I MALAVOGLIA
di Giovanni Verga
Temi e contenuti
 Prefazione: i vinti e la
fiumana del progresso
Titolo e composizione
 La vicenda
 Tempo e Spazio
 I personaggi
 Stile e lingua
 I Temi: La famiglia, la casa, il
lavoro
 Antistoricismo e pessimismo
Il ciclo dei vinti
Ciclo di 5 romanzi (ne saranno realizzati solo 2)
• per tracciare un quadro sociale analizzando tutte le
classi sociali (nessun riferimento all’ereditarietà)
Criterio unificante: il principio della lotta per la
sopravvivenza (applicazione alla società delle teorie di
Darwin)
• il più forte trionfa, schiacciando i più deboli (i vinti)
La lotta per i bisogni materiali e «la ricerca del meglio»
determinano la «fiumana del progresso»
• il suo effetto, visto nel suo insieme, è un risultato
grandioso
• da vicino si vedono i deboli, i vinti, travolti dal
progresso, frutto anche di avidità, egoismi e vizi.
Il ciclo dei vinti
• I Malavoglia: lotta per i bisogni materiali
• Mastro don Gesualdo: avidità di ricchezza
nella borghesia di provincia e aspirazione
alla scalata sociale
• La duchessa di Leyra: vanità aristocratica
• L’onorevole Scipioni: ambizione politica
• L’uomo di lusso: l’ambizione dell’artista
Lo stile e il linguaggio devono modificarsi
gradatamente in questa scala ascendente e ad ogni
tappa devono avere un carattere proprio, adatto al
soggetto (tecnica della regressione)
Titolo e composizione
 Dopo aver abbandonato l’idea del “bozzetto
marinaresco” intitolato Padron ’Ntoni, nel maggio
1878 Verga dichiara di aver cominciato a lavorare
al progetto di un romanzo intitolato I Malavoglia.
 Il titolo, che è un soprannome scherzoso, segue
le impronte del parlato siciliano (i soprannomi
spesso indicano il contrario delle qualità di chi li
porta) .
 Verga lavora al romanzo dalla primavera del
1878 al luglio 1880, anche se continuerà a
correggerlo nei mesi successivi.
ORGANIZZAZIONE DEL ROMANZO
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I Malavoglia,nati da un “bozzetto marinaresco” ,scritti dal celebre Giovanni Verga, fanno
parte di un ciclo di cinque romanzi in un primo momento sotto il titolo di “La Marea” poi
sostituito da quello definitivo “I Vinti”. Il romanzo verghiano rappresenta una vera e
propria “saga “ della famiglia Malavoglia, nella quale si descrivono ruoli e
comportamenti di tre generazioni (il nonno Padron ‘Ntoni, il figlio Bastianazzo e il nipote
‘Ntoni) in uno spazio temporale di 15 anni: dal 1863 al 1877-1878.
Il cartone preparato dei Malavoglia è costituito da una novella , “ Fantasticheria” , che
anticipa situazioni e personaggi del romanzo. I Malavoglia sono la storia di una famiglia
di Aci-Trezza, i Toscano, composta dal nonno padron ‘Ntoni, dal figlio Bastianazzo e
dalla nuora Maruzza la Longa e dai loro figli ‘Ntoni, Luca, Filomena, Alessi e Lia. Il
romanzo I Malavoglia è diviso in 15 capitoli di lunghezza disegnale e può essere distinto
in tre macrosequenze:
capp.I-IV: affare dei lupini,partenza di ‘Ntoni, naufragio della Provvidenza, morte di
Bastianazzo;
capp. V-X: ritorno di ‘Ntoni dal servizio militare, partenza di Luca che morirà nella
battaglia di Lissa; idillio di Alfio e Mena; peggioramento della condizione dei Malavoglia;
abbandono della casa del Nespolo. Secondo naufragio della Provvidenza; ferimento di
padron ‘Ntoni.
capp.XI-XV: traviamento di ‘Ntoni, sua partenza in cerca di fortuna. Fallimento del suo
progetto, accoltellamento di Don Michele. Partenza di Lia. Morte di padron ‘Ntoni. Nozze
tra Alessi e Nunziata; riacquisto della casa del nespolo. Liberazione di ‘Ntoni dal carcere,
suo allontanamento dal “nido”.
La vicenda
 Ambientato nel paese siciliano di Aci Trezza nella seconda
metà dell'Ottocento, il romanzo racconta – sullo sfondo dei
numerosi personaggi del paese – la storia della famiglia dei
Toscano, detti "Malavoglia" che, come quasi tutti i compaesani,
vivono dell'attività della pesca.
 Le loro “risorse” consistono nella "casa del nespolo", dove
vivono, e nella barca soprannominata Provvidenza, che dà loro
di che sopravvivere.
La famiglia è nota e rispettata da tutti e poteva considerarsi
economicamente agiata grazie soprattutto ai proventi ricavati
dalla pesca
La catena delle disgrazie inizia con l’acquisto a credito di un
carico di lupini da trasportare in barca. Purtroppo una
tempesta fa affondare la nave. Muore così Bastiano, figlio del
capo famiglia Padron Ntoni, marito di Maruzza e padre di
cinque figli: ’Ntoni, Mena, Lia, Luca, Alessi
Tutti cominciano ad arrabattarsi per saldare il debito dei lupini
affondati con la barca, ma presto durante il servizio militare di
leva nella battaglia di Lissa muore Luca
I Malavoglia non riescono a saldare il debito e viene tolta loro
la “Casa del nespolo”. Ormai tutto il paese vede di malocchio i
Malavoglia che cercano in tutti i modi di lavorare per ottenere i
denari per maritare le figlie e per riacquistare la Casa del
Nespolo
Il colera si porta via la Longa. Patron Ntoni resta così solo con
Alessi e ‘Ntoni a sostenere i nipoti orfani del padre e della
madre
Ntoni ribellandosi alle condizioni dei vinti prende una cattiva
strada che lo porta a cinque anni di prigione, causando prima
la pazzia , poi la morte del nonno e la fuga della sorellina Lia,
che finirà a fare la prostituta.
Da ultimo resta così Alessi che, dopo essersi sposato, con
l’aiuto della sorella Mena, ricompra la Casa del Nespolo e tenta
di ricostruire l’onore distrutto dei Malavoglia
Tempo e spazio
 Il romanzo è formato da 15 capitoli all’interno dei quali si svolge la vicenda, ambientata
tra il 1863 e il 1877 o 1878.
 Nei Malavoglia coesistono e si scontrano due diverse dimensioni temporali: il tempo
della natura e quello della storia, a cui corrispondono due spazi diversi, il microcosmo
paesano e il mondo esterno. Domina comunque il tempo della natura, che si identifica con
il ripetersi ciclico dei giorni e delle stagioni, segnati dai lavori agricoli e dalle ricorrenze
religiose. Tra i due tempi non esiste mediazione: infatti l’intervento della storia provoca il
punto di rottura della famiglia Toscano.
 L’opposizione dei due mondi si avverte anche nei tempi verbali: alla prevalenza
dell’imperfetto, tempo della ciclicità, subentra in un secondo momento il passato remoto
che scandisce il dramma storico.
 L’opposizione tra tempo della natura e della storia si traduce poi anche in quella tra
spazio del paese e spazio della città: il villaggio (che non viene mai descritto
realisticamente) è lo spazio astorico della società rurale, che si contrappone al mondo
esterno pieno di minacce e di pericoli. Lo spazio paesano è fonte di una terza
opposizione, quella tra il paese nativo e la casa del nespolo, unico spazio positivo che fa
da argine alla violenza del mondo esterno.
I personaggi
Padron 'Ntoni
(Antonio) vedovo
Bastianazzo
(sposa Maruzza - Mariuccia,
detta la Longa)
'Ntoni
Luca
Mena
detta sant'Agata
Alessi
Lia
 Tutti i personaggi del romanzo sono organizzati secondo un sistema di
forze opposte: la famiglia Malavoglia, compare Alfio, Nunziata, la cugina
Anna e la ’gnà Grazia rappresentano il polo positivo;
 l’usuraio, il segretario comunale don Silvestro, il sindaco, Piedipapera,
Vanni Pizzuto, i contrabbandieri, l’ostessa Santuzza, lo zio Santoro, le
ragazze Vespa e Mangiacarrube appartengono invece al mondo pettegolo e
legato alla logica dell’interesse del paese.
 Importante la contrapposizione tra padron ’Ntoni e il nipote ’Ntoni, il
primo, personaggio dai mille proverbi, esponente del mondo rurale e della
tradizione; l’altro, dai tratti romanzeschi, che incarna i valori della
modernità. L’opposizione finisce poi per penetrare all’interno stesso della
famiglia, dividendo i nipoti: morto Luca, ’Ntoni si oppone ad Alessi; mentre
Lia, allo stesso modo, è opposta a Mena.
PADRON’NTONI
Padron’Ntoni è il patriarca della famiglia, colui che decide e
che comanda, è sempre visto nel suo operare e manca il
tradizionale ritratto fisico – psicologico.
E’ un uomo onesto ed integro, crede nel lavoro e negli affetti
familiari, è il simbolo di una società contadina arcaica, senza
nessuna prospettiva di trasformazione e di progresso.
E’ particolarmente legato alla casa, luogo in cui vive ed opera
la famiglia.
La sua filosofia emerge nei discorsi pronunciati nell’arco del
romanzo; emblematici sono i proverbi, simbolo di saggezza
antica, la sua cultura e le sue norme sono attinte dal passato,
dalla saggezza dei padri.
BASTIANAZZO
E’ il figlio di padron’Ntoni, marito di Maruzza, la
Longa e padre di cinque figli.
A lui è affidata la continuità familiare, fisicamente
è grande e grosso, per questo viene
soprannominato Bastianazzo.
E’ un instancabile lavoratore, in famiglia rispetta la
gerarchia, sottomettendosi ai consigli ed ai voleri
paterni, ne è esempio la scelta della moglie.
Muore tragicamente nel naufragio della
Provvidenza.
MARUZZA
Maruzza, moglie di Bastianazzo, è soprannominata
la Longa, però, contrariamente al suo soprannome, è
piccina e minuta fisicamente.
E’ un autentico esempio di donna, di moglie, di
madre, come viene espresso nel romanzo “…badava
a tessere, salare le acciughe, fare figliuoli, da brava
massaia “.
E’ dotata di un certo intuito, infatti non approva
l’affare dei lupini in cui morirà il marito.
Soffre per le numerose disavventure che si
abbattono sulla famiglia, “…le disgrazie per i
Malavoglia sono come le ciliegie: una tira l’altra”.
Muore durante l’epidemia di colera del 1867
‘NTONI MALAVOGLIA
E’ il primogenito della famiglia, all’inizio del romanzo ha vent’anni. Il
nonno, di cui si può considerare l’antagonista, lo definisce “un
bighellone” in quanto disdegna il lavoro ed ha uno spirito inquieto che
non si sopisce mai.
Quando ritorna al paese, dopo il servizio militare, rimpiange la città e
rifiuta di chinarsi ai ritmi di lavoro imposti dalla famiglia, non
accettando la morale della rassegnazione che contraddistingue suo
nonno e sua madre.
Dopo aver scontato 5 anni di prigione per aver accoltellato una
guardia doganale, si rende conto che non può tornare nel contesto
della famiglia in quanto ha arrecato ad essa solo disonore.
‘Ntoni rappresenta il ribelle che rifiuta l’ideale dell’ostrica, egli infatti
nutre speranza di cambiare stato, rifiutando di “essere come l’asino di
compare Alfio Mosca, come un cane alla catena”.
‘Ntoni diventa il simbolo dell’escluso che “…come il mare non ha
paese neanche lui.”
LUCA
Luca, fratello di ‘Ntoni, è un bravo ragazzo abituato a compiere il proprio dovere
senza lamentarsi.
Secondo il nonno “ ha più giudizio del grande “.
Muore nella battaglia di Lissa durante la terza guerra di indipendenza.
MENA
Mena è la figlia di Bastianazzo e Maruzza, è buona ed onesta, viene
soprannominata Sant’Agata per il suo atteggiamento schivo e timido.
Mena lavora assiduamente al telaio, appare come una figura dolce, pronta ad
ogni sacrificio e legata alla famiglia sentita come centro di onestà.
Ama da tempo il carrettiere Alfio Mosca, ma accetta il fidanzamento con Brasi
Cipolla impostole dal nonno.
Il matrimonio non sarà però celebrato per la sfortuna che si abbatte sui
Malavoglia .
Mena resta quindi zitella, in seguito al disonore arrecato alla famiglia dal
comportamento di Lia e di ‘Toni.
Ella contribuisce alla ricomposizione del nucleo familiare ed al riscatto della casa
del nespolo.
ALESSI
Alessi è il più piccolo dei maschi Malavoglia, è un
“moccioso tutto suo nonno”.
Crescendo aiuta i familiari, vive momenti drammatici
come quello della tempesta in mare in cui rimane ferito il
nonno e da cui la barca esce sconquassata .
Nell’ultimo capitolo appare in veste di uomo assennato,
padre di famiglia e marito di Nunziata .
E’ prudente e laborioso, riesce a riscattare la casa del
nespolo, nido e rifugio della ricostruita famiglia patriarcale
.
LIA
Ultima figlia di Bastianazzo e della Longa. Assomiglia
molto alla sorella, Mena, dal punto di vista fisico, ma è
una ribelle come suo fratello ‘Ntoni. Infatti, dopo che la
sua relazione con don Michele era stata smascherata
al processo, decide di fuggire e non se ne sa più
niente.
Lia è un personaggio deviante come ‘Ntoni, di
conseguenza viene esclusa dalla casa , come lui è un
personaggio dinamico che si evolve nel corso
dell’azione .
Entrambi contrastano la morale, avvertono l’attrazione
per la città, sono indifferenti alla famiglia, risultano
comunque esclusi, sconfitti.
I paesani
Un po’ tutto il paese è protagonista di questa vicenda e
quindi non si possono distinguere personalità di spicco.
Ma i paesani e i vicini dei Malavoglia hanno
abbandonato la sfortunata famiglia di pescatori quando
questa ha iniziato ad avere difficoltà. I paesani più
importanti sono: i Zuppiddi, lo zio Crocefisso, i
Piedipapera, comare Santuzza, la Mangiacarrube, la
Vespa, padron Cipolla con il figlio Brasi, la Locca con il
figlio, Cinghialenta e Rocco Spatu (compagni di ‘Ntoni
nel contrabbando), don Filippo, lo speziale e tanti altri.
Essi seguono la logica dell’interesse economico e sono
interni all’ideologia dominante per cui il più forte
schiaccia il più debole.
Padron ‘Ntoni e zio Crocifisso
 padron ‘Ntoni impersona la morale
patriarcale, gli ideali del lavoro e
dell’onestà, la fedeltà alla “religione della
famiglia”;
 l’usuraio, zio Crocifisso - Campana di
legno, incarna le leggi dell’utile immediato
e s’ispira a un cinico egoismo.
E’ l’indebitamento del primo nei confronti del
secondo che mette in moto la macchina
narrativa del romanzo.
Stile e lingua
 Verga, nei “Malavoglia”, narra secondo un’ottica dal basso: a parlare è una
comunità arcaico-rurale che dà per scontata la conoscenza, da parte di chi
ascolta o legge, della “strada vecchia di Trezza”.
 La novità stilistica verghiana consiste nel riportare, attraverso il discorso
indiretto libero, una fitta rete di voci narranti popolari, in modo organico
(regressione al piano popolare). Anche le metafore e le similitudini rimandando
alla loro cultura e ai loro immaginari primitivi.
 Per quanto riguarda la lingua, Verga non fa ricorso al dialetto, ma impiega
un italiano parlato così come lo parlano i siciliani dotati di una certa
cultura: si tratta quindi di un parlato capace di mantenere le sfumature
sintattiche del dialetto. Anche l’uso di proverbi, per quanto italianizzati,
introduce termini e inflessioni popolareschi.
 Attraverso questi artifici Verga intende adottare l’ottica nuova di un
narratore popolare o di una comunità di narratori popolari. In tale modo
però il punto di vista della voce narrante non coincide con quello
dell’autore che, di fatto, sparisce tramite l’artificio di regressione. Proprio lo
scarto fra il punto di vista della voce narrante e il punto di vista dell’autore è
alla base dell’artificio di straniamento secondo cui il coro narrante trasforma
ciò che dovrebbe essere normale in strano e viceversa. Il punto di vista della
voce narrante riflette largamente l’ottica stravolta di un mondo capovolto.
La famiglia
 Nei Malavoglia assistiamo ad un ritorno dell’autore al tema della
famiglia, scelta in parte dovuta all’intento di rappresentare
veristicamente una società contadina incentrata sulla famiglia
patriarcale.
 Questa famiglia è in primo luogo un’unità produttiva,
gerarchizzata sotto l’indiscussa autorità di padron ’Ntoni, legata
da forti vincoli di solidarietà, dal rispetto di una ferrea legge
morale rappresentata dalla volontà del più anziano.
 Le donne in tale contesto si dimostrano ubbidienti e rassegnate
 Il tema della “religione della famiglia” fa parte dell’ideale
dell’ostrica, che esprime l’attaccamento al nucleo familiare e al
lavoro che appare come “uno scoglio rassicurante per le ostriche
contro la voracità dei pescecani”, è lo spazio dell’integrazione, del
radicamento, della solidarietà.
 Per Verga, la forza della famiglia è garantita
materialisticamente dal legame di sangue che unisce i
suoi componenti e costituisce perciò una resistenza alla
violenza e all’egoismo del mondo esterno. La solidarietà
dei suoi membri è un modo per sopravvivere all’interno
della feroce selezione naturale che caratterizza l’esistenza.
 Questa religione è però un residuo del passato che la
modernità sta spazzando via: nel presente, l’egoismo sta
già penetrando nell’assetto familiare, come dimostra la
corruzione di ’Ntoni e Lia.
LA CASA
E ‘ il nido e il rifugio della famiglia
Quando i Malavoglia devono lasciare la casa del nespolo il
dolore ed il pudore di quegli esiliati sembra trapassino le mura.
IL LAVORO
Ne “I Malavoglia” il lavoro è un principio portante.
Si fa riferimento alle fatiche della gente di mare, impegnata in
un confronto diretto con la natura, da cui trae sostentamento.
Dal lavoro dipende l’esistenza della famiglia, chi lo rifiuta è un
emarginato, ne è un esempio il giovane ‘Ntoni.
In nome di questo valore i componenti del nucleo familiare
collaborano, rassegnandosi a sopportare immani fatiche .
LO SRADICAMENTO E
L’ESCLUSIONE
Sradicamento ed esclusione aspettano chi
non accetta la propria condizione .
Questo destino viene riservato ai ribelli
‘Ntoni e Lia, comportando per essi
l’allontanamento dalla famiglia e dal paese .
La conseguenza di ciò è la loro perdita di
identità sociale; afferma infatti ‘Ntoni
“…andrò lontano e nessuno saprà chi sono.”
Antistoricismo e pessimismo
 Facendo ricorso a componenti veriste e simboliste, Verga si propone, da
un lato, di ritrarre un paese siciliano tipico del suo tempo; mentre,
dall’altro, vuole esprimere l’ideologia e il sentimento di una società
arcaico – rurale, contrapposta alle passioni incessanti delle grandi città,
introducendo il tema della nostalgia per esserne lontano e separato.
La nostalgia si fa sentire ancora di più nei confronti di una terra già
minacciata dal progresso, ma ancora collocata ai suoi margini.
 Manca però in Verga la fiducia romantica nella storia e nell’uomo
che può costruirla e determinarla. Il suo è un radicale antistoricismo:
la vita umana è come quella animale: non conosce sostanziali mutamenti,
ma solo un’evoluzione lenta e graduale, che non ammette salti e in cui
domina la logica della ripetizione.
 L’uomo infatti è - e sarà sempre determinato dagli istinti e dagli
interessi materiali (legge della “roba”) i quali isolano ogni individuo dai
propri simili: se si eccettua la solidarietà familiare, ciascuno è solo con il
proprio egoismo, in opposizione con l’egoismo altrui.
 La solidarietà di classe non esiste e neppure esiste la possibilità di
un futuro diverso. Chi tenta di mutare stato è un illuso destinato alla
sconfitta. Di fronte alle ingiustizie sociali bisogna solo rassegnarsi,
non ribellarsi.
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