pezzo di m***a” rispondono i biancorossi con “Chi non salta novarese è”, cori che vengono seguiti da buona parte di entrambe le tifoserie. Si inizia veramente a fare un tifo di un certo livello, in rapida successione cori a ripetere dimostrano la voglia di questi ragazzi di sostenere la maglia. Il tifo novarese risulta piuttosto coinvolgente, riuscendo a trascinare anche quelle persone che generalmente preferiscono godersi lo spettacolo sul campo, senza interagire nel sostegno alla causa. Rispondono i varesini con un susseguirsi di cori secchi alternati a cori più prolungati che evidenziano il perché della loro presenza: il Varese, la loro ragione di vita, soprattutto in questo momento delicato, dopo i cambi a livello dirigenziale che hanno fatto colare a picco la squadra nella zona play-out. A sfondo di questi cori fanno sventolare due bandieroni, uno più piccolo con i colori sociali, mentre il secondo, più grosso e pesante, reca il simbolo dei BH 98, conferendo una nota di colore davvero ragguardevole, assieme ad un buon numero di bandierine sventolate per tutti i 90 minuti di gioco. Come al solito, il rilancio del portiere avversario, soprattutto nel primo tempo in cui lo stesso difende i pali proprio sotto la Curva novarese, è accompagnato dagli Ultras azzurri al grido “Oooh Bastardo!”. Fatta questa divagazione sulle origini del portiere, la Nord torna a sostenere i ragazzi chiedendo la vittoria per loro stessi. Anche i varesini non mancano di sottolineare l›ambigua origine dell›estremo novarese ad ogni suo rilancio: il campanilismo è anche questo. La partita però non riflette quanto si sta facendo sugli spalti, da ambedue le parti: poche occasioni, è la paura di vincere a farla Sport People n°22/2014 Pag. 50 Tifocronache: Serie B, Novara-Varese 0-0 da padrone; solo al 34› il Piola vive momenti difficili, quando Pavoletti si fa murare da Kosicky in uscita, che mantiene il punteggio in parità. Urlo in gola strozzato per i varesini e pericolo scampato per il Novara. Il secondo tempo si apre con i padroni di casa che ricordano due ultras novaresi prematuramente scomparsi, come avviene in tutte le partite per onorare amici e compagni di tifo che li guardano dall’alto. Dopo qualche bordata di fischi per rifiatare e disturbare il possesso palla avversario, gli ultras azzurri ripartono con cori prolungati che evidenziano la loro presenza allo stadio per la squadra e per sottolineare che saranno sempre al fianco dei propri colori, nella buona e nella cattiva sorte. Vengono inoltre ricordati i gemellati di Rimini. Forse per svegliare gli animi e sgranchire le gambe dell’intero stadio, la curva ripropone “Chi non salta varesotto è” il cui risultato è buo- no, infatti tutta la Nord e parte degli altri settori dello stadio saltellano al ritmo del coro proposto, ma l’entusiasmo si spegne con il dissolversi del motivo. Il calo vocale dei novaresi, che hanno comunque speso molto nel primo tempo, viene enfatizzato dai varesini con un bel “Se il tifo non ce l›hai te lo facciamo noi...” il cui resto lo immaginerete benissimo. Ripresi dallo sforzo vocale, i novaresi tornano a tifare, anche se è netto il calo della voce: gli occasionali si sentono e a cantare resta il solito zoccolo duro, che anche senza voce sostiene i propri colori, chiedendo a più riprese il gol che sbloccherebbe la partita. Lo sforzo profuso si traduce in un dominio senza mai colpo ferire della propria squadra. Un boato quando il Varese rimane in inferiorità numerica e nuova benzina nei serbatoi novaresi che cercano ancora di coinvolgere tutto lo stadio per il bene della Sport People n°22/2014 Pag. 51 Tifocronache: Serie B, Novara-Varese 0-0 squadra. Anche gli ospiti patiscono un fisiologico calo nel tifo, a cantare resta la parte ultras del settore: oltre che cori di sostegno alla maglia, si canta anche contro la repressione, sempre più forte, e contro la Lega, rea, a loro dire, di aver affidato questa partita ad un arbitro poco adatto. Anche l›attenzione degli ultras novaresi e dello stadio intero si catalizza contro il direttore di gara, per un episodio molto dubbio lasciato però correre. Visto il calo del tifo, gli ultras etichettano senza troppi giri di parole (Chi non canta e un figlio di p****, chi non canta va a veder Vercelli...) quanti non sono interessati a cantare per gli azzurri, coro forse un po’ forte nei toni ma giusto, perché chi è in curva a cantare lo deve fare fino al 90’ e non mollare al primo errore della squadra. La partita volge al termine e tra “un dove sono gli ultra” dei varesini e risposte a tono dei novaresi, c›è solo il tempo per la traversa su punizione di Lepiller, che stavolta fa gridare al gol i 9000 del Piola. Finisce in parità, tutto come prima e spareggi salvezza sempre più probabili tra le due squadre. I calciatori applaudono alle curve che li hanno sostenuti per tutti i 90› e qualche biancorosso riceve la maglia a ricordo della trasferta. Bella la prova dei novaresi, peccato che le tante presenze siano solo di passaggio. Bel colore e partecipazione che cala nel secondo tempo, visto il numero di occasionali sugli spalti. Curva ospite che crea un bel colore per tutta la partita, instancabili gli ultras che cantano fino alla fine e salutano con un altro petardo l›odiata Novara. Sport People n°22/2014 Alessio Farinelli. Pag. 52 Tifocronache: Playoff Lega Pro 1/B, Lecce-Benevento 2-0 SPETTACOLO IN GIALLOROSSO Lecce-Benevento è una partita tra due squadre che, per usare un eufemismo, non hanno un buon rapporto con i play-off: gli Stregoni, al quarto tentativo in Prima Divisione, sono reduci dalla bella partita dell’andata, finita 1-1 fra tante recriminazioni; nel Lecce, dall’altra parte, è ancora forte il ricordo del ritorno della finale playoff della scorsa stagione con il Carpi, ed il quarto di finale vinto contro il Pontedera, solo ai calci di rigore, non riesce ancora a dare quell’entusiasmo ad una città fin troppo distaccata nei confronti della propria squadra, nonostante l’importanza del match da dentro o fuori. I 1.100 tifosi beneventani giunti al “Via del Mare” sono molto compatti, ma meno colorati rispetto al match giocato nell’impianto salentino nella regular season. L’entusiasmo degli Stregoni caratterizza il prepartita: cori secchi alla squadra intenta a riscaldarsi prima del match e zero provocazioni alla curva avversaria, come sempre pronta a riempirsi solo nel quarto d’ora precedente al match. Il ricordo del gesto di solidarietà dello scorso settembre, in concomitanza della partita del Sport People n°22/2014 Pag. 53 Tifocronache: Playoff Lega Pro 1/B, Lecce-Benevento 2-0 Sport People n°22/2014 Pag. 54 Tifocronache: Playoff Lega Pro 1/B, Lecce-Benevento 2-0 “Vigorito”, quando gli Ultrà Lecce organizzarono una raccolta di viveri e beni di prima necessità, poi prontamente affidati a delle famiglie in difficoltà del capoluogo sannita, è ancora forte. La Curva Sud beneventana decide di far quadrato, riempiendo nella quasi totalità il settore ospiti, sotto lo striscione “Lotta, vinci e facci onore”, spingendo i propri calciatori verso una finale che manca dal 2008-09. La Curva Nord leccese, coloratissima come al solito, cuore pulsante del tifo e sempre calda, nonostante la freddezza del resto dello stadio (e le sempre, ahimè, frequenti diffide) non è da meno e il tripudio all’entrata dei calciatori per il riscaldamento fa capire subito l’importanza dell’appuntamento. Prima della partita espongono uno striscione che recita “Ciao Fabio”, in onore di Fabio Corpus, tifoso del Lecce deceduto in settimana a seguito di un incidente stradale. Da registrare la presenza di uno stendardo della tifoseria palermitana, storica gemellata. La partita, subito svoltata nella direzione salentina, inizialmente non scalfisce l’entusiasmo degli Stregoni, ma al gol di Ferreira Pinto, arrivato al 20° del primo tempo, il ruggito del “Via del Mare” affievolisce l’iniziale bella prestazione della tifoseria campana, che grida al gol quan- do Padella, al 40°, colpisce il palo. Nella ripresa l’iniziale black-out della formazione salentina, con il Benevento che cerca di attaccare, rinvigorisce ed aumenta i decibel dei cori della tifoseria sannita, ben supportati dall’intero settore per tutta la durata. La Curva Nord, come sempre in questa stagione, assicura sempre un supporto costante e ben articolato lungo la parte centrale del settore, con cori lunghi ma ben scanditi. Al 70°, con il Benevento ancora bloccato in svantaggio, i Sanniti passano alla contestazione, strappano lo striscione, e un “Ci avete rotto il c…” accompagna l’ultima porzione di match, caratterizzata prima dall’illusione del pari di Guerra, annullato per fuorigioco, e poi dal 2-0 salentino firmato da Zigoni che manda in orbita il Lecce, già proiettato alla finale con il Frosinone. I giallorossi si prendono i giusti applausi di una curva, che ringrazia i propri calciatori per la pazzesca rimonta di questa stagione. Sport People n°22/2014 Testo di Gabriele De Pandis. Foto di Michel Caputo. Pag. 55 Tifocronache: Playout Lega Pro 2/B, Arzanese-Sorrento 4-0 IL VIATICO VERSO UN’UNICA LEGA PRO Con il campionato che volge al termine, può capitare di imbattersi in qualche domenica in cui effettuare una scelta tra le partite che si disputino geograficamente non lontane da casa sia impresa tutt’altro che facile. C’è sempre da tener conto di divieti, tessere e limitazioni. Ed in questo fine settimana, anche di un’oggettiva carenza di eventi in grado di calamitare il mio interesse. Se nei confronti della Lega Pro Prima Divisione riservo più di qualche dubbio, verso la Seconda Divisione ho delle vere e proprie certezze che mi porto avanti da inizio stagione: mai e poi mai. Di tifoserie ce ne sono poche, gli stadi sono sempre vuoti e desolati ed il calcio giocato è spesso privo di interesse ed oggetto (come un po’ in tutte le categorie) di speculazioni esterne che ne decidono esiti e risultati a priori. Non un buon viatico, insomma, per prendere una decisione. Attraverso il buon Andrea mi informo se almeno in occasione di questo spareggio tra Arzanese e Sorrento si muoverà qualcosa a livello ultras e vengo a sapere che una sparuta rappresentanza ospite presenzierà in quel di Frattamaggiore. Va ricordato, infatti, che l’incontro si disputerà allo “Ianniello” a causa dell’indisponibilità dello stadio arzanese. Essendo il fischio d’inizio fissato per le 16, posso permettermi il lusso di partire da Roma con il treno delle 10. Una volta tanto non sono costretto a levatacce e corse con bus notturni mentre l’intera città finisce il suo lungo sonno del fine settimana. C’è il sole e fa anche abbastanza caldo. Inutile dire che una persona sana di mente avrebbe, forse, sfruttato questa domenica per una prima sortita marina. Ma noi no (noi inteso come me e la mia macchinetta). Siamo qua in questi vagoni fetidi che come Sport People n°22/2014 Pag. 56 Tifocronache: Playout Lega Pro 2/B, Arzanese-Sorrento 4-0 Sport People n°22/2014 Pag. 57 Tifocronache: Playout Lega Pro 2/B, Arzanese-Sorrento 4-0 sempre ci scorrazzano per lo Stivale. A volte mi chiedo se ami muovermi più per il gusto delle partite, degli ultras e delle foto, o esclusivamente per testare costantemente i tutt’altro che impeccabili mezzi di trasporto del centro-sud. Arrivo a Napoli Centrale che l’orologio segna le 13 in punto; alle 14 ho il cambio per Casoria, dove verrà a prendermi Andrea. Nell’ora di buco ne approfitto per mangiare e fotografare ogni strano particolare mi capiti a tiro nello scalo ferroviario. Il tragitto che mi separa dall’area urbana situata a Nord di Napoli è breve, e con una decina di minuti sono nel piazzale esterno della stazione, dove ad attendermi c’è l’amico partenopeo. Visto il largo anticipo, possiamo permetterci un giretto per le strade di Casoria ed Afragola con tanto di vista allo storico stadio Moccia, che sembra in procinto di riaprire i battenti in vista della prossima stagione calcistica dell’Afragolese. Sarebbe tanto di guadagnato sia per il movimento sportivo campano che per gli amanti del tifo, vista la conformazione che sembra confarsi alla presenza degli ultras. Ci incamminiamo, poi, verso Frattamaggiore e, come sempre da queste parti, a colpirmi è il fatto di non accorgermi di lasciare un’area comunale per entrare in quella successiva. Capisco perché, in un famoso sussidiario della scuole elementari, l’hinterland napoletano era contrassegnato dal colore blu, simbolo di zone densamente popolate. Non è la mia prima volta allo “Ianniello”: quest’anno ho, infatti, avuto modo di entrarvi in occasioni di un bel Frattese-Giugliano d’Eccellenza, partita spigolosa, tesa e ricca di emozioni che annovero senza dubbio tra le migliori viste in questa stagione. Parcheggiare la macchina oggi è impresa ardua: come da miglior tradizione per le serie professionistiche, infatti, attorno allo stadio sono appostati ogni genere di vigi- Sport People n°22/2014 Pag. 58 Tifocronache: Playout Lega Pro 2/B, Arzanese-Sorrento 4-0 li, steward, poliziotti e chi più ne ha più ne metta. Sebbene tra le due fazioni non vi sia una particolare rivalità e sebbene stiamo pur sempre parlando di una partita di quarta serie. Ma la psicosi è ormai insita e difficile da debellare. Ritiro l’accredito mentre Andrea, a causa dell’inflessibilità della Lega che non ne ha voluto sapere di accettare la sua richiesta al limite della tempistica, è costretto a comprare un biglietto di curva. Non è ancora tempo di entrare, e così ci rifugiamo in un bar per le ultime chiacchiere del prepartita. Le nostre strade si dividono, momentaneamente, poco prima delle 16 quando io guadagno l’ingresso in campo e lui quello in curva. Nel mettere piede sul manto erboso rimango colpito innanzi tutto da una cosa: la presenza di sceriffi che, telecamere alla mano, sono pronti a riprendere chissà quale intemperanza in grado di scatenare un conflitto mondiale. Leggere Polizia Scientifica sul berretto di uno di loro mi suscita alquanto ilarità. Forse perché ho sempre associato questo reparto delle forze dell’ordine a cose ben più importanti di una partita di calcio. Non mi curo di loro ma guardo e passo avanti. La tribuna di casa è praticamente piena ed il blocco ultras è quantificabile attorno alle cento unità, posizionate dietro le pezze Old Style, Ultras e 1984. Gli Arzanesi mi danno subito una buona impressione, scaldando l’ambiente con un paio di manate potenti. Nella tribuna scoperta sono invece posizionati i Sorrentini. Il loro numero complessivo non è certo da capogiro ed il manipolo di ultras si aggira attorno alle 30 unità dietro lo striscione Sorrentini. Le due squadre entrano in campo ed anche gli ultras accendono i motori. Da parte arzanese qualche torcia, bandiere ed un coro a ripetere ben eseguito, mentre gli ospi- Sport People n°22/2014 Pag. 59 Tifocronache: Playout Lega Pro 2/B, Arzanese-Sorrento 4-0 ti fanno sfoggio dei loro vessilli. È difficile spiegare, a un neofita o a chi non vi ha mai messo piede, la differenza che intercorre tra uno stadio di Serie D ed uno di C2. C’è solo una categoria di differenza, eppure c’è un abisso di mezzo. Si sente che a questi livelli la repressione è a mille e lo spettacolo è quasi sempre monco. A meno che non si sia in grado di portare numeri strabilianti in grado di rendere controlli ed imposizioni più blandi, lo spettacolo non sarà mai al 100%. Dal canto loro, gli ultras di casa però ce la mettono tutta, ed il sostegno non manca, ma oggi l’andamento della partita sarà fondamentale per quanto accadrà sugli spalti. I padroni di casa, infatti, si portano in breve sequenza sul 3-0 e gli ultras rossoneri dapprima continuano a tifare, per poi togliere pezze e vessilli dopo il terzo gol, smettendo di cantare ed inscenando una contestazione. Ora, sia ben chiaro, ognuno è libero di in- tendere l’ultras ed il tifo come meglio crede. Non sta certo a me giudicare. Ma per come la vedo io, l’ideale, la città ed i colori vanno sostenuti anche sull’8-0 per gli avversari e fino al 90’. Poi chiaro, la contestazione ci può stare sempre. Mettiamola così, sono cresciuto sentendo questa frase: “Si contesta solamente se si è ultimi ed a -15 dalla penultima”. Qua c’era ancora un secondo tempo ed una gara di ritorno. Resta comunque una scelta dei ragazzi di Sorrento, i quali avranno senza dubbio avuto le loro sante ragioni. Prima dell’intervallo gli ultras di Arzano espongono uno striscione in favore di Ciro, il tifoso napoletano ancora ricoverato per il colpo di arma da fuoco ricevuto ai margini della finale di Coppa Italia, seguito da numerosi cori contro la Capitale. Striscione che fa il paio con quello esposto dai Sorrentini ad inizio ripresa. È un momento complesso e non mi permetto di giudicare tali dinamiche. Né da una parte né dall’altra. Mi Sport People n°22/2014 Pag. 60 Tifocronache: Playout Lega Pro 2/B, Arzanese-Sorrento 4-0 Sport People n°22/2014 Pag. 61 Tifocronache: Playout Lega Pro 2/B, Arzanese-Sorrento 4-0 limito così a parlare di tifo, che nel secondo tempo vede gli Arzanesi unici protagonisti con numerose torce, qualche bombone ed un sostegno che nel complesso si mantiene oltre la sufficienza per tutti i 90’, aiutato anche dal quarto gol che mette una seria ipoteca sulla conquista della finale da giocare contro Aversa o Tuttocuoio. Finisce così, con i giocatori azzurri a festeggiare sotto il proprio settore ed i rossoneri che escono a capo chino inseguiti dagli insulti dei propri tifosi. Io ripongo la mia macchinetta, uscendo e ricongiungendomi al buon Andrea, che si offre di portarmi fino alla stazione. Purtroppo il traffico di Frattamaggiore è intenso e finisce per farmi perdere il treno per Napoli. Tra un moccolo e l’altro sono costretto ad attendere un’altra mezz’ora, arrivando nel capoluogo campano per le 19 e cambiando infine con l’Intercity delle 19:30 per Roma. briccola di simpatici spagnoli, che per 2 ore animano il convoglio con stereo a palla che emana varie chicche musicali degli anni ’90, tanto da indurmi a sperare nell’arrivo di 130 United Force del Rad in grado di defenestrarli all’altezza di Monte San Biagio. Purtroppo non accadrà mai ed approderò alla Stazione Termini con le orecchie devastate dal loro personalissimo Conservatorio di Santa Cecilia. Quisquilie comunque. Un ringraziamento ad Andrea per l’accoglienza e la compagnia ed una speranza di miglioramento per la prossima Lega Pro; quest’anno si è toccato davvero il fondo, sia a livello ambientale che di gioco. L’unificazione dei due campionati non può che portare miglioramenti, basta che non intervengano fattori peggiorativi dovuti a mal gestioni ed interferenze esterne tipiche del nostro paese. Simone Meloni. Tralasciando il viaggio fatto con un com- Sport People n°22/2014 Pag. 62 Tifocronache: Playout Lega Pro 2/B, Arzanese-Sorrento 4-0 Sport People n°22/2014 Pag. 63 Tifocronache: Serie D/H, Taranto-Matera 1-0 IL TARANTO TORNA A SPERARE Questa giornata di campionato ci riserva la sfida tra Taranto-Matera, una sorta di spareggio per contendersi la prima posizione in classifica, necessaria al conseguimento della promozione diretta. Come accade spesso in situazioni simili, di importanza chiave per il prosieguo del campionato, ecco l’Osservatorio che ci tiene a far sentire la sua presenza, vietando puntualmente la trasferta ai sostenitori ospiti. Settimana turbolenta in casa Taranto, soprattutto dopo la sconfitta subita in malo modo nell’ultima trasferta a Vallo della Lucania, avvenuta contro il Gelbison, che ha portato a duri faccia a faccia tra i calciatori e gli ultras, durante i quali non sono mancati attimi di tensione. Proprio per l’importanza delicata di questa gara i gruppi della Nord, invece di manifestare i propri malumori, decidono di coinvolgere e invitare tutti i tifosi rossoblu allo stadio, con un comunicato firmato “Curva Nord”, chiedendogli di affollare i gradoni dello stadio a sostegno della maglia e dei colori; appello che viene accolto a tal punto che, quest’oggi, la Curva Nord risulterà esaurita in tutti i suoi posti abilitati, mentre lo stadio farà registrare una delle più numerose affluenze della stagione. Sport People n°22/2014 Pag. 64 Tifocronache: Serie D/H, Taranto-Matera 1-0 Nella Nord, si rivedono, finalmente, stendardi e bandiere, con i bandieroni dei gruppi a sventolare per tutti i novanta minuti. Durante l’ingresso in campo delle squadre, a prendere il via è una coreografia ben riuscita: una maglia rossoblu al centro del settore con la scritta “Curva Nord Taranto 12”, contornata da bandierine a scacchi rossoblu (dapprima sventolate e successivamente esposte a mo’ di cartoncino), ed accompagnata dallo striscione “E ora devi vincere”, posto sulla vetrata e lì rimasto a campeggiare per tutto l’arco della gara. Di seguito una sciarpata sulle note di “Tu solamente Tu” che ha coinvolto sia il settore inferiore che quello superiore della curva, davvero di notevole impatto. Novanta minuti ad altissimi livelli da parte degli ultras di casa, con picchi elevatissimi nella seconda parte di gara, in seguito al gol del meritato vantaggio dei rossoblu, che sarà quello decisivo per portare i tre punti a casa. Treni di mani davvero molto suggestivi, eseguiti da tutta la curva, coordinati dai suoni dei tamburi, e cori secchi a ripetere che hanno coinvolto anche gli altri settori dello stadio, come per esempio il “Forza Taranto Portaci Via”, ripetuto di seguito dalla Curva, dalla Gradinata e dalla Tribuna. Grosso entusiasmo a fine gara, per un campionato che appare riaperto. Sport People n°22/2014 Fabio Mitidieri. Pag. 65 Tifocronache: Oberliga Tedesca, Dynamo Berlino-Hansa Rostok II 2-0 BERLINO SENZA IL MURO Il mio giro degli stadi e delle squadre berlinesi continua. Dopo le due grandi, cioè l’Hertha e l’Union e, nelle serie minori, il Berliner AK ed il Viktoria Berlin, approfitto di questo week-end nella capitale tedesca per scoprire finalmente la nobile decaduta, cioè il Berliner Fussball Club Dynamo nel suo stadio, lo Sportforum Hohenschönhausen. Avevo già avuto l’occasione di vedere i granata (la terza squadra berlinese in termini di popolarità) in Coppa di Germania, ma non giocava nel suo stadio abituale. Infatti, come è d’obbligo per le partite più importanti della Dynamo, la squadra si è spostata, in quell’occasione, nel più grande impianto Friedrich Ludwig Jahn Sportpark, accanto al Mauerpark, nel quartiere di Prenzlauerberg. Oggi si disputa una partita di Oberliga, cioè la serie D tedesca, e dunque lo stadio è quello abituale. Ospite di turno la squadra di riserva dell’Hansa Rostock, con il BFC Dynamo primo in classifica che, con ben dodici punti in più sulla seconda, non avrà difficoltà ad andare in serie C2 la prossima stagione. Un incubo per i vari servizi di sicurezza, viste le squadre che ci sono e le partite ad alto rischio che si preannunciano fra pochi mesi. Di fatto, in serie C2, troviamo il Babelsberg (squadra di Potsdam, città distante 30 chilometri dal centro di Berlino), il Carl Zeiss Jena, il Cottbus ma anche le riserve del Hertha Berlino e, soprattutto, la seconda squadra del nemico numero uno: l’Union Berlino. A conti fatti, non è l’Hertha Berlino il vero rivale cittadino per la Dynamo, ma l’Union. Storicamente l’Hertha era una squadra di Berlino Ovest, mentre l’Union era una squadra dell’ex-Germania dell’Est ma, soprattutto, non era una squadra allineata al regime come la Dynamo. Nella capitale, la Dynamo rappresenta la società più “antipatica”: squadra della Stasi, la famigerata polizia Sport People n°22/2014 Pag. 66 Tifocronache: Oberliga Tedesca, Dynamo Berlino-Hansa Rostok II 2-0 politica della Repubblica Democratica di Germania, ha vinto dieci titoli di fila con l’aiuto di alcuni arbitri ed il trasferimento coatto dei migliori giocatori del Paese. Il suo declino coincise con la caduta del regime, ma la sua fama si è perpetuata tramite una parte dei suoi tifosi: infatti, gli stessi, si erano costruiti la reputazione di essere un “nido di hooligans di estrema destra”. La partita di Coppa (del 30 luglio 2011) fra Dynamo Berlin e Kaiserslautern aveva evidenziato questo fatto con incidenti, alla fine dell’incontro, sulle gradinate. Decido di partire in anticipo, visto che non conosco il quartiere dove si trova lo stadio della Dynamo, a nord-est dal centro di Berlino. Arrivo abbastanza velocemente allo Sportforum (siamo a Berlino, dove i trasporti pubblici di qualità funzionano quasi sempre, anche se hanno un prezzo elevato), complesso sportivo immenso, voluto dalle autorità dell’exregime. Siamo a fine marzo, ma la primavera è iniziata da un bel po’ nella capitale tedesca. Non è difficile trovare il posto, basta seguire alcune “brutte facce”, ma anche famiglie e ragazze si dirigono verso l’ingresso. I prezzi non sono eccesivi, 10 € per tutti i settori, tranne la gradinata che costa il doppio. Ci sono sconti per i bambini, gli studenti e i disoccupati, ed anche un cioccolato Kinder per i bambini! Non ho avuto il tempo di mangiare, e Sport People n°22/2014 Pag. 67 Tifocronache: Oberliga Tedesca, Dynamo Berlino-Hansa Rostok II 2-0 Sport People n°22/2014 Pag. 68 Tifocronache: Oberliga Tedesca, Dynamo Berlino-Hansa Rostok II 2-0 penso di trovare qualcosa dentro lo stadio, soprattutto dato l’orario della partita, le ore 14.00 di domenica. Altri tifosi hanno avuto la mia stessa idea. C’è di tutto, dalla classica salsiccia alla minestra, senza dimenticare i bretzel. Il bar dello stadio è grandissimo, i suoi muri esterni sono coperti con gigantografie raffiguranti i momenti di gloria della squadra, che era la migliore del Paese diviso, fino alla caduta del muro. La Dynamo ha vinto dieci scudetti, tra il 1979 e il 1988, ed anche tre Coppe di Germania dell’Est. Accanto alle foto della squadra, c’è un altro tipo d’arte, con una gigantografia che fa vedere gli hooligans della Dynamo accerchiati dalla polizia, rendendo eloquente, nel quadro, che aria tira. Nei bagni del bar, pieni di adesivi degli ultras e degli hooligans locali, ma anche di alcune tifoserie straniere, spicca il biancoceleste dei Laziali. Fuori un vecchietto vende delle spille, dei programmi, delle toppe e altre sciarpe, e sulla bancarella si intravede di nuovo una falsa sciarpa “Ultras Lazio”, con tanto di tri- colore e di errore grammaticale. Per finire il mio giro, decido di andare a vedere il “negozio” (uno chalet) della Dynamo, che vende parecchi gadget di qualità coi colori bianco e granata. Un babbo compra una sciarpa per sua la bimba di pochi mesi e, orgoglioso, gliela annoda al suo collo: di padre in… figlia, Dynamo! Entro finalmente nella gradinata, e lo stadio è davvero brutto, solo in Albania ed in Serbia ho visto campi così vecchi. Sembra di fare un salto indietro nel tempo, altro che calcio moderno. Ci sono i resti di una pista atletica che non è stata utilizzata dalla caduta del muro, come minimo. La capienza è di 12.400 posti e la gradinata è piena. Non avevo mai visto tante facce brutte in Germania come in questo settore. Spicca la famosa rosa dei venti del marchio favorito dei casual e altre marche di questi ragazzi, ben vestiti ma con maniere decisamente brutte. Di fronte, nei distinti, ci sono gli ultras della Dynamo e l’altro gruppo attivo, Sport People n°22/2014 Pag. 69 Tifocronache: Oberliga Tedesca, Dynamo Berlino-Hansa Rostok II 2-0 la Fraktion H. Non so se “H” sta per hooligans, ma decido di andare a vederli da vicino, durante il primo tempo. Le curve sono quasi vuote, tranne alcune coppie di tifosi isolati e, nel settore ospiti, ci sono una cinquantina di tifosi dell’ Hansa Rostock II, con al seguito tre striscioni, ma non si sentiranno mai durante la partita. La polizia c’è, vicino al settore ospiti, con la tipica divisa antisommossa tedesca che li fa sembrare dei superuomini (è una specie di protezione tipo quella dei giocatori di football americano). All’ingresso delle squadre sul campo, una sciarpata viene organizzata nel settore di casa, con lo sventolio dei bandieroni biancogranata. Striscioni in onore della BFC Dynamo, dei gruppi o in memoria di chi non c’è più spiccano soprattutto nella curva e nei distinti. Si può notare, su quasi tutti gli striscioni, il vecchio logo della squadra berlinese al quale i tifosi sono rimasti fedeli. Nel 1991, la squadra fu rinomata FC Berlin, per riprendere il suo nome vero nel 1999. Si vede che i tifosi non hanno nessun problema col loro passato, anzi, ne sono orgogliosi. Il tifo inizia e si fanno sentire i classici cori del repertorio tedesco. Faccio il giro dello stadio e arrivo nei distinti, dove sono in una cinquantina a cantare, ma il numero varia a seconda delle fasi di gioco; esso può coinvolgere una parte dei distinti, che sono tutti in piedi. Come nel resto dello stadio, le facce sono brutte. C’è Sport People n°22/2014 Pag. 70 Tifocronache: Oberliga Tedesca, Dynamo Berlino-Hansa Rostok II 2-0 una concentrazione di hooligans tra le più alte che abbia mai visto, ed anche alcuni skins molto, ma molto vecchio stampo, con bomber verdi. Gli ultras sono molto giovani, come di consueto in Germania, e si fanno notare perché quasi tutti hanno la stessa felpa grigia col cappuccio. Sono una ventina, con un lanciacori che prova a trascinare la tribuna. Accanto ci sono i Fraktion-H, che hanno un look decisamente più hooligans ed anche loro sono alcune decine, ma con un’ età più avanzata. Arriva la fine del primo tempo e due bancarelle sono allestite in cima alla gradinata: gli ultras vendono solo adesivi del loro gruppo o, come i FraktionH, adesivi e riviste ultras tedesche. La mania di attaccare adesivi ovunque mi sembra che venga della Germania, e, di fatto, gli stickers si vendono bene. Si possono notare un po’ ovunque, sui pali, sui muri, ma anche in altre zone della città. Il secondo tempo ricomincia ed il giovane lanciacori della Dynamo continua a spinge- re le sue “truppe” per sostenere la squadra berlinese, non dimenticando di prendere in giro i tifosi dell’ Hansa. Anche se c’è un sacco di brutta gente attorno a me, noto parecchie ragazze e, parlando con un ragazzo, mi spiega, che non devo credere ai luoghi comuni, perché la Dynamo non è un’oasi per gli estremisti di destra, c’è un sacco di gente che non è politicamente attiva e anche gente di altro colore politico, ma allo stadio quello che conta è solo la Dynamo. Il BFC Dynamo domina e sul campo non c’è storia; un’altra vittoria conferma la prossima salita della squadra berlinese in Regionalliga. Per motivi di sicurezza, le sue partite interne si sposteranno al Friedrich Ludwig Jahn Sportpark. Un consiglio per gli appassionati degli stadi... e delle strade: alcune partite saranno molto interessanti, l’anno prossimo, da queste parti. Gli “hipster” modaioli di Prenzlauerberg saranno un po’ disturbati… Sport People n°22/2014 Sébastien Louis. Pag. 71 Tifocronache: Poule Scudetto Serie D, Ancona-Pistoiese 2-1 IL GIORNO DELLA SOLIDARIETÀ Un altro anno con la fotocamera al collo ad immortale ciò che resta di quel fantastico Mondo ultras, un altro anno fra tessere e comportamenti liberticidi, da diffide ingiuste e magliette che scandalizzano un Paese intero. Mi mancano molto quelle sensazioni dei gradoni, quell’appendere la sciarpa di sempre al collo e ritornare a casa senza voce, sentendomi orgoglioso di essere ultras. Ma i tempi “non mi appartengono” e ringrazio la redazione che fra mille sacrifici manda avanti una passione odiata dai più, ma amata da molti, e grazie all’amico Matteo e chi insieme a lui mi dà la possibilità di coltivare ancora questo mio grande amore. Tornando alla gara di oggi, la curva nord saluta i propri beniamini con un 2-1 contro la Pistoiese nella gara scudetto. Tifoseria mai vista personalmente, quella ospite, e che anche se non numerosa, fa quadrato e incita gli undici in campo per Sport People n°22/2014 Pag. 72 Tifocronache: Poule Scudetto Serie D, Ancona-Pistoiese 2-1 Sport People n°22/2014 Pag. 73 Tifocronache: Poule Scudetto Serie D, Ancona-Pistoiese 2-1 tutta la partita, con un calo dopo il doppio vantaggio dei padroni di casa. Con loro son presenti i ragazzi di Venezia e Pesaro, espongono uno striscione a favore degli ultras diffidati e si fanno notare per un coro molto bello per Aldrovandi. Capitolo padroni di casa: Curva Nord non piena, malgrado l’annata trionfale dei Dorici molte persone hanno approfittato della prima giornata di sole per raggiungere la riviera del Conero; chi c’è, comunque spinge i biancorossi dallo 0-1 al 2-1 che li proietta in semifinale di questa “Poule Scudetto”. Presente con loro una delegazione di cittadini Senigalliesi, che ringraziano gli ultras per l’aiuto durante l’alluvione che ha colpito la loro città qualche giorno prima. Momento di commozione quando ricordano il capitano Natalino, scomparso in settimana, gli Anconetani non rimangono indifferenti nemmeno ai fatti di Roma, schierandosi come tutti gli ultras dello Stivale a favore di chi esprime la propria libertà di pensiero con una maglietta, ricordando inoltre chi, dimenticato dai media, lotta ancora in un letto d’ospedale. Al triplice fischio, con la squadra sotto la curva, ripulisco l’obiettivo e sistemo la mia fedele Canon, preparandomi a tre mesi senza stadi, ultras e gradoni: è giunto il tempo di mare, creme e abbronzature, una pausa necessaria per tirare il fiato e ritrovarsi con la stessa voglia alle prime partite della stagione 2014/15. Sport People n°22/2014 Francesco Fortunato. Pag. 74 Tifocronache: I Categoria Campana, Afragolese-Sparta San Tammaro 5-0 AL DI LA’ DELLA CATEGORIA, UN IDEALE CHE ANDRA’ AVANTI Giunti oramai a poche settimane dall’inizio dei Mondiali, con tutte le competizioni volte al termine, la nostra voglia di calcio non si attenua, anzi. Le vittorie Europee dei soliti Club milionari, che dopo aver cambiato il calcio, se ne sono letteralmente impossessate, lasciando agli altri “pensieri utopistici” piuttosto che meri sogni, unitamente alla scandalosa gestione dei Mondiali di calcio in Brasile dove l’ultimo granello dell’espressione “il calcio è della gente” sembra cementificarsi in uno dei muri innalzati alle spalle dei megaimpianti sportivi, non fanno altro che avvicinarci a quei campi di Provincia, dove, senza sensazionali divieti, sperperi, lussi e via discorrendo, il calcio sembra ancora appartenere al popolo. Sia chiaro, anche in queste realtà la voglia di emergere e di scalare le vette è matta, ma è la maniera con la quale si vive la passione a cambiare. Ci risiamo così immersi nel polveroso campionato di Prima Categoria, che proprio oggi, all’ultima giornata regala il testacoda tra Afragolese e Sparta San Tammaro. L’attesa è di quelle importanti, la formazione Partenopea, vincendo, potrebbe staccare il biglietto valido per il campionato di Promozione 2014/15, mentre nell’altra sponda, i Casertani devono assolutamente provare a sgambettare la capolista, racimolando così punti chiave in proiezione play-out. La settimana che precede la festa è caratterizzata dal solito, incessante invito degli Ultras a raggiungere le gradinate del Papa di Cardito, mentre la Società, con l’invito ai bambini delle scuole, dimostra come sui gradoni di uno stadio possono convivere sia pargoli che Ultras senza che le due “specie” vadano in conflitto. Sport People n°22/2014 Pag. 75 Tifocronache: I Categoria Campana, Afragolese-Sparta San Tammaro 5-0 Sport People n°22/2014 Pag. 76 Tifocronache: I Categoria Campana, Afragolese-Sparta San Tammaro 5-0 Arriviamo così a Domenica, ma non siamo gli unici, anche il caldo afoso dà il buongiorno ad una giornata che potrebbe di fatto sancire l’addio ad un’asfissiante categoria per l’ambiente. La voglia di arrivare al Papa in anteprima e la consapevolezza che l’evento sarà seguito da molti colleghi della carta stampata, oltre alle televisioni, hanno la meglio su di noi, ed alle ore 10:20 (con quaranta minuti d’anticipo) già siamo all’ingresso. Il destino è beffardo, ci viene da esclamare quando veniamo a conoscenza dell’assenza degli ospiti, senza preavviso. Ma la Prima Categoria è anche questa, e dopo un anno di svarioni arbitrali, di campi impraticabili è arrivato anche il momento dell’assenza degli avversari, una scena già vista nei campetti di calcetto che siamo, noi tutti, soliti affittare il Giovedì. Il dubbio amletico sulla disputa o meno della partita coinvolge anche le tribune, coi i tifosi che, da un lato si interrogano ironicamente sul rimborso dei 2 € del biglietto, e gli Ultras preoccupati dell’esito della loro coreografia, già connotata dalle solite strisce bianco rosse che destano sospetti sulla praticabilità della tribuna ai meno attenti alle “questioni spalti”. I colpi di scena non mancano ed a surriscaldare un ambiente che incominciava a palesare segni di depressione, ci pensa il primo cittadino Domenico Tuccillo. Come spesso accade, in occasione dei grandi traguardi, le istituzioni si avvicinano alle società, ma questa visita non ha l’aria della solita salita sul carro dei vincitori, infatti il Sindaco, dopo aver ascoltato per bene i cori degli Ultras, “Dateci lo stadio!”, prende la parola e promette la riapertura dello storico Stadio Moccia entro il mese di Settembre. Andato via il sindaco, arrivano gli avversari, quasi ci viene da sorridere, e dopo aver consegnato il documento ai commissari, Sport People n°22/2014 Pag. 77 Tifocronache: I Categoria Campana, Afragolese-Sparta San Tammaro 5-0 facciamo definitivamente ingresso in campo… si gioca! La tribuna presenta un buon colpo d’occhio, lo striscione esposto recita “Scusate il disagio, eravamo di passaggio!”, scuse emblematiche se si pensa ai problemi strutturali creati da un pubblico così folto, immerso in una categoria del genere. Tra le due panchine, affisse al muro, un altro striscione, “Ridateci lo stadio!” targato “Boys 13”, gruppetto di ultras che prima d’oggi, a parte la bandiera sempre al cielo, non aveva scelto di identificarsi dietro nessun drappo o firma. Con i ragazzini delle scuole giovanili schierati a mo’ di corridoio, pronti ad accogliere i ventidue atleti, si approssima il calcio d’inizio (finalmente!), ma c’è ancora tempo per uno dei momenti più toccanti della giornata, ovvero l’esposizione del drappo degli Ultras in onore alla “Principessa”, angelo volato in cielo, orgoglio del padre Boemio, capitano dell’Afragolese, che insieme alla sua Si- gnora va a raccogliere l’applauso dell’intero stadio, compreso il nostro. “Olè olè Rita!” è il coro che accompagna questi attimi intensi, che vanno al di là di qualsiasi competizione sportiva. All’ingresso delle squadre in campo, è finalmente coreografia. L’avevamo percepita, immaginata ed effettivamente gli Ultras Afragolesi sfoggiano una bella immagine, ennesima cartolina di un campionato stupendo. Bandierine blu da un lato, rosse dall’altro, e nel mezzo l’emblema dell’Afragolese bene in vista. Ottima la scelta di tempo, con la classica fumogenata che nasconde il tutto solo dopo aver dato il tempo ai fortunati come noi di assistere allo spettacolo. Bomboni e cori sono l’accompagnamento ai tanti colori sfoggiati per l’occasione. La partita inizia e l’Afragolese ci mette poco a passare in vantaggio, solo cinque minuti. Ne passeranno una ventina per il raddop- Sport People n°22/2014 Pag. 78 Tifocronache: I Categoria Campana, Afragolese-Sparta San Tammaro 5-0 pio, ma fortunatamente la prima frazione si chiuderà con la partita formalmente ancora in bilico. Il gruppo degli ultras afragolesi, raccolti dietro i classici striscioni e drappi, oggi registrano una presenza imponente, superiore a tutte le altre partite, e di questo beneficiano soprattutto i cori secchi che sono a dir poco impressionanti. Nell’intervallo le sorprese non finiscono, e questa volta ad omaggiare un tifo così bello è il centrocampista Giuseppe Vives, militante nel Torino di Ventura, tornato a casa per omaggiare il progetto ed i propri concittadini, proprio lui che nell’Afragolese aveva mosso i primi passi. Iniziata la ripresa, uno striscione si alza nel settore: “Ridateci le nostre gradinate!” è ancora il messaggio degli Ultras, in vero fermento, con la parola “gradinate” marcata in rosso, sinonimo di casa, il tutto accompagnato dalla sciarpata del gruppo. Tante fumogenate rossoblu e torce, accese soprattutto quando vengono esposti gli striscioni. Già, gli striscioni, perché oltre al messaggio antecedente, dallo stesso settore un altro striscione viene aperto: “Al di là della categoria… sempre avanti il mio ideale”, questo a testimonianza della poca propensione verso la futura Promozione, ma con lo stesso modo di vivere il calcio indiscusso ed inviolabile. L’Afragolese nella ripresa fa un sol boccone dei grigi di San Tammaro, rifilandogli altre tre reti che sommate alle due precedenti portano a cinque il vantaggio. La malcapitata San Tammaro nulla può alle conclusioni mortifere dei padroni di casa e nemmeno un rigore all’83’ permette agli ospiti di accorciare, con uno strepitoso Allocca che neutralizza alla sue destra il tiro dal dischetto. Il countdown inizia, con i tifosi che uno ad uno elencano gli artefici di un campionato brillante quanto difficile, con mille difficoltà Sport People n°22/2014 Pag. 79 Tifocronache: I Categoria Campana, Afragolese-Sparta San Tammaro 5-0 di una signorile società con i piedi per terra. Stupende dagli spalti sono anche le coreografie effettuate con le braccia, che in maniera sincronizzata si muovono a destra ed a sinistra, lasciandoci scappare l’ennesima smorfia di assenso nei loro confronti. Alle ore 13, abbondantemente oltrepassate, il triplice fischio è una vera è propria liberazione, missione completa, con l’invasione pacifica dei tifosi in cerca di maglie e vessilli rossoblu. Erano otto anni che l’Afragolese mancava dai campi di calcio, ed i tifosi che in passato prelevarono il titolo della società abbandonata a sé, addossandosene tutte le spese, adesso possono tornare a sognare senza l’assillo dell’imminente futuro. Tra chi è fortunato e chi no, ci si ritrova davanti qualche bimbo che ci richiede la casacca gialla come cimelio di un giorno da ricordare. Un altro gruppetto, invece, resterà fedelmente sugli spalti, a cantare per sé, per gli Ultras, lasciando la goliardia agli altri. I classici gavettoni si espandono a macchia d’olio per tutto il campo, e noi capiamo che è il momento di lasciare spazio alla gente, anche per salvaguardare il lavoro fatto, custodito gelosamente nella macchinetta che ci accompagna in queste domeniche di polvere, fumo e cuoio. “Non passeremo mai questa fase” è l’espressione chiave del film “Febbre a 90°” che in questo momento ci va di citare, esorcizzando un amore per questo sport, e per il modo di viverlo, che paradossalmente solo queste povere categorie, calcate da piazze ricche di passione, garantiscono ancora. Lasciamo l’impianto tra i caroselli e solo arrivati al riparo dal sole ci accorgeremo degli effetti delle due ore di esposizione ai raggi solari, ma una cosa è certa, oggi come ieri, ne è valsa la pena.. Sport People n°22/2014 Andrea Visconti. Pag. 80 Tifocronache: Playoff II Categoria Lombarda, Arca-Serenissima 2-1 MIRACOLO A BORDO DELL’ARCA Se il credo ultras, fino a poco tempo fa, univa tutti sotto una stessa visione generale della vita sulle gradinate, oggi, fra i pochi veri appassionati di “partitelle” rimasti, c’è divisione sul dove e sul come “cercare la via” per poter continuare ad amare un mondo a serio rischio di estinzione. Ci sono, oggi come ieri, gli integralisti, cioè coloro che sostengono che vivere la curva, purché lo si faccia con passione, non presenti grandi distinzioni dalla Serie A alla Terza Categoria, passando per ogni singola disciplina sportiva. Un altro filone è quello dei grandi numeri, ovvero l’ultrà viene riconosciuto solo se fa massa e provoca un certo movimento, mentre intorno c’è il nulla. Ci sono, di contro, i sostenitori del “piccolo è meglio”, ovvero i convinti che, a causa dei dettami del calcio moderno, solo dalla Serie D in giù si può trovare l’essenza perduta del vero tifo. Altro filone estremista è quello dei “lontani dal calcio”, vale a dire che, per ricreare un’atmosfera vera e sana di tifo la cosa migliore è seguire il basket, la pallavolo, la pallamano, il baseball o qualsiasi altra cosa fuorché il calcio. Personalmente non sposo in toto nessuna di queste teorie, e cerco di rifarmi alla dottrina che riconosce la possibilità di vedere ovunque delle cose buone. Tuttavia, non posso negare a me stesso che più ci si allontana dal potere dei soldi e della politica, in qualsiasi sport, e meglio è. Nonostante anche io mi possa infiammare per una semifinale di Europa League o per delle Final Four di Eurolega, ammetto di divertirmi maggiormente in contesti definiti, dai più, minoritari. La mia presenza in Arca-Serenissima, finale Play-off di Seconda Categoria, è stata frutto di diverse combinazioni. Nonostante la segnalazione dei ragazzi dell’Arca, avevo già deciso di assistere a questa partita, attratto, oltre dalla presenza sicura di una buona cornice sugli spalti, dal fascino indiscutibile dell’Arena Civica di Milano, oggi intitolata a Gianni Brera. Sport People n°22/2014 Pag. 81 Tifocronache: Playoff II Categoria Lombarda, Arca-Serenissima 2-1 Sport People n°22/2014 Pag. 82 Tifocronache: Playoff II Categoria Lombarda, Arca-Serenissima 2-1 Tornando alla discussione iniziale, cioè cosa determina la scelta di una partita per un appassionato di ultras e di tifo in generale, non si può assolutamente scindere dal teatro dove la scena avrà luogo. Se qualcuno, in tempi non sospetti, mi avesse chiesto se preferisco seguire, in campo, una partita di Serie A a San Siro, oppure ad una qualsiasi partita all’Arena Civica di Milano, avrei risposto, senza esitazione alcuna, a favore della seconda. Perché se San Siro è la “Scala” del calcio, l’Arena è il tempio, un luogo senza tempo impregnato di storia e, miracolosamente, ancora integro ai giorni nostri, grazie alla cura del settore pubblico che, bene o male, non ha mai abbandonato del tutto le sorti dell’impianto; non come succede, per esempio, a Roma, dove non c’è un campo - uno - per una terza squadra mentre, di contro, impianti come il “Flaminio”, il “Tre Fontane” o il “Francesca Gianni” cascano a pezzi. La storia dell’Arena risale addirittura ai primissimi anni del XIX secolo; ad approvarne il progetto e ad inaugurarla personalmente fu, nel 1807, addirittura Napoleone Bonaparte. Teatro, ippodromo, campo sportivo, open-space per i concerti, l’Arena ha sempre avuto un ruolo centrale nella società milanese, favorita anche dalla sua posizione, essendo situata a pochi metri dal Castello Sforzesco ed inserita naturalmente nel suo parco. L’ispirazione al Circo di Massenzio colloca l’impianto nel pieno periodo neoclassico, che ha avuto proprio nell’architettura civile la sua massima espressione. Sportivamente parlando, il periodo d’oro dell’Arena Civica è stato fra il 1930 e il 1958, quando divenne la sede delle partite casalinghe dell’Inter, finché non si decise che era troppo piccola, passando quindi a San Siro. Rimanendo sempre in ambito sportivo, l’impianto ospita società di atletica, di rugby e, fino a pochi anni fa, il Brera Calcio, società tuttora esistente ma che non è riuscita a diventare il terzo polo fisso del calcio meneghino. Per la prima volta da quando frequento il capoluogo della Lombardia, mi accorgo che la Stazione Cadorna non è solamente un ottimo interscambio per la metropolitana, ma è, probabilmente, lo scalo ferroviario più centrale di tutta Milano. Infatti basta uscire, andare a sinistra ed attraversare la strada, ed il Castello degli Sforza è già lì, col suo parco pieno di vita, specie in giornate baciate dal sole come questa. La mia camminata, piacevolissima, di pochi minuti avviene nel verde tra coppie mano nella mano, bambini scattanti, comitive distese sull’erba e gli immancabili turisti. Sono le 16:00 quando giungo a destinazione, manca un’ora al calcio d’inizio e, almeno da fuori, in pochi si accorgono che là dentro sta per iniziare una partita. Un timido cartello esposto nell’unica porta aperta, in realtà un foglio A4 bianco con stampa nera, indica l’ingresso agli spalti ed i prezzi, 7 € intero e 3,50 € ridotto. Un po’ tantino per una Seconda Categoria, penso tra me e me, ma forse vanno anche coperti i costi di affitto dello stadio. Per andare in campo vengo dirottato verso l’ingresso atleti e, immediatamente, lascio il mio documento all’arbitro. L’enorme tribuna centrale, che ospiterà entrambe le tifoserie, è ancora semi-vuota, o meglio, ci sono, già e solamente, una ventina di tifosi dell’Arca dietro ai loro striscioni. Ne approfitto, allora, per un giro per tutta l’Arena, salendo i gradoni e facendo foto da tutte le angolazioni possibili, come un turista per caso. Nel mentre, gli ultras dell’Arca, con le squadre che già si stanno riscaldando, fanno i primi cori ed accendono un paio di fumogeni. Come inizio non c’è male. L’ASD Arca, colori arancioblu, gioca di solito nel Centro Sportivo Emilio Colombo, in zona Inganni-Baggio, a due passi dall’Agorà, la pista su ghiaccio casa della Saima Milano. Più che di una società sportiva, si tratta di un vero e proprio progetto sociale, che trova la propria fonte di ispirazione nei “principi cristiani, di solidarietà e di assistenza”, come mi dice il presidente Spadaro. Del resto, già il nome Arca è piuttosto evocativo, sia in senso biblico sia in quello di una dimora stabile per tutti in mezzo alla tempesta. Sport People n°22/2014 Pag. 83 Tifocronache: Playoff II Categoria Lombarda, Arca-Serenissima 2-1 Sport People n°22/2014 Pag. 84 Tifocronache: Playoff II Categoria Lombarda, Arca-Serenissima 2-1 Nata nel 1991, questa società ha girato in lungo ed in largo, per anni, i campi di mezza Milano fino ad approdare, nel 2010, all’Emilio Colombo, grazie alla vincita di un Bando Pubblico promosso dal Comune. In realtà, l’Arca gestisce mezzo centro sportivo, mentre l’altro mezzo è ancora in attesa di qualche acquirente interessato, previo ulteriore bando, e nel frattempo è rifugio di diversi senzatetto. Gestire uno “scherzo” del genere è un’impresa da quasi 100.000 € annui che l’Arca sborsa senza sovvenzioni pubbliche, ma con l’autofinanziamento e la promozione dei propri progetti, dentro e fuori dai campi sportivi. Fiore all’occhiello della sezione calcistica è proprio la squadra attualmente in Seconda Categoria, senza contare le giovanili, le squadre di calcio iscritte al CSI e la pallavolo. Un progetto importante, quindi, che ha convinto molti giovani tifosi ad incitare questa “strana” squadra milanese, fino ad ottenere un seguito molto importante, specie se rapportato alla categoria piuttosto bassa. A voler dire di più, è difficile capire come veramente tanti ragazzi si siano avvicinati alle sorti dell’Arca, facendola diventare un elemento di convergenza fra giovani i quali, spesso e volentieri, in comune tra di loro hanno molto poco. L’interrogativo è quanto questa affezione possa perpetrarsi nel tempo ma, intanto, squadra, società e tifosi possono godersi un momento di gloria che, in queste categorie, è un lusso impossibile un po’ per tutti. E il coronamento di una stagione alla grande potrebbe essere proprio il passaggio di categoria: classificatasi terza nel proprio girone al termine della stagione regolare, l’Arca è arrivata, dopo due turni preliminari, al fondo dei play-off. In caso di vittoria finale, la promozione sarebbe automatica e di diritto, senza aspettare, in ogni caso, un ripescaggio quasi certo in Estate. Assorto nel mio tour fotografico sento, da fuori, alcuni cori rimbombare. Sicuramente sono i tifosi dell’altra squadra, la Serenissima, decisi a far notare da subito la loro Sport People n°22/2014 Pag. 85 Tifocronache: Playoff II Categoria Lombarda, Arca-Serenissima 2-1 Sport People n°22/2014 Pag. 86 Tifocronache: Playoff II Categoria Lombarda, Arca-Serenissima 2-1 presenza. Se l’Arca è inserita, in tutto e per tutto, nella vita di una grande città, la Serenissima è l’espressione calcistica di Villaggio Brollo, una piccola frazione del comune di Solaro, collocato in provincia di Milano, al confine con quelle di Monza Brianza e Varese. Scorrazzando qua e là su internet, mi sono imbattuto in una storia molto particolare di questo Villaggio Brollo, frutto di un lavoro di alcuni bambini della Scuola Elementare locale. E, personalmente, ho sempre lodato l’immediatezza espressiva dei bambini per comunicare concetti ben più complessi, come, in questo caso, le vicende di un ex podere di campagna diventato, negli anni, una piccola Frazione di un altrettanto piccolo Comune. circa una decina ed entrano cantando, col loro tamburo e piuttosto decisi a farsi sentire. Più numerosi i semplici tifosi anche se, a conti finali, su 400 spettatori presenti, si possono calcolare circa 250 arancioblu e 150 gialloverdi. Il nome a questo luogo si deve a Giovanni Brollo, Trevigiano, il quale nel 1939 si trasferì a Milano. Diventato imprenditore in un’epoca precaria ma dalle grandi opportunità, Giovanni trovò proprio in quell’appezzamento di terra vicino a Solaro, in una brughiera allora sterminata, il luogo più congeniale per ricreare la campagna della sua terra natia. Acquistato il podere dai Conti Borromeo in persona, il vasto terreno divenne prima tenuta e poi colonia agricola, i cui primi abitanti furono i parenti del Brollo che, mano a mano, col passare degli anni e col miglioramento delle condizioni economiche, richiamarono altri conterranei e gettarono le basi del Villaggio così come esso appare oggi. Sono le ore 17:00, e in questo splendido contesto le squadre stanno per entrare in campo. Il sole è accecante, ma le gradinate sono veramente bollenti di passione e di tifo. La partita è sentita da entrambe le tifoserie, nonostante anche la squadra perdente verrà, al 99%, ripescata in Prima Categoria. Ogni gesto sulle tribune lo dimostra. Essendo, questa Frazione, indissolubilmente legata ai primi coloni veneti, il fatto che la squadra di calcio locale si chiami Serenissima e si richiami alla terra di provenienza dei propri padri fondatori è piuttosto logico. Anzi, personalmente ho trovato piuttosto affascinante questa storia, al punto da volerla condividere su queste righe. Dopo un bel po’ di storia, il presente. La partita si avvicina, e gli spalti cominciano a riempirsi. I tifosi dell’Arca si accomodano tutti vicino ai loro sempre più numerosi ultras, al sole, mentre i tifosi di Villaggio Brollo stanno comodamente all’ombra dell’edificio principale dell’Arena. Gli ultras ospiti sono Già la sola combinazione cromatica delle squadre rende questa partita accattivante. La vera sorpresa della giornata, tuttavia, sono gli ultras dell’Arca: molto numerosi, persino stretti come sardine per una Seconda Categoria. Dopo un ottimo prepartita, preso alla larga, gli effettivi si fanno sentire anche a ridosso del calcio d’inizio, per fare una pausa solo per preparare la loro coreografia iniziale. Tante le bandiere, da una parte e dall’altra anche se, inutile dirlo, le mie aspettative sono tutte per quei ragazzi raggruppati dietro allo striscione “Forza Arca conquista il primato”. Nessuna sigla, solo un chiaro incitamento. Più defilato uno striscione con scritto “GSE Milano”, di cui non conosco il significato esteso. Cornice di pubblico a parte, credo che gli stessi giocatori si siano sorpresi di trovare una simile accoglienza da ambo le parti. Gli ultras dell’Arca hanno fatto le cose in grande: pezzo forte della coreografia una maglia fatta in carta col numero “11” e la scritta sovrastante “Gladiatori”, con un contorno che richiama l’Arena Civica, uno spettacolo preparato appositamente per l’occasione; a corredo, sui lati, si agitano palloncini arancio e blu, mentre, sopra e sotto, due striscioni lanciano un unico messaggio, “Conquista la folla, conquisterai la Prima”. Non manca pure una buona dose di fumogeni. Tanta pirotecnica, invece, dall’altra parte, dove tutti gli effettivi più attivi accendono Sport People n°22/2014 Pag. 87 Tifocronache: Playoff II Categoria Lombarda, Arca-Serenissima 2-1 Sport People n°22/2014 Pag. 88 Tifocronache: Playoff II Categoria Lombarda, Arca-Serenissima 2-1 torce e fumogeni, mentre il resto del pubblico sventola qualche bandiera o alza qualche sporadico palloncino. È tutto veramente emozionante e coinvolgente, e questo senza che vi sia un solo uomo in divisa nei paraggi e senza che nessuno si scandalizzi per il tanto fumo prodotto. Anzi il pubblico, bambini in primis, sembra apprezzare, e non poco, uno spettacolo bello ed autentico, lontano dal format sterile e preconfezionato del calcio dei miliardi e delle televisioni. I giocatori, magari, sono le stesse persone che si incontrano la sera al bar, e i ragazzi a tifare gli stessi che, magari, qualche ora prima hanno indossato la stessa maglia per giocare in una categoria giovanile. A volte, ai vari moralisti e moralizzatori di turno, basterebbe scendere in queste categorie per capire che qui si respira il vero calcio, mentre l’aria che tracannano a pieni polmoni davanti ad un commentatore di Sky è tossica ed asfissiante. Persino noi di Sport People possiamo scrivere pensieri, articoli ed editoriali, ma un’esperienza dal vivo come questa vale più di mille parole che si provano a mettere insieme e che, ai più, neanche interessano. L’atmosfera impregnata di tifo mi contagia. Anche se il mio obiettivo è spesso puntato sui più numerosi, più colorati e “più tutto” tifosi dell’Arca, non posso fare a meno di apprezzare i sostenitori della Serenissima; un’impresa, la loro, farsi sentire ma, nonostante tutto, ci riescono. Su sponda Arca il materiale pirotecnico sembra non finire mai. Si infiamma non solo la plastica contenente la polvere da sparo, ma anche il tifo. Accendi una torcia e tutto brillerà di più, nel vero senso della parola. Anche i cori, tenuti spesso a lungo, sono il frutto di un mix tra vecchio e nuovo, senza mai scendere in un repertorio banale. Benché giovani, i ragazzi spalle al campo ci sanno fare ma, soprattutto, trovano altrettanti ragazzi pronti a seguirli. E il primo gol, in apertura, è quello dell’Arca, con la conseguente corsa del marcatore sotto i tifosi; l’esultanza, neanche a dirlo, è di quelle vere. Sport People n°22/2014 Pag. 89 Tifocronache: Playoff II Categoria Lombarda, Arca-Serenissima 2-1 Sport People n°22/2014 Pag. 90 Tifocronache: Playoff II Categoria Lombarda, Arca-Serenissima 2-1 Del fumo rosso si alza e partono i cori della festa. Ma uno dei giocatori gialloverdi non ci sta e, quasi immediatamente, ricambia la cortesia, segnando e correndo a perdifiato verso i propri tifosi. Tutto in pochi minuti, col meglio che deve ancora arrivare. Gli ultras dell’Arca tifano senza voglia di fermarsi, provano qualche effetto speciale senza tralasciare la goliardia. I tifosi di Brollo non sono continui alla stessa maniera, ma si fanno sentire e, a loro modo, rispettare. Finisce il primo tempo per 1-1. La Serenissima sembra un po’ più forte, ma l’Arca tiene. Il pubblico apprezza, applaude e si va a rinfrescare. L’intensità del tifo non scende da nessuna delle due parti, ormai questa partita è un fatto di orgoglio. Sembrano sentirlo pure le squadre in campo. Non c’è solo da tagliare un importante traguardo, ma da ripagare tutti quei tifosi che, in una giornata così calda, potevano fare ben altro. Ma, si sa, se il calcio si spoglia della sua crescente repressione e della sua patina odorante di falso, torna ad essere espressione del popolo. E se torna ad essere espressione del popolo, al popolo piace, eccome, ed ancora, affollare quei gradoni. Anche se sono vetusti e mancano i seggiolini. Anzi, è persino meglio. In una giornata così, ovviamente, non può mancare assolutamente la coreografia del secondo tempo, almeno su sponda Arca. Sui gradoni viene steso un grande tricolore, contornato da torce ad intermittenza, mentre in balaustra una pezza afferma “Milano, dominiamo”. I gruppi tornano immediatamente ai loro rispettivi posti e la gara ricomincia. Probabilmente, la partita di oggi, per molti presenti di una certa età, è un viaggio indietro nel tempo; per i giovani, invece, l’occasione di assaggiare il frutto proibito senza essere bacchettati o assaliti dai sensi di colpa. E, dicevo, una gara così vera e così bella sugli spalti, non può esserlo da meno in campo. Certo, classe e tecnica sono lontane anni luce dalla perfezione, ma motivazioni, grinta e gambe sono ognuna al pro- Sport People n°22/2014 Pag. 91 Tifocronache: Playoff II Categoria Lombarda, Arca-Serenissima 2-1 prio posto. Sembra un pareggio che protrarrà la partita ai supplementari, invece l’Arca, nel suo momento più difficile, dopo che la Serenissima ha sbagliato l’impossibile, si trova di nuovo in vantaggio. Altra esplosione sugli spalti. Manca poco e bisogna stringere i denti. Perché la Serenissima no, non molla. Anzi, dà anima e corpo per pareggiare. Traversa e due salvataggi sulla linea. Preghiere e rosari, evidentemente, funzionano. Al triplice fischio dell’arbitro, è l’Arca a festeggiare, e non è una festa tanto per dire: gli spalti si confondono col fumo di vari colori, e uno striscione si alza dalle gradinate: “Siamo di 1 altra categoria”. Già, perché ciò che vedo oggi starebbe benissimo persino in Serie C. Ma, di contro, se questi ragazzi assaggiassero la terza serie, non potrebbero far nulla di ciò che hanno fatto oggi. Ed il bello è proprio questo: trovarsi tutti insieme, giocatori, tifosi e dirigenti, a cantare, saltare e ballare insieme, come se avessero vinto la Coppa del Mondo. La gioia non si dà con una pillola, ma è frutto di un mix di emozioni che arrivano tutte insieme, nello stesso momento. E se ci fosse un Van Gogh ad immortalare il tutto, potrebbe intitolare la sua opera proprio “La gioia”. Con quei colori violenti, di furore, di bandiere e fumogeni. Devo andar via, ma prima mi devo togliere almeno una curiosità. Vado dal presidente dell’Arca e gli chiedo com’è possibile aver creato questa specie di macchina del tempo. Dove li avete presi tutti questi tifosi? Com’è possibile? Lui ci prova a parlare del sociale, dei valori cristiani e via dicendo, ma non posso fare a meno di dirgli che ciò è lodevole ma non basta. E allora? Allora è un miracolo. Forse sarà, un giorno, nei recessi della memoria dei presenti, un ricordo sbiadito ed improbabile, ma nessuno potrà negare, a sé stesso e agli altri, che c’è stato. Sport People n°22/2014 Stefano Severi. Pag. 92